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Notiziario Marketpress di Martedì 18 Maggio 2004
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LA COMMISSIONE EUROPEA TRACCIA IL PROFILO DEI PRIMI PROGETTI ERA-NET  
 
Bruxelles, 18 maggio 2004 - La Commissione europea ha pubblicato un documento che descrive nel dettaglio 32 nuovi progetti Era-net. Il piano Era- (Spazio Europeo della Ricerca) - Net sostiene il coordinamento dei programmi di ricerca nazionali. Quelli selezionati per i finanziamenti iniziali sono incentrati su svariati argomenti, quali geoscienze, invecchiamento della popolazione, trasporti e ricerca sul legno. Era-net è stato introdotto nell'ambito del Sesto Programma Quadro (6Pq). Il piano vede la partecipazione di direttori dei programmi che lavorano presso i ministeri nazionali e le agenzie di finanziamento, più che università o imprese, e i finanziamenti della Commissione vengono utilizzati per le attività di coordinamento più che per la ricerca in sé. I finanziamenti della Commissione sono concepiti per aiutare a superare le barriere al coordinamento transnazionale dei programmi di ricerca nazionali, che possono essere di natura culturale, politica o amministrativa. Il piano è stato accolto con favore dagli attori nazionali, che riconoscono che i finanziamenti nazionali da soli non consentono alla ricerca di fare quanto vorrebbero e che spesso si confrontano con la frustrazione di vedere le loro ricerche duplicate in altri paesi. Il Consorzio europeo per la perforazione oceanica ai fini di ricerca (Ecord) Era-net riunisce 15 organizzazioni europee di finanziamento alla ricerca per rappresentare e finanziare gli studi europei di perforazione oceanica a livello internazionale. L'obiettivo a lungo termine è sviluppare una strategia a livello europeo che comprenda pianificazione, finanziamento e ricerca. Dovrà infine fornire una struttura attraverso la quale poter gestire e coordinare i programmi di perforazione congiunti e che sia in grado di diffondere i risultati presso la comunità dei ricercatori marini. Il progetto creerà un database che raggrupperà tutte le informazioni esistenti sulle proposte di perforazione avanzate dagli scienziati europei. Si prevede che la condivisione di queste informazioni rappresenterà il catalizzatore di una sempre maggiore collaborazione. La rete Era-age vedrà la collaborazione tra ministeri, agenzie e consigli di ricerca. Il risultato previsto di un approccio graduale al coordinamento è un accordo di cooperazione per il co-finanziamento di programmi di ricerca sull'invecchiamento. L'accordo introdurrà meccanismi comuni di valutazione e divulgazione. Era-net Transport si fonda sull'opera della Piattaforma europea per la cooperazione e il coordinamento della ricerca nei trasporti (Eptr). Il consorzio ha già individuato quattro aree di ricerca in cui la cooperazione potrebbe risultare vantaggiosa: sicurezza stradale; trasporto di merci e logistica; monitoraggio delle politiche e sistemi di trasporto intelligenti. L'ambizione ultima del nuovo piano Era-net è creare uno strumento per programmi di ricerca comuni su argomenti con priorità condivisa tra tutti i membri, con inviti congiunti e sistemi di valutazione condivisi. Infolink: http://europa.Eu.int/comm/research/fp6/coordination/era-net_en.html  
   
   
E-DEMOCRACY, UN CONVEGNO A GENOVA  
 
Genova, 18 maggio 2004 - L’evento, promosso nell’ambito del Progetto Crc (Centri Regionali di Competenza per l’e-government e la Società dell’informazione), in programma il 19 maggio presso Palazzo Ducale Un altro convegno di presentazione dell'Avviso e discussione sulla modulistica e sulla presentazione dei progetti si terrà a Palermo il 24 maggio. Per partecipare agli eventi è necessario iscriversi. L’evento si rivolge agli amministratori pubblici, alle imprese operanti nel settore Information Technology e ai media, con l’obiettivo di definire lo scenario, gli attori coinvolti e il ruolo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione delle nuove forme di partecipazione dei cittadini alla vita delle istituzioni. Un terreno non ancora esplorato e in fase sperimentale sul quale si registra una forte crescita di attenzione, comprovata anche da atti formali come la Raccomandazione, nel 2001, del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa sulla Partecipazione dei cittadini alla vita pubblica a livello locale. Per l’Assessore alle Finanze e Organizzazione della Regione Liguria Renata Oliveri, che aprirà i lavori del convegno, "e-democracy vuol dire dialogare con tutti i soggetti del territorio. Ma prima di tutto significa attivare strumenti per "ascoltare" le esigenze dei cittadini e delle imprese cercando risposte specifiche ai loro problemi". Di cittadini non più soltanto utenti o clienti ma soggetti attivi di una nuova Pubblica Amministrazione orientata all’efficienza, parleranno Giulio De Petra, Direttore del Cnipa (Centro Nazionale per l’Informatizzazione della Pubblica Amministrazione), Anna Carola Freschi, del Dipartimento di Scienza della Politica e Sociologia dell’Università degli Studi di Firenze e Fiorella De Cindio, del Dipartimento Informatica e Comunicazione dell’Università degli Studi di Milano. Nel corso del Convegno sarà presentato e distribuito il vademecum “Linee guida per la promozione della cittadinanza digitale: e-democracy”, pubblicazione edita dal Formez nell’ambito del Progetto Crc con il contributo delle Università di Firenze e di Milano. Una guida utile per supportare gli Enti Locali nelle fasi di ideazione e progettazione delle loro iniziative. Emanuela Di Pasqua, giornalista esperta di innovazione e nuove tecnologie, coordinerà una tavola rotonda in cui amministratori pubblici ed esperti del settore offriranno interventi e testimonianze sulle prime sperimentazioni di e-democracy a livello locale. Nel pomeriggio è prevista una sessione informativa in cui tutti i soggetti che intendono partecipare all’Avviso potranno avere chiarimenti e precisazioni sulle modalità di presentazione dei progetti. L’avviso nazionale per la selezione di progetti per lo sviluppo della cittadinanza digitale, destinato agli Enti locali, rappresenta un primo passo concreto verso la promozione, tramite le tecnologie innovative, della partecipazione dei cittadini alla vita e alle decisioni delle pubbliche amministrazioni locali. I progetti finanziati dovranno prevedere l’utilizzo delle nuove tecnologie come strumento per facilitare e sostenere il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini, in forma individuale e associativa alla vita pubblica. Il Mit cofinanzierà (al massimo al 50%) per un ammontare complessivo di 10 milioni di euro progetti della durata massima di 24 mesi, dando particolare rilevanza al più ampio coinvolgimento possibile dei destinatari delle politiche. In particolare uno dei criteri di valutazione, oltre alla bontà qualitativa e tecnica del progetto e delle soluzioni tecnologie, sarà proprio incentrato sulla qualità delle partnership con associazioni e con soggetti portatori di interessi collettivi. Dopo il convegno di Roma del 27 aprile scorso, il percorso di accompagnamento all'Avviso nazionale sull’e-democracy prevede due eventi, a Genova il 19 maggio e a Palermo il 24 maggio. Entrambi saranno caratterizzati da una sessione mattutina di carattere informativo-istituzionale in cui verranno presentate le caratteristiche dell’Avviso e alcune esperienze locali in atto, e da una sessione pomeridiana di taglio tecnico, in cui si avrà la possibilità di: acquisire maggiori informazioni e supporto sulle modalità di compilazione della modulistica per la presentazione dei progetti; ottenere chiarimenti su diversi aspetti relativi alla definizione del progetto quali il processo partecipativo, il ruolo delle associazioni, i tempi e l’organizzazione, la promozione, l’autovalutazione. A Genova queste tematiche saranno affrontate in una sessione plenaria, mentre a Palermo sarà possibile ricevere informazioni mirate su problematiche comuni emerse nella fase di preparazione dei progetti.  
   
   
LA REGIONE EMILIA ROMAGNA TERRÀ UN WORKSHOP SULLA NANOTECNOLOGIA NELL'AMBITO DEL 6°PQ  
 
Bruxelles, 18 maggio 2004 - Il 27 maggio, a Bruxelles, Belgio, si svolgerà un workshop sulla nanotecnologia nell'ambito del Sesto Programma Quadro (6° Pq); durante il seminario, saranno discusse le esperienze della regione italiana Emilia Romagna. L'avvenimento rappresenterà un'opportunità per discutere la questione delle relazioni industriali nell'ambito del 6°Pq e si concentrerà in particolare sui settori delle nanoscience, delle nanotecnologie e delle tecnologie produttive. Saranno inoltre presentati i mezzi finanziari concessi dalla Commissione europea, dalla Banca europea per gli investimenti (Bei) e dal Fondo europeo per gli investimenti (Fei). Il workshop è organizzato dall'ufficio di collegamento a Bruxelles della regione Emilia Romagna e dal consorzio Aster, Scienza Tecnologia Impresa. Infolink : http://www.Regione.emilia-romagna.it/web_gest/bruxelles/it/home.htm  
   
   
PROROGA DELLA SCADENZA PER L'INVITO A PRESENTARE IDEE PER L'AVVENIMENTO IST 2004  
 
Bruxelles, 18 maggio 2004 - La Commissione europea ha prorogato la scadenza per la richiesta di idee in merito alla conferenza e all'esposizione in occasione dell'avvenimento Ist 2004. La scadenza è stata prorogata dal 17 maggio al 4 giugno. L'ist è l'avvenimento annuale di networking e di esposizione in cui sono trattate le attività di ricerca e di sviluppo sulle tecnologie della società dell'informazione (Ist: information society technologies). E' organizzato dalla Commissione europea e dall'attuale Presidenza olandese per il 2004. L'avvenimento si svolgerà a l'Aja, Paesi Bassi, dal 15 al 17 novembre. L'avvenimento di quest'anno ha come titolo: "Partecipare al proprio futuro" e gli argomenti principali saranno "la popolazione" e "l'economia". Infolink: http://europa.Eu.int/information_society/istevent/2004/index_en.htm  
   
   
ASSOCONSULENZA: I DATI DELL’ECONOMIA USA TENDONO TUTTI AL BELLO MA LO SHOCK PETROLIFERO…  
 
Milano, 18 maggio 2004 - Per il momento il mercato vuole credere ad una Federal Reserve pronta ad avviare un ciclo rialzista dei tassi da qui alla fine di agosto. In realtà Greenspan sta solo preparando il terreno per gestire le conseguenze di un aumento effettivo dei tassi sulla parte lunga della curva. Ciò che teme è il ripetersi del crack obbligazionario registrato nel 1994. Non a caso, la Fed è già riuscita ad aumentare di 300 punti base, in un anno, i rendimenti dei Fondi federali ed anche i tassi a 10 anni sono risultati in forte aumento (250 punti base). A tempo debito, quando la Fed interverrà sui tassi a breve l’effetto sull’insieme della curva dei tassi sarà minimo. La previsione più realistica è di un intervento della Fed a fine agosto al fine di controllare un eccesso di acquisti sulle borse e soprattutto, per evitare che si creino le condizioni di uno scoppio della bolla immobiliare, il solo settore che serve a fornire le garanzie necessarie alle famiglie americane super indebitate. Il rendimento delle azioni supera di 1,4% quello delle obbligazioni Il rendimento delle obbligazioni societarie è attualmente quasi al più basso livello da 20 anni mentre i titoli di Stato a lungo termine soffrono di una volatilità di molto superiore alla media storica. Al contrario, la volatilità implicita delle azioni è tuttora molto inferiore alla media storica. Tutto ciò si riflette sui rendimenti: sulla base degli utili attesi nel 2004, il rendimento medio delle azioni (indice Eurostoxx) è pari al 2,7% nettamente superiore al livello (2,4%) raggiunto nel 1995 dopo il crack obbligazionario. Per i titoli del Dow Jones il rendimento medio azionario è pari all’1,9%, inferiore al picco del 2,9% raggiunto nel 1993. Nel complesso il divario di rendimento, pari all’1,4%, tra le azioni e le obbligazioni non è mai stato così elevato mentre nel 1999 era negativo (-0,4%). La valorizzazione delle borse europee e americane si è normalizzata dopo la forte revisione delle stime sugli utili. In questo contesto i mercati azionari dovrebbero registrare una pausa. E’ solida la ripresa Usa La crescita del Pil Usa è stata del 4,2% (annualizzato) nel primo trimestre del 2004. Un dato rafforzato dagli ottimi risultati dei profitti: +26% tra il primo trimestre del 2003 e il primo trimestre del 2004. Questa la brillante sequenza degli ultimi cinque trimestri:
1° Q 2003 2° Q 2003 3° Q 2003 4°Q 2003 1° Q 2004
+ 3,2%; +4,4%; + 4,6%; +3,6% + 7,8%
I risultati attesi per il prossimo trimestre restano ancora elevati con il +17% nel confronto annuo. Inoltre, il rapporto prezzi/utili dello S&p500 è a 16,9 nel 2004 e 15,3 nel 2005, nettamente al disotto di 20 volte (che rappresenta l’inverso del tasso al 5%). Solo uno shock petrolifero può sconvolgere il significato di questi dati macroeconomici.
 
   
   
FIDELITY CREDE NELL'EUROPA, SOPRATTUTTO NELLE MID CAP  
 
 Milano, 18 maggio 2004 - 19 fondi, un team di analisti composto da 67 professionisti, 34 gestori ed un capitale gestito di 42 miliardi di euro in quest’area geografica. Questi i numeri a sostegno di una politica di asset allocation che vede la più grande organizzazione di gestione di investimenti al mondo focalizzarsi in Europa, “il mercato con le migliori prospettive di crescita”, parola di Thomas Balk, Presidente della divisione European Mutual Funds di Fidelity Investments. L’ampia gamma di fondi europei Fidelity dimostra l’interesse che la società nutre per il vecchio continente e come esso sia ritenuto un mercato interessante per le potenzialità di sviluppo a breve e medio termine. La diversificazione offre una panoramica di investimento per classi di rischio, dai 3 fondi obbligazionari, a quello monetario, un fondo bilanciato e 14 azionari. Un numero decisamente superiore a quello del mercato Usa, dove Fidelity gestisce solamente 5 fondi. Afferma Alessandro Fonzi, responsabile di Fidelity Investments per l'Italia: “Il nostro interesse verso l’Europa è il semplice frutto di una constatazione e di un’analisi continua ed approfondita svolta da un team agguerrito e preparato. Fidelity non fa mai previsioni di trend, ma sa cogliere gli elementi che fanno di un’azienda un investimento opportuno, al di là dei ratings o delle previsioni di comodo. I dati raccolti dai nostri analisti a livello mondiale indicano che l’Europa oggi è un mercato con aziende con un alto potenziale di crescita e Fidelity ha già iniziato un processo di intensificazione dei propri investimenti in queste aziende.” Il posizionamento di Fidelity nel mercato europeo è il frutto di una ricerca approfondita che la società persegue attraverso la politica del bottom up - stockpicking, che la porta ad analizzare non solo i mercati geografici, ma le singole aziende, le situazioni attuali e le prospettive future dei mercati di riferimento. Un caso eclatante: l’European Mid Cap Fund A tre anni dal lancio, il Ff European Mid Cap Fund ha realizzato le migliori prestazioni nell’ultimo quartile, a 1 anno, a tre anni e a 1 anno ad oggi. Il responsabile del fondo, Trygve Tøraasen, ne ha ridotto la volatilità e ha ottenuto performance superiori agli indici Dow Jones Stoxx Mid Europe e Msci Europe Index. Il Ff European Mid Cap Fund è dedicato agli investitori che cercano di approfittare delle performance di un portafoglio costituito da aziende europee con un veloce tasso di crescita. Inoltre Tøraasen può investire in un paniere di circa 700 aziende, un universo ben più ampio del suo indice di riferimento che contiene 425 titoli. “Cerco aziende che siano capaci di svilupparsi significativamente. – ci ha spiegato Tøraasen – Voglio trovare le stelle nascenti capaci di imporsi nel mercato europeo e che possono sviluppare in modo significativo il loro valore. Riconoscere le aziende che hanno questo potenziale, prima che divenga apparente al resto del mercato, continuerà ad essere la chiave al successo del nostro fondo”. Una politica premiata dal mercato e dai professionisti. Nel corso del 2004 Fidelity ha ricevuto una serie di riconoscimenti autorevoli proprio sul mercato europeo, fra i quali citiamo i premi Standard & Poor’s Award 2004 quale “Best Overall European Group 2004” e miglior fondo per la categoria Asset Allocation Europe Neutral a 1 anno con il Ff Euro Balanced Fund. Nell’edizione Europea del premio, Fidelity si conferma vincitrice “dell’Overall Best Investment manager Trophy 2004” e del premio come miglior società di gestione a 1, 3 e 5 anni nella categoria “Larger Group”. Tra i singoli fondi premiati ritroviamo il Ff Portfolio Selector Moderate Growth a 3 e 5 anni nella categoria “Asset allocation Global Neutral”.  
   
