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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 16 Aprile 2014 |
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Politica |
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LA COMMISSIONE EUROPEA METTE IN LUCE I PROBLEMI DELLE FAMIGLIE INTERNAZIONALI E AVVIA UNA CONSULTAZIONE SULLE AZIONI DA INTRAPRENDERE |
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Strasburgo, 16 aprile 2014 - Una relazione pubblicata ieri dalla Commissione europea evidenzia i problemi giuridici che le coppie internazionali (coniugi di nazionalità diverse) si trovano ancora ad affrontare in tutta Europa quando tentano di risolvere controversie transfrontaliere in materia matrimoniale e di affidamento dei minori. La crescente mobilità dei cittadini all’interno dell’Unione europea ha portato ad un aumento del numero di famiglie i cui membri sono di nazionalità diversa, vivono in diversi paesi dell’Ue o in un paese dell’Ue di cui non hanno la nazionalità. Quando tali famiglie si separano è necessaria una cooperazione giudiziaria transfrontaliera al fine di offrire ai minori un contesto giuridico sicuro per mantenere rapporti con entrambi i genitori o tutori che vivono in un altro Stato membro. La relazione pubblicata oggi sottolinea la necessità di un maggiore impegno per aiutare le famiglie internazionali a trovare chiarezza giuridica in tali situazioni (ad esempio quale sia l´organo giurisdizionale competente). La Commissione europea ha pertanto deciso di avviare un´ampia consultazione pubblica sulle possibili soluzioni, oltre ad una campagna di sensibilizzazione sui tipi di assistenza disponibili e sulle norme vigenti nel caso di separazione di famiglie internazionali. Tutte le persone interessate possono partecipare alla consultazione in questo sito. La consultazione resterà aperta fino al 18 luglio. Le disgregazioni familiari sono per natura, sempre difficili. Quando coinvolgono persone di diverse nazionalità, sorgono ulteriori difficoltà giuridiche derivanti dalla complessità della situazione. Questo è il motivo per cui l’Europa ha bisogno di norme adeguate per aiutare le coppie a separarsi nel modo più semplice possibile, in particolare quando sono coinvolti minori", ha dichiarato Viviane Reding, Vicepresidente e Commissaria per la Giustizia. "Nell’ue esistono, dal 2001, norme per determinare la competenza giurisdizionale ed aiutare le famiglie internazionali, ma dopo 13 anni è giunto il momento di migliorarle. Cittadini, avvocati, magistrati, autorità nazionali e organizzazioni non governative interessate: tutti possono esprimersi sul tipo di misure che l’Ue dovrebbe adottare per facilitare ulteriormente la vita alle coppie internazionali." Roberta Angelilli, membro del Parlamento europeo, ha dichiarato: "Circa la metà delle richieste sottoposte all’Ufficio del Mediatore del Parlamento europeo per i casi di sottrazione internazionale di minori da parte di un genitore denunciano irregolarità nell’applicazione del diritto europeo. È dunque importante valutare attentamente l’applicazione del regolamento 2201/2003 allo scopo di apportare correzioni, ove necessario, e garantire un’attuazione uniforme ed efficace della normativa. Per questo motivo, anche il Parlamento europeo sta effettuando uno studio sulla sottrazione internazionale di minori in Europa, che mira a valutare il quadro giuridico e la sua attuazione, a livello europeo e nazionale, al fine di garantire una maggiore certezza per i cittadini e tutelare meglio i minori coinvolti in queste situazioni." La relazione pubblicata oggi dalla Commissione europea è giunta alla conclusione che le norme Ue attualmente in vigore hanno significativamente migliorato la situazione dei cittadini nel risolvere le loro controversie transfrontaliere in materia matrimoniale e di responsabilità genitoriale. Il regolamento del 2003 relativo alla competenza, al riconoscimento e all´esecuzione delle decisioni in materia matrimoniale e in materia di responsabilità genitoriale per i figli minori ha consentito di evitare procedimenti giudiziari paralleli in diversi paesi dell’Ue, identificando il paese in cui le autorità giurisdizionali sono competenti a trattare un caso di divorzio e questioni di responsabilità genitoriale (come l’affidamento e i diritti di visita) — anche per i figli nati al di fuori del matrimonio. Esso ha inoltre creato un sistema di cooperazione tra le autorità centrali di uno Stato membro in materia di responsabilità genitoriale e ha facilitato l’esecuzione dei diritti di visita dei genitori e di alcuni provvedimenti di ritorno emessi al fine di garantire il rapido ritorno del minore nei casi di sottrazioni transfrontaliere ad opera di un genitore. Tuttavia, la relazione rivela anche alcune importanti carenze nel quadro giuridico attualmente in vigore: per quanto riguarda le norme relative all´identificazione dello Stato Ue in cui l’autorità giurisdizionale è competente in materia matrimoniale e di responsabilità genitoriale, l’assenza di una norma uniforme e completa sulla competenza giurisdizionale atta a coprire tutte le situazioni dà luogo ad incertezza giuridica e a disparità di accesso alla giustizia per i cittadini dell´Unione; la libera circolazione delle decisioni in materia matrimoniale e in materia di responsabilità genitoriale non è ancora pienamente garantita e alcune categorie di decisioni devono ancora essere sottoposte a procedure lunghe e onerose prima di poter essere riconosciute in un altro paese dell’Ue; le decisioni emesse in altri Stati membri si rivelano spesso difficili da applicare a causa delle divergenze tra le norme procedurali degli Stati membri, ad esempio, per quanto riguarda l’audizione del minore; la cooperazione tra le autorità centrali degli Stati membri può essere migliorata, in particolare quando si tratta di raccogliere e scambiare informazioni sulla situazione del minore nei casi di sottrazione. Al fine di vagliare le possibili soluzioni, nei prossimi 3 mesi (dal 15 aprile al 18 luglio) verrà avviata una consultazione pubblica sull’applicazione delle norme vigenti. Allo stesso tempo, una campagna di sensibilizzazione a livello europeo fornirà informazioni mirate alle famiglie internazionali sulla sottrazione transfrontaliera di minori ad opera di un genitore e sull’affidamento dei figli e i diritti di visita, allo scopo di migliorare la conoscenza dei loro obblighi e dei loro diritti. Contesto Il regolamento Bruxelles Ii bis (regolamento n. 2201/2003) costituisce la pietra angolare della cooperazione giudiziaria europea in materia matrimoniale e di responsabilità genitoriale. Le controversie su questioni familiari nell’Ue sono aumentate a causa della crescente mobilità dei cittadini e all´aumento del numero di famiglie internazionali. In tale contesto, il regolamento prevede norme comuni per risolvere i conflitti di competenza giurisdizionale tra gli Stati membri e facilitare la libera circolazione delle decisioni nell’Ue mediante disposizioni sul loro riconoscimento e ed esecuzione in un altro Stato membro. Nei casi di sottrazione transfrontaliera di minori ad opera di un genitore, il regolamento mette a disposizione una procedura per il ritorno del minore al luogo della sua residenza abituale. Il regolamento è in vigore dal 1º marzo 2005 in tutti gli Stati membri, eccetto la Danimarca. Il regolamento prevede inoltre norme comuni per risolvere i conflitti di competenza giurisdizionale tra gli Stati membri e facilita la libera circolazione delle decisioni nell’Ue mediante disposizioni sul loro riconoscimento ed esecuzione in un altro Stato membro. Nel 2006, la Commissione ha proposto di modificare il regolamento relativamente alla competenza giurisdizionale e ha introdotto norme sul diritto applicabile in materia matrimoniale. Non è stato possibile raggiungere l’unanimità in seno al Consiglio per quanto riguarda le norme relative al diritto applicabile e di conseguenza, e la Commissione ha dunque ritirato la proposta di modifica del regolamento del 2006. Sulla base di nuove proposte della Commissione, 14 Stati membri hanno deciso di instaurare una cooperazione rafforzata tra loro e hanno adottato un regolamento che stabilisce norme nel settore della legge applicabile al divorzio e alla separazione personale (regolamento Roma Iii). Da allora hanno aderito altri due paesi dell’Ue (cfr. Ip/13/975). È stata la prima volta che la cooperazione rafforzata è stata utilizzata nell’Unione (Ip/10/1035). |
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PARLAMENTO EUROPEO: NUOVE MISURE PER INCORAGGIARE I LOBBISTI A FIRMARE IL REGISTRO PER LA TRASPARENZA DELL’UE |
