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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 21 Luglio 2015 |
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LA RACCOLTA TRIDIMENSIONALE DELLE PROVE FORENSI OFFRE NUOVE PROSPETTIVE AGLI ANALISTI DELLA SCENA DEL CRIMINE [STAMPA PDF] |
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Dr. Peter Kühmstedt Bruxelles, 21 luglio 2015 - Se vi piacciono le serie poliziesche in Tv, probabilmente avrete notato come tracce sui cadaveri o impronte di scarpe spesso aiutino i detective ad accorciare la lista dei sospetti. Tali prove forensi hanno un ruolo fondamentale nelle vere indagini, ma le tecniche attualmente usate hanno i loro limiti. La tecnologia sviluppata nell’ambito del progetto 3D-forensics aiuterà a rendere più precise queste analisi grazie all’uso di una tecnologia di scannerizzazione 3D. Dal 2003, il numero di crimini registrati nell’Ue è in costante diminuzione. Sebbene la raccolta e l’analisi di prove forensi - dalle impronte digitali alla balistica e la sierologia - sono state strumentali in questa tendenza, tali metodi presentano comunque dei limiti. Ci sono per esempio dubbi sul carattere unico delle impronte digitali di un individuo o sui criteri per dichiarare una corrispondenza nelle analisi di capelli e fibre. I metodi usati per raccogliere prove forensi inoltre spesso mancano di precisione e può essere difficile garantire la loro integrità dalla scena del crimine all’aula del tribunale. Di tutti questi problemi, gli ultimi due sono stati al centro del progetto 3D-forensics (“Mobile high-resolution 3D-scanner and 3D data analysis for forensic evidence”), che si propone di aumentare la precisione, la flessibilità e la risoluzione delle ricostruzioni-3D – un promettente approccio forense alla ricostruzione e l’analisi delle prove. Sin dal maggio 2013, il consorzio, che conta sette membri, è coordinato da Fraunhofer e comprende cinque Pmi, ha sviluppato tre prototipi di sistemi di scannerizzazione 3D e un nuovo software per l’analisi dei dati. Il sistema, che promette di rendere l’acquisizione dei dati più dettagliata e sollevare gli esperti dall’incombenza di elaborare i dati manualmente, ha lo scopo di aiutare l’Ue a far crescere il suo tasso di risoluzione dei crimini, che attualmente è di circa il 70 %. Il dott. Peter Kühmstedt, coordinatore di 3D-forensics, ci spiega alcuni dei risultati del progetto e ci parla della sua speranza di commercializzare i prototipi appena sviluppati nel prossimo futuro. La proporzione di reati irrisolti rimane preoccupante in Europa. Come se lo spiega? Penso che l’Europa sia stata gravemente colpita dalla crisi del debito negli ultimi anni. Molti stati hanno ridotto i propri budget destinati a combattere il crimine, specialmente per i reati molto frequenti come la rapina e i furti d’auto. Le squadre investigative hanno risorse limitate per questi casi. A mio avviso, questo problema è una delle cause del fatto che i reati rimangano irrisolti, ma ci sono indubbiamente molte altre ragioni. Come può la ricostruzione 3D delle prove contribuire a migliorare questi dati statistici? La tecnologia di scansione ottica 3D ha fatto molti progressi negli ultimi 20 anni. Tipicamente si applica nel settore del controllo dei processi industriali, dell’architettura e del patrimonio culturale. L’obiettivo principale del nostro progetto è l’applicazione della tecnologia 3D per raccogliere e analizzare tipi specifici di tracce nelle scene del crimine, per esempio impronte di calzature e pneumatici. Le statistiche nei Paesi Bassi mostrano che le impronte di calzature e di pneumatici sono una traccia comune nei reati molto diffusi. Le tecniche usate per raccogliere queste tracce sono generalmente la fotografia o i calchi in gesso ma entrambe le tecniche presentano degli svantaggi: le fotografie per esempio non contengono informazioni sulla profondità mentre i calchi in gesso richiedono molto tempo. Questi svantaggi possono spingere gli investigatori della scena del crimine a decidere di non raccogliere questo tipo di tracce. Il nostro approccio tecnologico è stato ideato per superare tali limiti. La scannerizzazione ottica 3D permette di catturare velocemente e senza contatto le tracce con tutte le loro informazioni dettagliate. L’analisi dei dati digitali 3D invece dei calchi in gesso renderà più facile il lavoro degli esperti e permetterà di collegare i dati di diverse scene del crimine. Cosa c’è di nuovo nell’approccio di 3D-forensics per questa ricostruzione 3D? La tecnologia di scansione laser 3D è già usata da alcuni esperti forensi della polizia e privati tra le altre cose per registrare scene del crimine complete, ma richiede conoscenze specialistiche e i sistemi non sono stati progettati per la raccolta di impronte di calzature e pneumatici. Il nostro sistema completo, che comprende uno scanner 3D e un software di analisi, è il primo sistema progettato proprio per l’applicazione nei reati molto diffusi. È progettato per essere usato in tutto il processo e il procedimento d’indagine rispettando tutte le disposizioni legali. Se raggiungiamo i nostri obiettivi c’è la possibilità che l’uso di calchi in gesso per le impronte di calzature e di pneumatici venga completamente rimpiazzato. La nostra tecnologia di scannerizzazione 3D si basa sul principio della luce strutturata. Questo approccio ci permette di costruire uno scanner 3D compatto e facile da usare. Rispetto agli attuali scanner più sofisticati, cattura una scena 3D in un campo visivo più piccolo, circa delle dimensioni di una suola di scarpa, con una risoluzione superiore allo 0,2 mm. La risoluzione permette la visualizzazione di piccolissimi segni identificativi, come piccoli graffi che si possono usare per far corrispondere le impronte alle scarpe del sospettato. Inoltre il software di analisi imita l’attuale processo di analisi forense per le impronte di calzature e di pneumatici. È semplice da usare e comprende strumenti per determinare caratteristiche generali, come il tipo e il numero di scarpa, e caratteristiche uniche come i graffi. Non è facile raccogliere le prove e conservarle fino al momento in cui il caso arriva in tribunale. In che modo la vostra tecnologia contribuisce a garantire la loro validità e integrità? Siamo fortunati perché il team del nostro progetto comprende non solo tecnologi ma anche utenti finali nel settore delle scienze forensi. All’inizio del progetto abbiamo definito i requisiti, come la trasparenza e la prevenzione della manipolazione dei dati, per assicurare che le prove raccolte e analizzate con questo sistema fossero ammesse in tribunale. Il progetto e lo sviluppo fatti in seguito hanno rispettato tali requisiti. Per fare un esempio, i dati scannerizzati non vengono mai modificati in modo irreversibile durante il procedimento di analisi: ogni fase dell’analisi è annotata e può essere annullata e rifatta. Le speciali funzionalità del sistema però sono solo uno dei modi per assicurare l’ammissibilità in tribunale. Il secondo, e forse più importante, è convincere gli esperti di scienze forensi. Se gli esperti sono convinti del sistema e si fidano dei risultati, non esiteranno a cercare di usarli in tribunale. La verifica nell’ambito di un procedimento forense accreditato non rientra nei parametri del progetto, ma sarebbe un ulteriore passo durante la commercializzazione. Come stanno andando i test sui prototipi finora? Ad aprile 2015 abbiamo completato tre prototipi dello scanner 3D e il prototipo del software, compresi tutti gli strumenti necessari per l’analisi dei dati. I primi test in laboratorio sono stati ultimati e mostrano risultati molto promettenti. Adesso siamo passati ai test sul campo in ambienti di simulazione della scena del crimine. Stiamo usando diversi terreni rappresentativi come la sabbia, l’argilla e la neve. Durante i test inoltre confrontiamo i risultati con i metodi classici come i calchi in gesso per documentare i vantaggi della nostra tecnica. Il passaggio dal laboratorio alle condizioni sul campo è spesso una fase difficile, ma desideriamo provare il nostro sistema sul campo nel tempo rimanente del progetto. Quali sono le attività ancora da svolgere prima del completamento del progetto? Il nostro progetto ha una durata totale di 28 mesi e si concluderà ad agosto 2015. Nei primi due anni abbiamo definito i requisiti degli utenti finali, abbiamo progettato e sviluppato il sistema e abbiamo costruito i prototipi. Nel tempo che rimane ci concentreremo sui test sul campo e sulla valutazione. L’obiettivo principale è dimostrare la funzionalità sul campo. Quali sono i vostri piani per la commercializzazione e quando prevedete che avverrà? I risultati di 3D-forensics sono prototipi di un sistema per catturare, analizzare e studiare impronte di calzature e di pneumatici delle scene del crimine. Non appena la funzionalità e l’utilità del prototipo saranno dimostrate, sarà necessaria un’altra fase per portare il sistema dallo stato di prototipo a un prodotto commerciale. Il tempo del progetto che rimane sarà anch’esso usato per identificare gli aspetti tecnici che si potrebbero migliorare per la commercializzazione. Parallelamente il consorzio ha sviluppato anche una strategia di utilizzo e attualmente sta prendendo in considerazione le opportunità di finanziamento per procedere alla commercializzazione. L’obiettivo è creare un prodotto nel 2016 e lanciarlo sul mercato nel 2017. Per ulteriori informazioni, visitare: 3D-forensics http://www.3d-forensics.De/ |
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LO SCATOL8 APRE UNA FINESTRA SUL COLLE DON BOSCO |
