Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


LUNEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 WEB E DIRITTO PER LE NUOVE TECNOLOGIE
Notiziario Marketpress di Lunedì 08 Novembre 2010
PIRATERIA INFORMATICA NEMICA DEL BUSINESS: UNA PUBBLICAZIONE DELL’ASSOLOMBARDA  
 
In Italia quasi un software su due (il 49%) di quelli installati su Pc è illegale, e a farne le spese sono soprattutto le imprese. La pirateria informatica, infatti, oltre a ledere l’interesse legittimo di chi il software lo produce legalmente, investendo nel suo sviluppo e nella sua commercializzazione, produce danni gravi per il sistema economico nel suo complesso, perché è un fattore distorsivo della concorrenza e un freno alla crescita. Ma la pirateria genera anche rischi importanti per le imprese che il software lo utilizzano come fattore produttivo. Per questo Assolombarda ha provveduto ad editare il Quaderno “Sicurezza informatica e pirateria software in azienda. Gestire il rischio e prevenire il problema”, per sensibilizzarle sulla gravità e sulle conseguenze di un reato spesso sottovalutato e talvolta neanche percepito come tale. Il Quaderno, promosso dal gruppo di lavoro sulla security aziendale dell’Organizzazione Zonale di Assolombarda, ha un taglio pratico-applicativo, ed è rivolto soprattutto alle piccole e medie imprese che non dispongono delle risorse e competenze per un’adeguata comprensione e un efficace trattamento della questione nei suoi diversi aspetti tecnici, giuridici, gestionali. Il quaderno illustra - anche attraverso alcuni casi reali - le circostanze in cui un uso improprio delle dotazioni informatiche aziendali può portare a configurare il reato della pirateria informatica. Spiega la normativa e i concetti giuridici di riferimento e le responsabilità civili, penali e amministrative che, alla luce del quadro normativo in essere, ne conseguono per l’impresa. Fornisce a imprenditori e manager una serie di suggerimenti e indicazioni operative sulle misure (procedure, norme disciplinari, azioni di formazione, etc.) da introdurre all’interno dell’organizzazione aziendale per prevenire e gestire il problema  
   
