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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 06 Febbraio 2014
LA RICERCA SULLE CELLULE STAMINALI PUÒ ESSERE DI AIUTO TENTATIVO DI RIPARARE L´IMMUNITÀ DANNEGGIATO UNA INIZIATIVA DI RICERCA IMPORTANTE POTREBBE APRIRE LA STRADA A NUOVE TERAPIE CON CELLULE STAMINALI PER LE PERSONE CON SISTEMA IMMUNITARIO DANNEGGIATO.  
 
Edimburgo, 6 febbraio 2014 - Una importante iniziativa di ricerca potrebbe aprire la strada a nuove terapie con cellule staminali per le persone con sistemi immunitari danneggiati. Il progetto £ 5.000.000 potrebbe tradursi in nuovi trattamenti che avvantaggiano le persone anziane e coloro che hanno ricevuto un trapianto di midollo osseo. Esso mira a sviluppare cell staminali terapie che possono aumentare il sistema immunitario riparando il timo, un organo del corpo che si trova vicino al cuore che produce importanti cellule immunitarie. Sono necessari nuovi trattamenti perché il timo si deteriora con l´età, motivo per cui gli anziani sono spesso più sensibili alle infezioni come l´influenza. Danni al timo è anche uno dei maggiori rischi per la vita per i pazienti che hanno subito un trapianto di midollo osseo, per esempio per trattare il cancro del sangue. Precedenti studi hanno dimostrato che il trapianto di cellule del timo in pazienti può essere un modo efficace per riparare e ripristinare il sistema immunitario. La barriera principale per utilizzare questo come trattamento è la mancanza di una fonte di queste cellule specializzate. Negli studi precedenti, gli scienziati hanno utilizzato cellule di neonati che erano stati rimossi come una parte normale della chirurgia cardiaca. Cellule da donatori adulti non hanno lo stesso effetto. L´iniziativa - denominata Thymistem - sarà guidato dall´Università di Edimburgo e mira a trovare nuovi metodi per produrre cellule staminali del timo in laboratorio come una fonte alternativa di cellule per la terapia. Professor Clare Blackburn del Centro Mrc di Medicina Rigenerativa dell´Università di Edimburgo, che sta conducendo lo studio, ha dichiarato: "Questo nuovo ed entusiasmante progetto sarà verificare se è possibile coltivare cellule staminali del timo in laboratorio e utilizzare questi per fare un organo completamente funzionale per il trapianto . "Ci sarà poi studiare come produrre queste cellule in quantità e qualità sufficiente che potrebbero, in futuro, essere trasferiti in pazienti sufficienti." Il premio del Settimo programma quadro dell´Unione europea (Fp7/2007-2013 sotto convenzione di sovvenzione numero 602.587) verrà condivisa da nove gruppi di ricerca in Europa e negli Stati Uniti. Gli esperti dell´Università di Edimburgo riceveranno £ 1.500.000. "Il progetto Thymistem comprende staminali biologi cellulari, immunologi, ingegneri dei tessuti e di due banche di cellule. Tutte le nostre competenze saranno necessarie per raggiungere gli obiettivi generali del progetto e senza questo tipo di finanziamento da parte dell´Unione Europea, tale gruppo non potrebbe mai essere portati insieme ", ha aggiunto il professor Blackburn. L´iniziativa Thymistem sta anche collaborando con altri grandi progetti di cellule staminali che hanno recentemente ricevuto finanziamenti dall´Unione europea. Tra questi un progetto per sviluppare le cellule produttrici di insulina per il trattamento del diabete (humen), la ricerca per la produzione di osso e le cellule che formano il muscolo in laboratorio (Plurimes) e un progetto per sviluppare terapie di sostituzione cellulare per i disordini neurologici (Neurostemcellrepair).  
   
   
NUOVI METODI DI RILEVAZIONE POTREBBERO ABBREVIARE LA RILEVAZIONE DI SEPSI DA GIORNI GIÙ PER SOLO POCHE ORE.  
 
Milano, 5 febbraio 2014 - La sepsi è una infezione batterica forse mortale. Essa colpisce neonati e bambini piccoli più gravemente in quanto il loro sistema immunitario non è completamente sviluppato. Ora gli scienziati stanno sviluppando un sistema completamente automatizzato, in grado di identificare la sepsi nei neonati entro poche ore invece di giorni. Tale performance in termini di accelerato è quello che l´Ue ha finanziato projectAscmicroplat ricerca spera di consegnare per il momento sono stati condotti i test finali, nel 2014. Gregor Czilwik, ingegnere della tecnologia micro sistema e project manager presso un istituto di ricerca Hsg-imit a Villingen, Germania, parla a youris.Com su come questo sia invenzione potrebbe salvare vite e prevenire l´uso non necessario di antibiotici. Che cosa significa la tecnologia sviluppata durante l´ progetto consiste? È un laboratorio su un disco. All´interno del disco sono molto sottili micro canali che verso l´esterno in una sorta di forma di stella. Facendo girare il disco, facciamo forze centrifughe spingono un liquido, in questo caso un siero di sangue campione attraverso i microcanali. I liquidi si comportano completamente diverso in questo micro mondo che nel mondo reale. Questo è come possiamo identificare ciò che è nel liquido. Come sono ciascuno dei campioni di siero di sangue analizzati nei canali? Abbiamo in-built reazioni biochimiche che producono una specie di luce di fluorescenza. Analizzando questa luce possiamo dire che cosa patogeni o batteri sono nel campione di sangue. E ´fino a venti volte più veloce rispetto ai metodi attuali giorno, che hanno bisogno di un campione di sangue per essere colta e quindi analizzati solo,. L´intero processo può richiedere fino a cinque giorni ? Quali sono le maggiori sfide connesse con il lavoro Il soggetto è di per sé molto complicato perché c´è una concentrazione molto bassa di patogeni in ciascun campione. Quindi abbiamo bisogno di un metodo estremamente sensibile per rilevare loro. E, naturalmente, vogliamo un dispositivo completamente automatico. Tutti i reagenti del disco devono rimanere stabili per lungo tempo. E un tecnico di laboratorio deve solo bisogno di applicare un campione al disco e premere un pulsante. Nostro progetto finale è più o meno finito e abbiamo già visto che siamo in grado di rilevare i batteri. Alla fine del progetto ci sarà testare il dispositivo per tentare di rilevare sepsi. Come stanno andando i test da effettuare? nostro partner di progetto Trinity College di Dublino ha raccolto circa 300 a 400 campioni fin dall´inizio del progetto. Tra questi, 30 campioni sono positivi. Noi li correre attraverso il nostro dispositivo e confrontare i risultati con i metodi attuali giorno. È sufficiente? Bene, è tutto quello che abbiamo. Come primo avvio questo è quello che dovremo farlo con. Ma diciamocelo, il nostro test, naturalmente, non ancora costituisce l´validazione clinica completa, al termine del nostro progetto. Questa è la periferica di dare il trattamento neonati prima, o piuttosto di dare loro il giusto tipo di farmaco? Se un il medico ha solo il minimo sospetto di un bambino potrebbe essere affetto da sepsi, saranno sempre ottenere immediatamente antibiotici ad ampio spettro. Ma con Ascmicroplat sarà rapidamente sapere se è veramente sepsi. Dopo tutto, la sepsi può uccidere in poche ore, quindi, anche con il nostro metodo molto veloce non c´è tempo da perdere. E, se è stato rilevato sepsi, si sa che tipo di agente patogeno si sta trattando. In questo modo, gli antibiotici non sarà somministrato inutilmente. E se lo fai, puoi essere molto più efficace, dando esattamente il giusto tipo di antibiotico.  
   
