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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Aprile 2014
ENERGIA: GUIDI RICEVE MINISTRO ANGOLANO GOURGEL  
 
Roma, 14 aprile 2014 - Il Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, ha ricevuto il Ministro dell’Economia dell’Angola, Abrahão Pio dos Santos Gourgel, in visita in Italia insieme a una nutrita delegazione di imprenditori operanti in settori strategici per le relazioni economico-commerciali tra i due Paesi: agro-industria e agro-alimentare, energia, ambiente e acque, industria estrattiva e mineraria, logistica, trasporti e turismo. Durante l’incontro sono state esaminate le possibili strategie per rafforzare le collaborazioni in campo commerciale e industriale, per sviluppare ulteriormente i rapporti nel settore energetico e nuove possibilità di investimento in Italia per le imprese angolane. Le parti hanno condiviso la proposta di avviare un Action Plan per rafforzare il dialogo economico bilaterale che possa culminare con l’organizzazione di una missione istituzionale italiana a Luanda nella seconda metà del 2015.  
   
   
G7 ENERGIA A ROMA IL 5-6 MAGGIO SCELTA L’ITALIA COME SEDE: PRESIEDE IL MINISTRO FEDERICA GUIDI. TEMA DELL’INCONTRO, COME RAFFORZARE LA SICUREZZA ENERGETICA COLLETTIVA.  
 
Roma, 14 aprile 2014 - Il Ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi presiederà il 5 e 6 maggio prossimo a Roma il G7 Energia. Come annunciato in occasione del Vertice straordinario tenutosi all´Aja il 24 marzo scorso, i Capi di Stato e di Governo dei 7 Paesi più industrializzati hanno incaricato i Ministri dell´Energia di discutere le modalità di rafforzamento della sicurezza energetica collettiva. A seguito di un´intesa raggiunta con i partner, l´Italia ha offerto di ospitare il vertice. Lo svolgimento dell’incontro in Italia rappresenta un riconoscimento importante del ruolo del nostro Paese in un settore strategico per i suoi riflessi politici ed economici. A Roma, i Ministri dell’Energia metteranno a punto un documento di sintesi che sarà sottoposto al successivo Vertice G7 di inizio giugno per l´approvazione.  
   
   
ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI: UMBRIA VERSO OBIETTIVO 13,7 PER CENTO  
 
Perugia, 14 aprile 2014 - L´umbria ha compiuto passi in avanti per il raggiungimento dell´obiettivo del 13,7 per cento di produzione di energia da fonti rinnovabili, assegnatole per il 2020 dal decreto ministeriale "Burden Sharing", e si prepara al nuovo traguardo del 27 per cento che si sta delineando a livello europeo per il 2030. È quanto è emerso dal seminario organizzato dall´Assessorato regionale all´Ambiente ed Energia con cui si è chiusa la serie di incontri previsti nella fase di consultazione preliminare sulla nuova Strategia energetico ambientale regionale 2014-2020. Il nuovo sistema energetico regionale, è stato detto, dovrà essere fondato su una generazione distribuita ad alta efficienza che sappia conseguire un´importante riduzione dei consumi e che sia integrato da una progressiva e crescente quota di energia da fonti rinnovabili prodotta in impianti di piccola e media dimensione, diffusi sul territorio, da realizzare nel rispetto dell´ambiente, così come definito dal quadro di regole che la Regione ha fissato. Con la Strategia energetico ambientale, hanno rilevato i rappresentanti regionali, si punterà in particolare sull´incremento dell´efficienza energetica e la riduzione dei consumi finali in tutti i settori: residenziale, industriale, terziario, trasporti. Ci sono ampi margini di miglioramento dell´efficienza energetica dai quali si possono ottenere consistenti risparmi a vantaggio dei cittadini, delle imprese e della qualità dell´aria delle nostre città. Fondamentale sarà anche l´asse della crescita della produzione di energia da tutte le fonti energetiche rinnovabili e dello sviluppo della filiera industriale dell´energia, in modo da favorire la crescita economica sostenibile dell´intera regione. Nell´incontro è stato fornito un quadro completo delle conoscenze sulle risorse presenti sul territorio regionale e del contributo che le fonti rinnovabili possono dare per raggiungere e superare gli obiettivi ambientali definiti dal pacchetto europeo "Clima – Energia 2020". Per quanto riguarda l´energia elettrica, che rappresenta circa un quinto del fabbisogno complessivo, l´Umbria ha superato l´obiettivo previsto al 2020. La stima del totale della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili al 31 dicembre 2013 è circa il 38% del fabbisogno regionale del 2012, pari a 5.718,3 Gwh. Il 68 per cento (1.400 Gwh) è stato prodotto da fonte idroelettrica, il 25% (530 Gwh) da fotovoltaico, il 7% da biomassa e biogas. Praticamente nullo attualmente il contributo da eolico e geotermoelettrico. La parte di energia termica (calore) non è ancora quantificabile né a livello regionale, né a livello nazionale, non essendo ancora stato emanato – è stato spiegato - il decreto ministeriale che dovrà descrivere la metodologia per il monitoraggio statistico degli obiettivi regionali di consumo di energia da fonti rinnovabili. Gli uffici regionali stimano un buon posizionamento dell´Umbria, ma ancora lontano dall´obiettivo assegnato all´Umbria con il decreto "Burden Sharing". La quota di energia termica che dovremo ancora coprire, ha specificato l´Assessorato regionale, può essere stimata in circa 40 ktep (migliaia di tonnellate di petrolio equivalente). Un risultato che si intende perseguire con piccoli impianti di generazione per la valorizzazione energetica delle agro-energie residuali: scarti di produzioni delle attività agricole, zootecniche, forestali. Le potenzialità che presenta l´Umbria per le fonti rinnovabili meno utilizzate non saranno comunque trascurate: per lo sfruttamento dell´eolico si pensa alla possibilità di mini impianti nelle aree e nei siti idonei e che non creino impatto ambientale nel territorio; uno studio scientifico sulla risorsa geotermica è stato affidato all´Università di Pisa e altre ricerche sono in corso all´Università di Perugia. Preoccupano, è stato detto, le incertezze legate al futuro del sistema di incentivazione statale che frenano lo sviluppo della filiera dell´energia sostenibile che rappresenta uno dei pochi settori in crescita, capace di generare investimenti e occupazione, in particolare giovane e qualificata. L´assessorato all´Ambiente ha ricordato che il 28 aprile scade il termine per la presentazione delle osservazioni al documento preliminare della nuova Strategia, disponibile sul sito istituzionale regionale www.Regione.umbria.it, area tematica Energia, sezione Sear 2014-2020. Le osservazioni presentate saranno utilizzate per formulare la proposta di Strategia che sarà adottata entro la fine di giugno dalla Giunta regionale e sarà poi sottoposta alla consultazione del pubblico per 60 giorni.  
   
   
BOLZANO: TAVOLO SULL´ENERGIA: PRONTA LA BOZZA DI LEGGE PER L´ASSEGNAZIONE DELLE CONCESSIONI PER LE GRANDI CENTRALI  
 
Bolzano, 14 aprile 2014 - La discussione sulla bozza di legge provinciale che stabilirà i criteri per l´assegnazione delle concessioni per le grandi centrali si è conclusa con l´unità di intenti dei membri del Tavolo provinciale sull´energia. Nel quarto incontro svoltosi mercoledì 9 aprile presso il Dipartimento sviluppo del territorio, ambiente ed energia a Bolzano si è parlato della procedura di autorizzazione. I membri del Tavolo provinciale sull´energia sono concordi nell´affermare che la determinazione di precisi obiettivi e criteri di controllo da parte della Giunta provinciale, partendo dal Piano acque (che stabilisce l´utilizzo e la tutela di fiumi e rii), costituisce il presupposto fondamentale per garantire la massima trasparenza e per i cittadini. A conclusione della discussione sulla bozza di legge provinciale, nel corso del quarto incontro del Tavolo sull´energia si è parlato della procedura di autorizzazione. A fronte di una sostanziale uniformità di intenti l´assessore provinciale Richard Theiner a breve sottoporrà la bozza di legge all´esame della Giunta provinciale. La predisposizione di una legge provinciale in attesa del regolamento di esecuzione alla cosiddetta "Legge Monti" era stata suggerita dall´esperto in giurisprudenza Professor Ruggiero Cafari Panico di Milano consultato in seguito al rigetto da parte della Corte Costituzionale, il 24 febbraio 2014, del ricorso presentato dalla Giunta provinciale avverso la "Legge Monti" che, disconoscendo le competenze primarie della Provincia di Bolzano, regolamentava le gare d´appalto per l´assegnazione delle concessioni. Come ha riferito l´assessore Theiner, nel corso del colloquio avuto a Roma martedì scorso presso il Ministero per lo sviluoppo economico, ha espresso la disponibilità di collaborare nell´ambito dei gruppi di lavoro alla predisposizione del regolamento di esecuzione alla cosiddetta "Legge Monti". Il Tavolo sull´energia tornerà a riunirsi l´8 maggio 2014. Horst Dulle dell´agenzia di consulenza "Pöyry Energy Consulting" relazionerà sugli scenari economici del settore energetico a livello europeo e globale. Altro tema in discussione leconcessioni per derivazioni idriche sotto i 3Mw, dove la Provincia può regolamentare molti aspetti in modo autonomo.  
   
