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Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Luglio 2014
UNA NUOVA TERAPIA CON CELLULE STAMINALI PER LE CARDIOPATIE ISCHEMICHE  
 
Bruxelles, 14 luglio 2014 - Un progetto finanziato dall´Ue sta studiando le "cellule staminali cardiache" (Csc) per affrontare il problema dell´insufficienza cardiaca cronica in Europa. Mentre la ricerca finora era incentrata sulle cellule dei pazienti stessi, il team di Care-mi si concentra sulle cellule provenienti da diversi donatori. Gli studi clinici sono attesi entro l´estate 2014 in Spagna e in Belgio. La "cardiopatia ischemica" è stata responsabile del 12 % di tutti i decessi nei paesi Ocse nel 2011. La malattia, che causa la diminuzione dell´afflusso di sangue al cuore, danneggia progressivamente il tessuto cardiaco. Benché l´introduzione dell´angioplastica e degli stent sia riuscita a ridurre i tassi di mortalità precoce, la mancanza di soluzioni per riparare il tessuto danneggiato spesso risulta in un iniziale recupero del paziente seguito dal rimodellamento cardiaco e "insufficienza cardiaca cronica" (Icc). L´unica cura per l´Icc è il trapianto di cuore, ma pochi pazienti hanno la fortuna di trovare un donatore compatibile nel tempo. Un´alternativa al trapianto di cuore potrebbero essere le Csc endogene, cellule pluripotenti recentemente scoperte all´interno del miocardio adulto (muscolo cardiaco). Le Csc possono potenzialmente guarire il tessuto attraverso la produzione di nuove cellule muscolari cardiache (cardiomiociti) o innescare vie molecolari di riparazione cardiaca attraverso i fattori di crescita. Questo potenziale è stato testato solo di recente, utilizzando la terapia cellulare autologa per la riparazione dei tessuti danneggiati. In parole povere, il metodo consisteva nell´utilizzare le cellule del paziente per riparare il miocardio. Ma anche se promettente, l´approccio autologo si è finora dimostrato inconveniente in termini di tempo e costi e, soprattutto, relativamente inefficace. I ricercatori del progetto Care-mi ("Cardio repair European multidisciplinary initiative") hanno deciso di affrontare la questione con l´aiuto dei finanziamenti del 7° Pq, spostando l´attenzione dall´aspetto autologo a quello allogenico. Invece di prelevare cellule dai pazienti stessi, hanno sviluppato una nuova metodologia basandosi su cellule provenienti da diversi donatori. Il dott. Antonio Bernad, coordinatore del progetto, ritiene che questa tecnica potrebbe costituire la base per sviluppare terapie pronte per l´uso, di facile utilizzo e a prezzi accessibili, basate sull´attivazione in situ, la moltiplicazione e la differenziazione delle Csc endogene. Quali sono i principali obiettivi del progetto? Antonio Bernad: Il nostro obiettivo principale è quello di sviluppare trattamenti ampiamente disponibili e clinicamente applicabili per la cardiopatia ischemica. Care-mi sfrutta la biologia delle "cellule staminali cardiache endogene" (eCsc) residenti e i meccanismi molecolari responsabili della loro attivazione e differenziazione in situ. Le terapie proposte potrebbero influenzare direttamente la popolazione di eCsc residenti, provocandone l´attivazione, espansione e differenziazione in cardiomiociti - cellule vascolari endoteliali e muscolari lisce - per rigenerare il tessuto contrattile e il microcircolo distrutti a seguito dell´evento ischemico. Queste terapie sono state convalidate tramite prove precliniche iniziali condotte su animali che presentano una anatomia, fisiologia e patologia cardiaca paragonabile a quella degli esseri umani. Ora, se vogliamo permettere una terapia rigenerativa del miocardio efficace e clinicamente applicabile, dobbiamo confrontare i meriti dei due approcci proposti e vedere se combinandoli si possono ottenere ulteriori benefici. Cosa c´è di nuovo o innovativo nel progetto? Care-mi si basa sull´utilizzo di "cellule staminali cardiache" (Csc) allogeniche e/o un numero limitato di fattori rigenerativi, notoriamente secreti dalle eCsc, per l´attivazione/promozione in situ della riparazione endogena. Queste Csc allogeniche, che sopravvivono solo transitoriamente nel ricevente, innescano un potente processo di rigenerazione endogena attivando le eCsc. Quest´ultimo è in grado di limitare la degenerazione progressiva e di ripristinare parzialmente l´anatomia e la funzione del miocardio danneggiato. I due trattamenti proposti e/o la loro combinazione forniranno, per la prima volta, terapie rigenerative generiche direttamente disponibili e pronte per essere applicate in qualsiasi momento, ovunque ci siano i mezzi tecnici e le competenze professionali