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Strasburgo, 16 aprile 2014 - Martedì il Parlamento ha approvato le misure volte a incoraggiare i lobbisti che lavorano con le istituzioni europee a firmare il registro pubblico per la trasparenza dell’Ue. I deputati hanno chiesto nuovamente di rendere il registro obbligatorio e approvato nuove disposizioni per spingere i gruppi di interesse a creare legami più chiari con l’Ue. "Per evitare che la forza di pochi prevalga sugli interessi di molti, l´attività dei gruppi d´interesse (...) deve essere trasparente e seguire norme rigorose". Queste modifiche (...) costituiscono un passo in avanti in questa direzione, anche se parziale (...) rispetto alla richiesta del Parlamento di istituire un registro obbligatorio", ha affermato il relatore Roberto Gualtieri (S&d, It) durante il dibattito di lunedì. La decisione stata approvata con 646 voti a favore a 7, con 14 astensioni. A oggi, si stima che il 75% di tutte le importanti organizzazioni collegate alle imprese e circa il 60% delle Ong che operano a Bruxelles abbiano firmato il registro. Il Parlamento ha chiesto alla Commissione di presentare una proposta legislativa, entro la fine del 2016, per rendere obbligatorio tale registro. Incentivi - I deputati hanno chiesto i seguenti incentivi per incoraggiare i lobbisti a firmare il registro: Incoraggiare i funzionari del Parlamento e i deputati, quando sono avvicinati da una società di lobby non registrata, a spronarla a registrarsi prima di incontrare il suo rappresentante; Limitare l’accesso ai locali del Parlamento alle organizzazioni e alle persone non registrate; Facilitare l´autorizzare per l´organizzazione di eventi congiunti presso i locali del Parlamento per i lobbisti registrati; Facilitare la trasmissione di informazioni, anche attraverso specifiche mailing list, per I lobbisti registrati; Consentire ai lobbisti registrati di partecipare in qualità di oratori alle audizioni; Limitare il patrocinio del Parlamento agli eventi dei lobbisti registrati; Il Parlamento ha chiesto anche alla Commissione di adottare misure simili. Definizioni più chiare - Il Parlamento chiede una definizione più dettagliata di “comportamento scorretto” come definito nel Codice di condotta allegato al Registro e una piena divulgazione dell’identità di tuti i clienti rappresentati da ogni organizzazione registrata. Contesto e prossime tappe - Il registro attuale è stato istituito congiuntamente dal Palamento e dalla Commissione nel 2011. Il Parlamento ha sempre voluto il registro obbligatorio, ma ha riscontrato difficoltà nel trovare una base giuridica adeguata a ciò nel trattato dell’Unione Europea. Queste nuove misure saranno attuate internamente dal Parlamento. |
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IL PARLAMENTO EUROPEO PROTEGGE I CONTRIBUENTI IN CASO DI AIUTI ALLE BANCHE IN DIFFICOLTÀ |
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Strasburgo, 16 aprile 2014 - Tre normative Ue per garantire che le banche si assumano i rischi di un fallimento piuttosto che fare affidamento sul denaro dei contribuenti sono state approvate dal Parlamento martedì. Due testi riguardano la ristrutturazione e la liquidazione delle banche in difficoltà, e un terzo impone che siano le banche, e non i contribuenti, a garantire il rimborso dei depositi correnti fino a 100.000 euro nel caso di fallimento di una banca. Queste misure completano il sistema di vigilanza bancaria unica, già in vigore, e fanno compiere all´Ue un grosso passo in avanti sulla via dell´Unione bancaria. Il Parlamento ha ottenuto concessioni sostanziali durante i negoziati con i ministri delle finanze durante i colloqui guidati da Elisa Ferreira (S&d, Pt), in particolare sull´istituzione di un unico fondo di risoluzione di 55 miliardi di euro finanziato dalle banche. Il testo finale riduce notevolmente la possibilità che giochi di potere possano bloccare le misure da adottare per le banche e garantisce che il fondo sia istituito rapidamente e utilizzato in modo equo. Nella direttiva su ristrutturazione e risoluzione delle banche, i cui negoziati sono stati guidati da Gunnar Hökmark (Ppe, Se), i deputati sono riusciti a collegare qualsiasi utilizzo di denaro pubblico a procedure molto rigorose. Le norme sulla garanzia dei depositi, aggiornate durante i negoziati guidati da Peter Simon (S&d, De), permettono ai depositanti di ottenere il rimborso dei loro soldi molto più velocemente nel caso di fallimento di una banca e introducono l´obbligo per le banche di istituire dei sistemi di garanzia con denaro reale, piuttosto che con semplici impegni. Per ulteriori dettagli su queste questioni, si prega di consultare la nota informativa (link a destra). Le banche devono finanziare perdite e fondi di garanzia, Durante la crisi economica, le perdite di molte banche sono state trasferite sul contribuente, lasciando il valore delle banche stesse praticamente intatto. Il nuovo sistema di "Bail-in", introdotto dalle due normative sulla risoluzione delle crisi bancarie, stabilisce invece che siano i proprietari della banca (gli azionisti) e i creditori (soprattutto i possessori di obbligazioni) a essere in prima linea per assorbire le perdite di una banca, prima che sia fatto ricorso a fonti esterne di finanziamento. Esempi di come tali regole dovrebbero funzionare sono disponibili nella nota informativa. Le due normative sulla risoluzione bancaria imporranno inoltre alle banche di finanziare fondi di riserva per coprire ulteriori perdite dopo che è stato utilizzato il bail-in. I paesi dell´Unione bancaria (tutta l´Eurozona e, eventualmente, chi sceglie di farne parte) condivideranno un fondo unico di risoluzione di 55 miliardi di euro, finanziato dalle banche, che sarà creato gradualmente nel corso di 8 anni. Ai paesi esterni all´Unione bancaria sarà richiesto di istituire, entro 10 anni, un proprio fondo, sempre finanziato dalle banche, pari all´1% dei depositi coperti. Meno ingerenza politica, I deputati hanno a lungo sostenuto che quando una banca naviga in cattive acque, le decisioni che ne conseguono devono essere basate su considerazioni tecniche, mentre alcuni Stati membri avrebbero preferito dare ai propri ministeri delle finanze un ruolo chiave nel decidere come gestire, caso per caso, l´utilizzo del fondo unico di risoluzione bancaria. Il compromesso finale limita in modo significativo la possibilità di esercitare pressioni politiche, al fine di consentire una risposta più equa, rapida e a costi minori alle eventuali difficoltà delle banche. Correntisti meglio protetti, L´aggiornamento delle norme Ue sul sistema di garanzia dei depositi obbligherà i paesi a istituire degli schemi di rimborso per i depositi garantiti (fino a 100.000 euro), finanziati dalle banche, nel caso la banca in difficoltà non sia in grado di farlo. In tal modo, i contribuenti non dovrebbero sostenere i costi di garanzia di tali depositi. I deputati hanno infine garantito un rimborso più rapido. L´importo totale del deposito garantito sarà disponibile entro 7 giorni lavorativi e una somma di sussistenza (decisa paese per paese) entro 5 giorni. I deputati hanno anche inserito clausole che introducono la possibilità che, nel caso un correntista abbia temporaneamente sul proprio conto più di 100.000 euro (ad esempio a causa della vendita di una casa) tutto o una parte dell´importo in eccesso sia protetto per almeno 3 mesi. Risultati delle votazioni - Ferreira, meccanismo unico e fondo di risoluzione: 570/88/13, Hokmark, ristrutturazione e risoluzione delle banche: 584/80/10, Simon, aggiornamento della direttiva di garanzia dei depositi approvato senza votazione (seconda lettura). |
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PARLAMENTO EUROPEO: CONTI BANCARI DI BASE PER TUTTI |
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Strasburgo, 16 aprile 2014 - Con la nuova legge approvata martedì dal Parlamento, chiunque risieda legalmente nell´Ue avrà il diritto di aprire un conto bancario di base e a nessuno potrà essere negato tale diritto sulla base della nazionalità o del luogo di residenza. Questa normativa dovrebbe inoltre garantire che le spese e le regole per tutti i conti bancari siano trasparenti e comparabili e rendere più facile passare da un conto corrente a un altro che offre condizioni migliori. "Questa direttiva ha l´obiettivo permettere agli utenti di utilizzare servizi di pagamento comuni. Garantire l´accesso ai conti di base per tutti i consumatori, compresi i migranti e i cittadini in mobilità, stimolerà la modernizzazione economica, faciliterà la libera circolazione e aiuterà i più svantaggiati ", ha dichiarato il relatore Jürgen Klute (Gue/ngl, De). Il testo è stato approvato con 603 voti favorevoli, 21 voti contrari e 51 astensioni. Accesso aperto - Il Parlamento ha chiesto che i conti bancari di base siano offerti da tutti, o almeno da un numero di istituti di credito in tutti gli Stati Ue tale da garantire sia un facile accesso per tutti, sia la competitività delle offerte. Tali offerte non dovranno essere limitate alle banche che forniscono esclusivamente servizi online. Chiunque risieda legalmente nell´Ue, anche senza fissa dimora, potrà aprire un conto di base. Tuttavia, gli Stati membri potrebbero richiedere ai futuri clienti di indicare il loro interesse e la finalità dell´apertura del conto, a condizione che rispettino pienamente i diritti fondamentali del cliente e che l´esercizio di tale diritto non risulti eccessivamente complicato o gravoso per il consumatore. Informazioni chiare - La legge garantisce che chiunque apra un conto bancario sia in grado di capirne le commissioni e tassi d´interessi e di confrontare le offerte: questa informazione deve essere chiara e standardizzata in tutta l´Ue. In ogni Stato membro dell´Ue, dovrà essere creato almeno un sito web indipendente che permetta di confrontare i tassi d´interesse e le tariffe applicate dalle banche, che dovranno inoltre informare i propri clienti sulla possibilità di aprire conti bancari di base. Caratteristiche del conto bancario di base - I conti bancari di base consentono ai clienti di effettuare pagamenti o prelievi ed eseguire operazioni di pagamento all´interno dell´Ue, ivi comprese le operazioni mediante carte di pagamento e online. Ai clienti deve essere consentito un numero illimitato di tali operazioni, a costo zero o addebitando una cifra ragionevole. Tuttavia, gli Stati membri possono decidere che tali conti non possano prevedere uno scoperto oppure limitarne l´ammontare. Cambiare conto sarà più facile per tutti i clienti - Per beneficiare delle migliori offerte in Europa, ai clienti dovrà essere possibile, per una cifra ragionevole, cambiare conto bancario. Il passaggio da un conto a un altro - nella stessa valuta e nello stesso paese - sarà effettuato dalla banca che riceve la richiesta di apertura di conto, previa autorizzazione del titolare del conto. Tutti i bonifici in entrata, gli ordini permanenti e gli addebiti diretti da trasferire sul nuovo conto, dovranno essere identificati. Entro due giorni lavorativi dal ricevimento dell´autorizzazione, la banca ricevente dovrà chiedere al prestatore di servizi di pagamento trasferente di eseguire le operazioni autorizzate. Le banche saranno infine tenute a rimborsare senza indugio ogni perdita finanziaria derivante direttamente da difetti nel processo di cambiamento del conto. Prossime tappe - Per entrare in vigore, le nuove norme devono essere ufficialmente approvate dagli Stati membri, che avranno poi 24 mesi per recepirle nella legislazione nazionale . |
