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Notiziario Marketpress di Mercoledì 26 Novembre 2014
Politica
IERI IL PRESIDENTE SCHULZ HA ACCOLTO PAPA FRANCESCO AL PARLAMENTO EUROPEO  
 
Strasburgo, 26 novembre 2014 - Santità, Cari colleghi, Signore e Signori, 26 anni fa, il Papa Giovanni Paolo Ii si è rivolto al Parlamento europeo. Il suo discorso è stato una pietra miliare del percorso che ha portato alla caduta della cortina di ferro e la riunificazione europea. Oggi è un Parlamento europeo, con i membri che rappresentano più di 500 milioni di cittadini, provenienti da 28 Stati membri. Noi rappresentiamo la pluralità e la diversità dell´Europa. Negli ultimi sei anni l´Europa ha vissuto una crisi drammatica e senza precedenti. Questa crisi ha avuto conseguenze gravi. Particolarmente drammatica è la perdita di fiducia per i loro istituzioni del popolo. Sia a livello nazionale o europeo: la perdita di fiducia è enorme. Senza fiducia idea e nessuna istituzione possono persistere a lungo termine. Dobbiamo quindi tutti cooperano per riguadagnare questa fiducia perduta. A questo proposito, le preoccupazioni dell´Unione europea e la Chiesa cattolica vanno di pari passo in larga misura. I valori di tolleranza, il rispetto, l´uguaglianza, la solidarietà e la pace sono compiti nostri condivisi. L´unione europea è di circa l´inclusione e la cooperazione piuttosto che di esclusione e di confronto. I giovani hanno difficoltà a trovare il loro posto di lavoro e nella società; migranti cercano un futuro migliore per sé e per i propri figli; persone fuggono da guerre e disastri di chiedere asilo qui. Se guardiamo la questione della giustizia sociale o la distribuzione ingiusta della ricchezza e opportunità di vita; se guardiamo la situazione dei nostri anziani, alle guerre e conflitti nel nostro quartiere e oltre. Siamo di fronte a sfide comuni. Le tue parole hanno un peso enorme, non solo perché tu sei il leader spirituale di oltre un miliardo di credenti. Le tue parole hanno un peso enorme perché parlano a tutti e sono validi per tutti noi. Poiché le questioni sollevate riguardano tutti e sono a titolo oneroso di tutti. Essi sono universali. Le tue parole forniscono consiglio e la direzione nei momenti di confusione. Il tuo messaggio di pace e di dialogo, la sincerità e la responsabilità per l´altro, di solidarietà e di stare insieme rendono molto chiaro che insieme dobbiamo trovare soluzioni comuni alle nostre sfide. Perché uniti siamo più forti che da soli. Questo è un messaggio veramente europea. L´idea di integrazione europea si basa esattamente su questo. La vostra storia è una storia europea. La storia di una famiglia che ha lasciato l´Europa e ha trovato una nuova casa in Sud America. La storia di un Papa che è tornato da "all´altro capo del mondo" per riformare la sua chiesa e guida i suoi fedeli. E ´una storia che dovrebbe servire da modello e può aiutare l´Europa a rinnovare e riformare se stessa. Vi ringrazio per la vostra presenza oggi e per aver accettato l´invito del Parlamento europeo. E ´un onore e il privilegio di essere in grado di ascoltare voi.  
   
   
PAPA FRANCESCO INVIA UN MESSAGGIO "A TUTTI I CITTADINI D´EUROPA" DAL PARLAMENTO EUROPEO  
 
Strasburgo, 26 novembre 2014 -  Un tema chiave del discorso formale espresso martedì da Papa Francesco dinanzi ai deputati del Parlamento europeo è stato la salvaguardia della dignità umana. L´immigrazione, la tutela dell´ambiente e la promozione dei diritti umani e della democrazia sono stati altri argomenti toccati nel discorso nel quale si esortava l´Europa a riscoprire "la sua anima buona". Aprendo la seduta solenne, il Presidente del Parlamento, Martin Schulz, ribadendo che la perdita di fiducia nella politica da parte dei cittadini - sia a livello nazionale sia europeo - è "enorme", ha sottolineato che nessuna istituzione è in grado di funzionare se manca di sostegno. "Tutti dobbiamo lavorare insieme per conquistare questa fiducia perduta", ha proseguito. Schulz ha indicato gli "obiettivi comuni" dell´Ue e della Chiesa cattolica per promuovere "i valori della tolleranza, il rispetto, l´uguaglianza, la solidarietà e la pace", aggiungendo, infine, che "l´Unione europea rappresenta l´inclusione e la cooperazione piuttosto che l´esclusione e il confronto". Diritti umani e dignità "Desidero indirizzare a tutti i cittadini europei un messaggio di speranza e di incoraggiamento", ha dichiarato Papa Francesco agli eurodeputati. Ricordando che la dignità è stata il concetto fondamentale che ha guidato il processo di ricostruzione dell´Europa dopo la Seconda guerra mondiale, ha elogiato che la promozione dei diritti umani occupi "un ruolo centrale nell´impegno dell´Unione europea in ordine a favorire la dignità della persona, sia al suo interno che nei rapporti con gli altri paesi". Il Parlamento europeo deve farsi "carico di mantenere viva la democrazia dei popoli dell´Europa", "evitando che la loro forza reale – forza politica espressiva dei popoli – sia rimossa davanti alla pressione d´interessi multinazionali non universali", ha proseguito Papa Francesco, aggiungendo che "è tempo di favorire le politiche di occupazione, ma soprattutto è necessario ridare dignità al lavoro, garantendo anche adeguate condizioni per il suo svolgimento." Ambiente e migrazione "L´europa è sempre stata in prima linea in un lodevole impegno a favore dell´ecologia", ha sottolineato il Papa. Rispettare l´ambiente significa non distruggerlo, "ma anche di utilizzarlo per il bene", come ad esempio fornendo cibo a chi ne ha bisogno e non sprecandolo. Papa Francesco ha anche affrontato il tema dei flussi migratori verso l´Ue. " Non si può tollerare che il Mar Mediterraneo diventi un grande cimitero", ha proseguito, sottolineando che le persone che arrivano in barca necessitano di "accoglienza e aiuto". L´europa sarà in grado di affrontare i problemi legati all´immigrazione "se saprà proporre con chiarezza la propria identità culturale ", ha concluso. E´ possibile seguire la registrazione video su Ep Live e la copertura Twitter su @Europarlpress (vedi link in basso). Contesto Il Papa è stato invitato dal Presidente Schulz, in nome del Parlamento europeo, in occasione della sua visita ufficiale in Vaticano dell´11 ottobre 2013. Si tratta della prima visita al Parlamento di un sovrano pontefice in 26 anni. L´ultima visita di un Pontefice era stata nel 1988, quando Papa Giovanni Paolo Ii si era rivolto al Parlamento, giusto un anno prima della caduta del muro di Berlino. Papa Francesco è arrivato al Parlamento europeo a Strasburgo intorno alle 10.30 ed è stato ricevuto dal Presidente Schulz. Nella cerimonia di benvenuto, dopo l´alzabandiera vaticana, sono stati intonati i due inni. Al termine della cerimonia, il Presidente Schulz ha introdotto il Papa ai membri dell´Ufficio di presidenza e alla Conferenza dei Presidenti del Parlamento europeo. Il Papa ha quindi proseguito la sua visita al Consiglio d´Europa. Il Parlamento europeo è l´unico organo dell´Ue eletto direttamente e una delle assemblee democratiche più grandi al mondo. I suoi 751 membri rappresentano 500 milioni di cittadini dell´Unione europea. Sono eletti ogni cinque anni dagli elettori di tutti i 28 Stati membri.  
   
   
IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA PRESENTA AI DEPUTATI IL PACCHETTO DI INVESTIMENTI DI 300 MILIARDI DI EURO  
 
Strasburgo, 26 novembre 2014 - Oggi alle ore 09.00, il Presidente della Commissione europea, Jean-claude Juncker, presenta il pacchetto di 300 miliardi di euro su lavoro, crescita e investimenti, volto a sostenere le imprese e ridurre la disoccupazione nell´Ue. Seguiranno gli interventi degli oratori dei gruppi politici e la replica di Juncker. E´ possibile seguire il dibattito in plenaria su Ep Live o Ebs+ http://www.Europarl.europa.eu/ep-live/it/schedule  http://ec.Europa.eu/avservices/ebs/schedule.cfm?date=11/26/2014&sitelang=en&page=2&institution=0    
   
