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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 25 Maggio 2010
LE ESPLOSIONI STELLARI PORTANO CALCIO ALLE NOSTRE OSSA  
 
Bruxelles, 25 maggio 2010  - Un team internazionale di scienziati ha scoperto un´esplosione di una stella che produce enormi quantità di calcio, il quale va a finire nelle nostre ossa. La ricerca, finanziata in parte attraverso una borsa di studio Marie Curie Irg (International Reintegration Grant), nell´ambito del Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue, fornisce inoltre informazioni su come queste stelle ricche di calcio possono rappresentare una nuova classe di supernovae. Le scoperte sono state pubblicate sulla rivista Nature. L´uso di telescopi robotici negli ultimi 10 anni circa ha fatto aumentare la curiosità degli astronomi a proposito delle stelle in esplosione. Nel 2005 i ricercatori del telescopio automatico Katzman (Kait) presso l´Università della California, Berkley, negli Stati Uniti, hanno scoperto la singolare supernova (Sn) 2005E, una delle otto "supernovae ricche di calcio" conosciute. "Tra le tante supernovae che stiamo localizzando, ne stiamo scoprendo alcune particolari, che potrebbero rappresentare meccanismi fisici diversi rispetto ai due tipi conosciuti o che potrebbero essere semplicemente variazioni delle caratteristiche standard," ha spiegato il professor Alex Filippenko, Direttore del Kait e uno degli autori dello studio. "Ma la Sn 2005E è un tipo di esplosione diverso. Insieme alle altre supernovae ricche di calcio potrebbe costituire una vera e propria sottoclasse e non semplicemente un caso isolato." Secondo il professor Filippenko, la Sn 2005E è diversa dalle due classi principali di supernovae: Il tipo di supernova Ia è il risultato di una violenta esplosione di una stella nana bianca (quel che rimane di una stella che ha completato il suo normale ciclo vitale); e il tipo Ib/c o tipo Ii sono categorie di esplosioni stellari generate dal collasso del nucleo di stelle grandissime. Quest´ultimo gruppo si lascia dietro buchi neri o stelle di neutroni. Questo recente studio, condotto sotto la guida del Dott. Hagai Perets dell´Harvard-smithsonian Center for Astrophysics negli Stati Uniti (Cfa) e del Dott. Avishay Gal-yam del Weizmann Institute of Science in Israele, dimostra come la stella originaria fosse una stella nana di piccola massa che rubava l´elio da un´altra stella nana bianca finchè la temperatura e la pressione non haon innescato un´esplosione termonucleare che ha fatto saltare almeno gli strati più esterni della stella, cancellandola forse completamente. "La stella donatrice è stata probabilmente completamente distrutta in questo processo, ma non siamo sicuri sul destino della stella che prelevava l´elio," ha detto il dott. Gal-yam. "Non avevamo mai visto uno spettro come questo," ha dello il co-autore, dott. Paolo Mazzali dell´Istituto Max-plank di Astrofisica in Germania e della Scuola Normale Superiore in Italia. "Era chiaro che la singolare coposizione chimica di questa esplosione era fondamentale per capirla." Secondo le stime del team circa il 50% della massa esplosa era costituita da calcio. I ricercatori affermano che questo potrebbe spiegare il perchè l´universo e i nostri corpi sono tanto ricchi di questo elemento. Se appena un paio di esplosioni stellari come questa si verificassero ogni secolo, ciò basterebbe per generare il calcio che si trova nelle galassie, come la Via Lattea, e nelle creature viventi del nostro pianeta. Nel frattempo alcuni ricercatori dell´Università di Hiroshima in Giappone, che presentano i risultati di un loro studio sullo stesso numero di Nature, affermano che l´inizio della Sn 2005E è stato enorme e che essa ha subito il tipo di collasso che si può osservare nelle supernovae di tipo Ii. "La situazione adesso è confusa," ha commentato il professor Filippenko. "Ma speriamo che, trovando altri esempi di questa sottoclasse di supernovae insolite e osservandole più attentamente, scopriremo nuove variazioni sul tema e capiremo meglio il tipo di fisica che le regola." Commentando l´importanza di questo studio, il co-autore Dae-sik Moon dell´Università di Toronto in Canada ha detto: "L´esplosione di una supernova è l´evento più ricco di energia e brillante che possa verificarsi nell´universo. È ricco di informazioni, non solo su come muoiono le stelle, ma anche utili per capire l´origine della vita e l´espansione dell´universo." A questo lavoro hanno contribuito anche scienziati provenienti dal Cile e dal Regno Unito. Per maggiori informazioni, visitare: Nature: http://www.Nature.com/  Kait - University of California, Berkeley: http://astro.Berkeley.edu/bait/public_html/kait_lwd.html  Harvard-smithsonian Center for Astrophysics: http://www.Cfa.harvard.edu/  Weizmann Institute of Science: http://wis-wander.Weizmann.ac.il/site/en/homepage.asp    
   
