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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 21 Aprile 2015
MENINGITE C, ECCO LA STRATEGIA DELLA REGIONE TOSCANA  
 
 Firenze 21 aprile 2015 - Vaccinazione contro il meningococco C fortemente raccomandata e offerta attivamente a tutti i ragazzi tra 11 e 20 anni. E vaccinazione offerta gratuitamente nella fascia di età 19-45, a tutte le persone che sono entrate in contatto con i casi di meningite C. Questa la strategia per fronteggiare la meningite C decisa dalla Regione, a conclusione dell´incontro che si è tenuto stamani, fino al primo pomeriggio, tra la task force dell´assessorato e gli esperti dell´Istituto Superiore di Sanità. Il richiamo gratuito per i ragazzi tra 11 e 18 anni era già stato introdotto dalla Toscana (tra le poche Regioni) a fine marzo. Ora questo richiamo (o la prima dose, nel caso questa non fosse stata fatta nel secondo anno di vita) viene vivamente raccomandato per tutti i ragazzi tra gli 11 e i 20 anni. E´ la strategia più efficace per proteggere la popolazione, contenere la diffusione e limitare il più possibile la circolazione del batterio, sottolineano dall´assessorato. Per quanto riguarda i cittadini tra 19 e 45 anni, la Regione prevede di vaccinare gratuitamente per il meningococco C coloro che sono entrati in contatto e hanno frequentato gli stessi ambienti di vita delle persone che si sono ammalate di meningite C. Quello in circolazione, hanno concordato Regione e Istituto Superiore di Sanità, è un ceppo particolarmente aggressivo, che dà manifestazioni cliniche severe. Dalla Regione fanno sapere di essere comunque in grado di monitorare costantemente e attentamente la situazione e, se necessario, modificare via via le strategie, adattandole alle necessità. Gli esperti dell´Istituto Superiore di Sanità si sono complimentati con la Regione Toscana per come ha gestito e sta gestendo la vicenda meningite. Dall´inizio del 2015, i casi di meningite C che si sono verificati in Toscana sono stati 16 (4 dei quali mortali: 3 a Empoli e 1 a Montevarchi). 2 i casi di meningite B , 1 di W e 1 non tipizzato. Andando verso la stagione estiva, ci aspettiamo una riduzione dei casi.  
   
