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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 09 Marzo 2010
RICERCATORI FINANZIATI DALL´UE SEQUENZIANO IL GENOMA DEI MICROBI INTESTINALI DELL´UOMO  
 
Bruxelles, 9 marzo 2010 - Ricercatori finanziati dall´Ue hanno sequenziato il genoma della comunità di microbi che vive nelle nostre viscere. Lo studio getta nuova luce su come questi microbi influiscono sulla nostra salute e potrebbe portare allo sviluppo di nuove terapie e test diagnostici per diverse malattie. Pubblicato sulla rivista Nature, il lavoro rappresenta il primo risultato importante del progetto Metahit ("Metagenomics of the human intestinal tract"), finanziato dall´Ue con ben 11,4 milioni di euro attraverso il tema "Salute" del Settimo programma quadro (7° Pq). Il nostro organismo ospita circa 100 bilioni di microbi, la maggior parte dei quali vivono nel nostro intestino, dove contribuiscono attivamente a proteggere la nostra salute, eliminando le tossine, producendo vitamine e amminoacidi, e rafforzando il nostro sistema immunitario. Nonostante la loro importanza per il nostro benessere, poco si sa su questa comunità di "batteri amichevoli" nelle nostre viscere. Nello studio in questione, i ricercatori Metahit hanno analizzato il Dna microbico trovato nei campioni di feci prelevati da 124 adulti europei. Tra i partecipanti allo studio - provenienti da Danimarca e Spagna - vi erano persone di peso normale, in sovrappeso e obese. Alcune soffrivano anche di malattie infiammatorie intestinali (Mii). Nel corso della loro ricerca, il team ha sequenziato 576,7 gigabase di materiale genetico, più di qualsiasi altro studio fino ad oggi. La serie di geni microbici comprende 3,3 milioni di geni, cosa che la rende 150 volte più grande del genoma umano. Oltre il 99% delle specie microbiche nei campioni è risultato essere composto da batteri; sono state individuate 1.150 specie, molte delle quali nuove per la scienza. Ogni individuo presentava almeno 160 specie di microbi nelle sue viscere, e i ricercatori sono rimasti sorpresi di scoprire che le comunità microbiche intestinali riscontrate nei campioni erano abbastanza simili tra loro. Jeroen Raes del Vib presso la Vrije Universiteit Brussel (Vub), in Belgio, ha spiegato che la flora intestinale umana presenta due componenti: un gruppo "nucleo" che è comune a tutti e un altro gruppo che varia da individuo a individuo. "Partendo da questa parte variabile speriamo di trovare una spiegazione al perché alcune persone soffrono di malattie intestinali o sono inclini all´obesità", ha detto. "Abbiamo già osservato che esiste una relazione tra una flora intestinale irregolare e alcune malattie intestinali come il morbo di Crohn o la colite ulcerosa. Auspichiamo che questa ricerca possa portare ad una migliore conoscenza delle malattie intestinali o allo sviluppo di nuovi trattamenti". Il nucleo di geni comuni a tutti i campioni comprende i geni di cui i batteri intestinali hanno bisogno per abbattere gli zuccheri complessi, sintetizzare le vitamine e gli aminoacidi, e sopravvivere nel difficile ambiente dell´intestino umano, caratterizzato da un pH basso e un livello di ossigeno ridotto. Guardando al futuro, gli scienziati vorrebbero scoprire se questi geni essenziali si trovano nelle stesse specie di batteri in esseri umani differenti. Essi prevedono inoltre di effettuare raffronti dettagliati dei geni batterici degli individui che hanno fornito i campioni. "Sapere quale combinazione di geni è necessaria affinché ci sia il giusto equilibrio di microbi nel nostro intestino, potrebbe permetterci di utilizzare i campioni di feci - un metodo non-invasivo - per misurare lo stato di salute delle persone", ha commentato Peer Bork del Laboratorio europeo di biologia molecolare (Embl) in Germania. "Un giorno potremmo forse essere in grado di trattare certi problemi di salute semplicemente mangiando uno yogurt contenente i batteri giusti". "Oltre a fornire il quadro completo del microbioma intestinale umano, il vasto catalogo genetico che abbiamo creato consente di avviare studi sull´associazione dei geni microbici con i fenotipi umani e, anche più in generale, le abitudini di vita, tenendo in considerazione l´ambiente - tra cui anche la dieta - dalla nascita alla vecchiaia", hanno concluso i ricercatori. "Prevediamo che questi studi condurranno a una comprensione più completa della biologia umana". L´obiettivo del progetto Metahit è quello di caratterizzare i geni e le funzioni dei microbi che vivono nel nostro intestino e di indagare il modo in cui influiscono sulla salute dell´uomo. Il progetto quadriennale è partito nel 2008 e riunisce 14 partner provenienti da Cina, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito. Per maggiori informazioni, visitare: Nature: http://www.Nature.com/nature  Metahit: http://www.Metahit.eu/  Embl http://www.Embl.org/  Vib: http://www.Vib.be/vib/en/    
   
   
MOVIMENTI STEREOTIPATI: FRUTTO DEL CASO O DEI GENI? UNO STUDIO SU GEMELLI OMOZIGOTI INDAGA SULLA TRASMISSIONE GENETICA DI ALCUNE MODALITÀ DI RISPOSTE MOTORIE.  
 
Bosisio Parini (Lc) , 9 marzo 2010 - Osservando un bambino e i suoi genitori, viene spontaneo confrontare quanto siano simili in alcuni tratti fisici: il colore degli occhi, magari l´altezza o la corporatura. E anche i non addetti ai lavori pensano a quel processo genetico in cui si trasmettono nelle generazioni alcune caratteristiche costanti. Si sa, insomma, che non si tratta di semplice casualità. Oggi parliamo anche di trasmissione genetica rispetto ad alcuni tratti del comportamento, si pensi alla timidezza, e anche in questo caso con stupore si guarda e ci si interroga sul meccanismo in cui da padri in figli si trasmettono alcune "predisposizioni" che, pur garantendo l´individualità e la peculiarità di ogni persona, ci rendono simili ai nostri familiari. A questo filone di ricerche appartiene lo studio "Movement disorders in a twins pair: A casual expression or genetic determination?" pubblicato su "Research in Developmental Disabilities", una delle riviste scientifiche più prestigiose nel campo delle disabilità in età evolutiva (If: 4,475). I ricercatori hanno studiato in una coppia di gemelle monozigoti un disturbo del movimento del corpo: le stereotipie, movimenti patologici, ripetitivi e apparentemente non finalizzati. L´osservazione delle due gemelle, che sembravano reagire a stimoli diversi non solo con i medesimi movimenti ma anche con una simile frequenza e durata, ha fatto sorgere il dubbio scientifico che ha portato all´ideazione dello studio: è possibile che alcuni disordini del movimento non siano dovuti al caso ma rappresentino una espressione genetica? Il fatto che nelle gemelle fossero compromessi, per altri motivi, i processi di imitazione, rendeva ancora più chiara l´osservazione dei movimenti. Alle bimbe sono stati proposti alcuni stimoli uditivi, visivi, affettivi (la voce della madre) e sono stati videoregistrati i movimenti che seguivano a queste stimolazioni. Alcuni osservatori hanno poi misurato quanto simile fosse il tipo di movimento utilizzato nella risposta agli stimoli, quanto frequentemente veniva usato e per quanto tempo. La risposta al dubbio è stata inequivocabile: tra le due gemelle c´era una altissima concordanza (>90%) per tutte le stereotipie analizzate, la loro frequenza e la loro durata. Questa concordanza, non potendo essere dovuta a processi di imitazione, conferma che quei movimenti sono stati trasmessi geneticamente. "Non dobbiamo correre il rischio di guardare alla genetica come ad un destino dal quale non ci si può liberare - tiene a precisare Antonio Trabacca, primario dell´U.o Nr1 dell´Irccs "E. Medea" di Ostuni e responsabile dello studio - gli studiosi sanno bene che accanto all´espressione genetica anche l´ambiente ha il suo peso. Ciascuno di noi, con il suo bagaglio "già dato" dal Dna, entra in relazione con il mondo che lo circonda. In questa relazione esprime la sua individualità ed è proprio nella relazione che è possibile trovare elementi di intervento che possano modificare e rendere più funzionali espressioni comportamentali disfunzionali". Studio pubblicato su: Res Dev Disabil. 2010 Feb 12. Movement disorders in a twins pair: A casual expression or genetic determination? Gennaro L, Russo L, Losito L, Zaccaria A, De Rinaldis M, Trabacca A.  
   
