Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


LUNEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6
Notiziario Marketpress di Lunedì 30 Giugno 2014
POLICLINICO TOR VERGATA: AL VIA IL PIANO DI RIENTRO  
 
Lazio, 30 giugno 2014 - Al via il piano per il risanamento e il rilancio del Policlinico di Tor Vergata all’interno del sistema sanitario del Lazio. La Regione ha approvato insieme all’Ateneo i bilanci del relativi agli anni 2011, 2012 e 2013, colmando così dopo anni un grave vuoto. Disavanzo in diminuzione. Tra il 2011 e il 2013 è sceso di 20 milioni di euro, passando da 93 a 73 milioni. Nello stesso triennio, tra le altre cose, si è registrato un costante e significativo aumento della produzione e della produttività del personale sanitario. Un piano di rientro condiviso per l’azzeramento del disavanzo. Sarà definito in sinergia con l’Ateneo: l’obiettivo è quello di arrivare a questo risultato in tempi brevi. Con punti di eccellenza e innovazione tecnologica per quanto riguarda trapianti, cardiologia e neuroscienze la Fondazione Policlinico di Tor Vergata rappresenta un esempio positivo nella realtà regionale. “Abbiamo dato un altro segnale forte: continua la rivoluzione della buona sanità che stiamo portando avanti da oltre un anno- è il commento del presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunato: le eccellenze della nostra Regione, come il Policlinico di Tor Vergata, sono motivo di orgoglio e anche la prova che ridurre le spese non significa diminuire l’offerta e il ventaglio delle prestazioni. Sappiamo – ha detto ancora Zingaretti- che con coraggio, determinazione e coerenza il nostro quotidiano lavoro porterà un cambiamento nella sanità laziale sempre più tangibile”.  
   
   
LOMBARDIA. SALUTE, MEDICI POSSONO GIA´PRESCRIVERE PIU´ FARMACI CON UNA RICETTA IN FASE DI AGGIORNAMENTO TUTTI I SOFTWARE TELEMATICI  
 
Milano, 30 giugno 2014 - "Già da ieri è possibile per i medici di base prescrivere su ogni ricetta fino a 6 confezioni di farmaci, senza nessuna variazione di costo per confezione, così come comunicato da Regione Lombardia in una circolare esplicativa inviata ieri a tutti gli attori del sistema sanitario regionale". Lo affermano in una nota congiunta l´assessorato alla Salute di Regione Lombardia e la società Lombardia Informatica in risposta alla nota odierna del segretario della Fimmg Lombardia. 12 "Sono altresì in fase di aggiornamento i software di circa 6.500 medici di base e di circa 1200 pediatri di base e quelli di Lombardia Informatica" prosegue la nota. "Si precisa a tal fine che il Dl 90/2014 ´Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa´ contenente le modifiche legislative in tema di prescrizione medica delle ricette per malati cronici o persone affette da malattia rara - conclude il testo - è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale nella giornata di martedì 24 giugno 2014 ed è entrato in vigore mercoledì 25 giugno 2014, senza nessuna comunicazione preventiva che avrebbe consentito un più rapido aggiornamento dei sistemi.  
   
