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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 09 Novembre 2010
UNA VARIANTE GENETICA PER RIDURRE IL RISCHIO DI IPERTENSIONE  
 
Bruxelles, 9 novembre 2010 - Buone notizie per gli ipertesi: alcuni scienziati finanziati dall´Ue hanno scoperto una nuova variante genetica che potrebbe migliorare in modo significativo sia la prevenzione che le cure per combattere la pressione arteriosa alta. La ricerca, pubblicata nella rivista Plos Genetics, è stata finanziata in parte dal progetto Ingenious Hypercare ("Integrated genomics, clinical research and care in hypertension"), che ha ricevuto nel complesso 10 milioni di euro in riferimento all´area tematica "Scienze della vita, genomica e biotecnologie per la salute" del Sesto programma quadro dell´Unione europea (6° Pq). Secondo gli scienziati questa variante genetica, oltre a ridurre notevolmente il rischio di ipertensione, ridurrebbe anche il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. Lo studio ha infatti evidenziato che le persone che presentano questa variante sono meno soggette a infarto (meno 15%), infarto miocardico e morte coronarica. I dati attuali dimostrano che il 25% della popolazione adulta dell´Ue soffre di ipertensione, tristemente nota, tra l´altro, per essere la prima causa di morte al mondo. "L´ipertensione è ereditaria e contribuisce in modo significativo a peggiorare lo stato di malattia generale", scrivono i ricercatori. Questa ricerca rivoluzionaria, che costituisce un importante studio sulla situazione globale, ha riunito esperti da tutta Europa che hanno lavorato fianco a fianco per analizzare più di 500.000 varianti del genoma umano. I ricercatori hanno preso in esame 1.621 pazienti affetti da ipertensione e 1.699 campioni di controllo e hanno eseguito analisi di follow-up di validazione su 19.845 casi e 16.541 campioni di controllo scoprendo una variante in un gene che regola la produzione nei reni dell´uromodulina, una proteina presente nelle urine. Nonostante l´importanza di questa proteina nell´urina, il suo ruolo funzionale era finora sconosciuto. Questo studio, invece, pone in evidenza il ruolo chiave svolto da questa proteina nella regolazione della pressione sanguigna. I soggetti, infatti, che presentano questa variante hanno livelli di uromodulina nelle urine più contenuti. La scoperta evidenzia pertanto che l´uromodulina concorre probabilmente alla sregolazione della pressione sanguigna e facilita l´instaurarsi di patologie cardiovascolari, stimolando il riassorbimento del sodio nel rene. La pressione del sangue è elevata quando il sangue che attraversa le pareti arteriose si muove troppo veloce ed energico. Quando si assume una quantità eccessiva di sodio, aumenta la ritenzione idrica nell´organismo e questo eccesso di acqua fa aumentare la pressione all´interno dei vasi sanguigni. Máire Geoghegan-quinn, commissario europeo per la Ricerca, l´innovazione e la scienza, ha commentato lo studio dicendo: "Mi congratulo con tutti coloro che hanno contribuito al successo di questo ottimo lavoro. Le scoperte dovute a studi genetici di ampio respiro come questo possono aprire nuove strade alla prevenzione e alle cure innovative, in modo che ciascuno possa beneficiare dei farmaci più adeguati alla propria condizione. L´assistenza sanitaria è una priorità assoluta nel quadro dell´iniziativa della Commissione "L´unione dell´innovazione": niente è più importante di salvare vite e alleviare le sofferenze. "Nel contempo, il risultato raggiunto dal progetto Ingenious Hypercare può portare anche ad enormi benefici economici, aprendo nuovi mercati per le imprese dell´Ue e aiutando a mantenere le persone in attività e in salute più a lungo". Coordinato dall´Istituto Auxologico Italiano di Milano, il consorzio Ingenious Hypercare vede la partecipazione di esperti preovenienti da Belgio, Cina, Republica ceca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Russia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito. Per maggiori informazioni, visitare: Ingenious Hypercare: http://www.Hypercare.eu/  Ricerca sulle malattie cardiovascolari finanziata dall´Ue: http://ec.Europa.eu/research/health/medical-research/cardiovascular-diseases/index_en.html  Plos Genetics: http://www.Plosgenetics.org/home.action    
   
