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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 28 Aprile 2015
MILANO: OSPEDALE SAN CARLO PIÙ MODERNO E FUNZIONALE  
 
Milano, 28 aprile 2015 - "E´ una giornata di festa per il San Carlo, perché si dà un´impronta nuova e si guarda avanti con coraggio: il futuro per questo ospedale sarà certamente di grande innovazione". Lo ha detto il vice presidente e assessore alla salute di Regione Lombardia Mario Mantovani, intervenendo, alla presentazione del progetto di adeguamento normativo e di riqualificazione dell´Azienda ospedaliera San Carlo Borromeo di Milano, che ha inaugurato anche il nuovo reparto di Pediatria, alla presenza del direttore generale dell´Ao Germano Pellegatta. Ospedale Al Servizio Del Territorio - "E´ un ospedale posizionato su tre quartieri - ha proseguito Mantovani - come Baggio, Quarto Cagnino e San Siro e quindi si inserisce in un contesto cittadino di grande popolosità e risponde ai bisogni di salute che emergono dal territorio". Investiti Da Regione 53 Mln In Due Anni - "La Giunta regionale della Lombardia - ha spiegato l´assessore - ha messo a disposizione 53 milioni di euro in soli due anni per poter dare un volto nuovo e una risposta efficace ai cittadini di questa zona di Milano". Opere Realizzate Entro Il 2020 - Gli interventi previsti dal progetto si concluderanno in cinque anni. Le specialità mediche saranno riunite nel monoblocco, progettato negli anni Sessanta dallo stesso ingegnere che curò la progettazione dell´Ospedale Niguarda, Arturo Braga. I lavori garantiranno un migliore comfort delle camere, più accoglienti e decisamente superiori, per dimensioni e dotazioni, rispetto ai minimi di legge. Grande Attenzione Giunta Lombardia - L´assessore Mantovani ha voluto porre in evidenza che tra gli interventi di edilizia sanitaria, quello relativo al San Carlo è fra gli impegni più importanti assunti dalla Giunta regionale. "Fino al 2013 - ha spiegato - gli investimenti destinati all´ospedale San Carlo sono stati di 16 milioni di euro, dopo il 2013 e fino a oggi le risorse destinate alla struttura hanno superato i 53 milioni di euro. Abbiamo dedicato un´attenzione particolare a uno degli ospedali storici di Milano e siamo pronti ad approvare in tempi brevi il decreto che, insieme a quello del Ministero della Sanità, consentirà di procedere alla gara d´appalto per la realizzazione dei lavori". Progettazione Curata Da Risorse Interne - "La progettazione degli interventi - ha evidenziato il titolare della delega alla Salute - è stata fatta senza il ricorso a consulenze esterne e utilizzando al meglio le risorse interne dell´Ufficio tecnico dell´ospedale: un caso di straordinaria efficienza, che dimostra l´elevato livello di professionalità di chi lavora nelle strutture ospedaliere lombarde". Nuovo Reparto Pediatria - Inaugurato sempre dal vice presidente Mantovani anche il reparto di Pediatria dell´Ospedale San Carlo, alla presenza di alcuni testimonial della Fondazione Abio (Associazione Bambino in Ospedale) fra cui l´attrice e showgirl Lorella Cuccarini e il giornalista del Corriere della Sera Beppe Severgnini. "Un evento molto atteso dal territorio - ha commentato Mantovani - e un punto di riferimento sicuro per l´altissimo livello delle dotazioni tecnologiche e la grande cura nel rendere familiari gli ambienti di questo reparto, che, ogni anno, fa nascere circa 1400 bambini".  
   