   
PAZIENTE DA MOSCA A SIENA PER UN INTERVENTO MOLTO COMPLESSO, ESEGUITO CON SUCCESSO  
 
 Firenze, 6 febbraio 2014 - Effettuato a Siena un particolare intervento per curare una grave paresi facciale su un giovane paziente russo inviato a Siena, presso il Dipartimento di Scienze Neurologiche e Neurosensoriali dell´Aou Senese, diretto dal professor Alessandro Rossi, da uno dei più prestigiosi ospedali universitari della Russia, il "Russia Medical Academy for postgraduate education". L´intervento è stato effettuato dal dottor Franco Trabalzini, direttore Uoc Chirurgia Otologica e della base Cranica, insieme al dottor Marco Mandalà. "Il paziente - afferma Trabalzini - era affetto da paresi del nervo facciale destro, per una lesione destruente dell´osso che, dalla fossa cranica, si portava all´osso dell´orecchio". "Nella sanità toscana sono tante le eccellenze di cui siamo davvero orgogliosi - è il commento dell´assessore al diritto alla salute Luigi Marroni - La chirurgia otologica e della base cranica dell´azienda ospedaliero universitaria delle Scotte è una di queste. Voglio sottolineare anche l´importanza del lavoro di squadra, che anche in questo caso ha dato ottimi risultati. I miei complimenti a tutta l´équipe del dottor Trabalzini e a quanti hanno reso possibile questo successo". Il paziente è stato dimesso dopo 24 ore in ottime condizioni generali, con la malattia completamente rimossa ed il nervo del tutto conservato. "L´esperienza dell´area otorinolaringoiatrica e della chirurgia neuro-otologica senese nella quale operano i gruppi del professor Walter Livi e del dottor Franco Trabalzini – afferma il professor Alessandro Rossi, direttore del Dipartimento – sono un punto di riferimento internazionale, con un grande lavoro di squadra e di interazione anche interdisciplinare. Inoltre la superspecialità è un valore aggiunto in quanto ci permette di essere punto di riferimento per patologie complesse". Sono stati inoltre notevolmente potenziati anche i rapporti con i Paesi stranieri grazie alla nomina del dottor Trabalzini quale presidente dell´Eaono, l´Accademia europea di specialità. Siena, infatti, a settembre ospiterà il meeting europeo di chirurgia otologica con professionisti provenienti da tutto il mondo.  
   
   
RICERCATORI IN FREIBURG, GERMANIA HANNO INVENTATO UN NUOVO DISPOSITIVO CHE RIVOLUZIONA L´ANALISI DI LABORATORIO - IL MINI-LABORATORIO PORTATILE ESEGUE PIÙ VELOCE E FUNZIONA IN MODO PIÙ EFFICIENTE RISPETTO A UN LABORATORIO TRADIZIONALE.  
 
Milano, 6 febbraio 2014 - Konstantin ha subito invalidità permanenti a causa della mancanza di una corretta analisi del suo sangue quando è stato ricoverato in ospedale dieci anni fa. Un nuovo dispositivo che rivoluziona analisi di laboratorio potrebbe presto prevenire tragedie simili. Il cuore del sistema è un disco con il diametro di un Cd. Ricercatori in Germania meridionale hanno inventato questo mini-laboratorio all´interno del Ascmicroplat progetto di ricerca europeo. L´apparecchio non è solo portatile, ma in caso di malattie mortali esegue più veloce e funziona in modo più efficiente rispetto a un laboratorio tradizionale. Il primo prototipo è stato appena testato con successo presso il Centro di competenza per una moderna cucina Analytics a Berlino. Vedere il video al seguente indirizzo: http://www.Youris.com/health/healthtv/the-portable-lab.kl#ixzz2srqpcpyb    
   
   
SANITÀ: REGIONE UMBRIA AVVIA PROCESSO DI DEMATERIALIZZAZIONE RICETTE MEDICHE  
 
Perugia, 6 febbraio 2014 - previsto nel Piano digitale 2013- 2015, la Regione Umbria ha avviato la sperimentazione del processo di dematerializzazione delle ricette del servizio sanitario nazionale: lo rendono noto gli Assessorati alla Sanità ed all´Innovazione e Sistemi informativi, precisando che il processo attivato permetterà, entro la fine del 2015, di sostituire definitivamente la tradizionale ricetta rossa prescritta dal medico di famiglia o dallo specialista, con un codice stampato su carta con cui verrà recuperata la prescrizione farmaceutica o specialistica dalla struttura erogante la prestazione. "Nella prima fase di sperimentazione, per l´utente del servizio sanitario non saranno visibili i cambiamenti - spiega la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini - visto che i cittadini continuano a ricevere dal proprio medico di medicina generale o dallo specialista, la ricetta rossa con stampato il nuovo codice da presentare per l´erogazione della prestazione, mentre nel passaggio successivo, che in Umbria prenderà il via a partire dal mese di aprile, la ricetta rossa verrà sostituita da un codice stampato dal medico su carta semplice a titolo di promemoria". Il percorso relativo alla dematerializzazione della ricetta del Sistema sanitario nazionale, ha avuto inizio a partire dallo scorso anno, quando la Regione Umbria ha intrapreso un percorso finalizzato alla produzione della ricetta elettronica in attuazione del decreto del 2008 che obbliga le Regioni a trasmettere al Ministero dell´economia e delle Finanze in forma telematica le prescrizioni sia farmaceutiche, che specialistiche. Per dare attuazione alla direttiva nazionale, la Regione Umbria ha quindi intrapreso delle scelte volte a realizzare il fascicolo sanitario elettronico (Fse) le cui linee guida sono state oggetto di un´intesa tra il Governo e le Regioni e che la Regione Umbria, a sua volta, ha recepito successivamente con una delibera di Giunta. "Il primo passo fatto - ha spiegato l´assessore all´Innovazione, Fabio Paaprelli - è stato l´implementazione del ´Sistema Accoglienza Regionale - Sar Umbria´ con cui si realizza la rete di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e specialisti attraverso un collegamento ad un sistema regionale che ha funzione di repository delle prescrizioni specialistiche e farmaceutiche che vengono accolte in tempo reale al momento della loro produzione. "La rete dei medici inoltre - ha aggiunto l´assessore - consente di mettere a disposizione un patrimonio informativo consistente su cui poter attivare analisi relative all´appropriatezza prescrittiva, oltre ad avviare una semplificazione dei processi relativi, sia alla gestione del magazzino farmaco in ambito aziendale, sia al monitoraggio delle erogazioni delle prestazioni". "La fase successiva del progetto - riferiscono la presidente Marini e l´assessore Paparelli - prevede l´eliminazione della ricetta rossa del Sistema Sanitari Nazionale prodotta dall´Istituto Poligrafico dello Stato con una riduzione di spesa per la Regione Umbria di oltre 300 mila euro l´anno. Dalla dematerializzazione della ricetta medica quindi, deriverà un cambiamento non solo a livello organizzativo, ma anche di procedure interne gestionali e, soprattutto, un diverso approccio operativo e culturale che dovrà coinvolgere i cittadini in un´ampia campagna di informazione sui potenziali cambiamenti delle attività di prenotazione e pagamento delle prestazioni svolte al momento presso gli sportelli Cup della Regione, destinati a ridursi in seguito all´attivazione di servizi on line sostitutivi che consentiranno al cittadino - precisano la presidente e l´assessore Paparelli - di prenotare e pagare da casa le proprie prestazioni sanitarie, nonché di ricevere i referti senza recarsi di persona presso la struttura erogatrice, con conseguente riduzione di tempi e di costi. Di conseguenza anche il ´Cup´ regionale sarà ampiamente interessato nel processo che prevede l´integrazione con il ´Sar Umbria´. Una volta entrato a regime il nuovo sistema, l´assistito per le prescrizioni dei farmaci riceverà un foglio di carta comune con la stampa di alcune informazioni necessarie alla struttura erogatrice per recuperare la prescrizione e registrare le erogazioni in tempo reale". Il percorso realizzato sinora in Umbria ha coinvolto diversi aspetti, da quelli organizzativi a quelli tecnologici e molteplici professionalità - fra cui i medici di base, i pediatri e specialisti - destinati a crescere con il passaggio alla dematerializzazione che vedrà coinvolti non più solamente i centri prescrittori, ma anche le strutture erogatrici come le farmacie e le strutture specialistiche sia pubbliche che private. Per accompagnare il cambiamento è previsto l´adeguamento dei sistemi informativi regionali e il supporto a tutti i soggetti coinvolti.  
   
