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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 02 Febbraio 2012
INNOVATIVE MEDICINES INITIATIVE OPEN INFO DAY FOR THE FIFTH IMI CALL FOR PROPOSALS  
 
Bruxelles, 2 febbraio 2012 - Il 27 febbraio 2012 si terrà a Bruxelles, in Belgio, la giornata informativa dell´Iniziativa in materia di medicinali innovativi (Imi) relativa al quinto invito a presentare proposte Imi. L´evento offrirà una panoramica dei finanziamenti e delle norme sulla proprietà intellettuale dell´Imi, nonché suggerimenti e testimonianze delle parti coinvolte nei progetti Imi. È prevista anche la presentazione del tema del quinto invito a presentare proposte Imi "European lead factory: Joint European compound library and screening centre". Il programma della manifestazione comprenderà anche opportunità di instaurare contatti e avere incontri informativi con il personale Imi. All´evento parteciperanno rappresentanti delle piccole e medie imprese, associazioni di pazienti, autorità di regolamentazione, gruppi accademici, industria, ospedali e altre parti interessate nei progetti Imi. Per ulteriori informazioni, fare clic: qui http://www.Imi.europa.eu/events/2012/01/19/open-info-day-5th-call-proposals    
   
   
OSPEDALE MOLINETTE - TELECOM ITALIA: AL VIA IL SERVIZIO DI TELEMONITORAGGIO DOMICILIARE DEI PAZIENTI DA TELEFONO CELLULARE  
 