   
COMUNICAZIONE DELL´IMPRONTA DIGITALE DEI DOCUMENTI FISCALI INFORMATICI  
 
Con Provvedimento del 25 ottobre 2010 l’Amministrazione finanziaria ha approvato il provvedimento di attuazione dell’art. 5 del Decreto ministeriale 23 gennaio 2004, concernente la trasmissione telematica all’Agenzia delle Entrate dell’impronta digitale dell’archivio informatico dei documenti, rilevanti ai fini tributari, oggetto di conservazione elettronica. In base a quanto disposto dal suddetto decreto ministeriale in merito alle modalità di assolvimento degli obblighi fiscali per i documenti informatici ed alla loro riproduzione in diversi tipi di supporto, è possibile distruggere le fatture e altri documenti cartacei previa la loro memorizzazione su un supporto informatico alla condizione che sia generata l’ impronta digitale che “sigilla” tale documentazione rendendola immodificabile. Nel campo informatico l’impronta digitale è la stringa di caratteri binari generata con una funzione matematica irreversibile detta “hash” che trasforma i dati di lunghezza arbitraria (un file qualunque) in una stringa di dimensione fissa chiamata valore di “hash”. Tale stringa identifica in modo univoco e senza possibilità di errore, il documento informatico ma senza che dalla stessa sequenza si riesca a rideterminare il documento originario. La trasmissione dell’impronta dell’archivio informatico (sul quale è stato apposta la firma digitale e la marca temporale) realizza principalmente lo scopo di estendere nel tempo la validità dei documenti informatici fino a che permane l’obbligo di conservarli ai fini tributari. L’impronta digitale deve essere comunicata all’Agenzia delle Entrate esclusivamente in via telematica. I contribuenti che hanno creato o creeranno l’archivio informatico dei documenti relativi al 2010 dovranno comunicarne l’impronta entro il 31 gennaio 2012. Entro la medesima data dovranno essere trasmessi telematicamente anche gli archivi informatici relativi a periodi di imposta antecedenti all’anno 2010. Il nuovo adempimento comunicativo telematico è a carico del soggetto titolare dei documenti, del responsabile della conservazione digitale dei documenti ovvero del soggetto eventualmente delegato da quest’ultimo. La banca dati di cui deve essere generata l’impronta può essere composta da uno o più documenti informatici rilevanti ai fini delle disposizioni tributarie o da una evidenza informatica contenente l’impronta o le impronte di tali documenti o di un insieme di essi. Nel caso di più archivi, il contribuente può scegliere se effettuare un’unica comunicazione dell’impronta complessiva oppure tante comunicazioni quanti sono gli archivi. Nel primo caso, il luogo di conservazione dei documenti coincide con il luogo in cui è generata l’impronta inviata. La comunicazione telematica dell’impronta digitale dovrà contenere: i dati identificativi del soggetto titolare dei documenti, del responsabile della conservazione e del soggetto eventualmente delegato dal responsabile della conservazione; l’elenco dei documenti cui l’impronta si riferisce; l’indicazione del luogo in cui è conservata l’evidenza informatica dalla quale l’impronta è stata generata; la marca temporale apposta all’archivio informatico; la data in cui l’intermediario ha assunto l’impegno alla trasmissione telematica della comunicazione, nel caso in cui quest’ultima sia trasmessa tramite intermediari abilitati all’invio delle dichiarazioni . Il provvedimento prevede anche la possibilità di sostituire la comunicazione precedentemente inviata inviandone una nuova entro trenta giorni dal termine di trasmissione della comunicazione originaria. Tale comunicazione correttiva, il cui invio è consentito per una sola volta e a condizione che si riferisca al medesimo periodo di riferimento della comunicazione ordinaria, deve contenere tutti i dati in precedenza trasmessi, con le modifiche ed integrazioni che si sono rese necessarie. La sostituzione una volta confermata con l’attestazione di ricevimento dell’Agenzia delle Entrate, comporta l’annullamento del file precedentemente inviato che di conseguenza non può più essere in alcun modo ripristinato. Disposizioni specifiche sono previste, inoltre, in caso di riversamento sostitutivo dei documenti contenuti in un archivio per il quale era già stata inviata l’impronta digitale. In tale caso i contribuenti devono ritrasmettere l’ impronta digitale entro quattro mesi dal completamento del procedimento di riversamento. Tale nuovo invio è dovuto al fatto che il riversamento sostitutivo comporta la modifica della rappresentazione informatica dei documenti e, conseguentemente, rende priva di valore l’impronta a suo tempo generata. Da ultimo, viene precisato che la comunicazione dell’impronta dell’archivio informatico oggetto di conservazione deve essere effettata in conformità alle specifiche tecniche per la trasmissione telematica allegate al provvedimento istitutivo. Inoltre l’Agenzia delle Entrate, per consentire la verifica della congruenza dei dati da trasmettere con quanto previsto dalle specifiche tecniche approvate, rende disponibile gratuitamente un apposito software di controllo. Con un successivo provvedimento, verranno definite le modalità mediante le quali i contribuenti che effettuano la conservazione digitale sostitutiva potranno esibire – in via telematica – i documenti conservati nell’archivio informatico all’Amministrazione finanziaria  
   
   
GUIDA DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE PER LE DETRAZIONI FISCALI PER GLI INTERVENTI DI EFFICIENZA ENERGETICA  
 