   
EUROPEI OFFRONO SPERANZA AI MALATI DI DEMENZA  
 
Bruxelles, 25 maggio 2010 - La perdita di memoria legata all´età è una condizione debilitante che rappresenta un pesante fardello personale e sociale. Tuttavia, i risultati promettenti del progetto Epitherapy ("An epigenetic approach towards the recovery of neuronal network plasticity and cognitive function in neurodegenerative"), finanziato dall´Ue, suggeriscono che siamo sempre più vicini a comprendere la demenza negli anziani, nonché allo sviluppo di un farmaco per potenziare la memoria. I risultati sono pubblicati nella rivista Science. Più di 7 milioni di europei sono colpiti da demenza, una malattia causata principalmente da malattie neurodegenerative, come l´Alzheimer o la malattia di Huntington. La demenza colpisce le aree cognitive, tra cui la memoria, l´attenzione, il linguaggio e la risoluzione di problemi, e nelle sue fasi successive si traduce spesso in disorientamento. Nonostante la grande mole di ricerche fino ad oggi compiute, non esiste una cura. Gli esperti prevedono che il numero di europei colpiti da demenza raddoppierà fino a raggiungere i 14 milioni entro il 2025. Questo significa una qualità di vita compromessa per una larga maggioranza di persone, ma altresì un costo economico rilevante per l´Europa. Il declino cognitivo, legato soprattutto alla memoria, fa comunque parte dell´invecchiamento, scrive il dottor J. David Sweatt della University of Alabama a Birmingham (Uab), negli Stati Uniti, il cui lavoro è pubblicato su Science accanto a quello svolto da ricercatori europei sullo stesso argomento. "Infatti, la verità è che il declino cognitivo legato all´età inizia probabilmente quando si stanno per raggiungere i cinquant´anni. Questo deterioramento è particolarmente pronunciato nella memoria dichiarativa - la capacità di ricordare fatti ed esperienze", aggiunge il dottor Sweatt, presidente del Dipartimento di Neurobiologia dell´Uab. Per il dottor Sweatt e i suoi colleghi europei, la grande promessa di arrestare la perdita di memoria (e perfino di migliorare la memoria nei modelli animali) risiede nei farmaci noti come inibitori delle istone deacetilasi. "È una vera e propria prova di concetto", ha detto il dottor Sweatt. "Abbiamo studiato gli inibitori delle istone deacetilasi per circa 10 anni. Gli studi svolti nel nostro laboratorio e altrove hanno fortemente suggerito che questi farmaci potrebbero invertire la disfunzione di memoria associata all´invecchiamento". Le scoperte del team europeo, guidato dal dottor Shahaf Peleg dell´Università di Göttingen, in Germania, integrano e supportano il lavoro svolto in precedenza nel laboratorio del dottor Sweatt. Nell´ambito del progetto Epitherapy, la squadra del dottor Peleg ha osservato l´impatto positivo degli inibitori della istone deacetilasi in modelli murini. "I nuovi risultati dal gruppo di Peleg costituiscono un´importante prova di principio che potrebbe trattarsi di una soluzione valida per interventi terapeutici per l´invecchiamento", ha spiegato il dottor Sweatt, aggiungendo che occorrono ulteriori ricerche per stabilire se i risultati provocano la formazione della memoria nell´uomo. "Si spera che questi studi portino a strategie di prevenzione più efficaci per migliorare la qualità della vita delle persone anziane, nonché contribuiscano ad una migliore comprensione della memoria", conclude lo scienziato americano. Il progetto Epitherapy è stato finanziato dalla rete Neuron ("Network of European funding for neuroscience research"), che fa parte del programma Era-net (European Research Area-network) dell´Ue. L´obiettivo di Neuron è di collegare i programmi europei nazionali di finanziamento della ricerca e le attività di finanziamento nel campo delle neuroscienze legate alle patologie. Neuron, che dovrebbe concludersi nel dicembre 2010, ha ricevuto finanziamenti per 2,7 milioni di euro attraverso il Sesto programma quadro (6° Pq) dell´Ue. Oltre all´Università di Göttingen, al progetto Epitherapy hanno collaborato ricercatori del Centre national de la recherche scientifique (Cnrs), in Francia, e dell´Universidad Miguel Hernández in Elche, in Spagna. Per maggiori informazioni, visitare: Neuron: http://www.Neuron-eranet.eu/  Science: http://www.Sciencemag.org/    
   
   
OSPEDALE DI LIVORNO, SIGLATO L’ACCORDO DI PROGRAMMA 267 MILIONI DI EURO PER GLI INTERVENTI EDILIZI, 15 MILIONI PER LE OPERE INFRASTRUTTURALI  
 
Livorno, 25 maggio 2010 - Siglato il 24 maggio l´accordo di programma per la realizzazione del nuovo presidio ospedaliero di Livorno e delle opere infrastrutturali connesse. Con il presidente Enrico Rossi, hanno firmato il direttore generale della Asl 6 di Livorno Monica Calamai, il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi, l´assessore allo sviluppo economico e territoriale della Provincia di Livorno Piero Nocchi, il direttore regionale della Direzione per i beni culturali e paesaggistici della Toscana, Maddalena Ragni, il soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Pisa e Livorno, Agostino Bureca, e il soprintendente per i beni archeologici della Toscana Fulvia Lo Schiavo. Alla firma era presente anche l´assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia. L´accordo di programma siglato stamani fa seguito al protocollo firmato nel dicembre scorso da tutti i soggetti interessati. I passi succ essivi saranno la predisposizione del progetto di massima, e l´avvio dell´adeguamento dei vari strumenti urbanistici. «La firma di stamani segna una tappa molto importante di un percorso avviato quando ero assessore al diritto alla salute, e questo è per me motivo di grande soddisfazione - ha detto Enrico Rossi - Con questo accordo di programma si compie un altro passo importante verso l´obiettivo di dotare Livorno e la Toscana di un nuovo e moderno ospedale. Una scelta che rientra nel quadro più complessivo di qualificazione della sanità pubblica, che la Regione sta perseguendo da anni con la realizzazione di tanti nuovi ospedali e l´ammodernamento dell´intera rete. La discussione sul nuovo ospedale di Livorno - ha ricordato Rossi - è inziata tre anni fa´, nel corso di un´inaugurazione. Livorno è una città importante, e ha diritto ad avere un ospedale importante. L´intervento si inserisce nel quadro di rinnovamento delle struttur e della sanità toscana, un percorso che è partito con una delibera del 1985. Io lo definisco volentieri un affresco, che completeremo nel 2013. Sono contento che all´interno di questo affresco rientri anche Livorno. Quanto all´ubicazione del nuovo ospedale, so che c´è una discussione in corso. E´ giusto che sia la città di Livorno a decidere. Se il referendum deciderà per un´altra ubicazione, slitteranno un po´ i tempi, ma l´ospedale si farà comunque. Basta che l´ospedale sia in una posizione stretegica, facilmente raggiungibile ». L´accordo definisce i rapporti e le azioni coordinate fra le parti per garantire la partecipazione di tutti i soggetti interessati al programma di interventi per realizzare il nuovo presidio ospedaliero in località Montenero e le opere infrastrutturali connesse (l´adeguamento della viabilità esistente, la realizzazione di adeguate rotatorie e svincoli, corsie preferenziali, piste cicl abili). Il costo complessivo del nuovo ospedale sarà di 266.892.000 euro, di cui 185.413.000 a carico dell´azienda 6 di Livorno, e 81.479.000 da risorse private (project financing). Il costo dell´adeguamento delle opere infrastrutturali ammonta a 15 milioni di euro. «Oggi con il presidente Rossi firmiamo un accordo che per Livorno non vuol dire soltanto "nuovo ospedale" - ha detto il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi - Intorno a questa idea ruota una nuova offerta di salute, pubblica, ai cittadini livornesi. Penso alla riorganizzazione del rapporto ospedale-territorio, con la realizzazione di nuove forme di alta intensità di cura e di alta intensità assistenziale, in perfetta sintonia con quanto previsto nei documenti dell´Organizzazione mondiale della sanità e nelle leggi che la Regione Toscana si è data per l´organizzazione delle attività sanitarie e ospedaliere nel nostro territorio. L´impegno del presidente, manifes tato già nella sua veste di assessore regionale al diritto alla salute, trova oggi un importante momento di concretezza, a dimostrazione di quanto sia importante, e fattuale, la cooperazione tra le diverse istituzioni, locali e regionali. La città di Livorno saprà cogliere questa opportunità e tradurla in una occasione di generale miglioramento della qualità della vita e della coesione sociale. Sono orgoglioso del percorso fatto, e ringrazio Enrico Rossi, nella sua veste di assessore al diritto alla salute, prima, e di presidente ora. Voglio sottolineare che abbiamo fatto questo enorme sforzo senza spendere niente per consulenze esterne, avvalendoci di tutte professionalità interne all´azienda. Quanto al referendum, è uno strumento di democrazia: ben venga il referendum, se ci consente anche di accelerare i tempi».  
   
