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Notiziario Marketpress di Mercoledì 19 Dicembre 2012
LA COMMISSIONE EUROPEA ASSEGNA 1,2 MILIARDI DI EUR PER DARE IMPULSO A 23 PROGETTI INNOVATIVI SULLE ENERGIE RINNOVABILI  
 
Bruxelles, 19 dicembre 2012 - Ieri la Commissione europea ha assegnato oltre 1,2 miliardi di Eur di finanziamenti a 23 progetti di dimostrazione altamente innovativi sulle energie rinnovabili nell´ambito del primo invito a presentare proposte per il cosiddetto programma di finanziamento Ner300. I progetti saranno cofinanziati con i proventi ottenuti dalla vendita di 200 milioni di quote di emissione tratte dalla riserva per i nuovi entranti (Ner – New Entrants Reserve) del sistema unionale di scambio delle quote di emissione. I progetti interessano un´ampia gamma di tecnologie delle energie rinnovabili: la bioenergia (compresi i biocarburanti avanzati), l´energia solare a concentrazione, l´energia geotermica, l´energia eolica, l´energia oceanica e la gestione delle energie rinnovabili decentralizzate (reti intelligenti). La Commissaria responsabile dell´Azione per il clima, Connie Hedegaard, ha dichiarato: "Quest´anno Natale è arrivato presto: la decisione odierna è un traguardo fondamentale per la politica unionale sul clima. Il programma Ner300 è sostanzialmente un meccanismo "Robin Hood" che costringe chi inquina a pagare per finanziare progetti di dimostrazione su vasta scala per nuove tecnologie a basse emissioni di carbonio. Le sovvenzioni per un importo di 1,2 miliardi di Eur (a carico degli inquinatori) stimoleranno l´erogazione di altri 2 miliardi di Eur provenienti da investimenti privati nei 23 progetti di dimostrazione delle tecnologie a basse emissioni di carbonio selezionati. Ciò aiuterà l´Ue a mantenersi all´avanguardia in materia di energie rinnovabili e a creare posti di lavoro ora e qui, nell´Unione europea". Una volta operativi, questi progetti determineranno collettivamente un aumento della produzione annua di energia rinnovabile in Europa di circa 10 Twh, il che corrisponde al consumo annuo di carburante di oltre un milione di automobili. Quel che più conta è tuttavia l´obiettivo di dimostrare efficacemente l´uso di tecnologie che contribuiranno in seguito a determinare un consistente incremento della produzione energetica da fonti rinnovabili in tutta l´Ue. Complessivamente i progetti vincitori genereranno alcune migliaia di posti di lavoro a tempo pieno durante la fase di avvio (i prossimi 3-4 anni); raggiunta la fase operativa, saranno assunti circa mille lavoratori a tempo pieno per 15-20 anni per mantenere in funzione gli impianti. Sono previsti effetti positivi in termini di crescita e di occupazione anche lungo la catena di approvvigionamento. I finanziamenti Ner300 copriranno fino al 50% dei "costi pertinenti" del progetto, ossia, in sostanza, fino al 50% delle spese supplementari sostenute rispetto alle tecnologie esistenti e sperimentate; la quota rimanente sarà coperta da investimenti privati e/o da ulteriori finanziamenti nazionali. I finanziamenti Ner300 saranno messi a disposizione su base annua, in funzione dei risultati dimostrati (il quantitativo di energia verde prodotta) e del possesso di requisiti in fatto di condivisione delle conoscenze. Purtroppo la decisione odierna non prevede alcun finanziamento per progetti in tema di cattura e stoccaggio del carbonio (carbon capture and storage - Ccs). I 275 milioni di Eur che erano stati destinati ai progetti in tema di Ccs nel primo invito restano disponibili per finanziare progetti nella seconda fase del programma Ner300. La Commissione intende procedere rapidamente al secondo invito a presentare proposte, che mobiliterà i fondi non spesi dal primo invito e gli introiti della vendita dei restanti 100 milioni di quote della riserva per i nuovi entranti. Il programma di finanziamento Ner300 è attuato dalla Commissione europea in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti (Bei), che contribuisce alla selezione dei progetti, alla vendita di 300 milioni di quote di emissione di carbonio del sistema unionale di scambio delle quote di emissione e alla gestione delle entrate. Per ulteriori informazioni: http://ec.Europa.eu/clima/policies/lowcarbon/ner300/index_en.htm  http://ec.Europa.eu/clima/funding/ner300/index_en.htm    
   
   
"COMMERCIALIZZAZIONE RAPIDA DI TECNOLOGIE PER L´ENERGIA SOSTENIBILE"  
 
Stoccarda, 19 dicembre 2012 - Il 10 e 11 dicembre 2012 si tiene a Stoccarda, in Germania, una conferenza intitolata "Rapida commercializzazione di tecnologie per l´energia sostenibile" (Rapid Commercialisation of Sustainable Energy Technologies). Sotto l´egida dell´Istituto europeo per l´innovazione e la tecnologia (Iet), la società tedesca Kic Innoenergy e la sua holding europea stanno organizzando e supportando processi di formazione e innovazione nei mercati energetici. Il loro obiettivo è di sviluppare ulteriormente gli studi universitari nel settore energetico e di accelerare il trasferimento dei risultati della ricerca ai nuovi settori commerciali di successo. Questo sarà particolarmente importante per l´inversione di rotta energetica tedesca. L´evento mira a colmare i divari in materia di innovazione nel settore delle energie sostenibili e di sviluppare nuovi settori e modelli commerciali, concentrandosi sul triangolo della conoscenza formato da ricerca, istruzione e innovazione. Le aziende attive nel settore energetico potranno incontrare i migliori ricercatori e accademici per discutere gli approcci innovativi alla gestione energetica sostenibile in Europa. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Kit.edu/visit/pi_2012_12289.php    
   
   
CENTRALE GARIGLIANO. RIUNIONE TAVOLO DELLA TRASPARENZA  
 
Napoli, 19 dicembre 2012 - Si è svolta il 17 dicembre a Napoli la riunione del Tavolo della Trasparenza per le attività di dismissione della Centrale del Garigliano. Lo rende noto l´assessore all´Ambiente della Regione Campania Giovanni Romano. Il Tavolo ha preso atto di ciò che Sogin ha comunicato circa le proprie attività, con particolare riferimento alle notizie riportate da alcuni organi di informazione relative all´apertura di un´inchiesta da parte della Procura di Santa Maria Capua Vetere. La Sogin ha evidenziato come tutte le attività svolte siano sottoposte a controllo preventivo e successivo degli organi di controllo, primo fra tutti l´Ispra. In base alle risposte fornite dalla Sogin, il Tavolo ha appreso che l´indagine in corso non riguarda il reato di disastro ambientale, ma violazioni del decreto legislativo n. 230/95 per le quali la sanzione è di tipo contravvenzionale. Il Tavolo, sulla base delle istanze dei Comuni e delle istituzioni territoriali rappresentate, ha chiesto alla Regione Campania di rendersi promotrice di una interlocuzione con il Procuratore Capo di Santa Maria Capua Vetere affinché, nel rispetto dei reciproci ruoli e in piena collaborazione con gli organi inquirenti, si possa fornire ai cittadini ulteriori informazioni in ordine alla legittima richiesta di sicurezza delle comunità locali.  
   