   
SALUTE MENTALE E DIPENDENZE PATOLOGICHE, LA REGIONE EMILIA ROMAGNA FIRMA DUE ACCORDI CON LE ASSOCIAZIONI DEGLI ENTI NO PROFIT  
 
Bologna, 6 febbraio 2014 - La Regione Emilia-romagna ha siglato due accordi che riguardano le strutture residenziali gestite da Enti no profit per l’assistenza a persone con disturbo mentale e per l’assistenza a persone con dipendenze patologiche. Salute mentale, accordo Regione, Confcooperative e Legacoop Un sistema di tariffazione unico in tutta la regione per le strutture residenziali psichiatriche accreditate gestite da cooperative no profit. Un più complessivo processo di qualificazione del settore, attraverso i nuovi requisiti che queste strutture private devono avere per ottenere l’accreditamento. Questo prevede l’accordo triennale firmato dall’assessore alle Politiche per la salute, Carlo Lusenti, e i presidenti delle associazioni regionali Confcooperative (Francesco Milza) e Legacoop (Giovanni Monti). Si tratta del primo accordo regionale per quanto riguarda queste strutture gestite da Enti no profit (un altro accordo, specifico, riguarda invece le strutture private che fanno riferimento ad Aiop), che supera le modalità finora seguite a livello locale, quindi con tariffe disomogenee a seconda del territorio. In Emilia-romagna sono 18 le strutture residenziali psichiatriche gestite da Enti no profit, con 282 posti letto. Nel 2012 sono state 341 le persone assistite. L’obiettivo dell’accordo è qualificare la funzione terapeutico-riabilitativa delle residenze sanitarie psichiatriche nel sistema di cura del Dipartimento di salute mentale, consolidando al tempo stesso il ruolo del servizio territoriale (il Centro di salute mentale) per la progettazione, il coordinamento e il governo dei percorsi clinico-assistenziali dei pazienti per tutta la durata della permanenza in residenza. I nuovi requisiti di accreditamento sui quali l’accordo regionale si basa definiscono standard più stringenti per l’organizzazione degli operatori nelle strutture residenziali psichiatriche, per i tempi di permanenza delle persone assistite e per quanto riguarda la verifica del progetto riabilitativo personalizzato e la valutazione dei risultati. Una particolare attenzione viene data inoltre alla continuità assistenziale con il Centro di salute mentale e alla condivisione del progetto assistenziale con il paziente e la sua famiglia. Dipendenze patologiche, accordo tra Regione e Coordinamento Enti ausiliari L’accordo generale per il triennio 2014-2016, firmato dall’assessore Carlo Lusenti e dalla presidente del Coordinamento Enti ausiliari dell’Emilia-romagna Monica Ciavatta, riguarda le prestazioni erogate ai pazienti dei servizi per le dipendenze patologiche e requisiti specifici per l´accreditamento delle strutture residenziali. L’accordo introduce la possibilità di destinare parte della spesa per le rette a programmi di assistenza individualizzati (per esempio per sostenere la persona con dipendenza nel proprio domicilio o in situazioni di coabitazione con altri pazienti) e a percorsi innovativi di assistenza a pazienti giovani che hanno difficoltà ad accettare un programma residenziale tradizionale anche di lunga durata. In Emilia-romagna sono 65 le strutture sanitarie per persone con dipendenza patologica gestite dal privato no profit per un totale di 1.300 posti residenziali e 188 posti diurni. I pazienti dei Servizi per le dipendenze patologiche delle Aziende Usl inseriti in una struttura residenziale no profit sono 1.390 per un totale di 191.000 giornate di trattamento residenziale. Nel nuovo accordo, formalizzati inoltre i “requisiti di percorso residenziale nel trattamento delle dipendenze patologiche”, ossia, quegli elementi di qualità che i Servizi per le dipendenze patologiche delle Aziende Usl e le strutture residenziali devono garantire in modo congiunto quando il paziente è inserito in un percorso residenziale. Tali requisiti vanno dalla definizione del progetto terapeutico, alla trasmissione della documentazione clinica, ai criteri di appropriatezza degli inserimenti in struttura, fino agli esiti dei trattamenti. Prevista anche la continuazione del Progetto “Pluto”, un programma residenziale breve rivolto a persone con disturbo da gioco d’azzardo patologico, realizzato dall’Azienda Usl di Reggio Emilia, in collaborazione con l’associazione Papa Giovanni Xxiii di Reggio Emilia. Prorogata fino al 31 dicembre 2014 la validità delle tariffe contenute nell’accordo precedente, con impegno di entrambe le parti a rivederle per il 2015.  
   