necessarie per trattare l´infarto del miocardio ed eseguire la Ptca, ovvero in tutti i grandi centri medici. Grazie alla loro natura generica, queste terapie saranno a disposizione di tutti i pazienti che ne avranno bisogno. Un´altra caratteristica interessante dell´approccio proposto sta nel fatto che, nonostante la loro natura generica e immediatamente disponibile, questi trattamenti produrranno la rigenerazione autologa del miocardio. Riteniamo che la transizione dalla terapia cellulare autologa - già ampiamente testata clinicamente - all´uso di cellule allogeniche per il loro effetto paracrino, prima di passare a una terapia priva di cellule basata sul sottoinsieme dei fattori paracrini, non sia solo un progresso logico, ma anche la via più sicura da percorrere in questo campo. Quali sono state le maggiori difficoltà incontrate e come sono state risolte? Care-mi ha compiuto uno sforzo enorme per sviluppare solide basi che dimostrino la fattibilità dell´uso delle Csc allogeniche per il trattamento della cardiopatia ischemica. La logistica della sperimentazione clinica è stata una grande sfida per il consorzio. Ad esempio, gli aspetti legati alla produzione di cellule su larga scala sono stati particolarmente scrupolosi in quanto stavamo producendo un medicinale. I controlli rigorosi e l´importanza di ottenere risultati solidi sull´identità delle cellule hanno assorbito la maggior parte del nostro lavoro, condotto sotto la guida di Coretherapix Ltd, socio e promotore della sperimentazione clinica. Inoltre, le condizioni associate a un regime allogenico (principalmente le proprietà di immunoregolazione delle Csc e la loro risposta immunitaria putativa) hanno richiesto molte discussioni, soprattutto per definire i metodi più solidi e affidabili per valutare tali proprietà. Tuttavia, grazie alla collaborazione di validi esperti nel consorzio, nonché di consulenti scientifici esterni, Care-mi è riuscito a superare la maggior parte di queste difficoltà. Siete soddisfatti dei risultati del progetto finora? Il progetto ha prodotto risultati molto importanti in questo quarto anno; Care-mi ha completato la produzione Gmp del farmaco per la terapia cellulare da utilizzare negli studi clinici, mentre la "domanda di sperimentazione clinica" (Cta) completa è stata presentata presso agenzie normative spagnole e belghe (Aemps e Fagg rispettivamente). L´agenzia di regolamentazione spagnola ha approvato la Cta il 16 aprile 2014 - consentendo a Care-mi di raggiungere una delle principali tappe del progetto - e siamo in attesa della decisione finale dell´Agenzia di regolamentazione belga (Famhp). La sperimentazione clinica dovrebbe iniziare a breve. Attualmente siamo nella fase di reclutamento e prevediamo di iniziare il trattamento dei primi pazienti già questa estate. Questa è una opportunità straordinaria per noi e speriamo di produrre altri risultati importanti nel corso dell´anno. Quali sono i prossimi passi del progetto e dopo il suo completamento? I nostri prossimi passi sono dedicati ad accelerare l´altra parte rilevante del nostro progetto, ovvero testare la terapia con fattore di crescita come alternativa fattibile per il trattamento della cardiopatia ischemica. Il nostro obiettivo finale è quello di produrre dati sufficienti per completare la pratica preclinica, sfruttando la nostra precedente esperienza con le agenzie di regolamentazione. Naturalmente saremo anche coinvolti nello sviluppo della sperimentazione clinica e cercheremo di produrre risultati rilevanti per quanto riguarda le risposte immunitarie dei pazienti al trattamento, insieme ai dati riguardanti la sicurezza e l´efficacia della terapia proposta. Inoltre, abbiamo presentato una proposta (H2020) per la valutazione clinica delle Csc (Care-mi) nello scenario cronico. Se riusciamo ad ottenere finanziamenti, saremmo pronti ad avviare uno studio clinico in due anni. Quando pensate che i pazienti potranno iniziare a beneficiare dalla vostra ricerca? Quando si parla di trattamenti innovativi dobbiamo essere molto cauti per evitare di dare false speranze. Siamo nella fase I/ii di sperimentazione clinica, il che significa che saranno richiesti ulteriori studi prima del rilascio finale del prodotto. Tuttavia, siamo sicuri dei nostri risultati nella fase preclinica e ci aspettiamo risultati positivi nei pazienti. È difficile prevedere la data esatta in cui tale trattamento sarà disponibile per il grande pubblico, ma abbiamo fissato una obiettivo temporale di cinque anni. Questo è strettamente dipendente dal piano di sviluppo ottimale del nostro partner industriale Coretherapix, che sostiene la fase Iii.  
   