   
AMBIENTE; PER LO SVILUPPO DELL’UMBRIA BUONE PROSPETTIVE DALLA GEOTERMIA  
 
Perugia, 19 dicembre 2012 - In Umbria l´utilizzo di risorse geotermiche per la produzione di energia non è solo possibile, ma auspicabile, visto che il territorio presenta una situazione decisamente favorevole all´utilizzo della risorsa che potrebbe costituire un´importante fonte di sviluppo per la green economy nella regione: è quanto emerge dai primi risultati del progetto di ricerca "Studio delle potenzialità geotermiche del territorio regionale umbro", avviato lo scorso marzo dal Servizio risorse idriche e rischio idraulico della Regione Umbria, realizzato in collaborazione con le Università di Perugia e Pisa. "Dai primi risultati del progetto - ha spiegato l´assessore Rometti - emergono buone prospettive per l´utilizzo delle risorse geotermiche sul nostro territorio. In pratica la geotermia, intesa come utilizzo del calore terrestre per la produzione di energia sia termica che elettrica, risulta essere una delle più importanti fonti rinnovabili disponibili per i futuri fabbisogni energetici. Il progetto - ha sottolineato l´assessore - si concluderà nel marzo 2013, ma gli elementi già rilevati individuano situazioni favorevoli evidenziando come il territorio umbro sia interessato da risorse geotermiche significative, in particolare nel settore occidentale, indicativamente ad ovest del corso del Tevere, da Città di Castello a Todi, e da Todi fino alla zona di Narni". Lo studio evidenzia che le temperature valutate per queste aree variano tra i 100 e i 200 gradi, per profondità comprese tra i 2 mila e i 4 mila metri, mentre si possono raggiungere anche valori superiori ai 250 gradi a profondità intorno ai 5 mila metri. Elemento di ulteriore interesse è che le temperature entro i 4 mila metri sono collegate a serbatoi di rocce carbonatiche che presentano consistenti volumi di acque, rendendo particolarmente redditivi i processi di utilizzo geotermico di tali serbatoi. Questa peculiarità favorisce il possibile sfruttamento di tale patrimonio geotermico, basti pensare che la ben più conosciuta risorsa geotermica della Regione Toscana, pur avendo mediamente temperature più elevate, può essere utilizzata solo in parte non avendo un così consistente volume idrico disponibile. "Sulla base di tale potenzialità geotermica - ha riferito Rometti - possono essere valutati diversi sviluppi per l´utilizzo della stessa anche sulla base del fatto che esiste tutta una serie di utilizzi del calore proveniente dalla risorsa geotermica, dal teleriscaldamento all´utilizzo industriale e termale della risorsa". "L´umbria - conclude l´assessore - si trova in una posizione favorevole per l´avvio della filiera che, non solo può incrementare la quota dell´energia verde nel rispetto del protocollo di Kyoto e della direttiva europea sull´energie rinnovabili, ma anche permettere di ottenere una grande quantità di energia termica a basso costo permettendo di ridurre i costi energetici di utilizzo pubblico e quelli legati alle attività produttive e alle aziende agroalimentari, rendendole più competitive nel mercato globale. Infine, la geotermia potrebbe contribuire a rendere maggiormente autonomo dal punto di vista energetico il territorio regionale, mentre dal punto di vista occupazionale comporterebbe consistenti sviluppi occupazionali".  
   
   
MATERA - NO ALLE TRIVELLAZIONI DI PETROLIO NEL METAPONTINO  
 
Matera, 19 dicembre 2012 - No alle trivellazioni di petrolio sulla costa metapontina, ma pieno sostegno alla difesa del territorio e allo sviluppo sostenibile legato al turismo, all’ambiente e all’agroalimentare. La Camera di Commercio di Matera racchiude in questa posizione la ferma volontà a proseguire sulla strada della difesa e della valorizzazione delle risorse, a tutela delle popolazioni e degli imprenditori che hanno investito e intendono continuare a investire nelle risorse, che fanno della costa metapontina un’area dalle notevoli potenzialità di crescita. “Ancora una volta – ha commentato il presidente della Camera di Commercio di Matera, Angelo Tortorelli – occorre fare fronte comune per evitate che il futuro di un territorio sia bloccato e deturpato da azioni, che rischiano di alterare e stravolgere quanto è stato fatto nei decenni nel mondo agricolo, con le colture pregiate, e per il turismo con la nascita di strutture portuali, ricettive e di animazione. Il Governo deve considerare le effettive vocazioni della Basilicata, del Metapontino anche a tutela della salute delle comunità locali, revocando le autorizzazioni alle perforazioni. Per la costa jonica, e non solo, sarebbe un duro colpo alle opportunità di sviluppo che sono legate all’integrità di un territorio sano, unico, incontaminato e che proprio per questo va preservato dalle perforazioni petrolifere’’.  
   
   
CENTRALE A CICLO COMBINATO DI CANAPALE: VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE POSITIVA  
 
Firenze, 19 dicembre 2012 - Valutazione di impatto ambientale positiva per il progetto di centrale a ciclo combinato (245 megawatt) di Repower Produzione Italia. La decisione, che è stata presa dalla Giunta regionale toscana, riguarda il futuro impianto di Canapale, situato nel Comune di Pistoia. La delibera regionale giunge al termine di un iter iniziato fin dall’aprile 2011, quando la società Repower Produzione Italia aveva depositato in Regione la documentazione riguardante il futuro impianto che dovrà sorgere nell’area precedentemente occupata dallo stabilimento Radicifil. In precedenza era stato firmato anche un protocollo d’intesa (28 luglio 2010), volto alla reindustrializzazione dell’area e alla rioccupazione di parte dei dipendenti, che aveva visto protagoniste la Regione Toscana, la Provincia e il Comune di Pistoia e le parti sociali. Oggi il “Settore valutazione impatto ambientale – opere pubbliche di interesse strategico regionale”, conclusa l’istruttoria condotta in collaborazione con tutti i soggetti interessati (Regione, Arpat, Usl, Comuni interessati, Provincia, Autorità di Bacino) e dopo aver acquisito i relativi pareri ha espresso una valutazione positiva di “compatibilità” del futuro impianto. Del parere fanno parte integrante una serie di prescrizioni e raccomandazioni volte a superare ogni eventuale criticità. L’intero parere, con le relative prescrizioni e raccomandazioni, è stato tradotto in delibera dalla Giunta Regionale. Ora la società dovrà chiedere, prima di poter dare il via all’impianto, l’autorizzazione integrata ambientale (Aia) alla provincia di Pistoia.  
   