   
NOMISMA S.P.A. POSITIVO IL BILANCIO DEL TRIENNIO 2001-2003: COMPLETATO IL RISANAMENTO ECONOMICO E FINANZIARIO E ORA NUOVI PROGETTI DI SVILUPPO PER IL FUTURO  
 
Bologna, 18 Maggio 2004 - Si terrà lunedì prossimo a Bologna a Palazzo Isolani di via S. Stefano 16 l’Assemblea di bilancio di Nomisma, il Centro studi bolognese presieduto dal prof. Paolo De Castro. Il 2003 rappresenta per Nomisma s.P.a. L’ulteriore conferma dei miglioramenti nelle performaces economiche già conseguiti nel corso del 2001 e del 2002. Infatti, per il secondo anno consecutivo la Società chiude in positivo, con un utile di esercizio di 38.190 euro. Nel corso del 2003 il fatturato ha raggiunto quota 5.466.641 euro, originato per quasi un terzo da progetti internazionali. Rispetto al trend recente, si sottolinea come in soli tre anni il fatturato legato ad incarichi diretti sia incrementato di oltre 1,1 milioni di euro (+37%), e ciò segnala i frutti di una precisa strategia operativa e commerciale che ha privilegiato il mercato “privato” rispetto ai “bandi di gara”. Il Trend del risanamento societario
.000 euro 2000 2001 2002 2003
Margine Operativo -233 +40 -94 +248
Utile d’esercizio -452 -90 +55 +38
Nel 2003, il costo della produzione è stato ridotto di oltre il 21%: un dato che, rapportato all’andamento dei ricavi, mette in evidenza il miglioramento conseguito nell’efficienza operativa. Il Margine operativo lordo (M.o.l.) è tornato ad essere positivo per 247.635 euro: risultato doppiamente importante, da un lato perché ottenuto in presenza di condizioni di mercato particolarmente difficili, dall’altro perché segna un rilevante miglioramento rispetto al M.o.l. 2002 (-93.564 euro) con un differenziale positivo di 341.199 euro. Questo dato racchiude il senso del risanamento condotto nel corso dell’intero triennio 2001-2003 che ha registrato, inoltre, un saldo attivo negli utili di gestione, coincidendo con una ristrutturazione interna e con la trasformazione degli interessi passivi in interessi attivi. «Questo è stato un triennio significativo per la Società – ha sottolineato il presidente di Nomisma s.P.a., il professor Paolo De Castro -. Siamo partiti da una posizione difficile e se già nel 2001 si è avvertito un sensibile miglioramento, il 2002 si è chiuso con un utile di +55.278. Il 2003 consolida il riequilibrio con un risultato ancora in attivo di 38.190 euro e con un importante rilancio delle attività di ricerca di natura privata. I numeri, in definitiva, ci dicono che gli utili del 2002 e del 2003 sono arrivati a compensare e superare il disavanzo del 2001». «Partendo da tali premesse – ha concluso De Castro – nel prossimo triennio Nomisma potrà darsi nuovi e importanti traguardi lungo la traiettoria tracciata, mantenendo un’estrema attenzione alle evoluzioni del mercato e della concorrenza, proseguendo l’azione di risanamento incentrata sul miglioramento dell’efficienza interna ma soprattutto diventando una Società di ricerca sempre più attenta ai concreti problemi dell’economia e delle nostre imprese».
 
   
   
NOMISMA S.P.A.: GIANCARLO DE MARTIS NUOVO PRESIDENTE DEL CDA  
 
Bologna, 18 Maggio 2004 - Si è riunita ieri a Bologna nel Palazzo Isolani di via S. Stefano 16, l’assemblea dei soci di Nomisma per approvare il bilancio 2003 e rinnovare tutte le cariche del nuovo Cda per il triennio 2004-2006. Al prof. Paolo De Castro succede alla carica di presidente, in rappresentanza di B.group, Giancarlo De Martis, già Amministratore Delegato del Gruppo G.d. E Vice Presidente Confindustria Emilia Romagna, eletto all’unamità dall’assemblea dei Soci Nomisma. «Giancarlo De Martis – ha sottolineato al temine dell’assemblea il presidente uscente di Nomisma s.P.a., prof. Paolo De Castro – è la persona giusta attraverso la quale Nomisma potrà consolidare l’attività di risanamento svolta nel triennio e rafforzare ulteriormente i rapporti tra la Società di Studi Economici e il mondo imprenditoriale». Il nuovo presidente Giancarlo De Martis ha ringraziato il prof. De Castro e tutta l’assemblea dei soci per l’unanimità e la fiducia accordatagli. «Nomisma – ha detto – ha al suo interno un patrimonio di esperienze a livello europeo per diventare nei prossimi anni il punto di riferimento nazionale ed internazionale della ricerca economica applicata. Nel prossimo triennio lavorerò affinché Nomisma si affermi come la punta di diamante nella conoscenza dei settori produttivi».  
   
   
RISULTATI A MARZO 2004 DELLA BANCA CARIGE: UTILE NETTO SUPERIORE A 25 MILIONI LA POLITICA DI CONSOLIDAMENTO DEGLI INVESTIMENTI GARANTISCE UNA TENUTA DEGLI AGGREGATI REDDITUALI ED UN INCREMENTO DEI VOLUMI INTERMEDIATI  
 
Genova, 18 maggio 2004 – Il Consiglio di Amministrazione della Banca Carige Spa, presieduto dal Dott. Giovanni Berneschi, ha approvato la relazione del primo trimestre 2004, illustrata dal Direttore Generale Rag. Alfredo Sanguinetto. Nella stessa seduta il Consiglio ha approvato il Bilancio Sociale 2003 della Banca Carige Spa. Il primo trimestre dell'anno è stato ancora caratterizzato dal perdurare di una fase ciclica di stagnazione economica, dalla quale emergono solo timidi segnali di ripresa. In questo contesto la Carige è stata impegnata in una decisa azione di razionalizzazione e consolidamento degli investimenti realizzati negli ultimi anni, conseguendo risultati reddituali e patrimoniali complessivamente positivi. In particolare l’intermediazione cresce globalmente del 7,4% su base annua, mentre l' utile netto del periodo ammonta a 25,3 milioni, superiore dello 0,5% rispetto al primo trimestre dell'anno precedente. Per quanto il riguarda il Gruppo si evidenzia una crescita dell’utile netto consolidato dell’8,6% a 23,4 milioni: tale risultato consolida l'andamento in crescita del 2003, a conferma della validità della politica di rafforzamento e di sviluppo delle sinergie all’interno del Gruppo promossa dalla Carige negli ultimi anni. Si ricorda che in data 21 aprile 2004 è stata perfezionata l’operazione di scissione di Carinord 2: la partecipazione nella Cassa di Risparmio di Carrara (90%) è stata conferita alla neo costituita Caricarrara Holding detenuta al 100% da Carige; quanto prima si darà corso alla fusione per incorporazione di Caricarrara Holding nella Banca: in questo modo la partecipazione nella banca carrarese sarà detenuta direttamente dalla Carige. I risultati L’azione Carige continua a registrare dinamiche di crescita: il titolo ordinario, che a fine marzo quotava 3,185 euro, è aumentato del 14,1% rispetto a dicembre 2003 (-6,3% l’indice Mib bancario e +1,9% l’indice generale Mibtel) e del 35,2% rispetto a fine marzo 2003 (+25,8% il Mib bancario e +26,9% il Mibtel). Anche l’azione di risparmio, ammessa alla quotazione Mta a partire dal 4 dicembre 2002, ha registrato un apprezzamento a 3,413 euro del 31 marzo 2004 (+30,8% nei dodici mesi e +4,8% nei tre mesi). L’andamento di conto economico è stato caratterizzato dal seguente andamento: il margine d’interesse (80,8 milioni) risulta superiore a quello del primo trimestre del 2003 del 3,9%; i ricavi netti da servizi (89 milioni) mostrano un leggero rallentamento (-4,8%) rispetto ai tre mesi 2003. Tuttavia, escludendo dallo scorso esercizio un dividendo straordinario da Cassa di Risparmio di Savona ed i crediti d’imposta inclusi nella contabilizzazione dei dividendi, si registra una crescita dell’aggregato pari al 10,2%. Lo sviluppo maggiore ha riguardato le commissioni nette (42,4 milioni, +10,3%); gli altri proventi netti di gestione (38,1 milioni) sono cresciuti del 2,5% e i profitti da operazioni finanziarie sono stati pari a 3,7 milioni (contro perdite per 1,5 milioni del 1° trimestre 2003). I dividendi, invece, hanno registrato un consistente calo (-75,1%) a 4,8 milioni, in larga parte dovuto alla diversa modalità di contabilizzazione dei crediti d’imposta; i costi operativi (117 milioni) risultano in flessione (-0,6%) rispetto al 1° trimestre 2003, grazie al contenimento delle spese di personale (54,5 milioni, -6%), che beneficiano degli effetti degli esodi incentivati effettuati nel corso dell’ultimo anno, e della riduzione delle altre spese amministrative (-1,1% a 30 milioni). In aumento risultano invece le rettifiche di valore su immobilizzazioni materiali ed immateriali (+10,4% a 32,5 milioni), che riflettono l’aumentata attività del leasing; gli accantonamenti e le rettifiche ammontano a 10,7 milioni e risultano in riduzione del 22,4% rispetto ai primi tre mesi del 2003; la contribuzione straordinaria è negativa per 1,4 milioni, a fronte di un valore positivo analogo nel 2003. Il risultato risente degli incentivi all’esodo per 1,1 milioni; scontata un’imposizione fiscale di 15,4 milioni, l’utile netto raggiunge i 25,3 milioni (+0,5% su marzo 2003. Il risparmio totale (Afi) raccolto presso la clientela è pari a 23.333,4 milioni, in crescita del 6,5% nei dodici mesi e del 2,4% da inizio anno. All'interno delle Afi, la componente della raccolta diretta è pari a 10.374,1 milioni, in crescita dell’11% su base annua e del 3,5% nei tre mesi. La raccolta indiretta (Aaf) si dimensiona in 12.959,3 milioni, evidenziando un aumento del 3,1% su base annua e dell’1,5% nel trimestre. I crediti verso clientela ammontano a 9.351,5 milioni, con un incremento annuo del 9,6% e dell’1,1% nei primi tre mesi dell'esercizio. A fine marzo le filiali della Banca ammontano a 393 unità, come a fine 2003. Gli sportelli liguri sono 202, quelli fuori Liguria 191: le regioni foranee dove la Carige è più presente sono la Sicilia (38 sportelli) e la Lombardia (36 sportelli). Il totale dell’attivo del Gruppo Carige ammonta a 17.684,9 milioni; le Afi si dimensionano in 27.829,5 milioni, in aumento del 12,4% su marzo 2003 e dell’8,3% sulla fine del 2003, mentre i crediti verso clientela ammontano a 11.166,5 milioni (+18,1% nei dodici mesi e +8,9% nel trimestre). L'utile netto consolidato risulta quindi pari a 23,4 milioni, in crescita dell’8,6% rispetto a marzo 2003 (21,5 milioni). La rete sportelli del Gruppo si dimensiona in 489 unità. Le previsioni per l'utile di fine anno della Banca Carige confermano quelle evidenziate nel Budget, con valori in linea a quelli dello scorso esercizio. Anche per il 2003 Banca Carige ha predisposto il bilancio sociale, che segue la stesura delle prime due edizioni. Redatto secondo il modello Abi, recepisce i feedback provenienti dalle osservazioni degli stakeholder e dai suggerimenti dei lettori delle scorse edizioni. In termini assoluti - e neutralizzati gli effetti del cambiamento della normativa fiscale - il valore aggiunto lordo risulta in aumento sull’anno 2002 da 490,3 a 547 milioni (+11,6%). Tutti gli stakeholder della Banca, risorse umane, azionisti, clienti, fornitori, sistema finanziario, Stato ed altre istituzioni, collettività costituita dalle persone, dall’ambiente, dai media e dalla comunità virtuale, hanno beneficiato di incrementi significativi del valore aggiunto assegnato. Sono le risorse umane a ricevere la quota principale (45%) del valore aggiunto (235 milioni) sotto forma di stipendi, oneri sociali, trattamento di fine rapporto e quiescenza; quindi oltre un quinto (117,6 milioni) è di pertinenza dell’impresa e rappresenta le risorse accantonate per il futuro; un altro quinto (19,4%, ossia 106,3 milioni) viene destinato a Stato ed Enti, sotto forma di imposte dirette ed indirette; ai soci è distribuito, in forma di dividendi, il 15,3% (53,6 milioni); lo 0,8% (4,5 milioni) è assegnato direttamente alla collettività e all’ambiente. A quest’ultimo proposito occorre però tenere conto che la Banca, in quanto datore di dividendi all’azionista Fondazione Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, indirettamente destina alla collettività un volume di elargizioni assai più consistente: sono 44 milioni i dividendi pagati alla Fondazione, che a sua volta ha liquidato alla collettività 16,4 milioni sotto forma di beneficenza ed altre liberalità.  
   
   
NEL CORSO DEL PIRELLI TECHNOLOGY DAY MILANO ILLUSTRATO L'OUTLOOK DEL GRUPPO PER IL PERIODO 2004 - 2006 PREVISTI NEL TRIENNIO: FORTE MIGLIORAMENTO DELL'EBIT: +25% MEDIO ANNUO RIDUZIONE DELLA POSIZIONE FINANZIARIA NETTA: PREVISTA NEL 2006 A 1.350 MILIONI DI EURO  
 
