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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 26 Maggio 2015
DDD RILANCIA LA SFIDA DELLA SORVEGLIANZA DIGITALE CONTRO LE MALATTIE  
 
Firenze, 26 maggio 2015 - Successo a Firenze per la terza edizione della conferenza internazionale sulla digital disease detection. Oltre 200 ricercatori da 40 paesi, stretta collaborazione con Www Conference e uno sguardo innovativo al futuro, tra sfide globali (Ebola) e nuove tecnologie (i wearables). Si è svolta a Firenze il 21 e 22 maggio la terza edizione di Ddd – International Conference on Digital Disease Detection. Approdata per la prima volta in Europa – dopo due edizioni a Boston e San Francisco – Ddd ha portato nel capoluogo toscano ricercatori, scienziati, informatici e imprenditori provenienti sia dal mondo accademico che dal settore privato. È stata l´occasione per confrontarsi sui temi legati a uno dei campi più dinamici e innovativi nella ricerca tecnologica e scientifica applicata al mondo della salute: lo studio, la previsione e la prevenzione delle malattie attraverso strumenti digitali. Organizzata in collaborazione da Healthmap, Skoll Global Threats Fund e Isi Foundation di Torino (coordinatrice locale dell´evento), Ddd si è tenuta negli stessi giorni e luoghi di Www2015, la ventiquattresima World Wide Web Conference: un apparentamento non casuale che ha permesso di mettere in contatto diretto le due comunità dei digital detection scientists e dei web scientists, in un continuo intreccio e stimolo reciproco di idee, riflessioni, innovazioni e proposte per il futuro. “La digital disease detection è una disciplina che avrà un ruolo sempre più importante in futuro”, afferma Ciro Cattuto, direttore scientifico della Isi Foundation e membro del comitato organizzatore di Ddd. “Il suo obiettivo è l´uso di nuove sorgenti di dati da social network, smartphone e sensori indossabili per lo studio, la prevenzione e il controllo di malattie, sia a livello di popolazione che alla scala individuale”. Ai due giorni della conferenza hanno partecipato oltre 200 ospiti provenienti da più di 40 Paesi diversi. Particolarmente seguiti dal pubblico sono stati gli appuntamenti dedicati alla lotta contro Ebola e alle tematiche etiche, oltre al keynote di Jay Bhatt (Chicago Department of Public Health) sulla strategia digitale che la città di Chicago sta mettendo in atto al favore della salute dei suoi cittadini. La conversazione e l´approfondimento degli argomenti trattati in Ddd sono poi proseguiti online, con un´intensa attività di commento e discussione sui social network. “Internet, i social media e le tecnologie digitali non stanno solo rivoluzionando il mondo della comunicazione, ma ci offrono anche strumenti straordinari per rispondere alle necessità sanitarie del nostro tempo”, dice Cattuto. “Oggi è possibile sviluppare reti di sorveglianza più efficaci grazie ai Big Data e alla raccolta di informazioni che provengono dai social network, da comunità partecipative in crowdsourcing, dai sensori corporei inseriti nei wearable, i dispositivi che si indossano. Lo sviluppo di sistemi di raccolta, analisi e interpretazione delle informazioni – come quelli di cui si è parlato nei panel e nelle presentazioni di Ddd – sarà decisivo per rendere ancora più efficiente la prevenzione e la lotta contro le emergenze sanitarie in tutto il mondo”. Www.isi.it    
   
   
AL CONGRESSO DI STRESA SULLE CEFALEE LA “CCSVI” DEL MAL DI TESTA UNA SOLA PUNTURA LOMBARE PUÒ RISOLVERE L’EMICRANIA CRONICA REFRATTARIA CHE ANNI DI TERAPIE NON RIUSCIVANO A CURARE A CAUSA DI MISCONOSCIUTE STENOSI VENOSE  
 
Stresa, 26 maggio 2015 - Dal Journal of Neurology che ha appena pubblicato i risultati preliminari ottenuti da Roberto De Simone, Vincenzo Bonavita e coll. Dell’università Federico Ii di Napoli, fa la sua comparsa al Congresso di Stresa una condizione che per alcuni aspetti ricorda la Ccsvi, la nota Insufficienza Venosa Cerebrospinale Cronica di cui fin troppo si è parlato nella sclerosi multipla. Grosse Differenze Questo studio, che adesso approderà di diritto anche sulle pagine del Journal of Neurological Sciences come gli altri del congresso, parla di emicrania cronica e ha in comune con la vicenda della Ccsvi il solo fatto che viene individuata ancora un’alterazione venosa di cui si ignorava il ruolo nella cronicizzazione del mal di testa. Per il resto dati e risultati sono ovviamente ben diversi, soprattutto per quanto riguarda l’efficacia del trattamento. Iihwop La nuova alterazione si chiama I.i.h.w.o.p, acronimo di idiopatic intracranial hypertension without papilledema, cioè ipertensione idiopatica intracranica senza papilledema, un nome che promette di restare impresso nella nostra memoria al pari della Ccsvi. De Simone, il neurologo che ha scoperto i suoi effetti sull’emicrania, ha trovato anche il relativo trattamento che ha un’efficacia sorprendente perchè libera dal dolore soggetti in cui anni di terapie avevano fallito. Anomalie Venose Come molti ricorderanno, secondo il chirurgo vascolare Paolo Zamboni dell’Università di Ferrara, una componente causale della sclerosi multipla sarebbe riconducibile ad alcune anomalie del circolo venoso (restringimenti stenotici e malformazioni delle vene giugulari e azygos) che configurano la cosiddetta Ccsvi, trattata con risultati controversi mediante angioplastica disostruttiva giugulare. Anche nella Iihwop e nel mal di testa che essa provoca ci sarebbe di mezzo un’anomalia del circolo venoso, cioè lo “schiacciamento” di un tratto più o meno lungo della vena cerebrale detta seno trasverso. In realtà l’accollamento di questo vaso sarebbe presente in molte persone senza dare disturbi, ma in chi ha anche un’emicrania i suoi effetti si fanno palesi. Meccanismo D’azione La compressione del seno trasverso finisce per ostacolare il ritorno del sangue dalla testa al cuore, facendo aumentarne la pressione venosa cerebrale. Tale incremento pressorio si ripercuote sulla pressione del liquido in cui è immerso il cervello, il liquor cerebrospinale, continuamente prodotto e smaltito proprio nel sangue venoso. Ciò schiaccia ulteriormente il vaso che finisce per far aumentare ancor di più la pressione liquorale, innescando un circolo vizioso che alla fine trova un suo equilibrio che oscilla attorno a valori pressori sensibilmente più elevati. Molta gente ha così un’ipertensione endocranica di cui nemmeno s’accorge: “Quasi un quarto della popolazione è portatore di stenosi venose: in questi individui -spiega De Simone– è assai comune riscontrare una pressione liquorale più alta e instabile, ma di solito ciò non comporta problemi. Emicranici Sfortunati: Le cose cambiano se ci si mette di mezzo un’emicrania: “Ai soggetti emicranici che hanno anche stenosi– prosegue De Simone –va molto peggio perchè rispondono in maniera drammatica all’aumento di pressione in quanto l’innervazione nocicettiva delle loro vene è patologicamente più sensibile e i recettori di tensione delle pareti vasali si attivano in maniera eccessiva: così da poche crisi di mal di testa al mese passano a un tormento più o meno grave presente tutti i giorni già al risveglio che li rende letteralmente invalidi per la maggior parte della giornata”. Destino Cronico La novità che ci arriva dalla ricerca di De Simone è che chi non è emicranico non si accorge nemmeno di questa ipertensione endocranica, spesso modesta e fluttuante, diffusissima e neppure segnalata dal classico segno che ne svela la presenza, il cosiddetto papilledema (vedi dopo). Se però è predisposto a sviluppare emicrania sono guai perchè la Iihwop la farà diventare molto probabilmente un’emicrania cronica, in molti casi intrattabile, che rischia di essere scambiata per una forma primaria resistente ai farmaci. Il 20% degli emicranici che si rivolgono ai centri specialistici si troverebbe in questa condizione: “Noi abbiamo individuato chi ne era portatore selezionando proprio i pazienti che avevano provato di tutto senza successo –racconta De Simone- e abbiamo visto che, in quasi tutti, non già di emicrania cronica si trattava, bensì di un’emicrania cronicizzata da Iihwop, rimasta misconosciuta perché non si vedeva papilledema,. Papilledema Non bisogna quindi lasciarsi ingannare dal mancato riscontro di papilledema, il segno classico che segnala l’aumento di pressione endocranica. Questa parola è l’anagramma di edema della papilla ottica, l’area da cui partono i rami del nervo ottico della retina, vicino ai quali scorrono i capillari sanguigni oculari. Edema significa rigonfiamento ed è proprio la turgidità della papilla, osservabile sul fondo dell’occhio con un normale oftalmoscopio, l’indice da sempre ritenuto il migliore per capire se c’è aumento di pressione dentro la testa del paziente perché quest’area ne risente subito per la sua prossimità con l’ambiente endocranico. La Scoperta E La Terapia De Simone ha scoperto che in oltre il 70% dei casi l’ipertensione è lieve o presenta solo picchi notturni, cosicché il papilledema non si forma e l’ipertensione endocranica passa inosservata, cosicché diventa difficile distinguere questi casi ad esempio da un’emicrania cronica primaria o da eccesso di analgesici. Quando però si capisce come stanno davvero le cose, riequilibrare la pressione mediante sottrazione di una piccola quantità di liquor tramite puntura lombare libera istantaneamente, per qualche mese fino a qualche anno, la maggior parte dei pazienti dal loro mal di testa quotidiano e, se il dolore tornasse per il riformarsi dell’ipertensione, basta togliere qualche altra goccia. Molti Pazienti Da Liberare La procedura è semplice, ripetibile all’infinito e con rischi pressoché nulli: è infatti usata dai neurologi di tutto il mondo per lo più a scopi diagnostici da oltre due secoli. Se si considera che a causa della mancanza di papilledema secondo De Simone ben il 20% dei pazienti diagnosticati nei centri specialistici come affetti da emicrania cronica primaria, in realtà ha un’emicrania da Iihwop, ci si rende conto di quanti potrebbero trarre giovamento dalla nuova terapia che, a fronte della sua efficacia, appare di una semplicità quasi disarmante. “Il beneficio tende a ridursi nel tempo – sottolinea De Simone – Grazie alla puntura dopo 2 mesi i pazienti cronici che avevano solo un mal di testa ogni tanto erano il 54%. Due mesi dopo il 36% e dopo un anno il 20%. Abbiamo però notato che chi ha una risposta più prolungata alla prima puntura tende poi a replicare il beneficio in quelle successive e quindi riteniamo che questa tecnica sia da usare come trattamento di scelta in casi selezionati particolarmente problematici http://www.Anircef.it/img/stresa-headache-seminar-2015.jpg    
   
