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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 06 Febbraio 2014
ENERGIA: TREDICI COMUNI DEL FVG BENEFICERANNO DI ALTERENERGY  
 
Udine, 6 febbraio 2014 - "Il Progetto Alterenergy produrrà effetti positivi anche attraverso le attività formative che saranno avviate nel mese di marzo con la consulenza della Regione". Lo ha annunciato l´assessore all´Ambiente del Friuli Venezia Giulia, Sara Vito, in merito al 5. Meeting dei Paesi e delle Regioni adriatiche aderenti all´iniziativa comunitaria, conclusosi nella mattinata di oggi nella sala della Contadinanza del Castello di Udine. Nel corso dei lavori odierni, ai quali hanno partecipato i rappresentanti dei quaranta soggetti partner di Alternergy, assieme alle Regioni italiane affacciate lungo la riviera adriatica anche i Ministeri degli Stati aderenti al Progetto della Ue, è infatti stato ricordato che a partire dal mese di marzo saranno avviate azioni formative, sempre inerenti il risparmio energetico e le energie rinnovabili, in tredici Comuni del Friuli Venezia Giulia. Che sono: Forni di Sopra, Verzegnis, Amaro, Cavazzo Carnico, Palmanova, Fagagna, Rive d´Arcano, Muzzana del Turgnano, Pozzuolo del Friuli, Nimis, Chiopris Viscone, Savogna e Majano. Queste amministrazioni comunali hanno già firmato un protocollo d´intesa con la Regione, relativo al progetto Alterenergy. In tali Comuni saranno attuate azioni formative relative alle fonti rinnovabili, e inerenti, tra l´altro, gli aspetti legislativi, economici e tecnologici, nonché la gestione e la manutenzione di impianti per energie rinnovabili, il conto termico, il finanziamento delle fonti rinnovabili. La seconda giornata del meeting di Alterenergy, che era curato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, ha permesso ai partecipanti di approfondire le attività che potranno favorire, nell´area adriatica, l´internazionalizzazione delle imprese del settore energetico. Infatti, per verificare le potenzialità dei mercati nei Paesi collegati dalla rete di partenariato, ciascuno dei soggetti di Alterenergy selezionerà presto un gruppo di imprese del proprio territorio, coinvolgendo le rispettive associazioni di categoria.  
   
   
REGGIO CALABRIA - INCENTIVI PER L´EFFICIENTAMENTO ENERGETICO  
 
Reggio Calabria, 6 febbraio 2014 - Il Ministero dello Sviluppo Economico con Decreto ministeriale 5 dicembre 2013 ha predisposto un bando per il finanziamento di programmi integrati d´investimento finalizzati alla riduzione ed alla razionalizzazione dell’uso dell´energia primaria utilizzata nei cicli di lavorazione e/o erogazione dei servizi svolti all´interno di unità produttive esistenti e localizzate in una delle Regioni dell’Obiettivo Convergenza (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia). I programmi d´investimento ammissibili dovranno prevedere il cambiamento fondamentale del processo di produzione tale da ottenere – a parità di capacità produttiva nominale – un risparmio energetico pari ad almeno il 10% rispetto ai consumi di energia primaria. Il valore degli investimenti non dovrà essere inferiore ad euro 30.000,00 e non superiore ad euro 3.000.000,00. L’incentivo consiste nella concessione di un finanziamento agevolato, senza interessi, da restituire in un periodo della durata massima di 10 anni, per una percentuale nominale delle spese ammissibili complessive pari al 75 per cento del valore degli investimenti. L´iniziativa è realizzata nell´ambito del Programma Operativo Interregionale Energie Rinnovabili e Risparmio Energetico Fesr 2007/13 e le risorse finanziarie disponibili per la concessione degli aiuti sono pari a euro 100.000.000,00. Con successivo decreto del Direttore generale per l’incentivazione alle attività imprenditoriali saranno indicati il termine di apertura e le modalità per la presentazione delle domande di agevolazione, nonché le condizioni, i punteggi e le soglie minime per la valutazione delle domande stesse. Per maggiori informazioni, consultare la sezione Contributi e finanziamenti nazionali del sito di In.form.a. Al seguente indirizzo: http://www.Informa.calabria.it/p42a708c562s560/contributi-e-finanziamenti-del-ministero-dello-sviluppo-economico-per-le-imprese-.htm  oppure rivolgersi all´Azienda Speciale della Camera di Commerci In.form.a., tel. 0965384202.  
   
   
AVELLINO INVESTIRE IN SICUREZZA CONVIENE BANDO ISI E MODELLO OT 24: PER LE IMPRESE IRPINE 2 OPPORTUNITA’ PER RIDURRE IL RISCHIO INFORTUNI  
 
 Avellino, 6 febbraio 2014 - “Non sprecate queste opportunità che puntano fortemente a contrastare gli infortuni sul lavoro”. E’ l’invito che Grazia Memmolo, direttore dell’Inail di Avellino, rivolge alla platea di imprese e tecnici presenti mercoledì 5 febbraio al convegno su “Finanziamenti alle imprese e Ot 24: due strumenti per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori”. Organizzato dal Centro per la Formazione e la Sicurezza in Edilizia della provincia di Avellino in collaborazione con l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro del capoluogo irpino, l’incontro ha rappresentato un importante momento di approfondimento sul bando Isi 2013 ed il modello Ot 24: interventi, concepiti dall’Inail, che in sostanza hanno l’obiettivo di ridurre l’esposizione al rischio. Un appello, quello di Memmolo che in più ricorda come sia un danno risparmiare in sicurezza, raccolto e sposato in pieno da Michele Di Giacomo, presidente dell’Ente bilaterale irpino. “Lo spirito delle azioni messe in piedi – dice – va nella direzione di incentivare le nostre aziende in regola ad investire sul fronte della prevenzione antinfortunistica”. “E noi come Cfs – prosegue – vogliamo stare vicino alle imprese per rafforzare i livelli di sicurezza”. Di Giacomo ricorda anche la partnership con l’Inail. “Un dialogo – evidenzia – non nuovo e che si è concretizzato più volte nel corso degli anni. Un ultimo esempio è la campagna, per contrastare l’insorgere di malattie professionali legate al rumore, che abbiamo condotto, attraverso un’indagine strumentale nei cantieri territoriali, insieme all’Inail ed all’Asl di Avellino”. Sul bando Isi, si sofferma Mennato Magnolia, vicepresidente del Cfs. “Uno strumento che può, senza dubbio, risultare strategico perché, fra le sue azioni, va a finanziare l’acquisto di macchinari nuovi che possono, dunque, ridurre il livello di pericolosità nelle aziende”. “Si tratta di un’occasione da non perdere” rimarca Giuseppe Scognamillo, presidente dell’Ance di Avellino, che analizza l’universo imprenditoriale dell’edilizia irpina. “In un periodo di crisi economica, a cui si aggiunge anche l’enorme difficoltà dell’accesso al credito - spiega il numero uno dell’Associazione provinciale dei costruttori – disporre di questi strumenti , vuol dire dare alle nostre realtà produttive la possibilità di operare in sicurezza. E ciò risulta un aspetto fondamentale”. Anche Emidio Silenzi, direttore regionale dell’Inail Campania, si associa all’appello ad utilizzare gli interventi funzionali a combattere gli incidenti sui luoghi di lavoro. Da cui, tra le altre cose, si ottengono, come nel caso del modello Ot 24, dei benefici economici considerata la possibilità di fruire di una premialità assicurativa se l’impresa comprova, attraverso una specifica documentazione, di aver effettuato iniziative concrete ed investimenti per il miglioramento delle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro, in aggiunta a quelli minimi previsti dalla normativa di settore. “In Campania – sottolinea Silenzi – sono stati spesi, tra il 2010 ed il 2012, circa due milioni di euro per la cultura della prevenzione, ottenendo risvolti positivi sul fronte della riduzione infortuni”. E sul ‘click day’, procedura Inail con cui le aziende possono concorrere (mediante l’invio telematico delle domande) al finanziamento stanziato dal bando Isi, il direttore dell’Ente regionale promette: “Mi farò carico di tutte le istanze provenienti dalle imprese irpine che soffrono un gap nelle infrastrutture immateriali, portando queste esigenze all’attenzione della direzione regionale”. Al tavolo istituzionale, è seguita poi una sessione tecnica con le relazioni di Rizieri Buonopane (sede Inail di Avellino) su “La compilazione del modello Ot 24”. Sergio Parrella (avvocatura Inail) illustrerà, invece, gli aspetti giuridici dell’oscillazione del tasso. Mentre a Rossella Continisio della Contarp (Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione) – Direzione Regionale Inail Campania, il compito di spiegare il bando Isi 2013 e gli incentivi correlati per gli investimenti nella sicurezza. Momento servito per spiegare identità, mission, caratteristiche ed azioni dei due strumenti agevolativi.  
   