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Torino, 21 luglio 2015 - Al Colle Don Bosco é stato installato lo Scatol8 , un sistema di telerilevamento di variabili ambientali, paesaggistiche e gestionali, sviluppato dall’Università di Torino. Ci si connette a questo indirizzo http://scatol8.Net/colledonbosco.html con un qualunque computer o mobile phone e ci si trova subito al Colle Don Bosco. Temperatura, umidità, velocità e direzione del vento, livello di pioggia, immagini sono le variabili misurate al Colle Don Bosco e che ognuno può conoscere, in tempo reale. Si tratta di un’installazione dimostrativa perché lo Scatol8 é stato ideato e realizzato per misurare la qualità ambientale dei luoghi (qualità dell’aria, dell’acqua, del suolo, quantità di risorse impiegate, consumi energetici, quantità di rifiuti prodotti), grazie ad un’ampia gamma di sensori, e l’intensità delle interazioni tra ambiente ed organizzazioni economiche, per valutarne la sostenibilità e migliorarne al gestione. Lo Scatol8 é stato ideato da Riccardo Beltramo, professore ordinario del Dipartimento di Management dell’Università di Torino, che racconta le ragioni di questa installazione, messa a punto con un Team di ricercatori: “Diffondere la cultura della sostenibilità, nella sua accezione completa, riferita ad aspetti ambientali, sociali ed economici è la ragion d’essere di Scatol8 ,che si basa su tecnologie e conoscenze largamente disponibili tra i giovani e sull’uso di Internet per la lettura dei dati. Lo Scatol8 sostiene la pedagogia di Don Bosco perché si propone come uno strumento utile per l´educatore al fine di “leggere” l’ambiente in maniera ragionata. A partire da dati certi, con i quali è possibile interagire in tempo reale, il sistema consente una lettura della complessità della realtà, a partire dalla quale è possibile intraprendere percorsi di conoscenza del rapporto Uomo-natura e delle sue interrelazioni, nelle dimensioni ambientale, economica e sociale. Inoltre, l’analisi delle serie storiche dei dati fornisce indicazioni per prevenire gli impatti, modificando comportamenti individuali e collettivi per uno sviluppo armonioso. La valenza educativa é stata condivisa da Don Egidio Deiana e da Don Mario Pertile, che hanno permesso al Team Scatol8 di intraprendere questo nuovo progetto”. “L’idea di sviluppare una webapp - continua Riccardo Beltramo - é nata per aprire una finestra sul Colle, facilmente accessibile ad un ampio numero di persone, a partire da coloro che vi si recano per le celebrazioni del bicentenario della nascita di Don Bosco”. Lo Scatol8 é un sistema nato cinque anni fa ed é in continua espansione, attraverso ricerche, didattica, collaborazioni con varie istituzioni ed un’intensa attività di educazione ambientale. Aggiornamenti sono disponibili sul sito http://scatol8.Net |
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OLIVETTI, LA REGIONE PROPONE L´APERTURA DI UN TAVOLO PIEMONTESE |
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Torino, 21 luglio 2015 - Si è tenuto a Roma il tavolo sul futuro della Olivetti, organizzato dalla Regione Piemonte per agevolare il dialogo tra le organizzazioni sindacali e la Telecom e per trovare la soluzione migliore possibile per rilancio del sito di Ivrea. All’incontro erano presenti il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, gli assessori al Lavoro Gianna Pentenero e alle Attività produttive, Giuseppina De Santis, la direzione aziendale di Telecom, le organizzazioni sindacali e il sindaco di Ivrea, Carlo Della Pepa. Nel confermare l’impianto del piano industriale presentato a maggio scorso e sollecitata dalla Regione, l’azienda ha ribadito la propria volontà a investire sul territorio canavesano e a trovare una soluzione per i lavoratori. La Regione, dal canto suo, ha posto l’accento proprio sulla necessità di ottenere maggiori garanzie per la difesa dei posti di lavoro e la valorizzazione delle professionalità e delle potenzialità del territorio. In tal senso, la Regione ha proposto l’apertura di un tavolo piemontese. |
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FORMAZIONE DI TECNICI SPECIALIZZATI NEL BIOMEDICALE CHIUSI I CORSI DEL PRIMO ANNO, AL VIA I BANDI DEL NUOVO BIENNIO 2015-2017 DELLA FONDAZIONE ITS A. VOLTA DI TRIESTE ISCRIZIONI ENTRO IL 30 SETTEMBRE E IL 20 OTTOBRE |
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Trieste, 21 luglio 2015 - Un primo anno che si sta chiudendo con profitto e un nuovo bando in partenza per il biennio 2015-2017. Alla Fondazione Its A. Volta per le Nuove Tecnologie della Vita di Trieste è tempo per un primo bilancio e per la preparazione del nuovo ciclo didattico. L’istituto forma personale altamente specializzato nell’ambito delle tecnologie biomediche, un settore in espansione, che ha fame di tecnici con un elevato livello di competenza per la gestione e la manutenzione delle sempre più sofisticate apparecchiature diagnostiche e non solo presenti in ospedali e cliniche universitarie. Il 24 giugno si è chiuso il primo anno del corso di Tecnico superiore per lo sviluppo e la gestione di sistemi e soluzioni di informatica medica e di bioinformatica, che ha visto 21 partecipanti, mentre questa settimana vanno in vacanza i 25 allievi e allieve del secondo corso in cui è articolata l’offerta formativa, quello di Tecnico superiore per la gestione e manutenzione di apparecchiature biomediche, per la diagnostica per immagini e per le biotecnologie. “Una delle caratteristiche distintive dei corsi – spiega il presidente della Alberto Steindler, presidente della Fondazione - è quella di fare acquisire esperienza direttamente sul campo, grazie anche all’utilizzo del Lab3 (Laboratory for Advanced Technology in Healthcare Repair Training and Education), primo esempio in Europa di laboratorio dedicato alla formazione dei tecnici delle apparecchiature biomedicali, progettato per riprodurre fedelmente un ambiente ospedaliero, che sarà inaugurato a settembre. In questo primo anno, tra l’altro, sono state numerose le visite didattiche presso l’Ospedale di Cattinara e l’Ospedale Maggiore di Trieste”. I nuovi bandi si aprono oggi e si rivolgono a giovani e adulti, occupati o disoccupati in possesso di diploma di scuola media superiore o titolo europeo equipollente. I corsi sono a frequenza obbligatoria e si svolgeranno a partire rispettivamente dal mese di ottobre e novembre a Trieste presso il campus di Basovizza di Area Science Park. Sono previste nel biennio fino a 2000 ore di attività formativa di cui 1200 di aula e laboratorio e 800 di stage in azienda, da svolgersi anche all’estero. La quota di iscrizione è pari a 400 euro per annualità. Al termine viene rilasciato un diploma statale di V livello European Qualification Framework (Eqf). I percorsi sono alternativi e non sovrapponibili a quelli delle lauree triennali universitarie erogate nell’ambito delle Facoltà di Ingegneria, ma è possibile richiedere alle università il riconoscimento di un certo numero di crediti formativi. Per partecipare alla selezione che porterà alla formazione di una graduatoria di merito per l’assegnazione di 22 posti per corso è necessario compilare il modulo sul sito www.Itsvolta.it e inviare la documentazione prevista dal bando rispettivamente entro il 30 settembre 2015 per il corso di “Tecnico superiore per la gestione e manutenzione di apparecchiature biomediche”, per la diagnostica per immagini e per le biotecnologie ed entro il 20 ottobre 2015 per il corso di “Tecnico superiore per lo sviluppo e la gestione di sistemi e soluzioni di informatica medica e di bioinformatica”. |
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UNIVERSITA’: TRE VENETE NELLA TOP TEN DEL SOLE 24 ORE. ZAIA, “BRAVI IN GENERALE E ANCOR PIU’ NELLA RICERCA. ORGOGLIOSI DI UN SISTEMA PUBBLICO APERTO A TUTTI SE NON FOSSE PER LE CROCETTE DELLA GIANNINI” |
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Venezia, 21 luglio 2015 - “Tre Atenei nella top ten con Verona, Padova e Cà Foscari di Venezia; lo Iuav di Venezia che mantiene la sua posizione precedente ma, nei vari parametri valutati, è il primo in assoluto per attrattività internazionale, e scusate se è poco. Il Veneto è orgoglioso del suo sistema universitario pubblico, dei docenti e dei ricercatori che vi lavorano, dei giovani che vi studiano. Senza istruzione di alto livello non c’è futuro per una terra o per un sistema economico. Il Veneto ha un bel futuro davanti a sé”. Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia commenta la classifica annuale sulla qualità delle Università, pubblicata sul Sole 24 ore. “E ancora meglio – aggiunge Zaia – le nostre Università vanno sul fondamentale fronte della ricerca: Verona prima, Padova quinta e Cà Foscari che passa dal nono posto in classifica generale al sesto per il parametro della ricerca sono sinonimo di qualità dell’insegnamento ma anche di grande impegno sulla ricerca, uno dei settori più maltrattati dalle spending review e dai tagli dei vari Monti, Letta e Renzi”. “Vinciamo nel settore degli Atenei pubblici – conclude Zaia – e questo è un motivo di vanto in più, perché sono quelli dove chiunque, a prescindere da censo e situazione economica, può frequentare ed esprimere il suo talento. Sarebbe anche più bello che tutti potessero farlo senza doversi sottoporre alla folle tagliola dei quiz d’accesso, ma la sua eliminazione è rimasta irrimediabilmente invischiata nelle promesse elettorali non mantenute, sin dal tempo delle europee dal Ministro Giannini che, a dare il roboante e sterile annuncio, arrivò proprio a Padova pochi giorni prima del voto”. |
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UNA PROPOSTA DI LEGGE PER IL COMMISSARIAMENTO DEGLI ERSU IN ATTESA DEL RIORDINO DEFINITIVO. |
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Ancona, 21 luglio 2015 - La Giunta regionale ha trasmesso al Consiglio, per l’esame e l’approvazione dell’Assemblea legislativa, una proposta di legge che prevede il commissariamento degli Ersu in attesa del riordino generale degli Enti regionali per il diritto allo Studio Universitario. Pertanto la Regione non effettuerà ora le nomine dei presidenti e dei componenti i Consigli di amministrazione, in scadenza nel 2015, ma individuerà, per ciascun ente (Ancona, Camerino, Macerata e Urbino) un commissario straordinario. I commissari resteranno in carica fino all’approvazione della nuova legge regionale di riordino e, comunque, per un massimo di sei mesi. I commissari straordinari svolgeranno le loro funzioni, “assicurando forme di consultazione con le rappresentanze degli studenti, dei Comuni sede degli Ersu e le Università”. Anche i revisori dei conti degli Ersu verranno prorogati per la stessa durata prevista per i commissari straordinari. “La scelta - afferma l’assessore all’Istruzione e Diritto allo Studio , Loretta Bravi - è quella di avviare una completa riorganizzazione degli Ersu, definendo un nuovo modello di Ente che sappia rispondere alle esigenze, in termini di servizi e opportunità, manifestate dal mondo universitario. Nel settore del diritto allo studio universitario è necessario individuare un nuovo modello organizzativo, a fronte delle difficoltà di gestione e delle sofferenze di bilancio che richiedono una razionalizzazione delle attività. In vista della riorganizzazione che proporremo al Consiglio regionale, si è ritenuto opportuno non rinnovare presidenti e consigli di amministrazione, ma di sostituirli con commissari straordinari, con un mandato limitato nel tempo, in modo da consentire tutti i passaggi legislativi e amministrativi che porteranno alla definizione dei nuovi Ersu”. |
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A POLI.DESIGN LA II EDIZIONE DEL CORSO DI ALTA FORMAZIONE IN DESIGN FOR ALL LA DIVERSITA’ COME RISORSA |