 Torino, 2 febbraio 2012 - Prende il via, presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria San Giovanni Battista – Molinette di Torino, l´innovativo servizio di teleassistenza domiciliare Nuvola It Home Doctor, sviluppato da Telecom Italia, che consente ai pazienti il monitoraggio da casa dei propri parametri fisiologici attraverso il telefono cellulare, migliorandone la qualità della vita, e consentendo una significativa riduzione dei costi per il sistema sanitario. Dopo un periodo di sperimentazione congiunta, il servizio è ora disponibile per i pazienti affetti da patologie croniche ricoverati presso la Geriatria dell’ospedale Molinette (diretta dal professor Giancarlo Isaia) ed in regime di Ospedalizzazione a Domicilio (Oad – responsabile la dottoressa Nicoletta Aimonino Ricauda) e sarà progressivamente esteso ai reparti di Cardiologia, Pneumologia, Neurologia, Ematologia e ad alcune Medicine Interne. La Regione Piemonte e l’Aress hanno proposto un’estensione della teleassistenza domiciliare per ottenere una maggiore fruibilità del servizio da parte di vaste fasce della popolazione, anche al fine di supportare il progetto di integrazione tra l’ospedale ed il territorio. E´ prevista l’adozione della soluzione anche da parte di altre Aziende Ospedaliere della Regione, che potranno monitorare fino a 5000 pazienti da casa propria. L´innovativo servizio Nuvola It Home Doctor permette ai pazienti dimessi dall´ospedale, opportunamente selezionati e preparati all’uso di moderne ma semplici tecnologie, di monitorare da casa propria ed inviare, utilizzando tradizionali dispositivi elettromedicali ed un telefono cellulare dedicato e fornito dall’ospedale, i propri parametri biologici ad una piattaforma disponibile presso i Data Center di Telecom Italia. Le misure rilevate vengono inviate alla piattaforma in modo automatico, con il telefono cellulare, attraverso la rete mobile Gprs/edge/umts. La soluzione può utilizzare anche le reti Adsl, Wi-fi e satellitare, rendendo di fatto fruibile il servizio ovunque sia disponibile una connessione dati. I medici di riferimento accedono via web alla piattaforma per monitorare le misure ricevute e adattare le terapie. Il servizio di telemonitoraggio si rivolge in particolare ai pazienti con patologie croniche, per esempio diabetici, bronchitici e cardiopatici e, in generale, a tutti i pazienti che hanno l’esigenza di tenere costantemente sotto controllo alcuni parametri biologici quali peso, pressione diastolica e sistolica, frequenza cardiaca, glicemia, ossimetria, spirometria, misure di Ecg e tempo di protrombina espresso come Inr (International Normalized Ratio). Nuvola It Home Doctor, che rientra nell´offerta Nuvola Italiana di Telecom Italia, si avvale delle avanzate tecnologie di cloud computing ed è erogato attraverso i Data Center del Gruppo, in modo scalabile e flessibile, consentendo alle strutture sanitarie di avvalersi della soluzione attraverso un canone di servizio “per singolo utente” e senza doversi dotare al proprio interno di infrastrutture tecnologiche dedicate. Il servizio ha anche ricevuto dal Presidente della Repubblica Italiana il premio Nazionale per l’Innovazione assegnato da Confindustria nel 2010. In particolare, il sistema - interamente sviluppato all’interno del Telecom Italia Lab, il centro di ricerca e innovazione del Gruppo che ha sede a Torino - è composto da una piattaforma tecnologica e da un software configurati sul cellulare (in alternativa su pc o su tablet) del paziente e sul pc del personale sanitario. I pazienti, in base ai piani stabiliti dal medico, ricevono sul proprio cellulare messaggi di promemoria sulle misure da effettuare, le rilevano con i dispositivi portatili dotati di interfaccia bluetooth, e successivamente, attraverso il telefonino, le comunicano in modo automatico alla piattaforma in rete. Il medico curante, previa autenticazione, accede alla piattaforma con il proprio personal computer collegato alla rete e può così controllare da remoto l’andamento della terapia e attivare in qualsiasi momento eventuali azioni correttive, inviandone la comunicazione al paziente. Può anche definire soglie personalizzate, al superamento delle quali la piattaforma inoltra messaggi di alert via Sms o via web, chiedere un consulto ad uno specialista che può effettuare refertazioni su Ecg o su misure di ossimetria, firmarle digitalmente e renderle disponibili sempre via web in piattaforma. In modo analogo il personale infermieristico, durante le visite a domicilio dei pazienti, può inviare informazioni cliniche al medico curante del reparto ricevendo immediata refertazione e rapide istruzioni ed accelerando in tal modo i tempi diagnostici e di intervento. Il servizio di telemonitoraggio può essere utilizzato con differenti modalità a seconda della tipologia del paziente esaminato (per esempio: follow-up dei pazienti ricoverati per riacutizzazione di patologia, dopo la dimissione dai rispettivi reparti; monitoraggio dei parametri respiratori dei pazienti affetti da patologia neurologica; valutazione domiciliare dell’Inr per i pazienti con problematiche emocoagulative seguiti presso il centro Tao; monitoraggio di possibili effetti collaterali - bradicardia, alterazioni elettrocardiografiche - da farmaci per i pazienti seguiti presso le Unità Valutazione Alzheimer; monitoraggio dei pazienti seguiti presso l’ospedalizzazione a Domicilio; ecc.). Gli obiettivi attesi dal servizio di teleassistenza domiciliare sono molteplici: migliorare la qualità di vita dei pazienti che possono essere tenuti sotto controllo direttamente al loro domicilio senza doversi recare presso un ambulatorio o l’ospedale; offrire ai medici le informazioni necessarie per tenere sotto controllo la situazione delle misure effettuate dal paziente in tempo reale, senza necessariamente dover impiegare tempo per una visita dedicata; supportare l’assistenza ospedaliera e domiciliare attraverso l’utilizzo di tecnologie biomedicali che facilitano il monitoraggio del paziente ed il suo rapporto con il referente clinico più adeguato (medico curante e/o medico specialista, infermiere, assistente domiciliare); contribuire a ridurre i costi: un paziente adeguatamente monitorato può beneficiare di ospedalizzazioni più brevi e può usufruire di cambiamenti di terapia farmacologica mirati. Entrambi gli aspetti, oltre a costituire un vantaggio per la qualità della vita e per la salute del paziente, comportano minori costi per la struttura sanitaria, anche in termini di rientri ospedalieri. Con questa iniziativa Telecom Italia conferma il proprio impegno nella diffusione di soluzioni tecnologiche innovative basate sul Cloud Computing a supporto della P.a., delle imprese e dei cittadini e in grado di contribuire significativamente allo sviluppo del Sistema Paese.  
   
