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VENERDI

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Notiziario Marketpress di Venerdì 09 Novembre 2012
IL PREMIO LETTERARIO DELLA SAGGISTICA A VENEZIA . L’ANTICO PIGNOLO QUEST’ANNO A PIERO ANGELA, DAVID BARROW E FILIPPO DE VIVO LA PRESTIGIOSA CERIMONIA ALLA FENICE DOMENICA 11 NOVEMBRE  
 

 

 

 

Dici Venezia e pensi subito al Campiello ma da qualche anno Venezia si è arricchita anche di un secondo prestigiosissimo premio letterario.

Il “Premio Antico Pignolo”, infatti, va a coprire un settore dell’editoria lasciato scoperto dal Campiello: la saggistica.

Ogni anno, a novembre, vengono  assegnati tre premi.

Uno a un autore, anche straniero - il cui libro però sia stato pubblicato in lingua italiana – che si sia distinto nell’affrontare, con analisi e studi oggetto di pubblicazione libraria, tematiche ad ampio spettro sociale, e un secondo autore che abbia affrontato un argomento legato alla città lagunare.

Parallelamente, agli autori dei due saggi, viene premiato anche un personaggio italiano, che con i suoi scritti abbia contribuito alla diffusione di cultura e informazione.

Il Premio, seppur ancora giovane, si è già conquistato uno spazio importante nel nutrito e prestigioso calendario degli appuntamenti culturali veneziani.

La cerimonia, quest’anno, si terrà domenica 11 novembre nelle sale Apollinee del Teatro La Fenice.

La giuria, presieduta dallo scrittore e storico dell’Ebraismo, Riccardo Calimani, e composta dall’avvocato Giorgio Orsoni, sindaco di Venezia, dal giornalista Vittorio Pierobon, vicedirettore del Gazzettino, e dal ristoratore Diego Paties, in rappresentanza della famiglia Paties, titolare dei famosi ristoranti veneziani Antico Pignolo e Do Forni, assegnerà il premio alla carriera a Piero Angela, uno dei più grandi esperti italiani di divulgazione scientifica, noto giornalista, conduttore e ideatore di programmi televisivi di divulgazione come “Quark” o “Ulisse”..

Vincitore del premio saggistica per l’edizione 2012, invece, sarà Il cosmologo inglese John David Barrow, autore de: “Il libro degli universi”, Mondadori.

Last but not least, Filippo De Vivo, valente storico italiano che insegna all’università di Londra.

Vincerà con il libro “Patrizi, informatori, barbieri”, edito da Feltrinelli.

Il nome del premio deriva da un noto ristorante Veneziano, L’antico Pignolo appunto, che all’epoca della Serenissima era un’osteria specializzata in cicchetti e si trovava proprio a pochi passi da Palazzo Ducale. 

Il Ristorante vero e proprio verrà  inaugurato nel 1930, e dedicato a una clientela prestigiosa, innamorata della pista da ballo, cortile interno del locale, e immortalata nel film ‘Summertime’ interpretato da Katherine Hepburn.

 

 
   