   
ASL E OSPEDALI REGIONE-QATAR FOUNDATION-BAMBIN GESÙ: VIA LIBERA AL NUOVO OSPEDALE D´ECCELLENZA DI OLBIA  
 
Cagliari, 30 Giugno 2014 - La Giunta guidata da Francesco Pigliaru ha approvato il 26 giugno la delibera sull’ospedale ex San Raffaele di Olbia da sottoporre alla Commissione Sanità del Consiglio regionale. Su proposta dell’assessore della Sanità Luigi Arru, l’esecutivo ha dato il via libera, con approvazione preliminare, all’ avvio delle procedure "per l’attivazione dell’ospedale e polo di ricerca nell’area territoriale della Gallura". Nella delibera si definiscono i punti chiave degli accordi con Qatar Foundation Endowment e con l’ospedale Bambin Gesù di Roma, si indicano i numeri di posti letto, le specialità sanitarie, gli investimenti. Per l’ospedale ex San Raffaele di Olbia, che sarà un polo di eccellenza anche sul fronte della ricerca, gli investimenti di Qfe prevedono un fondo annuale destinato alla ricerca. Le aree di intervento sono in primo luogo quella pediatrica, comprensiva di chirurgia, e quella chirurgica, che riguarda oculistica, ortopedia, urologia, chirurgia oncologica, terapia intensiva e chirurgica, day surgery. Per l’area internistica: medicina internistica, cardiologia, neurologia, stroke unit. La chirurgia avanzata e sperimentale comprende cardiochirurgia, neurochirurgia, chirurgia vascolare. In area riabilitazione si contano recupero e riabilitazione funzionale e neuro-riabilitazione. Ancora, saranno presenti emodinamica, radiologia interventistica, medicina nucleare e sperimentazioni dei modelli organizzativi e applicazione di standard sperimentali di personale per il settore riabilitativo. Molto importante, infine, il settore della medicina sportiva. "Portiamo questa proposta al Consiglio regionale presentando la Sardegna come luogo istituzionale in grado di dare un messaggio forte: Sardegna come luogo di attrazione per gli investitori stranieri´, ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru nella conferenza stampa che ha seguito l´approvazione della delibera. "Abbiamo lavorato per elaborare una proposta impostata sull´armonizzazione con la rete sanitaria regionale. Le deroghe concesse dal Governo, con cui c´è stata una collaborazione leale e costante, ci permettono di tenere i nuovi posti letto fuori dal computo che ne stabilisce la proporzione in base al numero degli abitanti. Va sottolineato inoltre che le specialità del nuovo ospedale - ha proseguito il presidente - coprono circa il 50% della mobilità passiva, ovvero i sardi che oggi vanno a curarsi nella penisola, e riguarda soprattutto l´area pediatrica." Francesco Pigliaru ha infine messo l´accento sull´importanza del fattore ricerca, che coinvolgerà le università sarde e i centri di ricerca dell´isola. In dettaglio il progetto è stato spiegato dall´assessore della Sanità Luigi Arru. "In fase di avvio si conteranno 178 posti letto complessivi, di cui 108 per acuti e 70 per post-acuti´, ha detto l´assessore. "A regime, con una previsione di 12 mesi, saranno 242 complessivi di cui 142 per acuti e 100 per post-acuti. Altri 50 posti saranno destinati a pazienti solventi. Questo progetto è una grande opportunità per la Sardegna e una risposta storica per la Gallura, che ha sempre avuto un numero di posti letto inferiore rispetto a quanto dovuto".  
   
   
SALUTE: LOMBARDIA SI APPELLA A BAGNASCO:TUTELI NOSTRA REGIONE  
 
Milano, 30 giugno 2014 - "Eminenza, proprio alla luce della sua vicinanza e dell´impegno che ha sempre profuso verso quanti soffrono, così come la Chiesa cattolica che rappresenta, la prego di voler porre attenzione alla rielaborazione del Titolo V della Costituzione. Le chiedo che la Chiesa faccia sentire la sua autorevole voce affinché non si continui a seguire il percorso della politica e delle miopi strategie di partito, ma si tutelino le regioni virtuose, come la Lombardia, dove si opera per il bene degli ammalati e dei soggetti socialmente più deboli". Questo l´appello che il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia, Mario Mantovani, ieri sera, ha lanciato dalla Chiesa Santo Giovanni Xxiii di Bergamo, al presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Cardinale Angelo Bagnasco, il quale lo ha ascoltato attentamente. Il 25 giugno rimane un giorno che non sarà certo dimenticato in quanto sono state aperte ufficialmente le porte della nuova chiesa dell´ospedale di Bergamo dedicata a Santo Papa Giovanni Xxiii. 13 Convegno Con Cardinale Bagnasco - Un evento importante celebrato con un convegno che, appunto, ha visto l´attiva partecipazione del presidente della Conferenza episcopale italiana, Cardinale Angelo Bagnasco, del vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani e di numerose altre autorità religiose e istituzionali. Il convegno si è tenuto nella nuova chiesa dedicata proprio al Santo Giovanni Xxiii, particolarmente amato dai bergamaschi. La cerimonia è stata preceduta dalla presentazione di un´opera d´arte, olio su tela, raffigurante il Santo che, donata all´Azienda Ospedaliera, è stata affissa all´ingresso della struttura sanitaria. Una Lezione Di Vita - Ad aprire i lavori della conferenza, nel corso del quale si sono succeduti numerosi oratori, è stato il Cardinale Bagnasco il quale ha posto l´attenzione anche sul significato della sofferenza e della vita, nel ricordare la vita e le opere di Santo Giovanni Xxiii. "Pensiamo solo alla crisi di oggi, di questi anni. Speriamo di uscirne presto, non per tornare come prima, ma più saggi di prima - ha ammonito Angelo Bagnasco - perché altrimenti avremo perso la lezione". Ospedale Bergamo, Nuovo Fiore Sanità Lombarda - Prima di concludere il suo intervento con la richiesta di aiuto al Cardinale Bagnasco, l´assessore alla Salute ha portato alle autorità presenti i saluti del Presidente e della Giunta regionale lombarda. Ha poi brevemente relazionato sull´impegno politico e finanziario profuso da Regione Lombardia per realizzare l´Ospedale Giovanni Xxiii "che oggi rappresenta – ha detto Mantovani - un nuovo vero fiore all´occhiello della nostra sanità lombarda". Regione Lombardia - Grazie all´accordo con Regione Lombardia fu individuato il terreno ove ora sorge la chiesa. Un´area che resta di proprietà regionale, ceduta in diritto di superficie per 99 anni alla Diocesi e da questa alla parrocchia di San Giuseppe lavoratore, nel quartiere del Villaggio degli Sposi in cui sorge l´ospedale. Chiesa È Punto Riferimento Nella Sofferenza - L´edificio, strettamente collegato anche fisicamente con l´Ospedale attraverso un tunnel sotterraneo, ma dotato anche di accesso dall´esterno, sta a testimoniare come, accanto ad un luogo di sofferenza ma anche di speranza, la presenza di una chiesa costituisca un punto di riferimento importante, di raccoglimento, di preghiera. Un segno forte e concreto di vicinanza paragonabile alla carezza che Papa Giovanni raccomandò di portare a casa ai bambini da parte sua durante il celebre discorso della luna.  
   
