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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 10 Febbraio 2014 |
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MILANO: NECESSARIA SVOLTA NELLA GESTIONE DEI QUARTIERI POPOLARI” INCONTRO ALL’URBAN CENTER CON INQUILINI ERP. OBIETTIVI CONDIVISI: NUOVI CRITERI PER I CANONI D’AFFITTO E MAGGIOR COINVOLGIMENTO NEL CONTROLLO |
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Milano, 10 febbraio 2014 – “È stato un incontro positivo quello di questa mattina con gli inquilini delle case Erp, che hanno riconosciuto lo sforzo che il Comune di Milano sta facendo per trovare un accordo con la Regione e dare così una svolta alla gestione dei quartieri popolari”, ha dichiarato l’assessore alla Casa Daniela Benelli, a seguito dell’incontro che si è tenuto l’ 8 febbraio presso l’Urban Center con i comitati di inquilini Erp, per affrontare il tema della riforma della Legge 27. “Sono state diverse le questioni affrontate, in un clima sereno e di collaborazione. I comitati chiedono di poter prendere parte attiva nel percorso di riforma della Legge 27 e di poter avere in futuro un ruolo di controllo sulle modalità di gestione delle case popolari”, ha proseguito l’assessore Benelli. “Come Amministrazione crediamo che siano richieste legittime e intendiamo aiutarli a portarle avanti con la Regione, a cui viene chiesto di investire fondi nelle case popolari per migliorare la situazione attuale e di mettere mano alla riforma dei canoni, che devono necessariamente essere rivisti tenendo conto della crisi economica”. “È stata, infine, riconosciuta l’importanza del percorso appena intrapreso tra Comune e Regione con l’obiettivo di creare una nuova società che porti al miglioramento della gestione delle case popolari di Milano, a tutela delle famiglie che vi abitano e della vivibilità dei quartieri, attraverso interventi efficaci e necessari per il patrimonio”, ha concluso l’assessore Benelli. |
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CASA, PROTOCOLLO D´INTESA PER INCREMENTARE PATRIMONIO ERP IN PROVINCIA DI LUCCA |
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Firenze, 10 febbraio 2014 - Una proposta d´intervento per incrementare il patrimonio Erp in provincia di Lucca con l´obiettivo di alleviare il disagio abitativo. É questo l´oggetto del protocollo d´intesa che Regione, Comune di Lucca , Comune di Pietrasanta, Comune di Castelnuovo Garfagnana ed Erp Lucca Srl hanno siglato a Palazzo Orsetti sede del Comune di Lucca. Sono intervenuti l´assessore al welfare e alle politiche per la casa Salvatore Allocca, i sindaci di Lucca Alessandro Tambellini e quello di Castelnuovo Garfagnana Gaddo Gaddi, l´assessore alle politiche sociali del Comune di Pietrasanta Pietro Lazzerini, quello alle politiche abitative del Comune di Lucca Antonio Sichi ed il presidente di Erp Lucca Srl Francesco Franceschini. "Anche questo protocollo d´intesa – ha spiegato Allocca - s´inserisce nel piano di interesse regionale finalizzato al recupero e all´incremento del patrimonio erp in aree ad alta criticità abitativa, emergenza che riguarda tutta la regione. Piano che mette a disposizione 90 milioni di euro, con interventi concertati con i territori. Anche nel territorio lucchese – ha aggiunto – ci sono stati cambiamenti sociali economici e demografici che hanno determinato una preoccupante situazione di disagio abitativo, come la chiusura di alcune aziende storiche. La criticità ha coinvolto anche le fasce sociali di ceto medio, fino ad ora toccate solo marginalmente dal problema casa. Senza poi contare che per la prima volta il gran numero di sfratti provocati dalla situazione di crisi ha interessato tutto il territorio provinciale. Questo ha reso pertanto necessario interventi coordinati a livello di area vasta, e non limitati ai singoli comuni". La proposta, elaborata dal soggetto gestore del patrimonio Erp della provincia di Lucca Erp Lucca Srl, prevede la realizzazione di 12 nuovi alloggi a Pietrasanta e di 8 a S.anna, località Piaggetta, a Lucca. A Castelnuovo Garfagnana è previsto un progetto sperimentale innovativo di housing sociale che integra l´offerta abitativa con servizi sul territorio, fruibili non solo dagli assegnatari ma anche dalla popolazione vicina: verranno realizzati 12 alloggi, alcuni dei quali destinati a famiglie sfollate per pericolosità sismica dalla propria abitazione in attesa di riqualificazione. Il protocollo impegna i soggetti firmatari a costituire un apposito gruppo tecnico che provvederà alla predisposizione di una specifica proposta di intervento, coerente con gli obiettivi e gli strumenti della programmazione regionale e che sia verificata sotto il profilo della fattibilità normativa, urbanistica, edilizia e finanziaria. |
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INCLUSIONE ABITATIVA A LUCCA: "APPLICATE DIRETTIVE UE" |
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Firenze, 10 febbraio 2014 – "Oltre a ribadire, come già ha fatto il presidente Rossi, piena solidarietà al sindaco Tambellini e a tutta l´amministrazione comunale rispetto alle pressioni e agli attacchi subiti, ci auguriamo che tali incresciosi episodi non influiscano sulle scelte politiche". L´assessore al welfare e alle politiche per la casa Salvatore Allocca, a margine della conferenza stampa, a Lucca, per firmare un protocollo d´intesa per incrementare il patrimonio Erp nella provincia lucchese, torna sulla vicenda del progetto che riguarda il complesso di via Brunero Paoli a Lucca. E lo fa chiarendo alcuni punti che hanno portato alla definizione del progetto, d´intesa con l´amministrazione comunale. "Ci sono alcuni punti oggettivi ed incontrovertibili – dice l´assessore - che hanno portato ad ipotizzare questo progetto. Anzitutto va detto che l´intervento è stato individuato nell´ambito delle attività del Tavolo regionale, in base alle criticità delle situazioni locali e alla immediata cantierabilità dei progetti, visti i tempi strettissimi per utilizzare i finanziamenti europei, che ammontano a 2 milioni di euro. Le linee di azione – sottolinea Allocca - derivano direttamente dall´Europa ed un´eventuale mancata applicazione significherebbe andar contro le volontà del Parlamento e della Commissione europea: la Regione, d´intesa con gli enti locali, non fa altro che applicare direttive europee". Allocca quindi chiarisce che "sono disponibili fondi per dare risposta all´emergenza abitativa di comunità emarginate e se non li utilizziamo, fondi e relativi progetti saranno perduti e sarebbe ‘criminale´, in tempi di crisi, non sfruttarli". "Bisogna ammettere – ha quindi aggiunto – che si trova una certa ostilità nel trovare come ‘spendere´ questi 2 milioni di euro, ma non si deve dimenticare che interventi come quello che riguarda via Brunero Paoli, oltre a rispondere concretamente a situazioni di emergenza, attiverebbero l´economia legata all´edilizia con positivi ritorni anche legati quindi al settore produttivo. Il Comune di Lucca, nel caso specifico, conferendo un immobile di valore superiore al finanziamento erogato, potrà concretizzare, oltre alle direttive europee, anche servizi che rispondano alle proprie esigenze". |