   
MATERA: ASM INVESTE OLTRE 2 MILIONI NEL FARMACO CHE DEBELLA L´EPATITE C  
 
Potenza, 21 aprile 2015 - L’epatite C non farà più paura a circa 100 pazienti residenti in provincia di Matera. A pochissimi giorni dal definitivo via libera alla commercializzazione arrivato dall’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), la Asm, con provvedimento adottato dal Direttore Generale Pietro Quinto, ha deciso di investire oltre 2 milioni di euro nell’acquisto dei due farmaci attualmente approvati, il Sovaldi ed l’Olysio, che, congiuntamente o separatamente in base al tipo di infezione contratta, eradicano il virus in oltre il 90% dei pazienti. I farmaci acquistati dalla Asm - spiega il comunicato diffuso dall´ufficio stampa dell´Asm - sono fortemente innovativi perché, non solo assicurano tassi di guarigione impensabili sino a pochi mesi fa, ma liberano i pazienti dagli effetti collaterali e dalle controindicazioni dell’interferone e da altre criticità che nel recente passato hanno interessato la terapia anti Hcv, in particolare l’epatocarcinoma e la cirrosi e le sue complicanze. In Basilicata, seconda in Italia, esiste dal 2013 una rete ospedaliera regionale per la diagnosi, la terapia e l’assistenza ai malati di epitate C, che ha elaborato un Percorso diagnostico terapeutico e assistenziale (Pdta), allo scopo di fissare criteri standard predefiniti circa lo stadio della malattia a partire dal quale i farmaci innovativi saranno somministrati e le strutture deputate alla prescrizione e distribuzione dei farmaci stessi. In Italia è del 3% la percentuale di persone affette dal virus dell’epatite C, mentre al Sud arriva in certe aree anche al 10. “Oggi –spiega il Direttore dell’unità operativa Malattie Infettive del P.o. Di Matera, Giulio De Stefano- ci sono finalmente i presupposti per la completa eradicazione del virus, esattamente come è avvenuto per altre malattie che sembravano invulnerabili, come la poliomielite ed il vaiolo. Altri farmaci anti epitate C stanno per fare il loro ingresso nel mercato e questo non farà altro che ridurre i costi di ogni trattamento”. Apparentemente la spesa per questi trattamenti può sembrare elevata, ma non è così per un duplice motivo: in primis perché con l’imminente arrivo di nuovi competitor i prezzi scenderanno ancora, in secondo luogo perché –spiega il direttore dell’Unità Operativa di Medicina del P.o. Di Matera, Nello Buccianti- “…il progressivo azzeramento delle complicazioni dell’epitate C, come l’epatocarcinoma e la cirrosi, determinano, al tempo stesso, la pressoché immediata guarigione del paziente, con ciò che ne consegue in termini di qualità e speranza di vita, e risparmi di spesa grandemente maggiori rispetto al trattamento somministrato”. Si tenga conto, ad esempio, che il 70% dei trapianti di fegato deriva a infezioni da Hcv e che debellare o ridurre ai minimi un simile virus significa risparmiare a livello nazionale e regionale milioni di euro nella cura e nei trattamenti delle purtroppo non poche persone (circa 1,5 milioni in Italia) che quotidianamente combattono contro questa subdola malattia. “Mai investimento pubblico è stato così doveroso sul piano etico ed efficace sul piano della cura” ha commentato il Direttore Generale della Asm Pietro Quinto, sottoscrivendo il provvedimento di acquisto. “La Asm –ha aggiunto- ha deciso di investire da subito in farmaci capaci di dare risposte immediate ai pazienti e alle loro famiglie, con risorse che abbiamo reperito attuando un’ulteriore, per quanto ancora possibile, incisione delle voci di spesa. Quando si è posto il problema dell’entità dell’investimento –ha concluso Quinto- e quindi la alternativa tra il non intaccare ulteriormente la spesa non core business e l’acquisto di farmaci che cambiano davvero la vita delle persone, la scelta ci è sembrata chiara sin dall’inizio”.  
   
   
SIAAIC - SHOCK ANAFILATTICO: IN AUMENTO LE ALLERGIE IN OSPEDALE. MENO MORTI GRAZIE ALL’ADRENALINA, MA SOLO 4 SU 10 LA USANO CORRETTAMENTE, E 1 SU 5 NON LA PORTA CON SE’.  
 