   
TUMORE AL POLMONE: IN LAZIO RECORD D’INCIDENZA E MORTALITA’ NELLE DONNE  
 
Roma, 21 maggio 2010 - Il Lazio è la prima Regione per tassi di mortalità e incidenza da tumore del polmone tra le donne. Anche per contrastare queste stime regionali sfavorevoli, elaborate dall’Iss al 2008 sui numeri realmente osservati dal registro tumori che copre la zona di Latina, l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (Ire) di Roma è l’unico centro italiano che ha partecipato al programma internazionale Early Lung Cancer Action (I-elcap), promosso dalla Cornell University di New York, per la prevenzione del tumore del polmone, neoplasia che si stima colpisca più di 32.000 persone ogni anno in Italia, più di 3.400 solo nel Lazio. Questi dati, insieme alle più importanti iniziative scientifiche di ricerca e innovazioni biomediche a sfondo diagnostico-terapeutico, saranno tra i temi affrontati nell’ambito del convegno “Bersaglio polmone: i biomarkers in oncologia polmonare: prospettive di integrazione diagnostico-terapeutiche – 2° Corso Nazionale” il 21 e 22 maggio all’Ire con la partecipazione dei maggiori esperti e ricercatori a livello nazionale. “Negli ultimi anni l’incidenza del tumore del polmone è in diminuzione tra gli uomini mentre si registra una crescita nelle donne – afferma il prof. Francesco Cognetti direttore dell’oncologia medica dell’Ire e presidente del convegno -, almeno in parte spiegabile con un aumento del vizio del fumo tra il gentil sesso. Nel Lazio le stime dell’Iss indicano un tasso grezzo di mortalità di 30 decessi ogni 100.000 donne in un anno. Un numero elevato rispetto alla media italiana di 20. Se correggiamo i dati per l’età, abbiamo un tasso di 17 decessi in Lazio. Per l’incidenza in regione il tasso grezzo è 39 casi all’anno su 100.000 donne, quello corretto per età 23, contro le medie nazionali che sono 25 e 14 rispettivamente, numeri elevati per i quali dobbiamo ancora individuare le cause più plausibili e accertabili. Ma soprattutto dobbiamo prepararci ad affrontare la sfida che questi indicatori epidemiologici ci pongono e cioè quella della diagnosi precoce e del miglioramento delle attuali terapie e di quelle più innovative”. “Sul primo fronte – continua Cognetti - il programma I-elcap in attesa dei risultati degli ampi studi randomizzati in corso, non consente ancora di applicare la Tc spirale come screening sulla popolazione per trovare precocemente il tumore del polmone, quando è ancora operabile e resecabile con buone probabilità di arrestare almeno temporaneamente la malattia ed è da considerarsi una metodica utilizzabile solo negli studi clinici e non come screening generalizzato così come oggi si fa per altri tumori come quelli a seno, prostata e colon retto”. Assieme ai programmi di studio sulla diagnosi precoce, oggi è possibile anche somministrare farmaci che producano disassuefazione al fumo: all’Ire è in corso uno studio, in collaborazione con l’Istituto Nazionale Tumori e l’Humanitas di Milano, su forti fumatori con una duplice strategia: diagnosi precoce con Tc spirale e somministrazione della vareniclina, molecola che produce disassuefazione. Il congresso è particolarmente incentrato sull’aspetto oggi più moderno del trattamento del carcinoma del polmone, l’integrazione tra le conoscenze bio-molecolari della progressione tumorale e l’utilizzo dei farmaci a bersaglio molecolare che agiscono su specifici target cruciali per la trasformazione neoplastica. “Probabilmente su questo fronte si sono registrate le più importanti innovazioni – spiega Cognetti - che dall’ambito della ricerca si sono trasferite, in pochi ma rilevanti ambiti, alla sfera terapeutica. Se pochi anni fa i tumori del polmone non a piccole cellule venivano trattati tutti nello stesso modo a parità di stadio di malattia, oggi invece, grazie alle fondamentali acquisizioni sui ‘pathways’ preferenziali di crescita di alcuni istotipi, i pazienti accedono a differenti opzioni terapeutiche in stretta correlazione con il corredo genetico-molecolare della loro specifica malattia, usufruendo così di una vera e propria terapia personalizzata”. Ad esempio, come dichiara il prof. Giorgio Scagliotti dell’Università di Torino, co-chairman del congresso: “una percentuale compresa tra 10 e 30% dei pazienti colpiti da tumore del polmone esprime alterazioni nell’espressione del gene dell’epidermal growth factor receptor (Egfr), recettore di superficie del fattore di crescita, alterazioni che rappresentano uno dei messaggi biochimici per la proliferazione delle cellule cancerose. In media nel 20% dei pazienti questo oncogene è alterato (mutato), ed è contro esso che in linea di massima è possibile intervenire con molecole che interagiscono con Egfr e con altri fattori coinvolti nel processo di diffusione del tumore, bloccandone così la crescita incontrollata. Tale approccio terapeutico – prosegue Scagliotti - ha dimostrato in alcuni studi condotti in Asia di incrementare in maniera significativa la sopravvivenza senza progressione di malattia nei pazienti con questa caratteristica bio-molecolare”. “L’identificazione di sottogruppi di pazienti con apparente medesima patologia ma con caratteristiche bio-molecolari peculiari – conclude Cognetti - rende possibile l’attuazione di una gestione razionalizzata delle terapie a bersaglio molecolare, proponendole solo a quei pazienti che veramente ne beneficiano in maniera significativa. Ciò risponde all’obiettivo scientifico, terapeutico, etico e consente di razionalizzare la spesa farmaceutica, così in discussione oggi per l’introduzione di queste nuove molecole. L’identificazione alla diagnosi di fattori predittivi bio-molecolari, rappresenterà perciò il momento cruciale per la caratterizzazione biologica del tumore specifico di quel paziente, consentendone un trattamento personalizzato”.  
   
