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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 20 Luglio 2010
FILMATA L´ATTIVITÀ DELLA "FABBRICA DI PROTEINE" DELLE CELLULE  
 
 Bruxelles, 20 luglio 2010 - Ricercatori finanziati dall´Ue hanno realizzato un video che mostra le fabbriche di proteine delle cellule, i ribosomi, in azione. Questo lavoro permette una visione mai ottenuta prima delle attività di queste parti essenziali della cellula e potrebbe contribuire allo sviluppo di nuovi farmaci. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature, ha ricevuto una sovvenzione dell´Ue attraverso il porgetto 3D-repertoire ("A multidisciplinary approach to determine the structures of protein complexes in a model organism"), che è stato finanziato nell´ambito dell´Area tematica Scienze della vita, genomica e biotecnologia per la salute del Sesto programma quadro (6° Pq). Se il Dna è il modello della vita, i ribosomi sono le fabbriche dove questo modello viene trasformato nelle proteine che formano i muscoli, trasformano le sostanze intorno e tra le cellule, mandano e ricevono segnali, provocano reazioni chimiche e tante altre cose ancora. L´intero processo comincia con il Dna. Il tratto di Dna che contiene il codice genetico per una certa proteina viene copiato in un singolo filamento di acido ribonucleico messaggero (mRna). L´mrna si attacca a un ribosoma, che si muove sopra la molecola di mRna. Ogni blocco di tre lettere nell´mRna rappresenta il codice genetico per uno specifico aminoacido. Le molecole di un tipo diverso di Rna, chiamato Rna di trasferimento (tRna), "leggono" questo codice genetico e portano l´aminoacido giusto al ribosoma. Gli aminoacidi sono i mattoni che formano le proteine; man mano che il ribosoma si muove lungo l´mRna, si crea una catena di aminoacidi e la proteina comincia a prendere forma. I ribosomi sono piccolissimi - con una lunghezza di 25 nanometri, hanno circa le stesse dimensioni dei virus più piccoli. Studiare la loro struttura è pertanto tutt´altro che facile e il team che finalmente è riuscito a chiarire la loro forma ha vinto il Premio Nobel per la Chimica nel 2009. Gli studi precedenti hanno inoltre spiegato come i ribosomi legano gli aminoacidi per formare una catena e come il tRna legge le informazioni codificate nell´mRna. I ribosomi comunque sono essenzialmente macchine con parti mobili e, fino ad ora, le uniche immagini di ribosomi disponibili erano fisse. Di conseguenza, molti aspetti del modo in cui funzionano i ribosomi rimanevano un mistero. In questo studio, alcuni scienziati dell´Istituto Max Planck di chimica biofisica in Germania e dell´Istituto di fisica nucleare di Pietroburgo in Russia hanno trovato un modo di "filmare" i ribosomi in azione. "Il trucco è che prima abbiamo fatto in modo che i ribosomi lavorassero in una soluzione," ha spiegato Holger Stark, capo del Gruppo di elettro-criomicroscopia 3D (tridimensionale) dell´Istituto Max Planck di chimica biofisica. Quindi sono stati prelevati campioni della soluzione in momenti diversi e sono stati congelati rapidamente. Questo metodo ha in effetti fermato il meccanismo molecolare in fasi diverse del processo. "A partire da questi campioni, il microscopio elettronico ha fornito una serie di immagini di ribosomi durante fasi diverse della produzione di proteine, nelle quali i ribosomi differiscono nella loro struttura tridimensionale," ha detto il professor Stark. In totale, il team ha ricavato oltre due milioni di immagini di ribosomi a lavoro. È stato usato un programma per computer per classificare le immagini; il gruppo di foto risultante corrisponde a fasi diverse della produzione di proteine. In seguito il computer ha calcolato la struttura 3D di questi gruppi. Infine, le immagini sono state messe in ordine per creare un video che mostrasse come l´mRna viene passato attraverso il ribosoma come un nastro trasportatore e come il tRna consegni il carico di aminoacidi al ribosoma prima di essere rilasciato. "Possiamo seguire il percorso del tRna attraverso il ribosoma passo per passo e osservare come i movimenti del tRna siano abbinati ai dinamici cambiamenti del ribosoma," ha commentato Niels Fischer, che lavora nel laboratorio del professor Stark. Marina Rodnina del Dipartimento di biochimica fisica dell´Istituto Max Planck di chimica biofisica ha aggiunto: "Un analisi di questo abbinamento mostra che le nanomacchine come il ribosoma lavorano in modo diverso rispetto a macchine abbinate meccanicamente nella vita di tutti i giorni. I movimenti spontanei del ribosoma e le molecole del tRna sono abbinati in modo relativamente debole." Inoltre il team ha scoperto che i ribosomi lavorano ottimamente alla temperatura corporea, circa 37 °C, usando il calore del nostro corpo per alimentare le loro attività. "Il ribosoma può convertire l´energia termica direttamente in movimento," ha detto il professor Stark. "L´energia termica disponibile in condizioni fisiologiche è pienamente sufficiente perché i ribosomi effettuino tutti i movimenti necessari per la produzione delle proteine." Questo lavoro potrebbe anche contribuire allo sviluppo di nuovi farmaci. I ribosomi umani sono diversi dai ribosomi batterici e alcuni antibiotici sono efficaci perché bloccano la produzione di proteine nei ribosomi batterici ma non danneggiano i ribosomi umani. Una maggiore conoscenza della struttura e del funzionamento dei ribosomi è quindi fondamentale per sviluppare nuovi antibiotici. Per maggiori informazioni, visitare: Istituto Max Planck di chimica biofisica: http://www.Mpibpc.mpg.de/english/start/index.php  È disponibile un video su un ribosoma in azione su: http://www.Mpg.de/video/mpibpc/ribo.swf  Nature: http://www.Nature.com/nature  Progetto 3D Repertoire: http://www.3drepertoire.Org/  
   
   
AFRICA E SALUTE: GLI AIUTI EUROPEI DEVONO ANDARE AVANTI  
 
Bruxelles, 20 giugno 2010 - Le luci della coppa del mondo si sono spente, e la vita in Africa è tornata quella di tutti i giorni. Le vuvuzelas tacciono, e tornano più pressanti che mai i problemi di malgoverno, crisi finanziaria, cambiamento climatico, povertà, guerra e disastri naturali. Nonostante la crisi colpisca anche l´Europa, per gli eurodeputati gli aiuti all´Africa sono essenziali. Il 13 luglio Veronique de Keyser ha presentato alla commissione Sviluppo un progetto di relazione sul sistema sanitario subsahariano. Durante l´incontro della commissione Sviluppo la De Kayser, socialista belga, ha presentato il quadro drammatico della situazione sanitaria nell´Africa subsahariana. Secondo il collega inglese Michael Cashman, "nonostante ci siano stati progressi verso alcuni degli obiettivi sanitari, i tre Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Osm) sulla salute - e in particolare quelli sulla mortalità delle madri - sono i più fuori portata". Cosa non va - I problemi sono molteplici, a partire dalla crisi finanziaria che non aiuta i paesi del Nord del mondo a mantenere le loro promesse. Non solo la salute non è tradizionalmente una priorità, ma l´Ue è all´incirca 20 miliardi al di sotto del suo impegno finanziario verso gli Osm. I fondi sono spesso diretti verso il trattamento di malattie specifiche (tubercolosi, malaria, Aids), indebolendo l´assistenza sanitaria di base. Le Ong fanno un ottimo lavoro ma non sono accessibili a tutti, così come le infrastrutture che spesso sono troppo lontane da raggiungere. Anche la forza lavoro è un problema: per Charles Goerens, deputato dell´Alde per il Lussemburgo, spesso i dottori locali scappano a causa dei salari bassissimi, oltre a non avere una grande esperienza. Una soluzione potrebbe essere la concessione di visti temporanei in Europa per i medici africani, per affinare le loro competenze. La slovacca Anna Záborská del Ppe propone anche dei programmi di formazione supportati dalla Commissione europea. Cosa si può fare - Le priorità assolute sono l´istituzione di sistemi sanitari sostenibili nel lungo periodo e l´accesso universale a medicinali e trattamenti. Cashman chiede di tenere in considerazione i modelli di Regno Unito, Svezia, Irlanda e Finlandia. Il conservatore britannico Nirj Deva porta invece l´esempio del suo paese d´origine, lo Sri Lanka, dove il tasso di mortalità è crollato fino a raggiungere i livelli occidentali dopo l´introduzione di trattamenti gratuiti e standard di prevenzione. Anche l´aspettativa di vita è salita alle stelle, aumentando di quasi 30 anni tra il 1948 e il 2010. Veronique de Keyser ha concluso lo scambio di vedute della commissione Sviluppo ricordando che il problema africano "non è una questione ideologica, si tratta di salvare vite umane".  
   
