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Notiziario Marketpress di Mercoledì 06 Maggio 2015
ERA DIGITALE: L´ABC PARLAMENTO EUROPEO  
 
Bruxelles, 6 maggio 2015 – Ogni giorno 315 milioni di europei utilizzano Internet. Le tecnologie dell´era digitale possono incentivare la crescita e l´occupazione, per questa ragione la Commissione europea presenterà una strategia mercoledì per un mercato unico digitale alla commissione per l´Industria, la ricerca e l´energia e con il vicepresidente della Commissione Andrus Ansip. Nel frattempo, leggi un riassunto del "glossario digitale". Big Data: grandi volumi di dati, che possono includere le registrazioni delle transazioni di acquisto o segnali Gps. La Commissione europea desidera soffermarsi su una serie di questioni come ad esempio sulla proprietà e la protezione dei dati. Cloud computing: dati utilizzati, archiviati ed elaborati su computer remoti (server) accessibili via internet. I benefici sono la convenienza e spesso costi più bassi per i consumatori, mentre i rischi possono includere il trattamento dei dati sensibili. E-commerce: commercializzazione di prodotti e merci su internet. Secondo la Commissione, solo il 15% dei consumatori acquista online nei mercati transfrontalieri all´interno dell´Ue, individuando le spese di consegna, come una sfida per il futuro. Clicca qui per altre notizie dal Parlamento - Geo-blocking: la pratica di alcune aziende di impedire i consumatori di accedere ad un servizio on-line della società in un altro paese, spesso senza giustificato motivo. L´obiettivo? Indirizzare il traffico in un negozio locale con prezzi e prodotti diversi rispetto a quelli degli altri paesi. Neutralità della rete: il principio che i fornitori di servizi internet dovrebbero trattare tutti i contenuti, i siti e le piattaforme on-line allo stesso modo, ad esempio, senza bloccare o rallentare i siti web o i servizi concorrenti. I deputati hanno votato lo scorso anno al fine di garantire la neutralità della rete, incluso nel "pacchetto telecomunicazioni" proposto dalla Commissione nel 2013. Roaming: la capacità di effettuare telefonate, inviare e ricevere dati al di fuori della rete in un paese straniero. I deputati vogliono rimuovere le spese supplementari legate al roaming.  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: IL TRIBUNALE DELL’UE CONFERMA L’ESISTENZA DI UN RISCHIO DI CONFUSIONE TRA IL SEGNO FIGURATIVO E DENOMINATIVO SKYPE E IL MARCHIO DENOMINATIVO SKY  
 
Lussemburgo, 6 maggio 2015 - Nel 2004 e nel 2005 la società Skype ha chiesto all’Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno (Uami) di registrare i segni ‒figurativo e denominativo ‒ Skype come marchio comunitario per apparecchiature audio e video, prodotti di telefonia e di fotografia nonché per servizi informatici legati a software o alla creazione o all’hosting di siti Internet. Nel 2005 e nel 2006 la società Sky Broadcasting Group, divenuta Sky e Sky Ip International, ha proposto opposizione lamentando un rischio di confusione con il suo marchio denominativo comunitario Sky, depositato nel 2003 per prodotti e servizi identici. Segno figurativo/denominativo richiesto / Skype Marchio denominativo fatto valere a sostegno dell’opposizione Sky. Con decisioni del 2012 e del 2013, l’Uami ha accolto l’opposizione, ravvisando, in sostanza, l’esistenza di un rischio di confusione tra i segni in conflitto, dovuto in particolare al loro grado medio di somiglianza visiva, fonetica e concettuale, e l’assenza delle condizioni che consentissero di rilevare una riduzione di tale rischio. Skype ha chiesto l’annullamento di tali decisioni dinanzi al Tribunale dell’Unione europea. Con le odierne sentenze, il Tribunale respinge i ricorsi di Skype e conferma quindi l’esistenza di un rischio di confusione tra i segni figurativo e denominativo Skype e il marchio denominativo Sky. Per quanto riguarda la somiglianza visiva, fonetica e concettuale tra i segni in conflitto, il Tribunale conferma che la pronuncia della vocale «y» non risulta più breve nel termine «skype» che nel termine «sky». Inoltre, il termine «sky», appartenente al vocabolario di base della lingua inglese, resta chiaramente identificabile nel termine «skype», sebbene quest’ultimo sia scritto in una sola parola. Infine, l’elemento «sky» nel termine «skype» può essere certamente identificato dal pubblico di riferimento, anche se il rimanente elemento «pe» non ha significato proprio. Peraltro, il fatto che, nel segno figurativo richiesto, l’elemento denominativo «skype» sia circondato da un bordo a forma di nuvola o di bolla non rimette in discussione il grado medio di somiglianza visiva, fonetica e concettuale. Sotto il profilo visivo, infatti, l’elemento figurativo si limita a mettere in risalto l’elemento denominativo ed è quindi percepito come un semplice bordo. Dal punto di vista fonetico, l’elemento figurativo a forma di bordo non è idoneo a produrre un’impressione fonetica, la quale resta esclusivamente determinata dall’elemento denominativo. Infine, sul piano concettuale, l’elemento figurativo non veicola alcun concetto, a parte, eventualmente, quello di una nuvola, il che potrebbe allora ulteriormente aumentare la probabilità di identificazione dell’elemento «sky» all’interno dell’elemento denominativo «skype», poiché le nuvole si trovano «in cielo» e possono quindi essere facilmente associate al temine «sky». Quanto all’argomento relativo all’affermato carattere distintivo elevato dei segni «skype», dovuto alla loro conoscenza da parte del pubblico, il Tribunale dichiara che, anche qualora il termine «skype» avesse acquisito significato proprio per identificare i servizi di telecomunicazione forniti dalla società Skype, si tratterebbe di un termine generico e, di conseguenza, descrittivo per questo genere di servizi. Infine, il Tribunale conferma che non è possibile tenere conto della pacifica coesistenza dei segni in conflitto nel Regno Unito quale fattore idoneo a ridurre il rischio di confusione, dato che non ricorrono i relativi presupposti. Infatti, la pacifica coesistenza di tali segni nel Regno Unito riguarda solamente un servizio isolato e molto specifico (ossia i servizi di comunicazione punto a punto) e non può quindi attenuare il rischio di confusione per i numerosi altri prodotti e servizi rivendicati. Inoltre, tale coesistenza non è durata abbastanza a lungo da lasciar supporre che si basasse sull’assenza di rischio di confusione agli occhi del pubblico di riferimento.  
   