   
INTESA SANPAOLO INAUGURA IN PIAZZA DELLA SCALA A MILANO CANTIERE DEL ’900 OPERE DALLE COLLEZIONI INTESA SANPAOLO  
 
A un anno dall’inaugurazione delle Gallerie di Piazza Scala, Intesa Sanpaolo porta a compimento l’ambizioso progetto culturale, con l’apertura di un nuovo spazio espositivo nel palazzo che fu sede storica della Banca Commerciale Italiana. L’edificio che affaccia su piazza della Scala, parte integrante di una struttura urbana e architettonica che lo lega al Teatro alla Scala, su di un lato, e a Palazzo Marino dall’altro, diviene oggi sede di un progetto aperto, volto a presentare le collezioni del Novecento di Intesa Sanpaolo e a divenire un luogo espositivo e uno spazio di dialogo con la città. Cantiere del ’900 è il nuovo progetto espositivo proposto nelle Gallerie di Piazza Scala, dedicato alla presentazione delle opere del Novecento nelle collezioni di Intesa Sanpaolo. Curato da Francesco Tedeschi, questo primo allestimento presenta una selezione delle opere più significative dei protagonisti e delle tendenze dell’arte italiana nella seconda metà del secolo. 189 opere – fra dipinti, sculture, fotografie e altre tecniche artistiche esplorate nel secolo scorso – propongono una visione multiforme della ricchezza delle direzioni di ricerca nelle quali l’arte di questo importante periodo ha raggiunto, in ambito italiano, livelli di eccellenza sul piano mondiale. “La scelta del termine ‘cantiere’ intende dare concretamente l’idea di uno spazio aperto a diversi utilizzi e interpretazioni: luogo simbolico di una costruzione in fieri, e insieme occasione di scavo e di ricerca - afferma il curatore – La nuova sezione del museo è dedicata all’arte di un periodo ancora vicino, nel quale affonda le radici il presente, la cui storia appare delineata nella conoscenza dei maggiori autori e delle sue linee complessive, ma che può essere soggetta a riletture e a differenti interpretazioni proprio per la sua stessa natura di essere testimonianza di un’epoca particolarmente ricca e complessa, rappresentata in modo significativo dalle oltre tremila opere del Novecento nelle collezioni Intesa Sanpaolo”. Nei luminosi ambienti al piano terra del palazzo di inizio Novecento – sapientemente rivisitati dall’architetto Michele De Lucchi – l’allestimento propone un percorso in dodici sezioni e due ouvertures con opere realizzate secondo le diverse tecniche e poetiche proprie dell’arte del secondo dopoguerra, suggerendo un dialogo fra scultura e pittura – o tra forme plastiche e rappresentative – e fra i poli della ricerca artistica in Italia, in primis nel confronto fra l’ambito milanese e quello romano. Complessivamente il filo conduttore di Cantiere del ’900 traccia un percorso nell’arte italiana dagli anni Cinquanta agli anni Novanta, che evidenzia le correnti dell’astrazione, dell’informale, delle sperimentazioni formali e tecnologiche, delle diverse configurazioni di nuove potenzialità espressive e di rappresentazione dell’uomo e della società del proprio tempo. La situazione dell’immediato dopoguerra e degli anni Cinquanta è ricostruita a partire da una rilettura degli sviluppi di un’arte che tende a risolvere la contrapposizione tra realismo e astrattismo, con opere di Afro, Alberto Burri, Emilio Vedova, Giuseppe Santomaso, per passare a considerare il ruolo di Lucio Fontana – rappresentato in mostra da un nucleo importante di nove opere – nei confronti delle correnti d’avanguardia dello Spazialismo e dell’Arte Nucleare, attive a Milano e in altri centri della penisola negli anni Cinquanta; si passa quindi ad affrontare le ricerche che vanno all’insegna dell’astrattismo “concreto” del Mac (Movimento Arte Concreta) e il ricco panorama dell’informale. Il passaggio dagli anni Cinquanta agli anni Sessanta è preso in considerazione attraverso la nuova attenzione a una concezione della pittura che diventa traccia di azioni fisicamente dirette a modificarne la natura, come quelle attuate da Piero Manzoni, Enrico Castellani o Toti Scialoja, ma anche per le possibilità offerte dalle nuove tecnologie, di dar vita a un’arte “programmata” o “cinetica”. Il clima degli anni Sessanta è interpretato attraverso l’attenzione per le le nuove possibilità di narrazione e di valorizzazione delle immagini attraverso l’influenza dei mass media, che costituiscono i punti di riferimento per le posizioni di artisti che si muovono tra nuove forme di realismo e inclinazioni pop, come Achille Perilli, Gastone Novelli, Mario Schifano, Valerio Adami, Gianni Bertini. Le nuove avanguardie della seconda metà degli anni Sessanta sono prese in esame nelle sezioni dedicate agli autori che hanno partecipato alle manifestazioni dell’Arte Povera e alle declinazioni verbo-visive di carattere concettuale. La scultura, ampiamente presente in tutto il percorso, oltre a costituire un elemento introduttivo alle diverse sale nelle opere di Mauro Staccioli, Alik Cavaliere, Ettore Colla, Nicola Carrino, Mario Ceroli, Pino Pascali e Giuseppe Maraniello, propone una occasione di riflessione sulle relazioni con lo spazio nella sala dedicata alle “ipotesi costruttive” (dove sono raccolte opere di Gianfranco Pardi, Giuseppe Uncini, oltre che di Rodofo Aricò). Il percorso espositivo si conclude con le situazioni emerse fra gli anni Ottanta e Novanta, che costituiscono la base di una più vicina attualità, all’interno di una visione che si vuole aperta e in divenire, come è il carattere di un “cantiere”. La scelta di offrire una molteplicità di punti di vista su un’arte a noi vicina, che continua a interrogarci, porta a un “progetto nel progetto”: l’idea di dedicare in modo costante alcune sale ad approfondimenti monografici, dedicati a opere, autori o temi specifici. In occasione del primo allestimento di Cantiere del ’900, vengono presentati due itinerari monografici. Il primo, intitolato Il colore come forma plastica. Percorso attraverso una forma di astrazione approfondisce – in un percorso critico originale – un argomento di grande interesse scaturito dalle ricerche cromatiche di Giacomo Balla e del Futurismo: quello di un’astrazione del colore che ha spinto la pittura a essere una presenza fisica nello spazio, secondo una linea essenzialmente formale, che ha avuto il suo fulcro nell’opera di Piero Dorazio e del Gruppo Forma 1, di Giulio Turcato e di altri autori del secondo dopoguerra. Il secondo approfondimento riguarda una delle installazioni più significative elaborate nell’arte degli ultimi decenni, L’ora italiana di Emilio Isgrò, che ricorda uno degli episodi più tragici della recente storia italiana, la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980. Nei venti tondi di cui è composta l’opera affiorano frammenti di immagini di vita quotidiana colta nelle strade della città in quel periodo, parzialmente cancellate dal colore bianco che ne modifica la leggibilità. Con l’accompagnamento di un crescente ticchettio di orologio e la modificazione delle condizioni luminose, l’insieme assume un carattere “teatrale”, che suscita emozione e tensione. Il progetto espositivo è accompagnato da una serie di supporti multimediali curati da Francesca Pola, che danno la possibilità di approfondire argomenti, opere e architetture. Importante novità nella nuova sezione delle Gallerie, il caveau. In un’idea moderna e funzionale del concetto di deposito, l’architetto De Lucchi ha ripensato i sotterranei dell’edificio bancario, luoghi da sempre segreti e dal grande fascino, rendendoli visibili al pubblico: il deposito, da luogo chiuso, diventa quindi uno spazio che incuriosisce, apre a nuove prospettive e prefigura le possibili mostre successive. La presenza del deposito di opere d’arte all’interno dei sotterranei delle Gallerie, in un luogo storico, rivisitato con una nuova funzione e attrezzato secondo i più attuali criteri di conservazione e di archiviazione, è parte integrante dell’idea stessa di “cantiere”: le opere, a rotazione, diventano nel tempo protagoniste di nuovi progetti di studio, restauro ed esposizione. L’inaugurazione della nuova sezione segna un momento importante anche per il contesto urbano in cui si colloca il palazzo, nella vita del centro storico di Milano in quanto il fulcro del museo – inizialmente aperto su via Manzoni – gravita su piazza della Scala e propone nuovi servizi e possibilità a cittadini e turisti. Parte integrante del progetto è infatti l’apertura di una grande area di servizi in piazza della Scala, all’angolo con via Manzoni: bookshop e caffetteria sono a disposizione non solo dei visitatori del polo espositivo, ma costituiscono una possibilità di incontro per il pubblico esterno. Rimane, lungo il percorso dell’Ottocento, la piccola e romantica caffetteria che affaccia sul giardino dell’abitazione che fu di Alessandro Manzoni. A cura di Civita viene proposta una articolata offerta di itinerari e laboratori didattici gratuiti rivolti alle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie – che possono usufruire di un’attrezzata aula didattica –, visite guidate e itinerari tematici fra le collezioni e i palazzi. Fra i servizi offerti al pubblico sono a disposizione audioguide gratuite in nove lingue, anche in versione iPod. Cantiere del ’900 va ad arricchire l’offerta espositiva delle Gallerie di Piazza Scala, che ospitano dal 2011 un percorso museale curato da Fernando Mazzocca, suddiviso in 13 sezioni tematiche, che ha avuto nel primo anno un pubblico di oltre 140.000 visitatori. Circa duecento opere dalle collezioni dell’Ottocento della Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo propongono un itinerario appassionante attraverso un secolo di arte italiana, in particolare lombarda: il percorso prende avvio da tredici straordinari gessi di Canova e si conclude con quattro capolavori prefuturisti di Boccioni, che segnano un ponte ideale con la proposta espositiva dedicata al Novecento. Con gli spazi di nuova apertura il polo espositivo delle Gallerie di Piazza Scala apre al pubblico, con ingresso gratuito, una superficie di 8.300 mq complessivi all’interno di quattro palazzi storici situati fra piazza della Scala, via Manzoni e via Morone, sintesi affascinante della storia dell’architettura e dello sviluppo urbano di Milano fra la fine del Settecento e i primi decenni del secolo scorso. Le Gallerie di Piazza Scala, parte della rete Gallerie d’Italia insieme alle sedi espositive di Palazzo Leoni Montanari a Vicenza e Palazzo Zevallos Stigliano a Napoli, segnano il momento di maggiore impegno di Intesa Sanpaolo nell’ambito di Progetto Cultura, programma articolato di interventi promossi dalla banca nella radicata consapevolezza che il ruolo di un’impresa bancaria di rilevanza nazionale sia quello di concorrere non solo alla crescita economica, ma anche, e inscindibilmente, a quella culturale e civile del Paese  
   