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REGIONE E UNIVERSITÀ AVVIANO IL CHECK UP DELLE MURA DI VOLTERRA |
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Volterra, 10 febbraio 2014 – "Il nostro obiettivo è quello di sottoporre l´intera cerchia muraria di Volterra ad un accurato controllo geologico. E per questo che abbiamo attivato l´Università di Firenze, che dopo un primo sopralluogo predisporrà un piano di monitoraggio". Lo ha annunciato l´assessore regionale all´ambiente e alla difesa del suolo, Anna Rita Bramerini, che il 6 febbraio pomeriggio si è recata nella cittadina pisana per un sopralluogo. Probabilmente si tratterà di un monitoraggio da satellite, lo stesso utilizzato per tenere sotto controllo i movimenti della Costa Concordia, una tecnica che permette di evitare per il momento di compiere sondaggi sulle mura. "Si tratta – ha spiegato l´assessore Bramerini – di una frana ancora attiva, anche se adesso è fortunatamente ferma. Ma ulteriori piogge potrebbero riattivarla. I rilievi che compirà l´Università ci daranno le risposte che attendiamo ed una panoramica non limitata alla sola area del crollo". Nel frattempo stanno per iniziare i lavori in somma urgenza per il consolidamento del fronte della frana. "I nostri tecnici – ha concluso l´assessore regionale alla difesa del suolo – stanno valutando il progetto di massima da un milione di euro che ci è stato presentato dal Comune, una valutazione che compiremo a tutto tondo grazie al check up complessivo a cui abbiamo dato il via". |
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MILANO, BARRIERE ARCHITETTONICHE: OTTO MILIONI PER ASCENSORI E SCALE MOBILI IN METRO LO STANZIAMENTO VA AD AGGIUNGERSI A 4 MILIONI DI EURO GIÀ DELIBERATI DAL COMUNE DI MILANO PER LA MANUTEZIONE STRAORDINARIA E 12,5 MILIONI DI EURO PER LA SOSTITUZIONE INTEGRALE DI SCALE OBSOLETE |
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Milano, 10 febbraio 2014 – Sono state approvate dalla Giunta due delibere con cui il Comune di Milano ha approvato i progetti definitivi di Atm, stanziando circa 8 milioni di euro, per la realizzazione di 8 nuovi ascensori in tre stazioni delle metropolitane 1 e 2 e la manutenzione straordinaria di scale mobili e ascensori già presenti in 61 fermate delle linee 1, 2 e 3. In particolare, l’obiettivo è quello di eliminare le barriere architettoniche in tre stazioni molto frequentate delle linee metropolitane, attraverso l’inserimento dei nuovi ascensori (3,8 milioni di euro), che saranno realizzati a Bonola (2) e Lampugnano (2) per la M1 e a Romolo (4) per la M2. Sul fronte della manutenzione straordinaria di impianti già esistenti (4 milioni di euro), le stazioni interessate dai lavori saranno le seguenti. Per la metropolitana M1: Amendola, Bisceglie, Bonola, Buonarroti, Cadorna, Conciliazione, De Angeli, Duomo, Gambara, Inganni, Lampugnano, Loreto, Molino Dorino, Pero, Porta Venezia, Precotto, Primaticcio, Rho Fiera, S. Babila, S. Leonardo, Sesto F.s., Sesto Rondò, Uruguay, Wagner. Per la metropolitana M2: Abbiategrasso, Assago Forum, Cadorna, Caiazzo, Cascina Gobba, Centrale, Cimiano, Cologno centro, Cologno nord, Cologno sud, Crescenzago, Famagosta, Garibaldi, Gessate, Gioia, Lambrate, Lanza, Loreto, Moscova,piola, Romolo. Per la metropolitana M3: Brenta, Centrale, Corvetto, Crocetta, Duomo, Lodi, Maciachini, Missori, Montenapoleone, P.ta Romana, Repubblica, Rogoredo F.s., San Donato, Sondrio, Turati, Zara. Lo stanziamento va ad aggiungersi a 4 milioni di euro già deliberati dal Comune di Milano, grazie ai quali Atm effettua la manutenzione straordinaria di oltre 200 impianti (interventi già per la maggior parte conclusi), e ad altri 12,5 milioni di euro per la sostituzione integrale di scale obsolete. |
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QUALITÀ DELLA VITA GIORNATA DEL LAVORO AGILE IN 6.000 HAN LAVORATO FUORI UFFICIO SUCCESSO OLTRE OGNI PREVISIONE, MILANO CAPOFILA DI UNA PROSSIMA GIORNATA NAZIONALE” |
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Milano, 10 febbraio 2014 – Circa seimila persone il 6 febbraio nell’area metropolitana di Milano, e non solo, hanno aderito alla prima Giornata del Lavoro Agile promossa dal Comune di Milano. 103 tra aziende grandi, medie e piccole, cooperative e studi professionali, enti pubblici come i comuni di Torino e Cremona. Oltre, ovviamente, al Comune di Milano che ha visto 200 tra lavoratrici e lavoratori svolgere oggi le proprie mansioni al di fuori del proprio ufficio. 5.679 gli impiegati, i dipendenti, i professionisti che oggi hanno potuto sperimentare questa formula di lavoro, svolgendo le proprie mansioni da casa o da altri luoghi, rigorosamente ‘altrove’. Questi, infatti, gli obiettivi della Giornata: riuscire a lavorare ovunque, dal bar, dal parco, dalla palestra; organizzare in modo più elastico il proprio tempo, conciliando vita privata e lavoro; contribuire alla riduzione del traffico e delle emissioni inquinanti grazie all’eliminazione degli spostamenti casa-ufficio. “È stato un successo oltre ogni aspettativa – ha dichiarato Chiara Bisconti, assessora al Benessere, Tempo Libero e Qualità della Vita del Comune di Milano –, la città ha avuto una risposta fantastica. La soddisfazione di chi ha partecipato è evidente, lo abbiamo visto anche dai commenti e dalla quantità di interventi sui social network. In vista di una legge nazionale, peraltro già depositata in Parlamento, Milano si pone ora come capofila di una prima Giornata nazionale del lavoro agile. Il 6 febbraio abbiamo creato un vero e proprio ‘caso’ e sono orgogliosa del tanto lavoro svolto. Un grazie di cuore alle lavoratrici e ai lavoratori che ci hanno seguito”. Più di 1.500 sono stati i tweet con l’hashtag #lavoroagile con il contributo di quasi seicento cittadini. In totale le ‘impression’ (il numero di volte in cui i singoli tweet con l’hashtag #lavoroagile sono stati visti nelle timeline degli utenti) sono state oltre 4 milioni. Decine di persone hanno pubblicato le foto delle loro ‘postazioni agili’ su Facebook. Una selezione di tweet, commenti e foto è stata raccolta con Storify ed è consultabile all’indirizzo http://storify.Com/comunemilano/la-prima-giornata-del-lavoroagile Tutti i dati definitivi con il calcolo dei chilometri medi risparmiati, del tempo medio risparmiato, della divisione dei partecipanti tra uomini e donne, della loro età e delle risposte dei lavoratori ad un questionario su come hanno utilizzato il loro tempo, saranno disponibili domani. In allegato una prima analisi dei dati, grafici e le mappe della partecipazione alla Giornata del Lavoro Agile a Milano città, Provincia e in tutta la Lombardia. |
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QUARTA CONFERENZA EUROPEA PER LA RICERCA SUL LAVORO SOCIALE |