   
IL PARERE DEL CO.AER SUL DECRETO RINNOVABILI TERMICHE  
 
Milano, 19 dicembre 2012 - Le pompe di calore a ciclo annuale operano nel settore del riscaldamento, del raffrescamento e della produzione di acqua calda sanitaria e contribuiscono sia al miglioramento dell’efficienza energetica sia allo sviluppo delle energie rinnovabili; rientrano quindi a tutti gli effetti nelle priorità d’azione previste dalla Strategia energetica nazionale Sen, della quale il Conto Energia Termico dovrebbe essere una delle misure portanti per lo sviluppo delle rinnovabili. “Il Conto Energia Termico, come è stato proposto, è di scarsissima efficacia e non può favorire quello sviluppo del mercato ampiamente auspicato nella Sen. La sua remunerabilità rispetto all’investimento non è, infatti, il dichiarato circa 40% dell’investimento, ma molto meno.” E’ questo il parere del Co.aer, l’Associazione costruttori apparecchiature ed impianti aeraulici, dopo aver esaminato con attenzione lo schema del decreto ministeriale destinato a regolamentare gli incentivi per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili. Benché nel decreto si parli di incentivo sull’investimento, in realtà per le pompe di calore l’incentivo è calcolato sulla quantità di energia rinnovabile prodotta dall’impianto durante la stagione invernale e risulta variabile in funzione della zona climatica di installazione. “Dalle simulazioni che abbiamo effettuato - commenta Giampiero Colli, Segretario Co.aer - risulta ad esempio che, per le operazioni di sostituzione dell´impianto termico esistente con un impianto a pompa di calore, la remunerabilità è solo del 15-20% per le pompe di calore fonte aria e addirittura inferiore al 10% per quelle fonte acqua nella zona climatica E (Milano, Torino, Venezia, Bologna) e la situazione peggiora ulteriormente per le zone climatiche A-d.” Un altro dubbio espresso dal Co.aer riguarda l’esiguità dei fondi messi a disposizione ogni anno per l’incentivazione delle rinnovabili termiche: 700 milioni di euro per i soggetti privati e 200 per le pubbliche amministrazioni. “Come associazione che rappresenta i costruttori di sistemi a pompa di calore - conclude Colli - intendiamo mettere in atto tutte le iniziative possibili per apportare le necessarie modifiche alla bozza del decreto, in modo che il Conto Energia Termico diventi uno strumento veramente efficace in grado di sviluppare il settore delle pompe di calore, con una ricaduta positiva sulla nostra economia.” Al fine di eliminare gli ostacoli alla diffusione degli impianti di climatizzazione invernale utilizzanti pompe di calore elettriche, in particolare nel settore domestico, favorire gli obiettivi del Conto Energia Termico e ridurre le emissioni di inquinanti dai centri urbani, il Co.aer ribadisce la necessità di agire al più presto anche sulla tariffa elettrica, prevedendone una specifica, non gravata da oneri impropri, che agisca sui costi di funzionamento, riducendoli, e che possa compensare, in tutto o in parte, l’incentivazione gravante sulla fiscalità generale.  
   
   
TERREMOTO/EMILIA - LA REGIONE VARA UNA LEGGE SULLA RICOSTRUZIONE NEI CENTRI URBANI, NELLE ZONE PRODUTTIVE E RURALI: PROCEDURE SEMPLIFICATE, MIGLIORAMENTO DELLE PRESTAZIONI SISMICHE ED ENERGETICHE DEGLI EDIFICI TUTELANDO IL PATRIMONIO STORICO-CULTURALE.  
 
Bologna, 19 dicembre 2012 – Una disciplina speciale, semplificata nelle procedure ed essenziale nei contenuti, che consentirà di realizzare celermente il complesso degli interventi ricostruttivi, in particolare per quanto riguarda i centri storici e il territorio produttivo e rurale nelle aree colpite dal sisma. Sono gli obiettivi contenuti nella legge approvata ieri all’unanimità (con una astensione) dall’Assemblea legislativa della Regione Emilia-romagna. L’intervento normativo - salvaguardando il diritto dei cittadini alla ricostruzione degli immobili distrutti dal sisma, nelle condizioni e nel luogo in cui si trovavano - consentirà di accompagnare gli interventi di riparazione o ricostruzione con il miglioramento delle prestazioni sismiche ed energetiche degli edifici e della qualità urbana perseguendo la tutela del patrimonio storico-culturale. Per le opere e le infrastrutture pubbliche e per gli immobili pubblici e privati che costituiscono beni culturali la Giunta regionale predisporrà, d’intesa con il Commissario delegato, un programma specifico di interventi di ricostruzione. Soddisfazione è stata espressa dal presidente della Regione e commissario delegato per la Ricostruzione, Vasco Errani, che ha sottolineato come si tratti di “un altro significativo passo avanti nella difficile opera di ricostruzione. Questa normativa – ha aggiunto Errani – è frutto di un lavoro di tutti, perseguito con intensità per giungere a una legge equilibrata che risponda alle esigenze che si stanno manifestando in quei territori. Sappiamo che permangono delle fragilità sociali ma il nostro impegno, ribadito anche dall’Assemblea legislativa, è di non lasciare indietro nessuno, a partire dalle persone più in difficoltà”. “È una legge che ha l’obiettivo di fornire alle comunità locali, sindaci, cittadini e imprese uno strumento utile a risolvere i problemi in questa fase della ricostruzione – ha commentato l’assessore regionale all’Urbanistica, Alfredo Peri -. Una legge che ha l’ambizione di guardare alla ricostruzione delle stesse comunità, dei centri storici, delle zone produttive e di quelle rurali, sapendo che dovrà essere prodotto un miglioramento delle condizioni di vita e di sicurezza dei territori urbanizzati e delle infrastrutture, aiutando i cittadini e le imprese anche con procedure amministrative semplificate e accelerate, per riprogettare il proprio futuro in tempi veloci ma anche con qualità di risultato”. I centri storici Nei centri storici, nei nuclei storici non urbani e negli edifici vincolati dalla pianificazione, l’attività di ricostruzione dovrà essere finalizzata, quanto più possibile, alla conservazione dei tessuti edilizi preesistenti al sisma, con il miglioramento delle loro prestazioni sismiche ed energetiche. Viceversa, quando gli edifici siano completamente crollati (oppure danneggiati in modo gravissimo e dunque recuperabili solo attraverso interventi di demolizione e ricostruzione), la proposta di legge precisa che essendo venute meno le previgenti disposizioni di tutela previste dalla pianificazione urbanistica occorrerà ridefinire attraverso appositi atti del Consiglio comunale le trasformazioni ammissibili. Resta invariata l’eventuale disciplina urbanistica operante per la tutela dei caratteri peculiari dei tessuti storici, anche non urbani, in cui la nuova costruzione si colloca. Una specifica disciplina è prevista per gli aggregati edilizi da recuperare attraverso una progettazione unitaria degli interventi, stabilendo la necessità per il Comune di individuare le Unità minima di intervento (Umi), che dovranno presentare un’unica istanza di finanziamento e un unico progetto di riparazione e ricostruzione del complesso edilizio. Piano della ricostruzione La proposta di legge prevede anche la definizione di uno strumento urbanistico di natura operativa, il ‘Piano della ricostruzione’, diretto a disciplinare, in modo coordinato ed omogeneo, gli interventi attinenti alla ricostruzione, perseguendo nel contempo il miglioramento della funzionalità e qualità dei servizi urbani e una maggiore qualificazione del patrimonio edilizio, in termini di sicurezza ed efficienza energetica. Il Piano potrà stabilire la delocalizzazione degli edifici distrutti o danneggiati che risultino collocati in ambiti inidonei alla edificazione, per ragioni geomorfologiche o ambientali, ovvero da ricostruire in una diversa posizione per consentire di realizzare significative trasformazioni fisiche e funzionali dei tessuti urbani. La formazione e l’approvazione del piano avvengono con procedure estremamente celeri e semplificate. Riduzione dello sprawl nelle campagne Nel territorio rurale sono previste speciali disposizioni che consentono di ridurre la dispersione insediativa (sprawl), ammettendo l’accorpamento degli edifici rurali sparsi facenti parte di un’unica azienda agricola e la delocalizzazione nel territorio urbanizzato dei fabbricati non più funzionali all’attività agricola. Ci sarà anche la possibilità di modificare la sagoma degli edifici (non sottoposti a tutela) e ridurne la volumetria. Per gli edifici vincolati dalla pianificazione, che siano stati solo danneggiati dal sisma, la proposta di legge non ammette trasformazioni che ne compromettano il valore storico culturale o testimoniale. Prevede, inoltre, appositi incentivi per il fedele recupero degli edifici, da stabilirsi attraverso il Piano della ricostruzione. In assenza di tali misure premiali si prevede la possibilità di aumentare il numero delle unità immobiliari, se ciò risulti compatibile con la disciplina di tutela.  
   
