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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 25 Giugno 2009
UE: MAGGIORE PROTEZIONE DEGLI ANIMALI DURANTE LA MACELLAZIONE  
 
Gli animali non devono subire disagi o sofferenze evitabili al momento dell´abbattimento. Questo è il punto di forza della nuova normativa dell´Ue sul benessere degli animali, approvata dai ministri dell´agricoltura nella sessione del 22 giugno. Queste norme sono tra le più severe del mondo. Nei macelli dell´Ue vengono abbattuti ogni anno vari miliardi di volatili da cortile e circa 360 milioni di suini, ovini, caprini e bovini. A ciò si aggiungono gli abbattimenti di massa che si rendono talvolta necessari per la lotta contro le epidemie. Finora si riscontravano divergenze fra gli standard di benessere degli animali nei vari Stati membri. Il nuovo regolamento introduce una serie unica di norme che devono essere applicate uniformemente dagli addetti al maneggiamento e alla macellazione, nonché dagli ispettori ufficiali in tutta l´Unione europea e anche dai partner commerciali non appartenenti all´Ue. Alcuni dei punti principali sono i seguenti: gli animali devono essere storditi prima della macellazione, usando metodi riconosciuti basati su solide valutazioni scientifiche; l´efficacia delle tecniche di stordimento è controllata regolarmente; l´abbattimento può essere eseguito solo da personale adeguatamente preparato e certificato; nella progettazione dei macelli si deve tener conto del benessere degli animali; per ciascun macello è designato un responsabile della tutela del benessere animale. Il regolamento non si applica, ad esempio, agli esperimenti scientifici o alla caccia, o allorché un allevatore abbatte volatili da cortile o conigli per il proprio consumo. Anche le tradizioni culturali sono escluse e sono previste norme specificamente adeguate per i riti religiosi. .  
   
   
SI CHIAMA QR (QUALITA’ ROMANA) IL PROGETTO DI CONFAGRICOLTURA DI ROMA PRESENTATO NEL CORSO DELLA TAVOLA ROTONDA DEDICATA ALLA SICUREZZA IN AGRICOLTURA NELL’AMBITO DELL’ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA.- SI GIOCA SULLA QUALITA’ LA SFIDA DI CONFAGRICOLTURA DI ROMA  
 