   
MILANO: GALLERIA VITTORIO EMANUELE II NUOVO SPLENDORE NELL´OTTAGONO SCOPERTA LA FACCIATA RESTAURATA. GRAZIE AI LAVORI È STATO RIPORTATO ALLA LUCE IL COLORE ORGINARIO DELLA PIETRA DI VICENZA  
 
Milano, 14 aprile 2014 – La Galleria Vittorio Emanuele Ii mostra il nuovo volto: è stato scoperto il ponteggio situato nell’Ottagono lato nord est, liberando così la prima facciata restaurata. Dopo oltre 20 anni è la prima opera di restyling del ´Salotto´ dei milanesi che, per l’aprile del 2015, tornerà al suo massimo splendore. E´ in via di ultimazione, inoltre, il montaggio del ponteggio mobile collocato all’ingresso di piazza della Scala: tra pochi giorni sarà pronto per iniziare il restauro delle facciate dalla navata centrale. “Nella settimana del Salone del Mobile abbiamo voluto presentare ai milanesi e ai visitatori il primo risultato del restauro deciso dall’Amministrazione Pisapia. Questo restauro si inserisce pienamente nella storia della Galleria e nella storia di Milano: la Galleria, infatti, viene inizialmente costruita dai privati e poi completata dal Comune di Milano. Oggi, ancora una volta, il Comune di Milano e i privati – Prada e Versace – lavorano insieme per ridare alla Galleria il fascino che il monumento esercita in tutto il mondo”, dichiara l’assessore ai Lavori pubblici e Arredo urbano Carmela Rozza. "Una Galleria fresca, pulita, soprattutto riportata ai colori originali. E´ una grande soddisfazione poter ammirare il primo risultato di questo importante intervento. Frutto di un attento lavoro di studio e di restauro e di una sinergia tra pubblico e privato che speriamo segni l´inizio di una nuova tendenza: è positivo, infatti, che i soggetti privati partecipino alla tutela del patrimonio cittadino, soprattutto quando si tratta di nomi dell´eccellenza italiana come in questo caso. Un´operazione unica e a vantaggio di tutta la città", afferma l´assessore alla Casa e Demanio Daniela Benelli. L’area restaurata si estende per circa 700 metri quadrati arrivando fino ad un’altezza 26 metri. Per questa porzione i lavori sono durati 25 giorni, sui palchi hanno operato 5 restauratori. E’ stato installato un ponteggio coperto da un telo trompe l´oeil che ha protetto lo svolgimento delle operazioni sui palchi per tutta la durata dell´intervento. Per quanto riguarda le tecniche di restauro, per gli archi soprastanti i negozi e le cornici delle finestre sotto i ballatoi si è proceduto riportando il colore originario ambrato della pietra di Vicenza. Nella altre parti della facciata in cemento decorativo (sottopiano del ballatoio, cornici della finestre superiori, decorazioni delle lesene) è stata applicata una velatura a base di calce in sintonia con il colore ambrato della pietra. Per l’intonaco è stato utilizzato un colore chiaro in base alle risultanze delle indagini stratigrafiche, utilizzando tinte inorganiche applicate a più mani di velatura sovrapposte. Per quanto riguarda il ponteggio mobile, dotato di 8 piloni alti 6 metri, è stato collocato su due binari lunghi 15 metri. E’ dotato di una piattaforma sulla sommità che consentirà agli operai di costruire due ponteggi tradizionali alti 20 metri su entrambe le facciate della Galleria, su cui si lavorerà di giorno. Questa tecnica consentirà il regolare passaggio delle persone, la sistemazione dei dehors, la visibilità ai negozi e maggiore sicurezza per chi lavora. Di notte, invece, quando il ‘Salotto’ è poco frequentato e i negozi sono chiusi, si lavorerà nella parte bassa dove saranno sistemati ponteggi provvisori dal pavimento sino all’altezza di 6 metri. Il progetto di sistemazione ha un valore di circa 3 milioni di euro, ma l’intervento sarà a costo zero per l’Amministrazione comunale in quanto le società Prada e Versace, anche grazie a un contributo di Feltrinelli, nell’ambito di un accordo con il Comune per l’acquisizione di spazi in Galleria, copriranno integralmente i costi. Le due case di moda hanno indicato l’Impresa Percassi per l’installazione dei ponteggi e la società Gasparoli per le opere di restauro.  
   
   
SISMA/EMILIA PROSEGUONO GLI INTERVENTI PER METTERE A DISPOSIZIONE ALLOGGI IN AFFITTO  
 
 Bologna, 14 aprile 2014 - Proseguono le azioni previste dal Programma casa (ordinanza 23/12) per mettere a disposizione alloggi in affitto temporaneo alle persone le cui abitazioni sono state dichiarate inagibili a seguito delle scosse sismiche del 20 e 29 maggio 2012. Lo definisce l’ordinanza n.26 del 10 aprile varata oggi dal presidente della Regione e Commissario delegato alla Ricostruzione, Vasco Errani sugli “Alloggi in affitto a favore dei nuclei familiari colpiti dagli eventi sismici del maggio 2012”. L’ordinanza è consultabile sul sito www.Regione.emilia-romagna.it/terremoto nella sezione “Atti per la ricostruzione”, e sarà pubblicata sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Emilia-romagna (Burert). La nuova ordinanza garantisce a chi ha un percorso di rientro nell’abitazione lesionata la possibilità della stipula di un ulteriore contratto temporaneo di affitto fino al ripristino e comunque fino alla durata massima di 24 mesi. Questo in continuità con la precedente ordinanza 25 del 2012 che prevedeva – per chi ha avuto la casa danneggiata – di presentare al Comune richiesta per ottenere un alloggio in affitto per la durata massima di 18 mesi con le spese di affitto a carico del Commissario dimostrando di non avere altra soluzione abitativa e rinunciando alle altre opportunità (alberghi, moduli abitativi, eccetera.) rese disponibili per le persone che hanno le abitazioni lesionate. Possono beneficiare dell’intervento anche coloro che vi optano abbandonando altre forme di assistenza come il Contributo per l’autonoma sistemazione (Cas) o l’alloggio in Moduli abitativi prefabbricati (Map). Inoltre, si punta - per un ulteriore periodo - ad “accompagnare” i nuclei familiari che non hanno un percorso di rientro in abitazione principale, attraverso la prosecuzione della locazione temporanea per altri 6 mesi, affinché possano avere il tempo di riorganizzare la propria sistemazione. Come per il provvedimento precedente (ordinanza 25 del 2012), rimangono a carico del Commissario le spese di affitto e un contributo per trasloco e arredi, mentre l’assegnatario farà fronte ai costi di assicurazione, alle spese condominiali e alle utenze. Novità introdotta dalla nuova ordinanza è l’assistenza ai nuclei con manifeste e documentate difficoltà economiche, intervenendo, in misura mirata e in via strettamente eccezionale, nel pagamento degli oneri condominiali.  
   
   
LA REGIONE MARCHE PRESENTA IL PROGETTO “UNA CASA PER TUTTI”: OLTRE 50 MILIONI DI EURO PER FRONTEGGIARE L’EMERGENZA CASA E LA CRISI DEL MERCATO EDILIZIO.  
 