Bologna, 21 aprile 2015 - “Numeri per fortuna bassi - spiega il Prof. Massimo Triggiani, docente di Allergologia e Immunologia clinica all’Università degli Studi di Salerno - ma comunque abbastanza significativi. In aumento, purtroppo, i casi di shock anafilattico in persone che si trovano in ospedale, perché c’è una somministrazione dei farmaci, che è attualmente la causa principale di allergia. Nei ricoveri ospedalieri la percentuale di reazioni gravi, incluso l’angioedema, raggiunge lo 0,8/1%. I trend sono in aumento, negli ultimi dieci anni questi casi si sono triplicati, ma fortunatamente la mortalità è diminuita grazie al corretto uso dell’adrenalina”. L’incidenza dello shock anafilattico varia in relazione al tipo di fattori scantenanti e della fascia d’età. Tra le cause maggiormente responsabili in età adulta ci sono punture di imenotteri (api, vespe e calabroni) in soggetti allergici al loro veleno, mentre l’allergia alimentare è maggiormente responsabile di shock anafilattico in età pediatrica. Il Congresso - Se n’è discusso a Bologna a conclusione del 28° Congresso Nazionale della Siaaic, Società Italiana Allergologia, Asma ed Immunologia Clinica. A presiederlo il Prof. Giorgio W. Canonica, Presidente Siaaic e Direttore Clinica Malattie Respiratorie e Allergologia dell´Università di Genova. Un’occasione importante che ha unito tutti gli specialisti italiani e i più influenti esperti a livello internazionale per discutere degli argomenti più attuali riguardanti l’area delle patologie allergologiche e del sistema immunitario. Tra i temi che sono stati trattati, largo spazio alle allergie alimentari, alla rinite allergica, all’asma bronchiale, alle allergie professionali, a quelle influenzate dalle condizioni climatiche e a quelle al nichel. L’informazione E La Misinformazione – “Dalle nostre ultime ricerche esiste una capacità di utilizzo del dispositivo per l’autoiniezione di adrenalina assai bassa - chiosa la Prof.ssa Erminia Ridolo, docente di Allergologia e Immunologia Clinica presso l’Università di Parma e membro Siaaic - Circa il 20% dei pazienti non porta regolarmente con sé il dispositivo, mentre solo il 40% lo sa usare correttamente. Inoltre solo 3 persone su 4 spiegano ad un familiare come utilizzare il farmaco in caso di bisogno”. “C’è ancora poca informazione – prosegue il Prof. Triggiani - e molta disinformazione. Ciò che conta è spiegare meglio tutte le forme leggere ed iniziali di reazione allergica, per esempio agli alimenti e ai farmaci, che possono essere un preludio ad una reazione più grave quando ci si imbatte nuovamente nello stesso alimento o farmaco. E’ importante, quindi, riconoscere e capire l’angioedema, i dolori addominali, le alterazioni intestinali, l’orticaria, e fare una valutazione allergologica per capire se si tratta di persone a rischio. I più colpiti sono gli over 40 perché fanno un maggiore uso di farmaci, ma nessuna fascia d’età è esclusa, soprattutto a causa delle punture di insetti”. L’importanza Dell’adrenalina – “L´istruzione del paziente all´utilizzo dell´autoiniettore dell´adrenalina – spiega la Prof.ssa Chiara Gasperini, Dirigente Medico Anestesia e Rianimazione Azienda Usl 3 di Pistoia - ha un ruolo prioritario e dovrebbe essere effettuata con programmi mirati ed efficaci Tale formazione dovrebbe essere effettuata utilizzando la simulazione, metodica efficace più di una lezione frontale per far acquisire al paziente confidenza con la situazione critica potenziale in un contesto riproducibile, per insegnare non solo il "saper fare" ma soprattutto il "saper essere". Le Cinque Regole Per Non Sbagliare – A volte un errore può essere fatale, quindi chi è a rischio di shock anafilattico deve essere sempre consapevole di quali misure adottare e sul come istruire chi è al suo fianco. I consigli degli specialisti per non sbagliare. 1) Chiamare aiuto: “Credo che la raccomandazione migliore che si possa dare a pazienti e operatori sanitari per la gestione dell´emergenza shock anafilattico, ovunque essa si verifichi è quella di chiamare aiuto presto - sottolinea la Prof.ssa Chiara Gasperini - quindi, nello specifico chiamare il 118, se si è fuori da un ospedale, oppure attivare il team di emergenza intraospedaliera, se si verifica ad esempio in un ambulatorio all´interno di un ospedale. Questa raccomandazione vale ancor più se il paziente si trova da solo quando si verifica l´anafilassi o in posti remoti (alta montagna, luoghi isolati). L´intervento del soccorso avanzato può essere cruciale soprattutto se il paziente non è stato precedentemente istruito all´utilizzo dell´autoiniettore di adrenalina”. 2) Mantenere la calma: facile a dirsi e non a farsi, ma se il paziente resta calmo riesce a mantenere la lucidità necessaria, ad esempio per autosomministrarsi correttamente l´autoiniettore dell´adrenalina. 3) Mantenere la posizione: che si considera più comoda: non è necessario ad esempio che il paziente sia steso supino nel caso in cui il sintomo maggiore sia la difficoltà respiratoria. Al contrario, in caso di sensazione di svenimento, è necessario sdraiarsi e sollevare le gambe di 30-40 gradi. 4) Non bere e non mangiare: una delle reazioni tipiche classiche di fronte ad un paziente che si sente svenire è quella di somministrare liquidi per bocca (acqua o altro). E´ invece vitale che il paziente vittima di uno shock anafilattico, dal momento che inizia a stare male, non assuma nessun cibo solido o liquido per bocca perché non può trarre nessun beneficio e anzi lo espone, in caso di perdita di coscienza, al rischio concreto di inalazione di materiale gastrico. 5) Seguire il consiglio dei sanitari nella gestione immediata dello shock (es: necessità di ricovero in ospedale), ma soprattutto, una volta superata la fase acuta, nelle raccomandazioni diagnostiche e terapeutiche volte a definire bene il rischio allergico ed a prevenire reazioni severe in futuro.  
   