   
SANITA’: NUOVO REPORT ANNUALE SU PRONTO SOCCORSO VENETI. 1.765.213 MALATI CURATI CON 13.672.487 PRESTAZIONI, 500 MEDICI, 1.500 INFERMIERI, 250 AUTISTI. ZAIA, “NUMERI RECORD MA DA SETTEMBRE SI MIGLIORA ANCORA”. COLETTO, “CI STUDIANO IN EUROPA”.  
 
Venezia, 30 giugno 2014 - Nell’ultimo anno i Pronto Soccorso del Veneto (46 più 10 punti di primo intervento) hanno accolto e curato 1.765.213 persone, erogando loro 13.672.487 prestazioni sanitarie, pari a 7,7 per paziente, con una spesa complessiva di 178.546.137 euro, e l’impiego di 500 medici, 1.200 infermieri professionali, 300 operatori sociosanitari e 250 autisti dei mezzi. Nel 75% dei casi l’attesa media dei codici bianchi e verdi per ricevere le cure si è attestata al di sotto di un’ora. Il 100% dei codici rossi è stato assistito immediatamente. Nel 2013 rispetto al 2012 diminuiscono gli accessi, ma aumentano le prestazioni erogate che passano da 7,3 a 7,7 per paziente. Sono questi alcuni significativi dati contenuti nel rapporto annuale sul funzionamento dei Pronto Soccorso in Veneto, redatto in occasione della settimana nazionale del Pronto Soccorso appena conclusasi. “I numeri – sottolinea il Presidente della Regione Luca Zaia – parlano forte e chiaro e testimoniano di un sistema efficiente, considerato record europeo, e capace di erogare prestazioni di alto livello a costi ragionevoli e soprattutto in forma pressochè gratuita per chi ne ha davvero bisogno, a differenza di altri Paesi nel mondo (sempre di più) dove, oltre al triage sanitario, ti viene fatto anche quello alla carta di credito. Ciò nonostante – aggiunge il Governatore – si può ancora migliorare, e lo faremo con l’applicazione delle recenti linee guida per la gestione delle attese nei Pronto Soccorso che dovranno entrare in vigore ovunque a partire dal primo settembre con nuove regole e nuove figure come gli steward di sala tutte rivolte a velocizzare l’assistenza e rendere più confortevole e informata l’attesa. Gli interventi operati dagli uomini del pronto soccorso in un anno sono stati oltre 300.000 – aggiunge Zaia – il che significa poco meno di 1.000 al giorno. Un grazie a questi angeli è perlomeno doveroso”. “Il sistema – aggiunge l’Assessore alla Sanità Luca Coletto – ci viene studiato in mezza Europa, per i numeri e per la tipologia organizzativa, grazie ai quali il Veneto è anche capofila di uno studio dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sociosanitari Regionali (Agenas). Gli allori fanno piacere – dice Coletto – ma non ci interessano più di tanto: ciò che conta è lavorare giorno dopo giorno ad affinare tutta la filiera dell’attività, con un occhio di riguardo agli anziani e ai bambini, ed è quello che stiamo facendo. Un Pronto Soccorso efficiente, supportato dal prezioso filtro professionale dei medici di medicina generale – conclude Coletto – salva vite, velocizza le cure nei casi acuti e, con l’osservazione breve intensiva, consente alla gente di non stare in ospedale un minuto più del necessario e alla struttura di ridurre la durata dei ricoveri e quelli impropri”. Nell’anno considerato (il 2013) il 100% dei codici rossi ha ricevuto assistenza immediata e il 75% di quelli bianchi e verdi (i meno gravi) entro un’ora. I pazienti assistiti in Osservazione Breve Intensiva sono stati 164.759, pari al 9,3% del totale, con una forte accelerazione dei tempi di diagnosi e della dimissione o del ricovero con diagnosi certa. Tutte le Ulss hanno già trasmesso alla Regione i loro progetti aziendali per la gestione delle attese nei Pronto soccorso, che saranno accompagnati da una nuova inedita organizzazione. Tra le novità principali, gli accertamenti specialistici urgenti che saranno inviati direttamente al reparto o ambulatorio specifico senza passare per il Pronto Soccorso; i pazienti clinici monospecialistici (come le donne in gravidanza) verranno indirizzati direttamente allo specialista con il sistema denominato “Fast Track”; il ricovero di un paziente dovrà avvenire immediatamente dopo l’intervento in urgenza, senza attendere nemmeno un minuto.  
   
