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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 06 Maggio 2014
AIDS: PROTEINA BLOCCA-HIV TROVATA IN UN CORALLO. ALCUNI RICERCATORI AMERICANI HANNO SCOPERTO UNA MACROMOLECOLA CAPACE DI RALLENTARE IL VIRUS NEL NORD DELL´AUSTRALIA.  
 
Lecce, 6 maggio 2014 - Il professor Barry O´keefe parla di una scoperta "davvero emozionante". Il suo team di ricercatori americani del National Cancer Institute ha scoperto, nascosta in un corallo nel nord dell´Australia, una proteina in grado di bloccare l´infezione da Hiv, che com´è noto é la causa dell´Aids. Il loro lavoro è stato presentato sulla rivista specializzate "Experimental Biology" lo scorso martedì. Ad evidenziarlo Giovanni D´agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Secondo gli scienziati, "Queste proteine sono molto potenti. Possono bloccare concentrazioni molto elevate di virus nella prima fase dell´infezione. In altre parole, impediscono all´Hiv di entrare nelle cellule T, cellule immunitarie che il virus distrugge". Ed é l´"unico meccanismo d´azione", ad entusiasmare i ricercatori. Questa proteina potrebbe essere più efficace se non provocasse la resistenza del virus alle terapie esistenti. I ricercatori hanno comunque già immaginato lo sviluppo di gel e lubrificanti sessuali che consentano alle donne di proteggersi. Rimane da testare la proteina in laboratorio per identificare possibili effetti collaterali.  
   
   
L´ISTITUTO TUMORI DELLA ROMAGNA (IRST) IRCCS MOTORE DELLA RICERCA ONCOLOGICA: MARTEDI´ 6 MAGGIO AL VIA LA IIIA CONFERENZA INTERNAZIONALE SULLA RICERCA TRASLAZIONALE IN ONCOLOGIA  
 
