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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 06 Ottobre 2009
FARMER MARKET: FINANZIATI DALLA REGIONE PIEMONTE ALTRI 11 PROGETTI DEI COMUNI IN TOTALE FINANZIATI 22 PROGETTI PER 1,2 MILIONI DI EURO  
 
La Regione Piemonte finanzierà una seconda tranche di progetti per mercati dei contadini (farmers’ market) promossi da Comuni e Comunità Montane, procedendo nello scorrimento della graduatoria del bando emanato a inizio anno, e dopo aver già finanziato i primi 11 progetti classificati. Su 41 domande pervenute e 29 giudicate idonee, ve ne saranno dunque complessivamente 22 finanziate, in base ai punteggi ottenuti e al criterio che prevede la priorità per il progetto meglio classificato in ogni provincia, in modo da garantire la copertura del territorio regionale. I nuovi comuni finanziati sono: Giaveno e Villardora in provincia di Torino; Caraglio, Piasco, Racconigi, Demonte e Dogliani in provincia di Cuneo; Domodossola nel Vco; Nizza M. To, Aramengo e Calamandrana in provincia di Asti, per un importo complessivo di oltre 550 mila euro. Sommando tutti i finanziamenti deliberati finora, la Regione erogherà risorse per oltre 1,2 milioni di euro. La prima tranche aveva riguardato i Comuni di Mondovì, Unione di comuni del Fossanese, Alba (Cn), Torino, Cavour, Ciriè e Cuorgnè (To), Asti e Comunità montana Langa Astigiana Val Bormida (At), Comunità montana Alta Val Lemme – Alto Ovadese (Al), Comune di Crevoladossola (Vb). I beneficiari riceveranno un contributo regionale in conto capitale (dal 50% al 70% della spesa ammessa) per l’allestimento di aree mercatali destinate alla vendita diretta di prodotti agricoli. Nei prossimi mesi si valuterà l’eventuale ulteriore scorrimento della graduatoria, in relazione alle risorse disponibili. Sono in fase di preparazione ulteriori provvedimenti relativi alla filiera corta, mirati al sostegno ai gruppi di acquisto e agli abbonamenti spesa delle famiglie. “ Da tempo la Regione Piemonte è in campo per sostenere la filiera corta – afferma l’Assessore all’Agricoltura Mino Taricco – il bando per finanziare i Comuni e le Comunità montane che allestiscono aree per i mercati è stato il primo atto concreto in questa direzione. Aumentando le risorse, siamo riusciti a dare spazio a ulteriori progetti, che nel complesso ora coprono buona parte del territorio regionale. Quando i mercati saranno attivi, saranno un’opportunità tangibile e molto vicina al cittadino, per promuovere i valori di un consumo stagionale, sano e a diretto contatto col produttore. Il nostro intento è infatti quello di contribuire a ricondurre i percorsi di commercializzazione a un rapporto più diretto e trasparente tra chi coltiva e chi consuma, basato su una filosofia di chiarezza dei costi che tenga conto anche della qualità delle produzioni. ” Il bando sui farmer market. Il bando destinato agli enti locali, aperto a gennaio 2009 e chiuso il 30 marzo, prevede il finanziamento di interventi materiali (opere edili, attrezzature, ristrutturazioni e allestimenti, adeguamenti igienico-sanitari) e immateriali (formazione e animazione degli operatori e promozione nei confronti dei consumatori) sostenuti da Comuni e Comunità Montane, che intendano realizzare aree mercatali per la vendita diretta dei prodotti agricoli. Ogni mercato dovrà osservare le regole stabilite da un disciplinare che prevede la provenienza esclusiva da aziende del territorio regionale, la presenza esclusiva dei produttori, la garanzia di stagionalità e freschezza della merce, l’informazione sulla sua origine e attenzione alle etichettature, che rendano trasparente la determinazione del prezzo finale. In ogni area dovrà operare un “Comitato di mercato” in rappresentanza di enti locali, produttori e consumatori. Tra i criteri di priorità per i progetti finanziabili vi sono la frequenza dei mercati, l’accessibilità per i produttori e l’utenza, l’autofinanziamento delle spese, la rapidità nell’avvio dei lavori, la consistenza demografica dei territori, senza trascurare le esigenze delle realtà minori. .  
   
