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Notiziario Marketpress di Mercoledì 17 Febbraio 2010
CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI: NUOVE REGOLE COMMERCIALI PER FRENARE LO STRAPOTERE DELLA MODERNA DISTRIBUZIONE, MAGGIORI AGGREGAZIONI TRA PRODUTTORI E RAFFORZARE L’UNITÀ DI RAPPRESENTANZA AGRICOLA E DELLA COOPERAZIONE PER COMPETERE SUI MERCATI  
 
Bologna - Dopo oltre un centinaio di assemblee svolte su tutto il territorio emiliano romagnolo, la Cia ha svolto 16 febbraio il quinto Congresso regionale che ha adottato come slogan “Agricoltori protagonisti. Uniti per vincere”. La Confederazione emiliano romagnola (25mila imprese associate, con oltre 60mila addetti), ha elaborato le proposte di politica economica ed ha sottolineato l’attività sindacale “sviluppata in chiave unitaria attraverso il protagonismo degli agricoltori” e ribadendo la necessità dell’agricoltura “di presentarsi con una sola voce, definendo strategie e proposte comuni alle diverse rappresentanze di interessi, professionali e della cooperazione”. Nella sua relazione il presidente della Cia Emilia Romagna, Nazario Battelli sottolinea che “non è più rinviabile la messa in campo di regole commerciali che controbilancino lo strapotere della moderna distribuzione e che produce spesso tempi di pagamento allungati nonché periodiche vendite sottocosto, non dichiarate come tali, che innescano nel consumatore incomprensione e disorientamento. Queste vendite sottocosto - dice Battelli - comprimono ulteriormente il mercato, producendo spesso una ‘depressione preventiva’ del prezzo che influenza l’andamento stagionale delle quotazioni”. L’obiettivo da perseguire per la Cia è quindi la definizione di un codice di condotta che individui i comportamenti contrattuali negativi da eliminare, regolando i rapporti tra Gdo e fornitori, in uno spirito di responsabilità sociale. Battelli attacca inoltre il ministro del Dicastero agricolo Zaia “che ha adottato la mera cultura della comunicazione e del presenzialismo, degli slogan e delle parole d’ordine, allontanando però sempre più l’attenzione dai temi veri e strutturali del nostro settore”. Le Organizzazioni dei Produttori (Op) sono, a giudizio della Cia, uno strumento da sviluppare per la valorizzazione del potere contrattuale degli agricoltori, “ricercando anche forme giuridiche ottimali per rappresentare gli interessi della base sociale – precisa Battelli - partendo dal modello cooperativo”. Riguardo alle regole e agli strumenti della partecipazione e della democrazia economica, a partire dall’esercizio del diritto di voto, la Confederazione ribadisce la proposta di introdurre la regola della doppia maggioranza, di prodotto e dei soci, “per le decisioni che attengono, ad esempio, alle discipline produttive e di immissione sul mercato del prodotto conferito dai soci stessi”. Battelli manifesta anche i limiti della filiera corta che, seppur importante per l’attività economica delle imprese “è molto lontana dal poter dare risposte sistematiche alla totalità della produzione: il Ministro del Mipaaf, ma anche molti assessori regionali e provinciali, trovano più facile la soluzione del rapporto fra agricoltura e mercato nella evocazione della filiera corta e nelle sue varie declinazioni, come i farmer’s market e vendita a Km zero”. Sulla Politica agricola comunitaria la Cia ribadisce che debbono essere sostenuti gli imprenditori agricoli, non i percettori di rendita fondiaria: “la Pac dovrà sempre più sostenere i comportamenti orientati allo sviluppo e sempre meno lo status di agricoltore”. Il rilancio di un progetto economico per il sistema agroalimentare regionale deve passare anche attraverso la tutela dei marchi. “Apprezziamo l’iniziativa che sta prendendo il Parlamento europeo cercando di imporre la marca del produttore nella grande distribuzione”, commenta Battelli. In tema di aggregazioni tra produttori mancano, al momento, le condizioni di carattere immobiliare per aumentare le dimensioni aziendali e l’unica strada oggettivamente percorribile – ma frutto di una vera e propria rivoluzione culturale – è quella di impostare progetti di nuove aggregazioni di base fra le imprese agricole “con lo scopo di poter incidere sulla struttura dei costi – precisa il presidente Cia - eliminando la ripetitività degli investimenti e diventando potenzialmente attraenti per i giovani e per le strutture economiche che sono orientate ad una migliore programmazione delle produzioni. L’idea di fondo per questa progettualità aggregativa è quella di mantenere una netta separazione tra gli aspetti di tipo patrimoniale, che restano alle singole aziende, e l’attività d’impresa, che fa capo alla nuova società costituita”. Per superare la frammentazione e la migrazione del valore delle produzioni verso gli altri attori della filiera, per il presidente regionale Cia occorre anche “sviluppare strumenti normativi e contrattuali adeguati, promuovendo ed incentivando l’associazionismo e la contrattazione interprofessionale. La sfida che il mondo agricolo italiano deve affrontare è la ricerca di un rapporto diretto della produzione con i diversi mercati, mettendo in campo una nuova progettualità di conseguente adeguamento delle dimensioni imprenditoriali e organizzative. " Le regioni della Pianura Padana condividono le tematiche legate alla gestione del territorio, al sempre difficile rapporto fra agricoltura e ambiente, all’applicazione della direttiva sui nitrati, all’importanza della zootecnia e alla detenzione di quasi tutte le grandi produzioni ad identificazione geografica. “Ma anche l’organizzazione del prodotto, la sua possibile programmazione, il distretto del pomodoro da industria, il corridoio verso l’Est Europa, la presenza di alcuni importanti mercati agroalimentari di riferimento potrebbero essere frutto di politiche interregionali”. La rappresentanza agricola si caratterizza, purtroppo, per la sua divisione, nella frammentazione anche nell’offerta dei servizi. “Nella nostra regione si è manifestata da circa un lustro, con frenate ed accelerazioni, una particolare sensibilità alla cultura dell’unità d’intenti fra Cia, Confagricoltura e Copagri con la partecipazione delle Centrali cooperative Fedagri Confcooperative e Legacoop Agroalimentare. Questo bagaglio, posso affermarlo con sufficiente tranquillità, si è effettivamente consolidato nelle campagne, fra gli agricoltori e nei gruppi dirigenti. In Emilia Romagna penso che sia ora possibile salire il gradino per aumentare complessivamente il livello di unità politico-sindacale e sperimentare forme di aggregazione dei servizi che comincino ad essere effettivamente riorganizzative, strutturalmente semplificative e non solo “aggiuntive” com’è, comunque meritoriamente, già oggi per alcune importanti attività”. Il presidente della regione Emilia Romagna Vasco Errani ha posto l’accento sulla urgenza di riorganizzare la filiera agricola “a partire dai progetti industriali con l’obiettivo di assicurare redditività alle imprese”. Nell’intervento conclusivo il presidente Politi ha rimarcato la necessità di un nuovo progetto di sviluppo per l’agricoltura italiana, “obiettivo che tutte le rappresentanze agricole devono perseguire e su cui debbono lavorare”, ha osservato. Riguardo la Pac, Politica agricola comunitaria, Politi ha inoltre lamentato il mancato coinvolgimento del mondo agricolo, da parte del ministro Zaia, nell’individuare le progettualità per il ‘dopo 2013’, programmazione che altre nazioni come la Francia hanno concertato con le rappresentanze di settore. Nuove regole per disciplinare i mercati e chiare scelte nelle politiche nazionali sono infine per Politi indispensabili per il futuro delle imprese agricole. .  
   
   
QUINTA ASSEMBLEA CONGRESSUALE: LA CIA EMILIA ROMAGNA ASSOCIA 25.000 IMPRESE, COINVOLGE 60 MILA ADDETTI E CREA UNA PRODUZIONE LORDA VENDIBILE DI OLTRE 833 MILIONI DI EURO  
 
