Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


GIOVEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 MODA E TENDENZE ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Giovedì 06 Novembre 2008
IN ITALIA LA COMMISSARIA EUROPEA MARIANN FISCHER BOEL, RESPONSABILE PER L´AGRICOLTURA E LO SVILUPPO RURALE  
 
Mariann Fischer Boel, Commissaria europea per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, sarà in Italia il 6 novembre 2008. Durante la sua breve visita, la Commissaria avrà un´audizione davanti alle Commissioni Agricoltura e Politiche europee riunite di Senato e Camera relativamente alle proposte di regolamenti e di decisione del Consiglio, relative alla politica agricola comune (Pac) e alle politiche di sostegno allo sviluppo rurale. Successivamente Mariann Fischer Boel prenderà parte alla cerimonia celebrativa del 50mo anniversario del Consiglio europeo dei giovani agricoltori. .  
   
   
CONFERENZA CONCLUSIVA PSX2 SU BIOTECNOLOGIA AGRICOLA (PIANTE, CIBO E FORAGGIO GENETICAMENTE MODIFICATI)  
 
 Il progetto Psx2 ("Participatory science and scientific participation: The role of civil society organisations in decision-making about novel developments in biotechnologies") terrà la sua conferenza conclusiva il 13 novembre a Bruxelles in Belgio. Psx2 è un progetto che esplora il ruolo della partecipazione delle organizzazioni della società civile (Osc) nello sviluppo scientifico e tecnologico, con riferimento particolare all´esperienza nello sviluppo della biotecnologia agricola (piante, cibo e foraggio geneticamente modificati). Il progetto si avvicina alla chiusura e il consorzio del progetto organizza questa conferenza affinché vengano discussi i risultati del progetto con i rappresentanti della società civile e scientifica, e le organizzazioni politiche. L´evento includerà presentazioni sul tema della partecipazione nella scienza da parte dei rappresentanti del Criigen ("Comité de Recherche et d´Information Indépendantes sur le génie Genétique") e di Genewatch Uk, un gruppo non-profit. Rappresentanti delle Osc, funzionari della Commissione europea e scienziati saranno invitati a presentare i loro suggerimenti e alla fine di ogni sessione ci sarà uno spazio per la discussione. Per ulteriori informazioni: http://www. Participationinscience. Eu/psx2/ .  
   
   
RICERCATORI EUROPEI CERCANO ALTERNATIVE ALL´ANIDRIDE SOLFOROSA NEL VINO  
 
Ricercatori di biotecnologia in Portogallo, Spagna e Svizzera hanno unito le loro forze in un progetto che mira a ridurre o eliminare la quantità di anidride solforosa (So2) usata nella produzione del vino. La So2, un efficace agente antimicrobico, antiossidante e conservante, è un potenziale allergene e può inasprire i sintomi asmatici. Il presente progetto, chiamato "Wnesulfree", è sostenuto dall´iniziativa intergovernativa Eureka. Come si può vedere dando un´occhiata a molti reparti di vini nei supermercati, i vini variano molto di anno in anno a seconda del tempo e delle condizioni del terreno. Condizioni estreme possono portare a maggiori infezioni microbiche, livelli di zucchero più alti, bassa acidità o carenze nutritive, e questo a sua volta porta ad una maggiore esigenza di usare antimicrobici e conservanti. Anche la vendemmia, la varietà dell´uva e le condizioni sanitarie dell´uva dopo la vendemmia hanno conseguenze. L´anidride solforosa (So2) previene il danno microbiologico al gusto e al colore del vino, sia rosso che bianco. Quando viene aggiunta dopo la fermentazione evita il deterioramento e la fermentazione nella bottiglia; inoltre, è usata in associazione ad acidi citrici per mantenere pulite le cantine (e l´attrezzatura), visto che non si può usare candeggina. Le condizioni sanitarie nella vinificazione sono necessarie per mantenere bassi i livelli di So2 necessaria. Nell´ue, attualmente i livelli raccomandati di So2 nel vino sono al di sotto di 160 parti per milione (ppm) per il vino rosso e sotto le 210 ppm per il vino bianco e rosé. Livelli più alti possono essere usati per la preparazione del vino rosso prima della fermentazione per stabilizzare il colore. La So2 si trova anche naturalmente nel vino; anche i vini non solforati contengono So2. Questi vini hanno una scadenza limitata e sono commercialmente esasperanti. I consumatori pretendono prodotti "sani" e il sempre maggior numero di consumatori di vino che sono sensibili ai solfiti (chi ne soffre lamenta mal di testa, febbre da fieno e orticaria) fa sì che valga la pena trovare alternative commercialmente fattibili alla So2. Il gruppo di ricerca si concentrerà sull´uso del chitosane (uno zucchero derivato dalla chitina) o sesquiterpenoidi (composti antiossidanti della buccia dell´uva) come sostituti, e esaminerà anche tecniche, come sottoporre il vino ad alta pressione. Conformemente agli obiettivi del progetto, lo sviluppo di trattamenti non-solforici che usino processi sia fisici che chimici, insieme all´aggiunta di composti naturali può contribuire a conservare il vino senza influenzarne l´odore, il sapore o le caratteristiche nutrizionali. "Il trattamento del vino attraverso l´alta pressione è una tecnologia proposta recentemente per ridurre la quantità di micro-organismi, e l´aggiunta di chitosane mostra proprietà antiossidanti che inibiscono lo scurirsi del vino bianco". Il progetto spera di sviluppare trattamenti efficaci e commercialmente fattibili per sostituire l´anidride solforosa, "permettendo la produzione di vini su scala industriale con bassi quantitativi o persino senza anidride solforosa". Nel frattempo, il progetto Orwine finanziato dall´Ue, che terminerà nel 2009, si è impegnato a fornire un fondamento scientifico per lo sviluppo di un quadro legislativo Ue su questo tema. Il progetto ha sottoposto a valutazione tecnologie innovative come la pastorizzazione flash, la microfiltrazione incrociata, la riduzione del pH tramite membrane bipolari e l´irrorazione con lievito per ridurre le malattie microbiche dell´uva. Sta anche studiando l´uso dell´enzima battericida lisozima, che si è dimostrato promettente, e ha scoperto che l´acido metartarico è un efficace stabilizzatore. Altri progetti hanno esaminato la fattibilità dell´uso di certi peptidi prodotti dai batteri dell´acido lattico che sono presenti nel vino. Un incontro del progetto Orwine tenutosi quest´anno ha concluso che gli studi sono stati condotti per un periodo troppo breve per fornire delle conclusioni ma per adesso, "la ricerca attuale non ha trovato alcun prodotto in grado di sostituire il solfuro e che abbia la stessa capacità di conservazione". Si spera che Orwine e Winesulfree riusciranno a trovare alternative efficaci e commercialmente fattibili all´uso di So2 nella produzione del vino che non influenzino il sapore, l´odore o il valore nutritivo del vino. Winesulfree sarà coordinato da Dao Sul, una piccola impresa in Portogallo, ed è sostenuto da Eureka. Eureka sostiene le imprese, i centri di ricerca e le università che conducono progetti innovativi pan-europei; i suoi obiettivi integrano quelli del Programma quadro dell´Unione Europea. L´organizzazione è coordinata attraverso uffici nazionali e la sua segreteria si trova a Bruxelles; rappresentanti della Commissione Europea partecipano agli incontri annuali. Per ulteriori informazioni, visitare: Orwine http://www. Orwine. Org/default. Asp?scheda=114 Eureka http://www. Eureka. Be .  
   
