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Notiziario Marketpress di Lunedì 12 Marzo 2012
UNO STUDIO FINANZIATO DALL´UE STABILISCE CHE SI PUÒ ALLENARE IL CERVELLO A USARE LE PROTESI  
 
Bruxelles, 12 marzo 2012 - Gli scienziati impegnati nello sviluppo di protesi controllate dal pensiero per persone che stanno guarendo da lesioni delle colonna vertebrale o da un´amputazione, saranno interessati a un nuovo studio finanziato dall´Ue che mostra che il cervello è più flessibile e allenabile di quanto si pensasse. In un articolo pubblicato sulla rivista Nature, un team di ricercatori portoghesi e americani spiega come, attraverso un processo chiamato plasticità, parti del cervello possono essere allenate a fare qualcosa che normalmente non fanno. Il team ha scoperto che gli stessi circuiti del cervello usati per imparare le capacità motorie, come andare in bicicletta o guidare la macchina, si possono usare per controllare compiti strettamente mentali, anche arbitrari. Si tratta del primo studio che esclude il ruolo del movimento fisico quando si impara a usare una protesi. Uno degli autori dello studio, il dotto Rui Manuel Marques Fernandes da Costa, del Centro dello studio dell´ignoto Champalimaud a Lisbona in Portogallo, ha ricevuto una sovvenzione Starting Grant del Consiglio europeo della ricerca (Cer) di oltre 1,5 milioni di euro per il lavoro svolto sul suo progetto Neurohabit ("Neural mechanisms of action learning and action selection: From intent to habit") che ha contribuito a questo studio. Un altro degli autori dello studio, Jose Carmena dell´Università della California, Berkeley negli Stati Uniti, commenta così i risultati dello studio: "Speriamo che le nuove informazioni che abbiamo ottenuto sull´insieme delle connessioni del cervello porteranno a una più ampia gamma di protesi migliori che sembrino più naturali possibile a chi le usa. Suggeriscono che imparare a controllare un´interfaccia cervello-macchina, cosa che è assolutamente innaturale, potrebbe sembrare completamente normale a una persona perché questa attività di apprendimento usa i circuiti incorporati del cervello esistenti per il naturale controllo dei movimenti. Questo è fondamentale per le persone che non possono muoversi. La maggior parte degli studi sull´interfaccia cervello-macchina sono stati fatti in animali sani e con un corpo funzionante. Il nostro studio dimostra che questo controllo delle neuroprotesi è possibile, anche se il movimento fisico non viene coinvolto." L´esperimento condotto dal team consisteva nel vedere se i ratti potessero completare un compito astratto quando non era coinvolto il movimento fisico intenzionale. I ricercatori hanno disaccoppiato il ruolo dei neuroni motori in questione necessari per muovere i baffi con l´azione necessaria per ottenere un premio in cibo. Ai ratti è stata applicata un´interfaccia cervello-macchina che convertiva le onde cerebrali in toni acustici. Per ottenere il premio, i ratti dovevano modulare i loro schemi di pensiero nell´ambito di uno specifico circuito del cervello per alzare o abbassare la tonalità del segnale. Ai ratti veniva dato un feedback acustico, in modo che imparassero ad associare uno specifico schema di pensiero a una specifica tonalità. In un periodo di appena due settimane, i ratti hanno velocemente imparato che per ottenere il cibo, dovevano creare una tonalità alta, per ottenere acqua zuccherata, dovevano creare una tonalità bassa. Se il gruppo di neuroni del compito venivano usati per la loro normale funzione, muovere i baffi, non c´era alcun cambiamento di tonalità del suono e nessun premio. "Non è una cosa naturale per i ratti," commenta il dott. Costa. "E questo ci dice che è possibile costruire una protesi che non deve per forza imitare l´anatomia del sistema motorio naturale per funzionare." I ricercatori sperano che queste scoperte porteranno a una nuova generazione di protesi che diano una sensazione naturale e che possano essere usate senza che i pazienti debbano pensare troppo a muovere un arto robotico. Per maggiori informazioni, visitare: University of California - Berkeley: http://www.Berkeley.edu/    
   
   
FOTO DI PRECISIONE DELLE PROTEINE, SIAMO A UN PASSO DAL POTERLE FILMARE?  
 
Bruxelles, 12 marzo 2012 - Un team internazionale di ricercatori ha scoperto un modo più efficace per la visualizzazione delle proteine, qualcosa che potrebbe presto portare alla possibilità di filmare il loro funzionamento a livello molecolare. Il team proveniente da Germania, Svezia e Stati Uniti si è basato su un lavoro precedente guidato da uno degli autori dello studio, il professor Richard Neutze dell´Università di Göteborg, che fu uno dei primi al mondo a visualizzare le proteine usando impulsi a raggi X molto brevi e ad alta intensità. Quanto meglio gli scienziati riescono a mappare la struttura delle proteine e il loro comportamento nelle cellule, tanto più si possono approssimare alla scoperta della cura per gravi malattie quali cancro e malaria. Questo nuovo studio, pubblicato nella rivista Nature Methods, verifica questo metodo su un nuovo tipo di proteina, e i risultati fanno ben sperare per gli esperimenti futuri. Il team ha osservato la proteina di membrana in un tipo di batterio che vive lontano dalla luce del sole. Lo studio delle proteine di membrana è importante poiché esse trasportano sostanze attraverso la membrana cellulare e quindi si occupano della comunicazione con l´ambiente che circonda la cellula e con le altre cellule. L´autrice principale dello studio Linda Johansson dell´Università di Göteborg ha detto: "Noi siamo riusciti a creare un modello dell´aspetto di questa proteina. Il prossimo passo è quello di fare dei filmati in cui poter osservare le varie funzioni della proteina, ad esempio come essa si sposta durante la fotosintesi. Noi in pratica abbiamo sviluppato un nuovo metodo per creare cristalli proteici incredibilmente piccoli. Noi abbiamo anche mostrato che è possibile utilizzare cristalli molto piccoli per determinare la struttura di una proteina di membrana." Quando si vogliono visualizzare le proteine ci sono due grandi sfide da affrontare: la prima è quella di creare cristalli proteici delle giuste dimensioni e la seconda è quella di irradiarli in modo tale da non farli disintegrare. Anche se la Svezia possiede una struttura per radiazioni di raggi X generate da sincrotrone presso l´Università di Lund, questo tipo di tecnologia non ha una luce sufficientemente intensa e richiede quindi grandi cristalli proteici la cui produzione dura diversi anni. Per superare questo ostacolo, il professor Neutze ha deciso di provare a visualizzare piccoli campioni di proteine usando laser a elettroni liberi che emettono un´intensa radiazione a raggi X in impulsi estremamente brevi: più brevi del tempo impiegato dalla luce per percorrere una distanza pari allo spessore di un capello. Per fortuna, i colleghi provenienti dalla California che partecipano alla ricerca possono mettere a disposizione una struttura perfetta per questo scopo. "Produrre piccoli cristalli proteici è più facile e richiede meno tempo, quindi questo metodo è molto più veloce," ha proseguito Linda Johansson. "Noi speriamo che esso diventi lo standard nei prossimi anni. Attualmente sono in costruzione strutture per laser a elettroni liberi a raggi X in Svizzera, Giappone e Germania." Fondamentale è stata la scoperta che per mappare la proteina sono necessarie molte meno immagini di quanto si credeva in precedenza. Usando un laser a elettroni liberi è possibile produrre circa 60 immagini al secondo, e questo significa che il team aveva a disposizione oltre 365.000 immagini. Tuttavia, per creare un modello tridimensionale della proteina erano sufficienti solo 265 immagini. Per maggiori informazioni, visitare: Università di Göteborg: http://www.Gu.se    
   
   
5º INVITO A PRESENTARE PROPOSTE IMI 2012  
 
Bruxelles, 12 marzo 2012 - L´iniziativa in materia di medicinali innovativi (Imi) ha pubblicato il 5º invito a presentare proposte. L´invito consiste in un tema, "European Lead Factory" (la fabbrica guida europea), che comprende due argomenti: - "European Screening Centre" (il centro screening europeo); - "Joint European Compound Collection" (la raccolta dei composti congiunta europea). La scoperta di nuove strutture guida di piccole molecole è uno dei principali motori della scoperta precoce di nuovi farmaci. Tra una serie diversificata di strategie di scoperta, lo screening ad alte prestazioni (Hts) sperimentale di raccolte complete di composti ha aperto la strada verso l´identificazione di strutture guida. Mentre le attività di screening accademiche non sono progettate per l´applicazione industriale e per guidare le scoperte, costituiscono comunque una ricca fonte di nuove idee sui bersagli molecolari, sui percorsi patologici rilevanti e sugli approcci di analisi. Al contrario, le attività di screening del settore industriale mirano a fornire novità che combinano preferibilmente le scoperte chimiche con l´utilità sanitaria. La "European Lead Factory" mira a colmare il divario tra il mondo accademico e quello della ricerca applicata, fornendo ai ricercatori pubblici una piccola piattaforma di scoperta molecolare "simile all´industria", con idee innovative per i programmi volti a scoprire strutture guida per lo sviluppo di farmaci o sonde di alta qualità per la ricerca nel campo. L´impresa comune sui medicinali innovativi è un partenariato pubblico-privato volto a favorire la collaborazione tra tutte le parti interessate, tra cui grandi e piccole aziende biofarmaceutiche e sanitarie, regolatori, mondo accademico e pazienti. Per ulteriori informazioni sull´invito, visitare: http://www.Imi.europa.eu/content/stage-1-3    
   
   
SANITA’ ZAIA A VICENZA INAUGURA CYBERKNIFE E RMN “3 TESLA”; “CON LE SUE ECCELLENZE IL VENETO PRONTO ALLA SFIDA EUROPEA DEL 2014 SULLA MOBILITA’ DEI PAZIENTI”  
 
Vicenza, 12 marzo 2012 - Il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, alla presenza di numerose autorità tra le quali il Prefetto Melchiorre Fallica, il Sindaco Achille Variati, il Presidente della Provincia Attilio Schneck, il Direttore Generale dell’Ulss 6 Antonio Alessandri, parlamentari e amministratori locali, ha inaugurato il 9 marzo all’ospedale San Bortolo di Vicenza due modernissimi nuovi apparecchi: una potentissima risonanza magnetica modello Skyra 3 tesla ad alto campo (unica in Italia autorizzata in un ospedale generale e non in un centro specialistico) ed il secondo Cyberknife che entra in attività nella struttura berica. Si tratta di una macchinario avveniristico, dotato di un braccio robotico con acceleratore lineare, che bombarda il tumore con radiazioni da 1200 posizioni diverse e che rende possibile aggredire neoplasie non trattabili con tecniche chirurgiche tradizionali, senza minimamente intaccare le cellule sane dell’organo interessato. Il primo Cyberknife in Europa era entrato in funzione a Vicenza nel 2003; con quello inaugurato oggi, Vicenza è il secondo ospedale al mondo, con il centro medico universitario di San Francisco (Usa), a disporre di due apparecchiature di questo tipo. “Abbiamo i conti sanitari in ordine – ha detto Zaia – siamo gli unici in Italia a non avere l’addizionale Irpef regionale sulla sanità, ma riusciamo ugualmente ad offrire nuove eccellenze come queste del San Bortolo. Che sono particolarmente importanti per curare sempre meglio i nostri pazienti – ha aggiunto – ma che hanno anche un grande rilievo nell’ottica dell’entrata in vigore nel 2014 della libertà di movimento dei pazienti nell’Unione Europea. Allora ogni cittadino Ue sarà libero di andare a curarsi dove vorrà: i veneti altrove e gli stranieri in Veneto. Le molte eccellenze che ci sono nei nostri ospedali, come queste di Vicenza, sono di fatto l’arma che abbiamo per trattenere in Veneto i nostri pazienti e per fare attrazione dall’estero, con evidenti benefici non solo di prestigio, ma anche economici”. Nel suo intervento, Zaia ha fatto riferimento anche al nuovo Piano Sociosanitario Regionale. “Era atteso da 16 anni – ha detto – e tra poco, appena concluso il lavoro del Consiglio regionale al quale lo abbiamo trasmesso in estate, sarà realtà. La sanità è un’azienda da 8 miliardi e mezzo di euro l’anno – ha aggiunto – e come in ogni azienda che si rispetti è fondamentale programmare. Noi l’abbiamo fatto sin dall’inizio: siamo partiti accendendo la luce nella stanza, abbiamo risolto con un accordo di rateizzazione con il Ministero delle Finanze il problema degli ammortamenti non sterilizzati per 1 miliardo 312 milioni; abbiamo i bilanci delle Ullss certificati ed ora andremo avanti con le idee chiare, programmando dove sostenere una crescita delle strutture, dove riconvertire, dove chiudere se sarà necessario. La filosofia che ci guida – ha aggiunto il governatore – parte dal presupposto di garantire cure di qualità in pari modo a tutti i veneti, da Rocca Pietore a Badia Polesine, con le cure più immediate, come i pronto soccorso, la diagnostica, la specialistica e la medicina territoriale il più vicine possibile alla gente e con una serie di nodi di eccellenza dove curare le patologie più gravi e complesse con le migliori attrezzature e professionalità”. Zaia ha ribadito la sua personale convinzione che nel dibattito in corso si possa ragionare anche di una riorganizzazione territoriale delle Ullss per creare un sistema più snello e meno dispendioso. “Ho posto la questione con il massimo rispetto dell’autonomia del Consiglio, che è sovrano – ha detto – ma credo sarebbe utile discuterne”. Visitando i due macchinari inaugurati oggi, illustratigli dai primari di neuroradiologia Vittore Pinna e di neuroradiologia stereotassica Federico Colombo, Zaia ha anche rivolto un “profondo ringraziamento a tutto il personale, dal più importante primario all’ultimo amministrativo, che lavora quotidianamente con impegno e sacrificio nella sanità veneta” ed ha raccomandato “la massima attenzione possibile all’aspetto umano nei rapporti con i pazienti”. “Siamo i più bravi a curare e chi entra nei nostri ospedali esce guarito – ha detto – ma possiamo ancora migliorare sul fronte dell’umanizzazione. Tante volte – ha concluso – una parola ed un sorriso in più rivolti a chi è in un momento di difficoltà e di paura, sono utili come una medicina”.  
   