   
MENSE SCOLASTICHE E OSPEDALIERE: LINEE GUIDA DALLA REGIONE PIEMONTE PER FAVORIRE LA FILIERA CORTA  
 
 Accorciare la filiera fa bene all´agricoltura, alla salute e all´ambiente La Regione Piemonte intende favorire il consumo di prodotti stagionali e territoriali “a filiera corta” nelle mense scolastiche, ospedaliere, delle strutture assistenziali e in tutti i circuiti della ristorazione collettiva. Per tracciare linee guida che possano indirizzare i capitolati d’appalto per la fornitura di tali servizi, la Giunta Regionale ha istituito un tavolo di lavoro e coordinamento tra le Direzioni coinvolte – Sanità, Agricoltura, Ambiente, Commercio – che, d’intesa con le rappresentanze dei soggetti interessati, definisca documenti di indirizzo e procedure comuni per il miglioramento della qualità della ristorazione collettiva e sensibilizzi in questo senso gli enti appaltatori dei servizi. L’obiettivo è quello di invitare enti locali, Asl, Direzioni scolastiche a considerare l’approvvigionamento di prodotti caratterizzati da sicurezza, qualità, freschezza, stagionalità e tipicità in occasione della stipula e del rinnovo dei capitolati d’appalto/acquisto dei servizi di mensa, prevedendo specifici controlli. Saranno inoltre previsti, nell’ambito dei nuovi bandi del Programma di Sviluppo Rurale, punteggi di merito per le aziende agricole che forniscono prodotti di filiera corta alla ristorazione collettiva pubblica. Il provvedimento si inserisce all’interno del quadro di iniziative che la Regione sta promuovendo a sostegno della filiera corta, che hanno visto l’emanazione di un bando rivolto a Comuni e Comunità montane per allestire mercati dei contadini (già finanziati 22 Comuni per oltre 1,2 milioni di euro) e vedrà nei prossimi mesi iniziative a favore di gruppi di acquisto e abbonamenti spesa delle famiglie. Il rapporto tra produzione agroalimentare di qualità e consumo è il tema del convegno “Accorciare le distanze fa bene all’agricoltura, alla salute e all’ambiente”, in programma mercoledì 7 ottobre, a partire dalle ore 14, nell’ambito di “Uniamo le energie” a Torino Esposizioni. Il tema verrà affrontato sul fronte produttivo agricolo, attraverso interventi di esperti e ricercatori, che forniranno un contributo di analisi sulle dimensioni del fenomeno, le caratteristiche della filiera e della distribuzione, l’impatto energetico della filiera corta, le abitudini di consumo. Sul fronte della fruizione e della nutrizione, vi saranno testimonianze di dietisti, nutrizionisti, responsabili economali delle strutture ospedaliere, rappresentanti degli utenti, che tratteranno benefici e implicazioni dell’alimentazione “a km zero”, attraverso casi ed esperienze attive sul territorio regionale. “L’istituzione di un tavolo di lavoro che tracci linee guida omogenee per i capitolati d’appalto delle mense pubbliche – afferma l’Assessore all’Agricoltura Mino Taricco – è un’iniziativa che crediamo possa contribuire in maniera importante a migliorare la qualità nutrizionale dei milioni di pasti che ogni anno vengono somministrati in queste strutture a bambini, anziani, pazienti. Adottare in quest’ambito criteri legati all’accorciamento della filiera, oltre agli indubbi vantaggi in termini di salute, può aumentare le possibilità di verifica diretta, stabilire un sano rapporto di fiducia tra produttore e consumatore, nonché favorire il risparmio energetico e i costi ambientali. ” “Mentre sui requisiti di sicurezza degli alimenti la normativa è chiara – spiega l’Assessore alla tutela della salute e sanità, Eleonora Artesio - spesso i requisiti nutrizionali e organolettici dei cibi si prestano a valutazioni che variano da un caso all’altro e possono essere sensibilmente influenzati dai contenuti dei capitolati d’appalto. Per questo riteniamo importante promuovere e sensibilizzare gli enti interessati a favore di un’alimentazione attenta alla stagionalità e all’origine dei prodotti. E’ infatti noto come lo stato nutrizionale del paziente influenzi il decorso delle malattie e i tempi di guarigione e come sia importante, anche per il successivo mantenimento dello stato di salute, un’educazione alimentare corretta. ” In allegato il programma del convegno “Accorciare la filiera fa bene all’agricoltura, alla salute e all’ambiente”, in programma mercoledì 7 ottobre, nell’ambito di “Uniamo le energie” a Torino Esposizioni. .  
   
   
ENEA, DECIFRATA L’ESPRESSIONE GENICA DELLA PIANTA DI OLIVO  
 
Nei laboratori di biologia vegetale molecolare e cellulare dell’Enea Trisaia di Rotondella, è stato decodificato il trascrittoma, ovvero la parte espressa del genoma delle olive. Il lavoro, nato da un consorzio di ricerca italiano Enea-cnr e coordinato dai ricercatori del Centro di Innovazione Integrato Agrobiopolis della Trisaia, è stato recentemente pubblicato dalla rivista scientifica Bmc Genomics. La ricerca descrive per la prima volta il sequenziamento del “trascrittoma” di olivo, ovvero il rilevamento puntuale di tutti i geni espressi in determinati stadi vitali della pianta. L’olivo (Olea europaea), appartenente alla famiglia delle Oleaceae, è coltivato fin dall’antichità nell’area del mediterraneo orientale che è centro di origine e diversificazione della specie che vanta circa 1200 varietà. Di queste, quasi la metà sono presenti in Italia dove contribuiscono alla produzione degli oli di oliva migliori del mondo. L’italia è il secondo Paese produttore di olio d’oliva, dopo la Spagna e prima della Grecia. L’olivo viene coltivato in Basilicata sin dall’inizio secolo Viii A. C. , ed attualmente raggiunge un’estensione di coltivazione considerevole con i suoi 30. 000 ettari. Oltre all’olio, nelle olive in maturazione si accumulano altre sostanze di grande interesse salutistico, come i biofenoli (in particolare l’oleuropeina), gli steroli e i precursori dei composti volatili. La ricerca si è concentrata sul sequenziamento di geni di due varietà, Coratina (molto diffusa in Puglia e Basilicata) e Tendellone, che presentano rispettivamente alto e basso contenuto di polifenoli. Sono state individuate decine di migliaia di geni nuovi, molti dei quali controllano la formazione dei trigliceridi, dei polifenoli e delle sostanze aromatiche che sono alla base del “bouquet” dell’olio. La determinazione della struttura dei geni espressi nell’oliva costituisce un primo passo fondamentale per individuare i meccanismi molecolari che portano alla biosintesi e all’accumulo di sostanze ad elevato potere nutrizionale e ad effetto positivo sulla salute umana. Questa ricerca, oltre a permettere una migliore comprensione delle proprietà organolettiche e medicinali dell’olio di oliva, potrà contribuire a promuovere e difendere le produzioni tipiche italiane e costituisce un passo importante verso la decifrazione dell’intero genoma di questa pianta. .  
   
   
DECODIFICATO IL GENOMA DELLA PATATA  
 
Ora che la sequenza del genoma della patata non ha più segreti, i ricercatori potranno migliorare la sua produttività, il suo contenuto nutrizionale, la sua resistenza alle malattie, e generare nuove varietà in tempi più rapidi degli attuali (circa 12 anni). L’annuncio della decodifica del genoma della patata è stato dato dal Potato Genome Sequencing Consortium (Pgsc), un gruppo internazionale di istituzioni scientifiche di 15 Paesi, che comprende l’Enea. Lanciato dall’Università di Wageningen tre anni fa, il progetto è entrato nella fase finale nel giugno 2009, durante una conferenza tenutasi a Carlow, in Irlanda. Le ricerche Enea, coordinate dal Prof. Giovanni Giuliano, sono state possibili anche grazie ad un finanziamento del Ministero dell’Università e la Ricerca Scientifica, Fondo per gli Investimenti della Ricerca di Base. Tali ricerche puntano a sequenziare anche il genoma del pomodoro entro i primi mesi del 2010. Si tratta di un risultato scientifico di grande rilevanza poiché il genoma della patata è lungo 840 milioni di basi ed è tetraploide, cioè è presente in quattro copie per cellula. Per queste sue caratteristiche il miglioramento genetico tramite incrocio è particolarmente laborioso. Sono stati sequenziati due ceppi diversi di patata, rappresentativi della diversità genetica di questa pianta anche prima della sua domesticazione. L’assemblaggio della sequenza è stato ottenuto grazie al recente sviluppo di tecniche di sequenziamento del Dna ad elevato parallelismo e di algoritmi informatici sviluppati dal Beijing Genomics Institute, uno dei membri di Pgsc. I dati sono pubblicamente disponibili sul sito www. Potatogenome. Net. La patata appartiene alla famiglia delle Solanacee, è originaria del Sudamerica e fu importata in Europa nel ‘500. E’ la quarta pianta alimentare più importante del pianeta e la più importante delle piante orticole. La sua produzione è in costante crescita, specie nei Paesi in via di sviluppo. Il 2008 è stato l’anno internazionale della patata. .  
   