Milano, 18 maggio 2004 - Si è svolto ieri presso la nuova sede di Pirelli Re il Pirelli Technology Day, durante il quale il Presidente Marco Tronchetti Provera ha illustrato alla comunità finanziaria l'outlook del Gruppo per il periodo 2004-2006, nonché le principali tecnologie e progetti di ricerca sviluppati da Pirelli nei suoi settori di attività. Nel corso degli ultimi due anni il Gruppo Pirelli ha compiuto un importante processo di rilancio e sviluppo, basato sull'aumento dell'efficienza, sulla crescita della redditività e sulla focalizzazione degli investimenti nelle nuove tecnologie, consolidando e rafforzando la propria posizione competitiva e la presenza sui diversi mercati. Grazie anche alle opere di riduzione e razionalizzazione compiute, Pirelli è oggi in grado di beneficiare al massimo della ripresa nei settori dell'energia e delle infrastrutture per telecomunicazioni e di raggiungere ulteriori traguardi in termini di redditività, quote di mercato, e lancio di nuovi prodotti, confermandosi leader nella tecnologia e nell'innovazione. Un ruolo chiave per la crescita e lo sviluppo del Gruppo è quindi giocato dalle attività di ricerca e innovazione tecnologica (nelle quali operano circa 1.500 persone), con investimenti, nel 2003, pari al 3,4% delle vendite. Ne sono testimonianza gli oltre 400 brevetti depositati dal Gruppo negli ultimi due anni. Pirelli può anche contare su una struttura manageriale fortemente motivata e con una grande esperienza internazionale. L'outlook per il periodo 2004-2006 Linee guida: focalizzazione sui segmenti di mercato a maggior valore aggiunto; impegno continuo per l'innovazione della gamma dei prodotti; ulteriore aumento dell'efficienza della struttura organizzativa e dei modelli di business; sviluppo delle opportunità in nuovi mercati. Obiettivi: un forte miglioramento dell'Ebit: +25% medio annuo; una crescita complessiva dei ricavi pari a circa il 10%; un miglioramento della posizione finanziaria netta, prevista a 1.350 milioni di euro nel 2006, rispetto a 1.745 milioni di fine 2003. Attività industriali Pirelli punta a rafforzare la propria posizione di leader nell'innovazione in tutti i settori in cui opera attraverso: la crescita nei segmenti "alto di gamma"; un approccio al mercato che integri prodotti, sistemi e servizi; un ulteriore sviluppo della presenza internazionale. Per le attività industriali, Pirelli prevede quindi: una crescita media annua dei ricavi fra il 3 e il 4%; un incremento dell'Ebit medio annuo del 23%; un Ros a fine periodo pari a circa il 7%. Settore Cavi e Sistemi Energia Nel triennio, le prospettive elaborate si fondano sulle seguenti direttrici di sviluppo: l'aumento della presenza nei segmenti di mercato ad elevato valore aggiunto; l'introduzione di innovativi processi di produzione; lo sviluppo di prodotti basati su nuovi materiali; un approccio commerciale diversificato per tipologia di cliente. Sulla base delle linee guida sopra descritte, per il periodo il Settore Cavi e Sistemi Energia si pone i seguenti obiettivi: i ricavi cresceranno con una media annua del 2%; l'Ebit segnerà un marcato incremento, con un tasso medio per anno del 25% e un Ros del 6% a fine periodo. Il Gruppo prevede inoltre una costante attenzione all'efficienza e alla razionalizzazione delle risorse presenti nel Settore, con una particolare attenzione al livello qualitativo dei servizi offerti ai clienti. In un mercato in cui gli investimenti delle utilities pubbliche sono ancora limitati e proseguono le tensioni sui prezzi dei prodotti a minor valore aggiunto, la crescita della redditività del Settore Cavi e Sistemi Energia sarà resa possibile da un miglioramento del mix delle soluzioni offerte, da una maggiore focalizzazione sui cavi e sistemi ad alta tensione, capitalizzando la propria leadership mondiale nel campo dei sistemi sottomarini e dei cavi per applicazioni in condizioni di utilizzo estreme (piattaforme offshore, miniere o centrali elettriche). Settore Cavi e Sistemi Telecom In un mercato in cui si iniziano a intravedere segnali di ripresa della domanda di cavi e fibra ottica, ancora accompagnati tuttavia da una pressione sui prezzi, Pirelli punta a crescere nel settore dei Cavi e Sistemi Telecom attraverso: · un rinnovato modello di business che si fonda sulla leadership tecnologica del Gruppo; · un portafoglio di prodotti completo e tecnologicamente all'avanguardia; · una struttura dei costi competitiva. Un'importanza sempre maggiore all'interno del Settore avranno le innovative tecnologie per l'accesso a banda larga e la fotonica di seconda generazione, che nel 2006 costituiranno circa un terzo del fatturato del Settore. Grazie a tali fattori Pirelli si pone i seguenti obiettivi: una crescita delle vendite del 10% medio annuo; Ebit positivo e Ros a fine periodo pari a circa il 5%. In particolare, Pirelli sta già introducendo sul mercato europeo i suoi innovativi apparati per l'accesso a banda larga, aggiudicandosi importanti gare con alcuni dei principali operatori di telecomunicazioni. Pirelli prevede che nel 2004 il fatturato derivante da queste attività possa raggiungere i 50 milioni di euro. Entro il 2004, Pirelli prevede inoltre di commercializzare i primi prodotti della fotonica di seconda generazione tramite i quali potranno essere ridotti i costi di esercizio di tutti i segmenti delle reti di telecomunicazioni. In particolare, la prima soluzione introdotta sul mercato sarà un laser sintonizzabile per la trasmissione di dati su fibre ottiche a lunga distanza. Settore Pneumatici Dopo un periodo caratterizzato da una forte crescita di tutti gli indicatori economici e da una miglior performance rispetto ai competitor, Pirelli incentra le proprie prospettive di ulteriore miglioramento su una strategia di continua crescita nell'alto di gamma, in cui è tra i maggiori player a livello internazionale, su un rafforzamento nei segmenti Truck e Moto, nonché su un crescente contributo dellle innovazioni di prodotto derivanti dal Mirs (Modular Integrated Robotized System) e dalle sue applicazioni ai processi tradizionali. Le principali linee guida che verranno seguite nel settore sono le seguenti: impulso all'innovazione, grazie al focus su nuovi prodotti alto di gamma basati su tecnologie distintive: Mirs per la produzione di pneumatici e Ccm - Continuous Compound Mixing per la industrializzazione di nuovi materiali; crescita sul mercato nord americano; delocalizzazione produttiva. Gli obiettivi che Pirelli si pone sulla base delle linee guida sopra esposte sono i seguenti: per i ricavi una crescita media annua pari al 4%; un Ebit in aumento del 10% medio annuo; Ros a fine periodo in crescita al 9%. Anche in questo settore Pirelli vuole confermare la propria leadership puntando sulle tecnologie legate al Mirs (Modular Integrated Robotized System) attraverso: un incremento dei volumi prodotti dalle tre unità operative avviate in Germania, Uk e Usa; la focalizzazione della tecnologia Mirs su pneumatici runflat, Suv e moto; l'estensione di alcune tecnologie Mirs a processi di produzione tradizionali; con positive ricadute in termini di flessibilità e qualità. Inoltre, Pirelli punta a portare al 12% la propria quota sul mercato dei pneumatici "Performance" nord americano, grazie a un modello di business selettivo sia nel Primo Equipaggiamento sia nell'aftermarket, l'utilizzo di un sistema logistico integrato fra l'impianto Mirs ad Atlanta, in Georgia, e il nuovo stabilimento brasiliano di Feira de Santana, e l'elevato livello di apprezzamento del marchio Pirelli in Usa testimoniato dal riconoscimento assegnato al Gruppo dall'istituto di ricerca Jdpower. Nel corso dei prossimi tre anni, inoltre, Pirelli prevede di sviluppare i sistemi per il monitoraggio della pressione dei pneumatici, in grado di interagire con i sistemi elettronici del veicolo e di migliorare quindi la sicurezza della guida. Pirelli Labs Pirelli Labs, il polo di eccellenza tecnologica del Gruppo, ha avviato anche attraverso la collaborazione con qualificati partner internazionali, quali ad esempio il Massachusetts Institute of Technology, il Cnr e il Politecnico di Milano, numerosi progetti di ricerca focalizzati in particolare nei seguenti campi di attività: componenti e chip ottici di nuova generazione basati sulle nanotecnologie, nuovi materiali per pneumatici e cavi, celle a combustibile. I principali progetti di ricerca saranno in grado di generare una significativa quota addizionale di valore per il Gruppo nel corso del periodo. Attività immobiliari Le attività immobiliari del Gruppo, gestite dalla controllata Pirelli & C. Real Estate, hanno raggiunto nel corso del 2003 i target massimi fissati dal Piano Triennale 2003-2005. Il nuovo piano triennale sarà presentato alla comunità finanziaria e alla stampa il prossimo primo giugno. Per il triennio 2004-2006, Pirelli Re prevede comunque una crescita media annua del risultato operativo comprensivo dei proventi da partecipazioni non inferiore al 20%, grazie al consolidamento delle attività di asset management e di service provider, al lancio di nuovi fondi e allo sviluppo delle nuove attività nel campo dei non performing loans e nella distribuzione di prodotti immobiliari e finanziari tramite la sua rete in franchising.  
   
   
PARMALAT VERSO IL CONCORDATO: LA STRUTTURA LEGALE, LA NUOVA CORPORATE GOVERNANCE, IL CONSULENTE FINANZIARIO  
 
Collecchio (Pr) 18 maggio 2004 - Parmalat Finanziaria S.p.a. In amministrazione straordinaria comunica le linee guida del programma di ristrutturazione e della proposta di concordato che il Commissario Straordinario intende presentare nelle prossime settimane. 1. Le novità del Decreto Legge 3 maggio 2004 n. 119 e la struttura legale del concordato Con il decreto legge 3 maggio 2004, n. 119, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 106 del 7 maggio 2004 ed entrato in vigore l’ 8 maggio 2004, sono state apportate alcune disposizioni correttive ed integrative alla normativa sulle grandi imprese in stato di insolvenza di cui al decreto legge 23 dicembre 2003, n. 347, convertito con modificazioni nella legge 18 febbraio 2004, n. 39. In particolare, per effetto delle modifiche introdotte dal nuovo decreto, le procedure di amministrazione straordinaria delle imprese del gruppo Parmalat potranno attuarsi, alternativamente, attraverso un programma di ristrutturazione economico finanziaria, come previsto per la “procedura madre” della Parmalat S.p.a., ovvero attraverso un programma di cessione dei complessi aziendali. Il programma sarà reso accessibile al pubblico in forma di estratto attraverso diverse forme di pubblicità. Fra le modifiche più significative segnaliamo, inoltre, quelle relative al concordato, che potrà essere perfezionato attraverso qualsiasi forma tecnica o giuridica, anche mediante accollo, fusione o altra operazione societaria, ovvero tramite un assuntore, a cui potranno essere trasferite tutte le attività e le passività delle imprese interessate dalla proposta di concordato. L’assuntore potrà essere costituto anche dai creditori o da società da questi partecipate. La concreta possibilità di depositare la proposta di concordato ha già consentito di semplificare le operazioni di accertamento dello stato passivo, come illustrato nel comunicato stampa del 14 maggio scorso. Tenuto conto delle suddette modifiche normative, il Commissario Straordinario, con l’ausilio dei propri consulenti, sta finalizzando il programma di ristrutturazione economico finanziaria di diverse imprese del gruppo Parmalat1, da presentare al Ministro delle Attività Produttive per la sua approvazione. Nel programma di ristrutturazione verrà inserita una proposta di un concordato che prevede il trasferimento totale dell’attivo e del passivo delle società concordatarie ad un terzo assuntore, che sarà una società di nuova costituzione (l’ “Assuntore”) la quale assumerà in via esclusiva tutte le obbligazioni nascenti dal concordato ed alla quale verranno trasferite tutte le attività e le passività delle società oggetto della proposta di concordato, nonché tutte le azioni revocatorie e risarcitorie intraprese dal commissario straordinario. Ove approvata dai creditori, la suddetta proposta di concordato consentirà la soddisfazione integrale di tutti i crediti prededucibili e privilegiati e la soddisfazione dei crediti chirografari mediante assegnazione delle azioni dell’Assuntore in proporzione ai crediti ammessi allo stato passivo e tenuto conto delle masse attive e passive delle società in amministrazione straordinaria ammesse al concordato. La struttura legale del concordato verrà dettagliata nel programma di ristrutturazione e nella proposta di concordato. 2. Scelto il consulente finanziario E’ stato selezionato, tra un gruppo di primarie istituzioni internazionali, Close Brothers quale consulente finanziario cui è stato conferito l'incarico di: i) valutare il Programma di Ristrutturazione nell’interesse dei creditori; e ii) rilasciare una opinion letter sulla equità e sulla ragionevolezza, da un punto di vista finanziario, del corrispettivo da offrire a ciascuna categoria di creditori. L’opinion letter sarà resa pubblica come allegato al programma di ristrutturazione ed alla proposta di concordato. 3. Corporate governance: i principii base del sistema della nuova Parmalat E’ stato definito il sistema di corporate governance della nuova Parmalat. Esso tiene conto delle nuove norme del diritto societario, delle raccomandazioni di Consob e di Borsa Italiana, del codice di autodisciplina di Borsa Italiana (c.D. Codice Preda) e di ogni normativa applicabile e si allinea alle migliori prassi nazionali ed internazionali. Il fine del sistema di corporate governance sarà la protezione e la creazione di valore nel tempo per gli azionisti e gli altri soggetti interessati. Tale obiettivo viene elevato al rango di “principio statutario” con la sua collocazione tra i doveri degli organi sociali. Le principali caratteristiche del nuovo sistema sono: Lo statuto sociale consente un maggiore coinvolgimento degli azionisti nella definizione dei valori del Gruppo e offrire un’importante garanzia di tutela degli azionisti. Per questo nello statuto sono espressamente elencati i doveri di amministratori e sindaci, precisato il ruolo del Presidente del Consiglio di Amministrazione, indicate le materie di competenza esclusiva del Consiglio di Amministrazione e specificati i requisiti richiesti agli amministratori indipendenti i quali dovranno essere la maggioranza dei consiglieri. Gli amministratori vengono eletti con il meccanismo del voto di lista con l’individuazione di una soglia del 2% per la presentazione e non potranno essere eletti amministratori della società persone che abbiano ricoperto cariche negli organi sociali o rivestito posizioni di rilievo nel Gruppo durante la passata gestione e persone nei confronti delle quali, nei 180 giorni antecedenti la data dell’Assemblea, siano state promosse azioni penali. Non è consentito infine il cumulo della carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione con quella di Amministratore Delegato. Il Consiglio di Amministrazione si doterà di un codice di autodisciplina che costituisce l’insieme delle regole per il governo dell’impresa coerenti con i principii base espressi nello statuto sociale. Il codice di autodisciplina: regola gli obblighi informativi periodici degli organi delegati; prevede la costituzione di un Comitato per il controllo interno e per la corporate governance e di un Comitato per le nomine e per la remunerazione; definisce i principi base per la gestione delle informazioni riservate e le procedure in materia di insider trading e internal dealing; definisce i principii base nei rapporti con gli azionisti e gli investitori istituzionali; disciplina le operazioni con parti correlate. Il codice di condotta individua la missione del Gruppo e gli obblighi comportamentali dei dipendenti e dei collaboratori, ispirati ai valori di trasparenza, correttezza, e professionalità. I principii base sul controllo interno troveranno applicazione tramite procedure scritte di Gruppo che costituiscono l’espressione del potere di direzione e di coordinamento della Capogruppo previsto dalla riforma societaria e sono finalizzate a garantire la trasparenza dell’informazione e la correttezza dei comportamenti. Fra queste procedure vi sarà il modello organizzativo di condotta ai sensi del decreto legislativo 231/ 2001 che disciplina la responsabilità amministrativa della persona giuridica in relazione a diverse ipotesi di reato, fra le quali i reati societari. La catena di controllo societario del Gruppo sarà profondamente rivista per raggiungere obiettivi di: trasparenza (le società del gruppo sono immediatamente percepite come tali dai terzi); correttezza (sono abbandonate le domiciliazioni di comodo presso i cosiddetti paradisi fiscali); la remunerazione del capitale (mediante una politica dei dividendi resa possibile anche dalla semplificazione della catena di controllo). I testi completi degli strumenti di corporate governance saranno messi a disposizione sul sito Internet www.Parmalat.com non appena pronta la traduzione inglese. Della pubblicazione si darà notizia con apposito comunicato. 4. Sviluppi delle procedure di insolvenza estere e delle azioni legali In Brasile, la Corte d’Appello dello Stato di San Paolo ha riattribuito la competenza sulla procedura di concordata al 42° distretto (giudice Nuncio), sottraendola al 29° distretto (giudice Abrào). La procedura derivante dall’istanza di concordata, che riguarda la società operativa Parmalat Brasil e le holding Parmalat Alimentos e Parmalat Partecipag ~es, ha così ripreso il proprio corso. Il nuovo Consiglio di Amministrazione di Parmalat Brasil è così composto: Nelson de Sampaio Bastos (Presidente), Luiz Arthur Ledur Brito (Vice-presidente), Raul Rosenthal Ladeira de Matos, Renato Carvalho Franco, José Otàvio Junqueira Franco, Paulo Diederichsen Villares, e Ruy Flaks Schneider. Negli Stati Uniti Farmland Dairies Llc, nel contesto del Chapter 11 relativo alle attività dairy statunitensi, ha annunciato che intende sviluppare – in collaborazione con i propri creditori – un progetto di ristrutturazione, con l’obiettivo di ottenere la stabilità finanziaria e operativa necessaria per poter continuare ad operare. I finanziatori del Chapter 11 sostengono tale progetto e si è quindi deciso di non cedere le attività principali della Farmland Dairies, modificando di conseguenza gli accordi di finanziamento. Ha preso avvio il processo per la selezione di un nuovo Chief Executive Officer della Farmland Dairies Llc. La Sec – Securities Exchange Commission, come aveva preannunciato, ha formalmente notificato a Parmalat Finanziaria un atto di citazione innanzi all’U.s. District Court for the Southern District of New York chiedendo l’imposizione di una pena pecuniaria per violazione del Securities Act. Bank of America ha proposto ricorso al Tar del Lazio contro il Ministero delle Attività Produttive ed il Commissario Straordinario per vedere annullare i decreti del Ministero con cui sono state aperte la procedura di amministrazione straordinaria relative ad Eurofood Ifsc Limited e Parmalat Spa ed altri atti ad essi collegati; il procedimento è stato successivamente unificato a quello già proposto da Smtp e Solotrat. Il 2 aprile Parmalat ha proposto appello contro la sentenza del Tribunale di Dublino che aveva attribuito a se la competenza sulla liquidazione di Eurofood Ifsc Limited.  
   