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PARLAMENTO EUROPEO: INFORMAZIONI PER I PICCOLI INVESTITORI |
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Strasburgo, 16 aprile 2014 - Martedì sono state approvate nuove norme Ue in materia di informazioni che i piccoli investitori, ossia quelli non professionisti, dovrebbero ricevere prima di firmare un contratto. Queste informazioni saranno fornite obbligatoriamente in un documento informativo, in formato A4 lungo non più di tre pagine (Key Information Document - Kid). Facile lettura del Kid - Prima di firmare un contratto, a tutti gli investitori non professionisti dovrebbero essere consegnate le tre pagine, in formato A4, del Kid così da aiutarli a capire e a confrontare prodotti di investimento preassemblati e basati sulle assicurazioni (i Priips, packaged retail and insurance-based investment products), a stimare il costo totale del loro investimento, nonché a essere consapevole del rapporto di rischio-rendimento. Il Kid dovrebbe essere chiaramente separato dalla documentazione commerciale e preparato dall’entità, che deve essere chiaramente identificabile, che ha creato il prodotto. I negoziatori del Parlamento hanno ottenuto che, quando possibile, gli investitori saranno informati se il loro investimento contribuirà a progetti con finalità ambientali o sociali. I deputati hanno constatato che, sebbene i Priips possono aiutare i piccoli investitori a diversificare i rischi in molti settori economici, sono tuttavia “non semplici” e, quindi, posso trarre in inganno. I deputati hanno quindi assicurato che, se possibile, agli investitori sarà consegnato anche una “avvertenza di complessità” per avvertire che “il presente prodotto è considerato alquanto complesso e potrebbe non essere idoneo per tutti gli investitori al dettaglio." Prodotti d´investimento contemplati - Le nuove norme si applicano a tutti i prodotti d´investimento destinati ai piccoli investitori. Le norme, tuttavia non si applicano a: prodotti di assicurazione non sulla vita, contratti di assicurazione sulla vita nel caso in cui i beneficiari sotto contratto possano essere pagati solo in caso di morte o per incapacità a causa di infortunio, malattia o infermità, o depositi diversi da depositi strutturali e titoli. Saranno anche esentati dal campo di applicazione della legislazione i regimi pensionistici ufficialmente riconosciuti, i prodotti previdenziali che, ai sensi del diritto nazionale, sono riconosciuti come aventi lo scopo primario di fornire all’investitore un reddito in pensione e prodotti pensionistici individuali per i quali è richiesto un contributo finanziario dal datore di lavoro. Responsabilità per le perdite - I Kid non devono essere fuorvianti. Se un piccolo investitore è in grado di dimostrare che la perdita finanziaria è stata causata dalle informazioni imprecise o incoerenti del Kid rispetto a tutti i documenti contrattuali vincolanti, allora, il produttore del prodotto di investimento potrebbe essere responsabile, ai sensi del diritto nazionale. Prossime tappe - La relazione è stata approvata con 637 voti a favore, 26 contrari e 16 astensioni. Le nuove norme devono ancora essere formalmente approvate dagli Stati membri, che avranno poi due anni per renderle applicabili. |
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PARLAMENTO EUROPEO: I LAVORATORI UE POTRANNO TRASFERIRE LA PENSIONE INTEGRATIVA QUANDO SI SPOSTANO ALL’ESTERO |
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Strasburgo, 16 aprile 2014 - I lavoratori comunitari che si trasferiscono in un altro paese dell’Ue potranno usufruire a pieno dei diritti pensionistici grazie a un progetto legislativo approvato dal Parlamento martedì. Il progetto legislativo deve ancora essere approvato formalmente dal Consiglio dei ministri. "Il testo rappresenta un miglioramento effettivo per molti lavoratori. Si tratta di un grande passo avanti per la libera circolazione dei lavoratori e una spinta verso un´Europa sociale", ha dichiarato la relatrice Ria Oomen-ruijten (Ppe, Nl), che ha aggiunto: "Una buona pensione è una necessità, ora che gli europei possono aspettarsi di vivere molto più a lungo". Diritto a una pensione completa - Le attuali norme Ue garantiscono che i lavoratori che si spostano in un altro paese dell’Ue non perdano i loro diritti pensionistici obbligatori, cioè quelli forniti dallo Stato. Tuttavia, non esistono norme comunitarie equiparabili per i regimi pensionistici integrativi, finanziati o co-finanziati dai datori di lavoro. Per tale motivo, i lavoratori che si spostano tra gli Stati membri rischiano oggi di perdere i loro diritti acquisiti, se il periodo temporale di residenza non è ritenuto sufficientemente lungo dallo Stato in cui si trasferiscono. Un massimo di tre anni per qualificarsi - Secondo le nuove regole invece, tale "periodo di maturazione", il periodo d´iscrizione attiva a un regime pensionistico necessario a una persona per mantenere i diritti pensionistici integrativi, non può superare i tre anni. I deputati hanno inserito una clausola che prevede che i lavoratori frontalieri debbano beneficiare dello stesso livello di tutela. Gli Stati membri avranno quattro anni di tempo per trasporla nel diritto nazionale. Prossime tappe - L’atto legislativo deve ora essere formalmente approvato dal Consiglio dei ministri. Contesto - Un progetto di testo è stato presentato dalla Commissione nel 2005 e rivisto nel 2007. La prima lettura in Parlamento ha avuto lungo nel 2007. L’atto è stato poi bloccato in Consiglio per sei anni a causa delle differenze tra i regimi pensionistici degli Stati membri e la necessità di un voto unanime. Con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, è entrata in vigore la maggioranza qualificata, permettendo così la ripresa dei negoziati e il raggiungimento dell´accordo confermato con questa votazione. |
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PARLAMENTO EUROPEO: LAVORORI DISTACCATI ALL´ESTERO: "LA LEGGE ESISTE, BISOGNA APPLICARLA" |
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Strasburgo, 16 aprile 2014 - Il mercato unico permette alle aziende di inviare un loro impiegato in uno Stato membro per fornire servizi da lontano. Molti temono però che stata pratica possa essere utilizzata per raggirare le regole locali sul lavoro. I deputati votano questa settimana delle regole per mettere fine agli abusi e per tutelare meglio i lavoratori distaccati. Abbiamo incontrato Danuta Jazlowiecka, deputata polacca di centro destra, prima del dibattio in plenaria, il 15 aprile, e del voto il 16. Come evitare gli abusi dei lavoratori distaccati all´estero legati alla concorrenza sleale o all´aggiramento delle regole relative alla sicurezza sociale? La legge esiste, ma dobbiamo fare in modo che funzioni. La direttiva sarà votata mercoledí e contiene molti strumenti per tutelare i diritti dei lavoratori assicurando modalità e condizioni minime, proteggendo gli standard delle sicurezza sociale stabiliti in ogni Stato membro. La Polonia è uno dei paesi che invia più lavoratori all´estero. Saranno più tutelati? Questa direttiva non riguarda unicamente i lavoratori polacchi. Anche la Francia e la Germania hanno molti lavoratori all´estero. La direttiva obbligherà gli Stati membri a applicare le regole permettendo ai lavoratori di beneficiare dei loro diritti. Coloro che impiegano o i subappaltatori saranno responsabili in caso di abuso nel settore della costruzione. Può farci altri esempi? L´obbligo di stabilire questo meccanismo nel settore della costruzione è dovuto alle sue specificità e alle lunghe catene di subappalti. Sarà possibile per gli Stati membri di estendere il meccanismo ad altri settori, se necessario. |
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IL PARLAMENTO APPROVA 3 MILIONI DI EURO PER LAVORATORI LICENZIATI IN ITALIA |
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Strasburgo, 16 aprile 2014- Martedì, il Parlamento ha deciso che i lavoratori italiani licenziati dal settore della produzione di televisori riceveranno 3 milioni di euro dal Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg) per aiutarli a rientrare nel mondo del lavoro. La decisione di aiutare i 1.400 lavoratori italiani deve ancora essere approvata dal Consiglio Ue. Meno domanda di televisori italiani - Il produttore televisivo italiano Vdc Technologies ha dovuto chiudere il suo stabilimento di Frosinone a causa della forte concorrenza proveniente dalla Cina. Questo ha portato al licenziamento forzato di 1.218 dipendenti di Vdc Technologies e di 54 di Cervino Technologies. Le autorità riceveranno € 3.010.985 per aiutare i 1.146 lavoratori che incontrano le maggiori difficoltà a trovare un nuovo impiego. Un importo equivalente sarà assegnato dalle autorità italiane. Vdc Technologies e Cervino non sono le uniche aziende della regione Lazio che hanno subito gli effetti combinati della crisi economica e dei cambiamenti nei flussi commerciali globali. Sia l´attività economica sia l´occupazione sono diminuite a causa della globalizzazione, secondo quanto affermano le autorità italiane. La disoccupazione è in aumento (fino al 10,8% nel 2012 dall´8,5% nel 2009) e le esportazioni dei principali settori industriali della regione si stanno riducendo. La risoluzione è stata approvata con 592 voti a favore, 72 voti contro e 9 astensioni. Contesto - Il Feg contribuisce ad aiutare i lavoratori licenziati a trovare un nuovo lavoro. Il limite annuale di finanziamento è fissato a €150 milioni. Ai lavoratori licenziati sono offerte misure quali il sostegno per imprese start-up, l’assistenza nella ricerca, l’orientamento professionale e vari tipi di formazione. Nella maggior parte dei casi, le autorità nazionali hanno già avviato le misure e avranno il rimborso delle spese effettuate dall’Eu una volta che le loro misure sono state approvate. |