   
EHEALTH WEEK 2010  
 
Barcellona, 9 marzo 2010 - Dal 15 al 18 marzo 2010 si terrà a Barcellona, in Spagna, la settimana eHealth 2010. L´evento è composto dalla Conferenza ministeriale di alto livello sull´eHealth (High Level Conference on eHealth) e la Conferenza ed esposizione del mondo delle tecnologie dell´informazione per la salute (Wohit 2010). Nel complesso, la settimana eHealth 2010 prevede di raccogliere oltre 2.500 partecipanti provenienti da tutto il mondo, a rappresentare la maggior parte delle parti interessate del settore della sanità elettronica. Ehealth è un termine relativamente recente che si riferisce all´uso delle tecnologie dell´informazione e della comunicazione per la salute. La Conferenza ministeriale eHealth ospiterà i ministri della Sanità di 27 Stati membri dell´Ue e sarà concentrata sull´implementazione di applicazioni nell´eHealth. Wohit 2010 intende essere un punto di incontro per il settore industriale delle tecnologie dell´informazione e della comunicazione, le istituzioni e i professionisti sanitari. Sarà presentato un ricco programma di presentazioni e tavole rotonde, e le aziende avranno la possibilità di presentare le ultime innovazioni tecnologiche attraverso un´esposizione. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Ehealthweek2010.org/?set_language=en    
   
   
CONFERENZA INTERNAZIONALE SU RETI, APPLICAZIONI E SERVIZI EHEALTH  
 
Lione, 9 marzo 2010 - Dal 1º al 3 luglio 2010 si terrà a Lione, in Francia, la 12ª Conferenza internazionale sulle reti, applicazioni e servizi eHealth (Healthcom 2010). Le telecomunicazioni e le reti non permettono soltanto alla tecnologia della telemedicina di raggiungere località remote, ma anche il monitoraggio continuo della salute al di fuori dagli ospedali, a casa e durante le attività sportive, professionali e svolte nel tempo libero. Healthcom 2010 permette di riunire le parti interessate di tutto il mondo impegnate nel settore sanitario, per sambiarsi idee, discutere soluzioni innovative ed emergenti, nonché creare collaborazioni. Tra i partecipanti ci saranno medici, amministratori ospedalieri, informatici, ricercatori, insegnanti, venditori di soluzioni sanitarie e consulenti. L´evento sarà un forum importante per la discussione di progetti di eHealth finanziati da organi internazionali come l´Organizzazione mondiale della sanità e la Commissione europea, tra cui anche i progetti dei programmi quadro. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Ieee-healthcom.org/index.html    
   
   
MALATTIE RARE IN LOMBARDIA: SOSTEGNO A PERSONE E FAMIGLIE  
 
Milano, 9 marzo 2010 - Regione Lombardia ha deciso di confermare e rilanciare il proprio impegno, anche economico, per lo sviluppo di nuovi progetti dedicati alla diagnosi e alla cura delle malattie rare. Per questi progetti sono già state stanziate risorse aggiuntive per 3,9 milioni di euro (cui si aggiungeranno ulteriori 1,6 milioni dai fondi nazionali) secondo tre linee: potenziamento della rete e degli strumenti di governance; definizione di percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali; implementazione del registro delle malattie rare. Lo ha ribadito il 4 marzo il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, intervenendo - insieme all´assessore alla Sanità, Luciano Bresciani - al convegno "Le malattie rare in Lombardia: rete, governo clinico, partecipazione e ricerca". L´iniziativa, organizzata in occasione della terza Giornata Internazionale delle malattie rare, ha visto studiosi, esperti, medici, operatori sanitari e associazioni confrontarsi sui vari aspetti legati a questo problema. "Questa giornata - ha detto Formigoni - rappresenta un´occasione importante di incontro per sensibilizzare l´opinione pubblica sull´incidenza delle malattie rare, per affrontare le tematiche assistenziali condividendone i problemi e per mettere in luce gli importanti risultati nel campo della ricerca, sia per la diagnosi sia per le terapie innovative. L´aggettivo ´rare´ potrebbe indurre a pensare che queste malattie coinvolgano poche persone: tutto ciò non corrisponde alla realtà, dal momento che riguardano un ampio gruppo di patologie note e interessano tante persone". I Numeri - A livello europeo una malattia viene considerata rara se colpisce meno di 5 persone ogni 10.000 abitanti. Secondo i dati ufficiali di Orphanet, il portale europeo delle malattie rare, esistono nel mondo 5.863 malattie rare descritte e clinicamente identificabili che colpiscono in Italia 1,5 milioni di persone, di cui circa il 70% bambini. Anche in Lombardia si registrano molti casi di pazienti rari: la rete regionale segnala oltre 500 patologie rare e 32.000 ammalati con diagnosi già accertata. Nel Registro Regionale sono ad oggi inseriti circa 6.000 pazienti, di questi circa un terzo con Piano Terapeutico Individualizzato. "La diagnosi delle malattie rare - ha sottolineato il presidente - è il punto di partenza, imprescindibile, di un cammino che possiamo definire esistenziale e non semplicemente assistenziale: è un cammino che deve prendere in carico la persona nel suo complesso, comprese le sue relazioni famigliari". La risposta da dare deve dunque rivolgersi alla persona nella sua interezza (come soggetto inserito in una rete di relazioni familiari e sociali), deve essere multidisciplinare e integrato in rete. L´impegno Di Regione Lombardia - "Regione Lombardia - ha aggiunto il presidente - si muove proprio in questa direzione di promozione della salute attenta alla persona e alla sua famiglia". Innanzitutto, la rete regionale per le malattie rare è stata ampliata aggiungendo 2 nuovi presidi di riferimento con il coordinamento dell´istituto Mario Negri di Ranica (Bg). Inoltre, sono stati definiti due importanti principi: agevolare i percorsi terapeutici e assistenziali consentendo la somministrazione ambulatoriale di terapie innovative anche negli ospedali territorialmente più vicini ai malati; facilitare i percorsi riabilitativi per poter usufruire delle terapie secondo progetti individuali ad hoc. Anche l´assessore Bresciani ha garantito "massimo impegno" per la cura delle malattie rare che rappresentano "la nuova frontiera". Bresciani ha sottolineato la necessità di "lavorare con il massimo concerto". "Regione Lombardia - ha detto - si muove in questa logica di rete ma è comunque necessaria sempre la collaborazione e il contributo di tutti nel condividere le decisioni o indicare soluzioni nuove". Secondo l´assessore riveste particolare importanza anche "l´investimento sulla formazione e l´informazione". I Risultati Attesi - Dalla realizzazione di interventi di diverso genere sulle tre linee progettuali individuate da Regione Lombardia, ci si attende, alla fine del triennio 2009/2011, il raggiungimento di significativi risultarti. Il potenziamento della rete e degli strumenti di governance verrà attuato anche attraverso l´implementazione della rete comunicativa e tecnologica già esistente, rendendola fruibile anche ai diversi ambiti territoriali delle Asl, con la creazione anche di 15 nuclei dedicati presso le stesse Asl. Per quanto riguarda la definizione di Percorsi Diagnostici, Terapeutici e Assistenziali, si partirà da un primo gruppo di 50 malattie (destinato presto a salire a 70), invitando gli specialisti accreditati a collaborare in rete e ad individuare, per ciascuna delle malattie rare studiate, le modalità di diagnosi e di prescrizione terapeutica più appropriate e a definire quindi un Percorso Diagnostico Terapeutico e Assistenziale condiviso. L´implementazione del Registro delle Malattie Rare consentirà di arrivare a 12.000 casi inseriti (9.000 nuovi e 3.000 storici). La Sfida Globale - "In un campo così complesso e socialmente rilevante come quello delle malattie rare - ha detto ancora Formigoni - la sfida può essere vinta grazie all´impegno di tutti i livelli istituzionali". Il contributo dello Stato, secondo il presidente va sviluppato su due fronti: trasformazione in una legge organica dei disegni di legge sulle malattie rare depositati in Parlamento; inserimento delle 109 nuove malattie rare, congelate nel pacchetto dei nuovi Lea, nell´elenco aggiornato per l´accesso dei pazienti alle prestazioni erogate in regime di esenzione. "Le malattie rare - ha sottolineato il presidente - sono una delle questioni più significative per la sanità del presente e del futuro e una sfida umanamente ricca di significati perché l´attenzione a restituire una vita socialmente accettabile alle persone svantaggiate rafforza tutta la comunità. L´augurio è che la scienza, che ha aperto nuovi e inaspettati scenari, possa dare una speranza di cura, di migliori condizioni di vita a tutti i malati rari. Ma soprattutto noi qui, oggi, ci impegniamo a garantire le migliori cure possibili e a dare sostegno alle famiglie".  
   
