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Notiziario Marketpress di Giovedì 08 Luglio 2004
Web alimentazione e benessere
IL MINISTRO LETIZIA MORATTI ANNUNCIA A POLLENZO: L’UNIVERSITÀ DI SCIENZE GASTRONOMICHE HA L’APPROVAZIONE DEL MIUR  
 
Il Ministro Letizia Moratti giunta in visita all’Agenzia di Pollenzo-bra, sede dell’Università di Scienze Gastronomiche insieme alla Reggia di Colorno (Pr); ha detto: “Sono lieta di annunciare che il Comitato nazionale di Valutazione del Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) ha dato parere positivo al riconoscimento ufficiale dell’Università di Scienze Gastronomiche come università privata non statale.” Il Ministro ha inoltre affermato: “ Ho visto in questa proposta elementi che dovrebbero essere distintivi per tutto il sistema universitario italiano: il raccordo con il territorio, come motore sociale ed economico; la multidisciplinarietà, che garantisce la riduzione ad unicum di saperi oggi troppo parcellizzati; l’internazionalità, che garantisce mobilità agli studenti e capacità per l’ateneo di farsi elemento catalizzatore di talenti.” Ringraziando il Ministro, le Regioni Piemonte ed Emilia Romagna, le istituzioni e i finanziatori, raccolti nell’Associazione Amici dell’Università, per aver creduto in questo progetto fino a pochi anni fa “impensabile”, Carlo Petrini ha rivendicato con orgoglio il primato dell’Università di Scienze Gastronomiche: “Apriremo la strada per l’Italia e il mondo intero, e costruiremo un’Università che sarà un elemento di eccellenza per il sistema Italia e per la sua immagine nel mondo. Siamo pronti a partire in ottobre con il Corso di Laurea in Gastronomia ed è già in cantiere il Corso di Laurea in Agro-ecologia, che avrà l’obiettivo di dare centralità all’economia primaria, quella degli agricoltori.” Enzo Ghigo, Presidente della Regione Piemonte, nel suo intervento ha tenuto a ringraziare particolarmente il Comitato Regionale di Valutazione composto dai Rettori delle Università piemontesi, dai rappresentanti degli studenti e della Regione e in particolare il dott. Alberto Vanelli, Direttore regionale ai Beni Culturali e Ambientali. “Segno che la Regione ha saputo rappresentare, a sostegno di questo progetto, un esempio di concordia istituzionale. Ha inoltre annunciato che, in occasione del ventennale del Museo d’Arte Contemporanea di Rivoli, la Regione Piemonte lancerà un concorso internazionale di scultura per la realizzazione di un’opera, da donare all’Agenzia di Pollenzo, sul tema Terra Madre.” Guido Tampieri, Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna, ha detto: “Il ruolo di Slow Food è stato per noi garanzia di serietà e di concretezza per la realizzazione di un progetto di cui questo movimento è stato testimone ed interprete, anche in passato, quando la gastronomia era considerata solo a livello folklorico. Ci ha convinti l’approccio multidisciplinare, davvero innovativo, punto importante nella costruzione della nostra intera formazione universitaria.” L’università di Scienze Gastronomiche si avvia quindi all’apertura dei corsi del triennio di base, il 4 Ottobre prossimo, sotto i migliori auspici, come elemento integrante del sistema accademico e culturale italiano. Alberto Capatti, Coordinatore didattico, ha annunciato inoltre che a partire da gennaio 2005 saranno attivati a Colorno 5 corsi di specializzazione e un Master universitario in Cultura gastronomica per Laureati, rivolto principalmente a studenti stranieri.  
   
   
IL MINISTRO LETIZIA MORATTI ANNUNCIA A POLLENZO: L’UNIVERSITÀ DI SCIENZE GASTRONOMICHE HA L’APPROVAZIONE DEL MIUR  
 
Il Ministro Letizia Moratti giunta in visita all’Agenzia di Pollenzo-bra, sede dell’Università di Scienze Gastronomiche insieme alla Reggia di Colorno (Pr); ha detto: “Sono lieta di annunciare che il Comitato nazionale di Valutazione del Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) ha dato parere positivo al riconoscimento ufficiale dell’Università di Scienze Gastronomiche come università privata non statale.” Il Ministro ha inoltre affermato: “ Ho visto in questa proposta elementi che dovrebbero essere distintivi per tutto il sistema universitario italiano: il raccordo con il territorio, come motore sociale ed economico; la multidisciplinarietà, che garantisce la riduzione ad unicum di saperi oggi troppo parcellizzati; l’internazionalità, che garantisce mobilità agli studenti e capacità per l’ateneo di farsi elemento catalizzatore di talenti.” Ringraziando il Ministro, le Regioni Piemonte ed Emilia Romagna, le istituzioni e i finanziatori, raccolti nell’Associazione Amici dell’Università, per aver creduto in questo progetto fino a pochi anni fa “impensabile”, Carlo Petrini ha rivendicato con orgoglio il primato dell’Università di Scienze Gastronomiche: “Apriremo la strada per l’Italia e il mondo intero, e costruiremo un’Università che sarà un elemento di eccellenza per il sistema Italia e per la sua immagine nel mondo. Siamo pronti a partire in ottobre con il Corso di Laurea in Gastronomia ed è già in cantiere il Corso di Laurea in Agro-ecologia, che avrà l’obiettivo di dare centralità all’economia primaria, quella degli agricoltori.” Enzo Ghigo, Presidente della Regione Piemonte, nel suo intervento ha tenuto a ringraziare particolarmente il Comitato Regionale di Valutazione composto dai Rettori delle Università piemontesi, dai rappresentanti degli studenti e della Regione e in particolare il dott. Alberto Vanelli, Direttore regionale ai Beni Culturali e Ambientali. “Segno che la Regione ha saputo rappresentare, a sostegno di questo progetto, un esempio di concordia istituzionale. Ha inoltre annunciato che, in occasione del ventennale del Museo d’Arte Contemporanea di Rivoli, la Regione Piemonte lancerà un concorso internazionale di scultura per la realizzazione di un’opera, da donare all’Agenzia di Pollenzo, sul tema Terra Madre.” Guido Tampieri, Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna, ha detto: “Il ruolo di Slow Food è stato per noi garanzia di serietà e di concretezza per la realizzazione di un progetto di cui questo movimento è stato testimone ed interprete, anche in passato, quando la gastronomia era considerata solo a livello folklorico. Ci ha convinti l’approccio multidisciplinare, davvero innovativo, punto importante nella costruzione della nostra intera formazione universitaria.” L’università di Scienze Gastronomiche si avvia quindi all’apertura dei corsi del triennio di base, il 4 Ottobre prossimo, sotto i migliori auspici, come elemento integrante del sistema accademico e culturale italiano. Alberto Capatti, Coordinatore didattico, ha annunciato inoltre che a partire da gennaio 2005 saranno attivati a Colorno 5 corsi di specializzazione e un Master universitario in Cultura gastronomica per Laureati, rivolto principalmente a studenti stranieri.  
   
   
IL MINISTRO LETIZIA MORATTI ANNUNCIA A POLLENZO: L’UNIVERSITÀ DI SCIENZE GASTRONOMICHE HA L’APPROVAZIONE DEL MIUR  
 
Il Ministro Letizia Moratti giunta in visita all’Agenzia di Pollenzo-bra, sede dell’Università di Scienze Gastronomiche insieme alla Reggia di Colorno (Pr); ha detto: “Sono lieta di annunciare che il Comitato nazionale di Valutazione del Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) ha dato parere positivo al riconoscimento ufficiale dell’Università di Scienze Gastronomiche come università privata non statale.” Il Ministro ha inoltre affermato: “ Ho visto in questa proposta elementi che dovrebbero essere distintivi per tutto il sistema universitario italiano: il raccordo con il territorio, come motore sociale ed economico; la multidisciplinarietà, che garantisce la riduzione ad unicum di saperi oggi troppo parcellizzati; l’internazionalità, che garantisce mobilità agli studenti e capacità per l’ateneo di farsi elemento catalizzatore di talenti.” Ringraziando il Ministro, le Regioni Piemonte ed Emilia Romagna, le istituzioni e i finanziatori, raccolti nell’Associazione Amici dell’Università, per aver creduto in questo progetto fino a pochi anni fa “impensabile”, Carlo Petrini ha rivendicato con orgoglio il primato dell’Università di Scienze Gastronomiche: “Apriremo la strada per l’Italia e il mondo intero, e costruiremo un’Università che sarà un elemento di eccellenza per il sistema Italia e per la sua immagine nel mondo. Siamo pronti a partire in ottobre con il Corso di Laurea in Gastronomia ed è già in cantiere il Corso di Laurea in Agro-ecologia, che avrà l’obiettivo di dare centralità all’economia primaria, quella degli agricoltori.” Enzo Ghigo, Presidente della Regione Piemonte, nel suo intervento ha tenuto a ringraziare particolarmente il Comitato Regionale di Valutazione composto dai Rettori delle Università piemontesi, dai rappresentanti degli studenti e della Regione e in particolare il dott. Alberto Vanelli, Direttore regionale ai Beni Culturali e Ambientali. “Segno che la Regione ha saputo rappresentare, a sostegno di questo progetto, un esempio di concordia istituzionale. Ha inoltre annunciato che, in occasione del ventennale del Museo d’Arte Contemporanea di Rivoli, la Regione Piemonte lancerà un concorso internazionale di scultura per la realizzazione di un’opera, da donare all’Agenzia di Pollenzo, sul tema Terra Madre.” Guido Tampieri, Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna, ha detto: “Il ruolo di Slow Food è stato per noi garanzia di serietà e di concretezza per la realizzazione di un progetto di cui questo movimento è stato testimone ed interprete, anche in passato, quando la gastronomia era considerata solo a livello folklorico. Ci ha convinti l’approccio multidisciplinare, davvero innovativo, punto importante nella costruzione della nostra intera formazione universitaria.” L’università di Scienze Gastronomiche si avvia quindi all’apertura dei corsi del triennio di base, il 4 Ottobre prossimo, sotto i migliori auspici, come elemento integrante del sistema accademico e culturale italiano. Alberto Capatti, Coordinatore didattico, ha annunciato inoltre che a partire da gennaio 2005 saranno attivati a Colorno 5 corsi di specializzazione e un Master universitario in Cultura gastronomica per Laureati, rivolto principalmente a studenti stranieri.  
   
   
IL MINISTRO LETIZIA MORATTI ANNUNCIA A POLLENZO: L’UNIVERSITÀ DI SCIENZE GASTRONOMICHE HA L’APPROVAZIONE DEL MIUR  
 
Il Ministro Letizia Moratti giunta in visita all’Agenzia di Pollenzo-bra, sede dell’Università di Scienze Gastronomiche insieme alla Reggia di Colorno (Pr); ha detto: “Sono lieta di annunciare che il Comitato nazionale di Valutazione del Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) ha dato parere positivo al riconoscimento ufficiale dell’Università di Scienze Gastronomiche come università privata non statale.” Il Ministro ha inoltre affermato: “ Ho visto in questa proposta elementi che dovrebbero essere distintivi per tutto il sistema universitario italiano: il raccordo con il territorio, come motore sociale ed economico; la multidisciplinarietà, che garantisce la riduzione ad unicum di saperi oggi troppo parcellizzati; l’internazionalità, che garantisce mobilità agli studenti e capacità per l’ateneo di farsi elemento catalizzatore di talenti.” Ringraziando il Ministro, le Regioni Piemonte ed Emilia Romagna, le istituzioni e i finanziatori, raccolti nell’Associazione Amici dell’Università, per aver creduto in questo progetto fino a pochi anni fa “impensabile”, Carlo Petrini ha rivendicato con orgoglio il primato dell’Università di Scienze Gastronomiche: “Apriremo la strada per l’Italia e il mondo intero, e costruiremo un’Università che sarà un elemento di eccellenza per il sistema Italia e per la sua immagine nel mondo. Siamo pronti a partire in ottobre con il Corso di Laurea in Gastronomia ed è già in cantiere il Corso di Laurea in Agro-ecologia, che avrà l’obiettivo di dare centralità all’economia primaria, quella degli agricoltori.” Enzo Ghigo, Presidente della Regione Piemonte, nel suo intervento ha tenuto a ringraziare particolarmente il Comitato Regionale di Valutazione composto dai Rettori delle Università piemontesi, dai rappresentanti degli studenti e della Regione e in particolare il dott. Alberto Vanelli, Direttore regionale ai Beni Culturali e Ambientali. “Segno che la Regione ha saputo rappresentare, a sostegno di questo progetto, un esempio di concordia istituzionale. Ha inoltre annunciato che, in occasione del ventennale del Museo d’Arte Contemporanea di Rivoli, la Regione Piemonte lancerà un concorso internazionale di scultura per la realizzazione di un’opera, da donare all’Agenzia di Pollenzo, sul tema Terra Madre.” Guido Tampieri, Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna, ha detto: “Il ruolo di Slow Food è stato per noi garanzia di serietà e di concretezza per la realizzazione di un progetto di cui questo movimento è stato testimone ed interprete, anche in passato, quando la gastronomia era considerata solo a livello folklorico. Ci ha convinti l’approccio multidisciplinare, davvero innovativo, punto importante nella costruzione della nostra intera formazione universitaria.” L’università di Scienze Gastronomiche si avvia quindi all’apertura dei corsi del triennio di base, il 4 Ottobre prossimo, sotto i migliori auspici, come elemento integrante del sistema accademico e culturale italiano. Alberto Capatti, Coordinatore didattico, ha annunciato inoltre che a partire da gennaio 2005 saranno attivati a Colorno 5 corsi di specializzazione e un Master universitario in Cultura gastronomica per Laureati, rivolto principalmente a studenti stranieri.  
   
   
IL MINISTRO LETIZIA MORATTI ANNUNCIA A POLLENZO: L’UNIVERSITÀ DI SCIENZE GASTRONOMICHE HA L’APPROVAZIONE DEL MIUR  
 
Il Ministro Letizia Moratti giunta in visita all’Agenzia di Pollenzo-bra, sede dell’Università di Scienze Gastronomiche insieme alla Reggia di Colorno (Pr); ha detto: “Sono lieta di annunciare che il Comitato nazionale di Valutazione del Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) ha dato parere positivo al riconoscimento ufficiale dell’Università di Scienze Gastronomiche come università privata non statale.” Il Ministro ha inoltre affermato: “ Ho visto in questa proposta elementi che dovrebbero essere distintivi per tutto il sistema universitario italiano: il raccordo con il territorio, come motore sociale ed economico; la multidisciplinarietà, che garantisce la riduzione ad unicum di saperi oggi troppo parcellizzati; l’internazionalità, che garantisce mobilità agli studenti e capacità per l’ateneo di farsi elemento catalizzatore di talenti.” Ringraziando il Ministro, le Regioni Piemonte ed Emilia Romagna, le istituzioni e i finanziatori, raccolti nell’Associazione Amici dell’Università, per aver creduto in questo progetto fino a pochi anni fa “impensabile”, Carlo Petrini ha rivendicato con orgoglio il primato dell’Università di Scienze Gastronomiche: “Apriremo la strada per l’Italia e il mondo intero, e costruiremo un’Università che sarà un elemento di eccellenza per il sistema Italia e per la sua immagine nel mondo. Siamo pronti a partire in ottobre con il Corso di Laurea in Gastronomia ed è già in cantiere il Corso di Laurea in Agro-ecologia, che avrà l’obiettivo di dare centralità all’economia primaria, quella degli agricoltori.” Enzo Ghigo, Presidente della Regione Piemonte, nel suo intervento ha tenuto a ringraziare particolarmente il Comitato Regionale di Valutazione composto dai Rettori delle Università piemontesi, dai rappresentanti degli studenti e della Regione e in particolare il dott. Alberto Vanelli, Direttore regionale ai Beni Culturali e Ambientali. “Segno che la Regione ha saputo rappresentare, a sostegno di questo progetto, un esempio di concordia istituzionale. Ha inoltre annunciato che, in occasione del ventennale del Museo d’Arte Contemporanea di Rivoli, la Regione Piemonte lancerà un concorso internazionale di scultura per la realizzazione di un’opera, da donare all’Agenzia di Pollenzo, sul tema Terra Madre.” Guido Tampieri, Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna, ha detto: “Il ruolo di Slow Food è stato per noi garanzia di serietà e di concretezza per la realizzazione di un progetto di cui questo movimento è stato testimone ed interprete, anche in passato, quando la gastronomia era considerata solo a livello folklorico. Ci ha convinti l’approccio multidisciplinare, davvero innovativo, punto importante nella costruzione della nostra intera formazione universitaria.” L’università di Scienze Gastronomiche si avvia quindi all’apertura dei corsi del triennio di base, il 4 Ottobre prossimo, sotto i migliori auspici, come elemento integrante del sistema accademico e culturale italiano. Alberto Capatti, Coordinatore didattico, ha annunciato inoltre che a partire da gennaio 2005 saranno attivati a Colorno 5 corsi di specializzazione e un Master universitario in Cultura gastronomica per Laureati, rivolto principalmente a studenti stranieri.  
   
   
IL MINISTRO LETIZIA MORATTI ANNUNCIA A POLLENZO: L’UNIVERSITÀ DI SCIENZE GASTRONOMICHE HA L’APPROVAZIONE DEL MIUR  
 
Il Ministro Letizia Moratti giunta in visita all’Agenzia di Pollenzo-bra, sede dell’Università di Scienze Gastronomiche insieme alla Reggia di Colorno (Pr); ha detto: “Sono lieta di annunciare che il Comitato nazionale di Valutazione del Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) ha dato parere positivo al riconoscimento ufficiale dell’Università di Scienze Gastronomiche come università privata non statale.” Il Ministro ha inoltre affermato: “ Ho visto in questa proposta elementi che dovrebbero essere distintivi per tutto il sistema universitario italiano: il raccordo con il territorio, come motore sociale ed economico; la multidisciplinarietà, che garantisce la riduzione ad unicum di saperi oggi troppo parcellizzati; l’internazionalità, che garantisce mobilità agli studenti e capacità per l’ateneo di farsi elemento catalizzatore di talenti.” Ringraziando il Ministro, le Regioni Piemonte ed Emilia Romagna, le istituzioni e i finanziatori, raccolti nell’Associazione Amici dell’Università, per aver creduto in questo progetto fino a pochi anni fa “impensabile”, Carlo Petrini ha rivendicato con orgoglio il primato dell’Università di Scienze Gastronomiche: “Apriremo la strada per l’Italia e il mondo intero, e costruiremo un’Università che sarà un elemento di eccellenza per il sistema Italia e per la sua immagine nel mondo. Siamo pronti a partire in ottobre con il Corso di Laurea in Gastronomia ed è già in cantiere il Corso di Laurea in Agro-ecologia, che avrà l’obiettivo di dare centralità all’economia primaria, quella degli agricoltori.” Enzo Ghigo, Presidente della Regione Piemonte, nel suo intervento ha tenuto a ringraziare particolarmente il Comitato Regionale di Valutazione composto dai Rettori delle Università piemontesi, dai rappresentanti degli studenti e della Regione e in particolare il dott. Alberto Vanelli, Direttore regionale ai Beni Culturali e Ambientali. “Segno che la Regione ha saputo rappresentare, a sostegno di questo progetto, un esempio di concordia istituzionale. Ha inoltre annunciato che, in occasione del ventennale del Museo d’Arte Contemporanea di Rivoli, la Regione Piemonte lancerà un concorso internazionale di scultura per la realizzazione di un’opera, da donare all’Agenzia di Pollenzo, sul tema Terra Madre.” Guido Tampieri, Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna, ha detto: “Il ruolo di Slow Food è stato per noi garanzia di serietà e di concretezza per la realizzazione di un progetto di cui questo movimento è stato testimone ed interprete, anche in passato, quando la gastronomia era considerata solo a livello folklorico. Ci ha convinti l’approccio multidisciplinare, davvero innovativo, punto importante nella costruzione della nostra intera formazione universitaria.” L’università di Scienze Gastronomiche si avvia quindi all’apertura dei corsi del triennio di base, il 4 Ottobre prossimo, sotto i migliori auspici, come elemento integrante del sistema accademico e culturale italiano. Alberto Capatti, Coordinatore didattico, ha annunciato inoltre che a partire da gennaio 2005 saranno attivati a Colorno 5 corsi di specializzazione e un Master universitario in Cultura gastronomica per Laureati, rivolto principalmente a studenti stranieri.  
   
   
L’ITALIA SI PROFILA MIGLIOR PARTNER EUROPEO PER L’ENOGASTRONOMIA CILENA  
 
La settimana di menu-degustazioni preparati dal famoso chef Guillermo Rodriguez, agli Orti di Leonardo di Milano, ha fatto conoscere i sapori del Cile e messo in luce l’alta qualità dei prodotti e il ruolo del Cile come leader mondiale per le esportazioni di salmone del Pacifico e quello del nostro Paese come primo partner commerciale dell’Unione Europea Si è conclusa con grande successo l’iniziativa Gastronomia e Vini del Cile organizzata nel ristorante Orti di Leonardo di Milano del “patron” Angelo Franzini, con il patrocinio dell’Ufficio commercio e turismo dell’Ambasciata del Cile in Italia e che ha avuto per protagonista d’eccezione Guillermo Rodriguez, chef executive dell’hotel Plaza San Francisco di Santiago del Cile e cuoco di fiducia della Presidenza della Repubblica cilena. La settimana enogastronomica all’insegna della scoperta dei sapori del Cile ha consentito ad un pubblico particolarmente numeroso e raffinato - giunto non solo dall’hinterland milanese ma anche da altre città - di apprezzare l’alto standard qualitativo dei prodotti e alcune delle più rinomate specialità delle tradizioni della cucina cilena, caratterizzata dalla fusione dei sapori intensi dei prodotti delle terre più calde con quelli più delicati dei prodotti delle pianure temperate e dei mari più freddi. I piatti dei menù-degustazione che Guillermo Rodriguez ha preparato in collaborazione con Danilo Angé e Ferenc Beke, rispettivamente capo della brigata di cucina e pasticcere del ristorante Orti di Leonardo, sono stati accompagnati, ogni sera da una differente serie di grandi vini, tutti di produzione cilena come Tarapacà (Trade Marketing); Canata (Biscaldi Luigi Import Export); Santa Carolina (Mgm mondo del vino); Ventisquero (Dondevan) e Montes (Gourmet Ladele). Da notare che, sebbene il vino non rientri nella categoria dei prodotti tradizionali del Cile, esso rappresenta comunque una “voce” sempre più importante in termini di promozione e di prestigio in tutto il mondo. Le esportazioni, dal 2002 al 2003, sono passate, in valore, da 1,3 milioni a 1,8 milioni di Euro con un incremento del 32%. Attualmente, in Italia, per esempio, sono già più di venti le cantine cilene presenti con i loro vini più pregiati (molti dei quali premiati all’ultima edizione del Vinitaly). A conferma della “vitalità” dell’agroalimentare cilena e degli alti standard qualitativi raggiunti anche dai prodotti non tradizionali, nella vetrina dei vini allestita agli Orti di Leonardo proprio in occasione della settimana enogastromica, un posto d’onore è stato riservato anche ad un olio extravergine di oliva prodotto in Cile che è stato premiato di recente a Cibus dall’Associazione internazionale dei Mastri Oleari come il “miglior fruttato del mondo”. Agli incontri conviviali di Milano, suggellati, fra l’altro, dalla presenza dell’Ambasciatore del Cile in Italia José Goñi e del Console Generale Aggiunto a Milano Eliana Merlet farà seguito la grande iniziativa promozionale di respiro internazionale Experience the Flours of Chile (assaggia i sapori del Cile); finalizzata a far conoscere non solo i prodotti ma anche i territori del grande Paese dell’America Meridionale. La settimana enogastronomica di Milano è stata anche l’occasione per mettere in evidenza l’importanza che il settore agroalimentare cileno riveste nel panorama mondiale e, in particolare in quello delle esportazioni verso l’Italia, che è il maggior partner commerciale per il Cile, fra tutti i Paesi dell’Unione Europea. Gli scambi commerciale tra Italia e Cile continuano ad aumentare, in volume e in valore. Le esportazioni di prodotti italiani verso il Cile, lo scorso anno sono cresciute del 9%. Non tutti sanno, per esempio, che il Cile è il primo esportatore mondiale di salmone del Pacifico congelato, il secondo esportatore mondiale di farina di pesce, di pere e uva da tavola; il terzo esportatore mondiale di kiwi, il quarto esportatore mondiale di mele e di pesche e il sesto esportatore mondiale di vino. Tutto questo grazie agli elevati standard qualitativi raggiunti dalle aziende cilene. Ai dati forniti dall’ufficio commerciale dell’Ambasciata del Cile in Italia risulta che il 23% del totale delle esportazioni cilene è diretto all’Unione Europea e di questa percentuale circa il 18% finisce sul mercato italiano. Un mercato costituito da consumatori particolarmente esigenti e regolato da norme restrittive molto severe per quanto riguarda proprio la qualità, l’etichettatura e i certificati d’imbarco. Nel 2003, secondo i dati Istat il valore del totale delle esportazioni dal Cile verso l’Italia, è stato 1.018 milioni di Euro, contro i 971 milioni dell’anno precedente, il che significa, quindi, una crescita del 5%. I due principali settori alimentari di esportazione dal Cile verso l’Italia sono il pesce e la frutta fresca; nel 2003 hanno raggiunto, rispettivamente, un valore di 30 milioni e 67 milioni di Euro. L’italia, che importa pesce per una media di oltre 2,4 miliardi di Euro all’anno, a causa della crescente ridotta disponibilità di pesci nei mari europei (dovuta sia alle politiche restrittive sulla pesca, sia all’aumento della domanda) ha incrementato le importazioni di prodotti di mare dal Cile che, annualmente, si attestano su una media di oltre 30 milioni di Euro. Gli acquisti riguardano soprattutto crostacei e molluschi freschi, surgelati e in conserva, seguiti da merluzzo e salmone congelato. Degno di nota è il fenomeno dell’aumento della domanda di piatti preparati, soprattutto nel nord Italia, per cui si profilano grandi opportunità per i prodotti cileni congelati non più solo come “materie prime”, ma come derrate ad alto valore aggiunto. Il Cile occupa il settimo posto nella classifica italiana dei fornitori di frutta fresca di tutto il mondo, ma è al primo posto come fornitore di uva, mele e kiwi, al secondo per i frutti di bosco (more, fragole e mirtilli) e al terzo per le pere. Dal 2000 le esportazioni cilene di frutta fresca verso l’Italia sono cresciute ad un tasso medio annuo del 18%, e il numero di varietà esportate si è più che duplicato. I prodotti che hanno visto una maggior crescita nelle esportazioni sono stati i kiwi, con una crescita del 39,5%, seguiti dalle mele, con una crescita del 22%. Tutto questo a conferma degli alti standard qualitativi dei prodotti raggiunti grazie ad una intelligente politica agricola del governo cileno e all’impegno dei singoli agricoltori.  
   
   
L’ITALIA SI PROFILA MIGLIOR PARTNER EUROPEO PER L’ENOGASTRONOMIA CILENA  
 
La settimana di menu-degustazioni preparati dal famoso chef Guillermo Rodriguez, agli Orti di Leonardo di Milano, ha fatto conoscere i sapori del Cile e messo in luce l’alta qualità dei prodotti e il ruolo del Cile come leader mondiale per le esportazioni di salmone del Pacifico e quello del nostro Paese come primo partner commerciale dell’Unione Europea Si è conclusa con grande successo l’iniziativa Gastronomia e Vini del Cile organizzata nel ristorante Orti di Leonardo di Milano del “patron” Angelo Franzini, con il patrocinio dell’Ufficio commercio e turismo dell’Ambasciata del Cile in Italia e che ha avuto per protagonista d’eccezione Guillermo Rodriguez, chef executive dell’hotel Plaza San Francisco di Santiago del Cile e cuoco di fiducia della Presidenza della Repubblica cilena. La settimana enogastronomica all’insegna della scoperta dei sapori del Cile ha consentito ad un pubblico particolarmente numeroso e raffinato - giunto non solo dall’hinterland milanese ma anche da altre città - di apprezzare l’alto standard qualitativo dei prodotti e alcune delle più rinomate specialità delle tradizioni della cucina cilena, caratterizzata dalla fusione dei sapori intensi dei prodotti delle terre più calde con quelli più delicati dei prodotti delle pianure temperate e dei mari più freddi. I piatti dei menù-degustazione che Guillermo Rodriguez ha preparato in collaborazione con Danilo Angé e Ferenc Beke, rispettivamente capo della brigata di cucina e pasticcere del ristorante Orti di Leonardo, sono stati accompagnati, ogni sera da una differente serie di grandi vini, tutti di produzione cilena come Tarapacà (Trade Marketing); Canata (Biscaldi Luigi Import Export); Santa Carolina (Mgm mondo del vino); Ventisquero (Dondevan) e Montes (Gourmet Ladele). Da notare che, sebbene il vino non rientri nella categoria dei prodotti tradizionali del Cile, esso rappresenta comunque una “voce” sempre più importante in termini di promozione e di prestigio in tutto il mondo. Le esportazioni, dal 2002 al 2003, sono passate, in valore, da 1,3 milioni a 1,8 milioni di Euro con un incremento del 32%. Attualmente, in Italia, per esempio, sono già più di venti le cantine cilene presenti con i loro vini più pregiati (molti dei quali premiati all’ultima edizione del Vinitaly). A conferma della “vitalità” dell’agroalimentare cilena e degli alti standard qualitativi raggiunti anche dai prodotti non tradizionali, nella vetrina dei vini allestita agli Orti di Leonardo proprio in occasione della settimana enogastromica, un posto d’onore è stato riservato anche ad un olio extravergine di oliva prodotto in Cile che è stato premiato di recente a Cibus dall’Associazione internazionale dei Mastri Oleari come il “miglior fruttato del mondo”. Agli incontri conviviali di Milano, suggellati, fra l’altro, dalla presenza dell’Ambasciatore del Cile in Italia José Goñi e del Console Generale Aggiunto a Milano Eliana Merlet farà seguito la grande iniziativa promozionale di respiro internazionale Experience the Flours of Chile (assaggia i sapori del Cile); finalizzata a far conoscere non solo i prodotti ma anche i territori del grande Paese dell’America Meridionale. La settimana enogastronomica di Milano è stata anche l’occasione per mettere in evidenza l’importanza che il settore agroalimentare cileno riveste nel panorama mondiale e, in particolare in quello delle esportazioni verso l’Italia, che è il maggior partner commerciale per il Cile, fra tutti i Paesi dell’Unione Europea. Gli scambi commerciale tra Italia e Cile continuano ad aumentare, in volume e in valore. Le esportazioni di prodotti italiani verso il Cile, lo scorso anno sono cresciute del 9%. Non tutti sanno, per esempio, che il Cile è il primo esportatore mondiale di salmone del Pacifico congelato, il secondo esportatore mondiale di farina di pesce, di pere e uva da tavola; il terzo esportatore mondiale di kiwi, il quarto esportatore mondiale di mele e di pesche e il sesto esportatore mondiale di vino. Tutto questo grazie agli elevati standard qualitativi raggiunti dalle aziende cilene. Ai dati forniti dall’ufficio commerciale dell’Ambasciata del Cile in Italia risulta che il 23% del totale delle esportazioni cilene è diretto all’Unione Europea e di questa percentuale circa il 18% finisce sul mercato italiano. Un mercato costituito da consumatori particolarmente esigenti e regolato da norme restrittive molto severe per quanto riguarda proprio la qualità, l’etichettatura e i certificati d’imbarco. Nel 2003, secondo i dati Istat il valore del totale delle esportazioni dal Cile verso l’Italia, è stato 1.018 milioni di Euro, contro i 971 milioni dell’anno precedente, il che significa, quindi, una crescita del 5%. I due principali settori alimentari di esportazione dal Cile verso l’Italia sono il pesce e la frutta fresca; nel 2003 hanno raggiunto, rispettivamente, un valore di 30 milioni e 67 milioni di Euro. L’italia, che importa pesce per una media di oltre 2,4 miliardi di Euro all’anno, a causa della crescente ridotta disponibilità di pesci nei mari europei (dovuta sia alle politiche restrittive sulla pesca, sia all’aumento della domanda) ha incrementato le importazioni di prodotti di mare dal Cile che, annualmente, si attestano su una media di oltre 30 milioni di Euro. Gli acquisti riguardano soprattutto crostacei e molluschi freschi, surgelati e in conserva, seguiti da merluzzo e salmone congelato. Degno di nota è il fenomeno dell’aumento della domanda di piatti preparati, soprattutto nel nord Italia, per cui si profilano grandi opportunità per i prodotti cileni congelati non più solo come “materie prime”, ma come derrate ad alto valore aggiunto. Il Cile occupa il settimo posto nella classifica italiana dei fornitori di frutta fresca di tutto il mondo, ma è al primo posto come fornitore di uva, mele e kiwi, al secondo per i frutti di bosco (more, fragole e mirtilli) e al terzo per le pere. Dal 2000 le esportazioni cilene di frutta fresca verso l’Italia sono cresciute ad un tasso medio annuo del 18%, e il numero di varietà esportate si è più che duplicato. I prodotti che hanno visto una maggior crescita nelle esportazioni sono stati i kiwi, con una crescita del 39,5%, seguiti dalle mele, con una crescita del 22%. Tutto questo a conferma degli alti standard qualitativi dei prodotti raggiunti grazie ad una intelligente politica agricola del governo cileno e all’impegno dei singoli agricoltori.  
   
   
L’ITALIA SI PROFILA MIGLIOR PARTNER EUROPEO PER L’ENOGASTRONOMIA CILENA  
 
La settimana di menu-degustazioni preparati dal famoso chef Guillermo Rodriguez, agli Orti di Leonardo di Milano, ha fatto conoscere i sapori del Cile e messo in luce l’alta qualità dei prodotti e il ruolo del Cile come leader mondiale per le esportazioni di salmone del Pacifico e quello del nostro Paese come primo partner commerciale dell’Unione Europea Si è conclusa con grande successo l’iniziativa Gastronomia e Vini del Cile organizzata nel ristorante Orti di Leonardo di Milano del “patron” Angelo Franzini, con il patrocinio dell’Ufficio commercio e turismo dell’Ambasciata del Cile in Italia e che ha avuto per protagonista d’eccezione Guillermo Rodriguez, chef executive dell’hotel Plaza San Francisco di Santiago del Cile e cuoco di fiducia della Presidenza della Repubblica cilena. La settimana enogastronomica all’insegna della scoperta dei sapori del Cile ha consentito ad un pubblico particolarmente numeroso e raffinato - giunto non solo dall’hinterland milanese ma anche da altre città - di apprezzare l’alto standard qualitativo dei prodotti e alcune delle più rinomate specialità delle tradizioni della cucina cilena, caratterizzata dalla fusione dei sapori intensi dei prodotti delle terre più calde con quelli più delicati dei prodotti delle pianure temperate e dei mari più freddi. I piatti dei menù-degustazione che Guillermo Rodriguez ha preparato in collaborazione con Danilo Angé e Ferenc Beke, rispettivamente capo della brigata di cucina e pasticcere del ristorante Orti di Leonardo, sono stati accompagnati, ogni sera da una differente serie di grandi vini, tutti di produzione cilena come Tarapacà (Trade Marketing); Canata (Biscaldi Luigi Import Export); Santa Carolina (Mgm mondo del vino); Ventisquero (Dondevan) e Montes (Gourmet Ladele). Da notare che, sebbene il vino non rientri nella categoria dei prodotti tradizionali del Cile, esso rappresenta comunque una “voce” sempre più importante in termini di promozione e di prestigio in tutto il mondo. Le esportazioni, dal 2002 al 2003, sono passate, in valore, da 1,3 milioni a 1,8 milioni di Euro con un incremento del 32%. Attualmente, in Italia, per esempio, sono già più di venti le cantine cilene presenti con i loro vini più pregiati (molti dei quali premiati all’ultima edizione del Vinitaly). A conferma della “vitalità” dell’agroalimentare cilena e degli alti standard qualitativi raggiunti anche dai prodotti non tradizionali, nella vetrina dei vini allestita agli Orti di Leonardo proprio in occasione della settimana enogastromica, un posto d’onore è stato riservato anche ad un olio extravergine di oliva prodotto in Cile che è stato premiato di recente a Cibus dall’Associazione internazionale dei Mastri Oleari come il “miglior fruttato del mondo”. Agli incontri conviviali di Milano, suggellati, fra l’altro, dalla presenza dell’Ambasciatore del Cile in Italia José Goñi e del Console Generale Aggiunto a Milano Eliana Merlet farà seguito la grande iniziativa promozionale di respiro internazionale Experience the Flours of Chile (assaggia i sapori del Cile); finalizzata a far conoscere non solo i prodotti ma anche i territori del grande Paese dell’America Meridionale. La settimana enogastronomica di Milano è stata anche l’occasione per mettere in evidenza l’importanza che il settore agroalimentare cileno riveste nel panorama mondiale e, in particolare in quello delle esportazioni verso l’Italia, che è il maggior partner commerciale per il Cile, fra tutti i Paesi dell’Unione Europea. Gli scambi commerciale tra Italia e Cile continuano ad aumentare, in volume e in valore. Le esportazioni di prodotti italiani verso il Cile, lo scorso anno sono cresciute del 9%. Non tutti sanno, per esempio, che il Cile è il primo esportatore mondiale di salmone del Pacifico congelato, il secondo esportatore mondiale di farina di pesce, di pere e uva da tavola; il terzo esportatore mondiale di kiwi, il quarto esportatore mondiale di mele e di pesche e il sesto esportatore mondiale di vino. Tutto questo grazie agli elevati standard qualitativi raggiunti dalle aziende cilene. Ai dati forniti dall’ufficio commerciale dell’Ambasciata del Cile in Italia risulta che il 23% del totale delle esportazioni cilene è diretto all’Unione Europea e di questa percentuale circa il 18% finisce sul mercato italiano. Un mercato costituito da consumatori particolarmente esigenti e regolato da norme restrittive molto severe per quanto riguarda proprio la qualità, l’etichettatura e i certificati d’imbarco. Nel 2003, secondo i dati Istat il valore del totale delle esportazioni dal Cile verso l’Italia, è stato 1.018 milioni di Euro, contro i 971 milioni dell’anno precedente, il che significa, quindi, una crescita del 5%. I due principali settori alimentari di esportazione dal Cile verso l’Italia sono il pesce e la frutta fresca; nel 2003 hanno raggiunto, rispettivamente, un valore di 30 milioni e 67 milioni di Euro. L’italia, che importa pesce per una media di oltre 2,4 miliardi di Euro all’anno, a causa della crescente ridotta disponibilità di pesci nei mari europei (dovuta sia alle politiche restrittive sulla pesca, sia all’aumento della domanda) ha incrementato le importazioni di prodotti di mare dal Cile che, annualmente, si attestano su una media di oltre 30 milioni di Euro. Gli acquisti riguardano soprattutto crostacei e molluschi freschi, surgelati e in conserva, seguiti da merluzzo e salmone congelato. Degno di nota è il fenomeno dell’aumento della domanda di piatti preparati, soprattutto nel nord Italia, per cui si profilano grandi opportunità per i prodotti cileni congelati non più solo come “materie prime”, ma come derrate ad alto valore aggiunto. Il Cile occupa il settimo posto nella classifica italiana dei fornitori di frutta fresca di tutto il mondo, ma è al primo posto come fornitore di uva, mele e kiwi, al secondo per i frutti di bosco (more, fragole e mirtilli) e al terzo per le pere. Dal 2000 le esportazioni cilene di frutta fresca verso l’Italia sono cresciute ad un tasso medio annuo del 18%, e il numero di varietà esportate si è più che duplicato. I prodotti che hanno visto una maggior crescita nelle esportazioni sono stati i kiwi, con una crescita del 39,5%, seguiti dalle mele, con una crescita del 22%. Tutto questo a conferma degli alti standard qualitativi dei prodotti raggiunti grazie ad una intelligente politica agricola del governo cileno e all’impegno dei singoli agricoltori.  
   
   
L’ITALIA SI PROFILA MIGLIOR PARTNER EUROPEO PER L’ENOGASTRONOMIA CILENA  
 
La settimana di menu-degustazioni preparati dal famoso chef Guillermo Rodriguez, agli Orti di Leonardo di Milano, ha fatto conoscere i sapori del Cile e messo in luce l’alta qualità dei prodotti e il ruolo del Cile come leader mondiale per le esportazioni di salmone del Pacifico e quello del nostro Paese come primo partner commerciale dell’Unione Europea Si è conclusa con grande successo l’iniziativa Gastronomia e Vini del Cile organizzata nel ristorante Orti di Leonardo di Milano del “patron” Angelo Franzini, con il patrocinio dell’Ufficio commercio e turismo dell’Ambasciata del Cile in Italia e che ha avuto per protagonista d’eccezione Guillermo Rodriguez, chef executive dell’hotel Plaza San Francisco di Santiago del Cile e cuoco di fiducia della Presidenza della Repubblica cilena. La settimana enogastronomica all’insegna della scoperta dei sapori del Cile ha consentito ad un pubblico particolarmente numeroso e raffinato - giunto non solo dall’hinterland milanese ma anche da altre città - di apprezzare l’alto standard qualitativo dei prodotti e alcune delle più rinomate specialità delle tradizioni della cucina cilena, caratterizzata dalla fusione dei sapori intensi dei prodotti delle terre più calde con quelli più delicati dei prodotti delle pianure temperate e dei mari più freddi. I piatti dei menù-degustazione che Guillermo Rodriguez ha preparato in collaborazione con Danilo Angé e Ferenc Beke, rispettivamente capo della brigata di cucina e pasticcere del ristorante Orti di Leonardo, sono stati accompagnati, ogni sera da una differente serie di grandi vini, tutti di produzione cilena come Tarapacà (Trade Marketing); Canata (Biscaldi Luigi Import Export); Santa Carolina (Mgm mondo del vino); Ventisquero (Dondevan) e Montes (Gourmet Ladele). Da notare che, sebbene il vino non rientri nella categoria dei prodotti tradizionali del Cile, esso rappresenta comunque una “voce” sempre più importante in termini di promozione e di prestigio in tutto il mondo. Le esportazioni, dal 2002 al 2003, sono passate, in valore, da 1,3 milioni a 1,8 milioni di Euro con un incremento del 32%. Attualmente, in Italia, per esempio, sono già più di venti le cantine cilene presenti con i loro vini più pregiati (molti dei quali premiati all’ultima edizione del Vinitaly). A conferma della “vitalità” dell’agroalimentare cilena e degli alti standard qualitativi raggiunti anche dai prodotti non tradizionali, nella vetrina dei vini allestita agli Orti di Leonardo proprio in occasione della settimana enogastromica, un posto d’onore è stato riservato anche ad un olio extravergine di oliva prodotto in Cile che è stato premiato di recente a Cibus dall’Associazione internazionale dei Mastri Oleari come il “miglior fruttato del mondo”. Agli incontri conviviali di Milano, suggellati, fra l’altro, dalla presenza dell’Ambasciatore del Cile in Italia José Goñi e del Console Generale Aggiunto a Milano Eliana Merlet farà seguito la grande iniziativa promozionale di respiro internazionale Experience the Flours of Chile (assaggia i sapori del Cile); finalizzata a far conoscere non solo i prodotti ma anche i territori del grande Paese dell’America Meridionale. La settimana enogastronomica di Milano è stata anche l’occasione per mettere in evidenza l’importanza che il settore agroalimentare cileno riveste nel panorama mondiale e, in particolare in quello delle esportazioni verso l’Italia, che è il maggior partner commerciale per il Cile, fra tutti i Paesi dell’Unione Europea. Gli scambi commerciale tra Italia e Cile continuano ad aumentare, in volume e in valore. Le esportazioni di prodotti italiani verso il Cile, lo scorso anno sono cresciute del 9%. Non tutti sanno, per esempio, che il Cile è il primo esportatore mondiale di salmone del Pacifico congelato, il secondo esportatore mondiale di farina di pesce, di pere e uva da tavola; il terzo esportatore mondiale di kiwi, il quarto esportatore mondiale di mele e di pesche e il sesto esportatore mondiale di vino. Tutto questo grazie agli elevati standard qualitativi raggiunti dalle aziende cilene. Ai dati forniti dall’ufficio commerciale dell’Ambasciata del Cile in Italia risulta che il 23% del totale delle esportazioni cilene è diretto all’Unione Europea e di questa percentuale circa il 18% finisce sul mercato italiano. Un mercato costituito da consumatori particolarmente esigenti e regolato da norme restrittive molto severe per quanto riguarda proprio la qualità, l’etichettatura e i certificati d’imbarco. Nel 2003, secondo i dati Istat il valore del totale delle esportazioni dal Cile verso l’Italia, è stato 1.018 milioni di Euro, contro i 971 milioni dell’anno precedente, il che significa, quindi, una crescita del 5%. I due principali settori alimentari di esportazione dal Cile verso l’Italia sono il pesce e la frutta fresca; nel 2003 hanno raggiunto, rispettivamente, un valore di 30 milioni e 67 milioni di Euro. L’italia, che importa pesce per una media di oltre 2,4 miliardi di Euro all’anno, a causa della crescente ridotta disponibilità di pesci nei mari europei (dovuta sia alle politiche restrittive sulla pesca, sia all’aumento della domanda) ha incrementato le importazioni di prodotti di mare dal Cile che, annualmente, si attestano su una media di oltre 30 milioni di Euro. Gli acquisti riguardano soprattutto crostacei e molluschi freschi, surgelati e in conserva, seguiti da merluzzo e salmone congelato. Degno di nota è il fenomeno dell’aumento della domanda di piatti preparati, soprattutto nel nord Italia, per cui si profilano grandi opportunità per i prodotti cileni congelati non più solo come “materie prime”, ma come derrate ad alto valore aggiunto. Il Cile occupa il settimo posto nella classifica italiana dei fornitori di frutta fresca di tutto il mondo, ma è al primo posto come fornitore di uva, mele e kiwi, al secondo per i frutti di bosco (more, fragole e mirtilli) e al terzo per le pere. Dal 2000 le esportazioni cilene di frutta fresca verso l’Italia sono cresciute ad un tasso medio annuo del 18%, e il numero di varietà esportate si è più che duplicato. I prodotti che hanno visto una maggior crescita nelle esportazioni sono stati i kiwi, con una crescita del 39,5%, seguiti dalle mele, con una crescita del 22%. Tutto questo a conferma degli alti standard qualitativi dei prodotti raggiunti grazie ad una intelligente politica agricola del governo cileno e all’impegno dei singoli agricoltori.  
   
   
L’ITALIA SI PROFILA MIGLIOR PARTNER EUROPEO PER L’ENOGASTRONOMIA CILENA  
 
La settimana di menu-degustazioni preparati dal famoso chef Guillermo Rodriguez, agli Orti di Leonardo di Milano, ha fatto conoscere i sapori del Cile e messo in luce l’alta qualità dei prodotti e il ruolo del Cile come leader mondiale per le esportazioni di salmone del Pacifico e quello del nostro Paese come primo partner commerciale dell’Unione Europea Si è conclusa con grande successo l’iniziativa Gastronomia e Vini del Cile organizzata nel ristorante Orti di Leonardo di Milano del “patron” Angelo Franzini, con il patrocinio dell’Ufficio commercio e turismo dell’Ambasciata del Cile in Italia e che ha avuto per protagonista d’eccezione Guillermo Rodriguez, chef executive dell’hotel Plaza San Francisco di Santiago del Cile e cuoco di fiducia della Presidenza della Repubblica cilena. La settimana enogastronomica all’insegna della scoperta dei sapori del Cile ha consentito ad un pubblico particolarmente numeroso e raffinato - giunto non solo dall’hinterland milanese ma anche da altre città - di apprezzare l’alto standard qualitativo dei prodotti e alcune delle più rinomate specialità delle tradizioni della cucina cilena, caratterizzata dalla fusione dei sapori intensi dei prodotti delle terre più calde con quelli più delicati dei prodotti delle pianure temperate e dei mari più freddi. I piatti dei menù-degustazione che Guillermo Rodriguez ha preparato in collaborazione con Danilo Angé e Ferenc Beke, rispettivamente capo della brigata di cucina e pasticcere del ristorante Orti di Leonardo, sono stati accompagnati, ogni sera da una differente serie di grandi vini, tutti di produzione cilena come Tarapacà (Trade Marketing); Canata (Biscaldi Luigi Import Export); Santa Carolina (Mgm mondo del vino); Ventisquero (Dondevan) e Montes (Gourmet Ladele). Da notare che, sebbene il vino non rientri nella categoria dei prodotti tradizionali del Cile, esso rappresenta comunque una “voce” sempre più importante in termini di promozione e di prestigio in tutto il mondo. Le esportazioni, dal 2002 al 2003, sono passate, in valore, da 1,3 milioni a 1,8 milioni di Euro con un incremento del 32%. Attualmente, in Italia, per esempio, sono già più di venti le cantine cilene presenti con i loro vini più pregiati (molti dei quali premiati all’ultima edizione del Vinitaly). A conferma della “vitalità” dell’agroalimentare cilena e degli alti standard qualitativi raggiunti anche dai prodotti non tradizionali, nella vetrina dei vini allestita agli Orti di Leonardo proprio in occasione della settimana enogastromica, un posto d’onore è stato riservato anche ad un olio extravergine di oliva prodotto in Cile che è stato premiato di recente a Cibus dall’Associazione internazionale dei Mastri Oleari come il “miglior fruttato del mondo”. Agli incontri conviviali di Milano, suggellati, fra l’altro, dalla presenza dell’Ambasciatore del Cile in Italia José Goñi e del Console Generale Aggiunto a Milano Eliana Merlet farà seguito la grande iniziativa promozionale di respiro internazionale Experience the Flours of Chile (assaggia i sapori del Cile); finalizzata a far conoscere non solo i prodotti ma anche i territori del grande Paese dell’America Meridionale. La settimana enogastronomica di Milano è stata anche l’occasione per mettere in evidenza l’importanza che il settore agroalimentare cileno riveste nel panorama mondiale e, in particolare in quello delle esportazioni verso l’Italia, che è il maggior partner commerciale per il Cile, fra tutti i Paesi dell’Unione Europea. Gli scambi commerciale tra Italia e Cile continuano ad aumentare, in volume e in valore. Le esportazioni di prodotti italiani verso il Cile, lo scorso anno sono cresciute del 9%. Non tutti sanno, per esempio, che il Cile è il primo esportatore mondiale di salmone del Pacifico congelato, il secondo esportatore mondiale di farina di pesce, di pere e uva da tavola; il terzo esportatore mondiale di kiwi, il quarto esportatore mondiale di mele e di pesche e il sesto esportatore mondiale di vino. Tutto questo grazie agli elevati standard qualitativi raggiunti dalle aziende cilene. Ai dati forniti dall’ufficio commerciale dell’Ambasciata del Cile in Italia risulta che il 23% del totale delle esportazioni cilene è diretto all’Unione Europea e di questa percentuale circa il 18% finisce sul mercato italiano. Un mercato costituito da consumatori particolarmente esigenti e regolato da norme restrittive molto severe per quanto riguarda proprio la qualità, l’etichettatura e i certificati d’imbarco. Nel 2003, secondo i dati Istat il valore del totale delle esportazioni dal Cile verso l’Italia, è stato 1.018 milioni di Euro, contro i 971 milioni dell’anno precedente, il che significa, quindi, una crescita del 5%. I due principali settori alimentari di esportazione dal Cile verso l’Italia sono il pesce e la frutta fresca; nel 2003 hanno raggiunto, rispettivamente, un valore di 30 milioni e 67 milioni di Euro. L’italia, che importa pesce per una media di oltre 2,4 miliardi di Euro all’anno, a causa della crescente ridotta disponibilità di pesci nei mari europei (dovuta sia alle politiche restrittive sulla pesca, sia all’aumento della domanda) ha incrementato le importazioni di prodotti di mare dal Cile che, annualmente, si attestano su una media di oltre 30 milioni di Euro. Gli acquisti riguardano soprattutto crostacei e molluschi freschi, surgelati e in conserva, seguiti da merluzzo e salmone congelato. Degno di nota è il fenomeno dell’aumento della domanda di piatti preparati, soprattutto nel nord Italia, per cui si profilano grandi opportunità per i prodotti cileni congelati non più solo come “materie prime”, ma come derrate ad alto valore aggiunto. Il Cile occupa il settimo posto nella classifica italiana dei fornitori di frutta fresca di tutto il mondo, ma è al primo posto come fornitore di uva, mele e kiwi, al secondo per i frutti di bosco (more, fragole e mirtilli) e al terzo per le pere. Dal 2000 le esportazioni cilene di frutta fresca verso l’Italia sono cresciute ad un tasso medio annuo del 18%, e il numero di varietà esportate si è più che duplicato. I prodotti che hanno visto una maggior crescita nelle esportazioni sono stati i kiwi, con una crescita del 39,5%, seguiti dalle mele, con una crescita del 22%. Tutto questo a conferma degli alti standard qualitativi dei prodotti raggiunti grazie ad una intelligente politica agricola del governo cileno e all’impegno dei singoli agricoltori.  
   