   
IN EUROPA FATTI SENTIRE CON UN CLIC CON L’EUROPEAN E-PARTECIPATION DAY 2015  
 
Roma, 6 maggio 2015 - Sono convinti di avere una voce che conta in Europa solo il 19 per cento degli intervistati italiani, contro una media europea del 42 per cento. Tra gli italiani il 56 per cento confessa di non comprendere come funziona l’Unione europea, il 72 per cento ammette di non essere bene informato sulle questioni Ue e il 67 per cento non conosce i propri diritti. I dati emergono da una recente indagine di Eurobarometro che analizza l’opinione pubblica nell’Unione europea. Il 64 degli italiani e il 69 per cento degli europei percepisce l’Unione come” burocratica”, mentre la connotazione di un’istituzione “lontana” trova un grado di accordo nel 57 per cento delle risposte in Italia e nel 55 per cento delle risposte totali. Eppure l’Europa è a portata di clic, senza gradi di separazione, grazie a diversi strumenti di e-partecipation, che soprattutto gli italiani non conoscono, come petizioni, consultazioni ecc. L’obiettivo dell’European e-Partecipation Day 2015 ( www.Euparticipation.org ) , in programma giovedì 7 maggio alla Città Educativa di Roma e in altri undici paesi europei, è offrire strumenti concreti di partecipazione alle politiche europee, coinvolgendo le nuove generazioni in una giornata di lavoro al fianco di esperti per sperimentare metodi innovativi di progettazione sociale e di partecipazione. Alle 10, negli spazi della Palestra dell’Innovazione a via del Quadraro 102, apre i lavori il direttore generale della Fondazione Mondo Digitale, Mirta Michilli. Poi cominciamo subito le attività di team building, animate da Cecilia Stajano (Innovazione nella scuola, Fondazione Mondo Digitale). L’effetto moltiplicatore che possono avere i giovani nei processi di e-partecipation viene “dimostrato” da Alfonso Molina, professore di Strategie delle Tecnologie all’Università di Edimburgo e direttore scientifico della Fondazione Mondo Digitale. Dopo una breve presentazione del concorso “My e-Participation Story” da parte di Barbara Quarta, coordinatrice del progetto e-Europa in Italia, intervengono Matteo Martone, presidente dell’associazione Model European Parliament Italia (Mep Italia), Gianni Dominici, direttore generale di Forumpa, Fiorella De Cindio, presidente della Fondazione Rete Civica Milano e professore associato presso il Dipartimento di Informatica, Università degli studi di Milano, e Teresa Petrangolini, consigliere della Regione Lazio, fondatrice di Cittadinanzattiva onlus. Seguono cinque tavoli di lavoro, tutti animati con l’efficace metodo Lego Seriuos Play: esperti e giovani lavorano insieme per costruire l’Europa dove tutti hanno voce. A coordinare il progetto annuale E-uropa - Enabling European e-Participation è Telecentre Europe. In squadra organizzazioni di undici paesi: Fondazione Mondo Digitale (Italia), I.a.n. International Aid Network (Serbia), Telecentre-danmark (Danimarca), Stowarzyszenie Miasta W Internecie (Polonia), Fundacja Rozwoju Spoleczenstwa Informacyjnego (Polonia), Fundatia Eos Educating For An Open Society (Romania), Asociacija Langas I Ateiti (Lituania), Albanian Institute Of Science (Albania), Associacio Per A Joves Teb (Spagna), Likta (Lettonia), Stiftung Digitale Chancen (Germania), e Smart Work Association (Estonia).  
   
   
LECCE - E-COMMERCE E SOCIAL NETWORK: VIDEO SEMINARIO IN CDC  
 
Lecce, 6 maggio 2014 - Nell’ambito delle iniziative formative e di orientamento all’export organizzate dallo Sportello per l’Internazionalizzazione della Camera di Commercio di Lecce, il 21 Maggio prossimo si terrà presso la Sala Conferenze dell’ente camerale, dalle ore 16.00 alle ore 18.00, un seminario dal titolo “E-commerce e social network: due leve vincenti per l’export”. L’iniziativa, che rientra nell’ambito della collaborazione con Unicredit, prevede l’intervento di esperti di canali social ed in particolare di Facebook sui seguenti temi: Il ruolo dei social network come supporto alle imprese nei processi di vendita all’estero: l’evoluzione dei social network come leva per il business delle imprese ed il supporto dei social network nelle attività di export e vendita on line - Il caso Facebook: Facebook per le aziende: una nuova leva di supporto al marketing - Come impostare una Pagina Facebook in modo strategico - Mobile e marketing personalizzato - Targetizzare per impostare contenuti come risposta ai bisogni reali - Come usare il canale Facebook per supportare la vendita on line all’estero Gli interessati a partecipare al seminario possono inviare la domanda di adesione all’indirizzo e- mail: internazionalizzazione@le.Camcom.it  entro il 18 maggio 2015. La domanda è disponibile on line sul sito dell’ente camerale www.Le.camcom.gov.it  Per ulteriori informazioni è possibile contattare lo Sportello Internazionalizzazione della Camera di Commercio di Lecce – tel. 0832684232 – 231- 332; e -mail: internazionalizzazione@le.Camcom.it    
   