Bologna – La Cia Emilia Romagna associa in tutta la regione 25. 000 imprese e coinvolge oltre 60 mila addetti. Nelle 10 sedi provinciali e nei numerosi uffici territoriali lavorano 430 addetti che si occupano dei servizi fiscali e tecnici, nonché di fornire assistenza attraverso il patronato Inac, Istituto nazionale assistenza coltivatori. Gli associati alla Confederazione producono una Plv complessiva di oltre 833 milioni di euro. La Cia è articolata in istituti e organismi di rappresentanza: Agia (Associazione giovani imprenditori agricoli), cioè gli ‘under 40’ della Cia, Donne in Campo, ovvero la rappresentanza della imprenditrici agricole e l’Associazione pensionati (Anp). Inoltre è attivo Turismo Verde, l’istituto di agriturismo, Anabio (l’associazione degli agricoltori biologici) nonché organismi che si occupano di energie alternative, rinnovabili e agroforestali. Infine la Cia è dotata di un efficiente Centro di assistenza fiscale. Caduta dei prezzi all’origine in Emilia Romagna - La caduta dei prezzi all’origine è nell’ordine complessivo del 12-13% con settori particolarmente colpiti: -22% per frutta e verdura (ma per pesche e nettarine parliamo del 50%); –20% per i cereali; -15% nel vino. L’aumento dei costi per i mezzi di produzione, che dobbiamo registrare nonostante la situazione generale, chiude il cerchio di una redditività negativa (-25,3%), con le imprese agricole che hanno lavorato in perdita, che si sono indebitate e che non ricevono segnali. La crisi economica internazionale non ha che accelerato processi di erosione della redditualità della parte produttiva delle filiere già in atto da alcuni anni, nella progressiva migrazione della marginalità economica verso la parte distributiva (del valore “interno” alle filiere il 77% va alla moderna distribuzione, il 13% all’industria, il 10% all’agricoltura). In aggiunta a queste tendenze, l’impatto della crisi sui consumatori è stato gestito dalla Gdo con la ricerca esasperata, aprendosi un contesto di concorrenza, della dimostrazione di essere soprattutto convenienti, con tutte le “forzature” commerciali e contrattuali immaginabili e con l’aumento in meno di due anni delle vendite in promozione (+25%) e di quelle delle cosiddette Private Label (+12%). Queste pratiche hanno scaricato tutti i loro effetti negativi in particolare sulla parte agricola delle forniture. Vino - Nel mercato più significativo (Usa) sta avvenendo una sostituzione nel consumo dei vini in base al prezzo, alla tipologia e alla provenienza con una tenuta delle quantità per gli imbottigliati (ma con una riduzione di prezzo del 15-20%), il crollo degli spumanti e un aumento degli sfusi del 50% in valore, raddoppiando le quantità a favore delle Private Label con un trascinamento al basso delle produzioni di qualità. Dop e Igp - Il tema delle grandi produzioni Dop e Igp assume un ruolo molto importante in tutti questi ragionamenti. L’”anomalia” delle cosiddette “Big Dop” è tutta italiana, del Nord Italia e poi dell’Emilia-romagna che con un valore alla produzione di 2,4 Mld di euro (1,1 Mld di prodotto agricolo su di una Plv regionale di poco inferiore ai 4 Mld) vi dedica, ad esempio, l’85% del latte vaccino e il 36% dei suini macellati. È molto chiaro che percentuali di Plv così importanti non possono disattendere una continua lotta alla contraffazione e un incessante lavoro di pressione politica ai vari livelli per ottenere il riconoscimento delle Indicazioni Geografiche a livello internazionale, ma resta prioritario convogliare le nostre forze per ottenere la possibilità, a partire dalla Comunità Europea, ma in particolare presso il Governo e l’Autorità italiani, di regolamentare la produzione da parte dei Consorzi di Tutela. E’ proprio all’interno delle più grandi Dop che, se non si mettono in atto rapidamente politiche di aggregazione commerciale in capo ai produttori, si corrono i maggiori rischi di impoverimento di tutto il sistema certificato. .  
   
   
COLDIRETTI, NASCE AGRIMERCATO DI MATERA  
 
Cresce il progetto della Coldiretti “Una filiera agricola tutta lucana e firmata dagli agricoltori di Basilicata”. Sono una ventina i soci che il 15 febbraio hanno costituito nella città dei Sassi l’associazione di “Agrimercato Matera”, già attiva a Potenza da alcuni mesi. L’associazione è costituita da imprenditori agricoli aderenti all’Organizzazione di categoria che svolgono attività di vendita diretta. E’ quanto si legge in una nota diffusa dall’ufficio stampa della Coldiretti. “L’obiettivo primario della neonata associazione, infatti, è la valorizzazione e la promozione della vendita dei prodotti agricoli e agroalimentari svolta direttamente dal coltivatore. L’associazione favorirà la costituzione e lo sviluppo dei mercati di Campagna Amica (farmer’s market, mercato dei contadini,…) dove il consumatore potrà acquistare direttamente dal produttore, con la garanzia che nel carrello della spesa metterà prodotti del territorio, di elevata qualità che ricoprono brevi distanze e non inquinano. Tra le priorità che si sono dati i soci, un codice etico da rispettare, tra cui i requisiti di qualità, di trasparenza e rintracciabilità. L’associazione aderisce all’intesa nazionale sottoscritta tra Coldiretti ed associazioni consumatori per operare in questi mercati almeno il 30% di sconto sui prezzi rilevati dal servizio ministeriale “Sms consumatori”. La neonata associazione ha in sé tutte le produzioni tipiche e rappresentative del territorio materano: dalle fragole, alle clementine, arance ed albicocche del metapontino, alle olive al forno della maiatica di Ferrandina, all’olio delle colline materane, alla pasta e al pane di Matera fino ai prodotti caseari e carni della murgia e dei calanghi di Matera”. .  
   
   
AL BIOFACH LA GIORNATA DELL’ACQUACOLTURA BIOLOGICA ITALIANA IL 18 FEBBRAIO A NORIMBERGA INIZIATIVA DEL MINISTERO E DI ICEA, CON LA PARTECIPAZIONE DI 13 AZIENDE NAZIONALI  
 
L’acquacoltura biologica italiana protagonista al Biofach di Norimberga, con una giornata monotematica in programma giovedì 18 febbraio, organizzata dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali in collaborazione con Icea - Istituto Certificazione Etica e Ambientale. La Giornata - Lo stand Icea (Pad. 4-410) ospiterà per tutto il periodo della fiera (17-20 febbraio) uno spazio sull’acquacoltura biologica italiana curato da Biolfish e Ministero. Saranno presenti 13 imprenditori italiani in rappresentanza del settore: Blue Valley; Pit - Produttori Ittici Trevigiani; Rio Fontane; Ittica Golgo di Follonica; Veneto Agricoltura; Foodlab; Fjord; Eredi Rossi; Panaquaculture; Copromar; Maricoltura Alghero; Edi Zobec; Allevamento Ittico Fiume Morello. Giornata clou giovedì 18, quando dalle 11 alle 12 lo stand Buonitalia-mipaaf (Pad. 4-228) ospiterà la presentazione ufficiale dell’acquacoltura biologica italiana; seguirà la presentazione del Dossier Ifoam, a cui interverranno Jean-francois Hulot (Commissione), Christopher Stopes (Ifoam Eu Group Presidente), Pino Lembo (co-editore del Dossier acquacoltura) e Stefan Bergleiter (coordinatore del gruppo acquacoltura Ifoam Eu); chiusura con degustazione di spigole e orate biologiche accompagnate da vini bio italiani. Appendice venerdì 19, dalle 10 alle 11, con il Biofish Forum (sala Istanbul), sessione di approfondimento sulla regolamentazione europea dell’acquacoltura biologica, co-organizzata dal gruppo Ifoam Eu e dallo Iamb. Interverranno: Maria Fladl e Richard Bates (Commissione Ue), oltre agli stessi Pino Lembo e Stefan Bergleiter. Acquacoltura bio: un settore in crescita - L’acquacoltura può essere considerata come una delle attività di produzione alimentare a più alto tasso di crescita a livello mondiale. Viceversa, quasi ovunque, il superamento dei limiti sostenibili delle catture in mare ha reso stazionari i livelli di produzione della pesca. Secondo le ultime statistiche pubblicate dalla Fao (2007), la produzione mondiale della pesca, stimata pari a circa 90 milioni di tonnellate, è rimasta sostanzialmente stabile negli ultimi dieci anni. La produzione dell’acquacoltura, stimata intorno a 65 milioni di tonnellate, non ha invece mai smesso di crescere, sin dai primi anni ’50, ed è ragionevole ipotizzare che raggiungerà i livelli di produzione della pesca nel prossimo decennio. “Nel mondo – sottolinea Pino Lembo - si allevano ormai più di 350 specie diverse d’acqua dolce e marina, con la maggior parte della produzione sia concentra nelle regioni asiatiche. La produzione europea si attesta intorno a 2. 3 milioni di tonnellate, di cui più di un terzo è rappresentato da salmoni e trote. Considerando l’acquacoltura mediterranea, le produzioni più significative sono rappresentate da spigole ed orate con circa 250. 000 tonnellate”. L’acquacoltura biologica (circa 35. 000 tonnellate) costituisce oggi solo una piccola frazione delle produzioni globali di acquicoltura. Tuttavia, con l’approvazione del “Reg. Ce n. 834 del 2007, relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e che abroga il regolamento (Cee) n. 2092/91”, che include la disciplina dell’acquacoltura bio, si sono aperte prospettive di mercato molto interessanti a livello europeo. Questo passaggio ha sancito, in modo irreversibile anche a livello legislativo, l’importanza dell’acquacoltura bio, ponendo le basi per uno sviluppo duraturo del settore. Icea per l’acquacoltura biologica - Icea certifica l’acquacoltura bio con un proprio standard, approvato da Ifoam, e secondo il Regolamento Europeo N° 834/2007. Questi i principi di base: Particolare attenzione alle problematiche ambientali, attraverso la valutazione dell’idoneità dei siti destinati all’acquacoltura bio e la redazione di piani di monitoraggio. Gli animali devono essere allevati con metodo biologico in tutte le fasi della loro vita. Il rispetto delle esigenze proprie di ciascuna specie animale. Ovvero, le pratiche di allevamento, i sistemi di gestione e gli impianti devono rispondere alle esigenze di benessere degli animali. L’alimentazione per gli animali d’acquacoltura deve rispondere alle specifiche esigenze nutrizionali. Farine ed oli di pesce possono essere utilizzati se provenienti da scarti di lavorazione e, comunque, in un contesto di pesca sostenibile certificata. La gestione della salute degli animali deve mirare soprattutto alla prevenzione delle malattie. I trattamenti veterinari vanno considerati come ultima opzione e, comunque, non sono ammessi più di due trattamenti all’anno, con tempi di sospensione doppi rispetto al convenzionale, per specie il cui ciclo di produzione è superiore all’anno. Materie prime, prodotti per la pulizie e disinfezione eccetera sono ammessi solo se inseriti in liste positive. Cosa è Icea – L’istituto per la Certificazione Etica e Ambientale è tra i più importanti organismi di certificazione in Europa, con oltre 12mila aziende controllate, 300 tecnici ispettori e 24 sedi nel mondo. Icea controlla e certifica aziende, enti e organismi che svolgono la propria attività nel rispetto dell’ambiente, della salute delle persone, della dignità dei lavoratori e dei diritti dei consumatori. Certifica prodotti e servizi come l’agricoltura e l’acquacoltura biologica, cosmetici e detergenti bio, forestazione e turismo sostenibile, tessile ecologico, responsabilità sociale delle imprese, arredamento ecologico e materiali per la bioedilizia. .  
   