L´agenzia delle Entrate ha pubblicato la nuova guida "Le agevolazioni fiscali per il risparmio energetico".Relativa alle detrazioni fiscali del 55% per gli interventi di efficienza energetica sugli edifici, da richiedere entro il 31 dicembre 2010. La guida descrive i vari tipi di intervento per i quali si ha diritto alla detrazione fiscale e gli adempimenti necessari per ottenerlo. La detrazione fiscale é pari al 55% delle spese sostenute. Il limite massimo della detrazione fiscale varia a seconda della tipologia dell’intervento eseguito. Le detrazioni fiscali non sono cumulabili con altre agevolazioni previste da disposizioni di legge nazionali o altri incentivi riconosciuti dalla Comunità Europea. I titolari di reddito di impresa sono esonerati dall´obbligo di pagamento delle spese sostenute mediante bonifico bancario o postale. Non è necessaria la presentazione della certificazione energetica dell´edificio nel caso di sostituzione di finestre e infissi, sostituzione di impianti di climatizzazione invernale e installazione di pannelli solari. E´ necessaria la presentazione della certificazione energetica dell´edificio nel caso di riqualificazione energetica dell´edificio. Le banche e le Poste Italiane Spa, al momento del pagamento del bonifico effettuato dal contribuente, hanno l’obbligo di effettuare una ritenuta del 10% a titolo di acconto dell’imposta sul reddito dovuta dall’impresa che effettua i lavori. E´ obbligatorio ripartire la detrazione in cinque rate annuali di pari importo. Le domande per ottenere la detrazione fiscale debbono essere inviate all´Enea attraverso procedura telematica (http://finanziaria2010.Enea.it/)  
   
   
IAB FORUM 2010: IL WEB È VIVO - INTERNET È ORMAI PARTE DELLA QUOTIDIANITÀ PER 24 MILIONI DI ITALIANI  
 
In crescita, di conseguenza, l´utilizzo del Web da parte delle aziende italiane che fanno aumentare del 15% gli investimenti in advertising online, un mercato da 1.000 milioni di euro. Il web italiano non è mai stato così vitale: 24 milioni di utenti attivi a settembre 2010, con una crescita dell´11% rispetto all´anno precedente. Un dato che si traduce in una una penetrazione pari al 69% sull´intera popolazione italiana e che conferma come internet sia divenuto mezzo ecumenico (fonte: Audiweb). Internet è insomma, anche nel nostro Paese, parte integrante della vita quotidiana delle persone e sempre di più sembra essere in grado di sottrarre tempo e competere con i media tradizionali come la Tv, che ancora oggi rappresenta il media di maggior successo, sia in termini di audience, sia in termini di investimenti. Trend che non sono passati inosservati alle imprese italiane, che sempre più utilizzano il Web per comunicare e sviluppare il business, confermandolo quale efficace strumento di sviluppo economico, non solo sociale. È quanto emerge dai lavori dell´ottava edizione di Iab Forum: l´appuntamento annuale promosso da Iab Italia e momento di incontro privilegiato per tutti gli operatori di settore e gli specialisti della comunicazione digitale in Italia. “In questo scenario – conferma Roberto Binaghi, Presidente di Iab Italia - non possono che essere rosee le prospettive per il mercato dell´advertising online il cui valore, nel 2010, ha toccato la fatidica quota di 1.000 milioni di euro, con una crescita del 15% rispetto al 2009”. “Anche le previsioni future ci parlano di una industry in grande salute: le ultime proiezioni vedono infatti una conferma del trend di crescita anche nei prossimi 3 anni, che vedranno l´advertising online toccare il +50% rispetto ad oggi, per uno share sull´intero mercato della pubblicità che salirà al 15% ( fonte: Iab Italia)”. “Il compito di Iab Italia deve essere quindi quello di capitalizzare il valore presente, ma anche di confrontarsi e correre verso il futuro, cercando di sfruttare le opportunità che si presentano, ma anche di anticipare il cambiamento”, conclude Binaghi. Cambiamento che per Chris Anderson, Direttore di Wired Us e ospite illustre della giornata di apertura del forum, si traduce nella crescente dicotomia tra il modello “open” e il modello “closed”. Smartphones, console da gioco e i nuovi tablet stanno infatti cambiando radicalmente le abitudini di consumo degli utenti della rete, sempre più attratti da applicazioni e piattaforme in grado di offrire esperienze d´uso più ricche, semplici e personalizzate. Esperienze per cui gli utenti sono disposti a pagare. “I dati di consumo negli Usa – conferma Chris Anderson – sottolineano l´esponenziale crescita nella fruizione di real time entertainment, in particolare video e gaming online. I prossimi anni si giocheranno insomma sul confronto tra open web, estremamente vitale e ideale per la diffusione di informazioni specializzate e contenuti di nicchia, la cosiddetta long-tail, e il modello closed, imposto dai device Apple e fatto da applicazioni che conquistano gli utenti grazie alla semplicità, interfacce personalizzate e design”. Le qualità funzionali ma sopratutto estetiche delle apps sono sicuramente uno dei driver di crescita del modello “closed” rispetto al modello “open”, anche se l´arrivo del protocollo Html 5 potrebbe cambiare nuovamente le carte in tavola. L´intervento di Domenico De Masi, Sociologo e Professore ordinario di Sociologia del Lavoro presso la facoltà di Sociologia dell´Università degli Studi di Roma La Sapienza, evidenzia ancora una volta l´importanza dell´estetica nell´evoluzione della nostra società: “Ci stiamo dirigendo a grandi passi verso un mondo in cui il tempo libero e la qualità della vita avranno un ruolo centrale e, anche per questo motivo, sempre più importanti saranno le caratteristiche estetiche degli oggetti, a fronte di proprietà tecnologiche e funzionali ormai date per scontate”. In un mondo futuro in cui le informazioni, i simboli, i valori e sopratutto l´estetica sono protagonisti, è facile prevedere un ruolo centrale per il web in tutte le sue forme, e le cifre dello Iab Forum di quest´anno dimostrano il grande interesse da parte delle aziende: 10.000 iscritti, più di 110 espositori e 5.000mq di spazio espositivo, oltre 300 giornalisti accreditati  
   