   
GALLARATE (MUSEO MAGA, VIA DE MAGRI 1, 21013, VA): OMAR GALLIANI E ALESSANDRO BUSCI - UN PASSAGGIO DI GENERAZIONE (CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE)- DOMENICA 25 NOVEMBRE 2012 / DOMENICA 3 MARZO 2013 - INAUGURAZI​ONE SABATO 24 NOVEMBRE 2012, ORE 18.30 MOSTRA IDEATA E CURATA DA FLAVIO CAROLI  
 
Il Maga presenta la prima mostra ideata e curata da Flavio Caroli, con cui prende avvio la nuova stagione espositiva del museo. L’esposizione, che sarà inaugurata sabato 24 novembre, alle ore 18.30, resterà aperta al pubblico da domenica 25 novembre 2012 a domenica 3 marzo 2013. La mostra “Galliani, Busci. Un Passaggio di Generazione (Centro di Gravità Permanente) ” è una doppia personale dedicata alla produzione e alla ricerca artistica di due protagonisti dell’arte italiana, appartenenti a due diverse generazioni: Omar Galliani (Montecchio Emilia, 1954) e Alessandro Busci (Milano, 1971). L’esposizione ideata da Flavio Caroli si propone nel segno della ricerca della qualità come “centro di gravità permanente”, ed è concepita come un duplice percorso espositivo, coerente e intimamente collegato, secondo un impianto antologico che segue una ritmica scandita per decenni, nella presentazione del lavoro di Galliani e per lustri, in quella di Busci. Ne esita un dialogo ideale, tra un artista già storicizzato e un autore giovane ma affermato, che mostra le diverse modulazioni della poetica di ciascuno: una dimensione “classica”, “disegnata”, “mitica” quella di Galliani; “romantica”, “coloristica”, “visionaria” quella di Busci. “Galliani ci propone un viaggio nell’archetipo della bellezza occidentale, un viaggio nel mito”, spiega Flavio Caroli. “Busci invece ci riporta all’arcano del visibile, a un mondo misterioso e futuribile, il cui primo cantore è stato Ridley Scott.” La mostra sarà corredata da una pubblicazione, edita da Silvana Editoriale, che a sua volta sarà – come una naturale prosecuzione del percorso - un libro d’artista. Durante il periodo di apertura al pubblico sarà programmato un calendario di appuntamenti aperti al pubblico: conferenze, incontri, concerti e performance. Info: Omar Galliani / Alessandro Busci - Un Passaggio di Generazione (Centro di Gravità Permanente) - Mostra ideata e curata da Flavio Caroli - 25 novembre 2012/3 marzo 2013 - Inaugurazione sabato 24 novembre 2013 ore 18.30 - Maga, Via De Magri 1, 21013, Gallarate, Va - tel: 0331.706011 - http://www.museomaga.it/    
   