   
UDINE - DIGITALIZZAZIONE PA: INTESA TRA CAMERA DI COMMERCIO E PROCURA  
 
 Udine, 6 maggio 2015 - Si rinnova e si amplia il protocollo d’intesa tra la Camera di Commercio e la Procura della Repubblica di Udine, con cui la Cdc sostiene e aiuta l’amministrazione della giustizia nell’importante processo di digitalizzazione dei suoi servizi. Il nuovo accordo biennale, che richiama ed estende i primi due, è stato siglato nella sede di via Lovaria, dal presidente camerale Giovanni Da Pozzo e dal procuratore facente funzioni Raffaele Tito. Da un lato, il protocollo conferma l’impegno a proseguire la collaborazione già in atto, con la fornitura da parte della Cdc degli accessi al servizio Registroimprese Telemaco, per far sì che la Procura possa interrogare in via telematica e senza costi le banche dati di Registro imprese e Protesti (per ricerche anagrafiche, visure, consultazioni di atti e bilanci delle aziende). La Cdc, inoltre, come già fatto peraltro con il Tribunale di Udine, con il nuovo accordo si impegna a realizzare il sito internet della Procura, sostenendo i costi di registrazione, attivazione e mantenimento, di progettazione e messa in linea del sito, con la adeguata formazione del personale per il suo costante aggiornamento. «In linea anche con i dettami del Codice dell’amministrazione digitale – commenta il presidente Da Pozzo – la Camera di Commercio è da sempre pronta a promuovere l’innovazione della Pa, anche mettendo a disposizione di alcune delle più importanti pubbliche amministrazioni del territorio l´esperienza del suo personale, promuovendo una fondamentale collaborazione tra istituzioni per garantire maggior velocità d’azione, efficienza e miglior comunicazione e risposta verso i cittadini e le imprese. Riteniamo ancora più importante realizzare questo supporto nei confronti di chi amministra la giustizia e tutela il mercato e perciò siamo ben lieti di confermare ed estendere questo accordo». Da parte del procuratore Tito «un vivo ringraziamento al presidente Da Pozzo e alla Camera di Commercio tutta per tutta la collaborazione che intende fornire al servizio di giustizia, attraverso il miglioramento delle nostre dotazioni e performance informatiche  
   
   
TOSCANA: A TAPPE FORZATE CONTRO IL DIGITAL DIVIDE: SI PARTE OGGI, SI ARRIVA A OTTOBRE  
 
Firenze 6 maggio 2015 - Centonovanta Comuni e dieci Province insieme per dare il via in modo veloce e più semplice al piano che abbatterà il digital divide in Toscana. Li ha convocati la Regione ieri in un incontro preparatorio alla conferenza dei servizi che servirà a far partire in tempi rapidi i lavori che consentiranno di installare la banda larga nei comuni toscani dove ancora non c´è, abbattendo così il digital divide fino al 99,7 per cento. Grazie all´incontro di ieri, i Comuni potranno dare il proprio consenso al piano che porterà avanti Telecom, vincitrice del bando promosso da Regione e Ministero per lo sviluppo economico, semplicemente dicendosi disponibili ad aderire al percorso proposto dalla Regione La conferenza dei servizi, che sarà aperta da domani, potrà quindi chiudersi entro fine maggio-inizi giugno, in modo da avere la firma dell´accordo di programma (che avrà valore di autorizzazione) entro metà giugno circa e permettere a Telecom di iniziare subito i lavori per terminarli a fine ottobre. E´ una tabella di marcia serrata, che proprio stamani ha preso il via. E´ un esperimento difficile, ha sottolineato l´assessore alla presidenza e ai sistemi informativi, ma è quello che potrà consentire di realizzare questo ultimo intervento sulla banda larga per abbattere il digital divide fino al 99,7, e prima di intraprendere gli interventi della banda ultra larga che saranno rivolti principalmente alle zone industriali, entro il 31 ottobre. L´auspicio della Regione è che tutti gli enti che aderiscono alla modalità della conferenza dei servizi, rilascino i loro pareri velocemente. Fin dai prossimi giorni su Open Toscana (http://open.Toscana.it/) sarà possibile per i cittadini seguire l´iter dell´accordo, sapere chi ha dato i pareri, dove sono previsti i lavori e l´effettiva realizzazione degli stessi: non ci saranno alibi per nessuno. Il bando, emesso dal Mise attraverso Infratel Italia, la società pubblica del Gruppo Invitalia incaricata di attuare il "Piano Nazionale Banda Larga Italia" approvato dalla Commissione europea, prevede un investimento complessivo di 33,8 milioni di euro. La metà è a carico del pubblico: 17,3 milioni (7,4 della Regione), il resto (16,5 milioni) è finanziato da Telecom Italia.  
   