   
RIPRISTINA STORIA E RISPARMIARE ENERGIAUNA NUOVA FINESTRA DI ZECCA CON SOTTILE STRATO DI VETRO COMBINA L´EFFICIENZA ENERGETICA CON L´ESTETICA DI UNA FINESTRA BAROCCA.  
 
Milano, 6 febbraio 2014 - Restauro di edifici storici e di risparmio energetico, allo stesso tempo è ormai una realtà. Passive esperto finestra di casa Franz Freundorfer ha sviluppato il calore risparmio per il Waaghaus di Bolzano, un edificio del 13 ° secolo. La combinazione di nuove tecnologie e antiche tradizioni gli scienziati vogliono colmare il divario tra la conservazione di edifici storici e di miglioramento dell´efficienza energetica. Anche la Palazzina della Viola costruito a Bologna nel 1497 è stato dato un make-over. Preservare materiale originale delicato aveva limitato il risparmio energetico, ma anche se i carichi di riscaldamento e raffreddamento sono stati ridotti rispettivamente del 12% e del 30%. Anche le condizioni climatiche interne sono state migliorate per ottenere comfort e opere d´arte le condizioni di conservazione. Oggi l´edificio è la sede del Dipartimento di scambio internazionale dell´Università di servire 7.000 studenti ogni anno. Passiva esperto finestra di casa Franz Freundorfer sviluppato il calore-saver con ricercatori ed esperti del progetto 3encult per la Waaghaus di Bolzano, un edificio . Del 13 ° secolo Guarda il video su: http://www.Youris.com/energy/energytv/restore-history-and-save-energy.kl#ixzz2rmvAjy9x    
   
   
EDILIZIA SOCIALE E SALVAGUARDIA DEL TERRITORIO: L´ESPERIENZA DEL TRENTINO ALLE NAZIONI UNITE  
 
Trento, 6 febbraio 2014 - Il Trentino è stato invitato dalla Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite alla due giorni di confronto internazionale sulle nuove sfide delle politiche per l’edilizia sociale che si è aperta ieri a Ginevra. La conferenza offre l’occasione per analizzare buone pratiche e soluzioni innovative su come coniugare la crescita del patrimonio immobiliare vocato al Social Housing e la salvaguardia ed il rispetto dell’ambiente. Innanzitutto attraverso il recupero del patrimonio già esistente e attraverso la valorizzazione di tecnologie e materiali ecosostenibili, a partire dal legno. Alla conferenza di Ginevra il Trentino porta la propria esperienza territoriale e presenta insieme al Quebèc il comune progetto a sostegno dell’innovazione tecnologica e produttiva nel campo dell’edilizia sociale in legno. Esperti e addetti ai lavori provenienti da quattro continenti (Europa, Africa, America e Oceania) e da oltre 15 paesi – tra i quali Russia, Svezia, Canada e Italia – sono chiamati a confrontarsi su un tema strategico e di nevralgica attualità per qualsiasi comunità territoriale ed urbana: il futuro del social housing. E’ quanto avviene in occasione della conferenza internazionale "Il futuro del social housing: ambiente e cambiamenti sociali; quale strada da perseguire?", che si tiene presso il Palazzo delle Nazioni a Ginevra in questi giorni. La conferenza è organizzata dalla Commissione economica delle Nazioni Unite e dal Programma di Insediamento umano per l’Europa dell’istituzione multilaterale in partnership con la Federazione europea del social housing di tipo pubblico e cooperativo. In uno scenario di vorticosa accelerazione della domanda di alloggi pubblici registrata negli ultimi anni, anche a causa della crisi internazionale, l’esigenza comune per chi si occupa di edilizia sociale è quella di introdurre nuovi approcci in grado di coniugare l’obiettivo di aumentare il numero di abitazioni a canone moderato per cittadini in difficoltà e, dall’altro, quello di innalzare l’impegno per la salvaguardia ambientale e paesaggistica dei propri ambiti territoriali. Tra le soluzioni che trovano maggiore attenzione e consenso, perché in grado di integrare i paramentri della sostenibilità sociale, economica ed ambientale, vi è quella della valorizzazione del patrimonio esistente e della riqualificazione energetica con l’impiego di materiali “green” ed ecosostenibili. E’ in questo ambito che Provincia autonoma di Trento e Itea (presenti alla conferenza con Raffaele Farella, dirigente per la promozione e l’internazionalizzazione e con la consigliera di Itea Michela Chiogna) sono state chiamate a illustrare la propria esperienza territoriale e i principali progetti di riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente e di valorizzazione del legno nell’edilizia di ultima generazione vocata al risparmio energetico e alla salvaguardia ambientale. Un particolare focus è dedicato - su esplicita richiesta degli organizzatori delle Nazioni Unite - al progetto di cooperazione tra la Provincia autonoma di Trento e la Provincia Canadese del Quebec ed i rispettivi enti di edilizia sociale Itea e Social Housing Quebèc (che hanno sottoscritto nel 2012 uno specifico accordo), volto a condividere la conoscenza e l’esperienza dei due territori e delle due società in ambito tecnico, in particolare per quanto riguarda la costruzione di abitazioni a struttura in legno. L’iniziativa prevede la realizzazione di quattro edifici (due a Gardolo e due nel quartiere Cité Verte nella città di Québec) destinati al canone moderato. Essi avranno identiche caratteristiche strutturali e saranno realizzati a “coppie gemelle” (due edifici costruiti con pannelli in legno lamellare incrociato e due con un´ossatura di legno leggero di tipo piattaforma) al fine di comparare le performance energetiche, acustiche e strutturale delle tecnologie adottate. La realizzazione degli edifici e la comparazione delle loro prestazioni è monitorata da un gruppo di lavoro congiunto che vede coinvolti i rappresentanti degli enti di ricerca specializzati nel settore: Università di Trento, Cnr-ivalsa, Arca, Habitech-dttn, Università di Laval del Québec, Fpinnovation Forintek. L’opportunità è quella di soluzioni tecnologiche innovative e congiunte da valorizzare anche in un’ottica di mercato.  
   