Ancona, 14 aprile 2014 - La Regione Marche ha predisposto un pacchetto di interventi sia sul comparto della locazione che nel settore edilizio, pubblico e privato, per incrementare l’offerta delle abitazioni a canone sociale e affrontare con decisione e strategia le attuali problematiche abitative. “Il nostro progetto è una casa per tutti – ha spiegato il presidente della Regione Gian Mario Spacca nel corso di una conferenza stampa – Tutti i cittadini hanno diritto ad una casa, lo prevede la Costituzione, ma attualmente, a causa della crisi economica, ci sono famiglie che vivono situazioni di disagio e hanno difficoltà anche a pagare l’affitto. Le misure varate dalla Regione sono state pensate quindi per rafforzare la coesione sociale della comunità marchigiana e per ridare ossigeno ad uno dei settori che maggiormente hanno risentito della crisi, l’edilizia. Siamo fortemente convinti che questo sia un provvedimento di governo essenziale perché corrisponde sia al bisogno di resistenza e coesione, con il sostegno alle famiglie in difficoltà, sia a quello di crescita e rilancio dell’economia. Due linee che caratterizzano tutta l’azione di questo governo. Le risorse messe in campo per la casa ammontano a oltre 50 milioni di euro. Grazie a misure straordinarie di sostegno agli affitti e al Piano di Edilizia Residenziale pubblica 2014-2016, la Regione punta sia ad incrementare l’offerta delle abitazioni a canone sociale e affrontare con decisione e strategia le attuali problematiche abitative, sia ad accrescere il patrimonio abitativo regionale ristrutturando l’esistente senza utilizzare nuovo suolo”. “Presentiamo un pacchetto di misure robusto – ha aggiunto il vicepresidente e assessore all’Edilizia pubblica Antonio Canzian - che contrastano il disagio abitativo che anche nella nostra regione sta diventando realtà. Le misure sono di due tipi: a breve termine a sostegno della locazione per le fasce di reddito più basse; a medio termine per rimettere ordine nel patrimonio edilizio non utilizzato. In particolare la novità del Piano risiede proprio nella volontà di recuperare l’esistente sia di proprietà pubblica che privata senza costruire nuovi edifici. Per questo motivo abbiamo chiesto a tutti gli enti locali di censire il loro patrimonio non utilizzato al fine di indirizzare al meglio le nostre risorse per l’edilizia residenziale pubblica”. Destinatari dei provvedimenti nell’ambito della locazione sono i cittadini per i quali l’incidenza del canone di affitto sul reddito è troppo elevata ed i cittadini che sono incorsi in procedure di sfratto a causa della cosiddetta “morosità incolpevole” (impossibilità a corrispondere l’affitto causa perdita lavoro, riduzione orario o cassa integrazione). I canali con i quali la Regione intende intervenire, anche con il concorso di fondi che lo Stato assegnerà alle Regioni, sono: - Il Fondo di sostegno alla locazione, previsto dall’art. 11 legge 431/1998; - il Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli, introdotto dalla legge n. 124/2013. Il primo di questi canali di finanziamento è attivo da anni ed è stato alimentato dalla Regione con continuità, anche quando i contributi statali sono venuti a mancare. E’ finalizzato a ridurre l’incidenza del canone di affitto sul reddito per le famiglie con redditi annui inferiori ad un assegno sociale (cd fascia A) o a due assegni sociali Inps (cd fascia B). Le risorse complessivamente disponibili per l’anno 2014 ammontano ad oltre 3,2 milioni di euro: 750.000 tratti dal bilancio regionale, 2.500.000 di provenienza statale. I contributi verranno erogati tramite i Comuni secondo un procedimento ormai consolidato (le domande vengono inserite on line sul database regionale) e i criteri stabiliti per legge. Un altro strumento attivato della Regione per agevolare il raggiungimento di accordi tra locatario e inquilino che suo malgrado si è trovato nella condizione di non poter far fronte al pagamento del canone di affitto è il Fondo regionale di garanzia per il sostegno all´acquisto, alla locazione e al miglioramento dell´efficienza energetica degli immobili residenziali. Finanziato dalla Regione con risorse proprie per un ammontare di 2 milioni di euro, questo Fondo è rivolto al settore dell’abitazione in senso ampio e fornisce infatti garanzia anche su: operazioni di credito fondiario per acquisto prima casa e operazioni di finanziamento per l’esecuzione di lavori miglioramento energetico edifici residenziali di proprietà pubblica o privata (microcredito).La garanzia è prestata da un intermediario finanziario, individuato attraverso procedura di evidenza pubblica di rango europeo, al quale il cittadino interessato potrà rivolgersi direttamente. Questo strumento è particolarmente efficace grazie al suo effetto moltiplicatore: con 2 milioni di risorse potranno essere concesse garanzie per non meno di 20 milioni di euro. La pubblicazione del bando per la individuazione del soggetto gestore è prevista per la fine di aprile. Altrettanto importante è poi l’ormai prossima emanazione, da parte della giunta, dei criteri ed indirizzi per la formazione del Piano regionale di Edilizia Residenziale Pubblica 2014-2016 che comprende anche la alienazione ed il reinvestimento dei proventi delle vendite degli alloggi Erp. Il Piano è finalizzato ad incrementare l’offerta di abitazioni a canone sociale e moderato sia con interventi di edilizia sovvenzionata, vista la bassa percentuale di soddisfacimento delle graduatorie comunali Erp, sia con interventi di edilizia agevolata per la costruzione di alloggi da concedere in locazione con canoni non superiori a quelli “concordati”, anche con la formula acquisto con riscatto (“rent to buy” formula pensata per agevolare l’accesso alla proprietà della 1° casa da parte delle giovani coppie). Strategie del Piano: - miglior utilizzo del patrimonio immobiliare esistente, pubblico e privato, in funzione del minor consumo possibile di suolo non urbano; - ottimizzazione dell’uso delle risorse disponibili indirizzandole verso le aree dove si registra il fabbisogno abitativo più elevato; - cantierabilità e speditezza degli interventi. Principali linee di intervento: - programma organico di interventi di recupero del patrimonio abitativo Erp inutilizzato per motivi di inagibilità di proprietà di Erap e Comuni; - offerta di abitazioni a canone moderato ed agevolazione dell’accesso alla proprietà della 1^ casa operando sia con nuovi interventi di edilizia agevolata sia con acquisti sul libero mercato tramite adesione ad un Fondo Immobiliare (veicolo che, grazie alla partecipazione finanziaria della Cassa Depositi e Prestiti, ha effetto moltiplicatore sulle risorse investite); - realizzazione di alloggi a canone sociale (edilizia sovvenzionata) tramite recupero del patrimonio immobiliare esistente, prioritariamente di proprietà pubblica, finanziati con il reinvestimento dei proventi delle vendite di parte del patrimonio abitativo Erp; - sperimentazione di nuove soluzioni di edilizia residenziale pubblica (co-housing). Le risorse a disposizione della Regione e di Erap Marche per la realizzazione del Piano triennale sono stimate in circa 45 milioni di euro: 15.5 milioni di euro di risorse regionali e 30 milioni circa derivanti dai proventi delle vendite del patrimonio Erp. L’approssimazione è dovuta alla difficoltà di valutare la “propensione all’acquisto” da parte degli assegnatari degli alloggi Erp che saranno posti in vendita in un periodo di difficoltà economica come quello attuale.  
   
   
ANCE-DIA SALERNO, FIRMATA INTESA PER IL MONITORAGGIO DEGLI APPALTI ANOMALI  
 
Salerno, 14 aprile 2014 - Il Capo della Sezione Operativa della Direzione Investigativa Antimafia di Salerno Ten. Col. Francesco Saponaro ed il Presidente di Ance Salerno Antonio Lombardi hanno siglato questa mattina un accordo operativo per instaurare uno scambio informativo avente la finalità di monitorare i bandi di gara pubblicati sul territorio provinciale, gli esiti dei bandi e le informazioni quantitative e qualitative relative alle aggiudicazioni avvenute nel comparto dell’edilizia. Il Centro Studi di Ance Salerno provvederà ad inserire le informazioni raccolte in un data base che sarà consultabile dalla D.i.a. Di Salerno anche attraverso postazioni informatiche dedicate. Ance Salerno e D.i.a. Intendono così implementare con queste modalità le attività di monitoraggio delle procedure di aggiudicazione con particolare attenzione alle dinamiche considerate anomale in base all’analisi dei bandi e delle risultanze delle aggiudicazioni. Ance Salerno, sulla base di autonome iniziative, si impegna, inoltre, ad attivare - eventualmente, anche in collaborazione con le Università presenti nei confini regionali - percorsi di aggiornamento professionale nelle specifiche tematiche inerenti le procedure degli appalti pubblici ai quali è prevista la partecipazione a titolo gratuito di personale della Sezione D.i.a. Di Salerno. La D.i.a. Disporrà di punti di accesso autonomi alla piattaforma internet di Ance Salerno per prendere visione dei dati che saranno raccolti e resi fruibili dall’Associazione dei Costruttori. Ance Salerno - è scritto nel documento siglato questa mattina - «ha interesse a rendere più incisiva la tutela della legalità e sicurezza negli appalti pubblici e privati, attraverso studi di settore e l’attivazione di controlli mirati a prevenire e reprimere ogni possibile infiltrazione delle criminalità organizzata nella provincia di Salerno». Le dichiarazioni_ Saponaro (D.i.a. Salerno): Nostro obiettivo è migliorare azioni di rete per prevenire e contrastare fenomeni di infiltrazione criminale «La Direzione Investigativa Antimafia ha tra i suoi compiti - sottolinea il Ten. Col. Francesco Saponaro, Capo della Sezione Operativa di Salerno della D.i.a. - la raccolta e lo scambio di dati, notizie e informazioni con le Forze di polizia ai fini dell’analisi e del contrasto della criminalità, con particolare riguardo alle infiltrazioni mafiose nell’economia. L’obiettivo comune che si intende raggiungere attraverso la collaborazione con Ance Salerno è rafforzare la reciproca conoscenza istituzionale nonché migliorare l’azione di rete e di sistema sulle procedure di appalto, sui ribassi anomali, sulla qualità del costruito e di tutto quanto dettato dalla normativa vigente in materia di prevenzione e contrasto dei fenomeni e delle azioni illegittime della criminalità organizzata. Tutte le procedure saranno rese operative - conclude il Capo della D.i.a. Di Salerno Saponaro - nel pieno rispetto dei principi di riservatezza richiamati dal Codice della Privacy nonché dei provvedimenti del Garante per la protezione dei dati personali. I dati oggetto dell’intesa saranno utilizzati esclusivamente per le finalità previste dalle normative vigenti e limitatamente agli scopi individuati nel protocollo d’intesa, che prende spunto dalle disposizioni inserite nel Codice dell’Amministrazione Digitale». Lombardi (Ance Salerno): «Prioritario contrastare ogni forma di infiltrazione criminale negli appalti pubblici» «L’accordo siglato con la Dia questa mattina rappresenta un tassello fondamentale della strategia di Ance Salerno - ha dichiarato il Presidente dei costruttori salernitani Antonio Lombardi - per mettere in campo tutte le azioni possibili contro le infiltrazioni della criminalità nel circuito economico sano e realmente produttivo. La piaga del massimo ribasso va combattuta fino in fondo a difesa delle aziende che rispettano le leggi e versano gli oneri fiscali e contributivi». «Il protocollo firmato con la D.i.a. Si inserisce coerentemente nell’ambito di una serie di iniziative avviate da tempo da Ance Salerno - ha continuato Lombardi - come, per esempio, la campagna di sensibilizzazione istituzionale per l´attivazione di “white list” riservate alle imprese edili impegnate in opere pubbliche e private». «È indispensabile - ha evidenziato Lombardi - rendere concretamente attuabili le “liste bianche” o altre tipologie di buone pratiche amministrative per le imprese edili, accelerando adempimenti e procedure soprattutto nel contesto attuale caratterizzato da una gravissima crisi strutturale, più che congiunturale. Rafforzare i controlli - ha concluso Lombardi - con l´utilizzo delle tecnologie informatiche e monitorare costantemente vari indicatori (ampiezza del cantiere, entità della manodopera impiegata, rilevamento delle presenze eccetera) è una delle principali attività che consente di individuare le varie anomalie. Continueremo, quindi, in collaborazione con la D.i.a. A profondere il massimo impegno in questa direzione».  
   