   
FVG: CANONI ACQUE MINERALI ADEGUATI A QUOTE NAZIONALI  
 
Trieste - La Corte dei Conti ha aperto un fascicolo di presunto danno erariale a carico della Regione per il mancato adeguamento alle indicazioni nazionali dei canoni di sfruttamento delle sorgenti di acque minerali e termali. Il provvedimento, sgradevole per una Regione virtuosa come il Friuli Venezia Giulia, è alla radice dell´aumento dei canoni stessi, così come previsto dal nuovo regolamento elaborato in proposito dalle direzioni centrali dell´Ambiente e Lavori Pubblici e del Patrimonio e Servizi Generali. Lo ha confermato l´assessore regionale alle Risorse economiche e finanziarie, Sandra Savino, ai rappresentanti delle aziende e degli Enti locali concessionari (Casambiente, Acque minerali Alpe Adria Fonte di Musi, Fonte di Ovaro spa, Goccia di Carnia, Terme di Lusnizza, Bibite San Vito, Monte Cocco, Paradiso, Andromeda, Fonte solforosa di Anduins Siap spa, Sorgente di Val Cimolana, i Comuni di Arta Terme e Monfalcone e la provincia di Gorizia), incontrati questo pomeriggio a Trieste nella sede del Consiglio regionale. L´assessore Savino, anche a nome del collega all´Ambiente Elio De Anna assente per impegni sopraggiunti, ha espresso la piena disponibilità a valutare la situazione e le proposte delle aziende coinvolte, sottoponendo ogni suggerimento all´attenzione del presidente della Regione, Renzo Tondo, ma ha anche evidenziato che l´incremento delle quote è stato deciso da tempo, in sede di Conferenza Stato-regioni, con il "Documento di indirizzo delle Regioni italiane in materia di acque minerali naturali e di sorgente", che recepisce una sentenza della Corte Costituzionale del 2001 ed è stato approvato nel novembre del 2006. Oggi in Friuli Venezia Giulia i canoni per i permessi di ricerca e per le concessioni delle acque minerali, termali e di sorgente vengono determinati solo in funzione della superficie utilizzata (ettaro o frazione di ettaro) e ammontano ancora a 9,92 euro all´anno per i permessi di ricerca ed a 24,79 euro l´anno per le concessioni, ricorda l´assessore, notando che comunque gli importi non possono essere inferiori a 77,47 euro l´anno per i permessi e a 387,34 per le concessioni, secondo la rivalutazione prevista dalla Legge 724/1994. I canoni minimi previsti dal legislatore nazionale prevedono invece una quota di 15 euro per ogni ettaro o frazione di ettaro di superficie interessata dal permesso di ricerca (e comunque complessivamente non inferiore a 300 euro) e di 30 euro per ogni ettaro o frazione di ettaro di superficie concessa (per un canone complessivo non inferiore ai 600 euro). Poiché inoltre il canone dovuto per la concessione è stato commisurato non solo alla superficie da sfruttare, ma anche all´effettivo beneficio economico che il concessionario ottiene, è stato deciso che ogni mille litri (o frazione) imbottigliati, la quota da pagare vari da 1,00 a 2,50 euro. Ed è proprio quest´ultimo, come è risultato dall´incontro di oggi, il ´balzello´ che i concessionari rifiutano, considerandolo troppo oneroso in un momento di crisi economica generalizzata ed estesa quindi anche al loro settore. "Abbiamo stabilito di applicare le quote minime per assolvere l´impegno assunto con la Corte dei Conti e non aumentare troppo i canoni a chi sia già titolare di permessi di ricerca e concessioni - ha dichiarato dal canto suo ai presenti l´assessore Savino - ma ormai non possiamo più esimerci di adeguarci alle linee nazionali di indirizzo". .  
   
   
PUGLIA, STEFÀNO: "POSITIVO INCONTRO CON MINISTRO ZAIA E COMMISSIONE POLITICHE AGRICOLE"  
 
Si è tenuta a Lecce, in concomitanza con la Conferenza Economica della Cia, la Commissione Politiche Agricole, convocata dal Coordinatore nazionale Dario Stefàno Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, alla quale è stato invitato a partecipare anche il Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia. Un incontro, quello con il Ministro, più volte sollecitato nelle settimane scorse da Stefàno per affrontare il tema della grave crisi che grava sul comparto agroalimentare. L’assessore Stefàno, insieme con i suoi colleghi delle altre Regioni italiane, ha sottoposto al Governo nazionale, per il tramite del Ministro Zaia, un documento sulla complessità dell’attuale momento, contenente una serie di priorità che necessitano di essere prontamente attuate per non aggravare ulteriormente la già preoccupante situazione. La Commissione ha rimarcato l’allarme lanciato dal mondo delle aziende agricole di una possibile degenerazione degli effetti di tale crisi sulla tenuta sociale, col rischio che venga compromesso in modo irreversibile il lavoro e gli investimenti di intere generazioni di agricoltori e di famiglie del mondo contadino. Da qui la necessità dell’avvio di una riflessione che, partendo dalle emergenze contingenti della crisi economica, sappia cogliere l’occasione per realizzare un piano di rilancio del comparto agricolo. Un piano che metta in campo azioni anticrisi efficaci, gettando nel contempo le basi per cogliere anche le opportunità che la stessa crisi porta con sé, lavorando per la messa in campo di una nuova politica agraria, innovativa negli obiettivi e nei modelli, auspicata dall’intero comparto. Il ministro Zaia ha sottolineato l’indispensabilità del ruolo delle Regioni, apprezzando l’impegno del coordinatore Stefàno e dell’intera Commissione nell’affrontare le diverse problematiche e nella capacità di sintesi sulle diverse questioni fin qui affrontate. In questa ottica, l’intenso lavoro al quale saranno chiamate le Regioni italiane nella Commissione Politiche Agricole sarà indirizzato a ricercare risposte concrete alla crisi, nel solco di una auspicata collaborazione istituzionale con il Governo della Repubblica e, segnatamente, con il Ministero a cui si chiede di avviare un confronto che recuperi i ritardi sino ad oggi maturati nella istituzione di un tavolo mirato ad affrontare definitivamente i temi e le proposte elaborate dalla stessa Commissione. “Registriamo positivamente – dichiara l’assessore alle Risorse Agroalimentari Dario Stefàno- la disponibilità al confronto dichiarata dal Ministro Zaia, come pure apprezziamo il riconoscimento al lavoro fin qui svolto dalla Commissione e del ruolo che le Regioni possono svolgere nella definizione di un piano di azione in grado di dare risposte immediate all’intero comparto. Attendiamo ora di ricevere nel prossimo incontro, già programmato per la prossima settimana a Roma, indicazioni operative sulle singole priorità sottoposte alla attenzione del Governo nazionale”. .  
   