   
L’ITALIA SI PROFILA MIGLIOR PARTNER EUROPEO PER L’ENOGASTRONOMIA CILENA  
 
La settimana di menu-degustazioni preparati dal famoso chef Guillermo Rodriguez, agli Orti di Leonardo di Milano, ha fatto conoscere i sapori del Cile e messo in luce l’alta qualità dei prodotti e il ruolo del Cile come leader mondiale per le esportazioni di salmone del Pacifico e quello del nostro Paese come primo partner commerciale dell’Unione Europea Si è conclusa con grande successo l’iniziativa Gastronomia e Vini del Cile organizzata nel ristorante Orti di Leonardo di Milano del “patron” Angelo Franzini, con il patrocinio dell’Ufficio commercio e turismo dell’Ambasciata del Cile in Italia e che ha avuto per protagonista d’eccezione Guillermo Rodriguez, chef executive dell’hotel Plaza San Francisco di Santiago del Cile e cuoco di fiducia della Presidenza della Repubblica cilena. La settimana enogastronomica all’insegna della scoperta dei sapori del Cile ha consentito ad un pubblico particolarmente numeroso e raffinato - giunto non solo dall’hinterland milanese ma anche da altre città - di apprezzare l’alto standard qualitativo dei prodotti e alcune delle più rinomate specialità delle tradizioni della cucina cilena, caratterizzata dalla fusione dei sapori intensi dei prodotti delle terre più calde con quelli più delicati dei prodotti delle pianure temperate e dei mari più freddi. I piatti dei menù-degustazione che Guillermo Rodriguez ha preparato in collaborazione con Danilo Angé e Ferenc Beke, rispettivamente capo della brigata di cucina e pasticcere del ristorante Orti di Leonardo, sono stati accompagnati, ogni sera da una differente serie di grandi vini, tutti di produzione cilena come Tarapacà (Trade Marketing); Canata (Biscaldi Luigi Import Export); Santa Carolina (Mgm mondo del vino); Ventisquero (Dondevan) e Montes (Gourmet Ladele). Da notare che, sebbene il vino non rientri nella categoria dei prodotti tradizionali del Cile, esso rappresenta comunque una “voce” sempre più importante in termini di promozione e di prestigio in tutto il mondo. Le esportazioni, dal 2002 al 2003, sono passate, in valore, da 1,3 milioni a 1,8 milioni di Euro con un incremento del 32%. Attualmente, in Italia, per esempio, sono già più di venti le cantine cilene presenti con i loro vini più pregiati (molti dei quali premiati all’ultima edizione del Vinitaly). A conferma della “vitalità” dell’agroalimentare cilena e degli alti standard qualitativi raggiunti anche dai prodotti non tradizionali, nella vetrina dei vini allestita agli Orti di Leonardo proprio in occasione della settimana enogastromica, un posto d’onore è stato riservato anche ad un olio extravergine di oliva prodotto in Cile che è stato premiato di recente a Cibus dall’Associazione internazionale dei Mastri Oleari come il “miglior fruttato del mondo”. Agli incontri conviviali di Milano, suggellati, fra l’altro, dalla presenza dell’Ambasciatore del Cile in Italia José Goñi e del Console Generale Aggiunto a Milano Eliana Merlet farà seguito la grande iniziativa promozionale di respiro internazionale Experience the Flours of Chile (assaggia i sapori del Cile); finalizzata a far conoscere non solo i prodotti ma anche i territori del grande Paese dell’America Meridionale. La settimana enogastronomica di Milano è stata anche l’occasione per mettere in evidenza l’importanza che il settore agroalimentare cileno riveste nel panorama mondiale e, in particolare in quello delle esportazioni verso l’Italia, che è il maggior partner commerciale per il Cile, fra tutti i Paesi dell’Unione Europea. Gli scambi commerciale tra Italia e Cile continuano ad aumentare, in volume e in valore. Le esportazioni di prodotti italiani verso il Cile, lo scorso anno sono cresciute del 9%. Non tutti sanno, per esempio, che il Cile è il primo esportatore mondiale di salmone del Pacifico congelato, il secondo esportatore mondiale di farina di pesce, di pere e uva da tavola; il terzo esportatore mondiale di kiwi, il quarto esportatore mondiale di mele e di pesche e il sesto esportatore mondiale di vino. Tutto questo grazie agli elevati standard qualitativi raggiunti dalle aziende cilene. Ai dati forniti dall’ufficio commerciale dell’Ambasciata del Cile in Italia risulta che il 23% del totale delle esportazioni cilene è diretto all’Unione Europea e di questa percentuale circa il 18% finisce sul mercato italiano. Un mercato costituito da consumatori particolarmente esigenti e regolato da norme restrittive molto severe per quanto riguarda proprio la qualità, l’etichettatura e i certificati d’imbarco. Nel 2003, secondo i dati Istat il valore del totale delle esportazioni dal Cile verso l’Italia, è stato 1.018 milioni di Euro, contro i 971 milioni dell’anno precedente, il che significa, quindi, una crescita del 5%. I due principali settori alimentari di esportazione dal Cile verso l’Italia sono il pesce e la frutta fresca; nel 2003 hanno raggiunto, rispettivamente, un valore di 30 milioni e 67 milioni di Euro. L’italia, che importa pesce per una media di oltre 2,4 miliardi di Euro all’anno, a causa della crescente ridotta disponibilità di pesci nei mari europei (dovuta sia alle politiche restrittive sulla pesca, sia all’aumento della domanda) ha incrementato le importazioni di prodotti di mare dal Cile che, annualmente, si attestano su una media di oltre 30 milioni di Euro. Gli acquisti riguardano soprattutto crostacei e molluschi freschi, surgelati e in conserva, seguiti da merluzzo e salmone congelato. Degno di nota è il fenomeno dell’aumento della domanda di piatti preparati, soprattutto nel nord Italia, per cui si profilano grandi opportunità per i prodotti cileni congelati non più solo come “materie prime”, ma come derrate ad alto valore aggiunto. Il Cile occupa il settimo posto nella classifica italiana dei fornitori di frutta fresca di tutto il mondo, ma è al primo posto come fornitore di uva, mele e kiwi, al secondo per i frutti di bosco (more, fragole e mirtilli) e al terzo per le pere. Dal 2000 le esportazioni cilene di frutta fresca verso l’Italia sono cresciute ad un tasso medio annuo del 18%, e il numero di varietà esportate si è più che duplicato. I prodotti che hanno visto una maggior crescita nelle esportazioni sono stati i kiwi, con una crescita del 39,5%, seguiti dalle mele, con una crescita del 22%. Tutto questo a conferma degli alti standard qualitativi dei prodotti raggiunti grazie ad una intelligente politica agricola del governo cileno e all’impegno dei singoli agricoltori.  
   
   
QUALITÀ E SICUREZZA ALIMENTARE: EVENTO DI MEDIAZIONE IN POLONIA  
 
Il 23 settembre, il parco scientifico e tecnologico di Poznan organizza a Poznan un evento di mediazione in occasione del terzo invito nell'ambito della priorità 'Qualità e sicurezza alimentare' del Sesto programma quadro (6Pq). L'evento rientra nell'ambito del progetto Foodlink, forum dei partner dell'industria alimentare finanziato dall'Ue. Gli organizzatori ritengono l'evento un'occasione ideale per incontrare i ricercatori dei nuovi Stati membri e dei paesi candidati in vista di una eventuale collaborazione, e per ascoltare da un rappresentante della Commissione europea una presentazione approfondita del prossimo invito a presentare proposte. Infolink: http://www.Foodlink.pl/en/index.php  
   
   
QUALITÀ E SICUREZZA ALIMENTARE: EVENTO DI MEDIAZIONE IN POLONIA  
 
Il 23 settembre, il parco scientifico e tecnologico di Poznan organizza a Poznan un evento di mediazione in occasione del terzo invito nell'ambito della priorità 'Qualità e sicurezza alimentare' del Sesto programma quadro (6Pq). L'evento rientra nell'ambito del progetto Foodlink, forum dei partner dell'industria alimentare finanziato dall'Ue. Gli organizzatori ritengono l'evento un'occasione ideale per incontrare i ricercatori dei nuovi Stati membri e dei paesi candidati in vista di una eventuale collaborazione, e per ascoltare da un rappresentante della Commissione europea una presentazione approfondita del prossimo invito a presentare proposte. Infolink: http://www.Foodlink.pl/en/index.php  
   
   
QUALITÀ E SICUREZZA ALIMENTARE: EVENTO DI MEDIAZIONE IN POLONIA  
 
Il 23 settembre, il parco scientifico e tecnologico di Poznan organizza a Poznan un evento di mediazione in occasione del terzo invito nell'ambito della priorità 'Qualità e sicurezza alimentare' del Sesto programma quadro (6Pq). L'evento rientra nell'ambito del progetto Foodlink, forum dei partner dell'industria alimentare finanziato dall'Ue. Gli organizzatori ritengono l'evento un'occasione ideale per incontrare i ricercatori dei nuovi Stati membri e dei paesi candidati in vista di una eventuale collaborazione, e per ascoltare da un rappresentante della Commissione europea una presentazione approfondita del prossimo invito a presentare proposte. Infolink: http://www.Foodlink.pl/en/index.php  
   
   
QUALITÀ E SICUREZZA ALIMENTARE: EVENTO DI MEDIAZIONE IN POLONIA  
 
Il 23 settembre, il parco scientifico e tecnologico di Poznan organizza a Poznan un evento di mediazione in occasione del terzo invito nell'ambito della priorità 'Qualità e sicurezza alimentare' del Sesto programma quadro (6Pq). L'evento rientra nell'ambito del progetto Foodlink, forum dei partner dell'industria alimentare finanziato dall'Ue. Gli organizzatori ritengono l'evento un'occasione ideale per incontrare i ricercatori dei nuovi Stati membri e dei paesi candidati in vista di una eventuale collaborazione, e per ascoltare da un rappresentante della Commissione europea una presentazione approfondita del prossimo invito a presentare proposte. Infolink: http://www.Foodlink.pl/en/index.php  
   
   
QUALITÀ E SICUREZZA ALIMENTARE: EVENTO DI MEDIAZIONE IN POLONIA  
 
Il 23 settembre, il parco scientifico e tecnologico di Poznan organizza a Poznan un evento di mediazione in occasione del terzo invito nell'ambito della priorità 'Qualità e sicurezza alimentare' del Sesto programma quadro (6Pq). L'evento rientra nell'ambito del progetto Foodlink, forum dei partner dell'industria alimentare finanziato dall'Ue. Gli organizzatori ritengono l'evento un'occasione ideale per incontrare i ricercatori dei nuovi Stati membri e dei paesi candidati in vista di una eventuale collaborazione, e per ascoltare da un rappresentante della Commissione europea una presentazione approfondita del prossimo invito a presentare proposte. Infolink: http://www.Foodlink.pl/en/index.php  
   
   
QUALITÀ E SICUREZZA ALIMENTARE: EVENTO DI MEDIAZIONE IN POLONIA  
 
Il 23 settembre, il parco scientifico e tecnologico di Poznan organizza a Poznan un evento di mediazione in occasione del terzo invito nell'ambito della priorità 'Qualità e sicurezza alimentare' del Sesto programma quadro (6Pq). L'evento rientra nell'ambito del progetto Foodlink, forum dei partner dell'industria alimentare finanziato dall'Ue. Gli organizzatori ritengono l'evento un'occasione ideale per incontrare i ricercatori dei nuovi Stati membri e dei paesi candidati in vista di una eventuale collaborazione, e per ascoltare da un rappresentante della Commissione europea una presentazione approfondita del prossimo invito a presentare proposte. Infolink: http://www.Foodlink.pl/en/index.php  
   
   
SICUREZZA E ALIMENTAZIONE: CON EUROCLONE SPA AREA RAFFORZA IL SETTORE DELLA DIAGNOSTICA AGRO-ALIMENTARE PREVISTE RICERCHE CHE RIGUARDANO, TRA L’ALTRO, L’ABUSO DI ORMONI, ANABOLIZZANTI E ANTIBIOTICI NEGLI ALLEVAMENTI  
 
Euroclone Spa, azienda milanese leader internazionale nella ricerca e nella diagnostica biomedica, approda in Area Science Park acquisendo e potenziando i laboratori di ricerca e sviluppo di Poiesys Research, già presente in Area, e della Eurokit di Gorizia, due piccole aziende attive nei settori della diagnostica di laboratorio umana, agro-alimentare e veterinaria. Nel parco scientifico del Friuli Venezia Giulia, Euroclone svilupperà in particolare i settori diagnostici veterinario e della sicurezza agro-alimentare, entrambi di grande impatto sulla qualità della vita e sulla salute umana, puntando sulla messa a punto di sistemi di analisi alternativi di facile impiego, rapidi, poco costosi e affidabili. I progetti di Ricerca & Sviluppo di Euroclone riguarderanno kit diagnostici in grado di individuare nuovi ormoni, antibiotici e sostanze anabolizzanti utilizzate in allevamento nonché altre classi di farmaci usati illecitamente in ambito agro-alimentare. Nel campo della diagnostica veterinaria Euroclone sta sviluppando nuovi saggi per la ricerca di proteine specifiche di alcuni agenti patogeni, usando anche tecniche di biologia molecolare, sia nello screening per l’individuazione di antigeni, sia per la produzione di proteine ricombinanti. L’individuazione degli antigeni caratteristici di una singola specie permetterà la messa a punto di test con elevata specificità, per i quali la richiesta del mercato è sempre maggiore. Al fine della corretta validazione dei prodotti diagnostici, Euroclone attivarà rapporti di collaborazione tecnico scientifica con il mondo accademico e con i principali Istituti Zooprofilattici nazionali nonché con strutture di rilievo regionale deputate al controllo degli alimenti. Sempre nel campo della diagnostica veterinaria verranno allestiti progetti di grande attualità, per lo sviluppo di kit per la rilevazione di microrganismi che sempre più frequentemente interessano sia l’animale che l’uomo, come nei casi dei virus dell’influenza.  
   
   
SICUREZZA E ALIMENTAZIONE: CON EUROCLONE SPA AREA RAFFORZA IL SETTORE DELLA DIAGNOSTICA AGRO-ALIMENTARE PREVISTE RICERCHE CHE RIGUARDANO, TRA L’ALTRO, L’ABUSO DI ORMONI, ANABOLIZZANTI E ANTIBIOTICI NEGLI ALLEVAMENTI  
 
Euroclone Spa, azienda milanese leader internazionale nella ricerca e nella diagnostica biomedica, approda in Area Science Park acquisendo e potenziando i laboratori di ricerca e sviluppo di Poiesys Research, già presente in Area, e della Eurokit di Gorizia, due piccole aziende attive nei settori della diagnostica di laboratorio umana, agro-alimentare e veterinaria. Nel parco scientifico del Friuli Venezia Giulia, Euroclone svilupperà in particolare i settori diagnostici veterinario e della sicurezza agro-alimentare, entrambi di grande impatto sulla qualità della vita e sulla salute umana, puntando sulla messa a punto di sistemi di analisi alternativi di facile impiego, rapidi, poco costosi e affidabili. I progetti di Ricerca & Sviluppo di Euroclone riguarderanno kit diagnostici in grado di individuare nuovi ormoni, antibiotici e sostanze anabolizzanti utilizzate in allevamento nonché altre classi di farmaci usati illecitamente in ambito agro-alimentare. Nel campo della diagnostica veterinaria Euroclone sta sviluppando nuovi saggi per la ricerca di proteine specifiche di alcuni agenti patogeni, usando anche tecniche di biologia molecolare, sia nello screening per l’individuazione di antigeni, sia per la produzione di proteine ricombinanti. L’individuazione degli antigeni caratteristici di una singola specie permetterà la messa a punto di test con elevata specificità, per i quali la richiesta del mercato è sempre maggiore. Al fine della corretta validazione dei prodotti diagnostici, Euroclone attivarà rapporti di collaborazione tecnico scientifica con il mondo accademico e con i principali Istituti Zooprofilattici nazionali nonché con strutture di rilievo regionale deputate al controllo degli alimenti. Sempre nel campo della diagnostica veterinaria verranno allestiti progetti di grande attualità, per lo sviluppo di kit per la rilevazione di microrganismi che sempre più frequentemente interessano sia l’animale che l’uomo, come nei casi dei virus dell’influenza.  
   
   
SICUREZZA E ALIMENTAZIONE: CON EUROCLONE SPA AREA RAFFORZA IL SETTORE DELLA DIAGNOSTICA AGRO-ALIMENTARE PREVISTE RICERCHE CHE RIGUARDANO, TRA L’ALTRO, L’ABUSO DI ORMONI, ANABOLIZZANTI E ANTIBIOTICI NEGLI ALLEVAMENTI  
 
Euroclone Spa, azienda milanese leader internazionale nella ricerca e nella diagnostica biomedica, approda in Area Science Park acquisendo e potenziando i laboratori di ricerca e sviluppo di Poiesys Research, già presente in Area, e della Eurokit di Gorizia, due piccole aziende attive nei settori della diagnostica di laboratorio umana, agro-alimentare e veterinaria. Nel parco scientifico del Friuli Venezia Giulia, Euroclone svilupperà in particolare i settori diagnostici veterinario e della sicurezza agro-alimentare, entrambi di grande impatto sulla qualità della vita e sulla salute umana, puntando sulla messa a punto di sistemi di analisi alternativi di facile impiego, rapidi, poco costosi e affidabili. I progetti di Ricerca & Sviluppo di Euroclone riguarderanno kit diagnostici in grado di individuare nuovi ormoni, antibiotici e sostanze anabolizzanti utilizzate in allevamento nonché altre classi di farmaci usati illecitamente in ambito agro-alimentare. Nel campo della diagnostica veterinaria Euroclone sta sviluppando nuovi saggi per la ricerca di proteine specifiche di alcuni agenti patogeni, usando anche tecniche di biologia molecolare, sia nello screening per l’individuazione di antigeni, sia per la produzione di proteine ricombinanti. L’individuazione degli antigeni caratteristici di una singola specie permetterà la messa a punto di test con elevata specificità, per i quali la richiesta del mercato è sempre maggiore. Al fine della corretta validazione dei prodotti diagnostici, Euroclone attivarà rapporti di collaborazione tecnico scientifica con il mondo accademico e con i principali Istituti Zooprofilattici nazionali nonché con strutture di rilievo regionale deputate al controllo degli alimenti. Sempre nel campo della diagnostica veterinaria verranno allestiti progetti di grande attualità, per lo sviluppo di kit per la rilevazione di microrganismi che sempre più frequentemente interessano sia l’animale che l’uomo, come nei casi dei virus dell’influenza.  
   
   
SICUREZZA E ALIMENTAZIONE: CON EUROCLONE SPA AREA RAFFORZA IL SETTORE DELLA DIAGNOSTICA AGRO-ALIMENTARE PREVISTE RICERCHE CHE RIGUARDANO, TRA L’ALTRO, L’ABUSO DI ORMONI, ANABOLIZZANTI E ANTIBIOTICI NEGLI ALLEVAMENTI  
 
Euroclone Spa, azienda milanese leader internazionale nella ricerca e nella diagnostica biomedica, approda in Area Science Park acquisendo e potenziando i laboratori di ricerca e sviluppo di Poiesys Research, già presente in Area, e della Eurokit di Gorizia, due piccole aziende attive nei settori della diagnostica di laboratorio umana, agro-alimentare e veterinaria. Nel parco scientifico del Friuli Venezia Giulia, Euroclone svilupperà in particolare i settori diagnostici veterinario e della sicurezza agro-alimentare, entrambi di grande impatto sulla qualità della vita e sulla salute umana, puntando sulla messa a punto di sistemi di analisi alternativi di facile impiego, rapidi, poco costosi e affidabili. I progetti di Ricerca & Sviluppo di Euroclone riguarderanno kit diagnostici in grado di individuare nuovi ormoni, antibiotici e sostanze anabolizzanti utilizzate in allevamento nonché altre classi di farmaci usati illecitamente in ambito agro-alimentare. Nel campo della diagnostica veterinaria Euroclone sta sviluppando nuovi saggi per la ricerca di proteine specifiche di alcuni agenti patogeni, usando anche tecniche di biologia molecolare, sia nello screening per l’individuazione di antigeni, sia per la produzione di proteine ricombinanti. L’individuazione degli antigeni caratteristici di una singola specie permetterà la messa a punto di test con elevata specificità, per i quali la richiesta del mercato è sempre maggiore. Al fine della corretta validazione dei prodotti diagnostici, Euroclone attivarà rapporti di collaborazione tecnico scientifica con il mondo accademico e con i principali Istituti Zooprofilattici nazionali nonché con strutture di rilievo regionale deputate al controllo degli alimenti. Sempre nel campo della diagnostica veterinaria verranno allestiti progetti di grande attualità, per lo sviluppo di kit per la rilevazione di microrganismi che sempre più frequentemente interessano sia l’animale che l’uomo, come nei casi dei virus dell’influenza.  
   
   
SICUREZZA E ALIMENTAZIONE: CON EUROCLONE SPA AREA RAFFORZA IL SETTORE DELLA DIAGNOSTICA AGRO-ALIMENTARE PREVISTE RICERCHE CHE RIGUARDANO, TRA L’ALTRO, L’ABUSO DI ORMONI, ANABOLIZZANTI E ANTIBIOTICI NEGLI ALLEVAMENTI  
 
Euroclone Spa, azienda milanese leader internazionale nella ricerca e nella diagnostica biomedica, approda in Area Science Park acquisendo e potenziando i laboratori di ricerca e sviluppo di Poiesys Research, già presente in Area, e della Eurokit di Gorizia, due piccole aziende attive nei settori della diagnostica di laboratorio umana, agro-alimentare e veterinaria. Nel parco scientifico del Friuli Venezia Giulia, Euroclone svilupperà in particolare i settori diagnostici veterinario e della sicurezza agro-alimentare, entrambi di grande impatto sulla qualità della vita e sulla salute umana, puntando sulla messa a punto di sistemi di analisi alternativi di facile impiego, rapidi, poco costosi e affidabili. I progetti di Ricerca & Sviluppo di Euroclone riguarderanno kit diagnostici in grado di individuare nuovi ormoni, antibiotici e sostanze anabolizzanti utilizzate in allevamento nonché altre classi di farmaci usati illecitamente in ambito agro-alimentare. Nel campo della diagnostica veterinaria Euroclone sta sviluppando nuovi saggi per la ricerca di proteine specifiche di alcuni agenti patogeni, usando anche tecniche di biologia molecolare, sia nello screening per l’individuazione di antigeni, sia per la produzione di proteine ricombinanti. L’individuazione degli antigeni caratteristici di una singola specie permetterà la messa a punto di test con elevata specificità, per i quali la richiesta del mercato è sempre maggiore. Al fine della corretta validazione dei prodotti diagnostici, Euroclone attivarà rapporti di collaborazione tecnico scientifica con il mondo accademico e con i principali Istituti Zooprofilattici nazionali nonché con strutture di rilievo regionale deputate al controllo degli alimenti. Sempre nel campo della diagnostica veterinaria verranno allestiti progetti di grande attualità, per lo sviluppo di kit per la rilevazione di microrganismi che sempre più frequentemente interessano sia l’animale che l’uomo, come nei casi dei virus dell’influenza.  
   
   
SICUREZZA E ALIMENTAZIONE: CON EUROCLONE SPA AREA RAFFORZA IL SETTORE DELLA DIAGNOSTICA AGRO-ALIMENTARE PREVISTE RICERCHE CHE RIGUARDANO, TRA L’ALTRO, L’ABUSO DI ORMONI, ANABOLIZZANTI E ANTIBIOTICI NEGLI ALLEVAMENTI  
 
Euroclone Spa, azienda milanese leader internazionale nella ricerca e nella diagnostica biomedica, approda in Area Science Park acquisendo e potenziando i laboratori di ricerca e sviluppo di Poiesys Research, già presente in Area, e della Eurokit di Gorizia, due piccole aziende attive nei settori della diagnostica di laboratorio umana, agro-alimentare e veterinaria. Nel parco scientifico del Friuli Venezia Giulia, Euroclone svilupperà in particolare i settori diagnostici veterinario e della sicurezza agro-alimentare, entrambi di grande impatto sulla qualità della vita e sulla salute umana, puntando sulla messa a punto di sistemi di analisi alternativi di facile impiego, rapidi, poco costosi e affidabili. I progetti di Ricerca & Sviluppo di Euroclone riguarderanno kit diagnostici in grado di individuare nuovi ormoni, antibiotici e sostanze anabolizzanti utilizzate in allevamento nonché altre classi di farmaci usati illecitamente in ambito agro-alimentare. Nel campo della diagnostica veterinaria Euroclone sta sviluppando nuovi saggi per la ricerca di proteine specifiche di alcuni agenti patogeni, usando anche tecniche di biologia molecolare, sia nello screening per l’individuazione di antigeni, sia per la produzione di proteine ricombinanti. L’individuazione degli antigeni caratteristici di una singola specie permetterà la messa a punto di test con elevata specificità, per i quali la richiesta del mercato è sempre maggiore. Al fine della corretta validazione dei prodotti diagnostici, Euroclone attivarà rapporti di collaborazione tecnico scientifica con il mondo accademico e con i principali Istituti Zooprofilattici nazionali nonché con strutture di rilievo regionale deputate al controllo degli alimenti. Sempre nel campo della diagnostica veterinaria verranno allestiti progetti di grande attualità, per lo sviluppo di kit per la rilevazione di microrganismi che sempre più frequentemente interessano sia l’animale che l’uomo, come nei casi dei virus dell’influenza.  
   
   
GARANZIA E TUTELA DEI PRODOTTI ITTICI DI ACQUACOLTURA ITALIANA  
 
L'associazione Piscicoltori Italiani (Api); organismo di categoria aderente alla Confagricoltura, si batte per garantire e tutelare il pesce di acquacoltura prodotto in Italia. L'associazione annovera al suo interno oltre 300 imprese di allevamento associate che coprono circa il 90% della produzione nazionale di pesce d'acquacoltura. Il nostro Paese vanta una vocazione naturale per le attività legate al mare come la pesca, con la sua storia e le sue tradizioni. Ma le risorse marine viventi devono essere gestite con attenzione ed essere protette da un eccessivo sforzo di pesca, così come dagli impatti negativi che scaturiscono da altre attività umane, in modo che la loro ricchezza possa costituire un patrimonio accessibile a tutti. L'acquacoltura, attività in costante sviluppo, con un'attenzione particolare al rispetto per l'ambiente e alla qualità dei prodotti, si presenta come una valida alternativa per far fronte alla crescente domanda di prodotti ittici, consentendo di pescare solo il quantitativo di pesce richiesto dal mercato, senza eccessi o sprechi. Quest'attività è inoltre uno dei comparti potenzialmente più vitali del settore primario nazionale, poiché sfrutta le tecniche già collaudate dalla zootecnia tradizionale e usufruisce di una sperimentazione avanzata ed approfondita. Per i prodotti ittici di acquacoltura, l'ambiente, la scelta delle materie prime, la cura del processo di produzione, la gestione complessiva dell'allevamento e quindi tutta la filiera produttiva sono criteri essenziali di sicurezza alimentare che è il pre-requisito di qualità del prodotto. Costanti e minuziosi controlli da parte delle Asl e dei medici veterinari fanno del pesce d'acquacoltura (trote, orate, branzini) un alimento sano, sicuro e fresco. Grazie ad una sana alimentazione, in allevamento, con prodotti naturali, farine di pesce e farine vegetali il pesce di acquacoltura è ricco di sostanze nutrienti come proteine nobili e omega 3, che aiutano il nostro organismo a controllare e regolarizzare i trigliceridi e ridurre i problemi cardiovascolari. E' ottimo alleato, anche, per contrastare i radicali liberi, principale causa dell'invecchiamento cutaneo. Per poter garantire adeguati standard di qualità al pesce dell'acquacoltura l'Associazione Piscicoltori Italiani, con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Direzione Generale per la Pesca e l'Acquacoltura ha dato vita ad un percorso che, partendo dal "Codice di Buona Pratica di Allevamento in Acquacoltura Api", passando attraverso il "Protocollo di intesa per una alimentazione trasparente e garantita dei pesci d'acquacoltura", ha raggiunto il traguardo della definizione di "Linee guida e specifiche tecniche per la certificazione di prodotto di trote, spigole ed orate". Pier Antonio Salvador, presidente dell'Associazione Piscicoltori Italiani, organismo di categoria aderente alla Confagricoltura, ha dichiarato la sua soddisfazione per gli sforzi innovativi e la passione dimostrata dai produttori dell'acquacoltura italiana.  
   
   
GARANZIA E TUTELA DEI PRODOTTI ITTICI DI ACQUACOLTURA ITALIANA  
 
L'associazione Piscicoltori Italiani (Api); organismo di categoria aderente alla Confagricoltura, si batte per garantire e tutelare il pesce di acquacoltura prodotto in Italia. L'associazione annovera al suo interno oltre 300 imprese di allevamento associate che coprono circa il 90% della produzione nazionale di pesce d'acquacoltura. Il nostro Paese vanta una vocazione naturale per le attività legate al mare come la pesca, con la sua storia e le sue tradizioni. Ma le risorse marine viventi devono essere gestite con attenzione ed essere protette da un eccessivo sforzo di pesca, così come dagli impatti negativi che scaturiscono da altre attività umane, in modo che la loro ricchezza possa costituire un patrimonio accessibile a tutti. L'acquacoltura, attività in costante sviluppo, con un'attenzione particolare al rispetto per l'ambiente e alla qualità dei prodotti, si presenta come una valida alternativa per far fronte alla crescente domanda di prodotti ittici, consentendo di pescare solo il quantitativo di pesce richiesto dal mercato, senza eccessi o sprechi. Quest'attività è inoltre uno dei comparti potenzialmente più vitali del settore primario nazionale, poiché sfrutta le tecniche già collaudate dalla zootecnia tradizionale e usufruisce di una sperimentazione avanzata ed approfondita. Per i prodotti ittici di acquacoltura, l'ambiente, la scelta delle materie prime, la cura del processo di produzione, la gestione complessiva dell'allevamento e quindi tutta la filiera produttiva sono criteri essenziali di sicurezza alimentare che è il pre-requisito di qualità del prodotto. Costanti e minuziosi controlli da parte delle Asl e dei medici veterinari fanno del pesce d'acquacoltura (trote, orate, branzini) un alimento sano, sicuro e fresco. Grazie ad una sana alimentazione, in allevamento, con prodotti naturali, farine di pesce e farine vegetali il pesce di acquacoltura è ricco di sostanze nutrienti come proteine nobili e omega 3, che aiutano il nostro organismo a controllare e regolarizzare i trigliceridi e ridurre i problemi cardiovascolari. E' ottimo alleato, anche, per contrastare i radicali liberi, principale causa dell'invecchiamento cutaneo. Per poter garantire adeguati standard di qualità al pesce dell'acquacoltura l'Associazione Piscicoltori Italiani, con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Direzione Generale per la Pesca e l'Acquacoltura ha dato vita ad un percorso che, partendo dal "Codice di Buona Pratica di Allevamento in Acquacoltura Api", passando attraverso il "Protocollo di intesa per una alimentazione trasparente e garantita dei pesci d'acquacoltura", ha raggiunto il traguardo della definizione di "Linee guida e specifiche tecniche per la certificazione di prodotto di trote, spigole ed orate". Pier Antonio Salvador, presidente dell'Associazione Piscicoltori Italiani, organismo di categoria aderente alla Confagricoltura, ha dichiarato la sua soddisfazione per gli sforzi innovativi e la passione dimostrata dai produttori dell'acquacoltura italiana.  
   
   
GARANZIA E TUTELA DEI PRODOTTI ITTICI DI ACQUACOLTURA ITALIANA  
 
L'associazione Piscicoltori Italiani (Api); organismo di categoria aderente alla Confagricoltura, si batte per garantire e tutelare il pesce di acquacoltura prodotto in Italia. L'associazione annovera al suo interno oltre 300 imprese di allevamento associate che coprono circa il 90% della produzione nazionale di pesce d'acquacoltura. Il nostro Paese vanta una vocazione naturale per le attività legate al mare come la pesca, con la sua storia e le sue tradizioni. Ma le risorse marine viventi devono essere gestite con attenzione ed essere protette da un eccessivo sforzo di pesca, così come dagli impatti negativi che scaturiscono da altre attività umane, in modo che la loro ricchezza possa costituire un patrimonio accessibile a tutti. L'acquacoltura, attività in costante sviluppo, con un'attenzione particolare al rispetto per l'ambiente e alla qualità dei prodotti, si presenta come una valida alternativa per far fronte alla crescente domanda di prodotti ittici, consentendo di pescare solo il quantitativo di pesce richiesto dal mercato, senza eccessi o sprechi. Quest'attività è inoltre uno dei comparti potenzialmente più vitali del settore primario nazionale, poiché sfrutta le tecniche già collaudate dalla zootecnia tradizionale e usufruisce di una sperimentazione avanzata ed approfondita. Per i prodotti ittici di acquacoltura, l'ambiente, la scelta delle materie prime, la cura del processo di produzione, la gestione complessiva dell'allevamento e quindi tutta la filiera produttiva sono criteri essenziali di sicurezza alimentare che è il pre-requisito di qualità del prodotto. Costanti e minuziosi controlli da parte delle Asl e dei medici veterinari fanno del pesce d'acquacoltura (trote, orate, branzini) un alimento sano, sicuro e fresco. Grazie ad una sana alimentazione, in allevamento, con prodotti naturali, farine di pesce e farine vegetali il pesce di acquacoltura è ricco di sostanze nutrienti come proteine nobili e omega 3, che aiutano il nostro organismo a controllare e regolarizzare i trigliceridi e ridurre i problemi cardiovascolari. E' ottimo alleato, anche, per contrastare i radicali liberi, principale causa dell'invecchiamento cutaneo. Per poter garantire adeguati standard di qualità al pesce dell'acquacoltura l'Associazione Piscicoltori Italiani, con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Direzione Generale per la Pesca e l'Acquacoltura ha dato vita ad un percorso che, partendo dal "Codice di Buona Pratica di Allevamento in Acquacoltura Api", passando attraverso il "Protocollo di intesa per una alimentazione trasparente e garantita dei pesci d'acquacoltura", ha raggiunto il traguardo della definizione di "Linee guida e specifiche tecniche per la certificazione di prodotto di trote, spigole ed orate". Pier Antonio Salvador, presidente dell'Associazione Piscicoltori Italiani, organismo di categoria aderente alla Confagricoltura, ha dichiarato la sua soddisfazione per gli sforzi innovativi e la passione dimostrata dai produttori dell'acquacoltura italiana.  
   
   
GARANZIA E TUTELA DEI PRODOTTI ITTICI DI ACQUACOLTURA ITALIANA  
 
L'associazione Piscicoltori Italiani (Api); organismo di categoria aderente alla Confagricoltura, si batte per garantire e tutelare il pesce di acquacoltura prodotto in Italia. L'associazione annovera al suo interno oltre 300 imprese di allevamento associate che coprono circa il 90% della produzione nazionale di pesce d'acquacoltura. Il nostro Paese vanta una vocazione naturale per le attività legate al mare come la pesca, con la sua storia e le sue tradizioni. Ma le risorse marine viventi devono essere gestite con attenzione ed essere protette da un eccessivo sforzo di pesca, così come dagli impatti negativi che scaturiscono da altre attività umane, in modo che la loro ricchezza possa costituire un patrimonio accessibile a tutti. L'acquacoltura, attività in costante sviluppo, con un'attenzione particolare al rispetto per l'ambiente e alla qualità dei prodotti, si presenta come una valida alternativa per far fronte alla crescente domanda di prodotti ittici, consentendo di pescare solo il quantitativo di pesce richiesto dal mercato, senza eccessi o sprechi. Quest'attività è inoltre uno dei comparti potenzialmente più vitali del settore primario nazionale, poiché sfrutta le tecniche già collaudate dalla zootecnia tradizionale e usufruisce di una sperimentazione avanzata ed approfondita. Per i prodotti ittici di acquacoltura, l'ambiente, la scelta delle materie prime, la cura del processo di produzione, la gestione complessiva dell'allevamento e quindi tutta la filiera produttiva sono criteri essenziali di sicurezza alimentare che è il pre-requisito di qualità del prodotto. Costanti e minuziosi controlli da parte delle Asl e dei medici veterinari fanno del pesce d'acquacoltura (trote, orate, branzini) un alimento sano, sicuro e fresco. Grazie ad una sana alimentazione, in allevamento, con prodotti naturali, farine di pesce e farine vegetali il pesce di acquacoltura è ricco di sostanze nutrienti come proteine nobili e omega 3, che aiutano il nostro organismo a controllare e regolarizzare i trigliceridi e ridurre i problemi cardiovascolari. E' ottimo alleato, anche, per contrastare i radicali liberi, principale causa dell'invecchiamento cutaneo. Per poter garantire adeguati standard di qualità al pesce dell'acquacoltura l'Associazione Piscicoltori Italiani, con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Direzione Generale per la Pesca e l'Acquacoltura ha dato vita ad un percorso che, partendo dal "Codice di Buona Pratica di Allevamento in Acquacoltura Api", passando attraverso il "Protocollo di intesa per una alimentazione trasparente e garantita dei pesci d'acquacoltura", ha raggiunto il traguardo della definizione di "Linee guida e specifiche tecniche per la certificazione di prodotto di trote, spigole ed orate". Pier Antonio Salvador, presidente dell'Associazione Piscicoltori Italiani, organismo di categoria aderente alla Confagricoltura, ha dichiarato la sua soddisfazione per gli sforzi innovativi e la passione dimostrata dai produttori dell'acquacoltura italiana.  
   
   
GARANZIA E TUTELA DEI PRODOTTI ITTICI DI ACQUACOLTURA ITALIANA  
 
L'associazione Piscicoltori Italiani (Api); organismo di categoria aderente alla Confagricoltura, si batte per garantire e tutelare il pesce di acquacoltura prodotto in Italia. L'associazione annovera al suo interno oltre 300 imprese di allevamento associate che coprono circa il 90% della produzione nazionale di pesce d'acquacoltura. Il nostro Paese vanta una vocazione naturale per le attività legate al mare come la pesca, con la sua storia e le sue tradizioni. Ma le risorse marine viventi devono essere gestite con attenzione ed essere protette da un eccessivo sforzo di pesca, così come dagli impatti negativi che scaturiscono da altre attività umane, in modo che la loro ricchezza possa costituire un patrimonio accessibile a tutti. L'acquacoltura, attività in costante sviluppo, con un'attenzione particolare al rispetto per l'ambiente e alla qualità dei prodotti, si presenta come una valida alternativa per far fronte alla crescente domanda di prodotti ittici, consentendo di pescare solo il quantitativo di pesce richiesto dal mercato, senza eccessi o sprechi. Quest'attività è inoltre uno dei comparti potenzialmente più vitali del settore primario nazionale, poiché sfrutta le tecniche già collaudate dalla zootecnia tradizionale e usufruisce di una sperimentazione avanzata ed approfondita. Per i prodotti ittici di acquacoltura, l'ambiente, la scelta delle materie prime, la cura del processo di produzione, la gestione complessiva dell'allevamento e quindi tutta la filiera produttiva sono criteri essenziali di sicurezza alimentare che è il pre-requisito di qualità del prodotto. Costanti e minuziosi controlli da parte delle Asl e dei medici veterinari fanno del pesce d'acquacoltura (trote, orate, branzini) un alimento sano, sicuro e fresco. Grazie ad una sana alimentazione, in allevamento, con prodotti naturali, farine di pesce e farine vegetali il pesce di acquacoltura è ricco di sostanze nutrienti come proteine nobili e omega 3, che aiutano il nostro organismo a controllare e regolarizzare i trigliceridi e ridurre i problemi cardiovascolari. E' ottimo alleato, anche, per contrastare i radicali liberi, principale causa dell'invecchiamento cutaneo. Per poter garantire adeguati standard di qualità al pesce dell'acquacoltura l'Associazione Piscicoltori Italiani, con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Direzione Generale per la Pesca e l'Acquacoltura ha dato vita ad un percorso che, partendo dal "Codice di Buona Pratica di Allevamento in Acquacoltura Api", passando attraverso il "Protocollo di intesa per una alimentazione trasparente e garantita dei pesci d'acquacoltura", ha raggiunto il traguardo della definizione di "Linee guida e specifiche tecniche per la certificazione di prodotto di trote, spigole ed orate". Pier Antonio Salvador, presidente dell'Associazione Piscicoltori Italiani, organismo di categoria aderente alla Confagricoltura, ha dichiarato la sua soddisfazione per gli sforzi innovativi e la passione dimostrata dai produttori dell'acquacoltura italiana.  
   
   
GARANZIA E TUTELA DEI PRODOTTI ITTICI DI ACQUACOLTURA ITALIANA  
 
L'associazione Piscicoltori Italiani (Api); organismo di categoria aderente alla Confagricoltura, si batte per garantire e tutelare il pesce di acquacoltura prodotto in Italia. L'associazione annovera al suo interno oltre 300 imprese di allevamento associate che coprono circa il 90% della produzione nazionale di pesce d'acquacoltura. Il nostro Paese vanta una vocazione naturale per le attività legate al mare come la pesca, con la sua storia e le sue tradizioni. Ma le risorse marine viventi devono essere gestite con attenzione ed essere protette da un eccessivo sforzo di pesca, così come dagli impatti negativi che scaturiscono da altre attività umane, in modo che la loro ricchezza possa costituire un patrimonio accessibile a tutti. L'acquacoltura, attività in costante sviluppo, con un'attenzione particolare al rispetto per l'ambiente e alla qualità dei prodotti, si presenta come una valida alternativa per far fronte alla crescente domanda di prodotti ittici, consentendo di pescare solo il quantitativo di pesce richiesto dal mercato, senza eccessi o sprechi. Quest'attività è inoltre uno dei comparti potenzialmente più vitali del settore primario nazionale, poiché sfrutta le tecniche già collaudate dalla zootecnia tradizionale e usufruisce di una sperimentazione avanzata ed approfondita. Per i prodotti ittici di acquacoltura, l'ambiente, la scelta delle materie prime, la cura del processo di produzione, la gestione complessiva dell'allevamento e quindi tutta la filiera produttiva sono criteri essenziali di sicurezza alimentare che è il pre-requisito di qualità del prodotto. Costanti e minuziosi controlli da parte delle Asl e dei medici veterinari fanno del pesce d'acquacoltura (trote, orate, branzini) un alimento sano, sicuro e fresco. Grazie ad una sana alimentazione, in allevamento, con prodotti naturali, farine di pesce e farine vegetali il pesce di acquacoltura è ricco di sostanze nutrienti come proteine nobili e omega 3, che aiutano il nostro organismo a controllare e regolarizzare i trigliceridi e ridurre i problemi cardiovascolari. E' ottimo alleato, anche, per contrastare i radicali liberi, principale causa dell'invecchiamento cutaneo. Per poter garantire adeguati standard di qualità al pesce dell'acquacoltura l'Associazione Piscicoltori Italiani, con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Direzione Generale per la Pesca e l'Acquacoltura ha dato vita ad un percorso che, partendo dal "Codice di Buona Pratica di Allevamento in Acquacoltura Api", passando attraverso il "Protocollo di intesa per una alimentazione trasparente e garantita dei pesci d'acquacoltura", ha raggiunto il traguardo della definizione di "Linee guida e specifiche tecniche per la certificazione di prodotto di trote, spigole ed orate". Pier Antonio Salvador, presidente dell'Associazione Piscicoltori Italiani, organismo di categoria aderente alla Confagricoltura, ha dichiarato la sua soddisfazione per gli sforzi innovativi e la passione dimostrata dai produttori dell'acquacoltura italiana.  
   
   
CHIESTA LA DOP PER IL FORMAGGIO SALVA CREMASCO A CONCEDERE IL MARCHIO D'ORIGINE PROTETTA SARÀ IL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE  
 
Marchio Dop (Denominazione d'Origine Protetta) per il formaggio salva cremasco, uno dei prodotti tipici della Lombardia. A chiederlo al Ministero delle Politiche Agricole è la Giunta regionale, su proposta della vice presidente e assessore all'Agricoltura, Viviana Beccalossi, richiesta che viene fatta anche per la sola dizione "salva". La Dop, una volta concessa, è riservata esclusivamente al formaggio che risponde ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione. Tra questi, la zona di produzione, che comprende tutto il territorio delle province di Milano, Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco e Lodi. Il salva cremasco è un formaggio molle da tavola a pasta cruda, prodotto esclusivamente con latte di vacca intero, a crosta lavata, con stagionatura di oltre 60 giorni, di forma quadrangolare e di peso tra i tre e i cinque chili. Il marchio di origine della denominazione "salva cremasco" avrà forma quadrata e riporterà le lettere "S" e C" alternate con l'aggiunta del numero identificativo del caseificio produttore.  
   
   
CHIESTA LA DOP PER IL FORMAGGIO SALVA CREMASCO A CONCEDERE IL MARCHIO D'ORIGINE PROTETTA SARÀ IL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE  
 
Marchio Dop (Denominazione d'Origine Protetta) per il formaggio salva cremasco, uno dei prodotti tipici della Lombardia. A chiederlo al Ministero delle Politiche Agricole è la Giunta regionale, su proposta della vice presidente e assessore all'Agricoltura, Viviana Beccalossi, richiesta che viene fatta anche per la sola dizione "salva". La Dop, una volta concessa, è riservata esclusivamente al formaggio che risponde ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione. Tra questi, la zona di produzione, che comprende tutto il territorio delle province di Milano, Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco e Lodi. Il salva cremasco è un formaggio molle da tavola a pasta cruda, prodotto esclusivamente con latte di vacca intero, a crosta lavata, con stagionatura di oltre 60 giorni, di forma quadrangolare e di peso tra i tre e i cinque chili. Il marchio di origine della denominazione "salva cremasco" avrà forma quadrata e riporterà le lettere "S" e C" alternate con l'aggiunta del numero identificativo del caseificio produttore.  
   
   
CHIESTA LA DOP PER IL FORMAGGIO SALVA CREMASCO A CONCEDERE IL MARCHIO D'ORIGINE PROTETTA SARÀ IL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE  
 
Marchio Dop (Denominazione d'Origine Protetta) per il formaggio salva cremasco, uno dei prodotti tipici della Lombardia. A chiederlo al Ministero delle Politiche Agricole è la Giunta regionale, su proposta della vice presidente e assessore all'Agricoltura, Viviana Beccalossi, richiesta che viene fatta anche per la sola dizione "salva". La Dop, una volta concessa, è riservata esclusivamente al formaggio che risponde ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione. Tra questi, la zona di produzione, che comprende tutto il territorio delle province di Milano, Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco e Lodi. Il salva cremasco è un formaggio molle da tavola a pasta cruda, prodotto esclusivamente con latte di vacca intero, a crosta lavata, con stagionatura di oltre 60 giorni, di forma quadrangolare e di peso tra i tre e i cinque chili. Il marchio di origine della denominazione "salva cremasco" avrà forma quadrata e riporterà le lettere "S" e C" alternate con l'aggiunta del numero identificativo del caseificio produttore.  
   
   
CHIESTA LA DOP PER IL FORMAGGIO SALVA CREMASCO A CONCEDERE IL MARCHIO D'ORIGINE PROTETTA SARÀ IL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE  
 
Marchio Dop (Denominazione d'Origine Protetta) per il formaggio salva cremasco, uno dei prodotti tipici della Lombardia. A chiederlo al Ministero delle Politiche Agricole è la Giunta regionale, su proposta della vice presidente e assessore all'Agricoltura, Viviana Beccalossi, richiesta che viene fatta anche per la sola dizione "salva". La Dop, una volta concessa, è riservata esclusivamente al formaggio che risponde ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione. Tra questi, la zona di produzione, che comprende tutto il territorio delle province di Milano, Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco e Lodi. Il salva cremasco è un formaggio molle da tavola a pasta cruda, prodotto esclusivamente con latte di vacca intero, a crosta lavata, con stagionatura di oltre 60 giorni, di forma quadrangolare e di peso tra i tre e i cinque chili. Il marchio di origine della denominazione "salva cremasco" avrà forma quadrata e riporterà le lettere "S" e C" alternate con l'aggiunta del numero identificativo del caseificio produttore.  
   
   
CHIESTA LA DOP PER IL FORMAGGIO SALVA CREMASCO A CONCEDERE IL MARCHIO D'ORIGINE PROTETTA SARÀ IL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE  
 
Marchio Dop (Denominazione d'Origine Protetta) per il formaggio salva cremasco, uno dei prodotti tipici della Lombardia. A chiederlo al Ministero delle Politiche Agricole è la Giunta regionale, su proposta della vice presidente e assessore all'Agricoltura, Viviana Beccalossi, richiesta che viene fatta anche per la sola dizione "salva". La Dop, una volta concessa, è riservata esclusivamente al formaggio che risponde ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione. Tra questi, la zona di produzione, che comprende tutto il territorio delle province di Milano, Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco e Lodi. Il salva cremasco è un formaggio molle da tavola a pasta cruda, prodotto esclusivamente con latte di vacca intero, a crosta lavata, con stagionatura di oltre 60 giorni, di forma quadrangolare e di peso tra i tre e i cinque chili. Il marchio di origine della denominazione "salva cremasco" avrà forma quadrata e riporterà le lettere "S" e C" alternate con l'aggiunta del numero identificativo del caseificio produttore.  
   
   
CHIESTA LA DOP PER IL FORMAGGIO SALVA CREMASCO A CONCEDERE IL MARCHIO D'ORIGINE PROTETTA SARÀ IL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE  
 
Marchio Dop (Denominazione d'Origine Protetta) per il formaggio salva cremasco, uno dei prodotti tipici della Lombardia. A chiederlo al Ministero delle Politiche Agricole è la Giunta regionale, su proposta della vice presidente e assessore all'Agricoltura, Viviana Beccalossi, richiesta che viene fatta anche per la sola dizione "salva". La Dop, una volta concessa, è riservata esclusivamente al formaggio che risponde ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione. Tra questi, la zona di produzione, che comprende tutto il territorio delle province di Milano, Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco e Lodi. Il salva cremasco è un formaggio molle da tavola a pasta cruda, prodotto esclusivamente con latte di vacca intero, a crosta lavata, con stagionatura di oltre 60 giorni, di forma quadrangolare e di peso tra i tre e i cinque chili. Il marchio di origine della denominazione "salva cremasco" avrà forma quadrata e riporterà le lettere "S" e C" alternate con l'aggiunta del numero identificativo del caseificio produttore.  
   