   
OPA DI MASSA, ROSSI: "NESSUN TAGLIO, MA INVESTIMENTI E SVILUPPO"  
 
 Firenze, 6 febbraio 2014 - "Da troppo tempo tempo si fanno chiacchiere che non hanno senso. L´opa non rischia nulla. Le scelte della Regione vanno in direzione di un suo rilancio, non di un ridimensionamento. Nessuna chiusura". Così si è espresso il presidente Enrico Rossi, nel corso di una visita alla Fondazione Monasterio e all´Opa di Massa. "Ho incontrato il Rettore dell´Università di Pisa – ha proseguito - per stipulare insieme una convenzione in virtù della quale l´Opa abbia un ruolo preminente nel campo della medicina cardiologica, in modo che si possa istituire un corso di laurea. E´ nostra intenzione anche convenzionare la Fondazione Monasterio con il Sant´anna di Pisa, per fare di questa realtà il luogo di formazione e alta specializzazione della chirurgia e cardiochirurgia. Firmeremo a breve, tra un mese circa, un accordo di programma in questo senso. Sulla Fondazione Monasterio la Regione nel recente passato ha investito molto, circa 50 milioni. Quello che facciamo oggi è un investimento di prospettiva". "Trovo che i toni usati in questi giorni – ha proseguito il presidente - siano del tutto fuori luogo. Invece siamo convintissimi che anche nella provincia di Massa-carrara i cittadini abbiano il diritto di avere nel loro ospedale il materno infantile, ma non ha senso che stia dentro l´Opa. I parti di primo e secondo livello andranno nel nuovo ospedale, e qui all´Opa si creerà un punto nascita di alta specialità, disponibile nel caso che la nascita presentasse problemi cardiologici. Il centro della cardiochirurgia pediatrica della Toscana è qui. Il punto nascita di terzo livello è una garanzia per l´Opa, che è un riferimento non solo per l´intera regione ma anche per il livello nazionale". "Aggiungo che quando aprirà il nuovo ospedale, la Regione investirà 15-20 milioni per rimettere a posto questa struttura, facendo i lavori necessari per renderla ancora più funzionale. Questo è il nostro progetto per il rilancio e il futuro dell´Opa. Niente a che vedere con tagli e ridimensionamenti, ma piuttosto con investimenti, qualità e sviluppo".  
   
   
LOMBARDIA FIRMA ACCORDO CON I RUSSI SULL´EMERGENZA  
 
Milano, 6 febbraio 2014 - Lo sviluppo di relazioni dirette tra organizzazioni sanitarie e di scienza medica, lo scambio di informazioni nei settori tecnico scientifici e della salute, lo svolgimento di conferenze, mostre ed incontri scientifici, il confronto di esperienze tra ricercatori e specialisti sono l´oggetto dell´importante accordo siglato tra Regione Lombardia, Università degli Studi di Pavia, Università degli Studi di San Pietroburgo e Ministero della Salute russo. L´assessore Mario Mantovani, il rettore Fabio Rugge, il direttore dell´Asl Mi1 e dell´Areu hanno ricevuto a Palazzo Lombardia la delegazione Russa che ha sottoscritto il patto di collaborazione. Firmato Il Patto - Un documento che vede la firma del vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani, del Magnifico rettore dell´Università di Pavia Fabio Rugge e del prof. Sergej Bagnenko, Rettore della Prima Università di San Pietroburgo e responsabile Nazionale per la Medicina di Emergenza ed Urgenza del Ministero della Sanità della Russia. Emergenza Urgenza - Ed è proprio su questo fondamentale ambito della medicina che si punta: la collaborazione sarà infatti concentrata in modo prioritario nell´ organizzazione dei sistemi di emergenza e urgenza dal punto di vista degli aspetti organizzativi e scientifici e delle conoscenze tecniche relative ai vari modelli nazionali. Verso La Telemedicina - Ma si presterà attenzione anche alla prevenzione delle malattie trasmissibili e non trasmissibili, incluso il trattamento delle situazioni di emergenza; a sanità elettronica, telemedicina e altre tecnologie di informazione e comunicazione applicate in sanità con riguardo anche all´elaborazione, utilizzo, protezione e sicurezza e riservatezza dei dati; all´organizzazione dei sistemi sanitari regionali, assicurativi e dei relativi aspetti regolatori; all´ introduzione di tecnologie e procedure mediche innovative e di metodologie didattiche in campo sanitario. Un´attività di collaborazione importante che sarà monitorata e incentivata anche grazie alla nomina di una commissione formata da esperti di ciascuna delle parti.  
   
   
CIECHI E IPOVEDENTI SARDI, IMPEGNO CAPPELLACCI PER RIPRISTINO DOTAZIONE FINANZIARIA ASSOCIAZIONI  
 
Cagliari, 6 febbraio 2014 - La Giunta regionale ha dettato gli indirizzi per l´assestamento di bilancio utili al ripristino delle risorse destinate alle associazioni dei ciechi nell´isola. Le rassicurazioni sono arrivate dal governatore, Ugo Cappellacci, in risposta all´appello lanciato da Pietro Puddu, presidente regionale dell´Uici (Unione italiana ciechi e ipovedenti), ente che svolge funzioni e attività di sussidiarietà con le istituzioni, offrendo servizi alle persone con minorazione della vista e tutelandone gli interessi morali e materiali. Nell´incontro a Villa Devoto, il rappresentante delle associazioni ha lamentato, infatti, il drastico ridimensionamento dei contributi - previsti dalla legge regionale 14/1968 - e passati dai 520mila euro del bilancio 2013 ai 200mila euro del 2014, per effetto dei tagli in fase di approvazione dell’ultimo bilancio, a seguito delle votazioni in Consiglio regionale per la riduzione delle spese sui capitoli destinati a tutte le associazioni. "Condividendo le legittime richieste dell´Uici e, consapevole della necessità di attenuare il disagio e di rispondere con celerità ai bisogni degli oltre 3.000 ciechi e ipovedenti sardi - ha detto il presidente Cappellacci - garantisco il nostro impegno per presentare, nella prossima riunione della Giunta, un provvedimento mirato a reinserire la dotazione finanziaria richiesta nella legge di assestamento al bilancio che si andrà ad approvare a metà esercizio".  
   
   
SANITÀ DIGITALE: REGIONE E ASL SASSARI ATTIVANO "MONITOR PRONTO SOCCORSO", UN´ISTANTANEA ON LINE SU AFFOLLAMENTO STRUTTURE  
 