   
AGRICOLTURA: LA RIFORMA DELLA PAC NON FAVORISCE LA COMPETITIVITÀ DELLE IMPRESE DEL SETTORE  
 
L’health Check della Pac, che sarà approvata a Bruxelles il prossimo 19 novembre, non sembra favorire la competitività delle imprese agricole. Almeno quelle zootecniche da latte. È quanto emerso dall’intervento Nomisma tenuto al convegno Anga presso la 63esima Fiera del bovino da latte di Cremona. Il percorso di verifica intermedia sullo stato di salute della Pac – la cosiddetta Health Check – iniziato con una comunicazione della Commissione Europea nel 2007 – alla quale ha fatto poi seguito una proposta di articolato legislativo nel maggio 2008 - si concluderà con l’accordo in sede di consiglio dei ministri agricoli a Bruxelles il prossimo 19 novembre. Si tratta di una verifica che in realtà apporta sostanziali modifiche nell’impianto che regola la politica agricola comune e, di riflesso, il sistema agroalimentare europeo, prevedendo infatti rilevanti cambiamenti nel sistema degli aiuti diretti alle aziende, nei meccanismi di intervento dei mercati e nelle politiche di sviluppo rurale. E che, alla fine dei conti, non sembra favorire la competitività delle imprese agricole. Almeno quelle zootecniche da latte. Le modifiche avanzate dalla Commissione Europea nella proposta di riforma della Pac, se approvate integralmente, potrebbero infatti seriamente pregiudicare la continuità futura delle aziende zootecniche da latte. A partire dalla regionalizzazione degli aiuti che, oltre a ridurre significativamente il premio unico accoppiato di tali imprese, rischia di ingessare il mercato fondiario fino al 2010, in una fase nella quale, per il rispetto della direttiva nitrati, risulta cruciale per le aziende zootecniche disporre di ulteriore superficie agricola. Così come l’eliminazione dell’intervento comunitario per il burro e il latte scremato in polvere: uno strumento principalmente utilizzato dai grandi produttori di latte del Nord Europa che, trovandosi quindi alla ricerca di nuovi sbocchi di mercato, saranno indotti a trasformare in formaggio gran parte del loro latte. Prodotti derivati che, anche indirettamente, si metteranno in competizione con le nostre produzioni casearie. .  
   
   
NELL’INCONTRO CLUB AGENDA 2000’ SI È DISCUSSO DEI NODI CRUCIALI PER L’ITALIA IN VISTA DELL’HEALTH CHECK DELLA PAC  
 
Il 24 ottobre si è svolto l´incontro del Club Agenda 2000 – programma associativo giunto nel 2008 alla sua sesta edizione - ‘L´health check della Pac: nuove regole per nuovi scenari’. Prestigioso ospite dell´incontro è stato il parlamentare europeo Luis Capoulos Santos, relatore del comitato per l´Haelth check, che ha illustrato i principali punti attualmente in discussione. Il momento è, infatti, particolarmente nevralgico, con l´espressione del parere del Parlamento il prossimo 19 novembre e il successivo confronto nel Consiglio dei Ministri europeo. L’appuntamento di ‘Club Agenda 2000’, al quale ha partecipato anche il professor Paolo De Castro, è stata occasione per indicare i nodi cruciali da sciogliere per l´Italia che riguardano il settore lattiero-caseario (quote latte e aiuti per l´ammasso dei formaggi), le sementi, gli interventi di mercato sui cereali e soprattutto il tabacco. Ma sullo sfondo emergono anche le problematiche legate all´applicazione della soglia minima di aiuto che in Italia potrebbe coinvolgere una quota fra il 30% ed il 40% delle imprese attualmente ammesse al sostegno comunitario Pac e le modalità di applicazione della modulazione obbligatoria progressiva a favore dello sviluppo rurale. .  
   
   
PRESENTATO RAPPORTO 2008 SU SISTEMA AGROALIMENTARE LOMBARDO  
 
 Milano - Il sistema agro-alimentare lombardo conferma il proprio ruolo trainante a livello nazionale, attestandosi anche come uno dei più rilevanti nel contesto europeo. Con una produzione agro-industriale regionale di 11 miliardi di euro, 70. 000 strutture per la produzione agricola e la trasformazione alimentare e 220. 000 lavoratori, la Lombardia nel 2007 ha mostrato una crescita superiore a quella registrata nel resto d´Italia. Sono alcuni dei dati emersi dall´edizione 2008 del rapporto "Il sistema agro-alimentare della Lombardia", presentato oggi a Milano. Il volume, curato dal prof. Dario Casati e dal prof. Renato Pieri, è il risultato della collaborazione ormai pluriennale tra Regione Lombardia, Università degli Studi di Milano e Alta Scuola in Economia del Sistema Agro-alimentare (Smea) dell´Università Cattolica del Sacro Cuore di Cremona. "Un dato interessante - commenta l´assessore all´Agricoltura di Regione Lombardia, Luca Daniel Ferrazzi - viene da un´indagine realizzata da Irer (Istituto Regionale di Ricerca della Lombardia) sul gradimento del servizio regionale di erogazione dei contributi in agricoltura, da parte degli imprenditori agricoli. Da tutte le risposte date dal campione intervistato emerge un giudizio molto positivo, che conferma la bontà dell´azione regionale e l´efficienza del servizio programmato nel Psr, il Piano di Sviluppo Rurale". In particolare è stato oggetto d´indagine il grado di soddisfazione dei servizi forniti da Regione Lombardia riguardo utilità delle misure, qualità del rapporto con interlocutore, qualità della gestione della domanda, qualità del processo di attribuzione del contributo, efficacia del sistema di comunicazione adottato, capacità di migliorare il servizio sulla base dei suggerimenti dell´utenza. "Regione Lombardia - prosegue Ferrazzi - forte anche della soddisfazione riscontrata dal mondo agricolo, continuerà a lavorare per garantire la competitività del sistema delle imprese fondato sullo sviluppo tecnologico attraverso le specifiche misure per la crescita della competitività, attivate con il Psr 2007-2013 e con le leggi regionali di settore. Un primato che vogliamo continuare ad alimentare anche attraverso il potenziamento dello sviluppo delle agro-energie e attraverso la ricerca che punta alla individuazione delle modalità di ottimizzazione delle tecniche innovative di produzione". "Fra gli indirizzi della programmazione agricola - aggiunge Ferrazzi - insisteremo sul ruolo multifunzionale dell´agricoltura, grazie alla quale sempre più aziende riescono a differenziare le proprie attività incontrando nuove occasioni di reddito e sperimentando una modalità di esercizio dell´agricoltura in grado di far comprendere meglio all´opinione pubblica come il settore agricolo costituisca un elemento di forte difesa del territorio". "Immagino per il nostro futuro - conclude Ferrazzi - un sistema produttivo agricolo e agro-alimentare con una sviluppata capacità di programmare la produzione per qualità e quantità, remunerandola adeguatamente, e un ulteriore consolidamento delle imprese, con processi di aggregazione capaci di portare ad un rinnovato ciclo produttivo locale, che garantisca sia la produzione agricola, sia l´equilibrio per il territorio. Un percorso già in atto con il quale ci stiamo confrontando quotidianamente". .  
   