   
CAGLIARI: CONVEGNO PER LA SEMPLIFICAZIONE NELLA PA  
 
“Auspichiamo una rivoluzione culturale della pubblica amministrazione, con un ruolo guida della Regione Sardegna nel campo della semplificazione per favorire una programmazione dal basso delle scelte in materia di innovazione”. L’ha detto l’assessore degli Affari Generali, Personale e Riforma, Mario Floris, anticipando alla stampa i contenuti del convegno nazionale “Semplificazione: Innovazione e Cooperazione in Sardegna”, in programma a Cagliari il 28 e 29 ottobre prossimi. L’esponente della Giunta Cappellacci ha posto l’accento sulla “necessaria inversione di tendenza rispetto al passato per restituire ai territori la centralità delle politiche e la convergenza tra bisogni e opportunità”. “Per stare al passo con le nuove tecnologie – ha spiegato l’assessore Floris - la semplificazione dev’essere intesa a vantaggio del cittadino e delle imprese che, da semplici fruitori, diventano protagonisti dei processi che accompagnano l’innovazione nei servizi, per snellire i tempi della burocrazia e abbattere il divario digitale”. Per attuare quest’obiettivo con specifici progetti tecnologici, la Regione Sardegna ha messo a disposizione oltre 69 milioni di fondi Por, di cui 10 milioni già avviati, 13 milioni pronti da bandire e più di 45 milioni utilizzabili per idee progettuali. “Ulteriori risorse, pari a 145 milioni di euro di fondi Fas – ha aggiunto Floris – sono già state utilizzate per lo sviluppo della Società dell’Informazione”. La due giorni di lavori, promossa dall’assessorato degli Affari Generali, Personale e Riforma in collaborazione con il Centro interregionale per i sistemi informatici, geografici e statistici (Cisis), si pone dunque come fase d’avvio per il confronto e lo scambio di esperienze tra enti e amministrazioni non solo regionali (Asl, Tribunale e Procura di Cagliari,anci e Consiglio delle Autonomie Locali), ma anche nazionali (Emilia Romagna, Liguria, Marche) ed europee (Austria), per assicurare unitarietà e coerenza di obiettivi nell’ambito dell’e-governement. Il convegno approfondirà lo stato dell’arte dei progetti già avviati – Timbro digitale, Comunas, Carta nazionale dei Servizi-tessera sanitaria, Sardegna 20 Mbit, @ll-in, Surf in Sardinia - e le nuove strategie per facilitare l’approccio dei cittadini ai servizi dell’amministrazione regionale  
   
