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Notiziario Marketpress di Mercoledì 22 Aprile 2015
TERAPIA PER L’AUTISMO A DOMICILIO  
 
 Bruxelles, 22 aprile 2015 - Per un bambino che soffre di autismo, una terapia che comporti continui spostamenti avanti e indietro tra casa e l’ospedale può essere difficile da gestire. Non solo, ha anche molti altri svantaggi: marginalizza il potenziale ruolo dei genitori nell’aiutare i propri figli, non riesce a riflettere comportamenti della vita reale, non è abbastanza intensiva e non considera le particolarità di ogni paziente. Non meno importante è il fattore economico, che costituisce un grave peso per la società, poiché il numero di bambini cui viene diagnosticato l’autismo continua a crescere ogni anno e non è ancora stata scoperta una cura. Tenendo conto di tutti questi problemi, l’equipe del progetto Michelangelo (“Patient-centric model for remote management, treatment and rehabilitation of autistic children”), finanziato dall’Ue, ha passato gli ultimi cinque anni lavorando a soluzioni per valutare e curare l’autismo a casa, al di fuori dell’ambiente ospedaliero. Il progetto ha sviluppato: una serie di tecnologie pervasive basate su sensori per effettuare misurazioni psicologiche come il battito cardiaco, l’indice di sudorazione e la temperatura corporea; sistemi basati su videocamere per monitorare i comportamenti osservabili e registrare le reazioni del cervello agli stimoli dell’ambiente naturale e algoritmi che permettono la caratterizzazione delle anomalie delle onde cerebrali specifiche allo stimolo. Queste tecnologie permetteranno una terapia personalizzata e, cosa altrettanto importante, daranno ai genitori il ruolo di co-terapeuti, aiutandoli a capire meglio i propri bambini e a prendersi cura di loro in modo adeguato. Silvio Bonfiglio è il coordinatore del progetto Michelangelo, un ruolo che gli è stato attribuito in ragione della sua considerevole esperienza nell’imaging medico, le soluzioni interattive, le interfaccia utente, i punti di assistenza mobili e l’e-health. In questa intervista sottolinea i principali risultati del progetto e spiega i suoi piani per portarli ai pazienti entro il 2017. Quali sono i principali obiettivi del progetto? Intendiamo spostare le terapie di bambini con “Disturbi dello spettro autistico” (Dsa) dal contesto clinico a un “più naturale” ambiente domestico. Qui saranno usate tecniche di nuova progettazione e non invasive per assicurare una valutazione tempestiva dell’evoluzione della malattia, un adattamento rapido e una personalizzazione della terapia. Tra queste ci sono l’uso e il contributo al progresso di nuove tecnologie come la visione computerizzata, un monitoraggio con “elettroencefalogramma” (Eeg) e “elettrocardiogramma” (Ecg) non invasivo e indossabile, analisi dei movimenti oculari, robotica, elaborazione di segnale e immagine, ecc. In secondo luogo, il progetto intende contribuire alla ricerca sui Dsa, che è ancora agli inizi, e aprire nuove opportunitΰ nel campo delle “terapie personalizzate”. Cosa vi ha portato a fare ricerca in questo settore? Secondo gli studi recenti, la prevalenza dell’autismo è in aumento - in Europa si registra un caso ogni 86 bambini. Questa tendenza ha un considerevole impatto sociale ed economico, con pesanti conseguenze non solo per il paziente ma anche per tutti i membri della famiglia. Il costo medio a vita per una persona affetta da autismo a basso funzionamento è stimato tra i 5 e i 6 milioni di euro. Il nostro progetto si basa sul riconoscimento scientifico che l’efficacia della terapia dell’autismo potrebbe essere migliorata di molto mediante una diagnosi precoce e un programma educativo tempestivo e intensivo svolto quando la plasticità del cervello del bambino è al massimo livello e da una programmazione e una fornitura di protocolli d’intervento personalizzati. Ci aspettiamo che la nostra tecnologia contribuisca alla realizzazione e al successo di questa strategia. Quali sono, secondo lei, i principali vantaggi di un intervento a domicilio rispetto a esperimenti in laboratorio? Spostando la terapia dell’autismo dall’ambiente clinico a quello domestico, l’approccio di Michelangelo aiuterà a superare i principali punti deboli delle attuali pratiche di gestione dei Dsa. Sappiamo per certo: che il “contesto artificiale” dell’ambiente di laboratorio genera risultati che non riflettono i comportamenti della vita reale, che il fatto che la terapia non sia abbastanza intensiva – solo 1 o 2 sessioni terapeutiche a settimana – ne limita gli effetti benefici e che essa comporta una scarsa personalizzazione del protocollo d’intervento. Per fare un esempio, una mappa cerebrale ottenuta tramite un elettroencefalogramma (un’analisi del Qeeg quantitativo) potrebbe dare informazioni utili. Sfortunatamente, il carattere invasivo dei sistemi attualmente usati (sistemi di Eeg ad alta densità) induce errori sia sistematici che non sistematici nel risultato sperimentale, eludendo la vera natura del comportamento delle onde cerebrali e della connettività. Michelangelo riduce al minimo tali errori ed effetti di modulazione rendendo il sistema di registrazione pervasivo in natura in modo che i pazienti diventino “inconsapevoli” della sua presenza. Allo stesso modo, un set di sensori indossabili e non-invasivi agevola il monitoraggio dei parametri di Eeg, permettendo quindi il rilevamento tempestivo di cambiamenti comportamentali ed emotivi nel bambino (per es. Stato di ansia, mancanza di coinvolgimento/attenzione, ecc.). A questo riguardo, la sfida del progetto consisteva nel raggiungere