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Milano, 21 luglio luglio 2015 – Aperte le iscrizioni alla Ii edizione del Corso di Alta Formazione in Design for All, il corso a numero chiuso organizzato da Poli.design, Consorzio del Politecnico di Milano, con il patrocinio di Design for All Italia, l’associazione che opera da anni per la definizione degli strumenti più idonei per una progettazione consapevole di ambienti, prodotti e servizi fruibili dalla più ampia pluralità di soggetti, diversi fra loro per capacità percettive, motorie e cognitive. Spesso il design tradizionale progetta per un´astrazione: l´uomo standard. Così facendo penalizza le persone reali con le loro diversificate abilità, competenze, desideri e aspirazioni. Il Design for All promuove una progettazione per l´individuo reale, inclusiva ed olistica, che valorizza le specificità di ognuno, coinvolgendo la diversità umana nel processo progettuale. Parlare di Design for All significa infatti affrontare un vero e proprio atteggiamento, non una semplice disciplina accademica. Un preciso approccio sociale, volto all’ideazione di ambienti, di sistemi, di prodotti e di servizi che siano fruibili in modo autonomo da parte di persone con esigenze e abilità diversificate, capace di coinvolgere la diversità umana fin dal processo progettuale. In questo contesto, il progettista è chiamato al confronto con istanze di responsabilità sociale e con le necessità di un mercato allargato. Il corso di Poli.design risponde, in modo particolare, proprio all’esigenza di profili professionali in grado di gestire il crescente bisogno di adeguamento di prodotti, ambienti e sistemi alle esigenze di una vasta e articolata collettività. La frequenza con successo al corso consentirà di entrare, come specialisti, in gruppi di lavoro per coordinare l’approccio al Design for All in aziende ed enti. Lo studente che frequenta il corso e sostiene e supera l’esame finale, acquisisce i titoli necessari per l’iscrizione all’“Elenco Soci formati in Dfa” istituito dall’associazione Design for All Italia, con la possibilità di diventare socio Professionale a tutti gli effetti se, dopo almeno un anno, implementa concretamente nella propria professione il Dfa. L’orario è stato pensato per favorire la fruizione da parte di chi ancora studia o lavora. Il corso si svolge infatti nelle giornate di venerdì (tutto il giorno) e di sabato (mezza giornata), per un totale di 132 ore su 144 ore fra lezioni frontali, workshop ed esame + 3 Ore Della Tavola Rotonda . Il corso è strutturato in moduli didattici acquistabili anche singolarmente e si rivolge a laureati in tutte le discipline che intervengono nel processo e nel progetto di prodotti, ambienti e servizi: non solo designer ed architetti, ma tecnici, decisori, amministratori pubblici o privati e manager. Nell’intento di erogare didattica for All, si stabilisce che chi ha conclamate e gravi difficoltà di presenza, e ne fa motivata e documentata richiesta, potrà seguire le lezioni frontali per via telematica. L’ammissione al corso è subordinata ad una selezione preventiva. Sito: www.Polidesign.net/it/designforall I candidati dovranno inviare il proprio curriculum e una lettera motivazionale a formazione@polidesign.Net |
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TRENTO: UN ATENEO SEMPRE PIÙ AL SERVIZIO DEL TERRITORIO |
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Trento, 21 luglio 2015 - Collaborare con tutti i soggetti del sistema trentino della ricerca, in particolare con le fondazioni Bruno Kessler ed Edmund Mach, per sviluppare reti internazionali, percorsi formativi congiunti, utilizzazione di infrastrutture e per sostenere l’innovazione e il trasferimento delle conoscenze alle imprese. Questo l´input che la Giunta provinciale invia all´Università di Trento attraverso l´atto di indirizzo 2015-2018, approvato su proposta dell´assessora Sara Ferrari con il quale vengono fissati, sui livelli degli anni precedenti, i finanziamenti all’Ateneo trentino, oltre 118 milioni di euro per il 2015, confermati anche per gli anni successivi. Fra gli indirizzi indicati dalla Giunta, per un Ateneo sempre più al servizio del territorio, vi sono anche il rafforzamento della collaborazione con i soggetti che operano nell´ambito della ricerca e della sperimentazione educativa e con il sistema scolastico provinciale, l’attuazione degli obiettivi della Smart Specialisation provinciale e la valutazione di fattibilità dell’istituzione della figura del “professore di ricerca” che operi congiuntamente in ateneo e nelle fondazioni del territorio . Confermati i progetti di ricerca nel settore delle biotecnologie per la salute umana ed in quello nello studio del cervello e delle sue funzioni. Fra le novità l’avvio della ricerca a sostegno del progetto di protonterapia e il rafforzamento dell´area della meccatronica ormai intesa nel senso ampio della fabbrica intelligente. L’atto di indirizzo definisce gli obiettivi generali e quelli per il sistema territoriale, le modalità di valutazione dei risultati raggiunti, le risorse attribuite dalla Provincia per tipologia di intervento e i criteri e le procedure di erogazione delle stesse. Si tratta di un documento definito e condiviso con l´Università. L´idea centrale, mutuata dal programma di sviluppo provinciale, si basa sul concetto di innovazione come motore generatore di sviluppo e lavoro basato sulla conoscenza. Nell’atto di indirizzo 2015-2018 trovano continuazione e rafforzamento alcune azioni programmatiche avviate nell’ambito del precedente atto di indirizzo: - Biotecnologie per la salute umana - Mind/brain sciences Sono avviate alcune nuove azioni programmatiche - Meccatronica/fabbrica intelligente - Protonterapia e Apss - Rapporti con la scuola Programma di edilizia La Provincia continua a garantire all´università strutture per la didattica e laboratori di ricerca di grande qualità e all´avanguardia rispetto al contesto nazionale. Saranno effettuate ristrutturazioni complete di edifici esistenti, gli interventi programmati permetteranno, tra l’altro, una più efficiente distribuzione degli spazi e dei servizi. Le nuove costruzioni saranno funzionali all’ampliamento sia dei servizi offerti nell’ambito delle attività istituzionali (didattica e ricerca) sia di altri servizi principalmente rivolti agli studenti, tra cui quelli per la pratica sportiva. I compendi oggetto di tali interventi saranno: - l’edificio storico del Polo Scientifico a Povo; - l’ex facoltà di Ingegneria a Mesiano; - l’ex Manifattura Tabacchi a Rovereto – nuovo edificio ed edificio 10; - la nuova Biblioteca presso il complesso le “Albere” ed il limitrofo Centro Trentino Esposizioni; - l’Augsburgerhof a Pergine. Particolare attenzione viene posta alla manutenzione straordinaria ed efficienza energetica. Per quanto riguarda le risorse, l’atto di indirizzo prevede l’importo di 118.955.000 euro per il 2015, compreso il programma di edilizia. Per il 2016 l’importo previsto è pari a 128.553.600 euro, mentre nel 2017 l’impegno di spesa è pari a 120.848.900. |
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RICERCA IN TRENTINO: PIÙ COORDINAMENTO E MAGGIORI RICADUTE POSITIVE SUL TERRITORIO |
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Trento, 21 luglio 2015 - “Dopo anni di investimenti crescenti alla ricerca si chiedono risultati più concreti in termini di ricadute positive sul territorio e sul sistema economico e sociale del Trentino. Serve un coordinamento maggiore tra gli enti di ricerca ed un legame più solido con il mondo produttivo”. Così l’assessora provinciale all’università e ricerca Sara Ferrari ha commentato l’approvazione, da parte della Giunta provinciale, del programma pluriennale della ricerca per l’attuale legislatura. “Per raggiungere questo risultato – ha detto Sara Ferrari – è necessario scegliere a priori le aree di focalizzazione e su queste mettere in rete tutti gli attori del territorio, evitando sovrapposizioni e chiarendo i diversi ruoli. È importante che il sistema sappia porsi in modo omogeneo e pianificato, coinvolgendo tutta la filiera della conoscenza e dell’innovazione, al fine di avere un’adeguata presenza, visibilità e massa critica nei network di ricerca nazionali ed internazionali. “Dobbiamo sviluppare sul territorio – ha spiegato ancora l’assessora Ferrari – una funzione di hub per supportare l’Università degli Studi di Trento, la Fondazione Bruno Kessler, la Fondazione Edmund Mach ed eventuali altri enti del territorio nell’ “ultimo miglio” del percorso per l’immissione sul mercato e nella società di prodotti, servizi e soluzioni, nati dalle attività di ricerca degli enti trentini , dobbiamo spingere i nostri ricercatori a lavorare con le imprese affinché siano in grado di raccogliere i loro bisogni e anche sulla base di questi sviluppare l´attività di ricerca ”. Il programma pluriennale della ricerca ha il compito di garantire una programmazione coordinata degli interventi in materia, individuando gli obiettivi, le linee generali di intervento, le relative priorità e i criteri di valutazione. Viene approvato con una delibera della Giunta provinciale sentito il parere del Comitato per la ricerca e l’innovazione. E´ stato presentato, attraverso diversi incontri, ai soggetti che si occupano di ricerca e di innovazione sul territorio provinciale, alle parti sociali ed economiche. Il programma si colloca in uno scenario profondamente rinnovato, all’interno di un contesto internazionale di grande trasformazione e di crisi economica che sta mettendo in luce, sebbene in modo disomogeneo, carenze strutturali di molte economie nazionali. Le principali trasformazioni dello scenario della ricerca e innovazione riguardano l’estensione dei soggetti e delle aree entro cui si sviluppano le attività e si strutturano le partnership pubblico-privato. Infatti, mentre in passato si lamentava soprattutto un insufficiente investimento finanziario del settore privato nella ricerca, ora alle aziende si richiede di entrare nei network di ricerca con un ruolo diverso, più connesso all’innovazione, alla crescita delle competenze all’interno dei team e alla possibilità di sviluppare business con le scoperte scientifiche. Un ulteriore cambiamento riguarda la rilevanza crescente degli accordi e delle collaborazioni nazionali ed internazionali, sia per coinvolgere i differenti attori della catena del valore, sia per la necessità di avere reti di ricerca diffuse e comprensive di diverse componenti: il mondo accademico e scientifico e quello dell’innovazione e della produzione. Di conseguenza, appare sempre più chiaro che laddove un territorio o un ente deciderà di presidiare e investire su una specifica area settoriale, tali azioni dovranno essere fatte sulla base della capacità di inserirsi all’interno di queste reti grazie alle proprie competenze, investimenti e relazioni. “In questo scenario di attenzione ai risultati - ha spiegato l´assessora provinciale Sara Ferrari - la ricerca di base, esplorativa e di frontiera continua ad essere centrale per gli investimenti di questo territorio anche in quanto motore di medio e lungo termine dell’innovazione. La ricerca di