   
SALUTE FVG: FORMALIZZATA CHIUSURA PUNTO NASCITA GORIZIA  
 
Trieste, 30 giugno 2014 - "Chiari motivi di sicurezza della donna e del nascituro". Così viene spiegata la scelta di "sospensione immediata" del punto nascita dell´ospedale di Gorizia, nella delibera con la quale la Giunta regionale, su proposta dell´assessore alla Salute Maria Sandra Telesca, ha formalizzato il 26 giugno l´intervento cautelare. Con la stessa delibera, la Giunta ha disposto l´unificazione delle équipe di Ostetricia e di Pediatria dell´Azienda per i servizi sanitari (Ass) n. 2 "Isontina", in modo da assicurare il percorso nascita completo nell´altro ospedale dell´Ass, quello di Monfalcone, dove sarà garantita la guardia attiva 24 ore su 24. Monfalcone dispone infatti, si precisa nella delibera, di un punto nascita "con sicure potenzialità di assorbimento immediato dell´attività che non potrà più essere espletata a Gorizia". A Gorizia sarà d´altra parte garantito un "percorso nascita" in particolare per quanto riguarda l´attività ambulatoriale pre e post parto, lo sviluppo dell´assistenza territoriale e forme di collaborazione transfrontaliera. Il riferimento che sta alla base della decisione di chiudere il punto nascita di Gorizia sono le "Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell´appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita", un accordo sottoscritto nel dicembre del 2010 dal Governo con le Regioni e gli Enti locali. In quel documento si stabilisce che, per ragioni di qualità e di sicurezza, i punti nascita possano essere mantenuti solo se presentano almeno 500 parti all´anno, raccomandando comunque di tendere verso un parametro standard di almeno mille parti all´anno. Qualità e sicurezza possono essere infatti garantiti solo se un reparto dispone di una sufficiente casistica. Ebbene a Gorizia, negli ultimi sette anni, ci sono stati sempre meno di 400 parti all´anno con un continuo calo arrivando a chiudere nel 2013 con 276 parti, una tendenza alla diminuzione confermata anche nei primi mesi del 2014 con una proiezione di soli 240 parti a fine anno. "Il mantenimento dell´attività presso il punto nascita del presidio ospedaliero di Gorizia - si legge nella delibera - sta esponendo la popolazione delle donne e dei nascituri che vi accedono a rischi elevati di complicanze anche molto gravi, se non fatali". In casi come questi sarebbe dunque la Regione "ad assumersi il carico di ingenti oneri derivanti dalle possibili richieste di risarcimento da parte dei soggetti coinvolti da un evento avverso o dei loro familiari, per le quali risulterebbe inficiata ogni strategia difensiva".  
   