   
PARMALAT FINANZIARIA SPA IN AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA: I RISULTATI DELL’ANDAMENTO ECONOMICO AL 30 APRILE  
 
Collecchio (Pr), 18 Maggio 2004 - Parmalat Finanziaria S.p.a. In Amministrazione Straordinaria (“Parmalat” o la “Società”) ieri ha comunicato i risultati dell’andamento economico del Gruppo Parmalat al 30 Aprile 2004. Dati di sintesi – Valori in Mio€
Ricavi Margine Operativo Lordo % sui Ricavi
Valori in Milioni di Euro Anno Anno Anno Anno Anno Anno
Precedente Corrente Precedente Corrente Precedente Corrente
Attività Core (*) 1.193,5 1.170,4 70,0 78,3 5,9 6,7
Attività No Core (**) 293,3 226,1 (12,3) (4,5) (4,2) (2,0)
Attività in Procedura Speciale (***) 299,9 180,5 (4,7) (17,4) (1,6) (9,7)
Totale 1.786,7 1.577,0 53,0 56,4 3,0 3,6
(*) Attività Core: sono costituite dalle categorie di prodotto bevande (latte e succhi di frutta) e prodotti lattiero - caseari funzionali, focalizzati su circa 30 marchi (marchi “globali” o marchi locali forti), concentrati in Paesi ad elevato potenziale, nei quali vi è un’elevata richiesta di prodotti per il benessere, disponibilità a riconoscere un premium price per i brand di Parmalat e disponibilità di tecnologie all’avanguardia. (**) Attività No Core: sono costituite dai Paesi e dalle attività considerate non strategiche, e che saranno oggetto di cessione. (***) Attività in Procedura Speciale: sono costituite da attività in Paesi Esteri, per le quali sono attualmente in essere vincoli alla gestione sulla base di procedure concorsuali locali. Attività Core Le Attività Core registrano una sostanziale tenuta complessiva dei ricavi rispetto al primo quadrimestre dell’anno precedente (1.170,4 Mio€ rispetto 1.193,5 Mio€), mentre il Margine Operativo Lordo (Mol) è in progresso del 11,9% a 78,3 Mio€, rispetto ai 70,0 Mio€ dello stesso periodo del 2003. Tale miglioramento dei risultati operativi è riconducibile all’implementazione di alcune iniziative di carattere commerciale, tese a difendere la posizione di mercato, ed a una serie di azioni di contenimento e riduzione dei costi afferenti anche la struttura corporate. In particolare, analizzando le principali aree geografiche, si evidenzia che: Italia I ricavi di periodo si sono attestati a 443,9 Mio€, in calo del 5,9% rispetto ai 472,1 Mio€ dello stesso periodo 2003. Alla flessione dei ricavi, è corrisposto un miglioramento della redditività operativa, caratterizzata da una crescita del 22,9%, passata da 24,0 Mio€ del 30 Aprile 2003 a 29,5 Mio€ del 30 Aprile 2004. La diminuzione dei ricavi è principalmente da imputarsi alla situazione generale di calo dei consumi, alla forte competizione commerciale, ad alcune difficoltà riscontrate nell’approvvigionamento di materie prime. Tali problematiche sono state assorbite a livello di Mol dalla buona tenuta generale dei brand e dalla crescita dei latti speciali e dei succhi, dai minori investimenti pubblicitari e promozionali e dalla riduzione dei costi afferenti la struttura corporate. Sudafrica I ricavi di periodo, pari a 74,9 Mio€, sono in crescita del 30,4% rispetti ai 57,4 Mio€ consuntivi al 30 Aprile 2003. Parallelamente, anche il Mol è quasi raddoppiato, passando da 3,7 Mio€ al 30 Aprile 2003, a 6,9 Mio€ al 30 Aprile 2004. L’incremento dei risultati di questo mercato è dovuto sia alla crescita in volumi (conseguente all’acquisizione di alcuni nuovi marchi, ed all’affermazione crescente del marchio Parmalat negli yogurt e nei formaggi), che ad una ottimizzazione della struttura distributiva. Ulteriore elemento positivo è costituito dall’effetto cambio (apprezzamento del Rand Sudafricano nei confronti dell’Euro) Venezuela All’interno delle attività core, il Venezuela è il Paese che risulta maggiormente penalizzato dal mancato supporto al nuovo piano industriale da parte dei creditori. Infatti, la mancata conferma di adeguate linee di credito all’importazione delle materie prime, ha determinato una riduzione dei volumi, passati da 58,7 Mio€ ad Aprile 2003 a 49,8 Mio€ ad Aprile 2004 (–15,1%), e, soprattutto, un forte decremento della redditività operativa, passata da 7,7 Mio€ a 1,0 Mio€, che ha risentito anche di un forte aumento dei prezzi delle materie prime sul mercato locale, non riequilibrato da un corrispondente aumento del prezzo del prodotto finale. Canada Il mercato canadese risulta sostanzialmente stabile a livello di ricavi, passati da 365,4 Mio€ a 360,0 Mio€, mentre il margine operativo lordo, attestatosi ad Aprile 2004 a 19,3 Mio €, risulta in crescita del 45,1% rispetto lo stesso periodo dell’anno precedente (13,3 Mio€). Questo aumento di redditività è stato raggiunto grazie ad un contenimento delle spese promozionali, pubblicitarie e generali, e ad una migliore efficienza del processo produttivo. Australia I ricavi di periodo si sono attestati a 123,0 Mio€, in crescita del 10,3% rispetto ai 111,5 Mio€ dello stesso periodo 2003. Allo stesso modo, il margine operativo lordo di periodo è stato pari a 9,4 Mio€, a fronte di 8,3 Mio€ di competenza dello stesso periodo dell’anno precedente (+13,2%). La variazione di ricavi e di Mol di questo Paese è sostanzialmente riconducibile ad un effetto cambio derivante da un apprezzamento del Dollaro Australiano nei confronti dell’Euro. Attività No Core ed in Procedura speciale Il risultato negativo delle attività afferenti queste due aree è da imputarsi principalmente all’andamento delle operazioni in Brasile e Usa. Brasile I ricavi sono calati da 122,0 Mio€ a 37,8 Mio€ (-69%) ed il Mol è peggiorato passando da un valore negativo di 7,8 Mio€ ed una perdita di 12,2 Mio €. Tale risultato è da imputarsi alla grave situazione finanziaria della realtà locale, ed alla mancata concessione da parte delle autorità locali della procedura Concordata, che ha reso più difficile la gestione operativa. Usa I dati consolidati evidenziano una diminuzione dei ricavi (da 287,3 Mio€ al 30 Aprile 2003, a 223,7 Mio€ al 30 Aprile 2004), ed una sostanziale tenuta del risultato operativo, passato da una perdita di 6,3 Mio€ nel 2003, ad una perdita di 6,8 Mio€ al 30 Aprile 2004. Il decremento dei ricavi è dovuto allo stato di crisi finanziaria che ha colpito le attività dairy (latte e derivati), e che ha creato alcune discontinuità operative, a cui si è deciso di porre rimedio anche attraverso l’entrata nella procedura Chapter 11. Ovviamente questo decremento dei ricavi ha comportato anche un peggioramento del margine operativo lordo. Le attività bakery (prodotti da forno), interessate da un refocusing strategico, sono state caratterizzate da una diminuzione dei ricavi, e da un netto miglioramento del risultato operativo, che peraltro si mantiene ancora in campo negativo Posizione Finanziaria Netta La posizione finanziaria netta è in fase di consolidamento, e sarà oggetto di un separato comunicato stampa. Nel mentre, si segnala che al 30 Aprile 2004 le società in amministrazione straordinaria non hanno contratto nuovo indebitamento finanziario. In particolare, la disponibilità totale delle società in amministrazione straordinaria ammonta ad oltre 40,0 Mio€ (di cui circa 23,0 Mio€ in Parmalat Spa in Amministrazione Straordinaria). Nessun utilizzo è stato sino ad oggi effettuato a valere sulla linea di credito di 105,0 Mio€ concessa da un pool di banche lo scorso 4 Marzo 2004.
 
   
   
GRUPPO TREVI: PRIMO TRIMESTRE 2004: CRESCE L’UTILE ANTE IMPOSTE RICAVI TOTALI A 72,6 MILIONI DI EURO, EBITDA A 8,2 MILIONI E EBIT A 2,8 MILIONI  
 
Cesena, 17 maggio 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Trevi - Finanziaria Industriale S.p.a. (Mi:tfi), holding del Gruppo Trevi, tra i principali operatori mondiali nel settore dei servizi di ingegneria del sottosuolo e delle macchine per fondazioni e perforazioni, ha approvato la relazione trimestrale consolidata del primo trimestre 2004 chiuso il 31 marzo scorso. I dati evidenziano ricavi totali per 72,6 milioni di € (88,4 milioni nel primo trimestre dell’esercizio 2003), un margine operativo lordo (Ebitda) di 8,2 milioni di € a fronte dei 11,9 milioni registrati nello stesso periodo dell’anno precedente. Il risultato operativo netto (Ebit) si attesta a 2,8 milioni di € (rispetto ai 4,8 milioni registrati nel primo trimestre 2003). Cresce il risultato del Gruppo (ante imposte e risultato di terzi) pari a € 1,1 milioni (un milione nello stesso periodo del 2003). “Al mantenimento dei livelli di redditività percentuale rispetto all’esercizio precedente (nel 2003 11,27%) – dichiara il Presidente Davide Trevisani - fa riscontro un contenimento dei ricavi in linea con le previsioni per il 2004. La contrazione registrata nel primo trimestre è infatti legata a fattori stagionali, più pronunciati in questo inizio anno, e per oltre il 10%, alla contabilizzazione in Euro dei ricavi conseguiti in Usd. A cambi costanti con il primo trimestre 2003 i ricavi totali sarebbero stati pari a circa 80 milioni di Euro e il risultato ante imposte a 1,75 milioni. Sono state acquisite nuove commesse negli Stati Uniti, per complessivi 15 milioni di Usd. Tra queste le principali riguardano il progetto “Quantum on the Bay”, del valore di 3,5 milioni di Usd, e il progetto “Viaduct Bridge Widening”, del valore di 3,3 milioni di Usd commissionato dal Gruppo italiano Astaldi”. Il portafoglio lavori ha raggiunto al 31 marzo 2004 il livello di 308 milioni di €, in crescita rispetto al 31 dicembre 2003 (296,2). La posizione finanziaria netta passiva del Gruppo Trevi presenta un importo pari a 125,8 milioni di € (125,9 milioni quella registrata al 31 marzo 2003). L’incremento rispetto al 31 dicembre 2003 (+12,4 milioni di Euro) è dovuto principalmente all’incremento delle scorte nella prima parte dell’esercizio.  
   
   
SAFILO: FATTURATO IN FORTE CRESCITA A 260 MILIONI DI EURO  
 
Milano, 18 maggio 2004 - Il Gruppo Safilo ha reso noti i risultati consolidati relativi al primo trimestre 2004 in cui si accentua la crescita di fatturato già registrata nel secondo semestre 2003. L’azienda inoltre conferma la sua dinamicità mettendo a segno importanti accordi di licenza. Nei giorni scorsi è stato annunciato il lancio di una nuova ed esclusiva linea di occhiali firmati Marc Jacobs che sarà presentata al mercato con la collezione primavera-estate 2005. Un accordo che sottolinea, ancora una volta, la posizione di Safilo quale leader mondiale nell’occhialeria di lusso, moda e sport. Il fatturato consolidato è stato pari a € 260 milioni, in crescita del 13,2 % a cambi costanti e 6,4% a cambi correnti rispetto allo stesso periodo del 2003. La crescita è stata conseguita in tutti i mercati mondiali con risultati eccellenti in America ed in Far East. L’ebitda ha raggiunto l’ammontare di € 40,4 milioni pari al 15,5% del fatturato. Tale valore conferma il trend di recupero della marginalità già evidenziato nella seconda parte dello scorso anno pur risentendo pesantemente dell’effetto cambio (45% delle vendite in Usa) derivante dalla svalutazione del dollaro americano rispetto all’Euro. L’indebitamento netto del Gruppo si è attestato attorno ai € 816 milioni riducendosi rispetto alla fine del primo trimestre del 2003. Si prevede che nella restante parte dell’anno tale ammontare possa ulteriormente diminuire. Vittorio Tabacchi, presidente del Gruppo Safilo, nel commentare l’andamento dei primi tre mesi del 2004, ha dichiarato: ‘’Il primo trimestre dell’anno in corso, pur risentendo ancora di una congiuntura economica instabile e del deprezzamento del Dollaro nei confronti dell’Euro di circa il 16%, presenta evidenti segnali positivi che arrivano in particolar modo dai mercati Usa e Far East. Stiamo inoltre migliorando sostanzialmente anche gli altri indicatori economici a dimostrazione dell’efficacia delle politiche industriali e finanziarie che abbiamo recentemente implementato. Nel 2004 ci attendiamo ulteriori incrementi di quote di mercato con l’entrata a regime delle collezioni Giorgio Armani, Emporio Armani e Boucheron lanciate nel 2003 e Alexander Mc Queen nel 2004. Inoltre, in occasione del Mido, la mostra Internazionale di Ottica, Optometria e Oftalmologia che si è svolta a Milano dal 7 al 9 maggio, le collezioni da noi prodotte e distribuite hanno ottenuto un elevato gradimento da parte degli operatori del settore che riconoscono al Gruppo Safilo la leadership assoluta in termini di qualità, design e distribuzione selettiva. Nell’anno in corso stiamo attuando numerosi progetti che ci permetteranno di migliorare ulteriormente le performance aziendali: un call center europeo, nuovi accordi di licenza tra cui quello recentemente annunciato con Marc Jacobs e l’apertura di nuove filiali dirette tra cui Safilo China inaugurata a marzo in occasione della celebrazione del 70° anniversario della società .‘’  
   
   
MARZOTTO: PRECISAZIONI  
 
Valdagno, 18 maggio 2004 - Con riferimento alle notizie diffuse da organi di stampa, Marzotto S.p.a. Precisa che al momento non sono allo studio operazioni di conversione delle azioni di risparmio Nc in azioni ordinarie.  
   
   
LANA O NON LANA? ABBIGLIAMENTO, GIOCATTOLI, PRODOTTI ELETTRICI, OCCHIALI DA SOLE: I PIÙ SANZIONATI. TRA I PRODOTTI CONTRAFFATTI, SPESSO L’INSIDIA DI MATERIALI NON CONFORMI, A VOLTE PERICOLOSI  
 
Milano, 17 maggio 2004 - Non è tutto oro quello che luccica. E non sempre l’etichetta, il marchio, la nota informativa ci sono. E se ci sono, a volte non dicono la verità. Può capitare e anche sui grandi marchi contraffatti, di qualità ben diversa dai brand originali. I settori più ingannevoli? Attenzione al materiale elettrico, con rischi di incendio, in un mercato dove arriva la contraffazione: dal filo troppo sottile, alla presa fuori norma (col 12,4% dei controlli finiti in sanzioni nel 2003). E poi l’etichettatura tessile: lana o non lana? (4% di sanzioni sui controlli). Nel tessile a volte la composizione non è conforme alla dicitura. Ma a volte manca proprio l’etichetta o è scritta in lingua straniera. E ancora i giochi non conformi (3,1% le sanzioni). Ci sono poi gli occhiali da sole (1,8% di sanzioni sui controlli) per non conformità ai requisiti di sicurezza, a partire dai filtri utilizzati. Ma le tendenze mostrano come cambino i settori: migliora l’occhialeria (quasi dimezzate le sanzioni, da 3,2% nel 1999 a 1,8% nel 2003), migliora il tessile, dopo un peggioramento lo scorso anno (da 8,5% nel 1999 a 9,9% nel 2002 a 4% nel 2003), migliora la sicurezza dei giocattoli, dopo un forte peggioramento nel 2002 (da 4% nel 2000 a 9,6% nel 2002, a 3,1% le sanzioni nel 2003). Crescono i controlli nel materiale elettrico (da controlli formali sulla presenza della marcatura Ce alla verifica della reale conformità dei prodotti con prove di laboratorio, con sanzioni pari al 10,7% dei controlli nel 2000 e al 12,4% nel 2003). Emerge dal servizio accertamenti e sanzioni della Camera di Commercio di Milano, in seguito ai controlli effettuati negli anni dal 1999 al 2003. “Salvaguardia delle imprese e tutela della salute e della sicurezza dei consumatori - dice Pier Andrea Chevallard, segretario generale della Camera di Commercio di Milano -: sono anche questi gli obiettivi dell’azione per la trasparenza del mercato della Camera di Commercio di Milano. La Camera di Commercio fa fronte all’esigenza di rendere più efficaci i controlli sul mercato, a favore di una “concorrenza leale”, costruita sul rispetto da parte di tutti gli operatori dei requisiti di sicurezza comunitari. Ecco perché, a partire dal settore elettrico, la Camera di Commercio ha firmato una convenzione con Imq, l’Istituto Italiano del Marchio di Qualità che prevede un apporto dell’Istituto all’attività di vigilanza, attraverso l’esecuzione di prove e verifiche su prodotti elettrici prelevati dal mercato, un supporto tecnico costante e un programma di formazione mirato a fornire ai soggetti che effettuano i controlli sul campo un bagaglio di conoscenze tali da facilitare l’individuazione di prodotti non conformi”. Vigilanza sulla sicurezza e conformità dei prodotti. Dal settembre 2000, la Camera di Commercio di Milano, a cui sono state attribuite le funzioni del soppresso Ufficio statale provinciale (Upica), collabora con il Ministero delle Attività Produttive per la vigilanza sulla sicurezza e conformità dei prodotti immessi in commercio. La vigilanza sulla conformità dei prodotti viene svolta dall'Ufficio Ispettivo dell'Area Tutela della Concorrenza e del Mercato della Camera di Commercio di Milano. Servizio Accertamenti e Sanzioni: via Camperio, 1, Tel. 02/8515.5111 - Fax 02/85155121, E-mail: ufficioispettivo@mi.Camcom.it  
   