   
RENZI A BOLZANO: FORMAZIONE DUALE MODELLO PER L´ITALIA  
 
Bolzano, 6 maggio 2015 - "La formazione duale della Provincia di Bolzano, caratterizzata dall´alternanza scuola-lavoro, è il modello che vogliamo esportare nel resto d´Italia". Con queste parole il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha concluso la sua visita all´interno della Stahlbau Pichler di Bolzano, dove era accompagnato dal presidente Arno Kompatscher e dalla Giunta provinciale. Dopo la sosta all´aeroporto del capoluogo, dove ha incontrato i due governatori Arno Kompatscher e Ugo Rossi, il premier Matteo Renzi è stato accompagnato anche dalla Giunta provinciale altoatesina all´interno della Stahlbau Pichler, azienda della zona industriale in forte espansione. "Dobbiamo essere orgogliosi di una realtà come questa - ha spiegato Renzi - capace di andare a prendersi il futuro senza aspettarlo e in grado di cogliere le opportunità offerte da Expo". Ben 9 padiglioni dell´esposizione mondiale milanese, tra cui quello dell´Italia, sono infatti stati costruiti dall´impresa bolzanina che realizza strutture in acciaio, vetro e metallo. Ma il messaggio che Renzi e Kompatscher hanno voluto lanciare dai capannoni della Stahlbau Pichler è stato soprattutto un altro, e ha riguardato principalmente le generazioni future. "La nostra Provincia ha il tasso di disoccupazione giovanile più basso d´Italia - ha sottolineato il presidente altoatesino - e una buona parte del merito di ciò è da addebitare al sistema della formazione duale capace di combinare l´apprendistato in azienda ad un solido percorso formativo. L´alternanza scuola-lavoro consente ai ragazzi di mettersi concretamente alla prova e permette di unire il sapere al fare: si tratta di un´eccellenza altoatesina che ha contribuito a costruire una società caratterizzata dal benessere". "Siamo qua per copiare l´Alto Adige - ha aggiunto il premier Matteo Renzi - e per esportare il vostro modello della formazione professionale anche nel resto d´Italia. Ovunque vi sia un sistema duale, come in Austria, Germania o Svizzera, il tasso di disoccupazione giovanile è nettamente più basso rispetto al resto dei paesi europei, e il fatto che la percentuale dei ragazzi altoatesini senza lavoro sia circa un quarto della media nazionale conferma questa teoria. Più apprendistato significa meno disoccupazione e meno dispersione scolastica: non vogliamo cancellare le istituzioni classiche, ma intendiamo integrarle con un sistema capace di rafforzare l´istruzione di qualità con la concretezza della formazione in azienda". A nome della Giunta provinciale, inoltre, il presidente Arno Kompatscher ha consegnato al Presidente del Consiglio un documento nel quale si propone di aggiornare alcuni passaggi del testo unico sull´apprendistato in corso di elaborazione da parte di Governo e Parlamento. Tra le richieste spiccano un´applicazione meno restrittiva delle normative europee sul lavoro minorile (come già attuato in Austria e Germania), nonchè il collegamento all´apprendistato dell´esame di Stato che porta all´ottenimento di un vero e proprio diploma professionale.  
   
   
L’UNIBAS NEL PERCORSO DIGITALE: NASCE LA PIATTAFORMA ESSE3  
 
Potenza, 6 maggio 2015 - L’università della Basilicata potenzia i suoi sistemi informatici, offrendo maggiori servizi a studenti, docenti e segreterie, per velocizzare gli iter burocratici e amministrativi, e ridurre quindi le file agli sportelli e i tempi di presentazione delle pratiche, dagli esami ai pagamenti delle tasse, fino alla tesi di laurea: l’Ateneo ha infatti acquisito una nuova piattaforma “Esse3”, del sistema Cineca che “che garantisce la massima aderenza e flessibilità nellʹattuazione delle normative”. La nuova architettura informatica è stata presentata oggi - martedì 5 maggio – alle ore 10.30 nell’aula magna del Francioso, a Potenza, in via Nazario Sauro, nel corso di un incontro a ha partecipato la Rettrice dell’Università della Basilicata, Aurelia Sole, e il vice direttore di Cinceca, Vittorio Ravaioli. Cineca è un Consorzio Interuniversitario senza scopo di lucro al servizio del sistema accademico nazionale, a cui aderisce anche l’Università della Basilicata. Nasce nel 1969 dall’idea del Ministero della Pubblica Istruzione e dei Rettori di quattro Atenei, per “promuovere l’utilizzo dei più avanzati sistemi di elaborazione dell’informazione a favore della ricerca scientifica e tecnologica, pubblica e privata”. Esse3 rappresenta uno degli strumenti informativi di cui l´Università della Basilicata ha deciso di dotarsi per “monitorare in tempo reale i processi che garantiranno una buona valutazione dell´Ateneo da parte del Miur e per operare scelte strategiche nell´ottica del raggiungimento degli obiettivi stabiliti dagli organi istituzionali”. I dati di Esse3 saranno elaborati dal Comitato di monitoraggio statistico, attivato per fornire supporto alla ricerca, ai Gruppi di autovalutazione dei corsi di studio e al Nucleo di valutazione dell´Ateneo. Tra i servizi on-line messi a disposizione vi sono le iscrizioni a concorsi di ammissione e immatricolazioni via web, la gestione online di Master, dottorati di ricerca ed esami di Stato, la gestione on-line di tirocini e stage, il pagamento tasse con "mav" online o carta di credito, la presentazione online dei piani di studio, e la verbalizzazione online degli esami di profitto con firma digitale e caricamento in tempo reale degli esami sostenuti nella carriera dello studente, la presentazione online della domanda di laurea, delle tesi e l’interazione con il docente relatore, la gestione online di tutte le pratiche amministrative relative alla carriera dello studente e l’Internazionalizzazione. Esse3 porterà quindi “una forte evoluzione – hanno spiegato gli organizzatori – nell´erogazione dei servizi web agli studenti, non solo per ridurre il disagio dei numerosi accessi ‘di persona’ alle segreterie (con i conseguenti disagi e costi), ma anche con l´obiettivo di supportare lo sviluppo di ‘comunità’ fra studenti e docenti, per facilitare e arricchire la didattica”.  
   
