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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 01 Aprile 2014
BOLZANO.TAVOLO SULL´ENERGIA DISCUTE SUI CRITERI PER L´ASSEGNAZIONE DELLE CONCESSIONI PER LE GRANDI CENTRALI  
 
Bolzano, 1 aprile 2014 - Il Tavolo provinciale sull´energia, nel terzo incontro svoltosi mercoledì 26 marzo a Rio Pusteria, ha incentrato la discussione sulla bozza di legge provinciale che dovrebbe fissare i criteri per l´assegnazione delle concessioni per le grandi centrali, presentata per l´occasione, in attesa del regolamento di esecuzione alla cosiddetta "Legge Monti". Nelle settimane scorse i membri del Tavolo provinciale sull´energia erano stati chiamati a formulare proprie proposte e prese di posizione di cui tenere conto per la formulazione della legge provinciale per l´assegnazione delle concessioni per le grandi centrali. Le proposte erano quindi state inserite in un documento base predisposto dal direttore dell´Agenzia provinciale per l´ambiente, Flavio Ruffini. La predisposizione di una legge provinciale in attesa del regolamento di esecuzione alla cosiddetta "Legge Monti" era stata suggerita dall´esperto in giurisprudenza Professor Ruggiero Cafari Panico di Milano consultato in seguito al rigetto da parte della Corte Costituzionale, il 24 febbraio 2014, del ricorso presentato dalla Giunta provinciale avverso la "Legge Monti" che, disconoscendo le competenze primarie della Provincia di Bolzano, regolamentava le gare d´appalto per l´assegnazione delle concessioni. I membri del Tavolo provinciale sull´energia erano cocordi nell´affermare l´importanza di tener presenti nella nuova legge provinciale tutte le prescrizioni della Ue e statali al fine di riaggiungere una maggiore sicurezza giuridica. Al termine dell´incontro l´assessore provinciale competente Richard Theiner ha affermato che dopo l´ampia discussione in merito alla nuova regolamentazione potrà essere raggiunto il maggiore consenso possibibile di tutte le parti in causa. Il Tavolo provinciale sull´energia tornerà a riunirsi il 9 aprile prossimo. Fino a quella data l´obiettivo è quello di strutturare i contenuti della proposta di legge a tal punto da poter essere quindi presentata alla Giunta provinciale.  
   
   
BANDO PER RISPARMIO ENERGETICO DISTRETTO SAN DANIELE  
 
 Trieste, 1 aprile 2014 - Sono state approvate dalla Giunta regionale, su proposta dell´assessore all´Ambiente, le modifiche al bando emesso dalla Provincia di Udine per lo sviluppo sostenibile a favore delle imprese del Parco agro-alimentare di San Daniele del Friuli Il bando, che rientra in un Protocollo d´intesa tra il Friuli Venezia Giulia e il ministero dell´Ambiente, prevedeva in un primo tempo contributi solo per sistemi solari termici mentre ora è stato ampliato a iniziative per il risparmio energetico e per l´introduzione di fonti rinnovabili. Il valore complessivo degli interventi è di 3,15 milioni di euro, di cui la metà di cofinanziamento ministeriale e l´altra metà a carico dei prosciuttifici del Parco di San Daniele che intendono partecipare al bando.  
   
   
LA GIUNTA APPROVA IL NUOVO PIANO REGOLATORE PER GRESSAN  
 
Aosta, 1 aprile 2014 - L’assessorato del territorio e ambiente informa che la Giunta regionale ha approvato venerdì 28 marzo, la variante generale sostanziale al Piano regolatore del Comune di Gressan, che adegua la pianificazione del territorio comunale alle norme stabilite dalla legge regionale 11/1998 (legge regionale urbanistica) e al Ptp- Piano territoriale paesistico. Spetta ora al Comune concludere definitivamente l’iter di approvazione con l’accoglimento della deliberazione della Giunta regionale e quindi la pubblicazione del nuovo piano, dalla cui data questo sarà a tutti gli effetti vigente. Il Prg vigente del Comune di Gressan è stato approvato dalla Giunta regionale con il provvedimento n. 35 del 2000. L’iter di approvazione della presente variante al piano vigente è iniziato con la predisposizione della bozza, valutata da parte dei servizi regionali competenti nel corso della Conferenza di pianificazione del 16 gennaio 2011. Il Comune di Gressan ha adottato il testo preliminare della variante con deliberazione consiliare n. 3 del 27 febbraio 2013 e ha quindi pubblicato i relativi elaborati per quarantacinque giorni. Durante il periodo di pubblicazione i cittadini hanno presentato n. 126 osservazioni, di cui 9 trasmesse al Comune quando si era già concluso il periodo di pubblicazione. Con deliberazione n. 33 del 19 luglio 2013, il Comune ha esaminato le osservazioni e ha ritenuto di poter accogliere, parzialmente o integralmente, n. 68 osservazioni, di non accogliere n. 56 osservazioni e due di cui prendere atto. L’amministrazione comunale di Gressan con la predisposizione di questa variante generale, oltre ad adeguarsi agli strumenti di pianificazione regionale ora vigenti, ha inteso perseguire come obiettivo principale quello di favorire uno sviluppo del proprio territorio attraverso l´insieme integrato di tutte le attività economiche potenzialmente valorizzabili evitando l’accentuarsi delle situazioni di squilibrio di un settore rispetto ad un altro. Alle macrocategorie degli obiettivi generali sono stati associati gli obiettivi specifici e ad essi le azioni che si intende mettere in atto per raggiungerli. In particolare sono stati sviluppati i seguenti obiettivi specifici: salvaguardare il patrimonio edilizio esistente nel rispetto e a testimonianza dei caratteri tipici dell´architettura tradizionale e migliorare le condizioni dell’abitato attraverso il completamento delle aree esistenti destinate alla residenza, senza ulteriori espansioni, nonché completare e migliorare l’offerta dei servizi e delle infrastrutture; tutelare e valorizzare le risorse naturali e del patrimonio paesaggistico ambientale, migliorare e potenziare le attività agro-silvo-pastorali, a presidio del territorio e quale mezzo di sviluppo economico e integrare le attività agro-silvo-pastorali con l’offerta turistica; migliorare l’assetto della stazione turistica di Pila attraverso una riqualificazione urbanistico-ambientale dell’area di arrivo della telecabina, il potenziamento dei servizi collettivi e delle strutture alberghiere e contemporaneamente lo sviluppo di un turismo “leggero”, diffuso e incentrato sulle attività ricettive extralberghiere (bed&breakfast, affittacamere, …); soddisfare la domanda relativa ad attività artigianali. Attualmente il Comune conta circa 3 mila 371 abitanti. Complessivamente, ed in termini generali, l’incremento demografico dell’ultimo decennio, risulta essere stato di 546 abitanti. Il Comune stima che nel prossimo decennio si possano insediare complessivamente altri 660 abitanti, con un incremento di popolazione pressoché costante rispetto a quello del decennio precedente. Con l’approvazione della variante generale del Prg di Gressan, sono 30 i Comuni che hanno provveduto ad adeguare i propri strumenti urbanistici al Piano Territoriale Paesistico ed alla legge regionale urbanistica.  
   
   
PROTOCOLLO D’INTESA ANCE SALERNO ED ENTE PARCO DEL CILENTO PER PROMUOVERE UNA FILIERA “GREEN” DELL’EDILIZIA.  
 
Salerno, 1 aprile 2014 - «Un evento unico: per la prima volta in Italia due mondi tradizionalmente e storicamente contrapposti, antitetici, senza possibilità di dialogo, si confrontano e si uniscono per difendere l’ambiente e la biodiversità e rilanciare il territorio». Con queste parole il presidente dell’Ente Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, Amilcare Troiano, ha presentato il protocollo d’intesa siglato questa mattina, nella sede del Centro Studi e Ricerche sulla Biodiversità del Parco del Cilento, con l’Ance Salerno per valorizzare la filiera dell’edilizia “green” ed attivare azioni sinergiche nella ideazione e realizzazione di progetti finanziati da politiche comunitarie e nazionali per la riqualificazione energetica, il recupero conservativo del patrimonio edilizio esistente, la rigenerazione urbana ecosostenibile. «Insieme – ha aggiunto ancora il presidente Troiano – valuteremo e pianificheremo iniziative che non puntano al consumo del territorio, ma alla sua riqualificazione e segnatamente alla valorizzazione delle aree interne e dei centri storici, perché sia forte e chiaro il messaggio che lanciamo anche ai giovani: non abbandonate il Cilento, perché insieme, abbiamo tanto da lavorare». Il protocollo d’intesa prevede la costituzione di Comitato Tecnico e di un Gruppo di Lavoro congiunto che coinvolge attivamente anche il Dipartimento di Ingegneria Civile della Facoltà di Ingegneria dell´Università degli Studi di Salerno. «Con questa intesa – ha aggiunto il presidente di Ance Salerno Antonio Lombardi – vogliamo costruire insieme un impegno forte per la riqualificazione e il recupero secondo le medologie d’intervento della cosiddetta green economy: con una grande attenzione cioè alle tecniche tradizionali e secolari, ma anche al contenimento del consumo energetico e al rispetto dell’ambiente. Vogliamo frenare l’abbandono di antichi borghi, recuperarli e valorizzarli: ciò anche attraverso le opportunità di finanziamento comunitarie offerte dalla negoziazione a sportello, perché non sfuggano le straordinarie possibilità offerte non solo dalla programmazione 2007-2013 che sta per chiudersi, e che ancora registra enormi risorse inutilizzate, ma anche dalla nuova agenda 2014-2020. Occorre attivare filiere intelligenti per interventi in grado di tutelare e valorizzare il territorio, rinnovare e reinventare l’intera filiera dell’edilizia all’insegna della sostenibilità ambientale. Rispettare e promuovere l’ambiente e il paesaggio è, per il Cilento, la strada obbligata per attivare posti di lavoro e migliorare la qualità complessiva della vita». Alla firma del protocollo d’intesa, a Vallo della Lucania, hanno partecipato tra gli altri una delegazione di sindaci del Cilento (tra cui i primi cittadini di Vallo della Lucania, Antonio Aloia che ha sottolineato la necessità per il territorio di “fare squadra” per valorizzare al meglio le risorse endogene, superare l’emarginazione e i deficit infrastrutturali), il presidente della Comunità del Parco Antonio Radano, il sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Salerno, Carmine Olivieri e Giovanni Villani per la Soprintendenza ai Baaas di Salerno.  
   