il miglior compromesso tra la non invasività e la precisione delle misurazioni che è stato ottenuto per mezzo di nuovi algoritmi che eliminano in modo efficace gli errori e soluzioni intelligenti per l’elaborazione, la fusione e l’estrazione delle caratteristiche dei dati. Inoltre, l’intervento a domicilio promette di migliorare la qualità generale delle cure e certamente la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie (meno spostamenti in centri specializzati, meno ore di lavoro perse, ecc.). Come funziona esattamente il sistema di Michelangelo? Michelangelo propone un approccio che comprende quattro fasi principali: la caratterizzazione del bambino autistico in un ambiente controllato presso il centro medico (la “stanza Michelangelo”), la definizione di un protocollo di intervento incentrato sul paziente sulla base di giochi seri, l’intervento terapeutico a casa per mezzo di sensori fisiologici, l’adattamento dell’intervento terapeutico sulla base delle informazioni raccolte (incontri a distanza e formazione) e una valutazione periodica svolta in ospedale, con esami di laboratorio avanzati basati su nuovi metodi sviluppati nell’ambito del progetto. Lei ha affermato che questo metodo sarà più conveniente in termini economici rispetto agli esperimenti in laboratorio. In che senso? L’approccio di Michelangelo associa una terapia intensiva – non più limitata a un paio di ore a settimana nello studio del terapeuta o in ospedale – con una convenienza economica dovuta all’automatizzazione e a un intervento minimo e senza soluzione di continuità da parte del medico. Un altro beneficio fondamentale deriva da interventi terapeutici precoci, che portano anch’essi a un risparmio economico. Come è stato osservato dal Sistema europeo per l’informazione sull’autismo, “più tardi si interviene nella vita del bambino affetto da questo disturbo, maggiore è il tempo e maggiori sono i costi dell’assistenza medica e dei servizi di sostegno.” Infine – come già detto – l’approccio a domicilio comporta vantaggi evidenti per le famiglie, riducendo la frequenza dei viaggi verso centri specializzati esterni e il numero di ore di lavoro perse. Michelangelo offre inoltre uno strumento per una migliore produttività e sostegno dei professionisti sanitari durante le sessioni terapeutiche con il bambino nel centro sanitario. Quale sarà il ruolo dei genitori in questo contesto? Trasferendo l’intervento terapeutico dall’ospedale alla casa, Michelangelo dà importanza al ruolo di genitori ed educatori e promuove la collaborazione tra questi e gli operatori sanitari. Nell’approccio di Michelangelo, fungeranno da “co-terapeuti” e parteciperanno al processo di assistenza. Un’idea che spicca nel sito web del progetto è l’osservazione che ogni bambino è unico. In che modo il vostro sistema tiene conto di tale unicità? Ogni bambino è “unico con problemi ed esigenze uniche”. Le terapie devono quindi essere create su misura per questa realtà. Come sottolineato da alcuni ricercatori, due persone di pari età, genere, Qi, uso di farmaci e diagnosi possono rispondere in modo molto diverso alla stessa terapia. Sfortunatamente ci sono ancora molti interrogativi in sospeso poiché si sa molto poco su come personalizzare i protocolli di terapia per i Dsa. Michelangelo propone un modo quantitativo di valutare la connettività del cervello di un bambino specifico, nel momento in cui sta portando a termine un compito, per determinare come reagisce la connettività all’intervento terapeutico e per definire se una terapia personalizzata possa produrre cambiamenti strutturali del cervello rimuovendo o riducendo le debolezze di connettività. Un altro punto fondamentale è che bambini diversi hanno atteggiamenti, esigenze e reazioni diverse alle terapie. Monitorando i loro parametri psicofisici si potrebbe adattare la terapia per quanto possibile alle loro esigenze, massimizzare l’efficacia e minimizzare i possibili inconvenienti della terapia. Allo stesso modo, in Michelangelo abbiamo dimostrato come il segnale dell’Ecg nei bambini autistici e nei bambini con uno sviluppo tipico estrae caratteristiche significativamente diverse, nel campo tempo e frequenza, nel riferimento e durante un compito specifico. Abbiamo sviluppato una piattaforma di monitoraggio indossabile e non invasiva che riduce al minimo l’invasività dell’approccio. Questa soluzione aiuta i terapeuti nella diagnosi di Dsa e costituisce un modo molto affidabile e oggettivo per valutare lo stato psicofisiologico del bambino e di adattare la terapia il meglio possibile. Quando prevedete che la tecnologia sarà messa a disposizione dei pazienti? Ci sono potenziali partner interessati? Lo studio esplorativo eseguito nell’ambito del progetto in Francia e Italia ha fornito la prova di concetto dell’approccio sviluppato da Michelangelo. Adesso, saranno necessari studi clinici più intensivi per avere una piena convalida medica e contemporaneamente è necessario pianificare attività di sviluppo per perfezionare e industrializzare le soluzioni. Considerando tutto ciò, crediamo che l’introduzione sul mercato delle soluzioni di Michelangelo possa avvenire tra due anni, nel 2017. I terapeuti e i medici di centri medici specializzati hanno già mostrato interesse verso la novità sia dell’approccio nel suo insieme che del nostro sistema basato sulle Tic, riconoscendone all’unanimità i vantaggi in termini di efficienza, diagnosi e valutazione più accurate e qualità delle cure. Anche i genitori dei bambini che hanno partecipato allo studio esplorativo erano interessati, il che è davvero positivo.  
   