   
UN AUMENTO DELLE FACOLTÀ INTELLETTIVE ALLA BASE DEI PROGRESSI TECNOLOGICI DELL´ANTICHITÀ  
 
Bruxelles, 9 novembre 2010 - Un aumento delle facoltà del cervello ha permesso agli esseri umani dell´Età della pietra di costruire utensili più complessi, è quanto suggerisce una nuova ricerca finanziata dall´Ue. In un articolo pubblicato sulla rivista Plos One, il team spiega come sono arrivati a questa conclusione dopo aver studiato un moderno scheggiatore di selce in azione. Il sostegno dell´Ue a questo lavoro proveniva dal progetto Handtomouth ("Hand to Mouth: A framework for understanding the archaeological and fossil records of human cognitive evolution"), che ha ricevuto 1,1 Mio Eur nell´ambito della linea di budget "Scienze e tecnologie nuove ed emergenti" (Nest) del Sesto programma quadro (6° Pq). All´inizio del basso Paleolitico, circa 2,6 milioni di anni fa, gli uomini costruivano utensili in pietra molto semplici, colpendo semplicemente ciottoli che contenevano selce con un´altra pietra per generare scaglie affilate come rasoi. Ma si è dovuto aspettare fino a 500.000 di anni fa perché i nostri antenati riuscissero a costruire grandi asce a forma di goccia che potessero essere usate per molti più scopi rispetto alle primitive scaglie di selce. La questione che ha messo in difficoltà per diverso tempo i ricercatori è il motivo per il quale ci sono voluti 2 milioni di anni perché i nostri antenati passassero dalla produzione di semplici scaglie di selce alla costruzione di più complesse asce. Alcuni scienziati hanno suggerito che i primi esseri umani non avevano le avanzate abilità motorie necessarie per produrre un´ascia, mentre altri hanno proposto che all´inizio del basso Paleolitico, il nostro cervello non era abbastanza sviluppato per ideare nuovi modi più complicati di lavorare la selce per produrre utensili più complessi. Questo recente studio ha visto la collaborazione di neuroscienziati, archeologi, antropologi e scheggiatori di selce provenienti da Svezia, Regno Unito e Stati Uniti per chiarire la questione. Un contributo fondamentale a questo studio è stato apportato dal professor Bruce Bradley, un archeologo sperimentale dell´Università di Exeter nel Regno Unito che ha imparato l´antica arte di costruire utensili di selce. Indossando un guanto in grado di monitorare i movimenti della mano e del braccio, il professor Bradley ha fatto una serie di semplici schegge affilate e asce più complesse. Il confronto dei movimenti coinvolti nella produzione dei due tipi di utensili ha permesso ai ricercatori di determinare se erano necessari maggiori abilità motorie o meno per fare le asce. "Abbiamo scoperto che entrambe le tecniche di costruzione delle scheggie e delle asce richiedevano lo stesso tipo di destrezza della mano e del braccio," ha detto il professor Bradley. "Questo ci ha permesso di escludere le abilità motorie come fattore principale nello sviluppo degli utensili in pietra." In altre parole, l´evoluzione del cervello umano è ciò che ha permesso agli esseri umani di creare utensili più complessi. Il team suggersice inoltre che il progresso verso la produzione delle asce sia coinciso con lo sviluppo del linguaggio; studi di imaging del cervello hanno dimostrato che alcune parti del cervello coinvolte nella costruzione di utensili sono anche fondamentali per le abilità linguistiche. "Il progresso da grezzi utensili in pietra a eleganti asce da tenere in mano ha rappresentato un enorme passo avanti per i nostri antenati. Le asce erano uno strumento più efficace per difendersi, cacciare e per i lavori di tutti i giorni," ha commentato l´autore principale dello studio, il dott. Aldo Faisal dell´Imperial College di Londra nel Regno Unito. "Il nostro studio consolida l´idea secondo la quale la costruzione di utensili e il linguaggio si sono evoluti insieme poiché entrambe le attività richiedevano un pensiero complesso, il che rende la fine del basso Paleolitico un periodo di cardinale importanza per la nostra storia. Dopo questo periodo, i primi esseri umani hanno lasciato l´Africa e hanno cominciato a colonizzare altre parti del mondo". Guardando al futuro, il team ha adesso intenzione di studiare lo sviluppo del cervello dell´uomo di Neanderthal usando questa stessa tecnica per studiare le tecniche di scheggiatura che essi usavano in Eurasia tra 150.000 e 35.000 anni fa. Per maggiori informazioni, visitare: Imperial College London: http://www.Imperial.ac.uk/  University of Exeter: http://www.Exeter.ac.uk/  Plos One: http://www.Plosone.org/    
   
   
IL METODO COME CAMBIAMENTO. VENDOLA E FIORE PRESENTANO IL CORSO PER DG ASL  
 
Bari, 9 novembre 2010 - Parte dalla Puglia un’altra scommessa, questa volta nel campo della formazione del management nella sanità. Da oggi, e per i prossimi sei mesi, i 33 manager, potenziali direttori generali delle Asl e degli istituti sanitari pugliesi, la cui idoneità è stata sancita da una commissione nominata dalla Giunta regionale, avranno l’obbligo di frequentare il primo corso di formazione manageriale in materia di sanità pubblica e di organizzazione e gestione sanitaria. Una novità epocale “per arginare l’ingerenza inappropriata della polita nella gestione della sanità”. Il corso di formazione è stato presentato questa mattina alla stampa, nell’Aula magna del Policlinico di Bari, dal presidente della regione Puglia Nichi Vendola, dall’assessore alla salute Tommaso Fiore e dal responsabile del progetto, nonché direttore dell’Organismo regionale per la Formazione in sanità, Felice Ungaro. Una sfida nazionale dunque che parte ancora una volta dalla Puglia per cercare di separare quanto più possibile la politica dalla sanità. Certamente un segnale di discontinuità importante che potrebbe trovare anche l’interesse da parte delle altre regioni. Un progetto pilota e sperimentale che concretizza le politiche sanitarie della giunta Vendola degli ultimi quattro anni. “Abbiamo sfidato noi stessi procedendo e annusando l’aria in modo sperimentale – ha detto il presidente Vendola – per poi approvare una modifica normativa che ha il sapore di una rivoluzione copernicana. Siamo di fronte ad un vero e proprio cambio di mentalità e di cultura”. Molte le novità contenute nel progetto di formazione che questa mattina è stato illustrato anche ai manager nel corso del primo workshop di avvio. Tra queste l’obbligatorietà alla partecipazione del corso di formazione manageriale (novità del tutto unica nel panorama nazionale) contenuta nell’art.25 della cosiddetta legge omnibus (la legge 4 del 25 febbraio del 2010) e la nomina di una commissione da parte della Giunta regionale, che ha il compito di effettuare la valutazione dei candidati sulla base dei titoli, dei curricula ma anche delle attitudini (quindi attraverso un colloquio). Tra gli altri aspetti innovativi, non solo la presenza degli stakeholders, i cosiddetti portatori di interessi individuati nel rappresentante regionale di cittadinanza attiva e nel rappresentante dei medici di medicina generale ma anche il concetto di sostenibilità in ambito sanitario e quello di formazione sistemica in grado di gestire e di relazionarsi con il contesto in cui si opera. Per l’assessore alla salute Tommaso Fiore, “il metodo come cambiamento è il cuore e il motore del progetto di formazione che insieme con il concetto di selezione diventa la parola chiave di questa importante innovazione. L’obiettivo di fondo è quello di modificare sostanzialmente il sistema sanitario della regione Puglia adeguandolo all’evoluzione sociale culturale e professionale avvenuta in questi anni”. Sulle modalità di selezione dei manager Fiore ha sottolineato “l’assoluta trasparenza dell’operazione” e ha rispedito al mittente “le grandissime polemiche, incolte per lo più, anzi plebee” che si sono sollevate intorno alla selezione. “Anche l’Agenzia nazionale dei servizi sanitari – ha continuato Fiore – ha riconosciuto il grande lavoro svolto dalla Regione, sottolineandone il carattere di discontinuità rispetto al passato”.340 infine sono le ore di formazione, sette i moduli di insegnamento e oltre 30 i docenti tra pugliesi e nazionali. Già prevista la data del workshop conclusivo di cantierizzazione dei progetti, il 17 aprile del 2011. Poi le procedure per la nomina dei direttori generali potranno essere messe in moto.Alla conferenza stampa hanno anche partecipato due dei tre commissari valutatori. Roberto Vaccani docente senior della Sda Bocconi esperto di management sanitario e Fulvio Moirano, direttore generale dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari. (Il terzo commissario valutatore è Vittorio Dell’atti docente ordinario di economia e preside della facoltà di economia di Bari).  
   