   
VERSO UNA MAGGIORE APERTURA: LA COMMISSIONE EUROPEA SI IMPEGNA AD ACCRESCERE LA TRASPARENZA  
 
Strasburgo, 26 novembre 2014 - La Commissione europea ha impresso ieri un forte impulso alla trasparenza impegnandosi a pubblicare i nomi delle persone incontrate dai suoi leader politici e alti funzionari e fornendo un accesso più ampio ai documenti relativi ai negoziati per il partenariato transatlantico su commercio e investimenti (Ttip) con gli Stati Uniti. Nelle primissime settimane del suo mandato la Commissione europea sta adempiendo alla promessa del presidente Juncker di rendere la Commissione più aperta e trasparente, segnalando l´adozione di un nuovo approccio per i prossimi cinque anni. Jean-claude Juncker, presidente della Commissione europea, ha dichiarato: "Il nostro lavoro al servizio dei cittadini, anche se svolto in modo ottimale, non servirà a nulla se non conquistiamo il loro sostegno e la loro fiducia. Miglioriamo quindi la trasparenza, anche perché non abbiamo nulla da nascondere. Dimostriamo che questa volta la situazione è veramente diversa e che insieme possiamo davvero cambiare e rinnovare l´Europa." La trasparenza delle riunioni - La Commissione ha concordato una serie di norme comuni che si applicheranno ai Commissari, ai loro gabinetti e ai direttori generali dei servizi della Commissione. A decorrere dal 1º dicembre la Commissione pubblicherà sul suo sito web, entro due settimane da ogni riunione, le date, i luoghi e i nomi delle organizzazioni e dei liberi professionisti incontrati nonché gli argomenti discussi in sede di riunioni bilaterali. Frans Timmermans, primo Vicepresidentedella Commissione europea, ha affermato: "Affinché le persone riacquistino fiducia nell´Europa dobbiamo dar prova della massima apertura ed essere più trasparenti in merito al nostro operato. Consentire ai cittadini di sapere chi incontriamo e perché è tanto importante quanto lo è per la Commissione mantenere un dialogo aperto e costante con gli stakeholder. La Commissione intende dare l´esempio in materia di trasparenza." Le nuove norme adottate oggi sono contenute in due decisioni della Commissione, la prima riguardante i Commissari e i membri del loro gabinetto e la seconda i direttori generali. Entrambe avranno effetto a decorrere dal 1° dicembre 2014. L´iniziativa odierna sarà seguita, nel 2015, da una proposta della Commissione su un accordo interistituzionale con il Parlamento europeo e il Consiglio volto a creare un registro obbligatorio dei lobbisti per le istituzioni. Una maggiore trasparenza nel Ttip - La Commissione ha inoltre adottato una comunicazione della Commissaria Malmström, che delinea in che modo i negoziati per il partenariato transatlantico su commercio e investimenti (Ttip) saranno resi più trasparenti. La Commissione ritiene fondamentale garantire che il grande pubblico disponga di informazioni complete ed accurate sulle intenzioni dell´Ue nell´ambito dei negoziati, al fine di rispondere alle preoccupazioni espresse e di fugare le percezioni errate. "Per quanto concerne il Ttip auspichiamo consultazioni ancora più ampie", ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissaria responsabile per il Commercio, "e una maggiore trasparenza per illustrare più chiaramente l´oggetto dei negoziati e demistificarli. Questo sarà il punto di partenza del nostro ulteriore impegno con gli stakeholder e con il pubblico." Tra le azioni presentate dalla Commissione per accrescere la trasparenza nei negoziati Ttip figurano le seguenti: rendere pubblico un maggior numero di testi negoziali dell´Ue che la Commissione già condivide con gli Stati membri e il Parlamento; fornire l´accesso ai testi del Ttip a tutti i membri del Parlamento europeo e non solo a un numero limitato di deputati, estendendo l´uso di una "sala di lettura" a coloro che finora non avevano accesso ai documenti riservati; classificare meno documenti negoziali come "Eu restricted", rendendoli più facilmente accessibili ai deputati al di fuori della sala di lettura; pubblicare e aggiornare su base regolare un elenco pubblico dei documenti Ttip condivisi con il Parlamento europeo e il Consiglio. Contesto - Il 15 luglio 2014 il Presidente Juncker ha presentato i suoi orientamenti politici al Parlamento europeo e si è impegnato a favore di una maggiore trasparenza nei contatti con gli stakeholder e i lobbisti, affermando: "Vorrei che i cittadini europei sapessero chi ha ricevuto chi e chi ha parlato con chi e vorrei che le altre istituzioni seguissero il nostro esempio." Nel discorso tenuto il 15 luglio di fronte al Parlamento europeo il Presidente Juncker si è altresì impegnato ad agire in modo trasparente nell´ambito dei negoziati Ttip, dichiarando: "Non diamo l´impressione di nascondere qualcosa, lavoriamo nella trasparenza e rendiamo pubblici i documenti." Tale impegno a favore della trasparenza è stato sottolineato anche nelle lettere d´incarico che il Presidente Juncker ha inviato ai 27 Commissari ed è stato incluso in una comunicazione del Presidente a tutti i funzionari della Commissione sui metodi di lavoro della nuova Commissione Europea. Nella comunicazione si afferma che "i Commissari, di norma, non devono incontrare organizzazioni o liberi professionisti che non figurano nel registro per la trasparenza."  
   
   
DICHIARAZIONE CONGIUNTA DELL´ALTO RAPPRESENTANTE E VICEPRESIDENTE FEDERICA MOGHERINI E IL COMMISSARIO EUROPEO PER LA POLITICA EUROPEA DI VICINATO JOHANNES HAHN NEL PRIMO TURNO DELLE ELEZIONI PRESIDENZIALI IN TUNISIA  
 
Bruxelles, 26 novembre 2014 - Domenica 23 novembre, per la prima volta, il popolo tunisino è stato in grado di votare liberamente la scelta del presidente. Un mese dopo le elezioni parlamentari, il primo turno delle elezioni presidenziali segna una nuova tappa nel consolidamento della transizione democratica in Tunisia. Ribadiamo il nostro impegno a sostenere le autorità future e la società tunisina in quella direzione. In uno spirito di amicizia e di fiducia, chiediamo il rafforzamento del partenariato privilegiato tra la Tunisia e l´Unione europea in tutte le sue componenti. Abbiamo anche preso atto della dichiarazione preliminare del capo della missione di osservazione elettorale dell´Unione europea. Neyts-uyttebroek ha sottolineato che l´organizzazione delle elezioni presidenziali è stato "credibile e trasparente" e che la "campagna ha avuto luogo in un´atmosfera pacifica e pluralista". Gli sforzi delle autorità tunisine e l´Alta Autorità indipendente per le elezioni hanno garantito l´organizzazione di successo del primo turno delle elezioni e la sicurezza degli elettori presidenziali.  
   
   
DICHIARAZIONE DI APERTURA SULLE MIGRAZIONI DEL COMMISSARIO DIMITRIS AVRAMOPOULOS DURANTE LA DISCUSSIONE PLENARIA DEL PARLAMENTO EUROPEO  
 