Meldola (Fc), 6 maggio 2014 – Vaccini, ingegnerizzazione delle cellule staminali, nanotecnologie applicate. Sono queste alcune tra le frecce più acuminate e promettenti oggi in mano alla ricerca per combattere i tumori, studi che vedono protagonista l´Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (Irst) Irccs di Meldola e che saranno al centro di uno tra i più importanti momenti di confronto e studio in campo oncologico del 2014: la Iii conferenza internazionale sulla Ricerca Traslazionale in Oncologia. Organizzata dall´Irst Irccs in collaborazione con l´Istituto Oncologico Romagnolo dal 6 al 9 maggio prossimi tra Meldola e Forlì, il simposio vedrà la partecipazione di alcuni dei nomi più importanti nella ricerca traslazionale, proponendosi di esaminare il legame tra le terapie oncologiche e le possibili applicazioni cliniche delle scoperte di laboratorio. Altri focus della "quattro giorni" di dibattiti, letture e confronti saranno dedicati ai recenti sviluppi della ricerca biomolecolare diretta alla messa a punto di nuovi farmaci antitumorali e al crescente, grave, impatto di queste patologie sulle già disagiate popolazioni africane. L’apertura dei lavori, martedì 6 maggio, sarà dedicata al mesotelioma pleurico maligno, tra le patologie correlate all´impiego/lavorazione dell´amianto più infauste. In particolare si cercheranno possibili punti di contatto e collaborazioni tra il Programma nazionale italiano, nell’occasione descritto dal prof. Renato Balduzzi e le esperienze statunitensi portate da Stephen Clyde Yang (John Hopkins University), chirurgo toracico e studioso di marcatori diagnostici per l’identificazione precoce di questa malattia. La scoperta di marcatori biologici, veri e propri “campanelli d´allarme” a livello molecolare dell’insorgere della malattia, è tratto condiviso da molti studi finalizzati alla personalizzazione dei trattamenti. Tra questi, promettenti prospettive negli anni si sono schiuse sui carcinomi gastrici (sul tema, tra gli altri, interverrà Ian Chau della Royal Marsden, Londra), polmonari (presente Aleix Prait dell’Istituto Vall d’Hebron di Barcellona) e uro-ginecologici. In quest’ultima area, sul tumore prostatico, di grande interesse le relazioni di Gerhardt Attard (Institute of Cancer Research, Londra) e Karim Fizazi (Institut Roussy di Villejuif e Università di Parigi). Temi centrali della Conferenza – a testimoniare l’eccellenza raggiunta dall’Irst – alcune delle linee di ricerca che oggi vedono i professionisti diretti dal professor Dino Amadori in primissima fila: dallo sviluppo di vaccini antitumorali sempre più efficaci (immunoterapie con impiego di cellule dendritiche; nell’occasione sarà presentato un nuovo studio clinico contro il melanoma che prevede utilizzo combinato di radioterapia e interferone), alla messa a punto di terapie radiometaboliche contro tumori neuroendocrini. Pionieristiche, poi, le attività di studio dei tumori cerebrali. Focalizzate soprattutto sull’utilizzo di cellule staminali opportunamente “ingegnerizzate” e la puntualizzazione delle caratteristiche biomolecolari dei gliomi, a illustrare gli sviluppi e prospettive raggiunte anche grazie ai progetti con Irst saranno Khalid Shah (Harvard Stem Cell Institute, Usa), Marc Sanson (Hôpital de la Salpêtrière, Parigi) e Alessandro Olivi (John Hopkins University, Usa). Di altissimo livello il dibattito su tumori ossei e sarcomi, con Irst direttamente impegnato in studi mirati all’identificazione dei processi di metastatizzazione ovvero sui meccanismi di migrazione e colonizzazione dell’osso da parte di cellule tumorali provenienti da altre sedi (Yibin Kang della Princeton University, Usa) e utilizzo delle nanotecnologie per la diagnosi precoce o lo sviluppo di materiali compositi (interverrà Ennio Tasciotti, Methodist Hospital Houston, Usa). “La Conferenza sulla Ricerca Traslazionale in Oncologia – spiega il Prof. Amadori, Direttore Scientifico Irst Irccs e Presidente del Congresso – riunisce molti fra i più importanti ricercatori dell’attuale pratica oncologica e si impegna a dibattere sul tema della ricerca traslazionale. Il concetto moderno della ricerca si basa sull’applicazione clinica della ricerca di base per una terapia sempre più personalizzata contro i tumori maligni.” L´inizio dei lavori è fissato per martedì 6 maggio all´Irst Irccs di Meldola. Da mercoledì fino alla conclusione della Conferenza, le sessioni si terranno a Forlì, all´Hotel Globus. L´evento ha ottenuto l´Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana e, tra gli altri, i patrocini del Ministero della Salute, del Ministero dell´Istruzione, dell´Università e della Ricerca e delle più importanti associazioni italiane ed europee del settore come Aiom, Airo, Esmo, Fism, Iso, Sic e Sie.  
   
   
DIABETE: CLONAZIONE DELLE CELLULE PER AIUTARE A GUARIRE?  
 
 Lecce, 6 maGgio 2014 - I ricercatori della Fondazione di New York per le Cellule Staminali (Nyscf) hanno annunciato che sono riusciti a produrre cellule che producono insulina per clonazione. E se la clonazione potesse davvero aiutare a curare il diabete? Gli scienziati che si sono occupati dello studio, hanno comunicato di aver utilizzato tecniche di clonazione per produrre cellule staminali embrionali umane dalle cellule della pelle di una donna adulta affetta da diabete, nella speranza che un giorno potranno curare la sua malattia. "Un altro passo verso il trattamento dei pazienti diabetici.""Abbiamo fatto un passo verso il trattamento del diabete attraverso le proprie cellule che producono insulina nei pazienti", ha commentato il capo dell´equipe che ha condotto lo studio pubblicato ieri lunedì 28 aprile sulla rivista scientifica Nature I ricercatori hanno trapiantato i nuclei delle cellule della pelle di una donna, con diagnosi di diabete di tipo 1 in ovociti umani per generare cellule staminali embrionali umane (hEsc). Queste cellule sono poi stati usate per creare cellule beta che producono insulina - la cui mancanza porta al diabete di tipo 1, una malattia che appare di solito prima dell´età di 30 anni. Questa non è la prima volta che tecniche di clonazione vengono usati per creare hEsc, ma questa è la prima volta che sono effettuate su cellule da un paziente adulto nella speranza di ottenere una terapia specifica. La clonazione rimante tuttavia una pratica assai controversa. La tecnica della clonazione però, gode tutt´altro di unanicità tra i ricercatori: "La clonazione ripetuta di embrioni e la generazione di cellule staminali da cellule adulte aumenta il rischio di produrre embrioni umani per trattamenti per individui specifici ", scrive Insoo Hyun, un bioeticista in un commento allegata allo studio su Nature. Fatto sta, rileva Giovanni D´agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si può aprire una speranza per migliaia di pazienti affetti da diabete in tutto il mondo  
   