   
CORTE DI GIUSTIZIA DELL’UNIONE EUROPEA: UN’IMPOSTA CHE SVANTAGGIA LE IMPRESE COLLEGATE, NELL’AMBITO DI UN GRUPPO, A SOCIETÀ STABILITE IN UN ALTRO STATO MEMBRO COSTITUISCE UNA DISCRIMINAZIONE INDIRETTA FONDATA SULLA SEDE DELLE SOCIETÀ  
 
Lussemburgo, 5 febbraio 2014 - Ciò potrebbe verificarsi nel caso dell’imposta ungherese sul fatturato del commercio al dettaglio dovuta dall’insieme delle imprese collegate sulla base del fatturato complessivo realizzato Ai sensi della normativa ungherese relativa all’imposta sul fatturato del commercio al dettaglio, i contribuenti che, nell’ambito di un gruppo di società, costituiscono imprese collegate devono sommare i singoli fatturati realizzati per poi applicare un’aliquota impositiva fortemente progressiva, ripartendo quindi l’importo dell’imposta così determinato in base al prorata dei rispettivi fatturati effettivi. La Hervis gestisce in Ungheria negozi di articoli sportivi e appartiene ad un gruppo di imprese la cui società madre (la Spar Österreichische Warenhandels Ag) è stabilita in un altro Stato membro. Per effetto della normativa ungherese, la Hervis è tenuta a versare una frazione dell’imposta straordinaria dovuta dall’insieme delle imprese del gruppo. L’applicazione di tale normativa produce tuttavia l’effetto di assoggettare la Hervis ad un’aliquota media di imposizione nettamente superiore a quella che le si applicherebbe qualora venisse preso in considerazione unicamente il fatturato realizzato dai propri negozi. La sua domanda di sgravio dell’imposta straordinaria è stata respinta dall’amministrazione finanziaria, ragion per cui la Hervis ha avviato un’azione giudiziaria in Ungheria. Il giudice nazionale chiede alla Corte di giustizia se la normativa ungherese sull’imposta straordinaria sia compatibile con i principi di libertà di stabilimento e di parità di trattamento, tenuto conto che essa produce effetti potenzialmente discriminatori nei confronti dei contribuenti «collegati», nell’ambito di un gruppo, a società stabilite in un altro Stato membro. Con la sentenza odierna, la Corte rileva che la normativa ungherese sull’imposta straordinaria distingue i contribuenti in funzione della loro appartenenza o meno ad un gruppo di società. Pur non stabilendo alcuna discriminazione diretta (in quanto l’imposta straordinaria viene applicata in condizioni identiche per tutte le società esercenti, in Ungheria, attività di commercio al dettaglio), tale criterio di distinzione produce l’effetto di svantaggiare le imprese collegate rispetto alle imprese non appartenenti ad un gruppo di società. A tal riguardo, la Corte osserva che, da un lato, l’aliquota dell’imposta straordinaria è fortemente progressiva, particolarmente nel suo scaglione superiore. Dall’altro, l’imposta straordinaria viene calcolata, per le imprese collegate, sulla base del fatturato consolidato di gruppo, laddove, nel caso di una persona giuridica non appartenente ad un gruppo (come nel caso di un’impresa autonoma in franchising), la base imponibile si limita al fatturato del contribuente singolarmente considerato. La Corte ritiene che l’applicazione di tale sistema di aliquote fortemente progressive ad una base imponibile consolidata di fatturato rischi di operare a detrimento delle imprese collegate, nell’ambito di un gruppo, a società stabilite in un altro Stato membro. La Corte invita il giudice nazionale a verificare se ciò si verifichi sul mercato ungherese. In caso affermativo, spetterà al giudice nazionale dichiarare che la normativa ungherese produce una discriminazione indiretta fondata sulla sede delle società, discriminazione non giustificata da motivi imperativi di interesse generale.  
   
   
FRONTALIERI, MARONI: NOSTRI LAVORATORI NON SONO RATTI  
 
Milano, 6 febbraio 2014 - "Abbiamo ottimi rapporti di buon vicinato con il Cantone Ticino, ma gli Svizzeri non possono considerare i lavoratori lombardi come dei topi. Sono lavoratori che operano oltre confine, hanno una dignità che va rispettata. Si tratta di persone che svolgono la loro professione, rendendo un servizio alla società ticinese. Senza questi lavoratori, di là, non so cosa potrebbe accadere". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia in un passaggio del suo intervento all´assemblea dell´Alleanza delle cooperative italiane - Lombardia, facendo riferimento alla questione dei frontalieri in relazione al referendum federale del 9 febbraio, con cui l´elettorato svizzero sarà chiamato a votare sull´iniziativa che vuole rinegoziare i trattati con l´Unione europea per la libera circolazione delle persone. Vogliamo Chiarezza Da Lugano E Da Roma - "In casa propria - ha spiegato Maroni - ciascuno è libero di decidere come meglio crede, ma i nostri lavoratori hanno una dignità, che va rispettata. Noi li sosteniamo, come sosteniamo le nostre imprese, creando le condizioni affinché scelgano di restare in Lombardia invece di delocalizzare altrove. Vogliamo un rapporto di leale collaborazione fra Istituzioni, altrimenti ognuno seguirà la propria strada e prenderà le proprie decisioni. Noi siamo determinati a far valere le nostre ragioni, sia con gli amici ticinesi sia con il Governo di Roma". Governo Ci Coinvolga Su Ristorni - In relazione al Governo nazionale, il presidente ha fatto presente che Palazzo Chigi, "non può pensare di mettere mano agli accordi di carattere finanziario sui ristorni della Svizzera verso i Comuni lombardi senza coinvolgere la Regione Lombardia. Oggi e domani sarò a Roma, incontrerò diversi esponenti dell´Esecutivo, fra i quali il ministro Saccomanni, al quale dirò esattamente questo". "Fa bene ad andare a Berna a trattare - ha osservato - ma siccome questo accordo ha un impatto diretto sulla nostra regione, sui Comuni frontalieri e sui cittadini lombardi che lavorano in Svizzera, prima di prendere le decisioni deve coinvolgere anche la Regione Lombardia".  
   