Strasburgo, 26 novembre 2014 - Signor Presidente, onorevoli deputati del Parlamento europeo, La migrazione è sempre stato parte del portafoglio "affari interni", ma non è mai stato prima sul titolo. Ora è. Per simbolico ma anche per ragioni pragmatiche. Sono onorato di essere responsabile di questo portafoglio. Prima di oggi Abbiamo tutti ascoltato Papa Francesco. Questo segnale forte che ci ha inviato è stato ricevuto. So che non esiste una soluzione semplice per affrontare compiti importanti davanti a noi. Ma vi è una forte volontà politica. Le vostre vasti domande mostrano la complessità delle sfide che l´Ue deve affrontare in materia di migrazione e asilo. Ci troviamo di fronte con la più alta pressione migratoria alle frontiere esterne in quanto la crisi dei Balcani. Esso richiede un approccio integrato che copre tutti i settori, compresa la politica estera e di sicurezza. Si richiede il ripristino e la costruzione di fiducia reciproca per affrontare con successo queste sfide: la fiducia tra gli Stati membri, e tra gli Stati membri e l´Ue. La solidarietà e la condivisione di responsabilità rimangono la base su cui la Commissione e gli Stati membri stanno costruendo un sistema di migrazione e di asilo comune europeo, con norme e diritti comuni per i migranti. Molti strumenti di solidarietà sono stati sviluppati a mettere in pratica, come ad esempio: La solidarietà finanziaria e sostegno in natura fornite dalle agenzie competenti: l´Ufficio europeo di sostegno per l´asilo e Frontex. Relocation è stato sviluppato dalla Commissione, e continueremo a lavorare su questo. Abbiamo il meccanismo di allerta precoce e le possibilità offerte dall´articolo 33 del regolamento di Dublino Iii. Alcuni di questi strumenti sono già dimostrato il loro valore. Abbiamo bisogno di sviluppare ulteriormente e utilizzare tutti loro, a seconda dei casi. La solidarietà va di pari passo con la responsabilità. Tutti gli Stati membri devono prendere la piena proprietà del corretto funzionamento del sistema. La piena ed effettiva attuazione del sistema europeo comune di asilo è una priorità assoluta. La Commissione seguirà da vicino l´attuazione da parte degli Stati membri e sostenere i loro sforzi. La Commissione sosterrà gli Stati membri in cooperazione pratica, in particolare attraverso Easo. Contiamo pure sul costante impegno delle organizzazioni non governative e partner internazionali come l´Unhcr. La direttiva qualifiche e del regolamento di Dublino Iii sono già in vigore. Ma gli altri strumenti saranno applicate solo a partire dal prossimo mese di luglio. Quindi non vedo un urgente bisogno di importanti modifiche al sistema di asilo in un prossimo futuro. Ma questo non è escluso per il medio termine, dopo un attento esame. Contrabbando e traffico hanno elementi in comune, ma si tratta di due reati distinti, che richiedono risposte su misura. La risposta dell´Ue alla tratta di esseri umani rimarrà sulle vittime e dei diritti umani basate. Dobbiamo garantire la protezione per tutte le vittime e una forte risposta penale ai trafficanti, lavorando a stretto contatto con tutte le Agenzie giustizia e gli affari che attuare azioni anti-tratta. La prevenzione è fondamentale e gli Stati membri sono tenuti ad agire in giudizio per ridurre la domanda, fonte di tutte le forme di sfruttamento, se questo è di criminalizzare i datori di lavoro che utilizzano le vittime, dalle holding responsabili, o individui che usano consapevolmente vittime. Il contrabbando è in costante aumento. Abbiamo bisogno di aumentare la nostra capacità di risposta. Abbiamo bisogno di costruire una forte risposta della giustizia penale per fermare questo crimine, indagare e perseguire i responsabili più gravemente. Il piano Ue che intendiamo sviluppare per contrastare il traffico di migranti si concentrerà sia sullo smantellamento delle reti criminali, attraverso la condivisione di rinforzo intelligenza, le capacità di indagine e perseguimento, e sulla prevenzione, attraverso campagne di informazione sui pericoli di contrabbando per l´Ue e cooperazione rafforzata con i paesi terzi. La risposta alle pressioni migratorie alle frontiere e il contrabbando dovrebbe includere un rafforzamento del ruolo di Frontex. Per ampliare le attività di Frontex, gli Stati membri devono rispettare i loro impegni per lavorare con l´Agenzia. Solo loro hanno le guardie e le attrezzature di frontiera per svolgere tali attività. Per quanto riguarda la Joint Operation Triton: è iniziato il 1 ° novembre 2014, la sua durata dipenderà l´evoluzione della situazione. La Commissione segue da vicino, ma la decisione sarà presa dall´Agenzia e dagli Stati membri interessati. Il costo stimato è di 2,9 milioni di € al mese. Per avviare e finanziare nel breve termine, l´Agenzia ha fatto riassegnazioni interne e la Commissione ha fornito € 3.900.000 mediante trasferimento diretto da risorse disponibili nell´ambito del Fondo Sicurezza interna. La Commissione è consapevole del fatto che il Parlamento ha proposto un emendamento per aggiungere una riserva di € 20 milioni per il bilancio 2015 Frontex. Attendiamo con ansia la decisione congiunta finale su questo da parte del Parlamento e del Consiglio. Il reinsediamento è, per il momento, di fatto l´unica via di ingresso legale per una persona bisognosa di protezione. E ´l´espressione più tangibile di solidarietà internazionale con i rifugiati in paesi terzi, ma anche uno strumento per alleviare alcuni degli oneri sui paesi ospitanti. Mentre la decisione di reinsediamento e, in caso affermativo, quante persone, si trova con gli Stati membri, la Commissione proseguirà gli sforzi di incoraggiarli ad aumentare le quote o, naturalmente, per iniziare il reinsediamento, per chi non lo fa ancora. Ma qualcosa è fuori equilibrio qui: gli Stati membri che ricevono il maggior numero di domande d´asilo spontanee sono anche quelli che reinsediare maggior parte dei rifugiati. La Commissione intende affrontare questa situazione. Ieri, i miei servizi hanno avuto una prima discussione di orientamento con gli Stati membri su un possibile meccanismo di allocazione o divisione. La Commissione è già impegnata a esplorare nuove strade, in particolare la possibilità di sviluppare un approccio comune per il rilascio di visti umanitari per permettere a coloro che hanno bisogno di venire in Europa e fare domanda per la protezione. Questo è stato anche discusso nel corso della riunione di ieri. Mi rendo conto che rimane una questione delicata. In materia di migrazione legale, per ovvie ragioni demografiche ed economiche, l´Europa deve affrontare di manodopera e carenza di competenze e affrontare le sfide di un continente che invecchia. Lavoreremo a stretto contatto su questo con i partner commerciali e sociali. Il nostro primo passo sarà guardando politiche esistenti in atto, come ad esempio la Carta blu Ue, e vedere cosa si può fare per aumentare la loro attrattiva e l´efficacia. Cari membri del Parlamento, La risposta a molte delle sfide nel settore degli affari interni si trova nelle relazioni con i paesi terzi. Dobbiamo migliorare il collegamento tra le politiche interne ed esterne dell´Unione europea e ponendo l´accento sulla necessità di adottare un approccio a lungo termine che affronti le cause profonde della migrazione. In questo senso, dovremmo cercare non solo di rispondere alle situazioni di emergenza immediati, ma anche di lavorare su un approccio globale e strutturato per rispondere alle crescenti pressioni migratorie. Più in particolare, l´approccio dell´Ue dovrebbe mirare a integrare la stabilità politica ed economica, di sviluppo e di sicurezza gli aspetti, così come entrambi gli strumenti operativi e politici. Questioni come: immigrazione, asilo, gestione delle crisi, l´aiuto umanitario, sviluppo, commercio, democratizzazione e diritti umani dovrebbero essere affrontate in modo globale e coerente. Dobbiamo fare in modo che la migrazione è incorporato in tutti i settori delle relazioni esterne dell´Unione europea, tra cui la cooperazione allo sviluppo, e la politica di sicurezza. Ma abbiamo anche bisogno di essere di supporto e credibile. Dobbiamo sostenere gli sforzi dei paesi partner, al fine di garantire meglio la migrazione e gestione delle frontiere, nonché una migliore protezione e capacità di accoglienza, al fine di aiutare questi paesi rispettino i loro obblighi internazionali. Partenariati per la mobilità sono stati messi in atto per consentire più profondo e dialoghi politici su misura e la cooperazione operativa con i paesi partner, finora con il Marocco, la Tunisia e la Giordania. Per il lungo termine, affrontando la migrazione irregolare alla fonte è il miglior investimento che possiamo fare. Ho intenzione di coordinare con l´Alto rappresentante Federica Mogherini e lavorare a stretto contatto con i miei colleghi commissari responsabili della politica di vicinato, sviluppo e aiuti umanitari, come è stato sancito il nostro mandato dal Presidente della Commissione. Infine, mi rivolgo ai finanziamenti. Nell´ambito dello strumento per lo sviluppo e la cooperazione, la Commissione sta attuando iniziative per circa € 53.000.000 focalizzata sulla migrazione e protezione internazionale. Di questi fondi, circa € 14.000.000 sostiene la lotta contro il traffico e il contrabbando e affronta la migrazione irregolare, mentre 17.000.000 € sono dedicati ad azioni mirate per lo sviluppo regionale e il Programma di protezione per i rifugiati e le comunità ospitanti in Medio Oriente, Corno d´Africa e a nord di paesi dell´Africa. Lo Strumento europeo di vicinato mobilita circa 60 milioni di € per la migrazione e gli interventi di protezione legate internazionali nei paesi del Mediterraneo. Inoltre, circa 200 € milioni sono stati assegnati nel 2014 per rispondere alla crisi del rifugiato siriano. Sotto il 2014 - quadro finanziario 2020 gli Stati membri e paesi associati Schengen riceveranno oltre € 4400000000 in virtù dei due Fondi combinati: la Asilo, migrazione e integrazione del Fondo e la sicurezza interna Fondo per le frontiere e Visa. La prima linea del Mediterraneo Stati membri (Grecia, Italia, Malta e Spagna) riceveranno una grande quota di questi fondi, per un totale di circa 1,4 miliardi di insieme € per l´intero ciclo finanziario. Per situazioni di emergenza, abbiamo messo da parte per il 2014 (per tutti gli Stati membri insieme) € 25.000.000 sotto la Asilo, migrazione e integrazione Fondo e 6.800.000 € nell´ambito del Fondo Sicurezza interna Bordi e Visa. Onorevoli parlamentari, Non vedo l´ora di lavorare a stretto contatto con voi per affrontare queste sfide utilizzando tutti i mezzi che sono a nostra disposizione.  
   
   
16 PAESI DELL’AREA EURO MEDITERRANEA FIRMANO LA CARTA DI ROMA PER IL RAFFORZAMENTO DELLA LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE VICARI: IMPEGNO A DIFESA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA DI 450 MILIONI DI CITTADINI  
 
Roma, 26 novembre 2014 - Sotto la Presidenza Italiana dell’Unione Europea la lotta alla contraffazione nell’area Euro Mediterranea è stata ieri rafforzata e ampliata con il coinvolgimento di 16 paesi, nel contesto di un processo di cooperazione avviato nel 2008 con 7 Paesi partecipanti. Nel corso della terza riunione dei Consigli Nazionali Anticontraffazione Eumed i rappresentanti dei governi della Algeria, Bulgaria, Croazia, Egitto, Francia, Grecia, Giordania, Italia, Libano, Malta, Marocco, Portogallo, Romania, Serbia, Slovenia e Spagna hanno infatti firmato un nuovo documento d’intesa, la “Carta di Roma per il rafforzamento della lotta alla contraffazione” dando ulteriore impulso alle politiche e alle azioni anticontraffazione. La “Carta di Roma” mira al rafforzamento, nell’ambito di ciascun Paese, del coordinamento tra autorità pubbliche e private attraverso la creazione ed il mantenimento di Comitati Nazionali Anticontraffazione (sul modello del Consiglio Nazionale Anticontraffazione italiano e del Comitato Nazionale Anticontraffazione francese) e al miglioramento del raccordo tra di essi. Ciò avverrà rafforzando la collaborazione internazionale nei seguenti campi: · Applicazione dei diritti di proprietà Intellettuale, al fine di rafforzare la capacità, la tempestività e l’efficacia delle autorità; · lotta alla contraffazione on line, per ottenere informazioni su questo fenomeno in rapida e continua evoluzione; · comunicazione/informazione/educazione rivolta ai consumatori, ai produttori ed alle istituzioni, al fine di aumentare la consapevolezza dei problemi collegati alla contraffazione; · formazione del personale che si occupa della lotta alla contraffazione; · strutture legislative ed istituzionali per la promozione di scambi di conoscenze e informazioni sul sistema legale nazionale, i rispettivi Piani Nazionali Anti-contraffazione e le relative attuazioni. Per raggiungere tutti gli obiettivi prefissati nella “Carta di Roma”, i Paesi partecipanti hanno concordato di creare una Rete di Comitati Nazionali Anticontraffazione (Rete Cnac Eumed). Hanno inoltre concordato di identificare in ogni Paese un “focal point” che faccia da facilitatore nei confronti delle proprie autorità nazionali nel caso giunga ad esso, da parte delle autorità di altri Paesi Firmatari, la segnalazione di casi di contraffazione per la risoluzione dei quali è necessario il coinvolgimento delle autorità nazionali. Il Sottosegretario di Stato Simona Vicari, Presidente del Consiglio Nazionale Anticontraffazione, aprendo i lavori ha dichiarato: “I 16 Paesi che sono qui presenti oggi, rappresentano una popolazione di quasi 450 milioni di persone, e totalizzano quasi 14 mila miliardi di euro di Pil. Quando parliamo di lotta alla contraffazione quindi noi parliamo di difesa della salute e della sicurezza di quei 450 milioni di cittadini, della tutela del patrimonio creativo delle imprese che producono quei 14.000 miliardi di Pil, del sostegno alla crescita e alla competitività dei sistemi economici e istituzionali nei quali quei cittadini e quelle imprese confidano di poter continuare ad operare. ” La Riunione dei Cnac Eumed è stata organizzata dal Ministero dello Sviluppo economico e dal Cnac italiano, in collaborazione con l’Inpi (Ufficio Proprietà industriale Francese) e il Comitato Nazionale Anticontraffazione francese. Erano presenti, in qualità di osservatori, l´Osservatorio europeo sulle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale e Wipo, l’Organizzazione Internazionale per la Proprietà Intellettuale. Cnac- Consiglio Nazionale Anticontraffazione Il Consiglio Nazionale Anticontraffazione (Cnac) è l’organismo interministeriale con funzioni di indirizzo, impulso e coordinamento strategico delle iniziative intraprese da ogni amministrazione in materia di lotta alla contraffazione, al fine di migliorare l’insieme dell’azione di contrasto a livello nazionale. Il Consiglio è composto da 11 Ministeri (Sviluppo economico, Economia e Finanze, Affari Esteri, Difesa, Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Interno, Giustizia, Beni e le attività culturali e turismo, Salute, Pubblica Amministrazione e Semplificazione, Lavoro) e l’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani). Il Cnac è presieduto dal Ministro dello Sviluppo economico o da un suo delegato. Attuale Presidente delegato del Cnac è il Sottosegretario di Stato Simona Vicari. Il Cnac ha sede a Roma presso il Ministero dello Sviluppo economico. La Direzione Generale per la lotta alla Contraffazione – U.i.b.m. Dello stesso Ministero fornisce il servizio di segretariato generale. A novembre 2012 il Consiglio ha presentato il Piano Nazionale Anticontraffazione, nel quale venivano individuate 6 priorità strategiche (comunicazione/informazione, formazione alle imprese in tema di tutela della proprietà intellettuale, rafforzamento del presidio territoriale, enforcement, lotta alla contraffazione via Internet, tutela del Made in Italy). Le 6 priorità sono state attualizzate ad inizio 2014 in vista di due importanti eventi: la Presidenza italiana dell’Ue e l’Esposizione Universale a Milano del 2015 (Expo- 2015). Le nuove priorità strategiche individuate per il biennio 2014-2015 sono dunque: tutela del Made in Italy, enforcement della lotta alla contraffazione a livello locale, lotta alla contraffazione via Internet.  
   