   
APPROVATA LEGGE SUL RIORDINO DELLE COMUNITÀ MONTANE DEL LAZIO. MARRAZZO: "PROSEGUE RAZIONALIZZAZIONE SPESE"  
 
 E’ stata approvata ieri, dal Consiglio Regionale, la legge di riordino delle Comunità Montane del Lazio che riduce le attuali Comunità Montane da 22 a 14. Le nuove Comunità Montane dovranno essere composte da almeno 5 Comuni. Rimarranno solamente le Comunità Montane in cui siano presenti comuni con territorio montano superiore al 50% rispetto al territorio complessivo, con una popolazione montana superiore al 50% della popolazione residente complessiva. Non sarà possibile per i Comuni appartenere contemporaneamente a Comunità Montane e Unioni di Comuni. “Il provvedimento proposto dall´assessore Fichera e condiviso dal Consiglio – ha dichiarato il Presidente della Regione Marrazzo - arriva dopo aver ridotto gli Enti Regionali, dopo aver sfoltito le Ipab inattive e aver ridimensionato le società regionali. Non si tratta soltanto di risparmi: il provvedimento – ha continuato - sarà utile anche per dare maggior efficienza alle istituzioni, nell’obiettivo di soddisfare al meglio le esigenze dei cittadini”. La Legge introduce, inoltre, il principio della volontarietà di adesione: i Comuni potranno decidere se appartenere ad una Comunità Montana. La riforma toccherà anche l’attuale governance: entro il 1 gennaio 2009, infatti, le Comunità Montane esistenti, dovranno provvedere a ridurre il numero dei componenti delle Giunte. “Nonostante le difficoltà e le contrapposizioni di queste settimane – spiega l’assessore regionale agli Enti locali Fichera – la legge approvata recepisce l’impostazione originaria approvata dalla Giunta ed allo stesso tempo, raccoglie alcuni importanti contributi dell’opposizione e della maggioranza consiliare. ” “In ogni caso – ha aggiunto Fichera - il testo finale approvato dal Consiglio Regionale, porterà ad un concreta riduzione dei costi e ad uno snellimento degli organi di governo delle Comunità Montane”. .  
   
   
PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE VENETO ALL’ESAME DEL COMITATO DI SORVEGLIANZA  
 
Alcune modifiche al Programma di Sviluppo Rurale del Veneto 2007 – 2013 sono state assentite dal Comitato di Sorveglianza del Psr, nella sua periodica riunione per accertare e valutare lo stato di attuazione del Piano. Le modifiche sono finalizzate ad una miglior definizione delle linee programmatiche e dei criteri generali di selezione dei beneficiari, anche allo scopo di migliorare le possibilità di accesso ai contributi disponibili e di meglio indirizzare gli interventi in funzione degli obiettivi di competitività, tutela dell’ambiente e diversificazione aziendale dell’imprenditoria agricola e del territorio rurale. Nell’ambito della riunione, il Comitato è stato inoltre consultato sulle specifiche operative riguardanti i criteri di selezione dei beneficiari del cosiddetto Terzo Asse del Programma (miglioramento della qualità della vita nelle zone rurali e alla diversificazione dell’economia), che saranno attuate principalmente attraverso i Programmi di Sviluppo Locale ed i Progetti Integrati d’Area attivati da appositi partenariati pubblico – privati. Le modifiche assentite saranno ora inviate alla Commissione Europea per il formale recepimento e successivamente formalizzate dalla Giunta regionale. .  
   
   
L´11% DELLE AZIENDE AGRICOLE LOMBARDE HA SCELTO LA VENDITA DIRETTA  
 
In Lombardia, il fenomeno della vendita diretta sta assumendo proporzioni importanti (circa l´11% delle aziende agricole lombarde ha adottato forme di vendita diretta senza intermediari) e si esplica attraverso modelli complessi che prevedono l´integrazione di diverse modalità di commercializzazione dei prodotti. Lo confermano i primi risultati, presentati a Cremona durante la Fiera del bovino da latte, del progetto di ricerca che Nomisma sta realizzando per la Regione Lombardia ed Ersaf - Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste. I risultati sono basati su un´indagine diretta che ha coinvolto un ampio campione di aziende agricole lombarde che vendono direttamente (492 aziende) e che è stata realizzata grazie alla preziosa collaborazione delle organizzazioni agricole. Tra le aziende agricole che già utilizzano la vendita diretta, quella in azienda è senz´altro il modello maggiormente diffuso (il 91% delle aziende lombarde utilizza tale modalità). Il modello di vendita è in realtà in molti casi più composito poiché fa ricorso a diverse modalità di commercializzazione diretta. Importante è la quota di aziende che vende senza intermediazione a negozi al dettaglio/supermercati e ristoranti e pubblici esercizi (oltre il 40%). Quando si va verso formule di vendita diretta più strutturate (ad esempio vendita in mercati rionali) la quota di adesione è più ridotta (13%). Inoltre, riscuotono notevoli favori presso gli agricoltori fiere e sagre di paese, che richiedono un impegno più saltuario, cui partecipano il 43% delle aziende con vendita diretta. .  
   
   
BASILICATA: LA REGIONE DECIDE NUOVE MISURE PER COMBATTERE LA SHARKA  
 
La problematica della Sharka è costantemente monitorata e valutata dall’assessorato regionale all’agricoltura a partire dall’ìinizio del 2008. In merito ai recenti articoli apparsi sulla stampa regionale sulla Sharka, il Dipartimento Agricoltura della Regione Basilicata attento alle preoccupazioni dei produttori, precisa: nel triennio 2004-2006 sono stati analizzati circa 8. 000 campioni di foglie appartenenti a diverse varietà di Pesco, Susino e Albicocco, senza riscontrare alcun caso di sharka. Nel 2007 sono stati analizzati 1. 068 campioni appartenenti a diverse varietà di Pesco, Susino e Albicocco; 15 piante di Albicocco, tutte appartenenti alla varietà Ninfa, sono risultate infette da Sharka e successivamente distrutte dai frutticoltori. In questi anni, inoltre, nessuna segnalazione di sintomi da Sharka è pervenuta all’Ufficio Fitosanitario e nessun frutteto monitorato presentava sintomi da Sharka. Per cui i campionamenti e i monitoraggi eseguiti hanno riguardato sempre campi asintomatici. Nel 2008, su segnalazione spontanea di frutticoltori e dei tecnici delle organizzazioni professionali, sono stati prelevati campioni anche da campi, con sintomi evidenti di Sharka. Sono stati analizzati 1799 campioni, 170 dei quali - appartenenti a diverse varietà di Pesco, Nettarine e Albicocco - sono risultati infetti. Le 18 aziende a cui è stata inviata l’ingiunzione di estirpazione obbligatoria dell’intero impianto sono ubicate in agro di Policoro (3), Bernalda (8), Montescaglioso (7). Tutti i frutticoltori, con grande senso di responsabilità, hanno estirpato per intero i loro frutteti infetti. Le ultime analisi sono state eseguite nei laboratori del Centro Ricerche Metapontum Agrobios. Dal 2004 al 2007 sono stati utilizzati i metodi sierologici (Test Elisa), adottati a livello nazionale e internazionale, mentre nel 2008 sono stati utilizzati anche i metodi molecolari che replicano le particelle del virus, eventualmente presenti, prima di individuarlo, e pertanto si rivelano molto più affidabili, mettendo in evidenza il virus anche su piante senza sintomi. Oltre alla vigilanza del territorio, il Dipartimento Agricoltura ha emanato una Delibera di Giunta Regionale (prevedendo misure a sostegno delle aziende agricole per l´abbattimento di frutteti colpiti da sharka, alle quali si darà seguito con fondi del bilancio 2007 e del bilancio 2008), supportato i vivaisti lucani per l’adesione al sistema nazionale di certificazione volontaria delle produzioni vivaistiche (che attualmente garantisce il massimo livello di qualità a livello mondiale); inserito nel programma di formazione e di esame per l’ottenimento del Patentino (autorizzazione per l’acquisto dei prodotti fitosanitari) argomenti riguardanti la qualità del materiale vivaistico e la sharka; distribuito locandine e materiale divulgativo sulla sharka e discusso del tema in diversi convegni. Guardando all’immediato futuro, Falotico ricorda che ha già sollecitato il Governo nazionale all’apertura di un tavolo per l’erogazione dei fondi agli agricoltori interessati. Nell’ultimo incontro fra le Regioni Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia convocato per affrontare il problema della tristeza virus degli agrumi, tenutosi a Bari il 3 novembre scorso, l’Assessore ha ribadito al tavolo l’assoluta necessità di un impegno comune Regioni-governo nazionale anche per la questione sharka al fine di accelerare i tempi per l’inquadramento della problematica e la definizione di iniziative volte a sostenere i produttori. La Regione ha predisposto nuove e più incisive misure di lotta alla patologia: “Un gruppo di lavoro al quale partecipa anche la Basilicata – ha cocluso Falotico - avanzerà al Comitato Nazionale Fitosanitario una proposta per un nuovo decreto di lotta obbligatoria alla Sharka. Inoltre nel 2009, per individuare ulteriori focolai con priorità ai campi realizzati con materiale vivaistico proveniente da fuori regione, abbiamo previsto un monitoraggio capillare. Per il momento, cogliamo l’occasione per ringraziare tutti i frutticoltori, il Distretto, i vivaisti, le organizzazioni professionali e le organizzazioni di categoria che con grande senso di responsabilità stanno contribuendo in modo costruttivo ad affrontare questa grave emergenza”. .  
   
