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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 08 Aprile 2013
PRIVACY: I GARANTI EUROPEI CONTRO GOOGLE  
 

Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda, Spagna ed Italia, sulla base delle disposizioni previste dalle loro leggi nazionali, hanno intrapreso un’azione per costringere Google a modificare la sua politica sulla privacy e a rispettare le normative europee. Il Garante per la privacy italiano, inoltre, ha aperto un’istruttoria nei confronti di Google “per verificare il rispetto della disciplina sulla protezione dei dati personali e, in particolare, la conformità dei trattamenti effettuati dalla società di Mountain View ai principi di pertinenza, necessità e non eccedenza dei dati trattati nonché agli obblighi riguardanti l’informativa agli utenti e l’acquisizione del loro consenso”. "Tra il marzo e l’ottobre 2012  - si legge nella nota emessa dall´autorità garante contiunua il garante - il Gruppo che riunisce le Autorità della privacy dei 27 Paesi dell’Ue ha analizzato la privacy policy di Google per stabilire se fosse in linea con i requisiti fissati nella Direttiva europea sulla protezione dei dati (Direttiva 95/46/CE).  Le nuove regole privacy adottate da Google consentono, tra l’altro, alla società californiana di incrociare in via generalizzata i dati degli utenti che utilizzano i servizi offerti (da Gmail a YouTube a Google Maps solo per citarne alcuni)”. Alla luce dei risultati di quella analisi, i Garanti europei hanno chiesto a Google Inc. di adottare, entro 4 mesi, una serie di modifiche ritenute necessarie per assicurare la conformità dei trattamenti alle disposizioni vigenti. Decorso tale periodo, nonostante l´incontro tenutosi il 19 marzo scorso, la società non ha ancora adottato alcuna concreta iniziativa. Ognuna delle sei Autorità coinvolte condurrà, ora, ulteriori accertamenti con il formale avvio di procedimenti distinti anche se simultanei ed in stretto coordinamento tra loro. L’azione dei Garanti europei intende far sì che i diritti siano garantiti.  Da parte sua Google ribadisce che: “la nostra normativa sulla privacy rispetta la legge europea e ci permette di creare servizi più semplici e più efficaci. Siamo stati costantemente in contatto con le diverse Autorità garanti della privacy coinvolte nel corso di questa vicenda e continueremo a esserlo in futuro”

 
   
   
BOOM DEL WEB IN LOMBARDIA: +20%  
 
Prime per imprese Milano, Brescia, Monza e Brianza e Varese Sono oltre 2.100 le imprese attive in Lombardia tra portali web e commercio elettronico. Milano è prima con 965 imprese attive (45,6% regionale e 8,9% nazionale), seguita da Brescia (195 imprese), Monza e Brianza (182) e Varese (174). Un settore in crescita,+20% in un anno in Lombardia, con 445 nuove imprese iscritte nel 2012. Emerge da un’elaborazione Camera di commercio di Milano su dati registro imprese al Iv trimestre 2011 e 2010. Imprese attive come portali web e commercio elettronico in Lombardia – per province
Portali web Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet tot 2012 peso su tot Lomb Peso su Tot Italia tot 2011 var 2012/2011 Iscrizioni 2012 Peso su tot
Bergamo 149 14 163 7,7% 1,5% 128 27,3% 45 10,1%
Brescia 176 19 195 9,2% 1,8% 160 21,9% 36 8,1%
Como 102 4 106 5,0% 1,0% 99 7,1% 22 4,9%
Cremona 58 6 64 3,0% 0,6% 43 48,8% 18 4,0%
Lecco 46 9 55 2,6% 0,5% 49 12,2% 14 3,1%
Lodi 29 1 30 1,4% 0,3% 28 7,1% 7 1,6%
Mantova 71 2 73 3,4% 0,7% 63 15,9% 15 3,4%
Milano 850 115 965 45,6% 8,9% 789 22,3% 178 40,0%
Monza e Brianza 167 15 182 8,6% 1,7% 146 24,7% 44 9,9%
Pavia 96 3 99 4,7% 0,9% 86 15,1% 25 5,6%
Sondrio 11 1 12 0,6% 0,1% 14 -14,3% 1 0,2%
Varese 167 7 174 8,2% 1,6% 155 12,3% 40 9,0%
Lombardia 1.922 196 2.118 100,0% 19,6% 1760 20,3% 445 100,0%
Italia 10.032 783 10.815 100,0% 9130 18,5% 2.346 19%
Elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati registro imprese al quarto trimestre 2012 e 2011
 
   
   