   
DENIS MUKWEGE: LO STUPRO È UN´ARMA A BASSO COSTO, ACCESSIBILE E MOLTO DISTRUTTIVA  
 
Strasburgo, 26 novembre 2014 - La comunità internazionale deve tracciare una linea rossa per quanto riguarda l´uso dello stupro come arma di guerra. Abbiamo incontrato Denis Mukwege, vincitore del Premio Sakharov 2014 prima della cerimonia di premiazione, che si terrà mercoledì 26 novembre. Il ginecologo è stato premiato dal Parlamento per il suo lavoro nel trattamento delle donne vittime di violenze sessuali nella Repubblica democratica del Congo. Leggi l´intervista e segui l´evento in streaming. In che modo il premio ha influenzato il suo lavoro? Ritengo che il Parlamento europeo abbia capito la gravità della situazione delle donne durante i conflitti. Speriamo di trovare soluzioni per fermare lo stupro usato come arma di guerra, a volte anche come strategia di guerra. Dr. Mukwege, come molti altri difensori dei diritti umani, si sono un esempio di perseveranza in circostanze molto difficili. Cosa ti fa andare avanti? C´è mai stato un momento in cui è considerato rinunciare? Due anni fa sono stato attaccato a casa, la mia guardia di sicurezza è stato uccisa, i miei figli sono stati presi in ostaggio, ed è vero che in quel momento ho pensato che era troppo difficile. Ho dovuto prendere in considerazione le mie responsabilità di padre di famiglia. Ho lasciato il Congo, ma molto rapidamente sono tornato grazie alla forza di quelle donne. Le donne e le ragazze sono vittime di violenza sessuale in molti dei conflitti di oggi, dalla Repubblica Democratica del Congo alla Siria. Che cosa possiamo fare per proteggere le donne e le bambine dalla violenza sessuale? Ognuno di noi deve capire che lo stupro non è un rapporto sessuale non consensuale. In un ambiente di conflitto, lo stupro è usato come arma di umiliazione, un´arma che disumanizza le donne. Violentare una donna o un bambino davanti a tutti e distruggendo i loro organi genitali non ha nulla di sessuale, è un´umiliazione, una distruzione viziosa. Lo stupro ha le stesse conseguenze, o ancora più grandi, delle armi classiche. In primo luogo provoca lo spostamento in massa della popolazione. In secondo luogo, come con tutte le armi classiche, lo stupro distrugge il numero dei nemici. Alcune di queste donne non saranno più in grado di avere figli. E anche se possono, la loro fertilità sarà molto bassa. In terzo luogo, le sue conseguenze possono passare attraverso le generazioni. Queste donne continueranno a vivere e a contaminare la gente del villaggio, se infettati da una malattia a trasmissione sessuale, trasmettendo la malattia anche ai propri figli. Inoltre quelle che restano incinte avranno figli senza filiazione, contribuendo alla distruzione del tessuto sociale. La comunità internazionale ha tracciato una linea rossa su armi chimiche, nucleari o biologiche. Noi, uomini e donne, dobbiamo chiedere che la linea rossa per stupro, un´arma che è a buon mercato, accessibile ma molto distruttiva.  
   
   
MARONI: PER AVERE ALIQUOTA UNICA AL 15% BASTA UTILIZZARE MODELLO LOMBARDO  
 
Milano, 26 novembre 2014 - "Le coperture economiche per applicare un´aliquota unica al 15 per cento? Ci sono. Pensate che i cittadini lombardi hanno un residuo fiscale, ovvero la differenza di quanto versano in termini di tasse e quanto ricevono indietro dallo Stato, di 5.700 euro pro capite all´anno, ovvero un miliardo di euro a settimana, soldi che noi paghiamo e che lo Stato si tiene per spese che non riguardano la Lombardia, ma riguardano sprechi di altre Regioni". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, intervenendo alla trasmissione ´Radio Anch´io´, su Radio 1 Rai. "Applicare il modello lombardo a tutte le Regioni italiane - ha detto Maroni -, secondo una stima di Confcommercio, significherebbe un risparmio di 80 miliardi di euro all´anno nella sanità e nella spesa pubblica. Queste sono le coperture economiche e sono coperture reali".  
   
   
ASSESSORE VENETO: “CHI ACCUSA IL VENETO PER IL BILANCIO PENSI A COME, DA MONTI A RENZI, È STATO AZZERATO LO STATO SOCIALE”  
 
Venezia, 26 novembre 2014 - “Ad abbattere il welfare e tagliare i fondi per servizi essenziali ai cittadini non è stata la Regione del Veneto, ma il governo nazionale in una strategia partita da Monti che arriva a Renzi o, meglio, al ministro Padoan che è il vero Capo del governo italiano il quale, nonostante un debito pubblico insostenibile, le tasse che arrivano a oltre il 43 per cento, continua a taglieggiare Regioni ed enti locali”. E’ dura replica, ieri, dell’assessore regionale del veneto al Bilancio, Roberto Ciambetti, a chi accusa la Regione di immobilismo e malagestione: “accuse immotivate che casomai possiamo girare a Roma”, ha detto Ciambetti dopo aver presentato l’assestamento di bilancio. “In Veneto – aggiunge Ciambetti - ci sono amministratori pubblici, anche del Pd, costretti addirittura a valutare l’ipotesi dell’avvio alla mobilità dei loro dipendenti perché Roma ha tagliato i fondi. Questo è la vera malagestione che scandalizza, altro che l’assestamento dei conti regionali: chi accusa il Veneto pensi a come, da Monti a Renzi-padoan, è stato azzerato lo stato sociale”. “Noi non gettiamo soldi al vento – incalza l’Assessore - perchè lo spreco non è nella nostra cultura e abbiamo le mani nette, siamo trasparenti e puliti. Noi garantiamo servizi nonostante tutto. Riuscire a pareggiare i conti, di questi tempi, è già un risultato straordinario e ciò a maggior ragione visto che lo si è raggiunto senza toccare le tasche dei cittadini con altre tasse”. “Per quanto riguarda poi le poste iscritte a bilancio per chiudere vicende che risalgono ancora alla fine degli anni ’90 – conclude Ciambetti - bastano le date e verificare le procedure giuridiche per capire come siamo davanti ad un contenzioso complesso, che non vede alcuna responsabilità da parte nostra. Noi, casomai, non lasciamo sorprese a chi verrà, ma un bilancio che è specchio reale della situazione dell’ente, altro che mala gestione”.  
   
   
ENTI LOCALI: FVG, DA RIFORMA OLTRE 30 MLN RISPARMIO ANNUO  
 
Udine, 26 novembre 2014 - "E´ stato valutato in più di 22 milioni annui il risparmio immediato derivante dall´eliminazione delle Province". Lo ha affermato l´assessore regionale agli Enti locali, Paolo Panontin, a margine dei lavori del Consiglio regionale, impegnato nella votazione della legge di riforma degli enti locali. "I risparmi - ha spiegato Panontin - sono relativi a spese per l´indizione delle elezioni provinciali, per indennità di organi istituzionali, per le spese correnti di amministrazione, gestione e controllo. Accanto a queste spese, la voce relativa al personale, per quanto riguarda il turn over, prevede un risparmio complessivo pari a 9milioni 284mila euro". "A tali risparmi si aggiungono - ha precisato l´assessore - anche quelli derivanti dall´avvio, dal 2015, della Centrale unica di committenza per l´amministrazione regionale, con progressiva estensione delle attività anche a favore delle autonomie locali".  
   