   
DONAZIONI DI ORGANI, È LA TOSCANA LA REGIONE PIÙ GENEROSA  
 
 Firenze, 2 febbraio 2012 – E’ la Toscana la regione con il più alto tasso di donatori di organi in Italia. Il dato viene confermato dal Report sull’attività di donazione e trapianto in Italia, realizzato a cura del Centro Nazionale Trapianti, e presentato ieri mattina al ministero della salute. “Quella che arriva dal Report del Centro Nazionale Trapianti è un’ulteriore conferma di quanto già sapevamo – è il commento dell’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia – Il sistema donazione e trapianto della Toscana è ai vertici nazionali. Questo risultato conferma l’ottimo livello di programmazione, gestione e organizzativo-operativo che la Rete regionale toscana, nel suo insieme, ha saputo raggiungere e innovare, così da mantenere e migliorare i risultati nel tempo. In Toscana le donazioni aumentano, nonostante la progressiva riduzione dei decessi con lesione cerebrale nelle unità di terapia intensiva. Merito di una migliore organizzazione, finalizzata alla ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse e delle eccellenti professionalità che compongono il sistema donazione/trapianto”. Il tasso di donazione (numero di donatori per milione di popolazione) della Toscana è stato costantemente superiore rispetto al dato medio nazionale fin dal 2002. Nel 2011, il tasso di donatori effettivi (40,2 p.M.p.) è risultato doppio rispetto alla media nazionale (19,7 p.M.p.). Rispetto al 2010, nel 2011 la Toscana ha registrato un +17 per quanto riguarda il numero di donatori utilizzati: 108 nel 2010, 125 nel 2011. “Il sistema donazione e trapianto regionale toscano, grazie anche alla consolidata generosità dei cittadini è ai vertici nazionali – dice Giuseppe Bozzi, coordinatore regionale dei trapianti – e la Toscana è la prima regione d’Italia per tasso di donazione per milione di abitanti, e di conseguenza garantisce ai pazienti in lista di attesa l’opportunità terapeutica trapiantologica in tempi inferiori rispetto a quelli medi nazionali. Questo fatto, di per sé rilevante in termini sociali, è anche indice di una buona e consolidata organizzazione della rete donazione/trapianto e del Sistema Sanitario Regionali in generale, che gratifica giustamente tutti i professionisti e le associazioni che ne sono parte essenziale. L’eccellenza del dato ha recentemente trovato spazio anche nel Rapporto Mondiale annuale (2011) sui Trapianti redatto dal dottor Rafael Matesanz, direttore dell’Organizzazione Nazionale Trapianti spagnola (la massima autorità in tema di donazione e trapianto) il quale ha testualmente dichiarato, nel presentare il rapporto, che “se tutte le regioni fossero come la Toscana, l’Italia sarebbe il Paese al mondo con il maggior numero di donatori di organi”". E’ del settembre scorso il riconoscimento del Consiglio d’Europa, sulla base del Rapporto mondiale sui trapianti, dal quale la Toscana risultava essere regione leader in fatto di trapianti, quella in cui il rapporto tra donatori d’organi e abitanti risultava essere il più elevato rispetto a quello nazionale. Il Rapporto presentato oggi al ministero conferma questo primato. “Il mio grazie per questi ottimi risultati – dice ancora Daniela Scaramuccia – va prima di tutto ai toscani, che anche in questo settore dimostrano grande generosità; ma anche alle associazioni, e al Centro regionale trapianti coordinato dal dottor Bozzi, che sta gestendo al meglio, in una logica di rete, l’attività delle strutture di prelievo e trapianto di organi, tessuti e cellule su tutto il territorio regionale”. In Toscana, i tempi di attesa medi stimati per i pazienti in lista continuano ad essere inferiori rispetto a quelli medi nazionali: rene: 2 anni e mezzo in Toscana, 3 la media nazionale; fegato: 6 mesi in Toscana, 2 anni media nazionale; cuore: 15 mesi in Toscana, quasi 2 anni e mezzo media nazionale; polmone: poco meno di un anno in Toscana, 1.8 anni la media nazionale; pancreas: 2 anni e mezzo in Toscana, oltre 3 anni media nazionale.  
   