   
LOMBARDIA: AREE MONTANE, 1 MILIONE PER PICCOLO COMMERCIO RIFINANZIATI I BANDI DI 9 COMUNITA´ A SOSTEGNO DELLE IMPRESE STANZIATI 6 MILIONI PER LE CONVENZIONI 2009  
 
Milano - La Giunta regionale, su proposta dell´assessore al Commercio, Fiere e Mercati, Franco Nicoli Cristiani, ha deciso di rifinanziare con 1. 025. 762 euro i bandi che destinavano fondi per le imprese commerciali nelle aree montane, sulla base di una richiesta avanzata da 9 comunità montane (Val Brembana, Val di Scalve, Valsassina, Sebino Bresciano, Valtellina di Tirano, Valtellina di Sondrio, Valtellina di Morbegno, Valchiavenna e Valle Imagna). Al milione di euro stanziato dalla Regione si aggiungono 341. 920 euro messi a disposizione dalle Comunità montane. Nel 2009 18 comunità montane (347 comuni) avevano siglato con la Regione le convenzioni attuative per ottenere finanziamenti destinati al commercio per un ammontare di 4. 941. 000 euro. Tra queste, le 9 sopra citate hanno chiesto alla Regione di sostenere economicamente i bandi che non erano riusciti a soddisfare interamente le domande di finanziamenti delle imprese. In base alle convenzioni siglate dall´assessore Nicoli Cristiani il 26 giugno scorso, sono state finanziate 683 imprese, mentre con questo nuovo provvedimento saranno oltre 180 le imprese che otterranno contributi economici. "Con questo provvedimento - sottolinea Nicoli Cristiani -abbiamo soddisfatto la domanda di sostegno che ci era pervenuta dalle Comunità Montane. Occorre sempre tenere presente che nelle realtà montane il commercio svolge una importante funzione sociale, oltre che economica, fornendo i servizi essenziali perché la popolazione residente non sia costretta a spostarsi verso il fondovalle e le città e svolgendo al tempo stesso un importante ruolo di aggregazione. In montagna un negozio che chiude è un pezzo di paese e di storia che se ne vanno". Raggiungono, così, quasi 6 milioni di euro i finanziamenti messi a disposizione da Regione Lombardia per portare a termine gli interventi previsti nelle convenzioni 2009. Complessivamente ammontano a 18 milioni di euro gli stanziamenti decisi a favore del commercio montano nel corso della legislatura, a fronte di circa 5 milioni di cofinanziamento garantito dalle Comunità montane. "Negli anni scorsi abbiamo lavorato bene e con continuità insieme alle Comunità montane - aggiunge l´assessore - offrendo ai territori di montagna l´opportunità di mantenere e qualificare il servizio commerciale nelle aree di svantaggio, rafforzandone la competitività, ma anche di consentire, ad esempio ai giovani, di avviare nuove attività". Il Programma di interventi a favore delle imprese e della rete distributiva locale - previsto dalle convenzioni - è finalizzato a sostenere e sviluppare nuove attività commerciali, a supportare l´innovazione nelle modalità di organizzazione e informatizzazione della rete commerciale, a qualificare gli spazi di vendita con l´acquisto di nuove attrezzature. Tra gli altri interventi previsti e finanziabili a favore degli esercizi, figurano l´acquisto di dispositivi di sicurezza per il negozio e l´introduzione di sistemi avanzati di gestione e ´fidelizzazione´ della clientela. .  
   
   
PESCA: ACCORDO CON FERRARA E VENEZIA  
 
E’ stato siglato l’ 11 febbraio a Palazzo Celio un protocollo d’intesa tra le Province di Rovigo, Venezia e Ferrara per la realizzazione di azioni comuni nella pesca e molluschicoltura. Nel documento le tre presidenti, Tiziana Virgili, Francesca Zaccariotto e Marcella Zappaterra, prevedono la costituzione di un tavolo politico e tecnico dove si parlerà di gestione delle acque, delle aree lagunari, dell’ammodernamento delle flotte fino alla ricerca di un marchio comune identificativo delle produzioni ittiche dei territori costieri alto adriatici. E’ la prima volta che tre province di due regioni diverse e guidate da esponenti femminili raggiungono un accordo. “Le esigenze delle nostre marinerie – ha detto la presidente della Provincia di Rovigo Tiziana Virgili – necessitano di azioni comuni per rafforzarne il ruolo economico e ottenere risultati per tutti”. Per Marcella Zappaterra, presidente della Provincia di Ferrara “la scelta di un lavoro di squadra è strategica ed il protocollo è un punto di partenza; da oggi i nostri tecnici dovranno lavorare di più”. Sull’opportunità di uscire da una “sorta di solitudine” è intervenuta Francesca Zaccariotto, presidente della Provincia di Venezia. “Condividere un percorso di lavoro – ha detto – potrebbe servire anche ad altre iniziative”. Presenti all’incontro gli assessori alla Pesca Claudio Bellan ed al Lavoro Guglielmo Brusco della Provincia di Rovigo, il segretario generale Maria Votta Gravina ed il dirigente dell’area Attività Produttive Vanni Bellonzi. Ora la situazione passa ai tecnici che inizieranno i confronti su legislazione, norme regionali, demanialità, diritti di pesca e finanziamenti. Il primo incontro tra i presidenti delle tre province era avvenuto il primo settembre 2009 a Rovigo. .  
   
   
AGRICOLTURA: DALLA REGIONE LAZIO 73 MLN A 25 PROGETTI INTEGRATI DI FILIERA  
 
Dall´assessorato all´Agricoltura della Regione Lazio è stato erogato un contributo pubblico di 73 milioni di euro per 25 Progetti Integrati di Filiera (Pif) in tutte e 5 le Province (Frosinone 3 progetti, Latina 3, Rieti 4, Roma 6 e Viterbo 9), a fronte di un investimento complessivo di oltre 157 milioni di euro. A beneficiarne oltre 1. 655 soggetti tra aziende agricole e altri soggetti attivi nella trasformazione e distribuzione delle produzioni agricole del Lazio. "Abbiamo molto investito sui progetti di filiera - ha detto l´assessore all´Agricoltura Daniela Valentini - che lanciano il sistema economico perché facilitano l´aggregazione e fanno in modo che quel gruppo cammini poi sulle proprie gambe. Abbiamo quindi utilizzato fondi Ue per fare sistema e siamo la prima Regione che dà nullaosta sulle filiere. " Le filiere coinvolte sono quelle della carne (6 Pif), ortofrutta e frutta a guscio (5), vitivinicola (3), olivicola (3), cerealicola (2), lattiero-casearia (2), foresta-legno (2), funghi (1) e piccoli frutti (1). "Oggi cominciamo con i nullaosta ai primi quattro progetti di filiera - ha annunciato Daniela Valentini - tre sul territorio di Roma e relativi a carne e latte, uno nel viterbese sui cereali. Sostegni a Pif che coinvolgono 30 aziende di trasformazione". I Pif sono "importanti", ha detto l´assessore, "perché danno soldi non solo agli agricoltori ma a tutta la filiera, l´intera lavorazione che porta al consumatore un prodotto agricolo. E la trasparenza - ha sottolineato - è il nostro metodo di lavoro. Sul Programma di sviluppo rurale (Psr) infatti abbiamo affiancato oltre 100 tutor che hanno aiutato le imprese a elaborare master plan e progetti. Un tutoraggio che dà qualità: sui Pif abbiamo approvato tutte e 25 le domande, senza graduatoria. E i produttori - ha concluso Valentini - non sono più la Cenerentola del settore. " La Progettazione Integrata di Filiera (Pif) è uno strumento che permette la realizzazione di interventi che coinvolgano una molteplicità di operatori sia pubblici che privati dei comparti agricolo, agroalimentare e dei servizi a esso connessi, che operano nei diversi segmenti di una filiera produttiva e che, attraverso l´adozione di una strategia di sviluppo comune, persegue l´obiettivo di migliorare l´efficacia e l´efficienza degli interventi e di ottimizzare il rendimento dell´investimento pubblico. La Pif riguarda le misure dell´Asse I del Psr, secondo le modalità previste dall´avviso pubblico approvato con Dgr 30 maggio 2008 n. 412. .  
   
   
PIACENZA: ALTRI 3 MILIONI DI EURO DAL PIANO DI SVILUPPO RURALE DELLA REGIONE  
 
Tre milioni di euro circa di fondi regionali: è la fetta della cosiddetta “riserva finanziaria di premialità” del Piano di Sviluppo Rurale che spetta alla Provincia di piacenza. Un vero e proprio premio, che la Regione assegna alle Province che raggiungono determinati obiettivi Sono fondi in più assegnati dalla Regione alle Province che hanno dimostrato una particolare efficienza. Che hanno, per essere più chiari, ben impiegato i fondi avuti dalla Regione. E la nostra Provincia, da questo punto di vista, si è dimostrata molto brava: è stata la prima in regione per le risorse regionali utilizzate e si è piazzata tra le prime tre per gli impegni cui ha fatto fronte, in base all´obiettivo che le era stato assegnato. “E´ un risultato importante – rileva Bianca Rossi, dirigente del Servizio Agricoltura dell´Ente - , che consente alla nostra Provincia di fruire di fondi ulteriori rispetto a quelli a disposizione per lo sviluppo rurale. E´ un finanziamento che ci spetta per la nostra capacità di tener fede agli impegni che ci erano stati assegnati e che otteniamo anche grazie alla possibilità di fruire delle quote rese disponibili dai territori che non hanno rispettato gli impegni, quote che sono state ripartite tra tutte le Province”. “Con queste nuove risorse – commenta, ovviamente molto soddisfatto per il cospicuo finanziamento, l’Assessore provinciale all’Agricoltura Filippo Pozzi “ potremo ulteriormente finanziare alcune misure di sostegno ed avviare interventi di ammodernamento aziendale, di agriturismi e di viabilità rurale. Ci sarà inoltre possibile rispondere in modo più celere ed adeguato alle istanze che ci vengono dalle nostre aziende, troppo spesso penalizzate dalla lentezza delle procedure burocratiche regionali nel pagamento delle domande in agricoltura. Lentezze che per il nostro comparto produttivo sono insostenibili”. Positivi anche i commenti delle organizzazioni professionali agricole. Il direttore dell’Unione agricoltori di Piacenza Luigi Sidoli riconosce l´ottimo lavoro svolto dagli uffici del Servizio agricoltura della Provincia, che ha largamente contribuito a conseguire un obiettivo fondamentale per le aziende agricole locali. Sulla stessa linea i commenti di Luca Piacenza, vicedirettore di Coldiretti, e di Giovanni Machiodi, presidente della Cia .  
   