   
MILANO, DALLA SMART CITY ALLA SENSIBLE CITY: CITTÀ CHE NON SI FERMANO DI FRONTE ALLE DISABILITÀ  
 
Milano, 26 maggio 2015. Nella Smart City i bit e gli atomi si fondono per creare nuove opportunità. Ma cosa succede se il nuovo paradigma di “città intelligente” si mette al servizio del superamento della disabilità? E’ quanto ha provato a indagare un panel di esperti durante il laboratorio “Smart Cities e Sclerosi Multipla” promosso da Biogen, società leader a livello mondiale nel settore delle biotecnologie. I risultati della ricerca realizzata da Eurisko “Vivere la città con la sclerosi multipla” sono stati il punto di partenza per un laboratorio multidisciplinare, coordinato dall’architetto e ingegnere Carlo Ratti, Direttore del Mit Senseable City Lab di Boston, dedicato al superamento della disabilità nella “Sensible City”. “È importante mettere in campo ogni genere di iniziative e azioni per agevolare le persone con ogni forme di disabilità e in quest’ottica anche le tecnologie più innovative possono svolgere un ruolo fondamentale – ha dichiarato Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche Sociali e Cultura della Salute - . Come Comune promuoviamo quella rete di tutti i soggetti che operano sul territorio che, insieme costituiscono la rete per la cura della persona che può davvero fare la differenza sia sul piano dell’assistenza che su quello della prevenzione e dell’informazione” Secondo la ricerca, che ha indagato attraverso interviste in profondità, il vissuto, le esperienze e le attese di 40 persone affette da sclerosi multipla a vari stadi di sviluppo, il sentimento di frustrazione e di rassegnazione per gli ostacoli che si incontrano fuori casa è controbilanciato dalla fiducia nelle nuove tecnologie per migliorare la qualità di vita. “La sclerosi multipla colpisce circa 2,5-3 milioni di persone nel mondo, di cui 600.000 in Europa e circa 75.000 in Italia - spiega il professor Giancarlo Comi, tra i massimi esperti di sclerosi multipla al mondo e direttore del Dipartimento di Neurologia e dell’Istituto di Neurologia Sperimentale dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano. - I passi avanti fatti dalla ricerca in area medica e scientifica hanno contribuito a contenere il rischio di recidive e la progressione della disabilità. Tuttavia è fondamentale agire in ottica multidisciplinare garantendo un supporto concreto alle persone affette da sclerosi multipla e ai loro famigliari per migliorare la loro qualità di vita.” “La diagnosi avviene nella maggior parte dei casi tra i 20 e i 40 anni d’età, quando le persone sono nel pieno della vita attiva, e ha quindi un forte impatto sociale, se si considera anche l’evoluzione progressiva della malattia e le sue conseguenze spesso invalidanti” aggiunge Rosa Maria Converti, Responsabile Servizio Dat “Ambulatorio Sol Diesis” Irccs Santa Maria Nascente della Fondazione Don C. Gnocchi.” Le conseguenze della disabilità in questo caso non si riducono alla sofferenza psicologica, ma implicano costi sociali e lavorativi al di fuori della dimensione domestica. Il sostegno, in quest’ottica, diviene ancora più importante fuori casa, dove si articola una parte importante percorso di affermazione della dignità dell’individuo: quella lavorativa e sociale.” Paolo Bandiera, Direttore Affari Generali Aism aggiunge ““Le persone con sclerosi multipla vivono diffuse situazioni di emarginazione, discriminazione ed impoverimento derivanti dalla malattia e dalla condizione di disabilità. Le persone si scontrano con difficoltà di accesso agli spazi, all’informazione, ai servizi, che comprimono le potenzialità della persona con Sm nei diversi contesti di vita, a partire dal lavoro. Per poter decidere liberamente della propria quotidianità e della propria vita e poter costruire e realizzare in piena autonomia il proprio presente e il proprio futuro - dalla cura, al luogo in cui vivere alle scelte personali - la persona con sclerosi multipla ha bisogno di un ambiente “intelligente”, in grado di adattarsi ed evolvere con ragionevolezza rispetto ai bisogni mutevoli dettati dalla patologia. Per questo servono reti, innovazioni, nuovi modelli e approcci culturali”. La sclerosi multipla con le sue differenti forme e i diversi gradi di disabilità rappresenta un paradigma di tutte le grandi disabilità, causate da patologie invalidanti o dal naturale invecchiamento della persona. In quest’ottica, sono molteplici le situazioni che possono portare un cittadino a vivere il contesto urbano come minaccia, con conseguente possibilità di cadere nella spirale dell’isolamento. La tecnologia, l’online e il mondo del digitale, secondo i risultati presentati da Eurisko, contribuiscono a creare nel disabile e nei famigliari la sensazione di casa come nido sicuro rispetto all’ambiente esterno. Questo confort domestico rischia però di trasformare le mura di casa in una “prigione dorata”. Ancora poco espresse secondo i malati e i loro famigliari le potenzialità delle nuove tecnologie se applicate a rendere la città ad “accessibilità totale”. “Il mondo dei dati in tempo reale - racconta Carlo Ratti, Direttore del Mit Senseable City Lab di Boston - sta trasformando le nostre città. Una città intelligente non è fatta di tecnologia, ma di cittadini che svolgono un ruolo essenziale: la funzione cardine di raccogliere, condividere ed elaborare dati. I cittadini connessi sono il motore del cambiamento del tessuto urbano per la città del domani.” Proprio in questo senso si articola il concetto di innovazione nelle “Sensible city”, dove la tecnologia è sempre il mezzo per garantire il Ben-essere e migliorare quindi la vita di tutti i cittadini. “L’ingegneria della consapevolezza - spiega Alberto Sanna, Direttore del Centro di Ricerca sulle Nuove Tecnologie per la Salute e il Benessere dell´Ospedale San Raffaele di Milano - intesa come disciplina che nasce dall´incrocio tra ricerca scientifica, medicina, nuove tecnologie e design, ha l’obbiettivo di trasformare la città in un ecosistema che favorisce il Ben-essere fisico, psichico e sociale di individui e collettività, attraverso la adattabilità e la personalizzazione di tutti gli aspetti della vita quotidiana. L’ambiente urbano diventa dunque il laboratorio di una collaborazione pubblico-privato e individuo-collettività che trasforma il concetto di Responsabilità Sociale d’Impresa in una vera e propria Innovazione Sociale d’Impresa." Secondo Biogen - conclude Giuseppe Banfi, Amministratore Delegato di Biogen - la scienza deve portare una significativa differenza nella vita delle persone, proprio per questo abbiamo pensato fosse importante, in un momento in cui Milano è al centro dell’interesse del mondo, sollevare il tema di come ricerca scientifica, medicina, nuove tecnologie e design possano mettersi al servizio di persone affette da patologie ad alto impatto sociale, non solo nella dimensione clinica, ma anche in quella sociale.” Dalla Smart City alla Sensible City, le cinque regole d’oro: Dall’incontro che ha visto la partecipazione di pazienti, famigliari, studenti di architettura, design, medicina e fisiatria sono emerse una serie di linee guida che dovrebbero ispirare la “Sensible City”: La Sensible City deve essere un abito su misura per tutti: atomi e bit si mettono al servizio della disabilità per superare le barriere fisiche e includere in ogni suo aspetto i portatori di disabilità. La “città del buon senso” non si ferma agli spazi civici, ma pervade il privato proponendo un sostegno adeguato ai disabili anche nel contesto lavorativo, in quello relazionale e ludico-ricreativo. Le istituzioni e le amministrazioni sono tenute a guidare il processo, ma anche le imprese possono fare la loro parte passando da un concetto di Csr a una vera e propria innovazione sociale d’impresa. I portatori di disabilità, le associazioni dei pazienti devono essere parte attiva del processo portando proposte costruttive e non errendendosi alla minaccia di isolamento. Senza l’impegno di tutti i cittadini non può esistere la “Sensible City”: loro sono il motore del cambiamento, la prima fonte di raccolta e condivisione di istanze, proposte e criticità. Perchè tutti in una fase della propria vita possono incorrere in una fase di disabilità.  
   