   
PAZIENTI ESPERTI PER UNA SANITÀ PIÙ SICURA, NASCE L’ACCADEMIA DEL CITTADINO  
 
Firenze, 1 febbraio 2012 – Cittadini esperti sui temi della qualità e della sicurezza delle cure che possono collaborare con il sistema sanitario per contribuire a migliorarlo. E’ questo l’obiettivo del Gruppo dell’Accademia del Cittadino della Regione Toscana (Gart), istituito da una delibera approvata nel corso dell’ultima giunta. Tutto nasce da un percorso formativo sul tema della qualità e della sicurezza dei servizi socio-sanitari, organizzato nel 2009-2010 dalla Regione Toscana in collaborazione con l’Istituto Mario Negri di Milano, che ha coinvolto 41 rappresentanti di associazioni di pazienti e di tutela dei cittadini. Da qui l’idea di costituire l’Accademia del cittadino, che trae ispirazione dal progetto “Patients for patient safety”, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. “Se, oltre ai medici e agli operatori sanitari, è il cittadino stesso ad acquisire competenza e conoscenze sui temi della qualità e della sicurezza delle cure, è l’intero sistema sanitario a guadagnarci – osserva l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia – La Regione Toscana ha sempre puntato sulla trasparenza e sul coinvolgimento attivo dei cittadini. La costituzione dell’Accademia del cittadino è un passo ulteriore in questa direzione. E’ importante il riconoscimento di cittadini esperti come interlocutori “certificati” delle aziende sanitarie”. Grazie alla regìa del Centro Regionale Gestione Rischio Clinico, i cittadini che hanno seguito il percorso di formazione hanno preso parte agli audit su eventi significativi, ed ai “patient safety walkarounds”: visite fatte nelle aziende sanitarie toscane per verificare lo stato dell’arte delle buone pratiche della sicurezza dei pazienti e le azioni intraprese a seguito di eventi sentinella. Secondo la delibera, possono far parte del Gart i cittadini che hanno partecipato al corso di formazione della Regione, e quelli che parteciperanno ad analoghi programmi di formazione futuri. Il Gart svolgerà funzioni di supporto per le attività di formazione di cittadini informati e competenti, alle attività del Centro Regionale per la Gestione del Rischio Clinico, e collaborerà con la Regione per le attività inerenti le iniziative dell’Oms sui temi della Global alliance of patients for patient safety.  
   
   
TEST DNA: TECNOLOGIA CHE SI STA DIFFONDENDO MOLTO RAPIDAMENTE. È DA PREVEDERE CHE PRESTO SARANNO EFFETTUATI PIÙ TEST GENETICI PRENATALI E CI SARANNO PIÙ ABORTI, PERCHÉ SI VUOLE IL "BAMBINO PERFETTO"?  
 
Lecce, 2 febbraio 2012 - Negli ultimi 10 anni tramite Internet, chiunque può farsi fare un test del genoma per valutare i rischi di malattie. Un clic qui e una carta di credito, per esempio, e il kit arriva a casa in pochi giorni. I risultati dell’analisi, assicurano i produttori, verranno poi discussi con gli esperti. In Italia la pratica del test genetico fai-da-te è in forte aumento. Il business fa gola, e negli ultimi anni sono sorti molti laboratori privati che promettono di rivelare al paziente-cliente tutti i segreti del suo Dna. Oggi sono disponibili quasi 700mila test diagnostici, cioè destinati a diagnosticare, magari già in utero, le cardiopatie, le malattie metaboliche o le distrofie che potrebbero colpire il nascituro. Esistono poi altre categorie di test genetici: una coppia che stia mettendo in programma una gravidanza, per esempio, può ricorrere ai test per identificare i portatori sani di malattie come la fibrosi o la talassemia. I test presintomatici, hanno invece come obiettivo la diagnosi di una malattia, per esempio la Corea di Huntington, molto tempo prima che si manifesti o la propria predisposizione all’Azheimer”. Secondo Giovanni D’agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale "Tutela del Consumatore" di Italia dei Valori e fondatore dello "Sportello dei Diritti", se aumentassero tali test, potrebbe esserci un´esplosione dei costi della salute, poiché in seguito ai loro risultati potrebbero moltiplicarsi le visite mediche, le terapie e i controlli annuali nonché gli aborti mentre l´altra faccia della medaglia è che grazie a questa ricerca può essere fatta più prevenzione, riducendo così i costi sanitari.  
   