   
ASSESSORE SANITA’ AVVIA LAVORI NUOVO POLO TECNOLOGICO OSPEDALE DI FELTRE (BL).  
 
Venezia, 21 aprile 2015 - Alla presenza dell’Assessore alla Sanità della Regione del Veneto, è stato dato ieri il via ai lavori di realizzazione del nuovo Polo Tecnologico dell’Ospedale Santa Maria del Prato di Feltre (Belluno), che avranno un costo complessivo di 7 milioni 200 mila euro. Cuore dell’opera è la realizzazione di un moderno progetto di teleriscaldamento con la costruzione di una serie di opere civili e strutturali e l’installazione di apparecchiature termiche ed elettriche. Una volta completato, l’intervento comporterà un significativo aumento del rendimento sia della Centrale che di tutte le sottocentrali dell’Ospedale, che avranno anche una profonda manutenzione straordinaria; il miglioramento delle misure di prevenzione degli incendi e della sicurezza antisismica; l’avvio di autoproduzione di energia per l’intero Ospedale anche in seguito all’entrata in funzione della nuova Piastra Servizi e dei nuovi accessi. “Si tratta – ha detto l’esponente di Palazzo Balbi – di un investimento molto importante anche sul piano della valenza ambientale e del risparmio energetico, con evidenti ricadute sia sull’efficienza dell’erogazione sia sul risparmio nei costi di gestione. Se ancora ve ne fosse bisogno – ha aggiunto – si dimostra così quale sarà il futuro del Santa Maria del Prato: un futuro di valorizzazione sia strutturale che sanitaria, per rispondere al meglio a tutte le esigenze della popolazione assistita”.  
   
   
PRESIDENTE REGIONE FIRMA DECRETO CHE AVVIA ACCORDO CON COMUNE E IPAB VICENZA PER ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI.  
 
Venezia, 21 aprile 2015 - Con un Decreto da lui stesso firmato, il Presidente della Regione del Veneto ha reso esecutivo l’Accordo di Programma tra la Regione del Veneto, il Comune di Vicenza e l’Ipab di Vicenza relativo all’intervento per la Programmazione dei Centri di Servizio residenziali per anziani non autosufficienti e per la qualificazione dei servizi semi-residenziali per anziani non autosufficienti. L’accordo parte dalla considerazione della peculiarità demografica del Comune di Vicenza, caratterizzata da una forte presenza di anziani, che comporta la necessità di una riqualificazione dei posti letto per non autosufficienti con un potenziamento dell’offerta di servizi in termini soprattutto qualitativi. L’adeguamento strutturale contenuto nel documento, oltre a corrispondere a una precisa prescrizione normativa, è reso quanto mai opportuno sia per aumentare il gradimento dei cittadini utenti, sia per eliminare in parte le forti diseconomie, che sono legate all’attuale configurazione logistica, e che determinano maggiori oneri sulle rette a carico delle famiglie. Le risorse finanziarie complessive necessarie ammontano a 18 milioni di euro, dei quali 5 milioni 300 mila di fondi regionali già assegnati e 12 milioni 700 mila derivanti da alienazioni di beni patrimoniali dell’Ipab. “Chiudiamo così nel migliore dei modi – commenta il Governatore – una vicenda complessa e annosa, risolta con il necessario spirito di collaborazione e superando polemiche che la gente non avrebbe sopportato. Ed è proprio alla gente che si rivolge l’intera operazione, che porterà migliori condizioni di vita e di assistenza per gli anziani e minori costi per le famiglie. Vicenza diventerà così un modello del buon welfare del Veneto”.  
   
   
PRESENTATO IL PIANO STRATEGICO – MATERA SANITÀ 2019” PREVISTI INVESTIMENTI PER OLTRE 46 MILIONI DI EURO PER PERSONALE, AMMODERNAMENTO STRUTTURE E DOTAZIONI TECNOLOGICHE E PER ACCRESCERE L’ACCOGLIENZA ALL’OSPEDALE MADONNA DELLE GRAZIE.  
 