   
TELECOM ITALIA: VENDUTO IMMOBILE DI VIA NEGRI A MILANO PER 75 MLN STIPULATO CONTRATTO DI LOCAZIONE PLURIENNALE  
 
Roma, 1 aprile 2014 Telecom Italia comunica di aver ceduto a Fondo Inarcassa Re l’immobile di sua proprietà sito in via Negri 1 a Milano per un importo di 75 milioni di euro. L’immobile è ubicato in una zona di assoluto pregio del centro cittadino, nelle immediate vicinanze di Piazza Affari e del Duomo e si sviluppa su 6 piani fuori terra ed un piano interrato, per una superficie commerciale lorda di circa 11.600 mq. L’edificio è stato interamente ristrutturato nel 2007 ed ospita in prevalenza uffici, oltre ad una centralina telefonica ai piani terra ed interrato. Contestualmente al rogito Telecom Italia ha stipulato un contratto di locazione pluriennale per l’uso dell’immobile, che resterà sede dell’headquarter milanese della Società.  
   
   
UMBRIA: EDILIZIA ABITATIVA SPERIMENTALE: FINANZIATI 74 NUOVI APPARTAMENTI CON UN CONTRIBUTO DI 35MILA EURO CIASCUNO. INIZIO LAVORI ENTRO SETTEMBRE 2014  
 
Perugia, 1 aprile 2014 – Sono 74 gli alloggi finanziati dal bando regionale rivolto a imprese di costruzione e cooperative di abitazione per la nuova costruzione di alloggi che adottino sistemi e tecniche costruttive indirizzate alla sostenibilità ambientale, alla bioarchitettura, all´efficienza energetica, all´utilizzo di fonti energetiche rinnovabili. Con l´assegnazione definitiva dei finanziamenti avvenuta nei giorni scorsi, è giunto così a compimento il percorso iniziato nel novembre 2011 con l´emanazione del bando di concorso, inserito all´interno del Piano regionale di edilizia abitativa e finanziata con fondi regionali. I progetti ammessi a finanziamento, sono stati presentati questa mattina, lunedì 31 marzo, da parte dell´assessorato regionale alle politiche abitative, nel corso di un incontro che si è tenuto nella sede dell´Associazione nazionale costruttori edili dell´Umbria. "Attraverso un´attenta selezione e valutazione compiuta da parte della Commissione Tecnica appositamente costituita dalla Giunta regionale e composta da rappresentanti della Regione, dell´Università degli studi di Perugia e dei professionisti, ha affermato il rappresentante regionale, sono stati assegnati contributi per un totale di 2.590.000 euro che consentono la realizzazione complessiva di 74 alloggi con caratteristiche di bioarchitettura nei comuni di Amelia, Corciano, Foligno, Perugia e Terni". Gli alloggi realizzati sono destinati alla vendita a favore di nuclei familiari in possesso dei requisiti soggettivi previsti dalla legge, al prezzo stabilito nella convenzione da stipulare con il Comune dal quale dovrà essere detratto il contributo spettante a ciascun acquirente, che in sede di programmazione è stato determinato in 35.000 euro. I beneficiari del contributo, pertanto, sono gli acquirenti degli alloggi. A fine lavori tale importo può comunque variare in relazione alla superficie complessiva dell´alloggio ed alla fascia di reddito del nucleo familiare dell´acquirente. "Appare importante sottolineare, secondo la Regione, la qualità degli edifici che verranno costruiti, progettati con sistemi e tecniche costruttive proprie della bioarchitettura e della sostenibilità ambientale, che sicuramente permetteranno, una volta conclusi i lavori, il raggiungimento delle finalità previste dal bando in termini di risparmio energetico e di risorse naturali, di utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e di comfort abitativo secondo i principi dello costruire sostenibile. Il bando di concorso ha dato esiti più che positivi sia in termini di partecipazione che di qualità progettuale segnando un punto alto di collaborazione pubblico-privato per il miglioramento della qualità dell´abitare. Questi interventi sperimentali, ha continuato il rappresentante regionale, testimoniano un impegno importante, seppur parziale e condizionato dalla progressiva e costante diminuzione dei finanziamenti statali, della Regione Umbria verso un progetto ambizioso finalizzato a far crescere la disponibilità di case ecologiche che invece di consumare energia, ne producano di pulita, che migliorino il comfort abitativo con l´utilizzo di materiali ecologici, che riqualifichino e recuperino aree determinando un inserimento nel territorio compatibile con l´ambiente e il paesaggio. E´ evidente che la crisi economica e finanziaria, che ha depresso il mercato immobiliare, la mancanza di una strategia nazionale e di risorse adeguate, l´invecchiamento della popolazione, l´aumento dei fenomeni migratori, la precarizzazione del lavoro e le difficoltà dei giovani ad uscire dalle famiglie di origine, il progressivo indebitamento delle famiglie per l´andamento decrescente delle retribuzioni, sono elementi che hanno ridato centralità alle politiche dell´edilizia residenziale pubblica. Fino agli anni ´90, o meglio fino a quando sono rimasti a disposizione i fondi Gescal che hanno portato nelle casse regionali notevoli quantità di risorse, il "problema casa" è stato affrontato in termini, più che altro, "quantitativi". In questo periodo l´obiettivo "quantità", seppur in presenza di un continuo aumento del fabbisogno di alloggi, non può sicuramente essere perseguito, in considerazione dell´azzeramento delle risorse", apportato dal governo nazionale che non ha permesso la programmazione di alcun piano triennale. Pertanto, in questi ultimi anni, la Regione non ha potuto rispondere in termini "quantitativi" al notevole fabbisogno manifestato dalle famiglie umbre, ma nella realizzazione dei "pochi" interventi non ha sottovalutato il tema della riqualificazione energetica e della sostenibilità ambientale che invece di consumare energia, ne producono di pulita, che migliorano il comfort abitativo con l´utilizzo di materiali ecologici, che riqualificano e recuperano aree determinando un inserimento nel territorio compatibile con l´ambiente e il paesaggio. Tale obbiettivo è stato rafforzato con l´emanazione della Legge Regionale n. 17/08 che disciplina la certificazione della "sostenibilità ambientale"delle abitazioni. La Regione Umbria, prima realtà in Italia, si è dotata di detta normativa che prevede la "certificazione della sostenibilità ambientale" degli edifici, facoltativa per gli Operatori privati, obbligatoria per tutti gli interventi di "Social Housing". Dei cinque interventi ammessi a finanziamento, tre hanno ottenuto dall´Arpa Umbria la classe "A" nella valutazione preliminare di sostenibilità ambientale e gli altri due la classe "B". La Regione Umbria ha da tempo individuato la bioarchitettura e l´edilizia sostenibile come momenti importanti per la "qualificazione" delle politiche pubbliche di edilizia abitativa. Già nell´ambito dei primi due piani triennali, è stata finanziata, per un importo pari ad 8.493.000 euro, l´attuazione di 229 alloggi con caratteristiche proprie della bioarchitettura e dell´edilizia sostenibile, a cui vanno aggiunti quelli che oggi presentiamo che portano ad un totale di 303 alloggi in undici comuni della Regione che si elencano nella tabella seguente, per un finanziamento complessivo di 11.083.000 euro. I 229 alloggi precedentemente finanziati sono stati quasi tutti ultimati ed assegnati agli aventi diritto, mentre per i 74 alloggi, che oggi presentiamo, l´inizio dei lavori è previsto per il prossimo mese di settembre. Da ultimo la Regione ha sottolineato che "gli interventi verranno realizzati in aree di proprietà pubblica messe a disposizione dalle varie amministrazioni comunali che hanno anche fissato il costo di acquisto dell´area e la relativa incidenza media ad alloggio in tre Comuni è molto alta e addirittura in due (Corciano e Foligno) è superiore al contributo regionale. Senza voler minimamente interferire nell´autonomia amministrativa dei singoli Comuni sarebbe però opportuno che le Amministrazioni comunali valutino se esistono le condizioni per un revisione del costo dell´area al fine di calmierare il prezzo di cessione degli alloggi. E´ evidente infatti che il costo dell´area incide in maniera direttamente proporzionale sul prezzo di acquisto di ogni singolo alloggio e pertanto è interamente a carico dei nuclei familiari acquirenti, e pertanto saranno esclusivamente quest´ultimi a beneficiare dell´eventuale riduzione del costo dell´area".  
   
   
AOSTA: APPROVATE 142 DOMANDE DI MUTUO PRIMA CASA E 9 DI MUTUO CENTRO STORICO  
 
Aosta, 1 aprile 2014 - L’assessorato delle opere pubbliche, difesa del suolo e edilizia residenziale informa che nella seduta del 28 marzo la Giunta Regionale ha approvato il finanziamento di 142 domande di mutuo “prima casa” e di 9 domande di mutuo “centro storico” per oltre 14 milioni di euro complessivi. Con tale provvedimento sono state così finanziate tutte le domande ammesse di mutuo prima casa presentate fino al 14 ottobre 2013 mantenendo così, nonostante la crisi e la mancanza di risorse aggiuntive, in circa 8 mesi i tempi medi di attesa per ottenere il finanziamento. L’assessore alle opere pubbliche ricorda l’importanza di questi mutui che sostengono le famiglie valdostane con condizioni migliori del settore bancario e contribuiscono a mitigare gli effetti della crisi nel settore edilizio.  
   