   
MILANO (APPARTAMENTO LAGO, VIA BRERA, 30): (S)COMPOSIT (S)COMPOSIZIONI DI ISTANTANEE DI MASSIMILIANO MUN - INAUGURAZIONE VENERDÌ 9 NOVEMBRE 18.00-/21.00 - DAL 9 AL 30 NOVEMBRE 2012 )  
 
Si inaugura venerdì 9 novembre alle ore 18.00 presso lo spazio Appartamento Lago, sito a Milano in via Brera 30, la mostra (S)composit – (s)composizioni di istantanee di Massimiliano Muner. Il taglio sulla materia perpetrato da Fontana, il genio delle composizioni di Hockney e Galimberti, dall’alchimia di questi fattori nasce l’idea di utilizzare la Polaroid in maniera del tutto diversa e nuova: la scomposizione di un’opera, attraverso il taglio delle sue forme e la ricomposizione della stessa combinandone insieme i singoli elementi. I ready-made così concepiti sono rielaborazioni che guardano ad una nuova spazialità con una forte componente di dinamicità. Le Polaroid esposte sono solo una sintesi dei lavori ultimamente svolti dall’autore con tale tecnica; rivisitazioni e trasformazioni di opere di grandi autori nonché rielaborazioni originali, rivisti in chiave Polaroid e proposti sotto un nuovo taglio. In occasione dell’evento verranno distribuite 100 cartoline in edizione limitata raffiguranti l’opera ‘the conqueror of my dreams’, premiata nella prima edizione di Iso600. Per omaggiare l’ospitalità della mostra nel famoso quartiere milanese, le cartoline in questione saranno timbrate, numerate nonché pre-affrancate col francobollo commemorativo del 250° anniversario della fondazione dell’osservatorio astronomico Milano Brera. L’evento si configura all’interno della serie di iniziative proposte da Iso600 – Festival della fotografia istantanea. Massimiliano Muner si avvicina alla fotografia nei primi anni del 2000, utilizzando dapprima macchine fotografiche digitali, presto abbandonate nel riscoprire il fascino della pellicola. Si concentra quindi sulla fotografia istantanea, iniziando a scattare con le ultime pellicole Polaroid ancora disponibili sul mercato. Segue poi gli sviluppi del marchio Impossible fin dal principio della produzione di nuove pellicole a sviluppo istantaneo. La passione per la fotografia lo porta a fondare, assieme ad altri appassionati, l’Associazione Fotografica Officina Istantanea, che si pone come obiettivo di promuovere e diffondere la pratica e la cultura della fotografia analogica, in particolar modo di quella a sviluppo istantaneo. Ha esposto le sue opere a Trieste, Milano, Roma, Vienna e Berlino, sia in spazi espositivi che in gallerie d’arte  
   
   
MILANO (MUSEO BAGATTI VALSECCHI): IL MUSEO BAGATTI VALSECCHI COMPIE 18 ANNI DI APERTURA AL PUBBLICO . PER FESTEGGIARE LA MAGGIORE ETÀ, DAL 23 NOVEMBRE IL PERCORSO DI VISITA DELLA CASA MUSEO DI VIA GESÙ SI ARRICCHISCE DI UNA DICIOTTESIMA STANZA  
 
Ideato da Lucia Pini, conservatrice del Museo, progettato da Corrado Anselmi con la grafica di Michele Izzo, questo allestimento nasce grazie al sostegno di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo e alla disponibilità degli eredi Bagatti Valsecchi, che hanno messo a disposizione album di famiglia e materiali d’epoca. Boiseries chiare trasformano un piccolo ambiente in una raccolta stanza-guardaroba, dove curiosare scorrendo fotografie e aprendo cassetti per fare la conoscenza con Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi e con i discendenti che continuarono ad abitarne la dimora fino al 1974. Immagini e oggetti schiudono la dimensione privata e familiare di un luogo oggi divenuto museo, ma abitato e vissuto sino a tempi recenti quale dimora privata. Le fotografie sono allestite su pannelli scorrevoli da “sfogliare” come le pagine di un album; le più antiche mostrano i due fratelli nella vivace Milano fin de siécle per poi immortalare, avanzando nel tempo, le generazioni successive chiudendo con la trasformazione di casa Bagatti Valsecchi in museo e con la sua apertura al pubblico nel 1994. È un racconto per immagini cui si aggiunge persino un filmato degli anni trenta del Novecento, dove un ormai più che ottantenne Giuseppe Bagatti Valsecchi si ostina a montare a cavallo o si intrattiene con i nipotini. La narrazione è scandita da eventi privati – i matrimoni, i battesimi, i momenti della vita in famiglia – e dall’eco dei grandi fatti della Storia, che risuona attraverso le fotografie di Giuseppe Bagatti Valsecchi in divisa nel 1918 o della casa di via Gesù colpita dalle bombe nell’agosto del 1943. Nei cassetti, come dimenticati dagli antichi abitanti, piccoli cimeli e semplici oggetti di vita quotidiana tutti da scoprire: appunti e carta da lettere di Fausto Bagatti Valsecchi, le medaglie vinte dal fratello Giuseppe gareggiando col velocipede, l’ombrellino da passeggio, un ventaglio, il vecchio quaderno di scuola con i pensierini… Sono tracce lasciate, attraverso le diverse generazioni, dagli abitanti di casa Bagatti Valsecchi che riportano in vita con l’immediata potenza evocativa che è degli oggetti soltanto la presenza di quanti vissero nella dimora di via Gesù e le loro storie; un modo, questo, per raccontare da un’angolazione privata e famigliare anche il ritratto di un’epoca e dei profondi mutamenti di oltre cent’anni di vita milanese  
   