   
REGIONE, CONFINDUSTRIA, ANCE E INGEGNERI FIRMANO INTESA PER PREVENZIONE ANTISISMICA EDIFICI A USO PRODUTTIVO.  
 
 Venezia, 19 dicembre 2012 - L’assessore regionale ai lavori pubblici, Massimo Giorgetti, il vicedirettore di Confindustria Veneto, Italo Candoni, il presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance) del Veneto, Luigi Schiavo e il presidente della Federazione degli Ordini degli Ingegneri del Veneto, Roberto Scibilia, hanno sottoscritto ieri un protocollo d’intesa finalizzato all’attuazione di azioni coordinate per favorire interventi di prevenzione, miglioramento e adeguamento antisismico degli edifici ad uso produttivo esistenti nel territorio regionale. “Il terremoto che ha colpito nel maggio scorso l’Emilia, interessando anche i confinanti territori del Veneto – spiega Giorgetti –, ha causato gravi lutti e ingenti danni al patrimonio edilizio pubblico e privato, evidenziando una debolezza diffusa dei manufatti destinati alle attività produttive. La firma dell’accordo di oggi deriva dalla necessità di mettere in atto un’efficace azione di prevenzione per scongiurare in futuro il ripetersi di situazioni tragiche come quelle vissute anche recentemente. Un’azione che nasce da una convergenza di intenti con le parti economiche e le organizzazioni professionali, con l’obiettivo di rendere più sicuro il territorio attraverso costanti verifiche statiche degli edifici e con investimenti mirati”. Lo scorso luglio Confindustria, Associazione Nazionale Costruttori Edili e Federazione Ordini Ingegneri del Veneto definirono una collaborazione per effettuare insieme delle verifiche sull’efficienza e la stabilità degli edifici produttivi esistenti ai fini sismici, a cui far seguire eventuali interventi di miglioramento o messa a norma strutturale. “Constatato che l’accordo, già attivo nel territorio, tra questi tre soggetti – spiega l’assessore Giorgetti – persegue e dà concretezza ai principi normativi e alle iniziative assunte fin dal 2003 dalla nostra Regione, abbiamo ritenuto utile sottoscrivere con loro un protocollo d’intesa che prevede ambiti più ampi di collaborazione per iniziative comuni, a tutela dei cittadini e dei lavoratori”. E’ prevista la costituzione di un tavolo di lavoro per definire iniziative finalizzate alla messa in sicurezza degli edifici, eseguire monitoraggi e screening gratuiti, avviare una campagna di informazione, promuovere la ricerca per l’innovazione tecnologica nel campo dei materiali e delle tecnologie costruttive, trovare soluzioni più efficaci e meno dispendiose per l’adeguamento antisismico degli immobili esistenti. “La nostra prospettiva – hanno sottolineato i sottoscrittori dell’intesa – è di coinvolgere in questa iniziativa ulteriori soggetti, quali gli Enti locali, le Università e altri Ordini professionali”. Da tutti, infine, è venuto l’auspicio che le iniziative finalizzate alla prevenzione, soprattutto in riferimento a edifici pubblici come le scuole, siano svincolate dai gravosi limiti e condizionamenti del patto di stabilità.  
   
   
URBANISTICA, MAGGIORI POTERI SUL PAESAGGIO. LIGURIA: NEL 2013 NUOVE REGOLE E NORME PIÙ SEMPLICI PER ENTI LOCALI  
 
Genova, 19 dicembre 2012 - In arrivo, nel 2013, una stretta nei confronti dei Comuni e delle Province in tema di paesaggio. La Regione Liguria si appresta a modificare l´attuale legge varata oltre vent´anni fa, ormai inadeguata, e a riprendersi la totale competenza degli interventi "strategici", dalle infrastrutture, a quelli nelle aree boscate, impianti di energia rinnovabile, centrali a biomasse. "Competenze che adesso sono frantumate, sarà una operazione di sintesi e di semplificazione che assegnerà alla Regione Liguria un ruolo decisivo nella tutela paesaggistica", ha anticipato l´assessore alla Pianificazione Territoriale e Urbanistica Gabriele cascino, a margine di uno scambio di auguri con i dirigenti e il personale del dipartimento. Una decisione legata anche alla modifica del codice del paesaggio e con il parere vincolante delle Soprintendenze, "dove tutto e tutti dovranno passare", aggiunge l´assessore. Sempre nel 2013 la Regione Liguria modificherà e semplificherà la legge urbanistica che sarà varata insieme con il nuovo Piano territoriale regionale (Ptr) orientato anche alla riqualificazione del paesaggio urbano che nell’attuale Piano paesistico della Regione Liguria è assente. Fra i punti del nuovo Ptr la salvaguardia e il rilancio delle aree e delle attività agricole per contrastare l´erosione e l´abbandono dei boschi. In agenda dell´assessore Cascino anche il potenziamento dei controlli degli interventi edilizi sulla costa.  
   
   
URBANISTICA: FVG, NUOVA LEGGE ENTRO FINE LEGISLATURA  
 
Udine, 19 dicembre 2012 - Si sviluppa attorno a 17 poli di primo livello ed a ulteriori possibili 11 sistemi territoriali locali/Stl (aree di aggregazione tra gli stessi poli decise dai Comuni) il Pgt-piano di governo del Territorio, cioè il nuovo strumento urbanistico del Friuli Venezia Giulia, che la Giunta Tondo intende approvare entro la fine di questa legislatura. Lo ha confermato ieri ad Udine l´assessore regionale alla Pianificazione territoriale, Riccardo Riccardi, aprendo i lavori della terza Assemblea di Pianificazione che, con la partecipazione di numerosi sindaci ed assessori comunali, ha il compito di analizzare e discutere i contenuti del Pgt del Friuli Venezia Giulia, chiamato a sostituire, con nuove regole e criteri, il Piano urbanistico Fvg del 1978. "E´ volontà della Regione - ha indicato Riccardi - andare ad approvare la nuova norma che disciplinerà il Piano di governo del Territorio, la nuova legge urbanistica regionale, entro la fine dell´attuale legislatura", mentre nella successiva legislatura i Comuni verranno chiamati a "disciplinarsi" in questa diversa architettura di aree vaste sovracomunali, in cui saranno le stesse Amministrazioni locali, Giunte e Consigli comunali, a gestire ed amministrare congiuntamente la conservazione e lo sviluppi dei propri territori. Dunque, come ha osservato l´assessore, una nuova architettura di sistema "che dobbiamo costruire assieme: in sede Anci i principi del Pgt sono già stati condivisi, il Consiglio delle Autonomie locali è stato meno concorde", ha sottolineato l´assessore il quale però si è dichiarato fiducioso che prevalgano le ragioni della necessità di assumere alcune importanti decisioni, lasciando da parte le contrapposizioni di parte.  
   
   
ECONOMIA, IL RAPPORTO 2012 DI UNIONCAMERE E REGIONE EMILIA-ROMAGNA: CALA IL PIL DEL 2,6% , TIENE L´EXPORT CHE SEGNA UN + 3,6% RISPETTO L´ANALOGO PERIODO DEL 2011. PROSPETTIVE DI SEGNO NEGATIVO ANCHE PER IL 2013: SOLO NEL 2014 SI IPOTIZZA UNA MODERATA RIPRESA.  
 