E’ uno dei rari settori in grado di trainare il Pil nazionale. Con un aumento del 2,4% nel 2008 (fonte Istat), l’agricoltura si conferma uno dei pochi comparti del Paese a vantare un trend positivo. “L’agricoltura, nel complesso dei suo numerosi elementi – sottolinea Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura di Roma – rappresenta ben il 15% del Pil. Proprio per questo riteniamo che occorra un disegno di politica agricola nazionale che ponga la dovuta attenzione sulle piccole e medie imprese che costituiscono la spina dorsale dell’economia del Paese. E che lo faccia puntando su degli obiettivi specifici come il rilancio delle produzioni, la stesura di regole comuni per gli scambi e la creazione di strumenti nuovi per gestire il mercato”. Il Presidente Giansanti nel corso del suo intervento ha inoltre evidenziato come il l’esempio proposto da Confagricoltura risulti vincente proprio perché basato su un modello di agricoltura particolarmente snello e su un concetto di impresa di grande concretezza. Questo ha portato nel 2008 a un incremento nel numero delle imprese iscritte a Confagricoltura Roma del 27% rispetto all’anno precedente e a un vero exploit nel numero delle giornate lavorative (+64%), con un altissimo numero di addetti ai lavori (in controtendenza con il dato nazionale che parla di un decremento del 3,1%). Numeri positivi e importanti che non devono però portare ad abbassare la guardia. Ma che anzi richiedono nuovi sforzi e progettualità. “Proprio per questo – prosegue Giansanti – l’Assemblea Generale Ordinaria ci è sembrata la sede ideale per presentare la nostra sfida per il 2009. Si chiama Qualità Romana (Qr) e ha lo scopo di sviluppare l’adozione di pratiche agronomiche indirizzate a preservare l’agroecosistema dalla progressiva degradazione dovuta a molteplici motivi. Puntiamo ad aumentare la produzione vegetale grazie all’impiego ottimale delle risorse naturali, dell’energia, della forza lavoro. Vogliamo creare una forte sinergia tra agricoltura e aree urbane e metropolitane, puntando essenzialmente a una riduzione del Co2 che consentirà alle amministrazioni che aderiranno al nostro progetto di ottenere i famosi crediti carbonio, con evidenti vantaggi economici e sociali”. E in tema di adesione, totale è risultata quella delle istituzioni presenti all’incontro. Dal Presidente della Provincia Nicola Zingaretti al Commissario Straordinario dell’Arsial Massimo Pallottini, dall’Assessore all’Agricoltura della Provincia Aurelio Lo Fazio a quello alle Attività Produttive del Comune Davide Bordoni, tutti sono stati concordi nell’affermare che il progetto Qr ha i requisiti giusti per diventare un fondamentale punto di riferimento per tutti i soggetti della filiera agroalimentare e si sono quindi impegnati, ognuno per il proprio settore di competenza, a fornire la massima collaborazione nello sviluppo dell’iniziativa. Quello proposto da Confagricoltura Roma è un vero e proprio disciplinare di produzione il cui rispetto garantirà produzioni certificate di qualità e sostenibili dal punto di vista ambientale. Se si tiene conto del fatto che le aziende che fanno capo a Confagricoltura Roma sono oltre 3. 300 per un totale di 110. 000 ettari di superficie coltivata, possiamo renderci conto di come il Progetto Qr possa rappresentare una svolta importante nel comparto agroalimentare della provincia di Roma. L’impatto dell’iniziativa è destinato ad avere positive ricadute sull’intero comparto sia in termini economici che ambientali e occupazionali. L’utilizzo del marchio Qr diventerà un valore aggiunto, testimonianza di valori come identità e tradizione che da sempre contraddistinguono i prodotti tipici della campagna romana. “Ma il marchio Qr – conclude Giansanti – costituirà soprattutto una garanzia per il consumatore che in questo modo saprà che sta acquistando e consumando un prodotto garantito in termini di sicurezza, genuinità a provenienza locale. Ora sta a noi e alle amministrazioni coinvolte nel progetto trovare il modo migliore per diffondere questi prodotti attraverso punti strategici che possano coinvolgere anche una clientela straniera (Porto di Civitavecchia, Aeroporto di Fiumicino, Stazione Termini) e attraverso una filiera commerciale che coinvolga i circuiti della Gdo e i canali della commercializzazione nei quartieri cittadini. Ci sembra che sia questo un sistema vincente per favorire l’ulteriore crescita delle aziende del nostro comparto, offrendo al tempo stesso ai consumatori prodotti sani e controllati”. .  
   
   
RADDOPPIANO AZIENDE AGRICOLE LOMBARDE CON VENDITA DIRETTA  
 
In Lombardia, sono 6500, l´11% del totale, le aziende agricole attrezzate per vendere direttamente e senza intermediari i propri prodotti. Si tratta di un fenomeno in continua crescita, tant´è che nel 2005 erano 3400. I dati, presentati oggi in occasione del seminario "La vendita diretta in Lombardia", emergono da una ricerca commissionata dalla Direzione Agricoltura della Regione Lombardia. Nell´incontro è stato fatto il punto sulla cosiddetta "filiera corta", un fenomeno che sta riscontrando sempre maggior interesse e successo tra i produttori e i consumatori. "Queste statistiche - ha detto l´assessore Luca Daniel Ferrazzi - rappresentano un segnale chiaro di una tendenza in atto negli ultimi anni, quella di un ritorno a un rapporto diretto tra agricoltore e consumatore. I nostri agricoltori offrono, attraverso modalità diverse, i loro prodotti, cogliendo un´interessante opportunità imprenditoriale e dando al tempo stesso ai lombardi una nuova e valida alternativa per la propria spesa quotidiana". Secondo la ricerca, a praticare maggiormente la vendita diretta sono le aziende agricole medio-piccole, con una superficie inferiore ai 20 ettari (61%) e con una conduzione quasi esclusivamente famigliare. Per il 27% delle aziende che la praticano, inoltre, rappresenta l´esclusiva modalità di conferimento dei propri prodotti. Il 44% delle aziende attrezzate vende senza intermediari a supermercati e negozi locali, il 43% partecipa a sagre e feste di paese, il 14% ai mercati contadini, mentre il commercio online è per ora praticato nell´8% dei casi. Il 54% delle aziende, poi, è in grado di etichettare e vendere prodotti con un proprio marchio o logo. Il 39% delle aziende che fa vendita diretta commercializza latte, burro e formaggi, il 37% vino e prodotti florovivaistici. Il 24% vende ortaggi, il 22% miele e altri prodotti dell´apicoltura, il 20% frutta, il 19% carne e il 15% salumi. "Regione Lombardia - ha aggiunto Ferrazzi - sta contribuendo a rendere attuabili diversi percorsi di filiera corta, partendo dai Comuni e coinvolgendo l´organizzazione di mercati contadini nel rispetto di regole certe. La filiera corta - ha concluso l´assessore Ferrazzi - ha inoltre il vantaggio di poter promuovere al meglio il binomio prodotto-territorio. Una situazione ideale per un´agricoltura come quella lombarda, che sa affiancare a produzioni tipiche fornite su larga scala da un´industria agroalimentare moderna ed efficiente, anche centinaia di piccole realtà, che hanno in questo modo un´opportunità per ricavarsi il proprio spazio offrendo prodotti legati alla stagionalità e al territorio d´origine". .  
   