   
LITI CONDOMINIALI. CONDANNATO PENALMENTE IL CONDOMINO CHE INNAFFIANDO LE PIANTE SPORCA IL BALCONE DEL VICINO.  
 
Lecce, 14 aprile 2014 - Per la Cassazione integra il reato di getto pericoloso di cose che si risolve nell’altrui molestia se gli episodi si ripetono in presenza di lamentele e segnalazioni Tempi duri per quei condomini che se ne infischiano del quieto vivere e imbrattano il balcone del piano di sotto con perdite di acqua e terriccio delle proprie piante. Per la Cassazione penale,infatti, con la sentenza 15956 del 10 aprile 2014, la condotta del proprietario del piano di sopra integra il reato di getto pericoloso di cose che si risolve nell’altrui molestia. A nulla vale la lamentata rottura dell’impianto d’irrigazione se i «versamenti» sono ripetuti nel tempo e proseguiti nonostante ripetute lamentele e segnalazioni. Nel caso di specie, i giudici di legittimità della terza sezione penale hanno dichiarato inammissibile il ricorso di un condomino avverso la sentenza del Tribunale penale di Roma che lo aveva condannato ad un´ammenda per il reato di getto pericoloso di cose perché, innaffiando i fiori del suo appartamento gettava acqua e terriccio nell’appartamento sottostante imbrattandone il davanzale e i vetri nonostante avesse ricevuto segnalazioni e lamentele anche tramite l´amministratore condominiale che le aveva confermate nel corso del processo. Per la Suprema Corte, che ha ritenuto corretta la decisione del giudice del giudice per le indagini preliminari del tribunale capitolino, la condotta dell´imputato configura il reato in questione in quanto «con la contravvenzione prevista dall’articolo 674 Cp viene punito il gettare o versare, in luogo di pubblico transito o in un luogo privato ma di comune o altrui uso, cose atte ad offendere, imbrattare o molestare le persone, ovvero il provocare, nei casi non consentiti dalla legge, emissioni di gas, vapori o fumo atti a cagionare gli effetti predetti». Un comportamento simile, quindi, può essere certamente qualificato come «versamento» nei termini delineati dall’articolo 674 Cp e che l’esito di tale azione rientra nell’altrui «offesa», «imbrattamento» o «molestia», essendo dotata di quella capacità offensiva che la disposizione richiede. Per Giovanni D´agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta di una decisione esemplare e da rendere nota perché potrebbe costituire un significativo precedente tale da essere un deterrente per ridurre cospicuamente la miriade di liti condominiali che accadono nelle nostre città per fatti analoghi.  
   
   
MILANO: NASCE IN BOVISA IL DISTRETTO CHE PRODUCE IMPRESA, UNA CASA PER OLTRE 50 START-UP IL PASSAGGIO DA INCUBATORE A DISTRETTO DIMOSTRA COME CRESCA LA DOMANDA DI GIOVANI IMPRESE, REALTÀ CAPACI DI RISPONDERE ALLE ESIGENZE DEI NUOVI MERCATI  
 
Milano, 14 aprile 2014 – In città 3mila mq dedicati a start-up e giovani imprese. È stato presentato l’ 11 aprile alla stampa dall’assessore alle Politiche del Lavoro, Università, Ricerca Cristina Tajani, insieme a Giampio Bracchi, Presidente di Fondazione Politecnico e di Polihub; Stefano Mainetti, amministratore delegato di Polihub la nuova sede dell’incubatore del Politecnico di Milano. Un vero e proprio distretto tecnologico destinato ad accogliere 39 start-up più altre 20 in fase di valutazione, con l´obiettivo di arrivare a 100 nei prossimi tre anni. “Questa nuova sede, realizzata con il contributo del Comune di Milano, contribuirà a rafforzare i già ottimi risultati raggiunti da Milano negli ultimi anni a sostegno delle giovani imprese che hanno fatto della città la capitale delle start up italiane”. Così l’assessore alle Politiche del Lavoro e Università Cristina Tajani commenta la nascita del nuovo Distretto tecnologico Polihub. “Un luogo dove da oggi si possono confrontare imprese esistenti e nuove idee. Un distretto industriale – continua l’assessore – capace non solo di produrre nuovi modelli di impresa ma soprattutto occupazione per quel vasto mondo lavorativo che nasce dalla contaminazione tra le discipline tecniche e creative: dalla green economy, ai new-media, passando dall’industrial design sino alla comunicazione”. “Fondazione Politecnico di Milano ha fortemente voluto la trasformazione dell’Acceleratore d’Impresa in Polihub, puntando con decisione verso una struttura all’avanguardia per il supporto delle migliori startup innovative. – afferma Giampio Bracchi, Presidente di Fondazione Politecnico e di Polihub – Siamo consapevoli del fatto che, in un’economia matura come quella italiana, la crescita del pil e dell’occupazione è strettamente connessa all’innovazione che riesce a creare. Supportare i progetti di innovazione è, oltretutto, la missione di Fondazione per sostenere la ricerca e creare un ponte tra imprese e contesto economico, produttivo e amministrativo.” Il passaggio della struttura da semplice incubatore a vero e proprio distretto tecnologico rappresenta una sfida fondamentale per contribuire allo sviluppo attraverso le imprese e start-up che ogni giorno creano innovazione, vero motore dell’economia e dell’intero Sistema Paese. Polihub, gestito da Fondazione Politecnico di Milano con il contributo del Comune di Milano, è nato per supportare le start-up altamente innovative in tutto il loro ciclo di vita. Infatti offre loro un programma integrato di sviluppo imprenditoriale, un potente network di relazioni verso il mondo industriale, finanziario ed accademico e spazi modulari specifici per ogni singola start-up con servizi innovativi e condivisi (tecnologici, amministrativi, legali, di comunicazione e pubbliche relazioni). Polihub si è classificato al 9° posto in Europa tra i principali incubatori d’impresa universitari, secondo la classifica svedese degli Ubi Index (University Business Incubator). Dal 2001 sono state raccolte più di 5000 idee e incubate 75 start-up altamente innovative (16 solo nel 2012), l´83% delle quali ancora in attività. Gli imprenditori sono giovanissimi, la media è di 35 anni, e sono stati creati 600 posti di lavoro. La vocazione principale di Polihub è lo sviluppo di start-up altamente innovative legate soprattutto al mondo dell’Itc grazie alla collaborazione con i principali players di mercato come Microsoft, Epson, Fastweb solo per citarne alcune  
   
   
OML: PIÙ ASSUNZIONI, MA È PRESTO PER PARLARE DI RIPRESA PRESENTATI I DATI AL QUARTO TRIMESTRE 2013. CONTINUANO LA SOFFERENZA DELL’ECONOMIA LOCALE E IL CALO DEI RAPPORTI DI LAVORO, MA SI RIPRENDE AD ASSUMERE. IN QUESTO QUADRO, COMUNQUE, PARMA È SECONDA PROVINCIA ITALIANA PER TASSO DI OCCUPAZIONE.  
 