   
ENI: INAUGURATA A FERRERA ERBOGNONE LA CENTRALE ELETTRICA A CICLO COMBINATO DI ENIPOWER  
 
San Donato Milanese, 17 maggio 2004 - E' stata inaugurata il 14 maggio a Ferrera Erbognone, in provincia di Pavia, la centrale termoelettrica a ciclo combinato di Enipower, la prima realizzata in Italia dopo l'apertura del mercato elettrico. L’innovativo impianto è stato presentato a Autorità e rappresentanti del mondo industriale dal Direttore Generale Divisione Gas & Power dell’Eni Luciano Sgubini e dal Presidente di Enipower Giovanni Locanto. Le soluzioni di avanguardia impiegate, frutto delle competenze progettuali della Snamprogetti, Società dell’Eni, hanno consentito di realizzare un impianto di ridotto impatto ambientale e di elevata efficienza che contribuirà a potenziare il sistema produttivo italiano e a rispondere alla crescente domanda di elettricità del Paese. La centrale ha una potenza di oltre 1.000 megawatt e produrrà circa 8 miliardi di chilowattora l'anno, di cui un miliardo sotto forma di energia termica (vapore) destinata ad uso industriale. L'impianto sarà alimentato prevalentemente a gas naturale, ma utilizzerà come combustibile, oltre al metano, anche il gas proveniente dall’impianto di gassificazione dei residui di raffineria del vicino stabilimento della Divisione Refining & Marketing dell’Eni, riducendo in tal modo il traffico veicolare di circa 20.000 autobotti all’anno impiegate fino ad oggi per il trasporto di olio combustibile. L’investimento per la realizzazione della centrale è stato di 550 milioni di euro più 170 milioni per l'impianto di gassificazione di olii combustibili in corso di realizzazione nell'adiacente raffineria. Enipower è stata costituita nel 1999 con il compito di impiegare il gas disponibile nel portafoglio Eni e non più commerciabile in Italia per effetto dei tetti imposti dalla Legge di apertura nel mercato del gas, sia relativamente alla quota di mercato (50%) sia alle quantità che possono essere immesse in rete (attualmente 71%). L’obiettivo del Piano Strategico è di raggiungere 5.000-6.000 mw di potenza installata entro il 2006 con un investimento complessivo di 2,3 miliardi di euro. Ad oggi la potenza installata resa disponibile da Enipower per il mercato è di 1.800 megawatt. Tutto il parco produttivo Eni farà leva su una struttura di costi molto competitiva, legata alla costruzione di impianti nei propri siti industriali e alla elevata efficienza della cogenerazione a ciclo combinato a gas naturale, che ha un rendimento elettrico del 55-57% contro il 38% degli impianti tradizionali.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA OTTIENE GARANZIE SULLA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI DEI PASSEGGERI DI VOLI TRANSATLANTICI  
 
Bruxelles, 18 maggio 2004 - La Commissione europea ha adottato una decisione formale che attiverà tra breve i nuovi impegni assunti dal governo degli Stati Uniti, che garantiscono in questo paese la protezione dei dati personali dei passeggeri di voli transatlantici. A norma della decisione, la Commissione ritiene che i dati sui passeggeri, trasmessi alle autorità statunitensi, godano della “protezione adeguata” richiesta ai sensi della direttiva dell’Unione europea sulla protezione dei dati per quanto riguarda i dati inviati ai paesi esterni all’Unione. Secondo gli impegni assunti dagli Usa nei negoziati svoltisi lo scorso anno tra la Commissione e il dipartimento per la sicurezza interna degli Stati Uniti (Us Department of Homeland Security), oggi le autorità Usa raccolgono un minor numero di dati personali dalle registrazioni dei passeggeri (Passenger Name Records - Pnr) delle compagnie aeree, conservano tali dati per un periodo molto più breve e li utilizzano a scopi più limitati, in modo particolare per l’obiettivo comune della lotta contro il terrorismo. La decisione entrerà in vigore alla firma da parte degli Stati Uniti dei loro impegni e alla firma congiunta da parte di questi ultimi e del Consiglio dell’accordo internazionale che integra la decisione sulla "protezione adeguata". Il commissario responsabile del mercato interno, Frits Bolkestein, che ha condotto i negoziati per conto della Commissione ha dichiarato: “Una soluzione negoziata non è mai perfetta, soprattutto se si è di fronte ad una legge adottata dal Congresso degli Stati Uniti nella convinzione, ben comprensibile, che la protezione degli Usa contro il terrorismo è di vitale importanza. Il segretario del dipartimento per la sicurezza interna Usa, Tom Ridge, ha avviato però un dialogo molto costruttivo e siamo così giunti ad una soluzione equilibrata che ha ricevuto il sostegno degli Stati membri. Anche se il Parlamento europeo è di parere diverso, la Commissione ritiene che la soluzione negoziata migliorerà la situazione dei cittadini e delle compagnie aeree dell’Unione europea, in quanto attiverà importanti garanzie dagli Usa in materia di rispetto dei diritti alla protezione dei dati e di maggiore certezza del diritto. Non siamo alla ricerca di un confronto col Parlamento il quale, grazie alla forte pressione politica esercitata a partire da marzo 2003, ci ha aiutato ad ottenere migliorie dagli Usa. Stiamo operando, a nostro parere, nella maniera più idonea a raggiungere gli obiettivi che perseguiamo dallo scorso anno - ossia una migliore protezione dei dati e maggiore certezza del diritto per le compagnie aeree cui la legge statunitense impone di fornire tali dati, e garanzia che i passeggeri non subiscano ritardi che potrebbero essere evitati. L’alternativa non sarebbero state ulteriori concessioni da parte degli Usa, ma l’incertezza del diritto e la potenziale sconfessione degli impegni da essi assunti in materia di protezione dei dati trasmessi - in altri termini, il caos per i passeggeri e le compagnie aeree dell’Unione europea.” In seguito agli eventi dell’11 settembre 2001, il Congresso Usa ha approvato una legge che impone a tutte le compagnie aeree che effettuano voli verso, da o attraverso gli Stati Uniti di consentire un accesso elettronico alle loro registrazioni dei passeggeri (Pnr). Gli Usa hanno accettato più volte di differire l’applicazione di tale norma nei confronti delle compagnie aeree situate nell'Unione europea a seguito delle preoccupazioni espresse da queste ultime, col sostegno della Commissione europea, secondo le quali la legge poteva essere in contrasto con la normativa comunitaria in materia di protezione dei dati. Le autorità doganali statunitensi, tuttavia, hanno mostrato l’intenzione di iniziare a sanzionare le compagnie aeree che non avevano comunicato i dati Pnr a decorrere dal 5 marzo 2003. La Commissione ha allora avviato intensi negoziati col dipartimento per la sicurezza interna degli Stati Uniti (Us Department of Homeland Security - Dhs) allo scopo di garantire adeguata protezione ai dati Pnr trasmessi agli Stati Uniti, conformemente a quanto stabilito dalla direttiva europea sulla protezione dei dati. Nel frattempo la maggior parte delle compagnie aeree dell’Unione europea, come richiesto, ha iniziato a comunicare i dati Pnr agli Usa. Nel dicembre 2003 la Commissione ha annunciato di aver concluso in maniera soddisfacente i negoziati con gli Usa e di essere pronta ad avviare le procedure formali di adozione di una decisione della Commissione in base alla quale l’Ufficio delle dogane e della protezione delle frontiere degli Stati Uniti (Us Bureau of Customs and Border Protection - Cbp) si impegna a fornire una protezione adeguata (vedasi Speech/03/613). Gli impegni assunti dal Cbp costituiscono un notevole passo in avanti, per quanto riguarda la protezione dei dati, rispetto alla situazione attuale. In particolare: Un numero minore di dati sarà raccolto e conservato dalle autorità Usa. È stato concordato un elenco di 34 categorie (i dati Pnr di alcune compagnie aeree contengono oltre 60 campi) e nella maggior parte delle registrazioni individuali sarà riempito solo un numero limitato di tali campi I dati sensibili, come quelli relativi alle ordinazioni dei pasti o ad esigenze speciali dei passeggeri, che possono, ad esempio, rivelare informazioni sulla razza, sulla religione o sulla salute personale non saranno trasmessi o, se trasmessi, saranno filtrati e poi cancellati dall’Us Cbp I dati Pnr saranno utilizzati unicamente per combattere e prevenire il terrorismo, i reati ad esso collegati e i reati gravi, inclusa la criminalità organizzata, a carattere transnazionale, e non per consentire una più ampia repressione dei reati, così come auspicato in precedenza dagli Usa I dati Pnr non verranno scambiati “in blocco”, al fine di rispondere alle preoccupazioni in merito all’uso degli stessi nei sistemi di sorveglianza generalizzata che sarebbero in preparazione negli Usa. Il Cbp scambierà i dati Pnr raccolti soltanto su base individuale e unicamente ai fini convenuti; quando i dati provenienti dall’Unione europea sono trasmessi, nel rispetto di tali rigide condizioni, alle autorità competenti a reprimere i reati in un paese al di fuori degli Usa, un’autorità designata nell’Unione europea ne sarà sistematicamente informata La maggior parte dei dati Pnr sarà cancellata dopo tre anni e mezzo (rispetto al periodo massimo di cinquant'anni proposto in origine dagli Usa). La documentazione consultata sarà conservata in un archivio di dati cancellati per un ulteriore periodo di otto anni in vista di possibili controlli (rispetto ad un periodo indefinito previsto in origine) Le autorità garanti della protezione dei dati dell’Unione europea potranno esaminare, assieme al direttore dell’ufficio responsabile per la protezione della vita privata (Chief Privacy Officer) del Dhs, i casi di quei passeggeri le cui rimostranze - relative ad esempio a possibili abusi di dati o alla mancata correzione di inesattezze - non sono esaminate in maniera soddisfacente dal Dhs. Per provvedere alla messa in atto di tali impegni sarà effettuata una revisione comune, almeno una volta all’anno, da parte del Dhs e di un gruppo dell’Ue guidato dalla Commissione che include rappresentanti delle autorità incaricate della protezione dei dati e delle autorità esecutive nei vari Stati membri. Il sistema convenuto tra le due parti contempla inoltre la reciprocità, nel caso in cui l’Unione europea o i suoi Stati membri imponessero prescrizioni simili ai dati Pnr sui voli provenienti dagli Usa. Gli Usa s’impegnano altresì a non attuare discriminazioni illecite nei confronti di cittadini e residenti non statunitensi. Il sistema completo è valido per un periodo di tre anni e mezzo che può essere rinnovato previo accordo tra le due parti. Si tratta dunque di un ulteriore accordo provvisorio che la Commissione spera di veder sostituito, al momento opportuno, da norme internazionali convenute in seno all’Organizzazione per l’aviazione civile internazionale (Icao). L’ue ha preso di recente l’iniziativa di avviare discussioni all’interno dell’Icao sull’utilizzo dei dati Pnr ai fini della sicurezza delle frontiere e dei trasporti aerei. Per attuare i miglioramenti sulla protezione dei dati ed altri vantaggi derivanti saranno messi in campo due strumenti giuridici: il primo è la decisione adottata dalla Commissione in virtù dei poteri ad essa conferiti dall’articolo 25, paragrafo 6, della direttiva concernente la protezione dei dati, per determinare che l’Us Cbp, beneficiario e “proprietario” dei dati negli Usa assicuri una “protezione adeguata”, sulla base degli impegni assunti. Il secondo è un accordo internazionale bilaterale tra l’Ue e gli Usa che completa la “constatazione di un livello di protezione adeguato” e include aspetti quali la non discriminazione, la reciprocità e l’accesso diretto per l’Us Cbp alle basi dati delle compagnie aeree fino a quando l’Ue non disporrà di un sistema di trasferimento dei dati di questo tipo, nonché l’adozione, anche nella normativa comunitaria, della richiesta fatta dagli Usa alle compagnie aeree di rendere disponibili i dati Pnr. Spetta al Consiglio dei Ministri dell’Ue concludere l’accordo internazionale, conformemente all’articolo 300, paragrafo 3, del trattato che istituisce l’Unione europea. Gli impegni assunti dagli Usa e i miglioramenti che ne risulteranno avranno effetto non appena la decisione sul livello di protezione adeguato e l’accordo internazionale entreranno in vigore. Un’ampia maggioranza di Stati membri sostiene l’approccio seguito dalla Commissione. Il Parlamento europeo, da parte sua, ha adottato una risoluzione in data 31 marzo 2004 nella quale ritiene che gli impegni assunti dagli Usa non assicurano una protezione adeguata, e invita la Commissione a ritirare la decisione e a rinegoziare un accordo più sostanziale con gli Usa. Il Parlamento si riserva il diritto di sottoporre la questione alla Corte di giustizia europea se la Commissione decidesse di mantenere quanto deciso. Il 21 aprile scorso il Parlamento ha inoltre deciso di chiedere alla Corte di pronunciarsi sul fatto che fosse o meno necessario sottoporre l’accordo internazionale ad approvazione, dal momento che esso modifica la direttiva concernente la protezione dei dati. Secondo la giurisprudenza della Corte di giustizia, la richiesta di parere da parte del Parlamento europeo sarà priva di oggetto se il Consiglio conclude l’accordo. Il Parlamento, tuttavia, potrà ancora esercitare il diritto di ricorso in virtù dell’articolo 230 del trattato che istituisce la Comunità europea, per ottenere l’annullamento dell’accordo internazionale, della decisione relativa alla constatazione di un livello di protezione adeguato, o di entrambi. Infolink: http://europa.Eu.int/comm/internal_market/privacy/adequacy_en.htm#countries  
   
   
UNIONCAMERE PRESENTA LA MAPPA DELL’ACCESSIBILITÀ DEGLI AEROPORTI DEL MEZZOGIORNO AEROPORTI: AL SUD STRUTTURE DI QUALITÀ, MA SOFFRONO DI ISOLAMENTO  
 