   
COOPERAZIONE, IL MOLISE PROTAGONISTA. FRATTURA: I NOSTRI PROGETTI PER FAVORIRE LO SVILUPPO NEI PAESI PIÙ POVERI  
 
Campobasso, 26 novembre 2014 - L´attività di cooperazione allo sviluppo condotta dalla Regione Molise si arricchisce di due importanti progetti, "Tchau" e "Rural local dear agenda", approvati nell´ambito del programma Europeaid. Si tratta, in ordine di tempo, delle ultime iniziative costruite per dare sostanza alla cooperazione territoriale, cui la Regione destina attenzione, strumenti, risorse e partecipazione. Nel primo anno della programmazione 2014-2020 ben otto le proposte progettuali già varate. Ad illustrare i nuovi progetti, la cui valenza umanitaria e sociale è di assoluto rilievo, il governatore Paolo di Laura Frattura: "Il progetto "Tchau" - spiega il presidente -, ci vedrà impegnati, come Regione, in Brasile per la strutturazione di un centro polifunzionale nel quartiere Boca do Rio nel comune di Salvador de Bahia. L´impianto ricreativo sarà destinato alla formazione professionale e alla promozione di occupazione giovanile". Previsti, per le finalità del progetto, corsi di italiano, corsi di cucina e per pizzaiolo, attività di fisioterapia, allestimento e realizzazione di festival culturali. Partner della Regione Molise, l´associazione Amici dei bambini (Aibi) e l´Istituzione cristiana di sostegno ai giovani (Icaj). "Il secondo progetto "Rural local dear Agenda", che ha capofila la provincia spagnola di Vallodolid - prosegue Frattura -, coinvolge, assieme al Molise, altri sei territori e mira a realizzare un´agenda europea dedicata alla sensibilizzazione della popolazione dei Paesi partner, tutti europei, sulle tematiche riguardanti i rapporti con i Paesi in via di sviluppo. L´agenda metterà a sistema le azioni delle regioni interessate riguardanti lo sviluppo delle aree rurali nelle zone in cui favorire crescita". Le due nuove attività si inseriscono nel complessivo e articolato lavoro di coordinamento che la Regione Molise ha impostato proprio nell´ambito della cooperazione, "con risultati che ci incoraggiano ad andare avanti, forti anche dell´esperienza maturata con la precedente programmazione che ha segnato per noi la possibilità di lavorare sui bandi a gestione diretta della Commissione europea", ricorda Paolo Frattura. "Nel primo anno della nuova programmazione 2014-2020 - evidenzia ancora -, grazie al lavoro svolto dal Servizio regionale deputato alla Cooperazione diretto da Mariolga Mogavero, sono state approvate ben otto proposte progettuali di grande interesse utilizzando i bandi dei programmi Fei, Erasmus e Life". Con "Tchau" e "Rural local dear agenda" dell´Europeaid, tra i più rilevanti e di prossima attuazione, per quanto riguarda il programma Fei, il progetto "Io parlo italiano". "Ci aiuterà - indica il governatore -, a sostenere l´integrazione dei nostri ospiti migranti attraverso corsi di studi per la formazione e l´alfabetizzazione". "Sul piano della cooperazione allo sviluppo è stato insediato il rinnovato comitato tecnico allo sviluppo e in questa fase stiamo elaborando proposte operative con il Ministero degli esteri per l´anno italiano in America latina e per interventi strutturali in alcuni territori dell´Africa, sempre nel segno - conclude il presidente della Regione Molise -, dell´idea di sostegno che coltiviamo: integrato, mutuo, condiviso e partecipato".  
   
   
BOLZANO: NUOVA CONSULTA PROVINCIALE PER L´INTEGRAZIONE  
 
Bolzano, 26 novembre 2014 - La Giunta provinciale ha nominato il 25 novembre la nuova Consulta provinciale per l´integrazione, che resterà in carica per la durata della legislatura. 18 i componenti, con una rappresentanza di cittadini stranieri, presidente l´assessore provinciale competente Philipp Achammer. La legge provinciale del 28 ottobre 2011 sull´integrazione dei cittadini stranieri istituisce la consulta provinciale per l´integrazione, che è nominata dalla Giunta provinciale e rimane in carica per la durata della legislatura. La consulta ha il compito presentare proposte alla Giunta provinciale per adeguare le norme provinciali alle esigenze emergenti con il fenomeno migratorio, di formulare proposte sul programma pluriennale, di esprimere pareri sui temi in materia di immigrazione. La consulta favorisce quindi il coordinamento in una materia trasversale a molti settori, per rafforzare la rete tra servizi, istituzioni e enti che lavorano sull´immigrazione, l´inclusione e il coinvolgimento del territorio. La nuova consulta, che ha avuto oggi l´ok dalla Giunta provinciale, si compone di 18 membri, tra i quali 8 rappresentanti di cittadini stranieri nel rispetto del principio di un´equa rappresentanza di genere, geografica e nazionale. Le designazioni sono state proposte dalla Provincia, dal Consorzio dei Comuni, dai sindacati, dai rappresentanti dei datori di lavoro e dalle associazioni di volontariato. A queste si aggiungono le candidature presentate dalle Consulte immigrati di Bolzano e Merano e dalle Associazioni di cittadini stranieri. La Consulta è presieduta dall´assessore provinciale all´integrazione Philipp Achammer, i quattro rappresentanti della Provincia sono espressione delle Ripartizioni Edilizia abitativa, Sanità e politiche sociali, Lavoro e Famiglia.  
   
   
“GUERRE DI CIVILTÀ O CIVILTÀ DELLA GUERRA?” NEL SEMESTRE 2015 DELLA SCUOLA PER LA BUONA POLITICA DI TORINO  
 
Torino, 26 novembre 2014 - A partire da giovedì 15 gennaio nella Sala Consiglieri di Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede della Città Metropolitana di Torino, in via Maria Vittoria 12, si terranno gli incontri dell’ottavo anno di attività didattiche della Scuola per la Buona Politica di Torino, diretta dal professor Michelangelo Bovero, docente di Filosofia Politica all’Università degli Studi di Torino. La Scuola, nata nel 2008, persegue l’obiettivo della rivitalizzazione di un’opinione pubblica critica, diffusa ed estesa: non si rivolge in modo privilegiato agli studiosi, ma a tutti i cittadini, offrendo spazi e strumenti per la formazione e l’autoformazione democratica. Il programma del semestre didattico 2015 è dedicato al tema “Guerre di civiltà o civiltà della guerra?”. Per conoscere nel dettaglio i programmi e le modalità per l’iscrizione gli incontri ed ai seminari: www.Sbptorino.org Come spiega il professor Bovero, “all’indomani del secondo conflitto mondiale, l’istituzione dell’Onu e la previsione, in molte costituzioni coeve, del rifiuto della guerra come strumento per la risoluzione delle controversie internazionali, sono state salutate come un promettente ‘nuovo inizio’. Per la prima volta veniva istituito, con il consenso di un numero via via crescente di Stati, un potere ‘terzo’, con l’obiettivo di perseguire la pace, salvando le future generazioni dal flagello della guerra”. “A distanza di poco più di mezzo secolo, - prosegue Bovero - l’utopia del pacifismo giuridico sembra avere esaurito la sua forza propulsiva. Dopo la parentesi della guerra fredda, gli eserciti sono tornati a scontrarsi in Europa: ieri in Kossovo, oggi in Ucraina. In Siria e in Iraq avanzano le milizie dell’Isis. E l’Occidente sembra non saper rispondere in altro modo che lanciando l’ennesima ‘guerra di civiltà’ e promuovendo il riarmo. D’altronde, alla riabilitazione della guerra come strumento legittimo di risoluzione delle controversie internazionali ha contribuito ampiamente la stessa Onu – la cui “ragione sociale” consisterebbe nel perseguire la pace – da quando ha iniziato ad autorizzare, o a intraprendere in proprio, guerre umanitarie, etiche, per i diritti o contro il terrorismo”. Per riflettere su questi scenari inquietanti la Scuola per la Buona Politica di Torino, giunta al suo ottavo anno di vita, ha dunque deciso di dedicare il semestre didattico gennaio-giugno 2015 al tema “Guerre di civiltà o civiltà della guerra?”. “Intendiamo per un verso offrire strumenti per capire che cosa sta succedendo in alcune aree calde del mondo, come l’Ucraina, l’Iraq, la Siria, ma anche l’Africa, continente che i media ricordano solo quando sbarcano profughi sulle nostre coste. – sottolinea il professor Bovero - Ci proponiamo, per altro verso, di aprire una riflessione di più ampio respiro sul rapporto tra politica e violenza. Il progetto di abolire la guerra, disarmando gli Stati e affidando il monopolio della forza legittima a istituzioni super partes, è destinato a fallire? Che cosa possono fare la politica (e la diplomazia) per prevenire e scongiurare il ricorso alle armi? Quale contributo possono offrire i comuni cittadini e i movimenti della società civile?” Il Programma Degli Incontri Del Semestre 2015 Della Scuola Per La Buona Politica 15 gennaio alle 17 - Fabio Mini, “Un bilancio sulle “guerre umanitarie”. 12 febbraio alle 15 - Paolo Calzini e Alessandro Colombo, “L’europa e la guerra”. Alle 17 seminario su “L’europa come operatore di pace”. 12 marzo alle 15 - Massimo Campanini ed Enzo Pace, “Guerre di religione?”. Alle 17 seminario su “Che cosa sappiamo dell’Islam?”. 9 aprile alle 15 - Gian Paolo Calchi Novati e Giovanni Carbone, “L’africa, un continente in guerra”. Alle 17 seminario su “L’“accoglienza” ai rifugiati in Italia”. 7 maggio alle 15 - Luigi Bonanate, “La politica come alternativa alla guerra?”. Alle 17 seminario su “Potenzialità e limiti della nonviolenza”. 18 giugno alle 15 - Stephen Holmes, “I diritti in tempo di guerra”. Alle 17 seminario su “La libertà di informazione tra pace e guerra”.  
   
   
BOLZANO, DALLA GIUNTA: 200 POSTI PER TIROCINI ESTIVI, DOMANDE ENTRO GENNAIO  
 
Bolzano, 26 novembre 2014 - Per i giovani che nell´estate 2015 vogliono fare un tirocinio nell´Amministrazione provinciale, da 6 settimane a 3 mesi, sono a disposizione 200 posti. Lo ha deciso il 25 gennaio la Giunta provinciale. Le domande vanno presentate entro il prossimo 31 gennaio. La Giunta ha stabilito il contingente degli studenti a cui offrire un tirocinio estivo - da 6 settimane a 3 mesi - negli uffici dell´Amministrazione provinciale nell´estate 2015. Sono 200 i posti disponibili, possono presentare domanda gli studenti che frequentano almeno la quarta classe della scuola superiore o professionale, gli studenti universitari e i neolaureati. La finalità dei tirocini è quella di avvicinare i giovani al mondo del lavoro anche attraverso un periodo di prima pratica nella Pubblica amministrazione, "un´esperienza che è un valore aggiunto non solo per giovani ma anche per l´Amministrazione", ha ricordato il presidente Arno Kompatscher dopo la riunione di Giunta. Gli interessati possono presentare la domanda entro il prossimo 31 gennaio alla Ripartizione personale della Provincia, Ufficio assunzioni del personale. La scadenza delle domande è stata anticipata di un mese rispetto al passato "per poter fornire già a fine febbraio un quadro chiaro dei tirocini estivi e quindi dare ai giovani la possibilità di pianificare meglio l´estate", ha aggiunto Kompatscher. Si tratta di un´offerta molto apprezzata: basti pensare che l´anno scorso sono arrivate ben 600 richieste di tirocinio. Nell´assegnazione vengono considerate le esigenze degli uffici e, per la formazione della graduatoria, alcuni requisiti degli studenti, tra cui il titolo di studio e una buona conoscenza di base dell´italiano e del tedesco.  
   