WEB IN LOMBARDIA: RIASSEGNAZ​IONE DEI NOMI DEI SITI  
 
Dalla rivista periodica specializzata in auto alle maggiori banche italiane, dall’azienda leader nel settore calze al prosciutto made in Italy. Sono alcune delle aziende che hanno presentato ricorso per la riassegnazione del nome a dominio presso la Camera Arbitrale di Milano, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano. Si va dal typosquatting, vale a dire da chi conta sull’errore di digitazione di un utente distratto per ricavare un profitto, al più diffuso cybersquatting che è l’appropriazione di un determinato nome a dominio da parte di chi lo registra senza averne diritto o titolo. Sono oltre 100 le richieste di riassegnazione depositate presso la Camera Arbitrale di Milano, unico ente pubblico accreditato per la gestione delle procedure di riassegnazione dei nomi a dominio .It presso il Registro .It, l’anagrafe dei domini internet .It. Nel 2012 il 90% delle procedure si è chiuso con la riassegnazione del nome a dominio per una durata media di due mesi. La procedura di riassegnazione. Possono attivare la procedura di riassegnazione persone fisiche o giuridiche che hanno i requisiti per registrare un dominio .It, a nome proprio o per conto di persone fisiche o giuridiche non appartenenti all’Unione Europea. Decidono sulla riassegnazione dei nomi a dominio esperti in diritti di proprietà intellettuale, aspetti giuridici di internet e uso contraffattorio dei marchi. I costi della procedura, pubblicati sul sito della Camera Arbitrale, dipendono dal numero di membri componente l’organo giudicante (1 o 3 componenti) e, per venire incontro alle esigenze delle imprese, da quest’anno la Camera Arbitrale ha ridotto le tariffe per quei casi in cui vengono contestati, con un solo reclamo, più nomi a dominio. Per informazioni nomiadominio@mi.Camcom.it  --- Chi può attivare la procedura di riassegnazione. Persone fisiche o giuridiche aventi i requisiti per la registrazione di un dominio .It, in nome proprio o per conto di persone fisiche o giuridiche non appartenenti all’Unione Europea. Ad oggi, i nomi a dominio .It superano ormai i 2,5 milioni e sono numerosi i casi di soggetti che registrano nomi a dominio senza averne diritto o titolo: infatti la regola per la registrazione è “first come, first served” e, in questo modo, si può impedire al legittimo titolare la registrazione di quel nome a dominio, allo scopo di trarne profitto. Il problema coinvolge ogni tipo di azienda, come dimostrano i casi amministrati dalla Camera Arbitrale, consultabili sul sito internet www.Camera-arbitrale.it  Si va dalle vittime del typosquatting (come nel caso di una Banca italiana), vale a dire da chi conta sull’errore di digitazione di un utente distratto per ricavare un profitto, al più diffuso cybersquatting (come nel caso di un noto marchio di abbigliamento) che è invece l’appropriazione di un dominio altrui. Sono pratiche che comportano perdite economiche, anche gravi, per una società; la procedura di riassegnazione è una risposta efficace a questo problema poiché in tempi brevi chi si è visto negare la registrazione di un nome a dominio su cui vanta diritti, in quanto già registrato da altri, può ottenere una decisione che accerti il suo diritto e ordini la riassegnazione del medesimo. Quando richiedere la riassegnazione di un dominio .It. La procedura è pensata per permettere la contestazione di nomi a dominio identici o tali da indurre in confusione rispetto a un marchio, un segno distintivo aziendale, un nome o cognome, quando chi lo ha registrato non ha diritto/titolo sul nome a dominio contestato e quando il nome a dominio è stato registrato/utilizzato in malafede. La procedura non ha natura giurisdizionale e, quindi, non preclude alle parti il ricorso, anche successivo, alla magistratura o all´arbitrato. A chi presentare la domanda. Camera Arbitrale, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano, è l’unico ente pubblico accreditato per la gestione delle procedure di riassegnazione dei nomi a dominio .It presso il Registro .It, l’anagrafe dei domini internet .It. La Camera Arbitrale di Milano offre questo servizio dal 2008, amministrando da allora circa 100 casi. Nel 2012 in quasi il 90% dei casi amministrati da Camera Arbitrale chi ha chiesto la riassegnazione di un nome a dominio è risultato vittorioso e sono bastati due soli mesi per la conclusione della procedura. I costi della procedura. I costi della procedura sono certi e agevolmente conoscibili in quanto pubblicati sul sito della Camera Arbitrale, per garantirne la trasparenza. Per migliorare i servizi offerti e andare incontro alle attuali esigenze delle aziende, la Camera Arbitrale ha modificato le tariffe relative alla procedura per quei casi in cui vengono contestati, con un solo reclamo, numerosi nomi a dominio, apportando una notevole riduzione dei costi. Restano confermate le tariffe per gli altri casi. Info: Camera Arbitrale di Milano, Servizio Riassegnazione Nomi a Dominio .It, - tel. 0285154511 - 4666 - nomiadominio@mi.Camcom.it    
   
   
FIERA BOLOGNA: SU TUTTE LE PIATTAFORME "LEGGERE IN FUTURO. RAPPORTO SULL´EDITORIA PER RAGAZZI 2013", EBOOK A CURA DELL´UFFICIO STUDI AIE CON CIFRE, NUMERI, ANALISI DELL´EDITORIA PER RAGAZZI  
 

Più di una semplice fotografia del settore dell´editoria per ragazzi. E´ disponibile da oggi, 25 marzo, in occasione dell´apertura della 50ma edizione della Fiera internazionale del Libro per Ragazzi di Bologna, l´ebook "Leggere in futuro. Rapporto sull´editoria per ragazzi 2013", a cura dell´Ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (AIE).

Un approfondimento interamente dedicato al segmento dei più piccini, che rientra nella collana tutta digitale degli instant ebook  dei Quaderni del Giornale della Libreria: un´occasione per gli addetti ai lavori e per chi vuole iniziare a capirci qualcosa sui fenomeni e sulle correnti più innovative che attraversano l’editoria italiana e internazionale.

Il quaderno, disponibile su tutte le principali piattaforme online, è in vendita da oggi a 3,99 euro.

Al centro dell´analisi, titoli, fatturato, e-book, export e vendita di diritti, lettura nella primissima infanzia e nelle altre fasce di età. E´ proprio la resistenza attiva (propriamente la "resilienza") della lettura di pagine di libri, accanto all’accesso al Web, all’uso di tecnologie mobile da parte di bambini e ragazzi, a poterci dire qualcosa su come si configurerà il paesaggio dopo la tempesta che sta trasformando il panorama dell’editoria italiana (ma non solo).  "Siamo alla ricerca di segnali su cui disegnare il futuro- scrive Giovanni Peresson in apertura del Quaderno -quando usciremo da questi anni di crisi e trasformazioni – economiche e sociali, tecnologiche e di ristrutturazione di comportamenti (dai nuovi modi di leggere ai neonati paradigmi per accedere a contenuti editoriali e informativi e acquistarli) – il paesaggio che ci troveremo di fronte conserverà ben poco di ciò a cui ci aveva abituato l’organizzazione della filiera venutasi a stabilizzare nel corso del XX secolo. Dobbiamo allora chiederci quale capacità hanno i modelli che utilizziamo per leggere il presente e immaginare il futuro di percepire e organizzare in un tessuto coerente i segnali deboli (ma alcuni non più di tanto) che ci vengono da quello che continuiamo a chiamare mercato. Uno di questi segnali proviene dal mondo dei ragazzi, ovvero dei futuri clienti (ma anche con tutta probabilità i produttori di contenuti) dell’industria del libro, ormai in tutto e per tutto «nativi digitali». Così che alcuni dei dati e delle indicazioni che provengono da questo primo rapporto sull’editoria per ragazzi, ci dicono forse qualcosa di come potrà essere il paesaggio che presto ci troveremo ad osservare"
 
   
   