   
IV RAPPORTO SUL TURISMO DEL VINO – 2004 CURATO DAL CENSIS SERVIZI E PROMOSSO DALLE CITTÀ DEL VINO, PRESENTATO A ROMA A PALAZZO VALENTINI  
 
Alle 107 Strade del Vino ormai presenti in Italia, è dedicato quest’anno il Iv° Rapporto sul Turismo Enogastronomico. Secondo il Rapporto, le 107 Strade del Vino costituiscono – malgrado le forti disparità – un solido presidio nel riposizionamento dei vini italiani sui mercati interni e internazionali e nell’offerta di quelle destinazioni alternative con prodotti diversi che le tendenze della domanda di nuovi turismi sempre più ricercano. Le Strade del Vino – ormai presenti in tutte le regioni italiane (meno la Sardegna); propongono infatti quasi il 60% dei nostri migliori prodotti enologici, il 25% della ristorazione italiana di qualità, il 15% dei prodotti alimentari tipici. E’ questa nuova offerta di prodotti e di destinazioni che, dopo una fase di riflessione, i turisti italiani ed europei sembrano ora cercare con maggiore insistenza: paesaggi inediti, borghi e paesi fortemente identitari, vino e prodotti ben fatti a prezzi accessibili, nuove esperienze “fuori rotta” all’insegna del buon vivere e della vacanza compatibile alla quale comunque non si rinuncia. Il Rapporto sviluppa sei temi: Vino e turismo: il nuovo protagonismo dei consumatori ben temperati, Strade e turismo del vino: vizi e virtù dell’eclettismo istituzionale, Offerta di turismi fuori rotta: piatto ricco mi ci ficco, Comunicarsi via Web: dal clik clik al clik & buy, Andar per vini, andar per cibi: rating e ranking delle virtù e dei limiti delle strade, Un grande panorama inedito: numeri grandi, medi e piccoli a piacere.  
   
   
IV RAPPORTO SUL TURISMO DEL VINO – 2004 CURATO DAL CENSIS SERVIZI E PROMOSSO DALLE CITTÀ DEL VINO, PRESENTATO A ROMA A PALAZZO VALENTINI  
 
Alle 107 Strade del Vino ormai presenti in Italia, è dedicato quest’anno il Iv° Rapporto sul Turismo Enogastronomico. Secondo il Rapporto, le 107 Strade del Vino costituiscono – malgrado le forti disparità – un solido presidio nel riposizionamento dei vini italiani sui mercati interni e internazionali e nell’offerta di quelle destinazioni alternative con prodotti diversi che le tendenze della domanda di nuovi turismi sempre più ricercano. Le Strade del Vino – ormai presenti in tutte le regioni italiane (meno la Sardegna); propongono infatti quasi il 60% dei nostri migliori prodotti enologici, il 25% della ristorazione italiana di qualità, il 15% dei prodotti alimentari tipici. E’ questa nuova offerta di prodotti e di destinazioni che, dopo una fase di riflessione, i turisti italiani ed europei sembrano ora cercare con maggiore insistenza: paesaggi inediti, borghi e paesi fortemente identitari, vino e prodotti ben fatti a prezzi accessibili, nuove esperienze “fuori rotta” all’insegna del buon vivere e della vacanza compatibile alla quale comunque non si rinuncia. Il Rapporto sviluppa sei temi: Vino e turismo: il nuovo protagonismo dei consumatori ben temperati, Strade e turismo del vino: vizi e virtù dell’eclettismo istituzionale, Offerta di turismi fuori rotta: piatto ricco mi ci ficco, Comunicarsi via Web: dal clik clik al clik & buy, Andar per vini, andar per cibi: rating e ranking delle virtù e dei limiti delle strade, Un grande panorama inedito: numeri grandi, medi e piccoli a piacere.  
   
   
IV RAPPORTO SUL TURISMO DEL VINO – 2004 CURATO DAL CENSIS SERVIZI E PROMOSSO DALLE CITTÀ DEL VINO, PRESENTATO A ROMA A PALAZZO VALENTINI  
 
Alle 107 Strade del Vino ormai presenti in Italia, è dedicato quest’anno il Iv° Rapporto sul Turismo Enogastronomico. Secondo il Rapporto, le 107 Strade del Vino costituiscono – malgrado le forti disparità – un solido presidio nel riposizionamento dei vini italiani sui mercati interni e internazionali e nell’offerta di quelle destinazioni alternative con prodotti diversi che le tendenze della domanda di nuovi turismi sempre più ricercano. Le Strade del Vino – ormai presenti in tutte le regioni italiane (meno la Sardegna); propongono infatti quasi il 60% dei nostri migliori prodotti enologici, il 25% della ristorazione italiana di qualità, il 15% dei prodotti alimentari tipici. E’ questa nuova offerta di prodotti e di destinazioni che, dopo una fase di riflessione, i turisti italiani ed europei sembrano ora cercare con maggiore insistenza: paesaggi inediti, borghi e paesi fortemente identitari, vino e prodotti ben fatti a prezzi accessibili, nuove esperienze “fuori rotta” all’insegna del buon vivere e della vacanza compatibile alla quale comunque non si rinuncia. Il Rapporto sviluppa sei temi: Vino e turismo: il nuovo protagonismo dei consumatori ben temperati, Strade e turismo del vino: vizi e virtù dell’eclettismo istituzionale, Offerta di turismi fuori rotta: piatto ricco mi ci ficco, Comunicarsi via Web: dal clik clik al clik & buy, Andar per vini, andar per cibi: rating e ranking delle virtù e dei limiti delle strade, Un grande panorama inedito: numeri grandi, medi e piccoli a piacere.  
   
   
IV RAPPORTO SUL TURISMO DEL VINO – 2004 CURATO DAL CENSIS SERVIZI E PROMOSSO DALLE CITTÀ DEL VINO, PRESENTATO A ROMA A PALAZZO VALENTINI  
 
Alle 107 Strade del Vino ormai presenti in Italia, è dedicato quest’anno il Iv° Rapporto sul Turismo Enogastronomico. Secondo il Rapporto, le 107 Strade del Vino costituiscono – malgrado le forti disparità – un solido presidio nel riposizionamento dei vini italiani sui mercati interni e internazionali e nell’offerta di quelle destinazioni alternative con prodotti diversi che le tendenze della domanda di nuovi turismi sempre più ricercano. Le Strade del Vino – ormai presenti in tutte le regioni italiane (meno la Sardegna); propongono infatti quasi il 60% dei nostri migliori prodotti enologici, il 25% della ristorazione italiana di qualità, il 15% dei prodotti alimentari tipici. E’ questa nuova offerta di prodotti e di destinazioni che, dopo una fase di riflessione, i turisti italiani ed europei sembrano ora cercare con maggiore insistenza: paesaggi inediti, borghi e paesi fortemente identitari, vino e prodotti ben fatti a prezzi accessibili, nuove esperienze “fuori rotta” all’insegna del buon vivere e della vacanza compatibile alla quale comunque non si rinuncia. Il Rapporto sviluppa sei temi: Vino e turismo: il nuovo protagonismo dei consumatori ben temperati, Strade e turismo del vino: vizi e virtù dell’eclettismo istituzionale, Offerta di turismi fuori rotta: piatto ricco mi ci ficco, Comunicarsi via Web: dal clik clik al clik & buy, Andar per vini, andar per cibi: rating e ranking delle virtù e dei limiti delle strade, Un grande panorama inedito: numeri grandi, medi e piccoli a piacere.  
   
   
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Alle 107 Strade del Vino ormai presenti in Italia, è dedicato quest’anno il Iv° Rapporto sul Turismo Enogastronomico. Secondo il Rapporto, le 107 Strade del Vino costituiscono – malgrado le forti disparità – un solido presidio nel riposizionamento dei vini italiani sui mercati interni e internazionali e nell’offerta di quelle destinazioni alternative con prodotti diversi che le tendenze della domanda di nuovi turismi sempre più ricercano. Le Strade del Vino – ormai presenti in tutte le regioni italiane (meno la Sardegna); propongono infatti quasi il 60% dei nostri migliori prodotti enologici, il 25% della ristorazione italiana di qualità, il 15% dei prodotti alimentari tipici. E’ questa nuova offerta di prodotti e di destinazioni che, dopo una fase di riflessione, i turisti italiani ed europei sembrano ora cercare con maggiore insistenza: paesaggi inediti, borghi e paesi fortemente identitari, vino e prodotti ben fatti a prezzi accessibili, nuove esperienze “fuori rotta” all’insegna del buon vivere e della vacanza compatibile alla quale comunque non si rinuncia. Il Rapporto sviluppa sei temi: Vino e turismo: il nuovo protagonismo dei consumatori ben temperati, Strade e turismo del vino: vizi e virtù dell’eclettismo istituzionale, Offerta di turismi fuori rotta: piatto ricco mi ci ficco, Comunicarsi via Web: dal clik clik al clik & buy, Andar per vini, andar per cibi: rating e ranking delle virtù e dei limiti delle strade, Un grande panorama inedito: numeri grandi, medi e piccoli a piacere.  
   
   
IV RAPPORTO SUL TURISMO DEL VINO – 2004 CURATO DAL CENSIS SERVIZI E PROMOSSO DALLE CITTÀ DEL VINO, PRESENTATO A ROMA A PALAZZO VALENTINI  
 
Alle 107 Strade del Vino ormai presenti in Italia, è dedicato quest’anno il Iv° Rapporto sul Turismo Enogastronomico. Secondo il Rapporto, le 107 Strade del Vino costituiscono – malgrado le forti disparità – un solido presidio nel riposizionamento dei vini italiani sui mercati interni e internazionali e nell’offerta di quelle destinazioni alternative con prodotti diversi che le tendenze della domanda di nuovi turismi sempre più ricercano. Le Strade del Vino – ormai presenti in tutte le regioni italiane (meno la Sardegna); propongono infatti quasi il 60% dei nostri migliori prodotti enologici, il 25% della ristorazione italiana di qualità, il 15% dei prodotti alimentari tipici. E’ questa nuova offerta di prodotti e di destinazioni che, dopo una fase di riflessione, i turisti italiani ed europei sembrano ora cercare con maggiore insistenza: paesaggi inediti, borghi e paesi fortemente identitari, vino e prodotti ben fatti a prezzi accessibili, nuove esperienze “fuori rotta” all’insegna del buon vivere e della vacanza compatibile alla quale comunque non si rinuncia. Il Rapporto sviluppa sei temi: Vino e turismo: il nuovo protagonismo dei consumatori ben temperati, Strade e turismo del vino: vizi e virtù dell’eclettismo istituzionale, Offerta di turismi fuori rotta: piatto ricco mi ci ficco, Comunicarsi via Web: dal clik clik al clik & buy, Andar per vini, andar per cibi: rating e ranking delle virtù e dei limiti delle strade, Un grande panorama inedito: numeri grandi, medi e piccoli a piacere.  
   
   
TREKKING DEL PORCINO: LE SPLENDIDE OCCASIONI DI ALBARETO (PR)  
 
Un trekking al giorno… toglie il medico di torno, verrebbe voglia di dire. Se poi i percorsi per arditi della montagna incrociano quelli degli estimatori di Sua Bontà dei boschi, il fungo porcino… Ma andiamo con ordine. C’è, nella magnifica Val Gotra (Parma) Albareto, un Comune passato alla storia per la sua speciale vocazione alla raccolta e alla lavorazione del prezioso, profumatissimo miceto (boletus edulis per la botanica). Ad Albareto si tiene tutti gli anni una frequentatissima Fiera (nel 2004 dal 9 al 12 settembre) dedicata al ricercato dono del sottobosco in tutte le sue varietà. Ecco il trait d’union tra due sensi complementari: gusto e vista. Piatti indimenticabili e sport su un set fatto di splendide montagne, corsi d’acqua, pievi ed emergenze storiche, architetture rurali, siti votivi e boschi, scorci apuani e versiliani se lo sguardo spazia al di là dei crinali appenninici. E’ in questo scenario sportivo-gastronomico che il trekking diventa una collana di tre percorsi-gioiello, da luglio a settembre 2004. Vediamoli. Percorso 1: il 10 luglio si parte dalla chiesa di Groppo, custode di antiche testimonianze: in sequenza Pessina, Seveselle, Cappelletta, Gottero, Foce dei Tre Confini, Montegroppo. Un viaggio nel tempo lungo l’antichissima via del sale, sui resti di un forte altomedioevale, là dove si accampavano d’estate i cacciatori nomadi del Mesolitico, sul confine longobardo-bizantino, in vista dei torrenti dai nomi arcaici (Gotra, Schiena, Lecora) e nella splendida cornice del Monte Gottero, per incrociare, al termine del percorso, la Foce dei Tre Confini, segnata da un cippo liminare del Ducato di Parma. Il Percorso 2 del 28 agosto, a partire dalla chiesa di Albareto, ricostruita su un edificio cinquecentesco, tocca Torre, Traversagna, Scheggia, Prà de Skei, Pietra di Miravescovo, passo dei Due Santi, Cravamorta e Vergastrelli. Nomi strani e suggestivi che arrivano da un lontano passato, lungo vie calcate da pellegrini, soldati, monaci, mercanti per quasi due millenni. Ricordi di epoche longobarde, tracce di comunità dell’età del bronzo consegnate alle leggende medioevali, e dell’età del ferro. Qui furono di casa anche Etruschi e Romani. Il percorso dell’11 settembre (Groppo, Pessina, Seveselle, Montegroppo) non è altro che il percorso 1 in versione ridotta (ci sarà più tempo per “riposare” davanti a un buon piatto di funghi). Si salta l’impegnativa via del Gottero (quota 1639 metri) per una visita più approfondita alla chiesa di Groppo, al forte medioevale della Pessina e all’abitato di Seveselle. Sarà bene che gli intrepidi escursionisti provvedano ai rifornimenti di cibo e acqua in misura adeguata. I percorsi saranno ovviamente guidati da un capogruppo esperto. I trasferimenti dal punto di ritrovo di Albareto alle località di partenza si effettueranno con mezzi propri. Il resto, a impresa compiuta, dovrebbe essere un’orgia di delizie a base degli straordinari funghi di Albareto, tanto più che al peso forma avrà pensato il trekking. Per informazioni e prenotazioni : Comune di Albareto, Tel. 0525.929449 Fax 0525929459, info@fieradialbareto.It  oppure info@comune.Albareto.pr.it  Infolink: www.Fieradialbareto.it  
   
   
TREKKING DEL PORCINO: LE SPLENDIDE OCCASIONI DI ALBARETO (PR)  
 
Un trekking al giorno… toglie il medico di torno, verrebbe voglia di dire. Se poi i percorsi per arditi della montagna incrociano quelli degli estimatori di Sua Bontà dei boschi, il fungo porcino… Ma andiamo con ordine. C’è, nella magnifica Val Gotra (Parma) Albareto, un Comune passato alla storia per la sua speciale vocazione alla raccolta e alla lavorazione del prezioso, profumatissimo miceto (boletus edulis per la botanica). Ad Albareto si tiene tutti gli anni una frequentatissima Fiera (nel 2004 dal 9 al 12 settembre) dedicata al ricercato dono del sottobosco in tutte le sue varietà. Ecco il trait d’union tra due sensi complementari: gusto e vista. Piatti indimenticabili e sport su un set fatto di splendide montagne, corsi d’acqua, pievi ed emergenze storiche, architetture rurali, siti votivi e boschi, scorci apuani e versiliani se lo sguardo spazia al di là dei crinali appenninici. E’ in questo scenario sportivo-gastronomico che il trekking diventa una collana di tre percorsi-gioiello, da luglio a settembre 2004. Vediamoli. Percorso 1: il 10 luglio si parte dalla chiesa di Groppo, custode di antiche testimonianze: in sequenza Pessina, Seveselle, Cappelletta, Gottero, Foce dei Tre Confini, Montegroppo. Un viaggio nel tempo lungo l’antichissima via del sale, sui resti di un forte altomedioevale, là dove si accampavano d’estate i cacciatori nomadi del Mesolitico, sul confine longobardo-bizantino, in vista dei torrenti dai nomi arcaici (Gotra, Schiena, Lecora) e nella splendida cornice del Monte Gottero, per incrociare, al termine del percorso, la Foce dei Tre Confini, segnata da un cippo liminare del Ducato di Parma. Il Percorso 2 del 28 agosto, a partire dalla chiesa di Albareto, ricostruita su un edificio cinquecentesco, tocca Torre, Traversagna, Scheggia, Prà de Skei, Pietra di Miravescovo, passo dei Due Santi, Cravamorta e Vergastrelli. Nomi strani e suggestivi che arrivano da un lontano passato, lungo vie calcate da pellegrini, soldati, monaci, mercanti per quasi due millenni. Ricordi di epoche longobarde, tracce di comunità dell’età del bronzo consegnate alle leggende medioevali, e dell’età del ferro. Qui furono di casa anche Etruschi e Romani. Il percorso dell’11 settembre (Groppo, Pessina, Seveselle, Montegroppo) non è altro che il percorso 1 in versione ridotta (ci sarà più tempo per “riposare” davanti a un buon piatto di funghi). Si salta l’impegnativa via del Gottero (quota 1639 metri) per una visita più approfondita alla chiesa di Groppo, al forte medioevale della Pessina e all’abitato di Seveselle. Sarà bene che gli intrepidi escursionisti provvedano ai rifornimenti di cibo e acqua in misura adeguata. I percorsi saranno ovviamente guidati da un capogruppo esperto. I trasferimenti dal punto di ritrovo di Albareto alle località di partenza si effettueranno con mezzi propri. Il resto, a impresa compiuta, dovrebbe essere un’orgia di delizie a base degli straordinari funghi di Albareto, tanto più che al peso forma avrà pensato il trekking. Per informazioni e prenotazioni : Comune di Albareto, Tel. 0525.929449 Fax 0525929459, info@fieradialbareto.It  oppure info@comune.Albareto.pr.it  Infolink: www.Fieradialbareto.it  
   
   
TREKKING DEL PORCINO: LE SPLENDIDE OCCASIONI DI ALBARETO (PR)  
 
Un trekking al giorno… toglie il medico di torno, verrebbe voglia di dire. Se poi i percorsi per arditi della montagna incrociano quelli degli estimatori di Sua Bontà dei boschi, il fungo porcino… Ma andiamo con ordine. C’è, nella magnifica Val Gotra (Parma) Albareto, un Comune passato alla storia per la sua speciale vocazione alla raccolta e alla lavorazione del prezioso, profumatissimo miceto (boletus edulis per la botanica). Ad Albareto si tiene tutti gli anni una frequentatissima Fiera (nel 2004 dal 9 al 12 settembre) dedicata al ricercato dono del sottobosco in tutte le sue varietà. Ecco il trait d’union tra due sensi complementari: gusto e vista. Piatti indimenticabili e sport su un set fatto di splendide montagne, corsi d’acqua, pievi ed emergenze storiche, architetture rurali, siti votivi e boschi, scorci apuani e versiliani se lo sguardo spazia al di là dei crinali appenninici. E’ in questo scenario sportivo-gastronomico che il trekking diventa una collana di tre percorsi-gioiello, da luglio a settembre 2004. Vediamoli. Percorso 1: il 10 luglio si parte dalla chiesa di Groppo, custode di antiche testimonianze: in sequenza Pessina, Seveselle, Cappelletta, Gottero, Foce dei Tre Confini, Montegroppo. Un viaggio nel tempo lungo l’antichissima via del sale, sui resti di un forte altomedioevale, là dove si accampavano d’estate i cacciatori nomadi del Mesolitico, sul confine longobardo-bizantino, in vista dei torrenti dai nomi arcaici (Gotra, Schiena, Lecora) e nella splendida cornice del Monte Gottero, per incrociare, al termine del percorso, la Foce dei Tre Confini, segnata da un cippo liminare del Ducato di Parma. Il Percorso 2 del 28 agosto, a partire dalla chiesa di Albareto, ricostruita su un edificio cinquecentesco, tocca Torre, Traversagna, Scheggia, Prà de Skei, Pietra di Miravescovo, passo dei Due Santi, Cravamorta e Vergastrelli. Nomi strani e suggestivi che arrivano da un lontano passato, lungo vie calcate da pellegrini, soldati, monaci, mercanti per quasi due millenni. Ricordi di epoche longobarde, tracce di comunità dell’età del bronzo consegnate alle leggende medioevali, e dell’età del ferro. Qui furono di casa anche Etruschi e Romani. Il percorso dell’11 settembre (Groppo, Pessina, Seveselle, Montegroppo) non è altro che il percorso 1 in versione ridotta (ci sarà più tempo per “riposare” davanti a un buon piatto di funghi). Si salta l’impegnativa via del Gottero (quota 1639 metri) per una visita più approfondita alla chiesa di Groppo, al forte medioevale della Pessina e all’abitato di Seveselle. Sarà bene che gli intrepidi escursionisti provvedano ai rifornimenti di cibo e acqua in misura adeguata. I percorsi saranno ovviamente guidati da un capogruppo esperto. I trasferimenti dal punto di ritrovo di Albareto alle località di partenza si effettueranno con mezzi propri. Il resto, a impresa compiuta, dovrebbe essere un’orgia di delizie a base degli straordinari funghi di Albareto, tanto più che al peso forma avrà pensato il trekking. Per informazioni e prenotazioni : Comune di Albareto, Tel. 0525.929449 Fax 0525929459, info@fieradialbareto.It  oppure info@comune.Albareto.pr.it  Infolink: www.Fieradialbareto.it  
   
   
TREKKING DEL PORCINO: LE SPLENDIDE OCCASIONI DI ALBARETO (PR)  
 
Un trekking al giorno… toglie il medico di torno, verrebbe voglia di dire. Se poi i percorsi per arditi della montagna incrociano quelli degli estimatori di Sua Bontà dei boschi, il fungo porcino… Ma andiamo con ordine. C’è, nella magnifica Val Gotra (Parma) Albareto, un Comune passato alla storia per la sua speciale vocazione alla raccolta e alla lavorazione del prezioso, profumatissimo miceto (boletus edulis per la botanica). Ad Albareto si tiene tutti gli anni una frequentatissima Fiera (nel 2004 dal 9 al 12 settembre) dedicata al ricercato dono del sottobosco in tutte le sue varietà. Ecco il trait d’union tra due sensi complementari: gusto e vista. Piatti indimenticabili e sport su un set fatto di splendide montagne, corsi d’acqua, pievi ed emergenze storiche, architetture rurali, siti votivi e boschi, scorci apuani e versiliani se lo sguardo spazia al di là dei crinali appenninici. E’ in questo scenario sportivo-gastronomico che il trekking diventa una collana di tre percorsi-gioiello, da luglio a settembre 2004. Vediamoli. Percorso 1: il 10 luglio si parte dalla chiesa di Groppo, custode di antiche testimonianze: in sequenza Pessina, Seveselle, Cappelletta, Gottero, Foce dei Tre Confini, Montegroppo. Un viaggio nel tempo lungo l’antichissima via del sale, sui resti di un forte altomedioevale, là dove si accampavano d’estate i cacciatori nomadi del Mesolitico, sul confine longobardo-bizantino, in vista dei torrenti dai nomi arcaici (Gotra, Schiena, Lecora) e nella splendida cornice del Monte Gottero, per incrociare, al termine del percorso, la Foce dei Tre Confini, segnata da un cippo liminare del Ducato di Parma. Il Percorso 2 del 28 agosto, a partire dalla chiesa di Albareto, ricostruita su un edificio cinquecentesco, tocca Torre, Traversagna, Scheggia, Prà de Skei, Pietra di Miravescovo, passo dei Due Santi, Cravamorta e Vergastrelli. Nomi strani e suggestivi che arrivano da un lontano passato, lungo vie calcate da pellegrini, soldati, monaci, mercanti per quasi due millenni. Ricordi di epoche longobarde, tracce di comunità dell’età del bronzo consegnate alle leggende medioevali, e dell’età del ferro. Qui furono di casa anche Etruschi e Romani. Il percorso dell’11 settembre (Groppo, Pessina, Seveselle, Montegroppo) non è altro che il percorso 1 in versione ridotta (ci sarà più tempo per “riposare” davanti a un buon piatto di funghi). Si salta l’impegnativa via del Gottero (quota 1639 metri) per una visita più approfondita alla chiesa di Groppo, al forte medioevale della Pessina e all’abitato di Seveselle. Sarà bene che gli intrepidi escursionisti provvedano ai rifornimenti di cibo e acqua in misura adeguata. I percorsi saranno ovviamente guidati da un capogruppo esperto. I trasferimenti dal punto di ritrovo di Albareto alle località di partenza si effettueranno con mezzi propri. Il resto, a impresa compiuta, dovrebbe essere un’orgia di delizie a base degli straordinari funghi di Albareto, tanto più che al peso forma avrà pensato il trekking. Per informazioni e prenotazioni : Comune di Albareto, Tel. 0525.929449 Fax 0525929459, info@fieradialbareto.It  oppure info@comune.Albareto.pr.it  Infolink: www.Fieradialbareto.it  
   
   
TREKKING DEL PORCINO: LE SPLENDIDE OCCASIONI DI ALBARETO (PR)  
 
Un trekking al giorno… toglie il medico di torno, verrebbe voglia di dire. Se poi i percorsi per arditi della montagna incrociano quelli degli estimatori di Sua Bontà dei boschi, il fungo porcino… Ma andiamo con ordine. C’è, nella magnifica Val Gotra (Parma) Albareto, un Comune passato alla storia per la sua speciale vocazione alla raccolta e alla lavorazione del prezioso, profumatissimo miceto (boletus edulis per la botanica). Ad Albareto si tiene tutti gli anni una frequentatissima Fiera (nel 2004 dal 9 al 12 settembre) dedicata al ricercato dono del sottobosco in tutte le sue varietà. Ecco il trait d’union tra due sensi complementari: gusto e vista. Piatti indimenticabili e sport su un set fatto di splendide montagne, corsi d’acqua, pievi ed emergenze storiche, architetture rurali, siti votivi e boschi, scorci apuani e versiliani se lo sguardo spazia al di là dei crinali appenninici. E’ in questo scenario sportivo-gastronomico che il trekking diventa una collana di tre percorsi-gioiello, da luglio a settembre 2004. Vediamoli. Percorso 1: il 10 luglio si parte dalla chiesa di Groppo, custode di antiche testimonianze: in sequenza Pessina, Seveselle, Cappelletta, Gottero, Foce dei Tre Confini, Montegroppo. Un viaggio nel tempo lungo l’antichissima via del sale, sui resti di un forte altomedioevale, là dove si accampavano d’estate i cacciatori nomadi del Mesolitico, sul confine longobardo-bizantino, in vista dei torrenti dai nomi arcaici (Gotra, Schiena, Lecora) e nella splendida cornice del Monte Gottero, per incrociare, al termine del percorso, la Foce dei Tre Confini, segnata da un cippo liminare del Ducato di Parma. Il Percorso 2 del 28 agosto, a partire dalla chiesa di Albareto, ricostruita su un edificio cinquecentesco, tocca Torre, Traversagna, Scheggia, Prà de Skei, Pietra di Miravescovo, passo dei Due Santi, Cravamorta e Vergastrelli. Nomi strani e suggestivi che arrivano da un lontano passato, lungo vie calcate da pellegrini, soldati, monaci, mercanti per quasi due millenni. Ricordi di epoche longobarde, tracce di comunità dell’età del bronzo consegnate alle leggende medioevali, e dell’età del ferro. Qui furono di casa anche Etruschi e Romani. Il percorso dell’11 settembre (Groppo, Pessina, Seveselle, Montegroppo) non è altro che il percorso 1 in versione ridotta (ci sarà più tempo per “riposare” davanti a un buon piatto di funghi). Si salta l’impegnativa via del Gottero (quota 1639 metri) per una visita più approfondita alla chiesa di Groppo, al forte medioevale della Pessina e all’abitato di Seveselle. Sarà bene che gli intrepidi escursionisti provvedano ai rifornimenti di cibo e acqua in misura adeguata. I percorsi saranno ovviamente guidati da un capogruppo esperto. I trasferimenti dal punto di ritrovo di Albareto alle località di partenza si effettueranno con mezzi propri. Il resto, a impresa compiuta, dovrebbe essere un’orgia di delizie a base degli straordinari funghi di Albareto, tanto più che al peso forma avrà pensato il trekking. Per informazioni e prenotazioni : Comune di Albareto, Tel. 0525.929449 Fax 0525929459, info@fieradialbareto.It  oppure info@comune.Albareto.pr.it  Infolink: www.Fieradialbareto.it  
   
   
TREKKING DEL PORCINO: LE SPLENDIDE OCCASIONI DI ALBARETO (PR)  
 
Un trekking al giorno… toglie il medico di torno, verrebbe voglia di dire. Se poi i percorsi per arditi della montagna incrociano quelli degli estimatori di Sua Bontà dei boschi, il fungo porcino… Ma andiamo con ordine. C’è, nella magnifica Val Gotra (Parma) Albareto, un Comune passato alla storia per la sua speciale vocazione alla raccolta e alla lavorazione del prezioso, profumatissimo miceto (boletus edulis per la botanica). Ad Albareto si tiene tutti gli anni una frequentatissima Fiera (nel 2004 dal 9 al 12 settembre) dedicata al ricercato dono del sottobosco in tutte le sue varietà. Ecco il trait d’union tra due sensi complementari: gusto e vista. Piatti indimenticabili e sport su un set fatto di splendide montagne, corsi d’acqua, pievi ed emergenze storiche, architetture rurali, siti votivi e boschi, scorci apuani e versiliani se lo sguardo spazia al di là dei crinali appenninici. E’ in questo scenario sportivo-gastronomico che il trekking diventa una collana di tre percorsi-gioiello, da luglio a settembre 2004. Vediamoli. Percorso 1: il 10 luglio si parte dalla chiesa di Groppo, custode di antiche testimonianze: in sequenza Pessina, Seveselle, Cappelletta, Gottero, Foce dei Tre Confini, Montegroppo. Un viaggio nel tempo lungo l’antichissima via del sale, sui resti di un forte altomedioevale, là dove si accampavano d’estate i cacciatori nomadi del Mesolitico, sul confine longobardo-bizantino, in vista dei torrenti dai nomi arcaici (Gotra, Schiena, Lecora) e nella splendida cornice del Monte Gottero, per incrociare, al termine del percorso, la Foce dei Tre Confini, segnata da un cippo liminare del Ducato di Parma. Il Percorso 2 del 28 agosto, a partire dalla chiesa di Albareto, ricostruita su un edificio cinquecentesco, tocca Torre, Traversagna, Scheggia, Prà de Skei, Pietra di Miravescovo, passo dei Due Santi, Cravamorta e Vergastrelli. Nomi strani e suggestivi che arrivano da un lontano passato, lungo vie calcate da pellegrini, soldati, monaci, mercanti per quasi due millenni. Ricordi di epoche longobarde, tracce di comunità dell’età del bronzo consegnate alle leggende medioevali, e dell’età del ferro. Qui furono di casa anche Etruschi e Romani. Il percorso dell’11 settembre (Groppo, Pessina, Seveselle, Montegroppo) non è altro che il percorso 1 in versione ridotta (ci sarà più tempo per “riposare” davanti a un buon piatto di funghi). Si salta l’impegnativa via del Gottero (quota 1639 metri) per una visita più approfondita alla chiesa di Groppo, al forte medioevale della Pessina e all’abitato di Seveselle. Sarà bene che gli intrepidi escursionisti provvedano ai rifornimenti di cibo e acqua in misura adeguata. I percorsi saranno ovviamente guidati da un capogruppo esperto. I trasferimenti dal punto di ritrovo di Albareto alle località di partenza si effettueranno con mezzi propri. Il resto, a impresa compiuta, dovrebbe essere un’orgia di delizie a base degli straordinari funghi di Albareto, tanto più che al peso forma avrà pensato il trekking. Per informazioni e prenotazioni : Comune di Albareto, Tel. 0525.929449 Fax 0525929459, info@fieradialbareto.It  oppure info@comune.Albareto.pr.it  Infolink: www.Fieradialbareto.it  
   
   
LO SPUMANTE ISPIRA LA CREATIVITÀ PREMIATA ALLA MOSTRA NAZIONALE DEGLI SPUMANTI  
 
3a edizione del "Premio Internazionale di Illustrazione dedicato agli Spumanti italiani" in collaborazione con la Fondazione Mostra Internazionale di Illustrazione per l'Infanzia di Sarmede. Il concorso, giunto alla sua terza edizione, intende da un lato far conoscere nuovi illustratori, e dall'altro scoprire ed evidenziare i richiami, le affinità tra il mondo dell'arte e quello del vino: infatti i disegnatori sono chiamati a realizzare un'opera incentrata sul tema specifico dello Spumante, ma coniugato ad elementi creativi e positivi come il piacere della tavola, l'abbinamento al cibo, il brindisi, la festa, la fiaba, il sogno, lo stare assieme, il desiderio, il paesaggio, l'amore, la fantasia ecc.Tra tutte le opere partecipanti la Commissione Artistica curata dalla Fondazione Mostra Internazionale di Illustrazione per l'Infanzia di Sarmede selezionerà le opere migliori ed in particolare l'opera vincitrice che diventerà la protagonista della Mostra Nazionale degli Spumanti del 2005. L'immagine vincente verrà infatti utilizzata per i manifesti ufficiali del prossimo anno, ed al suo autore andrà un premio di 1000 Euro. Al secondo ed al terzo classificato verrà assegnata una cantinetta, rispettivamente, di 48 e 24 bottiglie di Spumante. Le migliori opere pervenute saranno esposte, in una apposita sezione, all'interno di Villa dei Cedri, in concomitanza con la 41° Mostra Nazionale degli Spumanti in programma dal 3 al 12 settembre. Per partecipare al concorso basterà inviare un'opera originale ed inedita, in formato verticale di 30 cm X 40 cm, al seguente indirizzo:Mostra Nazionale degli Spumanti - Altamarca, presso villa dei Cedri, via Piva 89, 31049 Valdobbiadene (Tv). Le opere dovranno pervenire entro venerdì 16 luglio 2004. Nella scorsa edizione è stata premiata l'opera del pittore Loris Giotto, intitolata "Spumante da Re", in cui campeggia la figura cordiale e rassicurante di un sovrano medioevale che, da un'ampia finestra della sua reggia, ammira il panorama costellato di aguzze colline e profonde valli, sorseggiando un calice di antiche e preziose bollicine. Primo premio meritatissimo anche per l'abilità tecnica ed il sapiente gioco di luci e tonalità create da Giotto, ed ora il suo "Spumante da Re" è chiamato a fare da testimonial su tutte le pubblicazioni e la comunicazione della 41° Mostra Nazionale degli Spumanti. Il regolamento del concorso "Bollicine d'Artista" è pubblicato per intero sul sito www.Mostranazionalespumanti.it, assieme a molte altre informazioni utili. Segreteria ed info: Mostra Nazionale degli Spumanti Altamarca - Villa dei Cedri, 31049 Valdobbiadene (Tv) Tel 0423 972372 Fax 0423 975510 e-mail altamarca@altamarca.It  web www.Mostranazionalespumanti.it  
   
   
LO SPUMANTE ISPIRA LA CREATIVITÀ PREMIATA ALLA MOSTRA NAZIONALE DEGLI SPUMANTI  
 
3a edizione del "Premio Internazionale di Illustrazione dedicato agli Spumanti italiani" in collaborazione con la Fondazione Mostra Internazionale di Illustrazione per l'Infanzia di Sarmede. Il concorso, giunto alla sua terza edizione, intende da un lato far conoscere nuovi illustratori, e dall'altro scoprire ed evidenziare i richiami, le affinità tra il mondo dell'arte e quello del vino: infatti i disegnatori sono chiamati a realizzare un'opera incentrata sul tema specifico dello Spumante, ma coniugato ad elementi creativi e positivi come il piacere della tavola, l'abbinamento al cibo, il brindisi, la festa, la fiaba, il sogno, lo stare assieme, il desiderio, il paesaggio, l'amore, la fantasia ecc.Tra tutte le opere partecipanti la Commissione Artistica curata dalla Fondazione Mostra Internazionale di Illustrazione per l'Infanzia di Sarmede selezionerà le opere migliori ed in particolare l'opera vincitrice che diventerà la protagonista della Mostra Nazionale degli Spumanti del 2005. L'immagine vincente verrà infatti utilizzata per i manifesti ufficiali del prossimo anno, ed al suo autore andrà un premio di 1000 Euro. Al secondo ed al terzo classificato verrà assegnata una cantinetta, rispettivamente, di 48 e 24 bottiglie di Spumante. Le migliori opere pervenute saranno esposte, in una apposita sezione, all'interno di Villa dei Cedri, in concomitanza con la 41° Mostra Nazionale degli Spumanti in programma dal 3 al 12 settembre. Per partecipare al concorso basterà inviare un'opera originale ed inedita, in formato verticale di 30 cm X 40 cm, al seguente indirizzo:Mostra Nazionale degli Spumanti - Altamarca, presso villa dei Cedri, via Piva 89, 31049 Valdobbiadene (Tv). Le opere dovranno pervenire entro venerdì 16 luglio 2004. Nella scorsa edizione è stata premiata l'opera del pittore Loris Giotto, intitolata "Spumante da Re", in cui campeggia la figura cordiale e rassicurante di un sovrano medioevale che, da un'ampia finestra della sua reggia, ammira il panorama costellato di aguzze colline e profonde valli, sorseggiando un calice di antiche e preziose bollicine. Primo premio meritatissimo anche per l'abilità tecnica ed il sapiente gioco di luci e tonalità create da Giotto, ed ora il suo "Spumante da Re" è chiamato a fare da testimonial su tutte le pubblicazioni e la comunicazione della 41° Mostra Nazionale degli Spumanti. Il regolamento del concorso "Bollicine d'Artista" è pubblicato per intero sul sito www.Mostranazionalespumanti.it, assieme a molte altre informazioni utili. Segreteria ed info: Mostra Nazionale degli Spumanti Altamarca - Villa dei Cedri, 31049 Valdobbiadene (Tv) Tel 0423 972372 Fax 0423 975510 e-mail altamarca@altamarca.It  web www.Mostranazionalespumanti.it  
   
   
LO SPUMANTE ISPIRA LA CREATIVITÀ PREMIATA ALLA MOSTRA NAZIONALE DEGLI SPUMANTI  
 
3a edizione del "Premio Internazionale di Illustrazione dedicato agli Spumanti italiani" in collaborazione con la Fondazione Mostra Internazionale di Illustrazione per l'Infanzia di Sarmede. Il concorso, giunto alla sua terza edizione, intende da un lato far conoscere nuovi illustratori, e dall'altro scoprire ed evidenziare i richiami, le affinità tra il mondo dell'arte e quello del vino: infatti i disegnatori sono chiamati a realizzare un'opera incentrata sul tema specifico dello Spumante, ma coniugato ad elementi creativi e positivi come il piacere della tavola, l'abbinamento al cibo, il brindisi, la festa, la fiaba, il sogno, lo stare assieme, il desiderio, il paesaggio, l'amore, la fantasia ecc.Tra tutte le opere partecipanti la Commissione Artistica curata dalla Fondazione Mostra Internazionale di Illustrazione per l'Infanzia di Sarmede selezionerà le opere migliori ed in particolare l'opera vincitrice che diventerà la protagonista della Mostra Nazionale degli Spumanti del 2005. L'immagine vincente verrà infatti utilizzata per i manifesti ufficiali del prossimo anno, ed al suo autore andrà un premio di 1000 Euro. Al secondo ed al terzo classificato verrà assegnata una cantinetta, rispettivamente, di 48 e 24 bottiglie di Spumante. Le migliori opere pervenute saranno esposte, in una apposita sezione, all'interno di Villa dei Cedri, in concomitanza con la 41° Mostra Nazionale degli Spumanti in programma dal 3 al 12 settembre. Per partecipare al concorso basterà inviare un'opera originale ed inedita, in formato verticale di 30 cm X 40 cm, al seguente indirizzo:Mostra Nazionale degli Spumanti - Altamarca, presso villa dei Cedri, via Piva 89, 31049 Valdobbiadene (Tv). Le opere dovranno pervenire entro venerdì 16 luglio 2004. Nella scorsa edizione è stata premiata l'opera del pittore Loris Giotto, intitolata "Spumante da Re", in cui campeggia la figura cordiale e rassicurante di un sovrano medioevale che, da un'ampia finestra della sua reggia, ammira il panorama costellato di aguzze colline e profonde valli, sorseggiando un calice di antiche e preziose bollicine. Primo premio meritatissimo anche per l'abilità tecnica ed il sapiente gioco di luci e tonalità create da Giotto, ed ora il suo "Spumante da Re" è chiamato a fare da testimonial su tutte le pubblicazioni e la comunicazione della 41° Mostra Nazionale degli Spumanti. Il regolamento del concorso "Bollicine d'Artista" è pubblicato per intero sul sito www.Mostranazionalespumanti.it, assieme a molte altre informazioni utili. Segreteria ed info: Mostra Nazionale degli Spumanti Altamarca - Villa dei Cedri, 31049 Valdobbiadene (Tv) Tel 0423 972372 Fax 0423 975510 e-mail altamarca@altamarca.It  web www.Mostranazionalespumanti.it  
   
   
LO SPUMANTE ISPIRA LA CREATIVITÀ PREMIATA ALLA MOSTRA NAZIONALE DEGLI SPUMANTI  
 
3a edizione del "Premio Internazionale di Illustrazione dedicato agli Spumanti italiani" in collaborazione con la Fondazione Mostra Internazionale di Illustrazione per l'Infanzia di Sarmede. Il concorso, giunto alla sua terza edizione, intende da un lato far conoscere nuovi illustratori, e dall'altro scoprire ed evidenziare i richiami, le affinità tra il mondo dell'arte e quello del vino: infatti i disegnatori sono chiamati a realizzare un'opera incentrata sul tema specifico dello Spumante, ma coniugato ad elementi creativi e positivi come il piacere della tavola, l'abbinamento al cibo, il brindisi, la festa, la fiaba, il sogno, lo stare assieme, il desiderio, il paesaggio, l'amore, la fantasia ecc.Tra tutte le opere partecipanti la Commissione Artistica curata dalla Fondazione Mostra Internazionale di Illustrazione per l'Infanzia di Sarmede selezionerà le opere migliori ed in particolare l'opera vincitrice che diventerà la protagonista della Mostra Nazionale degli Spumanti del 2005. L'immagine vincente verrà infatti utilizzata per i manifesti ufficiali del prossimo anno, ed al suo autore andrà un premio di 1000 Euro. Al secondo ed al terzo classificato verrà assegnata una cantinetta, rispettivamente, di 48 e 24 bottiglie di Spumante. Le migliori opere pervenute saranno esposte, in una apposita sezione, all'interno di Villa dei Cedri, in concomitanza con la 41° Mostra Nazionale degli Spumanti in programma dal 3 al 12 settembre. Per partecipare al concorso basterà inviare un'opera originale ed inedita, in formato verticale di 30 cm X 40 cm, al seguente indirizzo:Mostra Nazionale degli Spumanti - Altamarca, presso villa dei Cedri, via Piva 89, 31049 Valdobbiadene (Tv). Le opere dovranno pervenire entro venerdì 16 luglio 2004. Nella scorsa edizione è stata premiata l'opera del pittore Loris Giotto, intitolata "Spumante da Re", in cui campeggia la figura cordiale e rassicurante di un sovrano medioevale che, da un'ampia finestra della sua reggia, ammira il panorama costellato di aguzze colline e profonde valli, sorseggiando un calice di antiche e preziose bollicine. Primo premio meritatissimo anche per l'abilità tecnica ed il sapiente gioco di luci e tonalità create da Giotto, ed ora il suo "Spumante da Re" è chiamato a fare da testimonial su tutte le pubblicazioni e la comunicazione della 41° Mostra Nazionale degli Spumanti. Il regolamento del concorso "Bollicine d'Artista" è pubblicato per intero sul sito www.Mostranazionalespumanti.it, assieme a molte altre informazioni utili. Segreteria ed info: Mostra Nazionale degli Spumanti Altamarca - Villa dei Cedri, 31049 Valdobbiadene (Tv) Tel 0423 972372 Fax 0423 975510 e-mail altamarca@altamarca.It  web www.Mostranazionalespumanti.it  
   
   
LO SPUMANTE ISPIRA LA CREATIVITÀ PREMIATA ALLA MOSTRA NAZIONALE DEGLI SPUMANTI  
 
3a edizione del "Premio Internazionale di Illustrazione dedicato agli Spumanti italiani" in collaborazione con la Fondazione Mostra Internazionale di Illustrazione per l'Infanzia di Sarmede. Il concorso, giunto alla sua terza edizione, intende da un lato far conoscere nuovi illustratori, e dall'altro scoprire ed evidenziare i richiami, le affinità tra il mondo dell'arte e quello del vino: infatti i disegnatori sono chiamati a realizzare un'opera incentrata sul tema specifico dello Spumante, ma coniugato ad elementi creativi e positivi come il piacere della tavola, l'abbinamento al cibo, il brindisi, la festa, la fiaba, il sogno, lo stare assieme, il desiderio, il paesaggio, l'amore, la fantasia ecc.Tra tutte le opere partecipanti la Commissione Artistica curata dalla Fondazione Mostra Internazionale di Illustrazione per l'Infanzia di Sarmede selezionerà le opere migliori ed in particolare l'opera vincitrice che diventerà la protagonista della Mostra Nazionale degli Spumanti del 2005. L'immagine vincente verrà infatti utilizzata per i manifesti ufficiali del prossimo anno, ed al suo autore andrà un premio di 1000 Euro. Al secondo ed al terzo classificato verrà assegnata una cantinetta, rispettivamente, di 48 e 24 bottiglie di Spumante. Le migliori opere pervenute saranno esposte, in una apposita sezione, all'interno di Villa dei Cedri, in concomitanza con la 41° Mostra Nazionale degli Spumanti in programma dal 3 al 12 settembre. Per partecipare al concorso basterà inviare un'opera originale ed inedita, in formato verticale di 30 cm X 40 cm, al seguente indirizzo:Mostra Nazionale degli Spumanti - Altamarca, presso villa dei Cedri, via Piva 89, 31049 Valdobbiadene (Tv). Le opere dovranno pervenire entro venerdì 16 luglio 2004. Nella scorsa edizione è stata premiata l'opera del pittore Loris Giotto, intitolata "Spumante da Re", in cui campeggia la figura cordiale e rassicurante di un sovrano medioevale che, da un'ampia finestra della sua reggia, ammira il panorama costellato di aguzze colline e profonde valli, sorseggiando un calice di antiche e preziose bollicine. Primo premio meritatissimo anche per l'abilità tecnica ed il sapiente gioco di luci e tonalità create da Giotto, ed ora il suo "Spumante da Re" è chiamato a fare da testimonial su tutte le pubblicazioni e la comunicazione della 41° Mostra Nazionale degli Spumanti. Il regolamento del concorso "Bollicine d'Artista" è pubblicato per intero sul sito www.Mostranazionalespumanti.it, assieme a molte altre informazioni utili. Segreteria ed info: Mostra Nazionale degli Spumanti Altamarca - Villa dei Cedri, 31049 Valdobbiadene (Tv) Tel 0423 972372 Fax 0423 975510 e-mail altamarca@altamarca.It  web www.Mostranazionalespumanti.it  
   
   
LO SPUMANTE ISPIRA LA CREATIVITÀ PREMIATA ALLA MOSTRA NAZIONALE DEGLI SPUMANTI  
 
3a edizione del "Premio Internazionale di Illustrazione dedicato agli Spumanti italiani" in collaborazione con la Fondazione Mostra Internazionale di Illustrazione per l'Infanzia di Sarmede. Il concorso, giunto alla sua terza edizione, intende da un lato far conoscere nuovi illustratori, e dall'altro scoprire ed evidenziare i richiami, le affinità tra il mondo dell'arte e quello del vino: infatti i disegnatori sono chiamati a realizzare un'opera incentrata sul tema specifico dello Spumante, ma coniugato ad elementi creativi e positivi come il piacere della tavola, l'abbinamento al cibo, il brindisi, la festa, la fiaba, il sogno, lo stare assieme, il desiderio, il paesaggio, l'amore, la fantasia ecc.Tra tutte le opere partecipanti la Commissione Artistica curata dalla Fondazione Mostra Internazionale di Illustrazione per l'Infanzia di Sarmede selezionerà le opere migliori ed in particolare l'opera vincitrice che diventerà la protagonista della Mostra Nazionale degli Spumanti del 2005. L'immagine vincente verrà infatti utilizzata per i manifesti ufficiali del prossimo anno, ed al suo autore andrà un premio di 1000 Euro. Al secondo ed al terzo classificato verrà assegnata una cantinetta, rispettivamente, di 48 e 24 bottiglie di Spumante. Le migliori opere pervenute saranno esposte, in una apposita sezione, all'interno di Villa dei Cedri, in concomitanza con la 41° Mostra Nazionale degli Spumanti in programma dal 3 al 12 settembre. Per partecipare al concorso basterà inviare un'opera originale ed inedita, in formato verticale di 30 cm X 40 cm, al seguente indirizzo:Mostra Nazionale degli Spumanti - Altamarca, presso villa dei Cedri, via Piva 89, 31049 Valdobbiadene (Tv). Le opere dovranno pervenire entro venerdì 16 luglio 2004. Nella scorsa edizione è stata premiata l'opera del pittore Loris Giotto, intitolata "Spumante da Re", in cui campeggia la figura cordiale e rassicurante di un sovrano medioevale che, da un'ampia finestra della sua reggia, ammira il panorama costellato di aguzze colline e profonde valli, sorseggiando un calice di antiche e preziose bollicine. Primo premio meritatissimo anche per l'abilità tecnica ed il sapiente gioco di luci e tonalità create da Giotto, ed ora il suo "Spumante da Re" è chiamato a fare da testimonial su tutte le pubblicazioni e la comunicazione della 41° Mostra Nazionale degli Spumanti. Il regolamento del concorso "Bollicine d'Artista" è pubblicato per intero sul sito www.Mostranazionalespumanti.it, assieme a molte altre informazioni utili. Segreteria ed info: Mostra Nazionale degli Spumanti Altamarca - Villa dei Cedri, 31049 Valdobbiadene (Tv) Tel 0423 972372 Fax 0423 975510 e-mail altamarca@altamarca.It  web www.Mostranazionalespumanti.it  
   
   
ALLA SCOPERTA DEL PORTOGALLO SULLA STRADA DEI VINI E DELLA GASTRONOMIA  
 
Sono molteplici gli itinerari possibili in Portogallo e tante sono le inclinazioni personali, i gusti gastronomici e gli interessi che potranno essere soddisfatti, selezionando una delle proposte presentate nel nuovo catalogo Portogallo di Utat. Utat Viaggi propone un indimenticabile itinerario per chi desidera scoprire le meraviglie di questo Paese da visitare in autonomia e tranquillità, con pernottamenti in strutture tipiche o alberghi selezionati, circondati da paesaggi da sogno. Un simpatico ed alternativo tour di 8 giorni percorrendo la strada dei vini e della gastronomia del Portogallo, vera protagonista quest’anno di manifestazioni sportive importanti quali, ad esempio, i Campionati Europei di Calcio 2004. Un volo dall’Italia vi trasporterà in poche ore ad Oporto, prima vera tappa di un affascinante viaggio che vi permetterà di visitare luoghi magici come Braga, città storica degli arcivescovi, Guimarães, la città che diede i natali al primo re del Portogallo, il Castello dei Duchi, e vi regalerà i profumi delle valli e delle cantine dei vini spumanti. Un viaggio unico alla scoperta di una terra antica, ricca di storia e tradizione, dal grande passato coloniale e dalla ricca gastronomia, fortemente influenzata da Asia, America e Africa. Per informazioni al cliente:www.Ventaglio.com, Servizio Clienti 02 33 47 33 47, nelle migliori agenzie di viaggio  
   
   
ALLA SCOPERTA DEL PORTOGALLO SULLA STRADA DEI VINI E DELLA GASTRONOMIA  
 
Sono molteplici gli itinerari possibili in Portogallo e tante sono le inclinazioni personali, i gusti gastronomici e gli interessi che potranno essere soddisfatti, selezionando una delle proposte presentate nel nuovo catalogo Portogallo di Utat. Utat Viaggi propone un indimenticabile itinerario per chi desidera scoprire le meraviglie di questo Paese da visitare in autonomia e tranquillità, con pernottamenti in strutture tipiche o alberghi selezionati, circondati da paesaggi da sogno. Un simpatico ed alternativo tour di 8 giorni percorrendo la strada dei vini e della gastronomia del Portogallo, vera protagonista quest’anno di manifestazioni sportive importanti quali, ad esempio, i Campionati Europei di Calcio 2004. Un volo dall’Italia vi trasporterà in poche ore ad Oporto, prima vera tappa di un affascinante viaggio che vi permetterà di visitare luoghi magici come Braga, città storica degli arcivescovi, Guimarães, la città che diede i natali al primo re del Portogallo, il Castello dei Duchi, e vi regalerà i profumi delle valli e delle cantine dei vini spumanti. Un viaggio unico alla scoperta di una terra antica, ricca di storia e tradizione, dal grande passato coloniale e dalla ricca gastronomia, fortemente influenzata da Asia, America e Africa. Per informazioni al cliente:www.Ventaglio.com, Servizio Clienti 02 33 47 33 47, nelle migliori agenzie di viaggio  
   
   
ALLA SCOPERTA DEL PORTOGALLO SULLA STRADA DEI VINI E DELLA GASTRONOMIA  
 
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ALLA SCOPERTA DEL PORTOGALLO SULLA STRADA DEI VINI E DELLA GASTRONOMIA  
 
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ALLA SCOPERTA DEL PORTOGALLO SULLA STRADA DEI VINI E DELLA GASTRONOMIA  
 
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IL SALONE NAZIONALE DEI VINI SELEZIONATI, RASSEGNE GASTRONOMICHE, DEGUSTAZIONI, E SAGRE NEL TERRITORIO ASTIGIANO  
 
Come sempre, anche quest'anno, il settembre astigiano sarà ricco di eventi. Si inizierà il 10 con l'inaugurazione della 38ª edizione della Douja d’Or, il Salone nazionale dei Vini selezionati, che proseguirà fino al 19 settembre. Questo appuntamento fisso deve il suo nome a un rontondeggiante boccale per il vino diffuso nell'astigiano, la douja appunto, dal quale deriva il nome della maschera piemontese per antonomasia Gianduja, cioè Giovan d'la douja (Giovanni del boccale). Questa manifestazione organizzata dalla Camera di Commercio di Asti è una grande festa che prevede un fitto calendario di rassegne gastronomiche, convegni, spettacoli, incontri di alta cucina, mostre a tema e naturalmente degustazioni di vini selezionati dall'O.n.a.v. (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino). Quest'anno sono 25 i vini che ricevono il prestigioso Oscar della Douja e 421 le etichette che nel 2004 potranno fregiarsi del bollino “Douja d’Or”, contro le 393 della scorsa edizione. Un dato in crescita che testimonia la migliore qualità dei campioni di vino sottoposti dai 360 produttori (erano 357 nel 2003) al giudizio delle commissioni di esperti e tecnici dell’Onav. Il premio Douja d’Or è stato assegnato ai campioni che hanno raggiunto il punteggio di 85/100, mentre l’Oscar della Douja è il riconoscimento per chi ha superato i 90/100. Le Regioni che hanno partecipato al concorso sono state venti: la più rappresentata è stata il Piemonte, con 418 etichette presentate e 182 premiate; seguono la Lombardia con 125 vini in concorso e 54 premiati, e l’Emilia Romagna (22 premiati su 66). Un ruolo di rilievo è stato dato anche quest’anno ai vini provenienti da agricoltura biologica, che permettono di porre l’accento sulla qualità del prodotto accompagnata all’educazione del rispetto ambientale. Questo settembre ad Asti sarà dunque possibile degustare tutte le etichette vincitrici e incontrarne i produttori all'interno dell'area creata ad hoc nello storico Palazzo del Collegio. Sempre la Camera di Commercio organizza dal 1974 la seconda domenica di settembre, quest'anno il 12, il Festival delle Sagre. Questa manifestazione che viene definita “il più grande ristorante del mondo”, ha il suo clou la mattina della domenica, quando il centro cittadino è attraversato da una sorta di “museo del mondo rurale”, in quanto si svolge una grande sfilata con migliaia di figuranti delle diverse pro loco dell'astigiano che mettono in scena scorci di vita del mondo contadino, con una grande attenzione alla cultura materiale e al passato rurale del territorio. Terminata la sfilata, piazza Campo del Palio si trasforma in un enorme ristorante all'aperto, dove ogni pro-loco offre un piatto tipico accompagnato da un dolce e da vino servito in un calice di vetro. Questa manifestazione permette ai visitatori di apprezzare la gastronomia astigiana nelle sue mille sfaccettature con piatti sempre alla portata di portafoglio. Le diverse pro loco sono poi spinte a dare il meglio per vincere l'ambito trofeo, che tiene conto di cinque parametri: la sfilata, lo stand, la cucina, il servizio e la quantità-qualità del prodotto. Da quest'anno sarà poi possibile assistere alla sfilata, pranzare nei diversi stand delle pro loco e degustare i vini della Douja giungendo tranquillamente in treno da Milano nel cuore della festa. Il costo del pacchetto che include anche il calice per effettuare le degustazioni è proposto al prezzo promozionale di 30 €. Per informazioni rivolgersi allo 0141.35.24.25 oppure consultare il sito www.Travelemotions.it. Questo numero di telefono e questo indirizzo internet sono buoni anche per chi invece volesse gustarsi l'anteprima del Festival delle Sagre della serata di sabato 11 settembre, oppure degustare i vini della Douja in santa pace in un altro momento, creandosi un pacchetto su misura. Sul sito infatti non troverà solo soluzioni precofenzionate, ma diverse strutture ricettive tra cui scegliere quella che più si adatta alle sue esigenze, oltre a diverse proposte di attività collaterali che possono arricchire il suo soggiorno. La domenica successiva, il 19 settembre, si correrà poi il Palio. Questa manifestazione ha una storia antica di almeno sette secoli, durante i quali è più volte risorto. Ogni edizione trasforma la città in un perfetto scenario medioevale. I rioni e i comuni limitrofi si contendono il palio, un rettangolo di velluto che sostiene il labaro con l'effigie di San Secondo e le insegne della città. In anni recenti a dipingerlo si sono avvincendati artisti di chiara fama come Francesco Casorati, Ugo Nespolo e Emanuele Luzzati. La disputa del Palio è l'atto finale di una serie di preparativi lunga un'anno. La giornata inizia con la benedizione dei cavalli e fantini e con un grandioso spettacolo degli sbandieratori seguito dallo snodarsi del famoso corteo storico con oltre un migliaio di figuranti in costume che rievocano fatti e vicende del medioevo cittadino. Alla fine si corre la corsa.  
   