 Catania, 18 maggio 2004 – Numericamente rappresentano il 43,5% dei principali scali nazionali, ma movimentano solamente il 21,7% del totale dei passeggeri; il loro traffico cresce più rapidamente della media nazionale, offrono servizi e strutture di qualità spesso superiore alla media, ma restano nella maggioranza dei casi “prigionieri” delle carenze infrastrutturali dei territori che li ospitano. Sono gli aeroporti del Mezzogiorno, fotografati per la prima volta in modo sistematico da un’indagine di Unioncamere, che ne ha valutato il grado di accessibilità rispetto al sistema di reti infrastrutturali esistenti, per individuarne punti di forza, criticità e potenzialità in vista dello sviluppo delle economie locali. L’indagine - condotta da Unioncamere con l’ausilio della propria struttura specializzata, Uniontrasporti – è stata presentata oggi a Catania nel corso del convegno “L’accessibilità degli aeroporti nel Mezzogiorno”, organizzato in collaborazione con l’Enac, (l’Ente Nazionale per Aviazione Civile) e la Camera di Commercio di Catania, che ha ospitato la manifestazione. “Il nostro Paese – ha detto il Segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli, intervenendo alla tavola rotonda svoltasi nel corso del convegno - è caratterizzato da due elementi importanti che ne possono favorire il rilancio nel contesto internazionale: da un lato, un’imprenditorialità diffusa sul territorio e dall’altro una ricchezza in termini di patrimonio ambientale e culturale che non ha eguali al mondo. Per sfruttare appieno questi due elementi è fondamentale poter disporre di una rete di infrastrutture moderne, tra loro integrate e dimensionate sulle esigenze dei mercati, capaci di supportare queste due formidabili armi di crescita e di sviluppo. Nel Sud del Paese – ha aggiunto il segretario generale di Unioncamere - il trasporto aereo può rappresentare un elemento determinante per valorizzare queste potenzialità, sia alla luce delle stime circa la crescita della domanda mondiale di trasporto aereo per i prossimi anni che della forte dinamica mostrata di recente dagli scali meridionali. Al Sud – ha concluso Giuseppe Tripoli - servono infrastrutture dimensionate sulle esigenze e le vocazioni di ciascun territorio, meglio integrate con le reti di trasporto locali e soprattutto capaci di agire in una logica di sistema rispetto agli scali maggiori a livello regionale e nazionale”. Oggetto dello studio sono 10 aeroporti localizzati in sei regioni meridionali, inclusi nell’elenco dei 23 principali scali nazionali identificati dal Piano Generale dei Trasporti perché aventi un traffico passeggeri annuo superiore a 500.000 unità (complessivamente, i 23 scali movimentano il 99% dei passeggeri ed il 97% delle merci sul totale del trasporto aereo nazionale). Le sei regioni interessate dalla ricerca sono Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna i cui aeroporti (nell’ordine, Napoli Capodichino, Bari Palese, Brindisi Casale, Lamezia Terme, Reggio Calabria, Catania Fontanarossa, Palermo Punta Raisi, Cagliari Elmas, Alghero Fertilia, Olbia Costa Smeralda) hanno movimentato nel 2003 13,1 milioni di passeggeri (il 21,7% del totale nazionale) e 26,2 milioni di tonnellate di merci. Movimenti merci e passeggeri dei 13 scali del Mezzogiorno
Aeroporto Cargo Passeggeri
Totale Merci 2003 (tonnellate) Variazione % 2002 Totale Commerciale Variazione % rispetto al 2002
2003
Napoli Capodichino 4.866 - 21,4 4.579.217 + 11,01
Bari Palese 1.532 - 35,3 1.450.543 + 15,62
Brindisi 1.500 + 400 715.223 + 13,91
Lamezia Terme 465 + 16,3 1.131.110 + 25,7
Reggio Calabria 241 - 65,1 441.795 - 4,72
Catania Fontanarossa 8.336 + 24,8 4.805.226 + 17,86
Palermo Punta Raisi 3.100 - 16,4 3.647.749 + 3,11
Alghero Fertilia 478 - 18,8 887.127 + 10,37
Cagliari Elmas 2.606 - 8,1 2.304.155 + 5,87
Olbia Costa Smeralda 1.817 - 1,9 1.534.503 + 12,13
Foggia Gino Lisa - - 7.266 + 19,59
Crotone Sant’anna - - 88.306 + 233,21
Trapani Birgi 19 + 1.800 245.983 + 394,07
Totale 26.231 21.838.203
Fonte: Assaeroporti 2004 I primi tre di questi scali (Napoli, Catania e Palermo) assommano 13 milioni di passeggeri (il 55% del totale dei dieci scali meridionali nell’elenco del Snit) e figurano tra i primi otto scali nazionali. Per completare il quadro delle infrastrutture aeroportuali delle sei regioni, la ricerca ha inoltre preso in considerazione i tre scali di Crotone, Foggia e Trapani, non presenti nell’elenco del Pgt ma in crescita significativa nell'ultimo anno. Nel complesso, nei bacini di utenza dei 13 aeroporti analizzati gravitano circa 1,5 milioni di imprese.
Dati economico-sociali delle sei Regioni in esame
Superficie (kmq) Campania 13.600 13,33% Puglia 13.600 13,33% Basilicata 9.900 9,71% Calabria 15.100 14,80% Sicilia 25.700 25,20% Sardegna 24.100 23,63% Totale Sud 102.001 Totale Italia 301.400
Popolazione res. (anno 2002) 5.725.000 30,19% 4.024.000 21,22% 597.000 3,15% 2.007.000 10,58% 4.972.000 26,22% 1.638.000 8,64% 18.963.001 57.321.000
Imprese Attive 434.383 29,05% 336.963 22,54% 56.491 3,78% 146.824 9,82% 380.182 25,43% 140.231 9,38% 1.495.075 4.980.892
Rete ferroviaria (km) 933 19,64% 830 17,47% 356 7,49% 843 17,74% 1357 28,56% 432 9,09% 4.752 15.834
Rete viaria (km) 2.744,7 18,89% 2.934,4 20,19% 1.958,2 13,48% 3.461,2 23,82% 2.217,2 15,26% 1.215,4 8,36% 14.532 39.339,6
Porti 65 17,20% 70 18,52% 1 0,26% 40 10,58% 132 34,92% 70 18,52% 379 711
Interporti 3 1 0 1 2 0 7 27
Aeroporti 1 2 - 2 2 3 10 23
Fonti: Unioncamere, Istat, Ferrovie dello Stato, Ucina, Ministero Infrastrutture, Snit.
La qualità dei servizi negli aeroporti meridionali Il quadro di sintesi che emerge dalla ricerca fotografa una realtà fatta di opportunità e vincoli che caratterizzano - a diversi livelli, ma secondo un minimo comune denominatore - le possibilità di successo delle strutture aeroportuali delle regioni esaminate. Per “accessibilità” lo studio intende sia l’accessibilità aerea del singolo aeroporto – in termini di offerta di servizi presenti al suo interno o di tratte aeree servite - sia il livello di collegamento, tramite altre infrastrutture di trasporto, che lo scalo aeroportuale ha con il territorio nel quale è situato. Analizzando i singoli scali sulla base degli indici di infrastrutturazione1, l’indagine evidenzia come 7 aeroporti meridionali su 10 (con Brindisi, Trapani e Palermo ai primi tre posti), risultano superiori alla media nazionale per qualità dell’infrastruttura. Tra 1 Gli indici infrastrutturali considerano non solo la presenza della singola infrastruttura sul territorio ma anche il bacino di utenza e una stima qualitativa dell’infrastruttura stessa. In particolare, per gli indici relativi alle infrastrutture puntuali (quali porti ed aeroporti) viene considerata anche la capacità di attrazione di utenza rispetto alle province limitrofe. Quelli più lontani dalla media, spiccano invece l’aeroporto di Napoli (fatto pari a 100 il valore medio nazionale, l’indice dello scalo campano si ferma a 48,3), e quello di Bari (47,4). Peggio di loro riesce a fare soltanto Foggia (29,4 l’indice), mentre a ridosso della media nazionale (96,7) si colloca l’aeroporto di Cagliari Elmas.
Posto in graduatoria Italia (103 province) Provincia Indice infrastrutturale relativo alla rete aeroportuale (*)
Italia = 100
10 Brindisi 240,3
16 Trapani 183,9
19 Palermo 173,4
30 Crotone 121,6
31 Sassari (Alghero - Olbia) 113,4
37 Catania 103,3
40 Reggio Calabria 100,7
41 Catanzaro (Lamezia Terme) 96,7
60 Cagliari 64,7
71 Napoli 48,3
73 Bari 47,4
85 Foggia 29,4
(*) Rapporto tra assorbimento quali-quantitativo di infrastrutture e concentrazione di utilizzo "potenziale" Fonte: Unioncamere - Istituto Tagliacarne L’accessibilità: gli indicatori regionali e le “porte di accesso” Se consideriamo la dotazione infrastrutturale complessiva delle sei regioni censite, tuttavia, è evidente che il livello infrastrutturale generale del Mezzogiorno è mediamente sotto il livello italiano, rendendo di fatto spesso difficile l’accessibilità alle infrastrutture aeroportuali. Fatto 100 il valore dell’indice infrastrutturale del Paese la rappresentazione che si ottiene è la seguente: Indici di dotazione infrastrutturale
Basilicata Campania Puglia Calabria Sicilia Sardegna Italia
Indice di dotazione infrastrutturale 43,3 96,6 81,6 78,0 86,2 57,0 100,0
(comprensivo dei porti)
Indice di dotazione infrastrutturale 47,1 98,8 79,1 72,6 76,3 48,6 100,0
(senza porti)
Fonte: Istituto Tagliacarne Analizzando unicamente le infrastrutture di trasporto, i dati evidenziano come in quasi tutte le regioni sia presente almeno un’infrastruttura di collegamento che potenzialmente potrebbe compensare la carenza complessiva degli altri vettori. Per valutare lo stato di integrazione tra scali e territorio si è introdotto il concetto di “porta di accesso”, intesa come luogo fisico puntuale, infrastrutturato con servizi adeguati e collegato alle reti nazionali ed internazionali. Il livello di infrastrutturazione delle singole province La competitività del territorio è legata all’insieme di più fattori, naturali e infrastrutturali, capaci di creare condizioni adatte ad attrarre imprese ed investimenti: strategicità della posizione geografica, ricettività e qualità dell’ambiente, rete di trasporti soddisfacente. La ricerca di Unioncamere ha fatto il punto sulle dotazioni delle infrastrutture di rete a livello locale per evidenziare le possibilità di sfruttamento delle “porte di accesso” prevalenti in ciascuno dei 13 territori interessati.
Sicilia Rete stradale Rete ferroviaria Porti (e bacini di utenza) Aeroporti (e bacini dii utenza) Impianti e energetico- ambientali rutture e reti per la telefonia e la telematica Reti bancarie e di servizi vari Totale Totale senza porti
Sicilia 94,7 77,2 158,2 94,8 69,9 77,8 67,2 91,4 81,9
Palermo 92,2 64,5 71,3 173,4 63,5 94,5 73,9 90,5 93,2
Catania 69,5 70,5 151,1 103,3 86,2 99,5 89,7 95,7 87,8
Trapani 130,5 32,5 444,6 183,9 61,5 72,8 62,8 141,2 97,9
Buona la situazione dell’aeroporto di Palermo, nella cui provincia risultano in crescita sia la rete per il trasporto su gomma che quella su ferro. Sebbene l'aeroporto di Catania sia il terzo in Italia e il primo nel Mezzogiorno per il trasporto di persone, la situazione infrastrutturale della provincia presenta un indice generale inferiore alla media nazionale (solo la rete dei porti e le relative infrastrutture sono superiori al dato nazionale). Il tessuto produttivo trapanese, infine, risente di una carenza generale di servizi a supporto delle attività imprenditoriali. Tuttavia, la provincia presenta una condizione stradale superiore rispetto alla media italiana e lo scalo portuale del capoluogo vanta un elevato volume di traffico.
Rete stradale Rete ferroviaria retCampania Porti (e bacini di utenza) Aeroporti (e bacini dii utenza) Impianti e energetico- ambientali rutture e reti per la telefonia e la telematica Reti bancarie e di servizi vari Totale Totale senza porti
Campania 96,1 111,2 90,6 40,4 85,3 97,1 82,4 86,2 85,5
Napoli 65,0 106,6 152,1 48,3 120,8 156,7 123,8 110,5 104,5
La situazione della dotazione infrastrutturale della provincia di Napoli è assolutamente notevole. Stabilito infatti un valore pari a 100 per la dotazione nazionale complessiva, il valore dell'indice generale di dotazione infrastrutturale di Napoli è risultata pari a 110,5 nel 1999.
Rete stradale Rete ferroviaria retPuglia Porti (e bacini di utenza) Aeroporti (e bacini dii utenza) Impianti e energetico- ambientali rutture e reti per la telefonia e la telematica Reti bancarie e di servizi vari Totale Totale senza porti
Puglia 82,9 91,9 114,2 57,2 79,2 72,3 56,7 79,2 74,2
Bari 75,9 109,9 85,6 47,4 87,1 91,6 66,0 80,5 79,8
Brindisi 57,1 31,7 94,2 240,3 111,5 67,9 54,4 93,9 93,8
Foggia 112,0 123,7 101,9 29,4 44,7 41,0 34,9 69,7 65,1
Nonostante la provincia di Bari costituisca uno dei territori con una dotazione infrastrutturale più elevata del Mezzogiorno, la ricerca evidenzia disagi dovuti in particolare alla bassa dotazione di collegamenti stradali. Buona, invece, la dotazione di infrastrutture per mobilità su rotaia, con un indice che supera la media nazionale. Brindisi ha un indice infrastrutturale relativo all’aeroporto pari a 240,3 che evidenzia una dotazione molto al di sopra di quella media italiana. Tuttavia, gli indici relativi alla rete stradale e ferroviaria mostrano carenze importanti. La provincia di Foggia si trova in una situazione diametralmente opposta, con una rete stradale e ferroviaria migliore rispetto alla media italiana, mentre la dotazione aeroportuale risulta particolarmente insoddisfacente.
Calabria Rete stradale Rete ferroviaria Porti (e bacini di utenza) Aeroporti (e bacini dii utenza) Impianti e energetico- ambientali rutture e reti per la telefonia e la telematica Reti bancarie e di servizi vari Totale Totale senza porti
Calabria 117,0 103,9 48,3 77,1 58,1 52,4 58,4 73,6 77,2
Crotone 63,6 25,3 87,1 121,6 48,1 39,9 28,9 59,2 55,2
Catanzaro 112,9 91,8 1,2 96,7 84,8 69,3 69,0 75,1 85,7
Reggio Calabria 115,4 78,2 104,8 100,7 54,3 63,6 74,7 84,5 81,6
L’aeroporto di Crotone (il cui indice è di gran lunga superiore alla media nazionale) risulta particolarmente penalizzato dalla rete ferroviaria. Buono il valore delle strade della provincia di Catanzaro (121,6) in cui è ubicato l’aeroporto di Lamezia Terme, mentre risulta basso l’indice relativo alla rete ferroviaria della provincia di Reggio Calabria, che ha una dotazione infrastrutturale generale (84,5) inferiore alla media nazionale.
Rete stradale Rete ferroviaria retSardegna Porti (e bacini di utenza) Aeroporti (e bacini dii utenza) Impianti e energetico- ambientali rutture e reti per la telefonia e la telematica Reti bancarie e di servizi vari Totale Totale senza porti
Sardegna 55,2 22,7 129,1 84,0 33,6 40,9 61,9 61,1 51,3
Sassari 54,2 29,9 157,7 113,4 25,9 43,1 78,1 71,8 59,5
Cagliari 49,4 22,4 170,0 64,7 59,5 56,5 70,8 70,5 56,3
Sassari con Olbia ed Alghero si colloca in una posizione discreta rispetto al contesto meridionale. Nel quadro delle infrastrutture economiche, le categorie dalle quali provengono i dati migliori sono i porti e gli aeroporti con indici rispettivamente pari a 157,7 e 113,4. L'indicatore generale per Cagliari si ferma a quota di 70,5 nel 1999. Le voci che fanno segnare un risultato soddisfacente sono i porti, pari a 170,0. Per le infrastrutture economiche, le realtà più critiche sono quelle legate alla rete stradale e a quella ferroviaria.
 
   
   
PUNTUALITÀ DEI VOLI AIR FRANCE PER IL MESE DI MARZO 2004  
 
 Parigi, 18 maggio 2004 - Dal 1° novembre 2000, Air France diffonde regolarmente i dati relativi alla puntualità dei suoi voli. Questa diffusione si effettua mensilmente, in occasione della pubblicazione dei risultati della Compagnia. Il criterio scelto si basa sulla percentuale dei voli partiti in orario o con un ritardo inferiore ai 15 minuti, indipendentemente dalla causa del ritardo, per la totalità degli scali del network Air France. Tale criterio é comunemente utilizzato dai professionisti del trasporto aereo per misurare le performance di puntualità delle compagnie aeree, in particolare in Europa. Puntualità Compagnia : - in partenza, per il mese di marzo 2004: 84,5 % - risultato cumulato dall'inizio dell'anno: 80,5 %. Le percentuali delle quattro principali cause di ritardo per il mese di marzo 2004 sono: - cause esterne alla Compagnia: 36 %, - cause interne collegate alle operazioni di handling passeggeri: 25 %, - cause interne collegate ad operazioni di handling dell'aeromobile ed imbarco bagagli: 21 %, - ripercussioni di ritardi dovuti alle tre cause appena esposte: 18 %.  
   