   
UNO STUDIO SUGGERISCE CHE I PAZIENTI AFFETTI DA HIV POTREBBERO DOVER COMINCIARE PRIMA LE CURE  
 
 Bruxelles, 20 luglio 2010 - Anche i pazienti di Hiv (virus dell´immunodeficienza umana) che hanno una conta di Cd4 relativamente alta presentano un rischio di vita maggiore rispetto alle persone della popolazione generale, è quanto afferma un nuovo studio finanziato dall´Ue e pubblicato sulla rivista The Lancet. Anche se tale aumento di rischio è relativamente basso, i risultati dello studio sottolineano l´importanza di condurre ulteriori studi sui rischi e i benefici di cominciare la terapia antiretrovirale (Art) con una conta di cellule più alta. Il sostegno dell´Ue a questo studio proveniva dal progetto Neat ("European Aids (acquired immune deficiency syndrome) treatment network"), finanziato nell´ambito dell´Area tematica "Biologia, genomica e biotecnologia per la salute" del Sesto programma quadro (6° Pq). Le cellule Cd4 sono globuli bianchi che rappresentano una componente importante del sistema immunitario e partecipano agli sforzi del corpo per combattere l´infezione. Nelle persone sane e negative all´Hiv, le cellule Cd4 sono tra 600 e 1200 per microlitro di sangue. Nelle persone infette da Hiv, il virus entra nelle cellule Cd4 e le distrugge, indebolendo il sistema immunitario. I medici quindi controllano regolarmente i livelli delle cellule Cd4 nel sangue delle persone positive all´Hiv. Attualmente le direttive raccomandano che i pazienti comincino a prendere antiretrovirali quando la loro conta di Cd4 è minore di 350 cellule per microlitro. Alcuni studi però hanno suggerito che i pazienti potrebbero avere benefici cominciando a prendere farmaci antiretrovirali quando la loro conta di Cd4 è più alta. Stabilire quando cominciare le cure è tutt´altro che facile, poiché i farmaci usati per curare l´Hiv sono molto tossici e quindi decidere di somministrarle a pazienti che non ne hanno bisogno potrebbe essere dannoso. Questo studio è il primo ad analizzare il rischio di morte nelle persone positive all´Hiv con conte di Cd4 più alte e che non hanno mai preso antiretrovirali. In totale, il team ha seguito oltre 40.000 pazienti in Europa e Nord America. I pazienti sono stati suddivisi in quattro gruppi: uomini che hanno rapporti sessuali con uomini; consumatori di droghe per iniezione; eterosessuali e individui i cui fattori di rischio sono sconosciuti. In generale, lo studio ha rivelato che i tassi di mortalità nelle persone positive all´Hiv con una conta di Cd4 superiore a 350 sono più alti rispetto alla popolazione generale. C´era comunque una grande variazione tra questi gruppi. Il rischio di morte era più alto per i consumatori di droghe per iniezione (per i quali il rischio di morte era più di nove volte superiore) e le persone eterosessuali (per le quali il rischio di morte era più di tre volte superiore rispetto alla popolazione generale). Il rischio di morte per gli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini invece era appena del 30% superiore rispetto alla popolazione generale. "L´aumento del rischio è risultato sostanziale nei consumatori di droghe per iniezione e per gli eterossessuali ma era basso negli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini," scrivono i ricercatori. "Queste scoperte suggeriscono che la gran parte del rischio nei due primi gruppi di rischio probabilmente deriva da fattori socioeconomici e di stile di vita piuttosto che dall´infezione da Hiv. Il valore di aumento di rischio nel gruppo degli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini riflette con maggiore probabilità l´effetto dell´infezione da Hiv." Secondo i ricercatori, questi risultati sono in linea con studi precedenti secondo i quali alcune circostanze sociali dei pazienti aumentano il loro rischio di morte più dello stesso Hiv. Inoltre, il team ha confrontato il rischio di morte per i pazienti con conte di Cd4 diverse e ha scoperto che rispetto a quelli con conte di Cd4 di 350-499 cellule per microlitro, gli individui con conte comprese tra 500 e 699 cellule per microlitro avevano il 23% di probabilità in meno di morire e gli individui con conte di 700 cellule per microlitro avevano il 34% di probabilità in meno di morire. "Questi dati suggeriscono che le persone affette da Hiv che non hanno assunto antiretrovirali e che hanno una conta di Cd4 maggiore di 350 cellule per microlitro hanno un maggiore rischio di morte rispetto alla popolazione generale non infetta, sebbene l´aumento di rischio sembra essere lieve," concludono i ricercatori. "Poiché gli antiretrovirali possono ridurre il rischio di morte in questi pazienti, i nostri risultati sottolineano l´importanza di continuare a studiare... I rischi e i benefici legati a un inizio della terapia con antiretrovirali con conte di Cd4 maggiori di 350 cellule per microlitro." In un editoriale che accompagnava l´articolo, Ingrid Bassnett del Massachussetts General Hospital negli Stati Uniti e Paul Sax della Harvard Medical School negli Stati Uniti precisano che molte di queste morti sono causate da malattie e disturbi che non rientrano nella definizione clinica dell´Aids. "Un meccanismo proposto di come l´infezione da Hiv potrebbe far aumentare il rischio di questi episodi non connessi con l´Aids comprende gli effetti dannosi di infiammazioni croniche, attivazione immunitaria e immunodeficienza subclinica," spiegano. Commentando sul fatto che molte delle morti potrebbero essere attribuite a fattori legati allo stile di vita, e non all´Hiv stesso, raccomandano che i medici "si impegnino a individuare, prevenire e curare" i fattori di rischio come l´uso di tabacco, l´uso di droghe per iniezione, la pressione arteriosa alta, l´obesità e il diabete che potrebbero far aumentare il rischio di mortalità nelle prime fasi dell´infezione da Hiv. Concludono con un avvertimento: "Anche per gli individui con una relativa competenza immunitaria, l´infezione da Hiv rimane un nemico con molte facce." Per maggiori informazioni, visitare: The Lancet: http://www.Thelancet.com/    
   
   
XVIII CONFERENZA INTERNAZIONALE SULL’AIDS – VIENNA, 18-23 LUGLIO 2010 IN CONFERENZA PER LA LILA ALESSANDRA CERIOLI, PRESIDENTE DELLA LEGA ITALIANA PER LOTTA CONTRO L’AIDS, E VALENTINA AVON, UFFICIO STAMPA LILA NAZIONALE  
 