   
BASILICATA: SOSTEGNO ALLE BIONERGIE IN AGRICOLTURA  
 
L’ 1 ottobre presso il Dipartimento Attività Produttive della Regione Basilicata si è svolto un incontro per esaminare le valutazioni e le aspettative del comparto agricolo in relazione al Piano di Indirizzo Energetico Ambientale. Presenti gli assessori alle Attività Produttive, Gennaro Straziuso e all’Agricoltura, Vincenzo Viti, il direttore Freschi, l’Autorità di Gestione del P. S. R. Liliana Santoro ed i rappresentanti del mondo agricolo delle organizzazioni professionali. I partecipanti hanno convenuto circa la necessità che il Piano delinei con ancor maggior efficacia il ruolo dell’impresa agricola in tema di produzione di energia da fonti non convenzionali, con specifico riferimento agli impianti alimentati a biomassa. Circa l’esclusione delle aree irrigue, in tema di fotovoltaico, si è concordato sull’opportunità di derogare per produzioni energetiche destinate all’autoconsumo aziendale ed attività connesse. In riferimento alla necessità di innalzare l’ammontare dei regimi in de minimis nell’ambito del P. S. R. Per interventi tesi alla diversificazione del reddito aziendale attraverso la produzione e vendita di energia da fonti alternative, l’Autorità di Gestione ha comunicato che fra le modifiche proposte alla Ce, ora al vaglio dei servizi tecnici, vi è quella di poter usufruire del regime di aiuto che temporaneamente consentirebbe di incrementare il “de minimis” da 200. 000 a 500. 000 euro per gli investimenti di cui alla Misura 311 – Azione C (produzione e vendita di energia da Fondo Energia Rinnovabile). Al tempo stesso si è preso atto di altre richieste delle Organizzazioni sindacali sia in riferimento ad alcuni aspetti tecnici contenuti nel Piano energetico che di eventuali modifiche al P. S. R. Miranti a valorizzare il ruolo dell’agricoltore nella produzione di energia da fonti rinnovabili. Gli assessori Straziuso e Viti hanno chiesto alle strutture dipartimentali di verificare puntualmente le ulteriori richieste pervenute. Si è messa così in moto una incisiva iniziativa fra i Dipartimenti delle Attività Produttive e dell’Agricoltura mirata a rendere ancor più significativo il ruolo dell’economia agricola in una fase delicata e importante dei trasformazione e modernizzazione .  
   
   
AGRICOLTURA IN ABRUZZO, AIUTI MIPAF A STOCCAGGIO PRIVATO PATATE IL PROVVEDIMENTO A FAVORE DEI PRODUTTORI CHE SIGLINO ACCORDI  
 
Pescara - Le sollecitazioni pervenute dall´assessorato agricoltura sulla crisi che sta affliggendo il comparto pataticolo regionale, (le patate in questi giorni spuntano prezzi da 6-10 eurocent/Kg) hanno convinto il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ad emanare un provvedimento per la concessione dell´aiuto allo stoccaggio privato di patate da consumo fresco (campagna 2009) a favore dei produttori che abbiano sottoscritto gli impegni di ammasso. A darne notizia è l´assessore all´Agricoltura, Mauro Febbo, che spiega come oggetto dell´aiuto siano le patate comuni da consumo prodotte in Italia nella campagna 2009, avente per destinazione l´uso umano diretto, con esclusione della destinazione industriale nell´ambito dell´accordo interprofessionale e la vendita come patate da seme. I beneficiari finali dell´intervento promosso dalle organizzazioni comuni sono le Organizzazioni di Produttori (Op) di patate riconosciute. I produttori, singoli o riuniti in cooperative, che non aderiscono ad una Op riconosciuta, possono usufruire dell´intervento a condizione che sottoscrivano con una delle Op aderenti alle organizzazioni comuni, un accordo con il quale si rendono disponibili ad assumere i medesimi obblighi ed a sottoporsi ai medesimi controlli delle Op, nonché a pagare alla medesima il prezzo concordato per il servizio. "Purtroppo, per ragioni tecniche come la mancanza di impianti di fiaccatura, - ha commentato l´assessore Febbo - non è stato possibile attivare, come da noi richiesto, il ritiro del prodotto da destinare alla trasformazione industriale, per cui l´ammasso è solo una prima parziale risposta alla crisi commerciale che ha colpito il comparto. Ormai, - ha proseguito - è del tutto acclarato che i problemi di commercializzazione possono trovare soluzione attraverso una migliore organizzazione dell´offerta da parte dei produttori agricoli. Gli strumenti associativi sono gli unici per contrastare la politica commerciale della grande distribuzione (Gdo) e dei grossisti privati. A tal proposito, - ha concluso Febbo - stiamo lavorando con la Commissione Europea per avere l´autorizzazione ad interventi regionali mirati a favorire l´accorpamento delle strutture associative e sostenere economicamente i progetti di fusione". .  
   
   
DALL’ 8 OTTOBRE L’UVA PUGLIESE NEI SUPERMERCATI DI TUTTA ITALIA E´ IL PRIMO RISULTATO DEL TAVOLO TECNICO CON LA GDO.  
 