   
REGIONE VENETO AUTORIZZA TRASFERIMENTO LABORATORI DELLA DOTT.SSA CAPUA NELLA NUOVA TORRE “CITTA’ DELLA SPERANZA”  
 
Venezia, 2 febbraio 2012 - La porzione del nuovo fabbricato realizzato dalla Fondazione “Città della Speranza” a Padova per la ricerca sulle malattie pediatriche, acquisita dalla Regione con un impegno finanziario complessivo di 3 milioni di euro, potrà essere utilizzata per le attività del Centro di Referenza Nazionale per la Ricerca Scientifica sulle malattie infettive nell’interfaccia uomo/animale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, diretto dalla dott.Ssa Ilaria Capua. L’autorizzazione al trasferimento è stata concessa con un provvedimento della giunta regionale, approvato su relazione del vicepresidente e assessore al demanio e patrimonio Marino Zorzato. Zorzato ricorda che il 16 dicembre scorso, in occasione della cerimonia di fine lavori, era stato anticipato che la Regione stava lavorando all’ipotesi che potessero trovare qui collocazione anche le attività dei laboratori della dott.Ssa Capua, virologa di caratura internazionale, in modo di concentrare in questo nuovo centro, che diventerà il più grande in Europa, tutte le ricerche finalizzate alla lotta contro le patologie pediatriche di ogni tipo. “Ora l’ipotesi – commenta Zorzato – diventa realtà”. Resta solo da acquisire il parere della competente commissione consiliare. In base a questo provvedimento, verrà modificato con un atto aggiuntivo il contratto preliminare di acquisto con l’inserimento dei dati relativi all’identificazione catastale dell’immobile, che individuano nei piani ottavo e nono la porzione che sarà nella disponibilità della Regione. E’ stato contestualmente approvato anche lo schema di contratto di comodato tra Regione e Fondazione “Città della Speranza” che disciplina l’assegnazione e l’utilizzo dei locali. La torre, situata nella zona industriale di Padova, si sviluppa su 11 piani per una superficie complessiva di circa 20 mila mq. Per realizzarla sono stati investiti 25 milioni di euro raccolti dalla Fondazione Città della Speranza grazie alla generosità della gente.  
   