   
TOSCANA: GIOVANI PROFESSIONISTI, FINANZIAMENTI AGEVOLATI PER L´AVVIO E IL RILANCIO DELL´ATTIVITÀ  
 
Firenze, 26 novembre 2014 – Giovani professionisti, praticanti, tirocinanti iscritti ad un Ordine, Collegio professionale, Associazione o Fondazione professionale non organizzata in Ordine o Collegio, con persona giuridica avente sede in Toscana, potranno contare da oggi su una garanzia gratuita, rilasciata dalla Regione, per accedere più facilmente ai finanziamenti bancari necessari ad avviare o rilanciare la propria attività. Il Fondo di garanzia per i giovani professionisti e le professioni è ripartito il 15 novembre. L´obiettivo dell´azione, che si inquadra fra le misure del progetto Giovanisì è quello di sostenere la nascita di nuove attività professionali, con l´avvio di studi, l´acquisto di attrezzature informatiche,di strumenti e tecnologie innovative, di operazioni finalizzate a rendere più sicuri i locali dove si esercita l´attività professionale. "Anche questa si inserisce nel quadro di una specifica attenzione – spiega l´assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini – nei confronti dei giovani e del sostegno alle professioni. Un´attenzione che stiamo traducendo in opportunità concrete per chi vuole avviare un´attività, ha le energie e le idee per farlo ma, spesso, non sufficiente capacità finanziaria per sostenerne i costi. Grazie al fondo rotativo possiamo coprire interamente le spese per la garanzia per un importo massimo garantito fino al 60% dell´importo di ciascun finanziamento o di ciascun progetto innovativo. La garanzia arriva all´80% nel caso in cui a fare richiesta siano giovani professioniste". Possono fare domanda i giovani professionisti di età non superiore a 40 anni, i soggetti, fino ai 30 anni di età, che stanno facendo pratica o tirocinio professionale, con domicilio professionale prevalente in Toscana e che siano iscritti ad albi o elenchi gestiti da Ordini, Collegi o ad associazioni o fondazioni professionali con personalità giuridica. Sono inoltre beneficiari dell´intervento anche gli stessi Ordini o Collegi professionali o Associazioni, anche di secondo grado, aventi sede in Toscana, che presentino progetti innovativi o vogliano cofinanziare quote dipartecipazione a progetti europei. Il soggetto gestore del fondo è Toscanamuove, raggruppamento di imprese composto da Fidi Toscana, Artgiancredito e Artigiancassa). Sul sito Giovanisì tutte le info In particolare sono garantiti finanziamenti fino a 4.500 euro per i tirocinanti di età non superiore ai 30 anni, fino a 13.500 per i giovani professionisti di età non superiore ai 40 anni che intendono mettere su uno studio, anche on-line e/o associato. Le garanzie sono concesse, inoltre, per finanziamenti fino a 50.000 e 100.000 euro per progetti innovativi e per il cofinanziamento di quote di progetti europei. La domanda di ammissione alla garanzia si inoltra ad una delle banche aderenti allo specifico protocollo d´intesa. La modulistica e la scheda tecnica informativa sono accessibili dal sito di Toscanamuove.  
   
   
UNA LEGGE DI RIORDINO PER CONSOLIDARE IL SISTEMA DI SOLIDARIETA’ SOCIALE. ASSESSORE MARCHE: “SOSTEGNO ALLA FAMIGLIA”.  
 
Ancona, 26 novembre 2014 - È stata approvata, ieri mattina, dall’Assemblea legislativa, la legge relativa al “Sistema regionale integrato dei servizi sociali a tutela della persona e della famiglia”. Ne dà notizia l’assessore alle Politiche sociali Luigi Viventi, che questa mattina in aula ha sottolineato come questa legge normi in modo strutturale le condizioni per una efficace integrazione sociosanitaria e, al contempo, stabilisca uno spazio certo per tutti i settori del sociale non legati alla sanità, in grado di integrarsi con il quadro generale delle politiche di welfare per garantire la prevenzione, il contrasto e la rimozione delle cause del disagio e dell’emarginazione sociale. “Tra i capisaldi di questa legge – ha sottolineato l’assessore – c’è il sostegno alla famiglia, in particolare a quella con minori, persone disabili o anziani non autosufficienti, quale soggetto centrale e attivo nella costruzione del sistema di solidarietà sociale”. La legge, attesa da più di un decennio, è il consolidamento di tutte le esperienze condotte negli anni, sia nell’organizzazione dei servizi, sia nella regolamentazione degli interventi: un riordino di norme, buone prassi e delibere, che rende organica l’attività sinora condotta e interviene anche nei settori che fino a questo momento non avevano leggi dedicate. In virtù dell’integrazione sociosanitaria, ora prevista per legge, si ribadisce la centralità del distretto come punto di coordinamento tra sociale e sanitario sul territorio. Si potenziano inoltre le funzioni degli Ambiti territoriali sociali (Ats), per favorire una più ampia progettazione. La Legge rende obbligatoria la gestione associata del sociale negli Ats, tramite l’associazione dei Comuni, a prescindere dalle loro dimensioni. Tra le novità più significative va sottolineata la previsione dei livelli essenziali delle prestazioni, con la conseguente creazione delle premesse affinché possa realizzarsi una effettiva rete in grado di contrastare le povertà estreme. Dal punto di vista finanziario si introduce il fondo unico delle politiche sociali, diviso nei vari settori, per l’ottimizzazione delle risorse. Si innalza infine la qualità del settore anche attraverso il potenziamento delle professionalità, con l’istituzione degli albi delle professioni del sociale. La legge approvata questa mattina in aula introduce una tripartizione tra settore sanitario, sociosanitario e sociale puro, con lo scopo di garantire livelli essenziali di welfare in tutti i settori di competenza del sociale, compresi quelli non legati direttamente all’integrazione sociosanitaria, ma che richiedono collegamenti con altre politiche di welfare (lavoro, istruzione, formazione professionale, politiche giovanili, politiche abitative). Per questo motivo si è ritenuto di delegare al Piano socio-sanitario regionale i settori materno-infantile, disabilità per la parte socio-sanitaria, salute mentale, anziani per la parte socio-sanitaria (Adi, strutture socio-sanitarie, tariffe, standard, governo della domanda), demenza per la parte socio-sanitaria (tariffe, livelli assistenziali standard), dipendenze patologiche e fragilità varie e, quindi, di delegare al Piano Sociale regionale la programmazione e gli interventi riguardanti minori (affido familiare, nidi d’infanzia, servizi integrativi all’infanzia), disabilità (vita indipendente, assistenza domiciliare ai gravi), anziani (assistenza domiciliare Sad, assegno d cura, longevità attiva, Italia Longeva, domotica), politiche di sostegno al terzo settore (cooperazione, volontariato, promozione sociale), politiche di lotta alla povertà (assoluta e relativa), gestione dei fenomeni migratori(corsi di lingua, anti discriminazioni), Ipab - rapporto con gli ambiti sociali, gestione associata dei servizi sociali, Isee per accesso ai servizi a domanda agevolata, politiche per la famiglia.  
   