Potenza, 21 aprile 2015 - L’azienda sanitaria del materano (Asm) accoglie e si prepara alla sfida del 2019 attraverso un piano strategico che prevede l’incremento del numero del personale, l’ammodernamento delle tecnologie e la ridefinizione degli assetti organizzativi, strutturali e edilizi, necessari a razionalizzare e a ottimizzare i percorsi assistenziali di diagnosi e cura. Il “Piano strategico – Matera Sanità 2019” redatto dall’Asm e sottoposto alla Regione Basilicata, è stato presentato a Matera, durante una conferenza stampa nella sede dell’Ams, alla presenza delle massime istituzioni regionali e cittadine. Lasciandosi alle spalle l’ultimi triennio, caratterizzato da un processo di risanamento economico, l’Asm da quest’anno e prestando particolare attenzione a Matera, che nel 2019 sarà Capitale europea della Cultura, punta su un piano pluriennale di investimenti che consentirà all’Azienda di rispondere in maniera adeguata sia alla tutela del diritto alla salute dei cittadini lucani che di garantire assistenza ai turisti stranieri che giungeranno nella città dei Sassi: presenze che le proiezioni attestano intorno a 600mila visitatori annui. Il potenziamento dell’offerta sanitaria, con particolare riferimento all’Ospedale Madonna delle Grazie, diviene dunque fondamentale per l’Asm che ha stimato in circa 46,3milioni di euro le risorse finanziarie necessarie per dare attuazione al Piano Strategico. Risorse che saranno impiegate, nel quinquennio 2015 – 2019, nel potenziamento e ammodernamento dei servizi diagnostici, nella riqualificazione e razionalizzare gli spazi, nel potenziare l’offerta sanitaria sul territorio, garantita per tutte le ore della giornata, nell’Ospedale e anche in strutture dislocate in altri punti in città. Sarà anche potenziata l’attività del Dipartimento di Prevenzione Collettiva della Salute Umana che assicura il controllo, monitoraggio e vigilanza sanitaria in alberghi, bed and breakfast, ristoranti, pizzerie, bar, negozi alimentari e beauty farm. Un capitolo importante del Piano strategico è destinato all’incremento e adeguamento del personale. Oltre a individuare soluzioni per il blocco del turn over del personale dipendente, imposto dalla legislazione regionale, si dovrà pensare a figure complementari come: il mediatore culturale, l’esperto in lingue straniere e gli assistenti religiosi. Il Piano Strategico – Matera Sanità 2019 segna il passo sia in dotazioni strumentali, con l’attivazione della tomografia assiale computerizzata (Tac) a Matera, sia in chiave culturale: declinata all’accoglienza dei lucani e dei cittadini stranieri. Molti di questi interventi, è stato sottolineato nel corso della conferenza stampa, erano necessari e attesi da tempo, oggi però sono divenuti indispensabili non solo in attesa del 2019 ma soprattutto per perseguire la sostenibilità economica del sistema sanitario nel medio - lungo termine: accrescendo l’attuale offerta dei servizi sanitari dell’Ospedale di Matera si potrà porre un freno all’emigrazione verso altri poli sanitari e si potrà puntare a attirare una maggiore utenza da altre regioni. La notevole entità dell’impegno economico richiesto, di certo, non potrà essere assicurata né dalla Asm né dalla Regione Basilicata con il riparto corrente del Fsr, ma Azienda e Regione chiederanno l’intervento del Governo nazionale per poter accedere a finanziamenti straordinari e aggiuntivi, come del resto è già accaduto per Expò 2015.  
   
   
SALUTE IN LOMBARDIA, RIMBORSO CURE IMMIGRATI VOGLIAMO TUTTO CREDITO DA STATO  
 
Milano, 21 aprile 2015 - "È in corso, da parte degli uffici della Direzione generale Salute, a seguito di una nota pervenuta dal Prefetto una puntuale ricognizione sui crediti che le aziende pubbliche lombarde vantano verso il Ministero dell´Interno. Naturalmente è ferma intenzione di Regione Lombardia procedere al recupero delle intero credito, fino all´ultimo centesimo". Lo ha detto il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani intervenendo in diretta alla trasmissione ´Orario Continuato´, in onda su Telelombardia. "Non c´e´ - ha ribadito anche oggi Mantovani - alcuna trattativa in corso tra Regione Lombardia e Governo per il tramite della Prefettura di Milano, sul rimborso delle cure mediche necessarie prestate dal nostro sistema sanitario agli stranieri temporaneamente presenti sul territorio lombardo".  
   