   
IL RESPIRO CONTRO DEPRESSIONE, ANSIA E ATTACCHI DI PANICO  
 
Milano, 9 marzo 2010 – I dati internazionali e italiani su ansia, attacchi di panico e depressione sono allarmanti: la depressione è in crescita esponenziale e si stima che affligga dalle 6 alle 11 persone su cento e colpisce maggiormente le donne tra i 25 ed i 55 anni. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, entro il 2020 sarà la seconda patologia più diffusa al mondo dopo i disturbi cardiovascolari. I disturbi da attacchi di panico colpiscono dall’1,5 al 3,5 % della popolazione e si stanno diffondendo in modo allarmante tra i giovani. Al momento la psicoterapia e le terapie farmacologiche sono le tecniche utilizzate per aiutare chi soffre di questi disturbi ad affrontare la vita quotidiana, ad alzarsi la mattina, a uscire di casa, a mantenere il proprio ruolo professionale e familiare. I farmaci, però, rappresentano un rischio di dipendenza per alcuni soggetti e comportano un costo elevato per il Sistema Sanitario Nazionale; la psicoterapia è assolutamente rifiutata da alcuni pazienti per motivi culturali o per paura delle reazioni di parenti e amici. Oggi si sta finalmente sperimentando con successo anche in Italia la Terapia Sky - Sudarshan Kriya Yoga – presso l’A.o. Fatebenefratelli di Milano. In un’ottica di medicina integrata, il dott. Claudio Mencacci, Direttore del Dipartimento di Neuroscienza dell’A.o. Fatebenefratelli spiega che “Compito di una moderna neuroscienza è ricercare nuove evidenze, ma anche riscoprire in una nuova luce convincenti metodi di cura antichi”. La scelta della Terapia Sky è motivata da alcune caratteristiche di questo insieme di tecniche respiratorie: sono di facile apprendimento per tutti, basate su un sistema di yoga moderno e laico, possono essere praticate autonomamente e con poco investimento di tempo dopo un breve periodo di insegnamento, danno rapidamente risultati tangibili incoraggiando il paziente e aumentando la sua autonomia e quindi autostima. È stato condotto uno studio pilota su iniziativa di Iahv Italia Onlus - Ong internazionale a carattere educativo e umanitario attiva in oltre 150 Paesi e depositaria dell’utilizzo della tecnica Sky – proprio in collaborazione con l’A.o. Milanese, e ora la ricerca scientifica prosegue, offrendo al contempo un servizio innovativo ai cittadini che possono avvalersene attraverso il normale pagamento del ticket previsto dal Ssn. Il dott. Roberto Sanlorenzo, Direttore generale di Iahv Italia Onlus, riassume i risultati ottenuti: “I pazienti che hanno partecipato al gruppo terapeutico Sky, testati dopo 10 giorni di trattamento terapeutico e dopo 3 mesi di mantenimento, hanno dimostrato interessanti miglioramenti nei sintomi depressivi, psicotici e nell’assetto cognitivo: riduzione del 60% dei sintomi depressivi • riduzione del 40% dei sintomi dell’area psicotica (senso di colpa, ansia fobica, sintomi ossessivo compulsivi) • miglioramento dell’assetto cognitivo • miglioramento del funzionamento sociale nel 100% dei pazienti”. Nel dettaglio la terapia prevede: • fase intensiva: 5 + 5 incontri di 3 ore nell’arco di due settimane per insegnare le tecniche e costruire la motivazione • Pratica quotidiana a casa per 30 minuti al giorno • Incontri settimanali di follow¬-up per 6 mesi, fondamentali per patologie cicliche come la depressione. L’invito rivolto ai cittadini milanesi che soffrono di depressione, ansia e attacchi di panico è quello di chiedere informazioni sulla Terapia Sky e di credere che ciascuno può e deve essere co-partecipe del proprio benessere e della propria guarigione, anche quando sembra quasi impossibile immaginarlo. Non è richiesto un atto di fede, ma si offre la possibilità di provare, di sperimentare, affiancando la Terapia Sky al sostegno farmacologico o psichiatrico intrapreso, oppure in alternativa a questi trattamenti. Il respiro è vita e può diventare guarigione e vero benessere. Linea informazioni e prenotazioni: 393 978 77 70 – tutti i giorni dalle 14:30 alle 19:00  
   
   
TUMORE AL SENO: FARMACO BIOLOGICO LO “AFFAMA” LE PAZIENTI VIVONO IL DOPPIO SENZA PEGGIORAMENTI  
 
Sorrento, 9 marzo 2010 – Una terapia intelligente unita alla chemioterapia permette di raddoppiare il tempo di sopravvivenza senza progressione nel tumore del seno in stadio avanzato. Come? Agisce bloccando i “rifornimenti” alla malattia: le taglia i viveri e quindi lo “uccide”. È il caso di bevacizumab, anticorpo monoclonale che agisce in maniera specifica sulla proteina Vegf, elemento chiave dell’angiogenesi tumorale, il meccanismo che regola la crescita e la proliferazione del cancro. Proprio a questo tema è dedicato il convegno nazionale “Dalla chemioterapia alla terapia anti angiogenica" che si è chiuso il 6 marzo a Sorrento, dove i maggiori ricercatori ed esperti italiani hanno fatto il punto sugli avanzamenti della ricerca nella lotta contro la neoplasia della mammella. “L’inibizione dell’angiogenesi, ovvero il “blocco” dei meccanismi che consentono al tumore di diffondersi nell’organismo, è una importante opzione terapeutica per le pazienti con cancro del seno in stadio avanzato, che hanno oggi una nuova arma mirata per affrontare la loro malattia” precisa il prof. Sabino De Placido, Ordinario di Oncologia Medica dell´Università ´Federico Ii´ di Napoli e presidente del convegno. “Oggi disponiamo di terapie mirate più rispettose del paziente rispetto alla sola chemioterapia - spiega Carmelo Iacono, presidente dell´Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) - la ricerca cura la persona nel suo complesso e non solo la malattia. Terapie efficaci che permettono di ottenere più sopravvivenza anche nel caso di metastasi, meno effetti collaterali e migliore qualità di vita dei pazienti con tumore". Le stime effettuate sui dati reali osservati dei Registri Tumori italiani, parlano per il 2008 di 37.952 donne colpite da tumore della mammella, che risulta così il secondo carcinoma più diffuso e ancora purtroppo il primo per mortalità nel sesso femminile sotto i 55 anni. L’avvento delle terapie target, unito alla diffusione degli screening e al miglioramento delle tecnologie per la diagnosi, sta modificando lo scenario di questa patologia. Tra i protagonisti della “rivoluzione” gli anticorpi monoclonali, farmaci innovativi che hanno la capacità di colpire con precisione le cellule malate, senza danneggiare quelle sane. A trastuzumab, anticorpo monoclonale utilizzato sia nelle fasi avanzate sia in quelle precoci di un particolare tipo di tumore al seno (detto Her2 positivo), si affianca un altro farmaco, bevacizumab, che ha dimostrato benefici significativi nelle forme avanzate della malattia. Il bevacizumab lega e blocca in modo specifico la proteina Vegf, fattore chiave nell’angiogenesi tumorale, cioè nel processo di crescita e proliferazione del tumore. Il Vegf stimola la crescita, la sopravvivenza e la costruzione di nuovi vasi sanguigni; i tumori rilasciano questa proteina per circondarsi di nuovi vasi e ricevere così nutrienti e ossigeno per proliferare e diffondersi ad altri organi, cioè andare in metastasi. "Prove incontrovertibili e studi recenti al top della qualità - spiega il prof. De Placido - portano a concludere che il bevacizumab prolunga di circa il doppio il tempo senza progressione del tumore, cioè in pratica rallenta la sua proliferazione. Le applicazioni cliniche del bevacizumab nel tumore della mammella sono finora nel trattamento del tumore in stadio avanzato cioè metastatico, ma si stanno compiendo studi anche nel tumore precoce, quello che può essere trattato con la terapia adiuvante. Tali trial però non sono ancora arrivati a conclusioni definitive”. "Il problema clinico cruciale è divenuto oggi l´appropriatezza, cioè un maggiore rigore metodologico nella valutazione degli interventi terapeutici - spiega Iacono - ma bisogna ricordare che l´appropriatezza è anche un diritto del paziente, quello a ricevere la migliore cura possibile in qualunque oncologia del Paese ci si trovi ad essere curati. Sono questi gli impegni che come Aiom ci siamo presi contribuendo con le Istituzioni sanitarie, Aifa e Ministero, che hanno riconosciuto Aiom quale interlocutore privilegiato nella gestione oculata e razionale delle risorse e degli interventi". “Bevacizumab è oggetto del più grande programma mondiale di trial clinici mai realizzato in oncologia, con oltre 300 studi clinici e 350.000 pazienti coinvolti per indagarne le potenzialità in oltre 20 tipi di tumore. Roche ha cambiato il modo in cui oggi vengono trattati i tumori, sviluppando terapie oncologiche che rappresentano progressi terapeutici importanti, aiutando i pazienti affetti da tumore a vivere più a lungo, a mantenere la loro qualità di vita e in alcuni casi ad arrivare alla guarigione” conclude Antonio Del Santo, Group Leader Onco-haematology di Roche S.p.a.  
   