   
AGRICOLTURA: IL PIEMONTE CHIEDE AL MINISTERO UN PIANO STRAORDINARIO PER IL SETTORE CORILICOLO A LIVELLO UE PER AFFRONTARE LA CONCORRENZA TURCA  
 
L’assessore regionale all’Agricoltura ha chiesto con una lettera al Ministro per le Politiche agricole di prendere iniziative nei confronti dell’Unione Europea per attivare un piano straordinario rivolto al settore corilicolo (nocciole). E’ stato siglato, in sede di Comitato tecnico permanente delle Regioni lo scorso 21 gennaio, il piano corilicolo nazionale, cui il Piemonte ha fortemente contribuito e che riconosce come un buon risultato, ottenuto anche grazie a un forte impegno del Ministero. Il piano nazionale – programma di azione comune e di sostegno al settore - ha infatti avuto il merito di dare visibilità a un comparto che in passato è stato spesso e colpevolmente dimenticato. Ora però, questo documento potrebbe rivelarsi inutile se non verrà tradotto in iniziative concrete. La Regione ritiene prioritario in questo momento sostenere le aziende italiane nel confronto con i mercati internazionali, in particolare per la concorrenza della Turchia, e attivarsi rapidamente prima della prossima campagna di commercializzazione. Il governo turco sta infatti intervenendo a favore delle proprie aziende con un aiuto pari a circa 750 euro/ettaro, mentre i corilicoltori italiani ne percepiscono circa 300, con un ammanco di 450 euro/ettaro per gli anni 2009, 2010, 2011. La Regione Piemonte propone che questo gap venga colmato con una forma di integrazione al reddito, magari differenziato per dare maggior forza alle organizzazioni dei produttori, per permettere alle aziende di superare questo periodo di difficoltà e di essere meglio attrezzate sul mercato. .  
   
   
FERMARE IL CONSUMO DI SUOLO AGRICOLO E RIQUALIFICARE IL TERRITORIO: LA PROVINCIA DI TORINO HA PRESENTATO LA BOZZA DEL P.T.C.  
 
 “Il suolo, soprattutto quello agricolo, è una risorsa fondamentale per lo sviluppo del nostro territorio: lo è dal punto di vista paesaggistico e turistico, ma soprattutto dal punto di vista ambientale. Dobbiamo fermare il consumo dei suoi agricoli ancora liberi e riqualificare le aree già utilizzate a fini produttivi”: lo ha affermato l’ 11 febbraio a Palazzo Cisterna il Presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta, presentando agli studenti di architettura (i futuri esperti di urbanistica) la bozza del nuovo Piano Territoriale di Coordinamento (P. T. C. P. ). “La qualità territoriale sarà sempre più un fattore di sviluppo. – ha sottolineato Saitta – Con il Piano Territoriale, che sarà esaminato in Consiglio Provinciale entro l’estate prossima, formuleremo norme alle quali i Comuni dovranno attenersi per redigere le Varianti ai loro Piani Regolatori. In un Paese in cui, purtroppo, gli oneri di urbanizzazione servono a finanziare la spesa corrente dei Comuni, il nostro Piano di Coordinamento segna una nuova impostazione culturale: non si blocca lo sviluppo edilizio, ma lo si indirizza verso il miglioramento della qualità degli insediamenti urbani (che avrà anche l’effetto di valorizzare gli immobili esistenti) e della qualità complessiva della vita”. Il P. T. C. P. Costituisce lo strumento di pianificazione a livello provinciale che delinea gli obiettivi e gli elementi fondamentali dell’assetto del territorio, in coerenza con gli indirizzi per lo sviluppo socio-economico e con riguardo alle prevalenti vocazioni, alle sue caratteristiche geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche, paesaggistiche e ambientali. Il suo scopo è di orientare le scelte e mettere ordine nel territorio attraverso una proposta complessiva che riguarda la rete delle infrastrutture, il sistema ambientale e individua un sistema insediativo, fissando gli indirizzi per lo sviluppo dei centri urbani e delle aree produttive. A dieci anni dal primo Piano territoriale di coordinamento, la Provincia di Torino ha predisposto la sua revisione, predisponendo uno “schema di piano” (Ptcp2), che ha costituito un eccezionale momento di consultazione e confronto con il territorio sul tema delle politiche territoriali ed urbanistiche. La Provincia di Torino ha trasmesso ai 315 Comuni ed alle 12 Comunità Montane, oltre che alle Comunità Collinari, alle associazioni di categoria, alle forze economiche, alle associazioni ambientaliste e ai diversi soggetti portatori di interesse, lo Schema di Piano, il Rapporto preliminare al rapporto ambientale e i Quaderni di approfondimento. In seguito si sono svolti dieci incontri al fine di illustrare i contenuti del documento “Schema di Ptc2” e di raccogliere osservazioni e contributi. Hanno partecipato a tali incontri 262 rappresentanti di 170 amministrazioni comunali, oltre che la quasi totalità delle associazioni di categoria. “Processi dirigistici non concertati sono quasi sempre inefficaci ed improduttivi e il tema dello sviluppo, della sua sostenibilità ambientale, dell’assetto sociale, economico e territoriale deve essere partecipato e condiviso” spiega il Presidente Saitta. Dallo schema di piano si è quindi passati a redigere una sorta di “progetto esecutivo” del Piano stesso, che verrà inviato in questi giorni agli Enti territoriali coinvolti e che coinvolgendo oltre alle amministrazioni locali anche le categorie di professionisti interessati e gli studenti del Politecnico di Torino. Obiettivi E Linee Strategiche: La Terra Come Risorsa - Il Piano formula un indirizzo che va nella direzione di politiche anti-recessive, orientando interventi di riorganizzazione del territorio basati sul riuso (riqualificazione e riorganizzazione del sistema degli insediamenti produttivi e commerciali), limitando il consumo di suolo fertile ed agricolo, sviluppando tematiche quali l’energia ed il risparmio energetico, la sicurezza idrogeologica e la qualificazione ambientale. “L’elemento centrale delle politiche del territorio – sottolinea il Presidente Saitta – dovrà essere la corretta gestione della risorsa suolo”. Il documento della Provincia ripropone la massima attenzione alla salvaguardia dell’agricoltura di pianura, fino ad oggi costantemente minacciata dall’invadenza immobiliare, sia delle aree agricole di collina e di montagna. In un periodo storico caratterizzato da una sostanziale stasi demografica nella territorio provinciale e di contrazione delle attività industriali lo schema di piano territoriale di esprime l’esigenza di rigenerare le indicazioni urbanistiche comunali, abbandonando il processo di implementazione, valutato spesso solo per l’entità quantitativa di edificato e per gli introiti che apportano alla fiscalità locale. Le attività industriali - Anche per quanto concerne le attività industriali, occorre considerare l’enorme stock edilizio presente in gran parte ora inutilizzato; favorire il rafforzamento di aree forti, a vocazione industriale e manifatturiera perché le attività manifatturiere rappresentano una quota rilevante dell’intero sistema italiano, limitando il consumo del suolo e contrastando, dove possibile, i processi di disarmo di quei complessi insediativi industriali “storici” che presentano ancora condizioni di razionalità localizzativa e infrastrutturale nel territorio e una dignitosa configurazione insediativa e architettonica. Il contenimento del consumo di suolo - Per questo, una particolare attenzione è stata dedicata alla redazione delle norme tecniche di attuazione: da cui deriva l’efficacia del Piano Territoriale. L’obiettivo principale assunto fin dallo schema di Piano è stato il contenimento del consumo di suolo con un sistema di norme particolarmente innovativo nel panorama italiano che persegue la finalità del recupero e riutilizzo del patrimonio edilizio esistente e concretamente penalizza i Comuni che hanno consumato più suolo negli anni passati assumendo il principio che il suolo “libero”, definito in accordo con i Comuni, ha un alto valore ed è pertanto inedificabile. I trasporti - Per quanto riguarda i trasporti, il piano territoriale della Provincia sostiene il recupero del mezzo su ferro, che rappresenta anche la scelta prioritaria per il sistema del trasporto pubblico locale che nel territorio provinciale può avvalersi di linee storiche, in gran parte sotto utilizzate, esistenti su ben otto direttrici a raggiera da Torino (Chieri, Poirino, Carmagnola, Pinerolo, Susa, Ciriè – Lanzo, Rivarolo – Cuorgnè, Chivasso – Ivrea) con stazioni in 87 Comuni sui 315 dell’intera Provincia. A queste si aggiunge la estesa rete tranviaria della città di Torino e la prima linea della Metropolitana. La popolazione dei Comuni direttamente serviti dall’intera rete supera il 75% di quella della Provincia. Il Piano Territoriale attribuisce un ruolo centrale all’esercizio di interscambi auto-treno-metropolitana; i principali centri di interscambio, per poter costituire una modalità di viaggio concorrente ad atteggiamenti e consuetudini fortemente radicate, occorre siano dei centri intermodali attrattivi, dove si possano trovare opportunità di servizio e di funzioni terziarie e sovracomunali. Il documento allo studio della Provincia li propone come nodo del modello trasportistico auto-treno e li definisce centri servizi intercomunali per i Comuni fuori Torino. “Ma il cammino da compiere in questa direzione non appare breve – conclude il Presidente Saitta - per cui nel ribadire l’opzione di fondo della rete di mobilità su ferro, non possiamo non dare rilevanti e strutturali indicazioni per il miglioramento delle comunicazioni stradali, che restano fondamentalmente improntate alle relazioni da e per Torino, centro nodale di tutti gli spostamenti tra i centri periferici”. .  
   