   
APERTAMENTE 2008: L’INDUSTRIA ALIMENTARE APRE LE PORTE AL PUBBLICO ALL’INSEGNA DEL GUSTO RESPONSABILE  
 
In occasione dei 25 anni dalla sua nascita Federalimentare interviene nel dibattito sulla qualità del cibo che ogni giorno portiamo in tavola. Attraverso una ricerca commissionata alla Doxa ci fa conoscere il punto di vista dei consumatori e con un dossier racconta i suoi concreti impegni in fatto di garanzie di sicurezza, attenzione al contenuto di salute, benessere del cibo e rispetto dell’ambiente. Ma soprattutto apre le porte al pubblico con l’iniziativa Apertamente “Gusto Responsabile”. Di fronte a un susseguirsi di crisi e allarmi che arrivano dall’estero, ma anche in risposta a una deriva allarmistica che finisce per confondere l’eccezione (chi non rispetta la legge) con la regola (che è fatta di migliaia di controlli e analisi giornalieri), l’industria alimentare italiana ha deciso di esprimere la propria posizione sul tema della sicurezza alimentare e della responsabilità sociale del settore prima ascoltando l’opinione dei cittadini, attraverso la settima edizione del Monitor Doxa rivolto a indagare la loro fiducia nei confronti di ciò che mangiano, e poi aprendo le porte degli stabilimenti produttivi dando vita alla la terza edizione (dopo quelle del 2002 e del 2004) di “Apertamente”, iniziativa promossa da Federalimentare (che quest’anno festeggia i suoi primi 25 anni di vita) e dalle Associazioni di Categoria ad essa aderenti, con l’adesione del Presidente della Repubblica e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dei Ministeri delle politiche agricole, alimentari e forestali, delle Attività produttive, dell’Ambiente e dell’Enea. 6 Giorni Per Scoprire Cosa Fa L’industria Per Garantire Il Suo Prodotto Apertamente, declinata per questa edizione nel concept “Gusto responsabile”, vedrà dal 10 al 15 novembre 2008 oltre sessanta aziende alimentari italiane aprire le porte dei loro stabilimenti produttivi per raccontare quanta attenzione, in termini di garanzie di sicurezza ma anche di rispetto per l’ambiente, c’è nei prodotti alimentari che ogni giorno arrivano sulle nostre tavole. “L’obiettivo di questa manifestazione - afferma Gian Domenico Auricchio, Presidente di Federalimentare - è quello di riuscire ad affermare, al di là e oltre l’allarme, il nostro punto di vista cercando di rimettere in piedi l’equazione cibo uguale salute e piacere che per fortuna continua a vivere nella percezione del consumatore e trova ragione di essere nella realtà e nelle garanzie offerte dal nostro sistema produttivo e di controllo. Chi non rispetta le regole e la legge è giusto che venga perseguito, ma questo non significa permettere che il dubbio e la colpevolizzazione tocchino e riguardino l’intera industria alimentare. L’industria è pronta a continuare a fare la sua parte, con 60. 000 addetti dedicati ai controlli di qualità e sicurezza sul prodotto, con circa 400 analisi e controlli al giorno, avete capito bene, in ciascuno dei propri 6. 500 stabilimenti produttivi, con un investimento annuo di settore di oltre 2 miliardi di euro. ” Monitor Doxa: Ecco Cosa Pensano Gli Italiani Del Cibo Che Portano In Tavola Ma partiamo dal punto di vista del consumatore. La prima notizia è che la fiducia tiene. Nonostante tutto. Questo scenario, incoraggiante, arriva dal Monitor Doxa-federalimentare intitolato “Gusto responsabile?” che, a 4 anni di distanza dall’ultima rilevazione, racconta un risultato per alcuni aspetti sorprendente, visto il clima preoccupato di questi ultimi mesi nei confronti di tutto ciò che è cibo e dintorni Gli italiani continuano a fidarsi di ciò che mangiano e di chi lo produce: il 73% è soddisfatto del cibo che porta in tavola, il 71% ha fiducia nei confronti della sua qualità e il 62% si sente garantito dai controlli fatti dai produttori. Scopriamo poi che 1 italiano su 2 (51%) ritiene più sicuri i prodotti dell’industria rispetto a quelli venduti dal contadino e che il rispetto delle norme igieniche (48%) e dei controlli del prodotto dall’origine al punto vendita (42%) sono i plus in termini di sicurezza percepiti dal consumatore. Mentre i primi due fattori che guidano il consumatore nelle scelte di acquisto sono la marca (24%) e il prezzo (20%). Rispetto al tema della sostenibilità ambientale è significativo notare che il 58% degli italiani ritiene l’industria alimentare di oggi più sensibile ai temi ambientali rispetto a venti o trenta anni fa. Mentre 8 italiani su 10 (il 79%) apprezzano l’etichetta nutrizionale, utilizzata in maniera volontaria da un numero crescente di aziende, il 66% ritiene adeguate queste informazioni per scegliere cibi coerenti con il proprio stile di vita. I consumatori chiedono però ancora più controlli sulle materie prime (51%) e nei punti vendita sulle scadenze e la freschezza del prodotto (42%). La Responsabilità Sociale Oggi: La Sicurezza Alimentare Come Prerequisito Se questa è l’opinione del consumatore, l’industria risponde con dei “numeri” che parlano da soli. Impegna infatti in attività di analisi e di controllo sulla qualità e la sicurezza dei prodotti circa 60. 000 addetti (1/7 del totale) e sostiene costi e investimenti per oltre 2 miliardi di euro l’anno. Ogni giorno vengono effettuate 2 milioni e 770 mila analisi di controllo dalle circa 6. 500 aziende alimentari italiane: una media di oltre 400 analisi ad azienda. Per garantire sicurezza, oltre ai controlli, sono necessari investimenti cospicui (e continui) in R&d. Oggi la spesa annua dell’industria alimentare in R&d a favore dell’innovazione di prodotto e di processo è pari ad oltre 1,8 miliardi di euro (circa l’1,6% del fatturato dell’intero settore). Se ieri la sicurezza costituiva una sorta di “valore aggiunto”, anche in termini di distintività sul mercato, oggi rappresenta un consolidato pre-requisito di tutta la produzione industriale alimentare. I Cibi Proposti Dall’industria Sempre Più A Misura Di Salute E Benessere Nel contesto odierno l’industria alimentare italiana ha fatto scelte precise e consapevoli, migliorando e diversificando l’offerta di alimenti e venendo così incontro alle esigenze del consumatore. Oltre ad una varietà maggiore, l’industria alimentare ha portato, nell’arco di soli 3 anni, ad immettere sul mercato europeo oltre 4. 