   
IL SALONE NAZIONALE DEI VINI SELEZIONATI, RASSEGNE GASTRONOMICHE, DEGUSTAZIONI, E SAGRE NEL TERRITORIO ASTIGIANO  
 
Come sempre, anche quest'anno, il settembre astigiano sarà ricco di eventi. Si inizierà il 10 con l'inaugurazione della 38ª edizione della Douja d’Or, il Salone nazionale dei Vini selezionati, che proseguirà fino al 19 settembre. Questo appuntamento fisso deve il suo nome a un rontondeggiante boccale per il vino diffuso nell'astigiano, la douja appunto, dal quale deriva il nome della maschera piemontese per antonomasia Gianduja, cioè Giovan d'la douja (Giovanni del boccale). Questa manifestazione organizzata dalla Camera di Commercio di Asti è una grande festa che prevede un fitto calendario di rassegne gastronomiche, convegni, spettacoli, incontri di alta cucina, mostre a tema e naturalmente degustazioni di vini selezionati dall'O.n.a.v. (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino). Quest'anno sono 25 i vini che ricevono il prestigioso Oscar della Douja e 421 le etichette che nel 2004 potranno fregiarsi del bollino “Douja d’Or”, contro le 393 della scorsa edizione. Un dato in crescita che testimonia la migliore qualità dei campioni di vino sottoposti dai 360 produttori (erano 357 nel 2003) al giudizio delle commissioni di esperti e tecnici dell’Onav. Il premio Douja d’Or è stato assegnato ai campioni che hanno raggiunto il punteggio di 85/100, mentre l’Oscar della Douja è il riconoscimento per chi ha superato i 90/100. Le Regioni che hanno partecipato al concorso sono state venti: la più rappresentata è stata il Piemonte, con 418 etichette presentate e 182 premiate; seguono la Lombardia con 125 vini in concorso e 54 premiati, e l’Emilia Romagna (22 premiati su 66). Un ruolo di rilievo è stato dato anche quest’anno ai vini provenienti da agricoltura biologica, che permettono di porre l’accento sulla qualità del prodotto accompagnata all’educazione del rispetto ambientale. Questo settembre ad Asti sarà dunque possibile degustare tutte le etichette vincitrici e incontrarne i produttori all'interno dell'area creata ad hoc nello storico Palazzo del Collegio. Sempre la Camera di Commercio organizza dal 1974 la seconda domenica di settembre, quest'anno il 12, il Festival delle Sagre. Questa manifestazione che viene definita “il più grande ristorante del mondo”, ha il suo clou la mattina della domenica, quando il centro cittadino è attraversato da una sorta di “museo del mondo rurale”, in quanto si svolge una grande sfilata con migliaia di figuranti delle diverse pro loco dell'astigiano che mettono in scena scorci di vita del mondo contadino, con una grande attenzione alla cultura materiale e al passato rurale del territorio. Terminata la sfilata, piazza Campo del Palio si trasforma in un enorme ristorante all'aperto, dove ogni pro-loco offre un piatto tipico accompagnato da un dolce e da vino servito in un calice di vetro. Questa manifestazione permette ai visitatori di apprezzare la gastronomia astigiana nelle sue mille sfaccettature con piatti sempre alla portata di portafoglio. Le diverse pro loco sono poi spinte a dare il meglio per vincere l'ambito trofeo, che tiene conto di cinque parametri: la sfilata, lo stand, la cucina, il servizio e la quantità-qualità del prodotto. Da quest'anno sarà poi possibile assistere alla sfilata, pranzare nei diversi stand delle pro loco e degustare i vini della Douja giungendo tranquillamente in treno da Milano nel cuore della festa. Il costo del pacchetto che include anche il calice per effettuare le degustazioni è proposto al prezzo promozionale di 30 €. Per informazioni rivolgersi allo 0141.35.24.25 oppure consultare il sito www.Travelemotions.it. Questo numero di telefono e questo indirizzo internet sono buoni anche per chi invece volesse gustarsi l'anteprima del Festival delle Sagre della serata di sabato 11 settembre, oppure degustare i vini della Douja in santa pace in un altro momento, creandosi un pacchetto su misura. Sul sito infatti non troverà solo soluzioni precofenzionate, ma diverse strutture ricettive tra cui scegliere quella che più si adatta alle sue esigenze, oltre a diverse proposte di attività collaterali che possono arricchire il suo soggiorno. La domenica successiva, il 19 settembre, si correrà poi il Palio. Questa manifestazione ha una storia antica di almeno sette secoli, durante i quali è più volte risorto. Ogni edizione trasforma la città in un perfetto scenario medioevale. I rioni e i comuni limitrofi si contendono il palio, un rettangolo di velluto che sostiene il labaro con l'effigie di San Secondo e le insegne della città. In anni recenti a dipingerlo si sono avvincendati artisti di chiara fama come Francesco Casorati, Ugo Nespolo e Emanuele Luzzati. La disputa del Palio è l'atto finale di una serie di preparativi lunga un'anno. La giornata inizia con la benedizione dei cavalli e fantini e con un grandioso spettacolo degli sbandieratori seguito dallo snodarsi del famoso corteo storico con oltre un migliaio di figuranti in costume che rievocano fatti e vicende del medioevo cittadino. Alla fine si corre la corsa.  
   
   
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Come sempre, anche quest'anno, il settembre astigiano sarà ricco di eventi. Si inizierà il 10 con l'inaugurazione della 38ª edizione della Douja d’Or, il Salone nazionale dei Vini selezionati, che proseguirà fino al 19 settembre. Questo appuntamento fisso deve il suo nome a un rontondeggiante boccale per il vino diffuso nell'astigiano, la douja appunto, dal quale deriva il nome della maschera piemontese per antonomasia Gianduja, cioè Giovan d'la douja (Giovanni del boccale). Questa manifestazione organizzata dalla Camera di Commercio di Asti è una grande festa che prevede un fitto calendario di rassegne gastronomiche, convegni, spettacoli, incontri di alta cucina, mostre a tema e naturalmente degustazioni di vini selezionati dall'O.n.a.v. (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino). Quest'anno sono 25 i vini che ricevono il prestigioso Oscar della Douja e 421 le etichette che nel 2004 potranno fregiarsi del bollino “Douja d’Or”, contro le 393 della scorsa edizione. Un dato in crescita che testimonia la migliore qualità dei campioni di vino sottoposti dai 360 produttori (erano 357 nel 2003) al giudizio delle commissioni di esperti e tecnici dell’Onav. Il premio Douja d’Or è stato assegnato ai campioni che hanno raggiunto il punteggio di 85/100, mentre l’Oscar della Douja è il riconoscimento per chi ha superato i 90/100. Le Regioni che hanno partecipato al concorso sono state venti: la più rappresentata è stata il Piemonte, con 418 etichette presentate e 182 premiate; seguono la Lombardia con 125 vini in concorso e 54 premiati, e l’Emilia Romagna (22 premiati su 66). Un ruolo di rilievo è stato dato anche quest’anno ai vini provenienti da agricoltura biologica, che permettono di porre l’accento sulla qualità del prodotto accompagnata all’educazione del rispetto ambientale. Questo settembre ad Asti sarà dunque possibile degustare tutte le etichette vincitrici e incontrarne i produttori all'interno dell'area creata ad hoc nello storico Palazzo del Collegio. Sempre la Camera di Commercio organizza dal 1974 la seconda domenica di settembre, quest'anno il 12, il Festival delle Sagre. Questa manifestazione che viene definita “il più grande ristorante del mondo”, ha il suo clou la mattina della domenica, quando il centro cittadino è attraversato da una sorta di “museo del mondo rurale”, in quanto si svolge una grande sfilata con migliaia di figuranti delle diverse pro loco dell'astigiano che mettono in scena scorci di vita del mondo contadino, con una grande attenzione alla cultura materiale e al passato rurale del territorio. Terminata la sfilata, piazza Campo del Palio si trasforma in un enorme ristorante all'aperto, dove ogni pro-loco offre un piatto tipico accompagnato da un dolce e da vino servito in un calice di vetro. Questa manifestazione permette ai visitatori di apprezzare la gastronomia astigiana nelle sue mille sfaccettature con piatti sempre alla portata di portafoglio. Le diverse pro loco sono poi spinte a dare il meglio per vincere l'ambito trofeo, che tiene conto di cinque parametri: la sfilata, lo stand, la cucina, il servizio e la quantità-qualità del prodotto. Da quest'anno sarà poi possibile assistere alla sfilata, pranzare nei diversi stand delle pro loco e degustare i vini della Douja giungendo tranquillamente in treno da Milano nel cuore della festa. Il costo del pacchetto che include anche il calice per effettuare le degustazioni è proposto al prezzo promozionale di 30 €. Per informazioni rivolgersi allo 0141.35.24.25 oppure consultare il sito www.Travelemotions.it. Questo numero di telefono e questo indirizzo internet sono buoni anche per chi invece volesse gustarsi l'anteprima del Festival delle Sagre della serata di sabato 11 settembre, oppure degustare i vini della Douja in santa pace in un altro momento, creandosi un pacchetto su misura. Sul sito infatti non troverà solo soluzioni precofenzionate, ma diverse strutture ricettive tra cui scegliere quella che più si adatta alle sue esigenze, oltre a diverse proposte di attività collaterali che possono arricchire il suo soggiorno. La domenica successiva, il 19 settembre, si correrà poi il Palio. Questa manifestazione ha una storia antica di almeno sette secoli, durante i quali è più volte risorto. Ogni edizione trasforma la città in un perfetto scenario medioevale. I rioni e i comuni limitrofi si contendono il palio, un rettangolo di velluto che sostiene il labaro con l'effigie di San Secondo e le insegne della città. In anni recenti a dipingerlo si sono avvincendati artisti di chiara fama come Francesco Casorati, Ugo Nespolo e Emanuele Luzzati. La disputa del Palio è l'atto finale di una serie di preparativi lunga un'anno. La giornata inizia con la benedizione dei cavalli e fantini e con un grandioso spettacolo degli sbandieratori seguito dallo snodarsi del famoso corteo storico con oltre un migliaio di figuranti in costume che rievocano fatti e vicende del medioevo cittadino. Alla fine si corre la corsa.  
   
   
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Come sempre, anche quest'anno, il settembre astigiano sarà ricco di eventi. Si inizierà il 10 con l'inaugurazione della 38ª edizione della Douja d’Or, il Salone nazionale dei Vini selezionati, che proseguirà fino al 19 settembre. Questo appuntamento fisso deve il suo nome a un rontondeggiante boccale per il vino diffuso nell'astigiano, la douja appunto, dal quale deriva il nome della maschera piemontese per antonomasia Gianduja, cioè Giovan d'la douja (Giovanni del boccale). Questa manifestazione organizzata dalla Camera di Commercio di Asti è una grande festa che prevede un fitto calendario di rassegne gastronomiche, convegni, spettacoli, incontri di alta cucina, mostre a tema e naturalmente degustazioni di vini selezionati dall'O.n.a.v. (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino). Quest'anno sono 25 i vini che ricevono il prestigioso Oscar della Douja e 421 le etichette che nel 2004 potranno fregiarsi del bollino “Douja d’Or”, contro le 393 della scorsa edizione. Un dato in crescita che testimonia la migliore qualità dei campioni di vino sottoposti dai 360 produttori (erano 357 nel 2003) al giudizio delle commissioni di esperti e tecnici dell’Onav. Il premio Douja d’Or è stato assegnato ai campioni che hanno raggiunto il punteggio di 85/100, mentre l’Oscar della Douja è il riconoscimento per chi ha superato i 90/100. Le Regioni che hanno partecipato al concorso sono state venti: la più rappresentata è stata il Piemonte, con 418 etichette presentate e 182 premiate; seguono la Lombardia con 125 vini in concorso e 54 premiati, e l’Emilia Romagna (22 premiati su 66). Un ruolo di rilievo è stato dato anche quest’anno ai vini provenienti da agricoltura biologica, che permettono di porre l’accento sulla qualità del prodotto accompagnata all’educazione del rispetto ambientale. Questo settembre ad Asti sarà dunque possibile degustare tutte le etichette vincitrici e incontrarne i produttori all'interno dell'area creata ad hoc nello storico Palazzo del Collegio. Sempre la Camera di Commercio organizza dal 1974 la seconda domenica di settembre, quest'anno il 12, il Festival delle Sagre. Questa manifestazione che viene definita “il più grande ristorante del mondo”, ha il suo clou la mattina della domenica, quando il centro cittadino è attraversato da una sorta di “museo del mondo rurale”, in quanto si svolge una grande sfilata con migliaia di figuranti delle diverse pro loco dell'astigiano che mettono in scena scorci di vita del mondo contadino, con una grande attenzione alla cultura materiale e al passato rurale del territorio. Terminata la sfilata, piazza Campo del Palio si trasforma in un enorme ristorante all'aperto, dove ogni pro-loco offre un piatto tipico accompagnato da un dolce e da vino servito in un calice di vetro. Questa manifestazione permette ai visitatori di apprezzare la gastronomia astigiana nelle sue mille sfaccettature con piatti sempre alla portata di portafoglio. Le diverse pro loco sono poi spinte a dare il meglio per vincere l'ambito trofeo, che tiene conto di cinque parametri: la sfilata, lo stand, la cucina, il servizio e la quantità-qualità del prodotto. Da quest'anno sarà poi possibile assistere alla sfilata, pranzare nei diversi stand delle pro loco e degustare i vini della Douja giungendo tranquillamente in treno da Milano nel cuore della festa. Il costo del pacchetto che include anche il calice per effettuare le degustazioni è proposto al prezzo promozionale di 30 €. Per informazioni rivolgersi allo 0141.35.24.25 oppure consultare il sito www.Travelemotions.it. Questo numero di telefono e questo indirizzo internet sono buoni anche per chi invece volesse gustarsi l'anteprima del Festival delle Sagre della serata di sabato 11 settembre, oppure degustare i vini della Douja in santa pace in un altro momento, creandosi un pacchetto su misura. Sul sito infatti non troverà solo soluzioni precofenzionate, ma diverse strutture ricettive tra cui scegliere quella che più si adatta alle sue esigenze, oltre a diverse proposte di attività collaterali che possono arricchire il suo soggiorno. La domenica successiva, il 19 settembre, si correrà poi il Palio. Questa manifestazione ha una storia antica di almeno sette secoli, durante i quali è più volte risorto. Ogni edizione trasforma la città in un perfetto scenario medioevale. I rioni e i comuni limitrofi si contendono il palio, un rettangolo di velluto che sostiene il labaro con l'effigie di San Secondo e le insegne della città. In anni recenti a dipingerlo si sono avvincendati artisti di chiara fama come Francesco Casorati, Ugo Nespolo e Emanuele Luzzati. La disputa del Palio è l'atto finale di una serie di preparativi lunga un'anno. La giornata inizia con la benedizione dei cavalli e fantini e con un grandioso spettacolo degli sbandieratori seguito dallo snodarsi del famoso corteo storico con oltre un migliaio di figuranti in costume che rievocano fatti e vicende del medioevo cittadino. Alla fine si corre la corsa.  
   
   
IL SALONE NAZIONALE DEI VINI SELEZIONATI, RASSEGNE GASTRONOMICHE, DEGUSTAZIONI, E SAGRE NEL TERRITORIO ASTIGIANO  
 
Come sempre, anche quest'anno, il settembre astigiano sarà ricco di eventi. Si inizierà il 10 con l'inaugurazione della 38ª edizione della Douja d’Or, il Salone nazionale dei Vini selezionati, che proseguirà fino al 19 settembre. Questo appuntamento fisso deve il suo nome a un rontondeggiante boccale per il vino diffuso nell'astigiano, la douja appunto, dal quale deriva il nome della maschera piemontese per antonomasia Gianduja, cioè Giovan d'la douja (Giovanni del boccale). Questa manifestazione organizzata dalla Camera di Commercio di Asti è una grande festa che prevede un fitto calendario di rassegne gastronomiche, convegni, spettacoli, incontri di alta cucina, mostre a tema e naturalmente degustazioni di vini selezionati dall'O.n.a.v. (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino). Quest'anno sono 25 i vini che ricevono il prestigioso Oscar della Douja e 421 le etichette che nel 2004 potranno fregiarsi del bollino “Douja d’Or”, contro le 393 della scorsa edizione. Un dato in crescita che testimonia la migliore qualità dei campioni di vino sottoposti dai 360 produttori (erano 357 nel 2003) al giudizio delle commissioni di esperti e tecnici dell’Onav. Il premio Douja d’Or è stato assegnato ai campioni che hanno raggiunto il punteggio di 85/100, mentre l’Oscar della Douja è il riconoscimento per chi ha superato i 90/100. Le Regioni che hanno partecipato al concorso sono state venti: la più rappresentata è stata il Piemonte, con 418 etichette presentate e 182 premiate; seguono la Lombardia con 125 vini in concorso e 54 premiati, e l’Emilia Romagna (22 premiati su 66). Un ruolo di rilievo è stato dato anche quest’anno ai vini provenienti da agricoltura biologica, che permettono di porre l’accento sulla qualità del prodotto accompagnata all’educazione del rispetto ambientale. Questo settembre ad Asti sarà dunque possibile degustare tutte le etichette vincitrici e incontrarne i produttori all'interno dell'area creata ad hoc nello storico Palazzo del Collegio. Sempre la Camera di Commercio organizza dal 1974 la seconda domenica di settembre, quest'anno il 12, il Festival delle Sagre. Questa manifestazione che viene definita “il più grande ristorante del mondo”, ha il suo clou la mattina della domenica, quando il centro cittadino è attraversato da una sorta di “museo del mondo rurale”, in quanto si svolge una grande sfilata con migliaia di figuranti delle diverse pro loco dell'astigiano che mettono in scena scorci di vita del mondo contadino, con una grande attenzione alla cultura materiale e al passato rurale del territorio. Terminata la sfilata, piazza Campo del Palio si trasforma in un enorme ristorante all'aperto, dove ogni pro-loco offre un piatto tipico accompagnato da un dolce e da vino servito in un calice di vetro. Questa manifestazione permette ai visitatori di apprezzare la gastronomia astigiana nelle sue mille sfaccettature con piatti sempre alla portata di portafoglio. Le diverse pro loco sono poi spinte a dare il meglio per vincere l'ambito trofeo, che tiene conto di cinque parametri: la sfilata, lo stand, la cucina, il servizio e la quantità-qualità del prodotto. Da quest'anno sarà poi possibile assistere alla sfilata, pranzare nei diversi stand delle pro loco e degustare i vini della Douja giungendo tranquillamente in treno da Milano nel cuore della festa. Il costo del pacchetto che include anche il calice per effettuare le degustazioni è proposto al prezzo promozionale di 30 €. Per informazioni rivolgersi allo 0141.35.24.25 oppure consultare il sito www.Travelemotions.it. Questo numero di telefono e questo indirizzo internet sono buoni anche per chi invece volesse gustarsi l'anteprima del Festival delle Sagre della serata di sabato 11 settembre, oppure degustare i vini della Douja in santa pace in un altro momento, creandosi un pacchetto su misura. Sul sito infatti non troverà solo soluzioni precofenzionate, ma diverse strutture ricettive tra cui scegliere quella che più si adatta alle sue esigenze, oltre a diverse proposte di attività collaterali che possono arricchire il suo soggiorno. La domenica successiva, il 19 settembre, si correrà poi il Palio. Questa manifestazione ha una storia antica di almeno sette secoli, durante i quali è più volte risorto. Ogni edizione trasforma la città in un perfetto scenario medioevale. I rioni e i comuni limitrofi si contendono il palio, un rettangolo di velluto che sostiene il labaro con l'effigie di San Secondo e le insegne della città. In anni recenti a dipingerlo si sono avvincendati artisti di chiara fama come Francesco Casorati, Ugo Nespolo e Emanuele Luzzati. La disputa del Palio è l'atto finale di una serie di preparativi lunga un'anno. La giornata inizia con la benedizione dei cavalli e fantini e con un grandioso spettacolo degli sbandieratori seguito dallo snodarsi del famoso corteo storico con oltre un migliaio di figuranti in costume che rievocano fatti e vicende del medioevo cittadino. Alla fine si corre la corsa.  
   
   
UN TOCCO DI CREATIVITA’ INCONFONDIBILE E UNO STILE UNICO NEI PIATTI DELLO CHEF GAETANO RICCIO  
 
L’amore e la passione per la cucina, e in particolare per il pesce, hanno portato lo chef Gaetano Riccio all’apertura del ristorante ‘La Tana del Riccio”, che offre una vasta scelta di specialità di pesce e che di giorno in giorno varia il menù, anche a seconda della disponibilità di pesce freschissimo che ogni giorno arriva direttamente al locale. Grazie alla preziosa collaborazione con cuochi come Gualtiero Marchesi e all’esperienza maturata nel corso degli anni in molti ristoranti in giro per il mondo, come negli States, a Los Angeles, e poi a Londra e Zurigo per poi stabilirsi ovviamente a Milano (All’ami Berton); Gaetano, 27 anni, riesce a proporre delle specialità importanti in un ambiente raffinato e intimo. La specialità è certamente il pesce crudo, cucinato sempre in maniera molto semplice, senza aggiunte di grassi: la cottura in sale grosso, ad esempio, apre i pori del pesce e mantiene intatta tutta la sua freschezza, senza farlo seccare al suo interno. Una cena alla Tana del Riccio propone antipasti e piccoli assaggi, come gamberi in salsa al vino rosso e “assiette de fruit de mer” condita con salse particolari, quali zabaione tiepido all’aceto balsamico, emulsione di limone e olio, importante salsa di cipolle russe, panna acida. Oltre ad una variegata offerta di antipasti sono servite pietanze come il fritto misto di paranza (nome della rete che nell’antica tradizione i pescatori usavano per tirare su i piccoli frutti di mare); un branzino con funghi porcini, del tonno fresco rosolato con cipolle rosse e salsa all’aceto balsamico. Ma l’occhio del cliente, che vuole la sua parte non solo per quanto riguarda i piatti e le specialità del giorno, viene soddisfatto anche dalla struttura del locale, che è minimal, molto intima e ricercata e con dei tocchi unici, come la firma dello chef che appare su tutte le pareti e realizzata interamente con oro vero.  
   
   
UN TOCCO DI CREATIVITA’ INCONFONDIBILE E UNO STILE UNICO NEI PIATTI DELLO CHEF GAETANO RICCIO  
 
L’amore e la passione per la cucina, e in particolare per il pesce, hanno portato lo chef Gaetano Riccio all’apertura del ristorante ‘La Tana del Riccio”, che offre una vasta scelta di specialità di pesce e che di giorno in giorno varia il menù, anche a seconda della disponibilità di pesce freschissimo che ogni giorno arriva direttamente al locale. Grazie alla preziosa collaborazione con cuochi come Gualtiero Marchesi e all’esperienza maturata nel corso degli anni in molti ristoranti in giro per il mondo, come negli States, a Los Angeles, e poi a Londra e Zurigo per poi stabilirsi ovviamente a Milano (All’ami Berton); Gaetano, 27 anni, riesce a proporre delle specialità importanti in un ambiente raffinato e intimo. La specialità è certamente il pesce crudo, cucinato sempre in maniera molto semplice, senza aggiunte di grassi: la cottura in sale grosso, ad esempio, apre i pori del pesce e mantiene intatta tutta la sua freschezza, senza farlo seccare al suo interno. Una cena alla Tana del Riccio propone antipasti e piccoli assaggi, come gamberi in salsa al vino rosso e “assiette de fruit de mer” condita con salse particolari, quali zabaione tiepido all’aceto balsamico, emulsione di limone e olio, importante salsa di cipolle russe, panna acida. Oltre ad una variegata offerta di antipasti sono servite pietanze come il fritto misto di paranza (nome della rete che nell’antica tradizione i pescatori usavano per tirare su i piccoli frutti di mare); un branzino con funghi porcini, del tonno fresco rosolato con cipolle rosse e salsa all’aceto balsamico. Ma l’occhio del cliente, che vuole la sua parte non solo per quanto riguarda i piatti e le specialità del giorno, viene soddisfatto anche dalla struttura del locale, che è minimal, molto intima e ricercata e con dei tocchi unici, come la firma dello chef che appare su tutte le pareti e realizzata interamente con oro vero.  
   
   
UN TOCCO DI CREATIVITA’ INCONFONDIBILE E UNO STILE UNICO NEI PIATTI DELLO CHEF GAETANO RICCIO  
 
L’amore e la passione per la cucina, e in particolare per il pesce, hanno portato lo chef Gaetano Riccio all’apertura del ristorante ‘La Tana del Riccio”, che offre una vasta scelta di specialità di pesce e che di giorno in giorno varia il menù, anche a seconda della disponibilità di pesce freschissimo che ogni giorno arriva direttamente al locale. Grazie alla preziosa collaborazione con cuochi come Gualtiero Marchesi e all’esperienza maturata nel corso degli anni in molti ristoranti in giro per il mondo, come negli States, a Los Angeles, e poi a Londra e Zurigo per poi stabilirsi ovviamente a Milano (All’ami Berton); Gaetano, 27 anni, riesce a proporre delle specialità importanti in un ambiente raffinato e intimo. La specialità è certamente il pesce crudo, cucinato sempre in maniera molto semplice, senza aggiunte di grassi: la cottura in sale grosso, ad esempio, apre i pori del pesce e mantiene intatta tutta la sua freschezza, senza farlo seccare al suo interno. Una cena alla Tana del Riccio propone antipasti e piccoli assaggi, come gamberi in salsa al vino rosso e “assiette de fruit de mer” condita con salse particolari, quali zabaione tiepido all’aceto balsamico, emulsione di limone e olio, importante salsa di cipolle russe, panna acida. Oltre ad una variegata offerta di antipasti sono servite pietanze come il fritto misto di paranza (nome della rete che nell’antica tradizione i pescatori usavano per tirare su i piccoli frutti di mare); un branzino con funghi porcini, del tonno fresco rosolato con cipolle rosse e salsa all’aceto balsamico. Ma l’occhio del cliente, che vuole la sua parte non solo per quanto riguarda i piatti e le specialità del giorno, viene soddisfatto anche dalla struttura del locale, che è minimal, molto intima e ricercata e con dei tocchi unici, come la firma dello chef che appare su tutte le pareti e realizzata interamente con oro vero.  
   
   
UN TOCCO DI CREATIVITA’ INCONFONDIBILE E UNO STILE UNICO NEI PIATTI DELLO CHEF GAETANO RICCIO  
 
L’amore e la passione per la cucina, e in particolare per il pesce, hanno portato lo chef Gaetano Riccio all’apertura del ristorante ‘La Tana del Riccio”, che offre una vasta scelta di specialità di pesce e che di giorno in giorno varia il menù, anche a seconda della disponibilità di pesce freschissimo che ogni giorno arriva direttamente al locale. Grazie alla preziosa collaborazione con cuochi come Gualtiero Marchesi e all’esperienza maturata nel corso degli anni in molti ristoranti in giro per il mondo, come negli States, a Los Angeles, e poi a Londra e Zurigo per poi stabilirsi ovviamente a Milano (All’ami Berton); Gaetano, 27 anni, riesce a proporre delle specialità importanti in un ambiente raffinato e intimo. La specialità è certamente il pesce crudo, cucinato sempre in maniera molto semplice, senza aggiunte di grassi: la cottura in sale grosso, ad esempio, apre i pori del pesce e mantiene intatta tutta la sua freschezza, senza farlo seccare al suo interno. Una cena alla Tana del Riccio propone antipasti e piccoli assaggi, come gamberi in salsa al vino rosso e “assiette de fruit de mer” condita con salse particolari, quali zabaione tiepido all’aceto balsamico, emulsione di limone e olio, importante salsa di cipolle russe, panna acida. Oltre ad una variegata offerta di antipasti sono servite pietanze come il fritto misto di paranza (nome della rete che nell’antica tradizione i pescatori usavano per tirare su i piccoli frutti di mare); un branzino con funghi porcini, del tonno fresco rosolato con cipolle rosse e salsa all’aceto balsamico. Ma l’occhio del cliente, che vuole la sua parte non solo per quanto riguarda i piatti e le specialità del giorno, viene soddisfatto anche dalla struttura del locale, che è minimal, molto intima e ricercata e con dei tocchi unici, come la firma dello chef che appare su tutte le pareti e realizzata interamente con oro vero.  
   
   
UN TOCCO DI CREATIVITA’ INCONFONDIBILE E UNO STILE UNICO NEI PIATTI DELLO CHEF GAETANO RICCIO  
 
L’amore e la passione per la cucina, e in particolare per il pesce, hanno portato lo chef Gaetano Riccio all’apertura del ristorante ‘La Tana del Riccio”, che offre una vasta scelta di specialità di pesce e che di giorno in giorno varia il menù, anche a seconda della disponibilità di pesce freschissimo che ogni giorno arriva direttamente al locale. Grazie alla preziosa collaborazione con cuochi come Gualtiero Marchesi e all’esperienza maturata nel corso degli anni in molti ristoranti in giro per il mondo, come negli States, a Los Angeles, e poi a Londra e Zurigo per poi stabilirsi ovviamente a Milano (All’ami Berton); Gaetano, 27 anni, riesce a proporre delle specialità importanti in un ambiente raffinato e intimo. La specialità è certamente il pesce crudo, cucinato sempre in maniera molto semplice, senza aggiunte di grassi: la cottura in sale grosso, ad esempio, apre i pori del pesce e mantiene intatta tutta la sua freschezza, senza farlo seccare al suo interno. Una cena alla Tana del Riccio propone antipasti e piccoli assaggi, come gamberi in salsa al vino rosso e “assiette de fruit de mer” condita con salse particolari, quali zabaione tiepido all’aceto balsamico, emulsione di limone e olio, importante salsa di cipolle russe, panna acida. Oltre ad una variegata offerta di antipasti sono servite pietanze come il fritto misto di paranza (nome della rete che nell’antica tradizione i pescatori usavano per tirare su i piccoli frutti di mare); un branzino con funghi porcini, del tonno fresco rosolato con cipolle rosse e salsa all’aceto balsamico. Ma l’occhio del cliente, che vuole la sua parte non solo per quanto riguarda i piatti e le specialità del giorno, viene soddisfatto anche dalla struttura del locale, che è minimal, molto intima e ricercata e con dei tocchi unici, come la firma dello chef che appare su tutte le pareti e realizzata interamente con oro vero.  
   
   
UN TOCCO DI CREATIVITA’ INCONFONDIBILE E UNO STILE UNICO NEI PIATTI DELLO CHEF GAETANO RICCIO  
 
L’amore e la passione per la cucina, e in particolare per il pesce, hanno portato lo chef Gaetano Riccio all’apertura del ristorante ‘La Tana del Riccio”, che offre una vasta scelta di specialità di pesce e che di giorno in giorno varia il menù, anche a seconda della disponibilità di pesce freschissimo che ogni giorno arriva direttamente al locale. Grazie alla preziosa collaborazione con cuochi come Gualtiero Marchesi e all’esperienza maturata nel corso degli anni in molti ristoranti in giro per il mondo, come negli States, a Los Angeles, e poi a Londra e Zurigo per poi stabilirsi ovviamente a Milano (All’ami Berton); Gaetano, 27 anni, riesce a proporre delle specialità importanti in un ambiente raffinato e intimo. La specialità è certamente il pesce crudo, cucinato sempre in maniera molto semplice, senza aggiunte di grassi: la cottura in sale grosso, ad esempio, apre i pori del pesce e mantiene intatta tutta la sua freschezza, senza farlo seccare al suo interno. Una cena alla Tana del Riccio propone antipasti e piccoli assaggi, come gamberi in salsa al vino rosso e “assiette de fruit de mer” condita con salse particolari, quali zabaione tiepido all’aceto balsamico, emulsione di limone e olio, importante salsa di cipolle russe, panna acida. Oltre ad una variegata offerta di antipasti sono servite pietanze come il fritto misto di paranza (nome della rete che nell’antica tradizione i pescatori usavano per tirare su i piccoli frutti di mare); un branzino con funghi porcini, del tonno fresco rosolato con cipolle rosse e salsa all’aceto balsamico. Ma l’occhio del cliente, che vuole la sua parte non solo per quanto riguarda i piatti e le specialità del giorno, viene soddisfatto anche dalla struttura del locale, che è minimal, molto intima e ricercata e con dei tocchi unici, come la firma dello chef che appare su tutte le pareti e realizzata interamente con oro vero.  
   
   
INAUGURA LA NUOVA SALA DEGUSTAZIONE DI L’ARTE DI OFFRIRE IL THÉ  
 
Il thé, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo come bevanda spirituale e magica, ha attraversato epoche diverse, ha parlato a culture e popoli lontani, ha sedotto uomini potenti e soprattutto, è stato motivo di incontro, di scoperta e di viaggio. Alla Boutique L’arte di Offrire il Thé di Milano, che dall’Ottobre 2002 é rinomata e apprezzata per l’incredibile varietà di Thé che propone, oggi si affianca la nuova Sala Degustazione: un locale specializzato per la degustazione di Thé pregiati e rari. La degustazione di un Thé è un processo delicato e raffinato, che si avvicina molto alla degustazione del vino: anche il Thé coinvolge tutta la nostra percezione sensoriale richiamando i sensi nelle diverse fasi della degustazione: i sapori, gli aromi e le caratteristiche del Thé sono altrettanto complessi ed articolati (si parla di note di testa, di cuore e di fondo e nel “liquore” si riconoscono aromi come il dolce vanigliato, lo speziato, il fiorito o il fruttato). Anzi, questa operazione contiene una fase in più rispetto al vino, in quanto l’infusione prevede un momento precedente, vale a dire la foglia intera secca, ed un momento successivo, quando la foglia venuta a contatto con l’acqua calda forma l’infusione cambiando caratteristiche e aspetto. Nel Thé sebbene non esistano le annate, si distinguono i raccolti stagionali e annuali e, soprattutto, si avvertono differenze nel ripetere le infusioni.. La Sala Degustazione Tra pareti di un tenue verde Celadon, sete e tessuti dipinti a mano, non una Sala da Thé, dove ordinare il Thé delle cinque con i pasticcini, ma un luogo altamente specializzato, al quale accedere tramite tessera associativa e dove poter degustare, in totale autonomia o aiutati da Isabella d’Agostino, responsabile della Boutique, i pregiati Thé selezionati da L’arte di Offrire il Thé. Per la degustazione ciascuno avrà a disposizione un vassoio personale con teiera in ghisa e le due speciali tazze senteur, e sceglierà dalla ricca Carta dei Thé (che è una vera e propria Guida) le foglie che più lo incuriosiscono, per poi procedere all’infusione utilizzando il bollitore e acqua minerale naturale in bottiglia. Per un’eccellente degustazione Innanzitutto la qualità delle foglie: il Thé è un prodotto “vivo” di cui è necessario conoscere a fondo tutte le complesse e variabili caratteristiche. Selezionato il giardino che sappia garantire qualità eccellente, bisogna essere in grado di riconoscerne l’infuso, l’aroma, il colore del liquore, che deve essere luminoso e limpido, il taglio e la piega della foglia. Da ultimo, è buona norma informarsi sulle tecniche di raccolta, di lavorazione e di produzione per essere certi che vengano rispettate la salvaguardia del terreno di coltura e la qualità del processo produttivo. L’arte di Offrire il Thé seleziona pregiate qualità di Thé verdi, Thé bianchi, Thé oolong e Thé neri e Thé Mélange, questi ultimi nati grazie alla collaborazione con Christine Dattner, presidente dell’Università del Thé di Parigi. E’ poi fondamentale usare acqua pura (consigliato il ph.7) portata alla giusta temperatura (mai all’ebollizione); saper scegliere la teiera e gli strumenti adatti oltre ai tempi corretti di infusione e, soprattutto…prendere tempo per assaporare questo antico nettare. La Guida dei Thé I pregiati Thé inclusi nella Carta studiata da Francesca Marina Natali e Isabella d’Agostino, sono suddivisi per provenienza geografica e qualità. Si possono degustare, tra i tanti: Thé cinesi, neri come il Keemun dal profumo di orchidee e cioccolato o lo Yunnan Pu-erh, dall’infusione rosso scura, che ricorda il sottobosco dopo la pioggia, i Thé neri fumé le cui foglie, dopo la fermentazione, vengono poste a contatto con i fumi di pregiati legni aromatici, e ancora i Thé verdi come il Bi Luo Chun (“Spirale di Giada Primaverile”) dall’intenso profumo di fiori o il Thé Bianco Pai Mu Tan (“Pavone Bianco”); che possiede un liquore con sfumature di futta secca e uva bianca. Thé di Formosa, tra cui il Dong Ding i cui giardini crescono nelle notti fredde d’alta montagna e Thé aromatizzati ai fiori come Rose Jade Oolong dall’aroma intenso di sottobosco, nocciola arricchito da boccioli di rosa. Rari Thé verdi del Vietnam, che per anni non aveva più prodotto per l’esportazione e tradizionali Thé verdi giapponesi dal Ujikabusecha a base vegetale marina dalla dolcezza zuccherina senza eguali, al Matcha Usucha usato nella cerimonia giapponese per la preparazione della “Spuma di Giada”, all’Amacha Buddha con intensi sentori di liquirizia e miele. Tra i Thé dall’India e Cylon si assaggiano i neri Assam, Darjeeling e Cylon, da degustare nei diversi raccolti stagionali, e il bianco Bai Mu Tan Darjeeling, rarità per palati esperti. Infine la novità francese dei Thé Melange: dal verde Kimono arricchito da petali di rosa e aromi di ciliegia, all’oloong Palais Imperial dalle note agrumate, al nero Saveurs Provençales, nato al sole tra cespugli di lavanda e piante di arance, limoni e pompelmi gialli, o Empereur du Siam, con pronunciati ricordi di spezie tra cui cannella e chiodi di garofano. Sala Degustazione presso l’Arte di Offrire il Thé , via M. Melloni 35, Milano, tel. 02.715.442 www.Artedelricevere.com,  
   
   
INAUGURA LA NUOVA SALA DEGUSTAZIONE DI L’ARTE DI OFFRIRE IL THÉ  
 
Il thé, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo come bevanda spirituale e magica, ha attraversato epoche diverse, ha parlato a culture e popoli lontani, ha sedotto uomini potenti e soprattutto, è stato motivo di incontro, di scoperta e di viaggio. Alla Boutique L’arte di Offrire il Thé di Milano, che dall’Ottobre 2002 é rinomata e apprezzata per l’incredibile varietà di Thé che propone, oggi si affianca la nuova Sala Degustazione: un locale specializzato per la degustazione di Thé pregiati e rari. La degustazione di un Thé è un processo delicato e raffinato, che si avvicina molto alla degustazione del vino: anche il Thé coinvolge tutta la nostra percezione sensoriale richiamando i sensi nelle diverse fasi della degustazione: i sapori, gli aromi e le caratteristiche del Thé sono altrettanto complessi ed articolati (si parla di note di testa, di cuore e di fondo e nel “liquore” si riconoscono aromi come il dolce vanigliato, lo speziato, il fiorito o il fruttato). Anzi, questa operazione contiene una fase in più rispetto al vino, in quanto l’infusione prevede un momento precedente, vale a dire la foglia intera secca, ed un momento successivo, quando la foglia venuta a contatto con l’acqua calda forma l’infusione cambiando caratteristiche e aspetto. Nel Thé sebbene non esistano le annate, si distinguono i raccolti stagionali e annuali e, soprattutto, si avvertono differenze nel ripetere le infusioni.. La Sala Degustazione Tra pareti di un tenue verde Celadon, sete e tessuti dipinti a mano, non una Sala da Thé, dove ordinare il Thé delle cinque con i pasticcini, ma un luogo altamente specializzato, al quale accedere tramite tessera associativa e dove poter degustare, in totale autonomia o aiutati da Isabella d’Agostino, responsabile della Boutique, i pregiati Thé selezionati da L’arte di Offrire il Thé. Per la degustazione ciascuno avrà a disposizione un vassoio personale con teiera in ghisa e le due speciali tazze senteur, e sceglierà dalla ricca Carta dei Thé (che è una vera e propria Guida) le foglie che più lo incuriosiscono, per poi procedere all’infusione utilizzando il bollitore e acqua minerale naturale in bottiglia. Per un’eccellente degustazione Innanzitutto la qualità delle foglie: il Thé è un prodotto “vivo” di cui è necessario conoscere a fondo tutte le complesse e variabili caratteristiche. Selezionato il giardino che sappia garantire qualità eccellente, bisogna essere in grado di riconoscerne l’infuso, l’aroma, il colore del liquore, che deve essere luminoso e limpido, il taglio e la piega della foglia. Da ultimo, è buona norma informarsi sulle tecniche di raccolta, di lavorazione e di produzione per essere certi che vengano rispettate la salvaguardia del terreno di coltura e la qualità del processo produttivo. L’arte di Offrire il Thé seleziona pregiate qualità di Thé verdi, Thé bianchi, Thé oolong e Thé neri e Thé Mélange, questi ultimi nati grazie alla collaborazione con Christine Dattner, presidente dell’Università del Thé di Parigi. E’ poi fondamentale usare acqua pura (consigliato il ph.7) portata alla giusta temperatura (mai all’ebollizione); saper scegliere la teiera e gli strumenti adatti oltre ai tempi corretti di infusione e, soprattutto…prendere tempo per assaporare questo antico nettare. La Guida dei Thé I pregiati Thé inclusi nella Carta studiata da Francesca Marina Natali e Isabella d’Agostino, sono suddivisi per provenienza geografica e qualità. Si possono degustare, tra i tanti: Thé cinesi, neri come il Keemun dal profumo di orchidee e cioccolato o lo Yunnan Pu-erh, dall’infusione rosso scura, che ricorda il sottobosco dopo la pioggia, i Thé neri fumé le cui foglie, dopo la fermentazione, vengono poste a contatto con i fumi di pregiati legni aromatici, e ancora i Thé verdi come il Bi Luo Chun (“Spirale di Giada Primaverile”) dall’intenso profumo di fiori o il Thé Bianco Pai Mu Tan (“Pavone Bianco”); che possiede un liquore con sfumature di futta secca e uva bianca. Thé di Formosa, tra cui il Dong Ding i cui giardini crescono nelle notti fredde d’alta montagna e Thé aromatizzati ai fiori come Rose Jade Oolong dall’aroma intenso di sottobosco, nocciola arricchito da boccioli di rosa. Rari Thé verdi del Vietnam, che per anni non aveva più prodotto per l’esportazione e tradizionali Thé verdi giapponesi dal Ujikabusecha a base vegetale marina dalla dolcezza zuccherina senza eguali, al Matcha Usucha usato nella cerimonia giapponese per la preparazione della “Spuma di Giada”, all’Amacha Buddha con intensi sentori di liquirizia e miele. Tra i Thé dall’India e Cylon si assaggiano i neri Assam, Darjeeling e Cylon, da degustare nei diversi raccolti stagionali, e il bianco Bai Mu Tan Darjeeling, rarità per palati esperti. Infine la novità francese dei Thé Melange: dal verde Kimono arricchito da petali di rosa e aromi di ciliegia, all’oloong Palais Imperial dalle note agrumate, al nero Saveurs Provençales, nato al sole tra cespugli di lavanda e piante di arance, limoni e pompelmi gialli, o Empereur du Siam, con pronunciati ricordi di spezie tra cui cannella e chiodi di garofano. Sala Degustazione presso l’Arte di Offrire il Thé , via M. Melloni 35, Milano, tel. 02.715.442 www.Artedelricevere.com,  
   