   
ANIE: LA SENTENZA SULLA DETERMINAZIONE DELL’EQUO COMPENSO PER COPIA PRIVATA “È IL SEGNALE CHE IL SISTEMA SI STA ADEGUANDO ALLA NUOVA REALTÀ DIGITALE”  
 
La Corte di Giustizia della Comunità Europea (Cjeu) ha emesso ieri mattina l’attesa sentenza sul caso Padawan, bandendo l’indiscriminata applicazione dei compensi per copia privata su prodotti ad uso professionale. La decisione è stata accolta dall’industria Ict&ce (Information and Communication Technology&consumer Electronics) come un segnale positivo che va verso la modernizzazione del sistema vigente: il regime precedente risultava datato e più conforme a un periodo storico in cui tecnologie e applicazioni digitali non facevano parte della vita di tutti i giorni. La Corte ha stabilito che l’applicazione del compenso per copia privata è giustificata solo laddove la riproduzione di contenuti digitali sia stata effettuata da una persona fisica e utilizzata per un suo uso personale e che l’ammontare del compenso deve essere strettamente correlato all’effettivo pregiudizio arrecato ai detentori dei diritti indicando anche che, laddove il pregiudizio arrecato è minimo, il pagamento del compenso non è dovuto. La Corte ha confermato che il compenso per copia privata non è volto a compensare il titolare dei diritti per le copie illegali. Il principale risultato derivante da questa decisione è che il legislatore ha riconosciuto come i metodi utilizzati dalle collecting society nel calcolare i compensi per copia privata sono stati iniqui e non trasparenti. La sentenza rappresenta una opportunità per evidenziare anche le altre inadeguatezze esistenti con il presente regime di calcolo dei compensi. La decisione è stata emessa sulla scorta dell’opinione resa nel maggio 2010 dall’Avvocato Generale Verica Trstenjak, con la quale si affermava che il concetto di equo compenso doveva essere interpretato in modo uniforme. “Il caso Padawan apre la strada al cambiamento” afferma Maurizio Tucci, Presidente di Anitec, l’Associazione Nazionale Industrie Informatica, Telecomunicazioni ed Elettronica di Consumo aderente a Confindustria Anie, e aggiunge: “Accogliamo la sentenza della Corte come un chiaro segnale che i legislatori europei riconoscono l’importanza di adeguare questo sistema obsoleto a uno allineato con la realtà digitale nella quale viviamo oggi”. “Si deve sottolineare che la sentenza resa dalla Corte oggi stabilisce che nelle determinazione dei compensi per copia privata devono essere contemperati gli interessi di tutte le parti coinvolte: consumatori, titolari dei diritti, produttori. La sentenza conferma che l’equo compenso è il nuovo concetto comunitario e richiederà un radicale adattamento dei sistemi esistenti che oggi sono ormai obsoleti” ha ribadito il Presidente Tucci, che ha poi concluso: ”La sentenza della corte di Giustizia apre le porte a una nuova era con l’auspicio che porti al raggiungimento di una determinazione dei compensi equa in tutti i Paesi europei. L’industria italiana è pronta per collaborare con tutti gli attori coinvolti per giungere al risultato auspicato”  
   
   
SIAE: IL COMMENTO DEL DIRETTORE GENERALE SULLA SENTENZA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA SULL´EQUO COMPENSO PER COPIA PRIVATA  
 