   
MARCHIO SALUTE ´MADE IN LOMBARDIA´ È RICONOSCIUTO DA TUTTI  
 
Milano, 6 maggio 2014 - "Il marchio ´Made in Lombardia´ in Sanità è ben riconoscibile non solo nel nostro Paese, ma in tutta Europa e quanto andiamo ad inaugurare qui ne è un segno tangibile". E´ quanto ha dichiarato il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia intervenendo al taglio del nastro del Centro Dema (Diagnosi Ematologica dell´Anziano) presso la Fondazione Irccs Cà Granda dell´Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. Centro Rivolto Agli Over 65 - Con il Centro Dema si creerà una corsia preferenziale per diagnosi tempestive in pazienti over 65 per quanto riguarda malattie ematologiche che, secondo le statistiche più recenti, fanno registrare 12 mila nuovi casi ogni anno. Consegnata Ieri Bozza Riforma - "Ho consegnato la prima bozza di riforma. All´interno di questa - ha annunciato il vice presidente lombardo - senz´altro il tema degli anziani ma, più in generale, di tutti i soggetti deboli, avrà un ruolo centrale". Si Parli Di Aggiornamento E Sviluppo - L´assessore ha poi detto "che non è il caso di parlare di riforma. Trovo più corretto - ha ricordato - parlare di aggiornamento e sviluppo perché in questi anni sono cambiati i bisogni e le esigenze dei cittadini in tema di salute". L´assessore alla Salute ha quindi voluto ringraziare l´operato della professoressa Anna Teresa Moiolo, storica ematologa dell´ospedale e presidente della Fondazione Asme (Assistenza e Studio Malati Ematologici) che ha dedicato buona parte della propria storia professionale a questo progetto al quale ha destinato anche una consistente donazione". Occuparsi Degli Anziani E´ Meritevole - "Una società che si dimentica delle persone anziane o che non producono più è una società che va riformata. Questi sono valori fondamentali che debbono essere preservati" ha sottolineato l´assessore alla Salute. "Il famoso detto ´Milano con il cuore in mano´ si concretizza al meglio in iniziative come questa. Una società che si occupa della salute di tutti è una società certamente meritevole di rispetto" ha concluso il vice governatore lombardo.  
   
   
GO ON FVG: TELEMEDICINA, AVVIATA SPERIMENTAZIONE A AZZANO DECIMO  
 
Azzano Decimo (Pn), 6 maggio 2014 - Il controllo della salute e le attività di prevenzione da diverse patologie possono essere resi più facili grazie alla telemedicina, ovvero al monitoraggio a distanza di alcuni parametri clinici. Una interessante sperimentazione viene avviata proprio in questi giorni nella struttura residenziale per anziani di Azzano Decimo (Pordenone), gestita dall´Azienda per i Servizi alla Persona "Solidarietà", ed è stata presentata oggi in occasione del lancio di Go On Fvg. Il progetto di telemedicina in casa di riposo, chiamato "come sta il nonno", è realizzato in collaborazione con Televita e si basa su un kit di dispositivi medici senza fili di ultima generazione. Le misurazioni, effettuate dal personale della residenza (pressione, frequenza cardiaca, ossigenazione del sangue e, in prospettiva, elettrocardiogramma e altro), sono trasmesse in tempo reale alla centrale operativa di Televita, i cui operatori in caso di necessità faranno scattare le iniziative più opportune, secondo protocolli prestabiliti. I dati vengono anche raccolti sulla piattaforma web Tele-salute, una sorta di cartella sanitaria digitale, comprensiva di grafici, accessibile on-line sia ai medici che ai familiari. Come è stato evidenziato nel corso della presentazione del progetto, cui oltre ai responsabili della casa di risposo, sono intervenuti tra gli altri anche gli assessori regionali alla Salute, Maria Sandra Telesca, e ai sistemi informatici, Paolo Panontin, internet e la tecnologia digitale permettono di far circolare dati e informazioni senza che siano i pazienti a spostarsi. Un elemento tanto più importante quanto più le persone sono anziane e fragili, con ridotta mobilità e autonomia. Utile quindi la sperimentazione di Azzano Decimo, secondo i due assessori, in un´ottica di impiego sempre più ampio delle tecnologie informatiche in sanità, in una logica di rete tra tutti i professionisti della salute che, grazie allo sviluppo della tessera sanitaria elettronica, delle prenotazioni e della refertazione on-line, contribuisca all´integrazione sociosanitaria, alla continuità dell´assistenza, all´alleanza terapeutica, alla riduzione dei costi, rendendo il sistema sanitario regionale sempre più moderno ed efficiente.  
   