   
SANITA’: ZAIA SU IPOTESI NUOVI TICKET NAZIONALI SUI RICOVERI, “ASSURDI, SE FOSSE CI METTEREMO DI TRAVERSO E RICORREREMO”  
 
Vicenza 12 marzo 2012 - “A livello nazionale aleggia l’ipotesi di nuovi tagli ai fondi sanitari per 8 miliardi e dell’introduzione di nuovi ticket sui ricoveri ospedalieri. Noi diciamo un no forte e chiaro: se si volessero imporre nuovi balzelli sulla salute dei veneti ci metteremo di traverso e faremo ricorso agli organi giurisdizionali competenti. Quello sui ricoveri sarebbe particolarmente odioso, perché chi finisce in un letto d’ospedale sta davvero male ed è assurdo che debba anche pagare come se fosse in un albergo”. Lo ha detto il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, intervenuto il 9 marzo a Vicenza all’inaugurazione di due nuove moderne apparecchiature all’ospedale San Bortolo. “Con il Governo – ha aggiunto – c’è tuttora un dibattito aperto, ma ogni eventuale nuovo sacrificio andrà ripartito sulla base della virtuosità delle diverse politiche sanitarie regionali e su questo i dati nazionali danno il Veneto al primo posto. Per la prima volta quest’anno – ha ricordato Zaia – abbiamo superato la Lombardia ed abbiamo il minor indice d’inefficienza d’Italia. Abbiamo razionalizzato, abbiamo anche il bilancio 2011, dopo quello 2010, in attivo. Abbiamo il diritto – ha concluso – di difendere gli sforzi e le tasche dei nostri cittadini e lo faremo in ogni forma e con ogni mezzo che la legge ci fornisce”.  
   
   
CERVELLO: COME RICONOSCIAMO GLI OGGETTI? RICERCATORE DELLA SISSA DI TRIESTE, INSIEME A COLLEGHI AMERICANI, ILLUSTRA SULLA RIVISTA NEURON I MECCANISMI DELLA VISIONE UMANA. UNO DEI PROCESSI COGNITIVI PIÙ STRAORDINARI E AFFASCINANTI, MA TUTTORA POCO COMPRESO  
 
Trieste, 12 marzo 2012 - Perché riusciamo con apparente semplicità a identificare e riconoscere le lettere sullo schermo del computer, una tazzina di caffè sul tavolo e una persona che esce dall’ascensore? Alla base del riconoscimento visivo degli oggetti c’è un processo computazionale molto complesso. Lo studio dei meccanismi neuronali che ci consentono di interpretare le scene visive ed estrarne informazioni, essenziali per interagire con il mondo circostante e guidare le nostre azioni motorie, è una sfida aperta per le neuroscienze cognitive, la psicofisica, la neurofisiologia e la computer science. Sulla rivista Neuron Davide Zoccolan, che alla Sissa di Trieste dirige il laboratorio di neuroscienze visive, ha pubblicato insieme ai collaboratori americani James Dicarlo (Mit, Boston) e Nicole Rust (University of Pennsylvania), un articolo che fa il punto sui meccanismi della visione umana. Uno dei processi cognitivi più straordinari e affascinanti compiuti dal cervello. Ma tuttora poco compreso. «Noi siamo in grado di classificare e identificare gli oggetti, indipendentemente dagli inifiniti modi in cui possono presentarsi davanti ai nostri occhi: per la posizione, l’orientamento, la dimensione, il contesto e le condizioni di illuminazione. E riusciamo a farlo in poche centinaia di millisecondi» spiega Zoccolan, torinese, dal 2009 alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati. Il sistema visivo umano, cioè, è in grado di riconoscere centinaia di migliaia di oggetti diversi, nonostante l’incredibile varietà di pose, dimensioni, posizioni in cui ci appaiono. Siamo in grado, per esempio, di riconoscere istantaneamente una faccia famigliare, a prescindere dal fatto che essa sia in luce o in ombra, appaia di fronte o di profilo, sia isolata o circondata da altri oggetti. Questa facoltà è detta riconoscimento invariante. E nonostante tale riconoscimento sia per noi immediato e non richieda alcuno sforzo, nessun sistema di visione artificiale e nessun calcolatore, per quanto potente, sono in grado di eguagliare accuratezza, affidabilità e velocità del riconoscimento visivo umano. Da un punto di vista evolutivo, questa capacità cognitiva è funzionale alla nostra sopravvivenza: molte delle nostre attività quotidiane - dalla ricerca del cibo alle interazioni sociali, dall’utilizzo di attrezzi al potersi muovere nel traffico - dipendono infatti dalla capacità di estrarre in modo accurato e veloce l’identità degli oggetti tra tutte le informazioni che raggiungono la nostra retina. «La comprensione dei meccanismi neuronali che consentono al cervello di interpretare la straordinaria ricchezza di informazioni visive rappresenta non solo una delle maggiori sfide delle neuroscienze sistemiche e computazionali, ma anche un passo fondamentale verso lo sviluppo di sistemi di visione artificiale» commenta il neuroscienziato. Il riconoscimento visivo è infatti un processo di elaborazione dell´informazione molto complesso, tanto che nei primati non umani metà della corteccia cerebrale è destinata allo svolgimento di compiti visivi. Zoccolan e il suo team hanno scoperto recentemente che anche i ratti riescono a codificare in modo invariante gli oggetti, il loro sistema visivo è in grado cioè di identificare un oggetto nonostante appaia di volta in volta in posizioni, dimensioni e contesti differenti. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sul Journal of Neuroscience. Nel laboratorio alla Sissa, il team di Zoccolan studia le proprietà e i limiti del riconoscimento visivo invariante, effettuando esperimenti di psicosifisica e neurofisiologia, con l’obiettivo di scoprire i meccanismi neuronali della visione per poter sviluppare sistemi artificiali che si ispirano all’architettura cerebrale.  
   
   
12-18 MARZO 2012 SETTIMANA DEL CERVELLO A PAVIA IL MONDINO NEL FUTURO DELLE NEUROSCIENZE  
 
Pavia, 12 marzo 2012 - La Fondazione “Istituto Neurologico Nazionale Casimiro Mondino” di Pavia aderisce anche quest’anno alla “Settimana Mondiale del Cervello” (12-18 marzo 2012), un’occasione di incontro con i cittadini per far conoscere le strutture e i servizi dell’Istituto. Con l’iniziativa “Ospedale aperto” nei giorni dal 12 al 18 marzo, dalle ore 14 alle ore 16, chiunque volesse visitarlo e ricevere informazioni sarà accolto all’entrata dal personale dell’Istituto. Accanto a numerose conferenze divulgative, in calendario sabato 17 marzo, è previsto anche un workshop scientifico venerdì 16 marzo in Aula Berlucchi, dal titolo “Il Mondino nel futuro delle neuroscienze. L´istituto C. Mondino ha accolto l´invito della Società Italiana di Neuroscienze (www.Sins.it) e della Società Italiana di Neurologia (www.Neuro.it), aderendo all´iniziativa, coordinata da European Dana Alliance for the Brain in Europa, dalla Dana Alliance for the Brain Ininiziatives e dalla Society for Neuroscience negli Usa (www.Dana.org/brainweek), dedicata alla "Settimana Mondiale del Cervello 2012". Venerdì 16 marzo 2012, alle ore 15,00, nell’Aula Berlucchi del Mondino si terrà il Workshop scientifico per gli addetti ai lavori dal titolo “Il Mondino nel futuro delle neuroscienze”, durante il quale interverranno medici specialisti, tra cui professori dell’Università di Pavia. Programma: Il Mondino Nel Futuro Delle Neuroscienze Moderatori: F. Blandini & T. Vecchi (Pavia); Ore 15.00 Apertura dei lavori G. Nappi, Pavia; Ora 15.10 “Human Brain Simulation” E. D’angelo, Pavia; Ore15.30 “Neurosimulazione nell’uomo: l’esperienza del Cesmo” A. Cavallini, Pavia; Ore 15.50 “Neurostimolazione e robotica in riabilitazione” G. Sandrini, Pavia; Ore 16.10 “Reti e modelli in neurologia” G. Micieli, Pavia; Ore 16.30 “Prescrivere il genoma nelle neuropatologie” O. Zuffardi, Pavia; Ore 16.50 “Filosofi in corsia” P. Milanesi, Pavia; Ore 17.10 Best papers 2010, Irccs C. Mondino, Pavia; Ore 17.30 Conclusione dei lavori e compilazione dossier Ecm/cpd; Sabato 17 marzo, alle ore 10,00, nelle aule del Mondino si terranno una serie di conferenze divulgative destinate a pazienti, familiari e associazioni di volontariato. Programma - Incontri Tematici Con La Cittadinanza Coordinamento: A. Moneta (Pavia): Ore 10.00-11.30 Aula Berlucchi “La Malattia di Parkinson” - C. Pacchetti, Pavia; Aula Mondino “Sclerosi multipla e ambiente” - R. Bergamaschi, Pavia; Aula Rossi “Disturbi visivi e neuropsicomotori nel bambino” – S. Signorini,pavia; Ore 11.30-13.00 Aula Berlucchi “Ictus: i sintomi d’allarme” - E. Candeloro, Pavia; Aula Mondino “Le Cefalee” - C. Tassorelli, Pavia; Aula Rossi “Disturbi cognitivi nell’invecchiamento” - E. Sinforiani, Pavia.  
   