   
MILANO: PRESENTATA LA DECIMA EDIZIONE DI "CONVIVIO" PREVENZIONE ARMA PRINCIPALE CONTRO L’AIDS  
 
Milano, 25 maggio 2010 - L’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna è intervenuto ieri mattina a Palazzo Marino alla presentazione della decima edizione di Convivio, la mostra mercato di beneficenza che dal 1992 abbina sensibilità artistica e sociale per raccogliere fondi da destinare alla lotta contro l’Hiv. Uno scopo che quest’anno, oltre all’impegno del professor Mauro Moroni, può contare su due testimonial, presenti oggi alla conferenza stampa in Sala Alessi, l’attrice Maria Grazia Cucinotta e il conduttore televisivo Francesco Facchinetti. Dalla prima edizione Convivio è in crescita costante, come è purtroppo costante l’aumento delle persone affette da Aids. Basti pensare che in Italia s’infettano tra le 4mila e le 6mila persone all’anno, un terzo delle quali in Lombardia. Ogni 11 nuovi casi 3 si registrano a Milano dove vengono contagiate 750 persone all’anno e in una percentuale molto alta, pari al 39%, la diagnosi è tardiva. “Si rende pertanto necessario - dichiara l’assessore Landi di Chiavenna - ampliare la campagna d’informazione e di formazione culturale per contrastare la diffusione della malattia. La mancanza di precauzioni e la superficialità nell’approccio ai rapporti sessuali non protetti è un fatto di cultura sociale che vede l’Assessorato alla Salute fortemente impegnato. Bisogna superare la logica della vergogna e fare in modo che le famiglie intraprendano un percorso di educazione ai corretti stili di vita assieme ai loro figli perché i dati più allarmanti riguardano i giovanissimi”. Per un adolescente su 6 il primo rapporto sessuale avviene a 14 anni e a preoccupare maggiormente è il fatto che il 37% delle ragazze milanesi sotto i 26 anni non usa il preservativo. La prima volta, nel 10% dei casi, accade addirittura “tra i banchi di scuola con un partner che, per il 43% delle giovani prima che raggiungano i 26 anni, è destinatati a essere soppiantato da altri quattro. I partner poi, nella maggioranza dei casi, sono occasionali”. “Per rispondere all’allarme, l’Assessorato alla Salute - spiega Landi di Chiavenna – ha creato un laboratorio di consulenza dove nel pomeriggio i ragazzi verranno accolti per essere informati nel campo dell’educazione sessuale. Perché è bene che di Aids a Milano si continui a parlare, benché persistano inibizioni e tabù. In questi anni abbiamo assistito allo sdoganamento di un pesante stigma sociale che ha comportato però un pericoloso alleggerimento nella percezione collettiva della gravità dell’infezione. L’ingresso disinvolto nella sessualità da parte dei giovani e la disponibilità di cure sempre più efficaci hanno in parte ridimensionato, purtroppo, il terrore per l’epidemia che sappiamo essere subdola e in continua espansione”. “Ad essere cambiati - continua l’assessore - sono il tono e la disponibilità culturale con cui oggi parliamo di Aids. La normalità dell’epidemia è diventata il nuovo fronte di discussione. Non si ha più paura d’ammettere che ad ammalarsi sono persone con un lavoro normale, spesso una famiglia, una compagna o una fidanzata. Il merito è evidentemente anche di manifestazioni come Convivio che hanno imposto un modo di guardare all’Aids disincantato, ma positivo, serio e al contempo gioviale. Il connubio tra la moda, anzi l’alta moda dei migliori tra gli stilisti italiani e del mondo, nasceva peregrino, ma nella sua stessa eccentricità poneva una questione cruciale: l’Aids è una malattia che può toccare chiunque. Il messaggio lanciato da Convivio nell’ormai lontano 1992 era esattamente questo: una robusta presa di coscienza, una responsabilizzazione. Lo scintillio e il prestigio della moda potevano veicolare un’importante comunicazione etica: questa è una malattia che si sconfigge con comportamenti improntati al buon senso. É lo spirito con cui si affronta l’Aids, insomma, a fare la differenza. Perché l’Aids, prima ancora che curata, dev’essere prevenuta con ogni mezzo”. “In queste dieci edizioni di Convivio - aggiunge Landi - abbiamo, insomma, imparato a parlare di Hiv con liberale schiettezza, affermando che il principale strumento per combatterla è la prevenzione. La posizione dell’Assessorato alla Salute è molto chiara e netta. Si fa pessima politica quando si mette la testa sotto la sabbia per una sorta di timore reverenziale verso ciò che non vorremmo ascoltare. La prevenzione è altra cosa: informa, sensibilizza, coglie i problemi al loro primo sorgere, senza aspettare che s’incancreniscano. É quanto fa Convivio, regalando a Milano un momento di divertimento e di presa di posizione etica, e quanto continuerà a fare l’Assessorato alla Salute lavorando sulla prevenzione con i giovani, con le donne, con la cittadinanza”. “Per questo - conclude l’assessore -abbiamo lanciato, con alcuni partner privati, il progetto di un laboratorio permanente per attività di consulenza rivolte ai ragazzi e alle ragazze di Milano sulle modalità d’infezione da Aids e in generale sui rischi di una sessualità non protetta”.  
   