   
BOLZANO: SUDDIVISIONE ETICAMENTE SOSTENIBILE DI MINORI RISORSE NEL SETTORE SANITARIO  
 
Bolzano, 6 febbraio 2012 - L´assessore provinciale alla sanità Richard Theiner intervenendo, giovedì 2 febbraio 2012, al convegno annuale del Comitato etico povinciale alla "Kolping" a Bolzano, ha sottolineato come la suddivisione eticamente sostenibile di minori risorse nel settore sanitario sia la sfida del futuro. Lo sviluppo della medicina ed i costi crescenti per l’assistenza e la cura fanno aumentare la pressione economica sul sistema sanitario. Ne deriva il quesito se è sostenibile o meno finanziare ogni intervento che lo sviluppo in campo medico consente e quali debbano essere i settori assistenziali e le prestazioni prioritari. Il congresso annuale del Comitato etico provinciale si è incentrato su questi quesiti etici che emergono dalla distribuzione delle risorse sempre più limitate nel settore sanitario. Intervenendo, l´assessore provinciale alla sanità richard theiner ha posto in rilievo come la suddivisione eticamente sostenibile di minori risorse nel settore sanitario sia la sfida del futuro. Si deve pertanto puntare a modifiche soprattutto strutturali nell´assitenza sanitaria pbntando ad una maggiore integrazione di assitenza ambulante e stazionaria ed a una miliore collaborazione fra strutture ospedaliere e presidi territoriali. Da qui la necessità di riforme in mabito amministrativo e clinico. Il settore sanitario richiede, pertanto, - così Theiner - linee di indirizzo chiare, giuste e realistiche nell´assistenza sanitaria in favore della popolazione. Con l’aiuto di relatori internazionali e locali nell´ambito del convegno sono stati tematizzati gli approcci di soluzione e le esperienze di altri Paesi, così come le sfide che l´Alto Adige dovrà affrontare a diversi livelli del sistema sanitario.  
   
   
AOSTA: I CAMPIONATI DI SCI DELLA PROTEZIONE CIVILE  
 
Brusson, 2 febbraio 2012 - Un freddo pungente, finalmente invernale, ha accompagnato giovedì sera 26 gennaio, a Brusson la cerimonia ufficiale di apertura dei Campionati di sci della Protezione civile giunti alla decima edizione. Gli oltre 1350 atleti iscritti, in rappresentanza di buona parte delle regioni Italiane e provenienti anche da Francia, Svizzera, Slovenia, hanno invaso pacificamente il campetto di Brusson per suggellare l’avvio di una tre giorni di competizioni di sci alpino, nordico e snowboard, ma anche di riflessioni e momenti di festa. Giulio Grosjacques, Sindaco di Brusson - È un motivo di orgoglio essere stati scelti, come Valle di Ayas, per l’organizzazione di questi decimi campionati. Inoltre, per noi significa stabilire un rapporto con la Protezione civile nazionale della quale noi siamo espressione. C’è da dire che, e soprattutto nei nostri piccoli centri, viviamo di volontariato perché gran parte delle cose che organizziamo sono organizzate e gestite dai nostri volontari. Nata in Trentino, la manifestazione si è evoluta ed ampliata nel tempo e di anno in anno, ha visto aumentare il numero dei partecipanti in un crescendo di entusiasmo. A dirlo sono gli stessi vertici della protezione civile nazionale che in Val d’Ayas festeggiano tre importanti traguardi. Elvezio Galanti, Direttore generale dell’Ufficio relazioni istituzionali della Protezione civile nazionale - I numeri da ricordare quest’anno sono 30, 20 e 10. Trenta perché è dopo il terremoto dell’Irpinia di trent’anni fa che si capì che bisognava cambiare registro per l’organizzazione di protezione civile e quindi si costruì la nuova protezione civile con Zamberletti. Infatti è del 1982 la costituzione del Dipartimento, una struttura di coordinamento, sovra ministeriale, non burocratica, per gestire tutto il sistema. Venti perché ven’anni fa, nel 1992, fu fatta la legge madre della Protezione civile, la 225, che prevede che la protezione civile è fatta di prevenzione, previsione, emergenza e ripristino. Dieci è il numero frutto di questo grande sistema che è stato messo in moto nel paese. Sono 10 anni infatti che si fanno i campionati di sci e la Valle d’Aosta, sigilla, suggella questo evento. Sono importanti i numeri, quindi, ma anche i contenuti. Dopo il saluto delle autorità, la cerimonia si è conclusa con l’esecuzione degli inni della Valle d’Aosta e d’Italia da parte della banda di Verrès e con uno spettacolo pirotecnico. Da venerdì e fino a sabato le competizioni sono entrate nel vivo a Champoluc, che ha ospitato lo sci alpino e a Brusson dove si sono svolte le gare di sci nordico e di snowboard. Nel tardo pomeriggio di sabato ha poi avuto luogo un convegno sui trent’anni dell’istituzione del sistema nazionale della Protezione civile. È stato uno spazio di riflessione per condividere cosa rappresenta la protezione civile in territori come la Valle d’Aosta. Augusto Rollandin, Presidente della Regione Valle d’Aosta - La Protezione civile è’ il punto di riferimento della popolazione per avere persone responsabili, coordinate e sicure, professionalmente preparate, che sappiano intervenire nel momento del bisogno, che sappiano prevenire e coordinare al meglio le forze necessarie. Quindi, la Protezione civile è una garanzia vera per i momenti difficili. Noi l’abbiamo provato dal 2000 in avanti, dopo l’alluvione, facendo un salto qualitativo nell’organizzazione proprio a seguito dei fatti occorsi e i miglioramenti si sono visti nelle azioni successive. Siamo ben coscienti di cosa significa l’organizzazione della protezione civile.  
   