   
EMILIA ROMANGA: IN LINEA IL NUOVO PORTALE SALUTER  
 
Bologna, 9 novembre 2010 - Saluter, ( www.Saluter.it) ), la casa comune on line del Servizio sanitario regionale, cambia volto: nuova veste grafica, nuova organizzazione dei contenuti, nuove modalità di navigazione e possibilità di ricerca. Potenziata tutta la parte di attualità con ulteriore sviluppo della redazione comune e della collaborazione tra Regione e Aziende sanitarie per offrire ai lettori un panorama completo delle scelte, degli eventi, delle novità della sanità emiliano-romagnola. Semplificata e arricchita la possibilità di documentarsi: tutti i contenuti (anche del giornale on line) sono stati categorizzati per parole chiave e il motore di ricerca è stato potenziato. Saluter si presenta ora con una vetrina essenziale che valorizza il patrimonio storico-artistico del Servizio sanitario regionale proponendo come sfondo alla homepage una immagine di un quadro, di una statua, di un libro, di un edificio tratti dal grande catalogo che presto sarà anche su un sito internet dedicato. Sono tre le aree che si aprono dalla homepage: il giornale on line, i servizi ai cittadini, l’area istituzionale e operatori, ognuna caratterizzata da un colore che si ritrova nella navigazione delle diverse pagine. Il giornale on line è più ricco di informazioni, propone video, appuntamenti riservati agli operatori del Servizio sanitario regionale, la possibilità di seguire le notizie per provincia. L’area servizi ai cittadini, attraverso una migliore integrazione della “Guida ai servizi” (che contiene le informazioni in dotazione al numero verde del Servizio sanitario 800 033 033), offre informazioni su dove andare, come fare, cosa serve per usufruire dei servizi erogati. Offre anche servizi interattivi: ad esempio il pagamento on line delle visite ed esami specialistici, la consulenza on line su Aids. L’area istituzionale e operatori è stata fortemente ampliata per offrire agli oltre 60mila operatori del Servizio sanitario un luogo di informazione, ma anche di servizio e di scambio fino a prevedere la possibilità di aree riservate per tema. Le due homepage servizi ai cittadini e area istituzionale e operatori sono collegate: offrono un doppio accesso alle informazioni privilegiando in apertura il punto di vista dei cittadini (dunque, le modalità per accedere e la descrizione dei servizi) oppure degli operatori (in questo caso, l’organizzazione e la visione d’insieme dei servizi). Un esempio: un cittadino ha bisogno di assistenza domiciliare per un proprio caro ma può anche avere tempo e voglia di sapere come è organizzato il servizio di assistenza domiciliare; un operatore del Servizio sanitario ha bisogno di sapere quali sono gli interventi della Regione e le linee guida alle Aziende sanitarie riguardo ai servizi di specialistica ambulatoriale e ai tempi di attesa stabiliti dalla norma, ma può anche voler sapere come fare per prenotare una visita o per pagare on line il ticket. La progettazione, curata da esperti di comunicazione della Regione e delle Aziende sanitarie, supportati dai tecnici dell’agenzia Tracce, è stata basata sulla necessità di offrire una interfaccia chiara, di comprensione immediata, a lettori/navigatori, e sulla necessità di rendere più semplice la ricerca e la navigazione nella grande mole di informazioni contenuta nel portale in linea dal 2003. Saluter è stato progettato per essere un sito accessibile a tutti, secondo le indicazioni dell’Allegato A alla Legge 4/2004 (“Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici)”. La base di partenza era buona. Un milione di visite (in costante crescita, nel 2004 erano 318mila) e più di 800mila visitatori all’anno (anch’essi in costante crescita, erano 177mila nel 2004); oltre 7mila pagine consultate ogni giorno (erano tra 4mila e 5mila tra il 2007 e il 2009). Una newsletter "Saluter notizie" con 1900 abbonati (riprogettata nel 2009 con l’inserimento di una notizia/intervista/inchiesta in esclusiva per gli abbonati). Saluter è stato giudicato il miglior portale nella categoria e-health dell´eContent Award Italy 2006, premio organizzato dalla Fondazione Politecnico di Milano e da Medici Framework, per promuovere la creatività e l´innovazione nel settore dei nuovi media. La redazione chiede giudizi, suggerimenti, critiche: infosaluter@saluter.It    
   