 Parma, 14 aprile 2014 – La crisi al suo punto più difficile, di minimo, ma nello stesso tempo, dalla seconda parte dell’anno, anche qualche piccolo segnale di inversione di tendenza. Ciononostante, però, è ancora presto per parlare di ripresa: i numeri non lo consentono. È la fotografia del 2013 secondo l’Osservatorio sul mercato del lavoro della Provincia, che oggi ha presentato alla Commissione provinciale di concertazione i dati aggiornati al quarto trimestre 2013. Numeri che raccontano di un territorio duramente colpito ma non annientato dalla crisi, pronto anzi a cogliere ogni pur piccola occasione per provare a invertire la rotta. “Ci sono dati preoccupanti, perché è chiaro che c’è un salasso sotto il profilo dell’occupazione, anche se qualche luce sembra esserci – ha esordito il vice presidente della Provincia Pier Luigi Ferrari -. Certo concludiamo un quinquennio che si è caratterizzato come il momento più difficile per la realtà economica e non solo”. “Il 2013 è l’anno più difficile della crisi, e Parma di questa crisi ha subito i colpi, anche se abbiamo dimostrato di essere uno dei territori italiani più capaci di resistere. Un territorio che nel 2013 ha mostrato questa capacità, e nel secondo semestre, pure con un bilancio di 1345 posti di lavoro persi, ha registrato un aumento della domanda di lavoro”, ha commentato l’assessore provinciale alla Formazione professionale e alle politiche attive del lavoro Manuela Amoretti, che ha ricordato “il dato che l’Istat ci ha consegnato, dal quale emerge che Parma si colloca al secondo posto tra le province italiane per occupazione complessiva e per occupazione femminile”.Troppo presto, comunque, per parlare di ripresa: “Più che di ripresa possiamo forse parlare di rimessa in moto: una rimessa in moto che è comunque ancora molto incerta”, ha spiegato il responsabile dell’Oml Pier Giacomo Ghirardini, che ha illustrato i dati elaborati con Monica Pellinghelli.il dato più interessante della seconda metà dell’anno è l’incremento delle assunzioni, con una variazione positiva sia in termini tendenziali (2,4% nel terzo trimestre e 9,1% nel quarto) sia in termini congiunturali (3,3% e 2,8%): un incremento che si è prodotto in primis nel manifatturiero, e in particolare nel comparto legato alla lavorazione del pomodoro, ma che da solo non può comunque autorizzare a parlare di ripresa. Tutt’altro. In primo luogo perché le cessazioni dei rapporti di lavoro sono ben lungi dal risolversi: - 593 posti di lavoro alle dipendenze nella seconda parte del 2013, che sommate ai 752 già persi nella prima metà dell’anno portano a un complessivo -1.345 (di cui -595 nel manifatturiero). Non si dimentichi che già nel 2012 si erano perse 564 unità.Dei 1345 complessivi, 1.222 dei rapporti persi sono nelle attività industriali. Oltre al manifatturiero, sul quale quindi i dati positivi delle assunzioni non riescono a pesare davvero, male anche il settore delle costruzioni (-610 rapporti di lavoro), nel quale non si coglie alcuna ripresa delle assunzioni. Tiene, invece, il settore della fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici, molto focalizzato sull’export, pur senza incrementi significativi delle assunzioni: l’incertezza della ripresa fa sì infatti che in questo come in altri settori si ricorra molto all’outsourcing. Ecco quindi i dati positivi dell’area del lavoro somministrato e dei servizi alle imprese, con una crescita delle assunzioni del 18,3% e del 7,1%, e saldi assunzioni-cessazioni positivi per 164 e 298 unità. Panorama poco consolante anche nel settore di alberghi e ristoranti (-592 rapporti di lavoro), nel commercio (saldo negativo di 207 unità fra imprese iscritte e cessate), nella pubblica amministrazione (-111 un unità fra assunzioni e cessazioni), fatta eccezione per sanità e servizi sociali in lieve saldo positivo. In controtendenza l’istruzione, con un saldo di 409 unità fra assunzioni e cessazioni e un +11,3% nelle assunzioni, in gran parte dovuto, pare, alla frammentazione degli incarichi a tempo determinato per i docenti.Il problema maggiore resta comunque la disoccupazione, che a Parma è ai livelli più alti mai registrati da quando ci sono le rilevazioni statistiche. Il numero delle persone in cerca di occupazione è passato da 14 mila unità nel 2012 a 16 mila nel 2013 (9 mila maschi e 7 mila femmine), il tasso di disoccupazione dal 6,3% del 2012 al 7,5% nel 2013. Su livelli mai registrati prima anche la disoccupazione giovanile: 19,2% nel 2012 e 22,8% nel 2013, livelli che sono comunque la metà di quelli nazionali (40,0%) e assai inferiori pure alla media regionale (33,3%). Pur in questo quadro complicato, comunque, i dati Istat dicono appunto che Parma regge meglio di altri. Sebbene le graduatorie in tempo di recessione vadano prese ancor più con le molle, infatti, Parma nel 2013 (fonte Istat) risulta la seconda provincia italiana per tasso di occupazione totale (68,8%) e per tasso di occupazione femminile (63,3%), superata solo da Bolzano: nel 2013 il tasso di occupazione totale supera di oltre 13 punti percentuali quello nazionale (55,6%) e di due punti e mezzo quello regionale (66,3%), e quello di occupazione femminile di 17 punti quello nazionale e di oltre 3 punti e mezzo la media regionale  
   
   
UN PATTO PER LO SVILUPPO ECONOMICO E IL LAVORO  
 
Trento, 14 aprile 2014 - E´ stato siglato il 12 aprile il Protocollo d´intesa fra Provincia autonoma di Trento, organizzazioni imprenditoriali e sindacati, contenente "misure per lo sviluppo economico e il lavoro". Un vero e proprio patto che rilancia l´impegno congiunto del governo provinciale e degli attori economico-sociali del territorio, a "costruire una prospettiva di sviluppo economico, di coesione sociale e di crescita civile fortemente integrata con le dinamiche nazionali ed internazionali", nel solco dei valori che contraddistinguono il Trentino e la sua Autonomia. Un documento di ampio respiro, dunque, ma anche un testo che contiene precisi impegni per tutti i soggetti firmatari, in particolare nei campi della leva fiscale, degli incentivi e del credito alle imprese, del ruolo di Trentino sviluppo, delle politiche per il lavoro, i giovani e le donne, del sistema dell´istruzione della conoscenza, della modernizzazione della pubblica amministrazione. Presenti alla firma, per la Provincia, il presidente (che ha sottolineato in particolare il ruolo del credito con un forte appello agli investitori per quel che riguarda il Fondo strategico in via di costituzione) e il vicepresidente (che ha indicato nel patto oggi sottoscritto una traccia nella quale muoversi con corresponsabilità oltre che una importante legittimazione del metodo concertativo). Un patto da tempo atteso, dunque, quello siglato oggi in piazza Dante, fortemente voluto dal vicepresidente e assessore allo sviluppo economico e lavoro, un Patto che rilancia una visione condivisa delle strategie da mettere in campo per uscire dalle secche della crisi e accelerare la ripresa, di cui si cominciano a cogliere i primi timidi segnali. Vediamo in sintesi alcuni dei principali impegni a carico della Provincia contenuti nel testo: Leva fiscale In attesa che lo Stato definisca la delega relativa, grazie alla quale saranno possibili margini di manovra più rilevanti sulle imposte sui redditi, la Provincia si è impegnata a prevedere un intervento significativo - di durata biennale - di riduzione del carico Irap e Tasi gravante sulle imprese. La proposta di riduzione dell´Irap sulle imprese ha contenuti di selettività; inoltre si procederà a semplificare l’attuale quadro frammentato delle agevolazioni. Accanto quindi ad una riduzione generalizzata dell’Irap che assorbe le precedenti agevolazioni sono stabiliti benefici aggiuntivi e progressivi per le imprese che consolidano l’occupazione, per quelle che mantengono i livelli occupazionali tramite staffette generazionali e per le imprese che incrementano l’occupazione. Sul fronte della Tasi è proposta l’esenzione degli immobili destinati allo svolgimento di attività di tipo produttivo e imprenditoriale; sarà nel contempo chiesto ai Comuni di non deliberare aliquote Imu superiori a quelle adottate nel 2013. Per l’avvio di un processo di contenimento della pressione fiscale a favore dei cittadini con redditi medio-bassi sarà proposta inoltre la riduzione dell’addizionale regionale all’Irpef per i redditi inferiori a 28.000 euro. Incentivi - Poiché è ormai assodato che un’incentivazione diffusa e scarsamente selettiva non contribuisce ad un miglioramento della produttività aziendale la Provincia si impegna ad una riarticolazione complessiva del sistema degli incentivi che incoraggi le imprese ad effettuare investimenti innovativi, nuove iniziative/riconversioni, ampliamenti e crescita della capacità produttiva, iniziative ambientali o di risparmio energetico, ricerca e trasferimento tecnologico, sviluppo di servizi di alta qualità, iniziative per l´internazionalizzazione e l´ assunzione giovani e donne. Gli incentivi saranno inoltre legati a ricadute occupazionali positive non soltanto in termini numerici ma anche di qualità del lavoro. Credito e capitale per le imprese - La Provincia ritiene necessario proseguire un percorso che consenta di mettere a disposizione delle imprese canali di credito alternativi al sistema bancario. Saranno rafforzati gli strumenti del fondo di rotazione e dell’anticipazione dei crediti derivanti da procedure di concordato attraverso i Confidi nonché il sostegno a progetti di investimento delle imprese attraverso il Fondo strategico di investimento regionale, come fondo mobiliare chiuso riservato. Al Fondo strategico, che già vede la partecipazione di Laborfonds, verranno coinvolti ulteriori investitori istituzionali operanti sul territorio. Ritenendo necessario il rafforzamento del sistema finanziario trentino, la Provincia si impegna inoltre a promuovere il progetto di una banca territoriale per le imprese, facendo riferimento al ruolo di Mediocredito Trentino Alto Adige nel sistema bancario locale. Ruolo di Trentino Sviluppo - Si ritiene importante per la società imboccare la via di una maggiore offerta di servizi sia in termini di attrazione di investimenti che di creazione a favore delle imprese di condizioni di contesto favorevoli ad una maggiore apertura del nostro tessuto economico, con modalità, tuttavia, che non interferiscano con la libera offerta di servizi da parte del mercato. Vanno nello stesso tempo risolte le criticità emerse dalla fusione in Trentino Sviluppo della componente della promozione turistica. Trentino Sviluppo dovrà coordinare i progetti ad essa assegnati - Polo della Meccatronica, Progetto Manifattura, marchio di sistema Arca, sostegno all’internazionalizzazione, sostegno della finanza d’impresa - con il coinvolgimento fondamentale delle istituzioni di ricerca (Università, Fbk, Fem), delle istituzioni finanziarie pubbliche e private (Cassa del Trentino, Banche, società di leasing, altre società di investimento) e di organismi rappresentativi delle categorie. Politiche del lavoro, giovani e donne - Riguardo alla definizione dei criteri per l’applicazione del reddito di attivazione, previsto dalla delega in materia di ammortizzatori sociali, sarà proposto il prolungamento dello strumento della nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego (Aspi), differenziato a seconda dell’età del beneficiario, e il prolungamento della cosiddetta Mini-aspi per coloro che hanno un minimo di contribuzione previdenziale versata, seppure non sufficiente ad ottenere l’Aspi. Entrata a regime la riforma nazionale la Provincia si impegna a ridiscutere con le parti nuovi interventi in attuazione della delega. Riguardo al reddito di continuità la Provincia si impegna, da un lato, a definire con le parti sociali forme di tutela condivise in favore dei lavoratori non coperti dalla cassa integrazione e a dare attuazione al trasferimento alla Provincia della competenza sulle procedure di Cigs e Cigo. In generale, appare necessario rafforzare e riqualificare i servizi per l’occupazione, attivando la rete provinciale dei servizi, con l’avvio del sistema di accreditamento dei soggetti privati di qualità e di certificazione della qualità, comprese le istituzioni scolastiche e formative operanti sul territorio provinciale. Ed ancora, fra le altre cose, la Provincia intende partecipare al Piano di attuazione della Garanzia per i giovani, istituito dal Ministero del Lavoro. Saranno attivate misure di transizione dal sistema scolastico a quello lavorativo e verrà potenziato l’istituto dell’apprendistato, da armonizzare con le proposte normative in discussione a livello nazionale, in un’ottica di qualificazione professionale e valorizzazione della formazione. Si intendono valorizzare ulteriormente i contratti a staffetta e i contratti di solidarietà espansiva e, all’interno di un sistema integrato di tirocini di qualità, promuovere, anche attraverso una proposta di intervento normativo a livello regionale, la copertura previdenziale complementare dei giovani coinvolti in tirocini. Ruolo del sistema dell’istruzione e della conoscenza - La Provincia incentiverà esperienze intense di alternanza scuola-lavoro quali l’apprendistato e i tirocini formativi, l´auto imprenditorialità e le imprese formative. Le istituzioni scolastiche dovranno diventare parte attiva di mediazione tra il mercato del lavoro e lo studente al fine di garantire l’incontro ottimale tra domanda e offerta. Le scuole professionali e tecniche sono chiamate a definire, nell’ambito del diritto-dovere di apprendimento, percorsi formativi con periodi ed esperienze nel mondo produttivo, anche attraverso le risorse europee del piano attuativo della garanzia giovani. In questo contesto è stato proposto uno sforzo di stabilizzazione del personale precario della scuola che mira a garantire un maggior riconoscimento del ruolo dei docenti, un aumento dell’offerta scolastica finalizzata agli obiettivi delle politiche provinciali ed al potenziamento della continuità didattica, richiedendo nel contempo uno sforzo in termini di flessibilità lavorativa a tutto il personale del comparto. Modernizzazione del sistema pubblico - La Provincia si impegna a procedere nel percorso già avviato di modernizzazione del sistema pubblico provinciale e, in particolare, a dare piena attuazione al Piano di miglioramento, anche con riferimento agli enti e alle società del settore pubblico provinciale, e ad estendere le azioni di razionalizzazione anche ai settori attualmente non interessati dal Piano. Il Piano di miglioramento 2012-2016, già approvato, individua una serie di interventi di semplificazione amministrativa, di razionalizzazione della spesa pubblica per l’acquisto di beni e servizi, una miglior qualificazione della spesa di investimento e misure per l’incremento di efficienza delle attività di back office degli uffici pubblici. Il tema dell’acquisto di servizi da parte della pubblica amministrazione andrà puntualmente affrontato in sede di Tavolo degli Appalti con la definizione dei bandi tipo da estendere a tutte le stazioni appaltanti del territorio provinciale. Impegni sono stati assunti con la sottoscrizione del Protocollo anche dalle forze economiche e sociali. Al di là delle voci di dettaglio, ciò che emerge è una significativa condivisione della visione d´insieme e delle decisioni di contesto più significative, per promuovere l’innovazione, la competitività e la coesione del “sistema Trentino” nel suo insieme.  
   