   
TRIESTE: L´OSPEDALE INFANTILE BURLO GAROFOLO RESTA IRCCS SARÀ COMPITO DEL NUOVO DG RILANCIARE ALTA SPECIALITÀ E RICERCA  
 
Trieste, 22 aprile 2015 - E´ imminente la nomina del nuovo direttore generale dell´Ospedale per l´Infanzia Burlo Garofolo di Trieste, contestualmente a quella del dg del Cro di Aviano. Lo ha ribadito l´assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca, che in audizione questa sera al Consiglio comunale di Trieste, ha spiegato come il nuovo direttore generale, che sarà scelto tra le professionalità presenti nell´elenco regionale dei manager idonei a tale incarico, avrà il mandato preciso di mantenere e consolidare il ruolo del Burlo, rilanciarne le attività di alta specializzazione che consentono di sviluppare la ricerca scientifica, strettamente collegata alle attività cliniche. Telesca ha dunque chiarito, ancora una volta, che il Burlo deve rimanere un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, pienamente integrato nella programmazione sanitaria del Friuli Venezia Giulia, come del resto ampiamente contemplato nella legge di riforma della sanità regionale. "Nella prossima seduta di Giunta, in programma venerdì - ha annunciato - approveremo una delibera in cui, per quanto di competenza, confermiamo il ruolo del Burlo come Irccs". Una decisione propedeutica ad analoga decisione da parte del ministero della Salute, cui compete il definitivo via libera. Nel suo intervento l´assessore ha anche fatto riferimento all´attrattività della struttura, anche extraregionale , che va "perseguita e mantenuta, puntando proprio sulla iperspecializzazione che caratterizza una struttura che non è solo un ospedale materno infantile". In merito alle preoccupazioni espresse su posti letto, Telesca ha precisato che "il Burlo è interessato, come tutte le altre strutture ospedaliere regionali, ad un percorso di contenuta riduzione, in linea con la riforma che punta allo spostamento di alcune attività non di alta specializzazione sul territorio".  
   