"La normativa italiana sulla copia privata già prevede esenzioni per gli usi professionali e delle pubbliche amministrazioni", dichiara il Direttore Generale della Siae Gaetano Blandini, commentando positivamente la sentenza della Corte di Giustizia Europea emessa giovedì scorso in materia di copia privata. "La Corte riafferma la legittimità di un sistema di compenso posto a carico di fabbricanti e distributori di apparecchiature, dispositivi e supporti di riproduzione digitale. Peraltro viene confermato uno dei cardini dell’istituto della copia privata e cioè che non è necessario accertare che chi si serve di queste apparecchiature abbia effettivamente realizzato copie private. Circa la precisazione innovativa della Corte, e cioè la non conformità alle norme europee di una applicazione "indiscriminata" dell’equo compenso per copia privata, è da chiarire che sin dal 2003 – anno in cui è stata recepita in Italia la direttiva comunitaria - trova attuazione in Italia, in particolare nelle procedure della Siae (ente pubblico al quale la legge demanda l’applicazione della normativa nazionale sulla copia privata), un sistema di esenzioni e rimborsi". "E’ da sottolineare particolarmente - conclude Blandini - come il recente decreto Bondi in materia di revisione dei livelli di compenso per copia privata si ispiri ai medesimi principi oggi enunciati dai giudici europei: il decreto infatti, nel confermare la vigenza degli accordi stipulati dalla Siae con le Associazioni di categoria in tema di esenzioni e rimborsi, ha previsto la possibilità di individuare e disciplinare ulteriori esenzioni per gli usi professionali"  
   
   
CONFINDUSTRIA CULTURA ITALIA: ACCOLTA CON FAVORE LA SENTENZA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA SULLA COPIA PRIVATA  
 
"Una sentenza attesa che accogliamo con soddisfazione": così Paolo Ferrari, Presidente di Confindustria Cultura Italia, commenta la decisone della Corte di Giustizia Europea riguardo alla questione dell’equo compenso per i titolari dei diritti delle opere d’ingegno soggette a copia privata. "La sentenza sulla copia privata emessa venerdì scorso dalla Corte di Giustizia Europea rappresenta una prova tangibile della corretta interpretazione delle finalità e delle funzioni della direttiva europea emessa nel 2001, a tutela e a parziale risarcimento del diritto d’autore." La Corte Europea riunita a Lussemburgo ha, infatti, stabilito che sui supporti di riproduzione acquistati da professionisti a fini diversi dalla realizzazione di copie private, non si deve pagare il compenso. Questo punto, oggetto della controversia, è ribadito con chiarezza anche dalla normativa italiana. "L’italia – aggiunge Ferrari - anche in quest’ottica è coerente con l’Europa, dato che già prevede esenzioni per gli usi professionali e delle pubbliche amministrazioni. Si tratta quindi di distinguere l’uso professionale o privato di un dispositivo o di un supporto, questione risolvibile con i protocolli applicativi". Dalla sentenza emerge inoltre che la semplice capacità di realizzare copie giustifica il pagamento del compenso per copia privata, a condizione che apparecchi, supporti o dispositivi siano a disposizione delle persone fisiche quali utenti privati. "Questo aspetto – conclude Ferrari - è importante perché sottolinea il fatto che il carattere ´eventuale´ del danno causato all’autore dell’opera protetta risiede nella realizzazione della condizione preliminare, vale a dire nella messa a disposizione a una persona fisica di apparecchiature o dispositivi che consentano l’effettuazione di copie"  
   
   
RUSSIA, INTRODOTTO IL COMPENSO PER COPIA PRIVATA SU CELLULARI, COMPUTER E APPARECCHIATURE AUDIOVISIVE  
 

Con decorrenza dal prossimo 1° gennaio 2011, per effetto del decreto N829, è dovuta una royalty dell’1% su telefoni cellulari, computer ed apparecchiature audiovisive a titolo di compenso per copia privata, da destinare ai titolari di proprietà intellettuale attraverso la CPR (Russian Union of Copyright owners)

 
   