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LE DECISIONI DELLA GIUNTA REGIONALE DEL PIEMONTE |
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Torino, 16 aprile 2014 - Cantieri di lavoro, creazione di imprese, borse di studio universitarie, pagamento del bollo on line ed aiuti agli enti locali sono i principali argomenti affrontati questa mattina dalla Giunta regionale. La riunione è stata coordinata dal presidente. Cantieri di lavoro. Su proposta dell’assessore al Lavoro, sono stati ripartiti alle Province 2.700.000 euro per l’avvio di cantieri di lavoro destinati a persone inoccupate o disoccupate in cerca di occupazione e che incontrano gravi difficoltà di reinserimento per età e storia professionale, che saranno utilizzate per attività forestale, vivaistica, di rimboschimento, di sistemazione montana, di costruzione di opere di pubblica utilità. Con altri 500.000 euro le Province potranno attivare cantieri di lavoro per l’impiego temporaneo e straordinario di detenuti in regime di esecuzione penale esterna. Creazione di imprese. Sempre su proposta dell’assessore al Lavoro, sono stati definiti i criteri che verranno seguiti da quest’anno per esaminare le domande presentate dalle imprese e dai lavoratori autonomi che intendono usufruire di servizi di accompagnamento ed assistenza tecnica per lo sviluppo di iniziative di autoimpiego e di creazione di imprese individuali, società di persone, di capitali e cooperative. Diverse le novità previste: semplificazione delle procedure di concessione ed erogazione dei contributi, inserimento tra i destinatari delle società a responsabilità limitata semplificata, possibilità di presentazione delle domanda entro 24 mesi dalla costituzione delle imprese individuali o dall’attribuzione della partita Iva. Borse di studio universitarie. Come proposto dall’assessore all’Università, per l’erogazione delle borse di studio universitarie 2014-15 vengono confermati gli stessi criteri adottati durante lo scorso anno accademico, che con l’applicazione di medie normalizzate per ogni corso di laurea hanno permesso di sostenere gli studenti più meritevoli. Lo stanziamento regionale è di 10 milioni di euro, ai quali andranno aggiunti fondi statali ancora da quantificare. Bollo on line. Come proposto dagli assessori al Bilancio, alla Sanità e alla Modernizzazione della Pubblica amministrazione, grazie all’adesione della Regione al Nodo nazionale dei pagamenti elettronici entro il mese di luglio sarà possibile pagare il bollo auto anche ricorrendo a sistemi come il conto corrente bancario on line e l’home banking. Queste forme di riscossione si andranno ad aggiungere ai canali ad oggi autorizzati (Aci, agenzie di pratiche auto, Poste Italiane, tabaccai). Enti locali. Fissati, su proposta dell’assessore agli Enti locali, i criteri del bando che verrà emesso per concedere i contributi regionali (1.000.000 di euro) e statali (800.000 euro) a sostegno della gestione associata delle funzioni fondamentali. Potranno partecipare le Unioni di Comuni e le convenzioni plurifunzionali tra Comuni istituite entro il 31 dicembre 2013 e le Comunità montane che svolgono almeno due funzioni fondamentali tra l’organizzazione generale dell’amministrazione, la polizia municipale, la pianificazione urbanistica, l’edilizia ed i servizi scolastici, il trasporto, il catasto, la Protezione civile ed i servizi sociali. Sono stati inoltre approvati: - su proposta dell’assessore all’Agricoltura e alla Caccia, il calendario venatorio per la stagione 2014-2015, l’emanazione di un bando per i servizi di consulenza alle aziende agricole, dell’importo complessivo di 2 milioni di euro, ed il piano annuale di intervento a sostegno dei costi per la difesa del bestiame dalle predazioni dei canidi sui pascoli collinari e montani; - su proposta dell’assessore all’Ambiente, il parere favorevole sulla compatibilità ambientale del progetto di modifica gestionale della raffineria Sarpom di San Martino di Trecate (No); - su proposta dell’assessore all’Istruzione, la continuazione durante l’anno scolastico 2014-15 del progetto di sensibilizzazione sul risparmio energetico e la sostenibilità ambientale; - su proposta degli assessori al Personale e alle Pari opportunità, il piano per l’utilizzo del telelavoro per il personale della Giunta regionale valido per il triennio 2013-2015; - su proposta dell’assessore al Patrimonio, la cessione senza corrispettivo alla Provincia di Torino di una porzione di terreno di proprietà regionale necessaria per la realizzazione di una rotatoria in corrispondenza del nuovo accesso al parco della Mandria posto in prossimità della Cascina Oslera; - su proposta dell’assessore alla Sanità e Politiche sociali, la definizione delle tariffe delle strutture residenziali sanitarie e socio-sanitarie per minori per gli anni 2014 e 2015, nonché le indicazioni operative riguardanti i luoghi per il diritto-dovere di visita e di relazioni (i cosiddetti luoghi neutri per il mantenimento dei rapporti genitori-figli in caso di separazione conflittuali e quando il minore è collocato fuori dalla famiglia di origine); - su proposta dell’assessore all’Urbanistica, la concessione al Comune di Ponzone (Al) di 65.300 euro per il recupero edilizio di un immobile in corso Acqui destinato all’edilizia sociale. |
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BASILICATA, MANOVRA FINANZIARIA; PITTELLA: EMERGENZE E OBIETTIVI DI SVILUPPO |
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Potenza, 16 aprile 2014- Un bilancio che “nonostante l’agibilità finanziaria ridottissima e di proporzioni modeste”, ha cercato di recuperare spazi finanziari, non rinunciando “alla messa in campo di politiche sui principali asset di crescita e di benessere della società lucana” e “facendo leva sulla razionalizzazione e l’innovazione efficiente del sistema pubblico regionale, le nuove opportunità aperte dal ciclo comunitario 2014/2020 e la qualificazione aggiornata dei negoziati sulle risorse regionali”. Così il presidente della Regione, Marcello Pittella, presentando al Consiglio regionale la manovra finanziaria per il 2014. “Nel 2013 – ha affermato – è continuata la fase congiunturale sfavorevole già osservata nel 2012, ma anche “se si avvertono segnali di ripresa ancora deboli che allineano la Basilicata al trend nazionale”, è “il mercato del lavoro quello che crea più preoccupazione, avendo risentito ancora nello scorso anno gli effetti negativi della crisi”. Perciò di fronte alla situazione economica e sociale della regione, “grave e per certi versi drammatica”, il bilancio ha previsto misure finalizzate alla coesione sociale e al sostegno alle fasce sociali più deboli. Tra queste, sicuramente, il prelievo fiscale aggiuntivo sull’Irpef per i redditi superiori ai 55 mila euro (+0,50%) e 75 mila euro (+1,10%), da redistribuire a favore delle categorie svantaggiate “dando sostanza – ha spiegato il governatore - ai valori di equità, giustizia e solidarietà”. Altre risorse, invece, sono state destinate al completamento dei pagamenti degli ammortizzatori sociali in deroga, ai piani sociali di zona e al differimento della conclusione del programma di contrasto delle condizioni di povertà e di esclusione sociale, su cui c’è l’impegno di giungere a una legge organica “finalizzata a restituire maggiori opportunità e migliori possibilità per un’occupazione stabile”. “Oltre al contenimento delle emergenze – ha detto ancora Pittella – l’obiettivo dichiarato rimane quello di superare l’approccio tradizionale alla finanza pubblica, e ripensare il rapporto tra evoluzione della spesa regionale e sua governance” , mettendo in campo azioni orientate verso lo sviluppo economico, la cooperazione territoriale, l’innovazione del sistema regionale, “ormai non più rinviabili per il perdurare delle crisi e di fermento sociale che animano costantemente la scena del dibattito pubblico”, non ultima “la vertenza sul petrolio aperta con il Governo nazionale e le aziende estrattive”. Così la manovra introduce provvedimenti di Spending Review, “alcuni legati agli obiettivi di mantenimento del limite programmatico derivante dal Patto di Stabilità Interno, altre a riduzioni degli emolumenti per cariche in organismi regionali”. Sempre sul versante della razionalizzazione si colloca “l’istituzione della Stazione Unica Appaltante che genera risparmi sensibili della spesa pubblica e determina condizioni operative improntate ad una nuova efficienza organizzativa”. In questo quadro si pongono “le azioni di ristoro a favore di imprese e cittadini per ridurre la difficoltà di accesso al credito e migliorare invece la sua circolarità; le accelerazioni sul riordino del sistema di governo locale atte a promuovere la trasformazione delle Aree programma in Unioni di Comuni; gli interventi volti al miglioramento dei servizi del trasporto pubblico locale e semplificazione burocratica per le agevolazioni alle Pmi”. “Sul fronte comunitario – ha sostenuto ancora il presidente - si è disposta, per garantire l’avvio immediato dei progetti connessi alla programmazione europea 2014/2020, l’anticipazione regionale di ben 26 milioni di euro, da destinare, a progetti di riqualificazione edilizia, di sviluppo e di cultura con l’intento di voler rianimare il mercato regionale del lavoro e delle imprese”. Infine, con la Legge di stabilità, gli enti strumentali adotteranno il sistema informativo contabile della Regione, ottenendo una maggiore armonizzazione utile “dinnanzi alle incertezze delle manovre finanziarie dello Stato” per selezionare obiettivi e priorità in fase della programmazione. |