   
FIRMATO PROTOCOLLO TRA REGIONE E COORDINAMENTO PERSONE CON DIABETE DELL´UMBRIA  
 
 Perugia, 28 aprile 2015 – Una base per far partire un lavoro congiunto per la prevenzione del diabete e per supportare le persone già affette dalla patologia: si può riassumere così il senso del protocollo d´intesa firmato a Perugia nella sede della Giunta regionale di Palazzo Donini, tra la Regione Umbria e il Coordinamento persone con diabete dell´Umbria. Il documento ha tra i suoi obiettivi anche quello di valorizzare, attraverso il Coordinamento regionale, l´apporto delle associazioni per la buona riuscita su tutto il territorio umbro, dell´applicazione del percorso diagnostico terapeutico assistenziale sul diabete, riconoscendo ai volontari anche l´opportunità di accedere alla formazione al fine di garantire il loro sostegno alle attività di promozione della salute. Nel corso dell´incontro è stato evidenziato che la firma del documento è in linea con il Piano Nazionale per la malattia diabetica, che tra i primi obiettivi prevede quello di favorire varie forme di partecipazione, anche attraverso il coinvolgimento di associazioni riconosciute di persone con diabete. Recependo l´accordo tra Stato e Regioni, la Regione Umbria ha approvato un percorso diagnostico terapeutico assistenziale regionale sul diabete, che riconosce un ruolo importante nell´assistenza anche alle associazioni di volontariato in particolare per la prevenzione di questa malattia che ha una forte ricaduta sul sistema sanitario nazionale e regionale anche in termini di costi. Con la firma del documento la Regione si impegna a promuovere presso gli altri livelli istituzionali del Servizio sanitario regionale il riconoscimento del ruolo delle organizzazioni di volontariato, garantendo spazi di rappresentanza qualificata presso le singole strutture, nonché a garantire la partecipazione qualificata del Coordinamento e delle organizzazioni di volontariato da esso rappresentate all´attività di progettazione, gestione e valutazione della formazione dedicata ai volontari, non escludendo il contributo ad organizzazioni di volontariato già attive in campo socio-sanitario. Tra gli obiettivi è prevista anche l´attivazione presso il Servizio regionale competente della Direzione Salute e Coesione sociale, di un gruppo di lavoro preposto al monitoraggio sull´applicazione del percorso diagnostico terapeutico assistenziale sul territorio regionale, così come previsto dal Piano Nazionale sulla Malattia Diabetica. Inoltre, con il supporto e il contributo del Coordinamento e delle organizzazioni di volontariato, si vuole promuovere e garantire l´attività di prevenzione primaria a tutta la popolazione regionale attraverso l´organizzazione di eventi di sensibilizzazione, corsi di formazione, realizzazione di punti di informazione e laboratori didattici, con una specifica vocazione verso le fasce deboli più esposte al rischio di contrarre la patologia diabetica, fra cui anziani, disabili e immigrati, ricercando un rapporto privilegiato con la rete dell´associazionismo territoriale rappresentato anche dai Cesvol e con le istituzioni educative e scolastiche del territorio. Il Coordinamento si impegna a garantire la presenza, concordata con la direzione della singola struttura sanitaria, di soci qualificati per attività di informazione, a collaborare con propri rappresentanti al gruppo di lavoro di monitoraggio assicurandone la riservatezza sui lavori svolti, a partecipare alla progettazione ed esecuzione delle attività di informazione e formazione rivolte alle fasce deboli con particolare riguardo alla popolazione scolastica a rischio, con propri soci ed anche non soci, purché dotati di adeguati e documentati curricula professionali, senza oneri aggiuntivi. Tra i propositi è stata espressa anche la volontà di redigere un notiziario periodico con il contributo delle singole associazioni. Il presidente del Coordinamento persone con diabete dell´Umbria, Luigi Lanna, ha evidenziato che per la realizzazione del Piano Nazionale c´è bisogno del coinvolgimento e del "convincimento" del paziente ad adottare un corretto stile di vita per tenere sotto controllo la malattia e, in alcuni casi, fare una diagnosi precoce. In questo contesto il lavoro di informazione e prevenzione è fondamentale e le associazioni del territorio possono svolgere un ruolo importante.  
   
   
SANITÀ DIGITALE IN SARDEGNA: PER LE MALATTIE MENTALI INCLUSIONE SOCIALE E SOLIDARIETÀ FONDAMENTALI COME LE TECNOLOGIE  
 
 Cagliari, 28 Aprile 2015 - L´inclusione sociale è l´arma vincente per aiutare i malati psichiatrici e imboccare una nuova strada di approccio e di cura. L´assessore della Sanità Luigi Arru lancia dalla Fiera Campionaria della Sardegna un messaggio preciso: fondamentale, al di là delle cure e della tecnologia, è la solidarietà ovvero la capacità di dare una mano a chi sta male. L´assessore Arru ha partecipato questa sera a Cagliari all´incontro organizzato nello stand della Regione sulla rivoluzione digitale della medicina illustrata ai cittadini con una serie di relazioni: dal web cup, ovvero le prenotazioni delle visite mediche on-line, alla tessera sanitaria elettronica fino al fascicolo sanitario elettronico e alla ricetta dematerializzata. "Sono strumenti nuovi, importanti, fondamentali per migliorare la vita dei cittadini e che stanno entrando pian piano nella vita di tutti i sardi - dice il titolare della Sanità - Oggi con la nostra presenza in Fiera vogliamo dimostrare che questa Giunta è davvero vicina ai cittadini, vuole ascoltarli, dialogare con loro anche per cogliere spunti importanti per migliorare costantemente i nostri servizi. Noi siamo sempre in ascolto e sempre pronti ad accogliere suggerimenti utili". A conclusione delle relazioni, l´assessore Arru ha incontrato un gruppo di pazienti di Villacidro, seguiti da Alessandro Coni del Centro di salute mentale di San Gavino Monreale, che hanno realizzato un video, proiettato in anteprima, per raccontare la loro esperienza. "Portare in giro tantissimi ragazzi con gravi malattie psichiche, farli camminare in mezzo a tante persone, combattere il pregiudizio che le persone malate di mente possano essere pericolose: questa è la strada - conclude l´assessore Arru - e questo hanno fatto gli operatori che li seguono e che ringrazio moltissimo, perché hanno aperto un percorso importante di cambiamento e di inclusione". Subito dopo l´esponente della Giunta Pigliaru ha visitato gli stand della Protezione Civile e del Corpo Forestale.  
   