   
LE MESTRUAZIONI ABBONDANTI DIMEZZANO LA QUALITÀ DI VITA ITALIANE MAGLIA NERA IN EUROPA, TROPPI TABÙ: 1 SU 4 SI VERGOGNA  
 
 Firenze, 12 marzo 2012 – 13 volte l’anno 3 milioni di italiane fanno i conti con dolore, astenia, stanchezza e grande imbarazzo: sono le “vittime” delle mestruazioni abbondanti. Pagano un prezzo doppio rispetto a chi le ha normali: il 70,2% rinuncia completamente all’attività sessuale (contro il 60,4%), il 53,2% allo sport (vs il 30,9%), il 40,4% a viaggiare (vs il 18,5%), il 26,6% vede compromessa la vita sociale (vs il 10,1%), il 23,4% ha difficoltà nelle mansioni domestiche (vs l’11,1%), il 18,1% si assenta dal lavoro o da scuola (vs 10,1%). Un problema “ingombrante” ma sottovalutato dalle donne: se una su 2 ritiene il suo flusso sopra la norma, solo il 10% ne parla con il ginecologo e una su 4 si vergogna. I dati di una vasta ricerca internazionale su 15 Paesi, presentati ol’ 8 marzo al Congresso mondiale di endocrinologia di Firenze, relegano l’Italia agli ultimi posti per consapevolezza. “Scontiamo una vetusta e sbagliata cultura della mestruazione: è senz’altro un segnale di buona salute dell’organismo ma circa tre quarti delle persone presentano sintomi che compaiono o peggiorano in corrispondenza del ciclo – afferma la prof.Ssa Alessandra Graziottin, Direttore del Centro di Ginecologia del San Raffaele Resnati di Milano -. Va rivisto il “paradigma” delle nostre nonne: ciò che è necessario per star bene non è la perdita ematica in sé ma l’equilibrio ormonale. In particolare, la stabilità dei livelli di estrogeno, soprattutto se bio-identico come quello contenuto nella pillola con estrogeno naturale e dienogest, è associata a un miglior benessere”. Questo contraccettivo, disponibile in Italia da settembre 2009 è l’unico ad aver ottenuto dall’Aifa l’indicazione per il trattamento dei flussi mestruali abbondanti. Il problema riveste un impatto anche economico notevole, con 1,5 miliardi di dollari l’anno (negli Usa) per costi diretti, e circa 36 indiretti (con 3,6 settimane lavorative perse). “La prima pillola con estradiolo naturale e dienogest ha dimostrato di ridurre le mestruazioni del 88% dopo 6 cicli di trattamento, con un significativo calo fin dal primo - afferma il prof. Francesco Primiero dell’Università “La Sapienza” di Roma –. La sua efficacia è provata nel diminuire sia la quantità che la durata del flusso, che si regolarizza. Dopo oltre due anni di utilizzo possiamo affermare che i risultati degli studi sono confermati anche nella pratica clinica, con grande soddisfazione delle donne che l’hanno scelta come contraccettivo”. Il rapporto fra ormoni e funzione riproduttiva è fra i temi centrali del 15° Congresso di Endocrinologia Ginecologica, presieduto dal prof. Andrea Genazzani che fino al 10 marzo ospita a Firenze oltre 2.000 delegati da tutto il mondo. In Europa vi è molta più disponibilità a rivolgersi al medico per ridurre i disagi legati alle mestruazioni (ha parlato col ginecologo di flussi abbondanti il 27.3% delle svedesi, il 27.6% delle francesi, il 29% delle spagnole e ben il 32.8% delle tedesche) e una maggior propensione a rinunciarvi. “Le donne non sono state “programmate” per avere gli attuali 480 cicli mestruali nella vita – spiega la prof.Ssa Graziottin -: solo un secolo fa, considerando le interruzioni legate a gravidanze (in media 4 per ognuna), allattamento (durata di circa 2 anni), aborti (spontanei o volontari) e maggior mortalità, questi non erano più di 150 in totale. Si sono quindi più che triplicati nell’arco di 100 anni, pochissimi se si considerano i tempi dell’evoluzione biologica. Il risultato è che si sono intensificate le problematiche correlate, con la comparsa di nuove malattie, come l’endometriosi, un tempo sconosciute. La mestruazione è infatti un fenomeno infiammatorio dovuto al rilascio di particolari molecole, le citochine, sia a livello locale che sistemico. Tanto più c’è infiammazione quanto più si presenteranno sintomi come il dolore e la depressione”. I flussi abbondanti rappresentano infatti la causa principale di perdita di ferro, determinante anche per l’ottimale mantenimento delle funzioni psichiche: chi ne soffre sperimenta spesso un crollo dell’attenzione, della concentrazione e cali di memoria. Altre conseguenze sono stanchezza, irritabilità, insonnia. “Ci sono donne che in quei giorni non possono muoversi da casa, vedono compromessa la loro vita di relazione, sono costrette ad indossare assorbenti ingombranti ed imbarazzanti – continua il prof. Primiero -, con forti limitazioni anche nella vita sessuale. Per questo la pillola a base di estradiolo naturale e dienogest può essere d’aiuto anche alla coppia: come dimostrano i dati scientifici, non solo permette di risolvere il problema a monte, ma mantiene vivo il desiderio”. Un aspetto molto importante per le donne, spesso sottovalutato o per nulla noto. “Vi sono ancora troppi falsi miti che ancora perdurano nel nostro Paese, dove abbiamo assistito a una “demonizzazione” degli ormoni per questioni ideologiche – conclude il prof. Genazzani -. Questo retaggio ci confina agli ultimi posti in Europa non solo per consapevolezza di come funziona l’organismo femminile ma anche per utilizzo di pillola e per le terapie sostitutive in menopausa. È necessario approfondire la cultura su questo tema, anche fra gli stessi specialisti. Questo è uno degli obiettivi del nostro Congresso, che dimostra come un approccio multidisciplinare permetta di identificare le migliori risposte per la donna”.  
   
   
STIPSI CRONICA: UNA MALATTIA CHE COMPROMETTE SERIAMENTE LA QUALITA’ DI VITA DEI PAZIENTI  
 
Milano, 12 marzo 2012 - In Italia le persone affette da stipsi cronica sono per l’80% donne, con un’età media di 50 anni, e da circa 17 anni soffrono di questa patologia. Questo, in estrema sintesi, l’identikit del paziente affetto da stipsi cronica, patologia che colpisce circa il 15%-20% della popolazione italiana, descritto dalla ricerca Lirs – Laxative Inadequate Relief Survey. L’indagine Lirs, condotta da Doxa Pharma con il supporto non condizionato di Shire Italia e presentata il 9 marzo a Milano, ha coinvolto 39 centri di gastroenterologia in tutta Italia e circa 900 pazienti, con l’intento di fare il punto sulla qualità di vita (fisica, psicologica e sociale) di chi soffre di questa patologia, sull’impatto socio-economico della stessa, e sul grado di soddisfazione/insoddisfazione dei pazienti nei confronti delle terapie oggi disponibili. “La stipsi cronica non si limita all’alterazione dell’alvo, ma è il risultato di una sintomatologia più complessa che include, ad esempio, gonfiore, sforzo, sensazione di evacuazione incompleta, fastidio all’addome, che riducono la qualità di vita del paziente.” - dichiara il Professor Enrico Corazziari, Ordinario di gastroenterologia all’Università di Roma “La Sapienza” - “Infatti, da quanto emerge dai dati dell’indagine Lirs, questi sintomi sono le manifestazioni più sgradevoli e frequenti avvertite in modo forte e molto forte da circa il 50% del campione”. Una qualità di vita, fisica ed emotiva, compromessa - Secondo i risultati Lirs, il 46% dei pazienti con stipsi cronica giudica “non buona” la propria salute. La ricerca evidenzia, inoltre, che il superamento della soglia sotto la quale si registra una significativa limitazione della salute fisica, nel caso della stipsi cronica, è condizionato dalla numerosità e dall’intensità dei sintomi. Sintomi ai quali, nonostante l’andamento cronico della malattia, non ci si abitua ma che, anzi, peggiorano con il passare degli anni. Nel campione Lirs, chi soffre di stipsi cronica percepisce la propria condizione di malato cronico e avverte la medesima limitazione di questa situazione al pari di un iperteso o di un malato di artrosi e in modo maggiore rispetto a chi soffre di emicrania. La stipsi cronica è, dunque, un disturbo che condiziona la vita, restituisce un vissuto di profondo disagio, determinando un processo di ridefinizione della propria “normalità”. “Le maggiori sensazioni fisiche riferite dal paziente sono: pesantezza (72% nei casi severi), stimolo all’evacuazione senza riuscirci (66%), e gonfiore di intensità anche severa (63%).” - commenta il Professor Guido Basilisco, gastroenterologo presso l’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano – “Sensazioni che si concretizzano in difficoltà nella vita quotidiana come: attenzione alla propria alimentazione (51%), sensazione di imbarazzo nel rimanere a lungo in bagno (49%) e preoccupazione di dover cambiare abitudini (41%)”. Le implicazioni emotive, poi, al pari di quelle fisiche, provocano un’alterazione del benessere del paziente, condizionando il modo di affrontare la quotidianità. Esse riguardano sensazioni provate in modo molto forte quali, ad esempio, la preoccupazione di non essere riuscito ad andare di corpo al bisogno (67%), la sensazione che il corpo non funzioni bene (62%), o la paura che i disturbi peggiorino (58%). “E’ interessante sottolineare inoltre, – continua il Professor Basilisco – come la sofferenza emotiva dei malati di stipsi cronica sia simile a quella di importanti malattie organiche, collocandosi tra l’ulcera peptica e l’infarto miocardico”. L’impatto socio-economico della patologia - Oltre all’impatto fisico ed emotivo dei sintomi sulla qualità di vita del paziente, non meno significativo è l’effetto della malattia nel contesto sociale. Dalla ricerca Lirs è emerso, infatti, che il numero di ore lavorative perse in una settimana a causa della stipsi cronica va da 4 ore nei casi più gravi, a circa 1 in quelli più lievi. Partendo da questo dato, si è calcolato che un paziente con stipsi cronica grave costa in media, in termini di assenteismo, 1.500 € all’anno. Costo che scende a 500 € all’anno nel caso di un paziente con stipsi cronica molto lieve. Da qui deriva che una terapia in grado di ridurre i sintomi della patologia potrebbe consentire un risparmio pari a 1.000 € l’anno a paziente (solo in termini di assenteismo dal lavoro). La malattia, tuttavia, non provoca soltanto assenteismo dal lavoro, ma anche una minor produttività, tanto maggiore quanto più gravi sono i sintomi della stessa. Si passa, infatti, da una riduzione delle performance lavorative del 35% per i pazienti più severi, al 20% per quelli con forme più lievi. “Se l’assenteismo è una voce facilmente misurabile, la riduzione dell’efficienza sul lavoro, dovuta all’interferenza di una patologia funzionale, parametro molto importante nella valutazione quantitativa e qualitativa dell’attività produttiva, è di più difficile determinazione – dichiara il Professor Rosario Cuomo, Associato di gastroenterologia all’Università Federico Ii di Napoli – Non esistono ancora corretti misuratori che evidenzino in termini economici cosa significhi ridurre di un terzo le performance lavorative, anche se negli Stati Uniti ci sono gruppi di studio che stanno cercando di dare una risposta a questo aspetto. E’ importante, infatti, sottolineare che i pazienti affetti da stipsi cronica sperimentano una reale sofferenza che compromette la qualità di vita personale e lavorativa – conclude il Professor Cuomo – e questo ha un’importanza sociale, non solo individuale, con ripercussioni economiche rilevanti”. I bisogni e le insoddisfazioni dei pazienti rispetto alla terapia - Spesso la percezione del “malessere” e del peggioramento della qualità della vita non sono legate solo al disturbo ma anche all’insoddisfazione del paziente con stipsi cronica rispetto all’offerta terapeutica oggi disponibile (rappresentata principalmente dai lassativi). L’indagine Lirs rileva, infatti, che solo 1 paziente su 5 è soddisfatto della terapia in atto. La percentuale di chi si dichiara, invece, insoddisfatto va dal 35% per i pazienti di grado moderato al 50% per quelli più severi. “I medici sono consapevoli e sperimentano quotidianamente l’insoddisfazione nei confronti dei lassativi da parte dei propri pazienti. Questo può avvenire per diversi motivi, che vanno dagli effetti collaterali provocati, alla necessità di cambiare spesso tipo di farmaco perché non efficace” – dichiara il Professor Vincenzo Stanghellini, Direttore del Dipartimento di Medicina Interna e Gastroenterologia dell’Università degli Studi di Bologna Policlinico S. Orsola – Malpighi. Indipendentemente dalla tipologia di lassativo utilizzato il grado di non soddisfazione del paziente non cambia: si va dal 35% per chi assume fibre o lassativi formatori di massa, al 37% per i lassativi osmotici, al 42% per i lassativi stimolanti, al 39% per chi assume una combinazione di più lassativi. “Fortunatamente – continua Stanghellini - da oggi la classe medica ha a disposizione una nuova opzione terapeutica rivolta alla popolazione femminile affetta da stipsi cronica che non ha trovato una risposta soddisfacente ai numerosi lassativi disponibili. Si tratta di prucalopride, una soluzione che favorisce la motilità dell’intestino in modo fisiologico. La molecola agisce, infatti, come agonista selettivo del recettore della serotonina (5-Ht 4) che ha come bersaglio l´alterata motilità del colon.” – conclude Stanghellini – “In questo modo viene favorito il coordinamento dei movimenti peristaltici dall’alto verso il basso, che portano i contenuti intestinali verso il retto, facilitando la normale evacuazione.” Un quadro complesso, dunque, quello che emerge dai risultati Lirs e che evidenzia la necessità di un approccio sempre più attento alla stipsi cronica e di opzioni terapeutiche sempre più mirate con l’intento di diminuire gli effetti invalidanti della patologia sulla qualità di vita dei pazienti. Lirs (Laxative Inadequate Relief Survey) - Indagine condotta d Doxa Pharma con il supporto non condizionato di Shire Italia Periodo di rilevazione: fine settembre-fine novembre 2011; Coinvolti 39 centri di eccellenza nel trattamento della stipsi cronica distribuiti sul territorio nazionale e circa 900 pazienti. Identikit del paziente affetto da stipsi cronica Persone affette da stipsi cronica in Italia: 80% donne; con un’età media di 50 anni; da circa 17 anni soffrono di questa patologia. Gravità della sintomatologia dei pazienti con stipsi cronica. Sintomatologia molto complessa: gonfiore, sforzo ed evacuazione incompleta sono le manifestazioni più fastidiose avvertite in modo forte e molto forte da circa il 50% del campione; Il 46% dei pazienti con stipsi cronica giudica “non buona” la propria salute; La stipsi cronica è una patologia a cui non ci si abitua nel tempo, anzi, con il passare degli anni i sintomi peggiorano. L’incidenza della stipsi cronica sulla qualità di vita dei pazienti I pazienti del campione percepiscono la condizione di “malati cronici” e avvertono le medesime limitazioni della salute fisica al pari di un iperteso o di un malato di artrosi e in modo maggiore rispetto a chi soffre di emicrania; Le maggiori sensazioni fisiche riferite dal paziente sono: pesantezza (72% nei casi severi); stimolo all’evacuazione senza riuscirci (66%); sensazione di scoppiare (63%); disagio fisico (60%). Queste sensazioni si concretizzano in diverse difficoltà nella vita quotidiana come: attenzione alla propria alimentazione (51%); sensazione di imbarazzo nel rimanere a lungo in bagno (49%); preoccupazione di dover cambiare abitudini (41%); e nell’imbarazzo per dover andare in bagno spesso (38%). Le implicazioni emotive provocano un’alterazione del benessere del paziente e condizionano il modo di affrontare la quotidianità. I pazienti affetti da stipsi cronica manifestano: la preoccupazione di non essere riusciti ad andare di corpo al bisogno (67%); la sensazione che il corpo non funzioni bene (62%); la paura che i disturbi peggiorino (58%). L’impatto socio-economico della patologia - Il numero di ore lavorative perse in una settimana a causa della stipsi cronica va da 4 ore nei casi più gravi, a circa 1 in quelli più lievi; un paziente con stipsi cronica grave costa in media, in termini di assenteismo, 1.500 € all’anno. Costo che scende a 500 € all’anno nel caso di un paziente con stipsi cronica molto lieve. Una terapia in grado di ridurre i sintomi della patologia potrebbe consentire un risparmio pari a 1.000 € l’anno a paziente (solo in termini di assenteismo dal lavoro). La malattia provoca anche una minor produttività, tanto maggiore quanto più gravi sono i sintomi della stessa. Si passa da una riduzione delle performance lavorative del 35% per i pazienti più severi, al 20% per quelli con forme più lievi. I bisogni e le insoddisfazioni dei pazienti rispetto alla terapia Solo 1 paziente su 5 è soddisfatto della terapia in atto; La percentuale di chi si dichiara, invece, insoddisfatto va dal 35% per i pazienti di grado moderato al 50% per quelli più severi. Indipendentemente dalla tipologia di lassativo utilizzato, il grado di non soddisfazione del paziente non cambia: 35% per chi assume fibre o lassativi formatori di massa; 37% per i lassativi osmotici; 42% per i lassativi stimolanti; 39% per chi assume una combinazione di più lassativi.  
   