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Bolzano, 10 febbraio 2014 - Dal 15 al 17 aprile 2014 si svolgerà a Bolzano, in Italia, la quarta conferenza europea per la ricerca sul lavoro sociale (Fourth European Conference for Social Work Research). Ricercatori, studiosi e professionisti si riuniranno per discutere gli approcci di ricerca e promuovere gli studi nel settore. La conferenza intende contribuire alla qualificazione della pratica del lavoro sociale, nonché approfondire il tema della responsabilità pubblica nell´ambito della professione del servizio sociale. Ponendo un forte accento sull´approccio scientifico, l´evento fornirà una piattaforma per lo scambio di idee sulla teoria sociale e contribuirà alla politica sociale. Durante i tre giorni, si svolgeranno una serie di sessioni parallele e un certo numero di lezioni tenute da relatori principali del mondo accademico. La quota d´iscrizione è di 230,00 euro per gli studenti e 350,00 euro per gli altri partecipanti. Per maggiori informazioni, visitare: http://ecswr-2014.Unibz.it/en/default.aspx |
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L’INDUSTRIA ITALIANA: LE REAZIONI ALLA LUNGA CRISI E LE POLITICHE PUBBLICHE |
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Roma, 10 febbraio 2013 - Riflettere sulle evoluzioni del sistema industriale italiano e mettere a fuoco i segmenti produttivi più dinamici e quelli che potrebbero essere oggetto di rinnovate politiche industriali. Questi gli obiettivi del convegno "L´industria italiana: le reazioni alla lunga crisi e le politiche pubbliche" che avrà luogo a Roma il 10 febbraio. L´iniziativa (inizio ore 16.30) si svolgerà presso lo Spazio Europa, in via Iv Novembre 149. Il Direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Lucio Battistotti, aprirà i lavori del convegno. La lunga e profonda crisi dell’ultimo quinquennio ha modellato il sistema produttivo italiano in molti modi. Le difficoltà hanno portato a contrazioni dei livelli di attività, a chiusure di aziende, alla riduzione dell’occupazione e a molte altre variazioni di segno negativo: sono questi i fenomeni che hanno determinato gli andamenti aggregati dell’economia e che dominano un dibattito apparentemente privo di prospettive favorevoli. Lo scenario internazionale, dal canto suo, ha confermato un’accentuazione della concorrenza globale, ma ha anche rappresentato l’unica componente dinamica della domanda aggregata per l’Italia, componente che interessa ormai una parte significativa e crescente dell’industria, sia come partecipazione a mercati di sbocco finali sia come presenza in catene globali del valore. Contemporaneamente, a differenza da quanto si è verificato nei principali paesi di riferimento, le risorse pubbliche destinate in Italia all’industria privata si sono radicalmente contratte, in presenza di un prelievo fiscale sempre più oneroso. I mercati finanziari e creditizi sono stati scossi da forti turbolenze, da strategie variabili per le diverse banche e da sensibili differenze nei comportamenti nei confronti delle differenti tipologie di imprese. In un quadro generalmente negativo, tuttavia, i comportamenti aziendali si sono profondamente differenziati segnalando, accanto a un gruppo di imprese relativamente passivo che sta subendo le contrazioni dei mercati e le difficoltà crescenti (ma è bene ricordare che tra i “passivi” esistono anche soggetti che non crescono, ma che presentano risultati di esercizio soddisfacenti), anche numerose imprese che reagiscono alle difficoltà cercando nuovi mercati, nuovi modi di produzione e nuove caratteristiche gestionali e organizzative. Lo scopo dell’incontro è quello di riflettere sulle evoluzioni del sistema industriale italiano, di iniziare a mettere a fuoco i segmenti produttivi più dinamici e quelli che potrebbero essere oggetto di rinnovate politiche industriali. Il ragionamento partirà dalla presentazione delle prime evidenze empiriche ricavate da una vastissima indagine di campo effettuata nel quarto trimestre 2013 (Indagine Met 2013) che offrirà numerosi spunti di riflessione. |
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MILANO, GIORNATA LAVORO AGILE DUE ORE DI TEMPO E 57KM RISPARMIATI PER LAVORATORE SONO I PRIMI DATI PROVVISORI DELLA SPERIMENTAZIONE PROMOSSA IERI DAL COMUNE |
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Milano, 10 febbraio 2014 – Chi il 6 febbraio ha partecipato alla prima Giornata del Lavoro Agile, promossa dal Comune di Milano e che ha visto la partecipazione di 104 tra aziende ed enti e il coinvolgimento di circa seimila lavoratori, ha risparmiato in media due ore del suo tempo e ha percorso (con mezzi propri) 57km in meno. Lo dicono i primi dati, provvisori, elaborati in base ai questionari compilati dai lavoratori stessi. Hanno partecipato 5.681 persone. I questionari fino ad ora pervenuti sono circa mille. Ne sono stati elaborati, per ora, 764. I dati, seppur provvisori, sembrano fornire indicazioni chiare ed interessanti. In particolare, il tempo medio risparmiato per lavoratore è di 112 minuti, circa 2 ore. Più della metà delle persone rispondenti al questionario avrebbero utilizzato mezzi a motore per recarsi al lavoro se non avessero partecipato alla Giornata del lavoro agile. In relazione ai soli spostamenti evitati con mezzo di trasporto a motore privato come conducente sono stati risparmiati in media 28,5 km, rispetto ai soli percorsi di andata. Il gradimento dell’iniziativa è molto alto, pari ad un punteggio di 4,7 su un massimo di 5, senza differenze significative tra uomini e donne. Circa la diminuzione delle sostanze inquinanti, si rimanda alle elaborazioni che verranno effettuate a seguito del completamento dei questionari inviati da lavoratrici e lavoratori partecipanti alla Giornata del lavoro agile. Tra le aziende, gli enti e gli studi professionali che hanno aderito, 56 hanno già attive forme di lavoro agile, mentre 48 sperimentano per la prima volta forme di lavoro agile. Complessivamente le aziende che hanno aderito sono 97, divise quasi equamente tra chi ha già in atto accordi e forme di lavoro agile (53%) e chi lo sperimenta per la prima volta (47%). Sono invece 7 gli enti che hanno accettato la sfida della Giornata del lavoro agile. Si tratta in prevalenza (5 su 7) di istituzioni che già praticavano alcune forme di lavoro agile, che hanno colto però questa occasione per farlo sperimentare ad un numero maggiore dei propri lavoratori. Inoltre, due hanno accettato di sperimentare questa innovazione. Molte sono le aziende di piccole dimensioni che hanno aderito alla Giornata del lavoro agile. 