   
ASL 10 FIRENZE. UNA “RIVOLUZIONE COPERNICANA” PER PRENDERSI A CUORE IL CUORE MEDICI DI MEDICINA GENERALE E SPECIALISTI CARDIOLOGI INSIEME PER ACCELERARE I TEMPI IN CUI DARE UNA RISPOSTA AI PAZIENTI PER I QUALI SI SOSPETTA UNA ARITMIA, UNO SCOMPENSO O UNA FIBRILLAZIONE  
 
 Firenze, 28 aprile 2015 - Medici di medicina generale e specialisti cardiologi insieme per accelerare i tempi in cui dare una risposta ai pazienti per i quali si sospetta una aritmia, uno scompenso o una fibrillazione. Ad oltre un anno di distanza dall’avvio in maniera sperimentale di una profonda ristrutturazione dell’offerta cardiologica sul territorio, Azienda sanitaria di Firenze e la Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) hanno voluto fare il punto su questa importante collaborazione che ha dato ottimi frutti ed ora si intende far crescere ancora. A spiegare il percorso cardiologico ambulatoriale la direttrice amministrativa della Asl 10 Maria Chiara Innocenti, affiancata dal dottor Giancarlo Landini, direttore del Dipartimento delle specialistiche mediche, e, con loro, il segretario regionale della Fimmg Vittorio Boscherini. Il punto di forza di quella che può apparire una vera e propria “rivoluzione copernicana” è racchiuso nella formula con cui il medico di base che nel proprio assistito sospetta un disturbo al cuore o all’apparato cardiocircolatorio, puà chiedere un approfondimento specialistico: “consulenza cardiologica”. Scrivendo questa frase sulla ricetta il medico intende una prestazione comprensiva di elettrocardiogramma (Ecg), visita e ecocardiogramma, non più quindi i tre singoli pezzi per ognuno dei quali mettere in conto una prenotazione e un’attesa. Disponibili 40 ambulatori. La consulenza cardiologica può essere fatta in uno dei 40 ambulatori di 1°, 2° e 3° livello sparsi nel territorio dell’Azienda sanitaria di Firenze e nelle strutture private convenzionate per le consulenze e gli esami strumentali ordinari. La visita più elettrocardiogramma integrata dall’ecocardiogramma permette infatti di dare una valutazione completa del paziente evitando nuovi passaggi al Cup come succedeva in passato. Anche nel caso in cui il medico prescriva solo visita ed Ecg, la richiesta viene tradotta automaticamente in consulenza cardiologica e comporta quindi anche l’ecoscopia. Se poi il cardiologo, durante la consulenza, riterrà necessario eseguire esami di 2° livello, provvederà ad eseguirli, richiederli o prenotarli direttamente come stabilito dalle delibere regionali. L’altro punto di forza è dato dal livello di priorità che per il medico curante devono avere la consulenza cardiologica e gli esami strumentali: ecocardiogramma ed holter. Attese in base alla gravità. A seconda della gravità del caso, le consulenze cardiologiche possono essere richieste secondo quattro tipologie: “urgenti” (Fast track) da fare entro 24-48 ore; “brevi” nell’arco di una settimana. E ancora “differibili” da eseguire entro 30 giorni o “ordinarie” senza limiti di tempo, quando ci sarà posto, in coda a una lista d’attesa a scorrimento. L’appuntamento per le prime due, la consulenza urgente e quella breve, può essere richiesto direttamente dal medico o, su sua indicazione, dal paziente telefonando all’800 444 432, il numero verde della sanità di iniziativa. L’operatore che risponde fornisce in tempo reale una data, un orario e un luogo dove presentarsi entro 48 ore o 7 giorni con in mano la ricetta del medico su cui è scritto “consulenza cardiologica urgente”. La prenotazione per la consulenza o gli esami strumentali differibili va invece fatta al Cup e sulla ricetta rossa il medico di medicina generale deve aver barrato la lettera D. L’appuntamento in questo caso dev’essere eseguito entro 30 giorni. Se