   
BANCO FARMACEUTICO 2010: CONSEGNATI A VERONA FARMACI PER PERSONE BISOGNOSE  
 
Verona, 9 marzo 2010 - 7.900 confezioni di farmaci donate dai cittadini nelle 86 farmacie veronesi che hanno aderito alla Giornata del Banco Farmaceutico del 13 febbraio scorso sono state consegnate oggi ai 21 Enti benefici scaligeri che si occuperanno della loro distribuzione a famiglie e persone bisognose del veronese. La semplice cerimonia si è tenuta nella nuova sede di Federfarma Verona, in Via Giberti, alla presenza, tra gli altri, dell´Assessore regionale alla Sanità, del Presidente del Consiglio Provinciale di Verona, del Presidente di Federfarma di Verona e del Veneto Marco Bacchini e del coordinatore del Banco Farmaceutico per il Veneto Matteo Vanzan. “Quella del Banco Farmaceutico – ha sottolineato l´Assessore regionale – è un´iniziativa emblematica di quanti e quali risultati si possano raggiungere unendo le forze della sanità, in questo caso la rete delle farmacie, e quelle straordinarie del volontariato. Quasi 30.000 farmaci raccolti in Veneto su 351.000 in tutta Italia, quasi il 10% nazionale, pongono il Veneto all´avanguardia anche in questa bella iniziativa di solidarietà, che la Regione ha sostenuto sinora e sosterrà in futuro con la massima convinzione”. “Questo è il momento più alto di una macchina organizzativa complessa – ha detto Bacchini – che le farmacie hanno sostenuto anche autotassandosi con una quota minima di 150 euro cadauna per le spese di organizzazione. Vedere i responsabili degli Enti benefici che ricevono questi farmaci per far del bene a tante persone – ha aggiunto – è uno sprone a fare sempre di più e meglio, e lo faremo a cominciare dall´edizione 2011”. Una testimonianza diretta è stata portata da Renata Grisi, presidente della Casa di Carità del Gruppo di Volontariato Vincenziano di Borgo Trento: “La situazione che ci troviamo ad affrontare quotidianamente è sempre più difficile – ha detto – e queste medicine saranno preziose per tanta gente, soprattutto donne, sia straniere che veronesi, senza lavoro, abbandonate dal marito e spesso con i figli a carico”. I 7.900 farmaci raccolti a Verona hanno un valore di 51.541 euro. In tutto il Veneto, le confezioni raccolte sono state 27.832, per un valore di 182.000 euro. Al Banco Farmaceutico Veneto 2010 hanno aderito 340 farmacie, che hanno raccolto medicine da distribuire a 121 enti benefici.  
   
   
PROTEZIONE SOCIALE FVG: RAFFORZATO SERVIZIO DI TELEASSISTENZA  
 
Trieste, 9 marzo 2010 - La teleassistenza costituisce uno degli strumenti più efficaci per consentire la permanenza in casa degli anziani ed evitarne l´istituzionalizzazione nelle case di riposo. Ad ogni persona assistita viene infatti fornito un dispositivo telefonico dotato di un piccolo radiocomando da tenere con sé per eventuali emergenze: un aiuto concreto per chi vuole vivere sicuro e protetto a casa propria, sapendo di poter contare sempre su qualcuno, disponibile 24 ore su 24. In caso di necessità (ad esempio un malore improvviso, un piccolo incidente domestico), basta premere il pulsante sul telecomando e l´allarme arriva alla centrale che entra immediatamente in comunicazione vivavoce con l´assistito. L´operatore di centrale è in grado di attivare, ad ogni ora del giorno e in ogni giorno dell´anno, l´operazione di soccorso o di aiuto più idonea (allertando ad esempio familiari, vicini, medico, 118 o altri aiuti). Nei capoluoghi di provincia e comuni limitrofi, prevalentemente per le persone prive di rete di riferimento, è disponibile anche un servizio di custodia chiavi. Non solo. Ogni utente riceve comunque una o più volte la settimana anche delle telefonate dagli operatori delle centrali della Teleassistenza, che dedicano a ciascuno tempo e attenzione, favorendo il dialogo e la socializzazione. Questo importante servizio contribuisce dunque non poco a migliorare la qualità della vita in quanto, rimanendo nel proprio ambiente, tra affetti e ricordi di una vita, gli anziani possono mantenere quasi intatte abitudini consolidate e anche conservare una certa indipendenza, senza che vengano meno le indispensabili condizioni di sicurezza e protezione. In Friuli Venezia Giulia è possibile avere il telesoccorso gratuitamente o semi-gratuitamente (a seconda del reddito). Una recente delibera della Giunta regionale, approvata su proposta dell´assessore Vladimir Kosic, ha disposto un aumento delle utenze per la teleassistenza da 3.400 a 3.700. Il rafforzamento del servizio è stato deciso per soddisfare le numerose richieste ancora inevase ed assicurare, in prospettiva, una pronta risposta ad una domanda che è in crescita costante, in considerazione dell´elevata presenza in regione di persone anziane. Parallelamente all´aumento delle utenze, la Regione ha anche varato una nuova campagna di comunicazione per la diffusione del servizio: i nuovi depliant e le locandine verranno diffusi negli ambulatori dei medici di famiglia, nelle Aziende e nei Distretti sanitari e in tutti i 218 Comuni e rispettivi Ambiti. La domanda di Teleassistenza va presentata al Distretto Sanitario di appartenenza. I moduli per la richiesta possono invece essere ritirati presso i Distretti Sanitari o i Servizi Sociali Comunali o anche scaricati dal sito della Regione ( www.Regione.fvg.it/ ), da quello delle Aziende Sanitarie o del gestore del servizio ( www.Tesantelevita.it/ ). Tutte le informazioni sulla Teleassistenza e sulle modalità per ottenerla vengono fornite anche chiamando il numero verde gratuito 800 846 079.  
   
   
DALLA REGIONE PIEMONTE I CONTRIBUTI AI DISABILI PER L´ACQUISTO DI STRUMENTI AD ALTA TECNOLOGIA NON COMPRESI TRA QUELLI DEL NOMENCLATORE TARIFFARIO DEL MINISTERO  
 
Torino, 9 marzo 2010 - Anche per il 2010 la Regione Piemonte garantirà con fondi propri ai soggetti riconosciuti “persona handicappata in stato di gravità” un contributo economico per l’acquisto di ausili tecnologicamente avanzati non compresi tra quelli del Nomenclatore tariffario del Ministero. Si tratta di strumenti destinati a favorire la comunicazione, l’apprendimento e la mobilità dei pazienti, come i computer, le relative periferiche, i dispositivi per gli spostamenti e i comunicatori vocali, non previsti dai livelli essenziali di assistenza, ma ritenuti indispensabili dall’amministrazione regionale per il miglioramento della qualità della vita dei malati. Per questo, la Giunta ha deciso oggi lo stanziamento di 950 mila euro, che vanno ad aggiungersi ai due milioni già messi a disposizione negli anni precedenti. Le domande dovranno essere presentate al Servizio assistenza protesica del proprio Distretto, insieme alla prescrizione dello specialista responsabile del progetto terapeutico, operante presso una struttura pubblica.  
   