   
SI CHIAMA QR (QUALITA’ ROMANA) IL PROGETTO DI CONFAGRICOLTURA DI ROMA PRESENTATO NEL CORSO DELLA TAVOLA ROTONDA DEDICATA ALLA SICUREZZA IN AGRICOLTURA NELL’AMBITO DELL’ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA  
 
E’ uno dei rari settori in grado di trainare il Pil nazionale. Con un aumento del 2,4% nel 2008 (fonte Istat), l’agricoltura si conferma uno dei pochi comparti del Paese a vantare un trend positivo. “L’agricoltura, nel complesso dei suo numerosi elementi – sottolinea Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura di Roma – rappresenta ben il 15% del Pil. Proprio per questo riteniamo che occorra un disegno di politica agricola nazionale che ponga la dovuta attenzione sulle piccole e medie imprese che costituiscono la spina dorsale dell’economia del Paese. E che lo faccia puntando su degli obiettivi specifici come il rilancio delle produzioni, la stesura di regole comuni per gli scambi e la creazione di strumenti nuovi per gestire il mercato”. Il Presidente Giansanti nel corso del suo intervento ha inoltre evidenziato come il l’esempio proposto da Confagricoltura risulti vincente proprio perché basato su un modello di agricoltura particolarmente snello e su un concetto di impresa di grande concretezza. Questo ha portato nel 2008 a un incremento nel numero delle imprese iscritte a Confagricoltura Roma del 27% rispetto all’anno precedente e a un vero exploit nel numero delle giornate lavorative (+64%), con un altissimo numero di addetti ai lavori (in controtendenza con il dato nazionale che parla di un decremento del 3,1%). Numeri positivi e importanti che non devono però portare ad abbassare la guardia. Ma che anzi richiedono nuovi sforzi e progettualità. “Proprio per questo – prosegue Giansanti – l’Assemblea Generale Ordinaria ci è sembrata la sede ideale per presentare la nostra sfida per il 2009. Si chiama Qualità Romana (Qr) e ha lo scopo di sviluppare l’adozione di pratiche agronomiche indirizzate a preservare l’agroecosistema dalla progressiva degradazione dovuta a molteplici motivi. Puntiamo ad aumentare la produzione vegetale grazie all’impiego ottimale delle risorse naturali, dell’energia, della forza lavoro. Vogliamo creare una forte sinergia tra agricoltura e aree urbane e metropolitane, puntando essenzialmente a una riduzione del Co2 che consentirà alle amministrazioni che aderiranno al nostro progetto di ottenere i famosi crediti carbonio, con evidenti vantaggi economici e sociali”. E in tema di adesione, totale è risultata quella delle istituzioni presenti all’incontro. Dal Presidente della Provincia Nicola Zingaretti al Commissario Straordinario dell’Arsial Massimo Pallottini, dall’Assessore all’Agricoltura della Provincia Aurelio Lo Fazio a quello alle Attività Produttive del Comune Davide Bordoni, tutti sono stati concordi nell’affermare che il progetto Qr ha i requisiti giusti per diventare un fondamentale punto di riferimento per tutti i soggetti della filiera agroalimentare e si sono quindi impegnati, ognuno per il proprio settore di competenza, a fornire la massima collaborazione nello sviluppo dell’iniziativa. Quello proposto da Confagricoltura Roma è un vero e proprio disciplinare di produzione il cui rispetto garantirà produzioni certificate di qualità e sostenibili dal punto di vista ambientale. Se si tiene conto del fatto che le aziende che fanno capo a Confagricoltura Roma sono oltre 3. 300 per un totale di 110. 000 ettari di superficie coltivata, possiamo renderci conto di come il Progetto Qr possa rappresentare una svolta importante nel comparto agroalimentare della provincia di Roma. L’impatto dell’iniziativa è destinato ad avere positive ricadute sull’intero comparto sia in termini economici che ambientali e occupazionali. L’utilizzo del marchio Qr diventerà un valore aggiunto, testimonianza di valori come identità e tradizione che da sempre contraddistinguono i prodotti tipici della campagna romana. “Ma il marchio Qr – conclude Giansanti – costituirà soprattutto una garanzia per il consumatore che in questo modo saprà che sta acquistando e consumando un prodotto garantito in termini di sicurezza, genuinità a provenienza locale. Ora sta a noi e alle amministrazioni coinvolte nel progetto trovare il modo migliore per diffondere questi prodotti attraverso punti strategici che possano coinvolgere anche una clientela straniera (Porto di Civitavecchia, Aeroporto di Fiumicino, Stazione Termini) e attraverso una filiera commerciale che coinvolga i circuiti della Gdo e i canali della commercializzazione nei quartieri cittadini. Ci sembra che sia questo un sistema vincente per favorire l’ulteriore crescita delle aziende del nostro comparto, offrendo al tempo stesso ai consumatori prodotti sani e controllati”. .  
   