LA SICUREZZA NELLA GESTIONE DELLE OPERAZIONI DI LOGISTICA: CONVEGNO DI AILOG - 9 APRILE  
 
Il tema della sicurezza nella gestione delle operazioni di logistica sarà al centro di una Tavola Rotonda organizzata da Ailog (Associazione Italiana di Logistica e di Supply Chain Management) che avrà luogo martedì 9 aprile, presso l’Hotel Meliá, dalle ore 14.30 alle 17.30. Al dibattito, che sarà moderato da Filippo di Nardo, direttore responsabile Human Training, vedrà la partecipazione di Nunzia Gatto, Procuratore della Repubblica Aggiunto presso il Tribunale di Milano, Carlo Ricchetti, Direttore Produzione e Logistica di Alessi, e Gianfranco Cunico, esperto di guida sicura e vincitore 2011 Cir trofeo indipendenti. “Nelle aziende con consistente movimentazione di merci, commenta Paolo Bisogni, presidente Ailog, è molto importante che attenersi a comportamenti socialmente responsabili verso i dipendenti e i fornitori di servizi che frequentano gli impianti: la corretta gestione delle regole di sicurezza deve essere una priorità, considerando anche che la legge prevede pene severe per chi non rispetta la normativa in vigore”. La tavola rotonda intende sensibilizzare le aziende sull´importanza della sicurezza sui luoghi di lavoro della logistica, analizzando l’argomento sia sotto il profilo normativo sia dal punto di vista organizzativo, illustrando i problemi che possono sorgere il modo per risolverli con efficacia e conferendo anche valore aggiunto ai processi aziendali. “La sicurezza sul lavoro, prosegue Paolo Bisogni, non interessa solo i responsabili preposti secondo le norme di legge ma deve divenire parte della cultura aziendale, coinvolgendo dirigenti, dipendenti e tutti i fornitori di servizi coinvolti”. La tavola rotonda, che si rivolge a imprenditori, manager e responsabili della gestione delle operazioni di logistica e della sicurezza, intende introdurre tutte le informazioni utili a verificare che il personale stia lavorando in sicurezza e che il parco carrelli sia in linea con le normative vigenti e con le migliori pratiche di gestione e manutenzione. La partecipazione è gratuita. Info ed iscrizioni: www.Ailog.it    
   
   
INFOJOBS.IT LANCIA L’APP PER ANDROID  
 
Infojobs.it (www.Infojobs.it ) - la principale realtà italiana ed europea nel settore del recruiting online per numero di offerte di lavoro, traffico Internet e numero di Cv in database – è pronta ad arrivare su tutti i display degli utenti Android con l´app per cercare occupazione in mobilità. L’app per dispositivi Android arriva dopo il successo che hanno fatto registrare le versioni per Windows Phone e iOs: in poco più di sei mesi sono stati oltre 16.000 i download da Windows Phone Marketplace e 52.000 quelli da Apple Store. L’ottima risposta degli utenti ha fatto guadagnare all’applicazione di www.infojobs.it una posizione stabile nella classifica delle prime 15 app gratuite per iPhone più scaricate nella categoria Economia. Questa novità tecnologica è stata interamente sviluppata all’interno di Infojobs.it da un team dedicato di professionisti, che ha lavorato alla progettazione nel linguaggio Html5, realizzando un’interfaccia semplice ed intuitiva che garantisce la migliore fruizione in termini di navigabilità e leggibilità. Ottimizzata con il sistema Rwd (Responsive Web Design), l’applicazione offre una user-experience di alto livello con ogni tipo di dispositivo e browser. Accedendo all’app - da questo link - è possibile navigare tra le migliaia di offerte di lavoro disponibili su Infojobs.it, attraverso ricerche per provincia, categoria professionale, parola chiave o filtri avanzati. Con un semplice tocco sul display si possono visualizzare i dettagli delle offerte e salvare gli annunci preferiti per consultarli in un secondo momento sia da smartphone sia da Pc, inviando un’e-mail al proprio indirizzo personale o segnalando l’offerta ad un amico. In più, le offerte di lavoro sono condivisibili sui social network. Come da Pc, infine, è possibile seguire step by step l’iter della propria candidatura, dal momento dell’invio, alla presa visione da parte dell’azienda, fino alla richiesta di colloquio conoscitivo. “Il lancio dell’app mobile per il sistema Android completa un quadro di successo della piattaforma Infojobs.it in Italia” - afferma Anna Maria Mazzini, Marketing Manager di Infojobs.it - “Da oggi potremo facilitare ulteriormente il contatto tra chi cerca lavoro e chi lo offre. Con questa novità tecnologica Infojobs.it vuole fornire un reale vantaggio competitivo ai propri utenti: la versione Android dell’app mobile, infatti, è sviluppata con i linguaggi di programmazione più avanzati, che garantiscono un servizio sempre aggiornato e di facile fruizione anche da smartphone.” Per l’offerta mobile completa di Infojobs.it: http://www.Infojobs.it/lavoro/app Infojobs.it è la società di recruitment online numero 1 in Italia per l’offerta di lavoro. Leader per traffico Internet, numero di offerte attive e curricula in banca dati, Infojobs.it è online da luglio 2004 e costantemente al numero 1 della classifica indipendente Nielsen, con 1.674.000 visitatori unici, tempo medio di permanenza sul sito superiore ai 10 minuti e oltre 34,7 milioni di pageview (Fonte: Nielsen Netratings, settembre 2012). Infojobs.it ha guadagnato la prima posizione anche nella classifica dei siti preferiti nella categoria “impiego e carriera”, stilata da Netobserver, il più grande osservatorio sui comportamenti degli internauti, con il 16,5% delle preferenze in Italia. Servizio, rapidità, qualità, prestigio, innovazione, sicurezza sono le parole chiave che caratterizzano la filosofia e la strategia di Infojobs.it. Proprio l’elevata qualità del servizio offerto e l’ottimizzazione dei processi di selezione da parte delle imprese e la ricerca di lavoro da parte dei candidati sono le basi fondanti dello straordinario successo dell’azienda nel nostro Paese. Infojobs.it ha raggiunto il traguardo dei 4,5 milioni di candidati e conta più di 60.000 aziende inserzioniste. Info: www.Infojobs.it    
   
   
TRIBUNALI PIÙ VICINI AI CITTADINI, IN ARRIVO IL PROGETTO FINANZIATO DA REGIONE TOSCANA-FSE  
 
Uffici giudiziari più organizzati ed efficienti, più tempestivi e rispondenti ai bisogni dei cittadini: è questo l’obiettivo del progetto “Best practices presso gli uffici giudiziari italiani”, finanziato dalla Regione con circa 600 mila euro di risorse del Fondo sociale europeo, nell’ambito di un protocollo d’intesa fra Regione Toscana e Ministero della giustizia e di un più vasto programma interregionale, che punta a migliorare la funzionalità degli uffici del Tribunale di Firenze, delle procure di Livorno e Lucca. Nei primi sei mesi di operatività del progetto è stata portata avanti un’analisi del funzionamento degli uffici giudiziari, sia interni che al pubblico. All’individuazione dei bisogni seguirà ora una riorganizzazione, che sarà supportata dal potenziamento e dalla diffusione delle nuove tecnologie. Fra gli obiettivi anche la definizione di una carta dei servizi, la realizzazione della certificazione di qualità, la predisposizione del bilancio sociale e l’implementazione del sito web www.Giustizia.toscana.it  La Regione Toscana ha affidato il servizio nell’aprile 2011 al Rti con capofila Ernst & Young (oltre ad Alma Mater ed Intersistemi) che lavorano, oltre che per il Tribunale di Firenze, anche per le Procure di Lucca e Livorno ed il Tribunale di Firenze. L’intervento durerà due anni e mezzo, ma già dopo 6 mesi sta dando i suoi primi risultati, che sono stati illustrati oggi dal presidente del Tribunale di Firenze Enrico Ognibene. “Una giustizia più veloce, più vicina al cittadino, capace di performance più alte è un contributo fondamentale alla democrazia e a rinsaldare i rapporti fra cittadini ed istituzioni. Per altro, in momenti di restrizioni finanziarie come quelle che stiamo vivendo e che vivremo in futuro, tutte le istituzioni pubbliche debbono utilizzare al meglio e far diventare pratica comune gli strumenti della rete e delle comunicazioni con i cittadini. Questo progetto è andato in tal senso e sono felice di averlo potuto sostenere. Un sistema giudiziario efficiente aiuta infatti ad aggredire la crisi, in linea con l’unione Europea che, con il Position Paper 2014-2020, richiama il nostro Paese a raccogliere la sfida ad accrescerne la capacità amministrativa”  
   