   
MALATTIE RARE, INIZIATIVA DI REGIONE E FONDAZIONE “W ALE” PRESENTATO UN PROGETTO PER PROMOZIONE NELLE SCUOLE DI UNA VIDEO-FAVOLA SULL’INCLUSIONE E L’INTEGRAZIONE  
 
Potenza, 6 maggio 2014 - In occasione della settima Giornata mondiale delle malattie rare è stata presentata nella Sala Inguscio della Regione Basilicata l’iniziativa “A scuola per imparare la solidarietà”. Il progetto prevede la promozione nelle scuole della video-favola “Con gli occhi tuoi” ed ha come obiettivo la sensibilizzazione sulle malattie rare. “A scuola per imparare la solidarietà” è promossa dalla Fondazione “Alessandra Bisceglia - W Ale” in collaborazione con la Regione Basilicata, ed è realizzata dall’Istituto superiore della Sanità e dal Ministero della Salute. Alunni di seconda e terza elementare hanno dato vita a una favola sull’inclusione e sull’integrazione, raccontando la storia di un bambino fragile che diventa eroe grazie alla musica e ai suoi amici. Nel corso della serata è stata anche illustrata l’attività dei laboratori interdisciplinari ed è stato spigato un percorso per l’uso della video-favola nella scuola primaria. La Regione Basilicata considera il mondo della scuola come luogo preminente di integrazione sociale. Per questo motivo il massimo Ente di governo territoriale ha adottato il progetto della “Fondazione W Ale”, che ha il nobile scopo di insegnare ai bambini come stare accanto a chi è malato, facendo della fragilità un punto di forza per la crescita.  
   
   
VENETO, PRESIDENTE REGIONE: “BENE ULSS 7 SU DIPENDENZA DA GIOCO D’AZZARDO. FENOMENO IN ESPANSIONE: BISOGNA INDIVIDUARE E PORRE DEI LIMITI SOPRATTUTTO SUL WEB”  
 
Venezia, 6 maggio 2014 - “Il gioco d’azzardo è purtroppo in molti casi una vera e propria dipendenza patologica e il fenomeno sta dilagando anche via internet e tra i giovani quasi tutti ormai dotati di smartphone o tablet. Una realtà preoccupante, che l’Ulss 7 di Pieve di Soligo, ha opportunamente colto con l’attivazione dell’ambulatorio specifico e con iniziative di sensibilizzazione e conoscenza come quella che si terrà l’8 maggio. Credo sia un impegno che dovrà diffondersi presto in tutte le Ulss venete, perché si tratta di una di quelle piaghe che può diffondersi molto velocemente”. Lo sottolinea il Presidente della Regione del Veneto, commentando con favore le iniziative dell’Azienda sanitaria della Marca in materia di gioco d’azzardo. “La sanità pubblica – aggiunge il governatore può e deve da un lato fare prevenzione e dall’altro curare come la facendo l’Ulss 7, ma siamo di fronte ad un problema di dimensioni già abbastanza vaste per porsi il quesito se non sia il caso di rendere più difficile l’accesso, almeno via telematica, a queste tagliole mangiasoldi. Non credo sia più sufficiente l’attestazione della maggiore età – conclude – occorre qualche cosa di più come, ad esempio, porre un tetto massimo al numero e all’entità della giocate di uno stesso individuo che non superino una ragionevole qunatità e un valore sostenibile”.  
   