   
BOLZANO: CONTRASSEGNO "GENETICAMENTE NON MODIFICATO" A 17 NUOVE AZIENDE  
 
Altre 17 aziende altoatesine ottengono l´autorizzazione all´utilizzo del contrassegno "geneticamente non modificato". Lo ha stabilito l´apposito Comitato nella sua ultima riunione. Dopo la consegna dei certificati, con validità di tre anni, alle prime dieci aziende, avvenuta a metà maggio, il Comitato per i prodotti geneticamente non modificati nella sua ultima seduta ha accordato ad altre diciassette aziende altoatesine l´autorizzazione all´utilizzo del contrassegno "geneticamente non modificato":Kosta Eduard Schrottenhof, Landwirtschaftliche Hauptgenossenschaft Südtirol, Beikircher Grünland Gmbh, Mischfutterwerk - Landmarkt, Staffler Siegfried Unterjochmair, Thaler Alois Badstuberhof, Lantschner Nikolaus Eggerhof, Schlernhof Genossenschaft und landwirtschaftliche Gesellschaft, Delfauro Franz Untergasslerhof, Pixner Alois Rabensteinerhof, Thaler Hermann Reiterergütl, Kofler Michael Niedermairhof, Kuppelwieser Alois Pirchhof, Knapp Alois Peter Ausluger, Zischg Margerita Erlenhof, Messner Thomas Buchhütterhof, Rabanser Herbert Törggelehof e Meraner Mühle Gmbh Le aziende, come sottolinea Luca D´ambrosio, direttore del Laboratorio analisi alimenti dell´Appa, sono prevalentemente produttori di mangimi e di uova da allevamento all´aperto. I nomi delle aziende insieme ad altre informazioni sull´argomento, si trovano sul sito dell´Agenzia provinciale per l´Ambiente: http://www. Provincia. Bz. It/agenzia-ambiente/alimenti/contrassegno-ogm. Asp È dal 2001 che è possibile fare richiesta di contrassegnare i prodotti geneticamente non modificati con un apposito marchio introdotto con legge provinciale n. 1/2001, la prima del genere in Europa. Nel frattempo sono ormai centinaia i prodotti altoatesini che si fregiano del contrassegno provinciale "esente da Ogm". La certificazione, come spiega D´ambrosio, si riferisce ad alimenti, mangimi, sementi, piante e concimi esenti da organismi geneticamente modificati. Le domande di rilascio del marchio vengono valutate dal Comitato per i prodotti geneticamente non modificati, che è stato rinominato all´avvio della nuova legislatura. .  
   