   
TRAFFICO AIR FRANCE MARZO 2004: IN AUMENTO DEL 5,2% LOAD FACTOR A 76,2% (+1 PUNTO)  
 
Parigi, 18 maggio 2004 - Attività trasporto passeggeri - Durante il mese di marzo, il traffico aumenta del 5,2% per un'offerta in crescita del 3,9%. Da sottolineare che la crisi irachena ha influito sul traffico del mese di marzo 2003. Il load factor migliora di 1,0 punti a 76,2%. Sulla totalità dell'esercizio 2003-04, il traffico é aumentato dell'1,7% per una crescita del 2,4% della capacità. Il load factor si stabilisce a 75,6% (-0,5 punti). - La rete lungo raggio La rete lungo raggio mostra un aumento del 5,2% del traffico per una crescita del 3,4% della capacità. Il load factor si attesta a 81,7%, in aumento di 1,4 punti. Sull'america del Nord, il traffico progredisce del 10,4% e l'offerta del 2,1%. Il load factor guadagna 6,4 punti per stabilirsi ad un ottimo livello: 84,5%. L'attività sull'America latina resta sostenuta con un aumento de 5,6 punti del load factor (85,4%), il traffico cresce del 26,6% per una progressione della capacità del 18,3%. Sulla rete asiatica, il traffico riscontra un forte sviluppo: +12,3% per un'offerta in aumento dell'8,8%. Il load factor si stabilisce ad un buon livello: 80,7% (+2,5 punti). Sulla rete Caraibi / Oceano Indiano, segnato da un forte aumento dell'offerta da parte della concorrenza rispetto all'anno scorso, la capacità é stata ridotta del 6,7% mentre il traffico diminuisce del 13,6%. Nonostante sia in calo di 6,5 punti, il load factor rimane comunque ad un livello elevato: 82,0%. Sulla rete Africa / Medio Oriente, il load factor guadagna 3,7 punti a 74,0%, il traffico progredisce del 12,3% per un'offerta in aumento del 6,7%. - La rete medio raggio internazionale La rete medio raggio internazionale registra un aumento del 10,4% del traffico per capacità in aumento del 7,2%. Il load factor migliora di 1,7 punti per raggiungere 60,9%. - La rete domestica Sulla rete domestica, il traffico cala dell'1,0% per un'offerta in aumento del 2,6%. Il load factor regredisce di 2,3 punti a 63,8%. L'anno scorso, il periodo equivalente aveva beneficiato di una situazione concorrenziale molto favorevole. Attività merci Con un'offerta in aumento del 6,1% a marzo, il traffico merci diminuisce dell'1,8% ed il load factor cede 5,4 punti a 66,6%. Dopo correzione dell'effetto statistico, l'offerta aumenta del 4,9% ed il load factor scende di 4,6 punti. Sull'esercizio 2003-04, il traffico merci é stabile (-0,2%) per un'offerta in aumento dell'1,8%. Il load factor si stabilisce a 64,0% (-1,3 punti). Dopo correzione degli effetti statistici, l'offerta aumenta dell'1,1% ed il load factor scende di 0,9 punti. * Una modifica del referenziale statistico, a partire dal mese di settembre, accentua artificialmente la crescita dell'offerta che si traduce in una diminuzione artificiale del load factor.  
   
   
CHIAROTTO: “BANCHE E IMPRESE PARTNER PER LO SVILUPPO”  
 
Padova, 18 marzo 2004 - Una banca che sappia muoversi come impresa e scommettere sullo sviluppo delle aziende sane. E’ la tesi che verrà sviluppata nell’Assemblea 2004 del Gruppo Giovani Imprenditori di Unindustria Padova - “Dare credito allo sviluppo. Più fiducia alle sfide per una nuova partnership banca-impresa” - in programma giovedì 20 maggio alle ore 17 al Golf La Montecchia di Selvazzano Dentro - Pd (via Montecchia, 16). Dopo la relazione del presidente Giampaolo Chiarotto, che svolgerà le tesi dei Giovani Imprenditori, sul nuovo assetto dei rapporti banca-impresa si confronteranno esponenti del mondo finanziario, dell’industria e delle professioni: Andrea Riello presidente di Ucimu (l’Unione costruttori di macchine utensili), Vittorio Conti responsabile direzione risk management di Banca Intesa, Antonio Cortellazzo senior partner dello Studio Cortellazzo & Soatto di Padova, Maurizio Fanni ordinario di finanza aziendale all’Università di Trieste. Coordinerà i lavori Claudio Pasqualetto Il Sole-24 Ore. “L’impresa è sotto pressione competitiva, fatica ad agganciare la ripresa - spiega Chiarotto -. Alle cause macroeconomiche e valutarie si aggiunge oggi il rischio di credit crunch, cioè la riduzione del credito da parte della banche, frutto di una maggior selettività e, in prospettiva, dei criteri di Basilea 2”. Ma a cui non sono estranei i recenti scandali societari “che hanno danneggiato soprattutto la piccola impresa, espressione di un capitalismo sano e trasparente”. “Rilanciare lo sviluppo è possibile - insiste Chiarotto - ma a patto che tutti gli attori remino dalla stessa parte. Al sistema bancario tocca un ruolo centrale, ma è indispensabile un rapporto nuovo. Ai banchieri bisogna chiedere di muoversi come imprese che sanno valutare la competitività industriale e finanziare la crescita di aziende sane. Confrontarsi sui piani di sviluppo, non solo sulle garanzie offerte e le performance passate”. “Dal canto suo, l’impresa deve consolidare la propria struttura finanziaria, rendersi meno dipendente dall’autofinanziamento e orientarsi verso forme d’indebitamento a lungo termine”. Anche dall’esito di questo doppio salto dipendono le possibilità di uscire dalla stagnazione. Ci sono le condizioni per farlo? L’assemblea è organizzata in collaborazione con Banca Intesa, con il contributo di Cogeass, Fastweb, Mondial Car.  
   
   
F.A.R.O. ECONOMIC BRIEFING 2004: PROSSIMO INCONTRO IL 28 MAGGIO  
 
Milano, 18 maggio 2004 - Kauffmann&sons, società specializzata nel settore della consulenza sui mercati finanziari delle materie prime e delle valute trattate al Forex, invita gli operatori economici e finanziari del settore all’incontro di Maggio di F.a.r.o. - Economic Briefing, l’Osservatorio Permanente Economico Finanziario e dei Mercati. L’evento si terrà venerdì 28 maggio 2004, presso il Museo Mille Miglia a Brescia. Saranno presenti come relatori Arrigo Sadun, Direttore Analisi economiche e finanziarie - Ministero dell’Economia e delle Finanze, per la parte relativa alla congiuntura internazionale; Sergio Lugaresi, Capo Ufficio Studi, Capitalia, per l’analisi della congiuntura italiana; Maria Weber, Università Bocconi, Milano, per il Focus Cina. Nella seconda parte, dedicata al modulo materie prima interverranno: Alberto Vivanti, Analista strategie d’investimento per il modulo di approfondimento dedicato ai metalli non ferrosi, che presenterà l’analisi tecnica dei mercati finanziari; Giuseppe Toia, di Alcoa, per l’analisi del contesto internazionale delle materie prime; Claudio De Cani, Direttore Assomet, che analizzerà la situazione industriale italiana; Paolo Kauffmann, Amministratore Unico - Kauffmann&sons, per la parte dedicata all’analisi tecnica delle materie prime. L’incontro rappresenta il secondo appuntamento dell’edizione 2004 di F.a.r.o., quest’anno focalizzato sull’argomento Cina, affrontato a 360° negli aspetti economici, industriali, ambientali e legali. Infolink: www.Kes.it  
   
   
AUMENTA LA DOMANDA DI LAVORO IN EUROPA LE ATTIVITÀ DI RICERCA E SELEZIONE DIVENTANO SEMPRE PIÙ DIFFICOLTOSE DAL PUNTO DI VISTA DELLA GESTIONE E DISPENDIOSE IN TERMINI DI TEMPO  
 
Milano, 18 Maggio 2004 – L’attuale sviluppo economico che sta interessando l’Europa ha contribuito all’aumento del carico di lavoro per le divisioni Risorse Umane. Questo quanto risulta da una recente indagine condotta da Stepstone, leader europeo nel mercato del recruiting online. L’indagine, che ha coinvolto oltre 1.600 manager in sette paesi europei, è stata condotta, all’inizio del 2004, in collaborazione con la società di ricerche di mercato easyquest. Quasi due terzi degli intervistati hanno fatto riscontrato un aumento significativo delle domande di lavoro ricevute per ciascuna posizione disponibile, mentre per il 10% l’aumento ha superato il 50%. Tale tendenza è stata particolarmente rilevante in Olanda dove l’80% degli intervistati ha sottolineato un aumento generale, mentre il 20% fa emergere che le domande di lavoro a fronte di un posto vacante siano aumentate di più della metà. Il 27% degli intervistati ha inoltre dichiarato che il numero di richieste di lavoro per posto vacante sia rimasto immutato, mentre il 9% ne rileva una lieve diminuzione, questo in particolare in Norvegia, Belgio, Italia e Danimarca. In Norvegia la maggior parte degli intervistati (57%) ha dichiarato che il tasso di domanda è rimasto pressoché invariato se non diminuito leggermente. Inoltre, un numero elevato di Responsabili Hr intervistati ha precisato che le attività di ricerca e selezione sono diventate più difficoltose a causa dell’aumento del numero di domande di lavoro inappropriate. Il 64% dei manager ha sottolineato come le attività di recruiting siano diventate oltretutto molto dispendiose in termini di tempo. Questo dato è stato riscontrato in modo particolare in Germania, Italia e Olanda. Solo il 17% dei Responsabili Hr europei sono in grado di selezionare trovano nuovo personale in modo più veloce come conseguenza diretta della situazione economica attuale. L’indagine “Trend attuali nel mercato della ricerca di lavoro” ha interessato 1635 manager provenienti da compagnie di varie dimensioni e appartenenti a diversi settori in Danimarca, Norvegia, Svezia, Germania, Italia, Belgio e Olanda. Infolink: http://www.Stepsone.de/ueberuns/default.cfm?link=workload  
   
   
CONVEGNO PAROLE DI RESPONSABILITÀ SOCIALE PAROLE DI CONCILIAZIONE  
 
Torino, 18 maggio 2004 - Etica ed economia possono convivere a partire proprio dalla piccola e media impresa. Lo hanno testimoniato le imprenditrici e gli imprenditori intervenuti alla tavola rotonda proposta dall’Associazione Artigianato C.a.s.a. (Confederazione Autonoma Sindacati Artigiani) nel convegno “Parole di Responsabilità sociale – Parole di conciliazione” svoltosi in mattinata a Torino presso la Sala Einaudi del Centro Congressi Torino Incontra. Il convegno introdotto da Paolo Mignone Direttore Artigianato C.a.s.a., Franca De Battista della Direzione Formazione e Lavoro Regione Piemonte e Barbara Chiavarino responsabile del progetto per Artigianato C.a.s.a., ha rappresentato il momento conclusivo del progetto "Un modello organizzativo di Responsabilità Sociale per Pmi e Imprese Artigiane" che ha coinvolto ad un tavolo di lavoro itinerante istituzioni, imprese, lavoratrici e lavoratori delle province di Torino e Vercelli. In riferimento ai risultati del progetto presentati nella pubblicazione e nell’allegato Cd rom “Parole di Responsabilità Sociale – Parole di Conciliazione” Amelia Andreasi (Idea Lavoro) ed Ivana Melli (Consigliera di Parità Provinciale Supplente) hanno affrontato il tema “Etica d’impresa e dimensione di genere” rilevando l’importanza che i valori femminili possono apportare all’etica d’impresa e come le donne siano più attente agli atteggiamenti socialmente responsabili nella conduzione d’impresa. Ed è proprio su valori della trasparenza e coerenza, dell’informazione e della comunicazione che dai tavoli di lavoro sono emerse le linee per un cambiamento culturale tanto auspicato, proprio ora che sul tema della Responsabilità Sociale sta giungendo particolare attenzione anche da parte del Ministero del Welfare. Di conciliazione e pari opportunità ha parlato anche Anna Mantini Consigliera di Parità della Regione Piemonte che, dopo aver introdotto il suo ruolo istituzionale, ha spiegato l’importanza dell’adozione di piani di azioni positive da parte delle imprese pubbliche e private, per favorire una maggior attenzione al genere nell'organizzazione lavorativa, sottolineando la continua difficoltà del doppio ruolo femminile di madre e lavoratrice. Introdotta e moderata da Sabrina Rosci (giornalista Lab Italia), la tavola rotonda ha visto la partecipazione delle imprenditrici Paola Costa, Carla Gallo, del dirigente Dario Garella, della referente Piemontese del Comitato Nazionale Emersione Lavoro Patrizia Massano e dell’Antropologa Franca Pregnolato. Un dibattito acceso e che ha coinvolto molti autorevoli presenti in sala sulle molteplici sfacettature della responsabilità sociale. Rappresentanti delle associazioni datoriali e sindacali, consulenti del lavoro, esperti di formazione e pari opportunità, esponenti del settore della certificazione di qualità si sono confrontati, su di un piano molto pratico e concreto, sulle implicazioni del tema della responsabilità sociale. Particolarmente interessanti le esperienze dirette di imprenditrici ed imprenditori che hanno posto l’attenzione sull’importanza di un cambiamento culturale, non solo di chi dirige un’azienda ma anche di chi vi lavora, per riuscire a svolgere un lavoro di squadra che favorisca una miglior qualità e competitività sul mercato. Se i limiti dei meccanismi certificativi soprattutto per quanto riguardano la Pmi sono evidenti, è stato posto l’accento sull’importanza della messa in pratica delle normative già esistenti, di un ruolo più attivo e propositivo del sindacato, di un controllo più serrato sulle applicazioni. La Tavola Rotonda si è conclusa con l’invito di Barbara Chiavarino a creare una Rete permanente di discussione sull’argomento per dare una continuità al progetto appena concluso. Invito immediatamente colto dall’on. Laura Cima, Consigliera di Parità della Provincia di Torino che ha rimarcato il forte interesse per l’argomento e l’intenzione di portare istanze e proposte nell’ambito della Commissione Tripartita della Provincia di Torino. Venerdì 14 maggio 2004, ore 9,00 – 13,00 Torino, Centro Congressi Torino Incontra, Sala Einaudi, Via Nino Costa 8 Infolink: www.Netimprese.org  
   
   
LIBERI PROFESSIONISTI LONTANI DAL LIBERO MERCATO ALTROCONSUMO E LA COMMISSIONE EUROPEA CHIEDONO ALL’ITALIA MAGGIORE TRASPARENZA E CONCORRENZA  
 
Milano, 18 maggio 2004 - Negli ultimi tre anni sono giunte ad Altroconsumo, associazione indipendente di consumatori, 2448 segnalazioni da consumatori insoddisfatti del servizio fruito da un libero professionista. Oggetto delle lettere o delle telefonate: la trasparenza sulle tariffe, quali siano i criteri con cui si calcola il compenso del professionista, quali siano i doveri del professionista, quali i contenuti e i limiti dell’incarico, e fin dove si estenda la responsabilità. Spesso è esplicitamente richiesto quali siano i canali da utilizzare per scegliere il professionista più adatto. Il 41% delle segnalazioni riguarda la categoria degli avvocati; a seguire medici 26%, notai 12% e architetti 5,5%. Il restante 15,5% vede coinvolte altre categorie quali commercialisti, geometri, veterinai. L’incidenza che ricopre la voce libero professionista nel budget di una famiglia tipo italiana non è trascurabile: all’interno del paniere Istat la voce pesa per lo 0,7% pari a quello dei servizi bancari e dei trasporti aerei. La voce liberi professionisti rappresenta l’1% del totale delle segnalazioni che sono giunte ai giuristi e agli esperti di Altroconsumo negli ultimi tre anni. Per discutere delle prospettive di un mercato delle libere professioni aperto alla concorrenza, il Commissario europeo Mario Monti, il presidente di Altroconsumo Paolo Martinello, rappresentanti degli ordini professionali, del mondo universitario e della ricerca, del Governo e dell’Antitrust, delle associazioni di consumatori italiane e europee, oltre al senatore della Repubblica Giuliano Amato danno vita oggi a Milano, al Palazzo delle Stelline, alla tavola rotonda Liberi professionisti & consumatori: a chi serve la concorrenza, organizzata da Altroconsumo e della Commissione europea. La Commissione europea e l’Antitrust italiano sono intervenuti, rispettivamente, con la Comunicazione n.83 del 2004 e con il parere 05.02.1999 per aprire alla concorrenza il mercato dei liberi professionisti, favorendo prioritariamente l’interesse del consumatore. Un mercato dei servizi professionali più aperto, trasparente, concorrenziale e corretto risponderebbe a un interesse collettivo e sarebbe qualitativamente più elevato. Ma in Italia, pur essendo uno dei paesi dove le libere professioni sono maggiormente regolamentate, come rilevato anche dal Commissario europeo Monti, sembra si voglia andare in direzione opposta: le iniziative legislative di Governo e Parlamento prevedono una regolamentazione del settore più aspra, con tariffari minimi e massimi per tutti gli ordini professionali e una disciplina più rigida in fatto di accesso alla professione. In particolare il Commissario Monti ha criticato la fissazione delle tariffe, un passo che va in direzione opposta rispetto alle richieste del mercato e al resto d’Europa. Poche le note positive: l’introduzione dell’assicurazione di responsabilità civile obbligatoria per ogni professionista e la possibilità di creare società tra professionisti. Per Altroconsumo gli ostacoli da rimuovere per ottenere un mercato concorrenziale delle libere professioni sono: la determinazione delle tariffe minime; il divieto di pubblicità; la difficoltà per il consumatore in caso di controversia; le restrizioni ingiustificate all’accesso alla professione; l’assenza di trasparenza e informazione sulle tariffe; i limiti alla responsabilità civile per i professionisti. La mancanza di armonizzazione tra l’Italia e le normative europee per la tutela del consumatore in questo ambito crea diffidenza tra gli utenti italiani verso il servizio offerto dai liberi professionisti, ne pregiudica la qualità, ne mantiene elevati i costi e ostacola la libera circolazione dei servizi in tutta Europa.  
   