   
CASA: ASSEGNATI 11,4 MLN EURO ALLE ATER FVG  
 
Trieste, 1 aprile 2014 - Le Aziende territoriali per l´edilizia residenziale (Ater) del Friuli Venezia Giulia potranno disporre nel 2014 di un finanziamento regionale pari a 11.400.000 euro che la Giunta regionale, su proposta dell´assessore delegato, Mariagrazia Santoro, ha approvato oggi disponendo anche le singole assegnazioni. Nel dettaglio, 5.441.986,38 euro a Trieste, 2.223.354,35 a Udine, 1.705.907,90 a Pordenone, 1.593.606,60 a Gorizia e 435.144,77 all´Ater Alto Friuli.  
   
   
AIUTI DI STATO: LA COMMISSIONE EUROPEA APPROVA UN AIUTO DI 43,65 MILIONI DI EURO PER IL PROGRAMMA DI RICERCA "IFMAS" NEL CAMPO DELLA CHIMICA VERDE  
 
 Bruxelles, 1 aprile 2014 - La Commissione europea ha ritenuto che l´aiuto concesso dalla Francia per il partenariato pubblico-privato Ifmas, che sta progettando lo sviluppo di pianta-plastiche e colori bio, sia conforme alle norme Ue in materia di norme sugli aiuti di Stato. La Commissione ritiene in particolare che il progetto contribuirà al raggiungimento degli obiettivi dell´Unione europea nel campo della scienza e della tutela ambientale senza distorsioni della concorrenza nel mercato unico europeo eccessivamente. Il Concorso vicepresidente della Commissione Joaquín Almunia, ha dichiarato: " La mira da questo ambizioso progetto nuovi metodi permetterebbe di prodotti su base di idrocarburi, in particolare materie plastiche e colori, per essere sostituito da prodotti di origine vegetale e quindi la Co 2 per ridurre le emissioni. Con fondi pubblici è promosso di una scienza e di protezione ambientale molto importante progetto . " La Francia ha avuto l´aiuto previsto di 43,65 milioni di euro registrato nel 2013. L´aiuto assumerà la forma di una sovvenzione e di un apporto di capitale per la società start-up Sas Ifmas che, soprattutto per è stato istituito il partenariato pubblico-privato Ifmas Ieed (Institut d´Excellence en Énergies Décarbonées). Obiettivo del progetto è lo sviluppo di materie plastiche vegetali e inchiostri organici utilizzando un metodo, in cui i prodotti petroliferi sostituiti da prodotti amidacei. Ciò consentirebbe una notevole riduzione delle emissioni di gas serra (del 30-50%) consente. La Commissione ha valutato l´aiuto della loro compatibilità con la disciplina comunitaria degli aiuti di Stato a favore di ricerca, sviluppo e innovazione (Rs & I, vedi Ip/06/1600 e Memo/06/441 testati). Essi sono giunti alla conclusione che il sostegno pubblico è giustificato a causa dell´esistenza di un fallimento del mercato. L´aiuto permette un´ampia diffusione dei risultati del progetto sia attraverso pubblicazioni scientifiche e programmi di formazione, nonché indirettamente, nuove varietà vegetali possono essere identificati e sviluppati. Le tecnologie sviluppate sono la salute e la politica ambientale di interesse. Terreni Così possono determinate molecole nocive (come ftalati) sostituite e metalli pesanti contaminati possono essere migliorati dalla produzione di amido.L´indagine della Commissione ha dimostrato che l´aiuto è necessario e sufficiente per l´incentivo sufficiente Sas Ifmas per l´attuazione di questo progetto D per offrire, a cui altrimenti non avrebbero commesso R &. Inoltre, la Commissione ha ricevuto il grado di mercati tecnologici a monte di apertura e ci aspetta quota di mercato del beneficiario basso per escludere la distorsione della concorrenza.  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: LA CORTE PRECISA LE CONDIZIONI ALLE QUALI È COMPATIBILE CON IL DIRITTO DELL’UNIONE LA DECADENZA DAGLI INTERESSI CONVENZIONALI, QUALE SANZIONE PER LA VIOLAZIONE, DA PARTE DEL CREDITORE, DEL SUO OBBLIGO PRECONTRATTUALE DI VERIFICARE LA SOLVIBILITÀ DEL DEBITORE  
 
Lussemburgo, 1 aprile 2014 - La normativa francese prevede che un creditore il quale, prima della conclusione del contratto di prestito, non abbia correttamente verificato la solvibilità del debitore, non possa più fare valere gli interessi convenzionali, fermo restando che gli interessi al tasso legale rimangono dovuti di pieno diritto e devono essere maggiorati di cinque punti qualora il debitore non abbia saldato integralmente il suo debito nei due mesi successivi ad una decisione giudiziaria esecutiva. Nel 2011, il sig. Kalhan ha stipulato con Le Crédit Lyonnais (Lcl) un contratto di credito al consumo di Eur 38 000, con interessi convenzionali ad un tasso annuo fisso del 5,60%. Vista l’incapacità del sig. Kalhan di rimborsare tale prestito, Lcl ha reclamato l’importo ancora dovuto dinanzi al tribunal d’instance d’Orléans. Detto tribunale rileva che Lcl non ha correttamente verificato la solvibilità del sig. Kalhan, sicché in base alla normativa francese non può pretendere gli interessi convenzionali. Tuttavia, il tribunale osserva che gli interessi al tasso legale, che trovano applicazione in luogo degli interessi convenzionali, per il 2012 ammontano al 5,71% (maggiorazione di cinque punti compresa), il che, lungi dal costituire una sanzione per il creditore, gli procura un beneficio. Il tribunale si chiede dunque se il regime sanzionatorio francese sia compatibile con il diritto dell’Unione, in particolare con la direttiva 2008/48[1] che prevede, fra l’altro, che le sanzioni applicabili in caso di violazione delle disposizioni nazionali in materia di verifica precontrattuale della solvibilità del debitore debbano essere efficaci, proporzionate e dissuasive. Investita di tale questione, la Corte di giustizia ricorda che, conformemente alla direttiva 2008/48, ai fini di una tutela effettiva dei consumatori contro qualsiasi concessione irresponsabile di contratti di credito, il creditore è tenuto, prima di ogni rapporto contrattuale, a verificare la solvibilità del debitore ed è compito degli Stati membri prevedere misure efficaci, proporzionate e dissuasive per sanzionare ogni inadempimento di tale obbligo. La Corte esamina dunque se la severità della sanzione prevista dalla normativa francese (ossia la decadenza dal diritto agli interessi convenzionali) sia adeguata alla gravità della violazione che essa reprime e, in particolare, se essa comporti un effetto realmente dissuasivo. A tal riguardo, la Corte dichiara che, nel caso in cui il capitale ancora dovuto sia immediatamente esigibile a causa dell’inadempimento del debitore, il giudice del rinvio deve raffrontare gli importi che il creditore avrebbe riscosso nell’ipotesi in cui avesse osservato il suo obbligo di valutazione precontrattuale con quelli che riscuoterebbe in applicazione della sanzione. Qualora il giudice del rinvio dovesse constatare che l’applicazione della sanzione può conferire un beneficio al creditore, ne discenderebbe che il regime sanzionatorio in esame non garantisce un effetto realmente dissuasivo. Peraltro, la Corte precisa che la sanzione non può essere considerata realmente dissuasiva se gli importi che possono essere riscossi dal creditore in seguito all’applicazione della sanzione non sono notevolmente inferiori a quelli di cui potrebbe beneficiare in caso di osservanza del suo obbligo. Qualora la sanzione della decadenza dagli interessi fosse mitigata ovvero puramente e semplicemente azzerata, la sanzione non presenterebbe un carattere realmente dissuasivo, in violazione delle disposizioni della direttiva 2008/48.  
   
   
TRANCHED COVER, VENDOLA: BANDO CONTRO LA STROZZATURA NEL SISTEMA CREDITIZIO  
 
Bari, 1 aprile 2014 - “Si tratta di 215 milioni di euro messi in campo per lottare, con una modalità differente, contro la strozzatura nel sistema del credito”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo questa mattina, insieme all’Assessore regionale allo Sviluppo Economico Loredana Capone alla conferenza stampa di presentazione secondo bando del Fondo Tranched Cover, un innovativo strumento di garanzia per il sistema finanziario, del valore complessivo di 20 milioni di euro, gestito dalla società regionale in house Puglia Sviluppo Spa. “Noi – ha spiegato Vendola – siamo un governo regionale, non siamo una palestra di polemisti. Dobbiamo, da un lato, farci carico dell’affanno delle imprese, soprattutto di quelle più innovative, ma dobbiamo anche ascoltare le ragioni di un articolato sistema del credito, che deve rispondere a leggi e vincoli e che deve confrontarsi con la scena europea ed internazionale”. “Il nostro problema – ha continuato il Presidente della Regione Puglia – è come interloquiamo con la rete creditizia che opera nel nostro territorio, affinché possiamo condividere una parte del loro affanno e metterci sulle nostre spalle una parte del peso che loro sopportano. Loro hanno un dovere che è quello di non concentrare troppi rischi in un’operazione di esposizione creditizia e per noi essere parte integrante di questo processo di frammentazione del rischio, significa sostenere concretamente lo sforzo di erogazione del credito.” Ad aggiudicarsi le risorse del secondo avviso, la Banca Popolare di Bari, la Banca Monte dei Paschi di Siena e la Banca Popolare di Puglia e Basilicata. “Queste banche – ha concluso Vendola – sottoscrivono con noi un accordo; noi, come Regione, facciamo una parte che è quella di prenderci in carico una parte del loro rischio e loro, in proporzione a questo sforzo, mettono in campo risorse finanziare importanti che sostengono questa sfida epocale: fare della Puglia una regione smart”.  
   