   
INAUGURA LA NUOVA SALA DEGUSTAZIONE DI L’ARTE DI OFFRIRE IL THÉ  
 
Il thé, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo come bevanda spirituale e magica, ha attraversato epoche diverse, ha parlato a culture e popoli lontani, ha sedotto uomini potenti e soprattutto, è stato motivo di incontro, di scoperta e di viaggio. Alla Boutique L’arte di Offrire il Thé di Milano, che dall’Ottobre 2002 é rinomata e apprezzata per l’incredibile varietà di Thé che propone, oggi si affianca la nuova Sala Degustazione: un locale specializzato per la degustazione di Thé pregiati e rari. La degustazione di un Thé è un processo delicato e raffinato, che si avvicina molto alla degustazione del vino: anche il Thé coinvolge tutta la nostra percezione sensoriale richiamando i sensi nelle diverse fasi della degustazione: i sapori, gli aromi e le caratteristiche del Thé sono altrettanto complessi ed articolati (si parla di note di testa, di cuore e di fondo e nel “liquore” si riconoscono aromi come il dolce vanigliato, lo speziato, il fiorito o il fruttato). Anzi, questa operazione contiene una fase in più rispetto al vino, in quanto l’infusione prevede un momento precedente, vale a dire la foglia intera secca, ed un momento successivo, quando la foglia venuta a contatto con l’acqua calda forma l’infusione cambiando caratteristiche e aspetto. Nel Thé sebbene non esistano le annate, si distinguono i raccolti stagionali e annuali e, soprattutto, si avvertono differenze nel ripetere le infusioni.. La Sala Degustazione Tra pareti di un tenue verde Celadon, sete e tessuti dipinti a mano, non una Sala da Thé, dove ordinare il Thé delle cinque con i pasticcini, ma un luogo altamente specializzato, al quale accedere tramite tessera associativa e dove poter degustare, in totale autonomia o aiutati da Isabella d’Agostino, responsabile della Boutique, i pregiati Thé selezionati da L’arte di Offrire il Thé. Per la degustazione ciascuno avrà a disposizione un vassoio personale con teiera in ghisa e le due speciali tazze senteur, e sceglierà dalla ricca Carta dei Thé (che è una vera e propria Guida) le foglie che più lo incuriosiscono, per poi procedere all’infusione utilizzando il bollitore e acqua minerale naturale in bottiglia. Per un’eccellente degustazione Innanzitutto la qualità delle foglie: il Thé è un prodotto “vivo” di cui è necessario conoscere a fondo tutte le complesse e variabili caratteristiche. Selezionato il giardino che sappia garantire qualità eccellente, bisogna essere in grado di riconoscerne l’infuso, l’aroma, il colore del liquore, che deve essere luminoso e limpido, il taglio e la piega della foglia. Da ultimo, è buona norma informarsi sulle tecniche di raccolta, di lavorazione e di produzione per essere certi che vengano rispettate la salvaguardia del terreno di coltura e la qualità del processo produttivo. L’arte di Offrire il Thé seleziona pregiate qualità di Thé verdi, Thé bianchi, Thé oolong e Thé neri e Thé Mélange, questi ultimi nati grazie alla collaborazione con Christine Dattner, presidente dell’Università del Thé di Parigi. E’ poi fondamentale usare acqua pura (consigliato il ph.7) portata alla giusta temperatura (mai all’ebollizione); saper scegliere la teiera e gli strumenti adatti oltre ai tempi corretti di infusione e, soprattutto…prendere tempo per assaporare questo antico nettare. La Guida dei Thé I pregiati Thé inclusi nella Carta studiata da Francesca Marina Natali e Isabella d’Agostino, sono suddivisi per provenienza geografica e qualità. Si possono degustare, tra i tanti: Thé cinesi, neri come il Keemun dal profumo di orchidee e cioccolato o lo Yunnan Pu-erh, dall’infusione rosso scura, che ricorda il sottobosco dopo la pioggia, i Thé neri fumé le cui foglie, dopo la fermentazione, vengono poste a contatto con i fumi di pregiati legni aromatici, e ancora i Thé verdi come il Bi Luo Chun (“Spirale di Giada Primaverile”) dall’intenso profumo di fiori o il Thé Bianco Pai Mu Tan (“Pavone Bianco”); che possiede un liquore con sfumature di futta secca e uva bianca. Thé di Formosa, tra cui il Dong Ding i cui giardini crescono nelle notti fredde d’alta montagna e Thé aromatizzati ai fiori come Rose Jade Oolong dall’aroma intenso di sottobosco, nocciola arricchito da boccioli di rosa. Rari Thé verdi del Vietnam, che per anni non aveva più prodotto per l’esportazione e tradizionali Thé verdi giapponesi dal Ujikabusecha a base vegetale marina dalla dolcezza zuccherina senza eguali, al Matcha Usucha usato nella cerimonia giapponese per la preparazione della “Spuma di Giada”, all’Amacha Buddha con intensi sentori di liquirizia e miele. Tra i Thé dall’India e Cylon si assaggiano i neri Assam, Darjeeling e Cylon, da degustare nei diversi raccolti stagionali, e il bianco Bai Mu Tan Darjeeling, rarità per palati esperti. Infine la novità francese dei Thé Melange: dal verde Kimono arricchito da petali di rosa e aromi di ciliegia, all’oloong Palais Imperial dalle note agrumate, al nero Saveurs Provençales, nato al sole tra cespugli di lavanda e piante di arance, limoni e pompelmi gialli, o Empereur du Siam, con pronunciati ricordi di spezie tra cui cannella e chiodi di garofano. Sala Degustazione presso l’Arte di Offrire il Thé , via M. Melloni 35, Milano, tel. 02.715.442 www.Artedelricevere.com,  
   
   
INAUGURA LA NUOVA SALA DEGUSTAZIONE DI L’ARTE DI OFFRIRE IL THÉ  
 
Il thé, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo come bevanda spirituale e magica, ha attraversato epoche diverse, ha parlato a culture e popoli lontani, ha sedotto uomini potenti e soprattutto, è stato motivo di incontro, di scoperta e di viaggio. Alla Boutique L’arte di Offrire il Thé di Milano, che dall’Ottobre 2002 é rinomata e apprezzata per l’incredibile varietà di Thé che propone, oggi si affianca la nuova Sala Degustazione: un locale specializzato per la degustazione di Thé pregiati e rari. La degustazione di un Thé è un processo delicato e raffinato, che si avvicina molto alla degustazione del vino: anche il Thé coinvolge tutta la nostra percezione sensoriale richiamando i sensi nelle diverse fasi della degustazione: i sapori, gli aromi e le caratteristiche del Thé sono altrettanto complessi ed articolati (si parla di note di testa, di cuore e di fondo e nel “liquore” si riconoscono aromi come il dolce vanigliato, lo speziato, il fiorito o il fruttato). Anzi, questa operazione contiene una fase in più rispetto al vino, in quanto l’infusione prevede un momento precedente, vale a dire la foglia intera secca, ed un momento successivo, quando la foglia venuta a contatto con l’acqua calda forma l’infusione cambiando caratteristiche e aspetto. Nel Thé sebbene non esistano le annate, si distinguono i raccolti stagionali e annuali e, soprattutto, si avvertono differenze nel ripetere le infusioni.. La Sala Degustazione Tra pareti di un tenue verde Celadon, sete e tessuti dipinti a mano, non una Sala da Thé, dove ordinare il Thé delle cinque con i pasticcini, ma un luogo altamente specializzato, al quale accedere tramite tessera associativa e dove poter degustare, in totale autonomia o aiutati da Isabella d’Agostino, responsabile della Boutique, i pregiati Thé selezionati da L’arte di Offrire il Thé. Per la degustazione ciascuno avrà a disposizione un vassoio personale con teiera in ghisa e le due speciali tazze senteur, e sceglierà dalla ricca Carta dei Thé (che è una vera e propria Guida) le foglie che più lo incuriosiscono, per poi procedere all’infusione utilizzando il bollitore e acqua minerale naturale in bottiglia. Per un’eccellente degustazione Innanzitutto la qualità delle foglie: il Thé è un prodotto “vivo” di cui è necessario conoscere a fondo tutte le complesse e variabili caratteristiche. Selezionato il giardino che sappia garantire qualità eccellente, bisogna essere in grado di riconoscerne l’infuso, l’aroma, il colore del liquore, che deve essere luminoso e limpido, il taglio e la piega della foglia. Da ultimo, è buona norma informarsi sulle tecniche di raccolta, di lavorazione e di produzione per essere certi che vengano rispettate la salvaguardia del terreno di coltura e la qualità del processo produttivo. L’arte di Offrire il Thé seleziona pregiate qualità di Thé verdi, Thé bianchi, Thé oolong e Thé neri e Thé Mélange, questi ultimi nati grazie alla collaborazione con Christine Dattner, presidente dell’Università del Thé di Parigi. E’ poi fondamentale usare acqua pura (consigliato il ph.7) portata alla giusta temperatura (mai all’ebollizione); saper scegliere la teiera e gli strumenti adatti oltre ai tempi corretti di infusione e, soprattutto…prendere tempo per assaporare questo antico nettare. La Guida dei Thé I pregiati Thé inclusi nella Carta studiata da Francesca Marina Natali e Isabella d’Agostino, sono suddivisi per provenienza geografica e qualità. Si possono degustare, tra i tanti: Thé cinesi, neri come il Keemun dal profumo di orchidee e cioccolato o lo Yunnan Pu-erh, dall’infusione rosso scura, che ricorda il sottobosco dopo la pioggia, i Thé neri fumé le cui foglie, dopo la fermentazione, vengono poste a contatto con i fumi di pregiati legni aromatici, e ancora i Thé verdi come il Bi Luo Chun (“Spirale di Giada Primaverile”) dall’intenso profumo di fiori o il Thé Bianco Pai Mu Tan (“Pavone Bianco”); che possiede un liquore con sfumature di futta secca e uva bianca. Thé di Formosa, tra cui il Dong Ding i cui giardini crescono nelle notti fredde d’alta montagna e Thé aromatizzati ai fiori come Rose Jade Oolong dall’aroma intenso di sottobosco, nocciola arricchito da boccioli di rosa. Rari Thé verdi del Vietnam, che per anni non aveva più prodotto per l’esportazione e tradizionali Thé verdi giapponesi dal Ujikabusecha a base vegetale marina dalla dolcezza zuccherina senza eguali, al Matcha Usucha usato nella cerimonia giapponese per la preparazione della “Spuma di Giada”, all’Amacha Buddha con intensi sentori di liquirizia e miele. Tra i Thé dall’India e Cylon si assaggiano i neri Assam, Darjeeling e Cylon, da degustare nei diversi raccolti stagionali, e il bianco Bai Mu Tan Darjeeling, rarità per palati esperti. Infine la novità francese dei Thé Melange: dal verde Kimono arricchito da petali di rosa e aromi di ciliegia, all’oloong Palais Imperial dalle note agrumate, al nero Saveurs Provençales, nato al sole tra cespugli di lavanda e piante di arance, limoni e pompelmi gialli, o Empereur du Siam, con pronunciati ricordi di spezie tra cui cannella e chiodi di garofano. Sala Degustazione presso l’Arte di Offrire il Thé , via M. Melloni 35, Milano, tel. 02.715.442 www.Artedelricevere.com,  
   
   
INAUGURA LA NUOVA SALA DEGUSTAZIONE DI L’ARTE DI OFFRIRE IL THÉ  
 
Il thé, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo come bevanda spirituale e magica, ha attraversato epoche diverse, ha parlato a culture e popoli lontani, ha sedotto uomini potenti e soprattutto, è stato motivo di incontro, di scoperta e di viaggio. Alla Boutique L’arte di Offrire il Thé di Milano, che dall’Ottobre 2002 é rinomata e apprezzata per l’incredibile varietà di Thé che propone, oggi si affianca la nuova Sala Degustazione: un locale specializzato per la degustazione di Thé pregiati e rari. La degustazione di un Thé è un processo delicato e raffinato, che si avvicina molto alla degustazione del vino: anche il Thé coinvolge tutta la nostra percezione sensoriale richiamando i sensi nelle diverse fasi della degustazione: i sapori, gli aromi e le caratteristiche del Thé sono altrettanto complessi ed articolati (si parla di note di testa, di cuore e di fondo e nel “liquore” si riconoscono aromi come il dolce vanigliato, lo speziato, il fiorito o il fruttato). Anzi, questa operazione contiene una fase in più rispetto al vino, in quanto l’infusione prevede un momento precedente, vale a dire la foglia intera secca, ed un momento successivo, quando la foglia venuta a contatto con l’acqua calda forma l’infusione cambiando caratteristiche e aspetto. Nel Thé sebbene non esistano le annate, si distinguono i raccolti stagionali e annuali e, soprattutto, si avvertono differenze nel ripetere le infusioni.. La Sala Degustazione Tra pareti di un tenue verde Celadon, sete e tessuti dipinti a mano, non una Sala da Thé, dove ordinare il Thé delle cinque con i pasticcini, ma un luogo altamente specializzato, al quale accedere tramite tessera associativa e dove poter degustare, in totale autonomia o aiutati da Isabella d’Agostino, responsabile della Boutique, i pregiati Thé selezionati da L’arte di Offrire il Thé. Per la degustazione ciascuno avrà a disposizione un vassoio personale con teiera in ghisa e le due speciali tazze senteur, e sceglierà dalla ricca Carta dei Thé (che è una vera e propria Guida) le foglie che più lo incuriosiscono, per poi procedere all’infusione utilizzando il bollitore e acqua minerale naturale in bottiglia. Per un’eccellente degustazione Innanzitutto la qualità delle foglie: il Thé è un prodotto “vivo” di cui è necessario conoscere a fondo tutte le complesse e variabili caratteristiche. Selezionato il giardino che sappia garantire qualità eccellente, bisogna essere in grado di riconoscerne l’infuso, l’aroma, il colore del liquore, che deve essere luminoso e limpido, il taglio e la piega della foglia. Da ultimo, è buona norma informarsi sulle tecniche di raccolta, di lavorazione e di produzione per essere certi che vengano rispettate la salvaguardia del terreno di coltura e la qualità del processo produttivo. L’arte di Offrire il Thé seleziona pregiate qualità di Thé verdi, Thé bianchi, Thé oolong e Thé neri e Thé Mélange, questi ultimi nati grazie alla collaborazione con Christine Dattner, presidente dell’Università del Thé di Parigi. E’ poi fondamentale usare acqua pura (consigliato il ph.7) portata alla giusta temperatura (mai all’ebollizione); saper scegliere la teiera e gli strumenti adatti oltre ai tempi corretti di infusione e, soprattutto…prendere tempo per assaporare questo antico nettare. La Guida dei Thé I pregiati Thé inclusi nella Carta studiata da Francesca Marina Natali e Isabella d’Agostino, sono suddivisi per provenienza geografica e qualità. Si possono degustare, tra i tanti: Thé cinesi, neri come il Keemun dal profumo di orchidee e cioccolato o lo Yunnan Pu-erh, dall’infusione rosso scura, che ricorda il sottobosco dopo la pioggia, i Thé neri fumé le cui foglie, dopo la fermentazione, vengono poste a contatto con i fumi di pregiati legni aromatici, e ancora i Thé verdi come il Bi Luo Chun (“Spirale di Giada Primaverile”) dall’intenso profumo di fiori o il Thé Bianco Pai Mu Tan (“Pavone Bianco”); che possiede un liquore con sfumature di futta secca e uva bianca. Thé di Formosa, tra cui il Dong Ding i cui giardini crescono nelle notti fredde d’alta montagna e Thé aromatizzati ai fiori come Rose Jade Oolong dall’aroma intenso di sottobosco, nocciola arricchito da boccioli di rosa. Rari Thé verdi del Vietnam, che per anni non aveva più prodotto per l’esportazione e tradizionali Thé verdi giapponesi dal Ujikabusecha a base vegetale marina dalla dolcezza zuccherina senza eguali, al Matcha Usucha usato nella cerimonia giapponese per la preparazione della “Spuma di Giada”, all’Amacha Buddha con intensi sentori di liquirizia e miele. Tra i Thé dall’India e Cylon si assaggiano i neri Assam, Darjeeling e Cylon, da degustare nei diversi raccolti stagionali, e il bianco Bai Mu Tan Darjeeling, rarità per palati esperti. Infine la novità francese dei Thé Melange: dal verde Kimono arricchito da petali di rosa e aromi di ciliegia, all’oloong Palais Imperial dalle note agrumate, al nero Saveurs Provençales, nato al sole tra cespugli di lavanda e piante di arance, limoni e pompelmi gialli, o Empereur du Siam, con pronunciati ricordi di spezie tra cui cannella e chiodi di garofano. Sala Degustazione presso l’Arte di Offrire il Thé , via M. Melloni 35, Milano, tel. 02.715.442 www.Artedelricevere.com,  
   
   
INAUGURA LA NUOVA SALA DEGUSTAZIONE DI L’ARTE DI OFFRIRE IL THÉ  
 
Il thé, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo come bevanda spirituale e magica, ha attraversato epoche diverse, ha parlato a culture e popoli lontani, ha sedotto uomini potenti e soprattutto, è stato motivo di incontro, di scoperta e di viaggio. Alla Boutique L’arte di Offrire il Thé di Milano, che dall’Ottobre 2002 é rinomata e apprezzata per l’incredibile varietà di Thé che propone, oggi si affianca la nuova Sala Degustazione: un locale specializzato per la degustazione di Thé pregiati e rari. La degustazione di un Thé è un processo delicato e raffinato, che si avvicina molto alla degustazione del vino: anche il Thé coinvolge tutta la nostra percezione sensoriale richiamando i sensi nelle diverse fasi della degustazione: i sapori, gli aromi e le caratteristiche del Thé sono altrettanto complessi ed articolati (si parla di note di testa, di cuore e di fondo e nel “liquore” si riconoscono aromi come il dolce vanigliato, lo speziato, il fiorito o il fruttato). Anzi, questa operazione contiene una fase in più rispetto al vino, in quanto l’infusione prevede un momento precedente, vale a dire la foglia intera secca, ed un momento successivo, quando la foglia venuta a contatto con l’acqua calda forma l’infusione cambiando caratteristiche e aspetto. Nel Thé sebbene non esistano le annate, si distinguono i raccolti stagionali e annuali e, soprattutto, si avvertono differenze nel ripetere le infusioni.. La Sala Degustazione Tra pareti di un tenue verde Celadon, sete e tessuti dipinti a mano, non una Sala da Thé, dove ordinare il Thé delle cinque con i pasticcini, ma un luogo altamente specializzato, al quale accedere tramite tessera associativa e dove poter degustare, in totale autonomia o aiutati da Isabella d’Agostino, responsabile della Boutique, i pregiati Thé selezionati da L’arte di Offrire il Thé. Per la degustazione ciascuno avrà a disposizione un vassoio personale con teiera in ghisa e le due speciali tazze senteur, e sceglierà dalla ricca Carta dei Thé (che è una vera e propria Guida) le foglie che più lo incuriosiscono, per poi procedere all’infusione utilizzando il bollitore e acqua minerale naturale in bottiglia. Per un’eccellente degustazione Innanzitutto la qualità delle foglie: il Thé è un prodotto “vivo” di cui è necessario conoscere a fondo tutte le complesse e variabili caratteristiche. Selezionato il giardino che sappia garantire qualità eccellente, bisogna essere in grado di riconoscerne l’infuso, l’aroma, il colore del liquore, che deve essere luminoso e limpido, il taglio e la piega della foglia. Da ultimo, è buona norma informarsi sulle tecniche di raccolta, di lavorazione e di produzione per essere certi che vengano rispettate la salvaguardia del terreno di coltura e la qualità del processo produttivo. L’arte di Offrire il Thé seleziona pregiate qualità di Thé verdi, Thé bianchi, Thé oolong e Thé neri e Thé Mélange, questi ultimi nati grazie alla collaborazione con Christine Dattner, presidente dell’Università del Thé di Parigi. E’ poi fondamentale usare acqua pura (consigliato il ph.7) portata alla giusta temperatura (mai all’ebollizione); saper scegliere la teiera e gli strumenti adatti oltre ai tempi corretti di infusione e, soprattutto…prendere tempo per assaporare questo antico nettare. La Guida dei Thé I pregiati Thé inclusi nella Carta studiata da Francesca Marina Natali e Isabella d’Agostino, sono suddivisi per provenienza geografica e qualità. Si possono degustare, tra i tanti: Thé cinesi, neri come il Keemun dal profumo di orchidee e cioccolato o lo Yunnan Pu-erh, dall’infusione rosso scura, che ricorda il sottobosco dopo la pioggia, i Thé neri fumé le cui foglie, dopo la fermentazione, vengono poste a contatto con i fumi di pregiati legni aromatici, e ancora i Thé verdi come il Bi Luo Chun (“Spirale di Giada Primaverile”) dall’intenso profumo di fiori o il Thé Bianco Pai Mu Tan (“Pavone Bianco”); che possiede un liquore con sfumature di futta secca e uva bianca. Thé di Formosa, tra cui il Dong Ding i cui giardini crescono nelle notti fredde d’alta montagna e Thé aromatizzati ai fiori come Rose Jade Oolong dall’aroma intenso di sottobosco, nocciola arricchito da boccioli di rosa. Rari Thé verdi del Vietnam, che per anni non aveva più prodotto per l’esportazione e tradizionali Thé verdi giapponesi dal Ujikabusecha a base vegetale marina dalla dolcezza zuccherina senza eguali, al Matcha Usucha usato nella cerimonia giapponese per la preparazione della “Spuma di Giada”, all’Amacha Buddha con intensi sentori di liquirizia e miele. Tra i Thé dall’India e Cylon si assaggiano i neri Assam, Darjeeling e Cylon, da degustare nei diversi raccolti stagionali, e il bianco Bai Mu Tan Darjeeling, rarità per palati esperti. Infine la novità francese dei Thé Melange: dal verde Kimono arricchito da petali di rosa e aromi di ciliegia, all’oloong Palais Imperial dalle note agrumate, al nero Saveurs Provençales, nato al sole tra cespugli di lavanda e piante di arance, limoni e pompelmi gialli, o Empereur du Siam, con pronunciati ricordi di spezie tra cui cannella e chiodi di garofano. Sala Degustazione presso l’Arte di Offrire il Thé , via M. Melloni 35, Milano, tel. 02.715.442 www.Artedelricevere.com,  
   
   
ROBERTO CASTAGNER INAUGURA DUE ITALIAN GRAPPA CLUB A LONDRA  
 
Roberto Castagner, in joint-venture con i colleghi distillatori Francoli e Roner, ha inaugurato i primi due Italian Grappa Club a Londra il 18 e il 19 maggio scorsi. Il primo è stato aperto presso il Patterson’s, ristorante raffinato e alla moda, il secondo presso il San Lorenzo, il ristorante italiano più famoso di Londra, frequentato dal jet-set internazionale. L’inaugurazione di queste ambasciate della grappa all’estero è avvenuta con il patrocinio dell’Ice e alla presenza di numerosi giornalisti, importatori e distributori, nonché ristoratori e bar-tenders. Gli Italian Grappa Club saranno dei centri di cultura e formazione, oltre che luoghi deputati al consumo del distillato italiano per eccellenza: convegni e lezioni di analisi sensoriale saranno condotti in collaborazione con l’Accademia della Grappa e delle Acquaviti, che formerà i futuri “grappa lovers” con delle full immersion nella propria sede di Conegliano, presso la Scuola Enologica. Saranno inoltre organizzate serate a tema in cui si accosteranno alle grappe alcuni dei prodotti simbolo della creatività e del gusto italiani e si creeranno degli eventi multimediali con concerti, esposizioni e degustazioni guidate.Roberto Castagner, in questa settimana inglese, ha presentato la sua Linea Sartoriale di altissima qualità e i suoi due prodotti più famosi: Torba Rossa e Torba Nera. L’obiettivo di sviluppare i contatti giusti per la penetrazione del mercato inglese è stato raggiunto con la contrattualizzazione di due distributori, ciascuno dei quali lavorerà su un canale distributivo diverso: uno con la Linea Sartoriale avrà come target una selezione di almeno 100 ristoranti tra i migliori del Paese e l’altro diffonderà Torba Rossa nelle bottiglierie e nella grande distribuzione. Il lavoro dei distributori sarà coadiuvato da una sommelier italiana residente a Londra che farà da trainer per i venditori e per i maggiori ristoratori, diffondendo ulteriormente la cultura della grappa di qualità e il marchio Roberto Castagner. Il successo dell’operazione inglese dimostra una volta ancora come i mercati esteri siano ormai pronti ad accogliere favorevolmente la grappa italiana, ora che si è fatta prodotto di alta qualità e portatrice di innovazione e cultura.  
   
   
ROBERTO CASTAGNER INAUGURA DUE ITALIAN GRAPPA CLUB A LONDRA  
 
Roberto Castagner, in joint-venture con i colleghi distillatori Francoli e Roner, ha inaugurato i primi due Italian Grappa Club a Londra il 18 e il 19 maggio scorsi. Il primo è stato aperto presso il Patterson’s, ristorante raffinato e alla moda, il secondo presso il San Lorenzo, il ristorante italiano più famoso di Londra, frequentato dal jet-set internazionale. L’inaugurazione di queste ambasciate della grappa all’estero è avvenuta con il patrocinio dell’Ice e alla presenza di numerosi giornalisti, importatori e distributori, nonché ristoratori e bar-tenders. Gli Italian Grappa Club saranno dei centri di cultura e formazione, oltre che luoghi deputati al consumo del distillato italiano per eccellenza: convegni e lezioni di analisi sensoriale saranno condotti in collaborazione con l’Accademia della Grappa e delle Acquaviti, che formerà i futuri “grappa lovers” con delle full immersion nella propria sede di Conegliano, presso la Scuola Enologica. Saranno inoltre organizzate serate a tema in cui si accosteranno alle grappe alcuni dei prodotti simbolo della creatività e del gusto italiani e si creeranno degli eventi multimediali con concerti, esposizioni e degustazioni guidate.Roberto Castagner, in questa settimana inglese, ha presentato la sua Linea Sartoriale di altissima qualità e i suoi due prodotti più famosi: Torba Rossa e Torba Nera. L’obiettivo di sviluppare i contatti giusti per la penetrazione del mercato inglese è stato raggiunto con la contrattualizzazione di due distributori, ciascuno dei quali lavorerà su un canale distributivo diverso: uno con la Linea Sartoriale avrà come target una selezione di almeno 100 ristoranti tra i migliori del Paese e l’altro diffonderà Torba Rossa nelle bottiglierie e nella grande distribuzione. Il lavoro dei distributori sarà coadiuvato da una sommelier italiana residente a Londra che farà da trainer per i venditori e per i maggiori ristoratori, diffondendo ulteriormente la cultura della grappa di qualità e il marchio Roberto Castagner. Il successo dell’operazione inglese dimostra una volta ancora come i mercati esteri siano ormai pronti ad accogliere favorevolmente la grappa italiana, ora che si è fatta prodotto di alta qualità e portatrice di innovazione e cultura.  
   
   
ROBERTO CASTAGNER INAUGURA DUE ITALIAN GRAPPA CLUB A LONDRA  
 
Roberto Castagner, in joint-venture con i colleghi distillatori Francoli e Roner, ha inaugurato i primi due Italian Grappa Club a Londra il 18 e il 19 maggio scorsi. Il primo è stato aperto presso il Patterson’s, ristorante raffinato e alla moda, il secondo presso il San Lorenzo, il ristorante italiano più famoso di Londra, frequentato dal jet-set internazionale. L’inaugurazione di queste ambasciate della grappa all’estero è avvenuta con il patrocinio dell’Ice e alla presenza di numerosi giornalisti, importatori e distributori, nonché ristoratori e bar-tenders. Gli Italian Grappa Club saranno dei centri di cultura e formazione, oltre che luoghi deputati al consumo del distillato italiano per eccellenza: convegni e lezioni di analisi sensoriale saranno condotti in collaborazione con l’Accademia della Grappa e delle Acquaviti, che formerà i futuri “grappa lovers” con delle full immersion nella propria sede di Conegliano, presso la Scuola Enologica. Saranno inoltre organizzate serate a tema in cui si accosteranno alle grappe alcuni dei prodotti simbolo della creatività e del gusto italiani e si creeranno degli eventi multimediali con concerti, esposizioni e degustazioni guidate.Roberto Castagner, in questa settimana inglese, ha presentato la sua Linea Sartoriale di altissima qualità e i suoi due prodotti più famosi: Torba Rossa e Torba Nera. L’obiettivo di sviluppare i contatti giusti per la penetrazione del mercato inglese è stato raggiunto con la contrattualizzazione di due distributori, ciascuno dei quali lavorerà su un canale distributivo diverso: uno con la Linea Sartoriale avrà come target una selezione di almeno 100 ristoranti tra i migliori del Paese e l’altro diffonderà Torba Rossa nelle bottiglierie e nella grande distribuzione. Il lavoro dei distributori sarà coadiuvato da una sommelier italiana residente a Londra che farà da trainer per i venditori e per i maggiori ristoratori, diffondendo ulteriormente la cultura della grappa di qualità e il marchio Roberto Castagner. Il successo dell’operazione inglese dimostra una volta ancora come i mercati esteri siano ormai pronti ad accogliere favorevolmente la grappa italiana, ora che si è fatta prodotto di alta qualità e portatrice di innovazione e cultura.  
   
   
ROBERTO CASTAGNER INAUGURA DUE ITALIAN GRAPPA CLUB A LONDRA  
 
Roberto Castagner, in joint-venture con i colleghi distillatori Francoli e Roner, ha inaugurato i primi due Italian Grappa Club a Londra il 18 e il 19 maggio scorsi. Il primo è stato aperto presso il Patterson’s, ristorante raffinato e alla moda, il secondo presso il San Lorenzo, il ristorante italiano più famoso di Londra, frequentato dal jet-set internazionale. L’inaugurazione di queste ambasciate della grappa all’estero è avvenuta con il patrocinio dell’Ice e alla presenza di numerosi giornalisti, importatori e distributori, nonché ristoratori e bar-tenders. Gli Italian Grappa Club saranno dei centri di cultura e formazione, oltre che luoghi deputati al consumo del distillato italiano per eccellenza: convegni e lezioni di analisi sensoriale saranno condotti in collaborazione con l’Accademia della Grappa e delle Acquaviti, che formerà i futuri “grappa lovers” con delle full immersion nella propria sede di Conegliano, presso la Scuola Enologica. Saranno inoltre organizzate serate a tema in cui si accosteranno alle grappe alcuni dei prodotti simbolo della creatività e del gusto italiani e si creeranno degli eventi multimediali con concerti, esposizioni e degustazioni guidate.Roberto Castagner, in questa settimana inglese, ha presentato la sua Linea Sartoriale di altissima qualità e i suoi due prodotti più famosi: Torba Rossa e Torba Nera. L’obiettivo di sviluppare i contatti giusti per la penetrazione del mercato inglese è stato raggiunto con la contrattualizzazione di due distributori, ciascuno dei quali lavorerà su un canale distributivo diverso: uno con la Linea Sartoriale avrà come target una selezione di almeno 100 ristoranti tra i migliori del Paese e l’altro diffonderà Torba Rossa nelle bottiglierie e nella grande distribuzione. Il lavoro dei distributori sarà coadiuvato da una sommelier italiana residente a Londra che farà da trainer per i venditori e per i maggiori ristoratori, diffondendo ulteriormente la cultura della grappa di qualità e il marchio Roberto Castagner. Il successo dell’operazione inglese dimostra una volta ancora come i mercati esteri siano ormai pronti ad accogliere favorevolmente la grappa italiana, ora che si è fatta prodotto di alta qualità e portatrice di innovazione e cultura.  
   
   
ROBERTO CASTAGNER INAUGURA DUE ITALIAN GRAPPA CLUB A LONDRA  
 
Roberto Castagner, in joint-venture con i colleghi distillatori Francoli e Roner, ha inaugurato i primi due Italian Grappa Club a Londra il 18 e il 19 maggio scorsi. Il primo è stato aperto presso il Patterson’s, ristorante raffinato e alla moda, il secondo presso il San Lorenzo, il ristorante italiano più famoso di Londra, frequentato dal jet-set internazionale. L’inaugurazione di queste ambasciate della grappa all’estero è avvenuta con il patrocinio dell’Ice e alla presenza di numerosi giornalisti, importatori e distributori, nonché ristoratori e bar-tenders. Gli Italian Grappa Club saranno dei centri di cultura e formazione, oltre che luoghi deputati al consumo del distillato italiano per eccellenza: convegni e lezioni di analisi sensoriale saranno condotti in collaborazione con l’Accademia della Grappa e delle Acquaviti, che formerà i futuri “grappa lovers” con delle full immersion nella propria sede di Conegliano, presso la Scuola Enologica. Saranno inoltre organizzate serate a tema in cui si accosteranno alle grappe alcuni dei prodotti simbolo della creatività e del gusto italiani e si creeranno degli eventi multimediali con concerti, esposizioni e degustazioni guidate.Roberto Castagner, in questa settimana inglese, ha presentato la sua Linea Sartoriale di altissima qualità e i suoi due prodotti più famosi: Torba Rossa e Torba Nera. L’obiettivo di sviluppare i contatti giusti per la penetrazione del mercato inglese è stato raggiunto con la contrattualizzazione di due distributori, ciascuno dei quali lavorerà su un canale distributivo diverso: uno con la Linea Sartoriale avrà come target una selezione di almeno 100 ristoranti tra i migliori del Paese e l’altro diffonderà Torba Rossa nelle bottiglierie e nella grande distribuzione. Il lavoro dei distributori sarà coadiuvato da una sommelier italiana residente a Londra che farà da trainer per i venditori e per i maggiori ristoratori, diffondendo ulteriormente la cultura della grappa di qualità e il marchio Roberto Castagner. Il successo dell’operazione inglese dimostra una volta ancora come i mercati esteri siano ormai pronti ad accogliere favorevolmente la grappa italiana, ora che si è fatta prodotto di alta qualità e portatrice di innovazione e cultura.  
   
   
ROBERTO CASTAGNER INAUGURA DUE ITALIAN GRAPPA CLUB A LONDRA  
 
Roberto Castagner, in joint-venture con i colleghi distillatori Francoli e Roner, ha inaugurato i primi due Italian Grappa Club a Londra il 18 e il 19 maggio scorsi. Il primo è stato aperto presso il Patterson’s, ristorante raffinato e alla moda, il secondo presso il San Lorenzo, il ristorante italiano più famoso di Londra, frequentato dal jet-set internazionale. L’inaugurazione di queste ambasciate della grappa all’estero è avvenuta con il patrocinio dell’Ice e alla presenza di numerosi giornalisti, importatori e distributori, nonché ristoratori e bar-tenders. Gli Italian Grappa Club saranno dei centri di cultura e formazione, oltre che luoghi deputati al consumo del distillato italiano per eccellenza: convegni e lezioni di analisi sensoriale saranno condotti in collaborazione con l’Accademia della Grappa e delle Acquaviti, che formerà i futuri “grappa lovers” con delle full immersion nella propria sede di Conegliano, presso la Scuola Enologica. Saranno inoltre organizzate serate a tema in cui si accosteranno alle grappe alcuni dei prodotti simbolo della creatività e del gusto italiani e si creeranno degli eventi multimediali con concerti, esposizioni e degustazioni guidate.Roberto Castagner, in questa settimana inglese, ha presentato la sua Linea Sartoriale di altissima qualità e i suoi due prodotti più famosi: Torba Rossa e Torba Nera. L’obiettivo di sviluppare i contatti giusti per la penetrazione del mercato inglese è stato raggiunto con la contrattualizzazione di due distributori, ciascuno dei quali lavorerà su un canale distributivo diverso: uno con la Linea Sartoriale avrà come target una selezione di almeno 100 ristoranti tra i migliori del Paese e l’altro diffonderà Torba Rossa nelle bottiglierie e nella grande distribuzione. Il lavoro dei distributori sarà coadiuvato da una sommelier italiana residente a Londra che farà da trainer per i venditori e per i maggiori ristoratori, diffondendo ulteriormente la cultura della grappa di qualità e il marchio Roberto Castagner. Il successo dell’operazione inglese dimostra una volta ancora come i mercati esteri siano ormai pronti ad accogliere favorevolmente la grappa italiana, ora che si è fatta prodotto di alta qualità e portatrice di innovazione e cultura.  
   
   
ALLA TENUTA TORCIANO DI ULIGNANO (SAN GIMIGNANO) VIVONO CULTURA DELLA VITE E OSPITALITÀ  
 
La Tenuta Torciano, dimora della famiglia Giachi, produttori di vino da generazioni, ospita un agriturismo di qualità, in una casa colonica con appartamenti e camere ristrutturati di recente utilizzando materiali pregiati (pavimenti in cotto toscano con lavorazioni fatte a mano e archi scalpellinati) e arredati con mobili toscani del 1700/1900 e letti in ferro battuto. All’interno dell’agriturismo ( situato in zona panoramica, circondato da colline coltivate a vigneti, oliveti e querceti, con parcheggio privato); gli ospiti possono praticare sports, effettuare trekking a piedi, in bicicletta, andare a cavallo fra i boschi oppure rilassarsi in giardino o in piscina con annesso solarium. In cantina si possono degustare e acquistare vini toscani prodotti dalla Tenuta (Vernaccia di San Gimignano Docg, Chianti Classico e Riserva Docg, Brunello di Montalcino Docg, Vino Nobile di Montepulciano Docg, spumante e superbi Supertuscans Igt che hanno ricevuto importanti riconoscimenti in Italia e all’estero. La Tenuta dista pochi chilometri dalle città toscane più suggestive (Siena, Volterra, Colle Val d’Elsa,firenze) e dal mare. Info: torciano@torciano.Com  Tel. 0577 / 950055, Tenuta Torciano via Crocetta 18 Località Ulignano – 53030 San Gimignano (Siena)  
   
   
ESPERTI A CONFRONTO IN UN SEMINARIO A GORIZIA VINUM LOCI: URGENTE UNA NORMATIVA PER TUTELARE I VITIGNI AUTOCTONI IN OTTOBRE LA 4° RASSEGNA NAZIONALE ORGANIZZATA DAL COMITATO  
 
Quelli conosciuti e catalogati sono circa 350, ma secondo le stime ne esisterebbero oltre un migliaio. Sono i vitigni autoctoni e antichi italiani, alcuni noti ma molti altri a rischio di estinzione. Per promuoverli, tutelarli, individuare le varietà esistenti sul territorio e mettere in atto strategie affinché non se ne perdano per sempre le tracce, è stato costituito lo scorso anno a Gorizia il Comitato nazionale “Vinum Loci”, di cui è partner ufficiale la Banca Popolare Friuladria. Uno dei pericoli che corrono questi vitigni, oltre al grave rischio di estinzione, è quello legato alla mancanza di una normativa specifica. Per questo il Comitato ha invitato ad un confronto esperti e produttori, organizzando a Gorizia il seminario “Legislazione a tutela dei vini autoctoni italiani”, il primo svoltosi in Italia su questo tema. Al centro della discussione, la proposta di legge presentata recentemente a Roma per la tutela e la valorizzazione dei vitigni autoctoni italiani, considerati come patrimonio culturale dello Stato. Unanime il consenso degli intervenuti al seminario sulla necessità di definire con chiarezza il legame tra denominazione e territorio, per evitare che un vitigno autoctono venga riproposto in contesti geografici differenti, perdendo così la sua caratteristica fondamentale di appartenenza territoriale. Al seminario, moderato dal direttore di Gorizia Fiere e segretario generale del Comitato Vinum Loci Maurizio Tripani, è intervenuto Attilio Scienza, presidente del Comitato scientifico Vinum Loci e docente di viticoltura all’Università degli studi di Milano, cui è toccato il compito di illustrare le caratteristiche dei vitigni autoctoni e antichi, “che - ha sottolineato - non sono solo oggetto di ricerca accademica, ma anche di valenza economica”. “La tutela giuridica dei vitigni autoctoni non é un vezzo – ha ribadito Paolo Benvenuti, presidente del Comitato Vinum Loci e direttore generale dell’Associazione nazionale Città del Vino - perché la globalizzazione dei mercati e le strategie di marketing di altri paesi, sempre più spinte, la rendono davvero necessaria. La proposta di legge è un passo importante che coglie l’interesse che i vitigni autoctoni e antichi italiani stanno suscitando nel mondo del vino e tra gli appassionati”. Come ha sottolineato l’avvocato Silvia Segnalini che ha partecipato alla stesura della proposta di legge, “dopo le dovute modifiche e correzioni auspichiamo che la bozza si trasformi in un progetto concreto che raccolga il più ampio consenso parlamentare possibile”. Al seminario sono interventi il presidente della Camera di Commercio di Gorizia Emilio Sgarlata, il rappresentante della Direzione Regionale all’agricoltura Gianni Deghenart, il responsabile marketing di Friuladria Enrico Guglielmi. Marco Felluga, presidente del Consorzio Collio e vicepresidente della Federdoc Fvg, ha ricordato che “tutto il settore vitivinicolo è coinvolto in una grande sfida e la nostra regione ha le carte in regola per vincerla, se saprà puntare sulla qualità. Dobbiamo impegnarci per poter offrire al mercato vini unici e irripetibili, condizione che si concretizza con il fondamentale rapporto tra vitigno e territorio di origine”. Il Comitato “Vinum Loci” (cui hanno aderito importanti istituzioni scientifiche e le più prestigiose associazioni italiane impegnate nel settore vitivinicolo e della salvaguardia del nostro patrimonio agroalimentare, quali Gorizia Fiere, Associazione Nazionale Città del Vino, Slow Food, Movimento Turismo Vino, Dipartimento di Produzione Vegetale della Facoltà di Agraria dell'Università degli Studi di Milano, Facoltà di Agraria dell'Università degli Studi di Udine, Il Gastronauta, Club Papillon, Pro-vites, Ersa-agenzia Regionale per lo Sviluppo Rurale del Friuli Venezia Giulia) è al lavoro per preparare la 4° Rassegna nazionale dei vini antichi e autoctoni “Vinum Loci” che si terrà nel rinnovato quartiere fieristico di Gorizia dal 14 al 17 ottobre, in concomitanza con la 7° edizione di “Ruralia”, il Salone dei prodotti agroalimentari a Dop e Igp e Mostra mercato dei prodotti alimentari di qualità e l’11° edizione del Salone biennale della barbatella “Vite”. Per informazioni: Gorizia Fiere, tel. 0481-520430, fax 0481-520279, www.Goriziafiere.it  www.Vinumloci.com  info@goriziafiere.It  
   
   
ALLA TENUTA TORCIANO DI ULIGNANO (SAN GIMIGNANO) VIVONO CULTURA DELLA VITE E OSPITALITÀ  
 
La Tenuta Torciano, dimora della famiglia Giachi, produttori di vino da generazioni, ospita un agriturismo di qualità, in una casa colonica con appartamenti e camere ristrutturati di recente utilizzando materiali pregiati (pavimenti in cotto toscano con lavorazioni fatte a mano e archi scalpellinati) e arredati con mobili toscani del 1700/1900 e letti in ferro battuto. All’interno dell’agriturismo ( situato in zona panoramica, circondato da colline coltivate a vigneti, oliveti e querceti, con parcheggio privato); gli ospiti possono praticare sports, effettuare trekking a piedi, in bicicletta, andare a cavallo fra i boschi oppure rilassarsi in giardino o in piscina con annesso solarium. In cantina si possono degustare e acquistare vini toscani prodotti dalla Tenuta (Vernaccia di San Gimignano Docg, Chianti Classico e Riserva Docg, Brunello di Montalcino Docg, Vino Nobile di Montepulciano Docg, spumante e superbi Supertuscans Igt che hanno ricevuto importanti riconoscimenti in Italia e all’estero. La Tenuta dista pochi chilometri dalle città toscane più suggestive (Siena, Volterra, Colle Val d’Elsa,firenze) e dal mare. Info: torciano@torciano.Com  Tel. 0577 / 950055, Tenuta Torciano via Crocetta 18 Località Ulignano – 53030 San Gimignano (Siena)  
   
   
ESPERTI A CONFRONTO IN UN SEMINARIO A GORIZIA VINUM LOCI: URGENTE UNA NORMATIVA PER TUTELARE I VITIGNI AUTOCTONI IN OTTOBRE LA 4° RASSEGNA NAZIONALE ORGANIZZATA DAL COMITATO  
 
Quelli conosciuti e catalogati sono circa 350, ma secondo le stime ne esisterebbero oltre un migliaio. Sono i vitigni autoctoni e antichi italiani, alcuni noti ma molti altri a rischio di estinzione. Per promuoverli, tutelarli, individuare le varietà esistenti sul territorio e mettere in atto strategie affinché non se ne perdano per sempre le tracce, è stato costituito lo scorso anno a Gorizia il Comitato nazionale “Vinum Loci”, di cui è partner ufficiale la Banca Popolare Friuladria. Uno dei pericoli che corrono questi vitigni, oltre al grave rischio di estinzione, è quello legato alla mancanza di una normativa specifica. Per questo il Comitato ha invitato ad un confronto esperti e produttori, organizzando a Gorizia il seminario “Legislazione a tutela dei vini autoctoni italiani”, il primo svoltosi in Italia su questo tema. Al centro della discussione, la proposta di legge presentata recentemente a Roma per la tutela e la valorizzazione dei vitigni autoctoni italiani, considerati come patrimonio culturale dello Stato. Unanime il consenso degli intervenuti al seminario sulla necessità di definire con chiarezza il legame tra denominazione e territorio, per evitare che un vitigno autoctono venga riproposto in contesti geografici differenti, perdendo così la sua caratteristica fondamentale di appartenenza territoriale. Al seminario, moderato dal direttore di Gorizia Fiere e segretario generale del Comitato Vinum Loci Maurizio Tripani, è intervenuto Attilio Scienza, presidente del Comitato scientifico Vinum Loci e docente di viticoltura all’Università degli studi di Milano, cui è toccato il compito di illustrare le caratteristiche dei vitigni autoctoni e antichi, “che - ha sottolineato - non sono solo oggetto di ricerca accademica, ma anche di valenza economica”. “La tutela giuridica dei vitigni autoctoni non é un vezzo – ha ribadito Paolo Benvenuti, presidente del Comitato Vinum Loci e direttore generale dell’Associazione nazionale Città del Vino - perché la globalizzazione dei mercati e le strategie di marketing di altri paesi, sempre più spinte, la rendono davvero necessaria. La proposta di legge è un passo importante che coglie l’interesse che i vitigni autoctoni e antichi italiani stanno suscitando nel mondo del vino e tra gli appassionati”. Come ha sottolineato l’avvocato Silvia Segnalini che ha partecipato alla stesura della proposta di legge, “dopo le dovute modifiche e correzioni auspichiamo che la bozza si trasformi in un progetto concreto che raccolga il più ampio consenso parlamentare possibile”. Al seminario sono interventi il presidente della Camera di Commercio di Gorizia Emilio Sgarlata, il rappresentante della Direzione Regionale all’agricoltura Gianni Deghenart, il responsabile marketing di Friuladria Enrico Guglielmi. Marco Felluga, presidente del Consorzio Collio e vicepresidente della Federdoc Fvg, ha ricordato che “tutto il settore vitivinicolo è coinvolto in una grande sfida e la nostra regione ha le carte in regola per vincerla, se saprà puntare sulla qualità. Dobbiamo impegnarci per poter offrire al mercato vini unici e irripetibili, condizione che si concretizza con il fondamentale rapporto tra vitigno e territorio di origine”. Il Comitato “Vinum Loci” (cui hanno aderito importanti istituzioni scientifiche e le più prestigiose associazioni italiane impegnate nel settore vitivinicolo e della salvaguardia del nostro patrimonio agroalimentare, quali Gorizia Fiere, Associazione Nazionale Città del Vino, Slow Food, Movimento Turismo Vino, Dipartimento di Produzione Vegetale della Facoltà di Agraria dell'Università degli Studi di Milano, Facoltà di Agraria dell'Università degli Studi di Udine, Il Gastronauta, Club Papillon, Pro-vites, Ersa-agenzia Regionale per lo Sviluppo Rurale del Friuli Venezia Giulia) è al lavoro per preparare la 4° Rassegna nazionale dei vini antichi e autoctoni “Vinum Loci” che si terrà nel rinnovato quartiere fieristico di Gorizia dal 14 al 17 ottobre, in concomitanza con la 7° edizione di “Ruralia”, il Salone dei prodotti agroalimentari a Dop e Igp e Mostra mercato dei prodotti alimentari di qualità e l’11° edizione del Salone biennale della barbatella “Vite”. Per informazioni: Gorizia Fiere, tel. 0481-520430, fax 0481-520279, www.Goriziafiere.it  www.Vinumloci.com  info@goriziafiere.It  
   
   
ALLA TENUTA TORCIANO DI ULIGNANO (SAN GIMIGNANO) VIVONO CULTURA DELLA VITE E OSPITALITÀ  
 
La Tenuta Torciano, dimora della famiglia Giachi, produttori di vino da generazioni, ospita un agriturismo di qualità, in una casa colonica con appartamenti e camere ristrutturati di recente utilizzando materiali pregiati (pavimenti in cotto toscano con lavorazioni fatte a mano e archi scalpellinati) e arredati con mobili toscani del 1700/1900 e letti in ferro battuto. All’interno dell’agriturismo ( situato in zona panoramica, circondato da colline coltivate a vigneti, oliveti e querceti, con parcheggio privato); gli ospiti possono praticare sports, effettuare trekking a piedi, in bicicletta, andare a cavallo fra i boschi oppure rilassarsi in giardino o in piscina con annesso solarium. In cantina si possono degustare e acquistare vini toscani prodotti dalla Tenuta (Vernaccia di San Gimignano Docg, Chianti Classico e Riserva Docg, Brunello di Montalcino Docg, Vino Nobile di Montepulciano Docg, spumante e superbi Supertuscans Igt che hanno ricevuto importanti riconoscimenti in Italia e all’estero. La Tenuta dista pochi chilometri dalle città toscane più suggestive (Siena, Volterra, Colle Val d’Elsa,firenze) e dal mare. Info: torciano@torciano.Com  Tel. 0577 / 950055, Tenuta Torciano via Crocetta 18 Località Ulignano – 53030 San Gimignano (Siena)  
   
   
ESPERTI A CONFRONTO IN UN SEMINARIO A GORIZIA VINUM LOCI: URGENTE UNA NORMATIVA PER TUTELARE I VITIGNI AUTOCTONI IN OTTOBRE LA 4° RASSEGNA NAZIONALE ORGANIZZATA DAL COMITATO  
 