   
UNIONE EUROPEA: QUADRO DI VALUTAZIONE DELLA GIUSTIZIA - LA COMMISSIONE EUROPEA AMPLIA LA PORTATA DELL’ANALISI SUI SISTEMI GIUDIZIARI DEGLI STATI MEMBRI  
 
La Commissione europea ha presentato oggi un nuovo strumento comparativo destinato a promuovere l’efficacia dei sistemi giudiziari nell’Unione europea e quindi a rafforzare la crescita economica. Il “quadro di valutazione europeo della giustizia” fornirà dati oggettivi, affidabili e comparabili sul funzionamento dei sistemi giudiziari nei 27 Stati membri dell’Ue. Il miglioramento della qualità, dell’indipendenza e dell’efficienza dei sistemi giudiziari rientra già nel processo di coordinamento della politica economica dell’Unione nell’ambito del semestre europeo, finalizzato a gettare le basi per un ritorno alla crescita e alla creazione di posti di lavoro. “L’attrattiva di un paese come luogo in cui investire e fare impresa è indubbiamente maggiore se il sistema giudiziario è indipendente ed efficiente”, ha dichiarato Viviane Reding, Vicepresidente e Commissaria Ue per la Giustizia. “Per questo motivo è importante che le decisioni delle autorità giudiziarie siano prevedibili, tempestive ed esecutive, e che le riforme nazionali dei sistemi giudiziari siano una componente strutturale essenziale della strategia economica dell’Ue. Il nuovo quadro di valutazione europeo della giustizia fungerà da sistema di allarme rapido e servirà all’Unione e agli Stati membri per garantire una giustizia più effettiva al servizio dei cittadini e delle imprese”. Olli Rehnm, Vicepresidente e Commissario per gli Affari economici e monetari e l’euro, ha dichiarato: “Una giustizia di qualità, indipendente ed efficiente è essenziale ad un contesto imprenditoriale favorevole alla crescita. Il nuovo quadro di valutazione contribuirà a rafforzare i sistemi giuridici degli Stati membri, spronandoli a stimolare gli investimenti e l’occupazione”. L’efficacia dei sistemi giudiziari è fondamentale per la crescita: l’affidamento sul pieno rispetto dello Stato di diritto si traduce direttamente in fiducia ad investire. Inoltre, poiché i giudici nazionali svolgono un ruolo essenziale nel garantire il rispetto del diritto dell’Unione, l’efficacia dei sistemi giudiziari nazionali è altrettanto fondamentale per l’effettiva attuazione del diritto dell’Unione. Le carenze dei sistemi giudiziari nazionali, quindi, non solo sono un problema per lo Stato membro interessato, ma possono anche influire sul funzionamento del mercato unico europeo e sull’attuazione dei relativi strumenti fondati sul riconoscimento reciproco e la cooperazione, mettendo a repentaglio la tutela che i cittadini e le imprese si aspettano dall’esercizio dei loro diritti sanciti a livello dell’Ue. Il quadro di valutazione della giustizia 2013 è incentrato sui parametri di un sistema giudiziario che contribuisca al miglioramento delle condizioni in cui operano le imprese e gli investitori. In particolare esamina gli indicatori di efficienza che riguardano le cause civili e commerciali e che hanno una rilevanza ai fini della soluzione del contenzioso commerciale. Analizza altresì il lavoro dei tribunali amministrativi, dato l’importante ruolo che svolge la giustizia amministrativa in un contesto imprenditoriale, per esempio per quanto riguarda il rilascio di licenze o le vertenze con le autorità fiscali o con le autorità nazionali di regolamentazione. I risultati principali del primo quadro di valutazione sono i seguenti: · la durata dei procedimenti giudiziari varia notevolmente tra gli Stati membri: in un terzo di questi, essa è almeno doppia rispetto a quella della maggioranza degli Stati membri. I problemi possono aggravarsi quando un tasso basso di cause definite porta ad un aumento del numero di cause pendenti; · il monitoraggio e la valutazione servono a migliorare la celerità e la qualità della giustizia. Anche se la maggior parte degli Stati membri dispone di sistemi di monitoraggio, altri presentano ancora carenze; · i metodi di risoluzione alternativa delle controversie, come la mediazione, riducono il carico di lavoro dei tribunali e dovrebbero essere usati più diffusamente; · anche la percezione dell’indipendenza dei sistemi giudiziari nazionali varia molto da uno Stato membro all’altro. Benché vari Stati membri siano tra i primi 10 paesi al mondo in termini di percezione dell’indipendenza della giustizia, in altri il livello di questo indicatore espresso dalle imprese e dagli utenti finali dei sistemi giudiziari è decisamente basso. Prossime tappe I problemi individuati dal quadro di valutazione di quest’anno saranno tenuti in considerazione nella preparazione delle prossime analisi specifiche per paese nell’ambito del processo del semestre europeo, sulla base di un dialogo con gli Stati membri. In taluni casi la Commissione potrà decidere di adottare a maggio raccomandazioni specifiche per paese, che verranno poi trasmesse ai capi di Stato e di governo dell’Ue per approvazione al Consiglio europeo di giugno. Gli Stati membri dovranno quindi integrare tali atti di indirizzo politico nella formulazione dei rispettivi bilanci annuali così come nel resto della loro legislazione. Sulla base del quadro di valutazione, la Commissione europea invita ora gli Stati membri, il Parlamento europeo e tutte le parti interessate a partecipare al dialogo su come continuare a migliorare i sistemi giudiziari nazionali nell’Ue nell’ambito del semestre europeo. Alla riunione dell’8 marzo del Consiglio Giustizia, i ministri europei del settore hanno già avuto una discussione preliminare su come dei sistemi giudiziari efficienti possano contribuire alla crescita economica (Memo/13/173). La Commissione intende anche aprire un dibattito più ampio sul ruolo della giustizia nell’Unione europea, partendo dalle Assises de la Justice, la conferenza di alto livello prevista per il 21-22 novembre 2013  
   