   
GIUSTIZIA ITALIANA: SESSO ON-LINE E RAGAZZE IN WEB-CAM IN CAMBIO DI SOLDI SONO FORME DI SFRUTTAMENTO DELLA PROSTITUZIONE  
 
La Terza Sezione Penale della Cassazione ha confermato la condanna inflitta dalla Corte d’Appello di Firenze nei confronti di un gestore di un nightclub, assieme alla sua segretaria e al responsabile della security. Secondo la Suprema Corte è punibile per sfruttamento della prostituzione il soggetto reo di aver pagato per vedere prestazioni sessuali in videoconferenza così come chi offre il collegamento in rete ed i relativi. Gli imputati erano stati condannati per aver favorito e sfruttato la prostituzione attraverso questo tipo di esibizioni fatte nel locale da spogliarelliste ma avevano proposto ricorso contro il pronunciamento di merito argomentando che questo tipo di esibizioni non potevano rientrare nel reato di sfruttamento della prostituzione. I giudici hanno motivato la loro decisione secondo il principio per cui le prestazioni sessuali eseguite in videoconferenza in modo da consentire al fruitore delle stesse di interagire in via diretta e immediata con chi esegue la prestazione, con la possibilità di richiedere il compimento di atti sessuali determinati, assumono il valore di atto di prostituzione e configurano il reato di sfruttamento della prostituzione. Si tratta di atti, dunque, che configurano il reato di sfruttamento della prostituzione a carico di coloro che abbiano reclutato gli esecutori delle prestazioni o ne abbiano consentito lo svolgimento creando i necessari collegamenti via Internet o ne abbiano tratto guadagno. I giudici di piazza Cavour precisano anche che è da ritenersi irrilevante la circostanza che chi si prostituisce e il fruitore della prestazione si trovino in luoghi diversi, in quanto il collegamento in videoconferenza consente all’utente di interagire con chi si prostituisce in modo tale da poter richiedere a questi il compimento di atti sessuali che vengono immediatamente percepiti da chi ordina la prestazione sessuale a pagamento  
   
   
GLI INCONTRI DI PAOLO D’ANSELMI  
 
Proseguono gli incontri con i quali Paolo D´anselmi affronta temi ed argomenti di attualità. In questo periodo sta portando avanti il progetto “Il valore sociale e politico della concorrenza”. La “concorrenza è spietata”, si sente dire spesso quando si parla di questo tema. Eppure 17 milioni di italiani, sul totale dei 23 milioni che lavorano, sono soggetti a concorrenza e non si lamentano. D’Anselmi sostiene che ad essere “spietata”, dannosa per i lavoratori e per la collettività, è l’assenza della concorrenza e non la sua piena esplicazione ed è convinto che la concorrenza possa rappresentare un valore sociale e politico. Nell’ambito del suo progetto D’anselmi è disponibile per incontri/dibattiti sul tema della concorrenza e per confrontarsi con chiunque voglia affrontare questa tematica. Info: http://www.Ilbarbieredistalin.it/  Già lunedì 8 novembre 2010, ore 18.00, presso la libreria Bibli è possibile incontrare Paolo D’anselmi per confrontarsi sul tema: "Da precario ad autonomo. Il viaggio dei giovani verso la partita Iva" e martedì 23 novembre 2010, ore 14.00, presso Assintel di Milano (Corso Venezia) per approfondire il tema “Il barbiere di Stalin al "B2blood, Il sangue degli altri"  
   