   
SALUTE/SOCIALE FVG: APPROVATE LINEE PER LA GESTIONE 2011  
 
Trieste, 9 novembre 2010 - Su proposta dell´assessore alla salute, integrazione sociosanitaria e politiche sociali del Friuli Venezia Giulia, Vladimir Kosic, la Giunta regionale ha approvato ieri, in via preliminare, le "Linee per la gestione 2011 del Servizio sanitario regionale". Il documento indica, in 68 pagine, tutti i diversi importanti interventi volti a dare concretezza alle previsioni del Piano sanitario e socio sanitario 2010-2012 che, approvato lo scorso mese di marzo, ha delineato un nuovo modello di ´governace´ del sistema, basato principalmente sulla centralità della persona, con servizi che si adeguano ai bisogni, e sulla ricerca di maggiore qualità e sicurezza e di una più proficua collaborazione ed integrazione tra professionisti e strutture. In questo senso la parola d´ordine è riorganizzazione di servizi e apparati, specie se non a diretto impatto con i cittadini/utenti. In altre parole, come spiega l´assessore, "vi saranno meno apparati burocratici ma più medici ed infermieri nei reparti, opportunamente distribuiti sulla base dei volumi di lavoro e delle esigenze reali". Dunque non certo tagli alle prestazioni erogate, ma miglioramento di efficienza e razionalizzazione della spesa, con recupero di risorse, nel momento in cui esse sono più scarse, da reinvestisre nei servizi. Non mancheranno una accelerazione sul fronte delle iniziative di prevenzione, di integrazione sociosanitaria e continuità assistenziale, e un´attenzione particolare al contenimento dei tempi d´attesa. Parallelamente le Linee di gestione indicano anche un nuovo metodo di finanziamento del sistema, che, superando le assegnazioni su base storica, evolva verso criteri di maggiore equità territoriale. "Con il 2011 si cominciano a raccogliere i frutti della nuova strategia programmatica e pianificatoria in sanità - commenta l´assessore - iniziata con gli indirizzi programmatici nel 2008, proseguita con il Libro Verde nel febbraio 2009 e coerentemente indicata nel Piano sociosanitario 2010-2012". Ecco, di seguito, le principali previsioni delle Linee per la gestione del Servizio sanitario regionale nel 2011, approvate oggi in via preliminare dalla Giunta regionale su proposta dell´assessore alla Salute, Vladimir Kosic L´assetto Organizzativo. Le Linee di gestione 2011 prevedono nuove soluzioni organizzative che implicano in particolare l´eliminazione di doppioni. Sarà quindi prevista la concentrazione per ciascuna Area Vasta della funzioni di anatomia patologica, laboratorio di analisi, trasfusionale e farmacia. "Sono servizi che non hanno nessun diretto impatto con il pubblico - precisa Kosic - in quanto al cittadino non può interessare dove è collocato il laboratorio in cui viene materialmente eseguita la refertazione, ma solo dove si sottopone, ad esempio, ad un prelievo del sangue: e su questo aspetto non sarà modificato nulla". Per quanto riguarda invece le funzioni con degenza e le attività ambulatoriali, quindi a diretto impatto con l´utenza (Diabetologia, Nefrologia e Dialisi, Oculistica, Gastroenterologia, Dermatologia, Otorinolaringoiatria, Pneumologia, Urologia, Neurologia) "non cambierà proprio nulla, i reparti rimarranno quelli che sono e dove sono". Aree Materno-infantili E Punti Nascita. In Friuli Venezia Giulia nascono ogni anno circa 10.500 bambini, in 11 diversi punti nascita. Considerate le indicazioni ministeriali che fissano, per ragioni di sicurezza, qualità e numerosità della casistica la soglia minima di 500 parti annui, non raggiunta dall´Ospedale di Gorizia, l´Azienda Sanitaria Isontina è tenuta a presentare, in sede di Pal 2011, la propria proposta sul nuovo assetto di offerta, ricercando nel frattempo soluzioni organizzative finalizzate appunto alla ricerca delle necessarie condizioni di sicurezza sia a Gorizia che a Monfalcone. I Punti nascita di Palmanova e Latisana, invece (circa 1.400 parti all´anno) saranno accorpati, con un primario unico e facendo ruotare le equipe. Il Riordino Degli Ospedali Ex Art. 21. Novità in vista anche per gli ospedali di Gemona, Cividale, Sacile e Maniago. Per Gemona sono previsti l´implementazione del week surgery, nell´ambito di una riorganizzazione dell´attività chirurgica nell´Alto Friuli, e di posti letto per postacuti. A Cividale proseguirà il riorientamento verso attività ambulatoriali e territoriali. Previsto poi il rafforzamento di Sacile quale polo della riabilitazione. Potenziamento anche a Maniago dell´attività territoriale e dell´Rsa e dell´offerta come ospedale di comunità. I Medici Di Famiglia. "Intendiamo rafforzare il ruolo dei medici di famiglia, aiutandoli finanziariamente ad assumere collaboratori di studio per sollevarli da compiti burocratici diretti", spiega l´assessore, precisando che proprio attraverso i collaboratori il medico, oltre a fare le prescrizioni, potrà anche prenotare visite specialistiche ed esami, indirizzando i propri pazienti agli specialisti di fiducia. La Riduzione Dei Tempi D´attesa. "L´impegno è di rispondere sempre nei tempi dovuti, abbattendo le attese", dice Kosic. Ecco che rispetto ad alcune prestazioni che presentano caratteristiche di assoluta necessità ed urgenza, la cui erogazione presenta criticità, verrà avviata una sperimentazione per consentire al cittadino di rivolgersi a strutture private e vedersi riconosciuto il rimborso della prestazione stessa. I Meccanismi Di Finanziamento. "Sarà superato il meccanismo di finanziamento riferito alla spesa storica, che non può garantire l´equità territoriale", annuncia Kosic, ricordando che "nel 2011 le risorse complessive a favore della Aziende saranno invariate rispetto all´anno in corso e precisando che dal prossimo anno i finanziamenti saranno assegnati per Area Vasta, con un riequilibrio verso quelle Udinese e Pordenonese che si completerà nell´arco di un decennio. Già nel 2011 ad esse saranno assegnati 4,6 milioni in più. I vantaggi del nuovo modello consistono nel "favorire i processi di integrazione gestionale ed organizzativa tra Aziende e il mantenimento di tutti i servizi a favore dei cittadini". Gli Irccs. Il finanziamento assegnato al Burlo Garofolo di Trieste e al Cro di Aviano dovrà essere in ogni caso tale da garantire la conservazione nel tempo delle peculiarità e dei requisiti previsti per il mantenimento del loro riconoscimento quali Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, ferma restando inoltre la loro piena autonomia per le funzioni speciali, legate al modello ´hub and spoke´. Altri Impegni. Sempre nel corso del 2011, come indicato dal Piano sociosanitario, la Regione sarà chiamata ad avviare la revisione di importanti atti pianificatori, quali il Piano oncologico (un percorso peraltro già iniziato), il Piano dell´emergenza (che prevede una centrale unica del 118 a Palmanova, presso la Protezione civile, dall´1 gennaio 2012), e quelli materno-infantile, della riabilitazione e della prevenzione. Un´operazione Virtuosa. "Un´operazione virtuosa, che permetterà di accrescere qualità e sicurezza, di garantire maggiore sostenibilità al sistema sanitario regionale e che, riorganizzando i servizi e facendo emergere le criticità, riuscirà a dare più risposte ai bisogni e a prendersi cura in modo migliore di categorie che oggi sono ´scoperte´, migliaia di vecchi non trattati in modo del tutto adeguato, persone con patologie croniche o pluripatologie. Temi sui quali il Piano sociosanitario precedente non era stato del tutto attuato", conclude l´assessore regionale alla salute.  
   
   
CALL CENTER ONCOLOGICO, 2.640 CHIAMATE IN UN ANNO UNA SANITÀ VICINA AI PAZIENTI, CHE POSSONO CHIAMARE 7 GIORNI SU IL BILANCIO DI UN ANNO DI ATTIVITÀ OGGI IN UN CONVEGNO AL FULIGNO  
 