   
BOLZANO: DATI RELATIVI ALLA PARTECIPAZIONE ALLO SCIOPERO NAZIONALE DELLE SCUOLE  
 
Bolzano, 6 maggio 2015 - Piuttosto diversificati i dati relativi alla partecipazione allo sciopero nazionale della scuola in provincia di Bolzano a seconda dell’appartenenza linguistica. Infatti si passa dal 42,49% registrato dalle scuole di lingua italiana, al 18-19% delle scuole di lingua tedesca ed infine al 2,34% delle scuole delle località ladine. Piuttosto diversificati i dati relativi alla partecipazione allo sciopero nazionale della scuola in provincia di Bolzano a seconda dell´appartenenza linguistica. Infatti si passa dal 42,49% registrato dalle scuole di lingua italiana, al 18-19% delle scuole di lingua tedesca ed infine al 2,34% delle scuole delle località ladine. Nel dettaglio nelle scuole di lingua italiana hanno aderito allo sciopero complessivamente 861 docenti, 562 dei quali appartengono agli istituti comprensivi (50,40% del totale), 83 agli istituti pluri-comprensivi (32,67% del totale) e 213 agli istituti superiori di Ii grado (34,08%). La media dei docenti è appunto del 42,49%. Hanno aderito allo sciopero 3 dirigenti scolastici. Nelle scuole di lingua tedesca hanno aderito allo sciopero complessivamente 1041 docenti di 76 scuole. 758 dei quali sono docenti con contratto a tempo indeterminato (18% del totale) e 283 a tempo determinato (19% del totale). Nessun dirigente scolastico ha preso parte allo sciopero. Nelle scuole delle località ladine hanno partecipato allo sciopero 8 docenti (3 alla "Raetia" e 5 al Liceo artistico "Cademia" di Ortisei) pari appunto al 2,34% del totale.  
   
   
AMBIENTE: PIANO TUTELA ACQUE PER GESTIONE PATRIMONIO IDRICO FVG  
 
Tolmezzo, 6 maggio 2015 - "Il Piano regionale di tutela delle acque si pone l´obiettivo di conoscere e analizzare il patrimonio idrico del Friuli Venezia Giulia, per una migliore fruizione delle risorse naturali disponibili; e per una gestione che sappia tutelare le acque sotto il profilo della qualità e della quantità". L´assessore regionale all´Ambiente, Sara Vito, lo ha ricordato a Tolmezzo, nella sede della Comunità montana della Carnia, dove si è tenuta una delle consultazioni aperte al pubblico previste dall´iter procedurale verso l´attuazione del nuovo strumento di pianificazione delle acque del Friuli Venezia Giulia. Che, a Tolmezzo, ha incentrato l´attenzione degli amministratori, degli operatori, dei cittadini presenti sul tema delle attività idroelettriche presenti sul territorio. L´assessore Vito sta infatti seguendo da vicino il prosieguo del cammino del Piano verso la definitiva attuazione. Che prevede ancora due consultazioni pubbliche, in programma a San Vito al Tagliamento e a Palmanova. E anche l´incontro di Tolmezzo ha consentito di raccogliere osservazioni e suggerimenti che concorreranno a ottimizzare l´attuazione del Piano. "Infatti - ha precisato l´assessore Vito - la Regione punta alla definizione di un piano armonico e coordinato, attento alle esigenze del territorio e della comunità regionale, senza incidere, ove non necessario, sulle realtà esistenti". Nel corso della presentazione i tecnici della Direzione centrale dell´ambiente della Regione, hanno dettagliato la situazione dei beni idrici del Friuli Venezia Giulia, limitatamente alle risorse destinate a consentire la produzione di energia idroelettrica. Mentre è stato ricordato che il Piano prende le mosse dalla direttiva comunitaria 60 del 2000 sulla tutela delle acque, ed è stato ribadito che esso rappresenta uno strumento efficace anche per monitorare l´impatto degli impianti idroelettrici sui corpi idrici. Si basa altresì sul censimento delle utilizzazioni in atto, ovvero delle derivazioni esistenti. Che sono rappresentate da 749 punti di prelievo delle acque superficiali, 9942 punti di prelievo delle acque sotterranee, 681 punti di prelievo da sorgente. Per censire la fruizione dei corpi idrici nel Friuli Venezia Giulia è stato analizzato l´intero arco montano della regione, e sono stati esaminati gli esiti dell´esame di 425 punti di monitoraggio. "Si è trattato anche questa volta - ha commentato in chiusura l´assessore Vito - di un incontro di carattere tecnico su aspetti specifici dell´utilizzo e della pianificazione delle risorse idriche, che ha consentito da un lato alla Regione di offrire le delucidazioni richieste e necessarie in una materia così articolata". "Ma anche da parte del numeroso pubblico presente - ha proseguito - sono state fornite precisazioni che sono volte a rendere ancor più attuale ed efficace i risultati di programmazione che il Piano si propone di ottenere".  
   
   
IL TERREMOTO DEL FRIULI SEGNA UNA SVOLTA PER LA SISMOLOGIA ITALIANA L’ISTITUTO NAZIONALE DI OCEANOGRAFIA E DI GEOFISICA SPERIMENTALE DI TRIESTE LO RICORDA MERCOLEDÌ 6 MAGGIO CON UNA VIDEO LEZIONE SULLA CULTURA DELLA PREVENZIONE  
 