   
IRCCS CROB:TRAPIANTO RIUSCITO PER DUE PAZIENTI DIALIZZATI L´INTERVENTO SI È SVOLTO LA SERA DEL 7 MARZO PRESSO IL POLICLINICO UMBERTO I DI ROMA  
 
Potenza, 12 marzo 2012 - La giornata mondiale del rene ha portato un risultato positivo e lungamente sperato per due pazienti in cura presso l´Unità Operativa di dialisi dell´Irccs Crob di Rionero in Vulture che, nella serata di mercoledì 7, sono stati sottoposti ad un intervento di trapianto del rene presso il policlinico Umberto I di Roma. Si tratta di due uomini dell´area Vulture Alto Bradano, entrambi affetti da insufficienza renale cronica, con un età rispettivamente di sessanta e quarantun´anni. Il primo in dialisi dal 2008 il secondo, invece, dal 2003. Dopo lunghi anni passati in lista d´attesa con la speranza di un nuovo rene, quello raggiunto è un traguardo importante sentito e partecipato in prima persona anche dai medici e dagli infermieri della dialisi dell´Irccs Crob, vicini ai pazienti durante tutto il tempo di cura. Il centro dialisi di Rionero, infatti, è attivo tutti i giorni sia di mattina che di pomeriggio e assicura il servizio sia ai ricoverati che agli esterni per una media che oscilla dai 12 ai 14 utenti per turno. Inoltre è in collegamento con i centri trapianti specializzati di Bari, Pisa, Padova e Roma, e segue il percorso dei propri pazienti fino all´auspicabile traguardo del trapianto che consente il ritorno ad una vita normale. Il responsabile dell´Unità Operativa di dialisi dell´Istituto, Vito Valente, e il coordinatore locale per i centri di trapianto, Giovanni Plastino, insieme a tutta l´equipe infermieristica, hanno comunicato che l´intervento sui due pazienti è perfettamente riuscito.  
   
   
BOLZANO: AVVIATO IL PROGETTO “PATOLOGIE CRONICHE E PERCORSI ASSISTENZIALI”  
 
Bolzano, 12 marzo 2012 - Si è svolto l’ 8 marzo presso l’Auditorium dell’Assessorato alla Sanità, l’incontro di iniziale del Progetto “Patologie croniche e Percorsi Assistenziali”, una parte importante del più ampio Progetto di Riordino del Territorio, il cui Projekt Management è affidato al direttore della Ripartizione sanità, Albert Tschager. Attualmente, le malattie croniche sono la causa principale di morte nel mondo: secondo il rapporto Oms, circa 17 milioni di persone muoiono prematuramente ogni anno proprio a causa di una epidemia globale di malattie croniche. Un numero che continua a crescere. L’oms, punta a combattere l’epidemia di malattie croniche nel mondo e dichiara che in Europa il carico patologico maggiore deriva dalle cosiddette malattie ´non trasmissibili´ (Ncd - non communicable disease), un gruppo di condizioni patologiche che comprende le malattie cardiovascolari, i tumori, alcuni problemi di salute mentale, il diabete mellito, le malattie respiratorie croniche, le malattie muscolo scheletriche. L’86% delle morti è attribuibile a queste sei classi di patologie. In Alto Adige un quarto della popolazione è affetta da almeno una patologia cronica (26,5%), equivalente a circa 133.000 persone, di età media pari a 62 anni. Si stima che circa tre quarti (pari al 78%) della spesa per prestazioni sanitarie è assorbito da prestazioni erogate a questa popolazione. Le malattie croniche rappresentano la grande massa del peso assistenziale dei sistemi sanitari, ma il dato più preoccupante non è la quantità delle singole patologie croniche, ma la “co-morbilità” e la “multi-morbilità” che sono diventate la regola, piuttosto che l’eccezione. L´elevato numero di pazienti affetti da patologie croniche, l´elevato numero di professionisti sanitari coinvolti nell´assistenza e l´elevata variabilità dei comportamenti assistenziali richiedono sempre di più di migliorare la loro appropriatezza secondo gli standard della medicina basata sull´evidenza e di definire e implementare percorsi assistenziali (Pa). Nella patologia cronica, infatti, l’assistenza al paziente si esprime attraverso una successione di ‘atti di cura’ (visite, test, esami clinici, momenti di formazione, interventi sullo stile di vita, follow up) erogati dai diversi professionisti (incluso il paziente). Occorre che questi interventi/atti siano coordinati fra loro e deve essere individuato un unico regista, che può essere unicamente il medico di medicina generale. I Pa assicurano, quindi, interventi appropriati, setting assistenziali adeguati, tempi di erogazione conformi, al fine di migliorare l’efficacia, l´appropriatezza, la qualità degli interventi assistenziali e quindi di contenerne i costi e di sgravare le degenze ospedaliere. E’ necessario pertanto lavorare affinchè i professionisti sanitari siano sempre più inseriti in una rete assistenziale sinergica e graduata, al fine di garantire la migliore e giusta assistenza al paziente. Nell’ambito del Progetto di Riordino del Territorio è, dunque, definito il progetto Patologie Croniche / Percorsi Assistenziali (Pa), il cui Projekt Management è affidato alla dott.Ssa Carla Melani, responsabile dell’Osservatorio Epidemiologico. Sono stati costituiti gruppi ad hoc per ciascun percorso assistenziale, i cui membri sono stati nominati dalla Direzione Generale dell’Azienda Sanitaria. I membri sono competenti ciascuno per la propria parte, rispetto al processo di diagnosi, cura e assistenza della patologia prescelta e coinvolgono tutte le competenze professionali (comprese quelle amministrativo-organizzativo), quale fattore indispensabile per assicurare la completezza del percorso evitando discontinuità assistenziali e, nel contempo, favorire il consenso locale, rendendone possibile l´applicazione. Per ciascun gruppo è prevista la figura del facilitatore, identificato all’interno dei gruppi qualità dei singoli comprensori sanitari, che ha il compito di supportare i clinici nella metodologia per la predisposizione dei Pa. La metodologia e il supporto metodologico ai facilitatori aziendali è garantita dall’unita operativa del Governo Clinco dell‘Asssessorato alla Sanità, coordinata dal dr. Horand Meier. Ai gruppi è stato assegnato il compito di definire entro il 2012 i percorsi assistenziali. Ad oggi è stato già definito il percorso assistenziale del diabete mellito tipo 2 ed attualmente è in corso la fase di analisi della situazione locale e dell’individuazione degli ostacoli.  
   
   
LA SIMG: “UN MEMORANDUM PER RIFORMARE LA MEDICINA GENERALE CREIAMO UN MODELLO MODERNO PER GARANTIRE LA CONTINUITÀ DI CURA”  
 
 Firenze, 12 marzo 2012 – “Il miglior risultato di cura per ogni euro investito” è il principio ispiratore del primo “Memorandum per il Servizio Sanitario Nazionale” con considerazioni operative che la Società Italiana di Medicina Generale (Simg) invierà al Ministro della Salute e alle associazione professionali di settore. La cornice delle nuove Cure Primarie è rappresentata dalle aggregazioni di medici, operatori sanitari e servizi. “Sosteniamo con forza il processo di trasformazione della medicina generale confermato dal Ministro Balduzzi e siamo certi che esso risponda alle esigenze del nostro Paese – spiega il dott. Claudio Cricelli, Presidente della Simg -. È necessario passare da un sistema a bassa intensità e complessità ad uno a media intensità e complessità delle cure e dell’assistenza”. La medicina generale è in grado di coordinare il cambiamento in atto garantendo una valutazione epidemiologica, di appropriatezza e di assorbimento di risorse elaborata dalle Strutture di Ricerca della Simg. “Siamo convinti – continua il dott. Cricelli - che sia possibile realizzare un modello moderno, efficiente ed efficace della medicina generale che evolva sviluppando le cure Primarie e del Territorio in armonica collaborazione tra i processi di cura e di assistenza. Il cambiamento deve basarsi sull’analisi epidemiologica delle condizioni cliniche, sulla presa in carico delle persone, sulla integrazione tra processi clinici ed assistenziali. E deve essere totalmente governato da un sistema di controllo di gestione e di Management Sanitario che verifichi l’efficienza allocativa e produttiva e l’equità delle prestazioni”. I nuovi team operativi integrati richiedono contenuti, infrastutture, capacità gestionali che garantiscano concretamente la loro capacità di erogare qualità delle cure, valutabile sia in termini di outcome clinico che di efficienza allocativa. “Per questo – conclude il dott. Cricelli - stiamo approntando una infrastruttura definita Primary Care Governance System (Pcgs) che avrà obiettivi gestionali, di eccellenza delle cure cliniche, di analisi dei costi e dei benefici prodotti. Pcgs sarà in grado di valutare l’impatto di intere popolazioni aggregate per dimensioni distrettuali, subdistrettuali, di Asl e nazionali. Avrà una funzione di raccordo tra i processi di bassa e media intensità e complessità con l’alta intensità attraverso una interfaccia dinamica che rilevi la continuità di cura del paziente senza discontinuità mediche ed assistenziali. La funzione di auditing sarà in grado di monitorare le performance ottimali di ogni singolo medico e di ogni Aggregazione e singola Unità di Cura riferendoli ai migliori standard scientifici e misurando l’outcome clinico ed economico al livello del singolo paziente”. Il Memorandum sarà presentato alle Istituzioni nel mese di giugno nel corso della cerimonia per il Trentennale della Simg.  
   