Quelli conosciuti e catalogati sono circa 350, ma secondo le stime ne esisterebbero oltre un migliaio. Sono i vitigni autoctoni e antichi italiani, alcuni noti ma molti altri a rischio di estinzione. Per promuoverli, tutelarli, individuare le varietà esistenti sul territorio e mettere in atto strategie affinché non se ne perdano per sempre le tracce, è stato costituito lo scorso anno a Gorizia il Comitato nazionale “Vinum Loci”, di cui è partner ufficiale la Banca Popolare Friuladria. Uno dei pericoli che corrono questi vitigni, oltre al grave rischio di estinzione, è quello legato alla mancanza di una normativa specifica. Per questo il Comitato ha invitato ad un confronto esperti e produttori, organizzando a Gorizia il seminario “Legislazione a tutela dei vini autoctoni italiani”, il primo svoltosi in Italia su questo tema. Al centro della discussione, la proposta di legge presentata recentemente a Roma per la tutela e la valorizzazione dei vitigni autoctoni italiani, considerati come patrimonio culturale dello Stato. Unanime il consenso degli intervenuti al seminario sulla necessità di definire con chiarezza il legame tra denominazione e territorio, per evitare che un vitigno autoctono venga riproposto in contesti geografici differenti, perdendo così la sua caratteristica fondamentale di appartenenza territoriale. Al seminario, moderato dal direttore di Gorizia Fiere e segretario generale del Comitato Vinum Loci Maurizio Tripani, è intervenuto Attilio Scienza, presidente del Comitato scientifico Vinum Loci e docente di viticoltura all’Università degli studi di Milano, cui è toccato il compito di illustrare le caratteristiche dei vitigni autoctoni e antichi, “che - ha sottolineato - non sono solo oggetto di ricerca accademica, ma anche di valenza economica”. “La tutela giuridica dei vitigni autoctoni non é un vezzo – ha ribadito Paolo Benvenuti, presidente del Comitato Vinum Loci e direttore generale dell’Associazione nazionale Città del Vino - perché la globalizzazione dei mercati e le strategie di marketing di altri paesi, sempre più spinte, la rendono davvero necessaria. La proposta di legge è un passo importante che coglie l’interesse che i vitigni autoctoni e antichi italiani stanno suscitando nel mondo del vino e tra gli appassionati”. Come ha sottolineato l’avvocato Silvia Segnalini che ha partecipato alla stesura della proposta di legge, “dopo le dovute modifiche e correzioni auspichiamo che la bozza si trasformi in un progetto concreto che raccolga il più ampio consenso parlamentare possibile”. Al seminario sono interventi il presidente della Camera di Commercio di Gorizia Emilio Sgarlata, il rappresentante della Direzione Regionale all’agricoltura Gianni Deghenart, il responsabile marketing di Friuladria Enrico Guglielmi. Marco Felluga, presidente del Consorzio Collio e vicepresidente della Federdoc Fvg, ha ricordato che “tutto il settore vitivinicolo è coinvolto in una grande sfida e la nostra regione ha le carte in regola per vincerla, se saprà puntare sulla qualità. Dobbiamo impegnarci per poter offrire al mercato vini unici e irripetibili, condizione che si concretizza con il fondamentale rapporto tra vitigno e territorio di origine”. Il Comitato “Vinum Loci” (cui hanno aderito importanti istituzioni scientifiche e le più prestigiose associazioni italiane impegnate nel settore vitivinicolo e della salvaguardia del nostro patrimonio agroalimentare, quali Gorizia Fiere, Associazione Nazionale Città del Vino, Slow Food, Movimento Turismo Vino, Dipartimento di Produzione Vegetale della Facoltà di Agraria dell'Università degli Studi di Milano, Facoltà di Agraria dell'Università degli Studi di Udine, Il Gastronauta, Club Papillon, Pro-vites, Ersa-agenzia Regionale per lo Sviluppo Rurale del Friuli Venezia Giulia) è al lavoro per preparare la 4° Rassegna nazionale dei vini antichi e autoctoni “Vinum Loci” che si terrà nel rinnovato quartiere fieristico di Gorizia dal 14 al 17 ottobre, in concomitanza con la 7° edizione di “Ruralia”, il Salone dei prodotti agroalimentari a Dop e Igp e Mostra mercato dei prodotti alimentari di qualità e l’11° edizione del Salone biennale della barbatella “Vite”. Per informazioni: Gorizia Fiere, tel. 0481-520430, fax 0481-520279, www.Goriziafiere.it  www.Vinumloci.com  info@goriziafiere.It  
   
   
ALLA TENUTA TORCIANO DI ULIGNANO (SAN GIMIGNANO) VIVONO CULTURA DELLA VITE E OSPITALITÀ  
 
La Tenuta Torciano, dimora della famiglia Giachi, produttori di vino da generazioni, ospita un agriturismo di qualità, in una casa colonica con appartamenti e camere ristrutturati di recente utilizzando materiali pregiati (pavimenti in cotto toscano con lavorazioni fatte a mano e archi scalpellinati) e arredati con mobili toscani del 1700/1900 e letti in ferro battuto. All’interno dell’agriturismo ( situato in zona panoramica, circondato da colline coltivate a vigneti, oliveti e querceti, con parcheggio privato); gli ospiti possono praticare sports, effettuare trekking a piedi, in bicicletta, andare a cavallo fra i boschi oppure rilassarsi in giardino o in piscina con annesso solarium. In cantina si possono degustare e acquistare vini toscani prodotti dalla Tenuta (Vernaccia di San Gimignano Docg, Chianti Classico e Riserva Docg, Brunello di Montalcino Docg, Vino Nobile di Montepulciano Docg, spumante e superbi Supertuscans Igt che hanno ricevuto importanti riconoscimenti in Italia e all’estero. La Tenuta dista pochi chilometri dalle città toscane più suggestive (Siena, Volterra, Colle Val d’Elsa,firenze) e dal mare. Info: torciano@torciano.Com  Tel. 0577 / 950055, Tenuta Torciano via Crocetta 18 Località Ulignano – 53030 San Gimignano (Siena)  
   
   
ESPERTI A CONFRONTO IN UN SEMINARIO A GORIZIA VINUM LOCI: URGENTE UNA NORMATIVA PER TUTELARE I VITIGNI AUTOCTONI IN OTTOBRE LA 4° RASSEGNA NAZIONALE ORGANIZZATA DAL COMITATO  
 
Quelli conosciuti e catalogati sono circa 350, ma secondo le stime ne esisterebbero oltre un migliaio. Sono i vitigni autoctoni e antichi italiani, alcuni noti ma molti altri a rischio di estinzione. Per promuoverli, tutelarli, individuare le varietà esistenti sul territorio e mettere in atto strategie affinché non se ne perdano per sempre le tracce, è stato costituito lo scorso anno a Gorizia il Comitato nazionale “Vinum Loci”, di cui è partner ufficiale la Banca Popolare Friuladria. Uno dei pericoli che corrono questi vitigni, oltre al grave rischio di estinzione, è quello legato alla mancanza di una normativa specifica. Per questo il Comitato ha invitato ad un confronto esperti e produttori, organizzando a Gorizia il seminario “Legislazione a tutela dei vini autoctoni italiani”, il primo svoltosi in Italia su questo tema. Al centro della discussione, la proposta di legge presentata recentemente a Roma per la tutela e la valorizzazione dei vitigni autoctoni italiani, considerati come patrimonio culturale dello Stato. Unanime il consenso degli intervenuti al seminario sulla necessità di definire con chiarezza il legame tra denominazione e territorio, per evitare che un vitigno autoctono venga riproposto in contesti geografici differenti, perdendo così la sua caratteristica fondamentale di appartenenza territoriale. Al seminario, moderato dal direttore di Gorizia Fiere e segretario generale del Comitato Vinum Loci Maurizio Tripani, è intervenuto Attilio Scienza, presidente del Comitato scientifico Vinum Loci e docente di viticoltura all’Università degli studi di Milano, cui è toccato il compito di illustrare le caratteristiche dei vitigni autoctoni e antichi, “che - ha sottolineato - non sono solo oggetto di ricerca accademica, ma anche di valenza economica”. “La tutela giuridica dei vitigni autoctoni non é un vezzo – ha ribadito Paolo Benvenuti, presidente del Comitato Vinum Loci e direttore generale dell’Associazione nazionale Città del Vino - perché la globalizzazione dei mercati e le strategie di marketing di altri paesi, sempre più spinte, la rendono davvero necessaria. La proposta di legge è un passo importante che coglie l’interesse che i vitigni autoctoni e antichi italiani stanno suscitando nel mondo del vino e tra gli appassionati”. Come ha sottolineato l’avvocato Silvia Segnalini che ha partecipato alla stesura della proposta di legge, “dopo le dovute modifiche e correzioni auspichiamo che la bozza si trasformi in un progetto concreto che raccolga il più ampio consenso parlamentare possibile”. Al seminario sono interventi il presidente della Camera di Commercio di Gorizia Emilio Sgarlata, il rappresentante della Direzione Regionale all’agricoltura Gianni Deghenart, il responsabile marketing di Friuladria Enrico Guglielmi. Marco Felluga, presidente del Consorzio Collio e vicepresidente della Federdoc Fvg, ha ricordato che “tutto il settore vitivinicolo è coinvolto in una grande sfida e la nostra regione ha le carte in regola per vincerla, se saprà puntare sulla qualità. Dobbiamo impegnarci per poter offrire al mercato vini unici e irripetibili, condizione che si concretizza con il fondamentale rapporto tra vitigno e territorio di origine”. Il Comitato “Vinum Loci” (cui hanno aderito importanti istituzioni scientifiche e le più prestigiose associazioni italiane impegnate nel settore vitivinicolo e della salvaguardia del nostro patrimonio agroalimentare, quali Gorizia Fiere, Associazione Nazionale Città del Vino, Slow Food, Movimento Turismo Vino, Dipartimento di Produzione Vegetale della Facoltà di Agraria dell'Università degli Studi di Milano, Facoltà di Agraria dell'Università degli Studi di Udine, Il Gastronauta, Club Papillon, Pro-vites, Ersa-agenzia Regionale per lo Sviluppo Rurale del Friuli Venezia Giulia) è al lavoro per preparare la 4° Rassegna nazionale dei vini antichi e autoctoni “Vinum Loci” che si terrà nel rinnovato quartiere fieristico di Gorizia dal 14 al 17 ottobre, in concomitanza con la 7° edizione di “Ruralia”, il Salone dei prodotti agroalimentari a Dop e Igp e Mostra mercato dei prodotti alimentari di qualità e l’11° edizione del Salone biennale della barbatella “Vite”. Per informazioni: Gorizia Fiere, tel. 0481-520430, fax 0481-520279, www.Goriziafiere.it  www.Vinumloci.com  info@goriziafiere.It  
   
   
ALLA TENUTA TORCIANO DI ULIGNANO (SAN GIMIGNANO) VIVONO CULTURA DELLA VITE E OSPITALITÀ  
 
La Tenuta Torciano, dimora della famiglia Giachi, produttori di vino da generazioni, ospita un agriturismo di qualità, in una casa colonica con appartamenti e camere ristrutturati di recente utilizzando materiali pregiati (pavimenti in cotto toscano con lavorazioni fatte a mano e archi scalpellinati) e arredati con mobili toscani del 1700/1900 e letti in ferro battuto. All’interno dell’agriturismo ( situato in zona panoramica, circondato da colline coltivate a vigneti, oliveti e querceti, con parcheggio privato); gli ospiti possono praticare sports, effettuare trekking a piedi, in bicicletta, andare a cavallo fra i boschi oppure rilassarsi in giardino o in piscina con annesso solarium. In cantina si possono degustare e acquistare vini toscani prodotti dalla Tenuta (Vernaccia di San Gimignano Docg, Chianti Classico e Riserva Docg, Brunello di Montalcino Docg, Vino Nobile di Montepulciano Docg, spumante e superbi Supertuscans Igt che hanno ricevuto importanti riconoscimenti in Italia e all’estero. La Tenuta dista pochi chilometri dalle città toscane più suggestive (Siena, Volterra, Colle Val d’Elsa,firenze) e dal mare. Info: torciano@torciano.Com  Tel. 0577 / 950055, Tenuta Torciano via Crocetta 18 Località Ulignano – 53030 San Gimignano (Siena)  
   
   
ESPERTI A CONFRONTO IN UN SEMINARIO A GORIZIA VINUM LOCI: URGENTE UNA NORMATIVA PER TUTELARE I VITIGNI AUTOCTONI IN OTTOBRE LA 4° RASSEGNA NAZIONALE ORGANIZZATA DAL COMITATO  
 
Quelli conosciuti e catalogati sono circa 350, ma secondo le stime ne esisterebbero oltre un migliaio. Sono i vitigni autoctoni e antichi italiani, alcuni noti ma molti altri a rischio di estinzione. Per promuoverli, tutelarli, individuare le varietà esistenti sul territorio e mettere in atto strategie affinché non se ne perdano per sempre le tracce, è stato costituito lo scorso anno a Gorizia il Comitato nazionale “Vinum Loci”, di cui è partner ufficiale la Banca Popolare Friuladria. Uno dei pericoli che corrono questi vitigni, oltre al grave rischio di estinzione, è quello legato alla mancanza di una normativa specifica. Per questo il Comitato ha invitato ad un confronto esperti e produttori, organizzando a Gorizia il seminario “Legislazione a tutela dei vini autoctoni italiani”, il primo svoltosi in Italia su questo tema. Al centro della discussione, la proposta di legge presentata recentemente a Roma per la tutela e la valorizzazione dei vitigni autoctoni italiani, considerati come patrimonio culturale dello Stato. Unanime il consenso degli intervenuti al seminario sulla necessità di definire con chiarezza il legame tra denominazione e territorio, per evitare che un vitigno autoctono venga riproposto in contesti geografici differenti, perdendo così la sua caratteristica fondamentale di appartenenza territoriale. Al seminario, moderato dal direttore di Gorizia Fiere e segretario generale del Comitato Vinum Loci Maurizio Tripani, è intervenuto Attilio Scienza, presidente del Comitato scientifico Vinum Loci e docente di viticoltura all’Università degli studi di Milano, cui è toccato il compito di illustrare le caratteristiche dei vitigni autoctoni e antichi, “che - ha sottolineato - non sono solo oggetto di ricerca accademica, ma anche di valenza economica”. “La tutela giuridica dei vitigni autoctoni non é un vezzo – ha ribadito Paolo Benvenuti, presidente del Comitato Vinum Loci e direttore generale dell’Associazione nazionale Città del Vino - perché la globalizzazione dei mercati e le strategie di marketing di altri paesi, sempre più spinte, la rendono davvero necessaria. La proposta di legge è un passo importante che coglie l’interesse che i vitigni autoctoni e antichi italiani stanno suscitando nel mondo del vino e tra gli appassionati”. Come ha sottolineato l’avvocato Silvia Segnalini che ha partecipato alla stesura della proposta di legge, “dopo le dovute modifiche e correzioni auspichiamo che la bozza si trasformi in un progetto concreto che raccolga il più ampio consenso parlamentare possibile”. Al seminario sono interventi il presidente della Camera di Commercio di Gorizia Emilio Sgarlata, il rappresentante della Direzione Regionale all’agricoltura Gianni Deghenart, il responsabile marketing di Friuladria Enrico Guglielmi. Marco Felluga, presidente del Consorzio Collio e vicepresidente della Federdoc Fvg, ha ricordato che “tutto il settore vitivinicolo è coinvolto in una grande sfida e la nostra regione ha le carte in regola per vincerla, se saprà puntare sulla qualità. Dobbiamo impegnarci per poter offrire al mercato vini unici e irripetibili, condizione che si concretizza con il fondamentale rapporto tra vitigno e territorio di origine”. Il Comitato “Vinum Loci” (cui hanno aderito importanti istituzioni scientifiche e le più prestigiose associazioni italiane impegnate nel settore vitivinicolo e della salvaguardia del nostro patrimonio agroalimentare, quali Gorizia Fiere, Associazione Nazionale Città del Vino, Slow Food, Movimento Turismo Vino, Dipartimento di Produzione Vegetale della Facoltà di Agraria dell'Università degli Studi di Milano, Facoltà di Agraria dell'Università degli Studi di Udine, Il Gastronauta, Club Papillon, Pro-vites, Ersa-agenzia Regionale per lo Sviluppo Rurale del Friuli Venezia Giulia) è al lavoro per preparare la 4° Rassegna nazionale dei vini antichi e autoctoni “Vinum Loci” che si terrà nel rinnovato quartiere fieristico di Gorizia dal 14 al 17 ottobre, in concomitanza con la 7° edizione di “Ruralia”, il Salone dei prodotti agroalimentari a Dop e Igp e Mostra mercato dei prodotti alimentari di qualità e l’11° edizione del Salone biennale della barbatella “Vite”. Per informazioni: Gorizia Fiere, tel. 0481-520430, fax 0481-520279, www.Goriziafiere.it  www.Vinumloci.com  info@goriziafiere.It  
   
   
ALLA TENUTA TORCIANO DI ULIGNANO (SAN GIMIGNANO) VIVONO CULTURA DELLA VITE E OSPITALITÀ  
 
La Tenuta Torciano, dimora della famiglia Giachi, produttori di vino da generazioni, ospita un agriturismo di qualità, in una casa colonica con appartamenti e camere ristrutturati di recente utilizzando materiali pregiati (pavimenti in cotto toscano con lavorazioni fatte a mano e archi scalpellinati) e arredati con mobili toscani del 1700/1900 e letti in ferro battuto. All’interno dell’agriturismo ( situato in zona panoramica, circondato da colline coltivate a vigneti, oliveti e querceti, con parcheggio privato); gli ospiti possono praticare sports, effettuare trekking a piedi, in bicicletta, andare a cavallo fra i boschi oppure rilassarsi in giardino o in piscina con annesso solarium. In cantina si possono degustare e acquistare vini toscani prodotti dalla Tenuta (Vernaccia di San Gimignano Docg, Chianti Classico e Riserva Docg, Brunello di Montalcino Docg, Vino Nobile di Montepulciano Docg, spumante e superbi Supertuscans Igt che hanno ricevuto importanti riconoscimenti in Italia e all’estero. La Tenuta dista pochi chilometri dalle città toscane più suggestive (Siena, Volterra, Colle Val d’Elsa,firenze) e dal mare. Info: torciano@torciano.Com  Tel. 0577 / 950055, Tenuta Torciano via Crocetta 18 Località Ulignano – 53030 San Gimignano (Siena)  
   
   
ESPERTI A CONFRONTO IN UN SEMINARIO A GORIZIA VINUM LOCI: URGENTE UNA NORMATIVA PER TUTELARE I VITIGNI AUTOCTONI IN OTTOBRE LA 4° RASSEGNA NAZIONALE ORGANIZZATA DAL COMITATO  
 
Quelli conosciuti e catalogati sono circa 350, ma secondo le stime ne esisterebbero oltre un migliaio. Sono i vitigni autoctoni e antichi italiani, alcuni noti ma molti altri a rischio di estinzione. Per promuoverli, tutelarli, individuare le varietà esistenti sul territorio e mettere in atto strategie affinché non se ne perdano per sempre le tracce, è stato costituito lo scorso anno a Gorizia il Comitato nazionale “Vinum Loci”, di cui è partner ufficiale la Banca Popolare Friuladria. Uno dei pericoli che corrono questi vitigni, oltre al grave rischio di estinzione, è quello legato alla mancanza di una normativa specifica. Per questo il Comitato ha invitato ad un confronto esperti e produttori, organizzando a Gorizia il seminario “Legislazione a tutela dei vini autoctoni italiani”, il primo svoltosi in Italia su questo tema. Al centro della discussione, la proposta di legge presentata recentemente a Roma per la tutela e la valorizzazione dei vitigni autoctoni italiani, considerati come patrimonio culturale dello Stato. Unanime il consenso degli intervenuti al seminario sulla necessità di definire con chiarezza il legame tra denominazione e territorio, per evitare che un vitigno autoctono venga riproposto in contesti geografici differenti, perdendo così la sua caratteristica fondamentale di appartenenza territoriale. Al seminario, moderato dal direttore di Gorizia Fiere e segretario generale del Comitato Vinum Loci Maurizio Tripani, è intervenuto Attilio Scienza, presidente del Comitato scientifico Vinum Loci e docente di viticoltura all’Università degli studi di Milano, cui è toccato il compito di illustrare le caratteristiche dei vitigni autoctoni e antichi, “che - ha sottolineato - non sono solo oggetto di ricerca accademica, ma anche di valenza economica”. “La tutela giuridica dei vitigni autoctoni non é un vezzo – ha ribadito Paolo Benvenuti, presidente del Comitato Vinum Loci e direttore generale dell’Associazione nazionale Città del Vino - perché la globalizzazione dei mercati e le strategie di marketing di altri paesi, sempre più spinte, la rendono davvero necessaria. La proposta di legge è un passo importante che coglie l’interesse che i vitigni autoctoni e antichi italiani stanno suscitando nel mondo del vino e tra gli appassionati”. Come ha sottolineato l’avvocato Silvia Segnalini che ha partecipato alla stesura della proposta di legge, “dopo le dovute modifiche e correzioni auspichiamo che la bozza si trasformi in un progetto concreto che raccolga il più ampio consenso parlamentare possibile”. Al seminario sono interventi il presidente della Camera di Commercio di Gorizia Emilio Sgarlata, il rappresentante della Direzione Regionale all’agricoltura Gianni Deghenart, il responsabile marketing di Friuladria Enrico Guglielmi. Marco Felluga, presidente del Consorzio Collio e vicepresidente della Federdoc Fvg, ha ricordato che “tutto il settore vitivinicolo è coinvolto in una grande sfida e la nostra regione ha le carte in regola per vincerla, se saprà puntare sulla qualità. Dobbiamo impegnarci per poter offrire al mercato vini unici e irripetibili, condizione che si concretizza con il fondamentale rapporto tra vitigno e territorio di origine”. Il Comitato “Vinum Loci” (cui hanno aderito importanti istituzioni scientifiche e le più prestigiose associazioni italiane impegnate nel settore vitivinicolo e della salvaguardia del nostro patrimonio agroalimentare, quali Gorizia Fiere, Associazione Nazionale Città del Vino, Slow Food, Movimento Turismo Vino, Dipartimento di Produzione Vegetale della Facoltà di Agraria dell'Università degli Studi di Milano, Facoltà di Agraria dell'Università degli Studi di Udine, Il Gastronauta, Club Papillon, Pro-vites, Ersa-agenzia Regionale per lo Sviluppo Rurale del Friuli Venezia Giulia) è al lavoro per preparare la 4° Rassegna nazionale dei vini antichi e autoctoni “Vinum Loci” che si terrà nel rinnovato quartiere fieristico di Gorizia dal 14 al 17 ottobre, in concomitanza con la 7° edizione di “Ruralia”, il Salone dei prodotti agroalimentari a Dop e Igp e Mostra mercato dei prodotti alimentari di qualità e l’11° edizione del Salone biennale della barbatella “Vite”. Per informazioni: Gorizia Fiere, tel. 0481-520430, fax 0481-520279, www.Goriziafiere.it  www.Vinumloci.com  info@goriziafiere.It  
   
   
A FINE SETTEMBRE UN WEEK END DI .. VINO TRA I VIGNETI DI PROSECCO PER SCOPRIRE I SAPORI DELLA PRIMA STRADA DEL VINO ITALIANA  
 
A Conegliano itinerario tra calli e portici, visita alla storica Carpenè Malvolti con degustazione di Prosecco Doc e lezione di cucina di Fabrizio Nonis, a Castel Brando si aprono le sale dell’ antico maniero. Come trascorrere un week end diverso magari lontano dalla città, con il suo caotico traffico, gli affollati fast food e le immancabili bottigliette di acqua minerale ghiacciata? Nessun problema per chi ama le terre venete, il Prosecco e il cibo genuino e quindi decisi a partecipare al fine settimana dal 24 al 26 settembre organizzato dalla Carpenè Malvolti. Il programma si svolge lungo la Strada del Prosecco, a pochi chilometri da Venezia e Treviso, ma anche stavolta alla scoperta di angoli inediti di una campagna dove crescono le vigne per produrre le bollicine più famose d’Italia. Venerdì sera dopo la cena di benvenuto alla trattoria Al Ghetto, nel centro storico di Conegliano ed un brindisi al piano bar Moschino, l’albergo Canon d’Oro, che si affaccia sulla via Xx Settembre con portici e affreschi, accoglierà gli ospiti per la notte per partire al mattino del sabato verso la prima fermata golosa, alla latteria di Collalbrigo per assaggiare la casatella trevigiana e i formaggi della tradizione veneta. Ma non si vive di solo pane e allora per lo spirito degli ospiti sono previste due ore di “immersion” culturale con la visita alla Pieve di San Pietro di Feletto e all’Abbazia di Follina prima di sedersi alla storica tavola di Castel Brando con piatti della tradizione veneta. Dopo pranzo meglio una passeggiata tra i vigneti di Prosecco accompagnati dall’enologo Antonio Spinazzè per scoprirne tutti i segreti prima di tornare davanti ai fornelli per un’insolita lezione di cucina con Fabrizo Nonis, macellaio di professione a docente dell’Università dei Sapori di Perugia per passione e per vedere dal vivo come viene prodotto il Prosecco Doc di Conegliano, ancora una assaggio, questa volta nella Taverna dei Carpenè del vino veneto per eccellenza, apprezzarne i tenui profumi, il sapore fresco e fruttato prima del meritato riposo e la cena al ristorante Canon d’Oro. La domenica giorno di festa e Conegliano vi accoglierà nel suo centro storico per mostrarvi i tesori artistici del Duomo e arrivare percorrendo la panoramica Calle Madonna della Neve fino all’antica torre del Castello per chiudere un week end che non dimenticherete più. Quota di partecipazione: 199 Euro a persona comprende due pernottamenti in camera doppia con prima colazione, 2 pranzi, 2 cene, aperitivo di saluto e brindisi al piano bar Meschino, visite guidate ai vigneti, alla cantina Carpenè Malvolti con degustazione, lezione di cucina, ingresso alla Pieve di S. Pietro di Feletto, all’Abbazia di Follina, a Castel Brando, al Duomo e al Castello di Conegliano, pullman sabato e domenica mattina, depliant informativi. Per info: tel. 0438364630, www.Carpenè-malvolti.com  
   
   
A FINE SETTEMBRE UN WEEK END DI .. VINO TRA I VIGNETI DI PROSECCO PER SCOPRIRE I SAPORI DELLA PRIMA STRADA DEL VINO ITALIANA  
 
A Conegliano itinerario tra calli e portici, visita alla storica Carpenè Malvolti con degustazione di Prosecco Doc e lezione di cucina di Fabrizio Nonis, a Castel Brando si aprono le sale dell’ antico maniero. Come trascorrere un week end diverso magari lontano dalla città, con il suo caotico traffico, gli affollati fast food e le immancabili bottigliette di acqua minerale ghiacciata? Nessun problema per chi ama le terre venete, il Prosecco e il cibo genuino e quindi decisi a partecipare al fine settimana dal 24 al 26 settembre organizzato dalla Carpenè Malvolti. Il programma si svolge lungo la Strada del Prosecco, a pochi chilometri da Venezia e Treviso, ma anche stavolta alla scoperta di angoli inediti di una campagna dove crescono le vigne per produrre le bollicine più famose d’Italia. Venerdì sera dopo la cena di benvenuto alla trattoria Al Ghetto, nel centro storico di Conegliano ed un brindisi al piano bar Moschino, l’albergo Canon d’Oro, che si affaccia sulla via Xx Settembre con portici e affreschi, accoglierà gli ospiti per la notte per partire al mattino del sabato verso la prima fermata golosa, alla latteria di Collalbrigo per assaggiare la casatella trevigiana e i formaggi della tradizione veneta. Ma non si vive di solo pane e allora per lo spirito degli ospiti sono previste due ore di “immersion” culturale con la visita alla Pieve di San Pietro di Feletto e all’Abbazia di Follina prima di sedersi alla storica tavola di Castel Brando con piatti della tradizione veneta. Dopo pranzo meglio una passeggiata tra i vigneti di Prosecco accompagnati dall’enologo Antonio Spinazzè per scoprirne tutti i segreti prima di tornare davanti ai fornelli per un’insolita lezione di cucina con Fabrizo Nonis, macellaio di professione a docente dell’Università dei Sapori di Perugia per passione e per vedere dal vivo come viene prodotto il Prosecco Doc di Conegliano, ancora una assaggio, questa volta nella Taverna dei Carpenè del vino veneto per eccellenza, apprezzarne i tenui profumi, il sapore fresco e fruttato prima del meritato riposo e la cena al ristorante Canon d’Oro. La domenica giorno di festa e Conegliano vi accoglierà nel suo centro storico per mostrarvi i tesori artistici del Duomo e arrivare percorrendo la panoramica Calle Madonna della Neve fino all’antica torre del Castello per chiudere un week end che non dimenticherete più. Quota di partecipazione: 199 Euro a persona comprende due pernottamenti in camera doppia con prima colazione, 2 pranzi, 2 cene, aperitivo di saluto e brindisi al piano bar Meschino, visite guidate ai vigneti, alla cantina Carpenè Malvolti con degustazione, lezione di cucina, ingresso alla Pieve di S. Pietro di Feletto, all’Abbazia di Follina, a Castel Brando, al Duomo e al Castello di Conegliano, pullman sabato e domenica mattina, depliant informativi. Per info: tel. 0438364630, www.Carpenè-malvolti.com  
   
   
A FINE SETTEMBRE UN WEEK END DI .. VINO TRA I VIGNETI DI PROSECCO PER SCOPRIRE I SAPORI DELLA PRIMA STRADA DEL VINO ITALIANA  
 
A Conegliano itinerario tra calli e portici, visita alla storica Carpenè Malvolti con degustazione di Prosecco Doc e lezione di cucina di Fabrizio Nonis, a Castel Brando si aprono le sale dell’ antico maniero. Come trascorrere un week end diverso magari lontano dalla città, con il suo caotico traffico, gli affollati fast food e le immancabili bottigliette di acqua minerale ghiacciata? Nessun problema per chi ama le terre venete, il Prosecco e il cibo genuino e quindi decisi a partecipare al fine settimana dal 24 al 26 settembre organizzato dalla Carpenè Malvolti. Il programma si svolge lungo la Strada del Prosecco, a pochi chilometri da Venezia e Treviso, ma anche stavolta alla scoperta di angoli inediti di una campagna dove crescono le vigne per produrre le bollicine più famose d’Italia. Venerdì sera dopo la cena di benvenuto alla trattoria Al Ghetto, nel centro storico di Conegliano ed un brindisi al piano bar Moschino, l’albergo Canon d’Oro, che si affaccia sulla via Xx Settembre con portici e affreschi, accoglierà gli ospiti per la notte per partire al mattino del sabato verso la prima fermata golosa, alla latteria di Collalbrigo per assaggiare la casatella trevigiana e i formaggi della tradizione veneta. Ma non si vive di solo pane e allora per lo spirito degli ospiti sono previste due ore di “immersion” culturale con la visita alla Pieve di San Pietro di Feletto e all’Abbazia di Follina prima di sedersi alla storica tavola di Castel Brando con piatti della tradizione veneta. Dopo pranzo meglio una passeggiata tra i vigneti di Prosecco accompagnati dall’enologo Antonio Spinazzè per scoprirne tutti i segreti prima di tornare davanti ai fornelli per un’insolita lezione di cucina con Fabrizo Nonis, macellaio di professione a docente dell’Università dei Sapori di Perugia per passione e per vedere dal vivo come viene prodotto il Prosecco Doc di Conegliano, ancora una assaggio, questa volta nella Taverna dei Carpenè del vino veneto per eccellenza, apprezzarne i tenui profumi, il sapore fresco e fruttato prima del meritato riposo e la cena al ristorante Canon d’Oro. La domenica giorno di festa e Conegliano vi accoglierà nel suo centro storico per mostrarvi i tesori artistici del Duomo e arrivare percorrendo la panoramica Calle Madonna della Neve fino all’antica torre del Castello per chiudere un week end che non dimenticherete più. Quota di partecipazione: 199 Euro a persona comprende due pernottamenti in camera doppia con prima colazione, 2 pranzi, 2 cene, aperitivo di saluto e brindisi al piano bar Meschino, visite guidate ai vigneti, alla cantina Carpenè Malvolti con degustazione, lezione di cucina, ingresso alla Pieve di S. Pietro di Feletto, all’Abbazia di Follina, a Castel Brando, al Duomo e al Castello di Conegliano, pullman sabato e domenica mattina, depliant informativi. Per info: tel. 0438364630, www.Carpenè-malvolti.com  
   
   
A FINE SETTEMBRE UN WEEK END DI .. VINO TRA I VIGNETI DI PROSECCO PER SCOPRIRE I SAPORI DELLA PRIMA STRADA DEL VINO ITALIANA  
 
A Conegliano itinerario tra calli e portici, visita alla storica Carpenè Malvolti con degustazione di Prosecco Doc e lezione di cucina di Fabrizio Nonis, a Castel Brando si aprono le sale dell’ antico maniero. Come trascorrere un week end diverso magari lontano dalla città, con il suo caotico traffico, gli affollati fast food e le immancabili bottigliette di acqua minerale ghiacciata? Nessun problema per chi ama le terre venete, il Prosecco e il cibo genuino e quindi decisi a partecipare al fine settimana dal 24 al 26 settembre organizzato dalla Carpenè Malvolti. Il programma si svolge lungo la Strada del Prosecco, a pochi chilometri da Venezia e Treviso, ma anche stavolta alla scoperta di angoli inediti di una campagna dove crescono le vigne per produrre le bollicine più famose d’Italia. Venerdì sera dopo la cena di benvenuto alla trattoria Al Ghetto, nel centro storico di Conegliano ed un brindisi al piano bar Moschino, l’albergo Canon d’Oro, che si affaccia sulla via Xx Settembre con portici e affreschi, accoglierà gli ospiti per la notte per partire al mattino del sabato verso la prima fermata golosa, alla latteria di Collalbrigo per assaggiare la casatella trevigiana e i formaggi della tradizione veneta. Ma non si vive di solo pane e allora per lo spirito degli ospiti sono previste due ore di “immersion” culturale con la visita alla Pieve di San Pietro di Feletto e all’Abbazia di Follina prima di sedersi alla storica tavola di Castel Brando con piatti della tradizione veneta. Dopo pranzo meglio una passeggiata tra i vigneti di Prosecco accompagnati dall’enologo Antonio Spinazzè per scoprirne tutti i segreti prima di tornare davanti ai fornelli per un’insolita lezione di cucina con Fabrizo Nonis, macellaio di professione a docente dell’Università dei Sapori di Perugia per passione e per vedere dal vivo come viene prodotto il Prosecco Doc di Conegliano, ancora una assaggio, questa volta nella Taverna dei Carpenè del vino veneto per eccellenza, apprezzarne i tenui profumi, il sapore fresco e fruttato prima del meritato riposo e la cena al ristorante Canon d’Oro. La domenica giorno di festa e Conegliano vi accoglierà nel suo centro storico per mostrarvi i tesori artistici del Duomo e arrivare percorrendo la panoramica Calle Madonna della Neve fino all’antica torre del Castello per chiudere un week end che non dimenticherete più. Quota di partecipazione: 199 Euro a persona comprende due pernottamenti in camera doppia con prima colazione, 2 pranzi, 2 cene, aperitivo di saluto e brindisi al piano bar Meschino, visite guidate ai vigneti, alla cantina Carpenè Malvolti con degustazione, lezione di cucina, ingresso alla Pieve di S. Pietro di Feletto, all’Abbazia di Follina, a Castel Brando, al Duomo e al Castello di Conegliano, pullman sabato e domenica mattina, depliant informativi. Per info: tel. 0438364630, www.Carpenè-malvolti.com  
   
   
A FINE SETTEMBRE UN WEEK END DI .. VINO TRA I VIGNETI DI PROSECCO PER SCOPRIRE I SAPORI DELLA PRIMA STRADA DEL VINO ITALIANA  
 
A Conegliano itinerario tra calli e portici, visita alla storica Carpenè Malvolti con degustazione di Prosecco Doc e lezione di cucina di Fabrizio Nonis, a Castel Brando si aprono le sale dell’ antico maniero. Come trascorrere un week end diverso magari lontano dalla città, con il suo caotico traffico, gli affollati fast food e le immancabili bottigliette di acqua minerale ghiacciata? Nessun problema per chi ama le terre venete, il Prosecco e il cibo genuino e quindi decisi a partecipare al fine settimana dal 24 al 26 settembre organizzato dalla Carpenè Malvolti. Il programma si svolge lungo la Strada del Prosecco, a pochi chilometri da Venezia e Treviso, ma anche stavolta alla scoperta di angoli inediti di una campagna dove crescono le vigne per produrre le bollicine più famose d’Italia. Venerdì sera dopo la cena di benvenuto alla trattoria Al Ghetto, nel centro storico di Conegliano ed un brindisi al piano bar Moschino, l’albergo Canon d’Oro, che si affaccia sulla via Xx Settembre con portici e affreschi, accoglierà gli ospiti per la notte per partire al mattino del sabato verso la prima fermata golosa, alla latteria di Collalbrigo per assaggiare la casatella trevigiana e i formaggi della tradizione veneta. Ma non si vive di solo pane e allora per lo spirito degli ospiti sono previste due ore di “immersion” culturale con la visita alla Pieve di San Pietro di Feletto e all’Abbazia di Follina prima di sedersi alla storica tavola di Castel Brando con piatti della tradizione veneta. Dopo pranzo meglio una passeggiata tra i vigneti di Prosecco accompagnati dall’enologo Antonio Spinazzè per scoprirne tutti i segreti prima di tornare davanti ai fornelli per un’insolita lezione di cucina con Fabrizo Nonis, macellaio di professione a docente dell’Università dei Sapori di Perugia per passione e per vedere dal vivo come viene prodotto il Prosecco Doc di Conegliano, ancora una assaggio, questa volta nella Taverna dei Carpenè del vino veneto per eccellenza, apprezzarne i tenui profumi, il sapore fresco e fruttato prima del meritato riposo e la cena al ristorante Canon d’Oro. La domenica giorno di festa e Conegliano vi accoglierà nel suo centro storico per mostrarvi i tesori artistici del Duomo e arrivare percorrendo la panoramica Calle Madonna della Neve fino all’antica torre del Castello per chiudere un week end che non dimenticherete più. Quota di partecipazione: 199 Euro a persona comprende due pernottamenti in camera doppia con prima colazione, 2 pranzi, 2 cene, aperitivo di saluto e brindisi al piano bar Meschino, visite guidate ai vigneti, alla cantina Carpenè Malvolti con degustazione, lezione di cucina, ingresso alla Pieve di S. Pietro di Feletto, all’Abbazia di Follina, a Castel Brando, al Duomo e al Castello di Conegliano, pullman sabato e domenica mattina, depliant informativi. Per info: tel. 0438364630, www.Carpenè-malvolti.com  
   
   
A FINE SETTEMBRE UN WEEK END DI .. VINO TRA I VIGNETI DI PROSECCO PER SCOPRIRE I SAPORI DELLA PRIMA STRADA DEL VINO ITALIANA  
 
A Conegliano itinerario tra calli e portici, visita alla storica Carpenè Malvolti con degustazione di Prosecco Doc e lezione di cucina di Fabrizio Nonis, a Castel Brando si aprono le sale dell’ antico maniero. Come trascorrere un week end diverso magari lontano dalla città, con il suo caotico traffico, gli affollati fast food e le immancabili bottigliette di acqua minerale ghiacciata? Nessun problema per chi ama le terre venete, il Prosecco e il cibo genuino e quindi decisi a partecipare al fine settimana dal 24 al 26 settembre organizzato dalla Carpenè Malvolti. Il programma si svolge lungo la Strada del Prosecco, a pochi chilometri da Venezia e Treviso, ma anche stavolta alla scoperta di angoli inediti di una campagna dove crescono le vigne per produrre le bollicine più famose d’Italia. Venerdì sera dopo la cena di benvenuto alla trattoria Al Ghetto, nel centro storico di Conegliano ed un brindisi al piano bar Moschino, l’albergo Canon d’Oro, che si affaccia sulla via Xx Settembre con portici e affreschi, accoglierà gli ospiti per la notte per partire al mattino del sabato verso la prima fermata golosa, alla latteria di Collalbrigo per assaggiare la casatella trevigiana e i formaggi della tradizione veneta. Ma non si vive di solo pane e allora per lo spirito degli ospiti sono previste due ore di “immersion” culturale con la visita alla Pieve di San Pietro di Feletto e all’Abbazia di Follina prima di sedersi alla storica tavola di Castel Brando con piatti della tradizione veneta. Dopo pranzo meglio una passeggiata tra i vigneti di Prosecco accompagnati dall’enologo Antonio Spinazzè per scoprirne tutti i segreti prima di tornare davanti ai fornelli per un’insolita lezione di cucina con Fabrizo Nonis, macellaio di professione a docente dell’Università dei Sapori di Perugia per passione e per vedere dal vivo come viene prodotto il Prosecco Doc di Conegliano, ancora una assaggio, questa volta nella Taverna dei Carpenè del vino veneto per eccellenza, apprezzarne i tenui profumi, il sapore fresco e fruttato prima del meritato riposo e la cena al ristorante Canon d’Oro. La domenica giorno di festa e Conegliano vi accoglierà nel suo centro storico per mostrarvi i tesori artistici del Duomo e arrivare percorrendo la panoramica Calle Madonna della Neve fino all’antica torre del Castello per chiudere un week end che non dimenticherete più. Quota di partecipazione: 199 Euro a persona comprende due pernottamenti in camera doppia con prima colazione, 2 pranzi, 2 cene, aperitivo di saluto e brindisi al piano bar Meschino, visite guidate ai vigneti, alla cantina Carpenè Malvolti con degustazione, lezione di cucina, ingresso alla Pieve di S. Pietro di Feletto, all’Abbazia di Follina, a Castel Brando, al Duomo e al Castello di Conegliano, pullman sabato e domenica mattina, depliant informativi. Per info: tel. 0438364630, www.Carpenè-malvolti.com  
   
   
AL VIA LA 67A EDIZIONE DELLA “SAGRA DEL PESCE” DI CHIOGGIA DAL 9 AL 18 LUGLIO 2004 SI RINNOVA L’APPUNTAMENTO CON LA FRITTURA DI PESCE QUEST'ANNO REALIZZATA CON LA PARTECIPAZIONE DI FRIOL  
 
Dieci giorni ricchi di appuntamenti, iniziative spettacolari e soprattutto buona cucina. Anche quest’anno dal 9 al 18 luglio si terrà nel Centro Storico di Chioggia la famosissima “Sagra del pesce”, che festeggia la sua 67esima edizione confermandosi come uno degli eventi folkloristico-gastronomico più attesi del veneto. La manifestazione, organizzata dal Comune di Chioggia in collaborazione con l’Azienda di Promozione Turistica, viene realizzata per la prima volta con la partecipazione, come sponsor, di Friol - l’olio specifico per friggere che grazie alla sua equilibrata composizione di oli resiste alle alte temperature consentendo di ottenere una frittura croccante e al contempo asciutta. L’appuntamento rientra infatti nel progetto “Friol per le sagre”: otto eventi gastronomici organizzati dai Comuni e dalle Pro loco locali per creare momenti di festa e di spettacolo dove le maxi fritture sono le regine di casa. Appuntamenti a cui proprio non si deve mancare. Sagre diventate ormai celebri grazie alla forte affluenza di pubblico registrata nelle passate edizioni e soprattutto per le grandi quantità di prelibatezze che si possono degustare. Proprio per questo Friol ha deciso di diventare partner attivo di queste iniziative e partecipare come sponsor ad un calendario itinerante di manifestazioni gastronomiche che sta attraversando l’Italia intera facendo gustare agli ospiti delle sagre sfiziose ricette di fritto. Friol fa tappa in Veneto dove, grazie alla propria fornitura di olio, verranno fritti durante i dieci giorni della manifestazione oltre 12.000 kg pesce: dagli anelli di calamari alle seppioline e ancora calamaretti, sarde e alici. Tra le specialità offerte anche la “schile e marsiòni”: fritto misto di gamberetti e pescetti di laguna. La “Sagra del Pesce” di Chioggia costituisce per la città l’appuntamento folkloristico-gastronomico più importante dell’anno e nei 10 giorni del suo svolgimento vede un afflusso di decine di migliaia di turisti e visitatori che giungono da tutta Italia per assistere anche ai numerosi spettacoli legati alle tradizioni popolari chioggiotte: performance gratuite che prendono vita lungo le vie del paese. In particolare, in pittoreschi campielli vengono rappresentate da compagnie amatoriali locali le goldoniane “baruffe chiozzote” e altre commedie in dialetto veneto; mentre lungo la piazza principale si esibisce, in costume tipico, il coro popolare chioggiotto che presenta un repertorio di canti tradizionali della laguna. Piccoli allestimenti dislocati in Chioggia ripropongono spaccati della vita di fine ottocento con dimostrazioni di antichi mestieri legati al mondo della pesca. Proprio in occasione della Sagra del Pesce vengono anche organizzate gare di voga alla veneta, gare di pesca alla seppiolina e regate di vela. Cenni storici: La Sagra del Pesce nasce nella seconda metà degli anni ’30, quando nella città di Chioggia si pensò di creare un evento promozionale che facesse da traino all’economia locale basata principalmente sulla pesca, prendendo esempio dal crescente successo che raccoglievano in altri luoghi d’Italia le varie feste della mietitura o le sagre dell’uva. Accolta subito con favore dalla popolazione, ha visto un graduale e crescente coinvolgimento dei pescatori e del mondo della pesca, tanto che nei giorni del suo svolgimento era in passato tutto un proliferare di friggitorie gestite dagli stessi pescatori i quali, tirate in piazza le proprie barche le trasformavano in improvvisate cucine dove veniva cotto e servito il proprio pescato. Per animare la manifestazioni gastronomica, i popolani nei costumi caratteristici animavano la piazza con rappresentazioni teatrali in dialetto, organizzavano concorsi per la dipintura della vela più bella e regate di voga alla veneta tra i rioni della città. La kermesse si concludeva ogni anno con lo spettacolo pirotecnico notturno che colorava la laguna. Nel corso degli anni, per soddisfare la crescente affluenza di turisti e visitatori, sono stati creati degli stands per la distribuzione del pesce fritto, con tipologie costruttive riproducenti le architetture popolari chioggiotte, con aggiunta di tavoli e panche. All’inizio hanno affiancato le friggitorie popolari per poi sostituirle del tutto a partire dalla fine degli anni 70’, principalmente a causa delle nuove norme igienico sanitarie. Informazioni: Apt Chioggia Tel. 041-40.10.68 E-mail: info@chioggiatourism.It, www.Chioggiatourism.it. Con la Sagra del Pesce di Chioggia, Friol giunge così al giro di boa del progetto “Friol per le Sagre”. Gli appuntamenti dell’estate continueranno sul lungomare di Porto San Giorgio, domenica 18 luglio, dove si svolgerà la Xxvia Edizione della “Festa del Mare”. Secondo appuntamento per la “Padella dell’Adriatico”, già protagonista a Fiumicino, dove questa volta a cadere nell’olio saranno più di 10 quintali di calamaretti, il tutto arricchito da una speciale coreografia di special guest: i cuochi di Porto San Giorgio. Ma non solo di pesce si occupa Friol, quest’anno il calendario degli appuntamenti coinvolgerà per la prima volta anche la “Pittula”, gustosa frittella salata tipica di Carpignano Salentino (Le). Sarà lei la protagonista della “Festa Te Lu Mieru” che dal 3 al 5 settembre inviterà alla sua Xxxa Edizione migliaia di ospiti per degustarla insieme gli altri piatti tipici della zona, come i Ceci alla Pignata accompagnati da ottimo vino con il quale si brinderà al buon esito dell’imminente vendemmia. A Leonessa è stato invece riservato il compito di chiudere la serie di manifestazioni gastronomiche organizzate quest’anno in collaborazione con Friol. Sarà quindi la Xva edizione della Sagra della Patata di Leonessa (Ri); sabato 9 e domenica 10 ottobre, a festeggiare la fine di questi appuntamenti con piatti della tradizione culinaria leonessana. La patata, regina dell’evento, verrà servita in diverse varianti tra cui: la patata “rescallata” – lessa e poi saltata in padella con cipolla e pancetta – e le immancabili patatine fritte, per le quali verrà utilizzata la varietà dalla buccia rossa che, insieme all’olio Friol, renderanno le patatine ancora più buone e croccanti. All’imbrunire, a conclusione delle giornate di frittura, il “Ballo della Pupazza” - un fantoccio di carta pesta contenente al suo interno fuochi d’artificio e manovrato da un uomo – animerà la serata fino all’avvenuta esplosione dei fuochi d’artificio.  
   
   
IL MULLER THURGAU TORNA IN SCENA, PROTAGONISTA INDISCUSSO DELLA VITICOLTURA DI MONTAGNA, CON CEMBRA PRONTA AD OSPITARE I MIGLIORI ESEMPLARI DI QUESTO FRUTTATO VINO BIANCO  
 
Lo scopri, lo assaggi e non lo scordi. Perché ha il fascino della semplicità alpina e la forza di un vino di classe. Il Muller Thurgau, in qualunque occasione – d’estate è comunque l’ideale – diventa il bere più appropriato. Proprio perché ha la vigoria impressa all’uva dalla viticoltura dolomitica e una facile bevibilità. Inconfondibile. Scaturisce dall’intuito vitivinicolo di schiere di piccoli – talvolta eroici – vitivinicoltori. Quelli che per primi hanno scommesso sul Mt e che ogni anno a Cembra – la valle più ardita del Trentino, enologicamente parlando – spalancano le porte delle loro cantine, delle loro stesse case rurali per ospitare tanti altri Mt. Un confronto franco, aperto, schietto. Proprio come il Mt. La Valle di Cembra, tutta la comunità di valle è mobilitata da mesi per preparare al meglio questo importante appuntamento enoico. Questioni d’identità, questioni di stile. Il Mt diventa ambasciatore di cultura in uno scenario dove la coltura della vite ha il fascino delle opere d’arte. Campi vitati strappati alle rocce porfiriche della vallata, filari sorretti da muri di pietre accatastate con fatica. Solo per ottenere uve d’intrinseca qualità. E’ per questo che il Mt della val di Cembra è una sorta di ‘must’: unico nel suo genere, massima interpretazione del fondamentale legame tra vitigno e territorio. E dunque vero simbolo di tipicità. Talmente schietto e sicuro delle sua potenzialità da essere termine di paragone e di confronto con i Mt di altre realtà. Uno scambio per crescere, per migliorare ancora. Nasce da questo anche la prima edizione del Concorso Internazionale riservato a questa tipologia di vino. Promosso dal Comitato Mostra Valle di Cembra in collaborazione con i massimi organismi del settore, patrocinato da l’ Organisation International de la Vigne e du Vin ( Oiv); il patrocinio del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali, nonché la collaborazione scientifica dell’ Istituto Agrario di San Michele all’Adige, del Corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia dell’Università degli Studi di Udine, dell’Istituto di Viticoltura dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza e del Centro Studi e Formazione Assaggiatori. Tutti e tutto in onore del Mt. Per innovare la storica rassegna dei Mt dell’Arco Alpino, ma anche per mettere in evidenza le produzioni di maggior pregio e dunque stimolare i produttori, i viticoltori e cantinieri a proporre un Mt sempre migliore. Per la piena soddisfazione del consumatore. L’imminente rassegna è ricca di appuntamenti, degustazioni, curiosità. Convegni, gastronomia, pure un seminario dedicato alle prospettive per l’architettura di montagna e - grande attesa – sulle ragioni del successo di questo vitigno/vino ormai di moda. Insomma: il Mt in tutte le sue versioni. Grappa compresa. L’arte distillatoria, del resto, a Cembra è di casa. Finissime acquaviti ricavare dalle vinacce di Mt per impreziosire ulteriormente il blasone di questo incredibile vitigno. Golosità e divertimento. Con degustazioni di prodotti agroalimentari simboli del territorio trentino – a cura della Trentino Marketing – tra spettacoli musicali, folklore e utili lezioni sul gusto e l’evoluzione del vino. E ancora. Cembra, comunità aperta. Come di consuetudine, anche quest’anno ci sarà il gemellaggio con la ‘Strada del vino dei Colli di Candia e Lunigiana’, fortemente voluto da entrambe le specifiche realtà produttive. Per una qualità senza confini e un confronto che già ora si preannuncia ricco quanto interessante.  
   