Trieste, 6 maggio 2015 - “Il terremoto che nel 1976 ha colpito il Friuli Venezia Giulia ha rappresentato una chiave di volta per la sismologia in Italia e anche per la gestione del territorio. Dopo il terremoto del Friuli è nata, infatti, la Protezione Civile ed è iniziata la raccolta sistematica dei dati, prima a livello regionale e poi nazionale, e gli esperti di scienze della terra hanno cominciato a fare rete per studiare in maniera globale il fenomeno terremoto”. Lo afferma Dario Slejko, sismologo dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (Ogs), operativo all’epoca in cui quella lunga scossa (durata ben 59 secondi) la sera del 6 maggio 1976 ha fatto tremare il cuore della regione. Il 6 maggio 1976 in Friuli la terra trema. Alle 21.00 un terremoto di magnitudo 6,4 della scala Richter, e intensità pari al Ix-x grado della scala Mercalli, colpisce un’area di 5.700 chilometri quadrati. 59 tragici secondi dura la scossa principale. La zona a nord di Udine è la più colpita: Gemona, Venzone, Osoppo (solo per citarne alcuni) subiscono gli effetti più distruttivi. I danni sono immensi, stimati per 4.500 miliardi di lire. 989 le vittime. Circa 3.000 i feriti. Quasi 200.000 persone perdono la casa. È la stazione dell’Ogs di Trieste a localizzare principalmente le scosse. Il primo strumento per lo studio dei terremoti fu installato infatti nel capoluogo giuliano nel 1906: e può essere considerato il primo tassello della rete sismometrica inaugurata poi dall’Ogs il 6 maggio 1977, esattamente un anno dopo il terremoto, per seguire la sequenza sismica ancora in corso e più in generale documentare la sismicità regionale. “Il Centro di Ricerche Sismologiche dell’Ogs è figlio del terremoto” afferma Marco Mucciarelli, direttore del Crs. “E oggi dispone di una rete per il monitoraggio sismico dell´Italia nord-orientale, consente di individuare le aree sismicamente attive di Fvg, Veneto e provincia di Trento e fornisce un sistema di allarme sismico a supporto alla Protezione Civile regionale. Il sistema automatico di allerta oggi funziona in tempi impensabili 39 anni fa: è in grado infatti di fornire dopo poche decine di secondi dall’evento sismico la localizzazione e la magnitudo alla sala operativa della Protezione Civile e tutto questo dà maggiore efficacia ai soccorsi”. “Oggi – aggiunge Mucciarelli – non è possibile prevedere un terremoto, ma sappiamo prevederne le conseguenze: studiando la risposta di terreni ed edifici a una sollecitazione, sappiamo dire quali sono le zone più vulnerabili e questo è molto importante per mettere in atto azioni efficaci di prevenzione, concentrando le risorse dove sono effettivamente necessari interventi antisismici”. “Ma la prevenzione – continua Maria Cristina Pedicchio, presidente di Ogs – si gioca anche sul fronte della diffusione ai cittadini delle buone pratiche di sicurezza. Per questo, mercoledì 6 maggio l’Ogs dà il via a una serie di eventi per ricordare il terremoto del Friuli e diffondere strategie di riduzione dei rischi naturali. Fronte sul quale l’Ogs è attivo da anni, nell’ambito di iniziative finanziate dalla Protezione Civile Nazionale e dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca”. Il primo incontro dedicato alla memoria e mirato alla consapevolezza è una video lezione, disponibile dalle ore 9 mercoledì 6 maggio sul sito dell´Istituto (www.Inogs.it ) e qui versoi40anni.Wordpress.com. I sismologi dell´Ogs, interagendo con gli studenti dell´Isis Malignani di Udine, ricostruiscono la storia del terremoto di 39 anni fa e illustrano le strategie da adottare per ridurre i rischi e non essere impreparati nei confronti di un terremoto futuro. Qui tutte le iniziative in programma http://www.Ogs.trieste.it/sites/default/files/locandina_0.pdf    
   
   
TERREMOTO/EMILIA ROMAGNA - VARATA ORDINANZA DEL COMMISSARIO DELEGATO ALLA RICOSTRUZIONE STEFANO BONACCINI CHE SEMPLIFICA E SNELLISCE DIVERSE PROCEDURE PER I CONTRIBUTI ALLE IMPRESE INTRODUCENDO ANCHE NUOVE SCADENZE.  
 