   
SANITÀ:“SCREENING MAMMOGRAFICO, GESTIRE LA COMPLESSITÀ PER GUADAGNARE IN SALUTE”, I DATI IN UMBRIA  
 
Perugia, 12 marzo 2012 - Lo screening mammografico, il programma di sanità pubblica che invita a mammografia con cadenza biennale le donne di 50-69 anni, è in grado sia di rendere gli interventi di chirurgia mammaria meno invasivi, sia di ridurre di circa il 45 per cento la mortalità per cancro della mammella nelle donne che si sono sottoposte ad almeno una mammografia di screening. Il dato è emerso stamani a Perugia durante l´evento formativo dal titolo "Screening mammografico, gestire la complessità per guadagnare in salute", svoltosi presso il Centro Congressi dell´Hotel Giò di Perugia, l’ 8 e il 9 marzo. L´iniziativa, promossa dalla Direzione regionale Salute, Coesione sociale e Società della conoscenza della Regione Umbria e realizzato in collaborazione con il "Gisma", Gruppo Italiano Screening Mammografico, è distinta in due diverse parti: nella prima vengono presentati i risultati di dieci anni di screening mammografico in Umbria, con attenzione a tutto il percorso diagnostico-terapeutico, mentre nella seconda parte si affronta in un seminario di approfondimento il tema dei "cancri intervallo" In Umbria - è stato detto durante l´incontro - si stimano circa 730 nuovi casi di neoplasia della mammella all´anno, corrispondenti a 156 casi per 100.000 donne, quasi un quarto di tutti i nuovi casi di tumore nelle donne e circa 188 morti (32,9 per 100.000 donne) pari al 16 per cento delle morti per tumore nelle donne". Ma quante donne umbre utilizzano la mammografia a fini di prevenzione? Quante vengono raggiunte dalle attività di promozione? Quali motivi tengono una parte di loro lontano dalla diagnosi precoce? In proposito sono stati illustrati i dati regionali in materia e i risultati della rilevazione effettuata attraverso il sistema Passi nel 2010 in Umbria, in cui, tra l´altro, si affronta proprio il tema della diagnosi precoce delle neoplasie della mammella, permettendo un monitoraggio delle attività complessive di screening sia spontanee che all´interno del programma organizzato: "Il programma di screening attivato su scala regionale - ha detto la dottoressa Maria Donata Giaimo della Direzione regionale Salute, Coesione Sociale e Società della conoscenza - è attivo dagli anni 2000 e coinvolge il 25 per cento della popolazione femminile pari, ogni due anni, a circa 120.000 donne di età compresa tra i 50 e 69 anni con un livello di estensione intorno al 100per cento. L´adesione delle donne all´invito è molto elevata e delle circa 60 mila donne chiamate all´anno, rispondono all´invito ad effettuare una mammografia gratuita circa il 74per cento". "La gratuità e l´offerta attiva favoriscono l´equità di accesso a tutte le donne interessate, residenti e domiciliate in Umbria - ha aggiunto - e costituiscono un riconoscimento del valore e del significato sociale dello screening. Indipendentemente da questi programmi, la mammografia viene effettuata anche su iniziativa personale della donna, nell´ambito del rapporto con il proprio ginecologo o in altri contesti". Relativamente al numero di richiami delle pazienti per approfondimenti che è pari al 4,1 per cento, la dottoressa Giaimo ha evidenziato che "il dato evidenzia la capacità del radiologo di diagnosticare i casi di maggior rischio individuando il falso positivo". Nel corso dell´incontro è stato quindi ricordato che la Regione Umbria da quattro anni ha aderito al sistema "Passi", in pratica un sistema di sorveglianza che assicura la raccolta continua e sistematica di dati sui principali fattori di rischio comportamentali. Nell´anno 2010 è stata effettuata una rilevazione sulla diagnosi precoce delle neoplasie della mammella che ha permesso un monitoraggio delle attività complessive di screening sia spontanee che all´interno del programma organizzato. L´obiettivo del sistema Passi è quello di restituire informazioni sui principali determinanti di salute e sull´adozione delle relative misure di prevenzione nella popolazione 18-69enne residente. In pratica, si vuole stimare la frequenza e l´evoluzione dei fattori di rischio per la salute, legati ai comportamenti individuali, oltre alla diffusione delle misure di prevenzione, fornendo tempestive informazioni sulle dinamiche dei suddetti fenomeni. Un campione di residenti di 18-69 anni, rappresentativo della popolazione, viene estratto con metodo casuale stratificato dagli elenchi delle anagrafi sanitarie e poi il personale delle Asl, specificamente formato, effettua mensilmente interviste telefoniche con un questionario standardizzato. I dati vengono successivamente trasmessi in forma anonima via internet e registrati in un archivio unico nazionale. Nel 2010 sono state realizzate in Umbria 1382 interviste". Secondo quanto emerso dalla rilevazione, in Umbria la copertura stimata nel 2010 nelle donne di 50-69 anni relativa all´effettuazione della Mammografia (78per cento) raggiunge i valori consigliati. In questo contesto il sistema Passi informa sulla copertura complessiva in questa popolazione, comprensiva sia delle donne che hanno effettuato l´esame all´interno dei programmi di screening organizzati (66per cento) sia della quota di adesione spontanea (12per cento), in questo screening molto meno rilevante rispetto a quello della cervice uterina. La sostanziale corrispondenza tra la percentuale di donne che hanno effettuato l´esame nell´ambito del programma organizzato rilevata dal sistema Passi e quella ottenuta sulla base dei dati provenienti dai flussi regionali, rappresenta una significativa conferma della buona qualità dei dati del sistema di sorveglianza. I programmi organizzati si confermano correlati ad una maggior adesione: lettera di invito(89 per cento), consiglio dell´operatore sanitario (67 per cento) e campagne informative (78 per cento), ancor più se associati come avviene all´interno dei programmi di screening, sono gli strumenti più efficaci. Infatti la metà delle donne intervistate li giudica molto importanti per l´esecuzione della mammografia e tra le donne raggiunte da questi interventi la percentuale di effettuazione dell´esame cresce significativamente". La non effettuazione dell´esame (circa il 22 per cento delle donne di 50-69 anni) pare associata ad una molteplicità di fattori, tra cui una non corretta percezione del rischio che sembra giocare il ruolo principale, infatti il 42 per cento delle donne che non hanno effettuato l´esame ha dichiarato di ritenere di non averne bisogno. Quasi una donna su due ha riferito di aver eseguito la mammografia nel corso dell´ultimo anno, secondo quanto atteso (vista la periodicità biennale dell´esame). L´età media della prima mammografia rilevata è di 44 anni ed indica un rilevante ricorso all´esame preventivo prima dei 50 anni. Il sistema di sorveglianza - è stato detto - permette di avere informazioni utili su come migliorare la partecipazione allo screening in Umbria superiore alla media delle Asl italiane partecipanti alla sorveglianza. La prosecuzione della sorveglianza e la sua integrazione nel sistema di valutazione dello screening permetterà di verificare il risultato delle azioni programmate. "L´umbria è tra le prime regioni italiane per lo screening citologico e ciò testimonia la grande attenzione della sanità umbra per la tutela della salute della donna"- ha affermato l´assessore regionale alla sanità, Franco Tomassoni, intervenendo all´evento formativo. In apertura dei lavori, l´assessore Tomassoni ha portato il saluto della presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, assente per un improvviso impegno, ed ha sottolineato anche a nome della presidente "l´importanza che un argomento così delicato, come appunto la prevenzione e la tutela della salute della donna, sia trattato in un giorno ricco di significato come l´8 marzo, e attraverso l´organizzazione di un incontro nazionale che analizzerà le performance e le criticità del sistema sanitario umbro e nazionale in tema di prevenzione e quindi di diagnosi precoce del tumore al seno". "Ora l´obiettivo - ha proseguito Tomassoni - è continuare a lavorare per accompagnare le donne in tutto quel percorso che parte dallo screening preventivo e che, in alcuni casi, porta alla diagnosi della malattia e poi alla cura. In pratica - ha detto - si tratta di continuare a lavorare sulla omogeneizzazione dei servizi sul territorio per tutto il percorso, che è già consolidato nel caso dello screenig mammografico". Tra gli aspetti di criticità, l´assessore ha ricordato quello della carenza di risorse finanziarie, "ma è intenzione della Regione - ha precisato - di continuare a garantire un servizio che ha dato sinora risultati positivi con un ritorno importante in termini di tutela della salute e anche di risparmio sui costi".  
   
   
VERTENZA SHARDNA, REGIONE SARDEGNA VALUTA OGNI POSSIBILE SOLUZIONE  
 
Cagliari, 12 Marzo 2012 - "La Regione è attenta a ogni possibile soluzione che tuteli il patrimonio genetico e umano dell’esperienza di Shardna". Lo comunicano gli assessori della Sanità, Simona De Francisci, dell’ Industria Alessandra Zedda e della Programmazione Giorgio La Spisa all’indomani delle lettere di licenziamento recapitate dal liquidatore ai dipendenti della società di biotecnologie con sede nel parco scientifico di Pula. "Abbiamo al vaglio tutte le ipotesi per non disperdere ciò che è stato costruito in circa dieci anni di attività dai ricercatori", spiegano i tre assessori.  
   
   
IL RIENTRO DALLA MATERNITÀ IN ITACA PERCORSI DI INFORMAZIONE E RAFFORZAMENTO PER NEOMAMME OLTRE 60 MILA LE ORE RICHIESTE DALLE LAVORATRICI NEL 2010  
 
Pordenone, 12 marzo 2012 - Bisogna partire dal considerare un dato di fatto: la presenza di figli tutt’oggi continua a rappresentare un limite per la permanenza femminile nel mercato del lavoro. La Cooperativa sociale Itaca, invece, ha voluto dare un segnale in controtendenza grazie ad un progetto finalizzato a riaccogliere al meglio e dare il bentornato alle donne e madri che operano nei servizi di Itaca a Pordenone e in tutto il Nordest. Affiancamento e in-formazione, sono queste le parole chiave del progetto dedicato esclusivamente alle socie neomamme che hanno da poco terminato l’assenza per maternità. Si è infatti appena concluso il primo percorso di affiancamento al rientro al lavoro in Itaca (Coop sociale che conta oltre 1400 lavoratori l’80% dei quali sono donne), finanziato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e dal Fondo Sociale Europeo. Le ore di assenza per maternità sono sempre state elevate nella Coop friulana e hanno superato le 60 mila anche nel 2010. Sono state molte, peraltro, le lavoratrici che hanno espresso la necessità di essere accompagnate nella fase di rientro al lavoro con l’obiettivo di riprendere il contatto con il servizio in modo graduale. Itaca ha così stabilito la costituzione di un gruppo di lavoro all’interno del quale approfondire tutte le problematiche che potenzialmente possono nascere nel “bilanciarsi” tra famiglia e lavoro, raccogliendo suggerimenti e qualche soluzione, nonché prendendo consapevolezza della propria nuova “doppia presenza” derivante dalle responsabilità di conciliazione familiare. L’intervento recentemente conclusosi ha così sperimentato un innovativo micro-percorso di quattro brevi incontri riguardanti gli strumenti di conciliazione, ospitati all’asilo nido il Farfabruco di Pordenone, garantendo altresì la possibilità di usufruire del servizio nido per agevolare la presenza agli incontri e non creare ulteriori disagi alle mamme. Consulenti esperte hanno lavorato su temi diversi ma correlati tutti comunque legati al rafforzamento delle persone nelle esperienze di conciliazione. Non a caso il primo incontro si intitolava “Fare il punto della situazione: un momento di riflessione per chi non ha tempo da perdere”. Spesso, prese tra mille impegni e vincoli, le donne sono costrette a mettere loro stesse da parte e a subordinare le loro esigenze ai ruoli pressanti di lavoratrice e di madre. Invece, Itaca ha inteso partire da un punto fermo, ovvero dare la possibilità alle socie di ritagliarsi un momento da dedicare a loro stesse, fermando almeno per qualche ora la ruota di impegni incalzanti per riflettere assieme sulla ricerca di un equilibrio e su come poter affrontare al meglio tutti i propri compiti. A ciò si è legato anche l’incontro sul rafforzamento delle competenze personali, delle quali spesso non si ha piena consapevolezza. Altri argomenti di discussione hanno riguardato la condivisione degli impegni in casa, come riconoscere ed evitare i fattori di disturbo nella gestione della propria agenda, la maternità come questione di scelte e non di rinunce. Oltre a ciò, è parso importante trasmettere informazioni relative al tema della conciliazione e delle pari opportunità. Infine, alla presenza di un delegato sindacale, nell’ultimo incontro sono state fornite ulteriori conoscenze riguardo le buone prassi da applicare nell’organizzazione aziendale nonché possibili soluzioni contrattuali. Gli incontri sono stati tenuti da Giovanna Roiatti, consulente esperta di pari opportunità, formatrice e consulente nel campo della valutazione e della progettazione partecipata, dalla sociologa Maria Adelasia Divona, esperta in pari opportunità, consulente dell’Agenzia regionale del lavoro, e da Renata Della Ricca, rappresentante sindacale del Coordinamento Donne Cisl. Www.facebook.com/cooperativaitaca    
   
   
PRESENTATA ALLA STAMPA LA PROPOSTA PER IL ‘CALENDARIO VACCINALE PER LA VITA’ I PROMOTORI: “ LA VACCINAZIONE DEVE PREVEDERE UNA COPERTURA DALLA NASCITA ALLA SENILITÀ, SENZA DISTINZIONI DI SALUTE, ETÀ O FRAGILITÀ”  
 