   
LA CONFERENZA DELLA FAMIGLIA SAINT-VINCENT  
 
Aosta, 26 novembre 2014 - Rappresentanti istituzionali, dirigenti e funzionari regionali, operatori sociali, associazioni, si sono dati appuntamento sabato 22 novembre al Centro Congressi comunale di Saint-vincent per la Conferenza sulla famiglia, un momento di confronto sulle politiche del settore organizzato dall’Assessorato regionale della sanità, salute e politiche sociali. Patrizia Scaglia, Dirigente della Struttura Famiglia e politiche giovanili Intanto abbiamo ripristinato la conferenza, che ormai da due annualità non veniva più organizzata, dando spazio a varie attività e a vari incontri. La conferenza è stata proprio richiesta nei questionari di valutazione delle esperienze passate, come momento importante di confronto sulle politiche regionali per la famiglia. Quindi abbiamo ripristinato questo momento e abbiamo scelto anche di decentrarlo: la scelta di Saint-vincent va un po’ nella logica di dare spazio anche al territorio, di non concentrare sempre tutto ad Aosta, nel capoluogo regionale. I lavori della conferenza si sono aperti con una tavola rotonda tra i rappresentanti istituzionali della Regione e dei Comuni e il mondo dell’associazionismo e della scuola. Vi hanno preso parte l’Assessore Antonio Fosson, il presidente del Consiglio permanente degli enti locali Bruno Giordano, l’ispettore scolastico Gabriella Vernetto e la presidente del Forum delle associazioni familiari della Valle d’Aosta Michela Colombarini. Antonio Fosson, Assessore regionale alla sanità, salute e politiche sociali Questa conferenza della famiglia vuole ribadire l’importanza di questo nucleo fondamentale della società per tutte le nostre politiche, non solo per l’Assessorato della sanità, ma per tutto il governo della Valle d’Aosta. Cosa sarebbe la società valdostana senza questa istituzione fondamentale, che si occupa di far nascere, educare i figli, assistere le persone quando si ammalano, così di dare ancora importanza all’anziano. Noi vogliamo ribadire oggi che, al centro delle nostre politiche, il nucleo della famiglia, la realtà e la risorsa della famiglia sono determinanti. Certo, vogliamo che la famiglia diventi protagonista sempre di più, che si riunisca in associazionismi familiari, che diventi un interlocutore, che non viva questa dimensione nel privato, ma diventi occasione per un confronto. Sono poco più di 61mila i nuclei familiari in Valle d’Aosta. Sono famiglie poco numerose, la media è di 2,1 componenti per nucleo, tra le più basse d´Italia. Nonostante una crisi economica che colpisce ormai da diversi anni, alcune famiglie valdostane non hanno rinunciato ad unirsi, per giocare un ruolo da protagoniste, esprimere i loro punti di vista, e in alcuni casi diventare, con il sostegno dell’Amministrazione regionale, una risorsa per altre famiglie più in difficoltà: è il caso del Forum delle associazioni familiari della Valle d’Aosta. Michela Colombarini, Presidente Forum Associazioni Familiari Valle d’Aosta Il forum entra a far parte dei partner che organizzano la conferenza della famiglia perché è tra i soggetti che siedono al gruppo regionale delle politiche familiari. Questo è il frutto di un lavoro che è stato coltivato nell’arco di tanto tempo ed ha fruttato delle forme di collaborazione molto importanti, che si sono anche tradotte ultimamente nella convenzione firmata proprio un anno fa: il 22 novembre dell’anno scorso firmavamo una convenzione per la gestione del nuovo centro per le famiglie di Aosta. Grazie a questa alleanza tra associazionismo familiare e istituzioni, il Forum è parte di un progetto, fatto in collaborazione con i servizi, Fondazione comunitaria e Fondazione Paideia, di accompagnamento famigliare. Si chiama “Una famiglia per una famiglia”, è un modo di intendere il welfare in modi assolutamente nuovi, e quindi un welfare relazionale, di tipo societario, di tipo comunitario. Credo che questa sia una nuova frontiera verso cui la politica deve assolutamente esporsi, soprattutto in un periodo in cui la società risulta molto frammentata. Investire su una società coesa costa molto di meno in termini di costi di servizi e di peso sociale. Quindi questo fa bene a tutti: fa bene alle famiglie, fa bene alle istituzioni, fa bene alla società, fa bene al futuro soprattutto delle nuove generazioni. Tra gli ospiti della Conferenza anche il presidente del Forum delle associazioni familiari del Friuli Venezia Giulia, che ha portato un’esperienza significativa di promozione di progetti di autoorganizzazione familiare. Giancarlo Biasoni, Presidente Forum Associazioni Familiari Friuli Venezia Giulia L’esperienza del forum è quella di aver attivato una sessantina di associazioni familiari, a partire da una legge regionale sulla famiglia che prevedeva all’articolo 18 la promozione dell’associazionismo familiare. E’ stato dato due anni fa un contributo per questi progetti, legati principalmente all’attività educativa, al mutuo aiuto e all’autoorganizzazione e soprattutto sull’attività educativa sono nati progetti di doposcuola, aiuto allo studio, attività integrative. Nel pomeriggio, i lavori si sono concentrati sull’impegno dei territori a favore della famiglia, con la presentazione, a cura del Piano di Zona, delle iniziative realizzate nel corso del 2014 e la premiazione del concorso "Famiglie insieme". Patrizia Scaglia, Dirigente della Struttura Famiglia e politiche giovanili Abbiamo lavorato in questi due anni con i gruppi del Piano di zona dei sub-ambiti, e ognuno presenterà nel pomeriggio tutte quelle attività che sono state realizzate nei territori e che si stanno realizzando proprio a favore e con le famiglie. L’idea è appunto di dare spazio soprattutto quest’anno ai territori, perché abbiamo visto che è con i territori, con le famiglie dei territori, che dobbiamo condividere proprio le attività e le iniziative.  
   
   
VIOLENZA DONNE: ASSESSORE ABRUZZO, NON C´E´ ANCORA PARITA´ DI GENERE INIZIATIVE CON SCUOLE E COMMISSIONE PARI OPPORTUNITA´  
 
Pescara, 26 novembre 2014 - Un protocollo d´intesa tra Regione Abruzzo, Ministero dell´Istruzione, e Commissione per le Pari opportunità e il bando di concorso "Vorrei #unmondosenzaviolenza" sono gli atti che ieri mattina celebrano la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. "Atti concreti di sensibilizzazione ? ha dichiarato l´assessore alle Pari opportunità, Marinella Sclocco ? che partendo dalla scuola speriamo aiutino ad aggiungere una maglia alla rete della prevenzione contro ogni tipo di violenza". L´assessore, intervenuta alla conferenza stampa nella sede del Liceo linguistico Marconi di Pescara, con il direttore dell´Ufficio scolastico regionale per l´Abruzzo, Ernesto Pellecchia, e la presidente della Commissione per le Pari opportunità, Gemma Andreini, ha richiamato tutti a non "abbassare la guardia e a sconfiggere i pregiudizi". "Non è vero ? ha argomentato ? che sia stata raggiunta una piena parità di genere e che le cose per le donne siano cambiate dentro la società. Purtroppo le donne sono quelle più disoccupate, le più brave a scuola ma alle quali si apre più tardi l´ingresso sul mercato del lavoro, le più sottopagate. Ognuno di noi ? ha concluso ? sia garante delle donne e si attrezzi per riconoscere le forme di violenza che in oltre il 75 per cento di casi si annida nella famiglia". Il direttore Pellecchia si è detto pronto a "rafforzare l´azione della Regione e a rendere ancora più efficace la cultura del rispetto dell´altro da sé e della legalità", principi vocazionali per la scuola. Gemma Andreini, invece, si è rivolta ai ragazzi come "messaggeri di valori e significati, veicoli essi stessi dell´informazione. Rivolgo l´appello ai dirigenti scolastici affinché indirizzino i giovani studenti verso una nuova cultura di genere", ha aggiunto. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche il presidente dell´Ordine dei Giornalisti, Stefano Pallotta, e il presidente del Corecom, Filippo Luccci, patrocinatori del concorso, rivolto agli studenti e alle studentesse delle scuole secondarie di primo e secondo grado delle istituzioni scolastiche abruzzesi. "Vorrei #unmondosenza violenza" consiste nella elaborazione di uno scritto giornalistico, oppure di uno spot aventi entrambi come tema la riflessione sulla violenza contro le donne. Le proposte devono essere presentate entro il 31 gennaio 2014 ed inviate alla posta elettronica certificata programmazione@pec.Regione.abruzzo.it , oppure via posta alla sede della Giunta regionale dell´Aquila come pure indicato nel bando scaricabile dal portale della Regione Abruzzo. I vincitori avranno diritto ad uno stage di un giorno all´interno delle redazioni scelte dall´Ordine dei Giornalisti e dal Corecom, mentre la premiazione è prevista in occasione della Festa delle Donne 2015. Il protocollo d´intesa invece, tra l´altro, promuove iniziative attraverso la rete territoriale tra scuole, enti locali e commissione pari opportunità; la sperimentazione di percorsi di collaborazione che coinvolgano studenti, genitori ed insegnanti, il sostegno per la formazione degli insegnanti allo scopo di creare contesti inclusivi, con particolare riferimento ai temi del rispetto della persona, del contrasto del bullismo omofobico e transfobico.  
   
   
GIORNATA CONTRO VIOLENZA SU DONNE, ASSESSORE LOMBARDIA: EDUCARE AL RISPETTO  
 
 Milano. 26 novembre 2014 - "Serve un cambio culturale. Bisogna educare al rispetto fin dalle giovani generazioni". E´ questo il messaggio ribadito dall´assessore regionale alla Casa, Housing sociale e Pari opportunità Paola Bulbarelli, aprendo i lavori della seduta consigliare odierna dedicata, nella parte iniziale, alla celebrazione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne. "Entrando in Aula - ha detto Bulbarelli - ho invitato ogni consigliere uomo ad indossare sul revers della giacca un fiocchetto bianco come segno, concreto e tangibile, di rispetto verso le donne". In Lombardia Uccise 20 Donne Nel 2014 - Sono i numeri a dire che bisogna fare ancora tanto. Dall´inizio dell´anno, su 96 femminicidi, 20 sono avvenuti in Lombardia. "Numeri pazzeschi - ha aggiunto Bulbarelli - che confermano quanta strada ci sia ancora da fare. Per questo invoco un cambio culturale. Una svolta che da una parte instilli il germe del rispetto fin nei ragazzi e dall´altra spinga le donne vittime di violenza a denunciare". Il 93% Delle Vittime Non Denuncia - Il 93 per cento di chi subisce percosse, infatti, non denuncia. "E´ una fatica vera quella delle donne - ha proseguito Bulbarelli -. Hanno visto riconosciuta la propria personalità giuridica solo dopo la fine della seconda guerra mondiale. Nel 1975 viene annullata la figura del capofamiglia, nel 1981 è abrogato il delitto d´onore. Nel 2009 viene approvata la legge contro lo stalking, nel 2011 l´Italia è il quinto Paese a ratificare la convenzione di Istanbul e nel 2013, grazie alla Legge 119, vengono inasprite le pene per chi si macchia di tali reati". Sono stati fatti tanti passi avanti, dunque, ma non sono ancora sufficienti. Un Software Regionale Per Monitorare Il Fenomeno - Le mancate denunce non consentono neanche di monitorare adeguatamente il fenomeno "che, invece - ha precisato Bulbarelli - auspichiamo. E lo abbiamo fatto distribuendo ai nostri 25 Centri antiviolenza un software che consente di monitorare il fenomeno con parametri omogenei". "Come Regione - ha aggiunto Bulbarelli - sappiamo che le donne hanno bisogno di aiuto e risposte. Con i pochi fondi che abbiamo a disposizione proviamo ad aiutarle ad uscire allo scoperto, a voltare pagina e a rifarsi una vita".  
   