   
SALUTE: FVG, OCCORRE MIGLIORAMENTO CONTINUO IN SANITÀ  
 
Trieste, 21 aprile 2015 - "La sanità, sistema complesso per definizione, deve avere la capacità di trasformarsi costantemente per realizzare il miglioramento continuo, applicando efficacemente le nuove tecnologie". Lo ha ribadito a Udine l´assessore regionale alla salute, Maria Sandra Telesca, all´avvio dei lavori del corso di aggiornamento, accreditato Ecm, sul tema del "Soccorso sanitario di emergenza nelle intossicazioni acute: la gestione centralizzata degli antidoti", che si è tenuto presso l´Azienda Ospedaliero Universitaria. Nell´occasione l´assessore Telesca ha ricordato le caratteristiche principali della riforma avviata in Friuli Venezia Giulia, "ora nelle prime fasi di declinazione", che "costituisce la cornice di riferimento per gli sviluppi professionali e organizzativi anche nel settore chiave dell´emergenza". Gli antidoti sono sostanze che vengono impiegate per neutralizzare gli effetti di agenti tossici sull´organismo. Alcuni di essi sono farmaci salvavita, altri hanno un ruolo determinante nella gestione del paziente intossicato insieme a trattamenti plurifarmacologici e unitamente a terapie di supporto e alle manovre di decontaminazione. Gli obiettivi del corso sono consistiti nel fornire un aggiornamento in merito ai farmaci per uso antidotico relativamente a tipologia, meccanismo d´azione, razionale di impiego, efficacia del trattamento antidotico o sintomatico specifico, alla diagnosi e gestione dei pazienti con intossicazione acuta. Durante il corso sono stati anche analizzati gli aspetti relativi alla gestione ospedaliera degli antidoti, ai criteri e alle procedure di acquisto degli antidoti ad alto costo e di gestione delle scorte in termini di massima efficienza.  
   
   
OSPEDALE UDINE: PARI DIGNITÀ FRA TUTTE FIGURE PROFESSIONALI  
 
Trieste, 21 aprile 2015 - "Il consigliere regionale Roberto Novelli - commenta l´assessore alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Maria Sandra Telesca, riferendosi alle accuse lanciate dall´esponente del Centrodestra alla Giunta Serracchiani - non smentisce il suo modo di fare politica, sicuramente facile ma non utile per risolvere le questioni". "Quotidianamente alla ricerca di qualche evento negativo da attribuire alla Giunta - evidenzia ancora Telesca - non fa neppure lo sforzo di entrare nel merito dei fatti". "È vero - aggiunge l´assessore - che le questioni sono complesse e ciò che sta avvenendo all´azienda ospedaliera di Udine lo è al punto tale che bisogna ricercarne le cause negli accadimenti degli ultimi 8 anni, ed è vero anche come siano collegate alle irrisolte problematiche della fusione tra le strutture sanitarie ospedaliere e universitarie, nonché alla nuova organizzazione prevista con l´ingresso nel nuovo ospedale". "Posso però garantire - assicura Telesca - che, a differenza di quanto non fatto in passato, la Regione per quanto le compete sta lavorando affinché l´integrazione possa essere realizzata con la garanzia della pari dignità tra tutte le componenti professionali. C´è un forte impegno nella stesura dei nuovi protocolli d´intesa, alla realizzazione dei quali saranno chiamate tutte le parti in causa, così come richiesto dalle diverse sigle sindacali". "D´altro canto - incalza l´assessore alla Salute - il consigliere Novelli in questi due anni non ha mai presentato proposte costruttive in merito all´ospedale di Udine, limitandosi demagogicamente a strepitare contro un´inventata chiusura del nosocomio di Cividale, nei fatti smentita anche con i recenti interventi di rinforzo della medicina, della rsa e con l´avvio dell´hospice". "Comprendo che questo tipo di azione - sottolinea Telesca - sia più comoda di un confronto serio per realizzare e costruire servizi migliori. Riorganizzare per migliorare è difficile, richiede impegno e desiderio di confrontarsi seriamente. Noi - conclude - continueremo a farlo".  
   