   
IN SICILIA ASSISTENZA PEDIATRICA GARANTITA  
 
Palermo, 25 maggio 2010 - "L´assistenza di primo e secondo livello ai bambini cardiopatici, assicurata oggi dall´ospedale "Civico" di Palermo, non e´ in alcun modo messa a rischio. In particolare, continueranno ad essere assicurate la diagnostica prenatale e neonatale, le procedure di stabilizzazione d´urgenza del neonato e del bambino cardiopatico e tutte le attivita´ connesse al percorso diagnostico - terapeutico pre chirurgico e post chirurgico. Non stiamo smantellando nulla, anzi ci stiamo preoccupando di migliorare l´assistenza realizzando un modello virtuoso che sara´ un punto di riferimento in Italia. Chi sostiene il contrario, magari alimentando le legittime preoccupazioni dei genitori, mente sapendo di mentire". Lo ha detto con chiarezza l´assessore regionale alla Salute Massimo Russo, al termine di una riunione che si e´ svolta il 24 maggio in assessorato alla presenza dei genitori di alcuni bambini cardiopatici. "Stiamo realizzando - prosegue Russo - un modello assistenziale di eccellenza, in linea con gli standard nazionali e internazionali secondo cui e´ previsto una sola cardiochirurgia pediatrica di terzo livello ogni 7 milioni di abitanti. Attualmente la struttura dell´ospedale "Civico" di Palermo non e´ adeguata a garantire le condizioni di sicurezza: da qui la decisione di spostare temporaneamente l´attivita´ di cardiochirurgia pediatrica all´ospedale "San Vincenzo" di Taormina, in attesa che nei prossimi mesi venga allestito all´ospedale "Cervello" di Palermo - che diventera´ il nuovo centro di riferimento regionale per tutte le attivita´ pediatriche di eccellenza - il dipartimento di cardiologia e cardiochirurgia che e´ gia´ stato progettato in collaborazione con l´ospedale pediatrico "Bambin Gesu´" di Roma, che rappresenta un punto di riferimento per l´assistenza in Europa". L´assessore Russo chiarisce che la nascita del nuovo dipartimento di eccellenza, dal punto di vista temporale, non e´ in alcun modo legato alla realizzazione del nuovo Centro di eccellenza materno infantile, il Cemi, i cui lavori, cominciati la scorsa settimana, saranno ultimati entro due anni e mezzo. "Negli ultimi giorni - aggiunge Russo - ho anche letto dichiarazioni secondo cui a Taormina non ci sarebbe neanche il punto nascita: niente di piu´ falso. Purtroppo, sono due anni che mi trovo a dover ribattere, con i fatti, a dichiarazioni spesso non documentate di chi - per il ruolo che svolge - dovrebbe avere maggiore senso di responsabilita´ e invece cerca di difendere interessi diversi da quelli dei malati, strumentalizzando il dolore e i bisogni delle gente". Proprio la scorsa settimana l´assessore Russo ha firmato un decreto con il quale viene riorganizzata in Sicilia tutta l´attivita´ di cardiologia e cardiochirurgia pediatrica disegnando un´organizzazione assistenziale capillare che prevede la presenza in tutta l´isola di strutture di primo e secondo livello, collegate in rete con un´unica struttura di terzo livello, quella che appunto garantisce gli interventi di alta complessita´. Per mercoledi´ prossimo e´ stata convocata una riunione operativa in assessorato con i dirigenti dell´ospedale "Cervello" e dell´ospedale "Civico" di Palermo.  
   
   
CON UN CORSO FORMATIVO PER I MEDICI DI FAMIGLIA PARTE IL PROGETTO SPERIMENTALE SU RETI ASSISTENZIALI DI CURE PALLIATIVE E TERAPIA DEL DOLORE. IL PROGETTO È NAZIONALE, EMILIA-ROMAGNA CAPOFILA  
 