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AOSTA, APPROVAZIONE DEL RENDICONTO GENERALE DEL 2013 E ASSESTAMENTO DEL BILANCIO DI PREVISIONE 2014/2016 |
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Aosta, 16 aprile 2014 - L’assessore al bilancio, finanze e patrimonio comunica che nella seduta di oggi, venerdì 11aprile, la Giunta regionale ha esaminato i disegni di legge riguardanti il Rendiconto generale della Regione per l’esercizio finanziario 2013 e l’Assestamento del bilancio di previsione per l’anno finanziario 2014 ed ha deciso l’invio degli stessi al Consiglio regionale per la loro approvazione. Il rendiconto 2013, ricorda l’Assessore fa seguito al bilancio di previsione approvato a novembre 2012 che è stato necessario modificare in corso d’anno per adeguare la programmazione finanziaria agli obiettivi complessivi di politica economica e di contenimento della spesa pubblica previsti dalla Spending review. Come conseguenza, pertanto, il rendiconto 2013 è caratterizzato dal pesante contributo di 197,5 milioni di euro accantonati e trattenuti dalle compartecipazioni in favore dello Stato. L’assessore evidenzia inoltre che l’esercizio finanziario 2013 chiude comunque con un avanzo di amministrazione di 59,3 milioni di euro, di cui 42,8 milioni vincolati, che è attribuito all´esercizio 2014 con il disegno di legge di assestamento. Il disegno di legge prevede, nel suo contenuto obbligatorio, la riproposizione dei fondi stato ed europei per un importo di 33,2 milioni di euro. Inoltre, in adempimento agli impegni già assunti da questa maggioranza, è prevista l’assegnazione di 20 milioni di euro ai fondi di rotazione in favore dello sviluppo delle attività economiche valdostane e l’ampliamento a 29 milioni dell’autorizzazione, già prevista in legge finanziaria 2014, per il pagamento dei contributi a fondo perduto relativamente alle domande presentate precedentemente alla loro sospensione avvenuta ad ottobre 2013. Sono inoltre ampliati gli stanziamenti per gli interventi di messa in sicurezza della frana di La Saxe per 2,4 milioni di euro, riferiti alla quota regionale. |
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LA SARDEGNA AL TAVOLO DELLA CONFERENZA DELLE REGIONI: "RINVIATA L´INTESA PER FAR RISPETTARE LE NOSTRE PREROGATIVE" |
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Cagliari, 16 Aprile 2014 - Importante risultato a Roma per la Regione Sardegna, al tavolo della Conferenza delle Regioni e delle province autonome. Il Presidente Francesco Pigliaru e l´assessore degli Affari Generali Gianmario Demuro hanno portato avanti la posizione della Sardegna rispetto ai contenuti dell´allegato 11 "Infrastrutture" del Documento di Economia e Finanza (Def) approvato dal Consiglio dei Ministri e che necessita dell´intesa con le Regioni e le Province Autonome. "Ci siamo opposti all´intesa per far rispettare le prerogative della nostra regione", ha detto il Presidente Pigliaru, spiegando che l´allegato contiene numerosi errori relativi alla Sardegna. "Nonostante la maggior parte delle regioni volesse procedere, con la nostra presa di posizione abbiamo ottenuto una settimana di rinvio per la formulazione dell´intesa, un tempo che permetta di correggere l´allegato e far sì che venga aggiornato con le infrastrutture elencate nell’intesa generale quadro presentata dalla Sardegna e concordata con il Governo, attualmente alla firma del Presidente del Consiglio." All’elenco appartengono, oltre alle infrastrutture stradali e legate al sistema dei trasporti, anche quelle danneggiate dall’alluvione che necessitano di ripristino, e che per essere finanziate devono trovare posto all’interno dell’allegato 11 in discussione. "Grazie alla mediazione della nostra Regione ora si apre una fase di opportuno negoziato", ha aggiunto l’assessore Demuro, sottolineando che al tavolo della Conferenza la Sardegna ha avuto delega di rappresentanza anche dalla Provincia Autonoma di Trento. Tra gli appuntamenti della giornata romana di Francesco Pigliaru, anche quello con il Ragioniere generale dello Stato Daniele Franco e con il Capo di gabinetto del Ministero dell´Economia e delle Finanze, Roberto Garofoli. Insieme all´assessore della Programmazione e Bilancio Raffaele Paci, il Presidente della Regione ha portato all´attenzione la questione del Patto di stabilità. E´ stata una prima interlocuzione che, riconosciuta l´anomalia della Sardegna, ha portato all’accordo di far partire subito un tavolo tecnico. La prima seduta è fissata per giovedì 24, al fine di valutare la situazione e individuare le possibili vie di soluzione, mentre entro un mese è prevista la riunione di un tavolo politico. |
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SARDEGNA: PIGLIARU AL CONSIGLIO REGIONALE: CONFRONTO CONTINUO E COSTANTE |
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Cagliari, 16 Aprile 2014 - "Confermiamo l´intenzione di un confronto continuo e costante con il Consiglio regionale, ribadendo l’auspicio che l’Aula abbia una funzione di controllo sull´Esecutivo attraverso la valutazione degli effetti delle politiche". Lo ha detto il Presidente della Regione Francesco Pigliaru in apertura del suo intervento in Consiglio regionale, rispondendo alle repliche sulle dichiarazioni presentate all´Aula lo scorso mercoledì. Francesco Pigliaru ha poi sottolineato la presenza in Giunta di competenze sia tecniche che politiche, ricordando che il Presidente per primo è stato sottoposto al giudizio degli elettori. Tra i punti toccati nell´intervento, l´allentamento delle maglie del patto di stabilità. "Domani saremo a Roma alla Ragioneria dello Stato e al Ministero dello Sviluppo Economico per portare avanti la richiesta di quanto ci spetta per diritto. Nello stesso tempo, però, siamo impegnati in una rapida revisione di quelle che sono definite spese obbligatorie, tagliando privilegi e sprechi", ha detto Francesco Pigliaru. Il Presidente ha proseguito soffermandosi sulla riforma della Regione, sottolineando la necessità di “rendere flessibili le attività di governo", così come la messa in pratica di "sistemi di premialità veri", che non siano uguali per tutti ma "incentivino la qualità del lavoro riconoscendo il merito e i risultati". Un capitolo del discorso è stato dedicato al tema dell´agricoltura, "un settore fondamentale con enormi potenzialità, che deve diventare moderno e innovativo. Ma l’innovazione passa attraverso l’istruzione, punto centrale del nostro programma e chiave essenziale per dare a tutti pari opportunità e prospettive anche economiche". Francesco Pigliaru ha poi illustrato il programma Garanzia Giovani, appena avviato dalla Giunta regionale, aggiungendo l’impegno a sostenere la partecipazione femminile al mercato del lavoro, “un potenziale enorme che significa crescita e sviluppo". Tante le emergenze su cui il Presidente ha portato l’attenzione, dalle vertenze alle bonifiche, dai cantieri da sbloccare sino alla peste suina, che ha definito "una situazione inaccettabile e disastrosa che prendiamo l´impegno immediato di combattere". Sul tema energia, Francesco Pigliaru si è soffermato sull’assenza del metano, sottolineando che si tratta di "un problema di insularità ed è un nostro diritto la realizzazione della dorsale di distribuzione da parte dello Stato". Nel pomeriggio il Presidente della Regione è tornato nell´aula del Consiglio per aprire i lavori sul tema della revisione del Titolo V della Costituzione. "In campagna elettorale ho sostenuto che la sovranità per noi è un fondamentale esercizio di responsabilità, un esercizio nel quale concentrare tutte le nostre energie per far funzionare al meglio le istituzioni che dipendono da noi", ha detto Francesco Pigliaru. "Dimostriamo di essere in grado di esercitare tutto il potere che ci compete, di esercitarlo in modo efficace utilizzando le risorse in modo efficiente. Continueremo ad attuare questo esercizio di responsabilità e tuteleremo i nostri spazi di sovranità attuali e futuri. Non ci sono riforme del Titolo V che possano farci cambiare idea su questo punto. Vigileremo affinché la riforma in discussione in Parlamento, che al momento non si applica alle regioni speciali, non intacchi il patrimonio di democrazia autonomistica inciso nello Statuto e nelle sue norme di attuazione. L’uso autonomo delle risorse - ha concluso il Presidente della Regione – è un vantaggio per i conti pubblici statali quando dimostriamo di saper fare le cose per noi stessi meglio di come le fa il Governo". |
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SARDEGNA, PIGLIARU ALLA CONFERENZA DELLE REGIONI: "TUTELIAMO I NOSTRI SPAZI DI SOVRANITÀ ATTUALI E FUTURI" |