   
TUMORE DEL PANCREAS, 1.000 NUOVE DIAGNOSI ALL’ANNO IN VENETO VERONA È IN PRIMA FILA PER SOSTENERE LA PREVENZIONE  
 
Verona, 14 luglio 2014 – Il tumore del pancreas colpisce ogni anno oltre 1.000 persone nel Veneto, 12mila in Italia. È una forma di cancro aggressiva e molto diffusa: eppure i cittadini non sembrano esserne informati. Il 77% non conosce i sintomi, l’88% non ha mai letto nulla in merito e il 97% non ne ha mai parlato con il proprio medico di famiglia. Ma l’81% sarebbe interessato a saperne di più. Sono i dati del sondaggio promosso dalla campagna nazionale di sensibilizzazione “Pancrea: creiamo informazione”, che ha toccato il 10 lugolio Verona, voluta dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e dalla Fondazione “Insieme contro il cancro” in sette Regioni e unica nel suo genere. “Il nostro è un centro di riferimento – afferma il prof. Giampaolo Tortora, Direttore dell’Oncologia Medica d.U. Dell’azienda Ospedaliera Universitaria Integrata Policlinico “G.b. Rossi” di Verona –. Vediamo ogni anno oltre 1.000 nuovi casi tra consulenze, interventi e chemioterapie, con oltre il 70% dei pazienti proveniente da fuori Regione. Numeri che ci portano ai primi posti al mondo per questa neoplasia. Il tour è fondamentale perché punta a informare la popolazione, soprattutto sulla prevenzione, particolarmente importante quando si tratta di un tumore molto difficile da curare. Seguire uno stile di vita sano è necessario per ridurre il rischio di cancro, anche del pancreas. Ma, secondo il 49% delle persone che hanno risposto al sondaggio (oltre 1.500), una condotta equilibrata serve a poco. Forse non sanno, ad esempio, che uno dei pericoli più grandi è la sigaretta: infatti il 23% di loro fuma. Ma non solo. Il 55% non pratica esercizio fisico con regolarità e solo uno su dieci mangia le porzioni di frutta e verdure raccomandate. Comportamenti non corretti, su cui dobbiamo intervenire”. Nell’ambito della campagna “Pancrea”, resa possibile grazie al contributo incondizionato di Celgene, sono stati realizzati due opuscoli informativi, uno dedicato alla prevenzione e uno ai pazienti, oltre a un ulteriore questionario per gli oncologi. “Se vogliamo aumentare le diagnosi precoci e provare a cambiare la storia di questo tumore, dobbiamo rafforzare la collaborazione con altri specialisti: l’approccio multidisciplinare per le forme metastatiche risulta invece essere ‘poco frequente’ per il 43% degli oncologi – afferma il prof. Claudio Bassi, Direttore della Chirurgia B e dell’Istituto del Pancreas del Policlinico –. Dobbiamo rivolgerci anche al nostro esterno, in modo particolare ai medici del territorio: solo loro conoscono perfettamente la storia dell’assistito e possono individuare le situazioni a rischio, attuando strategie di prevenzione”. Creare informazione e dibattito è fondamentale per rafforzare il collegamento tra specialista e ‘camice bianco’, soprattutto ora che i tumori, grazie anche alle nuove terapie, fanno sempre meno paura. “Secondo questo sondaggio, per il 58% dei cittadini il cancro non è più un ‘male incurabile’ – aggiunge il dott. Mario Celebrano, Presidente della sezione veronese della Società Italiana di Medicina Generale (Simg) –. Ma l’operazione culturale non si può fermare: il 100% degli abitanti della Penisola deve sapere che oggi le neoplasie si possono sconfiggere. È un processo che coinvolge anche i medici di famiglia, perché ricevono quotidianamente pazienti oncologici. Si deve riuscire a cogliere i primi segnali di malattia, per indirizzare precocemente gli assistiti al centro di riferimento, distribuendo sul territorio il management delle persone in carico. Con ‘Pancrea’ torniamo finalmente a occuparci di una patologia praticamente misconosciuta”. “Favo, Aimac e la Fondazione ‘Insieme contro il cancro’ affrontano questi temi a 360° – sottolinea il dott. Pierpaolo Betteto, dell’esecutivo nazionale della Federazione Associazioni Volontariato Oncologico (Favo) –. Vogliamo occuparci sempre più di tumori negletti come quello al pancreas, che trovano poco spazio nei media, perché rappresentano un’emergenza sanitaria, sociale ed economica. Deve essere una vera e propria chiamata alle armi, in stretta collaborazione con le Istituzioni e il mondo medico”. “La ricerca scientifica sta finalmente segnando importanti passi avanti contro le neoplasie del pancreas, finora molto difficili da affrontare – spiega il dott. Davide Melisi, dell’Oncologia Medica d.U. Del Policlinico G.b. Rossi –. È stato infatti approvato in Europa, anche per questa patologia, il nab-paclitaxel (paclitaxel legato all’albumina in nanoparticelle): un farmaco già disponibile nel trattamento del cancro della mammella metastatico, che sfrutta le più recenti scoperte in ambito di nanotecnologia”. “La nanomedicina rappresenta un punto di svolta contro il tumore pancreatico – conclude il prof. Tortora –, perché determina un aumento significativo nella sopravvivenza. Ci auguriamo che il farmaco possa essere presto rimborsato dal Ssn, anche per questa nuova indicazione, probabilmente entro la fine del 2014”.  
   
   
LOMBARDIA.PATTO SALUTE: IL PRESIDENTE MARONI:INTRODUZIONE COSTI STANDARD È UNA SVOLTA  
 
Milano, 14 luglio 2014 - "Nel ´Patto della Salute´ abbiamo voluto inserire due principi fondamentali, che sono stati sanciti, il primo è il principio di costi standard, che nei criteri di riparto diventano un principio inviolabile, e il secondo è che tutti i risparmi ottenuti dal miglioramento del sistema dalle singole Regioni restano nei bilanci delle Regioni stesse. L´introduzione di questi due principi è fondamentale. Per dare l´idea, lo scorso anno l´applicazione per soli due mesi dei costi standard ha portato un beneficio di 65 milioni di euro per la Lombardia". Lo ha spiegato l´assessore all´Economia, Crescita e Semplificazione della Regione Lombardia Massimo Garavaglia nel corso della conferenza stampa tenuta a Palazzo Lombardia dopo la seduta della Giunta regionale. A Regioni Risorse Per 110 Miliardi Per Il 2014 - "Il risultato raggiunto sul ´Patto della Salute´ - ha proseguito l´assessore Garavaglia - è molto soddisfacente. Abbiamo chiuso definitivamente l´intesa con il Governo, un´intesa importante per i contenuti che per le risorse che vengono stanziate, in particolare quasi 110 miliardi per il 2014, poi 112 per il 2015 e 115 per il 2016". "C´è stata una discussione molto forte – ha proseguito -, soprattutto con il Ministero dell´Economia, che voleva introdurre clausole che prevedevano una rivisitazione del fondo in caso di particolari difficoltà di carattere economico-finanziario nel bilancio dello Stato. Ma, chiaramente, se cambi i patti, allora va rivisto tutto il Patto, per cui è stata introdotta una clausola di salvaguardia che prevede tutto questo". Possibili Ora Le Nostre Operazioni - "Ora le risorse ci sono, sono appostate e se il Patto viene cambiato va poi riscritto - ha spiegato Garavaglia -. Non è stato semplice, ma rappresenta un buon risultato per tutte le Regioni e, per la Lombardia, è un risultato ancora più importante, perché, di questi quasi 110 miliardi, arriverà qui una quota cospicua e questo ci consentirà di fare tutte le operazioni che il presidente Roberto Maroni ha in animo di realizzare, sia in relazione ai ticket che agli investimenti, per consentirci non solo di essere la prima Regione in Italia ma di essere tra le prime Regioni d´Europa". Maroni: Per La Lombardia Un Enorme Vantaggio - "Questa intesa raggiunta sul Patto della Salute - ha sottolineato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni -, collegata alla riforma del Titolo V, che prevede l´introduzione in Costituzione dei costi standard, rappresenta una svolta vera, perché riteniamo che la qualità della spesa sia fondamentale e l´affermazione in Costituzione del principio dei costi standard, non solo per la sanità ma in generale per la spesa pubblica, mette la Lombardia in condizione, senza fare di più di quello che già oggi facciamo, di avere enormi vantaggi, perché siamo la regione che spende meglio, come è stato certificato dalla Corte dei Conti pochi giorni fa".  
   