   
CARDIOLOGIA: BASSA MORTALITÀ E RIDOTTO RISCHIO DI ICTUS, OTTIMI RISULTATI PER LA NUOVA VALVOLA SAPIEN 3 NELLA TAVI  
 
Milano, 26 maggio 2015 – Tasso di sopravvivenza a un anno dall’intervento del 91,6% e una bassa incidenza di ictus e di leak paravalvolare: sono questi i risultati relativi ai primi pazienti europei ad alto rischio ad aver ricevuto l’impianto della valvola aortica Sapien 3 via transcatetere (Tavi) con accesso transfemorale presentati all’Europcr 2015, uno dei più importanti congressi di cardiologia europei, che si è appena concluso a Parigi. Sempre secondo i dati presentati, a un anno dall’intervento l’impianto per via transfemorale di Sapien 3 è associato a un’incidenza di ictus disabilitante estremamente bassa (1,1%). Inoltre solo il 2% dei pazienti ha presentato moderato leak paravalvolare - ossia il passaggio di sangue ai lati anziché all’interno della protesi valvolare, che crea turbolenze nel normale flusso - mentre non si sono riscontrati leak di livello grave. Non è infine stato osservato deterioramento strutturale della valvola. “Il tasso di sopravvivenza nella coorte che ha subito l’impianto per via transfermorale è il più alto misurato fino ad ora in uno studio su Tavi multicentrico e interamente dedicato. Questi eccellenti risultati permettono quindi di stabilire un nuovo standard terapeutico per i pazienti ad alto rischio chirurgico per la sostituzione della valvola aortica” spiega John Webb, Direttore dell’unità di cardiologia interventistica e dei laboratorio di cateterizzazione cardiaca presso l’ospedale St. Paul di Vancouver e Professore di cardiologia all’università della British Columbia, che ha presentato i dati dello studio al congresso. “I dati su Sapien 3 presentati sono molto interessanti perché confermano quello che un altro studio, il Partner, condotto sulla valvola di prima generazione, attesta in merito all’impianto della valvola aortica per via transcatetere: è una tecnica efficace, in termini di risultati clinici a distanza, al pari dell’intervento cardiochirurgico tradizionale nei pazienti ad alto rischio con stenosi aortica grave. Grazie alle innovazioni tecnologiche apportate alla valvola di terza generazione Sapien 3 - è dotata infatti di una sonda di impianto di diametro inferiore e di un sistema progettato per ridurre il rigurgito aortico paravalvolare - possiamo aspettarci risultati ancora più soddisfacenti” sostiene Sergio Berti, Presidente della Società italiana di cardiologia invasiva (Gise). Il trial su Sapien 3 è uno studio prospettico, multicentrico e non randomizzato strutturato per valutare annualmente i pazienti per cinque anni. L’analisi a un anno documenta risultati dei primi 150 pazienti trattati con la valvola Sapien 3 tra gennaio 2013 e novembre 2013 in 16 centri in Europa e Canada. Gli approcci di inserimento includono la via transfemorale (96 pazienti) e la transapicale/transaortica (54 pazienti) come stabilito dall’Heart Team, il team composto da cardiochirurgo-cardiologo. I pazienti nel gruppo di inserimento alternativo erano in condizioni significativamente peggiori rispetto al gruppo transfemorale. La mortalità generica nel gruppo alternativo è calcolata al 24,3% nella popolazione così trattata. La valvola Sapien 3 può essere impiantata tramite una sonda espansibile di basso profilo a 14 French (eSheath). Possiede inoltre uno strato esterno, un manicotto di tessuto che permette di sigillare la base della struttura, progettato per ridurre il rigurgito aortico paravalvolare. La valvola Sapien 3 è stata approvata in Europa nel gennaio 2014 per il trattamento di pazienti ad alto rischio e non operabili con stenosi aortica grave. La valvola non è ancora disponibile commercialmente negli Stati Uniti ed è al momento sottoposta a test all’interno dello studio Partner Ii.  
   
   
I RICERCATORI CUBANI: NUOVO FARMACO CONTRO IL PIEDE DIABETICO IL PROF. UCCIOLI: “UNA GRANDE SPERANZA PER TUTTI I MALATI”  
 