   
TRENTO: "SEED MONEY” E SOSTEGNO DELL’IMPRENDITORIALITÀ IN TRENTINO  
 
Trento, 14 aprile 2014 - Si tiene oggi, con inizio alle ore 9.00 presso la Sala Belli del palazzo della Provincia autonoma di Trento in piazza Dante a Trento, l´evento annuale del Programma Operativo Fesr (fondo europeo di sviluppo regionale) dedicato al progetto " Seed Money" e alle iniziative di sostegno all´imprenditorialità in Trentino. In particolare si parlerà dell´avvio dei progetti dei beneficiari del Bando Fesr 1/2013 Seed Money. L´incontro è pensato anche per favorire la messa in rete dei diversi progetti. L´appuntamento è organizzato dal Servizio Europa in qualità di autorità di gestione del Programma Operativo Provinciale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr) che finanzia diverse iniziative di sviluppo sul nostro territorio grazie a contributi europei (il Fesr appunto), statali e provinciali ed è coorganizzato da Trentino Sviluppo. Tra queste iniziative rientra il cosiddetto "Seed Money", finanziamenti per l´avvio di attività di impresa. Il Programma Operativo provinciale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr) 2007- 2013 pone particolare attenzione agli interventi volti al rafforzamento della competitività del sistema economico trentino, attraverso l’avvio di nuove attività economiche, il sostegno all’imprenditorialità, la creazione e lo sviluppo di imprese innovative. L’asse 3 del programma, “Nuova Imprenditorialità”, ricomprende le linee di intervento volte a sostenere la creazione di imprese e di spin-off imprenditoriali, ed è stato interessato dall’emanazione di 3 bandi per il finanziamento di progetti di impresa: il Bando n. 3/2009, il Bando n. 1/2011 e il Bando 1/2013, che hanno ad oggetto il “Sostegno alla creazione di iniziative imprenditoriali mediante seed money”, attuati in stretta collaborazione con Trentino Sviluppo. Si tratta di contributi a fondo perduto che sostengono la delicata fase di avvio di attività di impresa, il cosiddetto start up, finanziando differenti tipologie di voci di spesa: analisi di mercato e di settore, predisposizione del business plan, studi di fattibilità tecnica prototipale o attività di prototipazione e pre-ingegnerizzazione, deposito di brevetti o marchi, spese di costituzione della società, tutoraggio imprenditoriale, acquisto attrezzature necessarie all’allestimento e svolgimento dell’attività d’impresa. Il contributo massimo per progetto è di 150.000 euro e i beneficiari sono persone fisiche o imprese di recente costituzione non ancora sul mercato.  
   
   
EXPO EMERGENZE: PER LA REGIONE UMBRIA È SBAGLIATO AFFIDARE TUTTE LE COMPETENZE ALLO STATO  
 
Perugia, 14 aprile 2014 - Sarebbe un errore, sulla spinta di una pur necessaria riforma del Titolo V della Costituzione, e nel ridisegnare le competenze tra Regioni e Stato, che si affidi a quest´ultimo l´esclusività in materia di protezione civile, tornando così indietro di diversi decenni. E´ questa la tesi sostenuta dalla Regione dell´Umbria, nel corso del convegno sul tema "Un nuovo modello per la gestione delle emergenze e le connesse responsabilità dopo la legge 100 del 2012 (la legge che ha riformato il sistema nazionale di Protezione civile n.D.r.)", che ha aperto l´edizione di quest´anno di Expo emergenze, in corso al Centro fieristico di Bastia Umbra. La presidenza della Regione Umbria infatti sostiene che la protezione civile è un settore dove è indispensabile, nella chiarezza di ruoli e competenze, la cooperazione e collaborazione tra tutti i livelli di governo del Paese. E dunque sarebbe sbagliata una competenze esclusiva dello Stato. Il sistema di protezione civile dell´Umbria è basato su una stretta cooperazione tra il livello centrale dello Stato e quello periferico di Regioni e Comuni e con tutto il mondo del volontariato che di fronte alle emergenze devono agire in coordinamento tra loro. Quanto alla legge "100" la Regione ne ha sottolineato i principali aspetti innovativi e positivi, dalla visione appunto "cooperativa" tra Stato, Regioni, Comuni e mondo del volontariato del sistema nazionale di protezione civile, al notevole impulso della legge affinché cresca la cultura della prevenzione e che il cittadino abbia sempre più conoscenza e consapevolezza dei diversi "rischi". Così come è importante che questa consapevolezza sia sempre più diffusa tra gli amministratori locali che, proprio in caso di emergenze, sono coloro i quali assumono un ruolo primario e di responsabilità nella loro gestione.  
   