Cagliari, 6 febbraio 2014 - Da oggi è possibile avere in tempo reale una fotografia del numero di pazienti in attesa e dell´affollamento dei Pronto soccorso degli ospedali di Sassari, Alghero e Ozieri consultando semplicemente il computer. È l´obiettivo del servizio "Monitor di pronto soccorso", che l´assessorato regionale della Sanità ha appena attivato, in via sperimentale, nella Asl 1 grazie al supporto della Centrale 118, delle Unità operative di Pronto soccorso e medicina d´urgenza dei presidi di Sassari, Alghero, Ozieri e del Servizio sistemi informativi della Azienda sanitaria. L´utilità. Il servizio, consultabile sul sito www.Sardegnasalute.it (http://monitorps.Sardegnasalute.it/) e presto anche sul sito della Asl di Sassari, sarà progressivamente esteso a tutte le altre Aziende sanitarie della Regione. La sua utilità è duplice, sia per il cittadino, che grazie al Monitor può vedere in anteprima il grado di afflusso nel Pronto soccorso (Ps) esaminato, sia per gli operatori (ad esempio quelli del 118), che avranno da subito una istantanea sul carico di lavoro del servizio, facendo dunque confluire i pazienti nei Ps meno oberati. De Francisci. Soddisfatta l´assessore della Sanità Simona De Francisci: "Con questo nuovo e innovativo servizio, che segue il Fascicolo sanitario elettronico, il pagamento del ticket alle Poste e la scelta del medico di famiglia on line, la Giunta prosegue nell’attuazione di digitalizzazione dei servizi che hanno l’obiettivo di semplificare e "avvicinare" la sanità al cittadino, rendendola dunque più efficiente e meno burocratica". Giannico. "La Asl di Sassari è stata scelta ancora una volta quale prima azienda sanitaria per la sperimentazione di un sistema innovativo per la sanità regionale e questo non può che farci piacere" è il commento del direttore generale della Asl di Sassari, Marcello Giannico. "L´ospedale Santissima Annunziata, con una media di 44 mila accessi al Pronto soccorso, si fa carico in buona parte di tutte le emergenze che arrivano dal territorio, dalla città e anche da altre Asl della Sardegna” ricorda Giannico. "Il monitoraggio on line dell’affollamento del pronto soccorso di Sassari, il più grande della Sardegna come numero di accessi, e di quelli di Alghero e Ozieri ci permetterà di fornire un servizio qualitativamente migliore per tutti" conclude il manager. Come Funziona. Il Monitor è un servizio on line che aggrega informazioni sugli accessi di Pronto soccorso e permette di visualizzare diverse informazioni: - Numero di pazienti in visita distinti per codice colore - Numero di pazienti in arrivo da 118 distinti per codice colore - Numero di pazienti in attesa di visita distinti per codice colore - Tempo massimo di attesa di visita attuale - Stima dei tempi di attesa previsti per i nuovi accessi. Inoltre, la funzione “Trova Pronto soccorso" visualizza sulla mappa la struttura più vicina al paziente e gli indica la distanza chilometrica dall´indirizzo di partenza con il tempo necessario per arrivare in automobile; la funzione consente con un click di accedere al percorso su Google maps per raggiungere il Pronto soccorso più vicino e di visualizzare in tempo reale i minuti di attesa per ogni nuovo paziente in arrivo.  
   
   
COTA SANITA´ - ROMA DEVE DARE PIU´ SOLDI; BENE CHE BONO DEL M5S LO DICA.  
 
Torino, 6 febbraio 2014 - "Devo dire che per una volta sono d’accordo col consigliere Bono: ha fatto una considerazione che si astrae dalla politica fatta di teatrini e di ipocrisie. Le risorse del fondo sanitario sono state ridotte dal governo centrale ed è il governo centrale che dovrebbe mettere più soldi. In questa situazione, non solo abbiamo salvato la Regione dal default, ma abbiamo guadagnato posizioni per quanto riguarda la qualità del servizio". Lo dichiara il Governatore del Piemonte Roberto Cota.  
   
   
MILANO PUNTA SULL’INFORMAZIONE E LA FORMAZIONE DEI MEDICI  
 
Milano, 6 febbraio 2014 - Oggi presso la Sala Alessi di Palazzo Marino, Terre des Hommes, Svsed e Ordine dei Medici presentano un nuovo agile strumento per contrastare il maltrattamento sui bambini. Il Vademecum per l’orientamento di medici e pediatri nella gestione dei casi di maltrattamento (o di sospetto) a danno di bambine e bambini raccoglie utili e puntuali informazioni sui vari tipi di abusi, come e quando fare la segnalazione e a chi rivolgersi. Il leaflet sarà distribuito nelle strutture sanitarie di Milano ed è disponibile online alla pagina http://terredeshommes.It/vademecum_maltrattamento_bambini/ Al contempo viene annunciato l’avvio di una serie di momenti formativi specifici sul maltrattamento destinati ai medici e operatori, che l’Ordine dei Medici e la Asl stanno definendo in collaborazione con Terre des Hommes e Svsed per l’anno in corso. Il primo appuntamento sarà il prossimo 17 maggio presso la Casa dei Diritti di Milano. "Milano si dota di strumenti essenziali per il contrasto al maltrattamento sui bambini. Il vademecum e i corsi di formazione sono iniziative che aiuteranno medici e pediatri a gestire nel miglior modo possibile i casi di abuso sui minori. Il tema è delicato e va trattato con grandi cautele. Per questo avere un supporto competente è ancor più importante", dice Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali e Cultura della Salute del Comune di Milano. “A distanza di un anno dalla presentazione della nostra indagine “Maltrattamento sui Bambini: come lo riconoscono i medici di Milano?", che aveva rivelato un forte bisogno d’informazione e formazione da parte dei medici di famiglia e pediatri, la rete che abbiamo creato con istituzioni pubbliche e strutture sanitarie è oggi in grado di presentare una serie di strumenti per un efficace contrasto del fenomeno", dichiara Federica Giannotta, Responsabile Advocacy e Programmi Italia di Terre des Hommes". “Una precoce identificazione dei segni di maltrattamento è essenziale per ridurre al minimo le sofferenze e i disagi dei bambini", sostiene Lucia Romeo, Responsabile Pediatra del servizio Svsed Soccorso violenza sessuale e domestica dell’Irccs Policlinico Milano. “Tuttavia, secondo l’indagine molti medici fanno ancora confusione tra le varie tipologie di maltrattamento e, cosa ancora più grave, hanno delle incertezze su come e dove segnalare i sospetti casi di maltrattamento. L’89% degli interpellati ha dichiarato inoltre di sentire la necessità di uno specifico training sull’argomento". L’iniziativa ha messo in rete vari importanti istituzioni ed enti pubblici come l’Università degli Studi di Milano, Asl Milano, Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggior Policlinico e Omceo - Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri e ha il patrocinio del Comune di Milano, Società Italiana di Pediatria e Sicupp - Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche. Pur molto diffuso il maltrattamento sui bambini è un fenomeno ancora poco conosciuto dalle istituzioni e dagli operatori titolati a contrastarlo. Non esiste ancora un database nazionale sui casi presi in carico per maltrattamento nonostante da oltre 10 anni il Comitato Onu per la Convenzione dei Diritti dell’Infanzia chieda al nostro Paese di dotarsi di un efficace sistema di raccolta dati per conoscere e contrastare il maltrattamento a danno di bambini. Lo scorso settembre Terre des Hommes e Cismai[1] hanno presentato un’indagine quali-quantitativa presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che stima in quasi 100mila i bambini in Italia vittime di maltrattamenti e abusi. Più della metà sono femmine. Evidente quindi che sia indispensabile ed urgente varare delle efficaci politiche di contrasto, anche perchè, oltre ai gravi danni di salute mentale e fisica per il minore, il maltrattamento causa anche una spesa rilevante per la società, generando interventi di protezione o cura delle vittime, che si traducono in costi diretti per il bilancio pubblico. Un costo stimato ora in circa 13,056 miliardi di euro annui, ovvero lo 0,84% del Pil, secondo uno studio condotto dall’Università Bocconi[2] su commissione di Terre des Hommes e Cismai, presentato lo scorso dicembre. I soli casi nuovi costano 910 milioni di euro ogni anno. Il Vademecum per i medici e pediatri è stato realizzato nell’ambito della Campagna ‘indifesa’ di Terre des Hommes, volta a garantire una sempre maggiore protezione alle bambine, che anche in Italia risultano essere più esposte alle diverse forme di patologia delle cure e agli abusi sessuali. Nel 2012 il 60% delle 5103 vittime dei reati commessi e denunciati a danno di minori erano bambine e ragazze (Dati Interforze elaborati per Terre des Hommes). Terre des Hommes da 50 anni è in prima linea per proteggere i bambini di tutto il mondo dalla violenza, dall’abuso e dallo sfruttamento e per assicurare a ogni bambino scuola, educazione informale, cure mediche e cibo. Attualmente Terre des Hommes è presente in 64 paesi con oltre 840 progetti a favore dei bambini. La Fondazione Terre des Hommes Italia fa parte della Terre des Hommes International Federation, lavora in partnership con Echo ed è accreditata presso l’Unione Europea, l’Onu, Usaid e il Ministero degli Esteri italiano. Per informazioni: www.Terredeshommes.it     
   