   
MILANO (LISSON GALLERY MILAN, VIA ZENALE 3, MILANO): SPENCER FINCH NOT PRECISELY KNOWING NOT PRECISELY KNOWING NOT - 16 NOVEMBRE 2012 / 11 GENNAIO 2013 - INAUGURAZIONE: GIOVEDÌ 15 NOVEMBRE 2012, ORE 19 - 21  
 
Lisson Gallery Milan annuncia la personale di Spencer Finch Not precisely knowing. Not precisely knowing not dal 16 novembre 2012 all’11 gennaio 2013 Spencer Finch presenterà una serie di nuovi lavori tra cui una installazione Led creata appositamente per la galleria, una serie di fotografie e un acquerello di grandi dimensioni che esplorano la memoria, il colore e il rapporto tra conscio e inconscio. Al centro della pratica artistica di Finch vi è la sua indagine continua sulla natura della luce, del colore, della memoria e della percezione. Finch utilizza il metodo scientifico per ottenere effetti poetici, indagando la meccanica e il mistero della percezione. “A Midsummer Night’s Dream” (Sogno di una notte di mezza estate) è una grande installazione esterna che consiste in una foresta di barre d’ottone verticali di diverse altezze, appena percettibili, ognuna con un piccolo Led sulla punta. Come lucciole che si stagliano nel cielo notturno, i Led si accendono a intermittenza, disegnando diverse figure, secondo una coreografia che ricorda la messa in scena di una pièce shakespeariana. Lo spettatore è invitato a seguire la traccia lampeggiante dei Led, nella loro imprevedibile traiettoria a scatti. Finch è affascinato dal processo che si ottiene prendendo un fenomeno naturale di grande bellezza e ri-contestualizzandolo nello spazio culturale della galleria: si ingenera una trasformazione che invita all’osservazione meditativa che a sua volta suscita meraviglia. Si tratta di un’animazione teatrale e primitiva ma che in questa sospensione di incredulità, diventa un´esperienza serena e affascinante. Ispirandosi alla poesia di Emily Dickinson "The Angle of a Landscape” (L’angolo di Paesaggio), Finch ha realizzato una serie di 31 fotografie che documentano la sua prima visione al risveglio ogni giorno, per tutto il mese di ottobre. Che si tratti di un aereo, di una camera d´albergo o della sua casa, prima dell´alba o nel corso della giornata, Finch si sforza di catturare il momento tra il sonno e la veglia, lo spazio tra la coscienza e l´incoscienza – esperienza di un paesaggio percettivo. Le immagini che ne esitano sembrano a un primo sguardo astratte, ma a un più attento esame queste si rivelano, mostrando, ad esempio, l´angolo di un letto, un cuscino o un cassetto per la biancheria. Installate su una griglia con un unico multi-pannello, le immagini funzionano come le pagine di un diario visivo. Tra il 2000 e il 2002, nella speranza di creare un lavoro sul colore che potesse eludere il suo apparato percettivo, Finch ha tenuto un diario nel quale ha annotato i colori dei suoi sogni. È a questo diario che Finch fa riferimento per il suo nuovo grande acquerello. Affascinato dal concetto di poter mappare i sogni e dal tentativo di catturare la memoria del colore, Finch ha realizzato una griglia che comprende 49 linee verticali e 69 linee orizzontali colorate, a intervalli regolari di un pollice. Ogni linea orizzontale è presa da questo diario dei sogni-colore mentre ogni linea verticale si riferisce a un colore rimasto impresso nella sua memoria sin dalla prima infanzia: il colore dei gradini della sua casa, del suo telefono giocattolo, di un divano appartenuto ai suoi genitori, della loro prima automobile e delle tazze da tè che erano soliti utilizzare. Da un lato la memoria di un colore reale e dall´altro la memoria di colore immaginario, solo sognato. Spencer Finch (1962) ha esposto a livello internazionale presso importanti istituzioni. Mostre personali: Art Institute of Chicago, Chicago, Il (2011), Emily Dickinson Museum, Amherst, Ma (2011), Corcoran Gallery of Art, Washington, Dc (2010); Frac des Pays de la Loire, Carquefou, Francia (2010), Galleria d´Arte Moderna di Queensland, Brisbane (2009); Dundee Contemporary Arts, Dundee (2008), Mass Moca, North Adams, Ma (2007). Tra le collettive: Museum of Contemporary Art San Diego, La Jolla, Ca (2011), Folkestone Triennial, Folkestone (2011), Hayward Gallery, Londra (2010), Solomon R. Guggenheim Museum, New York (2010), 53ma Biennale di Venezia (2009), Whitney Museum of American Art di New York (2004). Tra i suoi progetti di arte pubblica: la commissione per la High Line (2009) e Park Armory Avenue, New York (2008). Info: Mostra Spencer Finch Not precisely knowing Not precisely knowing not - 16 novembre 2012 / 11 gennaio 2013 - Lisson Gallery Milan, via Zenale 3, Milano - Tel +39 02 89 05 06 084  
   