000 prodotti nuovi o “riformulati”, sempre più a misura di salute. Diminuisce il contenuto di grasso nelle carni suine (dal 40% del totale al 20% circa) e in quelle bovine (il filetto, ad esempio, passa dal 5% al 2,2% e il girello dal 2,8% a 1,1%). Nel prosciutto crudo, in quindici anni, la quantità di sale è diminuita del 10-15% mentre le uova, grazie a mangimi più bilanciati e a un diverso sistema di allevamento, contengono il 30% in meno di colesterolo. Lo stesso vale per i prodotti da forno, con un 15-20% dei prodotti che hanno visto diminuire la presenza grassi totali e saturi, colesterolo e zuccheri. In 10 anni i prodotti del comparto chewing-gum sugar free sono cresciti di circa il 35%, rappresentando oggi oltre l’80% del totale. Mentre nella confetteria sono arrivati a coprire il 15% del mercato. E il 70% del totale del latte commercializzato risulta totalmente o parzialmente scremato. Un impegno accompagnato, per rendere queste scelti più evidenti e leggibili, anche dall’adozione sempre più frequente, sulle confezioni dei prodotti destinati ai consumatori finali, della etichettatura nutrizionale, in cui sono riportati almeno 4 elementi (energia, proteine, grassi e carboidrati), con valori espressi per 100 grammi e/o porzione consigliata o per pezzo, in formato tabulare e con caratteri leggibili. Alcune Tendenze “Virtuose” In Fatto Di Consumi Alimentari Diversificazione e miglioramento dei prodotti vuol dire anche, in concreto, un tendenziale, nel lungo periodo, miglioramento nelle abitudini di consumo degli italiani. Ed ecco che si registrano, negli ultimi 30 anni, i seguenti dati, oltremodo significativi: diminuisce del 50% il consumo di alcol, raddoppia il consumo di pesce e si quadruplica quello degli alimenti (soprattutto verdure, ma anche primi piatti) surgelati. Cresce il ricorso alle verdure di quarta gamma, quelle già pulite e confezionate (3 famiglie su 4 ne consumano 3,4 kg l’anno) e ad alimenti caratterizzati in chiave salutista come gli yogurt (consumati dal 94% delle famiglie italiani) e dei cereali per la prima colazione. In altre parole stiamo diventando sempre più critici e attenti quando facciamo la spesa: pensiamo a nutrirci con gusto, ma cerchiamo di tenere sotto controllo le calorie e prediligiamo alimenti che, oltre ad essere buoni, siano anche sani per la nostra salute. La Sensibilità Ambientale Al Centro Dell Scelte Dell’industria Alimentare Una delle sfide più grandi dell’industria alimentare rispetto alle questioni ambientali risiede nel miglioramento del packaging dei prodotti e dei cicli produttivi nel rispetto dell’ambiente, ma anche delle “tasche” del consumatore. Nei Paesi in via di sviluppo, dove non c’è l’abitudine a confezionare e proteggere il prodotto alimentare, gli sprechi arrivano al 50% del totale, mentre da noi non si supera un 2-4%, grazie alla maggiore shelf-life garantita dal packaging. Su questo fronte il settore alimentare, negli ultimi 10 anni, ha registrato significativi risultati, tra cui il 40% circa di risparmio di materia prima utilizzata, una riduzione del 17% dei costi relativi alla logistica e l’incremento del 10% nell’utilizzo di materiale riciclato. Il notevole risparmio complessivo di materia prima registrato equivale alla non immissione nel mercato di oltre 300. 000. 000 di imballi primari e ad un risparmio di circa il 20% di emissioni di Co2 riferite agli imballaggi analizzati. Le materie prime, la loro trasformazione e le diverse fasi del ciclo produttivo (sempre più a misura di ambiente e all’insegna dell’utilizzo di energie alternative), il trasporto e la distribuzione per arrivare alla fase del consumo: l’industria è in prima fila e collabora attivamente con tutti gli altri soggetti coinvolti nel ciclo di vita del prodotto, per favorire importanti e positivi cambiamenti nel rispetto dell’ambiente. Gli Impegni Concreti Delle Associazioni Aderenti A Federalimentare Ma quali sono, in concreto, le iniziative messe in campo in questi ultimi anni dalle Associazioni aderenti a Federalimentare a favore di un’alimentazione più sana e consapevole? Sono tante e diversificate e toccano da vicino ogni Associazione di categoria. Ecco dunque che le aziende produttrici di dolci, che aderiscono ad A. I. D. I. (Associazione Industrie Dolciarie Italiane), si sono impegnate a rinunciare alla commercializzazione dei prodotti dolciari nei distributori automatici presso le scuole elementari e medie, se non esplicitamente richiesto dalle autorità scolastiche. Le aziende produttrici di bevande analcooliche, che aderiscono ad Assobibe (Associazione tra gli industriali delle bevande analcooliche), hanno adottato una serie di impegni contenuti in un Codice di Autoregolamentazione in cui è prevista l’astensione dal marketing diretto ai bambini sotto i 12 anni, l’inserimento di migliori informazioni in etichetta (tabella nutrizionale e promozione delle c. D. Gda), l’ampliamento della gamma di offerta e la rinuncia alla commercializzazione dei prodotti nella scuola primaria anche a mezzo di distributori automatici. Da segnalare anche la campagna d’informazione avviata da Assolatte (Associazione Italiana Lattiero-casearia) a partire dalla realizzazione del “Libro Bianco sul latte e i prodotti lattiero caseari: analisi delle conoscenze scientifiche e considerazioni sul valore del consumo di latte e derivati”, realizzato in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità e l’Inran (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) – che ha portato anche alla realizzazione di un sito internet educational, www. Mu-edu. It, – e gli impegni presi da Assitol (Associazione Italiana dell’Industria Olearia) in direzione della riduzione degli acidi grassi trans nelle margarine da tavola (al di sotto dell’1% del totale della massa grassa) e in quelle per usi artigianali e industriali (al di sotto del 2% del totale della massa grassa). Significativo anche l’impegno delle imprese dolciarie circa la drastica riduzione degli acidi grassi trans nei propri prodotti entro i limiti segnalati dall’Oms (< 1%). Importante anche lo sforzo messo in campo dalle aziende produttrici di salumi aderenti ad Assica (Associazione Industriali delle Carni), che ha portato a una significativa riduzione dei sali, in primis cloruro di sodio, e all’adeguamento della composizione dei grassi presenti in questi prodotti nel rispetto delle attuali esigenze nutrizionali: la percentuale dei preziosi grassi insaturi è passata dal 30% a oltre il 65% dei grassi totali, generando un miglioramento del profilo nutrizionale di questi prodotti, mentre e diminuito in maniera sostanziale il loro apporto energetico (addirittura dimezzato nel caso del prosciutto cotto e della pancetta). Sempre nell’ambito del sistema associativo di Federalimentare, anche Assobirra (Associazione degli Industriali della Birra e del Malto) ha operato attivamente attraverso la campagna “Guida tu la vita. Bevi responsabile” – che si è articolata in due iniziative rivolte la prima alle donne in gravidanza, in collaborazione con i medici della Sigo (“Se aspetti un bambino, l’alcool può attendere”), e la seconda ai giovani (campagna “Diglielo tu”, in collaborazione con Radio 105) – mettendo a disposizione dei consumatori un sito internet (www. Beviresponsabile. It) sugli effetti dell’alcol e sul bere moderato. Significativa inoltre la realizzazione, da parte di Federvini (Federazione Italiana Industriali Produttori, Esportatori ed Importatori di Vini, Acquaviti, Liquori, Sciroppi, Aceti e affini), di un video dal titolo “Stile Mediterraneo” a favore del consumo attento e responsabile delle bevande alcoliche. Distribuito nelle sale cinematografiche nel luglio 2008, il video si conclude con un chiaro e positivo messaggio: “Stile Mediterraneo, consumo responsabile”. .  
   