invece sulla ricetta rossa il medico di medicina generale non ha barrato la lettera D la consulenza cardiologica, l’ulteriore ecocardiogramma o l’holter, vengono considerati ordinari (classe P) e il Cup darà un appuntamento il prima possibile, inserendo il nominativo nella lista a scorrimento, con tempi di attesa che potranno anche essere lunghi, comunque non superiori ai 6 mesi. Il cardiologo ha inoltre a disposizione una lista di consulenze programmabili in modo da poter dare al paziente, se necessario, dopo la prima visita già un appuntamento per una visita di controllo. Così si è inteso superare il limite della prenotazione su base esclusivamente temporale in favore delle necessità cliniche del paziente riconosciute dal medico. Un gruppo congiunto di cardiologi e medici di medicina generale stilerà una procedura dettagliata con le condizioni in base alle quali inserire il paziente in una delle varie classi di priorità. In rete anche i privati. Anche gli specialisti delle strutture del privato convenzionato che effettuano consulenze ed esami strumentali ordinari (classe P) hanno la possibilità, se lo ritengono necessario, di interagire direttamente con il cardiologo ospedaliero per approfondimenti di 2° livello. Infine, la rete di telecardiologia già attiva nei distretti e nelle case della salute, consente ai pazienti di eseguire elettrocardiogrammi senza prenotazione con gran facilità e nell’arco dell’intera settimana. La riorganizzazione dell’offerta cardiologica consente di risparmiare tempo prezioso nella diagnosi, semplifica le procedure e i rapporti fra cittadino e macchina della salute, garantisce la presa in carico dalla A alla Z di chi soffre di quei disturbi e, infine, consente anche un miglior utilizzo delle risorse economiche, tecnologiche e umane a disposizione. L’azienda sanitaria di Firenze dispone di 17 ambulatori cardiologici extraospedalieri di 1° livello sparsi sul territorio dove si effettuano solo elettrocardiogrammi; 15 cardiologie di 2° livello, dotate anche di ecocardiografo, dove si effettuano le consulenze, e, infine, 8 cardiologie di 3° livello, dove la strumentazione consente anche di effettuare test provocativi di ischemia conosciute come “prove da sforzo” e Ecg Holter, cioè monitoraggi dell´attività elettrica del cuore durante intervalli di tempo più lunghi, solitamente 24-48 ore, ma anche, con i registratori di ultima generazione, sino a 7 giorni. Le strutture sono distribuite tenendo conto delle caratteristiche geografiche, demografiche, epidemiologiche, di trasporti e viabilità nei vari territori: 7 a Firenze, 7 nella zona Nord Ovest, 15 nella Sud Este e 11 nel Mugello. La presa in carico del paziente con la consulenza programmabile viene giudicata molto importante per far fronte al problema dell’elevata mortalità per sindromi coronariche acute dopo l’evento che ha un’incidenza di circa il 3% a distanza di un mese e di circa il 20% ad un anno. Più prestazioni, meno attese. Il nuovo sistema di erogazione delle prestazioni cardiologiche ha consentito di aumentare l’offerta e di ridurre i tempi di attesa. Se nel 2013, infatti, sono state erogate complessivamente 24.671 prestazioni, di cui 20.042 visite cardiologiche con Ecg, 2.168 senza, 1.777 di controllo e 684 consulenze con tempi di attesa che andavano dai 21 giorni per la visita di controllo ai 72 per la consulenza cardiologica, lo scorso anno il totale delle prestazioni è passato a 32.357, di cui 22.406 consulenza cardiologiche e 9.951 visite cardiologiche, con un tempo medio di attesa per la consulenza di 14,4 giorni. I dati del primo trimestre 2015 confermano il trend: 8.934 prestazioni, di cui 7.546 consulenza e 1.388 visite con un tempo medio di attesa sceso a 13,5 giorni.  
   