   
FAUSTO MELOTTI, DEI MISTERI ELEUSINI. CERAMICHE E OPERE SU CARTA 1948 - 1980 REPETTO PROJECTS A MILANO, VIA SENATO 24  
 
La Galleria Repetto di Acqui Terme ha aperto a settembre la nuova stagione espositiva con la mostra L´ignoto che appare. Torino, presenze, 1964-1990 (23 settembre al 30 novembre 2012) e contemporaneamente ha inaugurato la nuova sede di Milano, in via Senato 24, con la mostra Andy Warhol Come un vestito di Dior - Like a Dior dress, unique prints (Dal 14 settembre al 6 ottobre 2012). Seguono, a Milano, le rassegne La soglia dell´invisibile, Luigi Ghirri E Giulio Paolini (Dal 19 ottobre al 17 novembre 2012) e Fausto Melotti, Dei misteri eleusini. Ceramiche e opere su carta 1948 – 1980 (Dal 30 novembre al 24 dicembre 2012). L’ultimo appuntamento del 2012 di Repetto Projects è dedicato a Fausto Melotti, con una selezione di circa 30 opere tra Kore (la fanciulla del grano), figure in terracotta, vasi in ceramica, ma anche disegni e tecniche miste. Appassionato interprete dell´antica mitologia greca, Melotti coltivò sempre un amore particolare per i misteri eleusini: gli antichissimi riti religiosi legati al mito di Kore (Persefone), sua madre Demetra (la dèa del grano) e Ade, il signore del regno dei morti. Culto arcaico, risalente al periodo miceneo, poi sviluppatosi in tutta la grecità a partire dal Vii secolo a.C. Nella città di Eleusi, nel tempio dedicato a Demetra e Kore, il religioso, sovrano simbolo della morte e della resurrezione, del sacrificio e della grazia. Una liturgia, una iniziazione intorno ad un sacro mito: il rapimento di Kore da parte di Ade e la sua reclusione nel regno dei morti. La disperazione e la ricerca di sua madre Demetra. In suo favore, l´intercessione di Zeus e di Ermes. La sua parziale liberazione. Poiché, come il chicco di grano, anche Kore, ogni sei mesi, potrà ritornare alla luce dell´esistenza. Poiché, come il seme del grano, anche il corpo umano deve affondare sotto terra in autunno per rifiorire, per risorgere nella primavera della pura vita. Come scrive Sofocle: "O tre volte beati / i mortali che, visti questi misteri, / vanno nell´Ade, perché solo per essi laggiù / c´è vita, mentre per gli altri, laggiù, non vi è che del male." (fr.837) Melotti, con l´opera in ceramica, ha saputo interpretare questa nobile liturgia: modellando la figura di Kore, in varie dimensioni e vari colori: dal bianco al nero, dal grigio all’azzurro, in una semplice e mirabile plasticità ricolma di rito, solennità, sacrificio, grazia. La ciotola: umile contenitore del kykeon (ciceone), il distillato cerimoniale a base di orzo (probabilmente molto vicino alla nostra birra) bevuto dagli iniziati del culto. Anch’essa modellata in vari colori (e quanto colorata era la scultura greca classica!). Infine, il vaso: insieme contenitore, stilizzata colonna, arcaico simbolo di una fascinosa origine micenea. Mostra a cura di Carlo e Paolo Repetto con la collaborazione dell’Archivio Fausto Melotti di Milano Repetto Projects Milano, via Senato 24 Orario: Nuovo Orario da lunedì a venerdì 11-19, sabato su appuntamento. Ingresso libero Tel. 02 36590463, info@repettoprojects.Com , www.Repettoprojects.com  
   
   
TORINO: I RIFUGIATI DELLA CROCE ROSSA DI SETTIMO AD ARTISSIMA CON ECO E NARCISO  
 
Anche quest’anno Eco e Narciso, il progetto promosso dalla Provincia di Torino che mette in relazione l’arte contemporanea, il territorio e la comunità che lo abita, sarà presente ad Artissima dall’9 al 12 novembre,  con un progetto che vedrà protagonisti una quindicina di richiedenti asilo ospiti del Centro Polifunzionale CRI “Teobaldo Fenoglio” di Settimo Torinese.Eco e Narciso, partendo dall’idea di rendere partecipe e coinvolgere la comunità nella realizzazione di un’opera d’arte, ha presentato negli spazi di Artissima anche nella passate edizioni, una fase del lavoro di attuazione piuttosto che un’opera conclusa.Per l’edizione 2012, in connessione con il laboratorio che si svolge a Settimo Torinese presso il Centro della Croce Rossa Italiana, con la partecipazione dei richiedenti asilo accolti, il workshop (che oltre a Provincia e Croce rossa italiana vede la collaborazione dell’Università degli studi di Torino) si “trasferirà” negli spazi della fiera. L’idea di partenza è che la presenza delle opere esposte ad Artissima, e l’intero sistema culturale e commerciale della fiera, siano “il testo” da cui partire per svolgere un approfondimento su alcune tematiche rilevanti rispetto all´ascolto e all’autorappresentazione, e di conseguenza per far emergere un materiale corale che sarà alla base della produzione di un’opera multimediale.La presenza ad Artissima del progetto consente inoltre di portare alla luce la realtà dei centri di accoglienza per i richiedenti asilo (e in particolare di quello di Settimo Torinese) – sia di chi è ospitato che di chi accoglie – e creare la possibilità di innescare un dialogo con un pubblico numeroso e variegato, aprendo a un confronto costruttivo.Il workshop sarà tenuto dallo scrittore Cristiano De Majo che lavorerà con i richiedenti asilo alla realizzazione di un´opera metabiografica, affiancato dai curatori e dai mediatori della Croce Rossa Italiana.Info: Provincia di Torino - Servizio Programmazione e Gestione Beni e Attività Culturali - Eco e Narciso - Corso Inghilterra 7, 10138, Torino - tel. +39 011/8616327  - fax +39 011/8616475 -  info@ecoenarciso.it - www.ecoenarciso.it  
   