   
GIORNATA DEL LAVORO AGILE: GIÀ RAGGIUNTE CENTO ADESIONI IL 6 FEBBRAIO A MILANO SARÀ POSSIBILE LAVORARE IN LUOGHI DIVERSI DALL´UFFICIO.  
 
Milano, 6 febbraio 2014 – Il 6 febbraio a Milano è in programma la Giornata del Lavoro Agile, che offre la possibilità di conciliare al meglio i tempi vita-lavoro. Il ‘lavoro agile’, infatti, non richiede una postazione fissa in ufficio ma consente di lavorare ovunque, da casa, dal bar, dal parco, dalla palestra o da una postazione in coworking. È il primo esperimento di questo tipo a livello nazionale, proprio mentre una proposta di legge è stata presentata in Parlamento. Gli obiettivi: organizzare in modo più elastico il proprio tempo e, contemporaneamente, contribuire alla riduzione del traffico e delle emissioni inquinanti grazie all’eliminazione degli spostamenti casa-ufficio. “Milano diventa il modello per una sperimentazione nazionale – ha dichiarato l’assessora al Benessere, Tempo libero e Qualità della vita Chiara Bisconti - . Il successo è straordinario, le adesioni sono già cento e potrebbero aumentare nelle prossime ore: dalle grandi multinazionali agli studi professionali, dalle cooperative alle piccole imprese di servizi”. “Un successo – ha spiegato Bisconti - che dimostra quanto, già nella pratica, tutti i giorni, migliaia di persone sperimentino su se stesse formule flessibili diverse. Lo vediamo nella crescita di fenomeni come il coworking o nei tanti locali pubblici in cui ci si ritrova anche per lavorare, diventando così vere e proprie appendici di casa o dell’ufficio. Il lavoro agile migliora la qualità della vita delle persone, aumenta la soddisfazione personale, la produttività, il tempo libero e, parallelamente, semplifica la gestione aziendale, producendo effetti positivi per l’intera collettività come la riduzione del traffico. Stiamo portando questa sperimentazione nell’Amministrazione pubblica, e saranno circa 200 i lavoratori del Comune di Milano che domani lavoreranno da fuori ufficio”. Partners della ‘Giornata del Lavoro Agile’, sono anche Abi, Aidp, Anci Lombardia, Assolombarda, Cgil Milano, Cisl Milano Metropoli, Uil Milano e Lombardia, Sda Bocconi School of Management, Unione Confcommercio Milano Lodi Monza e Brianza, Valore D. La Giornata avrà una sua eco anche sui social network. Su Facebook e Twitter lavoratori e lavoratrici che hanno aderito sono stati invitati a condividere con l´hashtag #lavoroagile l’esperienza di una giornata fuori dall’ordinario che, in un futuro non lontano, potrebbe diventare prassi quotidiana.  
   
   
COOPERATIVE, MARONI: SOSTENIAMO IL LORO VALORE  
 
Milano, 6 febbraio 2014 - "La Lombardia riconosce e sostiene attivamente il valore della cooperazione". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, intervenuto all´Assemblea di alleanza delle cooperative italiane Lombardia nel corso della quale è stato firmato il ´Protocollo d´intesa per lo sviluppo della cooperazione sociale in Lombardia´. Il governatore, ricordando le dimensioni del fenomeno cooperativo in Lombardia ("un lombardo su 4 è socio di cooperative"), ha lodato l´iniziativa della neo costituita ´Alleanza´, definendola una "scelta coraggiosa" che ha creato una realtà forte di 4300 cooperative associate, con 124mila occupati e 12 miliardi di fatturato in settori chiave, come tra gli altri, quello agroalimentare, quello creditizio e il Welfare. Radicamento Sul Territorio - Questi dati, ha osservato Maroni, "ci mostrano l´importanza del mondo cooperativo e la sua centralità all´interno dell´economia della nostra regione. Le cooperative, funzionano perché sono profondamente radicate sul nostro territorio: ne comprendono le esigenze, mettendo al centro della loro attività le persone e i loro bisogni". Protocollo Strumento Concreto - Nell´illustrare i contenuti del documento sottoscritto oggi, il numero uno di Palazzo Lombardia, ha sottolineato come si tratti di un "atto concreto e una strumento incisivo" che aumenterà ulteriormente "il coinvolgimento delle cooperative nella nostra società, riconoscendo il loro ruolo sul territorio che si realizza attraverso l´inserimento lavorativo dei soggetti fragili, attraverso il loro coinvolgimento nelle procedure di affidamento di lavori, servizi e forniture e con la redazione di piani operativi contenenti obiettivi concreti e indicatori di risultato che ci permettano di monitorarne l´efficacia". Si tratta, ha aggiunto, "di una innovazione che testimonia come la Lombardia sia, ancora una volta, più avanti di altri nei processi di sviluppo economico". Tornare A Essere ´Locomotiva´ - Nella sua relazione, il presidente ha ricordato quanto il sostegno alle imprese sia stato al centro della sua attività fin dai primi giorni dopo l´insediamento. "In questi primi mesi - ha ricordato - abbiamo lavorato per far sì che la Lombardia tornasse ad essere locomotiva del Paese". Tanti gli interventi messi atto, da ´Credito adesso´ (270 milioni ancora disponibili per riattivare il circuito creditizio) a ´Credito in cassa´ (1 miliardo di euro per le aziende che vantano crediti nei confronti della pubblica amministrazione) e ancora all´azzeramento dell´Irap per le start-un innovative. La Novità Del Pdl Competitività - "La prossima settimana - ha continuato il presidente - il Consiglio regionale approverà il progetto di legge ´competitività´, un´importante provvedimento con quattro capisaldi: semplificazioni burocratiche, accesso al credito, agevolazioni sulle imposte, stanziamento di 20 milioni da parte della Regione. Ci sarà anche la sperimentazione - ha aggiunto - di una moneta complementare sul modello di quelle già in uso, con successo, in altri Paesi europei".  
   