   
CASA DELL’ORTOFRUTTA ITALIANA IN RUSSIA : AL VIA LE PRIME ATTIVITA’  
 
Ferrara - E’ ufficialmente attiva dal 16 giugno la Casa dell’Ortofrutta Italiana in Russia. La struttura sarà gestita da Mediterranean Fruit Company, la società che svolge funzione di braccio operativo del Cso per l’internazionalizzazione e che ha già deliberato in Consiglio l’apertura dell’Ufficio, con sede a Mosca e le attività in programma per il prossimo triennio. Il progetto vede coinvolte le maggiori imprese della filiera ortofrutticola italiana e metterà in campo, da subito, attività principalmente rivolte alla conoscenza approfondita del mercato russo e delle sue potenzialità, che in questa particolare congiuntura economica sta vivendo importanti mutamenti. L’ufficio di Mosca offrirà alle imprese , desiderose di operare nel mercato Russo, una constante assistenza in loco e puntuali servizi di rilevamento dati e monitoraggio del mercato. La Casa dell’Ortofrutta italiana sarà presentata ufficialmente agli operatori russi e alle istituzioni moscovite da Cso e Mfc al World Food Moscow ( 15-18 settembre 2009) che può essere considerata la fiera internazionale leader del settore agroalimentare in Russia. “ Con questo progetto – dichiara Roberto Graziani, Presidente di Mediterranean Fruit Company - abbiamo realizzato sinergie importanti. Per la prima volta si mettono insieme le forze dell’ intera filiera ortofrutta per costruire una struttura di servizio che potrà agevolare l’export italiano in Russia . Ritengo – continua Graziani – che la nascita di un ufficio distaccato di Mfc a Mosca sarà anche una grande opportunità per i nostri Soci che producono macchinari, packaging o servizi di alto livello tecnologico per il settore ortofrutticolo”. Comprensibilmente soddisfatto anche il Direttore del Cso Luciano Trentini: “ Il mercato russo- dichiara Trentini – rappresenta per la nostra ortofrutta uno sbocco di primaria importanza. Siamo consapevoli delle difficoltà che ci aspettano, ma anche del grande interesse che esiste per l’offerta italiana di qualità. E’ per questo che la Regione Emilia Romagna ha deciso di sostenere il progetto cofinanziando iniziative promozionali sui prodotti di qualità, in particolare quelli “Igp e biologici. ” L’italia esporta in Russia circa 100. 000 tonnellate di ortofrutta per un valore di oltre 70 milioni di euro. I quantitativi hanno subito negli ultimi anni incrementi costanti e anche se la crisi dell’ultimo semestre ha un po’ rallentato questa tendenza, il mercato Russo rappresenta comunque uno sbocco fondamentale per l’ offerta nazionale. .  
   
   
PRIMO FOCOLAIO DI COLPO DI FUOCO BATTERICO IN UN MELETO DI CROVIANA, PREVISTA UNA RECRUDESCENZA DELLA MALATTIA  
 
 Un focolaio di colpo di fuoco batterico, provocato dal batterio Erwinia amylovora, è stato riscontrato in un frutteto di mele Golden di 11 anni situato nel comune di Croviana, in Val di Sole, a 800 metri di altitudine. Si tratta del primo caso rilevato nel 2009, peraltro confermato dalle prove di laboratorio. Gli addetti dell’Ufficio fitosanitario della Provincia di Trento prevedono una recrudescenza della malattia e raccomandano ai frutticoltori di tenere sotto controllo soprattutto i meli messi a dimora quest’anno. Il batterio si può sviluppare nell’intervallo di temperatura compreso tra 15 e 34 gradi centigradi. .  
   
