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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 09 Marzo 2010
AGRO-INDUSTRIA: SCAJOLA FIRMA DECRETO CHE ATTIVA INVESTIMENTI INNOVATIVI PER 900 MILIONI DI EURO  
 
Roma – Boccata d’ossigeno per l’innovazione nel settore agro-industriale. Il Ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, ha emanato il 4 marzo un decreto che, mediante lo stanziamento pubblico di oltre 38 milioni di euro, finanzia 11 contratti di programma presentati da altrettanti consorzi industriali, a cui partecipano circa 100 imprese del settore, attivando investimenti per oltre 900 milioni di euro. “Con questo provvedimento”, ha detto il Ministro Scajola, “intendiamo non solo rilanciare concretamente le applicazioni altamente innovative in campo agro-industriale, dando così un concreto contributo economico ad un settore particolarmente significativo per il Paese e per il Made in Italy, ma anche sostenere interventi anticiclici in grado di creare nuova occupazione, soprattutto qualificata”. In particolare, il finanziamento pubblico andrà a sostegno di progetti che saranno realizzati nelle aree agro-industriali soprattutto della Lombardia, Veneto, Friuli-venezia Giulia, Emilia Romagna e Campania. Con il decreto, già registrato dalla Corte dei Conti, le imprese potranno rimodulare i propri programmi di investimento e cumulare le agevolazioni concesse dallo Stato con altre agevolazioni. È stata, inoltre, consentita l’ammissibilità delle spese previste a far data dal 31 dicembre 2008. -  
   
   
BATTAGLIA COMUNE PER LA FILIERA CORTA E IL NO AGLI OGM L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE ALLA CONVENTION DELLA COLDIRETTI A FIRENZE  
 
Un rapporto, quello tra Coldiretti e Regione, svoltosi sempre nella trasparenza dei ruoli e nella franchezza delle opinioni, a volte diverse, ma in ogni caso inserite nel confronto delle posizioni che è il sale delle democrazie: è quanto ha sostenuto il presidente della Regione nel suo intervento alla convention di Coldiretti toscana svoltasi stamani in Palazzo Vecchio. La Coldiretti, secondo il presidente, ha il merito di aver visto tra i primi, a cavallo tra 2007 e 2008 e grazie alle sue radici nel territorio, l´arrivo di questa crisi che ha colpito tutti settori produttivi, compresa l´agricoltura, di cui invece poco si parla e ci si occupa nei piani di rilancio dell´economia a livello governativo. Oggi il comune compito principale è dare basi forti e condivise a questo settore essenziale dell´economia toscana, a partire dalla rivalorizzazione del reddito agricolo, dello sviluppo delle filiere locali e della qualità dei prodotti. Ma, a giudizio del presidente della Regione, proprio questo livello di qualità è minacciato dall´ingresso dei prodotti Ogm, di cui è recentissimo esempio l´autorizzazione della Ue alla coltivazione di un tipo di patata geneticamente modificata, lasciando però ai singoli Stati la decisione finale per il sì o per il no. La Toscana resta fortemente ostile agli Ogm, tanto da essere capofila del network europeo Ogm-free in una battaglia sacrosanta dentro un´Europa dalle decisioni contraddittorie, legate a interessi di mediazione che favoriscono soltanto la confusione delle scelte nazionali e non costruiscono una linea politica autorevole. Ma soprattutto perché minaccia la biodiversità omologando le produzione e favorendo lo strapotere delle multinazionali. Per questo il presidente auspica che la prossima legge sulla coesistenza delle coltivazioni - atto dovuto per le decisioni comunitarie in materia - sancisca la mancanza di condizioni per la presenza di Ogm in una Toscana caratterizzata da produzioni tipiche e superfici medie di coltivazione assai ridotte.  
   
   
CONTROLLI SANITARI: LA TOSCANA OTTIENE UN TAVOLO NAZIONALE VERSO LA REVISIONE IL DECRETO LEGISLATIVO 194 CHE INTERESSA LE AZIENDE ALIMENTARI DOPO LE LINEE GUIDA GIÀ CONCERTATE CON LE ORGANIZZAZIONI DI CATEGORIA  
 
La tenacia della Regione Toscana ottiene un risultato importante: a livello nazionale sarà aperto un tavolo di lavoro congiunto governo-regioni per modificare il testo del decreto legislativo n. 194 del 19 novembre del 2008, per il recepimento del Regolamento Ce n.882/2004. Applicandolo nella forma attuale le aziende che producono alimenti dovrebbero pagare alle autorità di controllo sanitario tariffe perfino superiori al costo stesso del servizio. In alcuni casi oltre 30.000 euro all´anno a fronte di un costo del servizio di alcune migliaia di euro. Una forte penalizzazione, quindi, per un comparto gravemente segnato dalla crisi. Il tavolo, fortemente voluto e richiesto a più riprese dalla Regione Toscana, coordinatrice degli assessorati alla sanità presso la Conferenza Stato Regioni, avrà quindi il compito di sburocratizzare un iter considerato troppo pesante e rivedere il sistema tariffario. Nel dicembre scorso la Regione, anticipando le decisioni nazionali, era già intervenuta mettendo a punto linee guida in collaborazione con le associazioni di categoria, Coldiretti, Cia e Confagricoltura. La delibera approvata in quella occasione ha stabilito che per quanto concerne i diritti sanitari che interessano produzioni specifiche (carni, prodotti ittici, latte) non debba essere superato il costo del servizio, con risparmi per le imprese anche del 90%, e ha introdotto per il calcolo il criterio dell´autodichiarazione da parte del titolare dell´impresa. Sono state inoltre escluse dall’applicazione dei diritti sanitari la trasformazione delle produzioni primarie, così da tenere fuori dal pagamento le produzioni tipiche della nostra regione, quali vino e olio. Si è cercato infine di armonizzare il comportamento delle Asl che applicheranno il decreto sul territorio, riguardo alle modalità della riscossione delle tariffe e all’ eventuale applicazione delle penali. Aspetti delicati a cui occorre prestare la massima attenzione, per non consentire applicazioni diverse che possono creare disparità tra aziende. In tale processo di armonizzazione sono rientrate le tempistiche per la presentazione delle dichiarazioni, delle fatturazioni, delle riscossioni, delle applicazioni delle penalità ed anche le risposte ai numerosi quesiti degli operatori economici su particolari problemi.  
   
   
"PAPPA TOSCANA" PER I PRANZI DEI BAMBINI ALL´ASILO NIDO SARANNO GLI ALIMENTI DI QUALITÀ DELLA FILIERA CORTA A FORMARE IL MENÙ  
 
Il progetto "Pappa toscana", finanziato dalla Regione Toscana, ha come obiettivo l’inserimento di alimenti agroalimentari certificati (biologici, tipici, tradizionali, da agriqualità) locali e di filiera corta, e comunque solo toscani, all’interno della mensa dell’asilo nido comunale di Terranuova Bracciolini (Ar) fino ad arrivare al cento per cento dei prodotti impiegati per la produzione di pasti entro la fine dell’anno scolastico 2010-2011. Si tratta di un esempio di mensa interamente toscana realizzato attraverso un progetto pilota, che si realizzerà in più fasi anche attraverso un piano di comunicazione strutturato teso a verificare, in corso d´opera e nella fase conclusiva, il raggiungimento degli obiettivi di educazione alimentare attraverso il percorso previsto.  
   
   
FIRENZE, ASSAGGIO A NORD OVEST OLTRE 500 STUDENTI ELEMENTARI E MEDI ALLA RICERCA DI VECCHIE RICETTE DELLA CUCINA CASALINGA. DA FIESOLE A SESTO, DA SIGNA A SCANDICCI TANTI PIATTI DELLA MAMMA IN UN LIBRO COLLETTIVO PER ‘100 ITINERARI+1’  
 
Sesto Fiorentino (Firenze) – Le Budelline di maiale che fa la mamma di Daniele sono uno di quei piatti fondamentali della cucina popolare, che stanno alla storia della gastronomia così come il David di Michelangelo sta a quella dell’arte. Un monumento. Daniele, 12 anni, fa la prima media alla Cavalcanti di Sesto Fiorentino e insieme ai compagni della sezione G ha prodotto un ricettario tipico della zona, un Artusi della Piana, attingendo al menù di casa. Altrettanto, negli altri sei comuni del Nord Ovest (Fiesole, Calenzano, Campi, Signa, Lastra a Signa e Scandicci), stanno facendo in questi mesi numerose classi elementari e medie, in tutto oltre 500 ragazzi assistiti da vari insegnanti e dagli animatori dell’associazione Sconfinando. Si tratta di una ricerca sulla cultura alimentare del territorio nel contesto dell’edizione 2010 di 100 itinerari+1, il progetto che l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze produce da alcuni anni con le amministrazioni comunali, Provincia, Regione e Direzione scolastica. A maggio ci sarà una mostra, ai lavori migliori andrà un premio e in conclusione nascerà un libro collettivo di ricette tanto golose, quanto ormai rare da trovare anche nelle più esclusive trattorie per camionisti. L’operazione è in corso, ma i ragazzi anticipano alcune ghiotte riscoperte, piatti di un tempo in cui l’obesità era un male sconosciuto, delizie oggi destinate a palati più o meno scientemente raffinati. Ecco appunto le Budelline di maiale, che la mamma di Daniele prepara con verza, cipolla, aglio, odori, cannella e chiodi di garofano. Poi tanta acqua in pentola, pomodoro quanto basta e cottura lenta per 3 ore. Alla fine da leccarsi i baffi. E il brodo è ottimo per il risotto. Tra epiche Ficattole, Gnudi e Roventini di sangue di maiale, brilla l’immortale Zuppa di cipolle rosse riscoperta alla media Da Vinci di Signa dai ragazzi della 2° D. Le cipolle vanno spellate attentamente. Poi si legano con fave, carote, sedano, qualche foglia di basilico, pancetta tritata per insaporire, olio d’oliva di quello buono e sale. Si rosola a fuoco lento, si affoga il tutto in un litro di brodo, si fa bollire e si serve su fette di pane tostato, innevando di pecorino. Naturalmente non mancano né la gloriosa Ribollita per l’inverno né la frizzante Panzanella per l’estate, tanto meno Peposo o Trippa. E se l’elementare S. Maria a Castagnolo di Lastra a Signa propone Rane fritte e Sugo finto, il piatto più povero ma bello, resta l’indimenticabile e nobilissima Minestra di pane, nome che da solo evoca secoli di stenti. Come molti capolavori della cucina popolare, si faceva con quello che avanzava, se avanzava. La 2° F della media Fermi di Scandicci suggerisce questa ricetta: soffritto di cipolla, un paio di patate, sedano e verza tagliati a pezzi, pomodoro e pepolino, poi 300 grammi di fagioli cannellini col loro brodo. Si fa cuocere un’ora, si aggiungono fette sottili di pane raffermo, poi ancora 15 minuti sul fuoco prima di andare in tavola fumante. Alla ricerca partecipano anche le 3° classi (sezioni A, B, C, D, E) della media Settimello di Calenzano, che non producono vecchie ricette, bensì uno studio storico-socio-economico ricco di curiosità. Ricordandoci, tra l’altro, che se la cucina popolare è povera di dolci è perché un tempo lo zucchero costava un occhio della testa. Dunque ci si arrangiava con quel che passava la natura: castagne e pinoli per il Castagnaccio, farina e acqua per Schiacciata e Cenci, rosmarino e uvetta per il Pan di ramerino, un po’ di riso per le Frittelle. Oggi cose da nababbi buongustai.  
   