   
EUROPOL: PIATTAFORMA DELL´UE PER IL SOSTEGNO ALLA COOPERAZIONE E ALLA FORMAZIONE DELLE AUTORITÀ DI CONTRASTO  
 
La Commissione ha presentato oggi una proposta intesa a rendere l´Ufficio europeo di polizia (Europol) più efficace nelle attività di raccolta e analisi delle informazioni e nella condivisione di tali analisi con gli Stati membri. In tal modo Europol potrà fornire un sostegno più concreto e mirato alle autorità nazionali incaricate dell´applicazione della legge nell´ambito della cooperazione e delle indagini transfrontaliere. Al tempo stesso, grazie alla nuova proposta, Europol dovrà rendere conto in modo più esteso delle proprie attività al Parlamento europeo e ai parlamenti nazionali e la protezione dei dati personali risulterà rafforzata. Il nuovo regolamento rafforza anche il nesso tra la formazione e il sostegno alla cooperazione operativa incorporando l´Accademia europea di polizia (Cepol) nell´Europol e attribuendo ad Europol la competenza nel settore della formazione congiunta e dei programmi di scambio per gli agenti di polizia e il personale di altre autorità di contrasto. «L´ue ha bisogno di un´Agenzia efficace ed efficiente in termini di costi per aiutare gli Stati membri a combattere le forme gravi di criminalità transfrontaliera e il terrorismo, a garantire la sicurezza e l´incolumità dei cittadini e a difendere l´economia lecita. Le nostre proposte sono intese a rafforzare il ruolo di Europol quale Ufficio europeo per l´attività di contrasto, intensificare la protezione dei dati personali, aumentare l´obbligo di Europol di rispondere delle proprie attività al Parlamento europeo e ai parlamenti nazionali e garantire qualità e coerenza nelle attività di formazione dedicate agli agenti che operano in prima linea», ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissaria Ue per gli Affari interni. Il Vicepresidente Maroš Šefčovič, Commissario per le Relazioni interistituzionali e l´amministrazione, ha affermato: "Nel difficile periodo economico e di bilancio che stiamo attraversando, tutte le istituzioni e le agenzie dell´Unione devono compiere ogni sforzo per razionalizzare le loro attività. La riforma di Europol dimostra che è possibile essere efficienti in termini di costi e parallelamente aumentare l´efficacia. L´unione inizia con una mossa forte per attuare i propri piani volti a migliorare il funzionamento delle agenzie decentrate.". Oggi più che mai le attività delle reti della criminalità organizzata sono complesse, diversificate e diffuse a livello internazionale. Reati gravi, come la tratta degli esseri umani, il traffico di droga e di armi da fuoco, la corruzione, le frodi concernenti le carte di pagamento, la criminalità informatica e i reati di terrorismo danneggiano gravemente le vittime, provocano danni economici su larga scala e minano il senso di sicurezza dei cittadini. Una cooperazione transfrontaliera funzionante, l´utilizzo efficiente di informazioni e analisi e un adeguato sostegno operativo alle indagini sono fondamentali affinché gli Stati membri siano in grado di rispondere a tali minacce. La Commissione propone di rafforzare il ruolo di Europol, l´Ufficio europeo per l´attività di contrasto, con le seguenti modalità: · affinché Europol possa davvero diventare la piattaforma dell´Ue per lo scambio di informazioni e l´analisi sui reati gravi, il regolamento rafforza e chiarisce l´obbligo per gli Stati membri di fornire dati a Europol; è previsto anche un sostegno finanziario mirato alle indagini; Europol riferirà ogni anno sulla quantità e la qualità dei dati forniti dagli Stati membri; · per consentire ad Europol di stabilire meglio i nessi tra i dati già in suo possesso e successivamente di analizzarli, sarà ripensata la struttura di trattamento dei dati dell´Agenzia: al garante europeo della protezione dei dati sarà attribuita la competenza del controllo esterno della protezione dei dati di Europol e saranno rafforzati i diritti delle persone fisiche i cui dati sono trattati da Europol; · il regolamento fonde Europol e Cepol in un´unica agenzia, che sarà ubicata presso la sede di Europol, all´Aia (Paesi Bassi), in modo da conseguire sinergie e maggiore efficienza. Combinare le conoscenze di Europol in materia di cooperazione operativa fra autorità di contrasto con l´esperienza di Cepol nell´ambito dell´istruzione e della formazione consentirà di migliorare i collegamenti tra i due settori. Si eviteranno doppioni nelle funzioni di supporto delle due agenzie e i risparmi realizzati saranno reinvestiti in corsi di formazione. Tale risultato è reso possibile anche dall´accordo interistituzionale sulle agenzie decentrate concluso l´anno scorso. Il cosiddetto ´approccio comune´ intende migliorare la coerenza, l´efficacia, la responsabilità e la trasparenza di tali agenzie, anche cercando di realizzare sinergie e fondendo gli organismi, laddove possibile; · infine, per accrescere il controllo parlamentare su Europol, il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali saranno consultati sul programma di lavoro strategico pluriennale di Europol. Sia il Parlamento europeo che i parlamenti nazionali riceveranno ogni anno informazioni attraverso le relazioni annuali di attività e i conti definitivi, oltre alle valutazioni delle minacce, le analisi strategiche e i rapporti generali di situazione  
   
   
DANNO NON PATRIMONIALE ALLA PERSONA - LE TABELLE DEL TRIBUNALE DI MILANO  
 
Sono state rese note le tabelle 2013 del Tribunale di Milano per la determinazione del danno alla persona di natura “non patrimoniale”, dopo l’approvazione dei parametri da parte dell’Osservatorio sulla Giustizia civile di Milano. L’aggiornamento dei valori di liquidazione è stato effettuato in base agli indici Istat, sulla scorta di quanto accaduto gli anni scorsi. Con l’adeguamento delle nuove tabelle aumentano tutti i valori sia per quanto riguarda il valore monetario dei punti d’invalidità permanente che per quello dei giorni di inabilità assoluta che ora partono da un minimo di 96,00 euro, fino a 144,00 euro nell’ottica della “personalizzazione” del danno auspicata dalla Suprema Corte di Cassazione. Due anni fa il range era compreso tra 91,00 e 136,00 euro. Di seguito pubblichiamo, a mero titolo esemplificativo, i parametri per il ristoro del danno da perdita del rapporto parentale in favore di: - ciascun genitore per la morte di un figlio: da 163.080 a 326.150 euro; - figlio per la morte di un genitore: da 163.080 a 326.150 euro; - coniuge (non separato) o del convivente sopravvissuto: da 163.080 a 326.150 euro; - fratello per la morte di un fratello: da 23.600 a 141.620 euro; - nonno per la morte di un nipote: da 23.600 a 141.620 euro. Quanto definito dall’Osservatorio meneghino permette di prendere in esame tutte le circostanze variabili di ogni fattispecie, e nel caso della perdita del “prossimo congiunto” partendo in primo luogo dalla qualità e dell’intensità della relazione affettiva che caratterizzava il rapporto parentale con la persona perduta; ma anche la sopravvivenza o meno di altri congiunti, il rapporto di convivenza o meno di questi ultimi, e la qualità e l’intensità della relazione affettiva residua. Lo “Sportello dei Diritti” si augura che "i tribunali applichino le nuove tabelle su tutto il territorio nazionale per evitare le frequenti sperequazioni e diseguaglianze che, nonostante il valore estremamente persuasivo delle decisioni della Corte di Cassazione in tal senso, persistono a verificarsi nel Nostro Paese".  
   