   
PUGLIA: PRESENTAZIONE BANDO TRANCHED COVER: "OSSIGENO PER LE IMPRESE"  
 
 Bari, 1 aprile 2014 - Duecentoquindici milioni per fare credito alle imprese pugliesi che innovano. A quelle aziende, cioè, che investendo sulla conoscenza, sull’innovazione e sullo sviluppo tecnologico, anziché sui beni immobili, hanno difficoltà ad ottenere finanziamenti bancari per le scarse garanzie generate dai loro investimenti immateriali. Si realizza il sogno di un futuro per un numero rilevante di imprese e prende corpo l’aspirazione ad un posto di lavoro per tanti giovani pugliesi. È questo l’effetto ottenuto con il secondo avviso del Fondo Tranched Cover, un innovativo strumento di garanzia per il sistema finanziario, del valore complessivo di 20 milioni di euro, gestito dalla società regionale in house Puglia Sviluppo Spa. Come ha ricordato il Governatore Visco sabato scorso a Bari, gli investimenti in innovazione si traducono in una maggiore propensione all’internazionalizzazione. Servono, quindi, politiche di sviluppo e comportamenti in grado di stimolare gli investimenti per innalzare le frontiere della conoscenza, della tecnologia e della crescita, favorendo sempre più il circolo virtuoso “ricerca, innovazione, internazionalizzazione”. La Regione Puglia lo sta facendo già da alcuni anni: la seconda edizione del Tranched Cover ne è un esempio. Le novità sugli esiti dello strumento sono state illustrate alla stampa dal presidente della Regione Puglia Nichi Vendola (ne riferiamo a parte) dall’assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone, dal direttore generale di Puglia Sviluppo Spa Antonio De Vito, dai rappresentanti di tre istituti bancari e di un confidi: Gabriele Gori, responsabile Area Corporate della Banca Monte dei Paschi di Siena; Gianluca Jacobini, vice direttore generale della Banca Popolare di Bari; Davide Melega, direttore Crediti della Banca Popolare di Puglia e Basilicata e Luca Celi, presidente di Cofidi Puglia. I risultati della seconda edizione del Tranched Cover rappresentano il nuovo traguardo della battaglia della Regione Puglia contro il “credit crunch”, la stretta del credito causata dalla recessione, che sta mettendo in ginocchio imprese e famiglie. La Puglia è la seconda regione in Italia dopo il Veneto ad aver adottato il Tranched Cover, ma è la prima per il volume del portafoglio attivato, 215 milioni appunto, contro i 128 del Veneto. Ad aggiudicarsi le risorse del secondo avviso, che vale da solo 12,5 milioni di euro, la Banca Popolare di Bari, la Banca Monte dei Paschi di Siena e la Banca Popolare di Puglia e Basilicata. Alla Popolare di Bari sono destinati 6 milioni di euro che sosterranno la costruzione di un portafoglio per 75 milioni. La Banca Monte dei Paschi di Siena si aggiudica 3,5 milioni di euro che garantiranno finanziamenti per 62,5 milioni di euro. Alla Banca Popolare di Puglia e Basilicata vanno 3 milioni di euro per un volume di finanziamenti pari a 37,5 milioni di euro. In totale saranno sviluppati portafogli di nuova finanza per 175 milioni di euro. Aggiungendo a questi fondi le risorse del primo avviso, che ha assegnato 3,2 milioni di euro alla Banca Unicredit per sostenere 40 milioni di finanziamenti, si arriva ai 215 milioni di oggi (finanziamenti garantiti grazie a 15,7 milioni di euro di fondi pubblici in totale) che saranno nuova finanza per i prossimi investimenti delle imprese. Questi fondi permetteranno alle imprese di ricevere finanziamenti per attività di innovazione, per investimenti iniziali (ad esempio l’acquisto di macchinari), per processi di capitalizzazione aziendale (come l’aumento del capitale sociale), per l’attivo circolante (ad esempio l’anticipazione delle fatture) o per il consolidamento di passività a breve (cioè i debiti da estinguere entro un anno). Ogni singola impresa potrà ricevere finanziamenti di un importo compreso tra 50mila euro e 700mila euro, mentre la copertura massima delle garanzie non può superare l’80% di essi. Si calcola che la maggiore parte dei finanziamenti saranno erogati a piccole e medie imprese con classe di rating Standard&poor’s comprese nella fascia che va da A a Bb, cioè la fascia media. Il vantaggio dell’operazione messa in campo dalla Regione Puglia è duplice: le banche fanno più credito perché corrono meno rischi; le aziende oltre ad ottenere più finanziamenti, sostengono costi molto più bassi perché si riducono gli interessi. Avviene perché su un portafoglio rappresentato da varie tipologie di imprese richiedenti credito, il pubblico – nel nostro caso Puglia Sviluppo – si accolla l’onere dei casi più difficili cioè della parte più debole del portafoglio (il 10%). Si tratta del cosiddetto profilo di rischio “junior” al quale si contrappone il rischio “senior” che rimane in capo alla banca. Questo genera un effetto benefico sull’istituto di credito che può aumentare il numero degli impieghi e abbassare il costo dei tassi per le imprese di almeno 200 punti base (ad esempio il 3% anziché il 5%). Nella seconda edizione del Tranched Cover oltre alla classe junior (sostenuta da Puglia Sviluppo) e della classe senior (sostenuta dalle banche) è stata individuata, tra l’una e l’altra, anche la classe “mezzanine” che è garantita invece dai confidi. Così anche i confidi regionali stanno accettando la sfida di evolvere verso fasce più strutturate di garanzia. L’ha già fatto Cofidi Puglia che condividerà lo strumento con la Banca Monte dei Paschi di Siena. L’iter e i tempi La seconda edizione dell’avviso Tranched Cover è stata avviata a gennaio 2014, le risorse sono state aggiudicate già a febbraio. Il 18 e 19 marzo le banche hanno stipulato con Puglia Sviluppo una convenzione per regolare i reciproci rapporti. Le banche si sono quindi impegnate a realizzare portafogli di finanziamenti da erogare a Pmi che operano in Puglia entro 18 mesi al massimo. L’avvio della fase di costruzione del portafoglio sarà comunicata dagli istituti di credito a Puglia Sviluppo entro 30 giorni dalla stipula della convenzione. A seguire saranno sottoscritti i contratti di pegno con il trasferimento dei fondi (tecnicamente definiti “junior cash collateral”) da Puglia Sviluppo alle banche. È importante sottolineare che se le imprese restituiscono i finanziamenti ricevuti, le risorse pubbliche, che sono un fondo rotativo e non “perduto”, tornano indietro a Puglia Sviluppo. In ogni caso, per queste risorse, le banche corrispondono comunque alla società regionale un tasso di interesse dell’1,3%. I commenti “Stiamo dando ai nostri giovani una concreta possibilità di futuro”, ha detto l’assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone. “Questo bando infatti oltre ad agevolare le imprese più innovative che non investono in capannoni ma nello sviluppo della conoscenza, aumenta la disponibilità di finanziamento del debito quindi permette alle imprese di assumere. Le imprese avranno la concreta possibilità di attuare programmi di investimento finalizzati all’innovazione di prodotto e di processo, e non solo: stiamo finanziando anche la liquidità circolante, che in tempi di crisi è un’enorme boccata d’ossigeno. Inoltre le operazioni tranched cover anticipano e sono in piena sintonia con gli orientamenti della Commissione Europea sulla programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali, nei quali si tende a privilegiare il sostegno alle regioni della convergenza con questo genere di interventi. Infine non posso non sottolineare che abbiamo avviato un partenariato virtuoso pubblico-privato. Le banche possono essere prezioso alleato per il sostegno del nostro territorio e delle nostre imprese. Adesso però tocca alle imprese farsi avanti. Nell’ arco dei prossimi 18 mesi hanno concrete possibilità di veder realizzato il proprio sogno”. Sulla stessa lunghezza d’onda il direttore generale di Puglia Sviluppo Antonio De Vito che sottolinea: “Siamo soddisfatti dell’attenzione che il sistema bancario ha rivolto a questa strumentazione che la Regione Puglia ha posto in essere cogliendo le opportunità derivanti dall’utilizzo di garanzie su portafogli creditizi. L’intervento regionale consente alle banche di beneficiare di minori assorbimenti patrimoniali e di incrementare il sostegno ai progetti di investimento in atto sul territorio attraverso l’erogazione di nuovi affidamenti alle Pmi. Puglia Sviluppo garantirà il massimo supporto a questo processo”. I rappresentanti delle banche e di Cofidi Puglia hanno sottolineato, da parte loro, l’importanza del gioco di squadra con la Regione per sostenere il sistema produttivo del territorio, costituito per lo più da imprese piccole e piccolissime. Gli interventi regionali contro la stretta del credito Vale 190 milioni la manovra della Regione Puglia contro la stretta del credito. Sono diverse le misure messe in campo per consentire al tessuto produttivo regionale di sentire meno gli effetti del credit crunch che ha colpito soprattutto le piccole e medie imprese. Oltre al Tranched Cover da 20 milioni di euro, ci sono i 100 milioni di euro di finanziamento al Fondo di garanzia Confidi e altri 40 milioni di euro al Fondo di controgaranzia degli stessi Confidi. Infine, per aiutare le piccolissime imprese, la Regione Puglia ha finanziato con 30 milioni di euro il Fondo per il Microcredito. Fondo Tranched Cover - Risorse Assegnate 1° E 2° Avviso Avviso Banca Finanziamenti Garantiti (Portafoglio Complessivo) (€) Fondi Pubblici (Junior Cash Collateral) (€) 1° Banca Unicredit 40.000.000,00 3.200.000,00; 2° Banca Popolare di Bari 75.000.000,00 6.000.000,00 Banca Popolare di Puglia e Basilicata 37.500.000,00 3.000.000,00 Banca Monte dei Paschi di Siena 62.500.000,00 3.500.000,00; Totali 215.000.000,00 15.700.000,00.  
   