   
NOTE DI STELLE A "IL VISCONTE AGRITURISMO DI QUALITÀ" DI GUDO VISCONTI (MI) PRIMA DELLE FERIE D'AGOSTO  
 
Suggestivo appuntamento al Visconte prima delle tanto agognate vacanze estive. Sabato 17 luglio si festeggerà doppiamente la bella stagione: dapprima con la cena in ristorante assolutamente da non perdere, leggera e stimolante, caratterizzata da un menù ideato esclusivamente per l'occasione dagli chef del Visconte, Silvio De Angeli e Alessandro Dehò. Dalle ore 23, poi, nel prestigioso salone affacciato sul giardino partirà l'afterhours, vero evento nell'evento grazie alla magica atmosfera creata dalla musica del quartetto d'archi "Archimia", con le "incursioni" del violinista Marco Corsini. Il repertorio spazierà dal classico fino ai nostri giorni, con musiche, tra le altre, di F. J. Haydn, W. A. Mozart, A. Piazzolla, H. Mancini e cantautori italiani. Ad intramezzare il concerto, intorno alla mezzanotte, anche una "Flower's surprise" che, come tutte le sorprese che si rispettino, non verrà svelata sino a quella sera.Cena ore 20 e 30 , Aperitivo di Benvenuto, Bicchierino al gazpacho di melone bianco con pomodoro confit e gambero alla menta, Cocktail al cocco ,Antipasto , Filettino di manzo scottato alla brace e affumicato alla resina dolce servito su fichi alla marsalette, Prosecco di Valdobbiadene "Crede" - Az. Agr. Bisol ,Primo Piatto , Tagliolini verdi basilico con zuppetta ai gamberi di fiume e porro fritto, Villa Solais 2002 Vermentino di Sardegna - Cantina Santadi Secondo Piatto ,Tartare di verdure alla frutta con riduzione al balsamico, Lacrime di Morro d'Alba 2002 - Az. Agr. Giusti, Dessert Gelatina di birra doppio malto e scaglie di cioccolato con crema chantilly alla vaniglia, Birra Cassissona - birrificio Italiano, Caffé e piccola pasticceria , Amari e Liquori , Afterhours ore 23,00 ,Brindisi sotto le stelle e prima parte del concerto del quartetto d'archi "Archimia" , - guest star violinista Marco Corsini - Cocktail & Stuzzichini , Cocktail a base di batida de coco - blu caraçao - sangria – spumante, Club sandwich - Spiedini di frutta fresca - Stuzzichini , ore 24.00 , Flower's Surprise , ore 24.30 , Seconda parte del concerto del quartetto "Archimia" , - guest star violinista Marco Corsini - ,Costo della cena euro 50,00 Costo dell'afterhours euro 20,00, Costo di cena e afterhours euro 60,00 Info e prenotazioni: il Visconte agriturismo di qualità , Telefono 02.94940266 www.Ilvisconte.it  
   
   
AL VIA LA 67A EDIZIONE DELLA “SAGRA DEL PESCE” DI CHIOGGIA DAL 9 AL 18 LUGLIO 2004 SI RINNOVA L’APPUNTAMENTO CON LA FRITTURA DI PESCE QUEST'ANNO REALIZZATA CON LA PARTECIPAZIONE DI FRIOL  
 
Dieci giorni ricchi di appuntamenti, iniziative spettacolari e soprattutto buona cucina. Anche quest’anno dal 9 al 18 luglio si terrà nel Centro Storico di Chioggia la famosissima “Sagra del pesce”, che festeggia la sua 67esima edizione confermandosi come uno degli eventi folkloristico-gastronomico più attesi del veneto. La manifestazione, organizzata dal Comune di Chioggia in collaborazione con l’Azienda di Promozione Turistica, viene realizzata per la prima volta con la partecipazione, come sponsor, di Friol - l’olio specifico per friggere che grazie alla sua equilibrata composizione di oli resiste alle alte temperature consentendo di ottenere una frittura croccante e al contempo asciutta. L’appuntamento rientra infatti nel progetto “Friol per le sagre”: otto eventi gastronomici organizzati dai Comuni e dalle Pro loco locali per creare momenti di festa e di spettacolo dove le maxi fritture sono le regine di casa. Appuntamenti a cui proprio non si deve mancare. Sagre diventate ormai celebri grazie alla forte affluenza di pubblico registrata nelle passate edizioni e soprattutto per le grandi quantità di prelibatezze che si possono degustare. Proprio per questo Friol ha deciso di diventare partner attivo di queste iniziative e partecipare come sponsor ad un calendario itinerante di manifestazioni gastronomiche che sta attraversando l’Italia intera facendo gustare agli ospiti delle sagre sfiziose ricette di fritto. Friol fa tappa in Veneto dove, grazie alla propria fornitura di olio, verranno fritti durante i dieci giorni della manifestazione oltre 12.000 kg pesce: dagli anelli di calamari alle seppioline e ancora calamaretti, sarde e alici. Tra le specialità offerte anche la “schile e marsiòni”: fritto misto di gamberetti e pescetti di laguna. La “Sagra del Pesce” di Chioggia costituisce per la città l’appuntamento folkloristico-gastronomico più importante dell’anno e nei 10 giorni del suo svolgimento vede un afflusso di decine di migliaia di turisti e visitatori che giungono da tutta Italia per assistere anche ai numerosi spettacoli legati alle tradizioni popolari chioggiotte: performance gratuite che prendono vita lungo le vie del paese. In particolare, in pittoreschi campielli vengono rappresentate da compagnie amatoriali locali le goldoniane “baruffe chiozzote” e altre commedie in dialetto veneto; mentre lungo la piazza principale si esibisce, in costume tipico, il coro popolare chioggiotto che presenta un repertorio di canti tradizionali della laguna. Piccoli allestimenti dislocati in Chioggia ripropongono spaccati della vita di fine ottocento con dimostrazioni di antichi mestieri legati al mondo della pesca. Proprio in occasione della Sagra del Pesce vengono anche organizzate gare di voga alla veneta, gare di pesca alla seppiolina e regate di vela. Cenni storici: La Sagra del Pesce nasce nella seconda metà degli anni ’30, quando nella città di Chioggia si pensò di creare un evento promozionale che facesse da traino all’economia locale basata principalmente sulla pesca, prendendo esempio dal crescente successo che raccoglievano in altri luoghi d’Italia le varie feste della mietitura o le sagre dell’uva. Accolta subito con favore dalla popolazione, ha visto un graduale e crescente coinvolgimento dei pescatori e del mondo della pesca, tanto che nei giorni del suo svolgimento era in passato tutto un proliferare di friggitorie gestite dagli stessi pescatori i quali, tirate in piazza le proprie barche le trasformavano in improvvisate cucine dove veniva cotto e servito il proprio pescato. Per animare la manifestazioni gastronomica, i popolani nei costumi caratteristici animavano la piazza con rappresentazioni teatrali in dialetto, organizzavano concorsi per la dipintura della vela più bella e regate di voga alla veneta tra i rioni della città. La kermesse si concludeva ogni anno con lo spettacolo pirotecnico notturno che colorava la laguna. Nel corso degli anni, per soddisfare la crescente affluenza di turisti e visitatori, sono stati creati degli stands per la distribuzione del pesce fritto, con tipologie costruttive riproducenti le architetture popolari chioggiotte, con aggiunta di tavoli e panche. All’inizio hanno affiancato le friggitorie popolari per poi sostituirle del tutto a partire dalla fine degli anni 70’, principalmente a causa delle nuove norme igienico sanitarie. Informazioni: Apt Chioggia Tel. 041-40.10.68 E-mail: info@chioggiatourism.It, www.Chioggiatourism.it. Con la Sagra del Pesce di Chioggia, Friol giunge così al giro di boa del progetto “Friol per le Sagre”. Gli appuntamenti dell’estate continueranno sul lungomare di Porto San Giorgio, domenica 18 luglio, dove si svolgerà la Xxvia Edizione della “Festa del Mare”. Secondo appuntamento per la “Padella dell’Adriatico”, già protagonista a Fiumicino, dove questa volta a cadere nell’olio saranno più di 10 quintali di calamaretti, il tutto arricchito da una speciale coreografia di special guest: i cuochi di Porto San Giorgio. Ma non solo di pesce si occupa Friol, quest’anno il calendario degli appuntamenti coinvolgerà per la prima volta anche la “Pittula”, gustosa frittella salata tipica di Carpignano Salentino (Le). Sarà lei la protagonista della “Festa Te Lu Mieru” che dal 3 al 5 settembre inviterà alla sua Xxxa Edizione migliaia di ospiti per degustarla insieme gli altri piatti tipici della zona, come i Ceci alla Pignata accompagnati da ottimo vino con il quale si brinderà al buon esito dell’imminente vendemmia. A Leonessa è stato invece riservato il compito di chiudere la serie di manifestazioni gastronomiche organizzate quest’anno in collaborazione con Friol. Sarà quindi la Xva edizione della Sagra della Patata di Leonessa (Ri); sabato 9 e domenica 10 ottobre, a festeggiare la fine di questi appuntamenti con piatti della tradizione culinaria leonessana. La patata, regina dell’evento, verrà servita in diverse varianti tra cui: la patata “rescallata” – lessa e poi saltata in padella con cipolla e pancetta – e le immancabili patatine fritte, per le quali verrà utilizzata la varietà dalla buccia rossa che, insieme all’olio Friol, renderanno le patatine ancora più buone e croccanti. All’imbrunire, a conclusione delle giornate di frittura, il “Ballo della Pupazza” - un fantoccio di carta pesta contenente al suo interno fuochi d’artificio e manovrato da un uomo – animerà la serata fino all’avvenuta esplosione dei fuochi d’artificio.  
   
   
IL MULLER THURGAU TORNA IN SCENA, PROTAGONISTA INDISCUSSO DELLA VITICOLTURA DI MONTAGNA, CON CEMBRA PRONTA AD OSPITARE I MIGLIORI ESEMPLARI DI QUESTO FRUTTATO VINO BIANCO  
 
Lo scopri, lo assaggi e non lo scordi. Perché ha il fascino della semplicità alpina e la forza di un vino di classe. Il Muller Thurgau, in qualunque occasione – d’estate è comunque l’ideale – diventa il bere più appropriato. Proprio perché ha la vigoria impressa all’uva dalla viticoltura dolomitica e una facile bevibilità. Inconfondibile. Scaturisce dall’intuito vitivinicolo di schiere di piccoli – talvolta eroici – vitivinicoltori. Quelli che per primi hanno scommesso sul Mt e che ogni anno a Cembra – la valle più ardita del Trentino, enologicamente parlando – spalancano le porte delle loro cantine, delle loro stesse case rurali per ospitare tanti altri Mt. Un confronto franco, aperto, schietto. Proprio come il Mt. La Valle di Cembra, tutta la comunità di valle è mobilitata da mesi per preparare al meglio questo importante appuntamento enoico. Questioni d’identità, questioni di stile. Il Mt diventa ambasciatore di cultura in uno scenario dove la coltura della vite ha il fascino delle opere d’arte. Campi vitati strappati alle rocce porfiriche della vallata, filari sorretti da muri di pietre accatastate con fatica. Solo per ottenere uve d’intrinseca qualità. E’ per questo che il Mt della val di Cembra è una sorta di ‘must’: unico nel suo genere, massima interpretazione del fondamentale legame tra vitigno e territorio. E dunque vero simbolo di tipicità. Talmente schietto e sicuro delle sua potenzialità da essere termine di paragone e di confronto con i Mt di altre realtà. Uno scambio per crescere, per migliorare ancora. Nasce da questo anche la prima edizione del Concorso Internazionale riservato a questa tipologia di vino. Promosso dal Comitato Mostra Valle di Cembra in collaborazione con i massimi organismi del settore, patrocinato da l’ Organisation International de la Vigne e du Vin ( Oiv); il patrocinio del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali, nonché la collaborazione scientifica dell’ Istituto Agrario di San Michele all’Adige, del Corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia dell’Università degli Studi di Udine, dell’Istituto di Viticoltura dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza e del Centro Studi e Formazione Assaggiatori. Tutti e tutto in onore del Mt. Per innovare la storica rassegna dei Mt dell’Arco Alpino, ma anche per mettere in evidenza le produzioni di maggior pregio e dunque stimolare i produttori, i viticoltori e cantinieri a proporre un Mt sempre migliore. Per la piena soddisfazione del consumatore. L’imminente rassegna è ricca di appuntamenti, degustazioni, curiosità. Convegni, gastronomia, pure un seminario dedicato alle prospettive per l’architettura di montagna e - grande attesa – sulle ragioni del successo di questo vitigno/vino ormai di moda. Insomma: il Mt in tutte le sue versioni. Grappa compresa. L’arte distillatoria, del resto, a Cembra è di casa. Finissime acquaviti ricavare dalle vinacce di Mt per impreziosire ulteriormente il blasone di questo incredibile vitigno. Golosità e divertimento. Con degustazioni di prodotti agroalimentari simboli del territorio trentino – a cura della Trentino Marketing – tra spettacoli musicali, folklore e utili lezioni sul gusto e l’evoluzione del vino. E ancora. Cembra, comunità aperta. Come di consuetudine, anche quest’anno ci sarà il gemellaggio con la ‘Strada del vino dei Colli di Candia e Lunigiana’, fortemente voluto da entrambe le specifiche realtà produttive. Per una qualità senza confini e un confronto che già ora si preannuncia ricco quanto interessante.  
   
   
NOTE DI STELLE A "IL VISCONTE AGRITURISMO DI QUALITÀ" DI GUDO VISCONTI (MI) PRIMA DELLE FERIE D'AGOSTO  
 
Suggestivo appuntamento al Visconte prima delle tanto agognate vacanze estive. Sabato 17 luglio si festeggerà doppiamente la bella stagione: dapprima con la cena in ristorante assolutamente da non perdere, leggera e stimolante, caratterizzata da un menù ideato esclusivamente per l'occasione dagli chef del Visconte, Silvio De Angeli e Alessandro Dehò. Dalle ore 23, poi, nel prestigioso salone affacciato sul giardino partirà l'afterhours, vero evento nell'evento grazie alla magica atmosfera creata dalla musica del quartetto d'archi "Archimia", con le "incursioni" del violinista Marco Corsini. Il repertorio spazierà dal classico fino ai nostri giorni, con musiche, tra le altre, di F. J. Haydn, W. A. Mozart, A. Piazzolla, H. Mancini e cantautori italiani. Ad intramezzare il concerto, intorno alla mezzanotte, anche una "Flower's surprise" che, come tutte le sorprese che si rispettino, non verrà svelata sino a quella sera.Cena ore 20 e 30 , Aperitivo di Benvenuto, Bicchierino al gazpacho di melone bianco con pomodoro confit e gambero alla menta, Cocktail al cocco ,Antipasto , Filettino di manzo scottato alla brace e affumicato alla resina dolce servito su fichi alla marsalette, Prosecco di Valdobbiadene "Crede" - Az. Agr. Bisol ,Primo Piatto , Tagliolini verdi basilico con zuppetta ai gamberi di fiume e porro fritto, Villa Solais 2002 Vermentino di Sardegna - Cantina Santadi Secondo Piatto ,Tartare di verdure alla frutta con riduzione al balsamico, Lacrime di Morro d'Alba 2002 - Az. Agr. Giusti, Dessert Gelatina di birra doppio malto e scaglie di cioccolato con crema chantilly alla vaniglia, Birra Cassissona - birrificio Italiano, Caffé e piccola pasticceria , Amari e Liquori , Afterhours ore 23,00 ,Brindisi sotto le stelle e prima parte del concerto del quartetto d'archi "Archimia" , - guest star violinista Marco Corsini - Cocktail & Stuzzichini , Cocktail a base di batida de coco - blu caraçao - sangria – spumante, Club sandwich - Spiedini di frutta fresca - Stuzzichini , ore 24.00 , Flower's Surprise , ore 24.30 , Seconda parte del concerto del quartetto "Archimia" , - guest star violinista Marco Corsini - ,Costo della cena euro 50,00 Costo dell'afterhours euro 20,00, Costo di cena e afterhours euro 60,00 Info e prenotazioni: il Visconte agriturismo di qualità , Telefono 02.94940266 www.Ilvisconte.it  
   
   
AL VIA LA 67A EDIZIONE DELLA “SAGRA DEL PESCE” DI CHIOGGIA DAL 9 AL 18 LUGLIO 2004 SI RINNOVA L’APPUNTAMENTO CON LA FRITTURA DI PESCE QUEST'ANNO REALIZZATA CON LA PARTECIPAZIONE DI FRIOL  
 
Dieci giorni ricchi di appuntamenti, iniziative spettacolari e soprattutto buona cucina. Anche quest’anno dal 9 al 18 luglio si terrà nel Centro Storico di Chioggia la famosissima “Sagra del pesce”, che festeggia la sua 67esima edizione confermandosi come uno degli eventi folkloristico-gastronomico più attesi del veneto. La manifestazione, organizzata dal Comune di Chioggia in collaborazione con l’Azienda di Promozione Turistica, viene realizzata per la prima volta con la partecipazione, come sponsor, di Friol - l’olio specifico per friggere che grazie alla sua equilibrata composizione di oli resiste alle alte temperature consentendo di ottenere una frittura croccante e al contempo asciutta. L’appuntamento rientra infatti nel progetto “Friol per le sagre”: otto eventi gastronomici organizzati dai Comuni e dalle Pro loco locali per creare momenti di festa e di spettacolo dove le maxi fritture sono le regine di casa. Appuntamenti a cui proprio non si deve mancare. Sagre diventate ormai celebri grazie alla forte affluenza di pubblico registrata nelle passate edizioni e soprattutto per le grandi quantità di prelibatezze che si possono degustare. Proprio per questo Friol ha deciso di diventare partner attivo di queste iniziative e partecipare come sponsor ad un calendario itinerante di manifestazioni gastronomiche che sta attraversando l’Italia intera facendo gustare agli ospiti delle sagre sfiziose ricette di fritto. Friol fa tappa in Veneto dove, grazie alla propria fornitura di olio, verranno fritti durante i dieci giorni della manifestazione oltre 12.000 kg pesce: dagli anelli di calamari alle seppioline e ancora calamaretti, sarde e alici. Tra le specialità offerte anche la “schile e marsiòni”: fritto misto di gamberetti e pescetti di laguna. La “Sagra del Pesce” di Chioggia costituisce per la città l’appuntamento folkloristico-gastronomico più importante dell’anno e nei 10 giorni del suo svolgimento vede un afflusso di decine di migliaia di turisti e visitatori che giungono da tutta Italia per assistere anche ai numerosi spettacoli legati alle tradizioni popolari chioggiotte: performance gratuite che prendono vita lungo le vie del paese. In particolare, in pittoreschi campielli vengono rappresentate da compagnie amatoriali locali le goldoniane “baruffe chiozzote” e altre commedie in dialetto veneto; mentre lungo la piazza principale si esibisce, in costume tipico, il coro popolare chioggiotto che presenta un repertorio di canti tradizionali della laguna. Piccoli allestimenti dislocati in Chioggia ripropongono spaccati della vita di fine ottocento con dimostrazioni di antichi mestieri legati al mondo della pesca. Proprio in occasione della Sagra del Pesce vengono anche organizzate gare di voga alla veneta, gare di pesca alla seppiolina e regate di vela. Cenni storici: La Sagra del Pesce nasce nella seconda metà degli anni ’30, quando nella città di Chioggia si pensò di creare un evento promozionale che facesse da traino all’economia locale basata principalmente sulla pesca, prendendo esempio dal crescente successo che raccoglievano in altri luoghi d’Italia le varie feste della mietitura o le sagre dell’uva. Accolta subito con favore dalla popolazione, ha visto un graduale e crescente coinvolgimento dei pescatori e del mondo della pesca, tanto che nei giorni del suo svolgimento era in passato tutto un proliferare di friggitorie gestite dagli stessi pescatori i quali, tirate in piazza le proprie barche le trasformavano in improvvisate cucine dove veniva cotto e servito il proprio pescato. Per animare la manifestazioni gastronomica, i popolani nei costumi caratteristici animavano la piazza con rappresentazioni teatrali in dialetto, organizzavano concorsi per la dipintura della vela più bella e regate di voga alla veneta tra i rioni della città. La kermesse si concludeva ogni anno con lo spettacolo pirotecnico notturno che colorava la laguna. Nel corso degli anni, per soddisfare la crescente affluenza di turisti e visitatori, sono stati creati degli stands per la distribuzione del pesce fritto, con tipologie costruttive riproducenti le architetture popolari chioggiotte, con aggiunta di tavoli e panche. All’inizio hanno affiancato le friggitorie popolari per poi sostituirle del tutto a partire dalla fine degli anni 70’, principalmente a causa delle nuove norme igienico sanitarie. Informazioni: Apt Chioggia Tel. 041-40.10.68 E-mail: info@chioggiatourism.It, www.Chioggiatourism.it. Con la Sagra del Pesce di Chioggia, Friol giunge così al giro di boa del progetto “Friol per le Sagre”. Gli appuntamenti dell’estate continueranno sul lungomare di Porto San Giorgio, domenica 18 luglio, dove si svolgerà la Xxvia Edizione della “Festa del Mare”. Secondo appuntamento per la “Padella dell’Adriatico”, già protagonista a Fiumicino, dove questa volta a cadere nell’olio saranno più di 10 quintali di calamaretti, il tutto arricchito da una speciale coreografia di special guest: i cuochi di Porto San Giorgio. Ma non solo di pesce si occupa Friol, quest’anno il calendario degli appuntamenti coinvolgerà per la prima volta anche la “Pittula”, gustosa frittella salata tipica di Carpignano Salentino (Le). Sarà lei la protagonista della “Festa Te Lu Mieru” che dal 3 al 5 settembre inviterà alla sua Xxxa Edizione migliaia di ospiti per degustarla insieme gli altri piatti tipici della zona, come i Ceci alla Pignata accompagnati da ottimo vino con il quale si brinderà al buon esito dell’imminente vendemmia. A Leonessa è stato invece riservato il compito di chiudere la serie di manifestazioni gastronomiche organizzate quest’anno in collaborazione con Friol. Sarà quindi la Xva edizione della Sagra della Patata di Leonessa (Ri); sabato 9 e domenica 10 ottobre, a festeggiare la fine di questi appuntamenti con piatti della tradizione culinaria leonessana. La patata, regina dell’evento, verrà servita in diverse varianti tra cui: la patata “rescallata” – lessa e poi saltata in padella con cipolla e pancetta – e le immancabili patatine fritte, per le quali verrà utilizzata la varietà dalla buccia rossa che, insieme all’olio Friol, renderanno le patatine ancora più buone e croccanti. All’imbrunire, a conclusione delle giornate di frittura, il “Ballo della Pupazza” - un fantoccio di carta pesta contenente al suo interno fuochi d’artificio e manovrato da un uomo – animerà la serata fino all’avvenuta esplosione dei fuochi d’artificio.  
   
   
IL MULLER THURGAU TORNA IN SCENA, PROTAGONISTA INDISCUSSO DELLA VITICOLTURA DI MONTAGNA, CON CEMBRA PRONTA AD OSPITARE I MIGLIORI ESEMPLARI DI QUESTO FRUTTATO VINO BIANCO  
 
Lo scopri, lo assaggi e non lo scordi. Perché ha il fascino della semplicità alpina e la forza di un vino di classe. Il Muller Thurgau, in qualunque occasione – d’estate è comunque l’ideale – diventa il bere più appropriato. Proprio perché ha la vigoria impressa all’uva dalla viticoltura dolomitica e una facile bevibilità. Inconfondibile. Scaturisce dall’intuito vitivinicolo di schiere di piccoli – talvolta eroici – vitivinicoltori. Quelli che per primi hanno scommesso sul Mt e che ogni anno a Cembra – la valle più ardita del Trentino, enologicamente parlando – spalancano le porte delle loro cantine, delle loro stesse case rurali per ospitare tanti altri Mt. Un confronto franco, aperto, schietto. Proprio come il Mt. La Valle di Cembra, tutta la comunità di valle è mobilitata da mesi per preparare al meglio questo importante appuntamento enoico. Questioni d’identità, questioni di stile. Il Mt diventa ambasciatore di cultura in uno scenario dove la coltura della vite ha il fascino delle opere d’arte. Campi vitati strappati alle rocce porfiriche della vallata, filari sorretti da muri di pietre accatastate con fatica. Solo per ottenere uve d’intrinseca qualità. E’ per questo che il Mt della val di Cembra è una sorta di ‘must’: unico nel suo genere, massima interpretazione del fondamentale legame tra vitigno e territorio. E dunque vero simbolo di tipicità. Talmente schietto e sicuro delle sua potenzialità da essere termine di paragone e di confronto con i Mt di altre realtà. Uno scambio per crescere, per migliorare ancora. Nasce da questo anche la prima edizione del Concorso Internazionale riservato a questa tipologia di vino. Promosso dal Comitato Mostra Valle di Cembra in collaborazione con i massimi organismi del settore, patrocinato da l’ Organisation International de la Vigne e du Vin ( Oiv); il patrocinio del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali, nonché la collaborazione scientifica dell’ Istituto Agrario di San Michele all’Adige, del Corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia dell’Università degli Studi di Udine, dell’Istituto di Viticoltura dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza e del Centro Studi e Formazione Assaggiatori. Tutti e tutto in onore del Mt. Per innovare la storica rassegna dei Mt dell’Arco Alpino, ma anche per mettere in evidenza le produzioni di maggior pregio e dunque stimolare i produttori, i viticoltori e cantinieri a proporre un Mt sempre migliore. Per la piena soddisfazione del consumatore. L’imminente rassegna è ricca di appuntamenti, degustazioni, curiosità. Convegni, gastronomia, pure un seminario dedicato alle prospettive per l’architettura di montagna e - grande attesa – sulle ragioni del successo di questo vitigno/vino ormai di moda. Insomma: il Mt in tutte le sue versioni. Grappa compresa. L’arte distillatoria, del resto, a Cembra è di casa. Finissime acquaviti ricavare dalle vinacce di Mt per impreziosire ulteriormente il blasone di questo incredibile vitigno. Golosità e divertimento. Con degustazioni di prodotti agroalimentari simboli del territorio trentino – a cura della Trentino Marketing – tra spettacoli musicali, folklore e utili lezioni sul gusto e l’evoluzione del vino. E ancora. Cembra, comunità aperta. Come di consuetudine, anche quest’anno ci sarà il gemellaggio con la ‘Strada del vino dei Colli di Candia e Lunigiana’, fortemente voluto da entrambe le specifiche realtà produttive. Per una qualità senza confini e un confronto che già ora si preannuncia ricco quanto interessante.  
   
   
NOTE DI STELLE A "IL VISCONTE AGRITURISMO DI QUALITÀ" DI GUDO VISCONTI (MI) PRIMA DELLE FERIE D'AGOSTO  
 
Suggestivo appuntamento al Visconte prima delle tanto agognate vacanze estive. Sabato 17 luglio si festeggerà doppiamente la bella stagione: dapprima con la cena in ristorante assolutamente da non perdere, leggera e stimolante, caratterizzata da un menù ideato esclusivamente per l'occasione dagli chef del Visconte, Silvio De Angeli e Alessandro Dehò. Dalle ore 23, poi, nel prestigioso salone affacciato sul giardino partirà l'afterhours, vero evento nell'evento grazie alla magica atmosfera creata dalla musica del quartetto d'archi "Archimia", con le "incursioni" del violinista Marco Corsini. Il repertorio spazierà dal classico fino ai nostri giorni, con musiche, tra le altre, di F. J. Haydn, W. A. Mozart, A. Piazzolla, H. Mancini e cantautori italiani. Ad intramezzare il concerto, intorno alla mezzanotte, anche una "Flower's surprise" che, come tutte le sorprese che si rispettino, non verrà svelata sino a quella sera.Cena ore 20 e 30 , Aperitivo di Benvenuto, Bicchierino al gazpacho di melone bianco con pomodoro confit e gambero alla menta, Cocktail al cocco ,Antipasto , Filettino di manzo scottato alla brace e affumicato alla resina dolce servito su fichi alla marsalette, Prosecco di Valdobbiadene "Crede" - Az. Agr. Bisol ,Primo Piatto , Tagliolini verdi basilico con zuppetta ai gamberi di fiume e porro fritto, Villa Solais 2002 Vermentino di Sardegna - Cantina Santadi Secondo Piatto ,Tartare di verdure alla frutta con riduzione al balsamico, Lacrime di Morro d'Alba 2002 - Az. Agr. Giusti, Dessert Gelatina di birra doppio malto e scaglie di cioccolato con crema chantilly alla vaniglia, Birra Cassissona - birrificio Italiano, Caffé e piccola pasticceria , Amari e Liquori , Afterhours ore 23,00 ,Brindisi sotto le stelle e prima parte del concerto del quartetto d'archi "Archimia" , - guest star violinista Marco Corsini - Cocktail & Stuzzichini , Cocktail a base di batida de coco - blu caraçao - sangria – spumante, Club sandwich - Spiedini di frutta fresca - Stuzzichini , ore 24.00 , Flower's Surprise , ore 24.30 , Seconda parte del concerto del quartetto "Archimia" , - guest star violinista Marco Corsini - ,Costo della cena euro 50,00 Costo dell'afterhours euro 20,00, Costo di cena e afterhours euro 60,00 Info e prenotazioni: il Visconte agriturismo di qualità , Telefono 02.94940266 www.Ilvisconte.it  
   
   
AL VIA LA 67A EDIZIONE DELLA “SAGRA DEL PESCE” DI CHIOGGIA DAL 9 AL 18 LUGLIO 2004 SI RINNOVA L’APPUNTAMENTO CON LA FRITTURA DI PESCE QUEST'ANNO REALIZZATA CON LA PARTECIPAZIONE DI FRIOL  
 
Dieci giorni ricchi di appuntamenti, iniziative spettacolari e soprattutto buona cucina. Anche quest’anno dal 9 al 18 luglio si terrà nel Centro Storico di Chioggia la famosissima “Sagra del pesce”, che festeggia la sua 67esima edizione confermandosi come uno degli eventi folkloristico-gastronomico più attesi del veneto. La manifestazione, organizzata dal Comune di Chioggia in collaborazione con l’Azienda di Promozione Turistica, viene realizzata per la prima volta con la partecipazione, come sponsor, di Friol - l’olio specifico per friggere che grazie alla sua equilibrata composizione di oli resiste alle alte temperature consentendo di ottenere una frittura croccante e al contempo asciutta. L’appuntamento rientra infatti nel progetto “Friol per le sagre”: otto eventi gastronomici organizzati dai Comuni e dalle Pro loco locali per creare momenti di festa e di spettacolo dove le maxi fritture sono le regine di casa. Appuntamenti a cui proprio non si deve mancare. Sagre diventate ormai celebri grazie alla forte affluenza di pubblico registrata nelle passate edizioni e soprattutto per le grandi quantità di prelibatezze che si possono degustare. Proprio per questo Friol ha deciso di diventare partner attivo di queste iniziative e partecipare come sponsor ad un calendario itinerante di manifestazioni gastronomiche che sta attraversando l’Italia intera facendo gustare agli ospiti delle sagre sfiziose ricette di fritto. Friol fa tappa in Veneto dove, grazie alla propria fornitura di olio, verranno fritti durante i dieci giorni della manifestazione oltre 12.000 kg pesce: dagli anelli di calamari alle seppioline e ancora calamaretti, sarde e alici. Tra le specialità offerte anche la “schile e marsiòni”: fritto misto di gamberetti e pescetti di laguna. La “Sagra del Pesce” di Chioggia costituisce per la città l’appuntamento folkloristico-gastronomico più importante dell’anno e nei 10 giorni del suo svolgimento vede un afflusso di decine di migliaia di turisti e visitatori che giungono da tutta Italia per assistere anche ai numerosi spettacoli legati alle tradizioni popolari chioggiotte: performance gratuite che prendono vita lungo le vie del paese. In particolare, in pittoreschi campielli vengono rappresentate da compagnie amatoriali locali le goldoniane “baruffe chiozzote” e altre commedie in dialetto veneto; mentre lungo la piazza principale si esibisce, in costume tipico, il coro popolare chioggiotto che presenta un repertorio di canti tradizionali della laguna. Piccoli allestimenti dislocati in Chioggia ripropongono spaccati della vita di fine ottocento con dimostrazioni di antichi mestieri legati al mondo della pesca. Proprio in occasione della Sagra del Pesce vengono anche organizzate gare di voga alla veneta, gare di pesca alla seppiolina e regate di vela. Cenni storici: La Sagra del Pesce nasce nella seconda metà degli anni ’30, quando nella città di Chioggia si pensò di creare un evento promozionale che facesse da traino all’economia locale basata principalmente sulla pesca, prendendo esempio dal crescente successo che raccoglievano in altri luoghi d’Italia le varie feste della mietitura o le sagre dell’uva. Accolta subito con favore dalla popolazione, ha visto un graduale e crescente coinvolgimento dei pescatori e del mondo della pesca, tanto che nei giorni del suo svolgimento era in passato tutto un proliferare di friggitorie gestite dagli stessi pescatori i quali, tirate in piazza le proprie barche le trasformavano in improvvisate cucine dove veniva cotto e servito il proprio pescato. Per animare la manifestazioni gastronomica, i popolani nei costumi caratteristici animavano la piazza con rappresentazioni teatrali in dialetto, organizzavano concorsi per la dipintura della vela più bella e regate di voga alla veneta tra i rioni della città. La kermesse si concludeva ogni anno con lo spettacolo pirotecnico notturno che colorava la laguna. Nel corso degli anni, per soddisfare la crescente affluenza di turisti e visitatori, sono stati creati degli stands per la distribuzione del pesce fritto, con tipologie costruttive riproducenti le architetture popolari chioggiotte, con aggiunta di tavoli e panche. All’inizio hanno affiancato le friggitorie popolari per poi sostituirle del tutto a partire dalla fine degli anni 70’, principalmente a causa delle nuove norme igienico sanitarie. Informazioni: Apt Chioggia Tel. 041-40.10.68 E-mail: info@chioggiatourism.It, www.Chioggiatourism.it. Con la Sagra del Pesce di Chioggia, Friol giunge così al giro di boa del progetto “Friol per le Sagre”. Gli appuntamenti dell’estate continueranno sul lungomare di Porto San Giorgio, domenica 18 luglio, dove si svolgerà la Xxvia Edizione della “Festa del Mare”. Secondo appuntamento per la “Padella dell’Adriatico”, già protagonista a Fiumicino, dove questa volta a cadere nell’olio saranno più di 10 quintali di calamaretti, il tutto arricchito da una speciale coreografia di special guest: i cuochi di Porto San Giorgio. Ma non solo di pesce si occupa Friol, quest’anno il calendario degli appuntamenti coinvolgerà per la prima volta anche la “Pittula”, gustosa frittella salata tipica di Carpignano Salentino (Le). Sarà lei la protagonista della “Festa Te Lu Mieru” che dal 3 al 5 settembre inviterà alla sua Xxxa Edizione migliaia di ospiti per degustarla insieme gli altri piatti tipici della zona, come i Ceci alla Pignata accompagnati da ottimo vino con il quale si brinderà al buon esito dell’imminente vendemmia. A Leonessa è stato invece riservato il compito di chiudere la serie di manifestazioni gastronomiche organizzate quest’anno in collaborazione con Friol. Sarà quindi la Xva edizione della Sagra della Patata di Leonessa (Ri); sabato 9 e domenica 10 ottobre, a festeggiare la fine di questi appuntamenti con piatti della tradizione culinaria leonessana. La patata, regina dell’evento, verrà servita in diverse varianti tra cui: la patata “rescallata” – lessa e poi saltata in padella con cipolla e pancetta – e le immancabili patatine fritte, per le quali verrà utilizzata la varietà dalla buccia rossa che, insieme all’olio Friol, renderanno le patatine ancora più buone e croccanti. All’imbrunire, a conclusione delle giornate di frittura, il “Ballo della Pupazza” - un fantoccio di carta pesta contenente al suo interno fuochi d’artificio e manovrato da un uomo – animerà la serata fino all’avvenuta esplosione dei fuochi d’artificio.  
   
   
IL MULLER THURGAU TORNA IN SCENA, PROTAGONISTA INDISCUSSO DELLA VITICOLTURA DI MONTAGNA, CON CEMBRA PRONTA AD OSPITARE I MIGLIORI ESEMPLARI DI QUESTO FRUTTATO VINO BIANCO  
 
Lo scopri, lo assaggi e non lo scordi. Perché ha il fascino della semplicità alpina e la forza di un vino di classe. Il Muller Thurgau, in qualunque occasione – d’estate è comunque l’ideale – diventa il bere più appropriato. Proprio perché ha la vigoria impressa all’uva dalla viticoltura dolomitica e una facile bevibilità. Inconfondibile. Scaturisce dall’intuito vitivinicolo di schiere di piccoli – talvolta eroici – vitivinicoltori. Quelli che per primi hanno scommesso sul Mt e che ogni anno a Cembra – la valle più ardita del Trentino, enologicamente parlando – spalancano le porte delle loro cantine, delle loro stesse case rurali per ospitare tanti altri Mt. Un confronto franco, aperto, schietto. Proprio come il Mt. La Valle di Cembra, tutta la comunità di valle è mobilitata da mesi per preparare al meglio questo importante appuntamento enoico. Questioni d’identità, questioni di stile. Il Mt diventa ambasciatore di cultura in uno scenario dove la coltura della vite ha il fascino delle opere d’arte. Campi vitati strappati alle rocce porfiriche della vallata, filari sorretti da muri di pietre accatastate con fatica. Solo per ottenere uve d’intrinseca qualità. E’ per questo che il Mt della val di Cembra è una sorta di ‘must’: unico nel suo genere, massima interpretazione del fondamentale legame tra vitigno e territorio. E dunque vero simbolo di tipicità. Talmente schietto e sicuro delle sua potenzialità da essere termine di paragone e di confronto con i Mt di altre realtà. Uno scambio per crescere, per migliorare ancora. Nasce da questo anche la prima edizione del Concorso Internazionale riservato a questa tipologia di vino. Promosso dal Comitato Mostra Valle di Cembra in collaborazione con i massimi organismi del settore, patrocinato da l’ Organisation International de la Vigne e du Vin ( Oiv); il patrocinio del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali, nonché la collaborazione scientifica dell’ Istituto Agrario di San Michele all’Adige, del Corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia dell’Università degli Studi di Udine, dell’Istituto di Viticoltura dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza e del Centro Studi e Formazione Assaggiatori. Tutti e tutto in onore del Mt. Per innovare la storica rassegna dei Mt dell’Arco Alpino, ma anche per mettere in evidenza le produzioni di maggior pregio e dunque stimolare i produttori, i viticoltori e cantinieri a proporre un Mt sempre migliore. Per la piena soddisfazione del consumatore. L’imminente rassegna è ricca di appuntamenti, degustazioni, curiosità. Convegni, gastronomia, pure un seminario dedicato alle prospettive per l’architettura di montagna e - grande attesa – sulle ragioni del successo di questo vitigno/vino ormai di moda. Insomma: il Mt in tutte le sue versioni. Grappa compresa. L’arte distillatoria, del resto, a Cembra è di casa. Finissime acquaviti ricavare dalle vinacce di Mt per impreziosire ulteriormente il blasone di questo incredibile vitigno. Golosità e divertimento. Con degustazioni di prodotti agroalimentari simboli del territorio trentino – a cura della Trentino Marketing – tra spettacoli musicali, folklore e utili lezioni sul gusto e l’evoluzione del vino. E ancora. Cembra, comunità aperta. Come di consuetudine, anche quest’anno ci sarà il gemellaggio con la ‘Strada del vino dei Colli di Candia e Lunigiana’, fortemente voluto da entrambe le specifiche realtà produttive. Per una qualità senza confini e un confronto che già ora si preannuncia ricco quanto interessante.  
   
   
NOTE DI STELLE A "IL VISCONTE AGRITURISMO DI QUALITÀ" DI GUDO VISCONTI (MI) PRIMA DELLE FERIE D'AGOSTO  
 
Suggestivo appuntamento al Visconte prima delle tanto agognate vacanze estive. Sabato 17 luglio si festeggerà doppiamente la bella stagione: dapprima con la cena in ristorante assolutamente da non perdere, leggera e stimolante, caratterizzata da un menù ideato esclusivamente per l'occasione dagli chef del Visconte, Silvio De Angeli e Alessandro Dehò. Dalle ore 23, poi, nel prestigioso salone affacciato sul giardino partirà l'afterhours, vero evento nell'evento grazie alla magica atmosfera creata dalla musica del quartetto d'archi "Archimia", con le "incursioni" del violinista Marco Corsini. Il repertorio spazierà dal classico fino ai nostri giorni, con musiche, tra le altre, di F. J. Haydn, W. A. Mozart, A. Piazzolla, H. Mancini e cantautori italiani. Ad intramezzare il concerto, intorno alla mezzanotte, anche una "Flower's surprise" che, come tutte le sorprese che si rispettino, non verrà svelata sino a quella sera.Cena ore 20 e 30 , Aperitivo di Benvenuto, Bicchierino al gazpacho di melone bianco con pomodoro confit e gambero alla menta, Cocktail al cocco ,Antipasto , Filettino di manzo scottato alla brace e affumicato alla resina dolce servito su fichi alla marsalette, Prosecco di Valdobbiadene "Crede" - Az. Agr. Bisol ,Primo Piatto , Tagliolini verdi basilico con zuppetta ai gamberi di fiume e porro fritto, Villa Solais 2002 Vermentino di Sardegna - Cantina Santadi Secondo Piatto ,Tartare di verdure alla frutta con riduzione al balsamico, Lacrime di Morro d'Alba 2002 - Az. Agr. Giusti, Dessert Gelatina di birra doppio malto e scaglie di cioccolato con crema chantilly alla vaniglia, Birra Cassissona - birrificio Italiano, Caffé e piccola pasticceria , Amari e Liquori , Afterhours ore 23,00 ,Brindisi sotto le stelle e prima parte del concerto del quartetto d'archi "Archimia" , - guest star violinista Marco Corsini - Cocktail & Stuzzichini , Cocktail a base di batida de coco - blu caraçao - sangria – spumante, Club sandwich - Spiedini di frutta fresca - Stuzzichini , ore 24.00 , Flower's Surprise , ore 24.30 , Seconda parte del concerto del quartetto "Archimia" , - guest star violinista Marco Corsini - ,Costo della cena euro 50,00 Costo dell'afterhours euro 20,00, Costo di cena e afterhours euro 60,00 Info e prenotazioni: il Visconte agriturismo di qualità , Telefono 02.94940266 www.Ilvisconte.it  
   
   
AL VIA LA 67A EDIZIONE DELLA “SAGRA DEL PESCE” DI CHIOGGIA DAL 9 AL 18 LUGLIO 2004 SI RINNOVA L’APPUNTAMENTO CON LA FRITTURA DI PESCE QUEST'ANNO REALIZZATA CON LA PARTECIPAZIONE DI FRIOL  
 
Dieci giorni ricchi di appuntamenti, iniziative spettacolari e soprattutto buona cucina. Anche quest’anno dal 9 al 18 luglio si terrà nel Centro Storico di Chioggia la famosissima “Sagra del pesce”, che festeggia la sua 67esima edizione confermandosi come uno degli eventi folkloristico-gastronomico più attesi del veneto. La manifestazione, organizzata dal Comune di Chioggia in collaborazione con l’Azienda di Promozione Turistica, viene realizzata per la prima volta con la partecipazione, come sponsor, di Friol - l’olio specifico per friggere che grazie alla sua equilibrata composizione di oli resiste alle alte temperature consentendo di ottenere una frittura croccante e al contempo asciutta. L’appuntamento rientra infatti nel progetto “Friol per le sagre”: otto eventi gastronomici organizzati dai Comuni e dalle Pro loco locali per creare momenti di festa e di spettacolo dove le maxi fritture sono le regine di casa. Appuntamenti a cui proprio non si deve mancare. Sagre diventate ormai celebri grazie alla forte affluenza di pubblico registrata nelle passate edizioni e soprattutto per le grandi quantità di prelibatezze che si possono degustare. Proprio per questo Friol ha deciso di diventare partner attivo di queste iniziative e partecipare come sponsor ad un calendario itinerante di manifestazioni gastronomiche che sta attraversando l’Italia intera facendo gustare agli ospiti delle sagre sfiziose ricette di fritto. Friol fa tappa in Veneto dove, grazie alla propria fornitura di olio, verranno fritti durante i dieci giorni della manifestazione oltre 12.000 kg pesce: dagli anelli di calamari alle seppioline e ancora calamaretti, sarde e alici. Tra le specialità offerte anche la “schile e marsiòni”: fritto misto di gamberetti e pescetti di laguna. La “Sagra del Pesce” di Chioggia costituisce per la città l’appuntamento folkloristico-gastronomico più importante dell’anno e nei 10 giorni del suo svolgimento vede un afflusso di decine di migliaia di turisti e visitatori che giungono da tutta Italia per assistere anche ai numerosi spettacoli legati alle tradizioni popolari chioggiotte: performance gratuite che prendono vita lungo le vie del paese. In particolare, in pittoreschi campielli vengono rappresentate da compagnie amatoriali locali le goldoniane “baruffe chiozzote” e altre commedie in dialetto veneto; mentre lungo la piazza principale si esibisce, in costume tipico, il coro popolare chioggiotto che presenta un repertorio di canti tradizionali della laguna. Piccoli allestimenti dislocati in Chioggia ripropongono spaccati della vita di fine ottocento con dimostrazioni di antichi mestieri legati al mondo della pesca. Proprio in occasione della Sagra del Pesce vengono anche organizzate gare di voga alla veneta, gare di pesca alla seppiolina e regate di vela. Cenni storici: La Sagra del Pesce nasce nella seconda metà degli anni ’30, quando nella città di Chioggia si pensò di creare un evento promozionale che facesse da traino all’economia locale basata principalmente sulla pesca, prendendo esempio dal crescente successo che raccoglievano in altri luoghi d’Italia le varie feste della mietitura o le sagre dell’uva. Accolta subito con favore dalla popolazione, ha visto un graduale e crescente coinvolgimento dei pescatori e del mondo della pesca, tanto che nei giorni del suo svolgimento era in passato tutto un proliferare di friggitorie gestite dagli stessi pescatori i quali, tirate in piazza le proprie barche le trasformavano in improvvisate cucine dove veniva cotto e servito il proprio pescato. Per animare la manifestazioni gastronomica, i popolani nei costumi caratteristici animavano la piazza con rappresentazioni teatrali in dialetto, organizzavano concorsi per la dipintura della vela più bella e regate di voga alla veneta tra i rioni della città. La kermesse si concludeva ogni anno con lo spettacolo pirotecnico notturno che colorava la laguna. Nel corso degli anni, per soddisfare la crescente affluenza di turisti e visitatori, sono stati creati degli stands per la distribuzione del pesce fritto, con tipologie costruttive riproducenti le architetture popolari chioggiotte, con aggiunta di tavoli e panche. All’inizio hanno affiancato le friggitorie popolari per poi sostituirle del tutto a partire dalla fine degli anni 70’, principalmente a causa delle nuove norme igienico sanitarie. Informazioni: Apt Chioggia Tel. 041-40.10.68 E-mail: info@chioggiatourism.It, www.Chioggiatourism.it. Con la Sagra del Pesce di Chioggia, Friol giunge così al giro di boa del progetto “Friol per le Sagre”. Gli appuntamenti dell’estate continueranno sul lungomare di Porto San Giorgio, domenica 18 luglio, dove si svolgerà la Xxvia Edizione della “Festa del Mare”. Secondo appuntamento per la “Padella dell’Adriatico”, già protagonista a Fiumicino, dove questa volta a cadere nell’olio saranno più di 10 quintali di calamaretti, il tutto arricchito da una speciale coreografia di special guest: i cuochi di Porto San Giorgio. Ma non solo di pesce si occupa Friol, quest’anno il calendario degli appuntamenti coinvolgerà per la prima volta anche la “Pittula”, gustosa frittella salata tipica di Carpignano Salentino (Le). Sarà lei la protagonista della “Festa Te Lu Mieru” che dal 3 al 5 settembre inviterà alla sua Xxxa Edizione migliaia di ospiti per degustarla insieme gli altri piatti tipici della zona, come i Ceci alla Pignata accompagnati da ottimo vino con il quale si brinderà al buon esito dell’imminente vendemmia. A Leonessa è stato invece riservato il compito di chiudere la serie di manifestazioni gastronomiche organizzate quest’anno in collaborazione con Friol. Sarà quindi la Xva edizione della Sagra della Patata di Leonessa (Ri); sabato 9 e domenica 10 ottobre, a festeggiare la fine di questi appuntamenti con piatti della tradizione culinaria leonessana. La patata, regina dell’evento, verrà servita in diverse varianti tra cui: la patata “rescallata” – lessa e poi saltata in padella con cipolla e pancetta – e le immancabili patatine fritte, per le quali verrà utilizzata la varietà dalla buccia rossa che, insieme all’olio Friol, renderanno le patatine ancora più buone e croccanti. All’imbrunire, a conclusione delle giornate di frittura, il “Ballo della Pupazza” - un fantoccio di carta pesta contenente al suo interno fuochi d’artificio e manovrato da un uomo – animerà la serata fino all’avvenuta esplosione dei fuochi d’artificio.  
   
   
IL MULLER THURGAU TORNA IN SCENA, PROTAGONISTA INDISCUSSO DELLA VITICOLTURA DI MONTAGNA, CON CEMBRA PRONTA AD OSPITARE I MIGLIORI ESEMPLARI DI QUESTO FRUTTATO VINO BIANCO  
 
Lo scopri, lo assaggi e non lo scordi. Perché ha il fascino della semplicità alpina e la forza di un vino di classe. Il Muller Thurgau, in qualunque occasione – d’estate è comunque l’ideale – diventa il bere più appropriato. Proprio perché ha la vigoria impressa all’uva dalla viticoltura dolomitica e una facile bevibilità. Inconfondibile. Scaturisce dall’intuito vitivinicolo di schiere di piccoli – talvolta eroici – vitivinicoltori. Quelli che per primi hanno scommesso sul Mt e che ogni anno a Cembra – la valle più ardita del Trentino, enologicamente parlando – spalancano le porte delle loro cantine, delle loro stesse case rurali per ospitare tanti altri Mt. Un confronto franco, aperto, schietto. Proprio come il Mt. La Valle di Cembra, tutta la comunità di valle è mobilitata da mesi per preparare al meglio questo importante appuntamento enoico. Questioni d’identità, questioni di stile. Il Mt diventa ambasciatore di cultura in uno scenario dove la coltura della vite ha il fascino delle opere d’arte. Campi vitati strappati alle rocce porfiriche della vallata, filari sorretti da muri di pietre accatastate con fatica. Solo per ottenere uve d’intrinseca qualità. E’ per questo che il Mt della val di Cembra è una sorta di ‘must’: unico nel suo genere, massima interpretazione del fondamentale legame tra vitigno e territorio. E dunque vero simbolo di tipicità. Talmente schietto e sicuro delle sua potenzialità da essere termine di paragone e di confronto con i Mt di altre realtà. Uno scambio per crescere, per migliorare ancora. Nasce da questo anche la prima edizione del Concorso Internazionale riservato a questa tipologia di vino. Promosso dal Comitato Mostra Valle di Cembra in collaborazione con i massimi organismi del settore, patrocinato da l’ Organisation International de la Vigne e du Vin ( Oiv); il patrocinio del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali, nonché la collaborazione scientifica dell’ Istituto Agrario di San Michele all’Adige, del Corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia dell’Università degli Studi di Udine, dell’Istituto di Viticoltura dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza e del Centro Studi e Formazione Assaggiatori. Tutti e tutto in onore del Mt. Per innovare la storica rassegna dei Mt dell’Arco Alpino, ma anche per mettere in evidenza le produzioni di maggior pregio e dunque stimolare i produttori, i viticoltori e cantinieri a proporre un Mt sempre migliore. Per la piena soddisfazione del consumatore. L’imminente rassegna è ricca di appuntamenti, degustazioni, curiosità. Convegni, gastronomia, pure un seminario dedicato alle prospettive per l’architettura di montagna e - grande attesa – sulle ragioni del successo di questo vitigno/vino ormai di moda. Insomma: il Mt in tutte le sue versioni. Grappa compresa. L’arte distillatoria, del resto, a Cembra è di casa. Finissime acquaviti ricavare dalle vinacce di Mt per impreziosire ulteriormente il blasone di questo incredibile vitigno. Golosità e divertimento. Con degustazioni di prodotti agroalimentari simboli del territorio trentino – a cura della Trentino Marketing – tra spettacoli musicali, folklore e utili lezioni sul gusto e l’evoluzione del vino. E ancora. Cembra, comunità aperta. Come di consuetudine, anche quest’anno ci sarà il gemellaggio con la ‘Strada del vino dei Colli di Candia e Lunigiana’, fortemente voluto da entrambe le specifiche realtà produttive. Per una qualità senza confini e un confronto che già ora si preannuncia ricco quanto interessante.  
   