   
10 CONSIGLI PER RENDERE SICURA LA PROPRIA PASSWORD  
 
Internet è ormai parte integrante della nostra vita quotidiana. Molte persone sono sempre più dipendenti da Internet per le amicizie, gli acquisti, l’online banking e altro ancora. Mentre i benefici sono di ampia portata, questa connettività pervasiva porta a un aumento del rischio di frodi di identità e furti di dati, che richiedono una costante attenzione per proteggere le nostre identità online e gestirle proattivamente contro le minacce della Rete. Per proteggersi, Verizon ritiene sia utile ricordare alcuni suggerimenti per gestire e rendere sicure le password e non semplicemente fare affidamento sull’azienda o su un sito web per avere un alto livello di sicurezza: occorre sempre accertarsi di avere il pieno controllo della propria sicurezza online. 1. Mantenere le password segrete. Non svelare le password anche se è richiesto né permettere ai siti web di ricordare il proprio profilo. 2. Modificare regolarmente la propria password. Il suggerimento è di farlo ogni 60 giorni e non oltre i sei mesi. 3. Creare username e password diverse per ogni login o applicazione che si vuole proteggere. Utilizzare password di almeno 8 caratteri, utilizzando maiuscole e minuscole, simboli e altri caratteri alfanumerici. 4. Evitare di scrivere le password o di conservarle in un documento Word o file di testo. Utilizzare uno strumento per gestire le password e/o selezionare una passphrase o una combinazione di parole che permettano di ricordare facilmente la password. 5. Non digitare le password su computer non controllati, su reti Wi-fi aperte o su una pagina web raggiungibile da un link di una e-mail. 6. Limitare il numero delle informazioni personali pubblicate in rete ed evitare le password contenenti informazioni personali identificabili, come data di nascita, nomi di parenti o di animali domestici, indirizzi. 7. Evitare di utilizzare più volte la stessa password o di fare modifiche minime a quelle già utilizzate in precedenza. Utilizzare caratteri simili (es. S e $), sostituzioni fonetiche (es. “Luv 2 Laf” per “Love to Laugh”) e lettere casuali tratte da libri o targhe. 8. Evitare di utilizzare le password di esempio, anche se “forti”, come titoli di libri, film, poesie, canzoni o luoghi ed eventi, acronimi comuni (es. Nasa) e parole straniere (es. Bienvenido1). 9. Password deboli utilizzano combinazioni ripetitive, un solo tipo di carattere, schemi sulla tastiera o numeri sequenziali. Quindi, si consiglia di aggiungere caratteri random o di modificare maiuscole e minuscole (es. Com!puter). 10. Verificare la password con strumenti gratuiti, come The Password Meter e How Secure Is My Password? per controllare se è in grado di sostenere tentativi di cracking. È possibile anche utilizzare un generatore casuale di password, come quello sviluppato da Iobit  
   
   
LA FILIERA DEL LIBRO E DELLA CARTA CONTRO IL DECRETO PROFUMO  
 
L’associazione italiana editori (Aie), la Federazione della Filiera della Carta e della Grafica, l’Associazione librai italiani (Ali), l’Associazione nazionale agenti rappresentanti e promotori editoriali (Anarpe), componenti tutti della filiera del libro, mentre ribadiscono la volontà, già ampiamente dimostrata, di favorire l’innovazione tecnologica nell’ambito scolastico, riaffermano congiuntamente la loro totale contrarietà al decreto ministeriale dedicato alle scelte dei libri scolastici, firmato nei giorni scorsi dall’uscente ministro dell’istruzione, Francesco Profumo.il decreto, secondo i componenti della filiera, oltre a non tenere conto delle indicazioni del Parlamento, volte ad assicurare equilibrio, misura e gradualità, e a non limitare l’autonomia delle scuole e il principio costituzionale della libertà di insegnamento, non considera in alcun modo l’insufficienza infrastrutturale delle scuole (banda larga, Wi-fi, dotazioni tecnologiche, …).Inoltre, le disposizioni firmate da Profumo non prevedono (come succede normalmente negli altri paesi che analogamente affrontano il tema della digitalizzazione nelle scuole) investimenti pubblici. Al contrario, riversano sulle imprese e sulle famiglie l’onere per l’innovazione scolastica, prevedendo, addirittura, che queste ultime versino alle scuole quanto eventualmente risparmiato o lo destinino per l’acquisto di tablet o pc. Infine, sollecitando genitori e alunni ad acquistare prodotti di aziende straniere, non europee, a danno di imprese italiane, il decreto rischia seriamente, in un contesto generale di profonda crisi economica, di mettere ulteriormente in difficoltà le aziende e gli occupati dell’intera filiera del libro e della carta, già pesantemente condizionata da restrittive norme specifiche, senza peraltro assicurare alcun vantaggio in termini di risultati didattici attesi e, soprattutto, di tutela dei bilanci familiari certamente sottoposti a nuovi e maggiori costi derivanti da un non avveduto e graduale passaggio al digitale.La filiera del libro e della carta, al contrario, riafferma il valore pedagogico e la centralità del libro a stampa, che dovrebbe quindi rimanere irrinunciabile. A oggi infatti non è dimostrato da nessuna parte che l’impatto sempre più pervasivo degli strumenti elettronici sui ragazzi non sia nocivo per la salute, senza contare che la memorizzazione e la comprensione sono meno sollecitati dai supporti elettronici. Info: www.Aie.it  
   
   
TELECOM ITALIA E EXPO 2015: CONCORSO DI IDEE INNOVATIVE SU PROGETTAZIONE E DESIGN PER LA REALIZZAZIONE DELLA SMART CITY  
 

 

Expo 2015 e Telecom Italia, in collaborazione con il mensile Domus, lanciano “Digital Ideas for Expo City 2015”, il concorso di idee rivolto al mondo della progettazione e del design che ha l’obiettivo di individuare soluzioni innovative, basate sulle nuove tecnologie digitali applicabili in ambito urbano e domestico, in grado di incidere positivamente sul territorio e sulla vita delle persone. I tre migliori progetti selezionati potranno essere sviluppati nell’ambito della Digital Smart City di Expo Milano 2015, la città intelligente, digitalizzata e sostenibile che Telecom Italia, in qualità di Global Service Partner dell’Esposizione Universale, concorrerà a realizzare.