   
DA SABATO CASTELLO COLLOREDO SARÀ CANTIERE EVENTO  
 
L´opera di ricostruzione fisica del castello di Colloredo di Monte Albano andrà di pari passo con la sua valorizzazione culturale, già a partire dalla cerimonia di posa della prima pietra, in programma sabato con la presenza del presidente della Regione, Renzo Tondo. Lo ha sottolineato l´assessore regionale ai Lavori pubblici, Riccardo Riccardi, in occasione della firma per l´affidamento dei lavori, che si è svolta oggi a Colloredo presenti il sindaco, Ennio Benedetti, e il commissario straordinario per il recupero del castello, Vittorio Zanon. Sabato a partire dalle 9.30, nella sede della Comunità collinare, è infatti in programma un seminario al quale, accanto agli esponenti della Regione e al direttore regionale per i Beni culturali, Giangiacomo Martines, interverranno i progettisti e storici dell´architettura, per approfondire la complessa vicenda storica e le caratteristiche architettoniche del castello. La stessa opera di ricostruzione sarà proposta come cantiere evento. Il castello di Colloredo è destinato, negli intendimenti della Regione, a diventare museo e nello stesso tempo sede di eventi culturali e di convegni di respiro europeo. Il 65 per cento del complesso diventerà di proprietà pubblica, il restante 35 per cento resterà privato, nelle mani delle antiche famiglie proprietarie (tra cui i Nievo). Alla cerimonia di posa della prima pietra e al seminario, accanto a Tondo e Riccardi, sarà presente anche l´assessore regionale all´Istruzione, Roberto Molinaro, già sindaco di Colloredo e presidente della Comunità collinare del Friuli, il cui apporto come consigliere regionale è risultato determinante - è stato sottolineato oggi - per definire gli strumenti e stanziare le risorse per la ricostruzione del castello  
   
   
ROMA (ARCHIVIO CENTRALE DI STATO): “LA GRANDE ILLUSIONE: SPAZIO-TEMPO E PERSISTENZA DELLA MEMORIA” - L’ARCHEOREALISMO DI EVAN DE VILDE E LA POP-CINETICA DI NELLO PETRUCCI - DAL 14 NOVEMBRE  
 
L’archivio Centrale di Stato ospiterà l’archeorealismo di Evan De Vilde e la pop-cinetica di Nello Petrucci nella mostra “La grande illusione: spazio-tempo e persistenza della memoria”. Il vernissage è curato dal Dama (Daphne Museum Art), museo d’arte contemporanea, che affianca a grandi maestri dell’arte le opere di talentuosi artisti emergenti, e verrà inaugurato alle 18:30 di mercoledì 14 novembre, e sarà visitabile fino a domenica 2 dicembre. L’esposizione ha come concetto fondante la narrazione di molteplici percorsi della memoria che si intersecano a dimostrazione di quanto l’Arte sia un linguaggio universale, mutevole per forma, tecnica e storia, ma sostanzialmente rispondente a un’unica esigenza umana: la ricerca dell’immortalità, il tentativo di lasciare il ricordo permanente di sé, perché sulla Memoria si basi la civiltà e perché possa costituire il seme del progresso sociale. Il passato dialoga con il presente in un linguaggio formale ogni volta in trasformazione, che dimostra la grande verità dell’esistenza umana: la vita senza memoria può essere solo un eterno oblio. “Ogni azione umana, dall’atto naturale della procreazione a quello artistico, ha lo scopo di lasciare un segno duraturo della propria esistenza. – Ha dichiarato il curatore della mostra Ilario D’amato. – Ogni atto, dunque, è un atto di Memoria, ossia un’archiviazione, voluta o implicita, di dati esperienziali che, per essere tramandati nel tempo, hanno bisogno di esplicitarsi in parole o simboli. L’oggettivazione della memoria è la facoltà del narrare attraverso il racconto scritto o, come nel caso dell’Arte, tramite la materializzazione di un’immagine.” A guidare lo spettatore in questo suggestivo viaggio nella memoria dell’umanità, l’archeorealismo di Evan De Vilde, movimento d´avanguardia basato sui contrasti estetico-linguistici di oggetti archeologici inseriti in contesti contemporanei, e la pop-cinetica di Nello Petrucci, che unisce il movimento dell’arte cinetica all’universalismo e al quotidiano della pop art. Due movimenti artistici molto lontani tra loro, ma, allo stesso tempo, accomunati dalla voglia di proporre una nuova visione della realtà di ogni giorno, estrapolandola dal normale contesto e conferendole un significato più universale, che racchiude in sé la memoria di oggi e di ieri. Info: La grande illusione: spazio-tempo e persistenza della memoria - 14 novembre 2012/2 dicembre 2012 - Archivio Centrale di Stato, Piazzale degli Archivi, 27, Roma - info@daphnemuseum.It -  www.Lagrandeillusione.com   
   