   
L’ANALISI DEI RISCHI STRATEGICO-FINANZIARI PER IL RATING D’IMPRESA. LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO DOPO LA RIFORMA DEL DIRITTO SOCIETARIO. DUE INIZIATIVE SDA BOCCONI NEI MESI DI MAGGIO E GIUGNO, PER UN TOTALE DI CINQUE GIORNATE DI FORMAZIONE  
 
Milano, 18 maggio 2004 – “L’analisi dei rischi strategico-finanziari per il rating d’impresa” e “La valutazione del rischio di credito dopo la riforma del diritto societario” sono gli argomenti dei corsi organizzati dalla Divisione Intermediari Finanziari, Banche e Assicurazioni della Sda Bocconi. “L’analisi dei rischi strategico-finanziari per il rating d’impresa”, che si terrà a Milano dal 24 al 28 maggio p.V., si propone di fornire gli strumenti per la valutazione dei rischi strategici e finanziari delle imprese, con particolare riferimento alle Pmi. Ciò avviene tramite l’integrazione di competenze di analisi qualitativa e quantitativa, inserite in un processo organico e strutturato di valutazione previsionale di bilancio e di assegnazione del rating. L’obiettivo finale è il miglioramento dei processi di selezione e di revisione dei rischi di affidamento relativi a imprese, con le quali si intrattengono rapporti di mercato connessi alle logiche di relazione di clientela di medio-lungo termine e di offerta a tutto campo dei servizi. Destinatari del corso sono: gli analisti credito, i responsabili di clientela imprese delle banche, gli operatori degli intermediari finanziari operanti nel settore della finanza d’impresa, i professionisti interessati al tema della valutazione del rischio di credito, “La valutazione del rischio di credito dopo la riforma del diritto societario” che si terrà a Milano dal 7 al 9 giugno p.V., intende analizzare la nuova fisionomia delle politiche di raccolta del capitale di debito e del capitale di rischio, del legame patrimoniale e del nuovo assetto del bilancio di esercizio derivante dalla riforma del diritto societario. Tutto ciò influenza in modo significativo non solo il concetto di “rischiosità aziendale” e di merito creditizio, ma soprattutto le logiche di valutazione che gli intermediari finanziari dovranno definire per un corretto apprezzamento del cambiamento normativo. I contenuti trattati riguardano: gli aspetti di fondo della riforma del diritto societario (come cambia il merito creditizio); le politiche di raccolta e il nuovo ruolo del capitale di debito e di rischio; le operazioni di finanza straordinaria e l’impatto sulla rischiosità aziendale. Destinatari del corso sono: tutti gli interessati (a livello operativo e direzionale) a comprendere le ricadute che il diritto societario genera sulle modalità di valutazione dell’impresa nella visuale della banca. In particolare nell’ambito della gestione del rischio di credito, ma anche in quello più ampio delle operazioni di corporate e investment banking. Www.sdabocconi.it/diba/cs013  
   
   
CORPORATE GOVERNANCE, GOVERNO DEI RISCHI E SISTEMI DI CONTROLLO INTERNO  
 
Milano, 18 maggio, 2004 – Oggi, alle 11.30, presso l’Università Bocconi di Milano, si terrà il convegno “Corporate Governance, governo dei rischi e sistemi di controllo interno” All'incontro organizzato da Iafc, Istituto di Amministrazione, Finanza e Controllo, in collaborazione con Egea, parteciperanno Angelo Provasoli, Direttore Istituto Amministrazione Finanza e Controllo, Università Bocconi; Sergio Beretta; Ordinario di Programmazione e Controllo, Università di Padova; Angelo Apponi, Divisione Emittenti Consob; Lorenzo Caprio, Ordinario di Finanza Aziendale, Università Cattolica Milano; Micaela Castelli, Ufficio Legale, Borsa Italiana S.p.a.; Francesco Chiappetta, General Counsel e Segretario Cda Telecom Italia; Armando Focaroli; Presidente Telecom Italia Audit; Giovanni Grossi; Presidente Onorario Aiia; Alfredo Viganò, Ordinario Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda, Università Bocconi. Nell’ambito del Workshop verrà presentato il volume di Sergio Beretta Valutazione dei rischi e controllo interno edito da Egea per i tipi di Università Bocconi Editore. Università Bocconi – Aula N.03 – via Bocconi 8  
   
   
COSVIM CORSO DI SVILUPPO IMPRENDITORIALE DALLA SDA BOCCONI UN CORSO PER RENDERE PIÙ COMPETITIVE LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE  
 
Milano, 18 aprile 2004  – La piccola e media impresa, da sempre cardine dello sviluppo economico del Paese, negli ultimi anni si è trovata ad affrontare nuovi problemi, dovuti alla configurazione più internazionale della concorrenza, al crescente potere contrattuale dei fornitori e alla concentrazione della distribuzione. Si è reso dunque necessario adottare logiche e strumenti al passo coi tempi, utili allo sviluppo del modello di gestione dell’azienda. A queste esigenze ha voluto offrire una risposta l’Area Strategia della Sda Bocconi, organizzando il “Corso di sviluppo imprenditoriale”, della durata di 6 giorni, che avrà inizio il 17 giugno e si concluderà il 26 giugno. Spesso, il processo decisionale delle piccole e medie imprese appare troppo basato sull’intuito e scarsamente supportato da informazioni. Obiettivo del corso, è fornire una serie di strumenti da cui trarre tutte le informazioni che portino a decisioni più efficaci e al miglioramento dei risultati aziendali. In particolare, attraverso il corso si intendono accrescere le capacità di analisi e di valutazione dell’azienda nel suo insieme, in una logica di tipo “interfunzionale”. L’attitudine a interpretare le logiche di funzionamento dell’impresa, infatti, è strettamente legata all’esame delle problematiche aziendali sotto diversi profili. I modelli e gli strumenti che verranno proposti saranno utili per: l’analisi interna dell’impresa; l’analisi esterna del settore e dei concorrenti; l’analisi di aspetti qualitativi; l’analisi di dati quantitativi. Le conoscenze trasmesse durante il corso, idonee a determinare lo stato di salute della propria impresa e a identificare gli interventi appropriati, verteranno su: la gestione strategica di una piccola e media impresa; l’analisi economica e la gestione finanziaria; l’organizzazione e la gestione delle risorse umane; la gestione commerciale e il marketing. Della durata di sei giorni, suddivisi in Ii moduli (17-19 e 24-26 giugno), il corso ha una didattica di tipo attivo, basandosi sulla continua interazione tra docenti e partecipanti e sulla discussione di casi d’imprese di piccole dimensioni. I Destinatari, per il quale non è propedeutico alcun titolo di studio, sono gli imprenditori e i loro stretti collaboratori, nonché i figli degli imprenditori destinati a seguirne le orme. Il Cosvim si terrà nel corso del 2004 (sempre con gli stessi contenuti) anche in edizione autunnale (in Ii moduli: 11-13 novembre e 18-20 novembre) e in versione serale (per quattro settimane a partire dal 4 ottobre).  
   
   
SITINDUSTRIE AIUTA IL CERN A SCOPRIRE LA NASCITA DELL’UNIVERSO  
 
Milano, 18 maggio 2004 - Sitindustrie ha fornito al Centro Europeo per la Ricerca Nucleare (Cern) 25 tonnellate di tubi di rame esente da ossigeno, Cu Ofe (Oxygen Free Electronic) e Cu Ofs (Oxygen Free Silver). Il particolare rame utilizzato per la produzione dei tubi è stato studiato dai tecnici Sitindustrie dello stabilimento di Pieve Vergonte in collaborazione con i ricercatori del Cern. I tubi, alcuni dei quali anche di forma ellittica, verranno impiegati per la costruzione di alcune componenti critiche, le camere a vuoto, del nuovo acceleratore di particelle Lhc (Large Hadron Collider) a Ginevra. Il nuovo impianto permetterà a partire dal 2007 di aiutare a comprendere cosa accade alla materia quando questa è portata ai livelli estremi di energia. Gli scienziati riusciranno infatti a ricreare in laboratorio condizioni esistite solo pochissimi istanti dopo il Big Bang. “Questa fornitura dimostra la continua attenzione di Sitindustrie per l’innovazione tecnologica – afferma soddisfatto il Presidente Fausto Bocciolone - . Siamo quindi lieti di potere fornire il nostro contributo con alcuni prodotti per i quali il know-how di Sitindustrie permette di raggiungere livelli di eccellenza. Riteniamo infatti che l’area Ricerca e Sviluppo sia uno dei fattori fondamentali per rimanere attori protagonisti nei mercati in cui si opera. La collaborazione con il Cern inoltre non è nuova: già negli anni ’70 Sitindustrie fornì i tubi in acciaio inossidabile per la costruzione del primo Superprotosincrotone realizzato a Ginevra.”  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA PUNTA I RIFLETTORI SULL’EROSIONE COSTIERA  
 
Bruxelles, 18 maggio 2004 - L’erosione minaccia le coste europee. L’erosione costiera è la graduale distruzione di terra da parte del mare. Un quinto della costa dell’Ue allargata è già duramente colpita, con una riduzione della linea costiera tra 0,5 e 2 metri l’anno, e in alcuni casi più gravi anche 15 metri. Questi sono alcuni dei risultati dello studio commissionato dalla Commissione europea “Living with Coastal Erosion in Europe: Sediment and Space for Sustainability”, il più completo mai realizzato sui problemi dell’erosione provocata dall’uomo. L’erosione costiera ha conseguenze drammatiche sull’ambiente e le attività umane. Può far cadere le case nel mare, distruggere strade e altre infrastrutture, minaccia habitat naturali e la sicurezza di chi vive sulla costa, mette in pericolo attività economiche come il turismo. La maggiore causa è l’attività umana sotto forma di sviluppo intensivo e utilizzo della sabbia per le costruzioni e le attività di progettazione. L’innalzamento del livello del mare e l’aumento di tempeste e inondazioni hanno peggiorato il problema. Per affrontare la questione, sono necessarie delle forme di gestione della costa nuove e sostenibili. I risultati e le raccomandazioni dello studio rientreranno nella “Strategia tematica sul suolo” di prossima pubblicazione. Domani se ne discuterà ad una conferenza internazionale a Bruxelles. “Dobbiamo salvaguardare la costa molto meglio”, ha detto Margot Wallström, commissario europeo per l’ambiente. “Protegge le persone dalle forze del mare, è un habitat importante per molti animali e molte piante, ed è economicamente importante – molte persone passano le vacanze sulla costa con piacere! La Commissione aumenterà gli sforzi per assicurare una gestione sostenibile delle coste. Ma faccio anche appello alle autorità nazionali, regionali e locali responsabili perché facciano del loro meglio per fermare il processo di erosione. In futuro, i progetti di sviluppo lungo i fiumi e sulle coste dovranno essere monitorati più approfonditamente in base al loro impatto sull’erosione costiera. Questo richiederà una maggiore cooperazione in Europa”. Cos’è in gioco? Le zone costiere hanno diverse funzioni importanti: gli habitat costieri sono fondamentali per la flora e la fauna selvatica; le dune sono un’eccellente barriera contro le inondazioni e un filtro naturale per l’acqua potabile; le spiagge sono un elemento fondamentale per l’industria turistica. L’erosione costiera minaccia tutto ciò e porta alla perdita di terra di alto valore ecologico ed economico; alla perdita di proprietà; al rischio di vite umane; alla distruzione delle difese naturali contro il mare e all’indebolimento di quelle artificiali. Cause e risposte L’erosione costiera avviene naturalmente e, in maniera molto maggiore, a causa dell’intervento umano. Sabbia e ghiaia rimosse dalle onde e dalle correnti sono sostituite dal materiale trasportato dai fiumi o da altri sedimenti. Il rapido sviluppo lungo le coste ha disturbato questo processo naturale, insieme all’utilizzo di tonnellate di sabbia per le attività di costruzione e i lavori di ingegneria civile. Gli effetti dell’erosione costiera sono diversi in tutta Europa. In Italia ad esempio c’è un alto tasso di erosione, il 23%, dovuto soprattutto all’urbanizzazione delle coste e delle spiagge. Mentre in Finlandia la costa risente meno dell’erosione perché composta per metà da rocce dure. Le comunità costiere hanno spesso cercato di rispondere all’erosione con soluzioni di ingegneria dette “forti” (ad esempio costruzione di strutture di protezione), che pur riducendo l’erosione a livello locale, tendono ad interferire con il trasporto naturale di sabbia. Anche le soluzioni “leggere”, come l’aggiunta di sabbia, possono avere effetti contrari a quelli voluti. Nell’applicazione delle procedure di valutazione dell’impatto ambientale, richieste della legge comunitaria, l’impatto delle attività umane sui processi e gli habitat costieri non è stato sufficientemente analizzato. Di conseguenza, i costi per ridurre l’erosione costiera sono aumentati, con spese a carico dei contribuenti! Raccomandazioni Lo studio fornisce quattro raccomandazioni per lottare contro l’erosione costiera in Europa: rafforzare l’elasticità costiera ristabilendo un equilibrio sedimentario; prendere in considerazione l’erosione costiera nella pianificazione e nelle decisioni di investimento; rispondere all’erosione costiera in maniera proattiva e pianificata; rafforzare la base di conoscenze per la gestione e pianificazione dell’erosione costiera. Prossimi passi La Commissione europea inserirà i risultati fondamentali dello studio nella sua “Strategia tematica sul suolo” che sarà pubblicata nella primavera 2005. Inoltre utilizzerà gli strumenti già esistenti in maniera più rigorosa per assicurare una migliore gestione della costa. Allo stesso tempo solleverà la questione dell’erosione costiera nei suoi contatti con i responsabili delle autorità nazionali, regionali e locali.  
   
   
CONFERENZA INTERNAZIONALE SULL'ACQUA  
 
Bruxelles, 18 maggio 2004 - L'unione internazionale di chimica pura ed applicata (Iupac: International Union of Pure and Applied Chemistry) sta organizzando una conferenza dal titolo "Chimica per l'acqua: La questione dell'acqua per l'umanità nel Xxi secolo"; tale conferenza si svolgerà a Parigi, Francia, dal 21 al 23 giugno. L'avvenimento permetterà di riunire l'industria chimica e i professionisti dell'acqua, nonché politici, governi, università, organizzazioni di tutto il mondo e organizzazioni non governative, al fine di discutere l'esigenza di una nuova politica mondiale in materia idrica, nel contesto di uno sviluppo sostenibile dell'umanità. Saranno inoltre trattati argomenti quali l'utilizzo e lo sviluppo delle tecnologie necessarie per raggiungere tale obiettivo. Tali tecnologie comprendono: analisi dell'acqua e controllo della qualità; trattamento idrico appropriato per ogni utilizzo futuro; erogazione e distribuzione; riciclaggio dell'acqua; trattamento di terreni e acque inquinati. La conferenza verterà principalmente su due temi specifici: creazione di collegamenti fra il mondo scientifico, accademico e industriale con la società in generale; realizzazione dell'infrastruttura necessaria per gestire le informazioni e comunicare i progressi tecnici e scientifici in modo efficace. Per maggiori informazioni, si veda l'indirizzo Web: cliccare qui