   
SI SPOSTANO I RADIOLOGI, NON I PAZIENTI. UN TEAM UNICO DI AOU CAREGGI E ASL 10 RADIOLOGIA INTERVENTISTICA, CAREGGI E L’ASL 10 CREANO UN UNICO TEAM DI MEDICI PER GLI OSPEDALI DELL’AREA FIORENTINA  
 
Firenze, 22 aprile 2015 - Un team di radiologi interventisti in grado di spostarsi in tutti gli ospedali dell’area fiorentina a richiesta delle varie strutture nel momento in cui ci sono casi urgenti. Il team è stato messo a punto dall’Azienda ospedaliero universitaria di Careggi e dall’Azienda sanitaria di Firenze per far fronte a quelle situazioni in cui in sala operatoria è indispensabile ci sia, oltre alla tradizionale equipe chirurgica, anche un radiologo in grado di guidare le apparecchiature e svolgere metodiche come la fluoroscopia, la Tac, l’angiografia o l’ecografia per mezzo delle quali è possibile portare a termine delicate operazioni per via percutanea e mininvasiva. Proprio la radiologia interventistica, infatti, che in questi ultimi anni ha avuto uno forte sviluppo legato al progresso delle tecnologie di immagine, consente oggi di effettuare interventi diagnostici o terapeutici particolarmente importanti nella cura dei tumori e delle loro complicanze, ma svolge un ruolo fondamentale anche nel campo dell’urgenza, in particolare dei traumi, soprattutto stradali, quando sono interessati i vasi arteriosi con il rischio di gravi e potenzialmente letali emorragie. In questi casi la radiologia interventistica vascolare agisce embolizzando il vaso lesionato e fermando tempestivamente l’emorragia. Fondamentale dunque avere 24 ore al giorno e 365 giorni all’anno radiologi preparati ed in grado di intervenire rapidamente in ogni circostanza nel presidio ospedaliero dove arriva il paziente. Finora questo non era possibile in maniera uniforme a livello metropolitano perché le competenze specifiche erano state concentrate e affinate prevalentemente a Careggi: un po’ per la vocazione dell’Azienda ospedaliero universitaria all’assistenza nel grande trauma, un po’ in relazione alla ricerca in ambito oncologico ed infine per una maggiore quantità di casi. Nel 2014, infatti, nell’Azienda ospedaliero universitaria sono state eseguite complessivamente oltre 6.000 procedure di radiodiagnostica interventistica, di cui circa 2.000 di natura terapeutica. Anche i pazienti con lesioni di competenza del radiologo interventista ricoverati in altri ospedali fiorentini, finora venivano spesso trasferiti a Careggi con tutte le difficoltà di trasporto relative a situazioni di urgenza, compresa, nella maggior parte dei casi, la necessità dell’assistenza costante di un anestesista, benché quasi altre 500 procedure siano state effettuate nel 2014 nei 3 ospedali della Asl 10. Ora, con l’accordo messo a punto dai direttori generali della due aziende fiorentine Aou e Asl diventa possibile non solo evitare disagi ai pazienti che non dovranno più essere trasportati, ma anche migliorare i tempi di intervento attrezzando gli ospedali con le tecnologie e competenze necessarie al supporto della radiologia interventistica. Il team composto da 6 specialisti – 4 di Careggi e 2 messi a disposizione dall’Azienda sanitaria di Firenze – opererà muovendosi fra gli ospedali di Careggi, Torregalli ed Annunziata e, in un secondo momento anche a S. Maria Nuova. Una prima sperimentazione avviata negli ultimi 30 giorni nelle more della definizione della convenzione, ha consentito di affrontare in urgenza 6 casi in loco, senza trasporto del paziente e tutti felicemente riusciti. La radiologia interventistica oggi è una disciplina caratterizzata da un´attenzione clinica sempre maggiore nei confronti dei pazienti. Il medico radiologo interventista è uno specialista capace di eseguire procedure mini invasive e di seguire il paziente nel periodo pre-operatorio e nel follow-up post-operatorio attraverso ambulatori dedicati. Questa innovazione organizzativa rappresenta un nuovo modello di collaborazione fra Careggi e l’Asl 10, basato sulla condivisione delle competenze mediche e sulla mobilità dei professionisti, nell’intento di portare le cure migliori al letto del paziente anche in condizioni di urgenza. Concentrare l’intensità assistenziale dove e quando serve è oggi possibile grazie agli investimenti che sono stati fatti in passato nella creazione di competenze professionali di alto livello che attualmente sono in grado di interagire con una rete ospedaliera all’altezza e in grado di fornire in modo omogeneo il necessario supporto strutturale.  
   