Torino, 20 luglio 2010 - La Xviii Conferenza mondiale sull´Aids si è aperta ufficialmente , con oltre 20mila delegati da 185 paesi. Il tema portante, rassunto dallo slogan Rights here, right now (Diritti qui e adesso), è il legame tra l´obiettivo dell´Accesso universale (a prevenzione, trattamenti e cure) e i diritti umani. Nel mirino ci sono le politiche che ancora discriminano le persone sieropositive e le popolazioni vulnerabili, i tossicodipendenti, gli omosessuali (leggi omofobiche sono presenti in oltre 80 paesi, dati Unaids), i e le sex workers, le leggi che criminalizzano la trasmissione del virus e marginalizzano le persone con Hiv. La violazione dei diritti umani comporta: maggiore diffusione del virus e mancata conoscenza epidemiologica. I dati globali raccontano di 2 milioni di morti l´anno per Aids (5.000 ogni giorno), e di 2.7 milioni di nuove infezioni ogni anno (7.400 ogni giorno, mentre sono 3.000 le persone che ogni giorno entrano in terapia). I trattamenti nei paesi in via di sviluppo raggiungono oggi, a 5 anni dalla Conferenza di Durban, 5 milioni di persone, e ciò dimostra che l´Accesso universale è un obiettivo perseguibile, ma ancora 10 milioni di persone non hanno alcun accesso alle cure. Questo anno 2010 è con ogni evidenza strategico, e sta giusto in mezzo fra la Sessione Speciale dell´Assemblea Generale delle Nazioni Unite - Ungass del 2001 dove gli stati membri dell´Onu hanno firmato una dichiarazione che li impegnati a combattere l´Hiv/aids e il raggiungimento dei Millenium Goals (Mdg) fissati per il 2015. Ed è adesso che si devono fare i primi bilanci e capire quali sono le barriere da rimuovere per poter garantire nel 2015 l´Accesso universale alla prevenzione e al trattamento dell´Hiv. Julio Montaner, presidente della International Aids Association e chair della Conferenza: Non posso nascondere sconforto e frustrazione, visto l´esito del recente G8/g20 che si è tenuto in Canada, dove non è stata assunta alcuna decisione e responsabilità sull´Accesso universale. E´ un fallimento. In molti stanno usando la scusa della crisi economica globale. Ma è solo una scusa, non ci sono stati problemi a finanziare i banchieri di Wall Street, mentre 110 miliardi di euro sono apparsi dal nulla quando è saltata l´economia della Grecia. E´ solo una questione di priorità e, cari amici, le loro priorità devono cambiare. Dove finiamo, se la cruda realtà oggi è che non siamo neppure a metà dell´obiettivo dell´Accesso universale? Molti gruppi, incluso il nostro, ha prodotto in questi anni una serie di evidenze che dimostrano che la Haart non riduce solo la mortalità, ma produce una massiccio calo delle infezioni. Una ricerca prodotta dalla Gates Foundation e pubblicata da Lancet il mese scorso mostra una riduzione del 90 per cento in Africa della trasmissione fra coppie sierodiscordanti eterosessuali. Un lavoro prodotto a Vancouver ha mostrato l´importanza della Haart nella riduzione delle infezione da Hiv tra gli assuntori di droghe per via iniettiva, e oggi su Lancet c´è uno studio simile che parla di una riduzione del 50 per cento negli ultimi tre anni in British Columbia (Canada). “Treatment is prevention”, e fino a quando non ci sarà una cura definitiva, o un vaccino, “treatment 2.0” è fra le migliori scelte che abbiamo per controllare l´epidemia. Durante la cerimonia di apertura, nei corridoi della Messe Wien, dove si tiene la Conferenza, ha fatto irruzione la manifestazione degli attivisti di tutti i continenti, sotto lo slogan “Broken Promises Kill”. Le promesse mancate uccidono, il riferimento è a quanto promesso, e non mantenuto, dai Governi al Global Fund. Più di un migliaio di persone sono arrivate alle porte dell´enorme spazio che accoglie le Plenarie, e si sono stese a terra per mimare la morte di tutti quelli che non sono e non saranno raggiunti dalle terapie grazie ai tagli dei contributi al Global Fund, sotto enormi palloni sospesi con stampate le facce dei leader del G8. Hanno quindi fatto irruzione nella sala e portato sul palco lo striscione con scritto “No Retreat. Fund Aids”. Sul palco, Julio Montaner stava dando il benvenuto ai delegati, ha accolto lo striscione e gli attivisti spiegando chiaramente che quello slogan è anche lo slogan della Conferenza. Michel Kazatchkine, a capo del Global Fund to Fight Aids, Tuberculosis and Malaria, ha detto che servono più di 20 miliardi di dollari per i prossimi tre anni per sostenere i progressi. “Sono enormemente spaventato, e molto preoccupato”, ha spiegato, “per la crisi economica... Per il conflitto di priorità”. Come sempre tra i relatori della plenaria che ha aperto la conferenza ci sono anche le associazioni e gli attivisti. Quest´anno la rappresentanza delle persone sieropositive (Plhiv) è stata affidata a Sasha Volgina per la Russia e a Vladimi Zhovtyak per l´Ucraina che hanno mostrato il disastro che sta avvenendo in questa parte di Europa. Il direttore dell´Unaids, Michel Sidibé, ha parlato dopo lo strepitoso intervento di Rachel Arinii Judhistari (21 anni) della Independent Youth Alliance di Bali, per ribadire il fondamentale ruolo dei giovani: “Non siamo i leader di domani, ma i leader di oggi. Vogliamo riconoscimento e sostegno”. Dopo Sidibé, sul palco è salita l´efficace Paula Akugizibwe, della Aids and Rights Alliance del Sudafrica, con una articolata e provocatoria relazione sullo stato dell´arte della lotta globale all´Hiv e il suo (mancato) finanziamento. La scelta di Vienna come sede della Xviii Conferenza (che torna in Europa 8 anni dopo Barcellona) è dovuta alla sua prossimità con l´Europa dell´Est e l´Asia Centrale, attuali veri focolai dell´epidemia da Hiv (in alcune parti della Federazione Russa si registra un aumento dei contagi del 700 per cento dal 2006. Nell´intera area oltre l´80 per cento delle persone sieropositive ha meno di 30 anni, l´infezione è dovuta per la stragrande parte allo scambio di siringhe fra Idu (injecting drug users), che sono circa 3.7 milioni, circa un quarto del totale mondiale. Di questi 1.8 milioni vivono in Russia, circa 300mila sono in Azerbaijan, dove la prevalenza di Idu sul totale della popolazione è la più alta al mondo, il 5.2 per cento. Seguono la Georgia (5.2 per cento) la Russia (1.8) e l´Ucraina (1.2), dati Unicef rilasciati oggi. In Russia ed Est Europa praticamente non esistono programmi statali di riduzione del danno, soprattutto scambio di siringhe, i tossicodipendenti sono incarcerati, e ogni 100 Idu che vivono con l´Hiv, uno solo riceve la Art (terapia antiretrovirale). Uno studio illustrato da Yves Souteyrand, del Dipartimento Hiv della Who - World Health Organization. Sempre Souteyrand ha mostrato come i programmi di riduzione del danno e l´accesso alle terapie abbiano invece ridotto la prevalenza di Hiv tra gli Idu dal 30 per cento del 2004 all´11 per cento nel 2008, in soli 4 anni! Nei giorni precedenti la Conferenza, è stata rilasciata la Dichiarazione di Vienna (consultabile nella traduzione italiana nel sito della Lila), che chiede che le politiche di contrasto alla droga tengano conto delle evidenze scientifiche senza cedere all´ideologia e alle esigenze demagogiche della politica. Sostanzialmente, viene sancito il fallimento della “War on drugs”. Già firmata da importanti personalità e rappresentanti di governo di tutto il mondo, viene ricordata a ogni occasione dal chair della Conferenza Julio Montaner: “questa settimana, firmate la Dichiarazione, partecipate alla Human Right Rally (la marcia per i diritti umani che si terrà domani sera e si concluderà con il concerto di Annie Lennox, goodwill ambassador per l´Onu e attivista con la sua associazione Sing, ndr), e sostenete la Conferenza come l´inizio della fine dello stigma, della discriminazione, e dell´epidemia globale di Hiv/aids”. Www.lila.it/   www.Twitter.com/lila_italia    
   
   
IRCCS CROB: OPERATO TUMORE ALLO STOMACO CON ECOENDOSCOPIO EVITATO GASTRECOTMIA TOTALE  
 
 Potenza, 20 luglio 2010 - Presso l’Unità Operativa di Endoscopia dell’Irccs Crob di Rionero in Vulture è stato asportato un adenocarcinoma allo stomaco senza l’intervento chirurgico tradizionale grazie all’ausilio dell’ecoendoscopio. La paziente, una donna di 73 anni, è arrivata all’Istituto di Ricerca per una lesione del fondo gastrico che dopo l’esame istologico si è rivelata essere un adenocarcinoma. Secondo la prassi per questo tipo di neoplasia deve essere effettuata la gastrectomia totale, ovvero, l’asportazione completa dello stomaco. Il medico che ha eseguito l’intervento, Orazio Ignomirelli, spiega “in questo caso grazie all’ecoendoscopia è stato possibile studiare preventivamente la profondità di infiltrazione del tumore nella parete dello stomaco”. In questo modo, senza intervenire chirurgicamente sulla paziente, si è potuto stabilire che il tumore aveva intaccato solo lo strato più superficiale dell’organo e non interessava i linfonodi. Grazie a questa informazione è stato possibile rimuovere la neoplasia endoscopicamente, risparmiando così alla paziente un grosso intervento demolitivo. L’ecoendoscopia è una nuovissima branca dell’endoscopia disponibile presso l’Irccs Crob. Si basa sull’accoppiamento di un ecografo con un endoscopio e permette di eseguire esami ecografici dall’interno degli organi cavi come il retto, lo stomaco, l’esofago, consentendo lo studio approfondito delle lesioni tumorali che si originano dall’interno. Ignomirelli, che utilizza questa metodica, ha conseguito un master specifico presso il San Raffaele di Milano. Mario Ciuffi, che con Ignomirelli condivide la responsabilità del servizio di Endoscopia, aggiunge: “l’Irccs Crob è l’unico ospedale in Basilicata in cui questa metodica è attiva. Nel caso specifico abbiamo evitato l’intervento rimuovendo dallo stomaco esclusivamente il tumore. La paziente è stata ricoverata per un solo giorno e l’esame istologico ha poi confermato che la procedura è stata definitiva”.  
   