   
CARROZZERIE LIGURIA: GRAZIE A LAVORO CONGIUNTO STALCIATO ARTICOLO 8 DEL DECRETO DESTINAZIONE ITALIA SU LIBERA SCELTA  
 
Genova, 6 febbraio 2014 - "Soddisfazione per lo stralcio dell´art. 8 del decreto destinazione Italia ad opera dei capigruppo di Palazzo Chigi che di fatto impediva la libera scelta del carrozziere in caso di guasto dell´automobile. A questo punto la Regione Liguria è disponibile a lavorare con gli artigiani e il Governo ad una riforma complessiva del settore". È stata espressa dall´assessore alla formazione e al bilancio della Regione Liguria, Pippo Rossetti dopo aver appreso la notizia dell´avvenuta eliminazione dell´emendamento. "La Regione – ha spiegato Rossetti – ha portato avanti una battaglia a tutela del consumatore e della libera concorrenza, attraverso l´approvazione di ordini del giorno che hanno impegnato la Giunta ad azioni condivise, anche con tutti i parlamentari liguri, per garantire ai cittadini di scegliere la propria officina di fiducia, senza essere costretti a farsi riparare la macchina dal carrozziere scelto dall´assicurazione". Rossetti si è detto disponibile a portare avanti, come Regione, una riforma complessiva del settore dopo che già nei mesi scorsi è stato promosso il primo progetto in Italia in materia di autocontrollo ambientale da parte delle carrozzerie liguri. "Quello che vogliamo – ha concluso l´assessore al bilancio – è consolidare il rapporto tra Regione Liguria e artigiani anche a tutela dei consumatori".  
   
   
SVILUPPO: PRESTO DUE NUOVI BANDI PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE CON IL ´CLICK DAY’, IL MECCANISMO INNOVATIVO SCELTO DALLA REGIONE LAZIO , TUTTO AVVERRÀ IN MODO TRASPARENTE  
 
Roma, 6 febbraio 2014 - Presentati i due nuovi bandi che saranno aperti a giorni per sostenere le piccole e medie imprese e la nascita di nuove attività. Con l’occasione è stato presentato anche il ´click day´, il meccanismo innovativo adottato dalla Regione per favorire la trasparenza e la partecipazione e che consiste nell’indicare nei bandi la data e l’ora precisa da cui sarà possibile inviare i moduli. Attraverso questo strumento tutti i partecipanti ai bandi avranno le stesse possibilità di accedere alle risorse. In cosa consistono i nuovi bandi? Aumentare la liquidità e stimolare gli investimenti produttivi delle piccole e medie imprese è l’obiettivo del primo bando, da 35 milioni di euro, che sarà attivo da lunedì 10 febbraio alle 9. Maggiori informazioni qui. Favorire gli investimenti innovativi di giovani imprese formate da non più di 48 mesi è invece l’obiettivo del secondo bando. Le società di capitali possono richiedere fino a 200 mila euro. Il bando sarà attivo dal 17 febbraio alle 9. Maggiori informazioni qui. “I due bandi presentati oggi, con l´innovazione del click day – ha detto il presidente, Nicola Zingaretti - portano grandi novità in favore della chiarezza e trasparenza. E sono anche il simbolo della strategia che portiamo avanti per il sistema del credito. Siamo convinti –ha aggiunto Zingaretti- che il Lazio possa diventare il motore della ripresa italiana”. “Vogliamo augurarci che tra qualche tempo si possa dire che questo click day sia stato il click day della ripresa – è il commento di Guido Fabiani, assessore alle Attività Produttive. Sappiamo che le aspettative degli imprenditori ci sono, sono ampie e rappresentano una potenzialità del tessuto produttivo che abbiamo il dovere di valorizzare al massimo”.  
   
   
FEDERLAZIO-PMITALIA ADERISCE A MANIFESTAZIONE DI RETE IMPRESE ITALIA DEL 18 FEBBRAIO  
 
Roma, 6 febbraio 2014 “Ci saremo anche noi alla manifestazione di Roma del 18 febbraio, indetta da R.ete. Imprese Italia per chiedere al Governo una svolta urgente di politica economica”. Lo annuncia Giovanni Quintieri, Direttore Generale di Federlazio-pmitalia, che così prosegue: “Facciamo nostre le parole d’ordine di questa manifestazione, che intende ricordare al Governo l’assoluta centralità della Pmi in questo paese. Se non si salvaguarda e non si rilancia questo tessuto produttivo non ci sarà alcun futuro per l’Italia. Ogni giorno in più che passa, il numero delle nostre imprese diminuisce ed al tempo stesso aumentano le difficoltà di invertire la tendenza al declino”.  
   
   
POSSIBILITÀ DI ESPANSIONE PER LE AZIENDE MOLTENI E GIOTTI DI SCANDICCI  
 
 Scandicci (Fi) , 6 febbraio 2014 - Ci sono buone possibilità che due delle aziende di punta del territorio scandiccese, la Molteni Farmaceutici e la contigua Giotti alimentari possano espandersi nelle aree già occupate dai due stabilimenti. E´ quanto è emerso durante la visita che il presidente della Regione, Enrico Rossi, ha affettuato accompagnato dal sindaco Simone Gheri. Il presidente è rimasto molto impressionato dal livello tecnologico raggiunto dalla Molteni, un´azienda nata nel 1892 come laboratorio a fianco a fianco dell´omonima farmacia di piazza della Signoria a Firenze. Oggi è presente in oltre 25 paesi con 4 sedi: Firenze, Milano, Polonia e Germania. Produce le cosiddette controlled drugs, le droghe controllate come il metadone e altri oppiacei, ma anche antidolorifici in varie forme, dalle fiale, alle pastiglie alle pomate. L´investimento più recente, da 5 milioni di euro, riguarda il reparto in cui si produce il Pacfent, un atidolorifico in forma di spray nasale. E´ stato l´amministratore delegato Federico Seghi ad illustrare le caratteristiche dell´azienda, che con 240 dipendenti fattura circa 65 milioni di euro l´anno, al presidente Rossi. La necessità segnalata è quella di edificare sul proprio terreno i 28.000 metri quadrati ancora disponibili. Rossi si è preso l´impegno di dare rapida conclusione al tavolo aperto con Comune e Provincia sottolinenando come la Regione abbia stanziato 500.000 euro per bonificare l´area, così da permettere alle aziende di chiedere le autorizzazioni per gli ampliamenti. Anche la Giotti, con i suoi 160 dipendenti suddivisi nei tre stabilimenti di Scandicci, Mosca e Macedonia, è interessata ad espandersi. Lo ha sottolineato il proprietario, Giovanni Gotti, che ha spiegato al presidente Rossi come, grazie all´abilità dei propri dipendenti, riesca a far concorrenza alle multinazionali, dando gusto con i propri aromi, estratti e succhi a tanti dei prodotti alimentari più conosciuti e diffusi al mondo. Tra quelli fatti odorare al presidente, il basilico naturale e il tartufo bianco. Rossi si è complimentato per l´alta qualità raggiunta dalla produzione di eccellenza e ha ribadito il suo impegno a favorire l´ampliamento dello stabilimento scandiccese. "Qui si concentra – è stata la conclusione del presidente Rossi – il cuore produttivo della Regione, quello che meglio ha affrontato la crisi grazie all´intreccio tra università e capacità di fare ricerca e impresa".  
   