   
COSTI DELLA SANITÀ: "BOLZANO NON SPRECA"  
 
Bolzano, 28 aprile 2015 - Il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, prende posizione in merito agli articoli apparsi in questi giorni nei quali si dipinge l´Alto Adige come una delle province "sprecone" in tema di sanità. "Si tratta di una rappresentazione non corretta della realtà – spiega Kompatscher – la nostra spesa è totalmente finanziata con le risorse dei contribuenti locali". "Bolzano costa quattro volte Pordenone": questo il titolo di uno degli articoli che prende spunto dallo studio di una rivista specializzata sui costi del sistema sanitario italiano. L´alto Adige, con una spesa annua di 2.421 euro pro-capite sarebbe la provincia in cui si spende di più, ma il presidente Arno Kompatscher corregge il tiro. "Si tratta di una rappresentazione non corretta della realtà - spiega - e di un confronto effettuato prendendo come riferimento dati non comparabili. Per quanto riguarda l´Alto Adige, infatti, viene presa in considerazione la spesa sanitaria totale di tutta la Provincia, mentre per il resto d´Italia ci si limita a calcolare i costi della singola azienda sanitaria". Altro passaggio fondamentale per interpretare al meglio i dati dello studio, inoltre, è quello legato al fondo sanitario nazionale. "L´alto Adige - prosegue Kompatscher - finanzia la propria sanità attingendo esclusivamente alle risorse presenti nel proprio bilancio, senza prelevare neppure un centesimo dal fondo nazionale che invece altrove copre una buona fetta della spesa delle regioni e ne ripiana i deficit. Il servizio sanitario della Provincia di Bolzano, dunque, si finanzia con i tributi prodotti dal proprio territorio: i 9/10 delle imposte pagate dai contribuenti altoatesini vengono utilizzati proprio per finanziare competenze che nelle regioni a statuto ordinario sono a carico dello Stato, senza contare che ogni anno una fetta di questi 9/10 (500 milioni, ndr) vengono accantonati per contribuire al risanamento del debito pubblico". Ricordando che "sulla base della mobilità sanitaria nazionale, l´Alto Adige rimane ancora in attesa di incassare circa 73 milioni di euro dovuti dalle altre regioni", il presidente Arno Kompatscher conclude sottolineando che "in una materia così delicata come la sanità sarebbe opportuno fornire informazioni corrette e aderenti alla realtà, stimolando inoltre un percorso di rapporti virtuosi tra le regioni anziché alimentare invidie e rancori non supportate da dati concreti".  
   
   
FVG: GARANTITI INTERVENTI SOSTEGNO MALATI SLA E FAMIGLIE  
 
Trieste, 28 aprile 2015 - Su proposta dell´assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca, la Giunta regionale ha deciso di dare continuità, utilizzando le risorse messe a disposizione dal Fondo nazionale per la non autosufficienza (Fna), alle azioni 2 e 3 del programma (sostegno economico per le cure a domicilio) a favore delle persone affette da sclerosi laterale amiotrofica (Sla), approvato dall´Esecutivo, e da realizzarsi con le modalità già utilizzate in sede di prima attuazione. Con lo stesso provvedimento, la Giunta ha deciso di dare mandato alla direzione centrale salute, politiche sociali, integrazione sociosanitaria e famiglia, di quantificare e trasferire periodicamente all´Ente delegato, che è stato individuato nell´Azienda per i servizi sanitari n.5 ´Bassa friulana´, ora Azienda sanitaria n.2 ´Bassa friulana-Isontina (Aas2), le risorse atte a consentire gli interventi a sostegno dei malati, e di apportare, qualora ciò fosse necessario, eventuali modifiche alla convenzione con l´Aas2. Nel 2011, ricorda l´assessore Telesca -"Lo Stato non ha finanziato il Fondo per la non autosufficienza (Fna) se non per un´unica quota utilizzabile per i malati di Sla, e per ottenere tali risorse le Regioni si sono dovute dotare di uno specifico programma". "Al Friuli Venezia Giulia - aggiunge - lo Stato ha assegnato 2 milioni e 210 mila euro sulla base di un programma articolato in quattro azioni; di tale somma, 90 mila euro sono stati a suo tempo destinati alle attività 1 e 4 del programma, volte alla ricerca e alla formazione, che si sono completate da tempo". "La somma rimanente - soggiunge l´assessore Telesca - di 2 milioni e 120 mila euro, è stata destinata a finanziare le azioni 2 e 3 del programma, mirate a destinare un sostegno economico ai malati di Sla in fase avanzata e alle loro famiglie, affinchè sia possibile l´accudimento di tali pazienti a domicilio". "La scelta di concentrare su un´unica Azienda sanitaria - ha concluso l´assessore - è stata apprezzata in quanto la gestione unificata ha consentito una corretta gestione delle disponibilità". Nel frattempo il Fna è stato rifinanziato dallo Stato, e anche su sollecitazione delle Regioni è stato destinato alle persone fragili con l´obbligo per le Regioni di riservare una quota alle gravissime disabilità, con la quale sostenere anche gli interventi per i malati di Sla.  
   