 

L’iniziativa è stata presentata venerdì 5 aprile nel corso della seconda tappa di Expovisions, una serie di appuntamenti organizzati da Expo 2015 e Telecom Italia che delineano il percorso di avvicinamento all´evento del 2015 e che, attraverso la partecipazione di esponenti di spicco del mondo della cultura e dell’innovazione tecnologica, sono volti a favorire l´elaborazione e la proposta di idee e suggerimenti per migliorare la qualità della vita. All’incontro, dal titolo “Digital for Life. Soluzioni per un mondo più intelligente”, svoltosi presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica a Milano, sono intervenuti Giuseppe  Sala, AD di Expo 2015, Marco Patuano, AD di Telecom Italia, Joseph Grima, direttore di Domus, Dan Hill, AD di Fabrica e Italo Rota, architetto di fama internazionale dello Studio Italo Rota & Partners.

 

Il progetto “Digital Ideas for Expo City 2015” punta a coinvolgere studenti e professionisti del mondo dell’architettura e del design, chiamati a presentare idee legate all’utilizzo delle nuove tecnologie digitali applicabili agli spazi urbani e domestici per rendere più intelligente, efficiente e sostenibile la vita nelle città. In particolare, le proposte progettuali dovranno prevedere l’utilizzo di almeno una componente tecnologica di Telecom Italia scelta tra le soluzioni di Cloud Computing della Nuvola Italiana (l’insieme di risorse informatiche rese disponibili attraverso la Rete di connettività a banda larga) e la NFC (Near Field Communication), la tecnologia in radiofrequenza a corto raggio che consente lo scambio di informazioni tra dispositivi posti in prossimità.

 

Le proposte dovranno fare riferimento ai seguenti ambiti: Smart City, con possibile utilizzo nel contesto delle Isole digitali, vere e proprie aree multiservizi all´interno dell´arredo urbano, concepite come “contenitori aperti” di App e servizi tecnologici evoluti, che spaziano dalla ricarica di utenze ai pagamenti con dispositivi mobili, alle informazioni turistiche; Mobile Application, l’insieme di applicazioni mobili sviluppate per Expo Milano 2015 che consentiranno la fruizione dell’evento in modalità coinvolgente e immersiva per i visitatori reali e virtuali; Digital Home & Office + Smart School, ovvero i servizi digitali per il monitoraggio e la gestione automatizzata delle case e degli edifici, in ambiente privato e professionale, e delle soluzioni per l’informatizzazione del sistema scolastico.

 

Le proposte, che potranno essere presentate attraverso il sito www.domusweb.it fino al 30 agosto 2013, saranno selezionate da una giuria di alto profilo composta da Nicola di Battista (architetto e docente di Progettazione Architettonica all’Università di Cagliari), Joseph Grima (Direttore Domus), Marco Patuano (AD Telecom Italia), Carlo Ratti (docente presso il MIT di Boston), Franco Regis (Vice President Energy Purchase & Management, Telecom Italia), Italo Rota (architetto, Studio Italo Rota & Partners), Giuseppe Sala (AD Expo 2015).  

 

«Ripensare le città a partire dalle nostre abitazioni, dall´ambiente lavorativo, dagli spazi urbani che viviamo quotidianamente o nei quali vorremmo vivere, grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie: è la nuova sfida che lanciamo oggi con l’obiettivo di arricchire la roadmap del progetto Digital Smart City di Expo 2015», ha dichiarato Marco Patuano, Amministratore Delegato di Telecom Italia. «Vogliamo condividere questa occasione di sviluppo per il Paese e contribuire alla nascita di una cultura nuova, fondata sul riconoscimento del ruolo dell´innovazione tecnologica quale elemento abilitante di un mondo più intelligente e sostenibile. Per questo ci rivolgiamo ai migliori talenti, nazionali ed esteri, offrendo loro una possibilità concreta di essere protagonisti, con le loro idee, della nascita della città del futuro».

 

«È di idee giovani e all’avanguardia che Expo Milano 2015 ha bisogno per diventare una vera Smart City del futuro, un modello di riferimento da replicare in numerosi contesti urbani», ha spiegato Giuseppe Sala, Amministratore Delegato di Expo 2015 S.p.A. . «Per raggiungere questo obiettivo serve un approccio non banale, innovativo e intelligente: lo sguardo fresco che i giovani rivolgono al mondo. Con il progetto Digital Smart City di Expo 2015 chiediamo di sviluppare proposte e applicazioni tecnologiche capaci di migliorare la vita di tutti i giorni, negli ambienti che quotidianamente si frequentano per lavoro, svago o interesse personale. L’Esposizione Universale offre alle menti più brillanti e intraprendenti un terreno unico per sperimentare e mettersi alla prova»

 
   
   
PRIVACY: ARCHIVI GIORNALISTICI ON LINE SEMPRE AGGIORNATI  
 
Dati personali esatti e aggiornati anche negli archivi giornalistici on line. E’ quanto ha stabilito il Garante privacy che, accogliendo i ricorsi di due cittadini, ha ordinato a un gruppo editoriale di aggiornare alcuni articoli presenti nell’archivio storico on line di un suo quotidiano. L’editore dovrà individuare modalità che segnalino al lettore l’esistenza di rilevanti sviluppi delle vicende che riguardano i due interessati (ad esempio, con un link, un banner o una nota all’articolo). L’adozione di questo accorgimento è in grado, infatti, di garantire alle persone il rispetto della propria identità, così come si è evoluta nel tempo, consentendo al lettore di avere un’informazione attendibile e completa. I ricorrenti si erano rivolti all’Autorità, insoddisfatti del riscontro ottenuto dall’editore, per chiedere la rimozione dall’archivio storico on line di alcuni articoli riguardanti gravi vicende giudiziarie in cui erano rimasti coinvolti o, quanto meno, l’integrazione o l’aggiornamento delle notizie con gli esiti delle successive sentenze, a seconda dei casi di proscioglimento, assoluzione o intervenuta prescrizione. Nel riconoscere la liceità della conservazione degli articoli di cronaca nell’archivio storico on line del quotidiano, l’Autorità, come in molti altri casi esaminati in passato, ha detto no alla rimozione degli articoli (operazione che avrebbe alterato l’integrità dell’archivio), ma ha ritenuto che i ricorrenti avessero diritto ad ottenere l’aggiornamento o l’integrazione dei dati personali. Nei due casi esaminati dal Garante, infatti, sviluppi successivi della vicenda avevano profondamente modificato i contenuti dei primi articoli di cronaca. La decisione del Garante si pone in linea con una recente sentenza della Cassazione, la quale, nell’affrontare un caso analogo, ha statuito che per salvaguardare l’attuale identità sociale di una persona occorra garantire la contestualizzazione e l’aggiornamento della notizia di cronaca, attraverso il collegamento ad altre informazioni successivamente pubblicate. Per quanto riguarda, infine, la richiesta dei ricorrenti di rendere gli articoli inaccessibili dai comuni motori di ricerca, il Garante ha dichiarato non luogo a provvedere perché, seppur dopo la presentazione del ricorso, l’editore aveva adottato gli accorgimenti tecnologici per “deindicizzare” gli articoli. Uno dei due provvedimenti adottati dal Garante è stato impugnato dall’editore di fronte all’autorità giudiziaria  
   