   
LOMBARDIA: APPROVATO IL PIANO APICOLO 2011-2013 2,3 MILIONI PER AIUTI AL SETTORE E PROMOZIONE QUALITA´ MIELE  
 
La Giunta della Regione Lombardia, su proposta dell´assessore all´Agricoltura, Luca Daniel Ferrazzi, ha approvato il Piano triennale apicolo 2011-2013, dotato di 2,28 milioni di euro. "Si tratta di un Piano articolato - spiega Ferrazzi - che mira a favorire l´innovazione e lo sviluppo della professionalità degli apicoltori lombardi, alla sorveglianza e al contenimento delle avversità sanitarie e alla fondamentale opera di promozione della qualità del nostro miele, che sempre più entra nei piani di educazione alimentare come esempio di cibo sano e nutriente". "Con questo Piano - prosegue l´assessore - Regione Lombardia continua a supportare il settore apistico dopo le difficoltà economiche affrontate nel 2007 e a sostenerne la crescita avvicinando il mondo dei produttori a quello dei consumatori, così da confermare l´aumento di consumo pro capite di miele che con piacere abbiamo registrato nel 2009". Nel 2009, gli alveari in Lombardia sono saliti a quota 127. 073 rispetto ai 108. 093 del 2008 e la propensione dei cittadini al consumo annuo pro capite di miele è passata da 400 a 600 grammi. In quest´ottica, Regione Lombardia prevede anche il sostegno a precisi programmi di ricerca volti ad aumentare il livello qualitativo delle produzioni del settore apistico. Tra le azioni previste sul fronte della ricerca e della qualità, quelle a sostegno dei laboratori di analisi. "Intendiamo questo piano - conclude Ferrazzi - come un passaggio fondamentale per far consolidare e crescere un settore che, pur fornendo numeri di nicchia, rappresenta a tutti gli effetti un´eccellenza dell´agricoltura lombarda". .  
   
   
INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI RIMINI, STEFANO VITALI, ALLA V° ASSEMBLEA PROVINCIALE C.I.A. (CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI)  
 
 Di seguito l’intervento del Presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali, all’assemblea Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) che si svolge nella giornata dell’ 11 febbraio. Il testo dell´intervento - In altri tempi sarei stato particolarmente grato dell’invito che mi avete cortesemente fatto a presenziare all’Assemblea annuale della Cia. In questa occasione il piacere è un pochettino smorzato dalla constatazione che il quadro in cui si svolgono le nostre riflessioni risente in maniera inevitabile delle grandi difficoltà che caratterizzano l’attuale fase sociale. L’agricoltura vive da molti anni periodi critici alcuni dei quali, peraltro, hanno prodotto trasformazioni inevitabili e so che siete abituati a “correre in salita” e a non poter contare su rendite di posizione…. Ma il momento attuale rende davvero difficile non affrontare con la massima serietà i problemi di una parte importante della nostra economia che gravita attorno all’agricoltura. Stiamo ancora scontando, a livello generale, gli effetti della grave crisi economica e finanziaria internazionale, e dobbiamo mettere nel conto, che anche il 2010 non sarà un anno facile. Anzi, tutti gli indicatori disponibili ci dicono che sarà un anno in cui un inizio lento di ripresa si accompagnerà ad effetti pesanti sui livelli occupazionali. I numeri della crisi si traducono in una paralisi anche sociale che condiziona il quadro locale non solo sul fronte dell’occupazione, ma pure della capacità delle piccole e medie imprese di competere, del mantenimento del potere d’acquisto e di una dignitosa qualità della vita da parte delle famiglie. Per quanto riguarda il settore agricoltura, conosciamo le difficoltà delle ultime campagne agrarie, ed in particolare del 2009 che ha mostrato forti problematicità in relazione al calo della redditività per gli agricoltori, con una sensibile diminuzione dei prezzi alla produzione un po’ su tutte le produzioni agroalimentari e particolarmente per quelle ortofrutticole, vitivinicole e zootecniche che più interessano la nostra realtà provinciale. D’altronde è con questo scenario non proprio incoraggiante che dobbiamo confrontarci, cercando di mettere in atto tutte le possibili azioni che possano migliorare la situazione. La vostra organizzazione pone un forte accento sulle forme di aggregazione fra le imprese come possibile via d’uscita dalla crisi dei mercati agricoli. Un argomento che è condiviso dall’Amministrazione Provinciale che in questo contesto è impegnata nella valutazione delle richieste presentate alla Regione sui Progetti di Filiera. Occorre inoltre rimarcare la validità del ruolo degli agricoltori nei confronti dei consumatori avviata attraverso i Farmer’s Market (che è forse meglio chiamare Mercati degli Agricoltori) sia per quanto riguarda la qualità dei prodotti che il prezzo; a questo proposito posso già dichiarare una disponibilità da parte della Provincia per il sostegno di azioni promozionali orientate ad una “Immagine coordinata” del progetto. La Provincia inoltre è disponibile a collaborare con il mondo agricolo per studiare e valutare possibili sinergie di valorizzazione del Caar (Centro Agro Alimentare Riminese) per evitare che diventi un contenitore “vuoto”. Abbiamo, poi, avviato la costituzione di un gruppo di lavoro interdisciplinare per definire un paniere di prodotti tipici e tradizionali e una lista d’imprese al fine di fornire prodotti agroalimentari di qualità sia alla ristorazione collettiva, così come previsto dalla legge regionale 29 del 2002 (che prevede l’utilizzo non inferiore al 70% di prodotti provenienti da coltivazioni biologiche, integrate e da prodotti tipici e tradizionali) sia agli esercizi turistici (i cosiddetti Food Hotel) e alla ristorazione di qualità. A questo proposito l’esperienza del progetto “Più Rimini” promosso da Cia/cna/legacoop e sostenuto dalla Provincia dal 2007 servirà come esempio e metodo di lavoro. La Provincia intende continuare a promuovere i prodotti di qualità attraverso la partecipazione al: Vinitaly sui vini Doc con la costituzione di uno stand collettivo “vini e territorio di Rimini”, che ha visto nel 2009 la partecipazione di 25 aziende comprese le 2 cantine cooperative e la collaborazione della Camera di Commercio, la Strada dei Vini e il Consiglio Interprofessionale Vini Doc Colli di Rimini, Mia-oro Giallo sull’olio riminese Dop con la collaborazione della Camera di Commercio, la Strada dei Vini, l’ Arpo, l’ Associazione Regionale Frantoiani Oleari Anche per il 2010 non mancherà il sostegno della Provincia al Consorzio Agrifidi che rappresenta un organismo indispensabile di intermediazione tra le imprese agricole e gli istituti bancari in particolare per la complementarietà ai Piani di Investimento Aziendali. E intendo ribadire il valore delle scelte di governo del territorio che abbiamo compiuto con l’approvazione del Ptcp e che ci consentono di difendere, con i fatti e non con le parole, le aree destinate all’agricoltura. Concludo ricordando, ben sapendo che è un tema che state già affrontando dal punto di vista associativo, una delle principali novità che la nuova amministrazione provinciale sta affrontando: l’aggregazione dei sette comuni dell’Alta Valmarecchia. Il settore agricoltura, fortemente interessato, è stato immediatamente coinvolto per dare risposte concrete alle esigenze degli agricoltori e cercare di risolvere le numerose problematiche emerse. Voi sapete che la maggior parte delle politiche agricole oramai derivano direttamente dall’Unione Europea, per questo motivo le maggiori criticità sono emerse nella gestione del Programma di Sviluppo Rurale (Psr) nel ricercare soluzioni condivise tra le due Regioni. In questi giorni è stato approvato il Protocollo Operativo tra l’Emilia Romagna e le Marche che prevede il mantenimento delle domande poliennali a carico della Regione Marche e la competenza della Regione Emilia Romagna e della Provincia per i nuovi bandi emessi dopo che sarà inviata alla Comunità Europea la notifica di modifica del Psr. La sfida di diventare una Provincia più grande ma anche più ricca e più complicata è una bella sfida che riguarda tutti: le istituzioni come le associazioni economiche e sociali. Ma siamo allenati alle sfide, voi direte pure troppo, ma viviamo in una terra in cui le difficoltà ci hanno temprato e resi forti e orgogliosi e so che voi lo siete. Ed è per questo che sono sicuro che una Provincia più grande sarà ancora di più la Provincia delle persone che non si arrendono ai morsi della crisi ma che sanno trovare le motivazioni, la coesione ed il coraggio per andare avanti e superare le difficoltà. Buon proseguimento dei lavori. .  
   