   
CAMPAGNA VACCINALE CONTRO IL MENINGOCOCCO C, ECCO LA DELIBERA DELLA REGIONE TOSCANA  
 
Firenze 28 aprile 2015 - Meningite, la giunta regionale ha approvato nella sua seduta di la delibera sulla campagna vaccinale, che contiene tutte le misure di prevenzione adottate dalla Regione. Misure peraltro già annunciate, e avviate, la settimana scorsa. E´ il caso comunque di riepilogare punto per punto quanto previsto dalla delibera: 1. Integrare e modificare il calendario vaccinale regionale approvato con deliberazione della Giunta Regionale n.367/2015, offrendo attivamente e gratuitamente la vaccinazione con vaccino antimeningococcico tetravalente Acwy ai ragazzi dall´11° anno fino al compimento del 20° anno; 2. Offrire la vaccinazione gratuita con vaccino antimeningococcico tetravalente Acwy ai soggetti ai quali viene fatta profilassi in quanto contatti di un caso di meningococco C; 3. Offrire la vaccinazione gratuita con vaccino antimeningococcico tetravalente Acwy nella fascia di età 21-45 anni ai soggetti frequentatori delle comunità in cui, nell´anno 2015, si è verificato un caso di sepsi/meningite da meningococco C; 4. Approvare il documento "Calendario vaccinale della Regione Toscana e direttive in materia di vaccinazioni. Aggiornamento aprile 2015", parte integrante e sostanziale del presente provvedimento, contenente quanto stabilito al precedente punto 1); 5. Stabilire che per tutto l´anno 2015, il vaccino antimeningococcico tetravalente Acwy venga reso disponibile gratuitamente e su richiesta, nella fascia di età 21-45 anni nelle Aziende Usl nelle quali si è verificato un caso di meningite del ceppo C; 6. Effettuare un monitoraggio costante dei ceppi circolanti attraverso la genotipizzazione da effettuarsi presso il Laboratorio di Immunologia dell´Aou Meyer; 7. Stabilire che la vaccinazione antimeningococcica venga resa disponibile presso i servizi pubblici territoriali (Igiene e Sanità Pubblica e Distrettuale), medici di medicina generale e pediatri di famiglia; 8. Impegnare le Aziende Sanitarie a dare piena attuazione agli indirizzi contenuti nelle direttive oggetto del presente provvedimento. Intanto, la campagna vaccinale è già partita e tutte la Asl si sono attrezzate per offrire al meglio il servizio di vaccinazione, disponendo aperture straordinarie e in qualche caso istituendo numeri dedicati. A fare le vaccinazioni saranno gli ambulatori pubblici delle Asl, ma anche i medici e i pediatri di famiglia. La campagna vaccinale costerà alla Regione 9 milioni di euro. Si tratta - sottolineano dagli uffici dell´assessorato - di misure straordinarie per una situazione che ha creato grave allarme nella nostra regione, una risposta coordinata che mette in atto misure a breve, medio e lungo termine, la cui efficacia sarà costantemente monitorata attraverso i laboratori regionali, in particolare quello di immunologia del Meyer, e il raccordo costante della Regione con i propri esperti e quelli dell´Istituto Superiore di Sanità. La situazione che si è realizzata in questi mesi in Toscana presenta aspetti che devono essere approfonditi e che potranno essere esperienza utile per tutta la comunità scientifica e prototipo per situazioni analoghe che potrebbero realizzarsi in futuro.  
   
   
TOSCANA: NUMERO VERDE LISTE DI ATTESA, AUMENTANO LE PRESTAZIONI PER CUI SI PUÒ CHIAMARE  
 
 Firenze 28 aprile 2015 - Aumentano le prestazioni per cui si può chiamare il numero verde regionale istituito a fine febbraio per ridurre i tempi di attesa. Al set di 6 prestazioni preso in considerazione nella fase di avvio, se ne sono aggiunte ora altre 10. Finora il numero funzionava per: ecografia addome superiore, eco addome inferiore, eco addome completo, visita oculistica, visita ortopedica, visita neurologica. Ora, dopo la fase di "test drive", il servizio è stato esteso alle seguenti visite: cardiologica, ginecologica, di chirurgia generale, dermatologica, otorinolaringoiatrica, urologica; e ai seguenti esami diagnostici: Tac addome, Tac, torace, ecocolordoppler tronchi sovraortici, Rmn encefalo. Il numero verde 800 55 60 60 è attivo dal 26 febbraio, gratuito da tutto il territorio regionale per i numeri fissi e per i cellulari. Attivo 24 ore su 24: dal lunedì al venerdì nella fascia oraria 9-15 risponde un operatore; nelle altre fasce orarie, sabato, domenica e giorni festivi, è in funzione un servizio di segreteria telefonica, che consente di accogliere in qualsiasi momento le comunicazioni dei cittadini. Al numero risponde personale dedicato, che fornisce informazioni attraverso un ascolto attivo e personalizzato. Superata con esiti positivi, sia sul piano tecnico che su quello organizzativo, la necessaria fase sperimentale, il servizio è stato esteso a ulteriori tipologie di prestazioni. Nei prossimi mesi è previsto l´ampliamento a tutte le prestazioni ambulatoriali e di diagnostica. Nel periodo compreso tra la data di attivazione (26 febbraio) e il 21 aprile, le chiamate pervenute al numero verde sono state oltre 1.300, di cui il 16% (pari a 202 segnalazioni) sono state chiuse con successo, fornendo cioè una risposta concreta a quei cittadini che, disponendo già di una prenotazione (presa contattando il Cup della Asl) che però superava i tempi previsti dalla Regione, rivolgendosi al numero verde regionale si sono visti anticipare visite e/o esami di cui necessitavano, a garanzia del loro diritto. La Regione prevede che visite ed esami diagnostici urgenti siano erogati entro 3 giorni; le prestazioni che a giudizio del medico curante (che prescrive la richiesta) non sono urgenti, devono essere erogate entro 15 giorni se si tratta di visite, entro 30 giorni se si tratta di esami diagnostici. Riguardo alla tipologia delle prestazioni segnalate dai cittadini che hanno chiamato il numero verde regionale, sul totale delle chiamate, solo una parte erano relative agli esami e visite individuate nella fase di prima attivazione del servizio. Le richieste che rispondevano ai requisiti individuati per la presa in carico sono state inoltrate alle singole azeinde sanitarie e risolte nell´arco delle 48 ore previste. Nello specifico il 32% delle segnalazioni ha riguardato l´ecografia all´addome, seguito dalla visita oculistica, che ha interessato il 23% delle telefonate. Poche le segnalazioni di attesa rispetto alle visite ortopediche. Le altre chiamate pervenute al numero verde si sono rivelate espressioni di richieste di informazioni e orientamento al servizio di prenotazione. In altri casi ancora si è trattato di chiamate improprie, cioè attinenti a visite ed esami diversi da quelli considerati nella prima fase, alle quali, seguendo un approccio improntato a buon senso e flessibilità, si è cercato di dare ugualmente risposta, laddove c´era una reale esigenza di intervenire prontamente, sia in termini di bisogno assistenziale sia in funzione della gravità del quadro clinico del paziente. E´ emerso inoltre che la modalità di comunicazione preferita dagli utenti è il contatto telefonico diretto: infatti i messaggi lasciati nella segreteria telefonica sono stati in tutto 90, cioè il 7% delle segnalazioni complessive; la parte restante sono state tutte telefonate dirette.  
   