   
SANITÀ, CON LA RICETTA ELETTRONICA VITA PIÙ FACILE PER I CITTADINI E MEDICI. ASSESSORE SARDEGNA: CAMBIAMENTO RADICALE, NOI ATTENTI A MIGLIORARE IL SERVIZIO  
 
Cagliari, 21 Aprile 2015 - La sperimentazione della ricetta elettronica è stata avviata e procede secondo i tempi e i modi previsti. "Il nostro obiettivo è quello di facilitare la vita sia ai pazienti che ai professionisti - dice l´assessore della Sanità Luigi Arru - Il 31 marzo la delibera sulla dematerializzazione della ricetta rosa è stata approvata definitivamente in Giunta e da allora abbiamo avviato un percorso che porterà a una copertura del 90% a fine 2016. È chiaro - sottolinea Arru - che ogni processo di innovazione e cambiamento deve essere accompagnato, monitorato, tarato sulle esigenze che di volta in volta si presentano. E noi siamo pronti a correggere le eventuali disfunzioni che ci dovessero essere segnalate per garantire il miglior servizio possibile". Sono 660 in Sardegna le farmacie coinvolte da questa vera e propria rivoluzione, e 1.660 medici di famiglia: ogni anno vengono emesse 21 milioni di ricette farmaceutiche e 4 milioni di prescrizioni di visite specialistiche. Attualmente è in corso l´adeguamento di tutte le strutture del Sistema Sanitario Regionale per registrare l´erogazione delle prestazioni sanitarie utilizzando il sistema della ricetta elettronica dematerializzata. Entro il 31 dicembre 2015 tutti i medici di famiglia saranno inseriti nel sistema e, perciò, in grado di prescrivere la ricetta dematerializzata che, almeno nella fase iniziale, sarà stampata in copia dallo stesso medico, mentre l’originale arriverà per via telematica direttamente alla farmacia in formato digitale. Entro la fine dell´anno tutti i medici saranno collegati al Sisar, il Sistema informativo sanitario integrato regionale e sarà attivato un Osservatorio per la programmazione e il monitoraggio delle attività.  
   
   
EX DETENUTI DEGLI OSPEDALI PSCIHIATRICI IN ARRIVO AL GRIS DI MOGLIANO. ASSESSORE SANITA REGIONE A BOTTACIN, “NON PUO’ NON SAPERE CHE I FONDI SONO ARRIVATI MENO DI UN MESE FA. IL PASTICCIO E’ DEL GOVERNO IN ETERNO RITARDO”  
 
Venezia, 21 aprile 2015 - “La Regione conosceva così bene le reali problematiche che avrebbe comportato la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari che già nel 2013 (la legge nazionale è del 2012) aveva individuato la sede per realizzare una Residenza per l’Esecuzione della Misura di Sicurezza Sanitaria (Rems), predisposto e inviato al Ministero un Progetto, poi approvato dallo stesso Ministero. I finanziamenti però sono stati resi disponibili meno di un mese fa. O Bottacin è Mandrake e sarebbe riuscito a costruire una Rems in 3 settimane, o non conosce la realtà, o la conosce e allora non è più Mandrake ma Pinocchio”. Così l’Assessore regionale alla Sanità del Veneto risponde alla polemica del Consigliere regionale d’opposizione che, all’indomani della notizia dell’imminente arrivo al Gris di Mogliano di 15 ex detenuti psichiatrici, accusa la Regione di aver saputo da tempo che il 31 marzo gli Opg sarebbero stati chiusi, di aver avuto i disposizione i soldi, ma di non aver fatto nulla. “Eravamo e siamo – ricorda l’Assessore regionale a Bottacin – contrari a ogni soluzione pasticciata e adesso che il pasticcio si palesa non cerchi di scaricare sulla Regione colpe che sono esclusivamente e totalmente di un Governo che, per dare l’impressione di un’efficienza che non c’è, impone di attivare Rems provvisorie in attesa delle definitive, che nessuno in Italia ha potuto realizzare proprio perché sono stati resi disponibili i fondi ampiamente fuori tempo massimo”.  
   