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Cagliari, 16 Aprile 2014 - Salvaguardare le prerogative della specialità, mettendole al riparo da modifiche unilaterali da parte dello Stato. Questa la posizione della Regione Sardegna al tavolo della Conferenza delle Regioni oggi a Roma, rappresentata dal Presidente Francesco Pigliaru e dall´Assessore degli Affari Generali e Riforme, Gianmario Demuro. Forte dell´ordine del giorno votato ieri dal Consiglio regionale, la Sardegna ha sottoscritto insieme a Sicilia, Friuli Venezia-giulia e le Province autonome di Trento e Bolzano, due proposte di emendamento all´articolo 33 delle disposizioni provvisorie del Ddl costituzionale di riforma del Titolo V, in discussione in Parlamento. Il primo emendamento prevede che l´adeguamento degli Statuti speciali alle nuove norme debba avvenire "previa intesa", confermando il fatto che la riforma non potrà applicarsi automaticamente alle Regioni autonome, e inserendo l´ulteriore garanzia della necessità dell´intesa per le modifiche agli Statuti speciali. Il secondo emendamento consentirebbe alle Regioni autonome anche su propria iniziativa e sempre "previa intesa", di esercitare su delega dello Stato la potestà legislativa anche per materie di esclusiva competenza statale, consentendo alle Regioni autonome di ampliare le competenze legislative. "Stiamo attuando l´impegno di tutelare i nostri spazi di sovranità attuali e futuri", ha detto il Presidente Pigliaru riprendendo le dichiarazioni portate ieri all´attenzione del Consiglio regionale. "Non ci sono riforme del Titolo V che possano farci cambiare idea su questo punto. La riforma in discussione in Parlamento, che al momento non si applica alle regioni speciali, non deve intaccare il patrimonio di democrazia autonomistica inciso nello Statuto e nelle sue norme di attuazione." "La specialità è un valore costituzionale che deve essere difeso e non può essere considerata un intollerabile privilegio", ha affermato l´Assessore degli Affari Generali e Riforme, Gianmario Demuro. "Siamo contrari a una riforma che riporta allo Stato le scelte politiche più significative per la nostra regione. Noi vogliamo esercitare un´autonomia responsabile, quell´autonomia che rispecchia la nostra identità di popolo". |
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CALABRIA: PROGRAMMAZIONE OPERATIVA 2014-2020: “BENE RICONOSCIMENTO SMART, ADESSO STATI GENERALI SU INNOVAZIONE” |
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Catanzaro, 16 aprile 2014 - L’assessore regionale alla programmazione nazionale e comunitaria della Regione Calabria, Giacomo Mancini, intervenendo al convegno all´Università della Calabria dal titolo “Unical-mente sostenibile: un progetto lungo un ponte”, ha sottolineato che “la Regione Calabria segna un’altra importante tappa nel percorso verso la definizione della Programmazione operativa 2014-2020. Infatti, abbiamo ricevuto positiva valutazione, da parte della Commissione Europea e in particolare dalla Direzione Generale Politica regionale e urbana, sulla prima bozza della Strategia regionale di specializzazione intelligente e innovazione, un documento interamente redatto all’interno del Dipartimento Programmazione nazionale e comunitaria della Regione Calabria, con il contributo degli altri dipartimenti regionali e del partenariato costituito durante la preparazione del Documento di Orientamento strategico (Dos). Il documento – ha proseguito l’Assessore Mancini –, la cui definizione dovrà pervenire prima dell’estate e che costituisce condizionalità ex ante per l’approvazione del nuovo Por, individua per la Calabria una serie di aree di possibile specializzazione verso le quali orientare gli investimenti in tema di Ricerca e Sviluppo. Tra queste: Agroalimentare, Edilizia, Logistica, Innovazione sociale e Smart comunities”. Alla luce dei nuovi regolamenti, infatti, il programma operativo dovrà essere sviluppato acquisendo come centrali i contenuti della strategia per l’innovazione, sia per ciò che riguarda il disegno degli strumenti di governo (che dovranno garantire la presenza delle competenze e delle capacità istituzionali indispensabili per realizzare azioni fortemente orientate all’innovazione), che per l’identificazione dei principali capitoli di spesa e l’allocazione delle risorse. Superate le criticità iniziali, “il Documento – si legge nel giudizio dei valutatori comunitari - rappresenta un notevole passo avanti sulla traiettoria di sviluppo di una strategia” precisando che a questo punto “è necessario che tale crescita si consolidi e che i contenuti della Ris diventino parte integrante della nuova programmazione”. “Il prossimo passaggio per la definizione della strategia - ha preannunciato l’Assessore - sarà, nelle prossime settimane, l’organizzazione degli stati generali dell’innovazione nei sistemi produttivi che apriranno i contenuti fin qui definiti ai contributi del più ampio partenariato istituzionale, produttivo e sociale regionale. L’obiettivo – ha concluso Mancini – è pervenire ad una strategia intelligente condivisa che migliori la qualità della vita dei cittadini calabresi e faccia compiere un significativo salto innovativo al sistema produttivo regionale”. |
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DESIGNATI I COMPONENTI DI NOMINA STATALE NELLA COMMISSIONE PARITETICA |
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Aosta, 16 aprile 2014 - La Presidenza della Regione comunica che sono stati nominati i componenti di parte statale della Commissione paritetica. In particolare sono stati designati Marco Cammelli, Presidente della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Marco Olivetti, docente di Diritto Costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza all’Università di Foggia e Paolo Carrozza, Professore ordinario di Diritto costituzionale già presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pisa ed ora presso la Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento S. Anna di Pisa. La Commissione paritetica risulta pertanto così costituita: 1) Marco Cammelli nominato dal Governo. 2) Marco Olivetti nominato dal Governo.. 3) Paolo Carrozza nominato dal Governo.. 4) Adolfo Angeletti nominato dalla Regione. 5) Renato Barbagallo nominato dalla Regione. 6) Roberto Louvin nominato dalla Regione. |
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CONVEGNO “SEMPLIFICA CALABRIA” |
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Catanzaro, 16 aprile 2014 - L’assessore regionale alle Attività Produttive Demetrio Arenaintervenendo al Convegno su "Semplificacalabria" che si è svolto a Lamezia, ha sottolineato l´importanza che circa il novanta per cento dei Comuni Calabresi abbiano giá aderito al progetto che la Regione, assieme alle provincie calabresi, sta portando avanti da qualche anno con l’obiettivo di modernizzare e semplificare l’azione amministrativa, coinvolgendo i diversi settori istituzionali interessati. L´assessore Arena, nel sottolineare la valenza del progetto portato avanti, grazie ai fondi Por Calabria Fesr, ha sostenuto che esso ha anche una grande valenza culturale. "Per i Comuni parlare con un solo soggetto, come la Regione, parlare una sola lingua è un fattore che incide sull´aspetto culturale poichè trasmette al cittadino un messaggio chiaro di servizio, non di una cortesia personale. Il cittadino, con questo servizio potrá, direttamente da casa,seguire la sua pratica ed individuare, eventualmente, i motivi di criticitá, individuando anche su quale scrivania può essersi fermata. In questo contesto, quindi, s´inseriscono altri due obiettivi essenziale che si andranno a raggiungere:la legalitá e la trasparenza. Un altro elemento da non trascurare. - ha detto l´Assessore Arena -è la gratuitá del progetto per i Comuni che giá soffrono l´indiscriminata riduzione delle risorse". Per quanto riguarda la burocrazia, l´Assessore Arena ha parlato della necessitá che essa si attrezzi per fronteggiare il processo di decadenza incalzante qualora non riuscirá a confrontarsi adeguatamente con una normativa che spesso prevale rispetto agli obiettivi". |
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LAVORO, AMMORTIZZATORI IN DEROGA, ASSESSORE LIGURIA A GOVERNO: “SERVE ACCELERARE SU DISTRIBUZIONE RISORSE“ RINNOVATO ACCORDO CON PARTI SOCIALI E ISTITUZIONALI |
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Genova, 15 aprile 2014 - È stato rinnovato l’accordo quadro tra la Regione Liguria e le parti sociali e istituzionali sulla concessione degli ammortizzatori sociali in deroga, cassa integrazione e mobilità, fino al 30 giugno 2014. Lo ha deciso la Giunta regionale su proposta dell’assessore al lavoro, Enrico Vesco. La nuova intesa riguarderà le domande arrivate dal 1 aprile e fino al 30 giugno 2014, secondo quanto previsto dall’accordo iniziale sottoscritto l’8 aprile 2013, scaduto lo scorso 20 dicembre già prorogato di tre mesi, fino a marzo ed ora di altri tre mesi, fino a tutto giugno. I ritardi nei trasferimenti finanziari dello Stato e l’incertezza del quadro normativo di riferimento non ancora risolto dal Governo, hanno convinto ancora una volta la Regione e le parti sociali, come in tutto il resto d’Italia, ad una proroga trimestrale. Sarà l’Inps, come sempre, ad erogare il trattamento solo ed esclusivamente entro i limiti dell’effettiva disponibilità finanziaria. Il rinnovo dell’accordo consente alle aziende che ne faranno richiesta di poter presentare la domanda anche se per il momento non potranno aver accesso materiale ai finanziamenti, in quanto la cassa integrazione e la mobilità in deroga sono in corso di pagamento solo fino ad agosto 2013. “Questo accordo è importante – spiega l’assessore Vesco – ma vi è ancora l’incognita delle risorse per il 2014, in quanto noi stiamo ancora pagando il 2013 e non abbiamo ricevuto finanziamenti sufficienti per coprire tutto l’anno passato. Serve almeno 1 miliardo in più rispetto ai 400 milioni che sono stati ripartiti tra le regioni. Il Ministro Poletti deve accelerare con i trasferimenti perché sono passate due settimane dall’ultimo incontro e nulla si è ancora mosso”. “In Liguria per poter pagare luglio e agosto – continua Vesco – abbiamo utilizzato la prima tranche di risorse messe a disposizione dal Governo per il 2014 per un totale di 8,7 milioni di euro. A questo punto però attendiamo risposte concrete dal Governo per poter ammettere a pagamento le nuove domande”. Per il mese di settembre 2013 ammontano a circa 3.200 i lavoratori in cassa integrazione in deroga e a 1.600 quelli in mobilità in attesa di ricevere una risposta per essere pagati. “A questo proposito – ha chiarito Vesco – ci auguriamo che dal Governo arrivino quanto prima segnali concreti, sia in merito a nuovi finanziamenti, sia per il cambio dei criteri di riparto, che oggi si basano sulla spesa storica che non tiene conto della crisi attraversata da regioni come la Liguria in anni recenti. Non possono, infatti, esserci regioni di serie a e regioni di serie b e, soprattutto, in un momento di crisi come questo non sono ammesse disparità”. |