40 aziende hanno meno di 100 lavoratori, e più della metà sono composte solo da meno di 10 dipendenti. Consistenti sono anche le aziende e gli enti (33) che hanno tra i 100 e i 1.000 lavoratori. Vi sono anche molte grandi aziende ed enti con più di mille lavoratori (31), pur tenendo presente che alcuni gruppi aziendali hanno indicato il dato dei propri dipendenti a scala nazionale. Le aziende e gli enti aderenti hanno segnalato 5.681 come potenziali lavoratori coinvolti nell’iniziativa. La localizzazione delle aziende e degli enti coinvolti nella Giornata del lavoro agile presenta una geografia inaspettata. Innanzitutto alle 104 aziende ed enti corrispondono 146 sedi di dislocazione delle proprie attività (infatti 9 aziende e 2 enti hanno partecipato con più sedi). C’è una forte concentrazione su Milano, nel suo centro urbano, ma anche nelle aree dell’intero comune. Sul territorio del Nord Italia vengono coinvolte 3 regioni confinanti: oltre alla Lombardia con Cremona, il Piemonte è presente con Torino e l’Emilia-romagna è presente con Parma. A scala provinciale hanno aderito 24 sedi tra aziende ed enti, coinvolgendo sia la provincia di Milano, sia la provincia di Monza-brianza, con una uguale ripartizione tra le due province. Si possono osservare due concentrazioni territoriali, una a sud-est subito al confine del Comune di Milano sulla direttrice verso Pavia e una a nord ovest ancora nelle aree confinanti con il territorio del Comune di Milano che si estende verso il vimercatese. È sul territorio comunale che sono presenti il maggior numero di sedi di aziende ed enti aderenti pari a 119. Nel centro cittadino sono concentrate 40 tra sedi di enti e aziende. Si riconosce una forte presenza di aziende nella parte nord del Comune, soprattutto nelle zone 2, 3 e 9. |
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ACCORDO ENI-VERSALIS-ELEVANCE |
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Milano. 10 febbraio 2014 - "Leggo con favore dell´accordo tra Eni, Versalis e la società americana Elevance per produrre prodotti chimici, lubrificanti, detergenti che hanno come base non idrocarburi ma prodotti agricoli. Sarebbe però opportuno che l´amministratore delegato Paolo Scaroni, nell´ambito della propria politica di investimenti nella chimica verde del Cane a sei zampe, tenesse conto anche di Mantova, la seconda provincia agricola italiana e con l´area del petrolchimico che ha le potenzialità per una riconversione degli impianti a chimica verde". Lo dichiara l´assessore all´Agricoltura della Lombardia Gianni Fava. Innovazione E Agricoltura - "Dalla raffineria verde di Marghera, allo stabilimento per la produzione di sacchetti biodegradabili a Port Torres - incalza l´assessore lombardo - Mantova ha gli spazi e le potenzialità per coniugare innovazione, tecnologia e agricoltura. Scaroni non si faccia scappare un´occasione di business, che avrebbe riflessi positivi anche per il lavoro nel Mantovano". Sfruttare Occasione Fondi Europei - Fava, inoltre, ricorda che "la prossima Pac e le politiche internazionali aprono la strada, nell´ambito del Pei (Partnership europee sull´innovazione), a progetti di ampio respiro nel comparto primario, purché ad alto tasso di innovazione. La chimica verde potrebbe rientrare in quest´ambito". |
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66 MILIARDI DI EURO LA RICCHEZZA PRODOTTA DAL SISTEMA COOPERATIVO |
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Roma, 10 febbraio 2014 – Oltre 66 miliardi di euro di valore aggiunto nel 2012, pari al 4,7% del reddito complessivo prodotto in Italia; 77mila imprese attive iscritte a fine 2013 nei Registri delle Camere di commercio, oltre 1 milione e 200mila occupati censiti nel 2011; una domanda di lavoro programmata per il 2013 che raggiunge le 73.500 unità, puntando sulla qualificazione delle risorse umane ma anche sull’inclusione sociale, con una spiccata apertura ai giovani, alle donne, agli immigrati e a quanti hanno avuto poche opportunità di studiare. E’ il sistema cooperativo, di cui il Rapporto “Cooperazione, non profit e imprenditoria sociale: economia e lavoro” messo a punto daUnioncamere – e presentato il 6 febbraio a Roma – svela il consistente apporto all’economia nazionale e la capacità di resistenza alle avversità del ciclo economico, collocandolo in un ampio ragionamento che va dalla cooperazione all’imprenditoria sociale e ponendo attenzione, in generale, anche all’intero mondo del non profit. “I nostri dati, ancora una volta, certificano l’importanza del sistema cooperativo e dell’imprenditoria sociale nell’economia nazionale”, ha commentato il segretario generale di Unioncamere, Claudio Gagliardi. “Proprio per far emergere le sue grandi potenzialità, Unioncamere ha promosso - in collaborazione con Universitas Mercatorum e 38 Camere di commercio - l’iniziativa di sistema Start up imprenditoria sociale, finalizzata a fornire servizi gratuiti di accompagnamento allo sviluppo del progetto imprenditoriale sociale e allo start up attraverso iniziative di formazione e informazione, orientamento, assistenza tecnica agli aspiranti imprenditori, nonché attività tese a favorire il raccordo con il sistema del credito e del microcredito”. 77mila cooperative e 1,2 milioni di occupati 66,3 miliardi di euro di valore aggiunto prodotti nel 2012 dalle imprese cooperative, pari al 4,7% del reddito complessivo nazionale: più di tutta l’industria alimentare e quella del sistema moda unitamente considerate (3,4%, pari a 48,3 miliardi di euro di valore aggiunto prodotto); quanto l’intero settore industriale formato dall’elettronica, apparecchiature elettriche, meccanica e mezzi di trasporto (4,6% e 63,8 miliardi di euro). Il sistema cooperativo opera principalmente nel settore terziario (al quale si devono oltre 56 miliardi di euro di reddito prodotto nel 2012) e si concentra prevalentemente nel Nord-est. In quest’area, infatti, le cooperative hanno prodotto 19,4 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 5,7% del totale dell’economia della ripartizione. L’emilia-romagna occupa una posizione di evidente leadership a livello regionale, con un valore aggiunto di quasi 9,5 miliardi di euro (equivalente al 7,6% sulla ricchezza generata a livello regionale). Segue il Trentino-alto Adige (6,2%) quindi la Puglia (5,5%) e la Basilicata (5,4%). In fondo alla graduatoria si collocano la Calabria (3,2%) e le regioni del Nord-ovest. A fine 2013, sono 76.774 le imprese cooperative attive iscritte al Registro delle imprese (operanti in tutte le attività economiche), pari all’1,5% del totale complessivo delle imprese attive. La spinta all’adozione di questa particolare forma organizzativa si è mantenuta piuttosto viva nel corso di questi anni, come conferma il saldo tra aperture a chiusure di imprese, strutturalmente positivo dal 2009. Caratteristica di questo universo imprenditoriale è la forte concentrazione in alcuni ambiti di attività economica, con una assoluta prevalenza di imprese nel terziario (circa 47mila e 500), seguite a distanza dalle attività industriali (circa 20mila e 500) e da quelle agricole (8mila e 500 imprese attive). Inoltre, una su 10 è guidata da un giovane under 35 e 2 su 10 da donne. Se quindi il sistema cooperativo nazionale offre un importante contributo alla produzione di ricchezza, è però sul fronte occupazionale che questa peculiare forma di “fare impresa” esprime le sue massime virtù e il suo elevato contributo di inclusione sociale. Stando alle informazioni desumibili dall’ultimo Censimento Istat industria e servizi, infatti, nel 2011 il numero di occupati nelle società cooperative ammonta ad oltre 1 milione e 200mila addetti, con un aumento di oltre 220mila posti di lavoro rispetto al 2001. In termini percentuali, la dinamica occupazionale delle società cooperative è stata notevole, e comunque ben superiore a quella media riscontrata per tutte le tipologie di imprese attive nella Penisola (+22,7 contro +2,7%). 