   
TRENTO: ONLINE LA GUIDA DEGLI INCENTIVI ALLE AZIENDE PER L’ASSUNZIONE  
 
Trento, 1 aprile 2014 - È stata presentata ieri dall’assessore allo sviluppo economico e lavoro Alessandro Olivi la convenzione tra l’Ordine dei consulenti del lavoro di Trento e l’Agenzia del lavoro per la gestione e l’aggiornamento del “Programma guidato di ricerca agli incentivi per l’assunzione” in provincia di Trento. La guida online agli incentivi è accessibile dall’home page del sito di Agenzia del lavoro ( http://agenzialavoro.tn.it/ ): vi potranno accedere aziende e consulenti del lavoro per avere in tempo reale le opportunità offerte dal sistema trentino. “Il servizio – ha spiegato l’assessore Olivi – è frutto di una collaborazione strutturale tra Provincia, Agenzia del lavoro e il mondo qualificato dei consulenti del lavoro. I professionisti possono così cooperare con Agenzia per sviluppare un lavoro di rete, così da intercettare il numero di incentivi e valorizzarli per dare risposte a chi cerca lavoro”. L’assessore Olivi ha insistito sulla collaborazione tra strutture pubbliche e i soggetti che operano sul territorio: “Siamo convinti che anche le politiche del lavoro devono innovarsi. Stiamo lavorando per assicurare alla Provincia autonoma di Trento il ruolo di indirizzo e di definizione delle strategie, valorizzare Agenzia del lavoro come infrastruttura di conoscenza e competenza per trasformarlo in un luogo di coordinamento delle politiche e di individuazione di nuovi strumenti, e attivare sul territorio una rete di collaborazione tra tutti i soggetti che nella quotidianità hanno rapporti con chi cerca lavoro”. Alla conferenza stampa erano presenti, tra gli altri, Antonella Chiusole, dirigente generale di Agenzia del lavoro, e Gabriela Santolini, presidente dell’Ordine dei Consulenti del lavoro di Trento. Da oggi è ufficialmente attivo sull’home page del sito dell’Agenzia del Lavoro http://www.agenzialavoro.tn.it/  alla voce “Incentivi all’assunzione”, il sistema di ricerca web denominato “Programma di ricerca guidata agli incentivi per l’assunzione”. Il programma è stato pensato e realizzato dall’Agenzia del Lavoro, in collaborazione con l’Ordine dei consulenti del lavoro della provincia di Trento. L’obiettivo è di agevolare l’accesso al difficile e complesso mondo degli “incentivi all’assunzione”, sia per chi vi opera da diverso tempo e sia per chi vi accede per la prima volta. In modo particolare, il sistema di ricerca permette all’utente di individuare agevolmente la tipologia o le tipologie di incentivo nazionale o provinciale di cui un’azienda può beneficiare per la sua assunzione o per la trasformazione a tempo pieno di un rapporto di lavoro già in essere. Il tutto avviene attraverso un percorso guidato di domande e risposte riguardanti prevalentemente le condizioni personali del lavoratore. L’assessore allo sviluppo economico e lavoro Alessandro Olivi ha ribadito che “gli incentivi all’assunzione sono strumento fondamentale ma non sono la risposta definitiva ai problemi che vivono i lavoratori. La domanda si crea con un’economia che deve essere più dinamica e una piattaforma del lavoro più reattiva. Il Trentino sta lavorando a strategie dello sviluppo tutto tondo. Siamo impegnati per fare in modo che le politiche per lo sviluppo e la qualità delle imprese siano la prima risposta al mercato e gli strumenti per le imprese siano davvero uno strumento in grado di sviluppare un sistema premiale. Il nostro obiettivo è di stimolare il sistema delle imprese che deve essere in grado di investire sul lavoratore e sul capitale umano”. Infine, l’assessore ha annunciato a breve una delibera sulla “liberalizzazione” di servizi all’impegno: “In Trentino deve affermarsi una rete di soggetti che, accreditati per competenze e standard qualitativi, saranno i terminali per intercettare la domanda o l’offerta di lavoro. L’attuale fase richiede riforme e cambiamenti delle politiche del lavoro”. La sottoscrizione del protocollo d’intesa tra l’Agenzia del Lavoro e l’Ordine dei consulenti del lavoro della provincia di Trento che è stata presentata oggi mira a formalizzare l’impegno reciproco e il costante miglioramento e aggiornamento del programma rispetto alle novità che nell’ambito di tale settore si susseguono quotidianamente. A riguardo, Agenzia del Lavoro e Ordine dei Consulenti del lavoro sottolineano come il sistema di ricerca non è da considerare in alcun modo sostitutivo del ruolo dei consulenti e dei Centri per l’impiego presenti sul territorio. Il nuovo strumento intende rappresentare un’opportunità utile a fornire una prima informazione agli interessati. “Il nuovo servizio – ha detto Antonella Chiusole, dirigente generale di Agenzia del lavoro – è uno strumento che consente un accesso semplice al mondo spesso complesso degli incentivi. La collaborazione con i consulenti del lavoro permetterà un continuo aggiornamento delle opportunità, così da garantire risposte certe a lavoratori ed aziende”. La guida online agli incentivi per l’occupazione è stata introdotta da qualche mese in via sperimentale. In questo periodo, il servizio online ha registrato più di 2.000 accessi. Il dato dimostra l’interesse verso l’argomento “incentivi all’assunzione” e verso questa tipologia di approccio. Il programma, che sarà quindi costantemente aggiornato e perfezionato in base alle novità in materia, vuol essere uno strumento di semplificazione amministrativa per il cittadino nel campo delle politiche del lavoro. Un giudizio positivo arriva da Gabriella Santolini, presidente dell’Ordine dei Consulenti del lavoro di Trento: “In provincia operano 135 consulenti del lavoro, mentre in campo nazionale siamo 28 mila con 100 mila dipendenti. Del nostro lavoro beneficiano oltre 1 milione di aziende, soprattutto di medie e piccole dimensioni, con oltre 7 milioni di addetti. La collaborazione con Agenzia del lavoro conferma che la sinergia tra pubblico e privato consente di sviluppare dei servizi utili ai cittadini”.  
   
   
LA MARCATURA CE DI STRUTTURE IN ACCIAIO E ALLUMINIO: WORKSHOP AL CFS  
 
Avellino, 1 aprile 2014 -“La marcatura Ce di strutture in acciaio ed in alluminio (Uni En 1090-1)”. Su questo verterà il seminario in programma venerdì 4 aprile, con inizio alle ore 16.00, presso l’aula magna del Centro per la Formazione e la Sicurezza in Edilizia della provincia di Avellino. Organizzato dall’Ente paritetico irpino in partnership con la Dimms Control Spa (società leader a livello internazionale nel settore del controllo delle grandi opere nel campo della geofisica, indagini geognostiche, prove di laboratorio su rocce, terre e materiali da costruzione) e la Elletipi Srl (laboratorio autorizzato nelle prove sui materiali da costruzione nonché organismo notificato autorizzato al rilascio dell’attestazione di conformità dei prodotti da costruzione), l’incontro tecnico analizzerà la norma Uni En 1090-1 che definisce i requisiti per la marcatura comunitaria di componenti in acciaio e in alluminio per uso strutturale. La legge, che prevede l’applicazione volontaria già dal 1 dicembre 2010, diventerà obbligatoria a partire dal 1 luglio 2014. Per le aziende da un lato c’è l’obbligo di sottoporre a marcatura i propri prodotti e dall’altro il vantaggio di poter operare anche in mercati a livello europeo con una notevole riduzione dei problemi per la libera circolazione dei prodotti stessi. Al workshop interverranno per i saluti istituzionali Michele Di Giacomo e Mennato Magnolia rispettivamente presidente e vice presidente del Cfs Edilizia di Avellino. A seguire le relazioni di Gianluca Ferioli della Elletipi Srl di Ferrara su “La Direttiva 89/106 sui prodotti da costruzione ed il nuovo Regolamento Cpr n.305/2011”, “La Norma di prodotto Uni En 1090-1 e le responsabilità del fabbricante” e “La progettazione del Controllo della Produzione in Fabbrica”. Sotto esame, poi, gli “Obblighi e opportunità” trattati dall’architetto Maurizio De Iasi della Dimms Control Spa.  
   