   
L´OSPEDALE GALLIERA DI GENOVA SITO PILOTA DEL PROGETTO CHE SERVIRA´ A COSTRUIRE CITTA´ SOSTENIBILI  
 
 Genova, 6 febbraio 2014 - Venerdì 7 febbraio viene presentato al Galliera “Indicate” (Indicator-based Interactive Decision Support and Information Exchange platform for Smart Cities), progetto - finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito dell’ultimo Bando dedicato alle Smart Cities - che coinvolge gli italiani D´apollonia e Galliera, con il supporto di “Genova Smart City” coordinato dal Comune di Genova, e partner internazionali provenienti da Gran Bretagna, Irlanda e Svizzera. I partner del progetto apriranno la giornata di studio e ricerca nell´ambito dell´incontro che avrà luogo nel Salone Congressi (Via Volta, 8 - ingresso principale) alle ore 9 (vedi programma di seguito). Obiettivo del progetto - del valore di circa 4 milioni di Euro – sarà la realizzazione di un innovativo software interattivo in grado di fornire a progettisti, urbanisti e imprese un “sistema di supporto alle decisioni” in tutte le fasi di sviluppo urbano di una città: dalla costruzione di un singolo edificio alla progettazione di un piano regolatore. Il software fornirà suggerimenti rispetto alle migliori tecnologie sul mercato e sulle infrastrutture che necessitano di miglioramenti e per il bilanciamento di carico delle utenze offrendo il piano finanziario più adatto. Esso conterrà un set di indicatori di sostenibilità urbana, che avranno un effetto a catena sulle modifiche apportate negli edifici, alle infrastrutture e nell´introduzione di nuove tecnologie nel contesto urbano. “Il Galliera – spiega Adriano Lagostena, Direttore Generale dell´Ospedale genovese – partecipa come sito pilota, insieme all´Istituto di Tecnologia e alla Città di Dundalk in Irlanda. Dall´elaborazione si otterrà un programma informatico che servirà a sostenere tutti coloro che sono coinvolti nelle fasi di progettazione e sviluppo delle Smart Cities, città in cui l’integrazione tecnologica è rivolta alla sostenibilità, al benessere del cittadino e allo sviluppo economico. E proprio nel nostro caso - con in programma la progettazione di un Green Hospital - l´approccio “ambientale” si ritiene doveroso in quanto determina un beneficio per l’ospedale stesso e un valore per tutta la comunità”. In particolare, lo sviluppo di “Indicate”, nel caso pilota italiano introdotto dagli Ospedali Galliera supportati dalla Società di consulenza ingegneristica D’appolonia (Gruppo Rina), permetterà di ottimizzare quegli elementi innovativi sull’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, di uso razionale dell’energia e di trasformazione urbana, soprattutto per quanto riguarda l’integrazione delle tecnologie e i miglioramenti dell’efficienza energetica su scala urbana. La soluzione “Indicate” integrerà diversi sistemi quali: sistemi di modellazione dinamica, Sistemi Gis (cioè sistemi che sfruttano dati geo-localizzati), sistemi Cad per la modellazione e visualizzazione in 3D, indicatori di sostenibilità urbana, algoritmi per la gestione della domanda energetica e il corrispondente bilanciamento automatico della domanda con l’energia derivante dalla rete, tutto questo in un unico strumento software. Il Consorzio “Indicate” coordinato dalla Ies di Glasgow (Integrated Environmental Solution Limited leader nel campo dell’energy efficiency building) coinvolge leader internazionali in modelli dinamici di simulazione e sistemi che sfruttano dati geolocalizzati, esperti in pianificazione urbana e indicatori di sostenibilità, esperti di sviluppo di algoritmi e di gestione della domanda, inoltre comprende enti pubblici e utenti finali. Nel progetto sono inclusi tre siti di prova in due città europee (Genova, appunto, e Dundalk, in Irlanda).  
   
   
FIRENZE, MEYER: GLI OPERATORI SONO IL VALORE AGGIUNTO DELLA SANITÀ  
 
Firenze, 6 febbraio 2014 - "Voglio prima di tutto ringraziare tutti i 50.000 lavoratori della sanità toscana, ai quali nell´ultimo anno e mezzo è stato chiesto un grande sforzo per far fronte alla crisi economica che in quel periodo ci ha investiti. Grazie ad un lavoro attento di razionalizzazione sembra che il peggio sia passato, ma è stato un processo non indolore, che ha portato una tensione organizzativa complessiva sul personale". Si è aperto con questo sentito ringraziamento ai lavoratori della sanità l´incontro che l´assessore al diritto alla salute Luigi Marroni ha avuto stamani, nell´Aula Magna del Meyer, con tutti gli operatori dell´ospedale pediatrico e il direttore dell´Aou Meyer Tommaso Langiano. L´assessore si è soffermato a lungo proprio sull´importanza della valorizzazione del personale: "È necessaria una grande attenzione allo sviluppo delle risorse umane – ha spiegato – Il valore aggiunto della sanità è dato dalle persone che ci lavorano e per questo è importante garantire loro opportunità di crescita, promuovendone le competenze e investendo non solo sulle carriere di tipo gerarchico, ma anche su quelle professionali". Rivolgendosi agli operatori dell´ospedale pediatrico, l´assessore ha aggiunto: "Avete fatto un ottimo lavoro con la nuova struttura che oggi ospita il Meyer e siete già in una fase espansiva, con l´acquisizione della nuova sede di via Cosimo Il Vecchio, che ospiterà le attività non assistenziali. Adesso possiamo dunque pensare al consolidamento e all´ulteriore miglioramento degli ottimi risultati raggiunti, continuando sulla strada dello sviluppo della qualità, dell´assistenza e della ricerca". "L´assessore ci esorta ad essere ambiziosi, senza accontentarci dei lusinghieri risultati raggiunti, che hanno fatto del Meyer il primo ospedale pediatrico italiano per complessità dei casi trattati – ha aggiunto il direttore generale dell´Aou Meyer, Tommaso Langiano - Questo è lo stimolo di cui avevamo bisogno in un momento propulsivo come questo, in cui ci troviamo ad investire sul futuro dell´ospedale con il prossimo ampliamento".  
   