   
FIRMATO IL PATTO PER LA SALUTE, TOSCANA: UN GRANDE MESSAGGIO PER IL PAESE  
 
Firenze 14 luglio 2014 – "Gli ultimi scogli sono stati superati e questa firma rappresenta un grande messaggio per il Paese: con il nuovo Patto garantiamo lo sviluppo e il futuro della sanità pubblica". L´assessore al diritto alla salute, Luigi Marroni, esprime così il 10 luglio la sua soddisfazione per la sottoscrizione dell´accordo tra Governo e Regioni. "E´ stato un lavoro complesso – continua – che ha tenuto conto di esigenze diverse e a volte contrapposte, ma il risultato è un testo fortemente innovativo, frutto di un percorso positivo fra Regioni e ministeri. Tra le novità mi piace sottolineare l´accento posto sulla medicina territoriale, la valorizzazione delle risorse umane, l´attenzione per la ricerca, l´equilibrio tra contenimento della spesa ed esigenze di innovazione". "La Toscana – dice ancora Marroni – ha dato un forte contributo al raggiungimento di questo risultato e nei contenuti del Patto ci sono molti punti che da tempo sono patrimonio del sistema sociosanitario integrato toscano. Adesso – conclude – ci attende un grande impegno per dare concretezza a questo processo di rafforzamento e rinnovamento della sanità italiana".  
   
   
CLABRIA: LA PRESIDENTE F.F. STASI INTERVIENE SUL PATTO PER LA SALUTE  
 
Catanzaro, 14 luglio 2014 - La Presidente f.F. Della Regione Calabria Antonella Stasi interviene sul Patto per la Salute: "Sono estremamente soddisfatta - ha dichiarato la Presidente Stasi - per il lavoro portato avanti in queste settimane e per il risultato raggiunto oggi con la sottoscrizione del Patto per la Salute. Questo risultato arriva anche grazie alla collaborazione instaurata con il Mef ed alla caparbietà del Ministro Lorenzin, che ha svolto un´importante azione di mediazione anche tra le regioni. Per la Calabria ci sono molteplici novità positive in virtù della maggiore attenzione e del nuovo approccio verso le regioni in piano di rientro, con un aumento delle risorse disponibili rispetto agli anni precedenti che consentirà il miglioramento del servizio sanitario regionale. Nel testo vi è una maggiore elasticità per quanto riguarda il blocco del turn over ed una particolare attenzione per i Livelli Essenziali di Assistenza. È un risultato molto importante, soprattutto perché arriva dopo tante settimane di lavoro e i riflessi positivi si sposeranno immediatamente con le azioni messe in campo in questi anni da Scopelliti nella qualità di Commissario per l´attuazione del Piano di Rientro - ha concluso la Presidente f.F. Della Regione Antonella Stasi - che ci permettono di consegnare ai calabresi una regione diversa, capace da questo momento in poi di fare nuovi investimenti e far ripartire il settore con i conti in ordine".  
   
   
PATTO SALUTE: “INTRODOTTE DA MINISTERI MODIFICHE RISPETTO ALL’ACCORDO TROVATO. NIENTE OK, RISPEDIAMO AL MITTENTE. IN STATO-REGIONI COL TESTO DELLA SCORSA SETTIMANA”  
 
Venezia, 14 luglio 2014 - “Giovedì scorso ci siamo lasciati con un’intesa precisa addirittura annunciata in anticipo dal Ministro Lorenzin. Oggi ci siamo trovati sul tavolo un testo con importanti modifiche introdotte unilateralmente dal Governo che sono inaccettabili e che abbiamo respinto il mittente. E’ evidente che ci sono contrasti tra Ministeri, ma non sono le Regioni a doversene fare carico”. Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, il 10 luglio presente a Roma alla Conferenza dei Presidenti delle Regioni che doveva sancire ufficialmente l’accordo col Governo sul nuovo Patto Nazionale per la Salute, accompagnato dall’Assessore alla Sanità Luca Coletto, boccia i contenuti del testo inviato dal Governo alle Regioni che, secondo Zaia e lo stesso Coletto, “contiene modifiche tanto negative quanto significative, introdotte praticamente di soppiatto, con una deludente marcia indietro rispetto al clima di collaborazione della scorsa settimana”. “Le modifiche che ci sono arrivate oggi – aggiunge Zaia – riguardano aspetti fondamentali sia per la gestione futura del piano, che è triennale, sia per l’aspetto fondamentale dell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza, sia per la programmazione del personale”. “In Conferenza Stato-regioni – precisa Coletto – le Regioni porteranno l’accordo nel testo concordato giovedì scorso e da lì non intendiamo muoverci”. “Sono stati tolti o reintrodotti – aggiunge Coletto – alcuni punti estremamente significativi, che noi ribadiamo con forza, su aspetti pregnanti, come il meccanismo di premialità per le Regioni che si avvicinano alla corretta erogazione dei Lea, che non può gravare sul budget sanitario annuale; i tempi di gestione delle nuove piante organiche da definire sulla base della spending review, che non possono essere uguali per chi è in regola con i bilanci e chi non lo è; eventuali interventi governativi alla luce di mutamenti macroeconomici al momento imprevedibili, che devono prevedere una revisione dei contenuti del Patto e non essere genericamente scaricati sulle Regioni. E’ il solito gioco allo scaricabarile del debito pubblico sulle Amministrazioni locali – conclude Coletto – che il Governo tenta di riproporre con poca fantasia. Ci stanno annoiando!”.  
   