73.500 persone per le quali le imprese cooperative hanno previsto l’attivazione di un contratto di lavoro nel 2013 Resistere alla crisi puntando sulla qualità, prima di tutto delle risorse umane, ma con un occhio attento anche a tutte le categorie “svantaggiate”. Questa in sintesi la strategia che le imprese cooperative stanno attuando, come emerge dalle previsioni di assunzione contenute nel Sistema informativo Excelsior realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro. Nel 2013, infatti, le cooperative dell’industria e dei servizi con almeno un dipendente hanno programmato di attivare contratti di lavoro per 73.500 persone, pari a quasi il 10% delle entrate previste da tutte le imprese extra-agricole. Oltre 60mila le assunzioni “dirette” (non stagionali e stagionali) di dipendenti previste dalle cooperative e 6.500 quelle interinali. A queste si aggiungono altri 5mila collaboratori a progetto e quasi 2mila collaboratori a partita Iva e occasionali. Lo scorso anno, tuttavia, le 60.120 assunzioni “dirette” di dipendenti (non stagionali e stagionali, esclusi gli interinali) programmate sono state superate dalle 74.210 uscite previste, con una riduzione netta di dipendenti pari a -14.100 unità (-1,4%). Come per gli anni precedenti e a conferma della maggior capacità di tenuta occupazionale del settore cooperativo, il saldo percentuale risulta meno negativo di quello previsto per il complesso di tutte le imprese (-2,2%). Nel 2013 la domanda di lavoro di queste imprese ha puntato molto su professionalità e livelli di istruzione elevati. Quasi 7.700, infatti, sono le assunzioni (non stagionali e stagionali, esclusi gli interinali) programmate di laureati, pari al 13% del totale delle assunzioni previste; una quota superiore di 3 punti percentuali rispetto a quella messa in cantiere nel 2010 e circa un punto e mezzo in più di quella programmata nel 2013 dal totale delle imprese italiane extra-agricole. Inferiore alla media, invece, ma in forte crescita rispetto al 2012, la quota di assunzioni di diplomati (21mila le assunzioni previste dalle cooperative nel 2013, 35,1% del totale; solo 30,8% nel 2012). La tendenza ad un innalzamento della qualificazione delle risorse umane si accompagna nelle cooperative anche ad una elevata e crescente attenzione nei confronti di coloro che sono privi di formazione specifica: nel 2013 ben il 40% delle assunzioni previste dalle imprese cooperative ha interessato figure in possesso del solo titolo della scuola dell’obbligo (era il 36% nel 2010), contro appena il 34% della media generale delle assunzioni del totale delle imprese dell’industria e dei servizi. Considerando che oltre un quarto delle assunzioni previste dalle cooperative per il 2013 si concentra nel settore della sanità e assistenza sociale privata, non stupisce come l’indirizzo di diploma più richiesto dalle imprese cooperative sia quello socio-sanitario (4.100 assunzioni programmate nel 2013) e l’indirizzo di laurea sanitario-paramedico sia il terzo più domandato (1.320 assunzioni). Le lauree più ricercate sono invece quelle di insegnamento e formazione (2.300), seguite da quelle con indirizzo economico (1.580). Analogamente, le professioni high-skill (10.700 le assunzioni programmate nel 2013) ricoprono uno spazio crescente nella domanda di lavoro di queste imprese. La loro quota relativa sul totale delle assunzioni è aumentata, tra il 2010 e il 2013, di quasi 3 punti percentuali (solo +1,2 punti nella media generale delle assunzioni da parte di tutte le imprese), passando dal 15 al 17,9%. A trainare questa dinamica sono soprattutto le professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione (comprese quelle dirigenziali), le cui 4.200 assunzioni previste nel 2013 rappresentano il 7% del totale, oltre 2 punti percentuali in più rispetto alla quota del 2010 (4,8%). Sostanziale stabilità, invece, contraddistingue l’importanza delle professioni tecniche, che nel 2013 spiegano il 10% delle assunzioni previste (al pari della media generale di tutte le imprese). Nella classifica delle figure professionali più ricercate dalle imprese cooperative nel 2013 si trovano quattro professioni legate all’assistenza socio-sanitaria (addetti all’assistenza personale, quasi 5.500 assunzioni; le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali, circa 3.500, le professioni sanitarie riabilitative, 2mila; quelle infermieristiche-ostetriche, circa mille) e due professioni legate al mondo dell’istruzione (professori di scuola pre-primaria, 1.300 assunzioni, e specialisti nella formazione di soggetti diversamente abili, circa 900). Emergono inoltre i settori della ristorazione e del commercio (oltre 4mila le assunzioni di addetti alla preparazione, alla cottura e alla distribuzione di cibi e 3mila quelle dei commessi delle vendite al minuto). Sono 1.500 poi le assunzioni di conduttori di mezzi pesanti e camion e mille quelle di addetti alla gestione dei magazzini. La professione più richiesta, con oltre 10mila assunzioni, è quella legata al personale non qualificato nei servizi pulizia di uffici ed esercizi commerciali. Configurandosi come una forma imprenditoriale nata sotto la spinta dello spirito mutualistico e solidaristico, la cooperazione apre opportunità occupazionali interessanti a donne e giovani. Delle 60mila assunzioni previste dalle imprese cooperative per il 2013, quasi 50mila sono dirette esplicitamente o potenzialmente alle donne (ben l’82,3%, contro solo il 71,2% nella media generale delle assunzioni di tutte le imprese) e 48mila quelle esplicitamente o potenzialmente riservate a giovani (il 79,9% del totale, superiore a quanto rilevato nella media generale di tutte le imprese, 76,3%). 14mila imprese sociali. Un universo di oltre 400mila dipendenti e una domanda di lavoro nel 2013 pari a 35mila unità All’interno del vasto mondo del Terzo settore, un ruolo specifico è svolto dalle imprese sociali, riconosciute dal legislatore nel 2006 con l’intento di disciplinare le diverse tipologie di enti - associazioni, fondazioni, enti ecclesiastici, società di mutuo soccorso - accomunate dalla medesima vocazione sociale. Si stimano 14.190 imprese sociali attive extra-agricole con personale alle dipendenze presenti in Italia nel 2010 , di cui 13.200 nel settore dei servizi (93% del totale), con particolare riferimento al comparto della sanità-assistenza sociale privata (7.120; 50,2% del totale) e, in second’ordine, a quello dell’istruzione-formazione privata (2.490; 17,6%). Dal punto di vista dimensionale, a fronte delle 6.200 imprese con meno di 10 dipendenti (43,7%), se ne contano 4.910 con 10-49 dipendenti (34,6%) e 3.080 appartenenti alla classe superiore (21,7%). Si tratta quindi di un’imprenditoria piuttosto strutturata anche sotto il profilo occupazionale. A fine 2012, il numero di dipendenti stimati presenti nelle imprese sociali supera le 400mila unità, corrispondenti al 3,8% dell’intera