Roma, 8 Marzo 2012 – Fimp, Fimmg e Siti hanno messo a punto una proposta di "Calendario vaccinale per la vita" che prevede una copertura continua, da zero a cent’anni, superando le distinzioni tra soggetti "sani" o a rischio, età o particolare condizione di fragilità, con l’inclusione di tutti i vaccini utili alla promozione di un ottimale stato di salute. Si ricorda che il 2012 è stato designato dall’Unione Europea come l’anno dell’Invecchiamento Attivo e della Solidarietà Intergenerazionale. Accogliendo con soddisfazione la notizia di pochi giorni fa riguardante l’approvazione definitiva del Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (Pnpv) 2012-2014, i promotori si auspicano che il loro progetto sia di aiuto per una ancora più lungimirante politica di prevenzione. “Il 22 febbraio 2012 è stato approvato come Intesa Stato-regioni il nuovo Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2012-2014. Esso rappresenta uno strumento chiave per la gestione delle politiche vaccinali in tutto il Paese, garantendo l’omogeneità di offerta e l’equità di accesso alla prevenzione vaccinale. Ben venga l’iniziativa di Fimp, Fimmg e Siti, come opportunità per mantenere viva l’attenzione sulle vaccinazioni. Allo stesso tempo, il confronto tra le società scientifiche e con le Autorità competenti per la promozione delle migliori evidenze scientifiche in campo vaccinale, rappresenta una risorsa per futuri aggiornamenti del Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale.” Ha affermato Stefania Iannazzo, Direzione Generale della Prevenzione Ministero della Salute. Tra le indicazioni inserite nel progetto c’è la richiesta di ripetere nel tempo quelle vaccinazioni per cui la risposta immunitaria si affievolisce; di puntare a vaccinare tutti i soggetti che sono sfuggiti alla rete vaccinale nei primi anni di vita, per patologie che nell´adolescenza e in fase adulta possono comportare complicanze; di raggiungere una copertura vaccinale omnicomprensiva allo scopo di salvaguardare, oltre al singolo, la popolazione generale. “L’iniziativa è nata dalla scorta di molteplici esigenze: prima di tutto dalla necessità condivisa di un rilancio delle vaccinazioni, non solo nell’ambito pediatrico ma, anche in quello della medicina generale, in un contesto storico successivo all’esperienza della pandemia da virus H1n1 che, ha portato un calo dell’attenzione popolare all’importanza della pratica vaccinale. In seconda istanza dalla necessità di condividere un calendario vaccinale ottimale, suffragato da un’attenta e precisa analisi scientifica come punto di arrivo della migliore offerta possibile da sottoporre all’attenzione delle Istituzioni, da sempre deputate all’emanazione dei calendari nazionali e regionali. Infine dalla necessità di promuovere una cultura vaccinale omogenea nella classe medica senza distinzione dei ruoli di assistenza e dei servizi o nelle fasce di età che si dovrebbero tutelare.” Ha dichiarato Giuseppe Mele, Presidente Fimp - Federazione Italiana Medici Pediatri “Il Calendario Vaccinale per la Vita rappresenta un momento importante di condivisioni fra le Associazioni che lavorano sul territorio, non è solamente un esercizio culturale scientifico ma, rappresenta anche un punto di inizio di una collaborazione tra pediatri, medici di famiglia e specialisti ambulatoriali che vede proprio oggi unite a Roma le proprie Segreterie Nazionali in un evento in contemporanea a questo”. Ha detto Giacomo Milillo, Segretario Generale Fimmg – Federazione Italiana Medici di Medicina Generale. "Non si è mai né troppo giovani né troppo anziani per vaccinarsi”. Hanno spiegato il prof Carlo Signorelli e il dottor Michele Conversano della Società Italiana di Igiene (Siti), sottolineando come le buone pratiche vaccinali inizino nella primissima infanzia, continuino nell´adolescenza e nell´età adulta e interessino gli anziani con l´antinfluenzale e l´antipneumococcica. “Nel rallegrarci dell’approvazione definitiva del Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (Pnpv) 2012-2014, avvenuta qualche giorno fa da parte della Conferenza Stato-regioni, confermiamo l’intenzione della Siti di continuare a farsi promotrice della diffusione delle più recenti evidenze scientifiche nel campo della prevenzione immunitaria con strumenti come questo Calendario vaccinale per la vita."  
   
   
CHARME II ANNUNCIA L’ACQUISTO DEL 100% DEL CAPITALE SOCIALE DI BELLCO  
 
Milano, 12 marzo 2012 - Montezemolo & Partners Sgr Spa, società di gestione del fondo Charme Ii, ha raggiunto un accordo con Argos Soditic (attuale azionista al 58%), Mpventure Sgr (azionista al 32%), ed il management (azionista per il residuo 10%), che prevede la cessione a Charme Ii di una quota complessiva del 100% del capitale sociale di Bellco Srl. Il perfezionamento dell’operazione è previsto entro le prossime settimane e vedrà la partecipazione del management con un significativo reinvestimento. Bellco, fondata nel 1972, è fra i primi 5 operatori mondiali e fra i primi 3 in Italia attivi nei sistemi per emodialisi, grazie a terapie basate su un approccio fortemente personalizzato. La società è attiva nel distretto biomedicale di Mirandola (Mo), uno dei più importante poli del settore a livello mondiale. Bellco è una delle principali aziende di tale distretto e, facendo leva su un rilevante know how creato grazie a importanti investimenti di R&d e consolidati rapporti con il sistema clinico e universitario, opera con l’obiettivo di offrire esperienza, affidabilità e innovazione alla comunità medico-scientifica in emodialisi e terapia intensiva. Bellco ha chiuso il 2011 con ricavi consolidati superiori ai 108 milioni ed un Ebitda consolidato di circa 17 milioni. Il gruppo realizza il 46% dei ricavi in Italia, mercato su cui opera con una rete di agenti e rivenditori; il 54% dei ricavi è invece realizzato all’estero, mediante 4 succursali dirette in Canada, Francia, Spagna e Belgio ed una rete di agenti e distributori sugli altri mercati (tra cui i principali sono Cina, Corea e Messico). Bellco è anche leader del mercato delle macchine per dialisi in Canada. A fine dicembre 2011, il gruppo opera con 364 dipendenti. "Sono sicuro che l´acquisizione di Bellco da parte di Charme Ii favorirà un’ulteriore fase di sviluppo industriale e commerciale dell’azienda, in piena continuità con le strategie di prodotto e mercato che hanno consentito i successi dell´ultimo triennio. Charme Ii ha infatti apprezzato il lavoro svolto dal management e dagli attuali azionisti e ha condiviso i nostri piani di crescita futuri, a cui darà un importante contributo a livello internazionale” commenta Stefano Rimondi, Ad di Bellco. “Tale operazione è quindi valutata con estremo favore da tutto il Management". Mirco Dilda e Marco Canale, rispettivamente Partner di Argos Soditic e Direttore Generale di Mpventure, commentando l’operazione hanno detto: “Bellco rappresenta un’ottima sintesi della nuova tendenza del private equity in Europa, più ancorata a solidi e credibili piani industriali. L’investimento in Bellco venne attuato mediante una complessa operazione di acquisto di ramo d’azienda da un gruppo multinazionale e realizzato interamente con l’uso di equity assieme ad un management team competente, coeso e pronto al salto imprenditoriale, operante in un segmento di mercato che non ha risentito dei recenti anni di crisi. Il successo dell’operazione ha consentito di valorizzare una delle realtà più importanti del distretto di Mirandola, grazie anche al supporto di un gruppo di Banche italiane, con in testa il Gruppo Intesa e Cariparma, che hanno saputo supportare l’azienda già dal 2008 con una efficace combinazione di linee di credito”. “L’acquisizione di Bellco è in linea con la strategia di Charme Ii di investire in un numero limitato di aziende leader nel proprio settore e caratterizzate da un forte potenziale di sviluppo” commenta Matteo Cordero di Montezemolo, Ceo di Montezemolo & Partners Sgr. “Crediamo molto nello sviluppo a livello internazionale del biomedicale, settore che rappresenta una delle priorità di investimento di Charme Ii. In particolare, ritengo che in tale settore Bellco rappresenti l’eccellenza del made-in-Italy tecnologico ad alta potenzialità di sviluppo. Sono convinto che Bellco, anche grazie al suo forte management, sia posizionata al meglio per rafforzare ulteriormente la sua posizione di leadership con il supporto di Charme Ii sia in Italia che soprattutto all’estero, specialmente in quei mercati quali Emirati Arabi, India, Russia e Sud America fortemente presidiati da alcuni dei nostri principali investitori.” Fineurop Soditic agisce come advisor finanziario dell’operazione per conto di Charme Ii, mentre lo studio Lombardi, Molinari e Associati e lo studio d’Urso Gatti e Bianchi sono advisor legali rispettivamente di Charme Ii e degli azionisti venditori. Deloitte ha svolto la due diligence finanziaria e fiscale per Charme Ii, mentre lo Studio Chiaravalli e Reali ha assistito venditori sul lato fiscale.  
   
   
WELFARE TRENTINO: QUALI PROSPETTIVE E CAMBIAMENTI POSSIBILI?  
 
Trento, 12 marzo 2012 - Un momento di incontro e di ascolto di tutti gli attori sociali, per discutere delle priorità sociali a cui dare risposte, definire possibili politiche di intervento, accrescere la coesione sociale e territoriale con il coinvolgimento delle Comunità. Sono gli stati generali del welfare trentino, che si terranno lunedì 12 marzo presso la sala della Cooperazione, in via Segantini a Trento. Ad aprire il confronto sarà l´assessore provinciale alla salute e politiche sociali, Ugo Rossi alle 9, che illustrerà le "Caratteristiche, dimensioni e prospettive del welfare trentine", mentre le conclusioni, alle 17, saranno affidate al presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai. Nel corso della giornata si alterneranno voci autorevoli, di qua e di là delle Alpi, per confrontare le politiche sociali trentine con l´Italia e l´Europa e poi per dare spazio agli esponenti locali che lavorano direttamente sul territorio. La riunione degli Stati generali del welfare trentino rappresenta un appuntamento importante per la provincia di Trento, perché cade in un momento di grande discussione sia nazionale che locale, per scelte che investono il futuro: "Con la restrizione delle risorse finanziarie siamo tutti chiamati a fare scelte obbligate e improrogabili, ma non vogliamo una deregolamentazione selvaggia o che l´inerzia ricada sulle generazioni future - commenta l´assessore di riferimento, Ugo Rossi - tutti dobbiamo fare sacrifici e cercare di utilizzare al meglio le risorse, ma la qualità e la coesione sociale sono in cima alle azioni della Giunta provinciale e ne è prova il fatto che destiniamo a questi settori oltre il 50% della spesa corrente a bilancio. E se le certezze del passato non saranno più garantibili per il futuro, la storia, la tradizione ed il capitale territoriale del Trentino ci consentono di poter mettere a punto, nonostante le difficoltà, un modello di welfare che salvaguardi la nostra specificità e rilanci il welfare stesso rispetto alle sfide che ci sono poste dalla congiuntura economica attuale. Quindi sostenibilità delle nostre politiche da un lato e ottimizzazione e miglioramento costante delle risorse dall´altro: tutto il settore dei servizi alla persona è in forte espansione e a questa richiesta dobbiamo rispondere come Provincia creando la cornice, le reti di protezione, che rappresentano la struttura portante del welfare, mentre i soggetti che operano sul territorio dovranno fornire le riposte personalizzate al bisogno con servizi sempre meno standard, sempre più ´mirati´, personalizzati e flessibili". Diversi gli impegni, nel comparto welfare, che si è assunta la Provincia per il 2012, a partire dal trasferimento di 88 milioni di euro alle Comunità di Valle, stabilito nell´ultima Giunta provinciale, per la gestione delle funzioni socio-assitenziali di livello locale. Nei prossimi mesi verrà inoltre presentato il Piano sociale provinciale, costruito sulla base delle richieste emerse dai singoli Tavoli territoriali che hanno lavorato nel corso del 2011, e verrà adottata la disciplina attuativa in materia di autorizzazione e accreditamento, vigilanza e affidamento dei servizi socio-assistenziali. Si può dunque affermare che, con il 2012, la legge provinciale sulle politiche sociali 13/07 sarà attuata nelle sue parti principali.  
   