   
AOSTA, DAL MIUR IL VIA ALLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE DEI CORSI DI SPECIALIZZAZIONE MEDICA  
 
Aosta, 14 luglio 2014 - Nella seduta di, giovedì 10 luglio, della Conferenza delle Regioni, è stata annunciata l´informativa relativa alla nota, inviata il 30 giugno ai Presidenti e agli Assessori alla Salute delle Regioni e delle Province autonome di Trento e di Bolzano, con cui il Miur-ministero Istruzione Università e Ricerca ha anticipato che il regolamento di attuazione della Legge n. 28/2013 prevederà che le Università possano attivare ulteriori contratti finanziati con risorse regionali o provinciali, purché questi siano comunicati al Ministero prima della pubblicazione del bando fissata il 31 luglio 2014) e a condizione del fatto che le Regioni inviino al Ministero un apposito prospetto entro il prossimo 24 luglio. In linea con quanto definito dalla Conferenza, nell’incontro di oggi, il Presidente Rollandin ha sottolineato che le risorse regionali in materia devono essere destinate alla programmazione regionale e non invece fatte confluire in un fondo nazionale dove verrebbero impiegate a prescindere da qualsiasi volontà e obiettivo programmatorio. Rollandin ha inoltre ribadito che le Regioni proseguiranno a finanziare i corsi di specializzazione medica sulla base di una propria programmazione.  
   
   
LOMBARDIA: 47 MILIONI PER OSPEDALI  
 
 Milano, 14 luglio 2014 - Ben 47 milioni di euro per il potenziamento e l´ammodernamento degli ospedali lombardi, di cui quasi 12 destinati a interventi di emergenza urgenza in vista di Expo 2015. E´ quanto ha approvato stamane la Giunta lombarda su proposta del vice presidente e assessore alla Salute Mario Mantovani. In particolare il provvedimento, ancora una volta, ha rivolto particolare attenzione alle tematiche relative ad Expo. E´ previsto che 20 milioni di visitatori, molti provenienti dall´estero, affolleranno Milano e la Lombardia nei sei mesi dell´Esposizione Universale e la Regione si prepara, dunque, per affrontare al meglio la sfida dell´accoglienza e della sicurezza del cittadino. Rete Sanitaria Per Expo - "Attraverso questo provvedimento - spiega il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani - diamo seguito al piano d´interventi che le Aziende ospedaliere hanno presentato nei mesi scorsi, al fine d´implementare la ricettività delle loro strutture, così da poter far fronte ad eventuali picchi d´accesso di utenti in concomitanza di Expo". Sono state rispettivamente le Aziende Ospedaliere Sacco, Niguarda e Fondazione Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico a presentare dei piani per l´emergenza urgenza per Expo e beneficiate del finanziamento di Regione Lombardia. Fondi Per I Pronto Soccorso - In particolare, al Sacco con questa delibera vengono erogati 5.050.600,00 euro per ristrutturazione e potenziamento del Pronto Soccorso, acquisizione di attrezzature sanitarie e investimenti. L´azienda Ospedaliera di Niguarda ha ottenuto, invece, 2.070.622 euro per lo sviluppo del Pronto Soccorso e potenziamento dell´area Dea. Infine, alla Fondazione Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico sono stati destinati 4.801.896 euro per il completamento del Dea. Principali Priorita´ - "E´ questo - ha sottolineato l´assessore Mantovani - l´ultimo fondamentale tassello di un percorso di confronto e di dialogo costante che la Direzione Generale Salute ha avviato nei mesi scorsi con le strutture ospedaliere dell´area ospedaliera milanese al fine d´individuare le principali priorità d´azione". Con la delibera approvata nella seduta di Giunta di oggi, si è anche provveduto all´assegnazione di quasi 24 milioni di euro per interventi che erano già stati considerati meritevoli di finanziamento all´interno dei 220 milioni di euro che Regione Lombardia ha stanziato in materia di edilizia sanitaria per l´anno corrente. La Ripartizione Dei Finanziamenti - Questi interventi interessano le strutture sanitarie e ospedaliere rispettivamente di Brescia; Asl di Milano (padiglione dell´ex Ospedale Malattie infettive - ´Agostino Bassi´); A.o. San Carlo Borromeo di Milano; A.o. Ospedale Civile di Legnano per la creazione del nuovo Pronto Soccorso di Magenta; A.o. Carlo Poma di Mantova; A.o. Ospedale di Circolo di Busto; A.o. Di Desenzano del Garda e Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia. Al San Gerardo 10 Milioni - Infine, sempre all´interno del maxi stanziamento odierno sono destinati oltre 10 milioni di euro (10.666.800) al San Gerardo di Monza per l´acquisto di arredi e attrezzature, in base al cronoprogramma già approvato. "Complessivamente - conclude l´Assessore alla Salute Mario Mantovani - andiamo oggi ad assegnare 47 milioni di euro per migliorare ulteriormente la qualità e le strutture del servizio sanitario lombardo".  
   