Bologna, 19 dicembre 2012 – Un anno particolarmente difficile, all’insegna della recessione e del terremoto che è andato a colpire un’area ad altissima densità di imprese. I numeri che misurano l’andamento del sistema produttivo emiliano-romagnolo nel 2012 sono quasi tutti di segno negativo: calo reale del Pil del 2,6 per cento, leggermente superiore a quanto previsto in Italia (-2,4 per cento), per le conseguenze del sisma ma anche domanda interna in sensibile diminuzione (-3,7 per cento), a causa dei concomitanti cali dei consumi delle famiglie (-3,3 per cento) e, soprattutto, degli investimenti (-7,5 per cento). È questo il quadro che emerge dal Rapporto sull’economia regionale 2012, presentato oggi a Bologna, realizzato da Unioncamere e Regione Emilia-romagna. «Occorre innanzi tutto – ha sottolineato l’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli - una nuova politica industriale: il carattere strutturale, profondo, di questa crisi, richiede qualcosa di più e di diverso da uno spostamento dell’asse della politica economica e cioè una diversa considerazione dello sviluppo e una diversa idea del modello di sviluppo. Si chiude un anno difficile, ma che evidenzia anche, che il sistema produttivo emiliano romagnolo, con l’export, è ancora tonico. Per uscire dal tunnel sosterremo con forza saperi, ricerca, innovazione valorizzando prodotti, produzioni e lavoro che guardano il made in Italy, il settore green e l’high tech». Se il 2012 è un anno di arretramento, le prospettive sono di segno negativo anche per il 2013 con ripercussioni su occupazione, tenuta delle imprese, ricchezza delle famiglie, sistema di welfare. Solo nel 2014 si può ipotizzare una moderata ripresa.«Il 2012 sarà ricordato – aggiunge il presidente Unioncamere Emilia-romagna Carlo Alberto Roncarati - come un anno di recessione per l’economia della nostra regione, stretta tra la crisi internazionale e il terremoto. Quanto è accaduto in risposta ai drammatici eventi sismici ci ha insegnato però che è possibile rialzarsi, ritrovando la coesione e la solidarietà come valori fondanti. Insieme è quindi la parola chiave per affrontare il futuro. Come istituzioni dobbiamo rigenerare l’entusiasmo impegnandoci in uno sforzo comune per accompagnare le imprese sotto vari profili: dall’accesso al credito con i confidi, alla semplificazione amministrativa, all’internazionalizzazione, all’innovazione, a favorire la nascita di reti di imprese per creare la massa critica giusta per affrontare il mercato». A novembre 2012, la consistenza delle imprese attive è diminuita tendenzialmente dell’1,1 per cento, consolidando la fase negativa in atto da inizio anno. Perdono terreno le società di persone (-1,2 per cento) e le ditte individuali (-1,8 per cento), mentre si rafforzano le società di capitale (+0,7 per cento) e le ‘altre società’ (+3,0 per cento). Il comparto manifatturiero è entrato in una spirale recessiva: per l’industria in senso stretto nei primi nove mesi male produzione (-4,0 per cento), fatturato (-3,8 per cento) e ordini (-4,3 per cento). Il settore delle costruzioni in difficoltà da oltre quattro anni, ancora non ne vede l’uscita: il volume d’affari ha subito una diminuzione del 2,2 per cento, mentre la produzione ha visto nettamente prevalere le imprese che hanno dichiarato cali. Le difficoltà maggiori hanno riguardato le imprese più strutturate, più colpite dalla frenata delle opere pubbliche. Il commercio al dettaglio ha registrato flessioni nelle vendite come mai avvenuto negli ultimi dieci anni, in correlazione con un andamento assai depresso dei consumi e dei redditi. Le situazioni più critiche sono state registrate nella piccola e media distribuzione (rispettivamente - 7,3 e - 6,6 per cento). La grande distribuzione ha evidenziato una relativa maggiore tenuta (-1,5 per cento). L’agricoltura, a sua volta, a causa della siccità estiva accusa una perdita importante, che la ripresa dei prezzi alla produzione non riuscirà quasi certamente a colmare e stenta a mantenere livelli di redditività soddisfacenti. L’emilia-romagna si contraddistingue per l’apertura ai mercati esteri: secondo i dati Istat, nei primi nove mesi del 2012 l’export è ammontato a circa 37 miliardi di euro, superando del 3,6 per cento l’importo dell’analogo periodo del 2011. La crescita dell’export tuttavia è meno elevata rispetto agli andamenti del 2011, ed anzi, è in calo negli ultimi mesi del 2012 a causa dei contraccolpi del rallentamento degli scambi mondiali. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, nei primi nove mesi tenuta dell’occupazione (+0,1 per cento). Il calo delle attività industriali in senso stretto (-2,7 per cento) è stato compensato dai miglioramenti degli altri rami di attività. Meglio le donne (+1,3 per cento) rispetto agli uomini (-0,8 per cento). A sostenere l’occupazione ha provveduto anche il largo impiego degli ammortizzatori sociali. Causa recessione e inattività imposta dal sisma, nei primi dieci mesi la cassa integrazione guadagni ha autorizzato circa 73 milioni e 390 mila ore, superando dell’11,4 per cento il quantitativo di un anno prima. E’ inoltre aumentato, tra gennaio e settembre, il ricorso alla mobilità (+6,0 per cento) oltre alle domande di disoccupazione (+40,6 per cento). Note negative per la disoccupazione, il cui tasso è previsto al valore record del 7,0 per cento, con la prospettiva di salire al 7,9 per cento nel prossimo anno. La crescita delle persone in cerca di lavoro, arrivate a circa 142.000, è dipesa dall’entrata nel mercato del lavoro di molti inattivi, cioè studenti, casalinghe e pensionati. Quello d’Emilia sarà ricordato anche come il primo ‘terremoto industriale’. Dove la densità delle imprese e delle industrie presenti nell’area del cratere è altissima. Qui si produce circa il 2 per cento del Pil nazionale ed è evidente che i danni alle strutture e il blocco produttivo di quell’area (33 Comuni nel cratere, 54 Comuni quelli individuati dal Decreto Legge) complessivamente ha inciso gravemente non solo sul Pil della nostra regione, ma dell’intera economia nazionale. I dati ufficiali parlano di danni complessivi per l’Emilia Romagna di oltre 12 miliardi di euro. Al momento sono state stanziate risorse complessive per oltre 9 miliardi di euro, di cui 6 miliardi solo per la ricostruzione.  
   
   
TONDO, SODDISFAZIONE PER RISULTATI FRIULIA  
 
Trieste, 19 dicembre 2012 - "Esprimo il massimo plauso per lo sforzo che, a regime, condurrà a ingenti risparmi sulle spese di gestione per il Sistema Friulia". Lo ha detto il presidente della Regione, Renzo Tondo, commentando gli esiti dell´assemblea dei soci della finanziaria regionale Friulia, che si è svolta  ieri a Trieste. L´assemblea ha approvato il bilancio 2011-2012, che chiude con un utile di 2,5 milioni di euro segnando il ritorno all´attivo dopo il bilancio in perdita dell´esercizio precedente. "Come è noto, la riduzione del debito e dei costi - ha aggiunto Tondo - è la missione fondante della mia azione di governo. Accolgo quindi con la massima soddisfazione i risultati e nello stesso tempo gli impegni espressi da Friulia". Il presidente Tondo ha anche commentato la decisione di coinvolgere il Veneto negli strumenti operativi di cui dispone Friulia: "Sul fronte del sostegno alle Piccole e medie imprese, che già registra un forte incremento nell´azione della finanziaria regionale, l´allargamento al Veneto di Friulia sgr permetterà di attivare una rilevantissima massa finanziaria di investimenti. Un altro importante esempio di virtuosa messa a sistema di risorse per il bene comune".  
   