Bologna, 25 maggio 2010 - E’ partita ieri a Salsomaggiore terme, con il primo corso “Terapia del dolore in medicina generale, la formazione dei formatori”, la prima fase del progetto sperimentale per la realizzazione di reti assistenziali di cure palliative e terapia del dolore in tutto il Paese. Un progetto approvato dalla Conferenza Stato-regioni nel marzo dello scorso anno, che vede l’Emilia-romagna capofila delle quattro Regioni che partecipano: oltre a Emilia-romagna, ci sono Lazio, Veneto, Sicilia. L’obiettivo generale è riorganizzare e sistematizzare le diverse esperienze di lotta al dolore per realizzare reti assistenziali strutturate e integrate, garantire una maggiore facilità di accesso ai percorsi assistenziali disponibili, rafforzare l’offerta assistenziale nel territorio per gli adulti e i bambini. Il primo corso di formazione è rivolto ai medici di famiglia, primo anello della rete assistenziale da sviluppare. I medici che partecipano saranno a loro volta formatori e trasferiranno conoscenze ed esperienze ai loro colleghi in modo da migliorare la prima risposta assistenziale al problema del dolore e a indirizzare, in base alla necessità, verso ambulatori e centri specializzati che costituiranno i nodi della rete. La rete assistenziale è basata su tre nodi: medici di famiglia, ambulatori di terapia antalgica, centri di riferimento per la terapia del dolore. In Emilia-romagna sono già presenti centri di riferimento e ambulatori per il trattamento del dolore; occorre ora sviluppare il lavoro in rete e realizzare così percorsi assistenziali integrati. Il modello organizzativo – Hub & Spoke – è quello in atto da anni in Emilia-romagna per l’organizzazione delle alte specialità ospedaliere: centri di alta specializzazione (Hub) per problematiche complesse assistono malati inviati dagli ospedali del territorio (Spoke). Nel caso delle terapie del dolore gli Spoke sono gli ambulatori di terapia antalgica, collegati con i Centri di riferimento per la terapia del dolore (Hub). I medici di famiglia indirizzano i loro assistiti agli ambulatori o ai centri a seconda delle necessità dell’assistito. Il modello organizzativo deve realizzarsi in specifiche aree territoriali, scelte da ciascuna delle quattro Regioni in base alla presenza di centri e di ambulatori di terapia del dolore, per l’identificazione dei quali sono adottati i requisiti di accreditamento elaborati dalla Regione Emilia-romagna. Per rispondere alle particolari necessità dei bambini è prevista un’ulteriore declinazione del modello sperimentale: una rete assistenziale basata sull’organizzazione di centri di riferimento di terapia del dolore pediatrici per problemi specialistici (con funzioni di Hub) collegati con pediatri ospedalieri e pediatri di famiglia. La formazione dei pediatri avrà una unica sede, in Veneto, in due appuntamenti, uno in giugno, l´altro in settembre. Il progetto formativo, sempre coordinato dalla Regione Emilia-romagna, riguarderà anche le altre tre Regioni partecipanti: metodologie didattiche, contenuti e docenti saranno gli stessi in modo da poterne valutare l’impatto. La cura del dolore e il progetto nazionale Il dolore è tra tutti i sintomi quello che più mina l’integrità fisica e psichica dell’ammalato, con un notevole impatto sulla qualità della vita. Ancora oggi in Italia si registra una forte resistenza all’impiego di farmaci analgesici oppioidi per il trattamento del dolore severo. Nonostante il recente incremento di consumo di farmaci oppioidi a livello nazionale (tra il 2006 e il 2007 +13% di confezioni vendute), l’Italia rimane tra gli ultimi Paesi in Europa per consumo di questi farmaci. L’iter formativo dei medici, anche post laurea, non prevede insegnamenti “obbligatori” di cure palliative né di terapie del dolore. Nel Paese è ancora lacunosa e scarsa la risposta assistenziale alle tematiche riguardanti il dolore. Di qui la decisione del ministero della salute, condivisa a livello di Conferenza Stato-regioni di intervenire con un progetto specifico. L’emilia-romagna è capofila, forte di un´esperienza di particolare rilievo condotta attraverso il progetto “Ospedale-territorio senza dolore”. E’ attiva una buona e diffusa rete di hospice (20 con 241 posti letto); la terapia contro il dolore viene assicurata in ospedale, negli altri luoghi di cura e a domicilio. I farmaci oppiacei sono erogabili anche in assistenza domiciliare. Sono presenti centri di riferimento e ambulatori per il trattamento del dolore che dovranno essere gli Hub & Spoke della rete.  
   
   
"LA DOCUMENTAZIONE SANITARIA E SOCIALE IN RSA": IL NUOVO MANUALE PRESENTATO DI FRONTE A 200 OPERATORI DEL SETTORE  
 
Mantova, 25 maggio 2010 - Il personale delle Residenze Sanitarie Assistenziali (Rsa) mantovane ha a disposizione uno strumento in più per orientarsi nello svolgimento del suo delicato compito. Durante l´atto conclusivo del percorso formativo voluto da Palazzo di Bagno, tenutosi ieri pomeriggio nell´auditorium del Seminario di fonte a circa 200 operatori del settore, è stato presentato il volume dal titolo "La documentazione sanitaria e sociale in Rsa", una sorta di manuale pensato per omologare, sia i comportamenti del personale operante all´interno delle strutture, sia le valutazione dell´Asl, che ha condiviso il contenuto del testo. Oltre al presidente Fontanili, all´assessore provinciale Fausto Banzi e a Carlo Prezzi, direttore sociale di Asl, all´atto conclusivo del ciclo formativo di sette incontri hanno partecipato, in veste di relatori, anche Marco Trabucchi, medico e membro dell´Associazione Italiana di Psicogeriatria e del Gruppo di Ricerca Geriatrica di Brescia, Annarita Taddei di Asl e gli infermieri Rosalina Soffia, Michele Zani e Ermellina Zanetti. "L´iter formativo -come ha spiegato Banzi- ha coniugato la teoria alle situazione concrete, grazie alla testimonianza diretta di esperienze di lavoro. Questo ha permesso a tutti i partecipanti di crescere dal punto di vista professionale, ottenendo maggiori certezze nello svolgimento delle proprie mansioni".Il lavoro proposto cerca, quindi, di colmare un disagio manifestatosi nel recente passato, ogni qual volta si sono introdotte modifiche importanti nel metodo di lavoro. Quest´ultimo è, infatti, assoggettato ai controlli eseguiti da parte dell´Asl e può avere ricadute anche di carattere economico sugli operatori. Chiunque fosse interessato a ricevere "La documentazione sanitaria e sociale in Rsa", può contattare l´ufficio servizi sociali della Provincia di Mantova allo 0376 204204.  
   