Uva pugliese protagonista degli scaffali di tutta Italia: il tavolo tecnico con la Gdo costituito durante l’estate inizia, dunque, a dare i primi frutti. “È il primo risultato del negoziato aperto e costruttivo tra il sistema agricolo pugliese e la Grande Distribuzione Organizzata che abbiamo avviato con la costituzione del tavolo tecnico – commenta con grande soddisfazione l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia Dario Stefàno - . L’obiettivo – prosegue - è sostenere un comparto strategico per il nostro sistema economico ma gravato da pesanti difficoltà, dovute alla crisi dei consumi ed alla concorrenza dei Paesi mediterranei che introducono produzioni con prezzi più bassi spesso spacciate come pugliesi, senza però avere una qualità certificata”. L’intesa, sottoscritta da Regione Puglia e Organizzazioni Professionali Agricole, Organizzazioni dei Produttori Agricoli riconosciute, Organizzazioni della Cooperazione Agricola, Associazioni dei consumatori, e le Aziende della Distribuzione Organizzata, si rivolge alla varietà “ Italia” (Cat. I) della uva da tavola a marchio “Prodotti di Puglia” . Dai dati registrati dal sistema distributivo, al momento si stima un quantitativo vicino ai 2. 300. 000 chilogrammi di uva, destinato a crescere ulteriormente. In sostanza, durante il mese di ottobre nei supermercati e punti vendita italiani delle catene che hanno sottoscritto l’accordo, l’uva pugliese fornita dai nostri produttori col marchio “Prodotti di Puglia”, e quindi secondo le specifiche di qualità previste dal marchio stesso, sarà protagonista assoluta degli scaffali. I consumatori, infatti, troveranno appositi spazi di vendita allestiti con materiale informativo e promozionale che non darà adito a nessun dubbio: quella acquistata sarà esclusivamente uva pugliese di qualità. Anche le associazioni dei consumatori, protagoniste nella costruzione di questo primo risultato, saranno impegnate in un’attività di informazione. La Regione, invece, oltre al coordinamento del tavolo si occuperò di promuovere l’iniziativa con attività di comunicazione, di fornire il materiale di imballaggio con l’immagine coordinata del marchio e di effettuare i controlli di qualità secondo le procedure di attuazione del marchio “Prodotti di Puglia”. “L’intesa – aggiunge l’assessore Stefàno - rappresenta uno step strategico fondamentale, nell’ottica del ruolo che la Regione Puglia è chiamata a svolgere. Un ruolo di garanzia della sicurezza e della qualità delle produzioni agroalimentari e di interlocutore istituzionale per favorire i processi di accordi interprofessionali fra i produttori, le loro organizzazioni e la distribuzione organizzata. Altro obiettivo fondamentale – conclude – è il miglioramento della capacità organizzativa e commerciale delle imprese, che devono tendere alla concentrazione dell’offerta per vedere aumentato il proprio potere contrattuale e la propria capacità di governo della intera catena del valore”. L’intesa è stata sottoscritta da: Assessorato Regionale alle Risorse Agroalimentari, Federazione Regionale Coldiretti Puglia, Confederazione Italiana Agricoltori Cia, Federazione Regionale Agricoltori, Copagri, O. P. Terra di Bari, Consorzio Arcobaleno, Confcooperative–puglia, C. R. C. U. , Fai Cisl Puglia, Legacoop, Coop Estense, Auchan S. P. A. , Megamark s. R. L. (Supermercati Dok,famula e Supermercati A&o), Unci Coldiretti Ascat, Conad Soc. Coop. , Supermercati Sidis e Supermercati Di Meglio. .  
   
   
CONFERENZA ECONOMICA CIA: IL “MODELLO LUCANO”  
 
 Il modello lucano in fase di sperimentazione verso il “Sindacato agricolo del territorio”, per favorire una rinnovata competitività economica e produttiva in agricoltura facendo diventare le imprese agricole leva e strumento dei processi economici e di sviluppo locale, sarà il contributo della Cia-confederazione Italiana Agricoltori della Basilicata per la terza Conferenza economica promossa dalla Cia e che si è svolta a Lecce dil 2 e 3 ottobre. “Il tema scelto quest’anno “Agricoltura: le nuove sfide. Federalismo, Europa e Mercato” – commenta il presidente regionale della Cia Donato Distefano – è fortemente impegnativo anche per noi che da tempo stiamo affrontando la questione centrale della competitività dell’agricoltura lucana e con essa dei mercati euromediterranei ai quali le nostre produzioni dovranno affacciarsi con l’entrata in vigore del libero scambio. E’ proprio questa – aggiunge – un’opportunità che deve vedere preparati i nostri produttori che già conoscono, per ora, solo gli effetti negativi della concorrenza di alcuni produttori dei Paesi del Nord Africa e non ancora le potenzialità positive. Di qui la necessità che un settore agricolo impegnato in una rapida e difficile evoluzione ed in un contesto di forti disattenzioni, deve poter contare su un’organizzazione sindacale – professionale moderna per meglio riposizionare il suo ruolo nell’economia reale”. “La Cia – sostiene Distefano - intende rilanciare il tema dell’unità del mondo agricolo lucano e con esso l’esigenza di un salto di qualità nel processo di concertazione con la Regione e le istituzioni locali specie nella gestione degli enti ed organismi di settore. La Conferenza Economica della Cia rappresenta, dunque, un’occasione per fare il punto sull’attuale situazione economica del mondo agricolo che attraversa una delle fasi più complesse e difficili degli ultimi trent’anni”. .  
   