Amsterdam, 26 maggio 2015 – Ottime possibilità di guarigione e riduzione del rischio di amputazione. È quello che garantisce “l’heberprot-p”, la nuova molecola studiata a Cuba dal 2007, che ha portato all’avvento di un nuovo farmaco per la cura del piede diabetico. La molecola è stata presentata nel corso del Settimo Simposio Internazionale sul tema, che si è chiuso ieri ad Amsterdam. Già presente in 23 Paesi, il nuovo farmaco sta per essere approvato dall’Ema, l’Agenzia Europa del Farmaco, e sarà presto disponibile anche per tutti i pazienti europei affetti da piede diabetico, una complicanza che si manifesta con ulcera e/o gangrena del piede, che colpisce ogni anno circa 300.000 tra i 4 milioni di diabetici che ci sono in Italia. Il diabete è uno tra i più gravi problemi sanitari a livello mondiale, tanto da essere definito dall’Onu “l’epidemia del ventesimo secolo”. Una malattia cronica caratterizzata da livelli di zucchero (glucosio) nel sangue più elevati rispetto alla norma (iperglicemia), a causa di un’inadeguata (o assente) produzione dell’ormone insulina (Diabete di tipo 1) o di una scarsa capacità dei tessuti di utilizzare l’insulina stessa (Diabete di tipo 2). “Il paziente diabetico dopo anni di malattia mal curata va incontro a complicanze croniche con sofferenza dei nervi e dei vasi arteriosi soprattutto degli arti inferiori. – spiega il prof. Luigi Uccioli, specialista in diabetologia e docente all’Università di Tor Vergata di Roma –, che comportano problemi di sensibilità e, di appoggio durante il cammino e quindi la comparsa di ulcere, oppure problemi di alterata circolazione del sangue che colpiscono oltre alle arterie degli arti inferiori, con un elevato rischio di amputazione, anche le arterie coronarie con maggiori probabilità di infarto, e le arterie che vanno alla testa con un rischio aumentato di ictus. Entrambe queste complicanze possono portare separatamente allo sviluppo di ulcere al piede, ma nel 40% dei casi le due condizioni si sovrappongono. Si tratta, in genere, di lesioni difficili da guarire, che comportano un rischio di amputazione elevato”. Il piede diabetico è la prima causa di amputazione di un arto nel mondo occidentale. “Solo in Italia – aggiunge il prof. Uccioli – si stimano 3000 amputazioni per piede diabetico ogni anno. Dobbiamo poi sottolineare che l’amputazione degli arti inferiori non e’ solo una menomazione o una perdita di autonomia, purtroppo è questa condizione comporta sempre una riduzione delle aspettativa di vita: tra i pazienti con piede diabetico chi la subisce muore di più e prima di chi, invece, riesce a guarire”. Il nuovo farmaco viene presentato come una nuova risorsa nella cura delle ulcere, con ottime prospettive di guarigione e di sopravvivenza. “Il nostro farmaco fa sì che le lesioni diventino così piccole da cicatrizzare in poco tempo – spiega il dott. Manuel Raices, del gruppo di ricerca del Center for genetic engineering and biotechnology a l’Havana, Cuba – La conseguenza è una diminuzione dell´amputazione degli arti e una diminuzione dei costi diretti”. La ricerca cubana in questo settore è molto promettente: solo a l’Havana esistono diverse cliniche dove trattare l’ulcera al piede, alcune distano meno di 5 km di distanza l’una dall’altra. In queste cliniche il farmaco viene somministrato tramite infiltrazione dell’ulcera tre volte la settimana. “Il nostro centro di ricerca – aggiunge il dott. Raices – quando produce una terapia, la vende direttamente al sistema sanitario che la applica gratuitamente nelle cliniche. Nel nostro Paese, c’è una visione strategica secondo la quale “in salute non si guadagna”: è più conveniente finanziare la ricerca e programmi di prevenzione, anziché spendere poi soldi in futuro per cure e pensioni”. “Lo studio dell’heberprot-p – aggiunge il dott. Jorge Berlanda, ricercatore al Center for genetic engineering and biotechnology di L’havana, Cuba – è frutto di un procedimento durato oltre dieci anni. Siamo partiti con numerosissimi esperimenti. Abbiamo notato subito una maggiore risposta di efficacia in molti animali diversi con le infiltrazioni rispetto alla somministrazione topica. Subito dopo abbiamo iniziato la sperimentazione sull’uomo. Vorremmo che questa nuova terapia cubana possa dar beneficio a tutta la popolazione diabetica mondiale.” “Curare un piede diabetico significa salvare una vita umana –. Prosegue il prof. Luigi Uccioli – Il farmaco cubano è stato sperimentato su decine di migliaia di pazienti a Cuba e nei paesi Latino-americani. Gli effetti collaterali sono modesti, comunque transitori e non condizionanti. Per arrivare in Italia ed in Europa, il farmaco però deve fare la trafila dettata dalle normative regolatorie vigenti ed essere inserito in un protocollo di studio controllato con valutazione oggettiva”. La ricerca cubana farmacologica è di ottimo livello. Cuba vuole dimostrare che con una buona politica e un disegno di implementazione di programma, si può aiutare significativamente i malati e abbassare anche il costo diretto della malattia con riduzione del tempo di guarigione delle ulcere e del numero di amputazioni. “In sostanza, ci guadagna tutto il mondo. Se può farlo Cuba, possono farlo anche altri paesi europei o americani: abbiamo un’esperienza molto grande e vorremmo metterla a disposizione degli altri” – concludono i ricercatori cubani. È importante, però, prima della cura, investire nella prevenzione. “Il diabete di tipo 2 ad esempio non si manifesta dall’oggi al domani – conclude Uccioli – nel caso in cui altri familiari ne sono affetti il rischio di diventare diabetici è direttamente proporzionale al proprio peso.In questo contesto le campagne di informazione tese a modificare lo stile di vita, le abitudini alimentari e la sedentarietà potrebbero essere vincenti riducendo il rischio di sviluppare il diabete. Il controllo e’ altrettanto importante quando il diabete e’ già presente. Un adeguato monitoraggio può evitare le complicanze croniche, dato che la malattia è tanto più aggressiva quanto più la glicemia è alta e vi è un assenza di controllo. Una cura adeguata del diabete perseguita nel tempo e’ in grado di prevenire le conseguenze più gravi come quelle del piede diabetico”.  
   
   
ARTROSI NEL MIRINO: È LA PRIMA CAUSA DI DOLORE CRONICO BENIGNO. A VILLAFRANCA PADOVANA ESPERTI A CONFRONTO  
 
Villafranca Padovana (Pd), 26 maggio 2015 – In linea con la media nazionale, anche in provincia di Padova un cittadino su 4 combatte, più o meno frequentemente, contro un dolore di natura cronica. Molto spesso a innescare questo dolore è l’artrosi, malattia degenerativa delle articolazioni che interessa la popolazione in modo trasversale, da chi esegue lavori particolarmente logoranti agli anziani, dagli impiegati sedentari agli sportivi, sia i professionisti sia “gli atleti della domenica”. Per formare medici di famiglia, ma anche fisioterapisti, specialisti ortopedici, reumatologici e fisiatri sull’ottimale approccio diagnostico-terapeutico al problema, il prossimo 28 maggio, Villafranca Padovana ospiterà il convegno “La gestione del dolore cronico benigno. Focus sul trattamento nell’artrosi”, che si terrà presso il Poliambulatorio Padovamed di Via Madonna 2. “Il corso si propone di aggiornare i medici del territorio sulle novità in ambito farmacologico e chirurgico per un efficace controllo del dolore cronico benigno”, spiega Davide Ranaldo, Responsabile Ortopedia e Riabilitazione del Poliambulatorio Padovamed e responsabile scientifico del convegno. “Il problema, finora sottovalutato, sottotrattato e trascurato dagli stessi pazienti, che spesso si rassegnano alla sofferenza senza tentare di migliorare la loro qualità di vita, oggi sta iniziando a guadagnare attenzione. Anche a causa del progressivo invecchiamento della popolazione, è in crescita il numero delle persone che soffrono di dolore e che iniziano ad essere più consapevoli: sono esigenti rispetto all’analgesia, chiedono sempre più spesso di non provare dolore o di poter recuperare velocemente la propria funzionalità, iniziano a conoscere e ad avere familiarità con le nuove opzioni antalgiche e chirurgiche. È quindi fondamentale che i medici siano in grado di rispondere efficacemente alla crescente domanda di assistenza del territorio”. Nella pratica quotidiana di ogni medico il dolore costituisce un problema di estrema rilevanza. I farmaci antidolorifici sono ancora sottoutilizzati e le terapie, che spesso impiegano antinfiammatori non steroidei (Fans) in modo improprio, non risultano adeguate alle esigenze dei pazienti. La gestione del dolore vede il medico impegnato su un fronte che gli richiede conoscenze e competenze specifiche e un continuo aggiornamento. Tra le patologie che più spesso si associano al dolore cronico, l’evento si focalizzerà in particolare sull’osteoartrosi e sul suo impatto fra gli sportivi, soprattutto quelli amatoriali che, per caratteristiche fisiche e carenze tecniche, sfruttano il loro corpo in modo non appropriato, andando precocemente incontro a patologia artrosica. “Attraverso questo incontro formativo – conclude Ranaldo – vogliamo approfondire il tema del dolore osteoarticolare. Per evitare che si sottostimi l’entità del problema, è cruciale fornire al medico del territorio strumenti utili per una diagnosi precoce in grado di salvaguardare lo scheletro e le articolazioni prima che il processo degenerativo diventi irreversibile. Un buon controllo del dolore, anche grazie a farmaci oramai diffusi e di facile utilizzo, è un primo passo verso la corretta terapia”.  
   