   
BOLZANO, TICKET: DA SETTEMBRE BASTA AUTOCERTIFICAZIONI, ESENZIONE CON ATTESTATO  
 
Bolzano, 20 luglio 2010 - Per far fronte agli abusi riscontrati, la Giunta provinciale ha deciso di eliminare dal modulo per il ticket sanitario la possibilità di autocertificare il proprio stato di "indigenza". Dal 1 settembre 2010, infatti, sarà necessario farsi rilasciare un’attestazione del Servizio per l’assistenza economica presso i distretti sociali. Normalmente, chi fruisce di prestazioni e farmaci nell´ambito del servizio sanitario pubblico, non paga il costo totale di ciò che gli viene erogato, ma solamente una quota di compartecipazione alla spesa sanitaria, il cosiddetto "ticket". Esistono però anche delle esenzioni dal pagamento, tra cui quelle per motivi di reddito. Dal punto di vista operativo, si tratta di compilare un apposito modulo indicando lo stato di indigenza del nucleo familiare tramite autocertificazione, ovvero barrando sul modulo la casella contraddistinta dal codice 99. Per far fronte agli abusi riscontrati, la Giunta provinciale ha deciso di eliminare questa possibilità: dal 1° settembre 2010, infatti, per poter accedere all´esenzione per motivi di indigenza, sarà necessario avere un attestato rilasciato dal Servizio per l´assistenza economica presso i distretti sociali. Per il calcolo dell´esenzione "ticket" per indigenza valgono gli stessi criteri utilizzati per avere diritto all´assistenza economica sociale, e pertanto deve essere presentata la stessa documentazione per la richiesta dell´attestazione. Per consentire un passaggio alla nuova procedura senza troppi intoppi, ci si può rivolgere sin dalla metà di luglio ai Servizi sociali per ottenere l´attestazione di esenzione per indigenza che avrà valore dal 1° settembre. Il competente Ufficio provinciale distretti sanitari, informa inoltre che l´attestazione dovrà essere esibita per l´erogazione di farmaci e prestazioni sanitarie.  
   
   
PIANO SOCIO SANITARIO 2010-2012, LA GIUNTA DELLE MARCHE INVIA L``ATTO IN CONSIGLIO.  
 
Ancona, 20 Luglio 2010 - Continuita` e sviluppo. Sono le due strategie alla base del Piano sociosanitario 2010-2012 che la Giunta regionale ha trasmesso all´Assemblea legislativa. Il documento, la cui adozione apre il percorso della linea della concertazione con la comunita` marchigiana, delinea le linee programmatiche che guideranno l´evoluzione del settore sociale e sanitario nel prossimo triennio. Si sviluppa in continuita` con il Piano sanitario 2007-2009 e quello sociale 2008-2010. Gli obiettivi da conseguire riguardano la promozione della salute, il contenimento dei tempi di attesa, il miglioramento dell´appropriatezza, la riduzione della mobilita` passiva, l´integrazione sociosanitaria, il rafforzamento della prevenzione, la ricerca e l´innovazione. ´Il Piano non rappresenta una semplice elencazione di linee programmatiche ´ sottolinea il presidente Gian Mario Spacca ´ ma sviluppa strategie per promuovere servizi migliori e proporre il welfare come fattore di coesione della nostra vita di comunita` regionale. Un vero e proprio `progetto´ contro la paura dell´abbandono che attraversa la nostra comunita`, perche` nessuno resti solo nei momenti di maggiore difficolta`. Contestualmente il Piano delinea le strategie in grado di confermare le eccellenze che gia` contraddistinguono il nostro sistema sociale e sanitario, adeguandole alle nuove esigenze, in un quadro di compatibilita` economica con le risorse economiche disponibili´. ´Attraverso le scelte delineate ´ afferma l´assessore alla Salute, Almerino Mezzolani ´ puntiamo a qualificare l´offerta dei servizi, la tutela delle fragilita`, la promozione della salute, la salvaguardia dell´ambiente come fattore di benessere sociale. La qualificazione dei servizi richiede anche una generale riorganizzazione dell´offerta e delle prestazioni specialistiche che cercheremo di conseguire attraverso strumenti come il Centro unico di prenotazione. Le scelte proposte, inoltre, valorizzano l´approccio integrato tra sociale e sanitario nella gestione delle problematiche della salute, consolidando la rete della prevenzione e della sicurezza´. Le linee d´intervento previste nel Piano si sviluppano partendo dalla razionalizzazione delle risorse economiche e finanziari disponibili, cosi` da garantire il mantenimento dell´equilibrio raggiunto nel triennio 2007-2009, con un utile di 6 milioni di euro, la riduzione del saldo negativo della mobilita` sanitaria (da 45 a 31 milioni), l´abbattimento degli interessi moratori verso i fornitori. Risultati economici significativi che hanno consentito alle Marche di collocarsi tra le regioni piu` virtuose e ottenere, annualmente, maggiori risorse (il saldo del 3 per cento del Fondo nazionale, subordinato alla verifica positiva dei risultati economici). Il Piano punta anche al consolidamento dell´assetto istituzionale, attraverso il rafforzamento del governo centrale e la condivisione della gestione a livello di Area vasta. Sono previsti interventi per riqualificare e adeguare la rete ospedaliera, sostenere l´innovazione tecnologica, valorizzare le professionalita`.  
   
   
ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA SANITARIO REGIONALE DELLE MARCHE, PROPOSTA DI LEGGE DELLA GIUNTA..  
 
 Ancona, 20 Luglio 2010 - Una nuova organizzazione del Sistema sanitario regionale per incrementare i servizi, razionalizzare la spesa, responsabilizzare i territori, semplificare l´organizzazione amministrativa, rafforzare il ruolo di programmazione della Regione. Sono gli obiettivi della proposta di legge che la Giunta ha inviato in Consiglio per l´approvazione. Il testo modifica le disposizioni contenute nelle leggi regionali 26/1996 e 13/2003. ´La nuova normativa ´ dichiara il presidente Gian Mario Spacca - punta a valorizzare la sanita` marchigiana attraverso un percorso che preveda una ulteriore qualificazione delle prestazioni e un contenimento dei costi. Quella marchigiana e` una sanita` che si colloca il vertici delle graduatorie nazionali e che vuole continuare a rappresentare uno dei punti di eccellenza della nostra comunita`. Per fare questo occorre delineare una nuova organizzazione che valorizzi il momento decisionale, semplifichi l´attivita` amministrativa, razionalizzi l´apparato burocratico, coinvolga il territorio nell´adozione di scelte condivise. La manovra del Governo nazionale avra` pesanti ricadute sul diritto alla salute dei cittadini: come Regione, continuando un percorso virtuoso avviato dal diversi anni, intendiamo contrastare questo scenario, partendo da una diversa impostazione del Sistema sanitario regionale´. ´La Regione ribadisce che il servizio sanitario deve salvaguardare i principi di solidarieta`, equita` e universalita` ´ afferma l´assessore alla Salute, Almerino Mezzolani ´ La proposta di legge punta a delineare un sistema sanitario che valorizzi la partecipazione, attraverso un´organizzazione a rete e il coinvolgimento degli enti locali, delle formazioni sociali, degli utenti e dei lavoratori. Il contributo di tutti sara` indispensabile per realizzare una sanita` che superi le disuguaglianze sociali e territoriali, garantendo equita` nell´accesso alle prestazioni e appropriatezza nelle cure´. La proposta di legge prevede il potenziamento del ruolo di programmazione e di indirizzo della Regione, attraverso l´istituzione di un Dipartimento che accorpi anche le competenze dell´Agenzia sanitaria regionale che sara` soppressa. Viene prevista una ridefinizione delle competenze dell´Azienda sanitaria unica regionale (Asur), la quale diventa l´ente di coordinamento delle funzioni amministrative generali del sistema sanitario (come contabilita` e bilancio, controllo di gestione, tesoreria unica, sistemi informativi, contenzioso legale, magazzini e logistica). Contestualmente vengono valorizzate le funzioni operative delle Zone territoriali e rafforzate le attivita` di coordinamento di Area vasta (e` prevista l´istituzione di un ´collegio´ composto dai direttori di zona dei territori ricompresi nell´Area vasta). Una maggiore responsabilita` viene, poi, attribuita alle Conferenze dei sindaci.  
   
   
SANITÀ NEL LAZIO: MEDICI DI BASE NEI PRONTI SOCCORSO  
 
 Roma, 20 luglio 2010 - "Stiamo lavorando con i medici di base per inserire nei pronti soccorso dei loro presidi, perché possano assorbire i codici bianchi". Lo ha detto la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, specificando che tale iniziativa non ha nulla a che vedere con il blocco del turn over della sanità laziale. "Le persone - ha spiegato la presidente Polverini - spesso si rivolgono impropriamente al pronto soccorso e molte di queste volte invece non ne avrebbero bisogno. Necessiterebbero solo di una risposta da parte dei loro medici di base".  
   