   
“MATERIE PRIME E SEMILAVORATI PER PASTICCERIE E GELATERIE ARTIGIANALI” – EDIZIONE 2009  
 
Sintesi dell’andamento della domanda Nel 2008 la produzione settoriale in valore ha registrato una crescita del 6,1% (contro una media del 5,4% nel quinquennio) per effetto del sensibile rialzo dei prezzi che ha interessato soprattutto l’area pasticceria. Trainanti le vendite sui mercati esteri, in leggero calo invece il mercato interno Nella pasticceria la concorrenza è più aggressiva e proviene soprattutto da grandi gruppi multinazionali; nell’area gelateria, invece, si scontrano piccole e medie aziende italiane. La contrazione del numero dei piccoli laboratori (pasticceria) e lo slittamento verso laboratori maggiormente strutturati, l’elevato turn over (soprattutto per le gelaterie) e una domanda poco dinamica contribuiscono ad acuire la concorrenza settoriale. Inoltre l’incertezza riguardo l’andamento della domanda finale e la minore disponibilità finanziaria degli operatori stanno acuendo ulteriormente la competizione settoriale. Il quadro competitivo è anche caratterizzato da una accresciuta aggressività commerciale, dalla presenza sul mercato di grandi gruppi esteri, da una domanda sempre più polarizzata fra laboratori di fascia alta, da una parte, e medio bassa dall’altra, con esigenze e criteri d’acquisto molto diversi, consumi finali poco dinamici nell’area pasticceria e ancora troppo legati all’imprevedibilità climatica nell’area gelateria. Nel 2009 le forniture di semilavorati per gelateria, per effetto di una stagione di consumo che si prefigura nonostante le tante incertezze in leggera ripresa, dovrebbe registrare una crescita a volume compresa fra lo 0,5 e l’1,5% a volume; ancora stabile la domanda di semilavorati e materie prime per pasticceria artigianale. Dati Di Sintesi, 2008
Area Area
Gelateria Pasticceria
Numero di imprese 70 60
Numero di addetti 900-950 1. 000-1. 100
Numero di addetti per impresa 13,2 17,5
Valore della produzione, a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) 351,5 287,0
Variazione media annua della produzione 2008/2004 (%):
· in quantità 3,0 1,0
· in valore 6,1 4,7
Fatturato per addetto (‘000 euro) 380,0 273,3
Valore aggiunto (Mn. Euro) 91,4 74,6
Valore aggiunto per addetto (‘000 euro) 98,8 71,0
Export/produzione(a) (%) 34,6 19,0
Import/consumo(a) (%) 8,4 26,5
Valore del mercato, a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) 251 316,5
Variazione media annua del mercato 2008/2004 (%):
· in quantità 1,1 0,2
· in valore 4,3 3,9
Quota di mercato prime 4 imprese(a) (%) 36,0 47,0
Quota di mercato prime 8 imprese(a) (%) 58,4 62,5
Previsioni di sviluppo del mercato(a):
· 2009/2008 (%) 3,0 2,5
· Previsione di medio termine lieve crescita/stabilità
a) - in valore Fonte: Databank .
 
   
   
AGRICOLTURA FVG: MIRKO BELLINI NUOVO DIRETTORE ERSA  
 
Trieste - Mirko Bellini, già direttore commerciale e direttore aziendale di importanti società private regionali e nazionali operanti nel comparto agricolo e agroalimentare, è il nuovo direttore generale dell´Agenzia regionale per lo sviluppo rurale - Ersa. Lo ha nominato ieri la Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia , riunita a Trieste, su proposta dell´assessore alle Risorse agricole, Claudio Violino. Bellini prende il posto di Josef Parente e rimarrà in carica per i prossimi due anni. .  
   
   
CONVEGNO, RIPENSARE IL RURALE: NUOVI BISOGNI, INNOVAZIONI E OPPORTUNITÀ PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE DEL TERRITORIO  
 