   
CONTRO ECONOMIA ILLEGALE ED EVASIONE IN CAMPO ANCHE L´ARPAT TOSCANA  
 
Firenze, 1 aprile 2014 – Per contrastare sommerso ed economia illegale scende in campo anche l´Arpat, l´agenzia regionale di protezione ambientale della Toscana, che potenzierà e riorienterà i proprio controlli. L´idea era stata lanciata dal presidente della Toscana alcune settimane fa: utilizzare gli ispettori dell´Arpat (come già i tecnici della prevenzione delle Asl in tema di sicurezza sul lavoro) per combattere lavoro nero e irregolarità. La giunta ha approvato il progetto ad hoc inserendolo nel piano annuale di attività dell´agenzia: un progetto speciale da 211 mila euro che prevede controlli ambientali mirati su quattro settori delle filiera rifiuti, ovvero industrie tessili, rottami, vivaismo e trasporto di rifiuti liquidi su gomma. Controlli ambientali con un occhio a nero e sommerso e capaci dunque di bloccare l´insorgere o di rivelare l´esistenza di una attività illegale. La Regione, ha detto tra l´altro il presidente commentando la delibera, si muove in favore dell´economia sana e di chi rispetta le leggi, e ha il dovere di ascoltare la rabbia fortissima che c´è nel mondo dell´impresa per una situazione che la penalizza fortemente. Per questo, ha concluso il presidente, la giunta darà un indirizzo specifico ad Asl e Arpat affinché i controlli si orientino contro l´economia illegale. Si parte con il personale già in forza all´agenzia, riorientandone l´attività e giocando di squadra con le Asl: poco meno di 90 sono i controlli sulle industrie dei quattro settori che l´Arpat ha messo nel conto di dispiegare da qui alla fine dell´anno. Ma il progetto prevede in un secondo tempo anche l´assunzione, con un contratto per tre anni, di altri cinque tecnici. In questo modo l´attività di controllo crescerà ulteriormente. Nel pacchetto di maggiori controlli per il 2014 ne sono stati previsti 30 a Prato su ditte tessili, in collaborazione con il gruppo interforze coordinato dalla prefettura della città, una trentina su industrie del settore rottami e dieci tra i vivai, incrociando in questo caso i controlli con i dati a disposizione di Asl e servizio fitosanitario. Per il trasporto su gomma di rifiuti liquidi Regione e Arpat hanno deciso di controllare nel 2014 almeno una quindicina di impianti.  
   
   
FVG, IMPRESE: DAL FONDO DI GARANZIA NUOVE POSSIBILITÀ DI SOSTEGNO  
 
Trieste, 1 aprile 2014 - Attualmente il Fondo di garanzia per le imprese può garantire soltanto finanziamenti concessi per la realizzazione di iniziative di innovazione, ricerca e sviluppo, ma d´ora in poi il raggio d´azione si allargherà ed il gestore del Fondo potrà intervenire anche a fronte di altre motivazioni. E´ un passo avanti importante a favore del nostro tessuto produttivo che l´esecutivo del Friuli Venezia Giulia ha compiuto nella sua ultima riunione, deliberando l´approvazione dello schema della nuova convenzione per l´affidamento della gestione del Fondo che sarà sottoscritta da Regione e Confidi. In seguito al recepimento del documento proposto dal vicepresidente e assessore alle Attività produttive, Sergio Bolzonello, in accordo con l´assessore alle Finanze, Francesco Peroni, sarà possibile attivare finanziamenti della durata di due anni e finalizzati esclusivamente al pagamento di salari, stipendi e contributi assicurativo-previdenziali, ma non solo. Analoghe possibilità di intervento riguardano anche la copertura di investimenti materiali e immateriali strettamente connessi allo svolgimento dell´attività aziendale ed il consolidamento di passività a breve al fine del riequilibro finanziario delle imprese grazie all´attivazione di finanziamenti a medio termine. Con la delibera approvata le modalità di gestione del Fondo sono state adeguate anche al nuovo regolamento (1407/2013) dell´Ue in materia di aiuti de minimis, più chiaro e meno restrittivo rispetto al precedente sul tema della cumulabilità degli aiuti alle aziende.  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: LA CORTE PRECISA LE CONDIZIONI ALLE QUALI È COMPATIBILE CON IL DIRITTO DELL’UNIONE LA DECADENZA DAGLI INTERESSI CONVENZIONALI, QUALE SANZIONE PER LA VIOLAZIONE, DA PARTE DEL CREDITORE, DEL SUO OBBLIGO PRECONTRATTUALE DI VERIFICARE LA SOLVIBILITÀ DEL DEBITORE  
 
 Lussemburgo, 1 aprile 2014 - La normativa francese prevede che un creditore il quale, prima della conclusione del contratto di prestito, non abbia correttamente verificato la solvibilità del debitore, non possa più fare valere gli interessi convenzionali, fermo restando che gli interessi al tasso legale rimangono dovuti di pieno diritto e devono essere maggiorati di cinque punti qualora il debitore non abbia saldato integralmente il suo debito nei due mesi successivi ad una decisione giudiziaria esecutiva. Nel 2011, il sig. Kalhan ha stipulato con Le Crédit Lyonnais (Lcl) un contratto di credito al consumo di Eur 38 000, con interessi convenzionali ad un tasso annuo fisso del 5,60%. Vista l’incapacità del sig. Kalhan di rimborsare tale prestito, Lcl ha reclamato l’importo ancora dovuto dinanzi al tribunal d’instance d’Orléans. Detto tribunale rileva che Lcl non ha correttamente verificato la solvibilità del sig. Kalhan, sicché in base alla normativa francese non può pretendere gli interessi convenzionali. Tuttavia, il tribunale osserva che gli interessi al tasso legale, che trovano applicazione in luogo degli interessi convenzionali, per il 2012 ammontano al 5,71%(maggiorazione di cinque punti compresa), il che, lungi dal costituire una sanzione per il creditore, gli procura un beneficio. Il tribunale si chiede dunque se il regime sanzionatorio francese sia compatibile con il diritto dell’Unione, in particolare con la direttiva 2008/481 che prevede, fra l’altro, che le sanzioni applicabili in caso di violazione delle disposizioni nazionali in materia di verifica precontrattuale della solvibilità del debitore debbano essere efficaci, proporzionate e dissuasive. Investita di tale questione, la Corte di giustizia ricorda che, conformemente alla direttiva 2008/48, ai fini di una tutela effettiva dei consumatori contro qualsiasi concessione irresponsabile di contratti di credito, il creditore è tenuto, prima di ogni rapporto contrattuale, a verificare la solvibilità del debitore ed è compito degli Stati membri prevedere misure efficaci, proporzionate e dissuasive per sanzionare ogni inadempimento di tale obbligo. La Corte esamina dunque se la severità della sanzione prevista dalla normativa francese (ossia la decadenza dal diritto agli interessi convenzionali) sia adeguata alla gravità della violazione che essa reprime e, in particolare, se essa comporti un effetto realmente dissuasivo. A tal riguardo, la Corte dichiara che, nel caso in cui il capitale ancora dovuto sia immediatamente esigibile a causa dell’inadempimento del debitore, il giudice del rinvio deve raffrontare gli importi che il creditore avrebbe riscosso nell’ipotesi in cui avesse osservato il suo obbligo di valutazione precontrattuale con quelli che riscuoterebbe in applicazione della sanzione. Qualora il giudice del rinvio dovesse constatare che l’applicazione della sanzione può conferire un beneficio al creditore, ne discenderebbe che il regime sanzionatorio in esame non garantisce un effetto realmente dissuasivo. Peraltro, la Corte precisa che la sanzione non può essere considerata realmente dissuasiva se gli importi che possono essere riscossi dal creditore in seguito all’applicazione della sanzione non sono notevolmente inferiori a quelli di cui potrebbe beneficiare in caso di osservanza del suo obbligo. Qualora la sanzione della decadenza dagli interessi fosse mitigata ovvero puramente e semplicemente azzerata, la sanzione non presenterebbe un carattere realmente dissuasivo, in violazione delle disposizioni della direttiva 2008/48. Importante: Il rinvio pregiudiziale consente ai giudici degli Stati membri, nell´ambito di una controversia della quale sono investiti, di interpellare la Corte in merito all’interpretazione del diritto dell’Unione o alla validità di un atto dell’Unione. La Corte non risolve la controversia nazionale. Spetta al giudice nazionale risolvere la causa conformemente alla decisione della Corte. Tale decisione vincola egualmente gli altri giudici nazionali ai quali venga sottoposto un problema simile.  
   
   
LECCO: INVESTIRE PER CRESCERE  
 
 Milano, 1 aprile 2014 - Studiare percorsi specifici anche per reperire risorse da destinare all´acquisto delle tecnologie indispensabili per fare ricerca, affrontando un aspetto che a volte non viene curato in maniera puntuale. È questa la proposta lanciata, a Lecco, dall´assessore alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione della Regione Lombardia, che è intervenuto all´incontro di presentazione del progetto ´Business To Research@lecco (B2r) - Ricerca e impresa: un binomio vincente´. ´B2r´ prevede una serie di azioni, promosse da Univerlecco, Politecnico di Milano e Consiglio nazionale delle Ricerche, che permetteranno alle imprese del territorio lecchese e agli enti di ricerca di collaborare per realizzare iniziative comuni. Crescita E Rilancio - "Non c´è crescita e non ci può essere rilancio dell´economia - ha detto l´assessore -, se non si crede e non si investe in ricerca e innovazione. Questa è una certezza. La Regione ci crede e ha giocato e vuole continuare a giocare un ruolo importante". Per quanto riguarda Lecco, territorio "espressione di una buona politica", l´assessore ha confermato la sua convinzione che si tratti di "una palestra in cui sperimentare progetti nuovi, da trasformare in percorsi a sistema, in cui credere e investire". Filiera E Sinergie - "È sempre più necessario - ha aggiunto l´assessore - creare una filiera e un percorso virtuoso, che unisca Istituzioni, università, ricercatori e imprese. Tutti i soggetti coinvolti in questo campo devono agire in maniera sinergica. Questa è la sfida per il prossimo futuro. Non ci possiamo più permettere duplicazioni, è necessario mettere a patrimonio comune quanto si fa, attraverso le piattaforme tecnologiche". Risorse - Sul tema delle risorse, l´assessore ha ribadito l´obiettivo della Regione di portare gli investimenti in ricerca dall´1,6 per cento del Pil (circa 4 miliardi) al 3 per cento del Pil (10 miliardi) entro la fine della legislatura. "Da parte nostra - ha confermato - vogliamo creare, con l´assestamento di bilancio di giugno, un fondo regionale per la ricerca". Tra gli altri interventi, l´assessore ha ricordato che, grazie a uno stanziamento di 11,8 milioni, Regione Lombardia, con Fondazione Cariplo, ha finanziato 17 progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale attuati in collaborazione tra università, centri di ricerca e imprese, legati ad alcuni settori strategici: scienze della vita (8), nuovi materiali (4), aerospazio (2), agroalimentare (2), energia (1). Ex Leuci - A margine della presentazione del progetto ´Business To research@Lecco´ l´assessore ha incontrato una rappresentanza dei lavoratori della ex Leuci, a cui ha confermato le nuove possibilità offerte dalla Legge ´Impresa Lombardia´ sulle azioni di industrializzazione e reindustrializzazione: "A partire dal 1 aprile - ha ricordato - per le imprese interessate a progetti e percorsi di industrializzazione e reindustrializzazione si aprirà la possibilità di avviare le ´manifestazioni di interesse´ per lo strumento degli Accordi di competitività".  
   