   
LINFOMI NON-HODGKIN: AIFA ACCOGLIE LA RICHIESTA DELLA FIL E CONCEDE L’IMPIEGO DI BENDAMUSTINA IN PRIMA LINEA  
 
Milano, 6 febbraio 2014 – Fa registrare in Italia oltre 10.000 nuove diagnosi all’anno e costituisce il tumore ematologico più diffuso. È’ il linfoma non-Hodgkin, la cui incidenza è andata crescendo negli ultimi 30 anni, soprattutto tra i soggetti in età avanzata. Per poterlo combattere, oggi abbiamo un’arma in più. Dal 30 gennaio, con pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha notificato la possibilità di impiegare bendamustina per il trattamento di prima linea dei linfomi non-Hodgkin indolenti (che rappresentano il 50% dei linfomi non-Hodgkin) e mantellari, in quest’ultimo caso nei pazienti di età uguale o superiore ai 65 anni. All’origine della decisione di Aifa, la richiesta di ampliamento delle indicazioni del farmaco avanzata nel marzo 2012 dalla Fondazione Italiana Linfomi (Fil), in accordo con la Legge 648/96, e i dati incoraggianti emersi da uno studio pubblicato quest’anno sulla prestigiosa rivista The Lancet[1] che evidenziava, nei pazienti trattati con bendamustina e rituximab, un significativo aumento della sopravvivenza, ridotti effetti collaterali e assenza di alopecia. Bendamustina - un agente anti-neoplastico contraddistinto da un doppio meccanismo d’azione, antimetabolita e alchilante - poteva finora essere impiegato nel trattamento dei linfomi non-Hodgkin indolenti solo nelle linee successive alla prima, in monoterapia o in associazione, nei pazienti ricaduti dopo terapia standard con Chop-r (ciclofosfamide, doxorubicina, vincristina, prednisone più rituximab). “Le evidenze cliniche disponibili a marzo 2012 evidenziavano già che l’associazione bendamustina-rituximab (B-r) poteva rappresentare un’importante opzione di trattamento di prima linea per tutti i pazienti con linfomi indolenti e mantellari”, spiega Pier Luigi Zinzani, Presidente Fondazione Italiana Linfomi (Fil) e Professore Associato presso l´Istituto di Ematologia e Oncologia Medica L. E A. Seràgnoli dell’Università di Bologna. “Successivamente, i risultati dell’ampio studio pubblicato su Lancet hanno dimostrato che la combinazione bendamustina e rituximab, nei pazienti con linfoma non-Hodgkin indolente e mantellare, raddoppia la sopravvivenza libera da progressione di malattia, rispetto al trattamento standard Chop-r, indipendentemente dall’età. Il regime terapeutico con B-r ha inoltre determinato una percentuale di risposta completa superiore a quella ottenuta da Chop-r”. I farmaci chemioterapici impiegati per contrastare i tumori del sangue sono spesso aggressivi e potenzialmente tossici per l’organismo, con pesanti effetti collaterali soprattutto nei soggetti più fragili, come gli anziani. Per offrire una speranza di cura anche ai pazienti che non risultano candidabili o non rispondono ai trattamenti tradizionali, è dunque fondamentale poter disporre di terapie efficaci e, al tempo stesso, ben tollerate, anchein presenza di età avanzata e comorbidità. “Sotto il profilo della tollerabilità- commenta Pier Luigi Zinzani - il trattamento con bendamustina e rituximab ha fatto rilevare, rispetto a Chop-r, l’assenza di cardiotossicità, minori eventi avversi sia di natura ematologica, come la neutropenia, sia non ematologici, come le infezioni, le neuropatie periferiche, nausea e alopecia. La perdita di capelli, in particolare, è un effetto collaterale comunemente associato alla terapia con Chop-r ma non ha riguardato nessuno dei pazienti trattati con B-r. I risultati dello studio europeo pubblicato su Lancet sembrano infine confermati anche dallo studio americano Stil Nhl 1-2003[2], i cui risultati preliminari sono stati presentati al congresso internazionale della Società Americana di Ematologia (Ash), a Dicembre 2012. I dati oggi disponibili – prosegue il professor Zinzani – dimostrano chiaramente che la terapia con bendamustina e rituximab determina vantaggi in termini di efficacia e minore tossicità rispetto a Chop-r, il trattamento fino ad oggi considerato di riferimento per i pazienti con linfomi non-Hodgkin indolenti”. La comunità onco-ematologica avvertiva la necessità di terapie alternativeai regimi chemioterapici esistenti, spesso accompagnati da eventi avversi a carico dell’organismo”, conclude il professor Zinzani.la Fondazione Italiana Linfomi ripone molte aspettative in bendamustina e ha inserito il farmaco in diversi studi che sta conducendo nell’ambito dei linfomi non-Hodgkin indolenti e mantellari, con risultati molto promettenti. Il riconoscimento dei vantaggi di bendamustina da parte delle Autorità Regolatorie si traduce oggi nella possibilità di utilizzare il chemioterapico anche in prima linea, offrendo vantaggi tangibili ai pazienti che ogni giorno combattono queste gravi malattie ematologiche”.  
   
   
ALLARME INQUINAMENTO. LE ISTITUZIONI DEVONO PASSARE SUBITO AI FATTI. CAMBIARE STILE DI VITA È UN’URGENZA È QUESTO L’APPELLO DIRAMATO NEL CORSO DELLA TAVOLA ROTONDA “TROMBOSI... NELL’ARIA” DALLA COMUNITÀ SCIENTIFICA INTERNAZIONALE RIUNITA A MILANO  
 