   
SARDEGNA: "ENTRO UN MESE LA BOZZA DI LEGGE PER L´AGRICOLTURA"  
 
Cagliari - Entro un mese presenteremo insieme all’assessore dell’Agricoltura la bozza della legge di settore. La prospettiva è quella di integrare gli strumenti di incentivazione affinché le imprese del settore agricolo crescano attraverso l’innovazione e la ricerca scientifica. Nella finanziaria abbiamo inserito 400 milioni di euro in quattro anni (cento milioni all´anno), per infrastrutture e servizi per le imprese. Di questi, il 33,33 per cento potrebbe andare al comparto agricolo”. E’ quanto ha affermato l’assessore della Programmazione, Giorgio La Spisa, intervenendo questa mattina all’assemblea regionale di Confcooperative Fedagri. "Il comparto sta soffrendo la crisi – ha sottolineato l’assessore La Spisa – anche perché, gli incentivi, come sono stati concepiti negli anni precedenti non hanno portato ai risultati sperati. Non si esce dal ritardo di sviluppo nel quale si trova la Sardegna se si continua a pensare esclusivamente nell’ottica degli stanziamenti di bilancio. Non si può continuare a ragionare per logiche settoriali. "Ora - ha concluso l’assessore - è necessario puntare su due strade: valorizzazione delle filiere attraverso azioni di verticalizzazione e sostegno alle produzioni agricole collegate allo sviluppo turistico e alle energie rinnovabili".  
   
   
LA MORTADELLA BOLOGNA PIACE SEMPRE DI PIÙ: +2,1% LA PRODUZIONE DEL 2009 PROFUMATA, SAPORITA, GUSTOSA E SEMPRE PIÙ MAGRA  
 
Milano – Dal Consorzio di tutela della Mortadella Bologna Igp (Indicazione Geografica Protetta) arrivano i numeri del 2009. Tutti con segno positivo. Rispetto al 2008 la produzione ha segnato un + 2,1% con 39.200 tonnellate di Mortadella Bologna. Segno positivo anche per le vendite, aumentate dell’1% per un quantitativo di circa 34.000 tonnellate e un valore al consumo di circa 380 milioni di euro. Questo aumento nelle vendite è stato trainato soprattutto dal prodotto intero, venduto al banco taglio (+1% rispetto al 2008). Le vendite di Mortadella Bologna intera coprono oltre l’88% dell’intero mercato della Mortadella Igp, corrispondenti a circa 30 milioni di kg. Positivi anche i dati riferiti all’export con un incremento di circa il 9% rispetto al 2008: sono state esportate circa 5500 tonnellate di Mortadella Bologna Igp per un valore di circa 30 milioni di euro. La crescita delle vendite è stata supportata da un’importante attività promozionale condotta dal Consorzio: infatti, durante tutto il 2009 è stata svolta un’intensa campagna informativa sul mezzo stampa – durata oltre 8 mesi – e sul mezzo affissioni, nel mese di febbraio. La campagna informativa è stata affiancata per tutto l’anno da un’intensa attività di pubbliche relazioni sua stampa sia radio televisive, che ha consentito di raggiungere il consumatore in differenti momenti per trasferirgli le pregiate qualità della Mortadella Bologna Igp. Cospicuo l’investimento del Consorzio per queste azioni: circa 1.500.000 Euro per comunicare i valori del Consorzio e le numerose garanzie della Mortadella Bologna Igp. E’ soddisfatto il Presidente del Consorzio Mortadella Bologna, Francesco Veroni, che afferma: “Nel 2009 siamo cresciuti del 2%, dato particolarmente positivo in un periodo di crisi; da sottolineare poi che l’aumento in valore assoluto sia stato registrato soprattutto nel mercato italiano: complice la campagna promozionale e soprattutto il buon rapporto qualità-prezzo che caratterizza il nostro prodotto”. La Mortadella Bologna Igp è molto legata alla tradizione ma 40 anni fa la ricetta era diversa. Grazie ai progressi della genetica sui maiali è stato alleggerito il contenuto in grassi ed è cambiata la loro composizione costituita ora soprattutto dagli insaturi: 100 grammi di Mortadella Bologna Igp hanno 300 calorie e una quantità di colesterolo simile a quella di un branzino o di una spigola di allevamento. “Il Consorzio conta realtà eterogenee che fanno capo a 30 aziende diverse, che producono circa il 95% di tutta la Mortadella Bologna Igp e che si differenziano sia per il prodotto sia per le politiche commerciali. Il valore aggiunto del nostro Consorzio è proprio quello di avere Consorziati che offrono produzioni con personalità e specificità diverse” ha sottolineato Veroni. Il Consorzio (www.Mortadellabologna.com), in collaborazione con il Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali promuove la Mortadella Bologna Igp e svolge attività di difesa del marchio e della Denominazione dalle imitazioni e dalle contraffazioni. Per tutelare questo patrimonio di tradizione e artigianalità riconosciuto dal marchio Igp, “il Consorzio Mortadella Bologna svolge attività di contrasto alle imitazioni e alle contraffazioni che –ha concluso Veroni – sono molto frequenti, tanto in Italia che all’estero. La nostra mortadella è tra i prodotti più imitati, insieme al Prosciutto di Parma e al Parmigiano Reggiano”.  
   
   
LA REGIONE PIEMONTE FINANZIA TUTTI I FARMER MARKET IN GRADUATORIA 28 PROGETTI PER UNO STANZIAMENTO DI 1,5 MILIONI  
 
La Regione Piemonte ha deciso di finanziare tutti i progetti di farmer market presentati da Comuni e Comunità Montane inseriti nella graduatoria e considerati ammissibili sulla base del bando aperto a inizio 2009. Saranno così in totale 28 i mercati dei contadini che potranno essere realizzati sul territorio regionale nel rispetto di un rigoroso disciplinare, per un investimento complessivo da parte della Regione di 1 milione e 450 mila euro. Il bando destinato agli enti locali, aperto tra gennaio e marzo 2009, prevede il finanziamento di interventi materiali (opere edili, attrezzature, ristrutturazioni e allestimenti, adeguamenti igienico-sanitari) e immateriali (formazione e animazione degli operatori e promozione nei confronti dei consumatori) sostenuti da Comuni e Comunità Montane, che intendano realizzare aree mercatali per la vendita diretta dei prodotti agricoli. Ogni mercato dovrà osservare le regole stabilite da un disciplinare che prevede la provenienza esclusiva da aziende del territorio regionale, la presenza esclusiva dei produttori, la garanzia di stagionalità e freschezza della merce, l’informazione sulla sua origine e attenzione alle etichettature, che rendano trasparente la determinazione del prezzo finale. In ogni area dovrà operare un “Comitato di mercato” in rappresentanza di enti locali, produttori e consumatori. Tra i criteri di priorità per i progetti finanziabili vi sono la frequenza dei mercati, l’accessibilità per i produttori e l’utenza, l’autofinanziamento delle spese, la rapidità nell’avvio dei lavori, la consistenza demografica dei territori, senza trascurare le esigenze delle realtà minori. I beneficiari riceveranno un contributo regionale in conto capitale (dal 50% al 70% della spesa ammessa) per l’allestimento di aree mercatali destinate alla vendita diretta di prodotti agricoli. I progetti finanziati. Provincia di Alessandria (4) : Comunità montana Alta Val Lemme – Alto Ovadese, Castellar Guidobono, Monleale, Rivalta Bormida. Provincia di Asti (5) : Comunità montana Langa Astigiana Val Bormida, Nizza M.to, Aramengo, Calamandrana, Monastero Bormida. Provincia di Cuneo (10): Mondovì, Unione di comuni del Fossanese, Alba, Caraglio, Racconigi, Demonte, Dogliani, Scagnello, Monforte d’Alba, Castelletto Stura. Provincia di Torino (7): Torino, Cuorgnè, Cavour, Ciriè, Giaveno, Villardora, Vidracco. Provincia di Vco (2): Crevoladossola, Domodossola. Le altre iniziative per la filiera corta. Il bando sui Gas. Dopo il bando sui farmer market, nel dicembre 2009 la Regione Piemonte ha deliberato l’apertura di due bandi, con uno stanziamento di 450 mila euro, rivolti ai gruppi di acquisto solidale (Gas) e alle aziende agricole associate che garantiscono forme di abbonamento spesa ai consumatori. I finanziamenti regionali potranno coprire spese relative alla costituzione e alla gestione dei gruppi di acquisto (servizi informatici per la comunicazione e gestione degli ordini, attività informative e divulgative, attività di animazione e gestione, affitto locali, acquisto e/o noleggio di attrezzature per la consegna). I contributi saranno a fondo perduto fino al 100% della spesa ammessa con un massimo di 5.000 euro per progetto, elevato a 7.000 euro per la fornitura esclusiva di prodotti biologici certificati. Il secondo bando è destinato ai produttori agricoli associati , società di persone, di capitali e cooperative, anche a scopo consortile, comprese nella categoria delle microimprese e delle piccole imprese. Gli interventi finanziabili riguardano progetti rivolti alla vendita diretta dei prodotti agricoli, anche trasformati, con consegna al domicilio del consumatore, inclusi i consumatori organizzati in gruppi di acquisto. Potranno essere in questo modo finanziati, con un contributo in conto capitale fino al 40% della spesa, stipendi e oneri fiscali del personale dipendente, consulenze specialistiche, acquisto di macchinari ed attrezzature, automezzi per le consegne a domicilio, logistica. I bandi, chiusi il 1 marzo, hanno visto la presentazione di alcune decine di domande, che verranno ora valutate. I primi esiti delle istruttorie sono previsti nel mese di maggio.  
   