   
SANITÀ NEL LAZIO: IN VIGORE GLI ATTI AZIENDALI, SI CAMBIA PAGINA NEL SEGNO DELLA TRASPARENZA  
 
Roma, 22 aprile 2015 - Pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione n.32 i 14 atti aziendali delle Asl e Aziende ospedaliere del Lazio approvati nei giorni scorsi. Si tratta di documenti molto importanti, che ridisegnano caratteristiche e missione di ogni azienda, e che saranno operativi a tutti gli effetti di legge. Una nuova gestione del sistema sanitario regionale. I nuovi documenti introducono e impongono anche una azione di trasparenza essenziale per garantire una nuova gestione, più servizi per i cittadini e più certezze per tutto il personale. Il dispositivo di approvazione degli Atti aziendali prevede una finestra temporale in autunno, per procedere agli eventuali aggiustamenti. Ecco i documenti pubblicati. Nel supplemento n.1 del Burl sono pubblicati gli Atti delle Asl Rmb, F,d, H Viterbo, Rieti, Ares 118 e Azienda ospedaliera S. Giovanni. Nel supplemento n. 2 sono pubblicati invece i documenti delle Asl Roma E,c, G, Frosinone e Latina e quelli dell’Azienda ospedaliera S. Camillo. Nel prossimo Bollettino, che viene editato ogni dieci giorni, saranno ufficializzati gli atti dell’Inmi Spallanzani e dell’Ifo Ire/s. Gallicano. Un passaggio essenziale per il rinnovamento del sistema. L’entrata in vigore definitiva dei documenti è essenziale nell’eliminazione del 38% di Uoc, unità operative complesse, che passano da 1.774 a 1.090, con la conseguente riduzione delle relative posizioni dirigenziali, che passano da 1.123 a 656. “Con la pubblicazione sul Burl dei 14 Atti aziendali nella sanita laziale si volta pagina. Gli Atti restituiscono alle Aziende un modello organizzativo certo per operare, definiscono la loro fisionomia e il loro ruolo all’interno del sistema sanitario regionale – lo ha detto il presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: l’ultima volta era accaduto nel 2008”.  
   
   
NON AUTOSUFFICIENZA IN PIEMONTE: NEL 2015 AUMENTANO I FONDI - COSTRETTI A RICORSO TECNICO AL CONSIGLIO DI STATO PER SALVARE IL BILANCIO 2014 DELLA SANITA’  
 