   
ECCO COME CURARE I DIFETTI DI CRESCITA DEI BAMBINI CON MALATTIE INFIAMMATORIE UNO STUDIO DELL’UNIVERSITÀ DELL’AQUILA IN COLLABORAZIONE CON L’OSPEDALE PEDIATRICO ROMANO BAMBIN GESÙ APRE LA STRADA ANCHE A NUOVI METODI DI PREVENZIONE DELL’OSTEOPOROSI  
 
Roma, 20 luglio 2010 - Una ricerca tutta italiana, condotta dall’Università dell’Aquila in collaborazione con l’Ospedale Pediatrico ‘Bambin Gesù’ di Roma, apre la strada a nuovi metodi di prevenzione e cura dell’osteoporosi, in particolare per alcuni gravi difetti di crescita dei bambini causati da patologie infiammatorie. L’autore della ricerca, il dottor Andrea Del Fattore , ne ha presentato i risultati al 37° congresso Ects (European Calcified Tissue Society) tenutosi in questi giorni a Glasgow. Membro della Società Italiana dell’Osteoporosi e del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello scheletro (Siommms), Del Fattore fa parte dell’equipe della professoressa Anna Teti, docente di Istologia nell’ateneo abruzzese. La ricerca è stata condotta grazie ad un’importante borsa di studio finanziata dall’industria farmaceutica Amgen, che Del Fattore ha ottenuto partecipando a un bando internazionale indetto dalla stessa Ects. Al progetto ha partecipato anche il gruppo dell’immunologo Fabrizio De Benedetti, uno degli specialisti dell’ospedale pediatrico romano. La ricerca ha studiato in particolare i meccanismi della Osteoprotegerina, una molecola presente nel nostro corpo, in grado di proteggere fisiologicamente dalla perdita di tessuto osseo. Del Fattore e De Benedetti hanno appunto scoperto che una forma modificata di questa molecola, la Fc-opg, può prevenire ed eventualmente curare alcune forme di osteoporosi mediate da fattori infiammatori come la molecola Interleuchina 6. “Questi risultati”, spiega la professoressa Teti, “sono di estrema importanza per mettere a punto nuovi approcci terapeutici dedicati alle patologie infiammatorie croniche, soprattutto in campo pediatrico, nelle quali l’Interleuchina 6 svolge un ruolo fondamentale nel determinare i caratteristici difetti di crescita e la ridotta massa ossea dei piccoli pazienti”. La borsa di studio Ects è uno dei numerosi premi ricevuti da Del Fattore. Tra gli altri, l’Endocrine Scholars Award 2009 della società americana di endocrinologia e lo Young Investigator Award 2007 ottenuto in occasione dell’International Conference on Children’s Bone Health Meeting a Montreal.  
   
   
IN TOSCANA IL DIRITTO ALLA SALUTE NON SI TOCCA UN PATTO CONTRO I TAGLI DEL GOVERNO E IN DIFESA DEL SERVIZIO SA NITARIO PUBBLICO  
 
Firenze, 20 luglio 2010 - «In Toscana il diritto alla salute non si tocca». Parola dell´assessore Daniela Scaramuccia e di tutti i rappresentanti delle sigle sindacali dei dirigenti medici, veterinari, sanitari e amministrativi. La manovra decisa dal governo e i pesantissimi tagli in essa previsti hanno avuto come risultato quello di compattare intorno alla difesa della sanità pubblica uno schieramento larghissimo e rappresentativo. L´assessore Scaramuccia ieri mattina ha ricevuto nella sede di via Alderotti a Firenze una folta delegazione dei rappresentanti sindacali, con i quali ha dato vita a uno scambio di idee dettagliato e costruttivo: «Il punto drammatico a cui siamo di fronte – ha detto tra l´altro l´assessore – è la tenuta del sistema. I tagli decisi dal governo mettono a rischio il diritto alla salute e minano l´equità del sis tema. Non si può negare che esistano sprechi da eliminare, ma la crescita della spesa sanitaria èprevalentemente dovuta ad altri fattori, il costo crescente delle tecnologie, dei farmaci innovativi, l´invecchiamento della popolazione. Invece di agire sui determinanti di salute si agisce solo sull´offerta, di fatto tagliando i servizi e penalizzando le fasce più deboli della popolazione, mettendo a rischio un settore che ha una forte valenza economica e un grande peso nella coesione sociale del paese». Blocco del contratto per 4 anni, taglio del 50% della formazione: questi sono alcuni dei punti più contestati dalle organizzazioni sindacali. «Siamo disponibili a una collaborazione con la Regione per salvare il sistema - hanno detto unanimi i rappresentanti dei medici – tutte le forze e le componenti che hanno a cuore i servizi ai cittadini devono aderire a questo patto». Si è parlato a lungo nel corso della riunione di appropriatezza e di qualità delle prestazioni, di modalità di risparmio e di trasparenza. «Se la Toscana è oggi una Regione che puòvantare servizi di qualità, conti in ordine e bilanci delle aziende sanitarie certificati – ha ripreso l´assessore - è proprio grazie a un pragmatico buon governo che, pur rispettoso delle autonomie delle direzioni delle aziende sanitarie, non si sottrae a quell’esercizio di responsabilità che oggi viene tanto invocato. Ora, più che mai, il governo della sanità toscana e tutti gli attori coinvolti, ciascuno per il proprio ruolo, dai sindacati medici dipendenti e convenzionati a quelli del comparto, dalle professioni al terzo settore hanno la responsabilità di agire con un livello altissimo di coesione sotto la cornice unitaria del dialogo, nell’interesse comune».  
   
   
PSICOLOGIA CLINICA, DEFINITI I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA L´ASSESSORE ROSSI: "L´OBIETTIVO È QUELLO DI GARANTIRE EQUITÀ ED OMOGENEITÀ DI RISPOSTA SUL TERRITORIO"  
 
Trento, 20 luglio 2010 - La Giunta provinciale ha approvato il 16 luglio, su proposta dell´assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi, una delibera con la quale vengono definiti i Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) della Psicologia clinica per funzione attribuita e tipologia di prestazione erogata. Il provvedimento rappresenta un altro passo in avanti della sanità trentina sulla strada del miglioramento continuo dei servizi e della qualità dell’assistenza psicologica resa ai cittadini. "L’obiettivo prioritario del provvedimento, unico nel suo genere sul territorio nazionale - spiega l´assessore Rossi - è quello di sostenere la capacità delle Unità Operative di Psicologia nel garantire equità e omogeneità di risposta, a livello territoriale ed ospedaliero, e di verificarne gli esiti". Il Servizio sanitario nazionale si impegna ad assicurare a tutta la popolazione i livelli essenziali di assistenza sanitaria, che rappresentano lo strumento atto a garantire omogeneità di diritti alla salute per tutti i cittadini italiani a prescindere dal tipo di organizzazione sanitaria regionale. La Giunta provinciale ha determinato i livelli essenziali di assistenza sanitaria assicurati dal Servizio sanitario provinciale e assicurato altresì consistenti livelli di assistenza “ulteriori” erogati quali "prestazioni aggiuntive" a favore degli iscritti al Servizio sanitario provinciale e residenti in provincia di Trento. Poiché i livelli essenziali di assistenza sono definiti come “macro-aree di offerta sanitaria”, la determinazione puntuale della tipologia e della quantità di attività/prestazione da assicurare all’utente come garanzia di presa in carico appropriata richiede di identificare la gamma delle attività che devono essere organizzate per rispondere alle richieste attribuite (funzioni, percorsi assistenziali, processi di lavoro) e di individuare, nell’ambito di ogni funzione o processo, la singola tipologia di prestazione e il relativo standard di quantità/intensità (di cura). In questa direzione, la Giunta provinciale ha richiesto all’Azienda provinciale per i servizi sanitari di analizzare l’area della psicologia clinica e di definire puntualmente le prestazioni da assicurare alla popolazione a garanzia della presa in carico appropriata degli utenti dei servizi di Psicologia clinica nell’ambito del Servizio sanitario provinciale. Privilegiando l’esigenza di “costruire e monitorare percorsi di risposta complessiva ai bisogni psicologici della persona”, si è giunti a fissare - in maniera omogenea sul territorio ed uniforme sul piano organizzativo e professionale - i livelli delle prestazioni psicologiche che devono essere garantite a tutti i cittadini trentini. "Provvedimenti innovativi come questo - afferma l´assessore Rossi - sostengono l’auspicio che il concetto di trattamento equo non consista solo nel dare a tutti quel che è disponibile in relazione alle risorse ma anche, e soprattutto, nell’assicurare per tutti ciò che è differentemente e specificamente necessario".  
   