   
EQUITALIA: RIDOTTE AL MINIMO LE CARTELLE CONTESTATE - PROGRAMMA DELLE INIZIATIVE 2011  
 
Ammontano a circa 15 mila le cartelle di pagamento contestate in tutta Italia, su un totale di circa 18 milioni che Equitalia spedisce ogni anno. Tradotto in percentuale si tratta di una cifra prossima allo zero. È quanto emerge dal monitoraggio condotto da Equitalia sugli effetti della direttiva anti-burocrazia, varata sei mesi fa per porre rimedio a eventuali disfunzioni nel sistema di accertamento e riscossione. «L’esiguità di questo dato conferma la correttezza della nostra attività – sottolinea il direttore centrale Angelo Coco – per eliminare totalmente i disguidi è necessario il massimo impegno anche degli altri soggetti coinvolti nella filiera fiscale, visto che le cartelle contestate riguardano mancate o tardive comunicazioni da parte degli enti locali all’agente della riscossione». In base alla direttiva interna varata da Equitalia il 6 maggio 2010, i cittadini possono interrompere le procedure di riscossione presentando una semplice autodichiarazione supportata dalla documentazione che attesti, per esempio, il pagamento già avvenuto o una sentenza favorevole. In tal modo si evita ai contribuenti di fare la spola tra gli uffici pubblici perché sarà Equitalia a farsi carico delle opportune verifiche presso gli enti creditori. «Noi siamo convinti che pagare le tasse sia un dovere – precisa Coco - ma è anche doveroso che le istituzioni pubbliche lo rendano facile, comodo e trasparente». È in questo contesto che si colloca il “Programma delle iniziative 2011”, consultabile sul sito www.Equitaliaspa.it nella sezione “Cosa facciamo” e presto affisso in tutti gli sportelli. Il Programma mette nero su bianco i progetti e le strategie di Equitalia per agevolare al massimo cittadini e imprese attraverso guide facili, call center attivi 24 ore su 24, aperture pomeridiane di sportelli, strumenti web e altre novità allo studio. Le iniziative a favore dei cittadini Nuove guide facili: tante risposte in una sola pagina Grafica moderna, linguaggio semplice e contenuti aggiornati alla normativa più recente sono i punti di forza delle nuove guide facili di Equitalia, scaricabili dal sito www.Equitaliaspa.it  e presto disponibili in tutti gli sportelli. Il cittadino troverà dei vademecum sintetici, in cui poter reperire ogni informazione utile a comprendere con facilità temi come rateizzazioni, autodichiarazioni, sgravi, sospensioni e rimborsi. Call center sempre operativo Nelle regioni Lazio, Toscana, Campania, Marche, Molise, Friuli Venezia Giulia e nelle province Bologna, Padova, Rovigo, Venezia e L’aquila è a disposizione dei cittadini un contact center a cui rivolgersi per avere informazioni sulle cartelle di pagamento e sulle procedure di riscossione. I centralini permettono nei giorni feriali di parlare con un operatore per chiedere chiarimenti sulla propria situazione debitoria, mentre la sera e durante i weekend offrono la possibilità di avere risposte automatizzate con informazioni di servizio, come indirizzi e orari di apertura degli sportelli, dettagli sulle procedure di rateizzazione e sulle modalità per comunicare un pagamento già effettuato. Entro fine anno, l’iniziativa sarà estesa a tutta la Calabria e la Lombardia, con l’obiettivo di istituire nei prossimi mesi un unico contact center di Gruppo. Sportelli aperti anche di pomeriggio Per andare incontro all’esigenza di diminuire i tempi di attesa e di offrire un servizio ancora più attento alle necessità di quei contribuenti che sono impegnati con il lavoro di mattina, in molte città, come Napoli e Salerno, Equitalia ha avviato l’apertura pomeridiana degli sportelli e in alcune realtà, ad esempio Roma, è attivo un sistema di prenotazione appuntamento per ricevere consulenza. Contatti no-stop sui siti internet del Gruppo Scrivere a Equitalia anche di notte o nel fine settimana. Attraverso il sito internet www.Equitaliaspa.it  è possibile ottenere informazioni dettagliate cliccando su “Assistenza contribuenti” all’interno del box rosso presente in home page. Sempre attraverso il sito internet è possibile verificare la propria situazione debitoria, calcolare il piano di rateazione, scaricare moduli ed effettuare pagamenti. In pratica, uno sportello virtuale accessibile da casa o dall’ufficio e attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7