 Milano 6 Febbraio 2014 - L’inquinamento causa oltre tre milioni di morti ogni anno. Malattie respiratorie, ma non solo: trombosi, infarto, ictus ed embolia polmonare sono solo alcune delle malattie cardiovascolari causate dallo smog. Tutti siamo a rischio, ma in particolare anziani e bambini. Un problema che ci tocca da vicino: nella classifica le aree più inquinate d’Europa la Lombardia ha un triste primato, con una riduzione dell’aspettativa di vita di 2-3 anni rispetto alla media Milano risulta, al pari di Torino, la capitale dello smog in Italia. «Il lavoro di Alt è fondamentale perché informa sui sintomi della trombosi in modo che tutti possano conoscerli ed evitarli, promuove iniziative a sostegno di chi è sano, di chi ha avuto un incontro ravvicinato con la trombosi e da oggi anche di chi assiste le persone in terapia anticoagulante con il nuovo strumento del forum “Mi curo di te. Senza mai dimenticare il sostegno alla ricerca» ha spiegato la presidente di Alt Lidia Rota Vender introducendo la tavola rotonda. «Questa iniziativa vuole essere un punto di partenza per incentivare la sensibilità della cittadinanza e l’intervento delle istituzioni sullo stato di salute dell’ambiente e, di conseguenza, delle persone». Medici e specialisti si sono confrontati nel corso della tavola rotonda, moderata da Nicoletta Carbone di Radio24 “Trombosi... Nell’aria”, organizzata dall’Associazione per la Lotta alla Trombosi (Alt) partendo dai dati allarmanti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. «Su 53 milioni di morti in tutto il pianeta, 3,3 milioni sono causati dall’inquinamento dell’aria nell’ambiente esterno e la prima causa scatenante l’infarto acuto è proprio lo smog – ha spiegato il professor Pier Mannuccio Mannucci, direttore scientifico della Fondazione Ca´ Granda Policlinico di Milano -. Per contrastare questi numeri non ci sono ricette particolari, bisogna ridurre il traffico e considerare il ruolo non trascurabile dell’inquinamento nelle case». Niente nel nostro organismo sembra essere immune dagli effetti devastanti delle polveri sottili: «L’aumento dello smog si traduce in aumento dei casi di asma bronchiale, di bronchioliti del bambino, delle polmoniti, ma anche di tumori, in particolari di carcinomi polmonari», ha sottolineato Sergio Harari, direttore dell’Unità Operativa di Pneumologia e direttore del Dipartimento di Scienze Mediche dell´Ospedale San Giuseppe di Milano. Lo smog è responsabile anche dell’ictus, con una relazione che solo negli ultimi tempi è stata accertata dai ricercatori: «Tra gli inquinanti certamente responsabili ci sono le polveri ultrasottili generate dai tubi di scappamento delle auto – ha spiegato Paola Santalucia, neurologa e vicepresidente Alt - È proprio la loro capacità di depositarsi a livello polmonare e di provocare uno stato infiammatorio che provoca un aumento di ictus di tipo ischemico. Alle istituzioni, sia locali sia nazionali, gli scienziati lanciano un appello perché si intervenga al più presto nel migliorare le condizioni ambientali in cui viviamo, a cominciare dalla riduzione del traffico. Anche i cittadini possono fare molto, cambiando il loro stile di vita, come da tempo sostengono i “Genitori Anti Smog” di Milano, che promuovono iniziative sul territorio per sensibilizzare le istituzioni ma anche le famiglie. Un ruolo di grande responsabilità lo riveste l’Europa: «All’unione Europea la comunità scientifica e le associazioni chiedono una politica più decisa e aggressiva per contrastare l’inquinamento dell’aria, che produce un grave danno di salute e in termini economici – sottolinea Roberto Bertollini, direttore del Programma per la salute e l’ambiente dell’Oms presso l’Unione europea -. La presidenza di turno italiana deve essere l’occasione per fissare efficaci strategie di lotta all’inquinamento». Fondamentale l’impegno di Alt nella ricerca, con il sostegno del progetto italiano per lo studio dell’Ictus cerebrale nei giovani e del progetto per la valutazione del rischio trombotico nei bambini italiani obesi con un contributo economico di oltre 38mila euro. Allo stesso tempo Alt pensa alle necessità delle persone che devono convivere con la trombosi e ai loro familiari. Molti di loro hanno voluto testimoniare in prima persona paure e bisogni: «La mia salute mi ha portato a diventare un appassionato di medicina: un paziente spesso non si limita a ciò che dice il medico, sente il bisogno di documentarsi, informarsi, sentirsi rassicurato – racconta Antonio -. Sapere che esistono dei siti come quello di Alt di cui potersi fidare aiuta a superare la malattia e a conviverci con positività». La rete è anche uno strumento efficace per stare vicino alle persone, come dimostra il forum “Mi curo di te”, realizzato in collaborazione con l’agenzia Mosaicoon presentato in anteprima nel corso della tavola rotonda. Una piazza dove potersi confrontare: «Quello che mi ha fatto più paura quando ho scoperto di avere un episodio di trombosi è stata di essere sola – confessa una signora -. Non sapevo a chi rivolgermi, che cosa fare, e ancora oggi ho sempre paura di non sapere abbastanza». Parlarne e confrontarsi è sicuramente la via migliore per non sentirsi soli. Il prossimo appuntamento è per mercoledì 16 aprile, in occasione della Terza Giornata per la Lotta alla Trombosi. Di fianco ad Alt la Gazzetta dello Sport e il Csi, Centro Sportivo Italiano. “La partita che non possiamo permetterci di perdere – ha detto il presidente del Csi Massimo Achini - è quella di migliorare, attraverso lo sport, la salute dei cittadini, in particolare quella dei giovani”. “Per fare questo – ha ribattuto Daniele Redaelli della Gazzetta dello Sport - è fondamentale che lo sport, così come l´educazione ad un corretto stili di vita, diventi un "fatto culturale". Non una pratica sporadica ma un atto volontario continuativo”. Per scaricare il libro Aria da Morire scritto da Pier Mannuccio Mannucci e Margherita Fronte ecco il link http://www.Siapav.it/riservata_n/news/21_1.pdf    
   
   
SOCHI 2014: SERRACCHIANI, GLI AUGURI DEL FVG AGLI ATLETI OLIMPICI  
 
Trieste, 6 febbraio 2014 - "Agli atleti del Friuli Venezia Giulia che fanno parte della squadra olimpica italiana di Sochi 2014 i miei auguri più sentiti e sinceri; seguirò le loro imprese, come credo faranno molti in tutta la nostra regione. Sono certa che si faranno onore, tenendo vivi gli ideali sportivi del nostro Paese". Lo ha dichiarato la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, alla vigilia dei prossimi Giochi olimpici invernali, in cui saranno impegnati nella difesa dei colori dell´Italia 113 atleti, di cui 7 provenienti dalla nostra regione. Assieme al fondista Giorgio di Centa, già medaglia d´oro a Torino 2006 nella 50 km tl e nella staffetta, rappresenteranno il Friuli Venezia Giulia a Sochi 2014 Marina Piller (fondo), Sebastian Colloredo (salto), Alessandro Pittin (combinata), Giuseppe Michielli (combinata), Giacomo Matiz (freestyle) e Corinna Boccaccini (snowboard). Tutti atleti del Friuli Venezia Giulia che hanno già dato prova di saper conquistare piazzamenti e medaglie in gare importanti nel corso della loro carriera agonistica (tra gli altri, Pittin ha portato a casa un bronzo da Vancouver 2010 e Matiz è considerato tra i più forti atleti italiani del freestyle, specialità gobbe), anche se nessuno ha ancora raggiunto l´eccellenza di Giorgio Di Centa, tre medaglie olimpiche in quadro edizioni dei Giochi e portabandiera dell´Italia a Vancouver 2010, nella scia della grande tradizione friulana del fondo accanto a Gabriella Paruzzi e Manuela Di Centa, e, più indietro negli anni, Ildegarda Taffra e Fides Romanin, quest´ultima portabandiera dell´Italia a Oslo 1952. "A tutti i nostri campioni, a chi si impegna ed onora il nostro Paese e la nostra terra - conclude la presidente della Regione - rinnovo l´augurio ed il saluto a nome di tutto il Friuli Venezia Giulia e del suo grande movimento sportivo".