alta qualità sarà inoltre fortemente legata alla formazione ed alla capacità di attrarre talenti ed eccellenze sul territorio, anche attraverso università ed enti di ricerca che sappiano integrare la ricerca di base con quella applicata, partecipando maggiormente alle attività di valorizzazione e trasferimento di conoscenza". "Una realtà come il Trentino - ha detto ancora Ferrari - che in questi anni ha molto investito nella ricerca, ma che ha dimensioni ridotte, deve chiarire e focalizzare la propria visione, mettendola in relazione con le strategie di sviluppo economico del territorio". Oggi, più che in passato - ha concluso l´assessora Ferrari - è necessario capitalizzare gli importanti investimenti fatti, per questo il programma pluriennale intende essere uno strumento di orientamento e di visione, che contribuisca a coordinare in modo verticale l’operato degli enti di ricerca trentini con le strategie nazionali, europee e internazionali e, in modo orizzontale, a definire il ruolo dei diversi attori pubblici e privati. Speciale attenzione, più che in passato, viene posta anche al rapporto con l’Euregio, con l’obiettivo di presentarsi in alcune aree di comune interesse in modo rafforzato nella competizione europea e internazionale". Queste le dimensioni strategiche su cui si focalizza il programma pluriennale della ricerca: Interconnessione Con Il Mondo Produttivo E Ricadute Territoriali Si riconosce la necessità di stabilire una più forte ed efficace connessione tra gli ambiti prioritari di ricerca trentini e il loro potenziale impatto sul contesto economico e produttivo del territorio, in questo contesto di interconnessione si inseriscono anche gli investimenti nelle grandi infrastrutture di ricerca a disposizione congiunta di imprese ed enti di ricerca (meccatronica, microsistemi, genomica) . Apertura Internazionale E Collaborazioni Interregionali, Nazionali Ed Europee - La sostenibilità e il futuro del mondo della ricerca trentino non possono prescindere da un forte ancoraggio e allineamento con le principali iniziative di ricerca e sviluppo tecnologico esistenti a livello europeo e internazionale e i relativi attori. Gli Attori Territoriali Della Ricerca: Sinergia, Eccellenza E Massa Critica - Il programma intende promuovere una razionalizzazione ed una concentrazione degli attori del sistema trentino della ricerca, riconoscendo come interlocutori prioritari del governo provinciale nell’ambito della ricerca la Fondazione Edmund Mach, la Fondazione Bruno Kessler, l’Università degli Studi di Trento e il Museo delle Scienze (Muse), con i quali instaurare un percorso strutturato di collaborazione strategica di medio-lungo periodo, evitando sovrapposizioni e duplicazioni di attività e di investimenti infrastrutturali. Innovazione Sociale - Il governo provinciale intende continuare a connotare le proprie politiche di ricerca ed innovazione del Trentino con una forte enfasi verso l’innovazione sociale. Il rapporto tra scienza e società rappresenta infatti un nodo cruciale e in costante evoluzione nelle politiche della ricerca, laddove l’accettabilità ”sociale” dell’avanzamento scientifico risulta essere sempre più centrale. Valorizzazione Del Capitale Umano E Dei Talenti - In linea con le più innovative esperienze formative e di collaborazione con il sistema produttivo, va sostenuta la definizione di percorsi di carriera accademica e di ricerca chiari e di prospettiva, anche in una logica di internazionalizzazione, con una forte enfasi sulla possibilità di trasferimento dalla ricerca pubblica alle imprese. Legame Tra Ricerca, Innovazione E Istruzione - Rafforzare il trasferimento della cultura scientifica e della conoscenza nelle diverse fasi della filiera formativa, anche attraverso la costituzione di Poli fisici di specializzazione. Valutare Per Migliorare - Monitoraggio continuo in modo da poter eventualmente rimodulare ambiti ed investimenti in base al raggiungimento effettivo degli obiettivi prefissati e alla realizzazione dei risultati. Queste le aree prioritarie di ricerca individuate dal programma, in coerenza con la smart specialisation e con l´eccellenza scientifica sviluppata grazie agli investimenti passati : - agrifood, sicurezza ambientale e agricoltura sostenibile; - ambiente e clima, energia e fonti rinnovabili; - fabbrica intelligente – meccatronica; - salute (invecchiamento attivo e in salute, benessere e sport, neuroscienze, tecnologie per gli ambienti di vita); - scienze umane e sociali; - smart cities & communities (trasporti intelligenti e e-governance); - turismo e patrimonio culturale (artistico e naturalistico). Questi i domini scientifico-tecnologici trasversali rispetto alle aree: - information and Communication Technology (prioritaria); - biotecnologie e genomica; - fotonica; - materiali avanzati; - micro-nano elettronica; - nanotecnologie e nanoscienze; La ricerca industriale sarà sostenuta attraverso due canali di finanziamento: - risorse provinciali per la concessione di contributi anche attraverso lo strumento della compensazione fiscale; le risorse previste attualmente per il sostegno di progetti di ricerca nella legislatura sono pari a quasi 27 milioni - oltre ad una quota dei 10 milioni di euro previsti per i contributi da utilizzarsi in compensazione fiscale - destinati ad essere integrati nelle varie manovre di bilancio annuale; - il Programma Operativo Fesr 2014-2020, investendo sia su progetti di ricerca collaborativa per le imprese innovativa sia su interventi a supporto dell’innovazione delle imprese stesse. In entrambi i casi le attività dovranno essere coerenti con gli ambiti prioritari della Strategia di specializzazione intelligente. |
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DISABILI SENSORIALI: ASSESSORE VENETO INCONTRA GENITORI E OPERATORI SU SERVIZIO INTEGRAZIONE SCOLASTICA |
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Venezia, 21 luglio 2015 - “Il servizio di integrazione scolastica e di assistenza alla comunicazione per gli studenti sordi e ciechi delle scuole venete non verrà meno. Studieremo con i rappresentanti degli operatori e delle famiglie un nuovo modello regionale con continuare a garantire a bambini e ragazzi con problemi di vista e di udito lo stesso diritto allo studio dei loro coetanei normodotati”. Lo ha assicurato l’assessore al sociale Manuela Lanzarin incontrando a palazzo Balbi una delegazione di genitori e di facilitatori della comunicazione delle sette province venete, preoccupati per la continuità del servizio sinora garantito nelle sette province venete a quasi 900 allievi veneti, tra i 3 e i 18 anni, da 545 operatori altamente qualificati. Il servizio infatti sinora è stato finanziato dalle Province che, a seguito della riforma Delrio, non hanno più ora né le competenze né le risorse finanziarie per continuare a sostenere, in forma diretta o indiretta, questa peculiare forma di assistenza alla lettura, all’apprendimento e all’integrazione dei minori con disabilità sensoriali. “La nuova Giunta Zaia – ha assicurato l’assessore – intende mantenere gli impegni presi con la legge di stabilità 2015 dal Consiglio regionale del Veneto che all’unanimità ha stanziato 6 milioni di euro per coprire i costi del servizio per tutto il 2015. Ed è nostra intenzione, inoltre, garantire la prosecuzione di questa esperienza-modello di integrazione. Ma, insieme a operatori e famiglie, dovremo studiare le modalità per assicurare omogeneità di prestazioni, tipologie di intervento e costi standard su tutto il territorio regionale, secondo parametri oggettivi e un nuovo modello organizzativo”. Nel dettaglio, gli utenti del servizio sono 183 in provincia di Venezia, 180 in entrambe le province di Verona e Treviso, 162 nel Vicentino, 35 nel Bellunese, 149 nel padovano e una cinquantina in provincia di Rovigo. |
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LA REGIONE MARCHE ASSEGNA 300 MILA EURO ALLE PROVINCE PER GARANTIRE L’ASSISTENZA DIDATTICA DOMICILIARE AGLI STUDENTI DISABILI SENSORIALI. |
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Ancona, 21 luglio 2015 - La Regione Marche ha assegnato alle Province 300 mila euro per garantire l’assistenza didattica domiciliare agli studenti disabili sensoriali all’avvio del prossimo anno scolastico. La delibera è stata approvato e andrà all’esame del Consiglio delle autonomie locali. Il finanziamento consentirà alle famiglie di provvedere alle spese sostenute, senza interruzione per l’attività didattica che veniva garantita dalle risorse delle Province. In attesa del riordino, le amministrazioni provinciali non hanno più fondi in bilancio e la Regione copre il primo trimestre scolastico (settembre – dicembre 201%). Superata la fase transitoria, le funzioni della disabilità sensoriale passeranno alla Regione. La delibera indica anche i criteri di riparto tra Province: le somme saranno assegnate sulla base della popolazione residente e della superficie territoriale. |
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SUMMER SCHOOL SU PROGETTAZIONE EDILIZIA A EFFICIENZA ENERGETICA |
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Potenza 21 luglio 2015 - Oltre 30 architetti e ingegneri provenienti da tutto il Sud Italia si sono dati appuntamento presso il Circolo La Scaletta di Matera, in via Sette Dolori 10, per seguire la terza edizione della Summer School, dedicata alla progettazione edilizia ad alta efficienza energetica. Il corso è stato organizzata dall’Ordine degli Ingegneri e da quello degli Architetti Ppc della Provincia di Matera, in collaborazione con Ec0, il primo network nazionale sugli edifici a consumo zero. Dal 13 al 17 luglio docenti di rilievo internazionale, come l’architetto Luca Raimondo, del Politecnico di Torino e Umberto Berardi, assistant professor in Building Science, della Ryerson University, si sono avvicendati per formare una nuova classe di dirigenti e professionisti, in grado di raggiungere il traguardo di uno sviluppo a zero emissioni di carbonio. Un obiettivo importante in vista degli obiettivi fissati dall’Europa nel 2020. La direttiva 2010/31/Ue sulla prestazione energetica nell’edilizia prescrive che entro il 31 dicembre 2020 tutti gli edifici europei di nuova costruzione siano a energia quasi zero (nearly zero energy buildings, Nzeb), anticipando al 31 dicembre 2018 il termine per i nuovi edifici di proprietà ed occupazione pubblica. Inoltre la direttiva sull’efficienza energetica 2012/27/Ue chiede di raggiungere livelli di efficienza energetica degli edifici sempre più alti con l’utilizzo di tecnologie innovative e pulite che ben si integrino con i manufatti edilizi. “Si riscontra sul territorio- ha dichiarato l’ingegnere Francesco Paolo Lamacchia, presidente del Network Edifici a Consumo zero, a conclusione della prima parte del corso – una notevole predisposizione e volontà dei professionisti italiani