   
DONAZIONI, DA 6 ANNI TOSCANA LA PIÙ GENEROSA PARTE DA LIVORNO LA SETTIMANA DEI TRAPIANTI. IL 26 A PRATO, IL 29 A FIRENZE  
 
Firenze, 25 maggio 2010 - Parte da Livorno "Tre piazze per la donazione", la manifestazione toscana che si tiene in occasione della settimana nazionale della donazione e del trapianto, organizzata da Aido (Associazione italiana donatori di organi), assieme alle associazioni dei donatori e dei trapiantati, e da Regione Toscana, dall´Ott (Organizzazione Toscana Trapianti), dalle Asl di Livorno, Prato e Firenze. Per tutta la giornata, dalle 11 alle 19, sulla rotonda dell´Ardenza si avvicenderanno gare, giochi, esposizioni, spettacoli, animazione, concerti. Mercoledì 26 maggio sarà la volta di Prato: in piazza San Francesco, dalle 10 alle 20, giochi, animazioni e musica. La conclusione sabato 29 maggio, dalle 10 alle 20, a Firenze, in piazza Bartali (zona Gavinana), dove alle 17 interverrà l´assessore regionale al diritto alla salute Daniela Scaramuccia. Nelle tre piazze saranno creati p unti informativi e si distribuirà materiale per l´approfondimento sul tema della donazione e del trapianto, per sensibilizzare la popolazione. Da 6 anni la Toscana è la regione più "generosa", quella che ottiene i risultati migliori in Italia in fatto di donazioni e trapianti, con un 75% di assenso alle donazioni da parte dei familiari. Nel 2009, la Toscana ha registrato 83,2 donatori segnalati per milione di abitanti, seguita a distanza dalle Marche (57,3), e dal Friuli Venezia Giulia (50,7). La media nazionale del 2009 è stata di 21,4 per milione di abitanti. Nel 2009, la Toscana ha registrato complessivamente 306 donazioni (numero assoluto). Al 30 aprile 2010, i donatori segnalati in Toscana erano 79 (il dato è sempre per milione di abitanti), i donatori effettivi 45,2, i donatori utilizzati 32. Ancora troppo alta, purtroppo, la percentuale di opposizioni: 24,7%. I trapianti eseguiti in Toscana al 30 aprile 2010: 36 di rene, 36 di fegato, 6 di cuore, 4 di polmone, 4 di pancreas. «Per il sesto anno consecutivo la Toscana si conferma come regione leader per donazioni e trapianti in Italia, con dati che competono con quelli delle regioni spagnole più avanzate, notoriamente le prime a livello europeo - dichiara l´assessore Daniela Scaramuccia - Il merito più importante èsenza dubbio dei donatori: di chi in vita ha manifestato la volontà di donare organi dopo la morte, e dei familiari che, in mancanza di una dichiarazione scritta, hanno saputo interpretare il pensiero solidale e di condivisione del congiunto defunto, traducendo il dolore della sua morte in una speranza di vita per persone sconosciute. Un´altra parte del merito va indubbiamente al modello organizzativo disegnato dall´Ott, che sta portando a una migliore gestione delle attività e delle strutture di prelievo e trapianto di organi, tessuti e cellule sul territorio regionale, in una logica di rete c he tende al superamento delle differenze di attenzione e di impegno tra le diverse aziende sanitarie e ospedaliere». «Nella nostra regione i donatori sono migliaia - dice Vincenzo Passarelli, toscano, presidente nazionale dell´Aido - Una comunità generosa che ha capito che la terapia del trapianto è un´impresa comune che vede impegnati fianco a fianco il mondo sanitario e la società al completo. Molto peròc´è ancora da fare per ridurre drasticamente le liste di attesa e per rispondere adeguatamente alle necessità dei trapianti. Con la manifestazione "Tre piazze per la donazione - spiega - si è pensato di coinvolgere la piazza perchéè sempre stata il luogo del comunicare, del dibattito, dello scambio di idee e di conoscenze. Accanto agli altri strumenti di informazione, le piazze della Toscana saranno i centri per continuare a sensibilizzare la società sul fatto che la collaborazione del la popolazione è fondamentale per realizzare la terapia del trapianto e poter diminuire il divario tra la disponibilità e la necessità di organi».  
   
   
VOLLEY: PRESENTATI GLI INCONTRI PER LA WORLD LEAGUE E I MONDIALI - MARCHE SEMPRE PIU`` PROTAGONISTE DELLA RIBALTA INTERNAZIONALE  
 
 Ancona, 25 Maggio 2010 - ´Due nuovi, prestigiosi eventi si preparano a dare lustro alle Marche´. Cosi` il presidente della Regione, Gian Mario Spacca, nel presentare ieri il match Italia-cina di World League di pallavolo in programma il 13 giugno, alle ore 18, al Palarossini di Ancona e il Campionato mondiale assoluto che si disputera` dal 30 settembre al 2 ottobre, sempre nel capoluogo dorico. Alla presentazione sono intervenuti anche il vicesindaco, assessore allo Sport del Comune di Ancona e presidente Fipav Marche (Federazione volley) Franco Brasili; il vicepresidente del Comitato mondiali volley, Andrea Pietroni; Flavio Falzetti, il calciatore impegnato con la sua associazione nell´attivita` di prevenzione e ricerca su leucemie e linfomi, e Damiano Tommasi, noto calciatore e primo sportivo italiano a giocare in Cina. ´Le Marche ´ ha spiegato Spacca ´ sempre piu` si confermano come location privilegiata per eventi sportivi, culturali, politico-istituzionali di livello nazionale ed internazionale, per la cui organizzazione la nostra regione si dimostra ogni volta assolutamente all´altezza. Oggi tocca allo sport offrire alle Marche una vetrina d´eccezione e la cosa ci riempie di soddisfazione. Le manifestazioni come i Mondiali di volley entrano a pieno diritto nella programmazione turistica regionale, perche` proprio grazie ad essi e all´impegno che in questo senso il Coni Marche e le singole Federazioni svolgono, si possano prolungare a tutti i mesi dell´anno le stagioni turistiche nella nostra regione´. ´Di particolare significato ´ ha continuato Spacca - e` l´evento di giugno con la partita di World League Italia-cina: un match che cade in un anno particolarmente intenso per il rafforzamento dei rapporti tra le Marche e il Paese asiatico, dove la nostra regione e` presente da diversi mesi con la mostra itinerante su Padre Matteo Ricci, dove la prossima settimana inaugureremo lo stand marchigiano all´Expo universale di Shanghai e dove le nostre aziende stanno intessendo proficue relazioni economiche. Anche attraverso la cultura in senso lato, in cui lo sport rientra a pieno titolo, e` possibile rafforzare le relazioni internazionali come sta avvenendo con la Cina´. ´Sono passati 32 anni ´ ha ricordato Brasili ´ da quando Ancona ha ospitato per la prima volta il Campionato mondiale di volley. Un´impresa esserci riuscita per ben due volte. Tutta la citta` sara` coinvolta prima nell´evento del 13 giugno e poi a settembre´. Accanto al valore sportivo degli eventi in programma c´e` anche quello sociale e umano, abbinando agli incontri agonistici un incontro di calcio a fini benefici, in programma il 5 giugno, allo Stadio Dorico. A presentarlo sono stati Flavio Falzetti e Damiano Tommasi. Scenderanno in campo la Nazionale di Calcio dei Papaboys e la squadra Life Football Club Ritorno alla vita, in cui giochera` lo stesso Tommasi, per sostenere l´attivita` dell´Associazione Flavio Falzetti. Per queste iniziative che coinvolgono lo sport, la cultura, l´imprenditoria, l´integrazione, e` stato coniato lo slogan ´Sport chiama´impresa. Le Marche? Mondiali!´. Il messaggio che richiama e` stato consegnato simbolicamente dalla Federazione Pallavolo al presidente Spacca affinche` lo affidi alla delegazione marchigiana in vista del prossimo viaggio a Shangai.  
   