   
IL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE TARTUFAI DELLE VALLI DI AREZZO, DENUNCIA IN UN’INTERVISTA AL MENSILE “DEGUSTA”: “SOLO IL 5 PER CENTO DEI TARTUFI COMMERCIALIZZATI AD ALBA È DI PRODUZIONE LOCALE”. UN’ACCUSA GETTA OMBRA SUL MERCATO MONDIALE IN CORSO NEL CAPOLUOGO PIEMONTESE “I CELEBRI TARTUFI DI ALBA PROVENGONO DA ALTRE REGIONI E DALL’ESTERO  
 
” Il presidente dell’Associazione Tartufai delle valli di Arezzo, denuncia in un’intervista al mensile “Degusta”: “Solo il 5 per cento dei tartufi commercializzati ad Alba è di produzione locale”. E lamenta anche l’invasione dei prodotti originari della Cina, che sono insapori e danneggiano le piante che colonizzano per crescere Proprio mentre è in pieno svolgimento ad Alba il mercato mondiale del tartufo iniziato lo scorso 4 ottobre e che proseguirà fino a domenica 2 novembre, arriva una pesantissima accusa che non mancherà di suscitare polemiche e perplessità fra le migliaia di appassionati gourmet che anche quest’anno si sono dati convegno nel capoluogo piemontese. “Solo il 5% del tartufo commercializzato ad Alba è locale: il restante 95% proviene da altre parti d’Italia e dall’estero” La denuncia è di Moreno Moroni, presidente dell’Associazione Tartufai delle valli di Arezzo, intervistato dal mensile di specialità alimentari e di turismo enogastronomico Degusta che nel numero di novembre in distribuzione in questi giorni pubblica uno “speciale” proprio sul tartufo, con un’ampia panoramica sulle sagre e le iniziative promozionali in corso un po’ in tutta Italia e una serie di ricette – ovviamente tutte rigorosamente a base di tartufo – ideate dallo chef Paolo Teverini, patrono dell’hotel Tosco Romagnolo di Bagno di Romagna (Fc), tradotte anche in giapponese (per le copie destinate al mercato del Sol Levante). “L’anno scorso” ha puntualizzato Moroni, “solo il 5% del tartufo commercializzato ad Alba proveniva dalle proprie zone. Il tartufo bianco si trova solamente in limitate aree della nostra penisola e dell’Istria (un tempo anch’essa Italia, d’altronde), fasce di terra che sono favorite dal clima mediterraneo” ”E’ la Toscana, e non il Piemonte”, precisa ancora Moroni, “la regione, non solamente d’Italia, ma nel mondo, più produttiva di tartufi. Questa area, infatti, presenta una varietà ambientale stupefacente, tale da favorire la produzione di molti prodotti pregiati; una terra felice, insomma. In più la Toscana è la regione più boscosa d’Italia: questa è una caratteristica fondamentale per la crescita dei tartufi, in quanto essi vivono in simbiosi con gli alberi. Forse non tutti sanno che, quelle località più note per questa produzione, in realtà non presentano un territorio favorevole. ” “Sono ormai più di 25 anni che in Italia stiamo subendo una vera e propria invasione di tartufi cinesi che vengono spacciati per tartufi neri pregiati ma che, in realtà, sono totalmente inodori e insapori” lamenta Moroni. “Le loro qualità organolettiche sono pari a zero! In Italia c’è qualche furbone che ha impiantato questa specie, che ovviamente costa meno, e che poi viene spacciata per tartufo locale. Il danno è fortissimo, soprattutto a livello ecologico, poiché il tuber indicum (questo il nome tecnico) è estremamente invasivo sulle piante che colonizza. Perciò, i nostri eccellenti esemplari rischiano di essere svalutati da un prodotto che non vale assolutamente niente”. Parlando della situazione generale del mercato e dei prezzi, Moreno Moroni commenta: “Il 2007 è stata un’annata disastrosa: la produzione si era arrestata ai minimi storici e, ovviamente, i prezzi erano arrivati alle stelle, fino a quattro-cinquemila euro al chilo. Quest’anno la stagione è appena iniziata ma non fa presagire nulla di meglio. E, ovviamente, quando c’è una grande sproporzione tra domanda ed offerta, il prezzo tende a salire”. .  
   
   
A VERONA, DAL 6 AL 9 DI NOVEMBRE DORIA E I SUOI PICCOLI PASTICCERI ALLA FIERACAVALLI  
 
Ampio spazio ludico didattico all’interno del Salone del Bambino Con il “Laboratorio Bucaneve”, Doria, Gruppo Bauli, sarà tra i protagonisti del Salone del Bambino all’interno della prossima Fieracavalli di Verona, che ha luogo dal 6 al 9 di novembre. Fiera Cavalli, iniziativa unica nel panorama equestre internazionale, ha visto nel corso degli anni una sempre maggiore partecipazione di pubblico. Nel 2007 ha contato un’affluenza di 148. 000 persone, di cui circa 20. 000 ragazzi, che hanno visitato le scuderie, conosciuto diverse razze di pony e asini, approfondito i temi della natura e della vita all’aria aperta con i laboratori tematici. Anche i più piccoli visitatori avranno, per il 5° anno consecutivo, uno spazio a loro dedicato: il “Salone del Bambino”, in cui saranno proposte iniziative, attività didattiche e ludiche, spettacoli e musica legati al particolare rapporto che nasce tra i bambini e il cavallo. E’ proprio all’interno del Salone del Bambino che Doria ospiterà i piccoli pasticceri in erba nel proprio stand che consentirà ai giovani visitatori di entrare nel mondo Bucaneve in due diversi modi. Se da una parte potranno essere protagonisti in prima persona nella creazione del prodotto Bucaneve con il “Laboratorio Bucaneve”, dall’altra lo stand consentirà loro di fare letteralmente un “tuffo” nel mondo Bucaneve. I piccoli visitatori potranno infatti attraversare internamente un maxi tubo Bucaneve e “tuffarsi” in una gigante tazza di “latte”, con il fondo opportunamente imbottito. La parte di stand dedicata al “Laboratorio Bucaneve” consentirà ai bambini, seguendo la ricetta tradizionale, di cimentarsi nella creazione del frollino con il buco più conosciuto d’Italia. Sarà un percorso ludico-didattico interattivo suddiviso in cinque fasi: la conoscenza degli ingredienti, l’impasto, la forma, la decorazione, la cottura del famoso Bucaneve. A loro spetterà anche la decorazione degli immancabili petali di zucchero che lo rendono inimitabile nella sua tradizionale versione e gustoso nella nuovissima versione con gocce di cioccolato. Le giornate di giovedì e venerdì saranno dedicate agli istituti scolastici che come ogni anno approfittano dell’iniziativa di Doria per mostrare ai bambini l’arte pasticcera italiana, insegnando loro a distinguere la qualità delle materie prime. Una particolarità che contraddistingue tutti i prodotti del Gruppo Bauli, un’attenzione indiscutibile alla composizione e alla provenienza delle materie prime e alle farciture a base di ingredienti controllati. Www. Doria. It www. Bauligroup. It .  
   