   
SANITÀ IN CALABRIA  
 
Reggio Calabria, 9 marzo 2010 - «La Calabria si è avviata a diventare una regionale normale anche nel settore della Sanità dove il centrodestra ha registrato fiaschi e fallimenti creando danni enormi a cui stiamo ponendo riparo con il Piano di rientro”. Lo ha detto il 7 marzo il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero, candidato del centrosinistra alle prossime elezioni regionali, intervenendo a una manifestazione a Botricello in provincia di Catanzaro. “I calabresi – ha aggiunto Loiero – hanno diritto ad avere un’assistenza sanitaria adeguata ai bisogni. Incoraggeremo pertanto i buoni medici perché diano il loro contributo, chiederemo a tutti i protagonisti del settore uno sforzo per rimettere la barca sulla linea di galleggiamento, ma posso dire che il nuovo corso per la Sanità calabrese è già iniziato”. Secondo il presidente Loiero il percorso per costruire un sistema sanitario di buon livello ed equamente distribuito sul territorio “non sarà una passeggiata me neppure un calvario. Abbiamo presentato un piano di rientro rigoroso. La sanità è un settore difficilissimo. Al governo ho proposto soluzioni per intervenire senza creare vuoti e senza penalizzare nessuno territorio”. “I guai che abbiamo dovuto affrontare – ha spiegato ancora Loiero - erano la conseguenza di gestioni fallimentari a cui la Giunta da me guidata ha messo mano tra mille difficoltà. Intanto con la quantificazione di un debito enorme che per l’80 per cento è stato dal centrodestra di Scopelliti che ha governato la Calabria dal 2000 al 2005 e anche prima (sono cifre accertate dall’advisor Kpmg inviato dal governo Berlusconi) e poi concordando con il governo il Piano di rientro ovviamente rigoroso, che non permette spese inutili”. “Nello stesso tempo – ha aggiunto Loiero – ci si è preoccupati di migliorare la qualità dell’assistenza investendo fondi per centinaia di milioni che il Governo centrale ha tenuto bloccati per anni, e avviando la contemporanea costruzione di 4 nuovi presidi ospedalieri moderni nelle strutture e nelle tecnologie (queste ultime migliorate anche negli altri nosocomi)”. E’ in atto, insomma, secondo quanto Loiero ha assicurato, un grande sforzo di miglioramento della rete assistenziale in tutta la regione che prevede, tra l’altro, la costruzione di numerose “Case della Salute” con fondi europei già disponibili. “Ci vorrà ancora del tempo – ha spiegato il presidente – ma l’obiettivo prioritario è quello di garantire Livelli essenziali di assistenza e qualcosa in più a tutti i calabresi. Ci sono le risorse e ci sono le professionalità per farlo”.  
   
   
SANITA´ IN SICILIA: MEDICI VINCITORI DI CONCORSO, VIA AL CORSO DI FORMAZIONE  
 
Palermo, 9 marzo 2010 - Ha preso il via l’ 8 marzo, il corso di formazione per i 90 medici vincitori del concorso di medicina generale bandito dalla Regione siciliana con D.a 339 del 27 febbraio 2009. L´attivita´ formativa, sia teorica che pratica, avra´ la durata di tre anni e prevede esami finali che consentiranno l´esercizio dell´attivita´ di medico di famiglia su tutto il territorio comunitario, come previsto dalla direttiva comunitaria 864 Cee, entrata in vigore il primo gennaio 1995. Il calendario dell´attivita´ prevede che i 90 vincitori di concorso svolgano attivita´ all´interno di reparti di medicina, di ginecologia, di pediatria, e nei pronto soccorso delle strutture ospedaliere, presso le Aziende sanitarie provinciali, e negli studi dei medici di famiglia. Previste anche 150 giornate destinate ad attivita´ seminariale.  
   
   
MEZZOLOMBARDO: INAUGURATA OGGI LA NUOVA SEDE DEL CONSULTORIO ALL´INSEGNA DI UNA INTEGRAZIONE SANITAROIA E SOCIALE  
 
Trento, 9 marzo 2010 - “Un unico servizio a disposizione dei cittadini in una integrazione virtuosa tra le amministrazioni”; con queste parole l´assessore provinciale alla sanità Ugo Rossi ha inaugurato la nuova sede del consultorio e dei servizi sociali. “Spazi condivisi in questa nuova sede definitiva dove si trovano il consultorio, operativo a Mezzolombardo in altra sede provvisoria già dal 2007, e i servizi sociali del comprensorio”, ha aggiunto Paola Maccani, direttore dei distretti di Trento e Valle dei Laghi, Rotaliana e Paganella, Valle di Cembra. “Ed è qui - ha aggiunto - che parte questa nuova fase del nostro servizio in una forte logica di risposta ai bisogni della gente favorendo una profonda integrazione sanitaria e sociale. Una vocazione che il consultorio ha sempre avuto prestando attenzione alle aree di giovani, degli adolescenti, delle coppie e che con forza oggi può affrontare, con un prezioso lavoro in èquipe multidisciplinare con i colleghi dei servizi sociali, altri temi cruciali come quelli legati alla famiglia. Un prezioso scambio che renderà questo luogo un punto di riferimento per un’utenza sempre più vasta, i dati sono confortanti, 1000 le persone all’anno che sono venute al consultorio con una media di circa 300 nuovi accessi e il nostro obiettivo è quello di farlo conoscere sempre di più anche ai giovani”. “Il significato della giornata di oggi, dedicata alla donna, è anche simbolico poiché sono prevalentemente le donne che utilizzano questo servizio”, ha detto ranco Debiasi direttore generale reggente dell’Apss ringraziando tutti per il lavoro di squadra.”Questo è anche il frutto di una collaborazione importante e concreta con l’amministrazione comunale di Mezzolombardo; infatti gli spazi sono stati messi a disposizione dal Comune, e il risultato lo possiamo vedere oggi. Altro risultato importante è il fatto che qui si sta realizzando una vera integrazione tra i servizi sanitari e i servizi sociali, una sfida che in futuro ci vedrà sempre più protagonisti. Infine questo ci sembra anche un segnale di un percorso che stiamo realizzando con convinzione, a poche settimane dalla chiusura del S.giovanni inauguriamo un servizio molto apprezzato dalla comunità”. “Il percorso è stato lungo - ha commentato Anna Maria Helfer sindaco di Mezzolombardo - ma oggi sono felice di inaugurare finalmente questo servizio frutto di una importante collaborazione tra amministrazioni, valore questo di buon auspicio per la grossa sfida che ci vede in futuro impegnati sul nuovo ospedale”. Commenti positivi anche da parte di Guido Ghirardini, già consigliere provinciale, che ha visto positivamente”la voglia da parte di tutti di essere vicini alla gente dando risposte concrete ad un servizio di grande importanza anche in vista dell’attesa del nuovo ospedale”. Presente anche Mario Magnani già assessore alla sanità, che aveva individuato negli spazi inaugurati oggi il luogo dove realizzare questi servizi ”in una logica di continuità di programma”. Le conclusioni all’assessore alla salute e ai servizi sociali Ugo Rossi che nel salutare e ringraziare tutti i presenti, amministratori e professionisti, ha individua in questa inaugurazione ”la vera integrazione di un modello organizzativo, un unico servizio a disposizione dei cittadini. Nel consultorio questa integrazione avviene ogni giorno, noi auspichiamo che questo modello, al quale guardiamo con interesse, si realizzi sempre di più in una logica integrata. Lo stiamo facendo pensando al nuovo San Giovanni, vogliamo definire i bisogni e delineare le risposte, il nuovo S.giovanni dovrà dialogare con il suo territorio, con l’ospedale Santa Chiara, con i medici di medicina generale. Abbiamo bisogno di guardare al futuro con fiducia, la sfida di Mezzolombardo ci dà l’occasione per provare a farlo in un’ottica più globale, trovando anche un modo nuovo per rapportarci alle cose”. La conclusione ricordando la giornata della donna: “impegnamoci a fondo, magari imparando dalle donne, sempre molto determinate nelle loro scelte e nei loro percorsi”.  
   