   
OGM: PER ASSOSEMENTI NECESSARI PIU RAZIONALITA’ E MENO ALLARMISMO  
 
“Sugli ogm possono esserci i pareri anche i più divergenti, ma per il rispetto dei cittadini la comunicazione deve restare corretta. E’ infatti assolutamente superficiale parlare di piante o sementi che non producono altri semi vitali o di dipendenza dalle multinazionali, senza entrare nel merito del contesto operativo e delle decisioni adottate”. Interviene cosi Luciano Tabarroni, Presidente di Assosementi, l’associazione delle aziende sementiere, a proposito delle prese di posizione seguite all’autorizzazione della Commissione Ue per la coltivazione in Europa della patata modificata geneticamente Amflora, destinata alla trasformazione industriale in carta. “Dimostra di non volere riconoscere la realtà produttiva agricola chi non tiene conto che oggi colture importanti anche per il nostro paese, come mais, girasole, barbabietola da zucchero, il pomodoro e moltissime altre orticole per il mercato professionale, sono competitive grazie all’impiego di varietà ibride, le quali ovviamente necessitano del riacquisto ogni anno del seme da impiegare”, continua Tabarroni. “Se poi non si lascia spazio e si favorisce l’attività di ricerca e sperimentazione, che richiede rilevanti mezzi economici e risorse umane, è giocoforza che ad affermarsi sul mercato siano aziende non italiane. D’altra parte, i risultati della ricerca non conoscono confini e si affermano laddove trovano le condizioni, non solo ambientali, favorevoli”. “La aziende sementiere, il cui compito è fare ricerca varietale e diffondere innovazione attraverso le sementi, non possono non essere favorevoli alla sviluppo della ricerca anche grazie alle biotecnologie ed alla loro sperimentazione” – aggiunge il presidente di Assosementi – “e tutto questo deve avvenire nel rispetto di regole precise e ragionevoli. Analogamente deve esserci la possibilità per gli agricoltori che lo vogliono, anche qui nel rispetto delle regole sulla coesistenza, di coltivare varietà ogm”. “Il nostro auspicio” - conclude Tabarroni – “è che il dibattito sulle biotecnologie in agricoltura abbandoni i toni che poco hanno a che fare con la realtà e le esigenze di un settore chiave dell’economia italiana come quello agricolo, che sta vivendo una profonda crisi di redditività, e riporti al centro dell’attenzione un serio approccio all’esigenza di innovazione che proviene dagli agricoltori”.  
   
   
COMITATO DI SORVEGLIANZA APPROVA MODIFICHE A PSR VENETO  
 
Le proposte di adeguamento del Psr 2007-2013 avanzate dalla Giunta regionale sono state accolte dal Comitato di Sorveglianza sull’attuazione del Programma di Sviluppo Rurale del Veneto, al quale hanno partecipato tutte le principali organizzazioni regionali di rappresentanza del partenariato economico, sociale, istituzionale ed ambientale. La proposta di modifica sarà ora notificata alla Commissione Europea. Tra le novità più importanti, è stato previsto un aumento dei premi per le misure agroambientali ed è stata introdotta una specifica misura per incentivare l’adozione di metodi di produzione ecocompatibile nella coltivazione del tabacco da parte degli agricoltori.. Le proposte di modifica sono finalizzate a migliorare ulteriormente alcune delle azioni del Programma e, come ha ricordato il vicepresidente della Giunta, nascono dalle verifiche che la Regione effettua in continuo sull’attuazione del Psr e sulle problematiche emergenti, in funzione di un complessivo rafforzamento del sistema e dell’economia agricola veneta. I premi previsti per le misure agroambientali (in particolare si tratta delle misure 213, 214, 215 e 216) che sono stati aumentati per adeguarli alle mutate condizioni economiche e produttive. Quanto alla coltivazione del tabacco, sarà implementato all’interno della misura 214 uno specifico aiuto alle imprese che adottano impegni agroambientali che vanno al di là delle norme previste dalla condizionalità. Il rappresentante della Commissione europea, esprimendo le riserve già formulate in precedenti occasioni, ha precisato che i premi connessi agli impegni della nuova misura agroambientale devono tener conto dei maggiori oneri e delle perdite di reddito subite dagli agricoltori. È stata inoltre ampliata la possibilità di attivare tramite bando regionale l’incentivazione della produzione di energie rinnovabili anche nelle aree Leader, qualora i piani di sviluppo locale non prevedano l’azione oppure nel caso in cui le risorse degli stessi siano esaurite. Dal punto di vista finanziario, è stato incrementato di 11 milioni di euro il budget per l’ammodernamento delle imprese agricole (misura 121), spostando l’equivalente dalle risorse residue della misura 131. Un altro aumento di budget è stato previsto per gli interventi di diversificazione in attività non agricole, che potranno contare su ulteriori 4 milioni di euro, disponibili grazie a compensazioni provenienti dallo stesso asse. Il Comitato ha inoltre approvato anche i criteri di selezione delle domande relative al nuovo bando generale 2010, che interesserà in particolare le misure per il miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale (asse 2) e la cui uscita è prevista entro il corrente mese di marzo.  
   
   
AUSTRIA,AL PRIMO POSTO PER COLTIVAZIONI BIOLOGICHE  
 
L´austria è il Paese con la maggiore percentuale (15,7 per cento) di terreni agricoli destinati alle coltivazioni biologiche in Europa, seguito dalla Svezia (9,9) e dall´Italia (8,9). La media europea di terreni agricoli destinati al biologico è del 4,1 per cento, che corrisponde a 7,8 milioni di ettari, con una tendenza in crescita del 7 per cento rispetto al 2007. Tra i Paesi con la maggiore superficie destinata alle colture biologiche in assoluto, invece, si classificano ai primi posti la Spagna (1,3 milioni di ettari) e l´Italia (1 milione di ettari), come riporta l´Ice. I principali tipi di colture biologiche consistono in terreni destinati a prati e pascoli (44 per cento), terreni seminativi (37), coltivazioni permanenti (10), mentre le rimanenti superfici sono quelle messe a riposo nel sistema delle colture a rotazione.  
   
   
BASILICATA, COLDIRETTI: APERTE ISCRIZIONI PREMIO “OSCAR GREEN” È PARTITA LA QUARTA EDIZIONE DI OSCAR GREEN, CONCORSO INDETTO DA COLDIRETTI GIOVANI IMPRESA, PER UN’AGRICOLTURA RIGENERATA.  
 
È partita la quarta edizione di Oscar Green, concorso indetto da Coldiretti Giovani Impresa, per un’agricoltura rigenerata e moderna raccontata attraverso le storie d’impresa e i volti degli imprenditori più innovativi della filiera agricola tutta italiana. Lo slogan è “Firma l’innovazione”. Il concorso presenta quest’anno 6 categorie: Stile e cultura di impresa (creatività, originalità, analisi di mercato, vision, progettazione, Ict, Made in Italy + innovazione); Sviluppo locale (crescita e valorizzazione del territorio, sviluppo socio economico, integrazione); Sostieni il clima (agricoltura sostenibile, rispetto ambientale, fonti energetiche rinnovabili, corretta gestione risorse idriche); Esportare il territorio (Internazionale, scenario globale, Made in Italy + mercato, competitività e territorio); Oltre la filiera (Cooperative, consorzi agrari, sinergie, risparmio e nuovo business); Campagna Amica (vendita diretta, rapporto con il consumatore, trasparenza, sicurezza alimentare, qualità). Sono ammessi tutti gli imprenditori agricoli, singoli o associati, di qualsiasi età e con un’idea innovativa, che si rispecchi in una sola delle 6 categorie. È prevista una prima selezione delle candidature a livello regionale, per poi proseguire a livello nazionale con una giuria tematica costituita da 3 esperti che identificherà 3 imprese agricole finaliste provenienti dalla selezione a criterio regionale ed una selezione finale con una Giuria Specializzata, composta da 7 esperti del settore e presieduta da un opinion leader, che identificherà i vincitori dell’Oscar Green per ciascuna categoria. La scadenza per la presentazione delle candidature è prevista per il 5 aprile 2010. Tutte le imprese che parteciperanno al concorso riceveranno un attestato di partecipazione. Le 18 imprese selezionate tra quelle vincitrici su base regionale, che saranno ammesse alla fase finale del concorso entreranno nel Dvd “Oscar Green 2010”, riceveranno la targa del concorso “Oscar Green” 2010, avranno spazi di promozione sui media nazionali, entreranno nel catalogo fotografico e nella brochure dell’Oscar Green 2010. Le 6 aziende vincitrici delle singole categorie potranno usufruire della possibilità di uno stand omaggio presso una fiera del settore e riceveranno l’”Oscar Green”. Per maggiori informazioni consultare il sito www.Basilicata.coldiretti.it/  dove sarà possibile scaricare il regolamento completo, oppure il sito www.Oscargreen.it/    
   