   
PISTOIA, REGIONE RIVEDE QUOTA DI FINANZIAMENTO PER INTERVENTI IN AREA CEPPO  
 
Firenze, 6 maggio 2014 - La quota di finanziamento concessa al Comune di Pistoia per la progettazione degli interventi sull´intera area dell´ex ospedale del Ceppo è stata rivista, consentendo l´assegnazione di un contributo in conto capitale pari al 90% dell´investimento ammissibile. E´ quanto previsto dalla delibera approvata oggi dalla giunta, su proposta dell´assessore alle attività produttive credito e lavoro, che introduce alcune modifiche al Disciplinare del Fondo per la progettazione degli interventi strategici. Il fondo era stato istituito dalla delibera 54 del 2013 e prevedeva, complessivamente, 5 milioni di euro per finanziare una serie di interventi strategici a livello regionale. La decisione è stata presa per la rilevanza degli interventi proposti dal Comune di Pistoia. In particolare, i progetti presentati dal Comune di Pistoia riguardano l´area compresa tra le piazze Giovanni Xxiii e San Lorenzo, viale Matteotti e le via del Carmine e delle Pappe, sono 5 per un importo totale di 802.500 di sole spese di progettazione. Il primo riguarda il risparmio energetico, il secondo la Casa della città, il terzo la copertura e l´arredo a verde del parcheggio sul viale Matteotti, il quarto la ristrutturazione dell´ex padiglione Cassa di risparmio, l´ultimo i percorsi.  
   
   
ASL 1, LA SFIDA DEL NUOVO OSPEDALE DELLE APUANE  
 
Firenze, 6 maggio 2014 - Le sfide e i cambiamenti che attendono tutto il personale della Asl 1 di Massa e Carrara, con la prossima apertura del Noa, il Nuovo Ospedale delle Apuane, e la tenuta complessiva della Asl nonostante la vicenda del buco emerso nel 2010 e i tagli imposti dalla politica nazionale. Questi gli argomenti al centro dell´incontro che si è tenuto oggi pomeriggio a Marina di Carrara, nel complesso di Carrarafiere, tra l´assessore al diritto alla salute della Regione Toscana e tutta la dirigenza della Asl 1 di Massa e Carrara. Un incontro molto partecipato, introdotto dal direttore generale della Asl 1 Maria Teresa De Lauretis, che ha tracciato un quadro della situazione della Asl in relazione alla prossima apertura del Nuovo Ospedale delle Apuane (prevista per i primi mesi del 2015), e ai cambiamenti e alle innovazioni che riguarderanno non solo il personale dell´ospedale, ma anche quello del territorio, con lo sviluppo delle cure intermedie, della riabilitazione, delle Aft (Aggregazioni Funzionali Territoriali), delle Case della Salute. L´assessore ha ringraziato tutto il personale della Asl per essere stato capace di far fronte sia alle conseguenze del buco portato alla luce nel 2010, sia ai tagli imposti dalla politica nazionale; ha delineato il quadro attuale della sanità toscana, facendo riferimento agli ottimi risultati ottenuti nelle classifiche nazionali di quest´ultimo anno, che vedono sempre la Toscana ai primi posti. La sanità toscana, ha sottolineato l´assessore, ha tenuto, nonostante i sacrifici che le sono stati imposti. Questo, grazie alle capacità degli operatori, che l´assessore ha ringraziato e ai quali ha chiesto di mantenere ancora questo grande impegno, perché si continui a garantire ai cittadini una sanità pubblica e di qualità.  
   
   
POLITICHE PER LA SALUTE - "NON ESISTONO DIFFERENZE NELLA SICUREZZA D´USO TRA AVASTIN E LUCENTIS": I RISULTATI DELLO STUDIO INTERNAZIONALE COMMISSIONATO DALLA REGIONE EMILIA ROMAGNA PRESENTATI ALLA VIGILIA DELLA DECISIONE DELLA CORTE COSTITUZIONALE.  
 