   
AOSTA: COMITATO DI COORDINAMENTO DELLE ATTIVITÀ DI PREVENZIONE E VIGILANZA IN MATERIA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LUOGO DI LAVORO  
 
Aosta, 1 aprile 2014 - L’assessorato delle attività produttive, energia e politiche del lavoro comunica che giovedì 28 marzo 2014 si è riunito il Comitato di Coordinamento delle attività di prevenzione e vigilanza in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro, previsto dal Dpcm 21.12.2007. I compiti del Comitato consistono nella programmazione e indirizzo delle attività di prevenzione e vigilanza nel rispetto delle indicazioni e dei criteri formulati a livello nazionale dai Ministeri della salute e del lavoro e della previdenza sociale e dalle Regioni e Province autonome al fine di individuare i settori e le priorità di intervento delle attività di prevenzione e vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Nell’ambito delle sue funzioni, il Comitato sviluppa quindi, tenendo conto delle specificità territoriali, i piani di attività e i progetti operativi individuati dalle amministrazioni a livello nazionale, svolge funzioni di indirizzo e programmazione delle attività di prevenzione e di vigilanza e promuove l’attività di comunicazione, informazione, formazione e assistenza operando il necessario coordinamento tra le diverse istituzioni. Provvede inoltre alla raccolta e all’analisi delle informazioni relative a eventi dannosi e ai rischi, proponendo soluzioni operative e tecniche atte a ridurre il fenomeno degli infortuni e delle malattie da lavoro, valorizza gli accordi aziendali e territoriali che orientino i comportamenti dei datori di lavoro, anche secondo i principi della responsabilità sociale, dei lavoratori e di tutti i soggetti interessati, ai fini del miglioramento dei livelli di tutela definiti legislativamente. Il punto principale all’ordine del giorno della riunione di giovedì era Aggiornamento del Piano operativo per la vigilanza e la prevenzione nei luoghi di lavoro per l’anno 2014. In questo contesto, si è ritenuto utile porre l’attenzione degli organi di vigilanza oltre che sul settore della lavorazione dei metalli anche su settori non ancora sufficientemente indagati ma che potenzialmente possono rappresentare rischi infortunistici molto elevati. L’attenzione è stata poi rivolta a quei settori/comparti che hanno dato motivo di particolare considerazione nell’anno 2013. Le proposte di intervento per l’anno 2014, che sono state presentate e approvate dal Comitato, riguardano prevenzione e vigilanza nel settore delle costruzioni, dell’agricoltura e della silvicoltura e nei settori con rischi significativi nei riguardi dell’apparato muscolo-scheletrico. Si è inoltre approvata la programmazione di attività di prevenzione dal rischio di intossicazione derivante dall’uso di forni di cottura a gas nel settore della panificazione e la programmazione di attività di prevenzione dal rischio chimico sul territorio regionale.  
   
   
PRIMO CONTRATTO DI RETE FRA AZIENDE. IL PRESIDENTE DELLA REGIONE: CON QUESTO ACCORDO INNOVATIVO IL VENETO CONTINUA A FARE SCUOLA  
 
Venezia, 1 aprile 2014 - “Il Veneto è, come sempre, apripista nelle politiche aziendali e del lavoro, mettendo in campo il primo contratto di rete: in un momento difficile come quello che sta attraversando la nostra economia, è una risposta innovativa e concreta in grado di tutelare e proteggere l’occupazione e i lavoratori rispondendo in modo efficace ai bisogni dell’impresa. Il nostro sistema imprenditoriale ancora una volta fa scuola”. Queste la parole del presidente della Giunta regionale commenta il primo contratto di rete stipulato dall’azienda Battistella di Pieve di Soligo, in provincia di Treviso. “Si tratta di un segnale importante – spiega il governatore – perché, in un momento delicato, il Veneto dimostra di avere tutte le carte in regola per uscire dalla crisi. Questo contratto è in grado di garantire flessibilità e permette un notevole risparmio di risorse pubbliche evitando la cassa integrazione, che solo nell’ultimo mese in Veneto conta 8,2 milioni di ore concesse. Quella flessibilità che Unindustria Veneto con il suo Presidente, Roberto Zuccato, dimostrando una grande visione strategica, ha sempre ritenuto un strumento chiave per affrontare la crisi che attanaglia il nostro sistema produttivo”. “Un accordo – spiega – che è il segno evidente del senso di responsabilità dei nostri imprenditori e testimonia come il nostro sistema imprenditoriale abbia fondamenta sane che la crisi non ha intaccato in alcun modo”. “Il mio plauso sincero – conclude il presidente della Regione – va alla proprietà e ai lavoratori che si sono impegnati per trovare un’intesa su questo contratto, che costituisce senza ombra di dubbio un modello di riferimento e testimonia come il Veneto sia un laboratorio nella contrattazione aziendale a livello nazionale”.  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: NELL’INTESA SUL MERCATO EUROPEO DI VETRO PER AUTOMOBILI, IL TRIBUNALE RIDUCE L’AMMENDA IRROGATA AL GRUPPO SAINT-GOBAIN DA EUR 880 A EUR 715 MILIONI  
 
 Lussemburgo, 31 marzo 2014 - Con decisione del 12 novembre 2008, la Commissione ha dichiarato che varie imprese, fra cui più controllate del gruppo Saint-gobain (la «Saint-gobain») e la loro società capogruppo (la «Compagnie») 1 avevano violato il diritto della concorrenza dell’Unione partecipando, durante vari periodi, ad un insieme di accordi e di pratiche concordate anticoncorrenziali nel settore del vetro per automobili nello Spazio economico europeo (See). L’accordo consisteva in una ripartizione delle forniture di vetro per automobili fra i partecipanti in modo da garantire la stabilità delle quote di mercato a ciascuno di essi. Per avervi partecipato tra il 10 marzo 1998 e l’11 marzo 2003, alla Saint-gobain e alla Compagnie è stata irrogata congiuntamente e solidalmente un’ammenda di Eur 880 milioni. La Saint-gobain e la Compagnie hanno quindi adito il Tribunale per ottenere l’annullamento di detta decisione. Nei loro ricorsi la Saint-gobain e la Compagnie addebitano alla Commissione, fra l’altro, di avere aumentato del 60% l’importo dell’ammenda loro inflitta congiuntamente e solidalmente. La Commissione, ha considerato, infatti, che la Saint-gobain si è resa colpevole di recidiva, in quanto aveva costituito oggetto di decisioni della Commissione per violazioni simili nel 1984 e 1988 2. Tuttavia, il Tribunale ricorda che, per poter prendere in considerazione la circostanza aggravante della recidiva, occorre che le varie infrazioni siano state commesse dalla stessa impresa. Poiché la decisione del 1988 riguardava una controllata della Compagnie diversa da quelle di cui trattasi nella fattispecie e la Compagnie non era destinataria di detta decisione, la Saint-gobain e la Compagnie non avrebbero dovuto, secondo il Tribunale, essere considerate responsabili di una violazione precedente per la quale esse non sono state sanzionate dalla Commissione e nell’ambito dell’accertamento della quale esse non sono state in grado di presentare i loro argomenti al fine di contestare l’eventuale esistenza di un’unità economica con l’una o l’altra società destinataria della decisione precedente. Al riguardo, il Tribunale sottolinea che un periodo potenzialmente lungo trascorso dall’adozione di una decisione precedente è tale da rendere molto difficile e persino impossibile la contestazione da parte della società capogruppo non solo dell’esistenza di tale unità economica, ma anche, se del caso, degli elementi costitutivi dell’infrazione. Il Tribunale conferma quindi la recidiva soltanto con riguardo alla decisione del 1984 3. La Saint-gobain e la Compagnie sostengono tuttavia che un lasso di tempo di oltre dieci anni trascorso fra i precedenti accertamenti di infrazione e la recidiva del comportamento lesivo non configura una situazione di recidiva. Il Tribunale ricorda che il principio di proporzionalità richiede che il tempo trascorso tra l’infrazione di cui trattasi ed un precedente inadempimento delle regole di concorrenza sia preso in considerazione per valutare la propensione dell’impresa a liberarsi da tali regole. Il Tribunale rileva che nella fattispecie è trascorso un periodo di quasi quattordici anni tra la decisione del 1984 e l’anno durante il quale l’infrazione sanzionata è iniziata.Tuttavia, tenuto conto dell’identità dei poli di attività cui si riferisce l’infrazione, nonché della somiglianza delle intese, il Tribunale considera che, nonostante tale lasso di tempo, la Commissione ha potuto constatare la recidiva senza violare il principio di proporzionalità. Poiché nella decisione impugnata l’aumento del 60% dell’importo di base dell’ammenda era giustificato con riguardo alle decisioni del 1984 e 1988 e solo la prima di dette decisioni può essere considerata ai fini della recidiva, il Tribunale considera infine che la ripetizione del comportamento lesivo della Saint-gobain e della Compagnie presenta una gravità minore di quella considerata dalla Commissione. Il Tribunale decide quindi di ridurre la percentuale dell’aumento dell’ammenda per recidiva del 30%, con la conseguenza che l’ammenda irrogata congiuntamente e solidalmente alla Saint-gobain e alla Compagnie è ormai fissata a Eur 715 milioni. Importante: Contro la decisione del Tribunale, entro due mesi a decorrere dalla data della sua notifica, può essere proposta un´impugnazione, limitata alle questioni di diritto, dinanzi alla Corte. Importante: Il ricorso di annullamento mira a far annullare atti delle istituzioni dell’Unione contrari al diritto dell’Unione. A determinate condizioni, gli Stati membri, le istituzioni europee e i privati possono investire la Corte di giustizia o il Tribunale di un ricorso di annullamento. Se il ricorso è fondato, l´atto viene annullato. L´istituzione interessata deve rimediare all’eventuale lacuna giuridica creata dall’annullamento dell’atto.  
   