   
“CHI NON FUMA FIORISCE”  
 
Milano, 9 marzo 2010 - “Chi non fuma fiorisce” è un’idea praticabile per avviarsi sia a fumare meno, sia a rinverdire il Paese Convegno venerdì 19 Marzo 2010 Università di Milano – Aula Pad. Sacco Via F. Sforza, 35. Una decente proposta per cominciare a fumare una sigaretta in meno al giorno: la colossale cifra – 2.100.000 euro, alias 4 miliardi di vecchie lire – raggiunta quotidianamente dall’utile modesta rinuncia dei 13 milioni di fumatori italiani raccolta e usata per rimboschire/far rifiorire un’area andata in fumo con gl’incendi estivi. Facendo al tempo stesso ‘rifiorire’ il nostro albero bronchiale , coi suoi rami profondi nei polmoni, per rifornire capillarmente di ossigeno tutto il corpo. Un’idea già concretamente lanciata vent’anni fa, ben prima di ‘Sirchia’, ma proprio i medici non riuscirono allora a dare il buon esempio. Ora i tempi (e la gente) sembrerebbero maturi per riproporla. Il punto base è smettere di dire “smettere di fumare”, ma cominciare invece a dire “cominciare a fumare meno”: è sicuramente più facile & accettabile l’approccio di cominciare a fare qualcosa di significativamente nuovo piuttosto che smettere qualcosa di piacevole. La Percorribilita’ & Fattibilita’ Dell’ipotesi E’ Gia’ Stata Verificata Da Tempo Ai Vari Livelli D’istituzioni Coinvolte: Si Tratta Appunto Di Cominciare. Innanzitutto rilanciandola con questo convegno a altissimo livello ospitato dall’Università degli Studi di Milano.  
   
   
DAL 20 MARZO ALL’11 LUGLIO 2010 IL PAESAGGIO DELL’OTTOCENTO È A VILLA REALE OLTRE 100 DIPINTI, DAL PICCIO A SEGANTINI, IN MOSTRA AL SERRONE DELLA VILLA REALE DI MONZA  
 
Monza, 9 marzo 2010 - Dal 20 marzo il Serrone della Villa Reale di Monza ospiterà la mostra Il Paesaggio Dell’ottocento A Villa Reale. Le raccolte dei musei lombardi tra Neoclassicismo e Simbolismo. Fino all’11 luglio saranno esposti oltre 100 dipinti provenienti dai musei e dalle istituzioni della Rete museale dell´Ottocento Lombardo, per ricostruire la fisionomia e l’evoluzione di un genere, la pittura di paesaggio, particolarmente rappresentativo della cultura figurativa del Xix secolo in Lombardia. In abbinamento alla mostra sarà possibile visitare eccezionalmente le sale della Villa Reale di Monza che per l’occasione apriranno al pubblico. L’esposizione, curata da Ferdinando Mazzocca, è promossa dalla Rete Museale dell’Ottocento Lombardo e realizzata dal Comune di Monza con il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza e si avvale del patrocinio del Ministero per i Beni Artistici e Culturali, della Regione Lombardia e della Provincia di Monza e Brianza, nonché dell’importante sostegno di Cariparma. La mostra consentirà di valorizzare la ricchezza del patrimonio ottocentesco dei musei lombardi e di trarre un importante bilancio sugli obiettivi e sulle attività sinora svolta dalla Rete museale dell’Ottocento Lombardo (www.Rete800lombardo.it) istituita per promuovere, attraverso lo strumento della ricerca, la conoscenza e la valorizzazione di tale patrimonio. La qualità delle singole opere e un percorso espositivo articolato in otto sezioni tematiche, metteranno in evidenza le trasformazioni della pittura di paesaggio, documentando i diversi movimenti, le tendenze e i protagonisti. Potrà così emergere la statura di pittori di respiro nazionale ed in alcuni casi internazionale, dislocati in una lunga stagione che va dal Neoclassicismo al Romanticismo, dal Realismo al Simbolismo, declinati ogni volta in esperienze caratterizzate in maniera originale. La verifica della continuità e del primato della pittura di paesaggio nell’ambito della civiltà dell’Ottocento lombardo consentirà di riflettere anche sui profondi rapporti tra questa particolare produzione pittorica e il dibattito culturale contemporaneo, sia sul versante scientifico - le riflessioni sul territorio di Carlo Cattaneo - che su quello letterario - pensando alla straordinaria influenza esercitata dalla poesia e dal romanzo di Alessandro Manzoni. La mostra sarà dunque l’occasione ideale per visitare, con percorsi guidati, alcune sale del complesso monumentale della Villa Reale di Monza, che saranno eccezionalmente aperte al pubblico il martedì, il giovedì, il sabato, la domenica e i giorni festivi. Per la prima volta l’ingresso alla mostra dal Roseto “Niso Fumagalli” consentirà ai visitatori di godere della magnifica scenografia floreale che farà da collegamento tra Serrone e Villa Reale. Considerando infine la contiguità con i Giardini Reali e il grande Parco di Monza, una mostra sulla pittura di paesaggio nell’Ottocento assume in realtà un forte legame con l’attualità, con particolare riferimento al tema dell’identità regionale e alla difesa del territorio lombardo, proprio a partire da questa grande opera di architettura vegetale: il primo parco all’inglese realizzato nel continente europeo fuori d’Inghilterra.  
   
   
I GRANDI DEL RINASCIMENTO A BOLZANO  
 
Bolzano, 9 marzo 2010 - Il Rinascimento con alcuni dei suoi grandi protagonisti quali Botticelli, Donatello, Tiziano, Bellini, Foppa e Borgognone, sarà a Bolzano con un’esposizione allestita presso il Centro Trevi della Provincia, in via Cappuccini 28 a Bolzano, dal 19 marzo fino al 9 maggio 2010 nell’ambito della mostra “La luce del Rinascimento”. Mostra parallela "Dal Rinascimento al Romanticismo. Le collezioni di Accademia Carrara" al Kurhaus a Merano. Nell´ambito dell´esposizione saranno presentate sette preziose tavole ed un bassorilievo, tutte opere rilevanti per comprendere alcuni aspetti fondamentali della cultura del Rinascimento. I capolavori sono stati selezionati dal ricco giacimento della sezione rinascimentale del Museo “Accademia Carrara” di Bergamo. Come dice il titolo è proprio la luce la caratteristica che accompagna i sei grandi autori e connota i capolavori del Rinascimento. E sarà la luce, calda ed invitante che darà un’impronta emotivamente coinvolgente all’ambientazione espositiva. La nuova iniziativa promossa dal vicepresidente della Provincia e assessore provinciale alla cultura italiana, Christian Tommasini, per avvicinare la cittadinanza all’arte alla cultura per giungere ad un’identità culturale consapevole, fa seguito alle due mostre precedenti dedicate al Barocco Napoletano ed al Barocco Romano che avevano portato a Bolzano capolavori custoditi presso il Museo Capodimonte a Napoli e la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini a Roma. Queste mostre si inseriscono in una strategia di accesso alle eccellenze culturali da parte di sempre più larghe fasce di popolazione. L’obiettivo indicato dall´assessore Tommasini è quello di avvicinare costantemente la cittadinanza all’arte e alla cultura.“Vogliamo fornire a tutti gli strumenti per essere protagonisti dello sviluppo della nostra società, ricollegando con ogni occasione possibile la nostra comunità con il grande patrimonio culturale italiano, indicare così al meglio le radici identitarie al gruppo italiano, specie quelle legate ai valori positivi che la grande arte nazionale esprime al meglio. Questo significa parallelamente offrire e un´occasione unica anche ai concittadini di lingua tedesca e agli ospiti di rapportarsi ad un patrimonio tanto amato in tutto il mondo. L’esposizione presso il Centro Trevi, in via Cappuccini 28 a Bolzano, è visitabile con ingresso gratuito dal 19 marzo al 9 maggio 2010, da martedì a domenica, dalle ore 16.00 alle 21.00 (visita guidata ogni ora), mentre per scuole e gruppi previa prenotazione anche dalle ore 9.00 alle 13.00. Info tel. 0471 300980, centrotrevi@provincia.Bz.it  e www.Provincia.bz.it/rinascimento  Il Museo Accademia Carrara, inoltre, nel medesimo periodo, verrà presentato dalla Provincia al pubblico locale presso il Kurhaus in corso Libertà 33 a Merano, tel. 0473 238149, e-mail: info@kurhaus.It  , con l´esposizione "Dal Rinascimento al Romanticismo. Le collezioni di Accademia Carrara" dedicata ai maestri lombardi fra il Cinquecento e l’Ottocento, da Lorenzo Lotto a Pelizza da Volpedo. L’iniziativa rientra nel progetto “patto culturale per Merano” concordato dall’assessore provinciale alla scuola e cultura italiana, Christian Tommasini, con la consulta culturale della città del Passirio con l’intento di impiegare le politiche culturali come un veicolo per lo sviluppo della comunità di un territorio rilevante caratterizzato da vivacità culturale come quello di Merano. Al pubblico è offerta una visita guidata ogni mercoledì e sabato alle ore 16.00; i contenuti della visita guidata potranno presto essere ascoltati e scaricati direttamente dal podcast del sito della Ripartizione Cultura Italiana www.Provincia.bz.it/accademiacarrara  
   