   
TRENTO: CORSO DI FORMAZIONE SANITARIA PER LE ASSOCIAZIONI DI COOPERAZIONE INTERNAZIONALE  
 
Trento, 20 luglio 2010 - Il Servizio Emigrazione e solidarietà internazionale della Provincia, in collaborazione con il Centro per la formazione alla solidarietà Internazionale promuove un corso di formazione sanitaria rivolto a tutte le associazioni di cooperazione internazionale del Trentino. Le sessioni di formazione sanitaria saranno due e si svolgeranno a Trento presso il Centro per la formazione alla solidarietà internazionale, in Vicolo San Marco, 1 giovedì 22 e lunedì 26 luglio alle ore 17,00. Il corso ha l’obiettivo di informare su alcuni temi utili a tutti coloro che cooperano a livello internazionale con i Paesi dove, le problematiche igienico-sanitarie, sono causa di alta mortalità infantile ogni anno. Le associazioni trentine coinvolte potranno così avviare specifici progetti di cooperazione sanitaria e sostenere i cooperatori nella formazione delle popolazioni locali a gestire le emergenze sanitarie.  
   
   
A SINISCOLA CENTRO DIALISI IMPORTANTE PER TUTTA LA SARDEGNA  
 
Cagliari, 19 Luglio 2010 - "Si tratta di una struttura importante non solo per la Baronia, ma per tutta l´Isola, trattandosi di una patologia in forte crescita anche in Sardegna - ha detto l´assessore regionale della Sanità, Antonello Liori, durante l´inaugurazione del centro dialisi di Siniscola - Un centro moderno dotato di apparecchiature all’avanguardia che concede speranza a tanti pazienti." "In un periodo di grossa attenzione alla spesa sanitaria – ha proseguito l’assessore Liori – ogni intervento che migliora la qualità dei servizi senza un aggravio dei conti deve essere salutato come un’azione di buongoverno della sanità regionale. Bisogna avere fiducia nel cambiamento che stiamo imprimendo alla sanità sarda, ma serve la collaborazione di tutti, dagli amministratori agli operatori del settore, ma sopratutto dei cittadini. Non si tratta di operare tagli, ma di razionalizzazione la spesa, senza che questo comporti il peggioramento della qualità dell’assistenza."  
   
   
TRENTO: PRESTAZIONI SANITARIE AGGIUNTIVE: AGGIORNATE LE DIRETTIVE PER IL 2010  
 
Trento, 20 luglio 2010 - Su proposta dell´assessore Ugo Rossi, la giunta provinciale del 16 luglio ha provveduto ad aggiornare le "Direttive all´Azienda provinciale per i Servizi sanitari per l´erogazione di prestazioni sanitarie aggiuntive" per l´anno 2010. L´aggiornamento delle Direttive si è reso necessario, dopo aver valutato l´opportunità di mantenere e di garantire anche per l´anno 2010 i livelli di assistenza aggiuntiva che erano stati stabiliti per l´anno 2009, agli iscritti all´anagrafe sanitaria provinciale, residenti nella provincia di Trento, indipendentemente dal previsto requisito della residenza triennale. L´aggiornamento ha riguardato in special modo l´erogazione di alcune prestazioni come ad esempio il concorso spese ad invalidi in occasione di cure termali, per l´effettuazione di cure climatiche e di soggiorni terapeutici, in attesa che il protocollo di intesa per la definizione delle prestazioni sanitarie aggiuntive del Servizio Sanitario Provinciale a favore degli invalidi di guerra e di servizio per il triennio 2007-2009, che risulta scaduto, venga nuovamente sottoscritto con i rappresentanti dell´Associazione Invalidi di Guerra della provincia di Trento e dell´Unione Nazionale Mutilati e Invalidi per Servizio Istituzionale. Un altro aggiornamento alle Direttive riguarda il capitolo della "Fornitura e riparazione di protesi, presidi ed ausili sanitari non previsti dal vigente nomenclatore tariffario delle protesi: a tal proposito sono state definite le modalità di rimborso degli ausili computer e sedia autoelevabile, con una spesa massima ammissibile derivante da una media dei costi del mercato ed è stata inserita nell´apposito elenco la nuova prestazione che riguarda il contributo per l´acquisto di parrucche a favore di pazienti affetti da alopecia secondaria causata da trattamenti chemioterapici. E´ stata altresì istituita la prestazione che prevede la fornitura di materiale farmaceutico non concedibili dal Servizio Sanitario Nazionale alle persone affette da malattie rare; nel settore della Sclerosi Laterale Amiotrofica (Sla) è stata inserita l´esenzione dalla compartecipazione dalla compartecipazione alla spesa per il ricovero in Rsa, livello assistenziale Namir e il contributo forfettario sulle spese di assistenza per favorire la permanenza a domicilio delle persone in possesso dei requisiti di eleggibilità in Rsa con livello assistenziale Namir. Per l´accesso a queste nuove prestazioni è stato previsto il requisito della residenza triennale.  
   
   
POLITICHE SOCIALI IN UMBRIA, CASCIARI SU LEGGE 26, “WELFARE A DURA PROVA”  
 
Perugia, 20 luglio 2010 – “Il Welfare regionale con 93 milioni di tagli imposti dalla manovra finanziaria è messo a dura prova. Per tale ragione bisogna accelerare i tempi per la definizione delle risorse che spetteranno a ciascun Comune e per l’individuazione delle linee guida da adottare per uscire al meglio e presto dall’emergenza”. E’ quanto affermato ieri a Perugia dalla vicepresidente della Giunta regionale dell’Umbria, Carla Casciari, a commento del seminario di approfondimento sulla legge regionale “26/2009” che disciplina la realizzazione del Sistema Integrato di Interventi e Servizi sociali. Sono intervenuti il professor Franco Dalla Mura, docente di diritto amministrativo all’Università di Verona, Adriana Lombardi e Paolo Di Loreto della Regione Umbria. Erano presenti alcuni sindaci, gli assessori alle politiche sociali e i funzionari di molti Comuni umbri che hanno espresso le problematiche e la preoccupazione per il momento difficile che dovranno affrontare. Nel corso del seminario è stato fatto il punto sulla definizione strutturale degli assetti zonali come precondizione per gestire il nuovo ciclo di programmazione e attivazione della nuova legge regionale. La vicepresidente, ricordando che la legge 26 punta a rivedere il Welfare come un investimento di economia e sviluppo efficace se calibrato a misura della persona, ha evidenziato che, per la sua applicazione e realizzazione della funzione sociale, bisogna garantire omogeneità e universalità dei servizi su tutto il territorio regionale. “In questo percorso – ha detto La vicepresidente Casciari - i Comuni non verranno lasciati soli e, per alleviare gli effetti di una manovra che non inciderà solo sulle tasche dei cittadini, ma direttamente sulle loro gambe, faremo tutto il possibile. In quest’ottica dobbiamo pensare che da una crisi si esce o più forti o più deboli e quindi ci impegneremo perché l’Umbria esca riformata e trasformata da questo difficile momento, ripensando anche al Welfare come un investimento per la Regione, stimolando il tessuto sociale che già è molto partecipe e funzionale alla realizzazione dei servizi sociali. Una regolazione sociale come forma aperta di economia sociale basata su regole a titolarità pubblica e universale che modulano i rapporti fra pubblico, privato, privato sociale, dovrà orientare i servizi”. “La crisi – ha concluso - produrrà i suoi maggiori effetti sulle famiglie, che vedranno drasticamente ridursi i servizi offerti a partire dalla mensa scolastica per i figli, i trasporti pubblici, o la presa in carico di anziani che non troveranno più posto in case di cura o non potranno più disporre di assistenza domiciliare. L’area del bisogno di allargherà e dovremo essere pronti da affrontare, con la concertazione e la piena collaborazione fra tutti gli enti, alle tante richieste che arriveranno dai cittadini. Un motivo in più per definire un protocollo interistituzionale che sappia individuare le nuove priorità sociali e indirizzare al meglio gli interventi”.  
   