   
GLI OSCAR DEL FUMETTO ALLA MOSTRA INTERNAZIONALE DEI CARTOONIST A RAPALLO CHE FESTEGGIA I 40 ANNI  
 
La Mostra Internazionale dei Cartoonist di Rapallo aperta nell’antico Castello sul Mare da sabato 10 a domenica 25 novembre, compie 40 anni e ne approfitta per festeggiare anche i 60 anni di carriera dello sceneggiatore Carlo Chendi, con le sue 20 mila pagine di storie di Paperino, Topolino, Pepito, Whisky & Gogo, Pon Pon, la storia di “Zio Paperone mecenate per forza”, con i disegni di Giorgio Cavazzano ( un milione di copie del “Topolino” numero 1964 del 1993) e i 20 anni del Premio U Giancu, creato dal suo patron Fausto Oneto nel museo-ristorante nella frazione rapallese di San Massimo. Fausto Oneto cominciò a raccogliere tavole originali di fumetti negli anni 70. I primi a trasformare U Giancu nel loro quartier generale furono i cartoonist del posto, artisti come Luciano Bottaro, Carlo Chendi e Giorgio Rebuffi. Poi arrivarono tutti gli altri, Quino, Luzzati, Altan, Walker, Altan, Reg Smythe, Aragones, Tranchand, Dumas, Faure, Costantini, Schulz, Sagendorf, Corteggiani, Bonvi, Pratt. E ancora: Galeppini, Caniff, Silver, Gattia, Barks, Bercovici, Mordillo, Manara, Ketcman e molti altri. Da U Giancu ci sono saliti, almeno una volta, proprio tutti. E tutti hanno lasciato un disegno. Le sale dell’Antico Castello ospiteranno tante tavole originali e quelle firmate dai grandi classici mondiali del fumetto e da U Gianco le altre rarità. La mostra, battezzata “Cartoonists’ Celebration” dagli organizzatori dell’associazione culturale “Rapalloonia!” con la direzione artistica di Carlo Chendi e Sergio Badino e presentata in mattinata in Regione Liguria con l’assessore rapallese Massimo Zero, al vernissage di sabato pomeriggio, al teatro delle Clarisse di Rapallo, festeggerà anche un altro compleanno: i 30 anni di “Martin Mystere” con il il suo autore Alfredo Castelli. E con il figlio Davide, ricorderà Sergio Bonelli, scomparso l’anno scorso, uno dei grandi dell’editoria a fumetti e il suo personaggio più amato dai lettori: Tex Willer, creato dal padre Gian Luigi Bonelli, con i disegni del chiavarese Aurelio Galleppini. Titolo del documentario di Giancarlo Soldi “Come Tex nessuno mai”. Sabato a Rapallo arriverà anche il disegnatore di Cattivik Massimo Bonfatti che presenterà l’iniziativa "2100 fumettisti per 100 mattoni” a sostegno dei terremotati dell’Emilia. Una sorta di metafora della ricostruzione, comprando un mattone d’autore sarà possibile dare una mano alle popolazioni dei centri colpiti dal sisma. Fra i numerosi collaboratori ai libri, ai cataloghi e almanacchi di 40 anni di mostra internazionale dei cartoonist di Rapallo anche Federico Fellini, Umberto Eco, George Lukas.  
   
   
FUMETTI: L’OMAGGIO A SERGIO BONELLI E FILMATO SU TEX WILLER A MOSTRA INTERNAZIONALE DEI CARTOONIST DI RAPALLO. COFFERATI: GRANDE LETTERATURA POPOLARE, C’È MOLTO DA IMPARARE  
 
Rapallo - Omaggio a Sergio Bonelli, uno dei grandi dell’editoria a fumetti e di alcuni degli eroi più amati dai lettori come Dylan Dog e Tex Willer, sabato 10 novembre 2012, alle 16, al vernissage di inaugurazione della 40^ edizione della Mostra Internazionale dei Cartoonist di Rapallo, patrocinata dalla Regione Liguria e presentata giovedì a Genova. A Tex Willer, personaggio, creato dal padre di Sergio Bonelli, Gian Luigi, con i disegni del chiavarese Aurelio Galleppini, è dedicato il documentario di Giancarlo Soldi “Come Tex Nessuno Mai” che sarà presentato agli ospiti del teatro delle Clarisse di Rapallo. Sergio Bonelli, milanese, era legatissimo alla rassegna rapallese e alla Liguria e ogni anno era presente alla mostra dei cartoonist di Rapallo ospitata nell’Antico Castello sul mare. Ma per gli appassionati sarebbe riduttivo ricordare Bonelli come uno straordinario editore di fumetti. “Bonelli nella sua vita ha contribuito in modo altrettanto straordinario allo sviluppo della letteratura popolare”. Parola dell’europarlamentare Sergio Cofferati, da sempre un grande estimatore di Tex Willer. Sergio Cofferati, collezionista di Tex Willer (“Ho tutti i numeri, dal primo all’ultimo di una settimana fa, stipati in una cantina a Bologna. Quella di Genova, ahimè, è già satura”) ricorda come Sergio Bonelli abbia sempre voluto attorno a sè grandi sceneggiatori e di averli accompagnati con le migliori matite. “Una scelta lungimirante di qualità e fedeltà ambientale, geografica e storica. Perché quando il disegno è di grande fattura e al servizio di storie importanti come la storia degli Stati Uniti raccontata fedelmente da un personaggio inventato come Tex Willer, c‘è molto da imparare a leggere questi fumetti, cosa che non capita sempre quando si apre un libro”.  
   
   
ALEXANDRIA SCRIPTORI FESTIVAL  
 
Scadono il 15 gennaio prossimo i bandi del Premio Contemporanea 2013 e Contemporanea d’Autore 2013, legati alla quarta edizione di Alexandria Scriptori Festival. È un festival/raduno culturale, laboratorio di idee in cui scrittori, poeti, musicisti, sceneggiatori, drammaturghi, attori, registi, critici letterari, filosofi, psicologi, sociologi, antropologi, editori, giornalisti, agenti letterari provenienti da tutta Italia si incontrano per scambiare opinioni e riflessioni sull’evoluzione della scrittura nel tempo e sui suoi rapporti con la società contemporanea e con gli altri campi del sapere. L’innovativa formula del Premio permetterà ai vincitori di ognuna delle categorie in concorso di essere protagonisti dell’evento in programma ad Alessandria il 25 e 26 maggio 2103. Www.alexandriascriptorifestival.it