   
DONNA MORTA DI TUBERCOLOSI IN VENETO. ZAIA “GIA’ ATTIVATE TUTTE LE PROCEDURE DI PREVENZIONE E PROFILASSI”  
 
Venezia, 30 giugno 2014 - Una giovane donna di 28 anni, di origini marocchine, da molti anni residente in Veneto nel territorio dell’Ulss 8 di Asolo è morta ieri all’Ospedale di Treviso dove era stata ricoverata in rianimazione per una grave forma di tubercolosi polmonare. Lo rende noto il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, che, non appena informato, ha disposto l’immediato avvio di tutte le procedure del caso. La paziente era infatti madre di tre figli, uno dei quali, una bambina, ha frequentato la scuola materna Ca’ Reinati di San Zenone. I responsabili dell’Ulss 8, che ha richiamato in servizio anche il personale necessario che si trovava in ferie, hanno già contattato tutte le famiglie dei bambini dell’asilo e hanno avviato la profilassi del caso. Le famiglie sono state anche convocate ad un incontro informativo con gli esperti dell’Ulss, che si terrà domani pomeriggio. Non si è presentata la necessità di chiudere l’istituto in quanto domani si sarebbe trattato dell’ultimo giorno di scuola, fatto che rende più agevole il lavoro di prevenzione in atto.  
   
   
SPORT E SICUREZZA, TOSCANA: DISPOSTI AD AIUTARE CHI PROMUOVE LO SPORT DI BASE  
 
 Firenze 30 giugno 2014 – Massima disponibilità a sostenere associazioni e gruppi sportivi per dotarsi dei supporti indispensabili per garantire la sicurezza di chi pratica sport. Lo ha annunciato il 26 giugno la vicepresidente Stefania Saccardi durante la conferenza stampa organizzata per illustrare i contenuti della convenzione firmata tra la Federazione regionale delle Misericordie e il Comitato regionale del Centro Sportivo Italiano. Scopo dell´accordo: promuovere salute e sicurezza per chi svolge attività sportiva in società e gruppi sportivi, con specifiche iniziative. "Siamo disposti – ha detto la vicepresidente – a dare una mano per l´acquisto di strumenti come ad esempio i defibrillatori che devono esser presenti in tutti gli impianti sportivi. Il tema della sicurezza dei nostri figli lo reputo fondamentale. Vorrei spendere una parola anche per mettere in risalto il lavoro di tutte quelle persone che prestano volontariamente il proprio tempo per consentire a tanti ragazze e ragazzi di fare sport, un´opera importantissima che rispecchia i valori della Carta Etica dello sport della quale la Regione si è fatta promotrice". L´idea di fondo, oltre alla salvaguardia della salute e della sicurezza, è promuovere l´educazione, la socializzazione e l´associazionismo sportivo per migliorare il benessere psico-fisico. Per far questo Misericordie toscane e Csi, con il supporto della Regione, collaboreranno su vari fronti: agevolazioni all´utilizzo del servizio Ambulanza offerto da Misericordie per manifestazioni ed eventi organizzati dal C.s.i; agevolazioni per il servizio di medicina dello Sport e di tutte le altre specializzazioni svolte da poliambulatori di Misericordie; organizzazione di corsi Blsd ( Basic Life Support & Defibrillation ) per gli operatori del C.s.i; sensibilizzazione all´acquisto di defibrillatori automatici da posizionare presso impianti sportivi; seminari, convegni, tavole rotonde sui temi della prevenzione e tutela sanitaria e altro ancora. La Regione, da tempo, si è fatta promotrice di varie campagne ed iniziative per potenziare la sicurezza e la tutela della salute di chi pratica sport. A partire dal 2006, con un accordo con il Comitato regionale della Lega Nazionale Dilettanti calcio per intervenire con immediatezza e competenza in caso di infortuni accaduti in campo, attraverso corsi di formazione di primo intervento, rivolti a dirigenti e tecnici. Poi nel nel 2009, sempre in ambito calcistico, con la fornitura alle società toscane di 140 defibrillatori e l´attivazione di corsi di abilitazione (a cura delle strutture del 118 della Toscana), sempre in collaborazione con il Comitato regionale toscano della Lnd. Restando al mondo del pallone, la Regione ha successivamente consegnato a tutte le società un kit di primo soccorso con il pallone Ambu o pallone autoespandibile. Ed arrivando infine all´inizio di quest´anno con l´adesione al progetto ´Mi stai a cuore´, promosso ancora dal Comitato Regionale della Lnd, dal Settore Giovanile e Scolastico toscano e dalle Misericordie della Toscana che prevede il posizionamento di colonnine di pronto soccorso presso tutti i campi di calcio e l´organizzazione di corsi (sempre a cura del 118) per abilitare il numero maggiore possibile, tra dirigenti, tecnici e addetti ai lavori in generale, all´utilizzo del defibrillatore.