Firenze, 9 novembre 2010 - Un anno di attività e 2.640 chiamate da parte di pazienti oncologici, familiari, operatori: per chiedere informazioni, esprimere disagi e difficoltà, avere ascolto e sostegno psicologico. Il Centro di counseling oncologico regionale fa il bilancio del suo primo anno di attività con un convegno, che si tiene per l´intera giornata di oggi all´Educatorio del Fuligno, via Faenza 48. Il convegno, "Il Contact center per l´oncologia: l´ascolto e l´aiuto nel percorso di cura", organizzato da Servizio Sanitario della Toscana, Istituto Toscano Tumori e Laboratorio Mes (Management e Sanità) della Scuola Superiore Sant´anna di Pisa, sarà aperto dai saluti dell´assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia, e dei presidenti dell´Ordine dei medici di Firenze, Antonio Panti, e dell´Ordine degli psicologi della Toscana, Sandra Vannoni, e vedrà la partecipazione di operatori della sanità, volontari, rappresentanti di associazioni di pazienti e familiari. Dalla data della sua istituzione, il 7 novembre 2009, al 4 novembre scorso, il Contact center oncologico ha ricevuto 2.640 chiamate: la maggior parte pazienti e familiari, l´8% cittadini che hanno preferito mantenere l´anonimato, il 3% operatori del sistema sanitario toscano. Il 23% degli utenti si rivolgono al Centro per ricevere ascolto e supporto psicologico, il 22,% esprimono difficoltà relative all´orientamento nel percorso clinico assistenziale, il 50% chiedono informazioni sui percorsi oncologici del sistema sanitario toscano, il 2% sono segnalazioni relative a disagi o eventi avversi. «Il counseling center oncologico regionale - dice l´assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia - è un bell´esempio di sanità vicina al cittadino. Attraverso il numero verde, in qualsiasi giorno della settimana, domenica compre sa, i pazienti e i loro familiari possono rivolgersi ai nostri operatori specializzati per avere non solo informazioni sul percorso assistenziale, ma anche sostegno per le difficoltà psicologiche che possono incontrare nella malattia. Un servizio che è molto utile non solo al cittadino, ma anche a noi, che in questo modo riusciamo a monitorare i reali bisogni e le eventuali carenze. Per ora è un´esperienza pilota, che ci auguriamo diventi presto una realtà solida, e un modello da utilizzare anche per altre patologie croniche». Il Centro di Counseling oncologico è stato istituito dalla Regione in collaborazione con Itt e Mes. Il numero verde - 800880101 - è attivo 7 giorni su 7, dalle 8 alle 20. Chi lo preferisce, può inviare una mail all´indirizzo: ascolto.Oncologico@regione.toscana.it. L´équipe è composta da 13 operatori: 8 counselor, 4 psicologi, 1 coordinatore psicologo clinico. «Durante il convegno - dice Patrizia Fistesmaire, responsabile del progetto - si presenteranno i risultati del servizio sperimentale di call center a supporto dei pazienti oncologici, a un anno dalla sua attivazione, e se ne discuteranno gli sviluppi futuri, sia in termini di miglioramento dell´efficacia, che di valutazione di qualità, che di collegamento con la rete dei servizi aziendali e territoriali». Tutte le informazioni sul servizio di counseling oncologico si possono trovare sul sito della Regione, all´indirizzo http://www.Istitutotoscanotumori.it/    
   
   
UNA SCALA INTERNAZIONALE VALUTA LE ABILITA´ COGNITIVE NEI BAMBINI SE NE PARLERÀ IL 19 NOVEMBRE A PORDENONE DURANTE IL CONVEGNO "STRUMENTI PER LA VALUTAZIONE DELLA NEURORIABILITAZIONE IN ETÀ EVOLUTIVA"  
 
Pordenone, 9 novembre 2010 - La valutazione accurata delle abilità cognitive nei bambini è cruciale per evidenziare eventuali disturbi dello sviluppo neurologico e progettare il conseguente intervento riabilitativo. Tale valutazione è però particolarmente impervia: in primo luogo occorre scoprire se l´acquisizione danneggiata delle abilità è una conseguenza di un danno al cervello o di un suo sviluppo atipico. C´è inoltre una differenza notevole - nel bene e nel male - tra la perdita delle abilità acquisite a causa di danno al cervello nei bambini e negli adulti: infatti nei bambini un´eventuale lesione cerebrale influisce su un sistema neurocognitivo in fieri, per cui rischia non solo di impedire lo sviluppo adeguato delle abilità direttamente legate al funzionamento della parte lesa del cervello, ma influenza anche pesantemente il normale sviluppo delle altre abilità cognitive. La valutazione completa non solo dei deficit, ma anche dei punti di forza del bambino consente di pianificare adeguati interventi riabilitativi e psicoeducativi che consentano di capitalizzare sulle funzioni conservate per compensare le perdite che derivano direttamente dalla lesione cerebrale ed evitare l´instaurarsi di disturbi secondari in altre funzioni cognitive. Per queste ragioni, la valutazione neuropsicologica nei bambini non può consistere in prove che siano state progettate originalmente per stimare la perdita delle abilità acquisite negli adulti. Questo aspetto risulta particolarmente importante per la necessità di monitorare col tempo gli effetti dei trattamenti di riabilitazione, grazie ai quali anche piccoli miglioramenti possono permettere di guidare e sostenere l´efficacia del trattamento. Attualmente in Italia la disponibilità di test appropriati per la valutazione neuropsicologica nei bambini è però limitata. Per tale motivo il Polo friulano dell´Irccs "E. Medea" ha sentito l´esigenza di mettere a punto più strumenti per la valutazione neuropsicologica e neurolinguistica in età evolutiva. In particolare ha effettuato l´adattamento alla lingua italiana e la standardizzazione della batteria Nepsy Ii, ideata dalla prof.Ssa Marit Korkman. La Nepsy è lo strumento di valutazione neuropsicologica del bambino dai 3 ai 16 anni più completo e sistematico pubblicato finora. Esamina lo sviluppo neuropsicologico del bambino in 6 domini cognitivi (attenzione e funzioni esecutive, linguaggio, funzioni sensorimotorie, elaborazione visuo-spaziale, memoria e apprendimento, percezione sociale) e consiste in prove che possono essere combinate in modo flessibile per formare una valutazione di base o estesa dei vari domini cognitivi. La possibilità di fornire sia punteggi quantitativi, che si compongono in un profilo neuropsicologico, sia osservazioni qualitative, affina ulteriormente lo strumento nel rilevare deficit cognitivi sottili che possono interferire con l´apprendimento. La Nepsy-ii è stata standardizzata in inglese (1200 bambini; 2007), in finlandese (900 bambini; 2008) ed è stata standardizzata in italiano presso l´Irccs "E. Medea" (800 bambini; in stampa). Attualmente sono in corso una serie di ricerche in bambini con disturbi mentali in Italia i cui risultati poi verranno comparati con quelli di studi clinici in Stati Uniti e Finlandia. In particolare, all´Irccs "E. Medea" di San Vito al Tagliamento verranno valutati bambini con disturbi dello sviluppo e neurologici come disturbo da deficit di attenzione/iperattività (Adhd), disturbi dell´apprendimento (dislessia e discalculia), disturbi del linguaggio, disturbi dello spettro autistico, epilessia e danni cerebrali acquisiti. Ciò consentirà un confronto più ampio tra i vari centri a livello nazionale, ma consentirà al tempo stesso di avere dati confrontabili con quelli di altri centri internazionali che usano la batteria Nepsy in altre lingue. In particolare, la combinazione dei dati raccolti in paesi diversi permetterà di esplorare la costante funzionale dello sviluppo conoscitivo indipendentemente dalla cultura, dalla lingua e dal sistema di istruzione. Inoltre, il numero enorme di dati disponibili offrirà un´opportunità unica di investigare gli effetti dei fattori anagrafici (ad esempio il genere) e socio-economici (ad esempio il livello di istruzione dei genitori) sullo sviluppo cognitivo. La batteria Nepsy e le sue applicazioni saranno i temi al centro del convegno "Strumenti per la valutazione della neuroriabilitazione in età evolutiva", che si terrà a Pordenone, presso l´Auditorium della Regione Friuli Venezia Giulia, il 19 novembre 2010. Il Convegno, il cui responsabile scientifico è il prof. Franco Fabbro dell’Irccs "E. Medea", vedrà i saluti del Presidente della Provincia di Pordenone dr. Alessandro Ciriani e del Sindaco di Pordenone dr. Sergio Bolzonello. La lezione magistrale verrà tenuta dalla prof.Ssa Marit Korkman del Dipartimento di Psicologia dell´Università di Helsinki (Finlandia) che descriverà l´utilità in ambito neuropsicologico della Nepsy Ii e la sua diffusione a livello internazionale. Seguirà l´intervento della dott.Ssa Johanna Rosenqvist, dell´Università di Helsinki che descriverà l´utilità dell´impiego della Nepsy Ii in ambito scolastico e riporterà le sue personali esperienze di ricerca e di valutazione. Il prof. Umberto Balottin, dell´Università di Pavia e coordinatore a livello nazionale dei professori ordinari di Neuropsichiatria infantile, parlerà della utilità e dei limiti degli strumenti di valutazione neuropsicologica in età evolutiva. Il prof. Stefano Vicari, dell´ Irccs "Bambin Gesù" di Roma, presenterà una rassegna degli strumenti di valutazione dei disturbi della memoria in età evolutiva. La dott.Ssa Tiziana Zilli dell´Irccs "E. Medea", terrà una relazione sulle applicazioni cliniche della batteria Nepsy Ii. Infine il dott. Andrea Marini, consulente presso l´Irccs "E. Medea", presenterà l´organizzazione e le caratteristiche di una nuova batteria per la valutazione del linguaggio in corso di standardizzazione.  
   