   
DALLA REGIONE LAZIO 4,9 MLN PER COMUNITÀ MONTANE  
 
"Siamo soddisfatti perché il nostro lavoro è stato sempre rivolto a valorizzare al meglio, e come meritava, il ruolo e l´opera delle comunità montane sul territorio regionale. Con questi fondi riusciremo a rafforzare ancora di più il ricco patrimonio montano del nostro territorio, con una particolare attenzione alla tutela ambientale in particolare dal punto di vista idrogeologico, naturalistico e infrastrutturale". Così ha detto Giuseppe Parroncini, assessore agli Enti locali della Regione Lazio, commentando positivamente il provvedimento con il quale si stanziano fondi fino a 4 milioni e 900 mila euro per le spese di gestione delle 22 comunità montane del Lazio e per la Comunità dell´Arcipelago delle Isole ponziane. "Abbiamo svolto un importante lavoro - ha spiegato Parroncini - che si aggiunge a quanto già predisposto nel 2009 quando stanziammo oltre 1 milione e mezzo di euro in più rispetto al passato. A questi ora si aggiungono altri 2 milioni di euro che portano a poco meno di cinque milioni di euro i fondi per il 2010. E´ fondamentale che questa amministrazione continui ad evidenziare l´importante e strategica attività messa in campo quotidianamente dalle nostre Comunità, fino a diventare veri punti di riferimento su tutto il territorio per cittadini ed attività produttive. Comunità dunque protagoniste dello sviluppo sociale ed economico della nostra regione, capaci di essere uno dei punti di forza della crescita di tutto il territorio". Questo il dettaglio delle comunità e dei relativi finanziamenti: Alta Tuscia Laziale (I Comunità, € 197. 750,28), Monti Cimini (Ii Comunità, € 144. 700,45), Monti della Tolfa (Iii Comunità, € 160. 582,11), Della Sabina (Iv Comunità, € 160. 006,18), Montepiano Reatino (V Comunità, € 274. 871,17), Del Velino (Vi Comunità, € 270. 170,76), Salto Cicolano (Vii Comunità, € 243. 298,86), Del Turano (Viii Comunità, € 132. 792,97), Monti Sabini e Tiburtini (Ix Comunità, € 237. 952,16), Dell´aniene (X Comunità, € 308. 475,29), Castelli Romani e Tiburtini (Xi Comunità, € 306. 205,73), Monti Ernici (Xii Comunità, € 454. 180,98), Dei Monti Lepini (Xiii Comunità, € 245. 156,65), Valli di Comino (Xiv Comunità, € 289. 114,36), Valle del Liri (Xv Comunità, € 267. 400,55), Gronde Monti Musoni (Xvi Comunità, € 103. 616,01), Monti Aurunci (Xvii Comunità, € 218. 560,15), Dei Monti Lepini Area Romana (Xviii Comunità, € 155. 410,58), L´arco degli Aurunci (Xix Comunità, € 136. 076,00), Dei Monti Sabini (Xx Comunità, € 122. 813,65), Monti Lepini-musoni e Valliva (Xxi Comunità, € 217. 828,28), Degli Aurunci e Musoni (Xxii Comunità, € 189. 091,21), Comunità dell´Arcipelago delle Isole Ponziane (€ 63. 945,62). .  
   
   
RIUNITO IL TAVOLO REGIONALE PIEMONTESE SUL LATTE ACCOLTA LA PROPOSTA DI RAGIONARE SU NUOVI MODELLI DI GESTIONE DEL PREZZO  
 
Il tavolo regionale di trattativa sul prezzo del latte, riunito questa mattina a Torino presso l’Assessorato Agricoltura, si è chiuso senza esiti immediati per un accordo sul prezzo, data la distanza tra le posizioni della parte agricola e della parte industriale. I presenti hanno però condiviso una proposta lanciata dall’Assessore all’Agricoltura, che - constatato il mutamento di quadro registrato nel settore negli ultimi mesi - da un lato prende atto della difficoltà dei modelli di gestione del prezzo utilizzati in passato a interpretare la situazione attuale, dall’altro raccoglie la volontà, espressa dalle parti, di non vanificare l’esperienza accumulata in questi anni al tavolo regionale. Con l’accordo di tutti, verrà dunque convocato un nuovo tavolo, con i seguenti obiettivi: verificare la possibilità di adottare nuovi meccanismi di formazione del prezzo del latte, ivi compresi meccanismi di automatismo ancorati all’andamento di mercato; ragionare su nuovi modelli di gestione della trattativa e del prezzo, che risultino più agili e più aderenti al mercato. .  
   
   
CAROTA NOVELLA ISPICA VERSO RICONOSCIMENTO IGP  
 
Palermo - Anche la carota novella di Ispica si appresta ad entrare nel paniere delle eccellenze agroalimentari siciliane, con il riconoscimento igp. Un convegno sulle qualita´ di questo prodotto della tradizione contadina si terra´ proprio a Ispica il prossimo primo marzo, organizzato dalla Soat locale, braccio operativo del dipartimento per gli interventi infrastrutturali in agricoltura. Fin dagli anni ´60 , questo prodotto ha caratterizzato il paesaggio. Oggi conta una superficie di produzione di 1. 500 ettari. Il periodo di produzione va da febbraio a maggio. La natura dei terreni di Ispica, argillosa-calcarea,e il clima mediterraneo favoriscono l´ottimo sviluppo della radice e contribuiscono ad ottenere una carota dalle caratteristiche organolettiche eccezionali, dalla fattura cristallina e dalla particolare dolcezza: il cuore della carota ispicese e´ poco fibroso, il suo profumo e´ intenso, l´aroma deciso, con note erbac ee di frutta. La carota novella di Ispica ha un elevato contenuto di beta-carotene che, trasformandosi in vitamina A, contribuisce alla corretta crescita e alla riparazione dei tessuti e aiuta a mantenere una buona vista e una pelle liscia. La carota previene l´invecchiamento grazie alla sua azione antiossidante che contrasta gli effetti nocivi dei radicali liberi. .  
   
   
INAUGURATO AL MUSEO DELLA SCIENZA IL PRIMO LABORATORIO INTERATTIVO DEDICATO ALL’ALIMENTAZIONE  
 
Il Museo ha presentato la prima iniziativa permanente in vista di Expo 2015. Mangiare è un’azione quotidiana che intreccia aspetti sociali, economici, etici, sanitari, culturali e scientifici. Il nuovo laboratorio interattivo Alimentazione progettato e realizzato dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, con il contributo di Regione Lombardia e Expo 2015 S. P. A. , in partnership con Amc, Eataly, Electrolux, Federchimica (Agrofarma, Aispec, Assofertilizzanti), Fondazione Italiana Accenture, Goglio, Nestlé Good Food Good Life (Acqua Nestlé Vera, Cereali Nestlé, Gelati Nestlé Motta, Perugina) e Yakult intende essere una cucina “a vista” in cui costruire comprensione e consapevolezza sugli aspetti scientifici, spesso impliciti o poco conosciuti, legati al cibo. Sono intervenuti all’inaugurazione Giuliano Urbani, presidente Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, che ha dichiarato: “Il nuovo laboratorio interattivo dedicato all’alimentazione del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia rappresenta la prima iniziativa permanente del genere realizzata a Milano e in Italia per contribuire all’aumento della conoscenza su un argomento fondamentale e trasversale per ogni essere umano come quello dell’alimentazione. Il nuovo i. Lab Alimentazione vuole essere il primo contributo concreto che il Museo offre alla città e al Paese in vista dell’Esposizione Universale del 2015 a Milano. In particolare, la convenzione appena firmata con Expo S. P. A va a sancire un rapporto di collaborazione che prevede la promozione di iniziative già avviate dal Museo e lo sviluppo di progetti educativi e culturali con la finalità di diffondere presso il grande pubblico tematiche tecnico-scientifiche correlate al tema di Expo 2015 Nutrire il pianeta, Energia per la vita”. “Il Museo si pone l’obiettivo di essere per le famiglie, i giovani, le scuole un luogo di comprensione che contribuisce a formare cittadini consapevoli e a costruire così una democrazia della conoscenza - ha spiegato Fiorenzo Galli, direttore generale Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia - Proprio la comunanza di intenti nei confronti del pubblico scolastico ha visto nascere una collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, attraverso il suo Comitato tecnico – scientifico per il progetto ‘Scuola e Cibo’. Il progetto ha individuato nel laboratorio Alimentazione un luogo di formazione a livello nazionale, con lo scopo di educare le scelte alimentari dei giovani, dall’acquisto al consumo, insegnando l’importanza di una corretta nutrizione per la salute, anche a fini preventivi. Fra le iniziative che intendiamo sviluppare in vista di Expo 2015 ricordo anche la mostra itinerante ‘Bon Appétit. L’alimentation dans tous les sens’, inaugurata il 3 febbraio alla Cité des Sciences et de l’Industrie di Parigi, che si caratterizza per essere una coproduzione internazionale, progettata e realizzata dalla Cité des Sciences et de l’Industrie in collaborazione con il nostro Museo, Heureka (Finlandia) e Technopolis (Belgio) e che sarà visitabile al Museo da novembre 2011 a maggio 2012”. “Il nuovo laboratorio interattivo nasce dalla collaborazione tra Expo e la Fondazione Museo della Scienza e della Tecnologia - ha dichiarato Letizia Moratti, sindaco del Comune di Milano e Commissario Straordinario di Expo 2015 - sancita dal Protocollo di Intesa con il quale abbiamo dato forma ad un accordo pluriennale che valorizza da una parte lo straordinario patrimonio del Museo e le sue molte attività didattiche e di divulgazione, e dall’altra la straordinaria apertura internazionale che Expo è in grado di assicurare, non solo nel 2015 ma già oggi. La giornata di oggi è il segno concreto di quanto Expo può fare fin da ora. Occorre coinvolgere sempre più in Expo i giovani, le famiglie, tutte le persone interessate al futuro del mondo. Occorre anche fare della scienza una disciplina diffusa, che sia parte della vita quotidiana, a partire dai bambini, e a partire dai temi che hanno un impatto più diretto sugli stili di vita: uno di questi è l’alimentazione. Il nuovo laboratorio interattivo sull’alimentazione risponde a entrambe queste sfide: diffondere i temi di Expo tra i giovani, nelle scuole e nelle famiglie, e diffondere una cultura scientifica consapevole e informata sui temi di interesse comune. Il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano ha sviluppato in questi anni una competenza didattica molto significativa, aprendo laboratori e spazi interattivi ai ragazzi e alle famiglie. È un Museo che negli anni si è rinnovato, conservando un cuore antico ma aggiornando le proprie collezioni e le proprie strutture espositive e didattiche. Oggi questa eccellenza, che vive nel cuore di Milano, si unisce ad Expo e genera un valore aggiunto di conoscenza a disposizione della città e dell’Esposizione Universale che ci prepariamo ad ospitare”. “L’expo 2015, proprio sui temi dell’alimentazione – ha spiegato Riccardo Garosci, presidente del Comitato Tecnico Scientifico del Miur “Scuola e Cibo” - e dunque le nuove iniziative come quella voluta dal Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano sono l’occasione per fare della Scuola, dell’Università e dell’intero Sistema formativo nazionale, un comparto adeguato e moderno. La comprensione del processo di nutrizione personale e collettiva, delle valenze mediche e ambientali nonché della stagionalità e territorialità dei prodotti alimentari, dei consumi responsabili oltre che dei contesti economici e sociali entro i quali si muove nel suo complesso il sistema-cibo, è del tutto indispensabile: per se stessi e per le comunità di cui ogni individuo fa parte. L’estrema attualità degli argomenti relativi all’alimentazione e nutrizione, alla sicurezza e alla qualità, agli obblighi nazionali e comunitari, suggerisce che tali tematiche costituiscano oggetto di attento studio – da parte di docenti, studenti e delle loro famiglie – in un’ottica interdisciplinare e trasversale. Ecco perché, salutando e ringraziando tutti gli Enti e le Istituzioni che hanno attivato, o che lavoreranno con il nuovo progetto, auguriamo al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano i migliori risultati, confermando la nostra totale collaborazione”. .  
   