   
SANITA’, ELISOCCORSO: 206 NUOVI PUNTI DI ATTERRAGGIO IN TUTTO IL LAZIO  
 
 Roma, 26 maggio 2015 - La Regione estende la rete dell’elisoccorso in tutto il Lazio, anche per il trasporto neonatale. L’obiettivo è garantire a tutti i cittadini le stesse condizioni per accedere alle strutture sanitarie a prescindere dal luogo di residenza, per 365 giorni l´anno, sia di giorno che di notte. Con una rete così capillare l’ospedale sarà raggiungibile da ogni punto della Regione in 30 minuti. 206 aree per l’atterraggio e il decollo degli elicotteri. Per il servizio di elisoccorso regionale saranno utilizzati campi sportivi e aree simili che potranno essere adoperati anche di notte e 365 giorni all´anno. Per questo la Regione ha inviato una lettera a tutti i sindaci e ai presidenti delle province per informarli delle iniziative e chiedere la loro collaborazione. L’obiettivo è quello di certificare entro la prossima estate l’agibilità in piena sicurezza dei siti individuati a cui bisogna aggiungere anche altre le 38 aree previste a Roma per il Giubileo: in questo modo la rete dell’emergenza-urgenza arriverà in totale a 244 punti. Un’assistenza tempestiva anche per le comunità più isolate e difficilmente raggiungibili. Con questo progetto la Regione Lazio è la prima in Italia a dare attuazione in modo così esteso e capillare a quanto previsto dal regolamento europeo che permette di utilizzare campi sportivi e spazi aperti per l’elisoccorso. In questo modo la “distanza” tra il luogo dell’evento in ogni comune del Lazio e il Dipartimento d´emergenza di riferimento si riduce ad un massimo di trenta minuti di volo. Ecco alcuni siti già individuati. In particolare si tratta di un primo gruppo di 79 siti tra campo di calcio in sintetico e in erba nella Provincia di Roma, di 51 aree in provincia di Viterbo, 32 in quella di Latina, 31 in quella di Frosinone e 13 in quella di Rieti. Le verifiche e i sopralluoghi inizieranno nei prossimi giorni per predisporre e ottenere il relativo parere dell’Enac. Questa è solo una lista indicativa: i comuni hanno la possibilità di richiedere di essere inseriti nella rete se hanno spazi tecnicamente idonei. “Il Lazio diventa così la prima Regione italiana per estensione del servizio di elisoccorso che sarà attivo anche per il trasporto neonatale – lo ha detto il presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: la sanità più vicina ai cittadini non è uno slogan, ma un fatto concreto che offre maggiore efficienza senza aumentare la spesa, perché questo progetto non comporta costi aggiuntivi per le casse regionali”- ha detto ancora Zingaretti.  
   
   
NEUROPSICHIATRIA INFANTILE: LA REGIONE LOMBARDIA CONTINUA A INVESTIRE  
 
Milano, 26 maggio 2015 - "Con la spending review, abbiamo dovuto apportare tagli alla spesa sanitaria, ma i servizi di Neuropsichiatria Infantile rappresentano una delle pochissime aree nelle quali, in tempi di crisi e di diminuzione complessiva delle risorse, è stato scelto di continuare ad investire". E´ quanto ha sottolineato il vicepresidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani intervenendo al convegno indetto dalla Fondazione ´Together to go onlus´ presso l´Auditorium Testori di Regione Lombardia, dal titolo ´La nutrizione e l´alimentazione nel difficile mondo dell´infanzia affetta da patologia neurologica complessa: le strade dell´aiuto e del sollievo´. Finanziati 14 Progetti - "Basti pensare che 14 progetti su 42 presentati e finanziati nel biennio 2014-2015 erano dedicati ad utenti con disabilità complessa e alle loro famiglie. Contemporaneamente nel 2014 - ha precisato Mantovani - sono stati destinati 3,250.000 euro per il miglioramento degli interventi residenziali terapeutici in età evolutiva, introducendo percorsi differenziati per intensità di cura sia per utenti con patologia psichiatrica sia con disabilità complessa". Mantovani Si Congratula - L´assessore Mantovani si è inoltre congratulato con i responsabili della ´Fondazione Together To Go Onlus (Tog)´ per i risultati raggiunti in poco più di due anni di attività. "La Fondazione, infatti, ha dato vita - ha evidenziato Mario Mantovani - ad un Centro di Eccellenza per la riabilitazione di bambini con patologia neurologica complessa, curandone gratuitamente 107 affetti da lesioni cerebrali e sindromi genetiche con ritardo mentale". Il centro è accreditato presso Regione Lombardia e sostiene la gratuità delle terapie ai bimbi con la ricerca fondi.  
   
   
NUOVO OSPEDALE DI PADOVA: AVVOCATURA REGIONALE SU SENTENZA TAR.  
 
Venezia, 26 maggio 2015 - L’ufficio Stampa della Giunta Regionale del Veneto trasmette una nota dell’Avvocatura Regionale: In merito alla sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto, depositata in data odierna, relativa al ricorso di “Finanza e Progetti s.P.a.” contro Regione Veneto, Azienda Ospedaliera di Padova e Comune di Padova, con la quale si prescrive, tramite assunzione di nuovi atti deliberativi, l’approfondimento dell’istruttoria rispetto alla diversa localizzazione della struttura richiesta dal Comune, si evidenzia quanto segue: 1. La sentenza rigetta la più parte dei motivi di ricorso e, quel che è più importante, il giudice amministrativo non accoglie le domande risarcitorie formulate da “Finanza e Progetti s.P.a.”; 2. L’accertamento della carenza degli atti deliberativi si risolve di fatto nell’indicare il riesame in via di istruttoria tecnico-amministrativa di tali atti da parte di Regione e Comune, istruttoria che peraltro è già stata attivata da mesi.  
   
   
INAUGURATA LA SECONDA POSTAZIONE “TAC” AL “SAN GIOVANNI DI DIO” DI CROTONE  
 
Catanzaro, 26 maggio 2015 - Il presidente della Regione Mario Oliverio ha partecipato, insieme al presidente del Consiglio regionale Antonio Scalzo, al sindaco di Crotone Giuseppe Vallone e alla consigliera regionale Flora Sculco, alla inaugurazione della seconda postazione “Tac” del reparto di Radiologia dell’ospedale “San Giovanni di Dio” di Crotone. Questo prezioso strumento consentirà, già dai prossimi giorni, di smaltire una enorme mole di lavoro rimasta arretrata. Finora, infatti, l’unica apparecchiatura in funzione ha consentito di svolgere solo attività di urgenza. Nonostante tutto, solo nel 2014, essa ha effettuato sedicimila prestazioni, di cui il 40% provenienti tutte dal Pronto Soccorso. “Nella riprogrammazione sanitaria regionale –ha detto il Governatore della Calabria- la città di Crotone e la sua provincia avranno uno spazio rispondente a quelle che sono le reali esigenze di questo territorio e costituiranno un tassello importante all’interno della rete sanitaria regionale, sia dal punto di vista ospedaliero che territoriale. Per troppo tempo in questa realtà sono state prodotte solo guasti per effetto di un approccio meramente ragionieristico con il Piano di Rientro. I problemi della riorganizzazione dei servizi sono stati marginalizzati, sottovalutati o mantenuti assolutamenteal di fuori dall’attenzione che meritavano. Noi, ora, vogliamo riorganizzare e riqualificare i servizi con l’obiettivo di uscire al più presto dal Commissariamento, ripristinando finalmente una condizione di normalità nell’organizzazione sanitaria della nostra regione”. “E’ chiaro che –ha aggiunto Oliverio- proprio perché partiamo da una situazione di difficoltà e dideterioramento dei servizi, tutto ciò comporterà uno sforzo ed un impegno maggiore. Per questo motivo c’è bisogno del coinvolgimento e della partecipazione di tutti alla formazione di un nuovo processo di cambiamento e la piena consapevolezza del percorso difficile e in salita che abbiamo davanti. Gli obiettivi principali del nostro programma prevedono minore ospedalizzazione, riduzione al minimo dei ricoveri inappropriati e dei viaggi della speranza al di fuori della nostraregione, maggiore articolazione e maggiore qualità dei servizi sul territorio e, soprattutto, prevenzione. Se li realizzeremo, daremo alla Calabria un sistema sanitario veramente efficace ed efficiente, in grado di garantire il diritto alla cura e alla salute ad ogni calabrese”. Nel corso dell’incontro il presidente della Giunta regionale ha illustrato una serie di interventi che, a breve, interesseranno il presidio ospedaliero di Crotone. “Le risorse destinate all’ex articolo 20 –ha detto, tra l’altro- saranno destinati al Reparto di Radiologia e di Analisi e presto dovremo affrontare e risolvere anche il problema dell’Emodinamica, che riguarda anche un’utenza extra provinciale”. Il Governatore della Calabria, infine, pur recependo una serie di problematiche ancora aperte, illustrate nel corso del suo intervento dal Commissario Straordinario dell’Asp di Crotone, Vincenzo Arena che, tra le altre richieste, ha avanzato anche quella della rimodulazione dei posti-letti per acuti che attualmente sono settanta in meno rispetto a quelli previsti, ha mostrato ottimismo rispetto al futuro. “Presto, molto presto –ha concluso Oliverio- ci rivedremo. Convocheremo una conferenza di tutti i sindaci della provincia di Crotone per confrontarci su queste problematiche insieme al Commissario Scura e al nuovo responsabile incaricato nei giorni scorsi a dirigere il Dipartimento Salute della Regione Calabria, per ridare alla città pitagorica e alla sua provincia lo spazio e l’attenzione che meritano e di cui sono state private per troppo, lungo tempo”.  
   