Torino, 22 aprile 2015 - La Regione Piemonte presenta un ricorso tecnico al Consiglio di Stato per evitare che il bilancio 2014 della sanità venga sbilanciato dall’applicazione della sentenza del Tar che nei mesi scorsi individuava nella sua competenza il pagamento dei fondi per la non autosufficienza, già impegnati e saldati invece dall’assessorato alle politiche sociali. “Una decisione tecnica imposta dal Ministero dell’Economia per poter mantenere la strada dell’uscita dal piano di rientro dal debito sanitario - dichiarano gli assessori Antonio Saitta e Augusto Ferrari - alla quale però oggi la Giunta regionale ha affiancato una scelta politica forte, quella di incrementare di 15 milioni di euro del fondo sanitario la quota destinata alla non autosufficienza che sale così da 265 a 280 milioni di euro per l’anno in corso”. La novità di questa scelta è rilevante: “l´assegno di cura diventa vera alternativa al ricovero nelle residenze sanitarie assistenziali” aggiungono Saitta e Ferrari precisando che l’aumento della quota servirà anche a dare risposte alla domanda di assistenza sempre più crescente in Piemonte dove sono circa 16mila gli anziani in residenza a carico della Regione Piemonte e circa 8mila gli utenti in sistema di domiciliarità, con liste d’attesa aperte su entrambi i fronti. “Vogliamo consolidare la filiera della domiciliarità – spiegano gli assessori – in alternativa ai servizi di residenzialità e superare nei fatti la delibera n.26 del 2013 della Giunta Cota che aveva spezzato la sinergia tra sociale e sanitario”.  
   
   
BASILICATA: NASCERE IN SICUREZZA, RINNOVATO SISTEMA TRASPORTO NEONATALE SI CONTINUA A LAVORARE PER RENDERE PIÙ STRETTO IL COLLEGAMENTO TRA L´OSPEDALE POTENTINO ED IL RESTO DEL TERRITORIO  
 
Potenza, 22 aprile 2015 - Il Sistema di trasporto emergenza neonatale (Sten) è stato rinnovato. Sono state allestite anche nuove sale parto all’interno dell´ospedale San Carlo di Potenza. Il progetto Sten, integrandosi con lo Stam (Servizio di trasporto assistenza materna) - ha spiegato Sergio Schettini, direttore del Dipartimento Materno infantile del San Carlo - garantisce, tramite tre ambulanze attrezzate e dotate di personale competente, l´assistenza neonatale ai bimbi nati negli altri 4 punti nascita della regione da trasportare al San Carlo per determinate patologie, estendendo così all´intero territorio le potenzialità diagnostiche, terapeutiche e assistenziali della terapia intensiva dell´ospedale del capoluogo. Secondo l´assessore regionale alle Politiche della Persona, si tratta di innovazioni di grande civiltà che rendono sempre più sicuro, per le mamme e per i bambini, il percorso nascita nella nostra regione. Un obiettivo, quest´ultimo, a cui l´amministrazione regionale, in rete con le strutture sanitarie e gli operatori del settore, ha dedicato impegno e risorse, per risolvere le criticità del passato e rispondere nel migliore dei modi alle esigenze future. L´impegno continuerà senza sosta per rendere più stretto il collegamento tra l´ospedale potentino ed il resto del territorio, inserendo nella rete anche i consultori, strutture strategiche che agiscono in un momento antecedente a quello della nascita.  
   