   
CON ´IO TIFO POSITIVO´ VINCE LO SPORT IL PROGETTO COINVOLGE 10.000 RAGAZZI IN SETTE PROVINCE DELLA LOMBARDIA  
 
Milano, 2 febbraio 2012 - Circa 10.000 ragazzi di età compresa tra i 10 e i 13 anni, sette Province lombarde coinvolte, Regione Lombardia, Provincia e Comune di Milano, Coni, le squadre di calcio Milan, Inter, Brescia, Monza e Lecco, oltre a Olimpia Milano (basket), Hockey Milano, Gabeca Monza (pallavolo). Sono i protagonisti di ´Io tifo positivo - Nel segno di Candido Cannavò´. L´iniziativa, giunta alla sua terza edizione, prevede incontri formativi nelle scuole alla presenza di testimonial delle squadre che hanno aderito al progetto, eventi sportivi e di gioco arricchiti da un tifo "positivo", con la ferma condanna degli episodi di violenza, purtroppo ancora troppo frequenti sugli spalti degli stadi di calcio, soprattutto. Rispetto E Tolleranza - "Crediamo fortemente in questo progetto e lo sosteniamo con convinzione - ha sottolineato l´assessore regionale allo Sport e Giovani Monica Rizzi -, perché il problema del tifo violento negli stadi è da affrontare non solo con i metodi repressivi, che hanno dato risultati finora poco brillanti, ma educando i nostri ragazzi a un comportamento da veri sportivi. A loro affidiamo il compito di costituire un esempio non solo per i loro coetanei ma anche per i genitori". Le parole chiave di ´Io tifo positivo´, la cui realizzazione è affidata a Comunità Nuova onlus, di cui è presidente don Gino Rigoldi, sono: rispetto, tolleranza, educazione, impegno, sana competizione, divertimento, lealtà e accettazione della sconfitta. I giovani coinvolti in questa iniziativa dovranno mettersi alla prova e dimostrare di aver appreso il gusto di tifare per lo sport e contro ogni forma di violenza e discriminazione. Cultura Nuova - "Anche quest´anno - ha aggiunto l´assessore Rizzi - si rinnova il sodalizio tra istituzioni, associazioni, territorio e mondo sportivo. Una sinergia vincente, all´insegna della promozione dei valori positivi dello sport e di una cultura della sportività". Rivolgendosi a una rappresentativa delle scolaresche oggi intervenuta alla conferenza stampa di presentazione, l´assessore Rizzi ha insistito sulla necessità di un cambio di cultura per contrastare i fenomeni di violenza che si verificano nei luoghi in cui si pratica sport: "Vogliamo lavorare insieme ai voi - ha detto ai ragazzi - e non su di voi, per crescere insieme a voi". Secondo l´assessore regionale l´obiettivo da raggiungere entro il 2015 è il coinvolgimento di tutte le Province lombarde. All´incontro di presentazione di ´Io tifo positivo´ hanno partecipato il consigliere regionale Giorgio Puricelli, l´assessore provinciale allo Sport Cristina Stancari, l´assessore comunale allo Sport Chiara Bisconti, Alessandro Cannavò, figlio del giornalista Candido, a cui l´iniziativa è intitolata, e rappresentanti delle società sportive coinvolte nel progetto.