   
BOLZANO, BERGER A BRUXELLES: PROGRAMMA LATTE E RETE DELLE AREE DI MONTAGNA  
 
Trasferta a Bruxelles il 9 e 10 marzo per l´assessore provinciale all´agricoltura Hans Berger, con l´obiettivo di fare passi avanti nella creazione di una rete delle aree di montagna. Inoltre, con i rappresentanti di Vorarlberg, Trentino e Tirolo, Berger intende proporre all´Ue il varo di un programma di sostegno per la produzione di latte nelle zone montane. Con i colleghi assessori Anton Steixner (Tirolo) e Erich Schwärzler (Vorarlberg) e funzionari del settore agricoltura della Provincia di Trento, l´assessore Berger sará da domani a Bruxelles per perorare il varo di un pacchetto di misure a sostegno della produzione di latte nelle aree di montagna. "In considerazione della cancellazione delle quote latte è necessario trovare nuove forme di sostegno dell´economia montana", sottolinea Berger. Si pensa ad uno specifico programma operativo, che possa offrire nuove opportunità di incentivazioni alla produzione latte nelle zone di montagna. "Una proposta che trova tra i sostenitori anche la Germania", specifica Berger. Se ne parlerà a Bruxelles nell´incontro con Georg Häusler, capo di Gabinetto del nuovo commissario all´Agricoltura Dacian Ciolos. "Häusler è tirolese e quindi possiede la necessaria sensibilità per le questioni che riguardano la montagna", aggiunge Berger. Nella due giorni nelle sedi Ue è in programma anche un incontro con rappresentanti delle aree montane di Francia e Spagna, "perchè stiamo lavorando per realizzare una diffusa rete europea delle regioni di montagna, in grado di far sentire la propria voce a Bruxelles", sottolinea Berger. Tra i temi dei colloqui con i funzionari Ue figurano infine le future direttive in materia di tutela degli animali.  
   
   
PESCA: FEDERCOOPESCA; ACQUISTO PRODOTTI ITTICI, GLI ITALIANI GUARDANO A PROVENIENZA E POCO AL PREZZO  
 
 Il 60,51% degli italiani quando si tratta di acquistare prodotti ittici presta particolare attenzione alla provenienza del prodotto, come la zona di cattura o di allevamento, e all’aspetto esteriore (21,66%). Nonostante la crisi economica, invece, solo circa il 5% degli intervistati dichiara di prestare particolare attenzione al prezzo; mentre un 10% quando acquista prodotti ittici preferisce orientarsi su quelli di stagione. E’ quanto emerge da un sondaggio condotto dalla Federcoopesca-confcooperative nel corso Mse Sefood & Processing di Rimini e del Big Blu di Roma. Per avere maggiori garanzie sulla sicurezza alimentare dei prodotti viene acquistato prevalentemente prodotto ittico nazionale (29,94%) e gli acquisti vengono fatti presso i rivenditori di fiducia (33,12%) o direttamente dai pescatori (12,74%). Il prodotto surgelato o congelato non rassicura in modo evidente chi acquista (5,73%). “Dall’indagine – sottolinea la Federcoopesca- emerge un consumatore che punta sulla qualità degli acquisti, consapevole e desideroso di avere il maggior numero di informazioni possibili per decidere in tutta sicurezza”. Il 32,48% degli intervistai dichiara, infatti, di volere sulle etichette informazioni sulla data di cattura del prodotto e informazioni più dettagliate (53,50 %) sulla provenienza dei prodotti freschi. Sui prodotti in scatola quasi un 9% vorrebbe conoscere il luogo di cattura e non solo quello di produzione. E sulla varietà dei prodotti ittici consumati emerge che il 33,12% mangia abitualmente fino a 5 diversi tipi di prodotti, il 40,76% da 6 a 10 e un 15,29% più di venti diversi esemplari. Tanto più la dieta è variegata, maggiore è l’attenzione nello scegliere prodotti di stagione.  
   
   
CARBURANTI: NUOVA NORMA PER DEPOSITI FINO 25 MC IN AZIENDE AGRICOLE DELLA SICILIA  
 
Palermo - Nessuna autorizzazione amministrativa dall’ 8 marzo per i depositi di prodotti petroliferi fino alla capacita´ di 25 mc, utilizzati per le attivita´ nelle aziende agricole e agromeccaniche ed ubicati all´interno delle stesse agricole. Lo prevede la circolare firmata dal dirigente generale del dipartimento regionale delle attivita´ produttive, Nicola Vernuccio, con la quale la norma regionale del settore agricolo viene adeguata a quella nazionale. Inoltre - recita il documento - non servira´ piu´ alcuna autorizzazione amministrativa per i contenitori-distributori mobili omologati per carburanti "categoria C" destinati al rifornimento di macchine ed automezzi utilizzati all´interno delle attivita´ agricole e agromeccaniche. Tutte queste attivita´ rimangono, in ogni caso, soggette alle norme vigenti in materia di sicurezza, fiscale, urbanistica ed ambientale.  
   
   
PRODOTTI TIPICI E DI QUALITÀ LE ECCELLENZE AGRO-ALIMENTARI SARDE CONQUISTANO LA FINLANDIA  
 
Helsinki - Le eccellenze agro-alimentari della Sardegna conquistano il gusto dei finlandesi. In meno di un anno, la Regione è riuscita a favorire la vendita nelle grandi catene commerciali di prodotti come il Pecorino Romano Dop, il Pecorino Sardo Dop, il pane carasau, l’olio extravergine di Sardegna Dop, la pasta, fino a questo momento assenti nel Paese scandinavo. "Operazione questa - ha spiegato l’assessore dell’Agricoltura Andrea Prato - che rientra nella strategia della Giunta Cappellacci di valorizzazione e promozione delle filiere produttive e di penetrazione in nuovi mercati ricchi e del Nord-europa. Oggi più che in passato c’è l’esigenza di creare Pil agricolo e di aggregare l’offerta per arrivare in mercati nuovi e dove c’è molta richiesta di alimenti di qualità e, soprattutto, buoni". Nel pomeriggio del 4 Marzo l’assessore, accompagnato dal presidente della Sfirs Antonio Tilocca e dal direttore del Centro Regionale di Programmazione, Gianluca Cadeddu, ha visitato a Helsinki alcuni grandi supermercati della catena Kesko, dove sono presenti (ora in 120 punti vendita) diversi prodotti simbolo dell’agro-alimentare della Sardegna. All’interno di un punto vendita, è stato allestito inoltre uno spazio di degustazione che ha richiamato numerosi clienti, conquistati dai sapori dell’Isola. "Un Paese come la Finlandia, dove in pochissimo tempo siamo riusciti a portare diverse nostre eccellenze grazie anche al lavoro instancabile di Antonio Zucca, vero “ambasciatore” che nella capitale si occupa di distribuzione, - ha dichiarato ancora l’assessore - rientra alla perfezione nel disegno che questa Giunta ha di promuovere e valorizzare l’agro-alimentare isolano e di conseguenza il turismo sardo. Perché i nostri sapori portano con sé il clima mite di un’isola che può attrarre ancora tanti turisti. La Finlandia, come la Russia, il Nord Europa e il Nord America sono piazze importanti e dove c’è un grande potenziale ancora inespresso per la vendita di prodotti come il Pecorino Romano che oggi, vista la crisi, può avere nuove chances commerciali. La Regione, assieme alla Sfirs, è a supporto di iniziative come questa che valorizzano, soprattutto in termini di vendite, il nostro comparto agro-alimentare". Altro fattore da non sottovalutare: queste sono realtà dove non c’è il minimo rischio che possano impadronirsi o possano copiare ciò che l’Isola produce per poi rivenderlo a un terzo del prezzo.  
   
   
LECCE - SEMINARIO SULL´AGRICOLTURA BOLOGICA  
 
Si intitola “L’agricoltura biologica tra nuovi adempimenti normativi e opportunità di mercato” il seminario in programma martedì 9 marzo 2010 alle ore 15.00 nella sala conferenze della Camera di Commercio di Lecce. Il seminario si svolge nell’ambito del ciclo di incontri di approfondimento rivolti ai produttori pugliesi, sugli obblighi e opportunità derivanti dal nuovo regolamento Ce 834/07 e 889/08, sulle nuove regole di certificazione ed etichettatura, sull’applicazione del Psr 2007/2012, sulla filiera corta e sul mercato biologico nazionale e estero. L’iniziativa è organizzata da Unioncamere Puglia e il Consorzio Bridge conomies, partner della rete Enterprise Europe Network, in collaborazione con Cibi - Consorzio Italiano per il Biologico – e con la Camera di Commercio di Bari.  
   