   
AGRICOLTURA: CONSEGNATI DIPLOMI PER PROGETTO FATTORIE DIDATTICHE  
 
Palermo - Esiste una nuova cerniera per avvicinare i giovani delle scuole siciliane al mondo dell´agricoltura: con la consegna di oltre cento diplomi, s´e´ concluso a Palermo il programma delle Fattorie didattiche. Il progetto, realizzato con oltre 6 milioni di euro del programma operativo concluso nel 2006, ha permesso agli imprenditori agricoli di trasformare la propria attivita´ anche in fattoria didattica al servizio dell´educazione giovanile. "E´ un intervento di grande sostegno al mondo dell´agricoltura - afferma l´assessore regionale Titti Bufardeci - che ha consentito a molte imprese del settore di raggiungere una dimensione multifunzionale sul piano culturale, didattico. L´intervento portera´ gli alunni delle scuole siciliane alla scoperta dei nostri paesaggi rurali e della nostra agricoltura. Questo nuovo tipo di strutture agricole consente di creare una relazione forte tra i centri urbani dei comprensori e la campagna, favorendo il recupero dei valori storici, culturali e ambientali del territorio, e promuovendo la diffusione della conoscenza dell´origine dei nostri cibi tradizionali tra le giovani generazioni". Il progetto "Fattorie didattiche" ha dotato gli agricoltori siciliani che hanno aderito - oltre il cinquanta per cento dei partecipanti erano giovani imprenditori - di nuove competenze didattiche grazie a moduli formativi di oltre cento ore. .  
   
   
BURGER KING PER UNA CORRETTA NUTRIZIONE INFANTILE  
 
Burger King ha annunciato il suo supporto alla campagna “Let’s Move” della First Lady statunitense Michelle Obama, un programma completo ideato per risolvere il problema dell’obesità infantile. Da oltre tre anni, Burger King si impegna ad aiutare i bambini a mangiare e vivere meglio promuovendo diete bilanciate e uno stile di vita attivo, consigli che fanno parte del suo programma di responsabilità sociale Bk Positive Steps. "Noi sosteniamo molte delle azioni che Michelle Obama ha inserito nella campagna ‘Let’s Move’ e siamo d’accordo sul fatto che anche un piccolo passo per la salute, la nutrizione e l’attività fisica può fare una differenza sostanziale nelle vite delle famiglie americane - ha dichiarato Cindy Syracuse, Senior Director Marketing Burger King Corporation -. Anche il programma di nutrizione Bk Positive Steps è stato sviluppato per aiutare i clienti dei nostri ristoranti a prendere alcune semplici iniziative mirate ai loro bisogni nutrizionali e volte a migliorare i loro stili di vita. Burger King si impegna a proseguire il percorso intrapreso nelle aree dell’alimentazione e della nutrizione e continuerà a fornire ai propri clienti i consigli per fare scelte nutrizionali intelligenti per se stessi e le loro famiglie”. Alcune delle azioni passate di Burger King coincidono con i pilastri dell’iniziativa “Let’s Move”: aiutare i genitori a scegliere cibi sani e rendere accessibili alle loro famiglie alimenti sani ed economici. .  
   
   
VINO E PESCE, RICETTA DELLA SALUTE. PAROLA DEL PRESIDENTE ONAV GIORGIO CALABRESE  
 
Si è tenuta a Roma la premiazione del personaggio dell’anno 2009 per l’enogastronomia e la ristorazione Giorgio Calabrese. Vino e pesce, binomio vincente all’insegna degli Omega 3 e 6. E’ la “rivelazione” emersa mercoledì 10 febbraio a Roma nell’ambito della serata che ha decretato Personaggio dell’Anno per l’enogastronomia e la ristorazione il Prof. Giorgio Calabrese, presidente Onav, Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino e noto nutrizionista. L’evento, organizzato da Italia a Tavola in collaborazione con Oliovinopeperoncino, Yubuk, e Consultazienda, si è aperto con il talk show sul pesce “Il Pesce tra casa e fuori casa”. Giorgio Calabrese è intervenuto in quest’ambito nella duplice veste di medico e di presidente dell’Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino: “Il pesce è un ottimo alimento, specialmente se abbinato al vino, sia bianco che rosso. Questo non solo perché il binomio cibo vino permette di assaporare al meglio il piatto, ma anche perché nel pesce sono contenuti gli acidi grassi Omega 3 mentre nell’uva, e quindi nel vino, vi sono tracce di Omega 6, come sta dimostrando uno studio ancora in fase di svolgimento. L´abbinamento pesce - vino avrebbe perciò una efficace funzione protettiva a livello dell´apparato cardiovascolare”. Questa ricetta della salute vale ovviamente a patto che il consumo di vino sia moderato: “Come Onav da sempre ci battiamo per la diffusione della cultura del bere responsabile. In particolare, Onav è sensibile alla tematica della compatibilità tra guida e vino. Ci battiamo contro l’abbassamento del tasso alcolico a 0,2 ma anche contro il suo innalzamento a 0,8”. Al ruolo di presidente Onav si è alternato quello di medico e Giorgio Calabrese ha affermato che il pesce italiano è un prodotto sicuro che, anche all’Estero, le regole italiane garantiscono moralità e qualità del prodotto. La serata, moderata dal giornalista Alberto Lupini, direttore di Italia a Tavola, ha visto anche gli interventi di Marzia Morganti Tempestini, giornalista, Pietro Lococo, amministratore unico Fin. Com. Pesca, ed Ezio Castiglione, Direttore Generale Ismea. L’evento si è concluso con l´assegnazione a Giorgio Calabrese del “Premio Personaggio dell´anno per l’enogastronomia e la ristorazione 2009”, una scultura dell´artista bresciano Roberto Guarnieri. “Non mi aspettavo di essere inserito nella rosa dei candidati che potevano ambire a questo riconoscimento” ha dichiarato Giorgio Calabrese “e quindi la vittoria è stata una vera sorpresa. Di solito i premi vengono assegnati dalle giurie, questo invece è un riconoscimento votato dal pubblico. E’ stato bello gareggiare perché ha richiesto che il consenso venisse conquistato poco per volta, voto su voto, attraverso il parere della gente”. Giorgio calabrese ha vinto il sondaggio con oltre 5. 000 voti, raggiungendo il 21,50 % delle preferenze. Come sottolinea il vincitore, il risultato ottenuto non è solo un successo personale ma, soprattutto, un importante segnale per Onav, Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino, di cui Calabrese è presidente dallo scorso novembre. Sotto la nuova guida, l’associazione si prepara ad affrontare un 2010 molto intenso. La presidenza Onav è anche una soddisfazione personale. “Come medico ho avuto e ho molte soddisfazioni, ora come Presidente Onav sono certo di poter contribuire alla diffusione della cultura del vino in modo responsabile e in perfetta armonia con la salute”, conclude Giorgio Calabrese. .  
   
   
LE ZUPPE FRESCHE DIMMIDISÌ – PASTA E FAGIOLI ULTIMA NATA TRA LE 7 REFERENZE DEI PRIMI PIATTI PRONTI DIMMIDISÌ  
 
Dalla ricerca di Mintel International Group emerge che La Pasta e Fagioli de La Linea Verde è al primo posto per vendite medie a settimana, fra le zuppe refrigerate lanciate nel 2009. Risultato eccelso per Pasta e Fagioli, ultima nata tra le 7 referenze dei primi piatti pronti Dimmidisì, che si posiziona al primo posto per vendite medie a settimana, nel ranking delle zuppe refrigerate lanciate in tutta Europa nel corso del 2009. Il primato raggiunto conferma il ruolo protagonista de Le Zuppe Fresche Dimmidisì che dal 2006 si sono affermate dando vita ad un nuovo mercato praticamente inesistente, in Italia, al momento del loro lancio. La Linea Verde rappresenta l’evoluzione dell’azienda agroalimentare fondata nel 1991 dai fratelli Giuseppe e Domenico Battagliola seguendo una solida tradizione familiare. Produce con marchi della grande distribuzione e con il proprio brand ombrello, Dimmidisì. In pochi anni ha saputo raggiungere i vertici del mercato nazionale dell’ortofrutta fresca e pronta al consumo e dei primi piatti pronti freschi. Un successo che deriva da un’offerta caratterizzata da un prodotto innovativo, all’insegna della freschezza e con un alto contenuto di servizio. .  
   