   
ISTITUTO CIECHI: MANCANO SOLDI PROVINCIA, REGIONE LOMBARDIA FARÀ SUA PARTE  
 
Milano, 26 maggio 2015 - "Come correttamente riportato dall´articolo del Corriere Milano, l´allarme dell´Istituto Ciechi per la mancanza dei fondi necessari ad assicurare la partenza dei corsi di formazione del prossimo anno formativo riguardano quei fondi che l´ente Provincia ha sempre assicurato allo stesso Istituto, di cui dovrebbe farsi carico ora la Città Metropolitana". Lo ha spiegato Valentina Aprea assessore all´Istruzione, Formazione professionale e Lavoro di Regione Lombardia in merito alle dichiarazioni di Rodolfo Masto presidente dell´Unione Ciechi e Ipovedenti riportate dal quotidiano milanese. Regione Ha Messo In Campo Strumenti Fruibili - "Tuttavia, è utile precisare - ha detto Aprea - che tutte le politiche di Regione Lombardia per assicurare il diritto allo studio dei giovani portatoti di disabilità non hanno subito alcuna riduzione. Inoltre - ha proseguito - anche per le persone ipovedenti non più in età di obbligo di istruzione o che hanno già conseguito dei titoli di istruzione e formazione (che non potrebbero quindi partecipare ai corsi di Istruzione e Formazione Professionali per il conseguimento della qualifica), Regione ha messo in campo strumenti fruibili nell´ambito dei programmi regionali di inserimento lavorativo. In particolare, ad esempio, il corso di centralinista, rivolto anche alle persone ipovedenti, può essere oggetto di uno specifico percorso di inserimento lavorativo con Dote Unica Lavoro, attivabile dall´Istituto in qualità di operatore accreditato al lavoro". Faremo Nostra Parte - "Auspichiamo - ha concluso l´assessore - che anche la città Metropolitana faccia la sua solita parte ed assicuriamo che faremo sempre la nostra per dare risposte serie a chi ne ha bisogno".  
   
   
EBOLA. AL VIA LE OPERAZIONI DI SANIFICAZIONE DELL’APPARTAMENTO DELL’INFERMIERE SASSARESE  
 
Sassari, 26 Maggio 2015 - Sono iniziate le operazioni di sanificazione dell´appartamento della famiglia dell´infermiere affetto dal virus ebola. I lavori, coordinati dal Servizio di Prevenzione e Sanità Pubblica della Asl 1 di Sassari, sono stati affidati a una ditta esterna specializzata e, come da protocollo, riguarderanno esclusivamente la casa del paziente e non coinvolgeranno lo stabile né le zone limitrofe. La procedura. La sanificazione avverrà in due momenti. Nella giornata di oggi gli operatori, entrati nell´appartamento dalle finestre, attraverso un elevatore che evita il passaggio nelle parti comuni del condominio, sterilizzeranno la camera da letto e il bagno. Tutti gli oggetti di stretto uso personale dell´infermiere sassarese, come il materasso, lo spazzolino da denti e altri effetti, saranno eliminati secondo il protocollo di smaltimento dei rifiuti sanitari pericolosi, e l´ambiente sarà trattato con l´ipoclorito di sodio. Lunedì mattina interverrà una ditta milanese all´interno dell´abitazione per sanificare gli altri ambienti attraverso una "nebbia secca" di perossido di idrogeno nebulizzato, una tecnica che consente di disinfettare senza rovinare i mobili. "I lavori sono altamente certificati e le stesse procedure vengono utilizzate in ospedali come lo Spallanzani di Roma dove è ricoverato il paziente - proseguono dall´assessorato della Sanità - né la famiglia né tanto meno i condomini corrono rischio alcuno di contagio. Per questo motivo sarebbe auspicabile non dare informazioni errate e rispettare la privacy dei familiari del paziente e degli inquilini del palazzo, loro malgrado coinvolti in questa vicenda".  
   
   
FARMACI EPATITE: REGIONE UMBRIA HA GIÀ PRESO IN CARICA 85 PAZIENTI  
 
Perugia, 26 maggio 2015 - È assolutamente non corretto quanto affermato dal consigliere regionale di Umbria Popolare Ncd secondo il quale l´Umbria sarebbe l´unica Regione a non prevedere un´assistenza farmacologica paritaria per chi è affetto da epatite C. Al contrario la Regione Umbria ha già preso in carico 85 pazienti con epatite, anticipando dal proprio bilancio le risorse necessarie, non avendo ancora il Ministero della Salute adottato uno specifico provvedimento che stabilisca con certezza le risorse da assegnare alle Regioni per tali terapie che, si ricorda, sono costosissime ed oscillano tra i 60 e gli 80mila euro a trattamento. È quanto precisa l´Assessorato alla Sanità della Regione Umbria che sottolinea che i criteri di priorità che devono essere utilizzati per prendere in carico i pazienti affetti da epatite sono stati formalmente definiti dall´Aifa, l´Agenzia italiana del Farmaco, ed a questi criteri la Regione Umbria si attiene.  
   
   
UN NUOVO VOLTO PER L’OSPEDALE DI COLLEFERRO, CHE RINASCE CON NUOVI SERVIZI  
 
 Roma, 26 maggio 2015 - Va avanti l’impegno della Regione per far ripartire la sanità del Lazio costruendo un nuovo modello con più servizi sul territorio più vicini ai cittadini: un lavoro che va avanti ogni giorno su tutto il territorio. Il rilancio dell’ospedale di Colleferro. Dopo anni di tagli, di sottrazione di servizi e strutture, soprattutto nelle province, la Regione sta investendo sulla sanità nei territori, su un progetto di servizi sociosanitari che non lasci indietro nessuno. Inaugurato il nuovo reparto di rianimazione dell’ospedale di Colleferro. Dispone di quattro posti letto, di cui uno isolato per pazienti con particolari caratteristiche infettive. Sono stati previsti spazi di accoglienza per i familiari dei degenti con un percorso dedicato. Ogni unità-paziente è attrezzata per il monitoraggio e trattamento intensivo delle funzioni cardio-circolatoria, respiratoria e metabolica, secondo gli standard di riferimento. Sono presenti spazi adeguati a rendere agevoli le manovre assistenziali. Presto la nuova ala dell’ospedale, con tanti nuovi servizi. Il percorso di rinascita di questo presidio non si ferma qui. Sull’ospedale di Colleferro abbiamo investito 15 milioni di euro: tra poco gli operatori e i cittadini potranno contare su una nuova ala, che ospiterà i reparti di otorinolaringoiatria, con 4 posti letto, e di chirurgia generale con 29 posti letto, quattro piani di circa 800 mq. Al piano terra sono previsti i servizi tecnici, la morgue e la farmacia oltre ad uno spogliatoio centralizzato di circa 200 posti. All’ultimo piano della nuova ala verrà collocato il reparto di psichiatria, che sarà trasferito da Subiaco a Colleferro. L’ospedale è stato inserito anche all’interno della rete dell’emergenza sull’ictus e sulle problematiche neurovascolari, con la presenza di un team specializzato, che potrà avvalersi di un sistema innovativo di telemedicina.  
   