   
BOLZANO: CONVEGNO ANNUALE SU DRUPACEE E PICCOLI FRUTTI A TERLANO  
 
Coltivazione e promozione di piccoli frutti sono al centro dell´edizione 2010 del tradizionale convegno su drupacee e piccoli frutti, promosso venerdì 12 marzo a Terlano dal Servizio consulenza per i contadini di montagna della Provincia e dal Centro di sperimentazione Laimburg. Per discutere del trend nella coltivazione di drupacee e piccoli frutti e per aggiornare i coltivatori sulle novità nel settore, fitofarmaci compresi, la Provincia promuove un convegno annuale dedicato alla produzione di ciliegia, albicocca e lampone. Quest´anno l´appuntamento è fissato per venerdì 12 marzo, dalle ore 8.30, nella Sala Raiffeisen di Terlano, aperto dal direttore della Ripartizione provinciale formazione professionale agricola, forestale e di economia domestica Stefan Walder. In calendario una serie di interessanti relazioni di esperti, che spaziano dai metodi di coltivazione alle malattie dei piccoli frutti fino alle possibilità di commercializzazione. I lavori si concludono alle 12.15. Il covegno è un´iniziativa congiunta di Servizio consulenza per i contadini di montagna nella Ripartizione provinciale formazione professionale agricola, forestale e di economia domestica.  
   
   
PESCA: LA REGIONE SARDEGNA DA TEMPO AL LAVORO PER IL RILANCIO DEL COMPARTO  
 
Cagliari - "Avremmo ricevuto volentieri, come è nel nostro modo di governare, i pescatori che oggi hanno protestato se fosse arrivata da parte loro una richiesta di incontro. Così non è stato, ma in ogni caso stiamo lavorando, e ben da prima rispetto alla manifestazione, a una proposta per il rilancio della pesca in Sardegna". Lo comunica l’assessore regionale dell’Agricoltura, Andrea Prato, in replica a quanto dichiarato da alcuni pescatori di ricci. “Ricorrere improvvisamente, e da subito, a forme di protesta clamorose non è un modo di confronto corretto – spiega l’assessore - anche perché la Regione è al lavoro da tempo per tutto il comparto, informando le associazioni di categoria e discutendoci regolarmente". Sui singoli punti avanzati dai pescatori, l’assessore annuncia che per quanto riguarda il piano di riconversione delle autorizzazioni regionali, oggi vienen portata all’attenzione del Comitato tecnico consultivo per la pesca (convocato già in precedenza e indipendentemente dalla protesta odierna) una proposta operativa che però non potrà contenere provvedimenti assimilabili ad aiuti di Stato vietati dall’Unione europea. “Rispetto a quanto chiede l’opposizione - spiega Prato - questa Giunta non è favorevole a pericolose deroghe alle norme comunitarie, che finirebbero per creare una nuova legge 44 sui mutui agricoli voluta dall´allora assessore Muledda". Sui divieti di pesca nella zona Sic di Carloforte contenuti nel decreto dell’ex assessore dell’Ambiente Morittu, nessuno fino a oggi ne aveva chiesto l’abolizione. Sull’allargamento delle concessioni di pesca, le nuove riguardano altre zone diverse dal Cagliaritano, in aree dove non ne esisteva un numero elevato. Inoltre, rispetto al passato le concessioni valgono 5 anni e non più un solo anno, agevolando di fatto il lavoro degli operatori. Infine, sui controlli da parte delle autorità marittime, l’assessore Prato ribadisce quanto detto già in un incontro pubblico a Stintino lo scorso 5 febbraio: “Non possiamo andare oltre la legge e chiedere alle Capitanerie di non fare più controlli, ma ho chiesto di rivolgere più attenzione a chi effettua la pesca a strascico che danneggia maggiormente l’ambiente marino rispetto a chi preleva ricci dove questi sono numerosi".  
   
   
ARANCE: PIU´ DI 16MILA AGRICOLTORI SICILIANI AMMESSI A PIANO RITIRO  
 
Palermo - E´ stato pubblicato, sul sito internet dell´assessorato alle risorse agricole della Regione siciliana, l´elenco dei produttori ammessi al conferimento di arance con le relative quote di assegnazione nell´ambito del ritiro di 50.000 tonnellate di arance da destinare alla trasformazione in succhi per aiuti umanitari. Al dipartimento per gli interventi strutturali in agricoltura, che aveva pubblicato il bando per il ritiro delle arance, sono arrivate richieste da 7.310 produttori singoli e 8.842 associati, per un totale di oltre sedicimila aziende. Le richieste di conferimento sono state pari a 94 mila chili di prodotto. Le assegnazioni ammontano, cosi´ come previsto dalla norma inserita nella legge sull´agriturismo, a 50 mila tonnellate, che sono state poi ripartite tra i produttori che ne hanno fatto richiesta. Il dipartimento ha anche provveduto a identificare i tredici centri di raccolta per le arance che saranno trasformate in succhi da destina re ad aiuti umanitari. Il programma a favore del settore agrumicolo e´ stato reso possibile grazie a un emendamento del governo regionale, a firma dell´assessore alle risorse agricole Titti Bufardeci, che ha una dotazione finanziaria di 12,5 milioni di euro.  
   
   
ARUSIA PROMUOVE CAMPIONATO REGIONALE POTATURA DELL’OLIVO ALLEVATO A VASO POLICONICO  
 
Perugia - Saranno ammessi di diritto al campionato nazionale i primi sei classificati al quarto campionato regionale di potatura dell’olivo allevato a vaso policonico, che Arusia, Agenzia regionale umbra per lo sviluppo e l’innovazione in agricoltura, promuove martedì 9 marzo a Spello, nell’ambito di un piano di azione a sostegno dell’olivicoltura. “Da tempo stiamo seguendo la modernizzazione del settore organizzando annualmente la Giornata nazionale della raccolta meccanizzata e accompagnando gli operatori attraverso un’attività capillare di informazione e consulenza - ha dichiarato l’amministratore unico di Arusia, Adolfo Orsini - L’iniziativa di Spello quindi, costituisce un’importante occasione di scambio e di confronto su tecniche e novità”. Dietro il termine “vaso policonico”, prevalentemente sconosciuto ai non addetti ai lavori, si nasconde una procedure diffusissima, che ha soppiantato il tradizionale approccio a “vaso classico” perché abbrevia i tempi di entrata in produzione della pianta, riduce i costi della raccolta e ottimizza l’illuminazione: si tratta di un sistema d’allevamento per l’olivo, la cui struttura consiste in una forma espansa in volume e aperta al centro con la chioma divisa in tre o quattro unità di forma conica. L’iniziativa è supportata da partner importanti: dal Cra, il Centro di ricerca per l’olivicoltura e l’industria olearia, sede distaccata di Spoleto, al Dipartimento di Scienze agrarie ed ambientali dell’Università degli studi di Perugia, con il patrocinio della Soi, la Società di ortoflorofrutticoltura italiana. La gara inizierà alle 14.30 e i concorrenti potranno utilizzare soltanto attrezzatura manuale con operazioni effettuate da terra. Dovranno operare su tre piante adulte in un tempo massimo di 30 minuti. La prova sarà valutata da una Giuria presieduta dal Dr. Giorgio Pannelli del Cra, e composta da esperti dell’Arusia e dell’Università degli studi di Perugia. I primi sei classificati al Campionato Regionale saranno ammessi di diritto a partecipare al Campionato nazionale di potatura dell’olivo a vaso policonico che si svolgerà il 12 e 13 marzo prossimi a Montopoli di Sabina (Ri).  
   