   
TRATTAMENTI ANTI-CALVIZIE. DALLA FRANCIA UNA POLEMICA SCATURITA DA NUMEROSE DENUNCE SECONDO CUI IL FAMOSO FARMACO PROPECIA POTREBBE CAUSARE L´IMPOTENZA E IN ALCUNI CASI, GLI EFFETTI COLLATERALI SAREBBERO IRREVERSIBILI. L’AGENZIA FRANCESE (AFSSAPS) PER LA SICUREZZA DEI FARMACI RASSICURA MA INVITA A VALUTARE IL RAPPORTO “RISCHI-BENEFICI”  
 
 Lecce, 12 marzo 2012 - Forse è meglio una testa pelata a sentire la notizia che proviene dalla Francia e che Giovanni D’agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale "Tutela del Consumatore" di Italia dei Valori e fondatore dello "Sportello dei Diritti" riporta, nata da numerose denunce di pazienti secondo i quali il famoso farmaco anticalvizie “Propecia” potrebbe causare l´impotenza e in alcuni casi, con effetti collaterali irreversibili. Il rischio era già noto conosciuto e dimostrato in alcuni test. Il farmaco qualche anno or sono era stato presentato come un miracolo della medicina per combattere la calvizie, ma secondo le denunce di cittadini francesi che avevano effettuato il trattamento, potrebbe essere causa d´impotenza sessuale. Ma, mentre la gran parte dei medici sostengono che tale effetto collaterale sia reversibile, sono proprio le numerose denunce ad insospettire. Sino ad oggi a migliaia di persone in tutto il mondo è stato prescritto il Propecia la cui molecola attiva, la finasteride, ha l´effetto di bloccare l´azione di un ormone maschile, il testosterone, causa dell’aumento della calvizie negli uomini che ne sono soggetti. Ma l’ovvia conseguenza del blocco del testosterone, da parte della finasteride consisterebbe in un brusco calo della libido. Un noto professore di urologia in Francia il dott. François Desgrandchamps, intervistato da Europe1 si è detto non sorpreso dalla notizia di quest’effetto a dir poco indesiderato, poiché secondo lo stesso medico gli urologi utilizzano questa molecola nella dose massima consentita per trattare ipertrofia prostatica con la conseguenza di un rischio effettivo di una diminuzione della libido e d’impotenza, ma tali conseguenze venivano considerate comunque come reversibili. Secondo l´esperto, inoltre, la grande quantità di denunce spontanee da parte dei pazienti avrebbe un valore scientifico da prendere in seria considerazione tale da fermare questo tipo di trattamenti. Inoltre, sempre secondo il professor Desgrandschamps la finasteride porterebbe altri effetti collaterali quali il rischio di cancro alla prostata se utilizzata in dosi molto elevate. Dopo le numerose denunce pervenute l’Agenzia francese (Afssaps) che vigila sulla sicurezza dei farmaci ha rassicurato tutti per bocca del suo direttore generale, professor Philippe Maraninchi che assicura che gli effetti collaterali del trattamento sarebbero comunque reversibili, ma ha tenuto a specificare che questo è uno dei casi nei quali il paziente è obbligato a valutare il rapporto tra rischi – beneficio, per non sottovalutare i pericoli secondari.  
   
   
MARLENE DUMAS MILANO 13 MARZO - 17 GIUGNO 2012  
 
Milano, 12 marzo 2012 -Ventidue dipinti recenti, per la maggior parte inediti, e quindici tra disegni e carte storiche per la grande mostra alle Stelline di Milano di Marlene Dumas, una delle figure più rilevanti della scena artistica internazionale. Il nucleo centrale della mostra verte sul rapporto della Madre e dei figli cui dà la vita, esplicato nei ritratti ripresi da foto d´archivio dell’ex collegio delle Stelline, e in quelli di Pasolini, di sua madre e di Anna Magnani, interprete di “Mamma Roma”. E ancora, la crocefissione e le persone famose legate a vicende drammatiche, “people in extreme suffering”, rappresentano l’umanità di cui la sua pittura si interessa. L´artista ci consegna così non tanto icone o simboli religiosi, ma segni universali in cui la fede si unisce al dramma e l’amore interagisce con il dolore.  
   
   
PREMIATI A MILANO CAMPIONI PARALIMPICI NUOTO  
 
 Milano, 12 marzo 2012 Premiati da Monica Rizzi, assessore regionale allo Sport e Giovani, con la prestigiosa medaglia che riproduce la Rosa Camuna, diventata simbolo della Regione Lombardia, gli atleti del tris d´assi del nuoto lombardo paralimpico. Sono la cremonese Maria Bresciani, sette medaglie d´oro conquistate nel 2011 in competizioni di livello internazionale, la comasca Dalila Vignando e il lariano Gianluigi Franchetto. Gli Atleti - Maria è la stella dell´Associazione Futura di Cremona. Nata nel 1995, è stata protagonista di un 2011 sensazionale, che l´ha portata a conquistare ben 9 titoli europei e a firmare svariati record. Anche per Dalila, dell´O.s.ha.- A.s.p. (Orientamento Sportivo Handicappati - Associazione Sportiva Paraplegici), l´ultima annata è stata davvero da incorniciare. La nuotatrice del 1990 ha diviso con la Bresciani le luci della ribalta ai campionati continentali di Coimbra, in Portogallo, conclusi con sette medaglie d´oro. Il futuro è roseo per loro come per Gianluigi, altro atleta dell´O.s.ha.- A.s.p. Classe 1994, si tratta del più giovane azzurro della squadra di nuoto che ha partecipato lo scorso settembre ai Campionati del Mondo Inas di Loano. Proprio l´ dell´O.s.ha.- A.s.p. È stata la società protagonista della passata stagione. In acqua ha dimostrato una supremazia schiacciante, assicurandosi la vittoria nella Nord Cup, il circuito regionale di Fisdir (Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettiva Relazionale) Lombardia, ossia la Federazione Sportiva Paralimpica. Sport Senza Limiti - I campioni hanno ricevuto dall´assessore regionale i riconoscimenti per i brillanti successi sportivi ottenuti con questa motivazione: ´Per aver saputo dimostrare anche sul campo che lo sport non ha limiti; per averlo testimoniato con la propria esperienza personale la capacità dello sport di abbattere barriere e differenze; per aver reso onore a Regione Lombardia, tenendone alto il vessillo, conquistando podi e record nell´ambito delle più prestigiose gare internazionali di nuoto´. Alla cerimonia erano presenti, oltre agli atleti e ad una rappresentanza delle loro società, anche Pierangelo Santelli, presidente del Comitato Regionale Lombardia del Comitato Italiano Paralimpico e Linda Casalini delegato Fisdir Lombardia. ´La Lombardia - ha commentato l´assessore Rizzi - è ai primi posti per numero di società iscritte alla Fisdir e per numero di persone con disabilità praticanti uno sport : l´obiettivo è passare dall´attuale uno per cento al tre per cento entro il 2015´.  
   
   
FVG: MINISTRO GNUDI PER TAVOLO NAZIONALE GOVERNANCE SPORT  
 
Trieste, 12 marzo 2012 - Entro il 30 giugno il Tavolo nazionale per la governance dello sport (Tangos) dovrà varare il piano nazionale per la promozione sportiva, ossia un programma operativo per diffondere la pratica delle diverse discipline sia nelle scuole sia nella terza e quarta età. La tabella di marcia per arrivare all´appuntamento è stata dettata il 7 marzo a Roma dal ministro per lo Sport Pietro Gnudi nel corso della prima riunione del tavolo interistituzionale al quale ha partecipato anche l´assessore regionale allo Sport del Friuli Venezia Giulia Elio De Anna, in qualità di rappresentante della Conferenza delle Regioni su mandato del presidente Vasco Errani. Il piano dovrà sintetizzare le principali iniziative che il Governo nazionale sosterrà per promuovere lo sport a tutti i livelli. Ciò avverrà attraverso "Tangos", il quale non ha lo scopo di gestire le risorse quanto invece di dettare le regole per raggiungere gli obiettivi che si è prefissati. Le proposte portate al tavolo dall´assessore De Anna - a nome di tutti i colleghi delle altre Regioni d´Italia - possono essere sintetizzate in cinque punti, ossia l´eliminazione della marca da bollo dalle domande presentate alla Regione dalla società sportive e la semplificazione delle rendicontazioni una volta ricevuto il contributo. Quindi due aspetti legati all´attività: lasciare spazio nel pomeriggio e alla sera nelle palestre per attività giovanile e agonistica ed infine favorire l´attività motoria nella terza e quarta età. "Fa piacere - ha detto De Anna al termine dell´incontro - che tra le nostre proposte e quelle avanzate dal ministro ci sia piena sintonia, soprattutto per quanto riguarda la diffusione dell´attività motoria sia all´interno delle scuole che tra gli anziani. È motivo d´orgoglio sentire dalla voce dell´esponente del Governo nazionale che il modello da seguire nel resto d´Italia per l´alfabetizzazione motoria sia proprio quello applicato in Friuli Venezia Giulia. Ciò indica che nella nostra regione si è ben operato, trasformando quindi questo progetto in una best practice". "Da parte nostra - ha concluso De Anna - ci metteremo subito al lavoro per presentare entro i primi giorni di aprile il nostro contributo per la stesura del piano". Come ricordato dal ministro Gnudi, le prossime tappe prevedono entro il 6 aprile la presentazione delle proposte da parte di tutti i componenti del Tavolo. Quindi, fino al 7 maggio, saranno selezionati gli interventi cui farà seguito la stesura della prima bozza che dovrà essere completata entro il 21 dello stesso mese. Infine, una volta ottenuto l´avvallo di tutti i rappresentanti delle istituzioni che fanno parte di "Tangos", l´8 giugno la proposta verrà presentata al ministro che a sua volta la porterà all´attenzione del Governo.  
   
   
IMPIANTI SPORTIVI, LA LIGURIA RIAPRE LA VIA AI FINANZIAMENTI (2 MLN)  
 
Genova, 12 Marzo 2012 -. Due milioni di euro la realizzazione di nuovi impianti sportivi o per la manutenzione e il rimodernamento di quelli esistenti nel territorio. Frattanto, con la recente approvazione in Consiglio Regionale delle modifiche della legge regionale e del Piano di promozione sportiva, si sono riaperte, fino al 30 aprile 2012 le domande di contributo in conto capitale per i comuni e le Province liguri. Attraverso l’accensione di un mutuo la Regione Liguria potrà cominciare a far fronte ai bisogni della piccola e media impiantistica sportiva passando da 300 mila euro annui a una somma ben più consistente”, ha spiegato l’assessore allo Sport Gabriele Cascino, intervenendo in mattinata alla presentazione alla Casa delle Federazioni del Coni, a Genova, insieme con il presidente Claudio Burlando e il presidente del Coni Liguria Vittorio Ottonello. Con questa somma la Regione Liguria co-finanzierà per circa il 33% e fino a 100 mila euro un terzo dei costi poco meno di un centinaio di strutture sportive. “Un volano per il comparto che, con la collaborazione degli enti locali territoriali consentirà alla Liguria, nel 2012, di mettere in moto per gli impianti sportivi locali, investimenti per circa 8/9 milioni di euro”, non è poco in tempi di crisi”, ha affermato il presidente Claudio Burlando, invitando i comuni e le province a valutare il bando regionale e se interessati, a fare subito la domanda di finanziamento.  
   