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TOSCANA: REGIONE E FON.TER, VOUCHER FORMATIVI PER LAVORATORI DI TERZIARIO E TURISMO |
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Firenze, 16 aprile 2014 - I lavoratori delle imprese toscane del settore terziario e del turismo potranno aggiornare e migliorare le proprie competenze professionali grazie a due bandi coordinati, a seguito di un´intesa fra Regione Toscana e Fon.ter (il Fondo paritetico interprofessionale per la formazione continua nel terziario, nato da un accordo fra Cgil, Cisl,uil e Confesercenti). I due bandi, pubblicati in parallelo con la stessa scadenza (la prima è prevista entro il 30 maggio 2014, cui seguiranno successive scadenze trimestrali), finanziano per complessivi 350 mila euro voucher individuali che ciascun lavoratore potrà destinare a percorsi formativi personalizzati. In particolare, il bando della Regione (scarica) prevede di destinare 150 mila euro per la formazione di dipendenti, di imprese del settore terziario e turismo non iscritte a fondi paritetici e 50 mila euro per i dipendenti di imprese iscritte e non iscritte. Serviranno a finanziare voucher individuali per un massimo di 1500. Il bando che, in parallelo, viene pubblicato da Fon.ter, destina 150 mila euro, con modalità analoghe, a favore delle aziende dei settori commercio, servizi e turismo aderenti al fondo. Le aziende toscane aderenti a Fonter sono 5857 (Fonte Inps 2013) di cui 4920 del settore terziario, pari al 84% del totale, sul versante degli addetti, questi con 26474 unità rappresentano il 74% degli aderenti su un totale di 35473. La prevalenza è data dalle micro e piccole imprese (sotto i 50 dipendenti) una tipologia in cui, più che in altre, la risorsa umana rappresenta il capitale più importante e su cui investire in termini di prospettiva. La formazione continua dei lavoratori è un elemento chiave, spiega l´assessore alle attività produttive credito e lavoro, per aggiornare competenze ed aiutare le imprese a mettersi al passo con i mutamenti del mercato e ad attuare processi innovativi indispensabili per consolidarsi e ricominciare a crescere, creando così le premesse per la creazione di posti di lavoro qualificati. Per questo, abbiamo cercato strade nuove per ampliare l´offerta di opportunità formative, mettendo in sinergia le diverse fonti di finanziamento per la formazione continua. L´assessore ricorda come la Regione Toscana continui ad essere capofila nazionale nella sperimentazione di rapporti con i fondi interprofessionali, dopo le esperienze attivate negli ultimi anni che hanno coinvolto anche i lavoratori in cassa integrazione. Un rapporto he si intende portare avanti anche in futuro affinché anche gli imprenditori possano godere di un´opportunità formativa. Il gioco di squadra con il fondo paritetico interprofessionale, sfociato in questi due bandi, rappresenta, in questo quadro, una importante novità, resa possibile dal protocollo d´intesa stipulato alla fine del 2012 da Regione e Fonter per realizzare interventi congiunti per consentire l´accesso alle misure formative di lavoratori e imprenditori, di promuovere percorsi integrati nel terziario e nel turismo, che puntino a fattori imprescindibili per l´organizzazione di un´impresa come qualità delle competenze e dei servizi e capacità di competere e di sperimentare piani formativi sostenuti in maniera congiunta e con soluzioni tecniche condivise. |
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VIA LIBERA DELLA GIUNTA DELLA SARDEGNA AL PROGRAMMA GARANZIA GIOVANI |
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Cagliari, 16 Aprile 2014 - La Giunta regionale guidata dal Presidente Francesco Pigliaru ha dato il via, questo pomeriggio, al programma Garanzia Giovani. La delibera, presentata dall´assessore del Lavoro Virginia Mura, riguarda l´approvazione della convenzione e del piano finanziario relativamente al programma operativo nazionale per l´attuazione dell´iniziativa europea per l´occupazione dei giovani, aperto a tutte le regioni con un livello di disoccupazione giovanile superiore al 25%. L´obiettivo è quello di istituire per i giovani sotto i 29 anni una "garanzia" che comprenda un´offerta qualitativamente valida di lavoro, di proseguimento degli studi, di apprendistato o di tirocinio o altra misura di formazione entro quattro mesi dall´inizio della disoccupazione o dall´uscita dal sistema di istruzione formale. "Accoglienza, presa in carico e orientamento sono i punti chiave del progetto", ha spiegato Francesco Pigliaru ai giornalisti. "Firmeremo la convenzione con il Ministero del Lavoro l´undici aprile, e questa prima fase, che partirà il primo maggio, è una sperimentazione che conta su risorse importanti, 54 milioni di euro. È nostra intenzione irrobustire e mettere a regime questo importante accompagnamento istituzionale." L´assessore Virginia Mura ha specificato che il fine è creare un´opportunità per tutti i giovani. "Si tratta di uno strumento innovativo e complesso, che permette un controllo costante. La formazione riguarda anche i sistemi educativi e puntiamo a dare vigore all´apprendistato. Abbiamo l´obiettivo ambizioso di poter arrivare a coinvolgere nel programma 50mila giovani, tra ragazzi che per la prima volta si avvicinano al mercato del lavoro e disoccupati da accompagnare verso una nuova occupazione". |
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GIOVANI E LAVORO. APPROVATO SCHEMA CONVENZIONE CON MINISTERO PER ATTUARE ‘PIANO REGIONALE GARANZIA GIOVANI’. RISORSE EUROPEEE PER 83 MLN €.SARA’ AVVIATA RETE SPORTELLI “YOUTH CORNER” PER SOSTENERE GIOVANI 15-29 ANNI IN POLITICHE ATTIVE LAVORO |
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Venezia, 16 aprile 2014- Due importanti provvedimenti per sostenere e indirizzare l’occupazione dei giovani veneti sono stati deliberati dalla Giunta regionale, su proposta dell’Assessore all’istruzione, formazione e lavoro. Il primo, riguarda l’approvazione di uno schema di convenzione con il Ministero del Lavoro per attuare il Piano nazionale Garanzia Giovani (che partirà dal prossimo 1° maggio), nell’ambito dell’Iniziativa Europea per l’Occupazione dei Giovani (Pon Yei) e del conseguente Piano esecutivo regionale di realizzazione, al quale sono state attribuite risorse complessive pari a 83.248.449 euro. Il secondo, prevede l’avvio della rete degli sportelli Youth Corner con funzioni di accoglienza e informazione, di presa in carico, colloquio individuale e profiling e orientamento per favorire l’”attività” dei giovani veneti, che a seconda dell’età (15-18, 19-25, 25-29 anni) e delle caratteristiche dei singoli, potrà tradursi in percorsi o verso il lavoro o verso la scuola. “L’iniziativa Europea per l’Occupazione dei Giovani – spiega l’Assessore regionale – è rivolta a tutte le Regioni con una disoccupazione giovanile superiore al 25%. Il paradosso per il quale rischiavamo di perdere gran parte di queste risorse era che la nostra disoccupazione giovanile regionale media non era considerata abbastanza grave! – sottolinea. Nel Veneto, invece, i giovani che non lavorano e non studiano tra i 15 e i 29 anni sono oltre 122 mila. Tra questi, quasi 74 mila sono tra i 15 e i 24 anni; inoltre, di quest’ultimi gli inattivi sono circa 34 mila. Solo grazie a un intervento incisivo mio e del Presidente della Regione si è riusciti a rientrare a pieno titolo nella ‘Garanzia Giovani’. Abbiamo dimostrato come le politiche regionali in tema di istruzione e lavoro fossero a tal punto efficaci da incidere significativamente sulla popolazione giovanile, ma non sufficienti per rispondere a una continua emorragia di giovani verso l’estero e alle esigenze delle aziende venete di rinnovare i propri collaboratori”. Il “Piano esecutivo regionale di attuazione italiano della garanzia giovani” ha ricevuto il parere positivo della Commissione Regionale per la Concertazione tra le Parti Sociali e del Comitato di Coordinamento Istituzionale e definisce una strategia di prevenzione e contrasto della dispersione scolastica e formativa, di rafforzamento delle competenze dei giovani a vantaggio dell’occupabilità, di ampliare le occasioni di efficace inserimento nel mercato del lavoro. La rete di Youth Corner svolgerà – tramite personale qualificato - servizi di accoglienza, informazione e lettura del bisogno, avvio ai servizi specialistici e alle misure di politica attiva del lavoro e sarà costituita dai 45 Centri per l’Impiego del Veneto, dai servizi di placement degli Atenei veneti e delle scuole e anche dai soggetti accreditati previsti dalla legge regionale n.3 del 2009 che saranno individuati con apposito avviso. Il primo termine per l’invio della candidature è fissato per il 28 aprile p.V. Alle ore 13.00 (prossime scadenze saranno il 31 maggio, il 30 giugno, il 31 luglio, il 30 settembre, il 31 ottobre, il 30 novembre 2014). Consultare per tutte le istruzioni del caso il sito: www.Servizilavoro.venetolavoro.it oppure rivolgersi alla Sezione Regionale Lavoro-ufficio programmazione e Valutazione Fse (041-2795305-5339; mail: servizilavoro@regione.Veneto.it). “Gli 83 milioni di euro saranno prioritariamente destinati – spiega l’Assessore regionale – a creare occasioni di esperienze di lavoro con i tirocini e le work- experiences che così buona risposta hanno fornito in questi ultimi due anni a aziende e giovani. Il Veneto – conclude – si è dimostrato innovatore nelle politiche del lavoro verso i giovani. Far parte di questo importante progetto europeo non servirà tanto a inventare qualcosa di nuovo quanto ad ampliare la platea dei giovani che ne godranno, magari con una speranza in più: che restino nella loro terra, nel Veneto, per vivere e lavorare”. |