   
AGLIO DI VOGHIERA, PIÙ VICINA LA DOP  
 
Bologna -In dirittura d’arrivo il riconoscimento della Dop per l’Aglio di Voghiera. È stato infatti pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell´Unione europea l´avviso relativo al riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta "Aglio di Voghiera". Eventuali osservazioni potranno essere presentate nei prossimi sei mesi. Trascorso tale periodo, la denominazione sarà attribuita a tutti gli effetti e potrà essere utilizzata solo per l´aglio prodotto nei Comuni di Voghiera, Masi Torello, Portomaggiore, Argenta e Ferrara. "L´emilia - Romagna è la prima regione europea – sottolinea l´assessore regionale all´agricoltura Tiberio Rabboni - per numero di denominazioni Dop e Igp. L’aglio di Voghiera Dop consolida questo importante primato e conferma la grande attenzione dei nostri agricoltori per la qualità. Il riconoscimento comunitario non nasce dal caso, ma rappresenta il risultato del lavoro che un gruppo di produttori lungimiranti - con il costante supporto degli Enti locali, della Regione e del Ministero - ha avviato ormai da molti anni e che, nel 2000, ha portato alla creazione del Consorzio di Tutela. La Dop consentirà di salvaguardare le caratteristiche particolari di questo prodotto e potrà rappresentare un importante strumento per valorizzare l´intero territorio di produzione, che si caratterizza per altre produzioni di altissima qualità, alcune delle quali, come le pesche e le nettarine di Romagna Igp e le pere dell´Emilia - Romagna Igp sono già riconosciute a livello comunitario. “ Oggi, nei comuni ricompresi nel disciplinare, vengono prodotti, grazie ai risultati all´attività di sperimentazione, al lavoro di selezione delle piante ed alla professionalità degli agricoltori circa 10. 000 quintali di aglio di alta qualità, con caratteristiche particolarmente positive che lo differenziano nettamente da quello prodotto in altre zone e lo rendono particolarmente ricercato sul mercato. .  
   
   
CARCIOFO DAUNIA IGP.INCONTRO PRESSO L´ASSESSORATO ALL´AGRICOLTURA  
 
Si è tenuto presso l’Assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia un incontro preparatorio per valutare ed approfondire il percorso che porti al riconoscimento Igp del carciofo della Daunia. Alla riunione hanno partecipato i dirigenti regionali, i Sindaci dei Comuni di Trinitapoli, San Ferdinando di Puglia, Cerignola e gli Assessori della Provincia di Foggia in rappresentanza anche dei cinque Siti Reali (Comuni di Carapelle, Ordona, Stornara, Stornarella, Ortanova) e della Provincia Bat. Nel corso dell’incontro sono state illustrate le procedure per ottenere il riconoscimento della Igp. L’assessore Dario Stefàno ha detto: “Il carciofo è una delle specialità orticole più pregiate di Puglia. Avviare i procedimenti per la Igp, significa promuovere e valorizzare un prodotto che si va sempre più affermando sui mercati nazionali ed esteri e, nel contempo, porre le basi della sua tracciabilità e della sua identità, a garanzia dei produttori e dei consumatori. ” I Sindaci dei Comuni presenti alla riunione si sono aggiornati al 12 ottobre prossimo presso il Comune di Trinitapoli. . .  
   
   
PSR 2007-2013: PROROGATO IN PIEMONTE IL BANDO PER IL BENESSERE ANIMALE AIUTI AGLI ALLEVATORI CHE SI IMPEGNANO A MIGLIORARE LE CONDIZIONI DI VITA DEI CAPI  
 
 E’ stata prorogata al 14 ottobre la scadenza per la presentazione delle domande sul bando per la misura 215 “Pagamenti per il benessere animale”, nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013, pensato per favorire le condizioni di benessere animale degli allevamenti bovini, suini e avicoli (pollame). Con questa misura si premiano infatti gli allevatori che sottoscrivono, per una durata di cinque anni, l’impegno a migliorare le condizioni di vita dei capi, in termini di sistemi di allevamento, controllo della ventilazione, del raffrescamento e delle condizioni di vita all’interno delle stalle (stabulazione), alimentazione, igiene, sanità e aspetti comportamentali. Per l’anno 2009 le risorse finanziarie disponibili sono pari a 6,5 milioni di euro. La nuova scadenza di presentazione delle domande (inizialmente prevista al 30 settembre) è ora prorogata al 14 ottobre, attraverso il sito internet http://www. Regione. Piemonte. It/cgi-bin/agri/leggi/pub/bandi. Cgi . Il termine per la trasmissione della relazione tecnica e della check list è invece il 30 novembre. I criteri di selezione e i parametri di contributo sono commisurati alla specie animale allevata, e comprendono gli impegni per ognuna delle aree di intervento individuate. Criteri di priorità riguardano la consistenza dell’allevamento, le caratteristiche e l’ubicazione dell’azienda. Il bando prevede una graduale riduzione del livello di sostegno nel tempo, in relazione alle dimensioni aziendali, in quanto si ritiene che vi possa essere un beneficio anche economico delle condizioni all’interno dell’allevamento per effetto delle innovazioni introdotte. “ Abbiamo valutato di prorogare i termini di scadenza per la misura 215, raccogliendo le sollecitazioni del mondo agricolo – spiega l’Assessore regionale all’Agricoltura Mino Taricco – in quanto le aziende devono presentare, oltre alla domanda vera e propria, un più articolato piano aziendale per gli investimenti da effettuare. Per concedere dunque più tempo per gli adempimenti, la scadenza è stata prorogata di qualche settimana. La misura sul benessere animale promuove la diffusione di tecniche di allevamento che migliorano il benessere degli animali, le loro condizioni di vita, di igiene, di alimentazione, premiando gli impegni degli allevatori che vanno di là delle condizioni minime previste dalla normativa. E’ dunque un tipo di aiuto che giova non solo a salvaguardare la qualità del nostro patrimonio zootecnico ma una garanzia per il consumatore finale dei prodotti di carne, latte e uova assicurando che i capi siano stati allevati secondo criteri rigorosi e certificati. ” . .  
   