Bologna, 6 maggio 2014 - Non c’è differenza dal punto di vista della sicurezza tra i due farmaci Avastin e Lucentis, per quanto riguarda il loro utilizzo da parte dei malati di maculopatia retinica. E’ questa, in estrema sintesi, la conclusione di uno studio di revisione della letteratura scientifica (costato 12mila euro), commissionato dalla Regione Emilia-romagna a Cochrane, il più autorevole organismo non-profit internazionale indipendente in quest’ambito sanitario. La differenza economica invece è sensibile: oggi il costo di Avastin per dose utilizzata è di 16 euro, a fronte dei 630 euro di Lucentis. La Regione stima che se tutti i pazienti fossero stati trattati con il solo Lucentis avrebbe speso circa 25 milioni di euro in più l’anno. “Per quanto riguarda la pari efficacia e sicurezza nell’uso dei due farmaci, con lo studio di Cochrane abbiamo un’ulteriore conferma di quanto la letteratura scientifica e gli studi internazionali hanno già dimostrato in questi anni – ha ribadito oggi, durante la conferenza stampa, l’assessore alle Politiche per la salute della Regione Carlo Lusenti – . Rinnoviamo, quindi, all’Aifa la richiesta - già avanzata nel 2011 e ripresentata lo scorso aprile - di adottare il provvedimento che consenta l’inserimento di Avastin nella lista dei farmaci di uso consolidato”. In attesa dell’approvazione definitiva del decreto Lorenzin, nella parte che riguarda l’uso off label dei farmaci, e del pronunciamento della Corte costituzionale sulla legittimità della normativa nazionale in materia, Lusenti ribadisce come la questione non sia solo economica, “bensì etica: a parità di risorse si debbono poter curare il maggior numero di pazienti possibili. E’ in gioco la tutela della salute, dei diritti delle persone e della collettività: le politiche sanitarie e del farmaco devono rispondere a questi fini”. Cochrane ha esaminato tutti gli studi scientifici internazionali che hanno valutato in chiave comparativa se si siano verificati problemi di sicurezza nell’utilizzo di Avastin (prodotto da Roche) e Lucentis (da Novartis), ovvero se esistano differenze di rilevanza clinica nelle reazioni avverse riscontrate sui malati curati con l’uno e l’altro medicinale. Il board degli esperti di Cochrane ha considerato i più importanti cinque studi scientifici di confronto, per numerosità di pazienti coinvolti e per durata delle cure farmacologiche, realizzati da agenzie sanitarie governative di vari Paesi del mondo: lo studio statunitense Catt (1208 pazienti), l’inglese Ivan (610 malati), il francese Gefal (500), l’austriaco Manta (300) e il norvegese Lucas (425). Tutti gli studi considerati hanno confrontato direttamente i due farmaci: è emerso così un quadro scientificamente rigoroso e completo sui livelli di sicurezza dei due medicinali, tanto più esaustivo se si considera che normalmente, prima di commercializzare un farmaco, vengono eseguiti uno o due studi al massimo, e con confronti diretti solo tra il nuovo medicinale e il suo placebo. Il risultato, come detto, stabilisce che non esistono differenze tra le reazioni avverse, quindi sui livelli di qualità e sicurezza dei due medicinali, per i malati trattati con Avastin o con Lucentis. Per questi farmaci, le due aziende produttrici a fine febbraio sono state multate dall’Antitrust con una sanzione di 180 milioni di euro, con l’accusa di fare cartello per imporre sul mercato quello più costoso (Lucentis). La Regione Emilia-romagna fin dal 2009, con la delibera di giunta 1628/2009, aveva autorizzato gli ospedali del Servizio sanitario regionale, in base alle evidenze di studi scientifici indipendenti già allora disponibili, a utilizzare comunque Avastin, farmaco non autorizzato dall’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ma di comprovata efficacia. Avastin all’epoca aveva un costo per dose utilizzata di 16-20 euro contro i 1.000-1.100 euro di Lucentis, autorizzato invece dall’Aifa. Attualmente il costo di Avastin a somministrazione è di 16 euro, a fronte dei 630 euro di Lucentis. Secondo una recente stima della Regione, ogni milione di euro speso in più ogni anno per l’obbligo di utilizzare Lucentis in alternativa ad Avastin corrisponde a circa 12 medici, o 28 infermieri, o 34 ausiliari, oppure a 44.000 visite specialistiche. Ogni anno in Emilia-romagna per maculopatia retinica sono curate in media circa 3.200 persone, per lo più ultra settantacinquenni. In base ai dati di utilizzo dei due farmaci tra i pazienti regionali, risulta come dal 2011 al 2013, per 6796 malati trattati con Avastin, si siano verificati 7 casi di reazioni avverse; nello stesso periodo, tra i 1941 curati con Lucentis, i casi sono stati altrettanti.