   
SPORT. NASCE A ROMA LA PRIMA RETE DEL CALCIO SOLIDALE  
 
Roma, 21 aprile 2015 - La prima rete italiana di Calcio Solidale, un progetto volto ad instaurare una collaborazione tra vari soggetti e realtà del mondo dello sport, del sociale e della cultura. “Calcio Solidale – una rete, una città, il nostro campo”: questo il nome dell’iniziativa presentata nella sala conferenze dello Stadio Olimpico, promossa dall’assessorato a Scuola, Sport, Politiche Giovanili e Partecipazione di Roma Capitale e Fondazione Roma Solidale onlus. "Lo sport è e deve essere sempre strumento di inclusione, integrazione sociale e culturale, partecipazione. - afferma l’Assessore Paolo Masini - La Rete del Calcio Solidale fa si che l’attività sportiva rappresenti la fonte di riscatto sociale per tanti e un’occasione di riflessione per tutti. La prima rete in Italia che con grande orgoglio nasce proprio a Roma, attraverso le numerose iniziative in agenda, permetterà al calcio di andare oltre i campi, i palloni e gli interessi economici, per riflettere e mettere invece al centro, senza distinzione, il ‘fattore umano’, i soggetti che lo animano e lo vivono, con le loro vite, i loro talenti e le loro criticità. Così si recupera la vera essenza dello sport e questo diventa educazione, occasione di dialogo, un modo per sentirsi ‘comunità’, per aggregare e far interagire centro e periferie". “E’ una grande iniziativa della nostra fondazione Roma Solidale. - sostiene Francesca Danese, Assessore alle Politiche Sociali e Abitative di Roma Capitale - Il calcio solidale è un lavoro concreto, inclusivo, di ricucitura e riconquista della cittadinanza. Con 3400 persone coinvolte nelle azioni di calcio solidale, con medici, psicologi, educatori, animatori e tecnici di decine di organizzazioni del privato sociale, è la fabbrica della comunità reale, accogliente, che abbatte ogni tipo di barriera fisica, linguistica, culturale, promuovendo modelli di democrazia gestionale e pratiche di sport di base. Quando il gioco si fa puro, tutti, finalmente, cominciano a giocare. Facciamo rete mettendo in rete ogni energia disponibile”. “Unire, valorizzare e sostenere persone ed organizzazioni, sono questi i principali obiettivi della rete del Calcio Solidale, - dichiara Maurizio Saggion, direttore della Fondazione Roma Solidale onlus - un’esperienza di innovazione sociale in grado di divenire un modello progettuale anche per altri ambiti di questa città. Rifugiati, migranti, persone con disabilità, detenuti, rom, minori a rischio di marginalità, tutti insieme per testimoniare che i valori dello sport, della legalità, delle relazioni positive, delle passioni sane sono le principali leve in grado di generare futuro. Dunque consapevolezza individuale e collettiva di calciatori e di cittadini attivi che giocano all’interno di un comune terreno di gioco e che sanno vivere insieme dentro il campo della vita. Questo è un progetto in grado di generare un grande Noi”. A partire dal nucleo iniziale di realtà aderenti, la rete ha già coinvolto 28 organizzazioni romane impegnate nell’ambito del ‘calcio solidale’: realtà per lo più di recente formazione e rivolte ad un pubblico di giovanissimi. L’analisi in atto ha mappato ulteriori 20 realtà attualmente in corso di coinvolgimento. La Rete trova origine nel bisogno comune di varare iniziative di aggregazione e integrazione, formazione e riflessione, in grado di coinvolgere giovani, atleti, persone con disabilità, soggetti in condizioni di disagio socio-economico e a rischio marginalità, famiglie, scuole. Tra le azioni prioritarie del progetto, l’attivazione di spazi interattivi di incontro e confronto, trasversali ai mondi dello “sport”, del “sociale”, della “cultura”, rivolti non solo a chi pratica l’attività sportiva, bensì all’intero territorio, mirando a creare intorno a sé una Comunità. Altra priorità è la facilitazione e il consolidamento di un rapporto attivo con le Istituzioni, per promuovere il riconoscimento delle pratiche di calcio sociale quale realtà positiva e consolidata, già disponibile ai giovani e alle comunità come una diversa opzione sportiva e valoriale. Tra i relatori della mattinata, Paolo Masini, assessore a Scuola e Sport di Roma Capitale; Francesca Danese, assessore alle Politiche Sociali di Roma Capitale; Maurizio Saggion, direttore Fondazione Roma solidale onlus; Riccardo Viola, presidente del Coni Lazio; Simona Rolandi, giornalista e conduttrice Raisport e l’ex calciatore, vice presidente Coni Lazio, Felice Pulici.