   
TRENTO: DIFESA DELLA TROTA MARMORATA DAL CORMORANO  
 
Ridurre il danno, non la popolazione: questo il principio che ispira la delibera, firmata dal presidente Dellai e approvata il 2 ottobre dalla Giunta provinciale, relativa all´attività di "controllo" della popolazione di cormorano al fine di limitarne la pressione sulla trota marmorata, specie ittica di interesse comunitario. Il cormorano è una specie con larga diffusione europea (si stima la presenza di un milione di individui) che, grazie al regime di protezione accordatogli dalla direttiva "Uccelli", ha visto i propri contingenti, ridotti al limite dell´estinzione all´inizio degli anni 70, accrescersi al ritmo del 20 % annuo fino a raggiungere l´attuale milione di individui circa. Il cormorano è specie migratoria e sverna in provincia di Trento con circa 400 individui. Strettamente ittiofago, le sue aree di alimentazione, oltre ad alcuni laghi, sono rappresentate da tutti i fiumi di fondovalle, habitat della trota marmorata, probabilmente l´unica trota autoctona del trentino. Per questa specie, presente nell´allegato 2 della direttiva "Habitat" (l´allegato comprende tutte le specie di interesse comunitario), a causa della riduzione dei suoi effettivi riscontrata negli ultimi anni, sono state adottate misure di tutela e conservazione. In particolare, oltre alla riduzione del numero di catture ammesse e all´aumento della taglia minima legale, sono stati realizzati, con il sostegno della Provincia, impianti ittiogenici in cui la trota marmorata viene riprodotta e allevata secondo criteri volti a salvaguardarne le caratteristiche di rusticità. Le difficoltà in cui versano le popolazioni provinciali di trota marmorata sono legate anche alla presenza del cormorano, i cui siti di alimentazione sono come detto rappresentati da tutti i fiumi principali. Le attività di controllo previste consistono essenzialmente in spari a salve per disturbare il cormorano durante la fase di alimentazione presso i siti di principale presenza della trota marmorata, specialmente nel periodo della riproduzione nel quale la trota è particolarmente vulnerabile. E´ altresì previsto un limitato numero di abbattimenti, 30 su tutta la provincia e per tutto il periodo, distribuiti nei vari tratti di corso d´acqua (da 1 a 4 per ogni tratto individuato) finalizzati sostanzialmente a rafforzare l´azione di disturbo, alla quale il cormorano tende ad assuefarsi. Il numero di abbattimenti ammessi corrisponde a meno del 10 per cento della popolazione presente. Tale attività di controllo ha avuto il parere favorevole, oltre che dell´Osservatorio faunistico provinciale e del Comitato faunistico provinciale, dell´Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, proprio per la finalità di conservazione di una specie di interesse comunitario qual è la trota marmorata. .  
   
   
PRESENTATA A VERONA LA SFIDA FRIULANA DEI PRODUTTORI D´OLIO D´OLIVA  
 
Si terrà il 9 ottobre al Castello di Duino, a Trieste, la sesta edizione del concorso oleario itinerante dedicato alla promozione dell´olivicoltura nel Nord est. A presentarlo questa mattina nella sede veronese di Coldiretti, l´Aipo, l´associazione interregionale di produttori olivicoli. L´incontro ha sottolineato come il settore sia in contiuna espansione, con numeri in netta crescita negli ultimi tre anni. Le olive sono per il nord est un patrimonio di 18 milioni di euro, con un milione e mezzo di piante e due milioni di bottiglie prodotte ogni anno. E il Veneto è terra di produttori d´eccellenza, basti pensare, nella sola Verona, alle zone del Garda e della Valpolicella. E ora la produzione si è sviluppata anche fuori confine, in Slovenia e Croazia. E l´Aipo ha presentato il sesto concorso dedicato all’olivicoltura. Il 9 ottobre al castello di Duino, Trieste. "Un evento in crescita -ha spiegato il presidente dell´associazione Albino Pezzini- basti pensare che il concorso ha sfiorato il tetto dei 90 campioni partecipanti, di cui il 38% esteri. Sloveni e croati". Fare squadra, si è detto, è stato lo strumento per arrivare alla crescita, per incrementare non solo il numero dei porduttori, ma anche e soprattutto la qualità. E se nell´ultimo anno, solo nell´area del Garda dop le superfici impegnate hanno mostrato un più 1, 7 per cento e le piante un più 1, 5, significa che "l´azione congiunta –ha fatto sapere il presidente dell’aipo- sta dando i suoi frutti". .  
   
   
ALLA REGIONE TOSCANA IL “WORLD FUTURE AWARD” LO HA ASSEGNATO UN FORUM DI PERSONALITÀ DA TUTTO IL MONDO LA LEGGE SULLA BIODIVERSITÀ INDICATA COME “POLITICA PER IL FUTURO”  
 
Le politiche della Regione per la biodiversità hanno un valore di esempio su scala mondiale. Con questa motivazione la Toscana è stata insignita ad Amburgo del World future award, “Premio per le politiche del futuro”. Il riconoscimento è stato assegnato dal World future council, un forum internazionale del quale fanno parte personalità di spicco della cultura, della scienza, della politica provenienti da tutti i continenti (tra i membri anche l´ex presidente francese Giscard d´Estaing) con l´obiettivo di sensibilizzare i leader politici e l´opinione pubblica sulle “buone prassi” e di promuovere la loro diffusione per il benessere delle future generazioni. “E´ un riconoscimento che ci onora – ha commentato il presidente della Regione Claudio Martini - e che dimostra come le nostre scelte che mirano alla salvaguardia delle tipicità abbiano non solo un forte richiamo locale, ma una potenzialità globale. E´ attraverso questa azione di difesa delle varietà locali che si può mantenere il grande patrimonio di conoscenze delle nostre comunità e valorizzare la loro agricoltura facendone un modello di sviluppo valido dal punto di vista economico, culturale, ambientale”. Il World future award è stato consegnato alla direttrice dell´Arsia (l´Agenzia regionale per lo sviluppo e l´innovazione in campo agricolo e forestale) Maria Grazia Mammuccini appositamente delegata dal presidente Martini. L´arsia ha avuto un ruolo decisivo nell´elaborazione e nell´applicazione delle normative sulla biodiversità che fanno riferimento alla legge regionale 64 del 2004. “La legge – ha spiegato la direttrice nell´intervento ufficiale ad Amburgo – ha come obiettivo quello di recuperare e proteggere le varietà locali, non sono a fini scientifici ma anche al fine di reintrodurle nei cicli produttivi aziendali. Per questo la assicura agli agricoltori l´accesso alle sementi e la possibilità di conservarle, usarle e scambiarle. Noi auspichiamo che questo modello diffuso nella nostra regione possa essere utile ad altre realtà del mondo”. Nella graduatoria finale del World future council le politiche per la biodiversità della Toscana sono giunte al secondo posto, alle spalle solo del programma per la sicurezza alimentare portato avanti dal ministro brasiliano per lo sviluppo sociale e la lotta alla povertà Patrus Anianias e a pari merito con la politiche di agricoltura urbana di Cuba (che prevedono la possibilità di coltivare tutti i terreni inutilizzati anche in città per la produzione di cibo). La cerimonia, svoltasi al Town Hall di Amburgo, è stata introdotta da Jakob Von Uexkull, scrittore s vedese, già ideatore del Right Livelihood award (premio Nobel alternativo) che ha spiegato le genesi di questo riconoscimento, nato per evidenziare non il lavoro dei singoli nel campo dei diritti, ma quello delle istituzioni. Hans Von Sponeck, già coordinatore umanitario dell´Onu in Iraq, che ha avuto il compito di illustrare le motivazioni dei premi, si è poi soffermato sul loro carattere comune: quello di promuovere una crescita partecipata, capace di dare dignità ai cittadini e valore alle loro culture. Nella motivazione ufficiale del premio assegnato alla Toscana (la cui nomination era stata proposta da Vandana Shiva) si legge tra l´altro: “La legge toscana protegge le varietà di sementi quali ´assicurazione naturale´ per il futuro della società e protegge il diritto degli agricoltori quali legittimi fiduciari di tali risorse”. Dopo l´appuntamento di Amburgo la centralità di queste politiche per la Regione emergerà prossimamente in un altro appuntamento di grande rilievo: sarà infatti proprio il presidente Martini ad aprire il vertice mondiale delle regioni sulla sicurezza alimentare in programma a Dakar (Senegal) il 19 e 20 gennaio 2010. .  
   