   
OLTRE 13 MILIONI DI EURO STANZIATI PER IL SISTEMA VARESE  
 
Varese, 19 dicembre 2012 - Entrando nel dettaglio del preventivo approvato all’unanimità dal Consiglio Camerale, tra gli interventi economici e le attività istituzionali previsti per le imprese, la voce principale è quella relativa al credito, vera emergenza soprattutto per le pmi in questi anni che hanno fatto seguito all’esplosione della bolla finanziaria alla fine del 2008. La sola quota di risorse destinata ad agevolare l’accesso al credito, superiore ai 2 milioni di euro, dovrebbe infatti consentire a oltre 2.900 imprese di ottenere finanziamenti per un ammontare di investimenti pari a circa 33 milioni di euro. Di non meno rilievo è l’attenzione verso l’innovazione e l’internazionalizzazione, temi cruciali per la competitività d’impresa. In entrambi i casi le risorse messe a disposizione nell’anno che sta per avviarsi saranno intorno a 1.300.000 euro. In particolare, sul versante dell’internazionalizzazione grazie a quest’impegno finanziario sarà possibile aiutare le imprese che vorranno partecipare a fiere e missioni all’estero (sono state circa 600 nel 2012), organizzare incontri d’affari e meeting economici oltre alle sempre frequentatissime iniziative di formazione: sono state 10 quest’anno con un totale di oltre 1.212 partecipanti. Appare poi rilevante il dato che durante il 2012 in ben 3.700 casi le imprese varesine abbiano ricevuto una risposta qualificata dagli sportelli camerali alle loro richieste sui diversi argomenti che riguardano l’attività svolta sui mercati del mondo intero. Il tutto ben veicolato dal sito web www.Varesexport.it che la Camera di Commercio dedica a questi argomenti: le visite registrate sono cresciute nel corso di quest’anno, raggiungendo finora quota 72.027 (+15% rispetto al 2011). Tra le diverse attività rese possibili dall’approvazione del preventivo 2013, ci saranno il sostegno alle varie forme d’aggregazione d’impresa e alle produzioni tipiche nonché la continuità garantita a fiere di settore come Agrivarese, Artigianato Artistico e Borsa Immobiliare. Digitalizzazione, semplificazione, tutela del mercato e del consumatore sono altri filoni d’attività che caratterizzeranno l’anno. Un’attenzione particolare sarà poi riservata al rilascio della pec a oltre 37.000 imprese individuali che saranno obbligate a dotarsi della posta elettronica certificata entro il prossimo 30 giugno, così come ha previsto il Decreto Sviluppo approvato nei giorni scorsi. <<La discussione e il via libera a questo bilancio – riprende Renato Scapolan – ci conducono direttamente verso un altro traguardo importante. Sto parlando dell’avvio, subito in apertura di nuovo anno, del percorso che in un trimestre ci porterà all’approvazione del bilancio pluriennale 2013/17. Bilancio pluriennale nel quale potranno essere ridefinite e rimodulate le strategie di intervento della Camera di Commercio e conseguentemente le progettualità e i programmi, anche alla luce delle aspettative delle imprese e delle organizzazioni che le rappresentano>>. E’ il primo bilancio del nuovo Consiglio Camerale, quello che ha espresso la Giunta guidata dal presidente Renato Scapolan. Con l’approvazione da parte del “parlamentino dell’economia locale” del preventivo 2013, la Camera di Commercio potrà realizzare interventi, servizi e attività a favore del Sistema Varese per un valore di oltre 13 milioni confermando così la sua grande attenzione verso il mondo delle imprese e di tutti gli operatori economici del nostro territorio: <<Ci troviamo ad affrontare un nuovo mandato e un nuovo anno in un momento di grande incertezza istituzionale e politica, ma soprattutto di difficoltà generalizzata a livello economico – sottolinea lo stesso presidente Renato Scapolan –. Credo dunque che vada ancor di più apprezzato lo sforzo di una Camera di Commercio che si conferma “casa delle imprese e degli operatori” e mette a loro disposizione un cospicuo stanziamento di risorse. Quando si vivono momenti difficili, in una casa si fa ricorso a tutte le possibilità per aiutare nel migliore dei modi chi opera al suo interno. Ecco, approvando questo bilancio preventivo, vogliamo dare un segnale ben preciso alle imprese varesine, quelle di piccole e medie dimensioni allo stesso modo di quelle più grandi: devono sapere di poter sempre contare sulla Camera di Commercio!>>.  
   
   
GIOCATTOLI, IN CRESCITA L´EXPORT  
 
Milano, 19 dicembre 2012 - Tempo di Natale e tra i regali i giocattoli sono, quest’anno, la voce di spesa più importante per un milanese su sette. E i bambini incidono complessivamente sulle spese dei milanesi per le feste per circa 45 milioni di euro. Emerge da una stima e da un’indagine della Camera di Commercio di Milano attraverso Digicamere con metodo Cati su 273 milanesi a dicembre 2012. Ma proprio i prodotti destinati ai più piccoli possono essere potenziale fonte di rischio. Facile infiammabilità, scarsa resistenza alla rottura e allo strappo, tossicità, eccessiva rumorosità o indicazione errata delle fasce di età sono alcune tra le infrazioni contestabili a fabbricanti e importatori. Nei primi sei mesi del 2012 le esportazioni di giocattoli lombardi a livello mondiale crescono del 13% rispetto allo stesso periodo del 2011, passando da 46 milioni di euro ad oltre 52. Milano è prima con oltre 19 milioni di euro di export (37% regionale), seguita da Bergamo (17%) e Varese (12%). Per quanto riguarda le importazioni, nella prima metà dell’anno sono arrivati in Lombardia giocattoli per quasi 159 milioni di euro, provenienti per il 40% dalla Cina che si conferma il mercato di provenienza maggiore anche se in flessione del 32% in un anno. Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano su dati Istat al secondo trimestre 2012 e 2011. Le imprese del settore. Con 184 attività commerciali e 101 imprese manifatturiere Milano è il capoluogo lombardo dei giocattoli. Il 35% delle sedi d’impresa specializzate nel commercio di giochi e il 41% delle attività di produzione della regione sono concentrate infatti nella provincia. Seconda in Lombardia per numero di esercizi commerciali Bergamo (14%), seguita da Varese (10,4%). Il settore produttivo vede invece in seconda posizione, a pari merito Brescia e Monza e Brianza con il 10,2% ciascuno. Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano su dati registro imprese e Istat al secondo trimestre 2012 e 2011. La Camera di Commercio di Milano attenta alla sicurezza dei bambini é impegnata su due fronti: quello della vigilanza del mercato con prelievi di prodotti sul mercato da sottoporre a test di conformità e quello dell’informazione preventiva rivolta a imprese e consumatori. Una recente operazione congiunta con polizia municipale di Milano ha portato al sequestro di circa 154.000 giocattoli non conformi. Guida Bimbi Sicuri della Camera di Commercio di Milano. Un’iniziativa nell’ambito dell’attività di informazione e vigilanza della Camera di commercio. Sulla sicurezza dei prodotti destinati ai bambini, dai giocattoli alle luci di Natale, ai seggiolini per le auto, alle attrezzature sportive per la neve, all’abbigliamento. Sono i temi trattati dalla Guida Bimbi Sicuri della Camera di Commercio di Milano, con consigli per gli acquisti di Natale più adatti secondo le fasce di età e sui requisiti cui prestare attenzione al momento della scelta del prodotto. La guida, a cura del Servizio accertamenti a tutela della fede pubblica, è disponibile, a richiesta e dal sito della Camera di Commercio di Milano.  
   