Bologna, 6 maggio 2015 – Semplificazione di diverse procedure, ridefinizioni di alcune scadenze ed anche più flessibilità per la pratiche di contributo per danni inferiori ai 100 mila euro. Sono queste le novità introdotte per le imprese dall’ordinanza (la n° 16 del 30 aprile 2015) firmata da Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-romagna e Commissario delegato alla Ricostruzione. «Con questo provvedimento - spiega il Commissario e presidente della Regione Stefano Bonaccini - continuano le operazioni di semplificazione delle procedure per favorire un processo di ricostruzione più spedito, in un quadro che continui ad assicurare la legalità e nella certezza delle regole che disciplinano la spesa di risorse pubbliche. Al contempo prosegue il dialogo aperto e costruttivo con coloro che sono impegnati nella ricostruzione, confronto mai mancato in passato e che, se necessario, sapremo intensificare». L’ordinanza, tra l’altro, recepisce anche il via libera di Bruxelles al riconoscimento della proroga di un anno per le imprese agricole e agroindustriali per completare i lavori di ricostruzione e ripristino dei danni subiti dal sisma del maggio 2012. «La concessione della proroga per le imprese agricole è una decisione che consegna tranquillità ma soprattutto equità tra imprese del settore primario e le altre. Un chiaro beneficio a un territorio così duramente colpito non solo dal sisma», ha aggiunto Bonaccini. L’ordinanza è consultabile sul sito http://www.Regione.emilia-romagna.it/terremoto nella sezione “Atti per la ricostruzione”, e sarà pubblicata sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Emilia-romagna (Burert). Alcuni dettagli dell’Ordinanza Il provvedimento modifica l’Ordinanza n. 57 del 12 ottobre 2012 (e successive modifiche) sui "criteri e modalità per il riconoscimento dei danni e la concessione dei contributi per la riparazione, il ripristino, la ricostruzione di immobili ad uso produttivo, per la riparazione e il riacquisto di beni mobili strumentali all’attività, per la ricostituzione delle scorte e dei prodotti e per la delocalizzazione in relazione agli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012, nonché le Linee Guida per la presentazione delle domande e le richieste di erogazione dei contributi". L’ordinanza semplifica la procedura per gli interventi relativi agli immobili delle imprese per le quali il danno è inferiore a 100 mila euro, determinato dalla dichiarazione del professionista, incaricato di redigere la perizia quantificando i costi sostenuti o da sostenere per gli interventi realizzati o da realizzare, applicando i “prezzari regionali”. Per questi interventi, successivamente in fase di erogazione, il beneficiario dovrà rendere disponibile, per la verifica della congruità dei costi degli interventi effettuati i computi metrici consuntivi, anche per macrovoci, oltre alla documentazione delle spese sostenute ed alle relative quietanze. Vengono incrementate le percentuali di riconoscimento del danno, per gli interventi su i terreni con significativi fenomeni di liquefazione, attraverso specifiche procedure da esperire da parte del tecnico progettista preliminarmente alla presentazione della domanda di contributo. Il termine di presentazione delle domande, per le imprese agricole e di trasformazione agricola è prorogato al 30 giugno 2015, e la fine lavori il 30 settembre 2016. Mentre per il settore industria il termine di presentazione delle domande è prorogato al 31 dicembre 2015 e il termine di fine lavori al 31 dicembre 2016. Adeguati di conseguenza anche i termini per le rendicontazioni. Chiarita la demarcazione, per il settore agricolo, della titolarità a presentare le domande per interventi sugli immobili da parte della impresa, della proprietà o da parte di coloro in possesso di titolo giuridico idoneo. Sulla disciplina del leasing viene specificato che il conduttore del bene immobile in leasing, qualora richieda i soli contributi per interventi di riparazione con rafforzamento locale e di miglioramento sismico, non dovrà più produrre la dichiarazione che attesti la volontà di riscattare il bene in godimento oltre ad un’ulteriore specifica per le delocalizzazioni definitive. Specificato il risarcimento del danno e alla definizione dei costi ammissibili in caso di demolizione e ricostruzione di cabine elettriche e relativi impianti e di torri acquedottistiche vista la specificità degli immobili e dei servizi erogati. Per quanto attiene la ricostituzione delle scorte, le spese di riacquisto dovranno riferirsi, sia per le materie prime che per i semilavorati che per i prodotti finiti, a beni necessari allo svolgimento dell’attività di impresa e non più soltanto a beni uguali od equivalenti a quelli danneggiati dal sisma. La modifica riguarda però solamente i settori industria e commercio e non viene applicata per il settore agricoltura. Vengono fatte rientrare nell´ambito dell´Ordinanza n° 57/2012 le unità immobiliari ad uso abitativo strutturalmente integrate con l’edificio principale non riconducibile all’edilizia residenziale o strumentali all’attività produttiva svolta in immobili riconducibili all’edilizia residenziale. Specificate alcune modalità di applicazione della disciplina normativa relativa alle white list.  
   
   
TERREMOTO FRIULI: SERRACCHIANI, RIPARTIRE DA QUEI VALORI  
 
Udine, 6 maggio 2015 - Il patrimonio di valori della ricostruzione - lo slancio, la caparbietà, la capacità d´intervento e l´etica - sono l´attuale tesoro a cui attingere in periodi di crisi e ripartenza. Lo sottolinea la presidente della Regione Debora Serracchiani alla vigilia del 39mo anniversario del tragico terremoto del 6 maggio del 1976. Sono principi, questi, che secondo la presidente della Regione "vanno ritrovati e gelosamente conservati, perché sono la base necessaria ed importante per confrontarsi con la crisi, per ricominciare da capo e diventare più forti di prima". Serracchiani, che recentemente ha incontrato a Venzone i primi cittadini dei 137 Comuni terremotati, ha ribadito che un anniversario serve anche a "traghettare le storie e il vissuto di allora alle nuove generazioni, che fortunatamente non hanno un´esperienza diretta di quei tragici fatti di distruzione e di morte". A quasi un anno dal quarantennale del terremoto che sconvolse il Friuli - quel 6 maggio 1976 una scossa di 6,4 gradi Richter si accanì sulle province di Udine e Pordenone, causando quasi 1.000 morti, 2.600 feriti, distruggendo 18.000 edifici, colpendo quasi 300 fabbriche - la Regione ha però il dovere non solo di ricordare quei fatti e di commemorare chi non c´è più, ma anche di far riemergere il ´modello Friuli´, quell´esperienza straordinaria di un´opera di ricostruzione sociale ed economica che si è fondata sulla determinazione di una comunità, sull´etica di una classe dirigente, sulla collaborazione sapiente tra le istituzioni, tra il Governo centrale, la Regione e gli enti locali del territorio. "Alla chiamata del dolore si mosse il Paese e risposero i popoli amici e quelli più lontani, e ammirevolmente corale fu la risposta della regione intera, che diede più forte significato alla parola solidarietà. Con lo stesso spirito rinnoviamo il patto che ci rende uniti e pronti a superare le avversità, come anche a confermare in noi stessi l´orgoglio per i traguardi raggiunti", afferma Serracchiani.  
   