   
VIA LIBERA A “LA GRANDE BRERA”. MORATTI: “UN ACCORDO CHE FA CRESCERE LA CENTRALITÀ CULTURALE DI MILANO NEL MONDO”  
 
 Milano, 20 luglio 2010 - “Oggi firmiamo un protocollo che fa di Brera uno dei più importanti musei di assoluta eccellenza internazionale e rilancia la sinergia tra Accademia e Pinacoteca, così come l’aveva concepita l’Imperatrice Maria Teresa d’Austria. Era dal 1976 che si aspettava questo momento”. Il Sindaco Letizia Moratti ha partecipato ieri alla firma del protocollo d’intesa “Per la Conservazione e la Valorizzazione del Patrimonio culturale della città di Milano”, sottoscritto dal Ministro della Difesa Ignazio La Russa, dal Ministro dell’Istruzione Università e Ricerca Mariastella Gelmini, dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali Sandro Bondi e dal Commissario Straordinario per la Grande Brera Mario Resca. Il documento prevede l’espansione della Pinacoteca con l’avvio del progetto de “la Grande Brera” e l’ampliamento dell’Accademia di Belle Arti con la creazione di un secondo polo all’ex casera Mascheroni. “Siamo arrivati a questo traguardo – ha proseguito il Sindaco - dopo un lungo percorso, frutto di uno sforzo congiunto a più livelli, che ha visto all’opera attori istituzionali e privati. La Pinacoteca manterrà il suo nucleo fondamentale nell’attuale sede di via Brera e allo stesso tempo l’Ateneo avrà a disposizione circa 20.000 metri quadrati in altre parti della città. Questa soluzione permetterà la creazione di un vero e proprio campus universitario, strettamente collegato con Brera, con oltre 3.500 studenti provenienti da tutto il mondo. Il Comune e il Governo, in particolare, hanno saputo mettere in campo una comunione di intenti che ci permette oggi di avviare un progetto che confermerà Milano capitale europea e mondiale della Cultura”. L’accordo prevede l’espansione dell’Accademia delle Belle Arti negli spazi messi a disposizione dal Ministero della Difesa, ossia le caserme “Magenta” e “Carroccio”. Ciò comporterà il conseguente ampliamento della Pinacoteca nell’area lasciata libera dall’Accademia. “Una Grande Brera non è solo una Brera più grande, che già sarebbe una novità – ha spiegato l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory -. Una Grande Brera è l’ampliamento di una identità milanese e italiana che non può che essere strategica, anche in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Un’altra città è possibile attraverso i distretti culturali. Per questo il Museo del Risorgimento offrirà gratuitamente accesso a tutti coloro che da Brera visiteranno Palazzo Moriggia. Con questo accordo si affermano i diritti dei cittadini, turisti e appassionati d’arte, affinché possano godere di una Milano città d’arte e cultura per tutti”.  
   
   
NOVE ARTISTI PER “NAPOLI MILIONARIA” MOSTRA DI ARTE CONTEMPORANEA MARTINA FRANCA (TA), PALAZZO DUCALE, DAL 21 LUGLIO AL 31 AGOSTO 2010  
 
Martina Franca, 20 luglio 2010 - Mercoledì 21 luglio 2010 alle ore 18,30 nel Palazzo Ducale di Martina Franca si inaugura la mostra Nove artisti per “Napoli milionaria”, promossa dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia e dalla Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Puglia, e realizzata con un finanziamento erogato dalla Regione Puglia- Assessorato al Mediterraneo, alla Cultura e al Turismo nell’ambito del Po Fesr 2007/2013 Asse Iv. 3. Alla manifestazione hanno dato la propria collaborazione il Comune e il Centro artistico musicale Paolo Grassi di Martina Franca (Ta). La mostra, curata da Fabrizio Vona e Lia De Venere e organizzata in concomitanza con il Festival musicale della Valle d’Itria, prestigiosa manifestazione musicale nota in tutto il mondo e giunta alla 36° edizione, che nel cortile del Palazzo Ducale tiene gran parte delle rappresentazioni, riunisce le opere di nove artisti italiani e stranieri – Ennio Bertrand, Bianco-valente, Filippo Centenari, Brice Cornelio Coniglio [Coniglioviola.group], Raffaele Fiorella, Raffaela Mariniello, Ottonella Mocellin-nicola Pellegrini, Anila Rubiku, Tarshito – che traggono spunto in maniera più o meno diretta dalla commedia che Eduardo De Filippo scrisse nel 1945, da cui alcuni anni dopo venne tratto un film. Nel 1977 Eduardo scrisse anche il libretto di un’opera lirica in tre atti dallo stesso titolo, musicata dal maestro Nino Rota, che fu rappresentata in quell’anno al Festival di Spoleto e che il 15 luglio di quest’anno apre il Festival della Valle d’Itria. La mostra è allestita nelle sale del palazzo ducale, ornate da dipinti a tempera realizzati dal pittore martinese Domenico Carella nel 1776 e oggi restaurate. Interverranno all’inaugurazione l’Assessore al Mediterraneo, Cultura e Turismo della Regione Puglia Silvia Godelli, il Direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia Ruggero Martines, i curatori della mostra Fabrizio Vona, Soprintendente per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Puglia e Lia De Venere, critico d’arte, e gli artisti.  
   
   
MILANO: DEDICATA A MARCO NEREO ROTELLI LA MOSTRA “PAROLE D’ARTISTA”  
 