   
ACCORDO DI COLLABORAZIONE TRA MUTUA IRIS ITALIA, PIANETACOPPIA E DECAMAS  
 
 Milano/Roma, 26 Maggio 2015 – Mutua Iris Italia mutuairisitalia.Org, primaria Società di Mutuo Soccorso che fornisce servizi di assistenza, copertura sanitaria e di prevenzione medica, Pianetacoppia pianetacoppia.It, società che opera nel settore del benessere fisico, emotivo ed affettivo per single e coppie, e Decamas, distributore internazionale di articoli per il settore Sanitario, annunciano di aver sottoscritto un accordo di reciproca collaborazione. In particolare, Mutua Iris Italia ha affidato a Pianetacoppia e Decamas l’ufficio fiduciario a Milano, con l’incarico di promuovere in Lombardia la propria filosofia ed i propri servizi mutualistici di copertura sanitaria ed integrativa. Le Società di Mutuo Soccorso (Sms) sono associazioni nate a fine Ottocento per sopperire alle carenze dello stato sociale e aiutare i lavoratori in caso di incidenti sul lavoro, malattia o perdita del posto. In Italia sono attualmente circa 2000 con oltre 5 milioni di associati e 4 miliardi di euro di autofinanziamento. In Lombardia le Sms sono 105. Oggi il mutuo soccorso torna in auge per un settore che vede grandi difficoltà di accesso da parte di una fetta di cittadini maggiormente colpiti dalla crisi: quello Sanitario. Infatti, il servizio sanitario nazionale non è più in grado di soddisfare tutti i crescenti bisogni di salute dei cittadini per i quali oggi curarsi bene è diventato difficile e costoso. Inoltre, molti lamentano lo scarso livello qualitativo dell’assistenza sanitaria pubblica (lunghe liste di attesa, scarsa qualità, inaffidabilità, etc.) e gli elevati costi per tutelare la propria salute. Per potersi curare adeguatamente le persone hanno quindi dovuto ricorrere a forme di copertura sanitaria integrativa e ricercare strumenti meno costosi, anche a causa delle notevoli difficoltà finanziarie ed economiche in cui viviamo . Iris Italia, mutua sanitaria integrativa, è in grado di fornire le migliori garanzie per una efficace integrazione e previdenza sanitaria a costi competitivi . Questo perché Mutua Iris Italia non è un assicurazione e non ha scopo di lucro ma esclusivamente finalità assistenziali in quanto si ispira ai valori della solidarietà e della mutualità volontaria. I servizi di assistenza e copertura sanitaria prevedono il rimborso delle spese sostenute per il sostenimento da parte dei cittadini di cure di prevenzione diagnostica e di cure sanitare quali prestazioni ambulatoriali, ticket sanitario, esami clinici di laboratorio e di alta specializzazione, analisi di laboratorio, visite mediche specialistiche, ricovero ospedaliero in chirurgia, medicina e parto, trattamenti odontoiatrici, assistenza medica in Italia e all’estero seguito infortunio, assistenza infermieristica domiciliare e ospedaliera, trasporto sanitario in ambulanza, protesi acustiche e cure termali. Mutua Iris Italia dispone di una rete di oltre 1.800 centri sanitari convenzionati in forma diretta e indiretta, dove gli Assistiti possono effettuare interventi chirurgici e accertamenti diagnostici senza anticipo della spesa e tutte le altre prestazioni a costi preferenziali ridotti e senza liste di attesa. Vi sono 15 piani sanitari disponibili sia per single che per tutto il nucleo familiare. Tramite Iris Italia Onlus viene anche offerto un servizio di assistenza domiciliare completa, per ora solo a Roma, comprensivo di visite specialistiche, infermieri, farmaci, radiologi e badanti a domicilio. Pianetacoppia e Decamas, grazie all’accordo con Iris Italia, consolidano la propria presenza nel settore dei servizi per il Benessere della persona, con particolare attenzione alla salute fisica sia in termini di prevenzione che di assistenza medica.  
   
   
MILANO: MAPP MODELLO DI ARTE CHE SI TRASFORMA IN CURA  
 
Milano, 26 maggio 2015 - "Con molto piacere ho portato il saluto di Regione Lombardia al convegno ´20 anni di Mapp tra arte, cura e salute". L´ha detto l´assessore regionale alle Culture, Identità e Autonomie Cristina Cappellini durante il suo intervento all´ex ospedale psichiatrico ´Paolo Pini´ a Milano per celebrare il compleanno di un progetto che rappresenta un vero modello per la cura del disagio psichico. Un Impegno Di Vent´anni - "Ho potuto così costatare - ha sottolineato l´assessore Cappellini - i frutti di vent´anni di impegno portati avanti da molte persone con passione e determinazione e per questo voglio fare un plauso particolare alle dottoresse Teresa Melorio e Enza Baccei". Arte Terapeutica - "La realtà del Mapp - ha evidenziato l´assessore Cappellini - è sorprendente perché intreccia arte e salute a fini terapeutici e allo stesso tempo valorizza la creatività delle persone attraverso una serie di attività multidisciplinari". Una Cura Unica - "Basta passeggiare per i padiglioni - ha sottolineato l´assessore - per scoprire un mondo che ha saputo sostituire i colori dell´arte al grigiore degli ospedali psichiatrici come fu molti anni fa il Paolo Pini". "Esempio di come - ha concluso l´assessore Cappellini -, per riprendere il titolo del convegno, l´arte sia davvero una cura in grado di alleviare le sofferenze e far emergere la parte più intima e più bella di ogni essere umano".  
   
   
SARDEGNA, CONVEGNO DI NEUROLOGIA: STRETTA COLLABORAZIONE CON L´UNIVERSITÀ BOCCONI PER NUOVI PERCORSI TERAPEUTICI NELL´ISOLA  
 
Cagliari, 26 Maggio 2015 - Sclerosi multipla, ictus, demenza ed epilessia. Un confronto a tutto campo sulle quattro patologie neurologiche più diffuse tra la popolazione e i possibili modelli assistenziali da applicare in Sardegna, durante le due "Giornate Neurologiche Sarde". Il convegno, conclusosi questa mattina, è stato organizzato dall´Unità Operativa di Neurologia dell´Ospedale San Francesco di Nuoro, all´Hotel Su Gologone di Oliena e diretto dalla dottoressa Anna Ticca. Ai lavori del convegno ha partecipato l´assessore dell´Igiene e Sanità e Assistenza sociale Luigi Arru che, dopo aver illustrato le principali azioni di programmazione sanitaria intraprese dalla Giunta Pigliaru - "in una congiuntura economica e finanziaria difficile" - ha assicurato da parte dell’esecutivo “la massima disponibilità per l´attivazione immediata dei tavoli di programmazione socio sanitaria integrati con la comunità professionale, all´insegna delle nuove politiche di Governo clinico". La collaborazione con l´Università Bocconi. L´assessore Arru ha inoltre annunciato che sono in corso interlocuzioni con l´Università Bocconi di Milano per firmare un accordo di collaborazione per la realizzazione di un Pdta (Percorsi Diagnostici Terapeutici e Assistenziali) sulla sclerosi multipla in Sardegna. "Partiamo dalla sclerosi multipla - ha detto il titolare della Sanità - per la rilevante prevalenza epidemiologica nell´isola". La rete assistenziale. A far parte del percorso di sviluppo della rete assistenziale anche l´associazione dei malati Aism, che attraverso il suo presidente Mario Battaglia aveva rappresentato in precedenti incontri all´assessore Arru le esigenze delle persone affette dalla patologia, manifestando la volontà di collaborare e mettere a disposizione le esperienze dell’associazione. I modelli di Pdta. Un importante contributo scientifico è stato dato dalla relazione della professoressa Valeria Tozzi dell’Università Bocconi, che ha presentato i modelli di Pdta finalizzati alla presa in carico totale della persona, tendendo conto delle esigenze del cittadino. E’ stata sviluppata una rete integrata di servizi multidisciplinari differenziati per dimensioni e complessità organizzativa, diffusi in maniera uniforme nei territori. In particolare la professoressa Tozzi ha condiviso con i neurologi sardi il modello applicato all´interno del Multiple Sclerosis Mangement Lab.  
   