   
SALUTE: SERRACCHIANI, RISPETTIAMO IL CRONOPROGRAMMA DELLA RIFORMA  
 
 San Vito al Tagliamento, 22 aprile 2015 - L´inaugurazione del parcheggio a servizio del polo socio sanitario di San Vito al Tagliamento e l´avvio del cantiere per la ristrutturazione della parte a Sud dell´ospedale hanno fornito l´occasione alla presidente della Regione, Debora Serracchiani, per rilevare che l´Amministrazione sta rispettando i tempi per l´attuazione della riforma sanitaria. "Ci siamo dati - ha precisato la Presidente - dei cronoprogramma molto puntuali". "A San Vito al Tagliamento - ha aggiunto - non è la prima volta che veniamo, e abbiamo inaugurato altre realizzazioni importanti". "Oggi si è trattato - ha proseguito la presidente - di aprire al pubblico il parcheggio esterno dell´ospedale, realizzato nei tempi prestabiliti, che servirà anche agli altri presidi sanitari come la casa di riposo; ma che nel contempo ha consentito di rendere disponibili gli spazi necessari all´avvio del cantiere per la ristrutturazione dell´ospedale". "Opera - ha soggiunto - da completare entro due anni, con l´obiettivo di mettere in sicurezza il fabbricato, adeguarlo alle moderne esigenze, e renderlo idoneo a ospitare i servizi per i cittadini". "A San Vito al Tagliamento - ha insistito la presidente Serracchiani - c´è un sistema ospedale-territorio molto integrato e importante, ed è anche facilmente apprezzabile da parte dei cittadini, perché tutte le strutture che lo compongono sono raggruppate in un´unica area, ben accessibili, e si prestano a verificare i primi risultati della riforma". Dopo il taglio del nastro inaugurale, e l´avvio delle operazioni preliminari alla ristrutturazione dell´edificio, in particolare dell´area che ospiterà le rimesse delle autoambulanze, alla presenza delle autorità tra le quali il sindaco, Antonio Di Bisceglie, alla presidente Serracchiani, che era accompagnata dal vicepresidente della Giunta e assessore alle Attività produttive, Sergio Bolzonello, è stato illustrato il cronoprogramma dell´intervento sull´ospedale. Intervento, che comporterà una spesa di 9 milioni e 360 mila euro, e consentirà di mettere a disposizione, su una superficie complessiva di 6.400 metri quadrati, 36 posti letto per la degenza in chirurgia, 36 posti letto per la degenza in medicina, e 8 posti letto per la pediatria. Il progetto, che era stato presentato un anno fa alla popolazione di San Vito al Tagliamento, prevede il mantenimento delle caratteristiche principali del manufatto, che risale agli anni ´60, per ottimizzarne le caratteristiche. E´ previsto l´impiego di moderne tecniche antisismiche, mentre saranno impiegati accorgimenti e materiali che potranno assicurare un notevole risparmio nei costi energetici, sia d´inverno che d´estate.  
   
   
SANITÀ IN ABRUZZO: AL VIA ACQUISTO DI 170 DEFIBRILLATORI  
 
Pescara, 22 aprile 2015 - Via libera all´acquisto di 170 defibrillatori da assegnare ai Comuni abruzzesi. Lo annuncia l´assessore alla Programmazione sanitaria, Silvio Paolucci. "È indispensabile rafforzare la ´catena della sopravvivenza´ e aumentare la frequenza degli interventi di defibrillazione attuati nel soccorso territoriale per arresto cardiaco - spiega l´assessore - e per questo abbiamo deciso di implementare il programma regionale di rianimazione cardio-polmonare e di defibrillazione precoce, finalizzata a raggiungere di una maggiore capillarità della diffusione dei defibrillatori sul territorio regionale". Per questa ragione l´assessorato alla Salute, non appena insediato, nell´estate del 2014, ha avviato la rilevazione del fabbisogno di defibrillatori presso i Comuni abruzzesi, ricevendo la risposta di 170 amministrazioni locali. "Un dato estremamente positivo - aggiunge Paolucci - in quanto dimostra la sensibilità delle Amministrazioni comunali alla diffusione della defibrillazione precoce nella Regione Abruzzo. Ecco perché abbiamo deciso di implementare il programma regionale di diffusione di questa strumentazione attraverso l´acquisto di ulteriori 170 defibrillatori semiautomatici e la relativa formazione degli incaricati all´utilizzo, in media 6 persone per ogni Comune. I defibrillatori saranno distribuiti ai Comuni e resi fruibili alla cittadinanza, e verranno integrati con il sistema dell´emergenza urgenza territoriale 118, a completamento e rafforzamento della rete dell? emergenza urgenza: saranno ´georeferenziati´, localizzati sul grande schermo delle centrali operative 118 ed entreranno a pieno titolo tra le risorse utilizzabili per il soccorso nella rete dell? emergenza urgenza. Inoltre qualora altri Comuni dovessero aderire all´iniziativa siamo pronti a dare da subito risposta positiva". Per l´anno 2015 sono state già reperite le risorse aggiuntive, con una quota di finanziamento più alta rispetto al passato, ovvero 560 mila euro rispetto ai 300 mila del 2014.?