Milano, 20 luglio 2010 - Da oggi fino al 29 settembre sarà aperta al pubblico la mostra “Poetry Parole d’artista” dedicata all’opera di Marco Nereo Rotelli con dipinti, disegni, sculture e installazioni esposti a Palazzo Reale, alla Rotonda della Besana, in piazzetta Reale e in corso Buenos Aires. Le opere di Rotelli saranno accompagnate dai versi di poeti contemporanei. La mostra è promossa dall’Assessorato alla Cultura in collaborazione con il Centro Italiano per le Arti e la Cultura. L’esposizione sarà inaugurata questa sera, alle 20.30, con la performance “Occupazione poetica”: i poeti Adonis, Fawzi Al Delmi, Clare Ann Matz, Maurizio Cucchi, Lucrezia Lerro, Roberto Mussapi e Antonio Riccardi declameranno dalle finestre di Palazzo Reale le loro poesie mentre un lungo tessuto dipinto da Rotelli verrà calato dalle finestre del palazzo. "La mostra racconta l’universo di Marco Nereo Rotelli che, con importanti progetti come Lux al Petit Palais di Parigi, il Bunker poetico alla Biennale di Venezia o il Poetry for Peace a Seoul, conduce un’ostinata ricerca ispirata ai valori della poesia e della bellezza - spiega l´assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory -. Numerose figure di primo piano del panorama letterario, filosofico, musicale italiano, fra cui Mario Luzi, Alda Merini, Edoardo Sanguineti, Andrea Zanzotto, Massimo Cacciari, Manlio Sgalambro, Franco Battiato hanno preso parte negli anni alle sue sperimentazioni. E nella sfida dell’intraducibilità dei linguaggi le opere di Marco Nereo Rotelli sono il sorriso del pensiero, il rumore della tecnica, la tensione verso qualcosa che manca e che non basta mai o, nella filosofia di Pessoa, una cosa, un bicchiere, una brezza, una frase. La vita duole quanto più la si gode e quanto più la si inventa”. Tutti gli eventi - “Parola dipinta”, alla Rotonda di via Besana, mostra antologica di Marco Nereo Rotelli: in mostra sono esposte, per la prima volta a Milano, le grandi opere realizzate da Marco Nereo Rotelli in tutto il mondo e che hanno coinvolto in “forma d’arte” la poesia di più di 500 poeti contemporanei che a partire dal 2000 hanno con lui attivamente collaborato per la realizzazione delle sue installazioni, da Lawrence Ferlinghetti a Séamus Heaney, da Mario Luzi a Derek Walcott, da Rita Dove a Yang Lian, da Edoardo Sanguineti ad Adonis, da Robert Pinsky a Fernanda Pivano, Alda Merini e Roberto Mussapi. Alla Rotonda di via Besana sono esposte 12 installazioni: quelle in acciaio realizzate per il Petit Palais di Parigi, la ricostruzione del “Bunker Poetico” voluto da Harald Szeemann alla Biennale di Venezia, le Porte d’Oro create per gli Champs Elysées e il grande progetto realizzato per l’isola di Pasqua, attraverso i quali Rotelli ha reso visibile l’idea di un fare artistico in favore dello spirito identitario. In mostra anche una sezione di video girati da Rotelli con grandi poeti, da Mario Luzi ad Andrea Zanzotto, da Edoardo Sanguineti a Fernanda Pivano, capaci di trasmettere l’investimento sulla poesia come forza inesauribile della e nella contemporaneità. “Di-segni d’Oriente e d’Occidente”, a Palazzo Reale – Sale della Reggia, di Marco Nereo Rotelli e Adonis. 30 collages del poeta arabo Adonis interagiscono con una serie di opere - lavagne, carte, porte in foglia d’oro e specchi - di Marco Nereo Rotelli. Le opere di Adonis rappresentano un’esplorazione nel segno della scrittura, con forme calligrafiche trattate pittoricamente che si intrecciano a tracce di stoffe, fiori essiccati, lane pressate sul foglio. Differente è il tratto pittorico dei due artisti in mostra, ma proprio in questa differenza si scopre il senso dell’esposizione, concepita sul concetto di “affinità delle differenze” in segno di unione tra Oriente e Occidente. “Le pietre sono parole”, in Piazzetta Reale, installazione di Marco Nereo Rotelli. Dodici grandi massi grezzi in marmo di Carrara scolpiti con i versi di Adonis, Yang Lian, Roberto Mussapi, Andrea Zanzotto, Séamus Heaney, Yves Bonnefoy, Wole Soynka, Charles Wright, Lars Gustafsson, N. Scott Momaday, Derek Walcott e Edoardo Sanguineti. Rotelli reinterpreta per Milano il progetto dell’installazione “La Cava dei Poeti” che realizzò per la Xi Biennale di Scultura di Carrara: un’intera cava scolpita con i versi dei più importanti poeti contemporanei, da Adonis, a Séamus Heaney, da Paul Mccartney a Mario Luzi e Fernanda Pivano. L’installazione urbana è parte della scenografia dello spettacolo “Orbita Teatrale”. “Le parole dell’amore” - Omaggio a Fernanda Pivano - corso Buenos Aires. La mostra dedica un omaggio a Fernanda Pivano a un anno dalla scomparsa, in occasione di quello che sarebbe stato il suo 91° compleanno. Il legame fra l´artista e la scrittrice è sempre stato intenso e ricco di collaborazioni. Sui dieci striscioni dell’installazione urbana sistemati lungo corso Buenos Aires, Rotelli dà forma alle parole che la Pivano aveva donato manoscritte all´artista per un progetto pensato insieme sull´ “amore come viaggio dell´essere”. “Manifesto poetico”, affissioni in tutta la città. Rotelli utilizza i manifesti come opere d’arte urbana dedicate alla poesia: stampati in migliaia di copie, sono affissi negli spazi pubblicitari destinati alla comunicazione commerciale che diventano così spazi di una rete di comunicazione culturale. Il progetto è dedicato a Milano e alle sue radici: Marco Nereo Rotelli trascrive il suo segno pittorico sui ritratti fotografici dei 15 poeti milanesi selezionati con la collaborazione di Roberto Mussapi, che per questa installazione donano una loro poesia alla città: Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Gabriela Fantato, Tomaso Kemeny, Vivian Lamarque, Lucrezia Lerro, Franco Loi, Giancarlo Majorino, Roberto Mussapi, Giampiero Neri, Giancarlo Pontiggia, Antonio Riccardi, Patrizia Valduga, Marco Vitale, Cesare Viviani. Le fotografie di Massimo Dall’argine, dedicate al volto dei poeti sono parte integrante dell’opera di Rotelli. Le gigantografie dei manifesti, firmate dall´artista, saranno esposte sulla facciata della Rotonda di via Besana, lungo viale Regina Margherita e via Besana. “Orbita teatrale. Parola in luce” - 29 settembre ore 21.00 sulla facciata di Palazzo Reale. A chiusura dell’evento, una performance dedicata alla poesia. Rotelli realizza una spettacolare installazione luminosa che per una notte proietta sulla facciata di Palazzo Reale segni, sogni, codici di un universo misterioso, un viaggio fra le stelle del linguaggio. “Orbita Teatrale. Parola in luce” è un’installazione dedicata alla poesia, un viaggio tra Oriente ed Occidente scandito dalla poesia di Adonis che, presente al centro della scena, legge i suoi versi dedicati a Milano, Venezia, Napoli, Damasco, Beirut e Istanbul mentre la facciata di Palazzo Reale si trasforma in una pagina di parole di luce.  
   
   
NUOTATA TRANSCONTINENTALE DALL’AFRICA ALL’EUROPA IN 272.160 BRACCIATE IL PRIMATISTA DI ‘TRAVERSATA A NUOTO PIÙ LUNGA DEL MONDO’ SI PREPARA A BATTERE IL SUO STESSO RECORD: STABILITO GIÀ ALL’ETÀ DI 53 ANNI  
 
Milano, 20 luglio 2010 - Ha 55 anni il dottor Giovanni Brancato, biologo nutrizionista, un fisico atletico, ma non certo da ‘palestrato’: muscoli tutti da allenamento. Brancato si prepara a partire il 21 luglio mattino dalla Tunisia (Biserta-capo Bianco) per arrivare in 7 tappe consecutive, di oltre 30 chilometri di nuotata al giorno, la sera del 27 (o 28, secondo le condizioni del mare) in Sardegna a Villasimius. Si tratta comunque d’una distanza di 220 chilometri, cioè 118 miglia marine. Il ritmo di Brancato è regolarmente di 54 bracciate al minuto: per 12 ore in acqua tutti i giorni si arriva alla ragguardevole cifra di 272.160 bracciate in una settimana. Brancato è tutt’altro che nuovo a tali imprese: detiene infatti già il primato della traversata a nuoto più lunga del mondo, riconosciuta ufficialmente dalla Fin-federazione Italiana Nuoto, quando nel luglio 2008, in 4 giorni ha nuotato per 145 chilometri ‘congiungendo’ la Corsica (Cap Corse) e la Liguria/alassio. Brancato ha deciso quindi di ‘stracciare’ il record da lui stesso detenuto: del team tecnico-scientifico imbarcato sulla nave appoggio – il caicco italiano ‘Cidzaroglu’ di 25 metri, al comando di Nuccio Chiara – è infatti componente determinante il Commissario Federale Franco Lo Cascio della Fin. “L’impresa, anche stavolta, non vuol certo essere semplicemente un’exploit sportivo – tiene a specificare il dottor Giovanni Brancato – ma prevede nuovamente lo sviluppo di ben più significativi obiettivi: una sempre più aggiornata e approfondita ricerca medico-scientifica e fisiologico-nutrizionale, su basi naturali seppur in condizioni ‘estreme’. “Eppoi, al di là del nuovo record di nuoto in mare aperto* - conclude Brancato - dare un vivace contributo per un ulteriore avvicinamento socio-turistico-culturale tra la Tunisia e l’Italia”. Su Google <Giovanni Brancato impresa> documentazioni e immagini dell’impresa 2008. *Senz’ombra di ‘gabbie antisquali’, le quali costituiscono chiaramente un ‘traino’ fendi-correnti’ per chi nuoti stando al loro interno. E nell’aperto mare fra Tunisia e Sardegna nuotano molti più squali ‘di rispetto’ che in Adriatico. L’’ambasciatore’ Brancato ha giustamente il suo ‘seguito’: un team scientifico-tecnico di 7 specialisti che seguono e controllano bracciata dopo bracciata l’impresa. Sono: Francesco Lo Cascio, Commissario Federale Fin-federazione Italiana Nuoto, da cui possa venire la convalida primato; Giovanni Zito, Responsabile Fipsas-federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee, altro Commissario; Marina Liberatori, Medico sportivo rianimatore; Antonino Lucchesi ‘assistente in acqua’, ovvero soprattutto ‘buttafuori rotta’ squali; Vittorio Brancato [figlio adolescente] ‘assistente a bordo’; Fabio Vassallo, fisioterapista-massaggiatore; Beppe Rizzo, documentarista-cameraman Il tuffo di partenza da Biserta-capo Bianco alle 6 del mattino di mercoledì prossimo 21 luglio. Nella giornata precedente [martedì 20 luglio], il dr. Brancato viene ricevuto ufficialmente dalle Autorità tunisine – Municipalità, Governatorato ... – con scambi di messaggi e doni simbolici, nonché una conference de presse coi mass media tunisini: prestigiosa occasione organizzata e coordinata dall’Ammiraglio Fabio Ghia, presidente in carica dell’Accademia Italo-tunisina. Soddisfatta così la prima tornata ‘africana’ della sua missione da Ambasciatore, Brancato fino all’arrivo in Sardegna si immerge nell’impresa sportiva e nel suo non meno rilevante versante scientifico. I parametri fisici di Brancato (come già durante il record del 2008) vengono sistematicamente monitorati: ritmo cardiaco e respiratorio, consumo ossigeno, riscontri metabolici, variazioni elettrolitiche nel sangue etc. L’alimentazione in acqua e in barca del biologo/nutrizionista Brancato va dal succo concentrato di melograno alla ‘sacrosanta’ pastasciutta, nonché piatti forti di pesce da lui stesso fiocinato durante gli ultimi allenamenti in acqua, di 5-6 ore per 19-20 chilometri al giorno.