   
ANDREA POZZO, "MIRABILI DISINGANNI" A ROMA MOSTRA ALL´ISTITUTO NAZIONALE PER LA GRAFICA 5 MARZO - 2 MAGGIO 2010  
 
 Roma, 9 marzo 2010 - In occasione del Iii centenario della morte, Andrea Pozzo (Trento, 1642–Vienna, 1709), religioso della Compagnia di Gesù, figura-chiave dell’arte del Xvii secolo, torna protagonista a Roma (a pochi passi da alcuni dei suoi massimi capolavori, nelle chiese di S. Ignazio e del Gesù), grazie alla mostra “Mirabili Disinganni”, che fa il punto su un artista capace di misurarsi con uguale maestria in discipline diverse come pittura, architettura e scenografia (fino ad imporsi come un modello di ‘multimedialità’ oggi più che mai attuale), sempre nel segno di un’attenzione del tutto inedita per le tecniche prospettiche e l’inganno visivo. Allestita presso l’Istituto Nazionale per la Grafica, che ha di recente acquisito le circa 200 matrici originali per la stampa delle illustrazioni della "Perspectiva Pictorum et Architectorum" (il trattato di Pozzo che tanta influenza avrà sull’arte dei decenni successivi), l’esposizione ospita – tra le altre opere che arricchiscono le 15 sezioni – bozzetti (straordinari quelli della volta e della finta cupola nella chiesa romana di S. Ignazio), incisioni e schizzi preparatori che testimoniano l’attività dell’artista come pittore di figura e quadraturista; raffinati disegni, provenienti dagli Uffizi, degli scenografici apparati delle “Quarantore”, teatri sacri allestiti nelle chiese dei gesuiti, spettacolari creazioni “effimere” che sono tra le vette dell’inventiva geniale dell’artista; il modello ligneo, di straordinario impatto visivo, eseguito per l’altare di san Luigi Gonzaga sempre a S. Ignazio; senza dimenticare i disegni di architettura, provenienti da una collezione privata e mostrati per la prima volta, che – attribuibili ad un allievo o stretto collaboratore del Pozzo – permettono di sondare la dimensione didattica dell’artista, fondamentale per valutarne l’influenza presso i suoi contemporanei ed oltre. Un’influenza, quella di Andrea Pozzo, che è possibile riscontrare sia in Italia che nel vecchio continente (con particolare fortuna in Austria e – più in generale – nell’Europa centrale), oltre che in luoghi a prima vista “remoti” come l’America Latina e persino la Cina. Merito della già citata "Perspectiva Pictorum et Architectorum", prototipo ante litteram di “globalizzazione culturale”: pubblicata per la prima volta a Roma, tra il 1693 e il 1700, grazie al suo valore didattico e allo splendido corredo iconografico darà i suoi frutti in tutto il mondo, e nei decenni successivi sarà tradotta nelle lingue più importanti della cultura dell’epoca. Non ultimo il cinese, tanto che anche a Pechino, su impulso della corte imperiale, sarà attivo un laboratorio di arte prospettica. Tema portante della mostra, come di tutta l’opera dell’artista, è naturalmente la prospettiva, che «con ammirabile diletto inganna il più accorto de’ nostri sensi esteriori, ch’è l’occhio». Pozzo la declina in pittura e architettura, raggiungendo con le proprie opere l’apice di una raffinata cultura visiva del barocco, nutrita di uno sperimentalismo che coglie gli impulsi di un rinnovato fervore religioso. L’intento, lungi da una mera volontà di stupire, è di rendere il più possibile verosimile la rappresentazione dell’infinito e del trascendente: l’inganno visivo, acquistando la significanza di metafora, diviene strumento privilegiato di un’arte spiritualmente edificante. Un’arte nella quale l’attenzione per la tecnica prospettica dialoga con le conquiste scientifiche del Xvii secolo, specie nel campo delle ‘matematiche miste’ e soprattutto dell’ottica, dove gli scienziati gesuiti offrirono un contributo determinante. Ai visitatori la mostra offre un approccio insolito a questo affascinante mondo del sapere, attraverso la ricostruzione di un vero e proprio laboratorio (con tanto di strumenti matematici e di disegno realizzati sulla base degli originali), sul modello della ‘scuola’ o ‘accademia’ a cui lo stesso Andrea Pozzo diede vita, all’interno del Collegio Romano, istruendo una schiera di confratelli e giovani artisti provenienti da tutta Europa. La novità di questa mostra dedicata a Pozzo consiste quindi nell’evidenziare attraverso le opere esposte il fruttuoso intreccio tra gli aspetti apparentemente più divergenti della sua personalità: dalla conoscenza scientifica alla perizia pratica efficacemente esplicata nel trattato, fino alla brillante creatività artistica, controbilanciata comunque dalla profonda modestia religiosa propria di un semplice fratello laico della Compagnia di Gesù.  
   
   
“ALBERTO BURRI: CELLOTEX”. DAL 13 MARZO 2010 A MODENA IN MOSTRA LE OPERE DI UNO DEI PIU´ IMPORTANTI ARTISTI DEL NOVECENTO  
 