   
“LE BUONE TAVOLE DELLA TRADIZIONE”: LA PRIMA GUIDA PER GLI AMANTI DELLA VERA CUCINA REGIONALE ITALIANA  
 
Tenendo fede alla missione di valorizzazione della gastronomia nazionale in tutte le sue espressioni locali, l’Accademia Italiana della Cucina presenta “Le buone tavole della tradizione”: la prima guida ai locali che tutelano la cucina del territorio. 370 proposte selezionatissime - fra trattorie, osterie e ristoranti - per riscoprire i piatti della nostra tradizione spendendo in media circa 35 euro. Un’opera che accende i riflettori sulla cucina regionale italiana consegnandoci in dote ben 270 ricette tipiche: questa la risposta dell’Aic alle mode espresse dalle cucine mcdonaldizzate ed etniche. E’ molto più di una Guida dei ristoranti. E infatti sceglie di essere presentata contro stagione, evitando l’affollamento mediatico autunnale… Democratica e gratuita - altra differenza sostanziale - non assegna voti di preferenza ai locali ma preferisce selezionarli rigidamente in partenza: tutti sono delle “buone tavole” e tutti meritano una visita. L’accademia Italiana della Cucina - Istituzione culturale della Repubblica Italiana da oltre cinquant’anni impegnata in difesa del patrimonio culturale rappresentato dalla civiltà della tavola - presenta“Le Buone Tavole della Tradizione”: 370 ristoranti con una vera cucina del territorio servita con cortesia e professionalità, a un prezzo medio di 35 euro. Portabandiera della cucina del territorio è la Toscana con ben 44 ristoranti selezionati (12% del totale). Subito dietro troviamo a pari merito l’Emilia Romagna e la Lombardia, entrambe con 34, seguite da Veneto (32) e Piemonte (30). Tra le regioni del Centro Italia il Lazio è la più presente con 27 ristoranti, seguita a distanza dall’Abruzzo con 15. Mentre al Sud la regione meglio rappresentata è la Campania con 22 ristoranti, tallonata dalla Sicilia con 21. In generale scopriamo che il Nord Italia è presente con 172 ristoranti di cucina tradizionale, seguito dal Centro con 113, mentre il Sud e le Isole ne contano 85. “Le buone tavole della tradizione”: novita’ assoluta nel panorama delle guide Un prodotto editoriale inedito nel mondo delle guide ai ristoranti che ribalta completamente il consueto modo di raccontare i locali. In formato tascabile e presto consultabile online su www.Accademiaitalianacucina.it, dedica 1 pagina a ciascun ristorante. Oltre alle indicazioni sui piatti e al tipo di cucina realizzata, ampio spazio viene dato alla storia e all’evoluzione avuta dal locale nel corso degli anni. Emerge l’attenzione rivolta al rapporto di contaminazione tra ristorante e territorio di appartenenza: le ricette presentate da questi locali sono nella maggior parte dei casi il riflesso di tradizioni alimentari consolidate, frutto del connubio tra la ristorazione e l’economia locale, legata ad agricoltura, pesca e pastorizia. Altro “plus” della guida quello di fornire - in alcuni casi - informazioni turistiche sui principali luoghi da visitare nelle vicinanze dei ristoranti. Un modo per far conoscere a tutti gli appassionati di cibo angoli d’Italia più o meno noti: dalle principali bellezze delle maggiori città fino ai monumenti dei borghi più antichi, legando cosi l’esperienza culinaria alla cultura e alle storia locale. Luoghi da vedere e luoghi dove “acquistare”: scorrendo le pagine della guida l’occhio cade su un box che riporta l’indicazione di tutti quei locali, posti nelle vicinanze del ristorante dove è possibile comprare i prodotti tipici della zona. Parliamo di chioschi, salumerie, latterie, negozi alimentari ed agriturismi che stanno facendo tendenza in Italia e che rendono omaggio alle migliori eccellenze del made in Italy: dai “culatelli” ai “pizzoccheri”, dalla “ricotta mustia” ai “paccheri”, solo per citarne alcuni…“Nel pensare a questa guida - afferma Paolo Petroni, Presidente del Centro Studi dell’Accademia Italiana della Cucina - abbiamo tenuto conto di due tendenze in atto nel nostro Paese: da una parte è innegabile che gli italiani stanno tagliando sulle spese dei pasti fuori casa, penalizzando i ristoranti di livello alto e cercando, all’insegna della tradizione, un miglior rapporto tra la qualità e il prezzo. Del resto c’è invece attenzione crescente nei confronti di quei locali che utilizzano materie prime del territorio e sanno accettare la difficile sfida della semplicità… Con questa guida che vuole far riscoprire agli italiani il piacere di mangiare all’insegna della tradizione, abbiamo voluto dimostrare che in Italia esistono ottimi locali dove la cucina regionale è di casa, offendo anche un panorama inedito di circa 300 ricette proposte dai migliori locali della penisola.” Non solo una guida, ma anche un libro di ricette della tradizione Nelle schede della maggior parte dei ristoranti, infatti, viene messa in evidenza una ricetta tipica del locale con ingredienti, dosi e fasi di realizzazione. Per questo motivo il volume rappresenta anche un vero e proprio “libro” a presidio delle ricette regionali: ne contiamo ben 270, in alcuni casi rivisitate con estro e fantasia dagli chef, ma sempre espressione della cucina del territorio di provenienza. Un’ iniziativa voluta dall’Aic anche per riscoprire tradizioni che sembravano perdute e che invece non solo esistono ma sono presenti nei menu della ristorazione di qualità. Dalla “finanziera” piemontese alla “carbonade con la polenta” delle montagne valdostane; dal “pancotto con le olaci”, tipico della cucina molisana, alla “pecora della Maiella al tegame”, ricetta tradizionale delle alture abruzzesi, fino alla “ricotta allo strazzone” della cucina materana: un immenso patrimonio di sapori, ricette, profumi da riscoprire e salvaguardare. (vedi scheda allegata). “Siamo felici di constatare - afferma Giovanni Ballarini, Presidente dell’Accademia Italiana della Cucina - che la cucina tradizionale non solo non è scomparsa dai menu ma è viva e soprattutto ben interpretata da molti ristoratori, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia. Ci auguriamo quindi che quest’opera sia d’aiuto, stimolo e incoraggiamento a quei locali che se da un lato sono tentati dalle sempre più spettacolari e complesse innovazioni culinarie, da un altro lato non possono dimenticare che la voglia e la richiesta della “buona tavola tradizionale” stanno risorgendo, anche come reazione alle mode delle cucine mcdonaldizzate ed etniche”. Tradizioni da salvare e tradizioni che guardano al futuro. Nella guida troviamo numerosi esempi di ricette dove l’utilizzo di materie prime - rigorosamente del territorio d’origine - si fonde con l’estro e la sapienza degli chef, dando vita anche a piatti creativi che profumano di territorio. Guida alle buone tavole affianca la storica guida ai ristoranti aic “Le buone tavole della tradizione” rappresentano il frutto dell’intenso lavoro svolto dalle oltre 210 delegazioni italiane dell’Accademia Italiana della Cucina, con il coordinamento e la supervisione dei 27 Centri Studi Territoriali. Non è stato facile infatti selezionare quasi 400 ristoranti che rispondessero al requisito indispensabile di praticare una cucina rispettosa dei valori della stretta tradizione locale fatta con ingredienti di prima qualità, possibilmente del luogo, ad un prezzo equilibrato in rapporto all’ambiente. D’altronde l’Accademia Italiana della Cucina, fin dalla sua nascita, promuove la conoscenza di quegli esercizi che offrono una seria garanzia del rispetto della tradizionale e caratteristica cucina nazionale e locale. Su questa linea nel 1961 l’Aic ha iniziato la pubblicazione di una Guida dei Ristoranti, la prima apparsa in assoluto nel nostro paese intitolata “I Ristoranti dell’Accademia Italiana della Cucina”, tuttora viva, nella quale sono presenti circa 3.000 fra ristoranti, trattorie, osterie e agriturismi in Italia e all’estero, consultabile gratuitamente online al sito www.Accademiaitalianacucina.it. Unica nel suo genere, questa pubblicazione segnala e valuta con un numero variabile (da 1 a 4) di “tempietti” (il tempietto è infatti il simbolo dell’Accademia) quei locali dove lo chef è in grado di affiancare proposte legate ai valori della tradizione classica locale a quelle innovative della tradizione che evolve. Sono indicati come “I Magnifici del presidente” quei ristoranti dove queste qualità sono esaltate all’ennesima potenza. Ed è proprio il successo di una prolungata esperienza di valutazione dei ristoranti derivante dal lavoro degli oltre seimila accademici che vivono in Italia che ha indotto oggi ad affiancare alla Guida ai Ristoranti, le “Buone tavole della tradizione”.  
   
   
ZUPPA ORTOLANA – UN PIENO DI ENERGIA FIRMATO DIMMIDISÌ!  
 
Per ritrovare le energie negli ultimi giorni dell’inverno, Dimmidisì propone Le Zuppe Fresche - Zuppa Ortolana: un monopiatto completo a base di legumi e verdure freschissime. Confezionata in un pack microondabile è l’ideale per un pasto pratico, subito pronto, ma ricco di vitamine e proteine. La Zuppa ortolana, infatti, così come tutte le altre referenze di Dimmidisì – Le Zuppe fresche, è preparata con verdure freschissime, attentamente selezionate e già lavate mantenendo la genuinità e il benessere della ricetta della tradizione italiana. Il plus vincente di Dimmidisì - Le Zuppe Fresche è, infatti, l’assoluta freschezza: sono le uniche zuppe non pastorizzate sul territorio italiano; realizzate senza l’aggiunta di conservanti, additivi, coloranti o grassi animali. Dimmidisì - Le Zuppe Fresche sono disponibili nel reparto ortofrutta di ipermercati e superstore al prezzo di 3,00 Euro la confezione per due persone.  
   
   
ARANCIATA E CHINO’ ZERO, LE NUOVE BIBITE SANPELLEGRINO CHE MANTENGONO IL LORO GUSTO INCONFONDIBILE ANCHE SENZA ZUCCHERI AGGIUNTI  
 
Aranciata e Chino’ Zero, le due nuove “stelle rosse” nate sotto il segno dell’intramontabile gusto delle bibite Sanpellegrino, ora con zero zuccheri aggiunti In casa Sanpellegrino la primavera 2010 fiorisce con due grandi ed esclusive novità: nasce infatti la nuova Gamma Zero, un binomio formato dalle mitiche bibite che hanno fatto la storia di intere generazioni. Sono infatti protagoniste l’Aranciata e il Chinò Sanpellegrino che, a partire da aprile 2010, riproporranno il loro inconfondibile gusto ma questa volta con zero zuccheri aggiunti. Si inizia con l’Aranciata Zero, la mitica Aranciata tutta italiana che contiene il 15,6% di succo di arancia (il 30% in più rispetto al minimo di legge) e che ora si presenta in versione senza zuccheri aggiunti; per arrivare al Chinò Zero, una vera e propria bibita cult diventata il simbolo di tutti coloro che vogliono vivere “fuori dal coro”, e che da questa primavera potranno assaporare il primo chinotto realizzato senza zuccheri aggiunti. Sanpellegrino offre le migliori bibite dal “gusto esagerato” e dal “gusto Chinò” mantenendo il sapore classico delle migliori arance e del miglior chinotto di Sicilia, custodendo immutata tutta l’italianità che ha sempre contraddistinto i suoi soft drink per eccellenza. Due versioni per un unico e inconfondibile gusto: Aranciata Zero e Chinò Zero ripropongono la loro qualità e la loro frizzantezza anche a tutti coloro che sono molto attenti ad un giusto apporto calorico. La novità della nuova Gamma Zero è racchiusa in accattivanti ed essenziali bottiglie caratterizzate dalla mitica ed immancabile stella rossa, enfatizzata da un grande e visibile “zero” che racchiude i loghi e le peculiarità dei due prodotti, e che sottolinea, con la “R” rovesciata la vera innovazione di quest’anno: La gamma Zero Sanpellegrino. Coniugando in modo innovativo piacere e benessere, la nuova Gamma Zero Sanpellegrino è ideale da sorseggiare in tutta libertà. Durante una pausa pranzo leggera o una passeggiata all’aria aperta, o ancora all’ora dell’aperitivo o durante una piacevole conversazione con gli amici all’insegna della bontà e della genuinità, Aranciata Zero e Chinò Zero Sanpellegrino, con la mitica bottiglia a forma di clavetta, sono il simbolo del nuovo modo di bere della primavera e dell’estate 2010.  
   