   
PISTOIA - MOVIMPRESE 2013: BENE SOLO MACCHINARI E SERVIZI ALLE IMPRESE  
 
Pistoia, 5 febbraio 2014 - Il dettaglio relativo alla demografia delle imprese della provincia di Pistoia nel 2013 è disponibile sull´apposita sezione del sito camerale. Per le imprese pistoiesi il 2013 si è chiuso con un ulteriore indebolimento del sistema produttivo: è quanto risulta dai dati relativi alla demografia delle imprese provinciali per l´anno da poco conclusosi, diffusi dalla Cdc di Pistoia. Il saldo fra le iscritte e le cessate da inizio anno è di -184 unità e il tasso di “decrescita” è pari a -0,6%. Alta la quota di imprese entrate in fallimento. Alla data del 31 dicembre 2013 il numero delle imprese registrate al Registro Imprese della Cdc è stato di 32.909 di cui 28.685 attive. Fra queste, le imprese artigiane registrate sono state 9.955 (9.912 le attive). Nell’anno a fronte di 2.157 nuove iscrizioni, sono cessate ben 2.341 imprese (considerando solo le imprese cancellate non d’ufficio), con un saldo negativo di -184 posizioni. Il tasso di natalità è stato pari al 6,5%, mentre quello di mortalità è stato 7%. La disaggregazione settoriale del tasso di crescita evidenzia tendenze diverse tra i settori. Particolarmente difficile è la situazione del settore “costruzioni” che registra un tasso di crescita di -3,8%; lo stesso dato attribuibile alle sole imprese artigiane è ancora peggiore (-4,7%). In flessione anche l’ “agricoltura, silvicoltura e pesca” con ben 237 imprese cessate a fronte di 83 imprese nuove iscritte; il saldo negativo (-134) genera un tasso di crescita di -4,1%. Tra i comparti in negativo anche le “attività manifatturiere” che con un saldo negativo di -131 imprese tra le iscritte e le cessate ed un tasso di mortalità quasi doppio del tasso di natalità (6,1% su 3,2%) porta ad avere un indice di crescita di -2,8%. Fra i settori più significativi nel determinare l’andamento del totale imprese manifatturiere spiccano l’industria metalmeccanica legata alla fabbricazione di macchinari (-7,1l’industria del mobile con un tasso di crescita di -3,1%) e tutto il settore moda con una perdita totale di 83 imprese e un tasso di crescita pari a -4,5% nel settore tessile, a -3,4 nel settore dell’abbigliamento e -5,1 nel settore della lavorazione di pelli cuoio e fabbricazione calzature. Positivi solo i risultati della “riparazione, manutenzione e installazione di macchine” (+3,2%) e della “fabbricazione dei prodotti farmaceutici” (25%) del tutto residuale come presenza sul territorio. Nei servizi vale evidenziare il grosso calo del settore “trasporto e magazzinaggio” dove il tasso di crescita è fortemente negativo e pari a -5,3% per il totale imprese (-12,9% per il sottoinsieme artigiano), i settori turistici legati alla ristorazione (-2,5%), il calo del commercio in genere (-1,3%) e delle attività immobiliari (-0,8%). Positivi invece il “noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese” (3,8%), le attività professionali, scientifiche e tecniche (1,5%) e le attività finanziarie e assicurative (1,5%). Considerando la forma giuridica di impresa crescono le società di capitali (1,5%), ma tale andamento è ascrivibile all’aumento delle società a responsabilità limitata semplificate o ad un unico socio o a capitale ridotto, mentre diminuiscono le società per azioni (-0,9% e le società a responsabilità limitata (-0,1%). In aumento anche le altre forme (+0,9%) mentre in calo le imprese individuali (-1,7%) e le società di persone (-0,9). Nel confronto con le altre realtà territoriali della Toscana, la provincia è ancora all’ultimo posto con il tasso di crescita peggiore per il totale imprese (-0,6%). Per quanto riguarda le imprese artigiane il tasso negativo di Pistoia (-3%) è superato da Lucca dove le imprese artigiane sono diminuite di -6,1%. La media regionale per il totale imprese è +0,3%, con valori che oscillano fra il +1,2% di Pisa e il +1,0% di Prato e -0,4% di Lucca. Entrando nello specifico del tessuto imprenditoriale è interessante fornire alcuni dati di andamento delle imprese femminili, giovanili e straniere della nostra provincia confrontando le performance del 2013 con l’anno precedente. Le imprese femminili iscritte al Ri di Pistoia sono state pari a 7.694 unità rappresentando il 23,4% del totale imprese registrate (considerando tali l’insieme delle imprese la cui partecipazione di genere risulta complessivamente superiore al 50% mediando le composizioni di quote di partecipazione e cariche attribuite). Rispetto al 31.12.2012 esse sono diminuite dello 0,3%. Nel corso del 2013 si sono registrate registrano 626 nuove iscrizioni (di cui208 non ancora classificate) e 598 cessazioni non di ufficio. Le iscrizioni “classificate” si concentrano per lo più nel settore del commercio con 164 nuove imprese nate, a seguire 48 nuove iscritte sono nel manifatturiero e 44 nei servizi alla persona. Le imprese giovanili al 31.12.2013 risultano pari a 3.439 e costituiscono il 10,5% del totale imprese (sono tali le imprese in cui la partecipazione di persone “under 35” risulta complessivamente superiore al 50% mediando le composizioni di quote di partecipazione e cariche attribuite). Nel confronto con il 2012 sono calate del 7,2%. Si sono registrate nel periodo di riferimento 638 nuove iscrizioni e 361 cancellazioni non d’ufficio. Anche in questo caso la maggioranza delle iscrizioni appartiene al settore del commercio (147 tra le imprese classificate), seguono le imprese delle costruzioni (93) e quelle del manifatturiero (45). Infine, le imprese straniere (sono tali le imprese in cui la partecipazione di persone non nate in Italia risulta complessivamente superiore al 50% mediando le composizioni di quote di partecipazione e cariche attribuite) sono pari a 3.169 unità e costituiscono il 9,6% del totale imprese. Esse rispetto all’anno precedente sono aumentate di +2,6%. Nel 2013 hanno registrato 391 nuove iscrizioni e 306 cessazioni non d’ufficio. Per quanto riguarda le imprese entrate in procedura concorsuale, nel 2013 sono entrate in fallimento 87 imprese (nel 2012 erano state 63). Di queste 67 sono società di capitale e 15 società di persone, 4 imprese individuali e 1 appartenente alle altre forme. Nella distribuzione settoriale, 26 sono manifatturiere, 19 del commercio e 16 del settore edile, 12 nei servizi alle imprese e 7 nel comparto turistico. I concordati preventivi e gli accordi di ristrutturazione del debito, nel 2013, sono stati 36.  
   