   
STRUTTURA OCCUPAZIONALE, IMPRENDITORIALITA´ E GOVERNANCE DELLE IMPRESE IN TRENTINO  
 
Trento, 14 aprile 2014 - Come previsto dal calendario di diffusione delle pubblicazioni, il Servizio Statistica della Provincia autonoma di Trento presenta, attraverso un nuovo report, un’analisi strutturale dell’occupazione delle imprese trentine, confrontandola con la vicina provincia di Bolzano, il Nord-est e l’Italia. Il Servizio Statistica della Provincia autonoma di Trento presenta oggi un’analisi strutturale dell’occupazione delle imprese, elaborata sulla base dei dati del 9° Censimento generale dell’Industria e dei Servizi condotto dall’Istat nel corso del 2012 e curato a livello locale dal Servizio Statistica. Nel report vengono analizzate le differenti tipologie occupazionali presenti in azienda e gli aspetti socio-demografici più rilevanti che interessano la figura dei dipendenti delle imprese. Per le imprese con almeno 3 addetti viene approfondito l’assetto proprietario dell’impresa e l’investimento in risorse umane. Infine viene analizzata, per le imprese tra i 3 e i 9 addetti, la figura dell’imprenditore nonché i meccanismi che regolano alcuni aspetti dell’organizzazione aziendale, come la questione del passaggio generazionale dell’assetto proprietario dell’impresa. Dall’elaborazione dei dati censuari emerge che le 40.260 imprese aventi sede in provincia di Trento occupano quasi 170.000 persone, di cui 52.893 indipendenti, 112.657 dipendenti, 2.987 lavoratori esterni (contratti di collaborazione) e 864 lavoratori temporanei. L’analisi settoriale evidenzia la tendenza a fare impresa in proprio in particolare nel settore dei servizi e del commercio, dove gli indipendenti costituiscono rispettivamente il 52,4% e il 21,7% dell’occupazione indipendente complessiva. L’incidenza dei lavoratori alle dipendenze si riscontra in misura largamente superiore nei servizi (45,7%) e nell’industria in senso stretto (25,8%). La pubblicazione è consultabile sul sito internet del Servizio Statistica all’indirizzo http://www.statistica.provincia.tn.it/    
   
   
STATI GENERALI LABORATORI DI ANALISI A RISCHIO 2000 LAVORATORI  
 
Roma, 14 aprile 2014 - Presso l’”Auditorium Via Rieti” (Avr) a Roma, sono stati convocati gli Stati generali dei laboratori di analisi accreditati del Lazio per protestare contro il progetto di accentramento delle analisi cliniche in poche megastrutture proposto dalla Regione Lazio. L’iniziativa è stata organizzata da Ursap-federlazio e S.na.bi.l.p Federbiologi, sotto l’egida dell’Ordine Nazionale Dei Biologi. Nell’occasione i rappresentanti dei laboratori di analisi hanno deciso che se non ci saranno novità di rilievo nei prossimi giorni, sarà organizzata a breve una grande manifestazione con relativa sospensione di tutte le prestazioni. Con questo provvedimento, la Regione intende accreditare soltanto quei laboratori che effettuano oltre 200.000 prestazioni annue. Si tratta poco più di una decina degli oltre 350 laboratori accreditati situati capillarmente in tutto il territorio del Lazio. Gli altri laboratori dovranno trasformarsi in semplici punti prelievo conferendo poi tutti i prelievi ad un laboratorio che effettui più di 200.000 prestazioni per effettuare le analisi. Si tratta di un provvedimento che viola ogni diritto di impresa, è inutile e gravemente dannoso per l’economia regionale. Infatti, nel Lazio operano oltre 350 laboratori accreditati che si sono adeguati a tutti i requisiti di autorizzazione e di accreditamento fissati dalla Regione Lazio sostenendo ingenti spese. Dopo essersi adeguati, tuttavia, adesso si dice loro che la Regione stipulerà i contratti soltanto con quelli che tra di essi effettuano oltre 200.000 prestazioni. Livello, questo, reso irraggiungibile dalla circostanza che sin dal 1997 vigono nella Regione Lazio dei tetti di spesa che hanno impedito qualsiasi crescita dei laboratori privati. A ciò si aggiunge che gli stessi hanno potuto effettuare in convenzione solo una parte delle analisi e che le strutture pubbliche hanno aperto punti prelievo in violazione sistematica della legge regionale che ne prevedeva l’apertura soltanto in situazioni geo-morfologiche del tutto particolari. Questa forma di vera e propria concorrenza sleale da parte dell’erogatore pubblico ha determinato un ulteriore sviamento della clientela e l’impossibilità di crescita delle strutture private accreditate. Si tratta, inoltre, di un provvedimento che non produce alcun vantaggio economico per la Regione, in quanto le strutture private accreditate sono remunerate sulla base della tariffa vigente e quindi poco importa quante analisi facciano, essendo la tariffa sempre quella. Verrà inoltre meno il laboratorio sotto casa e la funzione di consulenza gratuita che essa svolgeva per gli assistiti, che perderanno un importante punto di riferimento. Ciò che però è gravissimo è che si ignorano gli effetti economici dell’accentramento che sarebbero devastanti per la Regione stessa, in quanto la chiusura di oltre 300 strutture produttive, che non hanno nessuna convenienza a trasformarsi in punti prelievo, condurrà al licenziamento di ca. 2.000 persone oltre agli effetti sull’indotto, alla perdita da parte dello Stato e della Regione di imposte, tasse e contributi sociali, alla chiusura dei locali attualmente occupati e via dicendo, con effetti drammatici per l’economia regionale.  
   
   
BENE ´STARTUP TOWN´ DI ASSOLOMBARDA  
 
Milano, 14 aprile 2014 - "Bene il progetto ´Startup Town´ lanciato da Assolombarda che intende puntare su ricerca, innovazione e start up per rilanciare la crescita del nostro territorio. Regione Lombardia è pronta a sostenere questa iniziativa che si pone in totale sinergia con le azioni già messe in campo e con quelle in programma a favore di una maggiore competitività del sistema economico produttivo, che deve basarsi sempre di più su un percorso virtuoso per la ricerca, l´innovazione e lo sviluppo che leghi università, imprese e istituzioni". E´ il commento dell´assessore alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione della Regione Lombardia al progetto presentato dal presidente di Assolombarda Gianfelice Rocca. Sosteniamo Le Start Up - "Non solo maggiori investimenti per incrementare ricerca e innovazione - sottolinea l´assessore - ma anche l´abbattimento della pressione fiscale e la semplificazione burocratica rappresentano gli obiettivi prioritari della nostra azione amministrativa. In quest´ottica, abbiamo approvato il programma di interventi per Start-up e Re-start che, grazie a una dotazione di 30 milioni (di cui 7 a fondo perduto), permetterà a circa 400 aziende di usufruire di finanziamenti agevolati e di servizi specifici per realizzare i loro progetti di business. Per le Start up innovative, inoltre, abbiamo previsto l´azzeramento dell´Irap per il primo anno e un abbattimento dell´1 per cento per i successivi due anni". Successo Del Programma - "L´elevatissimo numero di richieste arrivate in questi primi mesi di apertura del Programma, esclusivamente in via telematica - spiega ancora l´assessore - ci confermano che la strada intrapresa è quella giusta. Ad oggi registriamo oltre 2000 candidature per accedere al bando Start-up e Re-start e a quello per i fornitori di servizi. Al momento sono stati selezionati 89 incubatori e 41 Business Plan. Di questi ultimi il 36% appartengono a Mpmi attive da meno di 24 mesi, il 33% ad aspiranti imprenditori, il 27% a start up innovative". Politica Industriale Integrata - "Il Programma Start-up e Re-start, come ogni altro intervento pubblico - conclude l´assessore - non sta in piedi da solo. Perché sia efficace, possa svilupparsi nel tempo e generare quell´effetto leva di crescita competitiva a cui miriamo, occorre inserirlo in una politica industriale integrata, che accompagni la ripresa, sostenga la competitività, affianchi le imprese nella sfida dei mercati globali. In quest´ottica si inseriscono i numerosi strumenti messi in campo fino ad ora. Tra gli ultimi, la nuova legge regionale ´Impresa Lombardia´ con cui si introducono una serie di semplificazioni e di strumenti innovativi in favore della libertà d´impresa e della competitività".  
   
   
AMBIENTE: AZIENDE BERGAMASCHE LEADER NELLE TECNOLOGIE  
 
Grassobbio/bg, 14 aprile 2014 - "L´obiettivo di questo tour che stiamo svolgendo in collaborazione con Confindustria Bergamo, era proprio quello di conoscere le aziende del nostro territorio che eccellono nel campo della cosiddetta Green economy, e dare la possibilità a queste imprese di superare quest´ombra in cui lavorano, che spesso le fanno essere ´profeta in patria´. Così l´assessore all´Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile di Regione Lombardia, a margine della presentazione della 3V Green Eagle, azienda di Grassobbio in provincia di Bergamo, leader nel trattamento di rifiuti liquidi, fanghi industriali e civili, sedimenti e bonifica di terreni inquinati. Impegno Di Regione Lombardia - "Come amministrazione regionale lombarda - ha proseguito - stiamo cercando di dare una mano a queste imprese a fare rete, e siamo intenzionati a consolidare questo rapporto anche in futuro. Da parte di tutte le realtà che ho visitato in queste settimane - ha spiegato poi la titolare regionale all´Ambiente - ho rilevato una forte attenzione per la ricerca e lo sviluppo. Proprio in questa attenzione alle tecnologie innovative sta il loro punto di forza, che ha consentito loro non solo di resistere, ma anche di rimanere competitive sul mercato, nonostante il perdurare della crisi economica". Carattere Internazionale - "Aziende come questa, definita dal suo stesso titolare ´multinazionale a conduzione familiare´- ha proseguito l´assessore - rende esattamente l´idea di realtà nate dall´idea di un imprenditore, cresciute con la sua famiglia, attraverso le generazioni, e che grazie allo sviluppo di tecnologie d´avanguardia, hanno oggi un carattere internazionale a tutti gli effetti e portano il nome di Bergamo in giro per il mondo. Da bergamasca - ha concluso - sono particolarmente orgogliosa che ci siano aziende della mia terra tra quelle riconosciute dalla Comunità Europea per aver sviluppato le migliori tecnologie".  
   