   
“INCORONATI” I PRIMI SUPER-ESPERTI ITALIANI IN SPUMANTISTICA  
 
Provengono da diverse regioni italiane e sono per lo più produttori di vino ed enologi, ma c’è anche l’agronomo, il chimico e la giornalista. Per molti di loro si aprono nuove opportunità professionali, per altri la possibilità di valorizzarsi maggiormente nell’azienda dove operano. Occupazioni, lauree, età diverse. Tutti però hanno qualcosa in comune: il primo diploma italiano di master universitario in spumantistica. Si tratta dei primi 12 tecnici italiani, di cui cinque trentini, specializzati in produzione di uve, trasformazione ed elaborazione di vini spumanti, che il 4 marzo , a San Michele all’Adige, hanno ricevuto dalle mani del Presidente della provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, l’ambito diploma. Presenti, in aula magna, i vertici delle principali realtà enologiche della provincia di Trento. Sul palco i rappresentanti delle due istituzioni che hanno attivato il percorso formativo, primo a livello internazionale: Istituto Agrario, da un lato, e Università degli Studi di Milano, dall’altro. Sono intervenuti Alessandro Dini, direttore generale dell’Istituto Agrario, Attilio Scienza, direttore del comitato ordinatore master vini spumanti nonché docente di viticoltura presso l’Università di Milano, Fausto Peratoner, presidente del Consorzio Trento doc. “Dobbiamo aggiornare la formazione ai progressi della ricerca -ha esordito Attilio Scienza-. Il settore viticolo-enologico è in decadenza, sta perdendo ettari, operatori, cultura: quindi dobbiamo investire, creare tanti livelli di formazione e inventare nuovi cammini formativi. Tra questi il master sui vini spumante che si conclude oggi e il nuovo master che inizierà a breve sui vini del territorio”. Fausto Peratoner ha sottolineato l’importante ruolo di Trentodoc, oggi non più, come lo ha definito lui stesso, “un affare di famiglia” ma, complice la difficile crisi economica, un sistema che sta dimostrando maggiore compattezza. “Ora siamo pronti- ha detto- e stiamo lavorando secondo una precisa visione del futuro. L’obiettivo è crescere ancora, valorizzare maggiormente Pinot nero e Chardonnay e c’è bisogno di tutti: ricerca, formazione, comunicazione e promozione”. La chiusura è stata affidata al presidente della Provincia, Lorenzo Dellai, che ha ricordato l’importanza e la centralità del vino spumante all’interno del sistema Trentino. “Dobbiamo puntare sulla qualità delle persone” ha detto. Di qui il riferimento all’importante ruolo formativo svolto dall’Istituto Agrario con la rassicurazione che “la formazione rimarrà il fulcro di una esperienza straordinaria quale è quella di San Michele”. L’obiettivo ora è offrire nuove filiere formative e percorsi integrati, potenziare la formazione cogliendo le opportunità che arrivano dalla riforma della scuola e dalla delega in materia di università. “Su questo –ha insistito- occorre lavorare con fiducia e il master che si conclude rappresenta un’ottima esperienza: in questo sistema dell’università e della ricerca San Michele dovrà diventare un punto di riferimento ancora più strutturato e articolato”. Vediamo chi sono i 12 super-esperti in spumantistica: Alberto Bizzaro (Monselice –Padova), laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie, titolo tirocinio “Curve di maturazione di Chardonnay e Pinot nero in diverse zone vocazionale del Franciacorta”; Davide Bonassi (Rovato-brescia), laurea in Economia e Commercio, titolo tirocinio “Talento: una opportunità per il metodo classico italiano?” Debora Bonora (Collegno-torino), laurrea in viticoltura ed enologia, titolo tirocinio “L´erbaluce di Caluso: vitigno, territorio e vocazionalità”; Mirco Brugnara (Verla di Giovo – Trento), laurea in Tecnologie alimentari e forestali, titolo tirocinio “Controllo e selezione dei vigneti di Chardonnay di diverse cantine Sociali del Trentino”; Alberto Butterini (Storo- Trento), laurea in Scienze e tecnologie alimentari, titolo tirocinio “Confronto di tre ceppi di Saccharomyces cerevisiae”; Antonella Corda (Cagliari), laurea in Scienze e Tecnologie agrarie, titolo tirocinio “Applicazione di tecniche molecolari innovative al controllo qualità dei vini spumante”; Sabrina Gozio (Gussago- Brescia), laurea in Scienze e Tecnologie agrarie, titolo tirocinio “Pinot nero e Oltrepò pavese: un incontro in rosa Cruasè: aspetti enologici”; Daniela Guiducci (Sesto San Giovanni - Milano), laurea in tecnologie agroalimentari e forestali, titolo tirocinio “Pinot nero e Oltrepò pavese: un incontro in rosa Cruasè: aspetti viticoli; Andrea Pisoni (Pergolese- Trento), laurea in Scienze e Tecnologie alimentari, titolo tirocinio “Effetto lievito nella formazione di aromi fermentativi durante la presa di spuma: aspetti microbiologici”; Christian Puecher (Pergine Valsugana – Trento), laurea in Chimica, titolo tirocinio “Effetto lievito nella formazione di aromi fermentativi duranta la presa di spuma: i risultati analitici”; Carlo Tambussi (Bolzano), laurea in Viticoltura ed enologia, titolo tirocinio “Automatizzazione dei processi di "tirage"; Jackeline Venturini (San Pietro al Natisone- Udine), laurea in Scienze e tecnologie Agrarie, titolo tirocinio “Pinot nero e Oltrepò pavese: un incontro in rosa Cruasè: aspetti economici”. (sc) Master Sui Vini Spumanti, In Cifre 12 Diplomati 452 Ore di Lezione Frontale - Oltre 70 Docenti, di cui 20 provenienti da nove università italiane (Trento, Venezia, Bocconi, Piacenza, Udine, Verona, Torino, Padova, Milano), 22 da tre istituzioni (Ice, Cra, Iasma); 17 tecnici aziendali; 17 liberi professionisti 120 ore di Visite Didattiche in 34 Aziende Italiane E Straniere (dal Trentino al Piemonte, dalla Spagna allo Champagne) 12 Aziende Ospitanti Il Tirocinio: Istituto Agrario (Tn), Cavit (Tn), Mezzacorona (Tn), Pedrotti (Tn), Pisoni Distillerie (Tn), Castello di Gussago (Bs), Feudi San Gregorio (Av), Villa Crespia (Bs), Ferrari spumanti (Tn), Tenuta Quadra (Bs), Il grappolo d’oro (To).  
   
   
PRESTO ANCHE I VINI SARDI IN FINLANDIA  
 
Anche i vini della Sardegna saranno presto in vendita in Finlandia. Regione e Sfirs, nei giorni scorsi, hanno incontrato a Helsinki i vertici di Alko, la società che nel Paese scandinavo detiene il monopolio delle bevande alcoliche e che ogni 4 mesi all’anno, dopo attente e severe valutazioni, decide sull’inserimento di nuove etichette nel mercato locale del settore. I rappresentanti di Alko si sono dimostrati molto interessati all’ingresso dei vini dell’Isola e un nuovo incontro si terrà al prossimo Vinitaly, in programma a Verona dall’8 al 12 aprile. In quell’occasione potrebbe essere dato il via libera all’operazione, che consentirà alle diverse aziende viti-vinicole sarde di aprire ufficialmente un nuovo mercato. Soddisfatto l’assessore regionale dell’Agricoltura, Andrea Prato: "Dopo i prodotti agro-alimentari, sui quali continuiamo a lavorare per assicurare altre possibilità commerciali, siamo sicuri che anche un’altra nostra eccellenza, i vini, a brevissimo saranno presenti negli scaffali delle principali catene distributive della Finlandia. Un Paese questo dove abbiamo creato una finestra importante per diverse nostre filiere strategiche e che avrà ricadute indotte anche sul fronte turistico». L’iniziativa della Sardegna è stata apprezzata anche dall’ambasciatore italiano a Helsinki, Elisabetta Kelescian, che giovedì pomeriggio ha ricevuto una delegazione della Regione di cui facevano parte, oltre all’assessore Prato, il presidente Sfirs Antonio Tilocca e il direttore del Centro regionale di programmazione Gianluca Cadeddu in rappresentanza dell’assessore al Bilancio Giorgio La Spisa. L’ambasciatore ha offerto la sua disponibilità per favorire il processo di promozione, valorizzazione e inserimento dell’agro-alimentare della Sardegna, confermando l’interesse della Finlandia per prodotti di qualità come quelli dell’Isola. Un processo che coinvolgerà in prima persona anche l’Ice (Istituto del commercio estero) e Buonitalia, l’agenzia governativa per la promozione dell’agro-alimentare tricolore nel mondo.  
   
   
VIA LIBERA DELLA REGIONE ALLA STRADA DEL VINO DELLA PROVINCIA DI LATINA  
 
La Giunta della Regione Lazio ha approvato la delibera per il riconoscimento della Strada del Vino della provincia di Latina. È un provvedimento rilevante per il settore enogastronomico della provincia di Latina, importante per tutto il territorio e in particolare per i produttori e le cantine di tutto il pontino, primi tra tutti quelli di Cori. Il primo tratto interessato sarà proprio quello della cittadina del nord della provincia, caratterizzata dalla presenza di cantine di lunga tradizione e da numerosi produttori di alta qualità. La Strada del Vino, che successivamente si estenderà a tutto il territorio provinciale, costituisce un itinerario turistico basato sulla valorizzazione delle risorse enogastronomiche di un territorio e fa leva sulla rete delle cantine e dei produttori del territorio.  
   