   
41° FIERA NAZIONALE DEL TARTUFO “TRIFOLA D’OR” MURISENGO (AL)  
 
Domenica 16 e 23 novembre il capoluogo monferrino tornerà ad ospitare la 41° edizione della Fiera Nazionale del Tartufo “Trifola d’Or”. La “Trifola d’Or” di Murisengo torna ogni anno ad essere una speciale occasione per gustare i sapori contadini di una terra dove “la tradizione è ancora una sincera consuetudine”. A passo a passo, percorrendo l’antico borgo, un centinaio di stand enogastronomici e di artigianato piemontese, condurranno il turista all’interno dell’ampia struttura di Piazza della Vittoria, fulcro nevralgico della Fiera, invasa dal profumo dei Tuber Magnatum Pico e dei Tuber Maelanosporum, in uno spazio speciale dove trovare Tartufi, prodotti alimentari di qualità e vini pregiati, tutti certificati. Durante le due domeniche di Fiera, scenderanno in strada Trifolau con i Tuber Magnatum Pico (Tartufo Bianco d’Alba) e Tartufi Neri pregiati, produttori agroalimentari ed enologici, artigiani e maestri d’esperienza di antiche botteghe per offrire uno spicchio di tradizione. Padrino della 1° domenica l’esperto eno-gastronomico e conduttore Tv Edoardo Raspelli Madrina della 2° domenica la conduttrice tv ed attrice Marisa Laurito Ecco alcune delle proposte: esposizione e vendita Tartufi Bianchi (Tuber Magnatum Pico) e Tartufi Neri Pregiati - degustazione e vendita prodotti e specialità locali - degustazione e vendita olio extra-vergine d’oliva Piemontese con l’Istituto di Stato per l’Agricoltura V. Luparia di S. Martino di Rosignano (nuove varietà) - Enoteca con degustazione di 100 etichette di vini autoctoni piemontesi a cura di Go-wine, il movimento del vino che fa turismo e cultura - Esposizione e vendita cultivar, mele ad innesto antico - Esposizione e vendita prodotti dei maestri d’esperienza a marchio “Eccellenza Artigiana” della Regione Piemonte (arte dolciaria, della lavorazione del vetro, del legno, dei tessuti, delle porcellane, degli strumenti musicali, ecc. ) - Col diretti con l’offerta del territorio - “Identità e differenze” area riservata alle 10 Regioni d’Italia ospiti - Presidi Slow Food (tra i quali il coniglio Grigio di Carmagnola e la Gallina Bionda Piemontese allevati a Murisengo - Eventi trasversali: - in mattinata animazione con la Banda Musicale La Bersagliera accompagnata dalla Majorettes di Murisengo “Le figlie delle Stelle” - nel pomeriggio salita in Mongolfiera per ammirare Murisengo dall’alto (1° domenica) - coreografie d’aria con gli uccelli rapaci (1° domenica) - lezioni di bird-watching a spasso nel bosco e a tu per tu con i rapaci (2° domenica) - intrattenimento ed animazioni per i bambini - esposizione “Angolo contadino” con animali da cortile e da stalla in un’ambientazione naturale ricreata in piazza - esposizione mostra pittorica “Emozioni della Terra” Pasto del Trifolau a cura de La Nuova Proloco Info www. Murisengo. Com con link che rimanda a www. Fieradeltartufo. Com Tel. 0141-993041 fax 0141-993759 .  
   
   
LA RISCOPERTA DEL GUSTO AL RISTORANTE ACANTO CON L’INNOVATIVO CONSORZIO DI VINI BIOLOGICI “TRIPLE A”.  
 
La sera del 13 e del 14 novembre l’ Acanto dell’Hotel Principe di Savoia ospiterà l’evento “La Riscoperta Del Gusto”, iniziativa nata dalla collaborazione del celebre ristorante con l’innovativo consorzio di vini biologici “Triple A”. Le due serate devono i loro natali al desiderio del lussuoso albergo della Dorchester Collection di riservare ai propri ospiti un momento esclusivo per far conoscere la qualità dei vini coltivati con tecniche totalmente biologiche. Triple A è, infatti, un marchio nato da una filosofia che vede la viticoltura come un’attività da agricoltori, nel senso più mero del termine, da artigiani e soprattutto da artisti del buono e del genuino. Per il 13 e il 14 novembre lo Chef Sommelier dell’Acanto Michele Garbuio ha ideato due speciali carte degustabili: una che si addentra nei sapori corposi dei vini rossi, la seconda che esalta la leggerezza dei bianchi. A completare il tripudio di gusto la fantasia dello chef Fabrizio Cadei abbinerà un delizioso menu. Offerta agli ospiti a 95. 00 € bevande incluse, ecco la proposta biologica del ristorante Acanto, disponibile le sere del 13 e 14 novembre: Menu’ Biologico Carne Petto di piccione “Tenuta il Feudo” con tartufo nero e pastinaca ___ Zuppetta di cereali con guanciale croccante e tomino gratinato ___ Tortelli di ricotta di pecora e cime di rapa con crema di zucca ___ Medaglione di manzo con melanzane affumicate e Rösti di patate americane ___ Dolce d’autunno con castagne ___ Caffè e petits fours Vini Pommard 2006–Philippe Pacalet- Barolo 2003–Azienda Agricola Viglione Carlo- Vin Santo 1996–Fattoria di Bacchereto “Terre a Mano” Menu’ Biologico Pesce Tortino di alici, zucchine e mozzarella di bufala ___ Zuppetta di cereali con polpo scottato e pomodori essiccati ___ Paccheri farciti con pezzogna, spinaci e olive taggiasche ___ Filetto di ricciola in manto di zucca e granella di mandorle ___ Budino di tapioca e morbido di cachi ___ Caffè e petits fours Vini Monferrato Bianco Montemarino 2006–Azienda Agricola Cascina degli Ulivi- Anjou Blanc –Domaine Mosse-2006 Riesling Grand Cru Kaefferkopf sgn –Damaine Binner-1995 Triple A - Agricoltori Artigiani Artisti Buona parte dei vini attualmente prodotti nel mondo sono standardizzati, cioè ottenuti con tecniche agronomiche ed enologiche che mortificano l’impronta del vitigno, l’incidenza del territorio e la personalità del produttore. La standardizzazione sta generando vini simili in ogni angolo del pianeta, appiattiti nei caratteri organolettici e incapaci di sfidare il tempo. Per ottenere un grande vino, a ogni produttore occorrono 3 doti basilari riassumibili nelle 3 A di: • A come Agricoltori soltanto chi coltiva direttamente il vigneto può instaurare un rapporto corretto tra uomo e vite, ed ottenere un’uva sana e matura esclusivamente con interventi agronomici naturali. • A come Artigiani occorrono metodi e capacità “artigianali” per attuare un processo produttivo viticolo ed enologico che non modifichi la struttura originaria dell’uva, e non alteri quella del vino. • A come Artisti solamente la sensibilità “artistica” di un produttore, rispettoso del proprio lavoro e delle proprie idee, può dar vita a un grande vino dove vengano esaltati i caratteri del territorio e del vitigno. Da queste considerazioni iniziali si ricava un decalogo, le cui regole devono essere rispettate da chi voglia produrre vini Triple A. Il Decalogo dei Vini Triple A I vini Triple A possono nascere solo: - da una selezione manuale delle future viti. - da produttori agricoltori, che coltivano i loro vigneti senza utilizzare sostanze chimiche di sintesi, rispettando la vite e i suoi cicli naturali. - da uve raccolte a maturazione fisiologica e perfettamente sane. - da mosti ai quali non venga aggiunta anidride solforosa o altri additivi. L’anidride solforosa può essere aggiunta solo in minime quantità al momento dell”imbottigliamento. - utilizzando solo lieviti indigeni ed escludendo lieviti selezionati. - senza interventi chimici o fisici prima e durante la fermentazione alcolica, fatta eccezione per il semplice controllo delle temperature. (Sono tassativamente esclusi gli interventi di concentrazione attuati con qualsiasi metodo). - maturando sulle proprie “fecce fini” fino all’imbottigliamento. - non correggendo alcun parametro chimico. - non chiarificando e filtrando prima dell’imbottigliamento. .  
   