occupazione alle dipendenze nelle imprese industriali e dei servizi. Un ruolo che è andato crescendo nel corso degli ultimi anni - a fine 2009 il “peso” si assestava al 3,1% -, come effetto di una costante crescita dei lavoratori dipendenti nelle imprese sociali, passati da quasi 356.680 a fine 2009 ai 434.840 a fine 2012, con un aumento di oltre 20 punti percentuali. Sostenuta anche la capacità di questo segmento di imprese nel creare occupazione: sono 35.460 i contratti di lavoro che le imprese sociali (sempre con riferimento a quelle industriali e dei servizi con almeno un dipendente) hanno programmato di attivare nel corso del 2013, pari al 4,7% del totale dei contratti previsti in attivazione da parte di tutte le imprese extra-agricole. La richiesta di lavoro proveniente dalle imprese sociali si distingue per una più elevata flessibilità rispetto al totale delle imprese. Modesta, infatti, la quota di assunzioni stagionali nella domanda di lavoro delle imprese sociali (23,1%, contro il 34,8% della media generale relativa alla domanda di lavoro di tutte le imprese), ma più insistita della media la domanda di collaboratori occasionali o con partiva Iva (17,4% nelle imprese sociali a fronte del 13,5% del totale delle imprese). La maggiore flessibilità è testimoniata anche dalla maggiore preferenza, tra le assunzioni non stagionali, per i contratti a tempo determinato rispetto a quelli a tempo indeterminato (i primi rappresentano il 59,1% delle assunzioni non stagionali, i secondi il 37,2%). Il 2013 è destinato comunque a chiudersi con un saldo negativo, visto che alle 27.700 entrate previste dalle imprese sociali di dipendenti (non stagionali e stagionali, esclusi gli interinali) si contrappongono le 33.100 uscite previste, con un saldo negativo di circa 5.500 dipendenti in meno. Tuttavia, il tasso di variazione, pari al -1,2%, si dimostra più contenuto rispetto al -2,2% previsto dal complesso di tutte le imprese extra-agricole. Anche per le imprese sociali l’innalzamento qualitativo del capitale umano si dimostra prioritario e persino superiore a quanto emerge per il totale delle imprese industriali e dei servizi. Nel 2013, sono quasi 7mila le assunzioni di laureati previste dalle imprese sociali, pari al il 25% del totale assunzioni; una quota superiore di 4,2 punti percentuali rispetto a quella del 2010. Nel caso dei diplomati, la crescita della quota è addirittura di 11 punti percentuali, visto che i 10.900 diplomati previsti in assunzione nel 2013 spiegano quasi il 40% del totale assunzioni, mentre tre anni prima contribuivano per meno del 30%. Si riduce, invece, l’attenzione per le persone in possesso di una qualifica professionale: nel 2010 le relative assunzioni rappresentavano quasi il 40% della domanda complessiva, mentre nel 2013 l’aliquota scende a poco più del 20%. |
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PROGETTO “LAVORO ARTIGIANO”, IN SCADENZA TERMINI DOMANDE IMPRESE |
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Perugia, 10 febbraio 2014 - Potranno essere inviate fino a lunedì 10 febbraio, attraverso il sito www.Lavoroartigiano.it , le domande delle imprese artigiane che intendono aderire al progetto "Lavoro Artigiano", finanziato dalla Regione Umbria nell´ambito del Programma operativo regionale del Fondo sociale europeo 2007-2013 e realizzato dalle agenzie formative di Cna e Confartigianato Umbria. L´obiettivo è quello di trasferire conoscenze e competenze fondamentali per l´inserimento professionale nel settore dell´artigianato artistico e tradizionale, al fine di assicurare la valorizzazione e la trasmissione del patrimonio di professionalità e competenze distintive dell´artigianato umbro. Con il progetto, 55 disoccupati maggiorenni, residenti in Umbria, potranno effettuare un´esperienza lavorativa (work experience) della durata di sei mesi presso imprese di artigianato artistico e tradizionale, ricevendo una borsa lavoro di 800 euro mensili lordi. Al titolare o al socio dell´impresa, sotto la cui guida si realizza l´esperienza lavorativa, verrà riconosciuto un contributo di 500 euro mensili, al lordo degli oneri previsti dalla normativa in materia. Interessate sono le imprese artigiane in possesso del riconoscimento di lavorazioni artistiche e tradizionali (in base al Dpr 25 maggio 2001 n.288) che, dal 20 gennaio, fino a lunedì prossimo possono registrarsi, compilare e fare domanda utilizzando esclusivamente il canale informatico. Lo stesso canale dovrà essere utilizzato dai disoccupati interessati a partecipare, dal 28 febbraio al 15 marzo prossimo. Le domande inoltrate oltre tali scadenze saranno tenute in considerazione in relazione agli eventuali posti ancora disponibili. A partire dal 21 febbraio, coloro che intendono candidarsi a svolgere la work experience potranno visualizzare sul sito www.Lavoroartigiano.it i dati delle imprese idonee ad ospitare le esperienze lavorative, necessari per esprimere una preferenza. L´elenco dei candidati sarà pubblicato sul sito internet dal 4 aprile. Dal 4 al 14 aprile le imprese potranno prendere visione delle candidature dei potenziali beneficiari e ricercare il candidato o la candidata più aderente alle caratteristiche aziendali. A partire dalle ore 10 del 15 aprile, fino al 15 maggio, si realizzerà la fase di "matching": le imprese opzioneranno uno o più candidati sempre tramite il sito internet, che dovrà essere utilizzato anche per accettare o rifiutare l´opzione dell´azienda. Le accettazioni espresse dai candidati in favore delle imprese opereranno in ordine cronologico con registrazione nel sistema informativo fino all´esaurimento dei 55 posti disponibili. Ciascun candidato potrà accettare una sola opzione di abbinamento di un´impresa. |
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L’EXPORT MILANESE PUNTA VERSO EST IN CRESCITA ASIA ORIENTALE E RUSSIA MODA E ALIMENTARI SEGNANO ENTRAMBI UN +6% 60 MILA LE IMPRESE MILANESI GIÀ COINVOLTE CON L’ESTERO |
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Milano, 10 febbraio 2014 - A Milano sono circa 60 mila le imprese che già hanno relazioni con l’estero, più di una su cinque (stima Camera di commercio di Milano su dato censimento Istat). Nei primi nove mesi del 2013 l’export milanese è di quasi 28 miliardi di euro e rappresenta oltre un terzo del totale regionale e un decimo circa di quello italiano. E se la flessione registrata rispetto allo stesso periodo del 2012 è dovuta soprattutto a una contrazione delle esportazioni verso i partner europei (-2,3%) crescono invece quelle dirette in Asia orientale (+5%): in particolare verso Corea (+13,9%), Singapore (+6,7%), Taiwan (+6%) e Hong Kong (+4,6%). In incremento la Russia (+9,8%) e la Turchia (+3,2%), tengono gli Stati Uniti (+1,8%). Nel manifatturiero, che rappresenta il 95% circa delle esportazioni milanesi, moda e prodotti alimentari sono i settori che vanno meglio: abbigliamento e accessori con quasi 4 miliardi di euro segnano infatti un +6,4%, alimentari, vini e bevande con oltre 1 miliardo di euro un +6,2%. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat nei primi nove mesi 2013 e 2012. Al via l’Exportour, lunedì il primo incontro in Camera di commercio di Milano. L’exportour, ideato da Promos, azienda per le attività internazionali della Camera di commercio di Milano, parte lunedì con un incontro a Milano, Palazzo Turati - Via Meravigli, 9/b - dalle ore 9.30 alle ore 12. L´obiettivo è quello di fornire alle imprese un approfondimento specifico sui servizi, gli strumenti e i finanziamenti per l´internazionalizzazione a loro disposizione e un focus su alcuni mercati esteri che presentano opportunità di business. Nell’ambito dell’incontro sarà presentato anche il bando Voucher Internazionalizzazione 2014 promosso da Regione Lombardia e dal Sistema camerale lombardo, di cui Promos è soggetto attuatore, che concede contributi a fondo perduto - attraverso l´assegnazione di voucher alle Pmi - per partecipare a fiere internazionali e missioni economiche all´estero e per acquistare servizi di consulenza e assistenza per l’internazionalizzazione. Si parlerà inoltre del nuovo servizio dedicato alla finanza per assistere l’impresa che va all’estero nella scelta e nell’utilizzo dei prodotti finanziari più adatti al proprio progetto e nella ricerca delle coperture assicurative che la mettano al riparo da rischi. Per maggiori informazioni: www.Promos-milano.it. “L’obiettivo dell’Exportour – dichiara Pier Andrea Chevallard, segretario generale della Camera di commercio di Milano – è sostenere la competitività e lo sviluppo delle imprese milanesi e lombarde sui mercati esteri, fornendo alle aziende un approfondimento specifico sui servizi e gli strumenti per l´internazionalizzazione del proprio business e sui finanziamenti per acquisire servizi di consulenza, partecipare a missioni commerciali e a fiere internazionali all´estero. Una forma di assistenza che, attraverso la nostra azienda speciale Promos, riproponiamo ormai da diversi anni e che incontra le necessità delle aziende”. Export milanese nei primi nove mesi del 2013
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export 2012 |
export 2013 |
variaz. % export 2012-2013 |
peso % Milano su tot. 2013 |
Milano |
28.481.766.182 |
27.961.319.563 |
-1,8% |
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Lombardia |
80.433.371.362 |
80.331.031.708 |
-0,1% |
34,8% |
Italia |
290.508.428.768 |
289.513.158.745 |
-0,3% |
9,7% | Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat. Valori in euro Export milanese nei primi nove mesi del 2013 per area geografica
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export 2012 |
export 2013 |
variaz. % export 2012-2013 |
peso % su tot. 2013 |
Unione europea 28 |
10.937.089.836 |
10.687.388.085 |
-2,3% |
38,2% |
Paesi europei non Ue |
5.479.122.504 |
5.360.840.577 |
-2,2% |
19,2% |
Svizzera |
3.307.558.080 |
3.068.315.839 |
-7,2% |
11,0% |
Turchia |
892.475.680 |
921.231.850 |
3,2% |
3,3% |
Russia |
821.915.872 |
902.434.298 |
9,8% |
3,2% |
Africa settentrionale |
910.765.654 |
921.615.069 |
1,2% |
3,3% |
Altri paesi africani |
521.696.346 |
532.523.225 |
2,1% |
1,9% |
America settentrionale |
2.404.533.892 |
2.422.938.531 |
0,8% |
8,7% |
Stati Uniti |
2.147.945.936 |
2.186.711.142 |
1,8% |
7,8% |
America centro-meridionale |
1.371.122.951 |
1.357.733.000 |
-1,0% |
4,9% |
Messico |
290.256.209 |
275.110.628 |
-5,2% |
1,0% |
Brasile |
490.895.439 |
479.832.107 |
-2,3% |
1,7% |
Medio Oriente |
1.948.599.143 |
1.860.836.588 |
-4,5% |
6,7% |
Asia centrale |
692.868.511 |
557.034.088 |
-19,6% |
2,0% |
Asia orientale |
3.472.302.893 |
3.646.963.952 |
5,0% |
13,0% |
Cina |
1.011.345.160 |
1.000.578.614 |
-1,1% |
3,6% |
Nies |
1.293.133.252 |
1.408.153.590 |
8,9% |
5,0% |
Singapore |
212.720.572 |
226.883.580 |
6,7% |
0,8% |
Repubblica di Corea |
536.327.531 |
610.656.406 |
13,9% |
2,2% |
Taiwan |
114.573.231 |
121.409.736 |
6,0% |
0,4% |
Hong Kong |
429.511.918 |
449.203.868 |
4,6% |
1,6% |
Oceania e altri territori |
743.664.452 |
613.446.448 |
-17,5% |
2,2% |
Mondo |
28.481.766.182 |
27.961.319.563 |
-1,8% |
100,0% | Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat. Valori in euro Export milanese nel manifatturiero nei primi nove mesi del 2013
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export 2012 |
export 2013 |
variaz. % export 2012-2013 |
peso % su tot. 2013 |
Ca-prodotti alimentari, bevande e tabacco |
982.411.835 |
1.043.576.484 |
6,2% |
3,9% |
Cb-prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori |
3.649.969.366 |
3.883.380.820 |
6,4% |
14,6% |
Cc-legno e prodotti in legno; carta e stampa |
447.649.700 |
436.223.070 |
-2,6% |
1,6% |
Cd-coke e prodotti petroliferi raffinati |
189.084.779 |
152.496.694 |
-19,4% |
0,6% |
Ce-sostanze e prodotti chimici |
3.369.709.320 |
3.133.748.636 |
-7,0% |
11,8% |
Cf-articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici |
1.934.866.834 |
1.836.433.201 |
-5,1% |
6,9% |
Cg-articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi |
1.195.776.863 |
1.151.968.208 |
-3,7% |
4,3% |
Ch-metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti |
3.580.006.375 |
3.184.935.990 |
-11,0% |
12,0% |
Ci-computer, apparecchi elettronici e ottici |
1.972.785.326 |
1.905.826.387 |
-3,4% |
7,2% |
Cj-apparecchi elettrici |
2.110.582.337 |
2.156.184.005 |
2,2% |
8,1% |
Ck-macchinari ed apparecchi n.C.a. |
5.543.720.295 |
5.408.472.621 |
-2,4% |
20,4% |
Cl-mezzi di trasporto |
1.048.158.526 |
1.085.794.660 |
3,6% |
4,1% |
Cm-prodotti delle altre attività manifatturiere |
1.122.137.866 |
1.166.534.375 |
4,0% |
4,4% |
Totale manifatturiero |
27.146.859.422 |
26.545.575.151 |
-2,2% |
100,0% | Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat. Valori in euro |
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IL PROGRAMMA ERASMUS PER GIOVANI IMPRENDITORI FESTEGGIA 5 ANNI |
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Venezia, 10 febbraio 2014 - Unioncamere del Veneto - Eurosportello Veneto organizza l´evento «Cinque anni del Programma Erasmus per Imprenditori in Veneto», in programma giovedì 13 febbraio 2014, a partire dalle ore 17.30, presso Villa Braida a Mogliano Veneto (Treviso). Nel corso dell’evento saranno presentati i risultati del programma Erasmus per Imprenditori, gestito a livello regionale da Unioncamere del Veneto - Eurosportello Veneto. L’erasmus è il programma di scambio finanziato dall’Unione Europea che coinvolge i 28 Paesi Membri, in base al quale i giovani imprenditori (non giovani per età ma per imprenditorialità) possono lavorare – per un periodo della durata massima di sei mesi – con un imprenditore esperto in un altro Paese europeo e imparare a gestire imprenditorialità, competitività, internazionalizzazione e start-up aziendale. Il programma si rivolge a nuovi imprenditori (New Entrepreneurs) e imprenditori già affermati (Host Entrepreneurs). All’incontro parteciperà Marko Curavic, responsabile Unità "Entrepreneurship" della Direzione Generale Impresa e Industria della Commissione Europea, che animerà il dibattito sul futuro di questo programma e il legame fra competitività ed internazionalizzazione. |