   
BOLZANO: APPROVATA LA RIFORMA CLINICA, THEINER: "OCCASIONE DA NON PERDERE"  
 
Bolzano, 9 novembre 2010 - "Il via libera alla Riforma clinica è motivo di grande orgoglio: per la sanità altoatesina si tratta di un´occasione da non perdere". Così l´assessore Richard Theiner ha commentato l´approvazione, da parte della Giunta provinciale, del programma di lavoro per la Riforma clinica. Il documento ricalca sostanzialmente la bozza presentata il mese scorso, e conferma che tutti i sette ospedali presenti sul territorio verranno mantenuti in vita. Con il definitivo via libera della Giunta provinciale, la Riforma clinica può ufficialmente partire. "Per noi è motivo di grande orgoglio essere riusciti ad elaborare questo programma di lavoro - ha sottolineato l´assessore alla sanità Richard Theiner - in Europa sono molte le regioni che cercano di attuare una riforma clinica, ma sono poche quelle che ci riescono davvero". L´assessore Theiner, il direttore generale dell´Asl Andreas Fabi, e il direttore sanitario Oswald Mayr, hanno ricordato che "la riforma non spiegherà immediatamente i propri effetti", e che "il processo sarà lungo e durerà anni, ma andrà a beneficio dei pazienti e dei cittadini". Per il momento sono stati messi nero su bianco i criteri di base, i paletti che guideranno l´operato di Provincia e Azienda sanitaria nella concreta riorganizzazione del settore. Il documento approvato dalla Giunta ricalca la bozza già discussa il mese scorso, e i pilastri della riforma restano dunque gli stessi: assistenza sanitaria garantita su tutto il territorio, specializzazione clinica con qualità certificata a livello internazionale, conti sotto controllo nonostante la crescente domanda di prestazioni sanitarie. "Ciò significa - ha ribadito Richard Theiner - che nessuno dei sette ospedali (Bolzano, Merano, Silandro, Bressanone, Vipiteno, Brunico e San Candido) verrà chiuso". Tra i punti deboli del sistema che potranno essere più rapidamente migliorati, Theiner ha citato le liste d´attesa. "Puntiamo ad abbattere l´iter burocratico da seguire per le prenotazioni - ha detto l´assessore - soprattutto per quanto riguarda le visite di controllo". Con la riforma, ognuno dei sette ospedali manterrà l´assistenza di base, cinque primariati e un servizio provinciale inteso come centro di competenza. "Per interventi particolari come ad esempio l´asportazione di un tumore - ha aggiunto Theiner - in un´unica struttura saranno concentrate attrezzature all´avanguardia e personale altamente qualificato, fermo restando che la fase pre- e post-operatoria potrà essere trascorsa dal paziente nell´ospedale più vicino. Solo attraverso la specializzazione possiamo garantire un´assistenza di qualità e mantenere l´Alto Adige competitivo a livello internazionale nel settore della sanità". Il presidente Luis Durnwalder, nel corso della consueta conferenza stampa sulle decisioni della Giunta provinciale, ha annunciato alcuni degli ambiti specialistici che saranno concentrati in un unico ospedale: stroke-unit per l´assistenza alle persone colpite da ictus a Bolzano, chirurgia della mano a Merano, chirurgia plastica a Bressanone, fecondazione assistita a Brunico, terapia del dolore a San Candido, riabilitazione neurologica a Vipiteno ed endoprotesica (anca e ginocchio) a Silandro.  
   