   
PROTEZIONE CIVILE IN PUGLIA: 11 MAGGIO PRESENTAZIONE ESERCITAZIONE PAMEX - HAZADR  
 
Bari, 6 maggio 2015 - L’11 maggio alle ore 15 presso il Palazzo della Provincia di Brindisi verrà presentata Pamex 2015, esercitazione nelle acque dell’Adriatico Meridionale organizzata dal Servizio Protezione Civile della Regione Puglia all’interno del progetto europeo Ipa Adriatic – Hazadr, di cui è capofila. La mattina del 12 maggio sulla spiaggia di Apani (Br), nei pressi della riserva naturale di Torre Guaceto, verrà simulato un incidente al largo della costa brindisina con sversamento di sostanze oleose e/o idrocarburi inquinanti in mare. Ipotizzando condizioni meteo-marine proibitive, che impediscono l’invio immedia to di soccorsi per il contenimento dello sversamento in mare, verrà simulata l’espansione della superficie interessata in due direzioni: verso la Puglia e verso l’Albania. E proprio a Durazzo (Albania) il 15 maggio si terrà la seconda giornata di esercitazione, organizzata dal Ministero dei Trasporti dell’Albania, in qualità di coordinatore dell’Unità Operativa Interministeriale albanese, e dall’Università del Montenegro, partner di progetto. L’esercitazione del 12 maggio ad Apani partirà direttamente dalla fase operativa sulla costa, così da concentrare energie e risorse sugli aspetti strettamente legati alla difesa e messa in sicurezza della costa dall’inquinamento di idrocarburi. Mentre limiterà alle sole comunicazioni per “posti di comando” tutte quelle attività tipiche di gestione delle emergenze in mare e di protezione civile, già sufficientemente testate in altre occasioni. Verrà utilizzato in tutte le sue potenzialità il Sistema Atlas, messo a punto dal Cnr di Bari con la collaborazione della Regione Marche e della Regione Emilia Romagna, all’interno del progetto Hazadr: con esso si acquisiscono informazioni sulle caratteristiche della zona dell’incidente e sulle coste più vicine potenzialmente interessate, si simula lo spostamento delle sostanze inquinanti sversate in base alle condizioni meteo previste, si hanno indicazioni sulla fascia di costa eventualmente interessata e i tempi stimati di arrivo dell’onda nera. A livello organizzativo e operativo importante è stata e sarà la collaborazione dell’Arpa Puglia e degli Uffici di Protezione Civile della Provincia e del Comune di Brindisi. Presenti come osservatori il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, i partner italiani ed internazionali del progetto Hazadr e l’Ispra-istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Con questa esercitazione si punta a dimostrare l’effettivo raggiungimento dell´obiettivo principale del progetto Hazadr, che si avvia a conclusione: la creazione di una rete transfrontaliera per la prevenzione dei rischi e la gestione delle emergenze, con il rafforzamento di una comune capacità di reazione delle popolazioni appartenenti alla Regione Adriatica contro i rischi ambientali e tecnologici derivanti da collisioni, naufragi e rilasci accidentali di petrolio o di materiale tossico in mare. Tutto questo al fine di ridurre il rischio di inquinamento e di contaminazione del Mare Adriatico, che da un punto di vista economico svolge un ruolo importante nel settore turistico, ricreativo e industriale, e di conseguenza è una delle aree del Mediterraneo maggiormente esposta al rischio inquinamento e incidente in mare. Il progetto Hazadr, avente un importo di circa 3 milioni di euro, è finanziato dall’Unione Europea tramite il Programma di Cooperazione Transfrontaliera Ipa Adriatico 2007-2013. Questo programma rappresenta il principale strumento di collaborazione tra le regioni di frontiera appartenenti al bacino del Mare Adriatico ed è finalizzato a promuovere lo sviluppo socio-economico attorno a temi quali la protezione dell’ambiente, l’innovazione, le reti tra istituzioni ed i trasporti. Per info sul progetto Hazadr: www.Hazadr.eu    
   
   
BASILICATA: DICIOTTO MILIONI DI EURO PER IL DISSESTO IDROGEOLOGICO  
 
Potenza, 6 maggio 2015 - Ieri la Giunta Regionale ha approvato la delibera di finanziamento sul dissesto idrogeologico. Riprogrammando le risorse del Po Fesr Basilicata 2007/2013, il Dipartimento ambiente ha scelto di finanziare, all’interno della Linea di intervento Vii.4.1.b n. 20, n. 5 progetti in provincia di Matera e n. 15 progetti in provincia di potenza per un ammontare complessivo di € 17.400.867,18. Si da così una prima risposta concreta alle pressanti esigenze rivenienti dal fragile territorio regionale. Tra i progetti principali ammessi a finanziamento, un primo stralcio funzionale per mettere in sicurezza l’abitato di Stigliano, minacciato da una frana che ha inghiottito una strada comunale ed ha reso inutilizzabile il centro Polifunzinale Comunale; finanziata la messa in sicurezza dell’abitato di Pomarico, messo a rischio da una frana anch’essa di notevole entità. Altro progetto in provincia di Matera prevede la riduzione del rischio idrogeologico nel comune di Salandra. Al Comune di Tursi è stato finanziato un progetto che risolve definitivamente il richio idraulico riveniente dall’attraversamento del torrente Pescogrosso, che periodicamente esonda invadendo le abitazioni oltre che le strade comunali; all’Asi di Matera si è finanziato un progetto che ripristina un viadotto all’interno della viabilità consortile. Al Comune di Montescaglioso è stato finanziata la eliminazione del rischio idrogeologico sulla strada provinciale di accesso all’abitato, unico accesso fruibile dopo la frana che ha reso inutilizzabile la strada a scorrimento veloce. In provincia di Potenza è stata finanziata la messa in sicurezza dell’abitato di Montemurro, colpito di recente da una frana che ha isolato il paese; al Comune di Rapone è stato finanziato un progetto che mette in sicurezza il Cimitero, minacciato da una frana di notevoli dimensioni; progetti di riduzione del rischio idrogeologico sono stati infine ammessi a finanziamento per i Comuni di Senise, Ripacandida, Picerno, Bella, Brienza, Stariano di Lucania, San Fele, Calvello, Guatdia Perticara e Missanello. I progetti ammessi a finanziamento sono stati selezionati dagli oltre 400 progetti preliminari costituenti la banca dati (Rendis dell’Ispra) costruita dall’Ufficio Difesa del Suolo e finalizzata a predisporre un piano settennale di riduzione del rischio idrogeologico di concerto con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Mattm ed il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile: la procedura selettiva posta in essere ha dovuto privilegiare innanzi tutto la cantierabilità dell’intervento e quindi il rispetto rigoroso dei parametri di ammissibilità del Po-fesr.