   
CAFFAREL, ECCELLENZA PIEMONTESE  
 
Correva l’ormai lontano anno 1826 quando il signor Paolo Caffarel e il suo giovane figlio rilevarono un vecchio stabilimento dismesso appena oltre Porta Susa a Torino per dar vita alla loro grande idea: lavorare il cacao per produrre il cioccolato, il cosiddetto “cibo degli dei”. Animati da spirito imprenditoriale, entusiasmo, volontà e passione i Caffarel diedero il via alla produzione sfruttando la capacità di una macchina decisamente all’avanguardia per quei tempi. Nasceva così l’azienda Caffarel, destinata a divenire un vero e proprio emblema della grande tradizione del cioccolato piemontese. Inizialmente una piccola presenza produttiva, ma immediatamente caratterizzata da elevate capacità manageriali, l’azienda si è trasformata nel corso degli anni in un’importante realtà dell’industria dolciaria, senza mai rinunciare al suo carattere artigianale che le ha permesso di offrire sempre prodotti unici. Unici come il famoso gianduiotto, prodotto originale della Casa, la cui produzione iniziò nel 1865, autentico fiore all’occhiello dell’azienda torinese. Il gianduiotto, il cui nome deriva dalla famosa maschera popolare torinese Gianduia, rappresenta tuttora il cuore della produzione aziendale nonché prodotto conosciuto e apprezzato a livello internazionale. Dopo 182 anni di gloriosa storia del cioccolato, la produzione prosegue oggi presso i 20 mila metri quadrati del moderno stabilimento sito in Luserna San Giovanni, in provincia di Torino, dove dal 1968 fu trasferita l’intera produzione. Nel complesso si tratta di tre edifici separati dotati di impiantistica ad elevato contenuto tecnologico con una capacità di circa 4000 tonnellate di prodotto all’anno. Realtà aziendale che da sempre sposa la tradizione di antiche e apprezzatissime ricette con la modernità industriale e tecnologica, Caffarel offre attualmente oltre 600 diversi prodotti, sempre contraddistinti da qualità e raffinatezza, per rappresentare sul mercato l’eccellenza del cioccolato piemontese. Caffarel però è riconosciuta non solo per la produzione dei tradizionali derivati dal cacao nelle sue più svariate declinazioni (cioccolatini, gianduiotti, creme da spalmare) ma anche per le caramelle, le gelatine, le specialità della pasticceria italiana, fino ai semilavorati destinati alla produzione artigianale di pasticcerie e gelaterie. Nella moderna sede di Luserna San Giovanni, dove lavorano più di 450 dipendenti, giungono soltanto materie prime rigorosamente selezionate direttamente dai principali paesi di origine. Ogni anno la creatività dell’azienda permette di proporre linee di prodotto sempre rinnovate e realizzate su misura per le ricorrenze speciali e le festività più importanti. Così alle tipiche uova di cioccolata in occasione della Pasqua e alle specialità natalizie, si sono aggiunte tante altre proposte sempre coerenti con l’eccellenza piemontese: dai grandi classici come il Nocciolotto, il Croccante Gentile, la barra Piemonte, passando per le molteplici confezioni regalo di praline, fino alle tavolette gourmet per i veri intenditori. Un’azienda attenta e propositiva come Caffarel non poteva certo tralasciare l’importanza strategica rivestita dal packaging, studiato da un reparto grafico interno. Tutte le confezioni sono ideate e curate da Caffarel in ogni minimo dettaglio: rifinite a mano una ad una, come in un laboratorio di pasticceria artigianale, l’azienda è in grado di offrire al consumatore più esigente un prodotto esclusivo. Caffarel da diversi anni aderisce ad Altagamma, l’associazione che riunisce aziende italiane di reputazione internazionale che operano nella fascia più alta del mercato ed esprimono la cultura e lo stile italiani nella gestione d´impresa e nel prodotto, distinguendosi per innovazione, qualità, servizio, design e prestigio. Dal 1826 Caffarel è portabandiera dell’eccellenza piemontese non solo in Italia ma anche nel mondo. .  
   
   
CROTONE - INCONTRO PER LA VALORIZZAZIONE DEI VINI DOC DELLA PROVINCIA  
 
Si è svolto nel pomeriggio di martedì 4 novembre, presso la sede della Camera di Commercio di Crotone, un incontro con i rappresentanti del Consorzio di tutela e valorizzazione vini Cirò e Melissa volto a definire le modalità organizzative di collaborazione tra l’Ente camerale ed il Consorzio stesso. Infatti, con Decreto Ministeriale del 16 ottobre 2008, il Consorzio di tutela e valorizzazione vini Cirò e Melissa è stato autorizzato ad espletare le funzioni di controllo previste per le Doc «Cirò» e «Melissa» (D. M. 29 marzo 2007), nei confronti di tutti i soggetti presenti nella filiera che intendono rivendicare le predette denominazioni di origine. Dall’incontro è emersa la volontà di collaborare, per le parti di propria competenza, al fine di contribuire con un lavoro sinergico alla promozione dei vini doc Cirò e Melissa: “La Camera di commercio ha già lavorato tanto sulla promozione e valorizzazione delle produzioni vitivinicole – sono state le parole del Presidente dell’Ente camerale Fortunato Roberto Salerno – Ecco perché la collaborazione con il consorzio rappresenta una ulteriore sinergia basata sui due capisaldi della tipicità e della qualità, caratteristiche che rendono forti le produzioni locali sui mercati nazionali ed esteri”. “Promuovere i vini doc significa puntare alla qualità delle nostre produzioni vitivinicole – sono le parole del Presidente del Consorzio Gaetano Cianciaruso - Ed è proprio tale qualità che, traendo origine dalla tradizione enologica nell’area del Cirò e del Melissa, trova favorevoli riscontri sulla domanda”. .  
   
   
AGRICOLTURA IN FVG : PROROGA AL 10/12 PER VARIAZIONE ALBI VIGNETI  
 
Udine - Sono stati prorogati dalla Regione al prossimo 10 dicembre i termini per la presentazione delle domande di variazione agli Albi dei vigneti a denominazione di origine (Do) e agli elenchi delle vigne a indicazione geografica tipica (Igt) del Friuli Venezia Giulia. Sulla base del decreto del Presidente della Regione del 3 marzo del 2006, il direttore del servizio Produzioni Agricole dell´Amministrazione ha infatti provveduto, con un proprio decreto, a differire tale scadenza, per l´anno 2008, alla data stabilita dalla normativa vigente per la presentazione della dichiarazione generale della produzione vitivinicola. Scadenza alla quale sono tenute tutte le aziende vitivinicole. La Regione ha voluto estendere i termini per l´espletamento di tali procedure vista la complessità della materia, che aveva creato difficoltà ai viticoltori e ai Caa (Centri Assistenza Agricola), i quali hanno il compito di istruire le pratiche per le domande di variazione dei vigneti. Domande che debbono essere presentate alle rispettive Camere di commercio. In sostanza, il provvedimento dell´Amministrazione consente alle aziende di rivendicare le uve a Doc e a Igt utilizzando tali denominazioni. Riconoscendo così la qualità che il vigneto Friuli Venezia Giulia sta perseguendo da tempo. .  
   
   
BENVENUTO NOVELLO!  
 
L’assessore all’Economia, Vendemiano Sartor, ha partecipato ieri al Palazzo della Gran Guardia di Verona alla manifestazione Anteprima Novello. “Un’occasione di festa per fare il punto sulla situazione del settore, ma soprattutto – ha detto l’assessore – un momento prezioso per pensare alle future strategie. Occorre mettere in rete produttori e wine lover per ampliare il mercato e per raggiungere consumatori esteri. I mercati internazionali si conquistano solo facendo sistema. ” Il novello rappresenta lo 0,18 per cento della produzione enologica italiana con caratteristiche organolettiche che lo rendono adatto sia ai palati più esigenti che al consumo conviviale, in particolare dei giovani. Il vino novello ha potenzialità per avere successo in tutto il mondo, grazie alla varietà delle sue produzioni regionali che rispecchiano la ricchezza del vigneto italiano, con un rinnovato interesse per la Cina e il Giappone. “Il settore agroalimentare veneto – ha concluso l’assessore – sta vivendo un buono momento perché ha saputo valorizzare le eccellenze e le specificità del territorio. L’auspicio è che si punti sempre di più alle produzioni di qualità. Il Made in Italy farà superare anche al Veneto la difficile congiuntura economica globale. ” .