   
OSPEDALE TOLMEZZO:SERRACCHIANI, VALORIZZATE LE ESIGENZE DEL TERRITORIO  
 
Tolmezzo, 28 aprile 2015 - "Questa è una struttura di alta qualità, ricca di professionalità e competenze, a servizio della montagna e con specificità che nel quadro di attuazione della riforma devono poter essere consolidate e possibilmente migliorate". Lo ha ribadito la presidente della Regione Debora Serracchiani, al termine della visita che ha svolto all´ospedale di Tolmezzo assieme all´assessore alla Salute e Politiche sociali Maria Sandra Telesca, aggiungendo che "occorre tenere conto che Tolmezzo fornisce servizi a persone che vivono in situazioni ambientali di maggiore difficoltà rispetto a altri territori della regione". La visita, a cui è seguito l´incontro con i vertici ospedalieri, era stata sollecitata dagli stessi direttori delle Unità operative, che nei giorni scorsi avevano inviato alla Regione una lettera aperta con una serie di puntuali considerazioni sul futuro e sul ruolo dell´ospedale all´interno dell´attuazione della riforma sanitaria. Serracchiani ha ascoltato la relazione del direttore sanitario Luca Lattuada, nella quale sono stati messi in luce molti risultati di eccellenza. Uno tra tutti, il dato dell´attrazione: nel 2014 per Tolmezzo è stato del 26,4 per cento (per il reparto di ostetricia del 24,2), ovvero 1 su 4 dei dimessi non era residente nel territorio. L´ospedale in questi ultimi anni si è volontariamente sottoposto a una revisione qualitativa dei processi da parte di valutatori esterni accreditati (Joint Commission International) e ha ottenuto il riconoscimento Agenas per il percorso di trattamento delle fratture di femore e i "3 bollini rosa" per il dipartimento materno infantile da parte del ministero della Salute. I dati dell´attività chirurgica rivelano che la degenza media pre-intervento è molto ridotta, quantificabile in meno di un giorno, indice di ottima efficienza, mentre in Medicina raramente si verificano carenze di posti letto. Importanti e specializzate le attività di radiologia interventistica, urologia, traumatologia. Il Pronto soccorso ha avuto nel 2014 18.500 accessi, una percentuale di ricovero del 12,6 per cento, un tempo di attesa medio di 52 minuti per i codici bianchi e di 43 per quelli verdi. E´ stato proprio il direttore del Dipartimento di Emergenza e responsabile della Soc di Anestesia e Rianimazione, Loris D´orlando, a ricordare come la distanza dall´ospedale "hub" di Udine e la copertura delle emergenze in un territorio che comprende un tratto di 90 km di autostrada, "dove negli ultimi due anni si sono verificati i più gravi incidenti, a volte nelle ore non coperte dall´elisoccorso", richieda la necessità di continuare a garantire le specialità dell´ospedale, anche perché - è stato ricordato - la buona attività dell´ospedale di Tolmezzo-gemona ha in parte contribuito a arginare lo spopolamento della montagna. "Ho constatato una grande apertura e disponibilità da parte di tutti i medici e dirigenti, li ho trovati pronti a aiutarci ad attuare la riforma", ha commentato Serracchiani dopo aver ascoltato oltre D´orlando anche le segnalazioni e gli interventi di Daniele Bassini (Soc Ostetricia e ginecologia), Massimo Valentino (Soc Radiodiagnostica), Vito Di Piazza (Soc Medicina e capo dipartimento medico) e di Fulvia Loik, responsabile del distretto sociosanitario di Tolmezzo, che ha dato conto degli obiettivi in corso per la migliore integrazione tra ospedale e territorio. Telesca ha speso parole di elogio per le buone prassi di integrazione ospedale-territorio e sistema sanitario-sociale per la presa in carico dei malati cronici. "Quelli della continuità assistenziale e dell´integrazione - ha notato l´assessore - sono aspetti ancora più sentiti nel territorio in cui ci troviamo". Serracchiani e Telesca - presenti il sindaco di Tolmezzo Francesco Brollo, il consigliere regionale Enzo Marsilio e la presidente dell´assemblea di ambito della Carnia Cristiana Gallizia - hanno visitato la struttura accompagnate dal direttore generale della nuova Aas Pierpaolo Benetollo, dai direttori amministrativo e sanitario Carlo Matterazzo e Luca Lattuada, prendendo visione della ristrutturazione dell´area del Pronto Soccorso, il Gruppo operatorio, l´ostetricia e le degenze di medicina. In merito alla conclusione dei lavori di ristrutturazione che riguarderanno il resto dell´ospedale, Serracchiani ha ricordato la necessità di procedere con urgenza. "Le risorse economiche ci sono: adesso - ha esortato la presidente - bisogna iniziare a lavorare subito e rendere possibili questi interventi che sono necessari per migliorare ulteriormente la condizione della struttura ospedaliera".  
   