   
MENO BUROCRAZIA NELLA GESTIONE DEL VIGNETO VENETO  
 
Altra bella spazzolata alle incombenze e difficoltà burocratiche in agricoltura. L’ha data la giunta veneta, su iniziativa del vicepresidente, che ha definito le linee guida per Avepa per rendere più semplice e meno complicata la vita ai vitivinicoltori. “Il settore vitivinicolo è diventato emblematico dell’accavallarsi di disposizioni burocratiche da parte dell’Unione Europea – ha fatto presente il vicepresidente – finalizzate a far fronte alle cicliche crisi di mercato del settore ma di fatto tradotte in discipline sempre più stringenti , limitazioni, obblighi, adempimenti, procedure, complessità, al punto che ne ha risentito anche la normale attività produttiva”. L’iniziativa adottata oggi, che si aggiunge alle semplificazioni già attivate negli ultimi due anni, si propone di assicurare disponibilità ed accessibilità dei dati di riferimento di ciascun soggetto interessato per la compilazione ed il controllo delle diverse comunicazioni; prevede l’utilizzo del meccanismo cosiddetto del “silenzio assenso“; garantisce la partecipazione dell’utente al procedimento amministrativo, reso trasparente in ogni sua fase tramite sistema informativo. La semplificazione riguarda i procedimenti di estirpazione/reimpianto anticipato; l’acquisto dei diritti di reimpianto; l’aggiornamento dello schedario vitivinicolo veneto (Svv, che non sarà composto solo da informazioni “numeriche” ma anche da cartografia digitalizzata con le informazioni su aree Doc e Ig); gli albi, gli elenchi e il cambio di conduzione; la tempistica; l’utilizzo delle informazioni presenti nello schedario stesso. “Con tale iniziativa ancora una volta il Veneto ha anticipato il resto d’Italia – ha sottolineato il vicepresidente della giunta – e l’interessato potrà conoscere l’iter amministrativo delle proprie pratiche direttamente dal computer di casa. Inoltre non dovrà più dichiarare ogni volta i dati che lo riguardano ma li attingerà direttamente dalla banca dati di Avepa. L’agenzia dal canto suo, in collaborazione con gli uffici regionali, dovrà ora “tradurre” i contenuti della decisione in procedure informatiche semplici e facilmente accessibili”. .  
   
   
PRIMAVERA DEL PROSECCO DOCG. PER LA NUOVA EDIZIONE NOVITÀ DA PRIMATO  
 
Treviso - Si è svolta il 16 Febbraio la conferenza stampa di presentazione della Primavera del Prosecco, edizione 2010. In questa occasione sono stati presentati anche il logo e il nome rivisitati recentemente. Erano presenti il presidente della Provincia di Treviso Leonardo Muraro, il vicepresidente e assessore al Turismo Floriano Zambon, l´assessore all´Agricoltura della Provincia di Treviso Marco Prosdocimo, il coordinatore del comitato organizzatore e presidente dell´Unpli Treviso Giovanni Follador e il presidente di Altamarca Giampiero Possamai. In occasione della conferenza stampa è stato presentato il nuovo logo scelto per la Primavera Prosecco Docg che andrà a disegnare la nuova immagine della manifestazione nell’anno che vedrà il Prosecco diventare ufficialmente Superiore “La primavera del prosecco è anche una grande occasione di marketing territoriale, cin tengo a ricordarlo ad ogni occasione possibile. Si tratta, infatti, di un evento che ormai si è consolidato a livello nazionale. Una manifestazione dall´alto valore turistico che da quest´anno cambia nome e logo: ‘Sui colli di Conegliano e Valdobbiadene – Primavera Prosecco di Docg’: un giusto riconoscimento al nuovo status del Prosecco. Questo restyling ha il pregio di identificare chiaramente il territorio storico di produzione del Prosecco, un prodotto di punta non solo per il territorio, ma in generale per la produzione made in Italy. Infatti, il Prosecco è oggi leader anche nei mercati statunitensi e in Asia” ha commentato il presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro. Nel suo intervento il vicepresidente della Provincia di Treviso, Zambon ha ricordato che “la Primavera del Prosecco è una manifestazione importante anche dal punto di vista turistico. La stessa zona geografica riconoscibile nell’Alta Marca, dove si svolge l’evento, è riconosciuta dal piano territoriale turistico come una delle aree trevigiane di grande valore attrattivo. Il turismo enogastronomico va indiscutibilmente legato al nome dei vini del territorio affinché ci sia armonia nella comunicazione e promozione del territorio”. “Un logo tutto nuovo che interpreta la nascita della Denominazione di Origine Controllata e Garantita per il vino Conegliano-valdobbiadene Prosecco Docg capace di legare sempre più la manifestazione al territorio di produzione. – spiega il Coordinatore Giovanni Follador – Abbiamo deciso di dare vita ad un restyling capace di focalizzare, con poche parole, concetti chiave quali: territorio storico di produzione, vino dalle eccezionali qualità e accoglienza unica tra paesaggi e storie da raccontare. ” “Siamo stati i primi a lanciare un importante segnale: un nuovo nome che comprende un’area geografica maggiormente estesa. Infatti, oggi il nome Prosecco deve avere un´area di identificazione, la Conegliano-valdobbiadene Docg” ha aggiunto l’assessore provinciale all’Agricoltura, Marco Prosdocimo. Con l’occasione è stata presentata alla stampa la 4^ edizione del Premio Giornalistico Primavera Prosecco Docg, curata come ogni anno dalla segreteria di Altamarca: “Anche quest’anno - ha spiegato Gianpietro Possamai , presidente di Altamarca e della Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane - il Comitato Organizzatore ha deciso di riconoscere con questo concorso i migliori articoli e servizi giornalistici che hanno per oggetto il territorio dell’Altamarca Trevigiana con uno scopo in più quello di comunicare la specificità di un territorio unico vocato alla produzione del Prosecco Superiore. Il concorso, riservato a giornalisti italiani e stranieri iscritti all’Ordine, intende sviluppare un’ulteriore azione di promozione dell’evento Primavera Prosecco Docg attraverso la forza comunicativa e conoscitiva dei media. Le modalità di adesione verranno comunicate prossimamente”. .  
   
   
CUNEO - PRESENTAZIONE RICERCA MARKETING DEL VINO  
 
Lunedì 22 febbraio 2010 ore 9. 30, presso la Sede di Alba della Camera di Commercio di Cuneo, avrà luogo la presentazione della ricerca di mercato sul marketing del vino italiano in Asia e Sudafrica, realizzata dalla Camera di Commercio italiana in Cina. Lo studio illustrerà attraverso interviste mirate con gli operatori della filiera vinicola, le potenziali opportunità per le aziende del settore vitivinicolo in India, Cina, Singapore, Thailandia, Hong Kong e Macao, India e Sudafrica. Ampio spazio è dedicato sia alla presentazione del bacino di consumo locale che a informazioni e consigli utili in fase di trasporto, sdoganamento, etichettatura e distribuzione del prodotto. .  
   
   
MONTE ROSSA FEBBRAIO 2010: ANTEPRIMA NELL’ANTEPRIMA CABOCHON ‘05 DI MONTE ROSSA A CHIANTI CLASSICO COLLECTION  
 
Assaggio in anteprima del Cabochon vendemmia 2005 alla serata di Gala del Chianti Classico in programma per il 16 febbraio a Firenze. Emanuele Rabotti, titolare di Monte Rossa, vuole offrire in esclusiva il Cabochon che sarà presentato ufficialmente solo alla prossima edizione del Vinitaly 2010. Il Cabochon ’05, infatti, per scelta del produttore è rimasto un anno in più, oltre i dovuti tre, sui lieviti. “Spostare di un anno l’uscita – spiega Emanuele Rabotti - è stata, soprattutto in questo periodo, una scelta impegnativa, non meno della decisione di non produrre il Cabochon nei successivi due anni, il 2006 e il 2007. Ma il Cabochon deve essere un prodotto perfetto, senza compromessi. Nutro un profondo rispetto per chi si avvicina ai miei vini, per questo mi impegno per offrire una qualità sempre più alta e dare sempre più piacere, gioia di appagare il gusto e lo spirito”. “La presenza del Cabochon ‘05 alla grande degustazione in Anteprima di Chianti Classico – prosegue Rabotti – vuole mantenere il tono di grande livello qualitativo e di immagine di grande prestigio della Chianti Classico Collection, dare un contributo all’immagine dell’eccellenza italiana e rafforzare la testimonianza di un Made in Italy del vino che coniuga l’attenzione per una terra straordinaria a lavorazioni in cantina rispettose della materia prima”. La vendemmia 2009 del Cabochon, invece, non potrà essere assaggiata che nel 2014, quando il vino potrà essere liberato dai lieviti che per 4 lunghi anni avranno lavorato per esaltare i profumi e la struttura di uno tra i più grandi vini italiani rifermentati in bottiglia. La Maison Monte Rossa produce anche l’esclusivo Satèn, marchio per eccellenza di vino morbido e vellutato; la Prima Cuvée fresco ed essenziale; il generoso Pr, un blanc de blanc raffinato e avvolgente e l’Extra Brut, che sarà presentato a Vinitaly, essenza stessa del vino originale e descrittore di quel territorio così unico e inconfondibile che è la Franciacorta. La Stazione Leopolda, ospiterà il 16 e il 17 febbraio 2010 la manifestazione curata dal Consorzio del Chianti Classico “Collection” per la presentazione delle anteprime della vendemmia toscana 2009 e delle ultime annate da poco immesse sul mercato. L’evento è un appuntamento ormai fondamentale nel processo di affermazione dei vini italiani per giornalisti e professionisti del settore enogastronomico provenienti da tutto il mondo. .