   
IL SISTEMA LEGNO IN TOSCANA: DOVE SONO E COSA FANNO LE IMPRESE DEL SETTORE  
 
Firenze, 1 aprile 2014 – Le imprese toscane di prima trasformazione del legno, in pratica le segherie, iscritte nell´apposito registro delle Camere di Commercio, sono 37; ogni anno acquistano qualcosa come 87 mila metri cubi di "tondame da sega" (tronchi di albero da lavorare) da cui si produrranno travi, tavole, pallets, imballaggi che per il 78% saranno venduti in Toscana, per il 20% nelle altre regioni italiane e il rimanente 2% sul mercato estero. Questi alcuni dati emersi a Firenze nel corso di un convegno ("Il sistema legno in Toscana") organizzato dalla Regione Toscana (settore forestazione) per fornire agli operatori di questa particolare filiera - produttori, trasformatori, progettisti, tecnici - un quadro informativo aggiornato sulla trasformazione del legno, sui fabbisogni legnosi da parte delle imprese di trasformazione, sulle caratteristiche dell´offerta del legname da lavoro. 11 delle segherie censite (il 30% del totale) operano nella provincia di Arezzo e 8 (il 22%) in quella di Firenze. Pisa e Siena ospitano entrambe il 14% del campione (5 aziende in ciascuna provincia) seguite da Grosseto e Pistoia (8% con 3 aziende) e da Lucca con solo 2 segherie indagate (il 5% del totale). Ciascuna azienda acquista e lavora, in media, circa 2.361 metri cubi di materiale grezzo. Un materiale, il tondame da sega, che risulta costituito in modo principale da castagno (il 37% sul totale degli acquisti) e da altre specie miste di conifere e latifoglie (in prevalenza pino e abete, pioppo e douglasia) che costituiscono un altro 33%. Il 63% del tondame grezzo acquistato (quasi 55 mila metri cubi) è di origine regionale mentre di origine extraregionale sono circa 10 mila metri cubi (il 12%); il restante 25% (circa 22 mila metri cubi) è di provenienza estera. Una volta lavorato e trasformato - in travi, pallets, imballaggi, altre tipologie - il legname viene venduto per un buon 78% in Toscana, per un altro 20% in altre regioni italiane e solo per il 2% su mercati esteri. L´indagine, curata per conto della Regione Toscana dall´Università di Firenze (Dipartimento Sistemi Agrari, Alimentari e Forestali), non si è interessata solo alle imprese "di prima trasformazione", e dunque in particolare alle segherie, ma anche alla "seconda trasformazione" (gli stabilimenti industriali che producono pannelli di varia tipologia, tranciati, sfogliati, mobili e arredamenti in genere). Anche in questo caso l´indagine ha interessato 37 aziende: il 27% delle quali nella provincia di Siena e il 48 in quelle di Arezzo e Firenze (entrambe con il 24% sul totale). Il 32% di queste aziende toscane produce mobili mentre il 19% si occupa di componentistica per arredamento. Analizzando i prezzi medi di acquisto al metro cubo si nota come la specie più costosa (850 euro per metro cubo. Prezzo medio) sia il rovere, seguita dal pioppo (802 euro/m3) e dall´acero (750 euro/m3). I risultati delle indagini mettono in evidenza come anche il settore produttivo del legno sia stato interessato, negli ultimi decenni, da una crisi che ha coinvolto sia i comparti di prima che quelli di seconda trasformazione. Una tendenza opposta sembra invece riguardare il comparto degli utilizzi boschivi e dei servizi connessi alla selvicoltura: un esempio positivo in tal senso - è stato detto nel convegno - si è verificato sulla Montagna Pistoiese dove, due anni fa, la Regione Toscana ha riconosciuto uno specifico distretto rurale forestale. La ricerca si è poi soffermata su un particolare mercato, in potenziale crescita, per i prodotti legnosi: quello a fini energetici. Un mercato che riguarda sia la tradizionale legna da ardere che le biomasse (cippato e pellet) utilizzate in impianti termici. Un contributo - nel convegno ospitato presso la sede di "Toscana Promozione", ha riguardato la certificazione nel sistema delle foreste toscane. Soltanto il 24% delle aziende intervistate ha dichiarato di acquistare legname "certificato" (cioè in linea con le regole internazionali per mantenerne la biodiversità, la produttività, la capacità di rinnovazione, la vitalità delle foreste). E appena il 5% delle aziende ha dichiarato di vendere legname certificato.  
   
   
ENTRO IL 30 GIUGNO LE DOMANDE DI ISCRIZIONE AL REGISTRO REGIONALE DELLE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI E DEGLI UTENTI DEL VENETO  
 
Venezia, 1 aprile 2014 - La Giunta veneta ha prorogato al 30 giungo prossimo i termini per la presentazione della documentazione per l’iscrizione delle associazioni al registro dei consumatori e degli utenti e per l’aggiornamento del registro stesso. “Di fatto – ha sottolineato l’assessore regionale alla tutela del consumatore – abbiamo ampliato stabilmente, anche per i prossimi anni, il periodo utile per presentare le richieste, che andrà dall’1 gennaio alla fine del mese di giugno, anziché al 31 marzo come in precedenza previsto”. Il registro in questione è previsto da una legge regionale del 2009, che nel rafforzare la volontà di difendere gli interessi economici e giuridici dei cittadini e utenti, ha inteso anche valorizzare ulteriormente il diritto del consumatore ad essere rappresentato da associazioni che operano capillarmente e continuativamente sul territorio. “Ora abbiamo modificato il termine per la presentazione di domande di iscrizione – ha spiegato l’assessore – per “allineare” le disposizioni regionali e nazionali in materia, anche su richiesta di alcune associazioni di consumatori. Abbiamo tenuto conto, dunque, sia di quanto previsto a livello nazionale, sia della manifestata difficoltà relativa alla presentazione del bilancio di esercizio delle associazioni”.  
   
   
L´INDUSTRIA DELLA PLASTICA IN TOSCANA TRA MATERIE PRIME E RICICLO, GIOVEDÌ UN CONVEGNO  
 
Firenze, 1 aprile 2014 – Far incontrare la domanda e l´offerta toscana di materie plastiche, realizzando una filiera corta e sostenibile. E´ questo uno degli obiettivi del convegno su "L´industria della plastica in Toscana fra materie prime e riciclo", organizzato dalla Regione per giovedì 3 aprile, dalle 10 alle 13,nella Sala del Gonfalone, via Cavour 4, Firenze (ingresso libero). Al centro del convegno le nuove opportunità offerte dalla tecnologia adottata dall´azienda Revet di Pontedera (cui vengono conferite le plastiche da quasi tutta la Toscana) per chiudere il ciclo delle materie plastiche eterogenee, dalla raccolta differenziata fino al riciclaggio e poi di nuovo alla reimmissione nel mercato, a disposizione delle circa 600 aziende del settore. Si tratta di un´opportunità importante che coniuga l´elevata qualità del prodotto finale, che ha le stesse caratteristiche dei polimeri "vergini", con il rispetto per l´ambiente. La prima parte del convegno prevede una serie di interventi tecnici per fare il punto sullo stato dell´arte dell´industria di trasformazione delle materie plastiche, con gli interventi di Franco Rocchi (Ambiente scrl) che presenterà uno studio sull´industria della plastica in toscana ed Enzo Scalia (Bsb Recycling), che relazionerà sugli approvvigionamenti di materie plastiche. L´amministratore delegato di Revet Recycling Emanuele Rappa concluderà questa prima parte con un intervento dal titolo "Plastiche eterogenee riciclate: produzione e sbocchi di mercato" Seguirà una tavola rotonda coordinata dal giornalista Antonio Cianciullo, alla quale parteciperanno,oltre all´assessore regionale all´ambiente, il presidente Revet Spa e Revet Recycling Srl, Valerio Caramassi, Federico Ippoliti, Roofy Spa, Paolo Regini, presidente commissione ambiente Cispel, Francesco Rizzi della Scuola Superiore Sant´anna di Pisa, Riccardo Lanzara presidente Pont Tech, Luca Niccoli, consulente di mercato, Fausto Ferruzza, presidente Legambiente Toscana, Paolo Tedeschi, presidenza della Regione Toscana.