   
PRIVACY: PRESTAZIONI SOCIALI AGEVOLATE -PARERE FAVOREVOLE DEL GARANTE SULLA COSTITUZIONE DELLA NUOVA BANCA DATI - OK AI CONTROLLI, MA PRIVACY TUTELATA  
 
Parere favorevole del Garante della privacy sullo schema di decreto interministeriale che consente all’Inps di costituire una nuova banca dati per verificare la correttezza delle dichiarazioni dei beneficiari di prestazioni sociali agevolate, garantendo però adeguate tutele alla privacy delle persone coinvolte. Lo schema, predisposto dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, consente di rafforzare il sistema dei controlli dell´Isee (indicatore della situazione economica equivalente), mettendo in comune i dati sui benefici sociali concessi dalle amministrazioni locali e da tutti gli altri enti erogatori. La nuova banca dati delle prestazioni sociali agevolate conterrà informazioni sia sui beneficiari delle agevolazioni, sia sui relativi enti erogatori, e permetterà all’Inps stessa, all’Agenzia delle entrate e alla Guardia di finanza di effettuare dei controlli su eventuali discordanze, ad esempio, tra il reddito dichiarato ai fini fiscali e quello presentato per accedere a prestazioni agevolate. Potranno usufruire della banca dati anche altri enti pubblici, come Regioni e Comuni, ma solo per attività di programmazione, monitoraggio e valutazione in materia di politiche sociali: in questo caso, potranno essere utilizzati unicamente dati anonimi o in forma aggregata. Il Ministero ha recepito all’interno del decreto tutte le precauzioni suggerite dal Garante a protezione dei dati personali, ad esempio precisando la tipologie di informazioni che costituiscono la banca dati e chiarendo quali debbano essere i soggetti legittimati all´accesso, nonché le relative finalità, così da evitare eventuali trattamenti ingiustificati di dati personali. L’autorità nell’approvare lo schema di decreto si è però riservata di valutare anche i decreti direttoriali che l’Inps dovrà emanare per definire, ad esempio, le modalità tecniche di acquisizione e di trasmissione dei dati, nonché le misure di sicurezza adottate a protezione delle informazioni. Il Garante valuterà anche la conformità alla normativa in materia di protezione dei dati personali di altri atti e provvedimenti che dovranno aggiornare l’elenco delle prestazioni sottoposte a monitoraggio e definire le modalità di creazione delle liste di beneficiari che l’Inps invierà alla Guardia di Finanza per i controlli di competenza  
   
   
PRIVACY: PA: ATTENZIONE AI FAX INVIATI AI CITTADINI SULL’UTENZA AZIENDALE  
 
Le pubbliche amministrazioni devono fare attenzione a non inviare comunicazioni ai cittadini usando il fax dell’azienda in cui questi lavorano. In mancanza di una norma di legge o di regolamento o di specifiche indicazioni dell’interessato, la comunicazione è illecita. Lo ha ricordato il Garante per la protezione dei dati personali che ha imposto ad un Comune veneto di adottare opportune cautele per prevenire in futuro la conoscibilità ingiustificata dei dati personali dei cittadini da parte di soggetti diversi dai destinatari. Il Garante è intervenuto a seguito della segnalazione di una donna che si era vista inviare al recapito della società presso cui lavorava un fax contenente dati personali riguardanti un contenzioso in corso con la sua amministrazione comunale. Interpellato dal Garante, il sindaco si era giustificato affermando che il numero di fax utilizzato era stato precedentemente usato più volte sia dalla donna sia dal marito per comunicazioni dirette al Comune, facendo supporre che l’utenza fosse nella piena disponibilità dell’interessata e a suo uso esclusivo. La donna, invece, non aveva disposto che le comunicazioni le venissero inviate a quel numero di fax, ma aveva indicato quale recapito unicamente il proprio domicilio. Nel decidere sul caso, l’Autorità ha innanzitutto osservato che, sulla base di quanto stabilito dal Codice privacy, l’invio di una comunicazione, specie se tramite fax, da parte di un soggetto pubblico ad un soggetto privato diverso dal destinatario è ammesso solo se previsto da un norma di legge o di regolamento. Dal momento che tali presupposti sono risultati assenti, il trattamento di dati effettuato dal Comune è da considerarsi illecito. Il Garante ha dunque prescritto al Comune di adottare per il futuro opportune cautele al fine di prevenire la conoscibilità ingiustificata dei dati personali da parte dei soggetti diversi dai destinatari, specie in caso di invio tramite fax, riservandosi di valutare eventuali profili sanzionatori  
   
   
PRIVACY: VIDEOSORVEGLIANZA “PIÙ LUNGA” PER LA CARTIERA DEGLI EURO - ESTESI A DODICI MESI I TEMPI DI CONSERVAZIONE DELLE IMMAGINI  
 
La società italiana accreditata alla fabbricazione di carta moneta per banconote euro, potrà conservare fino ad un anno le immagini riprese dal proprio sistema di videosorveglianza. Lo ha stabilito il Garante per la protezione dei dati personali al quale la cartiera aveva presentato una verifica preliminare per avere l’autorizzazione all’allungamento dei tempi di conservazione delle immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza installati presso due sedi della società. La richiesta di verifica preliminare nasce dall’esigenza della società di rispettare le regole stabilite dalla Bce. La Banca Centrale, infatti, in forza del suo potere normativo vincolante, concede l’"accreditamento di sicurezza" ai fabbricanti di carta moneta solo a fronte del rispetto di alcune norme minime di sicurezza, che impongono, in particolare, ai produttori di banconote euro accreditati di conservare per almeno dodici mesi le immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza installati presso i siti produttivi. Il Garante, dopo aver valutato la peculiarità dell´attività produttiva svolta e le specifiche regole europee di settore, sulla base di quanto previsto dal Codice privacy, ha ritenuto i sistemi di videosorveglianza in questione conformi ai principi di pertinenza e non eccedenza e ha ammesso la conservazione delle immagini registrate per un periodo massimo di dodici mesi