   
CAMPIONATI UNIVERSITARI 2010: INAUGURAZIONE, E NON SOLO, DA ANTOLOGIA  
 
Campobasso, 25 maggio 2010 - E´ partita il 21 maggio la kermesse che fino al 29 maggio pone il Molise alla ribalta nazionale. Sport, dibattiti, itinerari turistico-culturali per un un´allettante operazione di marketing territoriale. Ricordata anche la figura di Nicola Palladino Le aspettative della vigilia, che lasciavano presagire un evento memorabile, non sono state smentite. Venerdì ad Isernia, nel pomeriggio del 20 maggio a Campobasso, le due cerimonie inaugurative della sessantaquattresima edizione dei Campionati Nazionali Universitari, alle quali hanno partecipato le più alte autorità civili e militari della regione, si sono svolte in una cornice di festa come non si vedeva da tempo. Una cornice che, ieri a Campobasso, è stata esaltata ancor più dalla sfilata, cadenzata a suon di banda e con la partecipazione degli sbandieratori nelle vie del Centro murattiano, dei quarantanove Cus partecipanti. La macchina organizzativa, che nei giorni scorsi non si era fermata nemmeno di fronte alle avverse condizioni atmosferiche, ha tenuto alla grande. Università degli Studi del Molise, Centro Universitario Sportivo Molise, Regione Molise, Esercito, Coni, Centro Universitario Sportivo Italiano, Protezione Civile Molise hanno tirato un sospiro di sollievo perché tutto è riuscito bene. Encomiabile lo sforzo del Cus Molise e dell´Esercito. E la Protezione Civile regionale, sotto la guida del Dirigente Giuseppe Giarrusso, ancora una volta ha dato dimostrazione di efficienza e versatilità d´impiego. A Campobasso, la cerimonia ha avuto inizio con il taglio del nastro da parte del Presidente Iorio, del Rettore Cannata e del Sindaco di Campobasso, Gino Di Bartolomeo, di "Casa Molise 2010", una struttura espositiva, collocata nella Villa del Municipio, all´interno della quale sono ospitati un punto informativo per gli atleti, una sala destinata ad incontri e dibattiti che avranno per protagonisti sportivi ed artisti di livello nazionale, uno spazio per le informazioni turistiche, stand gastronomici e dell´artigianato. La sfilata è partita da Piazza Prefettura, ha attraversato Corso Vittorio Emanuele, Via Elena, e si è conclusa in Piazza Municipio. Sul palco c´è stato il saluto delle autorità, sono stati commemorati i due militari vittime dell´attentato in Afghanistan e il Sindaco Di Bartolomeo ha voluto ricordare Nicola Palladino, icona dello sport campobassano e molisano, recentemente scomparso, annunciando che sarà intitolato a lui il Campo di atletica di Fontanavecchia, mentre il Presidente Iorio ha detto che la Regione Molise finanzierà una borsa di studio per il miglior atleta dell´anno della Virtus, la società sportiva della quale Palladino era presidente. Ma veniamo a questa sessantaquattresima edizione dei Campionati Nazionali Universitari. Un´edizione che parla, innanzitutto, con i numeri: venti discipline sportive in programma, quarantanove Cus partecipanti, circa seimila persone fra atleti, accompagnatori e familiari provenienti da tutte le regioni italiane che sono state dislocate nelle strutture ricettive dell´intera regione, nove giorni di sano agonismo negli impianti sportivi di Campobasso, Isernia e Termoli, giornalisti e massa media, fra cui Rai Sat, che offrono al Molise una straordinaria opportunità di marketing territoriale. Il Rettore Cannata non è nuovo a colpacci del genere e, come lui stesso ha sottolineato, nella vita ci vuole anche un pizzico di sana follia. Fatto sta che è riuscito a soffiare l´edizione 2010 a Torino e, per l´occasione, ha tirato fuori dalla manica un altro asso vincente: il nuovo Palazzetto dello Sport dell´Università, subito ribattezzato "Palaunimol", un autentico gioiello di architettura e funzionalità che è già in piena attività e lo sarà fino al ventinove di questo mese. La Regione Molise, dal canto suo, ha fatto la sua parte - una grande parte in verità - sponsorizzando e finanziando il grosso della manifestazione. Il Presidente Iorio ha accolto di buon grado l´invito fattogli pervenire a suo tempo dal Rettore, anche perché i Campionati costituiscono un banco di prova attendibile della validità della impiantistica sportiva molisana su cui il Governo regionale ha scommesso con convinzione negli ultimi anni. Ma i Campionati non sono solo sport e la Regione Molise, consapevole di ciò e sotto l´impulso dell´Assessore Marinelli, ha organizzato in parallelo una serie di iniziative tese a favorire la conoscenza del territorio regionale sotto il profilo culturale, turistico, artigianale ed enogastronomico. L´obiettivo è quello di promuovere azioni di buona accoglienza che possano accompagnare la permanenza di un pubblico qualificato e dinamico all´insegna di un´"immagine molisana" di qualità.