   
CHIMICA VERDE, CAPPELLACCI: SARDEGNA VERSO NUOVO MODELLO DI SVILUPPO CON PROGETTO INNOVATIVO E CORAGGIOSO  
 
 Porto Torres, 19 Dicembre 2012 - "La Regione ha fortemente voluto fin da subito il progetto per la chimica verde e ne ha fatto un fiore all´occhiello della sua strategia, come uno dei più importanti piani per la svolta industriale "green" della Sardegna". Lo ha dichiarato il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, durante la presentazione ufficiale del cantiere di Matrica per la conversione di Porto Torres nel più grande polo d´Europa per la chimica verde. "Dopo avere inaugurato nel mese di febbraio scorso il centro di ricerca di Matrica - ha aggiunto il Presidente - stiamo celebrando un altro importante atto concreto, a cui poi seguiranno tutti gli altri, che testimonia come si sia messo in moto un processo irreversibile di riqualificazione e rilancio della nostra industria. Grazie all´impegno profuso, la chimica verde è diventata anche un caso di successo nella collaborazione fra il pubblico e il privato, con un ulteriore valore aggiunto perché è imperniato sulla salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio di competenze e di professionalità, della cultura industriale dei nostri lavoratori, costruita con anni di lotte e sacrifici. La vera portata della chimica verde è proprio quella che introduce una radicale innovazione del modo di intendere il processo produttivo di tipo industriale. Questo significa sostenibilità, eco-compatibilità, efficienza energetica, eliminazione di immissioni inquinanti; smaltimento/riciclo di sottoprodotti della lavorazione; smaltimento e riciclo del prodotto finale. Siamo in presenza un piano coerente con la nostra idea di sviluppo, che parte dalla conoscenza scientifica per convertire le applicazioni industriali, verso modalità sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico. Si tratta si un indirizzo politico che la Regione porta avanti con determinazione, attraverso progetti di ampio respiro come Sardegnaco2.zero, che promuovono nei territori questo processo di cambiamento "a misura d´uomo". Questi principi della ricerca avanzata, della sostenibilità ambientale, dell’efficienza energetica, della green economy e della chimica verde sono racchiuse le chiavi del riscatto che la Sardegna e di uno sviluppo che non produca solo benefici economici ma anche e soprattutto un miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Quando la nostra isola si é pronunciata in maniera decisa contro il nucleare, é perché abbiamo un´idea alternativa di sviluppo. "La Sardegna - ha concluso il presidente deve essere come un´arca di Noé del Paese nella quale costruire un futuro basato sul rispetto dell´ambiente, del paesaggio, delle tradizioni, che vede nella green economy uno dei suoi pilastri principali". Eon, Cappellacci: "Quinto gruppo necessario per tutto il Sistema. Azienda faccia chiarezza" "Il percorso virtuoso aperto con Matrica per la chimica verde dovrebbe essere di esempio anche per altre realtà strategiche per il territorio". Lo ha dichiarato il presidente Cappellacci durante l´incontro con i rappresentanti istituzionali e sindacali svolto presso il Comune di Porto Torres, insieme al ministro Passera ed al sottosegretario De Vincenti. "Una di esse - ha aggiunto il presidente - é sicuramente Eon. Il quinto gruppo - prosegue Cappellacci - rappresenta una necessità fondamentale per il territorio e per l´intero sistema. É necessario pertanto che l´azienda chiarisca, una volta per tutte e senza tentennamenti, se intenda realizzarlo in concreto. Anche perché, nel caso non fosse interessata, vi sono altri gruppi internazionali pronti ad intervenire".  
   
   
IL TERZO SETTORE PER L´OCCUPAZIONE GIOVANILE E L´INNOVAZIONE  
 
 Terni, 19 dicembre 2012 - Proseguono ed entrano nel vivo i lavori del Laboratorio dell’Economia Civile, tavolo di confronto permanente tra Terzo Settore e profit insediato presso la Camera di Commercio di Terni di cui fanno parte Associazioni del Terzo Settore, Associazioni di categoria delle imprese, il mondo bancario, l’Università, l’Icsim, il Cesvol e la Conferenza Episcopale Umbra. Riunito mercoledì, gli esponenti del tavolo hanno individuato il filo conduttore dei lavori per il prossimo anno: contribuire alla riflessione e allo sviluppo culturale nel territorio provinciale dei temi legati all’innovazione dei processi di sviluppo e all’occupazione giovanile. “Temi di stringente attualità – precisa il coordinatore del Laboratorio, Sandro Corsi - il nostro territorio si confronta infatti, in linea con ciò che accade nel resto d’Italia con il problema dell’occupazione giovanile e della scarsa capacità di innovare”. Secondo l’ultimo aggiornamento Istat infatti, nel 2011 in Umbria solo il 72,5% dei giovani tra i 25 e i 34 anni era occupato e le donne si fermano al 64%. “Un dato preoccupante - aggiunge Adriano Padiglioni rappresentante camerale in seno al Laboratorio - che potrebbe essere aggravato da un 2012 particolarmente difficile per l´occupazione, con la fuori uscita dal lavoro massiccia di lavoratrici e lavoratori soprattutto tra le giovani generazioni”. Non decolla neanche l’imprenditoria giovanile. Nel terzo trimestre del 2012 su 34.955 imprenditori registrati alla Camera di Commercio solo 1732 sono giovani (tra i 18 e i 29 anni). “La crisi ha rimesso in discussione l’approccio al mercato – è stato detto nel corso del Laboratorio - anche per questo l’impresa sociale può offrire opportunità di lavoro alle nuove generazioni”. Un sistema, quello cooperativo, che in Umbria rappresenta il 18% del Pil, oltre 500 aziende, 20mila lavoratori e 200mila soci e che si interseca con le imprese del profit in una pluralità di settori che vanno dal commercio, all’agricoltura, dall’abitazione alla logistica, dal sociale alle banche di credito. Due le iniziative già in calendario per il Laboratorio: un seminario in agenda per il 23 gennaio con la presenza di Paolo Venturi, direttore di Aiccon, Associazione italiana per la promozione della cultura della Cooperazione e nel Non profit, e un convegno di respiro nazionale con il sostegno di Unioncamere che si svolgerà nel mese di giugno. Il Laboratorio ha al suo interno una rappresentanza del Polo universitario di Terni per che intende fotografare il Terzo Settore e diffondere i dati aggiornati di questo sistema che si sta affermando sulla scena economica. Previste anche lezioni e incontri nelle scuole per promuovere la cultura dell’impresa sociale tra le giovani generazioni.  
   