   
ALL’AQUILA RIAPRE LA PRIMA FARMACIA DISTRUTTA DAL SISMA  
 
Roma, 9 novembre 2010 – L’impegno della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani nel garantire il ritorno alla normalità nelle zone terremotate dell’Aquila ha raggiunto una nuova tappa importante. A poco più di un anno dal sisma del 6 aprile che ha reso inagibili sette sedi farmaceutiche dell’ Aquila, il 1° novembre scorso è rientrata nella sua farmacia la dottoressa Flora Romanelli. Grandissima è la commozione e la felicità della collega, che ha speso parole significative per il lavoro di questi mesi svolto in emergenza nelle strutture messe a disposizione dai farmacisti volontari della Protezione Civile grazie all’impegno congiunto della Federazione degli Ordini e della Regione Piemonte. “Un sogno quando, dopo quattro mesi di sospensione dell’attività abbiamo riaperto nello shelter” ha dichiarato la dottoressa Flora Romanelli. “Un’esperienza importante che ha permesso a persone duramente provate dal sisma, di ritrovare il rapporto di familiarità con il suo farmacista, di mantenere il contatto umano con un viso noto oltre, naturalmente, a garantire la nostra opera sul territorio”. “Si tratta di un altro significativo risultato dell’azione che ha visto la Federazione impegnata sin dall’inizio” ha commentato Andrea Mandelli, Presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani “e che era culminata con la consegna, il 3 dicembre del 2009, delle sette strutture temporanee (shelter) donate dalla Regione Piemonte, che hanno ospitato in questi mesi le farmacie dell’Aquila. Un ritorno alla normalità reso possibile anche dall’attività sul territorio di Ernesto Cornaglia, membro del Comitato Centrale, del dottor Luca Calcagnile e delle centinaia di farmacisti volontari che si sono prodigati e che oggi rappresenta per tutta la professione un motivo di orgoglio. Il nostro impegno proseguirà con lo stesso slancio fino a quando tutti i colleghi colpiti potranno contare nuovamente sulle loro farmacie”.  
   
   
“LA REALTA´ NON E´ FORTE” OPERE DI SABRINA MEZZAQUI 27 NOVEMBRE 2010 – 13 FEBBRAIO 2011 MODENA, MUSEO CIVICO D´ARTE  
 
Modena, 9 novembre 2010 - Inaugurerà sabato 27 novembre alle ore 18.00 al Museo Civico d´Arte di Modena, l´installazione di Sabrina Mezzaqui dal titolo La realtà non è forte, nata come dialogo con una delle più importanti collezioni di tessuti d´Europa, la raccolta Gandini del Museo. Un dialogo che ha rivelato fin dalle sue premesse un’intesa tra i valori e le pratiche artigianali del tessile e la poetica dell’artista bolognese che materializza pensieri desunti dalle tradizioni filosofiche, religiose e letterarie ricorrendo alla gestualità lenta e delicata del ricamo, del cucito e del ritaglio. Un percorso che riannoda il passato al presente suggerendo nuove chiavi di lettura e rinnovati percorsi mentali. La mostra, curata dal Museo Civico d´Arte e dalla Galleria Civica di Modena, si colloca tra le iniziative organizzate nell´ambito del convegno internazionale “Antiche trame, nuovi intrecci. Conoscere e comunicare le collezioni tessili” (26-27 novembre 2010, www.Convegnotessili.it), dedicato alla valorizzazione delle raccolte tessili in ambito museale, promosso dal Museo Civico d´Arte di Modena in collaborazione con l´Ibc e l´Università di Pisa. L´intervento di Sabrina Mezzaqui all´interno della raccolta rimarca quanto il cucito, il ricamo e le tecniche affini connesse a quest´arte antica costituiscano gli archetipi di un linguaggio che trova ampio e consapevole spazio di espressione nell´arte contemporanea. Il dialogo con la collezione pone l´accento su alcuni nodi centrali legati ad una pratica spesso giudicata marginale per le sue implicazioni con l´artigianato artistico e la sfera domestica. Il ricamo, tra il novero dei contemporanei mezzi espressivi, pone in evidenza il recupero di una dimensione che vede nel lavoro manuale, lento e paziente, una modalità espressiva che fa da controcampo alla velocità vorticosa del mondo moderno; modalità che evidenzia non solo una tendenza dell’arte contemporanea, ma anche la trasformazione di una pratica decorativa e artigianale, confinata per secoli “nell’oscurità della maestria femminile”, in un linguaggio autonomo che evoca un bisogno estetico, simbolo di una necessità quotidiana. Il titolo dell´installazione è ripreso da una frase di Hannah Arendt tratta da Le origini del totalitarismo (1948): “La realtà non è tenace, non è forte, ha bisogno della nostra protezione”. Tra rari tessuti, sontuosi velluti, raffinati damaschi, splendide sete e merletti, galloni, nastri, frange e ricami antichi, conservati negli arredi originali, l´artista dispone le sue opere che si confrontano con la raccolta in modo silenzioso, esaltando il piacere inaspettato della scoperta. Si dispiegano così alcuni significativi oggetti, frutto della produzione artistica più recente della Mezzaqui, dove la pratica del ricamo è intimamente permeata dall´elemento della scrittura: l´installazione raccoglie infatti opere come Sentinella, un libro in pagine di stoffa ricamate con fiori e appunti autografi dell´artista, Mettere a dimora, motivi floreali ricavati dal paziente ritaglio dei soli profili tracciati su cartoncino che dialogano con il lemma “pianta-piantare” del vocabolario; frasi ricamate che ricordano effimere architetture; alcuni libri realizzati interamente a mano con la trascrizione meticolosa dei testi e dell’impostazione tipografica dei Quaderni di Simone Weil, work in progress, attraverso il quale l’artista ne assimila il senso e il ritmo, divenendo un condotto tra la parola letta e quella scritta. L’interesse della Mezzaqui per le continue correlazioni fra letteratura ed esperienza quotidiana diventa parte di una filosofia artistica che unisce universalità e intimismo in un’eleganza formale di grande suggestione. Note biografiche Sabrina Mezzaqui è nata a Bologna nel 1964; vive e lavora a Marzabotto (Bo). La sua formazione artistica si svolge dapprima all’Istituto Statale d’Arte di Bologna e poi all’Accademia di Belle Arti di Bologna dove consegue il diploma nel 1993. Artista eclettica nella scelta delle tecniche e delle iconografie, ama operare sui materiali e sulle ritualità del quotidiano, evidenziando la tendenza a procedere secondo una gestualità reiterata, nel recupero di pratiche come il ricamo, l´intaglio, la tessitura. Nelle sue opere il fare traduce nella materia stessa un senso del tempo dilatato e legato ai ritmi del lavoro manuale dove appaiono una forte componente narrativa e raffinatezze e sensibilità liriche. I suoi esordi artistici risalgono alla metà degli anni Novanta, soprattutto nell´ambiente bolognese dove hanno luogo le prime mostre personali alla Galleria Graffio (1996, 1997, 1998). Oltre alla personale tenuta alla Gam di Torino nel 2006, presenta alcune importanti personali grazie alla collaborazione con la Galleria Massimo Minini di Brescia (Messaggi inviati, 1999; Il pomeriggio è troppo azzurro, 2001; Quando le parole atterrano, 2006; Giocatori di perle, 2010) e con la Galleria Continua di San Gimignano (Carezze, 2001; Ecco adesso, 2004; Sottolineature, 2005; Mettere a dimora, 2008). Ha esposto in occasione di numerose mostre collettive in spazi pubblici e no profit in Italia (tra cui Galleria d´Arte Moderna di Bologna; Palazzo delle Papesse a Siena; Museion, Bolzano; Viafarini e Careof, Milano, Man, Nuoro) e all´estero (Ps1, New York; Musée Art Modern, Saint Etienne). Il suo lavoro è orientato anche verso il mezzo del video con cui ha partecipato a numerosi eventi e rassegne.  
   