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TOSCANA: PIANO POLITICHE DI GENERE, PER IL 2014 QUASI 900 MILA EURO |
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Firenze, 16 aprile 2014 - Azioni per la conciliazione vita - lavoro, bando associazioni, percorso formativo ´Busy Ness Women – Madrefiglia´, bilancio di genere. Sono queste le 4 azioni contenute nel documento di attuazione 2014 del Piano regionale per la cittadinanza di genere 2012-2015 che è stato approvato dalla giunta regionale nell´ultima seduta. Per la realizzazione dei 4 punti la Regione ha messo a disposizione quasi 900 mila euro. Conciliazione vita-lavoro. É l´azione per la quale viene utilizzato quasi il 90% delle risorse, 785 mila euro. Valutati positivamente i risultati raggiunti con la pregressa esperienza, si procederà, anche per il 2014, attraverso la sottoscrizione a livello provinciale degli accordi territoriali di genere che sono lo strumento attraverso il quale, in seguito alla concertazione tra i diversi attori pubblici e privati, vengono individuati localmente gli interventi e le risorse per la loro realizzazione. Progetti su cui dovranno concentrarsi gli accordi territoriali di genere provinciali: lotta agli stereotipi di genere nelle scuole, servizi in grado di promuovere la condizione socio economica delle donne e la conciliazione vita-lavoro (servizi scolastici integrativi e trasporto sociale) ed interventi specifici di politiche family friendly (asili nido aziendali pubblici e privati, formule organizzative che possano facilitare la conciliazione vita-lavoro nelle imprese private, come flessibilità oraria e telelavoro). Inclusa in questa azione anche la promozione dell´adozione, da parte degli enti locali, dei bilanci di genere che la Regione ha realizzato, nel 2011 e 2012, attraverso l´emanazione di specifici bandi. Bando associazioni. Ci sono a disposizione circa 95 mila euro che serviranno per stimolare e valorizzare la capacità progettuale delle associazioni attive sul territorio in materia di parità di genere. Anche per quest´anno la Regione emanerà un bando che prevederà come obiettivi: diffusione ed attuazione del principio di pari opportunità, valorizzazione della figura femminile, equa distribuzione delle responsabilità familiari, promozione della condizione femminile socio-economica e contrasto alle discriminazioni di genere e alla violenza sulle donne. Formazione avanzata ´Busy Ness Women – Madrefiglia´. Prosegue il cofinanziamento regionale del percorso formativo realizzato in collaborazione con Unioncamere Toscana. Per l´anno in corso sono previsti tre nuovi percorsi formativi. Risorse disponibili, 15mila euro. Bilancio di genere. Dopo l´approvazione da parte della Regione, nel 2013, del primo bilancio di genere (andando così oltre quanto previsto dal relativo documento di attuazione) anche nel 2014, in considerazione del riscontro positivo del lavoro svolto e delle sollecitazioni pervenute dal Tavolo regionale di coordinamento delle Politiche di genere, verrà approvato il bilancio di genere di fine legislatura. Ricordiamo che questo strumento ha lo scopo di fornire, ad amministratori e cittadini, spunti di riflessione sul diverso impatto delle politiche economiche degli enti su donne e uomini, in modo da rendere più efficiente ed equo l´utilizzo delle risorse pubbliche. Per quest´azione vengono impiegate risorse interne. |
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DIRITTI E PARI OPPORTUNITA’, LA SERATA AL TEATRO DI SAN SEVERINO PER COMBATTERE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE PRIMA |
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Ancona, 16 aprile 2014 - La presentazione pubblica del cortometraggio ‘Con le mie mani’, avvenuta venerdì sera al teatro Feronia di San Severino, è stata l’occasione per riflettere sulla violenza sulle donne e sui servizi di aiuto voluti dalla Regione Marche. Una serata intensa e partecipata, promossa dall’assessorato ai Diritti e alle Pari Opportunità e dall’Amat, che ha avuto la specificità di tessere un confronto diretto con i responsabili dei Centri Antiviolenza, la Prefettura e la Casa Rifugio e di dare indicazioni concrete sui percorsi a sostegno delle vittime di violenza. “E’ stato un momento molto importante per comprendere cosa si può fare per uscire dal tunnel della violenza e su quali sono i servizi offerti dalla Regione Marche che già nel 2008 si è dotata di una legge specifica sul tema” dichiara l’assessore Paola Giorgi, che spiega: “Pur in assenza di una normativa nazionale, la Regione ha creato cinque centri antiviolenza, una casa di accoglienza e una casa di emergenza, in collaborazione con gli enti locali, strutture a cui rivolgersi ed avere supporto medico, psicologico e legale" L´assessore ha poi sollecitato il Governo Renzi a mantenere l’impegno del Governo Letta di destinare 17 milioni di euro all´incremento dei centri antiviolenza su tutto il territorio nazionale, affidandoli alle Regioni, così come previsto per rafforzare ed implementare il servizio. “I centri antiviolenza – aggiunge Giorgi - sono la risposta a chi ha subito la violenza ma l´operazione da fare per debellare il fenomeno è soprattutto culturale: occorre andare nelle scuole, parlare con i ragazzi, spiegare loro che dalla privazione della libertà individuale può nascere violenza psicologica e che il rispetto è un diritto. Sempre". Il cortometraggio ‘Con le mie mani’ è diretto da Laura De Santis e prodotto da Artemisia, Videotolentino e Associazione culturale Le Sibille, con il contributo di Regione e Amat. “Un lavoro molto ben fatto, dove i fatti, i gesti superano le parole e rendono la storia molto credibile e per questo ancora più drammatica ed attuale – spiega l’assessore - Il cortometraggio acquista forza dalla quotidianità dei fatti che racconta. Si tratta di un caso di violenza perpetrata tra le mura domestiche, una violenza reiterata che chiaramente nasce da piccole privazioni della libertà di giudizio che poi, in un escalation di ingiusta e, probabilmente dettata dalla paura, sopportazione, arriva al tragico epilogo. Ma il video ci propone un doppio finale, una speranza, una reazione, che non è una fuga, ma una forte consapevolezza della propria persona, della propria libertà, dei propri diritti. E’ proprio da questo secondo finale che occorre trarre spunto per combattere con tutte le forze contro la violenza che è il buio di qualsiasi civiltà che si ritiene evoluta”. Interessante è stato poi il contributo di Antonella Ceccarelli, del Centro Antiviolenza di Macerata, che ha tracciato la storia delle donne che si rivolgono al centro evidenziando che lo fanno dopo molto tempo aver subito la violenza. Vengono aiutate e preparate attraverso un percorso psicologico alla narrazione dei fatti per poter effettuare una giusta denuncia e trovare dentro se stesse la forza di reagire. Scheda I Centri Antiviolenza della Regione Marche sono cinque, uno per Provincia. Sono i luoghi deputati a garantire ospitalità, protezione e soccorso alle vittime di abusi, indipendentemente dalla loro cittadinanza e attraverso la specifica formazione di operatori. Sono a disposizione, a titolo gratuito, di tutte le donne italiane o straniere, vittime di violenza e maltrattamenti fisici e psicologici, stupri e abusi sessuali. Gli esperti offrono servizi di supporto psicologico, consulenze legali, attivazione di interventi di rete o d´emergenza. |
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LIGURIA: “1,2 MLN DI EURO PER GLI ASILI NIDO” |
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Genova, 16 aprile 2014 - Un milione e 200mila euro a favore degli asili nido pubblici della Liguria. Sono stati stanziati dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore al welfare, Lorena Rambaudi usufruendo di risorse del bilancio regionale e di finanziamenti del fondo sociale che verranno impiegati per il sostegno alla gestione. A questi finanziamenti si aggiungerà una seconda tranche di 600mila euro che farà salire lo stanziamento a 1,8 milioni di euro con cui si potranno dare risposte anche ai nidi privati accreditati. “Anche quest’anno – spiega l’assessore al welfare, Lorena Rambaudi – riusciamo a mantenere le stesse risorse, in un momento non facile nel tentativo non di aprire nuove strutture ma di consolidare quelle che ci sono, soprattutto in una regione, come la Liguria vicina alla copertura del parametro di Lisbona, fissato nel 33% di posti/nido in relazione alla popolazione di quella fascia di età”. I nidi in Liguria sono 227, di cui 107 pubblici, 55 privati e 65 del terzo settore per un totale di 7.300 posti. |
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