   
IL COMMERCIO È VITA PER LE CITTÀ. PRESIDENTE VENETO  
 
Venezia, 14 aprile 2014 - “Il commercio è la vita delle città, dobbiamo tutelarne non solo la sopravvivenza ma anche se possibile l’estensione. E quello alimentare è un punto di partenza storico e imprescindibile, che a Treviso ha già subito troppe, pericolose, chiusure”. Così il presidente del Veneto sulla sfida del piccolo commercio alimentare trevigiano per vincere la crisi e la sfida contro gli ipermercati di periferia. “Bonato mi trova al suo fianco – aggiunge il presidente – perché la sopravvivenza della sua categoria è essenziale per gran parte dei residenti dei centri urbani, per i quali il negozio di vicinato non è solo una tradizione ma una presenza quasi in simbiosi. Il suo invito va accolto: prodotti tipici, servizio personalizzato, cortesia che si fa amicizia. E io aggiungo – conclude il governatore – che serve un supporto culturale, e non solo, per garantire la permanenza di questi esercizi, dove spesso la vera concorrenza riguarda anche i costi aggiuntivi e le speculazioni immobiliari, che non si fermano davanti al cuore pulsante dei nostri centri storici, il cui venir meno trasforma le città in dormitori od occasionali luoghi di raduno”.  
   
   
GIUNTA LOMBARDIA, USURA: 200.000 EURO PER VITTIME  
 
Milano, 14 aprile 2014 - "Lo scorso mese di dicembre abbiamo stanziato 940.000 euro per aiutare i titolari di attività economiche rimasti vittime del reato di usura, con l´intervento di Regione Lombardia va in aiuto anche dei singoli cittadini". Lo ha detto l´assessore al Commercio, Turismo e Terziario di Regione Lombardia commentando la delibera, approvata dalla Giunta regionale - su proposta dello stesso assessore al Commercio, Turismo e Terziario di concerto con l´assessore alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione - con la quale vengono stanziati 200.000 euro per interventi a sostegno dei singoli cittadini rimasti vittime del reato di usura. Associazioni Consumatori - "Con le Associazioni dei consumatori e le realtà attive sul fronte anti-usura - ha sottolineato il titolare regionale in materia - abbiamo condiviso di intervenire anche sui singoli cittadini, che sempre più frequentemente, a causa della crisi, si vedono costretti a ricorrere agli usurai per poter far fronte alle spese di prima necessità". ´Fondo Usura´ - Le risorse sono state recuperate dal ´Fondo regionale di prevenzione del fenomeno dell´usura e di solidarietà alle vittime dell´usura´, precedentemente istituito. Soggetti Beneficiari - I beneficiari dei contributi regionali, a fondo perduto, devono: essere residenti sul territorio lombardo da almeno un anno dalla data di pubblicazione del bando attuativo (prevista a breve); dichiarare di essere vittime del reato di usura e risultare persone offese nel relativo procedimento penale; aver subito il reato nel territorio della Regione. Interventi Ammessi - "Gli interventi - ha aggiunto l´assessore - sono indirizzati a spese quali: utenze (gas, luce e acqua); affitto o mutuo per la prima casa; assistenza medica e psicologica a cui il soggetto è costretto a sottoporsi in seguito al reato subito". "Nel contrasto ad un fenomeno così complesso - ha concluso - si tratta di primi provvedimenti: altri ne seguiranno al fianco dei cittadini che ne sono colpiti". Vicini A Cittadini - "Con questa misura - ha detto l´assessore alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione - Regione Lombardia testimonia ancora una volta la volontà di rispondere con i fatti alle necessità dei cittadini. In particolar modo, con questa misura, aiuteremo concretamente chi è stato vittima di usura, offrendo la possibilità di ricevere contributi per sostenere alcune spese essenziali".  
   
   
LOMBARDIA.IMPRESE: RESPONSABILITÀ SOCIALE È PRIORITÀ  
 
Milano, 14 aprile 2014 - Il tema della responsabilità sociale d´impresa e, più in generale, tutto ciò che valorizza il capitale umano rappresenta "una delle priorità che Regione Lombardia sta portando avanti negli interventi a vantaggio del sistema produttivo". Non a caso, nella nuova legge ´Impresa Lombardia´, all´articolo 3, si sottolinea il fatto che Regione Lombardia promuove e incentiva "lo sviluppo della responsabilità sociale di impresa e del rating di legalità" Giornata Buone Prassi - È quanto ha detto l´assessore regionale alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione, intervenendo questa mattina, presso l´Auditorium Testori di Palazzo Lombardia, alla ´Giornata delle Buone Prassi Lombarde, Premiazione 2013 - L´impegno delle Imprese lombarde per la responsabilità sociale e la trasparenza´. Nel corso dell´evento, promosso dal Sistema camerale lombardo, sono stati consegnati riconoscimenti a 137 aziende - "speriamo che l´anno prossimo siano il doppio", ha commentato l´assessore - per le loro attività di carattere sociale e ambientale Le Azioni Regioonali - Tra le altre azioni realizzate da Regione Lombardia, l´assessore ha ricordato il Protocollo di Intesa siglato con Unioncamere (cui hanno aderito 12 associazioni di categoria) "in scadenza a giugno 2014 ma abbiamo già previsto il rinnovo" e lo stanziamento di 1 milione di euro per il 2014 nell´ambito dell´Accordo di Programma per la Competitività "a favore di progetti di investimento che abbiano un forte impatto in tema di responsabilità sociale di impresa e significative ricadute sociali e territoriali".  
   
   
LODI - 300MILA EURO ALLE IMPRESE IN VISTA DI EXPO 2015  
 
 Lodi, 14 aprile 2014 – Camera di Commercio di Lodi e Regione Lombardia hanno promosso un bando ad hoc per qualificare l´offerta turistica del Lodigiano, incentivando le imprese del settore del turismo, del commercio e dei servizi che intendano aggregarsi per sviluppare nuovi prodotti turistici in vista di Expo 2015. A disposizione delle imprese 300.000 euro di contributi (200.000 finanziati da Regione Lombardia e 100.000 da Camera di Commercio di Lodi) per rivitalizzare l´offerta turistica lodigiana alle porte dell´esposizione internazionale. Il bando si rivolge alle micro, piccole e medie imprese attive nel settore del turismo, del commercio, dei servizi e dell’artigianato tradizionale disposte ad aggregarsi (minimo 3 soggetti) per creare o rivitalizzare un prodotto turistico commerciale negli ambiti tematici di "Natura e gusto", "Arte e cultura" e "Business, Shopping e Artigianato". Possono comunque partecipare all´aggregazione, senza però beneficiare del contributo economico, le grandi imprese, le associazioni, gli enti culturali, la cui presenza possa dare un valore aggiunto alla qualità del progetto. Numerosi gli interventi ammissibili: sviluppo di nuovi prodotti turistici o prodotti turistici innovativi; realizzazione di strumenti e attività di marketing e comunicazione finalizzati alla migliore penetrazione e posizionamento sul mercato nazionale e internazionale; strumenti per la formazione del personale già esistente o per la creazione di nuove figure professionali necessarie all´innovatività del prodotto turistico realizzato (max 30% del valore del progetto); creazione di attività e servizi o sviluppo e rivitalizzazione di quelli esistenti; adeguamenti e ristrutturazione di strutture e locali; certificazioni di qualità delle strutture e dei locali; spese di consulenza per la progettazione e per l´aggregazione; acquisto di automezzi commerciali la cui fruizione sia vincolata all´offerta proposta; spese di personale e coordinamento per la funzionalità operativa e gestionale del progetto nel limite del 10%; attività di consulenza svolta da product manager; realizzazione di segnaletica commerciale e turistica finalizzata alla diffusione delle informazioni a favore del cittadino e del turista; acquisto di macchinari, impianti, attrezzature varie e arredi necessari alla realizzazione del progetto; interventi mirati al risparmio e al conseguimento dell´efficienza energetica; costi per la fidejussione. Il contributo è a fondo perduto per il 50% dell´importo complessivo delle spese ammesse al netto dell´Iva. Il tetto massimo è pari a 50.000 euro (a fronte quindi di spese pari o superiori a 100.000 euro) per singola aggregazione. L´ammontare minimo delle spese ammissibili è di 25.000 euro, che corrisponde a un contributo minimo di 12.500 euro, per singola aggregazione. La modulistica è disponibile sul sito www.Lo.camcom.gov.it  e le domande devono essere presentate a partire dal 15 aprile 2014 al 31 maggio 2014.