L’intento del convegno è quello di offrire l’opportunità a studiosi di diverse discipline di confrontarsi sui seguenti ambiti tematici: 1. Modelli di produzione agricola e di consumo alimentare: modelli diversificati e dinamiche organizzative della produzione e commercializzazione agricola e del consumo alimentare, nella prospettiva del mercato globale o della ri-localizzazione (Gas, farmers’ markets, orti e mense scolastiche, filiere corte, ecc. ). 2. La residenzialità nelle aree rurali: accessibilità, mobilità, qualità della vita, nuove forme di residenzialità (individui, nuclei familiari, insediamenti collettivi, pensionati, artisti, movimenti religiosi, eco-villaggi, immigrati, rifugiati, ecc. ). 3. Dinamiche di governance globale e locale: politiche, dinamiche di potere, antagonismi, globali o locali, che hanno un impatto sul controllo delle risorse naturali, la salvaguardia del territorio, la gestione dei beni comuni (acqua, sementi, saperi, paesaggio, ecc. ), lo sviluppo rurale. 4. Sistemi locali sostenibili: forme innovative di gestione del territorio (distretti rurali, distretti di economia solidale, presìdi, energie rinnovabili, turismo rurale e sostenibile, cibo locale, ecc. ). 25 – 27 Giugno Altomonte (Cs) Convento Domenicano. Http://www. Granfestadelpane. Com .  
   
   
TRENTO: INVESTIMENTI AZIENDALI, LE DOMANDE NON FINANZIATE POSSONO ESSERE RIPRESENTATE MISURA 121 DEL PIANO DI SVILUPPO RURALE, IL TERMINE SCADE IL 30 GIUGNO  
 
 Le domande di contributo non accolte per mancanza di fondi riferite alla misura 121 (investimenti aziendali) del Piano di sviluppo rurale potranno essere ripresentate entro il 30 giugno 2009. Le domande di contributo riferite alla misura 121 del Piano di sviluppo rurale sugli investimenti aziendali presentate nel 2008 alla Provincia di Trento erano 652, di queste ne sono state accolte finora, complessivamente, 508, delle quali 128 con l´approvazione da parte della Giunta provinciale di una apposita delibera del 12 giugno scorso che prevede l´utilizzo di fondi residui o recuperati. Le domande non accolte (144) che non hanno trovato copertura per mancanza di fondi, possono però essere ripresentate entro il 30 giugno 2009. .  
   
   
SAN VITO LO CAPO: CHEF TORINESE VINCE IL COUS COUS FISH DURANTE L’EVENTO DISTRIBUITE OLTRE 4MILA PORZIONI DI COUS COUS  
 
 San Vito Lo Capo (Trapani) – Enrico Bricarello, chef torinese, con la sua ricetta di cous cous “povero ma bello”, ha vinto la gara "Vota lo chef per il Cous Cous Fest” che si è svolta durante il Cous Cous Fish, anticipo del Cous Cous Fest che si è chiuso domenica a San Vito Lo Capo. Bricarello, autore di numerosi testi sulla buona tavola e insegnante di servizi alberghieri e di ristorazione, si è conquistato la convocazione nella squadra italiana che gareggerà alla prossima edizione del Cous Cous Fest, in programma dal 22 al 27 settembre. La ricetta vincitrice, votata da una giuria popolare composta da otto giurati, e una giuria tecnica, presieduta da Edoardo Raspelli, conduttore di Mela Verde e Attenti al lupo, e composta da Donatella Bianchi, volto televisivo di Linea Blu, e Laura Ravaioli, giornalista esperta di food, è stata preparata utilizzando pesce azzurro, sauri, luccio di mare, sarde, alici e pomodori Pachino in agrodolce, arance verdi candite, finocchietto selvatico e coriandolo. “Sono soddisfatto del bilancio dell’evento – ha detto Matteo Rizzo, sindaco di San Vito Lo Capo – che ha dato la possibilità, anche alla gente comune, di partecipare alla selezione dello chef della squadra italiana e di testare questa nuova formula di gara che è stata molto gradita. Sono state oltre 4 mila le porzioni di cous cous distribuite gratuitamente durante le degustazioni pubbliche e l’aperitivo servito ogni giorno sulla spiaggia, che ha riscosso molto successo. Tantissimi i visitatori intervenuti e i turisti che hanno particolarmente gradito le escursioni in barca che hanno permesso ad oltre 500 persone di partecipare a battute di pesca accompagnati dai pescatori di San Vito Lo Capo. ” L’evento ha visto alternarsi degustazioni gratuite di cous cous, battute di pesca turismo, sfide di cucina, spettacoli e iniziative dedicate ai più piccoli. .  
   
   
PROSECCO CONEGLIANO VALDOBBIADENE: BENVENUTA DOCG!  
 