   
OCCUPAZIONE GIOVANILE: DA "G.R." 660 MILA EURO PER NUOVE IMPRESE  
 
Perugia, 6 febbraio 2014 - 660 mila euro sono stati assegnati dalla Giunta regionale dell´Umbria, su proposta dell´assessore allo sviluppo economico Vincenzo Riommi, per favorire l´occupazione giovanile attraverso il sostegno a nuove iniziative imprenditoriali (legge regionale 12/´95). Il provvedimento, che conta su un fondo rotativo, prevede finanziamenti a tasso zero per progetti di investimento di imprese costituite in maggioranza da giovani con meno di 35 anni, nate non prima di dodici mesi dalla presentazione della domanda di accesso alle agevolazioni. Le risorse andranno a coprire il 75 per cento dei costi di investimento per un importo massimo di 66 mila euro a progetto ammesso. "Negli ultimi anni - ha ricordato l´assessore Riommi - la legge 12 è stata oggetto di modifiche normative che hanno ulteriormente migliorato l´efficacia di questo strumento, in particolare per quanto riguarda l´accesso alle fideiussioni che bloccavano le imprese costituite da giovani, donne, cassaintegrati e fruitori di ammortizzatori sociali in deroga nell´ottenimento dei finanziamenti. La legge - ha proseguito Riommi - conferma la sua efficacia per realizzare condizioni idonee alla nascita di imprese che sono fondamentali per lo sviluppo dell´economia regionale e per la creazione di nuovi posti di lavoro, come testimoniano le oltre 50 domande di finanziamento pervenute solo con l´ultimo bando. Le risorse assegnate dalla Giunta, che rappresentano un ulteriore elemento di propulsione a sostegno di nuove iniziative imprenditoriali giovanili - ha concluso l´assessore -, serviranno a finanziare le domande presentate dal primo di febbraio al prossimo 31 maggio 2014".  
   
   
PROGETTO SIRNI: AI RAGGI X LA NUOVA IMPRENDITORIA POTENTINA  
 
Potenza, 6 febbraio 2014 - I giovani imprenditori in provincia di Potenza tendono a valorizzare contemporaneamente sia la tradizione locale che la modernità, portando avanti sia vocazioni produttive radicate nella cultura economica del territorio, sia elementi di “rottura” importanti. Hanno, in media, un titolo di studio elevato: il 17,3% ha il diploma di laurea, a fronte di un 15% italiano, e c’è un 1,2% di neo imprenditori con specializzazione post-laurea. Ciò rappresenta un patrimonio di competenze, capacità innovativa e di produzione di qualità che i neo imprenditori, con alto titolo di studio, possono potenzialmente mettere al servizio delle aziende che aprono. Lo si evince dallo studio del Progetto Sirni (Servizi Integrati per la Nuova Imprenditoria in provincia di Potenza) realizzato dalla Camera di Commercio di Potenza in collaborazione con l’Istituto “Guglielmo Tagliacarne”. Il Rapporto dimostra, dati alla mano, come il mercato del lavoro stia spontaneamente, e a prescindere dal ciclo di crisi, andando sempre più verso una destrutturazione delle forme tradizionali di impiego. Il lavoro dipendente si assottiglia - I lavoratori dipendenti in provincia di Potenza sono passati dai 96.000 del 2006 agli 88.000 censiti a settembre 2013, mentre le nuove assunzioni previste dalle imprese di dipendenti con contratto a tempo indeterminato sono diminuite dalle 2.390 unità del 2009 alle 1.103 del 2013, dimezzandosi praticamente nel giro di 4 anni. Un orizzonte estremamente ristretto, che alimenta la voglia dei giovani di fare da sé, di “mettersi in proprio” e di fare impresa, sfidando le difficoltà del ciclo economico recessivo in atto. In anni di profonda crisi, infatti, le nuove iscrizioni di imprese si aggirano nell’ordine 2.000 ogni anno nel Potentino e di queste, quelle aperte da giovani sono circa 700-800 all’anno. «La strada dell’autoimpiego è ancora troppo utilizzata come leva compensativa per le crescenti difficoltà di accedere al lavoro alle dipendenze da parte dei giovani che escono dal percorso formativo e che finiscono per alimentare, senza alternative valide, la fuga dei cervelli (e di forze produttive) che affligge la regione – commenta il presidente dell’Ente camerale, Pasquale Lamorte -. Va da sé che le Istituzioni debbano alimentare questi fermenti per colmare il gap di imprenditorialità che mantiene compresso verso il basso il tasso di crescita potenziale del territorio, sforzandosi di eliminare la burocrazia che spesso scoraggia chi vuole intraprendere e studiando opportune politiche di alternanza scuola-lavoro che disegnino traiettorie nuove per sostenere l’autoimprenditorialità. L’autoimpiego non deve essere più un ripiego, ma una scelta consapevole». Chi sono i nuovi imprenditori? Accanto ad un 42% del campione ha avviato un’impresa come risposta a difficoltà di ingresso nel mercato del lavoro in una posizione alle dipendenze, oppure come canale per trovare un primo impiego, c’è infatti un 57% che afferma di aver avviato l’impresa per vocazione imprenditoriale, ovvero come strada per il successo personale o economico e, più in generale, per l’autoaffermazione sociale. Altri dati emergono da questa “radiografia”, a partire dalla struttura anagrafica, che risente del fenomeno della cosiddetta “fuga dei cervelli”; l’età media dei nuovi imprenditori potentini tende ad essere leggermente superiore rispetto alla media nazionale: chi ha meno di 30 anni è il 22,8% del totale, a fronte del 28,1% nazionale. La provenienza professionale dei neo-imprenditori, inoltre, privilegia soprattutto chi, in precedenza, era già imprenditore o libero professionista o anche dirigente o quadro ed in misura minore chi era studente, e non attinge per niente dal bacino dei disoccupati, a differenza di ciò che avviene nel resto del Paese. Un certo dinamismo è manifestato dalla nuova imprenditoria femminile, anche se questa tipologia continua ad essere minoritaria, come nel resto del Paese (le imprese femminili sono il 30,4% delle nuove imprese iscritte alla Cciaa di Potenza, nel periodo 2011-terzo trimestre 2013, a fronte del 27,5% medio nazionale). La presenza di una popolazione immigrata numericamente poco significativa fa sì che l’imprenditoria di immigrati sia marginale, a differenza di altre aree del Sud. Quali i settori più interessanti? Rispetto ai settori interessati dal fenomeno della nuova imprenditoria giovanile, tra il 2012 e i primi nove mesi del 2013, tassi di iscrizione particolarmente elevati e superiori alla media nazionale in alcune attività di servizio, in particolare i servizi di informatica e comunicazione (6% nel 2012, 4,1% al terzo trimestre 2013), i servizi finanziari ed assicurativi (6,5% nel 2012, 8,6% nei primi nove mesi del 2013) e quelli immobiliari (3,4% nel 2012, 4,7% a settembre 2013). Per il resto, nel 2012 va segnalato il buon tasso di iscrizione di imprese agricole (4,4%, a fronte del 3,1% nazionale) che segnala anche una tendenza al ritorno verso l’attività primaria, specie da chi è stato espulso da altri cicli produttivi, ed alla crescita delle imprese nei servizi artistici, sportivi e di intrattenimento (7%, contro il 5,2% nazionale). Nei primi nove mesi del 2013, poi, va rilevato un alto tasso di iscrizione di imprese turistiche e di pubblici esercizi (4,7%, a fronte del 3,6% italiano). Le problematiche da limare - Fin qui le positività. Sull’altro piatto della bilancia, lo studio della Cdc sottolinea alcune problematiche: su tutte la sottocapitalizzazione e l’eccessiva semplicità degli assetti di governance ed organizzativi, a discapito di una corretta e consistente capacità di finanziamento dell’impresa stessa. Gran parte dei neo imprenditori intervistati ha avviato l’impresa con capitali propri o di parenti, mentre il ricorso al mercato del credito è marginale. Ciò ovviamente ha riflessi sulla competitività che si manifestano, ad esempio, con la modesta capacità delle nuove imprese del potentino di proiettarsi al di fuori di ambiti di mercato meramente localistici, assolutamente inadeguati a supportare lo sviluppo futuro delle nuove iniziative. In particolare, le imprese di nuova costituzione che si aprono precocemente ai mercati internazionali, gli unici ancora con una domanda in crescita, sono poco rilevanti in termini di incidenza sul totale. Le difficoltà finanziarie derivano da problemi di sottodimensionamento, sottocapitalizzazione, scarsa capacità di collaborare e fare rete, ma sono anche il riflesso di un mercato creditizio ingessato, in cui gli impieghi calano costantemente. La questione più scottante è proprio quella della carenza e del costo del credito bancario, in assenza di meccanismi agevolativi pubblici. Lo scarso ricorso, da parte dei disoccupati locali, al canale dell’autoimpiego suggerisce di rendere il più rapidamente possibile operativo l’attuale fondo regionale per il microcredito, al fine di dare uno sbocco finanziario ad iniziative di soggetti attualmente non bancabili. Occorre, inoltre, sviluppare strumenti di finanza innovativa che premino la redditività prospettica delle iniziative, non le garanzie reali che esse offrono, quali i fondi di venture capital regionali, o fondi per prestiti partecipativi o di finanza mezzanina, gestiti con criteri privatistici. Segue l’esigenza di semplificare le procedure amministrative. Occorre realmente potare le filiere procedurali, tramite task force inter-amministrazione dedicate al riesame di tutte le procedure inerenti l’apertura di una nuova impresa, che suggeriscano dove sia possibile snellire, creare zone a burocrazia zero dove sia possibile aprire un’impresa in autocertificazione. Da questo punto di vista, però, Potenza può vantare un felice primato, recentemente certificato dalla banca Mondiale: il Doing Business come “avvio d’Impresa” (che analizza procedure, tempi e costi per ottenere licenze, permessi e iscrizioni utili ad iniziare un’attività imprenditoriale) colloca Potenza al terzo posto in Italia, distinguendosi per i tempi con cui l’Ufficio del Registro della Camera di Commercio evade le richieste: due giorni. Ciò le consente di eseguire tutte le pratiche in 8 giorni. Milano (la migliore) lo fa in 6, Napoli (la peggiore) in 16. Infine, emerge dall’indagine l’esigenza di realizzare politiche attive del lavoro, che si concretizzino in esperimenti efficaci di transizione scuola/lavoro, in una formazione professionale legata ai fabbisogni effettivi del sistema produttivo, in un’offerta didattica migliore, in un sistema di orientamento professionale finalmente efficace, in linea con le prescrizioni comunitarie. Il Rapporto integrale è pubblicato sul sito www.Pz.camcom.it    
   