   
BASILICATA: PRESTO LA FONDAZIONE PER LA RICERCA IN GEOMEDICINA  
 
Potenza, 14 luglio 2014 - Si è svolta il 9 luglio nella sede della Regione Basilicata di Via Nizza a Roma, la prima giornata del workshop “2nd Geomedicine Diabetes Conference”che ha avuto come oggetto il progetto di ricerca incentrato sulla Geomedicina sviluppato dalla Regione Basilicata, in collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata e l’Università di Ginevra e il supporto scientifico dell’italian Barometer Diabetes Observatory Foundation (Ibdo). La ricerca è partita dallo studio delle basi genetiche, della geografia e delle abitudini di vita sociali. L’incontro, ha messo in evidenza come, in una regione dalla dimensioni ridotte, comuni distanti tra di loro meno di 70 km mostrano tassi di diabete che variano dal 5 all’8 per cento. Promotore dell’ iniziativa il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella. “Stiamo parlando – ha spiegato il Governatore - di una nuova frontiera. Nel territorio esistono molte patologie, come il diabete, che possono essere correlate a fattori ambientali, geografici e sociali. La geomedicina ci offre la possibilità di prevenire, prevedere e poi curare”, annunciando “con l’assestamento al bilancio regionale la costituzione di una Fondazione per la ricerca in Geomedicina”, una novità che farà diventare la Basilicata apripista a livello nazionale. Il workshop prosegue oggi a Villa Mondragone (Monte Porzio Catone), sotto l´Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio di Presidenza del Consiglio dei Ministri, Commissione Europea, Parlamento Europeo, Ministero della Salute, con il contributo non condizionato di Novo Nordisk.  
   
   
AL VIA IL RECUPERO FARMACI NON SCADUTI IN PROVINCIA DI TORINO  
 
Torino, 14 luglio 2014 - Anche sul territorio provinciale, così come già avvenuto a Torino, prenderà il via un progetto per il recupero dei farmaci non scaduti. Il protocollo d’intesa che sigla l’accordo fra la Provincia di Torino, il Banco farmaceutico, Federfarma, Ordine dei farmacisti, le aziende sanitarie Asl To3, To4 e To5, l’Anpas, e che consentirà la raccolta e la distribuzione dei farmaci ancora in corso di validità è stato presentato oggi, giovedì 10 luglio nella Sala Consiglieri della Provincia di Torino. La legge nazionale infatti prevede la possibilità di riutilizzare i farmaci in corso di validità, correttamente conservati e le cui confezioni siano ancora integre. L’associazione Banco Farmaceutico Torino ha predisposto in Piemonte una bozza di legge regionale per disciplinare la materia che tuttavia è ancora in attesa di esame, ma sono già stati avviati progetti per il recupero dei medicinali non scaduti in molte città italiane e anche la Città di Torino ha avviato il progetto lo scorso maggio. Alla presentazione del progetto hanno preso parte l’assessore alle politiche attive di cittadinanza Mariagiuseppina Puglisi, la Presidente dell’Associazione Banco Farmaceutico Clara Cairola, e rappresentanti sia degli enti che sigleranno il protocollo sia di quelli, come la Croce Rossa Italiana, che avranno la possibilità di effettuare la raccolta e la distribuzione. “La povertà sanitaria si è acuita con la crisi” ha spiegato l’assessore Puglisi “e il problema non riguarda più solo le fasce più deboli ma anche settori della società che oggi si vedono costretti a risparmiare al massimo e quindi tagliano su cure sanitarie e alimentazione corretta. Intervenire per consentire il diritto alla cure è una necessità”. La Presidente del Farmaceutico ha ringraziato la Provincia di Torino per aver dato il via all’iniziativa “perché altrimenti si sarebbe dovuto attendere la legge regionale. Così invece la raccolta sul territorio provinciale potrà avvenire a partire da quest’autunno”. Requisiti dei medicinali oggetto della raccolta - La raccolta riguarderà esclusivamente medicinali con almeno 8 mesi di validità, le cui confezioni siano integre e che non contengano principi attivi vietati per motivi legati alla salute pubblica. Sono esclusi i farmaci che appartengono alle tabelle delle sostanze stupefacenti e psicotrope, farmaci da conservare a temperature controllate (catena del freddo) e farmaci ospedalieri. Modalità operative della raccolta - All’interno delle farmacie aderenti, riconoscibili da apposita vetrofania, sarà posizionato un apposito contenitore per il recupero dei medicinali, con il logo dell´iniziativa. I medicinali donati dai cittadini dovranno essere controllati dal farmacista, che annullerà le fustelle (laddove presenti) e apporrà sulla confezione un timbro o un’etichetta riportante la dicitura “Farmaco donato. Vietata la vendita”. I medicinali recuperati presso le farmacie saranno destinati a quegli enti assistenziali presenti sul territorio provinciale convenzionati con il Banco Farmaceutico che all´interno del loro statuto hanno previsto l´attività di assistenza sanitaria e hanno personale in grado di garantire il corretto utilizzo degli stessi: in particolare si avvarrà della collaborazione della Croce Rossa italiana di Moncalieri, Settimo, Torre Pellice e Susa che, a seguito della convenzione con il Banco farmaceutico, riceveranno e distribuiranno i farmaci raccolti. Il Banco Farmaceutico provvederà a stabilire a quali ulteriori enti destinare le confezioni raccolte in base al numero di pazienti, ai fabbisogni già espressi e alle caratteristiche dell´ente. Per approfondimenti: www.Provincia.torino.gov.it    
   