   
TRENTO: DIFESA DELLA VITE, L’ISTITUTO AGRARIO IN AIUTO ALLA CALIFORNIA  
 
L’istituto Agrario di San Michele all’Adige corre in aiuto alla California, in particolare alla contea di Napa, per gestire il problema della recente apparizione di una infestazione provocata dalla tignoletta della vite, un insetto contro il quale in Trentino si ricorre da anni al metodo della confusione sessuale. La richiesta di supporto tecnico all’Istituto Agrario è arrivata direttamente dalla Ppq executive team, un omologo del nostro servizio fitosanitario responsabile di mettere in atto le misure di quarantena. Claudio Ioriatti, responsabile dell’area sperimentazione agraria e agricoltura sostenibile del Centro Trasferimento Tecnologico di San Michele, spiega che “l´invito a partecipare al gruppo di lavoro internazionale è stato particolarmente gratificante in quanto non solo riconosce l’esperienza dell’Istituto Agrario circa la biologia di un fitofago tradizionalmente infeudato alla viticoltura di casa nostra, ma qualifica il lavoro di ricerca e sperimentazione di San Michele in collaborazione con le due prestigiose istituzioni delle quali fanno parte gli altri due colleghi italiani: Bruno Bagnoli del Cra di Firenze e Andrea Lucchi del dipartimento di coltivazione e difesa delle specie legnose dell’Università di Pisa”. Il Trentino Alto Adige è riconosciuto come pioniere in Italia nell’applicazione di questa strategia di controllo, un metodo di lotta biologico che confonde sessualmente gli insetti dannosi per evitare la loro riproduzione. La tignoletta della vite, da sempre presente in Europa, è stata segnalata nel 2007 in Cile e dall´anno scorso rinvenuta per la prima volta in California. La sua presenza desta particolare preoccupazione in quanto, date le condizioni climatiche particolarmente favorevoli al suo sviluppo, rischia di minare l´efficacia delle strategie di difesa attualmente in essere con gravi ripercussioni sia sulla redditività della coltura sia per l´indubbio impatto ambientale conseguente alla necessità di mettere in atto un controllo chimico. Il gruppo di lavoro, che coinvolge esperti di tutto il mondo, si sta scambiando informazioni sulle attuali conoscenze per stilare le raccomandazioni operative con il duplice scopo di meglio delimitare la problematica e di definire le misure per tentare l´eradicazione del fitofago.  
   
   
CARPENE’ MALVOLTI SIGLA L’ACCORDO CON IL GRUPPO ITALIANO VINI PER LA DISTRIBUZIONE DEI SUOI PRODOTTI IN ITALIA  
 
Le due aziende, dal 21 Aprile 2010, inizieranno a collaborare sul mercato nazionale per la distribuzione della storica firma del prosecco. Nei giorni scorsi si è concretizzato un importante accordo tra due protagonisti del mondo vitivinicolo italiano. Nella sua storica sede di Conegliano, la Carpenè Malvolti, affermata produttrice di spumanti, ha siglato un contratto con il numero uno del vino italiano, il Gruppo Italiano Vini, che prevede la distribuzione sul mercato nazionale, dal prossimo 21 aprile, dei prodotti a marchio Carpenè sia nel canale Moderno che nell’Ho.re.ca., lasciando invariata l’attuale distribuzione sui mercati esteri. Etile Carpenè, Presidente della Carpenè Malvolti, e Corrado Casoli, Presidente di Gruppo Italiano Vini, hanno espresso grande soddisfazione per l’accordo siglato. Ciò consentirà di coniugare la forza del marchio Carpenè Malvolti e la rinomata qualità dei suoi prodotti quali Prosecco, Spumanti, Brandy e Grappa, con la forza distributiva del Gruppo Italiano Vini che, grazie a questa collaborazione, vede completarsi la propria offerta di prodotti veneti.La Carpenè Malvolti, azienda di famiglia dal 1868, è la marca che ha dato i natali al Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg e ad essa conferiscono uve e mosti di prima scelta oltre 100 viticoltori, dalle zone più vocate del territorio. E’ leader in Italia per il Prosecco di alta qualità come pure in altri Paesi quali la Svizzera, Usa, Canada, Giappone, Inghilterra, Hong Kong e Australia e vanta il posizionamento premium price. L’arte Spumantistica, progetto di ricerca per una gamma di vini di eccellenza prodotti con uve da vitigni mai spumantizzati prima come il Rosè Brut, Kerner, Viognier e Cersegi, è stata premiata da esperti intenditori. Morbide Grappe di Prosecco, un Brandy inimitabile e un autentico Metodo Classico fanno da cornice all’immagine della Carpenè Malvolti che, grazie all’accordo con il Gruppo Italiano Vini, ottimizzerà al meglio le sinergie ottenibili dalla reciproca specifica appartenenza al mondo del vino di eccellenza. Il Gruppo Italiano Vini è la più importante azienda vitivinicola italiana e tra le prime a livello internazionale, con cantine di proprietà di grande e lungo prestigio, distribuite nelle zone vitivinicole più rinomate d’Italia: da Nino Negri in Valtellina a Tenuta Rapitalà in Sicilia, da Melini in Toscana a Fontana Candida in Lazio, da Bolla in Valpolicella a Castello Monaci in Puglia. Il Gruppo può contare su una forza di vendita capillare e diversificata, unica in Italia per numero e struttura organizzativa, presente sia nell’on-trade che nell’off-trade. Grazie a 150 agenti, key-account e promoter che operano in tutto il territorio nazionale, il Gruppo Italiano Vini riesce ad adattare la propria offerta alle varie esigenze del mercato, coniugando la propria proposta con gli stili e le abitudini di consumo dei diversi clienti e consumatori. Questo accordo nasce in un momento di espansione del mercato del Prosecco e, a fronte dei cambiamenti intervenuti con l’introduzione della nuova Denominazione di Origine Controllata e Garantita riservata al Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg ed ai significativi mutamenti avvenuti sul mercato nazionale, si aprono nuovi e interessanti scenari di sviluppo per una nuova e promettente strategia di crescita delle due Aziende.  
   
   
AI NASTRI DI PARTENZA L’EPOPEA DEL PROSECCO DOCG.  
 
Conegliano (Treviso) - Sarà il 48° Vinitaly in programma alla Fiera di Verona dall’8 al 12 aprile prossimi la prima grande vetrina ufficiale del Prosecco Superiore Docg, avanguardia e portabandiera di quel Prosecco, vino esclusivo del Nord Est italiano, divenuto ormai sui mercati mondiali punto di riferimento della moderna spumantistica mondiale. La presenza di questo vino antico e innovativo sarà esaltata in grande stile, nell’ambito di un programma di comunicazione finalizzato a far conoscere a operatori ed estimatori italiani e stranieri la rivoluzione che ha interessato il Prosecco a partire dalla vendemmia 2009: una svolta che ha blindato il vino al territorio dove è nato e che gli ha dato il successo, creando una piramide tutta a Denominazione dove la “Garantita” rappresenta il vertice riconosciuto, che fa perno sulle due aree storiche Conegliano Valdobbiadene e Asolo. Qui la Docg garantirà al Prosecco una marcia in più e assicurerà la piena tracciabilità del percorso che ogni bottiglia farà dal vigneto alle tavole dei cinque continenti, Il cambiamento nella continuità del Prosecco è stato presentato in anteprima alla stampa questa mattina all’enoteca dell’Istituto “Cerletti” di Conegliano dal vicepresidente della Giunta regionale, affiancato dal presidente del Consorzio di tutela Conegliano Valdobbiadene Franco Adami, dal direttore Giancarlo Vettorello e dalla preside della scuola enologica Damiana Tervilli. La presentazione è stata seguita da un brindisi d’anticipo benaugurale del Prosecco Superiore vendemmia 2009. Quella del “Cerletti” è stata una scelta non casuale, perché il Prosecco e l’Istituto sono nati nel 1876 e cresciuti assieme, in una sorta di simbiosi che ha unito formazione, sperimentazione e successo di mercato. E la data del 1876 è riportata nel nuovo logo che contraddistingue la produzione del Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene a Denominazione d’Origine Controllata e Garantita. La Regione contribuirà in maniera forte a far conoscere il “nuovo” Prosecco, che è il vino eccellente di sempre – ha sottolineato il vicepresidente della Giunta – e proprio perché questo vino parlerà a tutti del nostro territorio e della nostra cultura lo sosterremo soprattutto sul mercato interno ed europeo anche con i finanziamenti per il turismo, mentre nei Paesi Terzi utilizzeremo i contributi previsti dalla nuova Organizzazione Comune di Mercato del Vino. Non solo la Regione opererà a favore del Prosecco – ha concluso – ma in definitiva sarà il Prosecco ad operare a favore della Regione. Nessun dubbio sulla scelta di una nuova Doc interregionale che tutela il nome Prosecco, al cui interno l’area storica si assume il compito di “ariete” e di battistrada sui mercati. “Non abbiamo nessuna paura del futuro – ha affermato Adami – perché ha paura del futuro chi non è sicuro del proprio presente. La rivoluzione è stata fatta per dare il giusto valore al mondo del Prosecco e lo spumante della zona storica ha creato nel tempo uno stile che non ha eguale nel mondo delle bollicine, dando origine al vero “fenomeno” di mercato del vino mondiale”. La Docg diventa anche ambasciatrice del territorio e permetterà di farne conoscere le particolarità, le singole microaree di produzione, che potranno essere citate sotto la più generale dizione “Rive”, parola con la quale in questa zona sono chiamati i pendii collinari.