   
FONDO SOCIALE FVG: 10,2 MILIONI DI EURO AI COMUNI PER SERVIZI  
 
Trieste, 26 maggio 2015 - La Giunta regionale - su proposta dell´assessore alla Salute e Integrazione socio-sanitaria Maria Sandra Telesca - ha approvato in via preliminare lo stanziamento di 10,2 milioni da destinare ai Comuni (singoli e associati) per sostenere nel 2015 la gestione dei servizi socio-assistenziali, socio-educativi e socio-sanitari. Parte della somma servirà a favorire il superamento delle disomogeneità territoriali, a far fronte a maggiori costi non sostenuti dalla generalità dei Comuni e a promuovere e realizzare progetti o programmi innovativi e sperimentali. L´importo, sul quale dovrà esprimere il suo parere il Consiglio delle Autonomie locali, verrà così suddiviso: - 2,5 milioni di euro per gli interventi a favore di minori stranieri non accompagnati inseriti in strutture d´accoglienza; - 1 milione per il consolidamento del sistema associato di governo del sistema locale degli interventi e dei servizi sociali così come previsto nelle "Linee guida per la predisposizione dei Piani di Zona"; - 6 milioni di euro per la stabilizzazione e il consolidamento delle prestazioni e degli interventi in linea con quanto previsto dal Fondo nazionale per le politiche sociali; - 700 mila euro per il potenziamento e il rafforzamento del servizio di assistenza domiciliare. Per l´anno in corso ammonta a più di 77 milioni di euro il Fondo sociale regionale, che serve a sostenere l´intero sistema dei servizi e degli interventi sociali, rivolti nel Friuli Venezia Giulia ai minori, adulti, disabili ed agli anziani.  
   
   
CONI, MARONI: SINERGIA CON REGIONE SI INTENSIFICHERÀ ANCHE SU DOPO EXPO  
 
Milano, 26 maggio 2015 - "Ora lo sport nazionale della Lombardia sarà la canoa". Ha esordito con una battuta il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, alla conferenza stampa di, nel corso della quale ha presentato i nuovi vertici del Coni Lombardia eletti sabato scorso. A guidare il Comitato Olimpico della Lombardia è infatti arrivato il quattro volte Campione del Mondo, per moltissimi anni commissario tecnico della squadra azzurra ed ex sindaco di Cremona Oreste Perri. Canoista di grande successo come l´assessore regionale allo Sport e Politiche per i giovani Antonio Rossi, anche lui presente all´incontro con i giornalisti. Sinergia Che Prosegue - Dopo essersi congratulato e aver rivolto auguri di buon lavoro al nuovo numero uno dello sport lombardo e ai suoi collaboratori, il governatore ha sottolineato come quella fra Coni e Regione Lombardia sia una sinergia "che ora si intensificherà ulteriormente e diventerà ancora più efficace di prima, in vista anche degli appuntamenti di Expo e non solo". Guardando Al ´Dopo Expo´ - In relazione al ´dopo Expo´, Maroni ha ricordato che per il futuro delle aree che ospitano l´Esposizione universale "c´è l´idea di realizzare un grande campus universitario, con le residenze per gli studenti e con strutture sportive. Ne abbiamo già parlato con il presidente nazionale Malagò, che si è detto favorevole, e ora dobbiamo decidere come procedere".  
   
   
CONI, LOMBARDIA: FARÀ SISTEMA PER NOSTRO SPORT  
 
Milano, 26 maggio 2015 - "Oreste Perri sarà un buon presidente di Coni Lombardia e ci mettiamo da subito al lavoro per il futuro dello sport regionale". L´ha detto l´assessore allo Sport e Politiche per i giovani di Regione Lombardia Antonio Rossi in conferenza stampa, con il presidente Roberto Maroni e il neo numero uno del Coni Lombardia Oreste Perri. Presenti il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani, l´assessore alle Culture, Identità e Autonomie Cristina Cappellini, il consigliere regionale Carlo Malvezzi e la squadra eletta con Perri. Accordo Di Programma Da 20 Milioni - "Ho parlato con il presidente nazionale Giovanni Malagò - ha ricordato l´assessore Rossi - per ridare prima possibile una guida al Coni Lombardia con cui abbiamo tanti progetti in itinere e un Accordo di Programma Quadro per la promozione e lo sviluppo dello sport in Lombardia da 20 milioni". "Si tratta di un progetto - ha proseguito - che vede il coinvolgimento di Ufficio scolastico regionale, Comitato italiano paralimpico, Unione Province lombarde e Anci Lombardia". "Un accordo - ha sottolineato l´assessore Rossi - che si sviluppa su quattro assi di azione: ´Impiantistica sportiva´, ´Lo sport nella scuola´, ´Pratica sportiva come fattore di benessere, prevenzione e coesione sociale´ e ´Expo 2015´". Nuove Misure - "Nelle prossime settimane - ha annunciato l´assessore - intendiamo portare in Giunta nuove misure di sostegno allo sport lombardo e, in particolare, ai Comitati regionali delle Federazioni, delle Discipline associate e degli Enti di promozione sportiva". "Azioni che si aggiungeranno - ha ricordato l´assessore - alla ´Dote Sport´ presentata la scorsa settimana". Piena Fiducia - "Ho piena fiducia in Oreste Perri - ha spiegato l´assessore Rossi - che è stato il mio allenatore e il mio maestro e a cui devo le mie vittorie. Con lui ora dobbiamo vincere altre gare e si tratta di quelle per la crescita e la promozione dello sport lombardo". "Perri - ha aggiunto - è stato ottimo atleta, bravo allenatore ed è laureato in Scienze motorie. Sono sicuro che saprà dare allo sport lombardo il meglio e noi saremo sempre al suo fianco". Palazzetto E Piscina Nelle Aree Dell´expo - "Con Perri e il Coni Lombardia - ha concluso l´assessore Rossi - lavoreremo anche sul futuro delle aree Expo per le quali si immagina una cittadella universitaria dove auspico trovino spazio anche un palazzetto multifunzionale e una piscina da 50 metri che sono strutture di cui Milano e la Lombardia hanno bisogno sul versante dell´impiantistica". Perri: Impegno Importante - "Sono stato sindaco di Cremona fino al 2014 - ha ricordato il neo presidente del Coni Lombardia - e la presenza della Regione l´ho avvertita molto. Sia per le azioni del presidente Maroni, sia per quelle del vice presidente Mario Mantovani e dell´assessore alle Culture, Identità e Autonomie Cristina Cappellini, nonché del mio già vice sindaco e ora consigliere regionale Carlo Malvezzi". "Sono convinto che si debba fare sistema - ha spiegato il presidente Coni - e questo a partire dal dialogo con Regione Lombardia, dove è assessore Antonio Rossi, il cui operato è ben visto da tutti i presidenti di federazione e dai delegati provinciali, che ho già incontrato per avere un quadro dei punti di forza e delle debolezze del sistema sportivo lombardo di cui mi metto al servizio in questo importante incarico". La Squadra Di Perri - Oltre al presidente onorario Pino Zoppini, al vertice del Coni Lombardia per 17 anni, compongono la squadra del presidente Perri: Carlo Borghi, Claudio Maria Pedrazzini e Marco Mazzoleni (Federazioni sportive nazionali), Federigo Ferrari Castellani (Discipline sportive associate), Paolo Della Tommasa (Enti di promozione sportiva), Francesca Cola (atleti), Sandro Vanoi (tecnici) e Pierangelo Santelli (Comitato italiano paralimpico).