   
BOLZANO: COMPIE 25 ANNI LA LEGGE PROVINCIALE ISTITUTIVA DELLE CASE DELLE DONNE  
 
 Bolzano, 26 novembre 2014 - Il 25 novembre, in tutto il mondo, si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, una tematica troppo spesso sottovalutata, ma che riguarda da vicino anche l´Alto Adige. Quest’anno la data coincide con i 25 anni dall’entrata in vigore in Alto Adige della legge provinciale che istituiva le Case delle Donne. La Provincia di Bolzano, 25 anni fa, precisamente nel 1989, fu la prima a livello nazionale a dotarsi di una legge che istituiva le case delle donne, strutture in grado di dare rifugio e ospitalità temporanea a donne che si trovano in grave pericolo a causa di una situazione di violenza, solitamente perpetrata da uno o più membri del proprio nucleo familiare. Le Case delle donne, in Alto Adige, sono ormai operative da 20 anni, ed in occasione della giornata internazionale contro la violenza alle donne, i principali dati relativi alla tematica e i passi in avanti compiuti in questi due decenni, sono stati illustrati oggi nel corso di una conferenza stampa alla quale ha preso parte anche l´assessora provinciale alla sanità e dalle politiche sociali, Martha Stocker. Nel suo intervento l´assessora ha sottolineato l´importante lavoro portato avanti dalle Case delle Donne e dai Centri Antiviolenza che operano in tutta la provincia. La loro attività e la rete di collaborazione da loro creata con le Forze dell´ordine e le strutture sanitarie rappresenta, secondo l´assessora Stocker, un punto di riferimento fondamentale per le numerose donne ed i loro figli che ancora oggi subiscono violenza anche nella nostra terra. "Forse il principale merito di questa legge provinciale, che quest´anno compie i 25 anni di vita" ha aggiunto l´assessora "è rappresentato dal fatto di aver sensibilizzato l´opinione pubblica e di aver reso evidente un tema considerato tabù come la violenza alle donne che spesso è una violenza che si manifesta a livello famigliare". A Merano il Centro antiviolenza è nato nel 1993 mentre la Casa delle Donne è stata istituita nel 1997, a Bolzano rispettivamente nel 2000 e nel 2001, a Bressanone nel 1999 e nel 2005 a Brunico entrambe le strutture sono nate nel 1995. La portata del problema è comunque ben evidenziata da alcuni dati resi noti nel corso della conferenza stampa. Dal 1989, anno nel quale è entrata in vigore la legge provinciale, sono 6964 le donne che si sono rivolte ai Centri antiviolenza, rispettivamente 2047 sono state ospitate negli alloggi protetti di Brunico, 943 si sono rivolte alla Casa delle Donne di Bressanone, 1898 a quella di Bolzano e 2076 a quella di Merano. Nello stesso periodo 1258 donne sono state accolte nelle strutture protette (266 a Brunico, 180 a Bressanone, 231 a Bolzano e 581 a Merano); i bambini accolti nelle strutture protette sono stati 1208. I dati fanno ancora più scalpore se si considera che statisticamente solo il 3 - 5% delle donne che subiscono violenza si rivolgono alle strutture per avere protezione. Nel corso della conferenza stampa hanno preso la parola anche Sigrid Pisano della Casa delle Donne di Merano, Helga Innerhofer, e Christina Bertoldi, assistente sociale del Distretto sociale di Bressanone, il primario del Pronto soccorso dell´Ospedale di Bolzano, Mario La Guardia, il capitano Domenico Chiaravalloti, comandante Compagnia Carabinieri di Merano e Barbara Wielander della Casa delle Donne di Bressanone. Da più parti è stata sottolineata l´ottima collaborazione esistente tra le varie strutture e con le Forze dell´Ordine le quali sanno di avere dei puti di riferimento importanti nelle Case delle Donne e nelle varie strutture protette. Un ruolo fondamentale in questa rete viene inoltre svolto dal Pronto Soccorso dell´Ospedale di Bolzano che da anni organizza degli specifici corsi di formazione per il proprio personale per offrire, in maniera efficace e riservata, il massimo di assistenza alle donne vittime di violenza.  
   
   
GIORNATA CONTRO VIOLENZA SULLE DONNE, PRESIDENTE UMBRIA MARINI: MASSIMO IMPEGNO PER COSTRUIRE RISPETTO DI GENERE E DI TUTTE LE DONNE  
 
 Perugia, 26 novembre 2014 – "Il mio pensiero oggi non può che andare, prima di tutto, alle tante, troppe donne vittime di atti di violenza, abuso e sopraffazione. A loro va tutta la mia solidarietà, con l´impegno a continuare, per quel che mi riguarda, a mettere in atto ogni azione possibile affinché cessi la violenza sulle donne". È quanto afferma la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ieri in un suo messaggio in occasione della ricorrenza della "Giornata internazionale per l´eliminazione della violenza contro le donne". "Ho ancora forte in me il sentimento di dolore per l´uccisione di Laura Livi a Terni, qualche settimana fa. Ho detto allora, e lo ripeto oggi, che Laura – come migliaia e migliaia di altre donne - ha subìto la rabbia, la violenza fino alla morte, dalla mano di un uomo, marito e compagno, che avrebbe dovuto rispettarla, proteggerla, sostenerla nel compito di madre. Laura è stata uccisa soltanto perché donna". La presidente Marini ha quindi rinnovato l´auspicio che nelle prossime settimane il Consiglio regionale dell´Umbria possa approvare il disegno di legge per le politiche di genere e per una nuova civiltà delle relazioni tra donne e uomini, "che ci permetterà – ha affermato Marini - anche di tutelare e difendere le donne vittime di violenza, ma soprattutto continuare a mettere in campo la rete dei servizi necessaria a produrre quei cambiamenti culturali e sociali indispensabili per costruire il rispetto di genere e di tutte le donne". In questa occasione, la presidente Marini ha voluto anche ricordare le diverse iniziative che la Regione Umbria ha messo in campo per contrastare la violenza sulle donne, promuovendo la costituzione di due Centri antiviolenza, definendo inoltre "molto importante quanto finora è stato fatto dal Centro regionale per le pari opportunità regionale, che ha sostenuto e sostiene tantissime donne in difficoltà. Si tratta ora di mettere in rete questa esperienza e di definire servizi nuovi, in grado di accogliere e di accompagnare le donne vittime di violenza e i loro bambini minori – ha concluso Marini - in un percorso di ricostruzione della propria vita ed autonomia".  
   
   
TORINO: STRUMENTI, STRATEGIE E RETI PER IL CONTRASTO ALLA VIOLENZA NEI CONFRONTI DELLE DONNE OGGI UN CONVEGNO NAZIONALE SULLE ATTIVITÀ DEL TAVOLO PROVINCIALE  
 
Torino, 26 novembre 2014 - In concomitanza con la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la Provincia di Torino organizza il 26 novembre 2014 il convegno nazionale: Strumenti, strategie e reti per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne che si terrà presso la Sala Auditorium di corso Inghilterra 7 dalle 9 alle 13. Sarà l’occasione per fare il punto sulle attività del Tavolo provinciale per progetti a tutela delle donne vittime di violenza tramite programmi di cambiamento dei maltrattanti, con particolare attenzione agli strumenti e strategie per la prevenzione, all’inaugurazione delle “salette” (un progetto per realizzare sul territorio 17 piccole stanze protette, accoglienti ma adeguatamente attrezzate, per raccogliere le testimonianze delle donne che entrano in un commissariato o in una caserma per denunciare violenze su di sé o sui propri familiari), per analizzare il ruolo della polizia giudiziaria e delle assistenti sociali, per rivedere il ruolo maschile nell’ottica delle risorse. Al convegno prenderanno parte il prefetto di Torino Paola Basiloni, gli assessori alle pari opportunità di Regione Piemonte, Provincia e Città di Torino Monica Cerutti, Mariagiuseppina Puglisi, Ilda Curti. Una parte del convegno sarà inoltre dedicata alla comunicazione e ai linguaggi multimediali, con interventi delle giornaliste Rai Stefanella Campana e Milena Boccadoro.  
   
   
GIORNATA CONTRO VIOLENZA DONNE, UNA DICHIARAZIONE DI VENDOLA  
 
Bari, 26 novembre 2014 - C’è una strage continua nel nostro Paese. Sono già 179 le donne uccise dall’inizio dell’anno: un bilancio di sopraffazione insopportabile. Una strage che si somma all’altrettanto intollerabile elenco di stupri, molestie sui luoghi di lavoro, violenze domestiche. Una guerra, che spesso si svolge proprio tra le mura domestiche, in famiglia. Sconfiggere la cultura familistica di facciata ed il rapporto sesso-potere-violenza è la sfida vera di un Paese che deve avere il coraggio di cambiare. Il problema è innanzitutto culturale e sociale. La violenza di genere non è un fatto di cronaca. È un fatto politico. Non esiste la possibilità del cambiamento se non si parte dalla voce della libertà delle donne e se non ci si accorge che la violenza, la brutalità nei confronti delle donne si annida nella grammatica delle ordinarie relazioni tra maschile e femminile, nei costumi sessuali, nella loro gerarchizzazione. Nel senso comune. Dovremmo adoperarci tutti quanti affinché si realizzi un profondo e radicale mutamento delle relazioni uomo-donna e del ruolo della donna in ogni ambito della quotidianità. In Italia la parità fra generi è ancora molto lontana dall’essere realizzata compiutamente. L’accesso all’istruzione e alla politica, le differenze in materia di salute e aspettativa di vita, rendono il nostro Paese ancora lontano dall’essere un Paese civile. Nessuno si deve sentire escluso nella missione di far smottare questa insostenibile arretratezza. In questi anni, qui in Puglia, noi non siamo stati fermi. Noi ci stiamo provando. Abbiamo disseminato il territorio di centri antiviolenza e di case rifugio per le donne che denunciano i loro sfruttatori e, grazie ad una legge approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale, abbiamo cominciato con fatica a costruire una rete di servizi che aiuti concretamente le donne. Così come, grazie ancora a questa legge regionale, la Regione Puglia nei giorni scorsi ha potuto chiedere, per la prima volta, di costituirsi parte civile in un processo per femminicidio. Certo, occorre tempo per un profondo cambiamento culturale, ma è anche vero che non c’è più tempo da perdere. Tutto questo noi continueremo a farlo con sempre maggiore vigore, nella piena consapevolezza che la libertà delle donne è un contributo formidabile per il futuro del nostro territorio.  
   
   
VIOLENZA DI GENERE; "CAV" DI PERUGIA ORGANIZZA CENA AUTOFINANZIAMENTO  
 
Perugia, 26 novembre 2014 - Nell´ambito delle iniziative promosse contro la violenza di genere, dal 24 al 30 novembre ed il 3 dicembre, il Centro antiviolenza di Perugia "Catia Doriana Bellini" organizza, con il patrocinio della Regione Umbria, una cena di autofinanziamento a sostegno dei centri antiviolenza. La cena, aperta a tutti, si terrà a Perugia, sabato 29 novembre (ore 20.30). Per prenotazioni chiamare il numero 3423029409 o scrivere a: centroantiviolenza@gmail.Com