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ULTERIORI 228 PERCETTORI DI AMMORTIZZATORI SOCIALI PER IL PROGETTO ANTICA KROTONO |
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Catanzaro, 10 febbraio 2014 – La Vicepresidente della Regione Antonella Stasi e l’Assessore regionale al Lavoro Nazzareno Salerno, mantenendo fede agli impegni presi in passato insieme al Presidente Scopelliti, comunicano con soddisfazione che è stata concessa una cospicua integrazione, pari a 395.000 euro, relativa al progetto “antica Kroton” che consentirà di includere ulteriori 228 percettori di ammortizzatori sociali e dunque poter finanziare tutto l´elenco dei soggetti inclusi nella graduatoria. Con precedenti provvedimenti sempre adottati dal Dipartimento Lavoro della Regione, erano state assegnate all’Amministrazione Provinciale di Crotone 694.000 euro per 400 unità, alle quali ora si possono aggiungere gli altri 228 percettori rimasti precedentemente esclusi, da avviare nell’ambito del protocollo d’intesa già sottoscritto con la Soprintendenza regionale ai Beni Culturali. Tale concessione segue l’autorizzazione della Soprintendenza che ha accettato di formare e coinvolgere le unità aggiuntive anche in vista della prossima apertura dei cantieri per la realizzazione dei lavori dell’Antica Kroton e che vede oggi coinvolte complessivamente 628 unità. Appena saranno espletate le ultime formalità per la selezioni dei docenti da parte della Provincia di Crotone, partiranno subito i corsi di formazione per l´utilizzazione/adeguamento di competenze da utilizzare per i lavori dell´Antica Kroton. |
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TOSCANA, IL NUMERO DI NUOVE IMPRESE CRESCE ANCHE IN TEMPO DI CRISI |
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Firenze, 10 febbraio 2014 - In aumento le iscrizioni di nuove imprese ai registri delle Camere di Commercio della Toscana: nell’ultimo trimestre del 2013 sono nate 6.373 imprese (+ 5,6% rispetto a ottobre-dicembre 2012) ed iscritte 2.622 nuove unità locali (+8,6%). Se, a fine 2013, la natalità imprenditoriale appare in ripresa ed il fenomeno delle chiusure – sebbene su livelli storicamente elevati – sembra in attenuazione (le 6.250 imprese chiuse negli ultimi tre mesi dell’anno sono in diminuzione del 3,7% rispetto all’analogo periodo del 2012), un campanello d’allarme continua a provenire dal numero d’imprese in difficoltà: sono 2.231 le aziende toscane entrate in scioglimento e liquidazione in soli tre mesi (da ottobre a dicembre), in aumento del 9,6% su base annua. Altro dato preoccupante: sono 280 i fallimenti avvenuti nel quarto trimestre 2013 e 66 le aziende che hanno aperto concordati fallimentari o preventivi oppure accordi di ristrutturazione debiti, in aumento del 30% rispetto a ottobre-dicembre 2012. Secondo Vasco Galgani, Presidente di Unioncamere Toscana, “le imprese continuano a nascere e questo non può essere che un messaggio positivo, soprattutto laddove il fare impresa è espressione dei saperi legati al territorio. Tuttavia i numeri ancora non indicano tempi certi per l’uscita dalla crisi. Per questo servono interventi urgenti tesi alla crescita e all’occupazione. Il sistema camerale intanto può lavorare per indirizzare al meglio le scelte di chi apre un’impresa, puntando sui settori che offrono le maggiori opportunità di successo, e rafforzare quelle reti che costruiscono la fiducia, migliorando qualità ed efficienza dei servizi offerti. Altrettanto importante è poi continuare a promuovere le peculiarità regionali e la ricerca di nuovi mercati.” Nel corso dell’intero 2013, nonostante le difficoltà, le iscrizioni di nuove imprese (oltre 28 mila) hanno continuato a superare il numero di cessazioni (circa 27 mila), per un saldo positivo di 1.336 imprese ed un numero d’imprese con sede in Toscana che, alla fine dell’anno, era pari a 414.563 unità: malgrado ciò. Il tasso di crescita imprenditoriale (pari al +0,3%) resta su livelli molto modesti. A influire in modo pesante sulla scarsa vitalità dell’imprenditoria toscana, e più in generale italiana, è l’intensificarsi della crisi nel mondo artigiano, che dal 2009 registra più chiusure che aperture aziendali (nel 2013 l’artigianato toscano ha perso 11.189 imprese e ne ha viste nascere solo 8.757). Le imprese artigiane, che in Toscana rappresentano il 27% del sistema e che in massima parte sono ditte individuali, risultano dunque in forte diminuzione (-2.432 imprese); diversamente, le imprese non artigiane si espandono (+3.768 unità), grazie ad un tasso di mortalità dimezzato rispetto alle artigiane (il 5% contro il 10%). In termini di natura giuridica, nel 2013 si sono sviluppate le forme più “complesse” d’impresa: le società di capitali (2.352 unità in più rispetto al 2012) – ormai un quarto delle imprese toscane – e le altre forme giuridiche (+1.377), fra cui rientrano le società cooperative e quelle consortili. Sono invece diminuite le forme giuridiche più “semplici”: le società di persone (-426 unità) e le imprese individuali (-1.967). Queste ultime, nonostante la forte contrazione registrata negli ultimi due anni, rappresentano ancora la metà delle aziende toscane e hanno determinato il 65% delle iscrizioni ed il 74% delle cessazioni avvenute nel 2013. A livello settoriale, edilizia e agricoltura perdono imprese a tutta velocità. Per l’agricoltura il ridursi delle aziende (-1.051 nel 2013) è divenuto ormai strutturale, mentre l’emorragia di imprese nell’edilizia (-1.689) è legata alle profonde difficoltà attraversate dal settore ed alla grave crisi del mondo artigiano operante nella filiera (in Toscana il 70% delle imprese dell’edilizia è artigiana, per lo più attive nella installazione di impianti e nei lavori edili di completamento). Fra le attività industriali, gli unici bilanci positivi riguardano il comparto alimentare (+93 aziende), il chimico-farmaceutico (+13) e, nel sistema moda, la filiera abbigliamento-pelli-calzature (+108 imprese). Il tessile (-79 unità) ha invece continuato il processo di involuzione che negli ultimi 4 anni è costato la perdita di oltre 400 imprese, e fra gli altri comparti manifatturieri sia le attività della meccanica-elettronica che quelle del legno mobili (-145 unità) hanno registrato un saldo negativo, in quest’ultimo caso collegato alla perdurante crisi del sistema-casa. Sotto il profilo settoriale, il positivo bilancio annuale è quindi riconducibile alla dinamicità dei servizi, attività commerciali e turistiche in primis. Il settore turistico (alberghi e ristoranti), che a fine 2013 conta 32.487 imprese in Toscana, è in forte espansione (+960 imprese), così come il commercio (+1.199) che, con 101.490 aziende, rappresenta un quarto del sistema imprenditoriale regionale. Il settore del terziario più dinamico, in termini relativi, è tuttavia quello dei servizi alle imprese (+5,3% per 524 unità aggiuntive), e contributi positivi al bilancio demografico provengono anche dalle attività immobiliari (+432 unità), da quelle finanziarie-assicurative (+260) e dai servizi pubblici, sociali e alla persona (+369). |
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