   
TOSCANA: SUPERAMENTO OPG, INDIVIDUATE ALTRE RESIDENZE ALTERNATIVE  
 
Firenze 28 aprile 2015 - Non più "Solliccianino" tra le strutture individuate come alternative all´ospedale psichiatrico giudiziario. Gli internati dell´Opg di Montelupo che necessitano di sorveglianza intensiva verranno ospitati nel Padiglione Morel dell´ospedale di Volterra. E´ stata individuata inoltre un´ulteriore struttura intermedia a Firenze, a Villa Guicciardini, di proprietà della Madonnina del Grappa, sulla collina di Montughi. La modifica dell´elenco delle residenze sanitarie destinate ad accogliere i pazienti internati, nel percorso di superamento dell´Opg, è stata approvata stamani con una delibera di giunta. A fine marzo, la giunta aveva individuato una serie di residenze destinate ad accogliere i pazienti internati nell´Opg di Montelupo. Tra queste, anche l´Istituto Mario Gozzini, a Sollicciano (conosciuto come "Solliccianino"), destinato appunto agli internati che necessitano di sorveglianza intensiva. Ma a livello regionale sono intervenute ulteriori analisi tecniche, che hanno portato all´individuazione di nuove soluzioni. In particolare, appunto, il Padiglione Morel dell´ospedale di Volterra (già individuato in precedenza anche come struttura intermedia). E, per i residenti nel comune di Firenze, Villa Guicciardini, in via di Montughi. La delibera impegna sia la Asl 5 di Pisa che la Asl 10 di Firenze ad eseguire le analisi di fattibilità per gli interventi di adeguamento e l´attivazione delle due strutture. Con le modifiche apportate stamani, dunque, questo il quadro delle residenze individuate a livello regionale come alternative all´Opg: - Residenza per l´esecuzione delle misure di sicurezza detentive "Padiglione Morel" Ospedale di Volterra – Asl 5 Pisa (sorveglianza intensiva) - Struttura Psichiatrica Residenziale "Le Querce" Firenze - Asl 10 Firenze (struttura intermedia) - Struttura Psichiatrica Residenziale "Villa Guicciardini" Montughi Firenze – Asl 10 Firenze (struttura intermedia) - Comunità Terapeutica "Tiziano" Aulla – Asl 1 Massa e Carrara (struttura intermedia) - Modulo residenziale "Morel" Ospedale di Volterra – Asl 5 Pisa (struttura intermedia) - Modulo residenziale "I Prati" Abbadia S. Salvatore – Asl 7 Siena (struttura intermedia) - Modulo residenziale in struttura terapeutico riabilitativa di Arezzo – Asl 8 Arezzo (struttura intermedia). I pazienti di altre regioni verranno presi in carico dalle rispettive Regioni.