al rinnovamento energetico del patrimonio edilizio esistente pubblico e privato. Una volontà – ha sottolineato Lamacchia - testimoniata dalla nutrita presenza di esperti del mondo delle costruzioni, che con grande lungimiranza intravedono gli importanti vantaggi ambientali,economici e sociali derivanti dalla progettazione di edifici capaci di avere zero spese energetiche”. La seconda parte dell’International Summer School si terrà dal 21 al 25 settembre 2015 dalle 17.00 alle 21.00. Il corso è rivolto a ingegneri, architetti, studenti , neolaureati e tecnici professionisti. Per gli iscritti agli ordini professionali sono riconosciuti crediti formativi. Per maggiori informazioni si può consultare il sito www.Edificiaconsumozero.it o inviare una mail a edificiaconsumozero@gmail.Com Studiare modelli e concetti di architettura contemporanea, per coniugare lo sviluppo urbano con la sostenibilità ambientale, proponendo un materiale antico (specie nel Mezzogiorno), ma duttile e prezioso, come il tufo, “come ambito di sperimentazione progettuale, cultura costruttiva e materiale sostenibile ad alta compatibilità energetica e ambientale”: sono alcuni degli obiettivi della Summer School in “Architettura Materiali Ambiente”, che si svolge a Matera, dal 18 al 31 luglio, organizzata dall´Università della Basilicata (attraverso il Dicem, Il Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo) in collaborazione con l’Università di Firenze, con cui esiste una convezione per scambi scientifici e didattici di studenti e docenti. La Summer School prosegue il percorso dell’Unibas nello studio e nella ricerca della sostenibilità ambientale e nella valorizzazione del patrimonio culturale e architettonico, e si svolgerà in una città cruciale, prima di tutto per i contenuti scientifici dell’appuntamento: Matera, infatti, Capitale della Cultura per il 2019, si presta ancora una volta a essere uno straordinario laboratorio a cielo aperto, con la sua storia secolare e con i suoi Sassi, in tufo, che dal remoto passato dimostrano ancora di fornire elementi utili agli studiosi per il rispetto dell’ambiente e per la razionalizzazione delle risorse energetiche. Il tufo, utilizzato per la costruzione dei Sassi, sarà quindi protagonista degli interventi: obiettivo del workshop, infatti, è l’approfondimento, a partire dalla conoscenza delle architetture in tufo, delle loro caratteristiche architettoniche, costruttive e prestazionali, delle tecnologie di applicazione, delle potenzialità di innovazione progettuale, espressiva e costruttiva, verso esiti complessivi di qualità architettonica, di benessere, di sicurezza e di sostenibilità. L’area scelta per l’intervento progettuale, poi, riguarderà il vecchio asilo comunale, realizzato nel periodo fascista, costruito con le tecniche del tempo, e che oggi si presenta palesemente incongruo rispetto al contesto, privo di valori testimoniali storico-formali e in condizioni fisiche generali non compatibili con gli attuali standard normativi e ambientali. Viene quindi ipotizzato il recupero, l’integrazione e la sostituzione dell’edificio, con l’utilizzo di tecniche e materiali costruttivi tradizionali con alla base il tufo, per ottenere quindi un nuovo asilo per i residenti nei Sassi. “ Questa - ha detto Antonella Guida, docente Unibas e coordinatrice del Corsi di studi in Architettura - è una sicura opportunità formativa di crescita per i nostri studenti di architettura ma anche una occasione di scambi scientifici e culturali tra due città e realtà dalle antiche tradizioni storiche ed architettoniche che confrontano i propri saperi. Studiare a Matera diventa ogni giorno una realtà ambita ed oggi possibile per la presenza del nostro corso di Laurea in Architettura, importante riferimento per tutto quello che oggi interessa progetto patrimoni e recupero per un´architettura sostenibile, per una Matera 2019 di elevata statura. Ricordo che il 23 luglio prossimo scadono le iscrizioni nazionali on line per il corso di architettura per un numero programmato di cento posti ”. Nei Paesi del Mediterraneo il tufo è stato da sempre utilizzato come materiale da costruzione, grazie alla sua facilità di estrazione e di lavorazione, anche in forme complesse come quelle che caratterizzano importanti apparati decorativi di costruzioni di interesse storico-artistico. I Sassi di Matera sono un esempio unico al mondo di impiego del tufo, grazie alla straordinaria continuità della parte costruita con il paesaggio circostante, segnato dalla presenza delle gravine che mettono a nudo la stratigrafia dell’altopiano carsico. La parte inferiore è costituita da un calcare compatto con elevata resistenza meccanica e bassa porosità, mentre la parte superiore, di altezza limitata, è una calcarenite tenera di colore giallo chiaro, con un’elevata porosità aperta. E´ lo sfruttamento di questo strato roccioso superficiale che conferisce alla città di Matera la sua particolarità architettonica, caratterizzata dalla coesistenza di parti costruite e parti scavate. |
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DIRE E FARE FA TAPPA MARTEDÌ 21 LUGLIO ALLA SCUOLA NORMALE DI PISA. SI PARLA DI CITTÀ DIGITALI |
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Firenze 21 luglio 2015 - Una giornata proiettata verso il futuro, per un cambio di rotta nella gestione dei servizi e nella qualità del vivere di istituzioni e cittadini: è questo l´obiettivo del secondo appuntamento con la rassegna Dire e Fare, previsto martedì 21 luglio a Pisa e dedicato al tema dell´innovazione. Dopo il successo della prima giornata, che si è tenuta a Siena il 22 giugno sul tema della cultura, c´è molta attesa per questo nuovo incontro sulle prospettive della città digitale, organizzato come sempre da Anci Toscana insieme alla Regione Toscana. Anche stavolta la sede sarà particolarmente prestigiosa: dopo Santa Maria della Scala a Siena, i lavori si terranno alla Scuola Normale Superiore. La giornata, attraverso cinque sessioni tematiche ed una sessione plenaria, costituirà un momento di confronto sui temi dell´innovazione tra Comuni, Regione, Governo, università, impresa e associazioni. A conclusione dei lavori, sarà presentato il manifesto dell´Innovazione che Anci porterà all´attenzione del Governo. "Già a Siena abbiamo sperimentato con soddisfazione che il nuovo format di "Dire e Fare" porta spunti, riflessioni e feedback di grande interesse e concretezza - sottolinea la presidente di Anci Toscana Sara Biagiotti - A Pisa discuteremo di innovazione tecnologica, ovvero della chiave per migliorare e rivoluzionare tutti gli ambiti della pubblica amministrazione: dai trasporti al welfare, dal turismo allo sviluppo economico. Una sfida aperta per tutti, su cui amministrazioni e Anci sono fortemente impegnata. Sarà un´occasione importante anche per confrontarsi con il Governo". "La Toscana è patria dell´innovazione – afferma l´assessore alla Presidenza della Regione Vittorio Bugli – e ha l´ambizione di provare a essere terra dell´innovazione. Rendere attraente la nostra Regione per gli innovatori è certamente uno degli obiettivi di questa legislatura. Lo faremo anche pensandoci come Pa aperta e collaborativa, continuando il lavoro iniziato con Opentoscana che in poco meno di un anno di vita ha cambiato il rapporto Pa-cittadino facilitando accessi a informazioni e opendata, ma anche offrendo servizi che hanno semplificato e velocizzato operazioni di consultazione e pagamento. Inoltre abbatteremo il digital divide infrastrutturale entro l´anno e investiremo 100 ml di euro per la banda ultra larga nei prossimi anni". I lavori, coordinati dal giornalista Rai Federico Monechi, si apriranno con gli interventi di Marco Filippeschi, responsabile Innovazione tecnologica e attività produttive di Anci e sindaco di Pisa, e dell´assessore Vittorio Bugli. Poi due interventi: "La necessità di essere smart: come sostenere lo sviluppo urbano nell´era digitale" di Luca Mora del Politecnico di Milano e "Gli asset regionali per il territorio toscano e per il livello interregionale" di Laura Castellani della Regione Toscana. Seguiranno cinque le sessioni tematiche: #tavolofutureproof su "Le infrastrutture italiane a prova di futuro"; #tavoloskills su "Le competenze digitali"; #tavolosmartrevolution su "Ecosistema per l´innovazione: platform revolution per il Paese"; #tavolobigdata su "Il valore dei dati"; #tavolotools su "Strumenti finanziari: la sostenibilità per l´innovazione". I lavori del pomeriggio si apriranno con l´attesa relazione di Riccardo Luna, Digital Champion Ue per l´Italia; poi si terrà la sessione plenaria di chiusura. Qui, dopo gli interventi della presidente di Anci Toscana Sara Biagiotti, di Vittorio Bugli e di Marco Filippeschi, porteranno il loro contributo il sottosegretario del ministero Sviluppo Economico Antonello Giacomelli, il sottosegretario del ministero Semplificazione e Innovazione Angelo Rughetti e il vicesegretario generale della presidenza del Consiglio dei Ministri Raffaele Tiscar. Infine, la presentazione del Manifesto per l´Innovazione di Anci. |
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LOTTA AGLI INCENDI BOSCHIVI IN EUROPA - COME FUNZIONA |
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Bruxelles, 21 luglio 2015 - Ogni anno ci sono devastanti incendi boschivi in Europa, distruggendo migliaia di ettari di foreste.Anche se i paesi del Sud Europa sono a più alto rischio, nessun paese europeo è immune. Quando il fuoco diventa troppo grande per un paese per spegnerla da solo, meccanismo di protezione civile dell´Unione europea può essere attivato per garantire una risposta coordinata. Risposta comune e coordinata Quando le capacità nazionali per rispondere agli incendi boschivi sono superati, i paesi europei spesso mostrano solidarietà inviando assistenza sotto forma di aerei bombardamenti acqua, elicotteri, attrezzature antincendio e di personale. Il Centro di Coordinamento di risposta alle emergenze (Ercc) è il centro di risposta alle emergenze della Commissione europea. Il Ercc coordinate assistenza a livello europeo in caso di calamità e in questo modo garantisce che l´aiuto fornito è efficiente ed efficace. Il meccanismo di protezione civile dell´Ue può anche essere utilizzato per facilitare e co-finanziare il trasporto dell´assistenza per l´area interessata. Predisposto per la stagione degli incendi boschivi Il Ercc sta monitorando attivamente il rischio di incendi boschivi e l´incidenza in tutta Europa. Esso utilizza i servizi nazionali di controllo e strumenti come il Fire System European Forest Information (Effis), che fornisce una panoramica dei dati che i paesi europei raccolgono attraverso i loro programmi di incendi boschivi nazionale. Prima della stagione degli incendi boschivi, la Ercc organizza incontri con tutti gli Stati che partecipano al meccanismo di protezione civile