   
LA DOPPIA PERSONALE DI CHIARA ALBERTONI E MARTA COLOMBI COMO - DAL 14 NOVEMBRE AL 19 DICEMBRE 2010  
 
Como, 9 ottobre 2010 - Dal 14 novembre al 19 dicembre 2010, lo Spazio Natta di Como (via Natta 18) ospiterà la doppia personale di Chiara Albertoni e Marta Colombi, vincitrici ex aequo della seconda edizione di Co.co.co. Como Contemporary Contest, il concorso ideato e promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Como, con lo scopo di scoprire e promuovere i giovani talenti sulla scena dell’arte contemporanea e diventare punto di riferimento delle poetiche delle nuove generazioni. I lavori di Chiara Albertoni (Padova, 1979) e Marta Colombi (Milano, 1982) sono stati selezionati tra quelli di oltre 750 candidature, da una giuria composta da Mimmo di Marzio, giornalista e critico d’arte, Emma Gravagnuolo, giornalista e critico d’arte, Renato Diez, giornalista d’arte, Roberta Lietti, gallerista, Vanni Cuoghi, artista, Gianmaria Banfi, collezionista. “Questa doppia personale – commenta Sergio Gaddi, Assessore alla Cultura del Comune di Como - è l’appuntamento conclusivo della seconda edizione di Co.co.co., che si chiude con successo ed entusiasmo e che premia due artiste, Chiara Albertoni e Marta Colombi le cui opere, seppur tecnicamente agli antipodi, sono in grado di dialogare armonicamente tra loro, disegnando due interessanti filoni dell’arte contemporanea di oggi. L’idea, alla base di Co.co.co., di puntare sull’arte come opposto della precarietà, si è dimostrata vincente”. In occasione della mostra, verrà pubblicato un catalogo con testi di Emma Gravagnuolo, Renato Diez, Mimmo Di Marzio e Roberta Lietti che presenterà, oltre alle opere dei due vincitori, anche i lavori degli altri 16 artisti selezionati (Paolo Bandinu, Claudio Beorchia, Andrea Cerruto, Blerdi Fatusha, Chen Gong, Asako Hishiki, Andrea La Rocca, Gabriele Pace, Matteo Pagani, Michela Pedron, Nazzarena Poli Maramotti, Lemeh42, Emilio Rizzo, Leander Schwazer, Guido Taroni, Mattia Vernocchi), già protagonisti di una collettiva tenutasi lo scorso giugno. Chiara Albertoni, che è stata premiata con l’opera “Nebulosa”, concentra la sua ricerca sulla natura, con dipinti dominati dalla rarefazione e dal silenzio. Con una notevole padronanza tecnica, la pittrice coglie anche le più piccole sfumature dei soggetti che trova nelle campagne venete. Le immagini di Chiara Albertoni non si rivelano subito: una ragnatela coperta di brina ghiacciata può assomigliare a uno scettro, i petali dei fiori ricordare le ali delle farfalle, le sfumature di alcuni ciclamini ingranditi sembrare le campiture di colore dell´espressionismo astratto. Col suo lavoro l’artista riporta l´attenzione sulla fragilità della natura. Fiocchi di neve, foglie, tronchi ritorti, spesso resi con una tavolozza monocroma, assumono le sembianze di un sogno, le forme di un mondo minuscolo e prezioso. Come scrive Renato Diez, nel suo testo in catalogo, “la tecnica di Chiara Albertoni è prodigiosa. Eppure, è una pittura che si nutre soprattutto di poesia. Distante dall´iperrealismo racconta storie di desolazione, dolore, bellezza e rinascita. (...) Un amore che non prova neanche a nascondere per le fotografie di Edward Weston e Ansel Adams, Albertoni è una fuoriclasse del bianco e nero. Oltre ai fiori, spesso cosparsi di gocce di rugiada come le sue fittissime ragnatele - elementi rubati alla natura da un occhio acuto come l´obiettivo macro di una macchina fotografica - Chiara Albertoni dipinge alberi, tanti alberi vivi o morti, in tele alle quali regala titoli che, con il passare del tempo, si sono fatti sempre più evocativi, come La fanciulla senza mani, La strega o Metamorfosi, tanto per citarne qualcuno”. Marta Colombi, premiata con l’opera “Caos”, dimostra un´assoluta padronanza tecnica, con opere scultoree-installative che mostrano una riflessione ai principi della pura geometria, alla classicità mediterranea al fine di raggiungere ordine e purezza. Marta Colombi pone l´accento sull´idea, in opere dove la riduzione è al limite. I suoi lavori sono un esempio di antimatericità, dove aeree costruzioni fatte di sottili fili di ferro, pur senza contraddire i principi di occupazione armonica dello spazio, testimoniano una vena poetica in cui aleggia una consapevole ironia. Nel testo in catalogo, Emma Gravagnuolo afferma che “Marta Colombi incarna perfettamente l’essenza dell’arte di oggi: ha un percorso autonomo e personale con richiami e influenze stimolanti rintracciate nella storia come base intellettuale, ma sempre e comunque coerente al proprio fare. La sua scultura ha modo d’incantare e stupire chi la guarda. Fin da subito, infatti, si concentra sull’espressione della bellezza delle forme, si avvicina con accesa curiosità e molteplici punti di vista alle cose che la circondano interrogandosi sulla natura degli oggetti, delle superfici, dello spazio e sulla loro possibile interpretazione. Nella semplicità geometrica dei suoi lavori si può pensare al minimalismo ma, pur affermando che nel togliere vi è molto di più che nell’aggiungere, Marta Colombi ha sempre sottolineato di sentirsi più vicina a Giacometti, Caro, David Smith e Calder che non a Carl Andre e Dan Flavin”. Come scrive Mimmo di Marzio nel catalogo: “Entrambe le anime sfidano il concetto stesso di immagine sottraendo fino all’estremo i canoni della materia e del colore, in una rarefazione dell’oggetto che vive sempre solo e in relazione al contesto ambientale. Al contempo le due artiste testimoniano anche una tendenza che emerge in chiave positiva nel contesto contemporaneo: vale a dire il ritorno a un concetto di manualità tecnica e di artigianalità che recupera il primato dell’artista come “homo faber”.”.