   
LOMBARDIA. DAL 23 AL 25/3 LA FIERA ´SPORTSHOW´ A BRESCIA VIA A ´PROGETTO SICUREZZA DONNE´, PREVENIRE SI PUÒ  
 
Milano, 12 marzo 2012 - Dal 23 al 25 marzo lo sport è protagonista a Brixia Expo, il polo fieristico di Brescia. ´Sport Show´ è la manifestazione che intende promuovere e sensibilizzare quanti vogliono avvicinarsi al mondo dello sport offrendo puro divertimento dedicato alle famiglie, ai ragazzi e ai semplici appassionati. L´iniziativa è stata presentata oggi al grattacielo Pirelli dagli assessori regionali allo Sport e Giovani, Monica Rizzi, e al Commercio e Turismo, Stefano Maullu. Sono intervenuti anche Fabio Mandelli, assessore allo Sport della Provincia di Brescia, Marco Citterio, amministratore delegato Fiera di Brescia, Luca Matrostefano, presidente di Sportshow. Attività Fisica Per Una Vita Sana - ´Lo sport ha una grande valenza sociale - ha detto l´assessore Rizzi - per questo è importantissimo promuoverlo a tutti i livelli: Regione Lombardia in questo si sta muovendo molto, aiutando e sostenendo economicamente le associazioni, cercando di portare lo sport come materia fondamentale all´interno delle scuole. Perché è proprio dai giovani che bisogna cominciare, sono il nostro futuro e bisogna aiutarli a capire quanto lo sport è importante per avere una vita sana´. Turismo E Sport Binomio Strategico - ´La Lombardia - ha aggiunto Stefano Maullu, assessore regionale al Turismo - non è solo turismo d´affari, ma anche terra di eccellenze, che vanno dalle montagne ai laghi, dai fiumi alle città d´arte, ai prodotti tipici, alla possibilità di praticare sport anche ad alti livelli: dal cicloturismo allo sci, dalle escursioni al surf senza dimenticare la vela alla quale a breve sarà dedicata una apposita università, ovvero il primo centro italiano per la preparazione federale dei velisti e che sarà realizzata grazie alla collaborazione tra Regione Lombardia, Comune di Tremosine, Tremosine Univela e Campione Univela. La Lombardia è, quindi, una regione dove è possibile coniugare ad altissimi livelli il binomio strategico e vincente per la crescita e lo sviluppo della Lombardia ovvero sport e turismo´. Tanti Sport Da Provare - Circa 15.000 metri quadrati di area interna, 5.000 metri di area esterna e oltre 80 attività sportive tutte da provare, con una particolare attenzione ai bambini e ai ragazzi, ai quali verranno messe a disposizione iniziative e attività dedicate. In programma dalle 9 alle 20 dimostrazioni di calcio, pallavolo, beach volley, squash, scherma, fioretto, arti marziali, pattinaggio, hockey, pallamano, boxe, parkour, golf, tennis tavolo, badminton, paddle, rugby e moltissimi altre. Saranno disponibili anche simulatori snowboard e vela, fino a 50 master class di fitness (area fitness no-stop), spinning, aerobica e molto ancora. I 5.000 mq di area esterna, invece, saranno dedicati prevalentemente ai motori, come trial, moto freestyle, rally, auto sportive, tecnica di guida, minimoto, supermotard, superbike. Ci sarà spazio anche per l´equitazione, il tiro al piattello, il tiro al volo laser e altre interessanti attività outdoor. ´Sarà una festa magnifica - ha detto Mastrostefano - dove il divertimento e il benessere saranno protagonisti assoluti´. Il Progetto ´Sicurezza Donne´ A Brescia E Milano - Per Sportshow Regione Lombardia ha pensato anche alle donne offrendo l´opportunità di seguire corsi specifici di difesa personale: durante la manifestazione le donne bresciane interessate al corso potranno iscriversi presso lo stand di Regione Lombardia e, tra queste, dopo un´estrazione, saranno 40 coloro che potranno partecipare gratuitamente per tre mesi al percorso formativo (13 ore totali) curato da Blue Snake Academy di Roberto Cicalese. Unico costo da sostenere sarà l´iscrizione che include anche la polizza assicurativa. Per le altre candidate la partecipazione al corso richiederà 95 euro. Prevenzione, Istruzioni Per L´uso - Con le allieve vengono analizzate le varie situazioni di rischio, dati consigli su come comportarsi in auto, in treno, a piedi. Inoltre, si prendono in considerazione pregi e difetti delle ´armi occasionali´ e degli strumenti difensivi che si possono avere sempre a disposizione (chiavi, spazzole, penne sfera, pepper-spray). Il corso Sicurezza Donna Base partirà da aprile 2012 in fase sperimentale e coinvolgerà i comuni di Borgo San Giacomo, Lograto, Verolanuova e Dello. Per le visitatrici milanesi che si recheranno allo stand della Regione Lombardia, è prevista l´opportunità di ritirare un coupon che consente di partecipare entro dicembre 2012 al corso organizzato da Asd (Associazione Sportiva Dilettantistica) presso la palestra Conti Boxing Team di via San Faustino,6 a Milano con il patrocinio di Regione Lombardia. La durata prevista è di un mese. ´E´ importante aiutare il sesso cosiddetto debole a reagire e a difendersi - ha commentato l´assessore Rizzi - e sono certa che sarà interessante per le partecipanti imparare a gestire mente e corpo, a prevenire e affrontare ogni situazione di pericolo, migliorando l´autostima e il controllo dell´ emotività´.  
   
   
CAIROLI UNA VITTORIA E UN TERZO POSTO A CASTIGLIONE  
 
 Castiglione del Lago, 12 marzo 2012 - La prima vittoria di Tony Cairoli negli Internazionali d’Italia è arrivata a Castiglione del Lago. Il terzo e penultimo round della serie ha visto il cinque volte campione del mondo trionfare nella Mx1 al termine di una gara solitaria, dominata dal primo all’ultimo giro. Non ha avuto problemi ad allungare su Philippaerts e Frossard, per poi amministrare il vantaggio nel finale. La vittoria dell’ 11 marzo permette a Cairoli di portarsi a venti lunghezze da Frossard e giocarsi il numero uno di categoria nell’ultima prova in programma il 25 marzo a Odolo (Bs). Dopo la bella affermazione nella Mx1, Tony è partito nella Elite con il chiaro obiettivo di confermarsi. È scattato secondo alle spalle di Frossard e ha dato vita a un bel duello nel quale si è inserito anche Philippaerts. Poi a metà gara sono iniziati i doppiaggi e Tony in quel frangente, è stato scavalcato da Philippaerts,e poi ha perso terreno dai due rivali che hanno avuto più fortuna nel doppiare concorrenti più lenti. Tony Cairoli:” Oggi è stata una giornata positiva. Ho conquistato la prima vittoria agli Internazionali d’Italia al termine di una gara dove ho amministrato la prima posizione e tenuto a distanza i miei avversari e sono contento del risultato. Nella Elite sono partito dietro Frossard, abbiamo dato vita a una bella gara, ma a metà gara sono iniziati i doppiaggi e lì ho perso tempo prezioso dando la possibilità a Frossard e Philippaerts di allungare. Ho provato a rimontare, ma ormai avevano preso un buon vantaggio: non ho voluto rischiare di commettere errori e così mi sono accontentato del terzo posto. Peccato perché si poteva fare meglio, ma nel complesso va bene.” Classifica Mx1: 1. Cairoli (Ktm) 16 giri in 28’36”991; 2. Philippaerts (Yamaha) a 6”153; 3. Frossard (Yamaha) a 24”445; 4. Guarneri (Ktm) a 44”423; 5. Boissiere a 48”205; In campionato Mx1: 1. Frossard 320; 2. Cairoli 300; 3. Philippaerts 280; Classifica Elite: 1.Frossard (Yamaha) 16 giri in 28’31”060; 2. Philippaerts (Yamaha) a 4”527; 3. Cairoli (Ktm) a 7”073 ; 4. Guarneri (Ktm) a 42”131; 5. Boissiere (‘Tm) a 59”351; In campionato Elite: 1. Frossard 360; 2. Philippaerts 300; 3. Cairoli 215.  
   
   
NON VANNO NELLA DIREZIONE DELL’ INTERESSE COMUNE LE AZIONI DEI VERTICI DI COPPA AMERICA NAPOLI. UN’ALTRA OCCASIONE PERDUTA PER LO SVILUPPO DELLA CITTÀ E PER IL COMPARTO DELLA NAUTICA.  
 
Napoli, 12 Marzo 2012 - Il cosiddetto calendario di “eventi collaterali” da tenersi a latere della settimana di regate veliche per le prove di Coppa America miete ulteriori vittime con bandi di gara annullati a pochi giorni dagli eventi e ‘ minacciati ricorsi al Tar e denuncie alla Procura della Repubblica, ‘ così si apprende dagli organi di stampa. Eppure quei fondi Europei per ben 3,2 milioni di euro, sei miliardi e mezzo circa delle vecchie e care lire, che rendevano meglio le dimensioni del denaro facendo rimanere tutti con i piedi ben piantati per terra, potevano essere in larga parte risparmiati o più proficuamente utilizzati, se a latere di un evento nautico episodico, quali appunto le regate veliche delle prove di Coppa America, come “eventi collaterali” si fosse considerata anche un’expo delle eccellenze dei prodotti della cantieristica navale e affini della Campana valorizzata in un contesto di brand internazionali, quale è ed è stato per anni il Nauticsud. Del resto, sarebbe stato certamente più coerente ed opportuno, offrire alle centinaia di migliaia di appassionati stimati ed attesi sul territorio del capoluogo Campano, perché attratti dalle regate veliche, una visita anche all’esposizione di prodotti nautici Campani ed affini, piuttosto che un improbabile e onerosissimo programma di eventi che vanno, dal concerto di Eugenio Finardi alle performance ironiche di Dario Vergassola. La storica manifestazione Nauticsud, la fiera del Turismo Nautico, che vanta una tradizione di ben 43 anni nel capoluogo Campano, poteva essere una risorsa per alleggerire i costi degli eventi collaterali, anche più coerenti con la prevista sezione dedicata al tema del mare e viceversa le risorse economiche attinte dai fondi Europei per un’episodica manifestazione velica potevano essere un’opportunità di stabile consolidamento sul territorio di un’altra manifestazione promossa per il Turismo nautico- Nauticsud- questa invece tradizionalmente radicata sul territorio da ben 43 anni e di valorizzazione di tutta la filiera delle Attività Produttive Campane della risorsa mare (cantieristica e affini). In questo modo i tradizionali flussi di visitatori di Nauticsud (oltre centomila nella scorsa edizione) si potevano addizionare a quelli stimati per le regate veliche, la fiera del Turismo nautico infatti vanta una mailing list consolidata negli anni con oltre centomila nominativi di visitatori provenienti da varie aree geografiche e che negli anni sono confluiti sul territorio del capoluogo Campano per visitare l’esposizione a Fuorigrotta e partecipare alle prove a mare a Mergellina. Sta di fatto che il mancato e corretto preavviso per tempo da parte dei vertici di Coppa America Napoli, hanno prodotto i seguenti danni all’interesse pubblico : 1) Un’opportunità di consolidamento stabile di un evento nautico già esistente sul territorio da ben 43 anni quale appunto Nauticsud si trasforma invece in un enorme danno per la manifestazione patrimonio del Sud Italia 2) La Regione perde l’opportunità di valorizzare anche le Attività Produttive della cantieristica navale della Campania in forte crisi per concomitanti effetti negativi globali e territoriali, senza sostenere grandi costi. 3) Si perde l’opportunità di beneficiare anche dei flussi turistici tradizionalmente attratti dalla fiera del turismo nautico. 4) Si perde l’occasione, a fronte della sola messa a disposizione di un’area asfaltata e pedonalizzata per l’esposizione nautica, di assicurare “eventi collaterali” a costo zero e certamente più in target con il tema del mare. Invece si preferisce impegnare cospicui fondi della comunità Europea , 3.2 milioni di euro nel malcontento comune con preavvisati ricorsi al Tar ed alla Procura della Repubblica. Nauticsud dunque da considerare in sinergia e non in conflitto come invece si apprende nell’assurdo Stop comunicato dall’ Autorità Portuale di Napoli per una manifestazione nautica, che da abitudinariamente si svolge nelle acque del porto di Mergellina.  
   
   
GLI INTERNATIONAL SERIES SUPERMOTO SONO ATTESI AL BATTESIMO DELLA STAGIONE A LATINA  
 
Torino, 12 marzo 2012 - La prossima edizione degli International Series, Campionati Italiani S2, S3 e Coppa Italia è ormai alle porte: Federmoto e Youthstream Events hanno già da tempo reso noti i programmi della stagione 2012, che prenderà il via il prossimo 29 marzo-1 aprile dal circuito pontino “Il Sagittario” di Latina: sei le tappe previste per un calendario che terminerà il 16 settembre sul Motodromo di Castelletto di Branduzzo. Molte le novità e le conferme che garantiranno anche nel 2012 un altissimo livello agonistico, peculiarità che contraddistingue ormai da anni questo campionato come tra i più importanti del panorama internazionale. Tra le cose nuove anche l’introduzione della categoria tricolore S3 che avrà moto da 250 4T, un montepremi riservato ai team degli Internazionali, la conferma della Coppa Italia e del Trofeo Hm Honda e l´introduzione del Trofeo Monomarca Ducati Hypermotard 796. Un’altra news sarà rappresentata dal calendario, che prevede la disputa di una prova oltre confine, in Francia. Due le nuove piste inserite nel calendario 2012: il mini-autodromo del Sele il 13 maggio, in Puglia, e l’Alpe d’Huez il 5 agosto, che però riguarderà soltanto la categoria internazionale S1. La prossima edizione sarà di altissimo livello agonistico e le attenzioni saranno spalmate sia negli International Series che nell’Italiano S2, S3 e Coppa Italia. Sarà un avvio certamente importante per gli appassionati italiani che aspettano con ansia di vedere e valutare le forze in pista nel circuito pontino, che ospita gli Internazionali per l’undicesima volta, cui spetta l’onore di organizzare questa prova di avvio stagionale, e per gli addetti ai lavori che finalmente mettono ufficialmente in pista il lavoro di preparazione svolto durante l’inverno. Molte le attese per capire chi saranno i protagonisti della nuova stagione agonistica. Negli International Series si registrano come sempre presenze eccellenti tra i piloti iscritti, che assieme ai giovani riders lotteranno per rilevare lo scettro del campione in carica tricolore Ivan Lazzarini (Hm Honda Racing) e internazionale Thomas Chareyre (Tm Racing). Il Circuito "Il Sagittario": La pista di Latina è sottoposta a continue modifiche e adeguamenti che ne fanno una delle migliori non solo del Lazio ma d’Italia. In occasione della gara di fine marzo sarà la volta del tratto off road a scoprire le nuove modifiche realizzate per renderlo ancora più spettacolare. Il senso di marcia affrontato sarà antiorario. Totale area pista: 110.000 mq., di cui la zona box è pari a 15.000 mq., mentre lo sviluppo del circuito è di circa 1.640 m. Di cui 270 di off road e una larghezza media di 9-10 m.