dell´Ue al fine di avere uno scambio di informazioni sullo stato di preparazione per la prossima stagione di incendi boschivi. Nel periodo estivo, la Ercc organizza videoconferenze settimanali con i paesi ad alto rischio di incendi boschivi: Croazia, Francia. Grecia Italia Portogallo e Spagna Inoltre, gli esperti degli Stati che partecipano al meccanismo di protezione civile dell´Ue sono distaccati al Ercc ogni estate. Non solo contribuiscono al lavoro complessivo del Ercc, ma anche mantengono contatti regolari con le autorità nazionali di protezione civile, che è importante in caso di attivazione del meccanismo di protezione civile dell´Ue. Affrontare gli incendi boschivi Il meccanismo di protezione civile dell´Unione europea è stato attivato 15 volte (sia come un pre-allarme oa causa di una richiesta di assistenza) nelle ultime tre estati a seguito di incendi boschivi all´interno e all´esterno dell´Europa. Durante la stagione degli incendi forestali 2012 ci sono state nove le richieste di assistenza e un avviso di pre: Bulgaria, Montenegro, Albania, Slovenia, Bosnia-erzegovina, la Grecia e il Portogallo ha chiesto supporto aereo e la Spagna ha aperto un procedimento di allarme pre. Nel 2013, il meccanismo è stato attivato per rispondere alle richieste di assistenza per gli incendi boschivi in Bosnia-erzegovina e il Portogallo, e per un pre-allarme in Bulgaria. Nel 2014, il meccanismo di protezione civile dell´Ue è stato attivato a seguito di una richiesta di assistenza da parte della Svezia e la Grecia e per un pre-allarme in Norvegia. Il Ercc anche attivato il servizio di mappatura satellitare Copernico dell´Ue Servizio di gestione delle emergenze, in risposta agli incendi boschivi emergenze legate. A proposito del meccanismo di protezione civile dell´Ue Il meccanismo di protezione civile dell´Ue facilita la cooperazione nella risposta al disastro tra 33 stati europei (28 Stati membri dell´Ue, Fyrom, Islanda, Montenegro, Norvegia e Serbia). Questi Stati partecipanti comune le risorse che possono essere messe a disposizione dei paesi colpiti da calamità in tutto il mondo. Dal suo lancio nel 2001, il meccanismo di protezione civile dell´Ue ha monitorato oltre 300 disastri e ha ricevuto più di 200 richieste di assistenza. E ´intervenuto in alcuni dei disastri più devastanti del mondo ha affrontato, tra cui le inondazioni in Serbia e Bosnia-erzegovina (2014), l´epidemia di Ebola in Africa occidentale (2014), il conflitto in Ucraina (2014) e il terremoto in Nepal ( 2015). La legislazione meccanismo di protezione civile dell´Ue è stato rivisto nel 2013 per includere innovazioni significative. Una di queste novità è la creazione del europeo di risposta emergenziale (Eerc), che consiste in un pool volontario di partecipazione mezzi di risposta pre-committed ´membri. Il pool volontario, che è stato lanciato nel mese di ottobre 2014, accresce la prevedibilità e l´affidabilità della risposta del meccanismo di protezione civile dell´Ue in caso di catastrofi e facilita anche una migliore pianificazione e il coordinamento delle operazioni di risposta. Per maggiori informazioni: Aiuti umanitari della Commissione europea e protezione civile http://ec.Europa.eu/echo/index_en.htm Il sistema di informazione sugli incendi boschivi in Europa: http://effis.Jrc.ec.europa.eu/ |
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SEVESO E LAMBRO, ESONDAZIONE DI NOVEMBRE, COMUNE DI MILANO STANZIA IL CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ PER I CITTADINI ESAMINATE LE 607 RICHIESTE: PRONTI A INVIARE IL CONTRIBUTO E A FARCI CARICO DEI DANNI SUBITI |
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Milano, 21 luglio 2015 – E’ stata approvata la delibera che consente all’Amministrazione di utilizzare 1 milione e 400 mila euro quale contributo di solidarietà per l’esondazione dei fiumi Seveso e Lambro del 12 e 15 novembre scorso. La delibera prevede inoltre la possibilità di procedere all’integrazione di tale somma - derivante da uno stanziamento di 2 milioni di euro fatto in occasione dell´esondazione del luglio scorso - qualora non fosse sufficiente a coprire tutte le richieste di contributo. La seconda esondazione, lo ricordiamo, era durata molto più a lungo della precedente e per questo aveva causato più disagi e danni della precedente. Per l’esondazione di luglio hanno già ricevuto il contributo tutti i 590 cittadini che ne avevano fatto regolare richiesta, per un totale di circa 600 mila euro. Per quanto riguarda l’esondazione di novembre, sono state presentate 607 richieste di contributo, di cui 481 da privati e 126 da titolari di attività produttive e gli uffici stanno procedendo con gli appuntamenti con i cittadini per esaminare le pratiche, verificare la necessità di ulteriori approfondimenti, definire i contributi richiesti e quindi procedere con l’invio ai beneficiari del contributo. “Siamo pronti a inviare il contributo. Ancora una volta l’Amministrazione ha deciso di farsi carico dei danni subiti dai cittadini a fronte di una calamità naturale – dichiara Marco Granelli, assessore alla Sicurezza e Coesione sociale –. Non era mai accaduto prima che il Comune intervenisse per dare un aiuto concreto e tangibile”. Marco Granelli, insieme all’assessore all’Ambiente Pierfrancesco Maran, prosegue: “Il nostro lavoro non si ferma qui e siamo impegnati per risolvere alla radice il problema delle esondazioni. Abbiamo già dato ad Aipo i 20 milioni che il Comune ha stanziato per il Piano delle vasche di laminazione e la depurazione delle acque, alla cui realizzazione si aggiungono i 10 milioni di Regione Lombardia e gli 80 individuati dal Governo. Inoltre abbiamo proceduto grazie a Mm alla rimozione dei detriti nel tratto interrato del fiume Seveso da via Ornato a via Melchiorre Gioia e, in una giornata che ha visto il contributo di cittadini, volontari e Protezione civile oltre che di Regione, abbiamo proceduto alla pulizia del letto e degli argini del Lambro. Lo scorso marzo è stata approvata la progettazione preliminare per la realizzazione di un laghetto di scolmazione nel Parco Nord che sarà finanziato dal governo nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche 2015-2017”. Concludono gli assessori Granelli e Maran: “La soluzione del problema delle esondazioni è per noi una priorità. Collaboriamo fattivamente con tutte le istituzioni, Governo e Regione perché gli impegni presi con i cittadini siano mantenuti ”. I criteri di erogazione del contributo di solidarietà sono gli stessi già adottati dall’Amministrazione: al fine di garantire l’equa e trasparente distribuzione dei fondi disponibili, i contributi di solidarietà verranno riconosciuti ai soggetti coinvolti, secondo il criterio della proporzionalità, fino all’importo massimo del 50% del danno economico segnalato e documentato. L’importo del contributo non potrà, in ogni caso, eccedere la somma massima di 30.000,00 a soggetto. Per le segnalazioni di danni fino a 199 euro, per i quali era sufficiente presentare un’autocertificazione, data la particolarità dell’evento e il disagio subito, verrà riconosciuto un contributo pari al danno segnalato fino a un massimo di 100 euro. Tutte le domande di contributo solidale andavano presentate entro lo scorso febbraio. |
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AMBIENTE: GORIZIA, INDAGINE QUALITÀ ARIA, COLLABORAZIONE ARPA-ARSO CITTÀ-LABORATORIO PER ATTIVITÀ TRANSFRONTALIERE |
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Trieste, 21 luglio 2015 - L´assessore regionale all´Ambiente Sara Vito ha evidenziato come siano intercorsi diversi incontri tra Arpa, l´Agenzia per la Protezione ambientale del Friuli Venezia Giulia, e Arso, l´Ente di controllo sloveno, per approfondire l´origine delle emissioni odorigene della Livarna di Solcano e, più in generale, per una valutazione della qualità dell´aria in ambito transfrontaliero. "La situazione della Livarna è conosciuta da Arpa e grazie alla collaborazione con Arso arriveremo a breve alla presentazione dei dati dello studio congiunto Arpa/arso sulla qualità dell´aria nella fascia di confine tra Gorizia e Nova Gorica. Nel mese di febbraio di quest´anno infatti - ha sottolineato l´assessore Vito - sono state condivise le metodologie ed i contenuti da comprendere nello studio ambientale. L´accordo per la realizzazione dello studio sulla qualità dell´aria nella fascia di confine tra Gorizia e Nova Gorica è stato raggiunto nel novembre 2014 nel corso della riunione tra l´Amministrazione comunale di Gorizia e i tecnici delle due Agenzie. Arpa ha inoltre programmato a metà settembre, alla piena ripresa dell´attività produttiva, la visita allo stabilimento Livarna con il benestare da parte di Arso ad effettuarla in modo autonomo. Tale incontro è propedeutico e necessario per valutare l´attività e le fasi della produzione dell´azienda slovena e per progettare, quindi, una campagna di rilevamento mirata. "Le attività di collaborazione scientifica tra Italia e Slovenia grazie ad Arpa e Arso - ha indicato Sara Vito - rappresentano una prima importante esperienza di approccio scientifico congiunto transfrontaliero tra enti pubblici scientifici che si occupano di questioni ambientali ed in particolare della qualità dell´aria. Si tratta di strutture scientifiche ai due lati del confine con differenti organizzazioni per il monitoraggio e il controllo. Stanno dialogando e producendo attività scientifiche molto importanti. Appena pronti presenteremo i dati e auspichiamo di continuare in questa positiva esperienza di cooperazione". L´assessore Vito ha inoltre dichiarato che "nell´ambizioso progetto di riforma di Arpa Fvg, Arpa Gorizia sarà punto di riferimento per le attività di collaborazione tecnica con la Slovenia. Si tratta di un´esperienza scientifica assolutamente innovativa. E´ questa una nuova opportunità per Gorizia, dove è previsto il collocamento di una struttura specialistica per lo sviluppo di progetti comunitari e transfrontalieri, anch´essa finalizzata alla tutela e alla sostenibilità ambientale". |
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MALTEMPO 8 LUGLIO. REGIONE VENETO STUDIA AGEVOLAZIONI FISCALI PER CHI HA SUBITO DANNI |