   
BOLZANO: PROVINCIA INCONTRA FEDERAZIONE PER IL SOCIALE E LA SANITÀ  
 
Bolzano, 14 luglio 2014 - Famiglia, riduzione della burocrazia, amministrazione: questi i temi centrali del colloquio tra l´assessore provinciale Waltraud Deeg e i vertici della Federazione per il sociale e la sanità. La Federazione altoatesina per il sociale e la sanità conta attualmente 54 organizzazioni aderenti e per la sua attività il contatto con la pubblica amministrazione è costante. Al centro dell´incontro tra l´assessore Deeg, il presidente della Federazione Martin Telser e il direttore Georg Leimstädtner sono stati quindi i temi della famiglia, della riduzione della burocrazia, dell´amministrazione. Deeg ha informato la Federazione della neoistituita Agenzia per la famiglia e delle competenze che riunisce "per garantire una politica condivisa e orientata alle esigenze della famiglia. Un aspetto oltremodo importante, considerata la molteplicità degli interessi, delle richieste e degli interlocutori." Sono state poi confrontate le reti di collaborazioni attivate nel settore sociale e della famiglia e inoltre Deeg ha preannunciato l´ampliamento della Consulta della famiglia per coinvolgere il maggior numero di organizzazioni e interlocutori nel processo decisionale. Si è discusso anche della semplificazione delle procedure amministrative, "per individuare una strada più breve e più chiara fra amministrazione e cittadino, anche grazie al fondamentale contributo della digitalizzazione", ha aggiunto l´assessore provinciale. Processi che vengono non solo accompagnati ma anche gestiti lavorando a interventi quali il completamento della rete della banda larga e della rete in fibra ottica, l´attuazione del documento "Alto Adige digitale 2020" o la nuova veste sul web dell´Amministrazione provinciale. Infine Deeg ha informato la Federazione del progettato riordino della Pa che contribuirà a favorire uno svolgimento efficiente dei compiti dell´ente pubblico al servizio della società attraverso la modernizzazione amministrativa.  
   
   
SALUTE: MAGENTA NECESSITA DI UN NUOVO PRONTO SOCCORSO  
 
Milano, 14 luglio 2014 - "Mi sono subito reso conto che il Pronto soccorso di Magenta aveva bisogno di un intervento energico quando, dopo un mio sopralluogo improvvisato, una notte ho trovato un´équipe di medici e di infermieri che lavoravano con passione e attenzione verso i pazienti, ma in un ambiente non più adeguato alle attuali esigenze e di fatto obsoleto". Il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani ha così riassunto il 10 luglio le ragioni che lo hanno spinto a condividere e sostenere il progetto di ristrutturazione e ampliamento del Presidio ospedaliero di Magenta per la creazione del nuovo Pronto Soccorso. Nuovo Pronto Soccorso - Lo scorso anno l´assessore Mantovani, infatti, aveva toccato con mano quale fosse la realtà della struttura che ospita l´attuale pronto soccorso del Presidio ospedaliero ´Giuseppe Fornaroli´ di Magenta e già domattina nella seduta di giunta proporrà lo stanziamento regionale di 3 milioni e 600 mila euro in favore dell´Azienda Ospedaliera di Legnano di cui il presidio di Magenta fa parte. In Vista Di Expo - I fondi che la Giunta Maroni deciderà di stanziare tengono anche conto del progetto della rete di emergenza-urgenza che va potenziata, sostenuta e organizzata in funzione di Expo. L´ospedale di Magenta, infatti, figura nell´elenco delle strutture sanitarie logisticamente più vicine all´area Expo di Rho. Il progetto del nuovo Pronto Soccorso dell´ospedale di Magenta è stato presentato questa mattina ai giornalisti nella sala conferenze del nosocomio di via Donatori di Sangue alla presenza del consigliere regionale Luca Del Gobbo, del direttore generale dell´azienda ospedaliera di Legnano, Carla Dotti e del direttore generale dell´Asl Mi1 Giorgio Scivoletto. Regione Tempestiva - Il consigliere regionale Del Gobbo ha sottolineato la grande l´attenzione riservata da Regione Lombardia al territorio del Magentino e ha posto l´accento, in particolare, sull´impegno e la tempestività con cui sul fronte della sanità è presente l´assessore alla Salute Mario Mantovani. Mantovani A Garavaglia - L´assessore Mantovani, spiegando quale e quanto importante sia l´impegno di Regione Lombardia per reperire e meglio gestire le proprie risorse finanziarie, ha tenuto a dire: "Anche se non è qui presente, un ringraziamento da parte di noi tutti va certo diretto all´assessore all´Economia Massimo Garavaglia per il suo lavoro e i grandi risultati ottenuti sul fronte della gestione delle risorse di bilancio. E non va certo dimenticata la battaglia vinta a Roma sul fronte dell´accettazione del criterio dei costi standard". Stanziati 16 Milioni - Il vice presidente e assessore alla Salute, sempre a proposito di fondi stanziati, ha aggiunto: "Nel corso del primo anno di questa nuova Legislatura sono stati assegnati complessivamente finanziamenti per investimenti di edilizia sanitaria e piani aziendali pari a circa 15,8 milioni di euro per l´Azienda Ospedaliera ospedale Civile di Legnano". I Fondi Nel Dettaglio: - nel luglio 2013 sono stati assegnati finanziamenti per un importo complessivo pari a 1.650.000,00 di euro nei diversi presidi di Legnano, Magenta, Cuggiono, Abbiategrasso per interventi di manutenzione, arredi e adeguamento impianti; - un importo complessivo pari a 5.393.735,44 di euro è stato stanziato per il solo Presidio Ospedaliero di Abbiategrasso; - altri 5.204.101,16 euro sono stati finalizzati alla messa a norma e sicurezza delle strutture e all´acquisizione di apparecchiature sanitarie in sostituzione di quelle obsolete al fine di erogare servizi con adeguati livelli di sicurezza; - sempre nel corso del 2013 è stato anche finanziato con 4 milioni di euro il progetto di accorpamento, all´interno del vecchio Ospedale di Legnano, dei servizi sanitari del Distretto di Legnano afferente all´Asl Milano. Appuntamento Nel 2015 - L´assessore ha dunque sollecitato i dirigenti sanitari e amministrativi a far bene e in fretta, dando loro appuntamento a dopo il prossimo Natale per verificare l´andamento delle procedure burocratiche che porteranno all´avvio del cantiere che realizzerà il nuovo pronto soccorso. 60 Mila Prestazioni - A margine dell´incontro l´assessore Mantovani ha voluto sottolineare ai giornalisti la grande importanza che l´ospedale "Fornaroli" riveste per il territorio: "Solo nello scorso anno ha infatti fatto fronte a circa 60.000 prestazioni di Pronto Soccorso su 300.000 totali nel 2013 erogate da tutti i presidi della Asl Milano 1. Solo nei primi 5 mesi del 2014 - ha evidenziato l´assessore Mantovani - sono state erogate circa 26.000 prestazioni di Ps di cui l´11% rappresentato da codici gialli e verdi".  
   