Modena, 9 marzo 2010 - “Alberto Burri: Cellotex. La strategia della materia” è il titolo dell´esposizione che si inaugura sabato 13 marzo 2010 presso la Galleria Modenarte (Modena, Via Toscanini 26). Curata da Gianluca Ranzi, la mostra tratta il periodo che parte con la metà degli anni ´80, in cui un Burri ormai settantenne, mette nelle tele il “farsi notte dell’esistenza”, chiamando, non a caso, molte delle sue opere “Notte” o “Annottarsi”, come a voler traghettare anche la sua arte all’estrema soglia della vita. Oltre una trentina di opere meditative e notturne che ricapitolano ed esemplificano l’intera ricerca artistica di Burri sulle qualità della forma e della materia sono esposte in questa eccezionale mostra. In mostra a Modenarte dieci dei celebri Cellotex: superfici livellate e regolari, semplificazione della forma e purezza del colore per una fase di grandi equilibri e nuova sperimentazione. Il cellotex, materiale industriale per la coibentazione ottenuto da un impasto ligneo compresso, viene impiegato da Burri per le sue potenzialità espressive e le innumerevoli possibilità. L’artista utilizza in particolare la scabrosità della materia allo stato grezzo, accentuandola o assecondandola tramite il suo intervento con colla vinilica, colore, linee e geometrie. A questa prima parte di opere (che vanno dal 1982 al 1993), si affiancano venti serigrafie realizzate tra il 1986 e il 1988 e una piccola bruciatura. Opere in cui il senso dello spazio perpetua in un qualche modo lo studio e la concezione dei Maestri, da Giotto a Piero della Francesca, fornendo ampiezza e monumentalità. Lo spazio di Burri costruisce un’architettura “altra”, fisica e ideale, che viene posta a confronto con la scoperta dell’inconscio e delle sue inquietudini, divenute ormai nutrimento per buona parte dell’arte contemporanea. L’opera di Alberto Burri descrive una parabola creativa fondata sulla sperimentazione continua dei materiali e delle proprietà della materia. Per Burri tutto si trova sulla superficie del quadro e il suo instancabile trascorrere sui materiali non ha aspirazioni simboliste, espressioniste o metafisiche, ma aspira alla ricerca di una nuova forma di classicità giocata sulla tensione verso l’equilibrio formale della composizione, ottenuta sfruttando le qualità strutturali della materia impiegata e il rapporto tra luce e colore. I cicli dei Cellotex non solo concludono l’arco creativo dell’attività di Burri ma ne costituiscono il vertice irripetibile, l’episodio terminale in cui si rispecchia e si invera tutto il lavoro precedente, poiché, come egli stesso affermava: “Il mio ultimo quadro e’ uguale al primo”. Il Cellotex e’ un materiale di supporto sperimentato da Burri a partire dagli anni Settanta, un impasto di segatura e colla usato per la coibentazione dei tetti. E’ un materiale povero, anonimo e di uso industriale, che steso a formare il supporto delle opere diviene una pelle sensibile su cui Burri interviene in vario modo: sovrapponendo strati di colore acrilico, creandovi effetti di campiture monocrome lucide e opache, scorticandone a tratti la superficie fino a mettere a nudo le fibre evidenziandone l’asperità della struttura compositiva. In particolare il ciclo dei Cellotex neri, anche descritto da Burri col titolo di “Annottarsi”, si distingue per la purezza, la sintesi compositiva e la semplificazione estrema a cui giunge negli anni Ottanta il suo percorso creativo. Sono superfici monocromatiche che vibrano del dialogo tra campiture di colore acrilico lucido e porzioni opache che lasciano trasparire la porosità del materiale di supporto. La tensione messa in atto dal dialogo tra le forme morbide e sinuose inscritte nel rettangolo del quadro si affianca al dialogo tra superfici lucide e opache, che fanno scivolare o imbrigliano la luce, a seconda della materia su cui essa si posa. I Cellotex neri sono opere meditative e notturne che ricapitolano ed esemplificano l’intera ricerca dell’artista sulle qualità della forma e della materia, secondo un fare creativo che si fa affabulare dallo spettacolo della bellezza della vita e approda infine al silenzio dell’assoluto.  
   
   
PARTITE SULLE NEVI DI PIANCAVALLO LE ATTIVITÀ "SPORT E DISABILITÀ" CORRE SUGLI SCI LE ISCRIZIONI AL PROGETTO PILOTA SFIORANO IL CENTINAIO  
 
Maniago (Pn) 9 marzo 2010 - Sono partite l’altro ieri con una giornata sugli sci tra le nevi di Piancavallo le prime attività del progetto “Sport e disabilità”, Sono circa un centinaio infatti le adesioni arrivate ai Servizi sociali del Comune di Maniago per partecipare al progetto che da subito ha colpito nel segno: le richieste di partecipazione non solo provengono da Maniago e comunità contermini come Azzano Decimo, Spilimbergo, Pordenone, Montereale Valcellina ma persino da fuori provincia grazie alle 20 iscrizioni pervenute da Codroipo. Fortemente voluto dall’assessorato alle politiche sociali del Comune di Maniago, il progetto intende coinvolgere e favorire la socializzazione delle persone disabili che sinora non avevano mai partecipato ad alcuna attività. Approfittando del ritorno delle rigide temperature invernali, le attività del progetto “Sport e disabilità” sono state avviate ieri con una prima uscita a Piancavallo per una giornata sulla neve a cavallo degli sci, attività sportiva realizzata grazie alla collaborazione dell’associazione Jouf ski & Snowboard, che sarà bissata mercoledì con un secondo gruppo di partecipanti. Ad insegnare i primi segreti dell’arte resa celebre dai Vari Thoeni, Gros e Alberto Tomba sono due esperti istruttori del sodalizio maniaghese, specializzati nell’insegnamento delle attività sciistiche a persone disabili. A partire da questa settimana l’Amministrazione comunale di Maniago ha previsto inoltre incontri con le singole associazioni del territorio ed i familiari degli utenti che si sono iscritti al progetto, “per concordare assieme l’organizzazione e l’inizio delle attività nonché specifiche esigenze come, ad esempio, la messa a disposizione di eventuali supporti che si dovessero rendere necessari”. Lo ha reso noto l’assessore alle politiche sociali Ilia Franzin che, assieme al collega Gianfranco Turatti con delega all’associazionismo, sta seguendo le attività. "Sport e Disabilità" è infatti un progetto pilota attivato dal Comune di Maniago con la preziosa collaborazione di sei associazioni sportive del territorio, ovvero Maniago Nuoto, Basket, Arcieri, , Jouf ski & Snowboard, Judo, Bocciofila Violis, Lega handicap e la comunità di Casa Carli gestita dalla Cooperativa sociale Itaca. Ben 90 le iscrizioni ad un progetto sostenuto anche dal presidente della Provincia di Pordenone, Alessandro Ciriani, che ha lo scopo di coinvolgere le persone diversamente abili nelle attività sportive, per favorire la socializzazione, l´apprendimento nel rispetto delle regole e per uscire dall´isolamento in cui sovente sono loro malgrado costrette. Lo spirito del progetto è infatti quello di valorizzare l´importanza che lo sport può avere come elemento di crescita personale, cercando di abbattere le barriere mentali e culturali che spesso sorgono, dando l´opportunità di integrarsi nella società. “L´obiettivo che volevamo raggiungere – spiega Franzin -, era quello di coinvolgere anche quei disabili che non hanno mai partecipato alle attività già in corso da molti anni nel nostro Comune. La risposta in tal senso è stata veramente positiva tanto che l´iniziativa sta coinvolgendo ragazzi e ragazze non solo dal nostro territorio e dal vicino mandamento, ma anche da buona parte della provincia”. “Sono persuasa che siamo all´inizio di un percorso che regalerà mille soddisfazioni, sopratutto sotto il profilo umano, a tutte le persone coinvolte – conclude la “regista” dell´evento – e ringrazio quanti si stanno adoperando per renderlo possibile”.  
   
   
A PIANCAVALLO FINALI COPPA ITALIA SCI MASTER  
 
 Trieste, 9 marzo 2010 - Dopo le Fis Master Cup di febbraio, ecco di nuovo gli atleti master, provenienti da tutta la penisola, confrontarsi nella fase finale di Coppa Italia sulle nevi di Piancavallo. Ancora una volta la località del Friuli Occidentale è in vetrina con manifestazioni di grande risalto nazionale che dimostrano la grande ospitalità e professionalità della Promotur Piancavallo e degli sci club del Pordenonese. Questa grande manifestazione, organizzata in particolare dagli Sci Club di Aviano e Maniago, prevede un lungo fine settimana di gare, da giovedì 11 a domenica 14 marzo, con l´impegno di un centinaio di volontari per la preparazione delle piste e l´assistenza in gara ad atleti e personale della federazione. "Queste importanti manifestazioni portano indubbiamente lustro a Piancavallo e alle sue attrattive sportive e turistiche - commenta il vicepresidente della Regione, Luca Ciriani - e a beneficiarne è tutto il Friuli Venezia Giulia. Al termine delle competizioni verrà offerto agli atleti, provenienti da tutta Italia, un buffet con prodotti tipici della zona, un modo per far conoscere quanto la regione ha da offrire anche dal punto di vista enogastronomico". "Il connubio fra sport e promozione turistica, su cui abbiamo deciso di puntare, si sta rivelando fondamentale - ha concluso Ciriani - per attirare nella nostra regione tanti atleti e tanti appassionati". A confermare l´importanza dell´evento hanno garantito la presenza alle premiazioni finali anche i vertici della Fisi. Il programma prevede per giovedì 11 marzo una gara di super-G (recupero di una gara non disputata a Sestola) sulla pista "Nazionale"; venerdi 12 una gara di super-G per la finale di Coppa Italia sulla pista "Nazionale"; sabato 13 due gare in contemporanea: un gigante per i Master A e C sulla pista "Tublat"; uno slalom per i Master B e D sulla pista "Busa Grande"; domenica 14 due gare in contemporanea: un gigante per i Master B e D sulla pista "Busa Grande" e uno slalom per i Master A e C sulla pista "Sauc".