Si è concluso l’iter per il riconoscimento a Denominazione di Origine Controllata e Garantita per le colline di Conegliano Valdobbiadene. A breve la pubblicazione del Decreto Ministeriale, che formalizzerà il nuovo assetto. E i produttori brindano con il “nuovo” Docg Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore. Ormai è ufficiale: dopo 40 anni doc, il Prosecco diventa Docg e cambia nome! Dalla prossima vendemmia, infatti, la produzione spumantistica storica del Prosecco, quella di Conegliano Valdobbiadene, che rappresenta la migliore espressione qualitativa, indicherà in etichetta “ Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore”. In primo piano, dunque, i produttori hanno voluto il territorio ma, per ora, potrà essere indicata la parola Prosecco con l’aggettivazione Superiore. “Il passaggio al solo nome di territorio, che è il nostro obiettivo finale, deve essere graduale” afferma il presidente del Consorzio di Tutela Franco Adami. “In molti paesi al mondo prosecco è divenuto un sinonimo di vino italiano di successo e togliere del tutto questa parola sarebbe rischioso. L’aggettivazione Superiore, tuttavia, aiuta il consumatore a capire subito che si tratta del prosecco originale, quello di Conegliano Valdobbiadene ”. Per comunicare queste novità, il Consorzio avvierà un importante piano di comunicazione e renderà obbligatorio l’uso del logo sulla fascetta di Stato, che contraddistingue i vini Docg. Per il 160 spumantisti e gli oltre 3000 viticoltori dell’area, la decisione di richiedere la Docg è stata unanime. Nell’area di Conegliano Valdobbiadene, infatti, è nato il successo del Prosecco da un connubio fra territorio, vigna e uomo. Si tratta di un’area interamente collinare, con pendenze molto elevate, dove ogni operazione viene fatta a mano e dove si coltiva esclusivamente Prosecco da più di tre secoli. Proprio questi luoghi “difficili”, che in questi giorni sono candidati a Patrimonio Unesco per il proprio fascino, sono anche quelli che spesso danno la migliore espressione qualitativa. Conegliano Valdobbiadene è formato da 15 comuni con molte sfumature, che con il nuovo Disciplinare saranno indicate con il termine Rive, che nel gergo locale indicano i vigneti più belli e soleggiati. Con la Docg l’obiettivo sarà preservare il valore creato da questo territorio in tre secoli di storia. Un patrimonio che ammonta nel 2008 57. 434. 000 bottiglie e un giro d’affari di 370 milioni di euro. “La riserva del nome Prosecco ai soli vini doc, e la scelta di passare a Docg per l’area storica, rappresenta una rivoluzione necessaria. – afferma il Presidente del Consorzio di Tutela Franco Adami - Se nel 1969, all’ottenimento della doc, infatti, il vitigno si coltivava esclusivamente nei quindici comuni situati tra le cittadine di Conegliano e Valdobbiadene, negli ultimi decenni, grazie alle caratteristiche intrinseche del prodotto e alle capacità delle aziende, è divenuto un fenomeno di successo e la sua coltivazione si è via via allargata prima alla provincia di Treviso, poi a quelle limitrofe. In questa nuova situazione, il rischio per il Prosecco era l’assenza di regole chiare, in grado di garantire un livello minimo di qualità ed il moltiplicarsi dei fenomeni speculativi: bottiglie di strani colori, vini rosé e molto altro. Il caso di una lattina dorata che portava il nome prosecco svilendo il prodotto, ha dimostrato la necessità di mettere fine a questa confusione. Forse proprio quel prodotto ha contribuito a convincere i produttori che dovevano riprendere in mano il proprio destino”. E, grazie alla volontà di tutti i produttori delle aree in cui già si produce il prosecco igt, riuniti dalla Camera di Commercio di Treviso, è stato possibile dare a questo vitigno un’identità territoriale definita nella nuova doc, che si colloca nel Nord Est d’Italia. Oggi sono 9 le province che, di diritto, faranno parte della doc e saranno così sottoposte a regole certe per garantire il consumatore. Al di fuori di quest’area, non si potrà più produrre un vino con nome Prosecco. Il vitigno, infatti, si chiamerà glera. Dalla prossima vendemmia, dunque, ci saranno controllo e qualità controllata per tutto il prosecco e eccellenza e garanzia assoluta per Conegliano Valdobbiadene. .