   
VCO - SBLOCCA CREDITI: PROROGATO IL FONDO ROTATIVO PER LE PMI  
 
Verbania, 6 febbraio 2014 - L´operatività del fondo rotativo di 10 milioni di euro delle Cdc a disposizione delle Pmi piemontesi “Fondo Sbloccacrediti Piemonte” è stata prorogata al 30 giugno 2014. Le Cdc piemontesi, da sempre vicine al mondo delle imprese, hanno creato congiuntamente un Fondo rotativo di 10 milioni di euro a favore delle Pmi piemontesi che vantano crediti certificati da parte delle amministrazioni comunali (Comuni e Unioni di Comuni) e provinciali. Il progetto, coordinato da Unioncamere Piemonte, è realizzato anche grazie alla collaborazione di Unicredit, Anci Piemonte e Unione Province Piemontesi (Upp). Il fondo va incontro alle esigenze delle piccole e medie imprese che lamentano, con sempre maggior forza, la lentezza dei pagamenti delle fatture, in particolar modo da parte della Pubblica Amministrazione. Questa situazione tende a creare un forte squilibrio di liquidità, oltre al rischio di mettere in seria difficoltà l’impresa e la sua solvibilità. Possono usufruire del Fondo Sbloccacrediti_piemonte le micro, piccole e medie imprese che: · abbiano sede legale o operativa in Piemonte · non siano in liquidazione o altra procedura concorsuale · siano in regola con il pagamento del diritto camerale · vantino un credito già scaduto, certo, ed esigibile che deve essere certificato da un’amministrazione comunale o provinciale · abbiano un merito del credito pari o superiore a solvibilità sufficiente. Il Fondo rotativo delle Cdc piemontesi consente lo smobilizzo a tasso zero di crediti scaduti e certificati da parte delle amministrazioni comunali o provinciali fino ad un ammontare massimo di 50mila euro per impresa. La Pmi deve ottenere la certificazione del proprio credito direttamente dall’amministrazione comunale o provinciale per poi consegnarla in una qualsiasi filiale Unicredit in Piemonte, al fine del trasferimento dei fondi. Fino a 50mila euro, le operazioni per l’impresa non hanno costi né per interessi né per l’istruttoria. Per cifre superiori a 50mila euro e inferiori a 100mila euro, Unicredit Unicredit ha concordato con il sistema camerale piemontese condizioni di favore pari a: · tasso: Euribor 12 mesi + spread pari al 3,50% (fisso per tutte le classi di rating) · commissioni/spese: 0 · scadenza rimborso: 12 mesi (rimborso unica soluzione) In caso di crediti eccedenti la soglia dei 100mila euro, l’eventuale ulteriore somma potrà essere smobilizzata a condizioni liberamente negoziabili tra Unicredit e impresa. Tutta la modulistica necessaria per accedere al Fondo Sblocca_crediti è disponibile sull´apposita sezione del sito camerale.