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Venezia, 21 luglio 2015 - La Giunta regionale, su proposta del vicepresidente Gianluca Forcolin, ha incaricato i propri uffici tecnici di mettere a punto un insieme di misure fiscali e agevolative in favore dei soggetti colpiti dall’evento che l’8 luglio scorso dall’uragano di straordinaria portata che si è abbattuto sulle zone della Riviera del Brenta, provocando una vittima, numerosi feriti e ingenti danni alle abitazioni e alle attività commerciali. Per attivare le procedure necessarie a fronteggiare i danni provocati dall’evento, con Decreto del Presidente della Giunta Regionale, già trasmesso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per la dichiarazione dello “Stato di Emergenza”, la Regione ha dichiarato lo stato di crisi. “In aggiunta – spiega Forcolin - la Giunta Regionale, in linea con quanto sollecitato dallo stesso presidente Zaia per dare segnali forti a sostegno delle popolazioni colpite, intende proporre un insieme di misure di natura fiscale e agevolativa, in particolare con riferimento al pagamento dell’Irap, dell’addizionale regionale Irpef e della tassa automobilistica regionale, da adottare in favore di chi ha subito le devastanti conseguenze dell’evento calamitoso”. “Misure – aggiunge il vicepresidente - che dovranno essere valutate anche con il contributo dell’Agenzia delle Entrate, che ha la competenza di gestire importanti tipologie di tributi di spettanza regionale, sulla base di un’apposita convenzione”. L’individuazione dei soggetti effettivamente colpiti dalla calamità sarà effettuata sulla base delle certificazioni ufficiali rilasciate da parte dei Comuni coinvolti . |
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TORNADO IN RIVIERA: ZAIA ANNUNCIA IN CONSIGLIO PACCHETTO STRUTTURALE ANTICATASTROFI, “VOGLIO CAMBIARE LA ‘MISSION’ DI VENETO STRADE. DALLA VIABILITA ALLA DIFESA DEL TERRITORIO” |
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Venezia, 21 luglio 2015 - Un pacchetto di misure eccezionali e strutturali per le vittime del tornado dell’8 luglio scorso che ha sconvolto la Riviera del Brenta e per prevenire gli eventi catastrofali in Veneto e una nuova ‘mission’ per la società Veneto Strade. E’ quanto ha annunciato il presidente della giunta Luca Zaia al Consiglio a sostegno della legge di variazione di bilancio, proposta dalla Giunta e approvata all’unanimità dall’aula di palazzo Ferro-fini, che destina alle vittime della tromba d’aria 3 milioni di euro in precedenza destinati dalla legge di stabilità a interventi particolari nel territorio. “Nella riunione odierna la Giunta ha dato mandato all’assessore al bilancio Gianluca Forcolin di avviare un confronto con l’agenzia delle entrate per sospendere il pagamento del bollo auto, l’addizionale Irpef e il pagamento dell’Irap per chi ha avuto l’automezzo, la casa o l’attività produttiva distrutti o danneggiati dalla tromba d’aria. Abbiamo poi dato il via libera a istituire un numero per donazioni via Sms, affidato a 5 gestori diversi. Un metodo di ‘fund raising’ che Zaia giudica “più diretto” e più semplice rispetto al bonifico bancario per raccogliere le libere donazioni dei cittadini. “Onore comunque a chi è andato in banca a versare anche solo 5 euro”, ha tuttavia aggiunto il presidente, rendendo omaggio alla mobilitazione dei veneti. Sospensione delle imposte e raccolta fondi sono, comunque, solo le prime misure di un ‘pacchetto’ di iniziative ben più articolato. “Ho incaricato l’assessore Roberto Marcato – ha elencato Zaia – di studiare con la finanziaria regionale Veneto Sviluppo forme agevolate di credito e di riassicurazione del credito, oltre che agevolazioni speciali per le aziende devastate dalla furia del vento. Dal canto suo l’assessore al lavoro Elena Donazzan sta valutando l’estensione della Cig (Cassa Integrazione Guadagni) ai lavoratori delle aziende coinvolte. Altre misure sono allo studio per la messa in sicurezza e il restauro delle ville venete danneggiate e per il ripristino della viabilità”. Al controrelatore Piero Ruzzante, vicecapogruppo del Pd, che aveva sollecitato la Giunta a rivedere l’articolo 70 della legge di stabilità destinando i 50 milioni del provvedimento (la cosiddetta ‘legge mancia’) alle vittime del tornado, il presidente Zaia ha obiettato che una legge di variazione di bilancio non avrebbe la necessaria tempestività e incisività: “Meglio affrontare il problema da un altro punto di vista, con risposte strutturali “, ha incalzato Zaia, ribadendo la sua ferma contrarietà a nuove tasse o ad incrementi delle accise. “Visto che il Veneto, solo nel 2014, ha subito ben 32 eventi catastrofali – è stata la sfida che Zaia ha lanciato al Consiglio – iniziamo a studiare una polizza assicurativa contro gli eventi catastrofici, alluvioni, terremoti, trombe d’aria, grandinate. Mettiamoci assieme, Giunta e Consiglio, coinvolgiamo il mondo assicurativo e proviamo a dare ai veneti un sostegno che sia di aiuto prima, e non dopo”. “Perché se tornadi e trombe d’aria sono impossibili da prevedere – ha aggiunto – il rischio alluvionale è molto più rilevante per le nostre terre. L’assessore Gianpaolo Bottacin ha già preso contatti con l’ingegner Luigi D’alpaos per aggiornare e modulare il piano degli interventi contro il rischio idrogeologico, un piano che vale 2,7 miliardi di investimenti”. Infine Zaia ha voler coinvolgere Veneto Strade nella realizzazione e manutenzione delle infrastrutture per la difesa idrogeologica del suolo: “Abbiamo avviato una interlocuzione diretta con gli amministratori della partecipata – ha concluso il presidente – per trasferire a Veneto Strade tutta la gestione delle opere per la sicurezza del territorio”. |
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SISMA/EMILIA, OPERAZIONE TRASPARENZA SUI CONTRIBUTI AI PRIVATI, OPEN DATA PER LA PREVENZIONE DELLA CRIMINALITÀ, IL CONTRASTO ALLE INFILTRAZIONI MAFIOSE, LA LOTTA CONTRO LA CORRUZIONE MA ANCHE PER MONITORARE L´EFFICACIA DELL´OPERAZIONE DI RICOSTRUZIONE |
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Bologna, 21 luglio 2015 - Vanno on line tutti i dati relativi ai contributi assegnati per la ricostruzione del patrimonio edilizio privato danneggiato dal sisma del 2012. Un’operazione di trasparenza che vuole essere un’arma efficace per la prevenzione alla criminalità, il contrasto alle infiltrazioni delle mafie, la lotta contro la corruzione. Ma anche un valido strumento di monitoraggio dell’efficacia dell’operazione di ricostruzione. Un’ordinanza firmata dal commissario per la ricostruzione e presidente dell’Emilia-romagna, Stefano Bonaccini, dispone la pubblicazione dei dati nel sito “Amministrazione trasparente” della Regione, nella sezione “Sovvenzioni, contributi, sussidi, vantaggi economici”. Cifre relative ai contributi erogati nelle modalità, tempi e forme definiti dal decreto legislativo 33/2013, che saranno richiamate anche sul sito “Terremoto, la ricostruzione”. Inoltre, l’ordinanza numero 33 del 20 luglio 2015 stabilisce che vengano pubblicati nel portale “open data” della Regione Emilia-romagna i dati relativi alle dichiarazioni di impegno, alle richieste e alle concessioni di contributi concessi per la ricostruzione del patrimonio edilizio privato (destinato a qualunque scopo) danneggiato dagli eventi sismici del 2012, indicando fra gli altri i dati dei professionisti incaricati e dell’impresa affidataria. I dati riguarderanno le oltre 7700 richieste di contributo già concesse o presentate sul sistema Mude; dati che sono stati completati anche grazie al set informativo messo a disposizione dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica (Dipe), tramite il Sistema Codice Unico di Progetto (Cup) e, per la parte dei pagamenti, il Sistema Monitoraggio Grandi Opere (Mgo). Verranno inoltre pubblicate le istanze di prenotazione confermate al 15 maggio 2015. A tre anni dal sisma, risultano ancora 3000 le prenotazioni che a oggi non si sono ancora trasformate in domande di contributo. Avranno tempo fino al 31 dicembre 2015. Lo stesso atto rientra negli strumenti che il commissario delegato nei suoi poteri può istituire come misura di vigilanza sul corretto utilizzo dei fondi assegnatigli, oltre che per la prevenzione del crimine e delle infiltrazioni legate alla criminalità organizzata. L’ordinanza è pubblicata nel Bollettino Ufficiale Telematico della Regione Emilia-romagna (Burert). I dati si trovano a questi link: http://www.Regione.emilia-romagna.it/trasparenza/sovvenzioni-contributi-sussidi-vantaggi-economici/contributi-assegnati-dai-comuni-per-ricostruzione-patrimonio-edilizio-privato-sisma-2012 http://dati.Emilia-romagna.it/media/rdp/comune/dati/terremoto_newavanzamento.zip http://dati.Emilia-romagna.it/media/rdp/comune/dati/terremoto_newprenotazioni.zip http://dati.Emilia-romagna.it/media/rdp/comune/dati/terremoto_newpagamenti.zip http://dati.Emilia-romagna.it/media/rdp/comune/dati/terremoto_newsoggetti.zip http://dati.Emilia-romagna.it/media/rdp/comune/dati/terremoto_newcontributi.zip |
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CAMPANIA: AMBIENTE E COMUNI, PRESIDENTE DE LUCA INCONTRA VICEPRESIDENTE PARLAMENTO EUROPEO PITTELLA |
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Napoli, 21 luglio 2015 - Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha ricevuto a palazzo Santa Lucia a Napoli il vicepresidente del Parlamento europeo Gianni Pittella. Nel corso del proficuo colloquio sono state condivise, da De Luca e Pittella, alcune direttrici d´impegno istituzionale per restituire dignità e credibilità alla Regione Campania nell´ambito dell´Unione europea: la presentazione all´Ue del programma di smaltimento delle ecoballe e del nuovo ciclo integrato dei rifiuti come presupposto indispensabile per rimediare alla maxi multa comminata all´Italia; la definizione di un meccanismo istituzionale ed economico che scongiuri il disastro amministrativo dei comuni campani impegnati nel programma di accelerazione della spesa e che non saranno in grado di rendicontare le spese entro la fine del 2015. E´ una vera e propria emergenza istituzionale che incombe sugli enti locali del territorio ed i cittadini. È in programma, a breve, una visita del presidente De Luca a Bruxelles per incontrare i vertici comunitari rispetto alle prime priorità di lavoro definite ieri. |
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FONDI COMUNITARI. APPROVATO E FINANZIATO PROGETTO DI RIFACIMENTO DELLA PASSERELLA PEDONALE DEI “BURCI” A CASIER (TV) |
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Venezia, 21 luglio 2015 - La Giunta regionale, su proposta dell’assessore regionale alla programmazione Fondi Ue, Federico Caner (di concerto con l’assessore al territorio Cristiano Corazzari), ha approvato e ammesso a finanziamento il progetto a regia regionale presentato dall’Ente Parco del Fiume Sile, relativo ai lavori di rifacimento della passerella pedonale dei “Burci” in Comune di Casier (Tv), nell’ambito del Programma Attuativo Regionale del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (Par-fsc). “L’intervento – spiega Caner –, che va a sostituire quello presentato dall’Ente Parco del Sile lo scorso anno finalizzato all’adeguamento normativo e alla manutenzione straordinaria di un complesso immobiliare, beneficerà di un contributo di 450 mila euro su una spesa complessiva prevista di 600 mila euro”. “Questo suggestivo percorso, purtroppo spesso inagibile e soggetto a frequenti e provvisori lavori di manutenzione – commenta l’assessore Caner –, necessita da tempo di un intervento di sistemazione risolutivo, al fine restituirlo definitivamente ai numerosi cittadini e visitatori che lo frequentano. Abbiamo messo a disposizione una cifra tutt’altro che trascurabile: l’Ente Parco è chiamato a farne un buon uso, avviando al più presto l’esecuzione delle opere finanziate”. |