   
UNIVERSIADE INVERNALE: IL TRENTINO PROTAGONISTA NEL MONDO  
 
Trento, 14 luglio 2014 - "Una straordinaria macchina organizzativa" così Tiziano Mellarini, assessore alla cultura, cooperazione, sport e protezione civile della Provincia autonoma di Trento ha definito l´Universiade invernale che si è tenuta in Trentino lo scorso dicembre, citando il presidente della Fisu Claude-louis Gallien, il quale aveva fatto i complimenti al comitato organizzatore per il successo dell´evento, tanto da segnalarlo come case history per le future esperienze organizzative. Mellarini ha sottolineando come il Trentino sappia fare sistema, lo ha dimostrato all´interno del valore sportivo, culturale e turistico che ha caratterizzato l´Universiade, ma anche in altre occasioni, come la recente organizzazione del Centenario della Grande Guerra. Durante l´incontro di questa mattina a Mezzocorona, nel quale è stato presentato un resoconto finale e il bilancio sociale della manifestazione che ha caratterizzato la scorsa stagione invernale sportiva, l´assessore ha espresso il proprio sentimento di gratitudine e quello del Presidente della Provincia Ugo Rossi verso quanti si sono prodigati con impegno, passione e competenza per la riuscita di Trentino 2013. "Il Trentino nell´Universiade ha rappresentato l´Italia", ha sottolineato Mellarini esprimendo un ringraziamento non solo ai membri del comitato, ma anche ai volontari, ai giovani, alle istituzioni che si sono impegnate per la realizzazione dell´evento, in particolare ai Presidenti della Provincia autonoma Lorenzo Dellai e Alberto Pacher, che sono stati presenti fin dalla prima idea iniziale e a Marta Dalmaso, presente oggi all´incontro, assessore provinciale all´Istruzione e spot della scorsa legislatura. L´universiade è stata caratterizzata dalla capacità di accoglienza e ospitalità, da una gestione oculata delle risorse e dall´incontro fra giovani appartenenti a tanti popoli diversi, che grazie a questa occasione il Trentino è riuscito ad avvicinare. Organizzata in solo 15 mesi e con un budget ridotto all´osso rispetto alle precedenti edizioni, l´Universiade ha evidenziato le grandi potenzialità della rete di volontariato sociale e sportivo del territorio - sono stati infatti 2.100 i volontari impegnati - avvalendosi della grande dotazione strutturale e infrastrutturale del Trentino. Questa esperienza ha lasciato un´importante eredità, come ha evidenziato Sergio Anesi, presidente del comitato organizzatore, non solo perché ha generato un indotto di 14,6 milioni di euro, con oltre 30.000 pernottamenti, ma anche per il significativo ritorno di immagine. Basti solo pensare al mezzo miliardo di contatti (giornali, radio, tv e social network), che l´area comunicazione ha registrato per l´evento, con 630 ore di trasmissioni televisive e 136 milioni di spettatori in tutto il mondo. Dopo questa esperienza, lo sport come veicolo di innovazione, come ha ricordato il professor Paolo Bouquet, vicepresidente del comitato, è entrato a pieno titolo nell´asse formazione, ricerca e trasferimento tecnologico che caratterizzano il piano strategico dell´Università di Trento.  
   
   
LOMBARDIA: 3 MLN PER RIQUALIFICARE IMPIANTI SPORTIVI  
 
Milano, 14 luglio 2014 - "Mettiamo a disposizione del territorio 3 milioni di euro per riqualificare gli impianti sportivi di proprietà pubblica". Così l´assessore allo Sport e Politiche per i giovani Antonio Rossi ha presentato la delibera approvata, questa mattina, dalla Giunta regionale. Gli Impianti Interessati - "Si tratta di una Misura - ha detto l´assessore Rossi - che conferma l´attenzione di Regione Lombardia per il mondo dello sport e la possibilità di praticarlo al meglio in strutture ammodernate". "Dopo l´azione che ha riguardato le palestre - ha continuato - interveniamo ora su impianti polisportivi coperti o spogliatoi e tribune di strutture scoperte". Le Opere Finanziabili - "Grazie a questa Misura, che si rivolge a Comuni, Province e Comunità montane proprietari di impianti sportivi - ha spiegato ancora - potremo finanziare opere di riqualificazione, ampliamento, riconversione, adeguamento tecnologico e dei consumi energetici, sicurezza e abbattimento delle barriere architettoniche e manutenzione straordinaria sulla base di progetti che abbiano un costo minimo di 100.000 euro". Intervento Che Guarda A Expo E Dopo Expo - "Questa delibera – ha concluso l´assessore Rossi - aggiunge un ulteriore tassello al programma di intervento messo a punto dalla Regione a favore dello sport per riqualificare, ammodernare e potenziare le strutture sportive del nostro territorio in ottica Expo, ma anche per il dopo e pensando a una maggiore fruibilità possibile da parte di singoli atleti e società sportive".