   
ZOOTECNIA, CIA: RILANCIARE RAZZE AUTOCTONE LUCANE  
 
“Il rilancio in particolare del segmento degli allevamenti estensivi e bradi, e l’implementazione delle razze autoctone lucane a partire da quello podolico per il comparto bovino, passando per quello ovi-caprino, suino ed equino, ma anche quelli da cortile e minori, nella nostra regione, è l’ulteriore segmento produttivo che a parere della Cia dovrà essere attenzionato all’interno delle politiche di sviluppo rurale, ed in particolare in questa fase di avvio delle iniziative d’investimenti legati al Psr 2007/2013, che vede a breve l’emanazione dei Pif (Programmi integrati di filiera). “La Basilicata – si legge in una nota della Cia - per le sue peculiarità orografiche, fisiche, territoriali, ambientali, per la biodiversità vegetale e forestale insita nei nostri territori, rappresenta un naturale contenitore in grado di ospitare sistemi di allevamenti, produzioni animali, di particolare pregio, tipiche, uniche per le loro qualità/salubrità, le loro proprietà nutrizionali/salutistiche. Tutto ciò rappresenta a nostro parere un invidiabile punto di forza, che di fatti rende merito alle nostre storiche e diffuse propensioni territoriali, in grado di coniugare risorse endogene, qualità ambientale, produzioni tipiche e di eccellenza, qualificare programmi e spesa del Psr 2007/2013. Una nuova politica agro-zootecnica estensiva nella nostra Basilicata, coerenti con le nostre vocazioni produttive, un programma strategico in grado di dare concretezza alla parola “agricoltura multifunzionale” e redditi agli allevatori Lucani. Un programma ambizioso da annoverare come una grande e irripetibile opportunità non solo per il settore, le aziende e gli addetti del settore agricolo, ma per l’intero sistema produttivo/territoriale lucano. Uso razionale delle nostre risorse, integrazione fra settore agricolo-alimentare, qualità ambientale/territoriale, elementi essenziali per una rinnovata prospettiva di crescita economica e di sviluppo locale a favore della nostra comunità e una nuova spinta propulsiva per i nostri sistemi produttivi locali”. .  
   
   
COLDIRETTI, A POLICORO DIBATTITO SU FILIERA ORTOFRUTTICOLA  
 
Parte dal Metapontino il progetto di Coldiretti Basilicata a favore di una filiera ortofrutticola tutta lucana. Mercoledì 7 alle 10,00 l’Organizzazione di categoria ha programmato a Policoro presso l’Orohotel il convegno dal titolo “Le occasioni di Psr e Fas a favore di una filiera ortofrutticola tutta lucana”. Diversi i relatori della mattinata che illustreranno le opportunità per l’intero comparto. Insieme ai dirigenti di Coldiretti e al saluto del sindaco di Policoro, Nicola Lopatriello, sono previsti gli interventi del direttore generale per lo Sviluppo Rurale del Ministero per le Politiche Agricole, Giuseppe Blasi, di un esperto nazionale di gestione logistica, Roberto Canelli, del dirigente nazionale del servizio tecnico economico di Coldiretti, Lorenzo Bazzana, mentre le conclusioni saranno affidate all’assessore all’Agricoltura della Regione Basilicata Vincenzo Viti. “La qualità della nostra frutta, la vocazione dell’area, la differenziazione di prodotto e le tecniche produttive - ha detto Piergiorgio Quarto, vice presidente Coldiretti Basilicata - sono gli elementi che ci permettono di offrire un prodotto competitivo e garantito ai consumatori nel rispetto delle notevoli peculiarità ambientali che la Basilicata offre, ma che vanno supportati da interventi strutturali per accorciare la distanza fisica che esiste tra le nostre aree produttive ed i centri di commercializzazione del nord Europa “. .  
   
   
PROMOZIONE DEI VINI MARCHIGIANI  
 
Strategie e opportunita` per sostenere il mercato vinicolo marchigiano. Produttori, vinificatori, imbottigliatori, organizzazioni professionali e cooperative analizzeranno la questione nel corso di un incontro promosso dall´Istituto marchigiano tutela vini, al quale partecipera` l´assessore regionale all´Agricoltura, Paolo Petrini. Presso Villa Salvati (Monte Roberto, localita` Pianello Vallesina), verranno affrontati i temi dell´internazionalizzazione, della promozione, della partecipazione al Vinitaly 2010, e del ruolo dell´Enoteca regionale di Jesi. ´L´obiettivo dell´incontro ´ ha chiarito l´enologo Alberto Mazzoni, direttore dell´Istituto ´ e` quello di analizzare e approfondire il delicato momento che sta attraversando il comparto vitivinicolo. Una situazione di mercato difficile che ci impone di individuare, al piu` presto, una strategia che faccia perno sulla promozione e sull´esportazione dei nostri vini all´estero´. Puntare sull´export, conferma Petrini, ´e` la strada idonea per risollevare il comparto e rilanciare un consumo responsabile. Grazie ai fondi europei (Organizzazione comune del mercato vino per i Paesi terzi) e a quelli del Piano di sviluppo rurale, e` possibile investire nel mercato comunitario e nazionale, attivando iniziative a sostegno del lavoro svolto dai nostri produttori di vini Doc e Docg. Insieme a loro individueremo le modalita` migliori per promuovere le nostre eccellenze e rilanciare il comparto´.