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PARCHI IN ABRUZZO: DI MATTEO,ORGOGLIOSO DEL PNALM PER OPERAZIONE MORENA REDATTO PROTOCOLLO PER REINTRODURRE IN NATURA L´ORSETTA |
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Pescara, 21 luglio 2015 - Il Parco Nazionale d´Abruzzo, Lazio e Molise, supportato dal Corpo Forestale dello Stato, si è lanciato in un´operazione straordinaria e, al tempo stesso, complessa: quella di svezzare e riabilitare un cucciolo di orso bruno marsicano abbandonato dalla madre, per fare in modo che torni in libertà. "L´orso è uno dei simboli del nostro Abruzzo oltre che un eccellente veicolo di promozione turistica - ha dichiarato, questa mattina a Pescara, in conferenza stampa - l´assessore ai Parchi, Donato Di Matteo. Come assessore di una Regione il cui territorio è protetto per circa il 40 per cento, - ha continuato - non posso che essere orgoglioso di questa iniziativa. Mi preme, altresì, sottolineare, la qualità e la competenza di chi è ai vertici del Parco nazionale per la sensibilità mostrata in questa vicenda. Senza dimenticare il ruolo fondamentale - ha aggiunto - svolto dal Corpo Forestale dello Stato che da sempre è impegnato nella tutela della fauna e della flora dei territori montani e non solo". Il Parco, convinto del programma di riabilitazione e rimessa in libertà dell´orsetta Morena ha redatto un protocollo operativo acquisendo i pareri dei tecnici nazionali ed internazionali che hanno sperimentato con successo procedure di reintroduzione di orsi in natura. "Va peraltro considerata - ha concluso Di Matteo - la grande valenza di questa attività anche alla luce del fatto che la specie dell´orso bruno marsicano è a forte a rischio di estinzione e l´orsetta Morena, essendo una femmina, gioca un ruolo primario nell´ottica della riproduzione". All´incontro con la stampa hanno preso parte anche il presidente ed il direttore del Parco Nazionale d´Abruzzo, Lazio e Molise, Antonio Carrara e Dario Febbbo, oltre al sindaco di Villavallelonga, il paese dove è stato trovato il piccolo plantigrado, ed al comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato, Ciro Lungo. |
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AMBIENTE: IMPEGNO REGIONE FVG SU RISORSE IDRICHE |
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Trieste, 21 luglio 2015 - Ieri mattina la sala Predonzani del Palazzo della Regione in piazza unità d´Italia a Trieste ha ospitato il convegno "Dai progetti europei alle buone pratiche di gestione della risorsa idrica in Friuli Venezia Giulia", panel di approfondimento scientifico sul tema della salvaguardia delle acque. L´evento è stato organizzato dalla Regione e dall´Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale (Ogs). "La Regione è molto impegnata su questo tema - ha ricordato l´assessore all´Ambiente, Sara Vito, nell´introdurre il convegno - ed ha avviato un percorso che porterà, entro la fine dell´anno, all´approvazione del Piano di tutela delle acque. Ma nel frattempo ci siamo già dotati di una legge per la difesa del suolo e l´utilizzazione delle acque che rappresenta un passo avanti e che offre una cornice normativa". "In questo settore - ha aggiunto Vito - abbiamo delle criticità, anche per quanto riguarda procedure di infrazione comunitarie, che hanno radici lontane nel tempo. Ma stiamo lavorando per accelerare i tempi, come dimostra l´esempio del depuratore di Servola a Trieste, sul quale abbiamo effettuato un sopralluogo la scorsa settimana". Nel corso del convegno, in cui sono intervenuti gli esperti di Ogs, Università di Udine, Trieste, Padova, Ferrara, Arpa, Ersa, Consorzio di Bonifica Pianura Isontina e Consorzio di Bonifica Ledra-tagliamento, è emerso come siano presenti anche in Friuli Venezia Giulia fenomeni di impoverimento e inquinamento delle falde acquifere causati dai cambiamenti climatici e dall´incremento dei consumi per uso umano, agricolo e industriale. "Su questo fronte - ha puntualizzato Norberto Tonini, direttore generale dell´Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - Ogs è impegnato da molti anni, nell´ambito di diversi progetti europei, per individuare azioni concrete che possano garantire una gestione sostenibile del patrimonio idrico, anche con l´intento di fornire un supporto all´amministrazione regionale per l´applicazione delle normative europee sull´acqua". Particolare attenzione è stata dedicata al progetto europeo Warbo (Water Re-born), che prevede due "siti test" in Friuli Venezia Giulia, uno a Mereto di Tomba e l´altro nell´area industriale di Ponte Rosso, a San Vito al Tagliamento. Le sperimentazioni effettuate hanno portato risultati interessanti nel miglioramento qualitativo del corpo idrico, con la riduzione delle concentrazioni di nitrati, e nel recupero delle cosiddette "acque grigie" derivate dalle piogge e dagli impianti di depurazione dei reflui di aree urbane e artigianali. Azioni che hanno contribuito a preservare l´habitat delle risorgive nell´area dell´Alta pianura friulana e ad incrementare la biodiversità e l´efficacia della riqualificazione delle risorse idriche. Rispetto all´uso dell´acqua in agricoltura, è stato sottolineato come il progetto Interreg denominato Sharp (Sustainable Hydro Assessment and Groundwater Recharge Projects), che ha visto la partecipazione del Friuli Venezia Giulia insieme ad altre regioni italiane ma anche di Germania, Austria, Polonia, Gran Bretagna, Malta e Grecia), ha portato all´utilizzo di nuovi sistemi irrigui per la razionalizzazione e ottimizzazione delle risorse idriche, anche con il supporto di innovativi strumenti informatici e di tariffazione. |
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AMBIENTE: ABRUZZO A GOVERNO, ISTITUIRE PARCO COSTA TEATINA |
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L´aquila, 21 luglio 2015 - "Procedere, senza ulteriore indugio alcuno, alla definitiva istituzione del Parco nazionale della Costa Teatina". Lo scrive l´assessore all´Ambiente, Mario Mazzocca, in una lettera inviata al presidente del Consiglio Matteo Renzi e al ministro dell´Ambiente, Gianluca Galletti, nella quale si richiede la rapida conclusione delle procedure di perimetrazione del Parco della Costa Teatina, in quanto punto fondamentale del programma di governo dell´attuale coalizione regionale. "L´istituzione del Parco - spiega l´assessore Mazzocca - ci consentirà la piena e completa attuazione della legge regionale 93/94 che tutela i trabocchi e il loro intorno, compreso il tratto di mare che concorre a formare il quadro d´insieme". La decisione del Governo deve avvenire dopo l´esame dell´atto di delimitazione provvisoria del Parco così come stabilito dal Commissario ad acta. "L´impegno della Regione - sottolinea l´Assessore - è di promuovere presso gli organi esecutivi, sia attuali (Commissario ad acta) che futuri (Presidenza e/o Consiglio Direttivo), dell´istituendo Parco della Costa Teatina, la costituzione di un ´Tavolo Permanente´ Regione-comuni-parco finalizzato alla costante concertazione e condivisione delle scelte operande in tema di tutela e salvaguardia del territorio, volte oltre che alla piena e reale sostenibilità, anche alla compatibilità con l´avanzato livello di antropizzazione raggiunto dalle realtà urbane ed extra-urbane ricomprese nel perimetro dell´area protetta". |
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AOSTA: L´OSSERVATORIO DEI RIFIUTI HA ANALIZZATO IL NUOVO PIANO REGIONALE, CHE SARÀ PRONTO PER L´AUTUNNO |
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Aosta, 21 luglio 2015 - Si è riunito nel pomeriggio di venerdì 17 luglio, nella sede dell’Assessorato del territorio e ambiente, l’Osservatorio Regionale sui Rifiuti, nella sua nuova composizione definita nello scorso mese di marzo. Poiché tra gli argomenti all’ordine del giorno figurava anche l’analisi del nuovo documento di aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti - il cui iter di approvazione è stato avviato la scorsa settimana con la pubblicazione della documentazione sull’acquisizione della Valutazione Ambientale Strategica (Vas) -, la riunione è stata allargata ai nuovi Presidenti delle Autorità di Sub-ato. L’iter, ha precisato l’Assessore Luca Bianchi, si completerà all’inizio dell’autunno, con l’approvazione in Consiglio regionale del documento definitivo, che verrà redatto anche sulla base delle osservazioni che saranno formulate dall’insieme dei soggetti interessati (enti locali, associazioni di categoria e ambientalistiche, portatori di interessi vari, ecc.). «E’ fondamentale che siano stati presenti anche i Presidenti delle Autorità di Subato, in quanto rappresentano una parte significativa degli attori coinvolti nell’importante riorganizzazione del sistema di gestione dei rifiuti, che emerge anche dal Piano – ha detto l’Assessore Bianchi. - Tale riorganizzazione è stata di recente anticipata con la revisione dei flussi di raccolta dei rifiuti urbani e sarà completata, come specificato dai professionisti che hanno elaborato la bozza del documento di Piano, presenti alla riunione, con la realizzazione del sistema integrato di trattamento dei rifiuti, che sarà attuato totalmente con tecnologie “a freddo”, secondo gli obiettivi che la Regione ha da tempo individuato.» Nel corso dell’incontro, l’Assessore ha anche comunicato i risultati conseguti nel primo mese di raccolta dei rifiuti urbani secondo le nuove modalità. Le percentuali medie di raccolta differenziata rilevate nel periodo dal 1° giugno (data di avvio della nuova raccolta) al 14 luglio 2015, raffrontati con lo stesso periodo del 2014, registrano, a livello regionale, un aumento di 6,60 punti percentuali. «Sulla base dei primi dati raccolti – ha aggiunto Bianchi – possiamo evidenziare un trend positivo della raccolta differenziata, molto interessante soprattutto nelle due Autorità di Subato in cui è stata avviata anche la raccolta della frazione organica, segno che la strada intrapresa dal Consiglio regionale sul sistema di gestione dei rifiuti in Valle d’Aosta va nella direzione giusta.» «Anche dal punto di vista qualitativo, - ha concluso l’Assessore - nelle ultime due settimane il flusso del vetro risulta essere ormai quasi completamente monomateriale, segnale evidente che gli utenti hanno recepito le indicazioni fornite, mentre il flusso del multimateriale è in progressivo aumento. Il flusso della frazione indifferenziata è in progressiva riduzione, quindi sempre più residuale, e la raccolta dell’organico è di buona qualità.» |
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