   
ACQUE MINERALI. RIPARTO CONTRIBUTI 2012 FRA COMUNI. FINANZIATE AZIONI DI SENSIBILIZZAZIONE E TUTELA RISORSA IDRICA  
 
Venezia, 19 dicembre 2012 - E’ stato approvato in via definitiva il riparto di un milione e 390 mila euro assegnati come contributo di compensazione dei danni provocati nei comuni in cui hanno sede gli impianti di imbottigliamento di acque minerali e nei comuni contermini. Il provvedimento è stato adottato dalla giunta regionale, su proposta dell’assessore all’ambiente e al ciclo dell’acqua Maurizio Conte, dopo aver acquisito il parere della competente commissione del consiglio regionale. Poco più di un milione di euro è stato suddiviso fra sei comuni sede di impianti: Scorzè (circa 470 mila euro), S. Giorgio in Bosco (253 mila euro), Recoaro Terme (75 mila euro), Posina (57 mila euro), Torrebelvicino (56 mila euro), Valli del Pasubio (105 mila euro). Il contributo è il risultato di una quota fissa uguale per tutti i comuni (50 mila euro) e una differenziata in base alla quantità dell’imbottigliato (pari complessivamente a 2.504.330.802 litri). Altri 220 mila euro sono stati ripartiti in egual misura (10 mila euro ciascuno) fra 22 comuni contermini. Si tratta di Laghi, Arsiero, Velo d’Astico, Schio, Valdagno, Altissimo e Crespadoro in provincia di Vicenza; Selva di Progno nel Veronese; Tombolo, Fontaniva, Grantorto, Villa del Conte, Campo S. Martino, Piazzola sul Brenta e Trebaseleghe in provincia di Padova; Noale, Martellago, Salzano e Venezia nel veneziano; Zero Branco e Mogliano Veneto in provincia di Treviso. Infine - fa presente Conte – sono state finanziate anche due iniziative per attività di conservazione delle falde acquifere e di sensibilizzazione al risparmio idrico e al consumo consapevole dell´acqua. Un contributo di 50 mila euro è stato assegnato al Bioce (Gestione Unica del Bacino Idrominerario Omogeneo dei Colli Euganei) per il primo stralcio del progetto di “Monitoraggio del bacino euganeo finalizzato alla salvaguardia e tutela del giacimento termale”. Il progetto vede coinvolti, oltre al Bioce, anche l’Arpav e l’Università di Padova. L’altra iniziativa finanziata è la “Settimana dell’ambiente 2013” – Unione Veneta Bonifiche – per un importo di 100 mila euro, con l’obiettivo di diffondere la conoscenza dell’importanza del risparmio idrico e dell’oculato uso dell’acqua.  
   
   
PIANO SULCIS: INCONTRO AL MINISTERO DELLA COESIONE. CAPPELLACCI, PROSEGUE LAVORO PER SALVAGUARDIA REALTÀ ESISTENTI, SUPERARE GAP INFRASTRUTTURALE E CREARE NUOVE FILIERE PRODUTTIVE  
 
 Roma, 19 Dicembre 2012 - Si è aperto ieri pomeriggio ed è in corso di svolgimento presso il Ministero della Coesione a Roma il vertice sul Piano Sulcis tra la Regione, rappresentata dal presidente Ugo Cappellacci e dall´assessore dell´industria Alessandra Zedda, il ministro Fabrizio Barca e gli attori territoriali e sociali coinvolti nel piano. Il confronto prende le mosse dallo stato dell’arte sui sopralluoghi compiuti nel territorio dalle strutture tecniche e sulle verifiche inerenti ai singoli interventi. "E´ entrato subito nella fase operativa e prosegue senza sosta - ha dichiarato il presidente della Regione prima della riunione - il lavoro per tradurre in concreto un piano che mira da un lato alla salvaguardia del tessuto produttivo e allo stesso tempo alla creazione di nuove filiere, che vanno dall’energia pulita e dell´agro-energia eco-compatibile, al risanamento ambientale, dall´agro-alimentare al turismo. Un piano - ha aggiunto Cappellacci - che mira a rimuovere, con gli interventi previsti per la viabilità e per la portualità, quel gap infrastrutturale che nei decenni passati ha pesantemente limitato la possibilità per impresa e lavoro di muoversi in maniera competitiva rispetto agli altri territori".  
   
   
LAVORO: 27 DICMEBRE A ROMA ACCORDO CIGS PER 143 LAVORATORI SERTUBI  
 
Trieste, 19 dicembre 2012 - Alla presenza della Regione Friuli Venezia Giulia, sarà sottoscritto giovedì 27 dicembre a Roma, nella sede del ministero del Lavoro, l´accordo di cassa integrazione straordinaria per i 143 lavoratori della Sertubi di Trieste. "Dopo diverse sollecitazioni - spiega l´assessore regionale al Lavoro, Angela Brandi, dando l´annuncio della firma - siamo riusciti ad attivare la convocazione entro la fine dell´anno. Essendo infatti una cassa straordinaria di 12 mesi più altri 12, la richiesta avrebbe dovuta essere esaminata a gennaio 2013". "In questo caso - commenta Brandi - c´è stata un´anticipazione che contribuirà a porre fine allo stato di incertezza che aleggiava, da parte dell´azienda, sulle possibilità di utilizzare gli ammortizzatori sociali". Al Tavolo romano saranno presenti Regione, sindacati, azienda e Confindustria.  
   
   
SARDEGNA: TRENTA MILIONI PER IL RILANCIO DELL´AREA DI CRISI DI ORISTANO ATTRAVERSO TURISMO, AGROALIMENTARE, MANIFATTURIERO E INFRASTRUTTURE  
 
Cagliari, 19 Dicembre 2012 - "Dopo un confronto attento e proficuo con le istituzioni locali abbiamo definito le priorità per il rilancio dell´area di crisi di Oristano, per la quale sono disponibili risorse sino a 30 milioni di euro puntando su turismo, agroalimentare, manifatturiero e infrastrutture. Un passo importante che si è concretizzato in breve tempo grazie alla volontà di tutti gli attori coinvolti e che sarà oggetto di una prossima delibera di Giunta. La legge 3 del 2009 attraverso i Progetti di Filiera e Sviluppo Locale (Pfsl) può portare nuovo sviluppo e i risultati concreti che arrivano dall’interesse manifestato dalle imprese nei territori nei quali sono già partite le fasi di animazione dimostra che lo strumento è quello giusto". E´ quanto affermato dal vice presidente della Regione e assessore della Programmazione, Giorgio La Spisa, che oggi ha presieduto il tavolo istituzionale per l’area di crisi di Oristano, allargato alle parti sociali, al quale ha preso parte anche l’assessore dell’Agricoltura Oscar Cherchi. "Tra gli interventi di maggiore rilevanza - sottolinea il vice presidente della Regione - nel settore turistico con un fabbisogno stimato in 6 milioni e 300 mila euro è previsto il potenziamento delle competenze in campo culturale e turistico, la creazione di nuove imprese nel settore dei servizi turistici e della ricettività (valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente) e il potenziamento e sviluppo delle imprese turistiche; nell’agroalimentare, con un fabbisogno di 8 milioni e 500 mila euro previste creazione e insediamento di nuove imprese specializzate in produzioni locali e potenziamento delle imprese esistenti che utilizzano materie prime del territori; supporto all’innovazione di prodotto e di processo, servizi reali e formazione per il miglioramento della capacità commerciale, l´uso dei marchi di origine comunitaria. Piani per la concentrazione e il coordinamento dell’offerta, percorsi di formazione professionale teorico-pratici e pratici e auto impiego; nel manifatturiero, per il quale sono previsti 14 milioni 620 mila euro, supporto all’innovazione di prodotto e di processo, servizi reali e formazione per il miglioramento della capacità commerciale, sostegno alle imprese manifatturiere interessate a insediarsi nelle aree attrezzate dell´area, con priorità alle produzioni locali e alle produzioni ad alto valore aggiunto (localizzabili anche altrove), percorsi di formazione professionale teorico-pratici e pratici e auto impiego, investimenti produttivi innovativi per il risparmio energetico e per l’utilizzo di energie rinnovabili (no soluzioni tradizionali). Per le infrastrutture, previsti interventi per 580 mila euro, per infrastrutture telematiche nelle aree industriali 500 mila euro e studio di fattibilità dell´intervento inerente la creazione di un’area doganale nel Porto industriale di Oristano (intervento cofinanziato con Provincia di Oristano e Cipor) quota Ras 80 mila euro".