   
NOTE DI STELLE A "IL VISCONTE AGRITURISMO DI QUALITÀ" DI GUDO VISCONTI (MI) PRIMA DELLE FERIE D'AGOSTO  
 
Suggestivo appuntamento al Visconte prima delle tanto agognate vacanze estive. Sabato 17 luglio si festeggerà doppiamente la bella stagione: dapprima con la cena in ristorante assolutamente da non perdere, leggera e stimolante, caratterizzata da un menù ideato esclusivamente per l'occasione dagli chef del Visconte, Silvio De Angeli e Alessandro Dehò. Dalle ore 23, poi, nel prestigioso salone affacciato sul giardino partirà l'afterhours, vero evento nell'evento grazie alla magica atmosfera creata dalla musica del quartetto d'archi "Archimia", con le "incursioni" del violinista Marco Corsini. Il repertorio spazierà dal classico fino ai nostri giorni, con musiche, tra le altre, di F. J. Haydn, W. A. Mozart, A. Piazzolla, H. Mancini e cantautori italiani. Ad intramezzare il concerto, intorno alla mezzanotte, anche una "Flower's surprise" che, come tutte le sorprese che si rispettino, non verrà svelata sino a quella sera.Cena ore 20 e 30 , Aperitivo di Benvenuto, Bicchierino al gazpacho di melone bianco con pomodoro confit e gambero alla menta, Cocktail al cocco ,Antipasto , Filettino di manzo scottato alla brace e affumicato alla resina dolce servito su fichi alla marsalette, Prosecco di Valdobbiadene "Crede" - Az. Agr. Bisol ,Primo Piatto , Tagliolini verdi basilico con zuppetta ai gamberi di fiume e porro fritto, Villa Solais 2002 Vermentino di Sardegna - Cantina Santadi Secondo Piatto ,Tartare di verdure alla frutta con riduzione al balsamico, Lacrime di Morro d'Alba 2002 - Az. Agr. Giusti, Dessert Gelatina di birra doppio malto e scaglie di cioccolato con crema chantilly alla vaniglia, Birra Cassissona - birrificio Italiano, Caffé e piccola pasticceria , Amari e Liquori , Afterhours ore 23,00 ,Brindisi sotto le stelle e prima parte del concerto del quartetto d'archi "Archimia" , - guest star violinista Marco Corsini - Cocktail & Stuzzichini , Cocktail a base di batida de coco - blu caraçao - sangria – spumante, Club sandwich - Spiedini di frutta fresca - Stuzzichini , ore 24.00 , Flower's Surprise , ore 24.30 , Seconda parte del concerto del quartetto "Archimia" , - guest star violinista Marco Corsini - ,Costo della cena euro 50,00 Costo dell'afterhours euro 20,00, Costo di cena e afterhours euro 60,00 Info e prenotazioni: il Visconte agriturismo di qualità , Telefono 02.94940266 www.Ilvisconte.it  
   
   
AL VIA LA 67A EDIZIONE DELLA “SAGRA DEL PESCE” DI CHIOGGIA DAL 9 AL 18 LUGLIO 2004 SI RINNOVA L’APPUNTAMENTO CON LA FRITTURA DI PESCE QUEST'ANNO REALIZZATA CON LA PARTECIPAZIONE DI FRIOL  
 
Dieci giorni ricchi di appuntamenti, iniziative spettacolari e soprattutto buona cucina. Anche quest’anno dal 9 al 18 luglio si terrà nel Centro Storico di Chioggia la famosissima “Sagra del pesce”, che festeggia la sua 67esima edizione confermandosi come uno degli eventi folkloristico-gastronomico più attesi del veneto. La manifestazione, organizzata dal Comune di Chioggia in collaborazione con l’Azienda di Promozione Turistica, viene realizzata per la prima volta con la partecipazione, come sponsor, di Friol - l’olio specifico per friggere che grazie alla sua equilibrata composizione di oli resiste alle alte temperature consentendo di ottenere una frittura croccante e al contempo asciutta. L’appuntamento rientra infatti nel progetto “Friol per le sagre”: otto eventi gastronomici organizzati dai Comuni e dalle Pro loco locali per creare momenti di festa e di spettacolo dove le maxi fritture sono le regine di casa. Appuntamenti a cui proprio non si deve mancare. Sagre diventate ormai celebri grazie alla forte affluenza di pubblico registrata nelle passate edizioni e soprattutto per le grandi quantità di prelibatezze che si possono degustare. Proprio per questo Friol ha deciso di diventare partner attivo di queste iniziative e partecipare come sponsor ad un calendario itinerante di manifestazioni gastronomiche che sta attraversando l’Italia intera facendo gustare agli ospiti delle sagre sfiziose ricette di fritto. Friol fa tappa in Veneto dove, grazie alla propria fornitura di olio, verranno fritti durante i dieci giorni della manifestazione oltre 12.000 kg pesce: dagli anelli di calamari alle seppioline e ancora calamaretti, sarde e alici. Tra le specialità offerte anche la “schile e marsiòni”: fritto misto di gamberetti e pescetti di laguna. La “Sagra del Pesce” di Chioggia costituisce per la città l’appuntamento folkloristico-gastronomico più importante dell’anno e nei 10 giorni del suo svolgimento vede un afflusso di decine di migliaia di turisti e visitatori che giungono da tutta Italia per assistere anche ai numerosi spettacoli legati alle tradizioni popolari chioggiotte: performance gratuite che prendono vita lungo le vie del paese. In particolare, in pittoreschi campielli vengono rappresentate da compagnie amatoriali locali le goldoniane “baruffe chiozzote” e altre commedie in dialetto veneto; mentre lungo la piazza principale si esibisce, in costume tipico, il coro popolare chioggiotto che presenta un repertorio di canti tradizionali della laguna. Piccoli allestimenti dislocati in Chioggia ripropongono spaccati della vita di fine ottocento con dimostrazioni di antichi mestieri legati al mondo della pesca. Proprio in occasione della Sagra del Pesce vengono anche organizzate gare di voga alla veneta, gare di pesca alla seppiolina e regate di vela. Cenni storici: La Sagra del Pesce nasce nella seconda metà degli anni ’30, quando nella città di Chioggia si pensò di creare un evento promozionale che facesse da traino all’economia locale basata principalmente sulla pesca, prendendo esempio dal crescente successo che raccoglievano in altri luoghi d’Italia le varie feste della mietitura o le sagre dell’uva. Accolta subito con favore dalla popolazione, ha visto un graduale e crescente coinvolgimento dei pescatori e del mondo della pesca, tanto che nei giorni del suo svolgimento era in passato tutto un proliferare di friggitorie gestite dagli stessi pescatori i quali, tirate in piazza le proprie barche le trasformavano in improvvisate cucine dove veniva cotto e servito il proprio pescato. Per animare la manifestazioni gastronomica, i popolani nei costumi caratteristici animavano la piazza con rappresentazioni teatrali in dialetto, organizzavano concorsi per la dipintura della vela più bella e regate di voga alla veneta tra i rioni della città. La kermesse si concludeva ogni anno con lo spettacolo pirotecnico notturno che colorava la laguna. Nel corso degli anni, per soddisfare la crescente affluenza di turisti e visitatori, sono stati creati degli stands per la distribuzione del pesce fritto, con tipologie costruttive riproducenti le architetture popolari chioggiotte, con aggiunta di tavoli e panche. All’inizio hanno affiancato le friggitorie popolari per poi sostituirle del tutto a partire dalla fine degli anni 70’, principalmente a causa delle nuove norme igienico sanitarie. Informazioni: Apt Chioggia Tel. 041-40.10.68 E-mail: info@chioggiatourism.It, www.Chioggiatourism.it. Con la Sagra del Pesce di Chioggia, Friol giunge così al giro di boa del progetto “Friol per le Sagre”. Gli appuntamenti dell’estate continueranno sul lungomare di Porto San Giorgio, domenica 18 luglio, dove si svolgerà la Xxvia Edizione della “Festa del Mare”. Secondo appuntamento per la “Padella dell’Adriatico”, già protagonista a Fiumicino, dove questa volta a cadere nell’olio saranno più di 10 quintali di calamaretti, il tutto arricchito da una speciale coreografia di special guest: i cuochi di Porto San Giorgio. Ma non solo di pesce si occupa Friol, quest’anno il calendario degli appuntamenti coinvolgerà per la prima volta anche la “Pittula”, gustosa frittella salata tipica di Carpignano Salentino (Le). Sarà lei la protagonista della “Festa Te Lu Mieru” che dal 3 al 5 settembre inviterà alla sua Xxxa Edizione migliaia di ospiti per degustarla insieme gli altri piatti tipici della zona, come i Ceci alla Pignata accompagnati da ottimo vino con il quale si brinderà al buon esito dell’imminente vendemmia. A Leonessa è stato invece riservato il compito di chiudere la serie di manifestazioni gastronomiche organizzate quest’anno in collaborazione con Friol. Sarà quindi la Xva edizione della Sagra della Patata di Leonessa (Ri); sabato 9 e domenica 10 ottobre, a festeggiare la fine di questi appuntamenti con piatti della tradizione culinaria leonessana. La patata, regina dell’evento, verrà servita in diverse varianti tra cui: la patata “rescallata” – lessa e poi saltata in padella con cipolla e pancetta – e le immancabili patatine fritte, per le quali verrà utilizzata la varietà dalla buccia rossa che, insieme all’olio Friol, renderanno le patatine ancora più buone e croccanti. All’imbrunire, a conclusione delle giornate di frittura, il “Ballo della Pupazza” - un fantoccio di carta pesta contenente al suo interno fuochi d’artificio e manovrato da un uomo – animerà la serata fino all’avvenuta esplosione dei fuochi d’artificio.  
   
   
IL MULLER THURGAU TORNA IN SCENA, PROTAGONISTA INDISCUSSO DELLA VITICOLTURA DI MONTAGNA, CON CEMBRA PRONTA AD OSPITARE I MIGLIORI ESEMPLARI DI QUESTO FRUTTATO VINO BIANCO  
 
Lo scopri, lo assaggi e non lo scordi. Perché ha il fascino della semplicità alpina e la forza di un vino di classe. Il Muller Thurgau, in qualunque occasione – d’estate è comunque l’ideale – diventa il bere più appropriato. Proprio perché ha la vigoria impressa all’uva dalla viticoltura dolomitica e una facile bevibilità. Inconfondibile. Scaturisce dall’intuito vitivinicolo di schiere di piccoli – talvolta eroici – vitivinicoltori. Quelli che per primi hanno scommesso sul Mt e che ogni anno a Cembra – la valle più ardita del Trentino, enologicamente parlando – spalancano le porte delle loro cantine, delle loro stesse case rurali per ospitare tanti altri Mt. Un confronto franco, aperto, schietto. Proprio come il Mt. La Valle di Cembra, tutta la comunità di valle è mobilitata da mesi per preparare al meglio questo importante appuntamento enoico. Questioni d’identità, questioni di stile. Il Mt diventa ambasciatore di cultura in uno scenario dove la coltura della vite ha il fascino delle opere d’arte. Campi vitati strappati alle rocce porfiriche della vallata, filari sorretti da muri di pietre accatastate con fatica. Solo per ottenere uve d’intrinseca qualità. E’ per questo che il Mt della val di Cembra è una sorta di ‘must’: unico nel suo genere, massima interpretazione del fondamentale legame tra vitigno e territorio. E dunque vero simbolo di tipicità. Talmente schietto e sicuro delle sua potenzialità da essere termine di paragone e di confronto con i Mt di altre realtà. Uno scambio per crescere, per migliorare ancora. Nasce da questo anche la prima edizione del Concorso Internazionale riservato a questa tipologia di vino. Promosso dal Comitato Mostra Valle di Cembra in collaborazione con i massimi organismi del settore, patrocinato da l’ Organisation International de la Vigne e du Vin ( Oiv); il patrocinio del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali, nonché la collaborazione scientifica dell’ Istituto Agrario di San Michele all’Adige, del Corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia dell’Università degli Studi di Udine, dell’Istituto di Viticoltura dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza e del Centro Studi e Formazione Assaggiatori. Tutti e tutto in onore del Mt. Per innovare la storica rassegna dei Mt dell’Arco Alpino, ma anche per mettere in evidenza le produzioni di maggior pregio e dunque stimolare i produttori, i viticoltori e cantinieri a proporre un Mt sempre migliore. Per la piena soddisfazione del consumatore. L’imminente rassegna è ricca di appuntamenti, degustazioni, curiosità. Convegni, gastronomia, pure un seminario dedicato alle prospettive per l’architettura di montagna e - grande attesa – sulle ragioni del successo di questo vitigno/vino ormai di moda. Insomma: il Mt in tutte le sue versioni. Grappa compresa. L’arte distillatoria, del resto, a Cembra è di casa. Finissime acquaviti ricavare dalle vinacce di Mt per impreziosire ulteriormente il blasone di questo incredibile vitigno. Golosità e divertimento. Con degustazioni di prodotti agroalimentari simboli del territorio trentino – a cura della Trentino Marketing – tra spettacoli musicali, folklore e utili lezioni sul gusto e l’evoluzione del vino. E ancora. Cembra, comunità aperta. Come di consuetudine, anche quest’anno ci sarà il gemellaggio con la ‘Strada del vino dei Colli di Candia e Lunigiana’, fortemente voluto da entrambe le specifiche realtà produttive. Per una qualità senza confini e un confronto che già ora si preannuncia ricco quanto interessante.  
   
   
NOTE DI STELLE A "IL VISCONTE AGRITURISMO DI QUALITÀ" DI GUDO VISCONTI (MI) PRIMA DELLE FERIE D'AGOSTO  
 
Suggestivo appuntamento al Visconte prima delle tanto agognate vacanze estive. Sabato 17 luglio si festeggerà doppiamente la bella stagione: dapprima con la cena in ristorante assolutamente da non perdere, leggera e stimolante, caratterizzata da un menù ideato esclusivamente per l'occasione dagli chef del Visconte, Silvio De Angeli e Alessandro Dehò. Dalle ore 23, poi, nel prestigioso salone affacciato sul giardino partirà l'afterhours, vero evento nell'evento grazie alla magica atmosfera creata dalla musica del quartetto d'archi "Archimia", con le "incursioni" del violinista Marco Corsini. Il repertorio spazierà dal classico fino ai nostri giorni, con musiche, tra le altre, di F. J. Haydn, W. A. Mozart, A. Piazzolla, H. Mancini e cantautori italiani. Ad intramezzare il concerto, intorno alla mezzanotte, anche una "Flower's surprise" che, come tutte le sorprese che si rispettino, non verrà svelata sino a quella sera.Cena ore 20 e 30 , Aperitivo di Benvenuto, Bicchierino al gazpacho di melone bianco con pomodoro confit e gambero alla menta, Cocktail al cocco ,Antipasto , Filettino di manzo scottato alla brace e affumicato alla resina dolce servito su fichi alla marsalette, Prosecco di Valdobbiadene "Crede" - Az. Agr. Bisol ,Primo Piatto , Tagliolini verdi basilico con zuppetta ai gamberi di fiume e porro fritto, Villa Solais 2002 Vermentino di Sardegna - Cantina Santadi Secondo Piatto ,Tartare di verdure alla frutta con riduzione al balsamico, Lacrime di Morro d'Alba 2002 - Az. Agr. Giusti, Dessert Gelatina di birra doppio malto e scaglie di cioccolato con crema chantilly alla vaniglia, Birra Cassissona - birrificio Italiano, Caffé e piccola pasticceria , Amari e Liquori , Afterhours ore 23,00 ,Brindisi sotto le stelle e prima parte del concerto del quartetto d'archi "Archimia" , - guest star violinista Marco Corsini - Cocktail & Stuzzichini , Cocktail a base di batida de coco - blu caraçao - sangria – spumante, Club sandwich - Spiedini di frutta fresca - Stuzzichini , ore 24.00 , Flower's Surprise , ore 24.30 , Seconda parte del concerto del quartetto "Archimia" , - guest star violinista Marco Corsini - ,Costo della cena euro 50,00 Costo dell'afterhours euro 20,00, Costo di cena e afterhours euro 60,00 Info e prenotazioni: il Visconte agriturismo di qualità , Telefono 02.94940266 www.Ilvisconte.it  
   
   
PAPPE “FAVOLOSE” PER I PICCOLI OSPITI DEI RICCI HOTELS BABY MENU “DA FAVOLA” AI RICCI HOTELS  
 
I Ricci Hotels di Cesenatico (Forlì-cesena) fanno venire l’acquolina in bocca ai vostri bambini con una proposta “favolosa”: deliziosi pranzetti pensati per i piccoli gourmet, ognuno dei quali legato ad una fiaba speciale tratta dal libro “pappe da favola” di Carmela Cipriani. Quante volte per i genitori dar da mangiare ai figli piccoli è risultata un’ardua impresa? I Ricci Hotels di Cesenatico (Forlì-cesena) hanno trovato una “favolosa” soluzione al problema: trasformare il pranzo in un gioco! Un goloso e nutriente escamotage per saziare in modo sano anche i bambini più inappetenti o svogliati. Si tratta di menu speciali creati per i giovani ospiti fino a 6 anni: equilibrio nutrizionale, tanta cura nella scelta delle materie prime, uniti a un pizzico di gioco e tante fiabe sono gli ingredienti di questa ricetta di sicuro successo! Ogni giorno due appetitosi e sostanziosi baby-menu tra cui scegliere, composti da un primo e da un secondo piatto e poi frutta, gelato o dessert, il tutto rigorosamente accompagnato da una fiaba tratta dal bellissimo libro di Carmela Cipriani: “pappe da favola”. “Scontentina”, “il fagiolino disordinato” e “il pesciolino piccolino” saranno i dolcissimi commensali dei vostri bambini, che rimarranno con gli occhi sgranati e la bocca ben aperta, pronti a mangiare tutto e ad ascoltare incantati le straordinarie vicende di questi buffi compagni di pranzo. Oltre a questa proposta, i Ricci Hotels hanno ideato un’intera gamma di iniziative per i bambini. Un qualificato staff di animatori ogni giorno organizza eventi diversi: calcetto, acqua volley, gite in bicicletta, baby discoteca e persino corsi di botanica e corsi di cucina per imparare a fare la piadina romagnola con tanto di diploma finale. Potrete inoltre regalare ai vostri bambini un’indimenticabile festa di compleanno con tutti gli amici, tantissimi giochi ricreativi, una torta ed un cadeau speciali. Infolink: Www.riccihotels.it  
   
   
PAPPE “FAVOLOSE” PER I PICCOLI OSPITI DEI RICCI HOTELS BABY MENU “DA FAVOLA” AI RICCI HOTELS  
 
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PAPPE “FAVOLOSE” PER I PICCOLI OSPITI DEI RICCI HOTELS BABY MENU “DA FAVOLA” AI RICCI HOTELS  
 
I Ricci Hotels di Cesenatico (Forlì-cesena) fanno venire l’acquolina in bocca ai vostri bambini con una proposta “favolosa”: deliziosi pranzetti pensati per i piccoli gourmet, ognuno dei quali legato ad una fiaba speciale tratta dal libro “pappe da favola” di Carmela Cipriani. Quante volte per i genitori dar da mangiare ai figli piccoli è risultata un’ardua impresa? I Ricci Hotels di Cesenatico (Forlì-cesena) hanno trovato una “favolosa” soluzione al problema: trasformare il pranzo in un gioco! Un goloso e nutriente escamotage per saziare in modo sano anche i bambini più inappetenti o svogliati. Si tratta di menu speciali creati per i giovani ospiti fino a 6 anni: equilibrio nutrizionale, tanta cura nella scelta delle materie prime, uniti a un pizzico di gioco e tante fiabe sono gli ingredienti di questa ricetta di sicuro successo! Ogni giorno due appetitosi e sostanziosi baby-menu tra cui scegliere, composti da un primo e da un secondo piatto e poi frutta, gelato o dessert, il tutto rigorosamente accompagnato da una fiaba tratta dal bellissimo libro di Carmela Cipriani: “pappe da favola”. “Scontentina”, “il fagiolino disordinato” e “il pesciolino piccolino” saranno i dolcissimi commensali dei vostri bambini, che rimarranno con gli occhi sgranati e la bocca ben aperta, pronti a mangiare tutto e ad ascoltare incantati le straordinarie vicende di questi buffi compagni di pranzo. Oltre a questa proposta, i Ricci Hotels hanno ideato un’intera gamma di iniziative per i bambini. Un qualificato staff di animatori ogni giorno organizza eventi diversi: calcetto, acqua volley, gite in bicicletta, baby discoteca e persino corsi di botanica e corsi di cucina per imparare a fare la piadina romagnola con tanto di diploma finale. Potrete inoltre regalare ai vostri bambini un’indimenticabile festa di compleanno con tutti gli amici, tantissimi giochi ricreativi, una torta ed un cadeau speciali. Infolink: Www.riccihotels.it  
   
   
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I Ricci Hotels di Cesenatico (Forlì-cesena) fanno venire l’acquolina in bocca ai vostri bambini con una proposta “favolosa”: deliziosi pranzetti pensati per i piccoli gourmet, ognuno dei quali legato ad una fiaba speciale tratta dal libro “pappe da favola” di Carmela Cipriani. Quante volte per i genitori dar da mangiare ai figli piccoli è risultata un’ardua impresa? I Ricci Hotels di Cesenatico (Forlì-cesena) hanno trovato una “favolosa” soluzione al problema: trasformare il pranzo in un gioco! Un goloso e nutriente escamotage per saziare in modo sano anche i bambini più inappetenti o svogliati. Si tratta di menu speciali creati per i giovani ospiti fino a 6 anni: equilibrio nutrizionale, tanta cura nella scelta delle materie prime, uniti a un pizzico di gioco e tante fiabe sono gli ingredienti di questa ricetta di sicuro successo! Ogni giorno due appetitosi e sostanziosi baby-menu tra cui scegliere, composti da un primo e da un secondo piatto e poi frutta, gelato o dessert, il tutto rigorosamente accompagnato da una fiaba tratta dal bellissimo libro di Carmela Cipriani: “pappe da favola”. “Scontentina”, “il fagiolino disordinato” e “il pesciolino piccolino” saranno i dolcissimi commensali dei vostri bambini, che rimarranno con gli occhi sgranati e la bocca ben aperta, pronti a mangiare tutto e ad ascoltare incantati le straordinarie vicende di questi buffi compagni di pranzo. Oltre a questa proposta, i Ricci Hotels hanno ideato un’intera gamma di iniziative per i bambini. Un qualificato staff di animatori ogni giorno organizza eventi diversi: calcetto, acqua volley, gite in bicicletta, baby discoteca e persino corsi di botanica e corsi di cucina per imparare a fare la piadina romagnola con tanto di diploma finale. Potrete inoltre regalare ai vostri bambini un’indimenticabile festa di compleanno con tutti gli amici, tantissimi giochi ricreativi, una torta ed un cadeau speciali. Infolink: Www.riccihotels.it  
   
   
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PAPPE “FAVOLOSE” PER I PICCOLI OSPITI DEI RICCI HOTELS BABY MENU “DA FAVOLA” AI RICCI HOTELS  
 
I Ricci Hotels di Cesenatico (Forlì-cesena) fanno venire l’acquolina in bocca ai vostri bambini con una proposta “favolosa”: deliziosi pranzetti pensati per i piccoli gourmet, ognuno dei quali legato ad una fiaba speciale tratta dal libro “pappe da favola” di Carmela Cipriani. Quante volte per i genitori dar da mangiare ai figli piccoli è risultata un’ardua impresa? I Ricci Hotels di Cesenatico (Forlì-cesena) hanno trovato una “favolosa” soluzione al problema: trasformare il pranzo in un gioco! Un goloso e nutriente escamotage per saziare in modo sano anche i bambini più inappetenti o svogliati. Si tratta di menu speciali creati per i giovani ospiti fino a 6 anni: equilibrio nutrizionale, tanta cura nella scelta delle materie prime, uniti a un pizzico di gioco e tante fiabe sono gli ingredienti di questa ricetta di sicuro successo! Ogni giorno due appetitosi e sostanziosi baby-menu tra cui scegliere, composti da un primo e da un secondo piatto e poi frutta, gelato o dessert, il tutto rigorosamente accompagnato da una fiaba tratta dal bellissimo libro di Carmela Cipriani: “pappe da favola”. “Scontentina”, “il fagiolino disordinato” e “il pesciolino piccolino” saranno i dolcissimi commensali dei vostri bambini, che rimarranno con gli occhi sgranati e la bocca ben aperta, pronti a mangiare tutto e ad ascoltare incantati le straordinarie vicende di questi buffi compagni di pranzo. Oltre a questa proposta, i Ricci Hotels hanno ideato un’intera gamma di iniziative per i bambini. Un qualificato staff di animatori ogni giorno organizza eventi diversi: calcetto, acqua volley, gite in bicicletta, baby discoteca e persino corsi di botanica e corsi di cucina per imparare a fare la piadina romagnola con tanto di diploma finale. Potrete inoltre regalare ai vostri bambini un’indimenticabile festa di compleanno con tutti gli amici, tantissimi giochi ricreativi, una torta ed un cadeau speciali. Infolink: Www.riccihotels.it  
   
   
LA SAGRA DELLE PESCHE DI COLLEBEATO OSPITA ARTE DA MANGIARE  
 
Ci saranno anche gli artisti dell’Associazione Culturale Arte da mangiare di Milano ad impreziosire la 21ª edizione della Sagra delle Pesche di Collebeato, in programma dal 9 al 25 Luglio 2004. Con le opere create appositamente sul tema “La Pesca…e l’Arte” avranno l’obiettivo di avvicinare un pubblico sempre più vasto al mondo dell’arte, del cibo e della comunicazione, utilizzando proprio il cibo come materiale artistico. In tale occasione, nella giornata del 9 luglio, saranno coinvolti anche gli chef di “Visconti banqueting”, che presenteranno un’opera d’arte commestibile presso la bellissima Villa Glisenti di Villa Carcina. Gli artisti presenti di Arte da mangiare: Geronazzo / Filippini/ Parziale: vetro pesca vetro e... Gelatina abbinato ad una gelatina di pesca con biscotto trasparente è una lavorazione mousse con gelificante e stecco croccante al caramello. Ceramica ciotola componibile per cioccolata bottiglia per liquore alla pesca abbinato al marmorizzato di pesca è un semifreddo con pesca pistacchi e canditi stefania dameri: legno pesca...Nell’oracolo abbinato allo stecco di pesca, una sorta di bon bon di pesca candita con scaglie di cacao, che ricorda il chupa chups topylabrys: plastica intorno abbinato a dei bicchierini con vino cotto aromatico e dadolata di pesche. La Sagra delle Pesche di Collebeato ha ormai travalicato i confini locali – dal 2003, infatti, anche le vicine Concesio e Villa Carcina si sono associate alla manifestazione - arricchendosi di nuovi contenuti in grado di catalizzare l'interesse di un vasto pubblico legato ai valori della civiltà contadina. Dire Collebeato significa oggi dire pesca. La sagra di Collebeato, articolata in 13 giornate, punta soprattutto a far conoscere gli aspetti ambientali, sociali, culturali e tradizionali; ne è prova il progetto denominato "La Strada delle pesche", piacevole itinerario turistico ed enogastronomico del Bresciano con obiettivi di valorizzazione dei prodotti tipici locali. In merito al programma della sagra, oltre a spettacoli, degustazioni, tornei ed altre iniziative, l'edizione 2004 verrà ricordata per tre importanti novità: la presentazione del libro "Il frutto della pesca: profumi e sapori della nostra terra", il connubio pesca-birra ed il gemellaggio di Collebeato con Bivona, comune in provincia di Agrigento dove si promuove una manifestazione analoga.  
   
   
LA SAGRA DELLE PESCHE DI COLLEBEATO OSPITA ARTE DA MANGIARE  
 
Ci saranno anche gli artisti dell’Associazione Culturale Arte da mangiare di Milano ad impreziosire la 21ª edizione della Sagra delle Pesche di Collebeato, in programma dal 9 al 25 Luglio 2004. Con le opere create appositamente sul tema “La Pesca…e l’Arte” avranno l’obiettivo di avvicinare un pubblico sempre più vasto al mondo dell’arte, del cibo e della comunicazione, utilizzando proprio il cibo come materiale artistico. In tale occasione, nella giornata del 9 luglio, saranno coinvolti anche gli chef di “Visconti banqueting”, che presenteranno un’opera d’arte commestibile presso la bellissima Villa Glisenti di Villa Carcina. Gli artisti presenti di Arte da mangiare: Geronazzo / Filippini/ Parziale: vetro pesca vetro e... Gelatina abbinato ad una gelatina di pesca con biscotto trasparente è una lavorazione mousse con gelificante e stecco croccante al caramello. Ceramica ciotola componibile per cioccolata bottiglia per liquore alla pesca abbinato al marmorizzato di pesca è un semifreddo con pesca pistacchi e canditi stefania dameri: legno pesca...Nell’oracolo abbinato allo stecco di pesca, una sorta di bon bon di pesca candita con scaglie di cacao, che ricorda il chupa chups topylabrys: plastica intorno abbinato a dei bicchierini con vino cotto aromatico e dadolata di pesche. La Sagra delle Pesche di Collebeato ha ormai travalicato i confini locali – dal 2003, infatti, anche le vicine Concesio e Villa Carcina si sono associate alla manifestazione - arricchendosi di nuovi contenuti in grado di catalizzare l'interesse di un vasto pubblico legato ai valori della civiltà contadina. Dire Collebeato significa oggi dire pesca. La sagra di Collebeato, articolata in 13 giornate, punta soprattutto a far conoscere gli aspetti ambientali, sociali, culturali e tradizionali; ne è prova il progetto denominato "La Strada delle pesche", piacevole itinerario turistico ed enogastronomico del Bresciano con obiettivi di valorizzazione dei prodotti tipici locali. In merito al programma della sagra, oltre a spettacoli, degustazioni, tornei ed altre iniziative, l'edizione 2004 verrà ricordata per tre importanti novità: la presentazione del libro "Il frutto della pesca: profumi e sapori della nostra terra", il connubio pesca-birra ed il gemellaggio di Collebeato con Bivona, comune in provincia di Agrigento dove si promuove una manifestazione analoga.  
   
   
LA SAGRA DELLE PESCHE DI COLLEBEATO OSPITA ARTE DA MANGIARE  
 
Ci saranno anche gli artisti dell’Associazione Culturale Arte da mangiare di Milano ad impreziosire la 21ª edizione della Sagra delle Pesche di Collebeato, in programma dal 9 al 25 Luglio 2004. Con le opere create appositamente sul tema “La Pesca…e l’Arte” avranno l’obiettivo di avvicinare un pubblico sempre più vasto al mondo dell’arte, del cibo e della comunicazione, utilizzando proprio il cibo come materiale artistico. In tale occasione, nella giornata del 9 luglio, saranno coinvolti anche gli chef di “Visconti banqueting”, che presenteranno un’opera d’arte commestibile presso la bellissima Villa Glisenti di Villa Carcina. Gli artisti presenti di Arte da mangiare: Geronazzo / Filippini/ Parziale: vetro pesca vetro e... Gelatina abbinato ad una gelatina di pesca con biscotto trasparente è una lavorazione mousse con gelificante e stecco croccante al caramello. Ceramica ciotola componibile per cioccolata bottiglia per liquore alla pesca abbinato al marmorizzato di pesca è un semifreddo con pesca pistacchi e canditi stefania dameri: legno pesca...Nell’oracolo abbinato allo stecco di pesca, una sorta di bon bon di pesca candita con scaglie di cacao, che ricorda il chupa chups topylabrys: plastica intorno abbinato a dei bicchierini con vino cotto aromatico e dadolata di pesche. La Sagra delle Pesche di Collebeato ha ormai travalicato i confini locali – dal 2003, infatti, anche le vicine Concesio e Villa Carcina si sono associate alla manifestazione - arricchendosi di nuovi contenuti in grado di catalizzare l'interesse di un vasto pubblico legato ai valori della civiltà contadina. Dire Collebeato significa oggi dire pesca. La sagra di Collebeato, articolata in 13 giornate, punta soprattutto a far conoscere gli aspetti ambientali, sociali, culturali e tradizionali; ne è prova il progetto denominato "La Strada delle pesche", piacevole itinerario turistico ed enogastronomico del Bresciano con obiettivi di valorizzazione dei prodotti tipici locali. In merito al programma della sagra, oltre a spettacoli, degustazioni, tornei ed altre iniziative, l'edizione 2004 verrà ricordata per tre importanti novità: la presentazione del libro "Il frutto della pesca: profumi e sapori della nostra terra", il connubio pesca-birra ed il gemellaggio di Collebeato con Bivona, comune in provincia di Agrigento dove si promuove una manifestazione analoga.  
   
   
LA SAGRA DELLE PESCHE DI COLLEBEATO OSPITA ARTE DA MANGIARE  
 
Ci saranno anche gli artisti dell’Associazione Culturale Arte da mangiare di Milano ad impreziosire la 21ª edizione della Sagra delle Pesche di Collebeato, in programma dal 9 al 25 Luglio 2004. Con le opere create appositamente sul tema “La Pesca…e l’Arte” avranno l’obiettivo di avvicinare un pubblico sempre più vasto al mondo dell’arte, del cibo e della comunicazione, utilizzando proprio il cibo come materiale artistico. In tale occasione, nella giornata del 9 luglio, saranno coinvolti anche gli chef di “Visconti banqueting”, che presenteranno un’opera d’arte commestibile presso la bellissima Villa Glisenti di Villa Carcina. Gli artisti presenti di Arte da mangiare: Geronazzo / Filippini/ Parziale: vetro pesca vetro e... Gelatina abbinato ad una gelatina di pesca con biscotto trasparente è una lavorazione mousse con gelificante e stecco croccante al caramello. Ceramica ciotola componibile per cioccolata bottiglia per liquore alla pesca abbinato al marmorizzato di pesca è un semifreddo con pesca pistacchi e canditi stefania dameri: legno pesca...Nell’oracolo abbinato allo stecco di pesca, una sorta di bon bon di pesca candita con scaglie di cacao, che ricorda il chupa chups topylabrys: plastica intorno abbinato a dei bicchierini con vino cotto aromatico e dadolata di pesche. La Sagra delle Pesche di Collebeato ha ormai travalicato i confini locali – dal 2003, infatti, anche le vicine Concesio e Villa Carcina si sono associate alla manifestazione - arricchendosi di nuovi contenuti in grado di catalizzare l'interesse di un vasto pubblico legato ai valori della civiltà contadina. Dire Collebeato significa oggi dire pesca. La sagra di Collebeato, articolata in 13 giornate, punta soprattutto a far conoscere gli aspetti ambientali, sociali, culturali e tradizionali; ne è prova il progetto denominato "La Strada delle pesche", piacevole itinerario turistico ed enogastronomico del Bresciano con obiettivi di valorizzazione dei prodotti tipici locali. In merito al programma della sagra, oltre a spettacoli, degustazioni, tornei ed altre iniziative, l'edizione 2004 verrà ricordata per tre importanti novità: la presentazione del libro "Il frutto della pesca: profumi e sapori della nostra terra", il connubio pesca-birra ed il gemellaggio di Collebeato con Bivona, comune in provincia di Agrigento dove si promuove una manifestazione analoga.  
   
   
LA SAGRA DELLE PESCHE DI COLLEBEATO OSPITA ARTE DA MANGIARE  
 
Ci saranno anche gli artisti dell’Associazione Culturale Arte da mangiare di Milano ad impreziosire la 21ª edizione della Sagra delle Pesche di Collebeato, in programma dal 9 al 25 Luglio 2004. Con le opere create appositamente sul tema “La Pesca…e l’Arte” avranno l’obiettivo di avvicinare un pubblico sempre più vasto al mondo dell’arte, del cibo e della comunicazione, utilizzando proprio il cibo come materiale artistico. In tale occasione, nella giornata del 9 luglio, saranno coinvolti anche gli chef di “Visconti banqueting”, che presenteranno un’opera d’arte commestibile presso la bellissima Villa Glisenti di Villa Carcina. Gli artisti presenti di Arte da mangiare: Geronazzo / Filippini/ Parziale: vetro pesca vetro e... Gelatina abbinato ad una gelatina di pesca con biscotto trasparente è una lavorazione mousse con gelificante e stecco croccante al caramello. Ceramica ciotola componibile per cioccolata bottiglia per liquore alla pesca abbinato al marmorizzato di pesca è un semifreddo con pesca pistacchi e canditi stefania dameri: legno pesca...Nell’oracolo abbinato allo stecco di pesca, una sorta di bon bon di pesca candita con scaglie di cacao, che ricorda il chupa chups topylabrys: plastica intorno abbinato a dei bicchierini con vino cotto aromatico e dadolata di pesche. La Sagra delle Pesche di Collebeato ha ormai travalicato i confini locali – dal 2003, infatti, anche le vicine Concesio e Villa Carcina si sono associate alla manifestazione - arricchendosi di nuovi contenuti in grado di catalizzare l'interesse di un vasto pubblico legato ai valori della civiltà contadina. Dire Collebeato significa oggi dire pesca. La sagra di Collebeato, articolata in 13 giornate, punta soprattutto a far conoscere gli aspetti ambientali, sociali, culturali e tradizionali; ne è prova il progetto denominato "La Strada delle pesche", piacevole itinerario turistico ed enogastronomico del Bresciano con obiettivi di valorizzazione dei prodotti tipici locali. In merito al programma della sagra, oltre a spettacoli, degustazioni, tornei ed altre iniziative, l'edizione 2004 verrà ricordata per tre importanti novità: la presentazione del libro "Il frutto della pesca: profumi e sapori della nostra terra", il connubio pesca-birra ed il gemellaggio di Collebeato con Bivona, comune in provincia di Agrigento dove si promuove una manifestazione analoga.  
   
   
LA SAGRA DELLE PESCHE DI COLLEBEATO OSPITA ARTE DA MANGIARE  
 
Ci saranno anche gli artisti dell’Associazione Culturale Arte da mangiare di Milano ad impreziosire la 21ª edizione della Sagra delle Pesche di Collebeato, in programma dal 9 al 25 Luglio 2004. Con le opere create appositamente sul tema “La Pesca…e l’Arte” avranno l’obiettivo di avvicinare un pubblico sempre più vasto al mondo dell’arte, del cibo e della comunicazione, utilizzando proprio il cibo come materiale artistico. In tale occasione, nella giornata del 9 luglio, saranno coinvolti anche gli chef di “Visconti banqueting”, che presenteranno un’opera d’arte commestibile presso la bellissima Villa Glisenti di Villa Carcina. Gli artisti presenti di Arte da mangiare: Geronazzo / Filippini/ Parziale: vetro pesca vetro e... Gelatina abbinato ad una gelatina di pesca con biscotto trasparente è una lavorazione mousse con gelificante e stecco croccante al caramello. Ceramica ciotola componibile per cioccolata bottiglia per liquore alla pesca abbinato al marmorizzato di pesca è un semifreddo con pesca pistacchi e canditi stefania dameri: legno pesca...Nell’oracolo abbinato allo stecco di pesca, una sorta di bon bon di pesca candita con scaglie di cacao, che ricorda il chupa chups topylabrys: plastica intorno abbinato a dei bicchierini con vino cotto aromatico e dadolata di pesche. La Sagra delle Pesche di Collebeato ha ormai travalicato i confini locali – dal 2003, infatti, anche le vicine Concesio e Villa Carcina si sono associate alla manifestazione - arricchendosi di nuovi contenuti in grado di catalizzare l'interesse di un vasto pubblico legato ai valori della civiltà contadina. Dire Collebeato significa oggi dire pesca. La sagra di Collebeato, articolata in 13 giornate, punta soprattutto a far conoscere gli aspetti ambientali, sociali, culturali e tradizionali; ne è prova il progetto denominato "La Strada delle pesche", piacevole itinerario turistico ed enogastronomico del Bresciano con obiettivi di valorizzazione dei prodotti tipici locali. In merito al programma della sagra, oltre a spettacoli, degustazioni, tornei ed altre iniziative, l'edizione 2004 verrà ricordata per tre importanti novità: la presentazione del libro "Il frutto della pesca: profumi e sapori della nostra terra", il connubio pesca-birra ed il gemellaggio di Collebeato con Bivona, comune in provincia di Agrigento dove si promuove una manifestazione analoga.  
   
   
NOVITÀ IN CUCINA: CON GLUTINÒ DI MOLINO QUAGLIA UNA NUOVA FARINA PRIVA DI GLUTINE  
 
 Da sempre all’avanguardia nella ricerca e nella proposizione di nuovi prodotti Il Laboratorio -prima sede italiana specificamente dedicata ai corsi di panificazione professionali e per appassionati – in collaborazione con Molino Quaglia ha presentato, nel corso dell’ultima edizione di Siab (Maggio 2004); Glutinò: un composto di farina di grano saraceno, amido di mais, amido di tapioca, farina di riso e farina di mais e realizzato con materie prive di glutine (contenuto di glutine inferiore a 20ppm). Questo prodotto è particolarmente adatto all’alimentazione dei celiaci. Secondo gli studi più recenti in Italia la celiachia interesserebbe, fra casi conclamati e “atipici” un individuo su 150. Lungi dall’essere una ‘moda’, la celiachia è oggi un’intolleranza che interessa sempre più persone, resa più evidente da studi più approfonditi e dalla scoperta di molti casi di celiachia ‘atipica’ o ‘silente’, cioè che non si manifesta in modo evidente. L’assunzione di glutine da parte di coloro che sono geneticamente predisposti causa una risposta immunitaria anomala a livello dei villi intestinali che vanno incontro ad infiammazione cronica che, oltre a causare gravi disturbi intestinali, conduce all’atrofia dei villi intestinali. La conseguente perdita della loro funzionalità comporta il mancato assorbimento dei nutrimenti di cui ogni organismo ha assoluta necessità. Molte quindi le persone che, a causa di questa malattia, subiscono forti limitazioni nella vita di relazione, in particolare i bambini che, spesso, tra loro, si sentono a disagio e ‘diversi’ perché non possono mangiare una pizza in compagnia. Con questo ingrediente è possibile oggi preparare pane, focaccia, pizze e prodotti da forno in genere. E’ proposta anche una versione “dolce” particolarmente adatta alla preparazione di torte e biscotti. Con Glutinò si aprono quindi nuove possibilità per tutti quei soggetti che nella dieta non vogliono o non possono assumere glutine, mangiare in modo assolutamente ‘normale’ sia a casa che nei locali pubblici. Molti ristoranti e pizzerie infatti, sensibili a queste necessità, offrono ormai menù “senza glutine”: un nuovo piccolo passo per migliorare la qualità della vita di molte persone.  
   
   
NOVITÀ IN CUCINA: CON GLUTINÒ DI MOLINO QUAGLIA UNA NUOVA FARINA PRIVA DI GLUTINE  
 
 Da sempre all’avanguardia nella ricerca e nella proposizione di nuovi prodotti Il Laboratorio -prima sede italiana specificamente dedicata ai corsi di panificazione professionali e per appassionati – in collaborazione con Molino Quaglia ha presentato, nel corso dell’ultima edizione di Siab (Maggio 2004); Glutinò: un composto di farina di grano saraceno, amido di mais, amido di tapioca, farina di riso e farina di mais e realizzato con materie prive di glutine (contenuto di glutine inferiore a 20ppm). Questo prodotto è particolarmente adatto all’alimentazione dei celiaci. Secondo gli studi più recenti in Italia la celiachia interesserebbe, fra casi conclamati e “atipici” un individuo su 150. Lungi dall’essere una ‘moda’, la celiachia è oggi un’intolleranza che interessa sempre più persone, resa più evidente da studi più approfonditi e dalla scoperta di molti casi di celiachia ‘atipica’ o ‘silente’, cioè che non si manifesta in modo evidente. L’assunzione di glutine da parte di coloro che sono geneticamente predisposti causa una risposta immunitaria anomala a livello dei villi intestinali che vanno incontro ad infiammazione cronica che, oltre a causare gravi disturbi intestinali, conduce all’atrofia dei villi intestinali. La conseguente perdita della loro funzionalità comporta il mancato assorbimento dei nutrimenti di cui ogni organismo ha assoluta necessità. Molte quindi le persone che, a causa di questa malattia, subiscono forti limitazioni nella vita di relazione, in particolare i bambini che, spesso, tra loro, si sentono a disagio e ‘diversi’ perché non possono mangiare una pizza in compagnia. Con questo ingrediente è possibile oggi preparare pane, focaccia, pizze e prodotti da forno in genere. E’ proposta anche una versione “dolce” particolarmente adatta alla preparazione di torte e biscotti. Con Glutinò si aprono quindi nuove possibilità per tutti quei soggetti che nella dieta non vogliono o non possono assumere glutine, mangiare in modo assolutamente ‘normale’ sia a casa che nei locali pubblici. Molti ristoranti e pizzerie infatti, sensibili a queste necessità, offrono ormai menù “senza glutine”: un nuovo piccolo passo per migliorare la qualità della vita di molte persone.  
   
   
NOVITÀ IN CUCINA: CON GLUTINÒ DI MOLINO QUAGLIA UNA NUOVA FARINA PRIVA DI GLUTINE  
 
 Da sempre all’avanguardia nella ricerca e nella proposizione di nuovi prodotti Il Laboratorio -prima sede italiana specificamente dedicata ai corsi di panificazione professionali e per appassionati – in collaborazione con Molino Quaglia ha presentato, nel corso dell’ultima edizione di Siab (Maggio 2004); Glutinò: un composto di farina di grano saraceno, amido di mais, amido di tapioca, farina di riso e farina di mais e realizzato con materie prive di glutine (contenuto di glutine inferiore a 20ppm). Questo prodotto è particolarmente adatto all’alimentazione dei celiaci. Secondo gli studi più recenti in Italia la celiachia interesserebbe, fra casi conclamati e “atipici” un individuo su 150. Lungi dall’essere una ‘moda’, la celiachia è oggi un’intolleranza che interessa sempre più persone, resa più evidente da studi più approfonditi e dalla scoperta di molti casi di celiachia ‘atipica’ o ‘silente’, cioè che non si manifesta in modo evidente. L’assunzione di glutine da parte di coloro che sono geneticamente predisposti causa una risposta immunitaria anomala a livello dei villi intestinali che vanno incontro ad infiammazione cronica che, oltre a causare gravi disturbi intestinali, conduce all’atrofia dei villi intestinali. La conseguente perdita della loro funzionalità comporta il mancato assorbimento dei nutrimenti di cui ogni organismo ha assoluta necessità. Molte quindi le persone che, a causa di questa malattia, subiscono forti limitazioni nella vita di relazione, in particolare i bambini che, spesso, tra loro, si sentono a disagio e ‘diversi’ perché non possono mangiare una pizza in compagnia. Con questo ingrediente è possibile oggi preparare pane, focaccia, pizze e prodotti da forno in genere. E’ proposta anche una versione “dolce” particolarmente adatta alla preparazione di torte e biscotti. Con Glutinò si aprono quindi nuove possibilità per tutti quei soggetti che nella dieta non vogliono o non possono assumere glutine, mangiare in modo assolutamente ‘normale’ sia a casa che nei locali pubblici. Molti ristoranti e pizzerie infatti, sensibili a queste necessità, offrono ormai menù “senza glutine”: un nuovo piccolo passo per migliorare la qualità della vita di molte persone.  
   
   
NOVITÀ IN CUCINA: CON GLUTINÒ DI MOLINO QUAGLIA UNA NUOVA FARINA PRIVA DI GLUTINE  
 
 Da sempre all’avanguardia nella ricerca e nella proposizione di nuovi prodotti Il Laboratorio -prima sede italiana specificamente dedicata ai corsi di panificazione professionali e per appassionati – in collaborazione con Molino Quaglia ha presentato, nel corso dell’ultima edizione di Siab (Maggio 2004); Glutinò: un composto di farina di grano saraceno, amido di mais, amido di tapioca, farina di riso e farina di mais e realizzato con materie prive di glutine (contenuto di glutine inferiore a 20ppm). Questo prodotto è particolarmente adatto all’alimentazione dei celiaci. Secondo gli studi più recenti in Italia la celiachia interesserebbe, fra casi conclamati e “atipici” un individuo su 150. Lungi dall’essere una ‘moda’, la celiachia è oggi un’intolleranza che interessa sempre più persone, resa più evidente da studi più approfonditi e dalla scoperta di molti casi di celiachia ‘atipica’ o ‘silente’, cioè che non si manifesta in modo evidente. L’assunzione di glutine da parte di coloro che sono geneticamente predisposti causa una risposta immunitaria anomala a livello dei villi intestinali che vanno incontro ad infiammazione cronica che, oltre a causare gravi disturbi intestinali, conduce all’atrofia dei villi intestinali. La conseguente perdita della loro funzionalità comporta il mancato assorbimento dei nutrimenti di cui ogni organismo ha assoluta necessità. Molte quindi le persone che, a causa di questa malattia, subiscono forti limitazioni nella vita di relazione, in particolare i bambini che, spesso, tra loro, si sentono a disagio e ‘diversi’ perché non possono mangiare una pizza in compagnia. Con questo ingrediente è possibile oggi preparare pane, focaccia, pizze e prodotti da forno in genere. E’ proposta anche una versione “dolce” particolarmente adatta alla preparazione di torte e biscotti. Con Glutinò si aprono quindi nuove possibilità per tutti quei soggetti che nella dieta non vogliono o non possono assumere glutine, mangiare in modo assolutamente ‘normale’ sia a casa che nei locali pubblici. Molti ristoranti e pizzerie infatti, sensibili a queste necessità, offrono ormai menù “senza glutine”: un nuovo piccolo passo per migliorare la qualità della vita di molte persone.  
   
   
NOVITÀ IN CUCINA: CON GLUTINÒ DI MOLINO QUAGLIA UNA NUOVA FARINA PRIVA DI GLUTINE  
 
 Da sempre all’avanguardia nella ricerca e nella proposizione di nuovi prodotti Il Laboratorio -prima sede italiana specificamente dedicata ai corsi di panificazione professionali e per appassionati – in collaborazione con Molino Quaglia ha presentato, nel corso dell’ultima edizione di Siab (Maggio 2004); Glutinò: un composto di farina di grano saraceno, amido di mais, amido di tapioca, farina di riso e farina di mais e realizzato con materie prive di glutine (contenuto di glutine inferiore a 20ppm). Questo prodotto è particolarmente adatto all’alimentazione dei celiaci. Secondo gli studi più recenti in Italia la celiachia interesserebbe, fra casi conclamati e “atipici” un individuo su 150. Lungi dall’essere una ‘moda’, la celiachia è oggi un’intolleranza che interessa sempre più persone, resa più evidente da studi più approfonditi e dalla scoperta di molti casi di celiachia ‘atipica’ o ‘silente’, cioè che non si manifesta in modo evidente. L’assunzione di glutine da parte di coloro che sono geneticamente predisposti causa una risposta immunitaria anomala a livello dei villi intestinali che vanno incontro ad infiammazione cronica che, oltre a causare gravi disturbi intestinali, conduce all’atrofia dei villi intestinali. La conseguente perdita della loro funzionalità comporta il mancato assorbimento dei nutrimenti di cui ogni organismo ha assoluta necessità. Molte quindi le persone che, a causa di questa malattia, subiscono forti limitazioni nella vita di relazione, in particolare i bambini che, spesso, tra loro, si sentono a disagio e ‘diversi’ perché non possono mangiare una pizza in compagnia. Con questo ingrediente è possibile oggi preparare pane, focaccia, pizze e prodotti da forno in genere. E’ proposta anche una versione “dolce” particolarmente adatta alla preparazione di torte e biscotti. Con Glutinò si aprono quindi nuove possibilità per tutti quei soggetti che nella dieta non vogliono o non possono assumere glutine, mangiare in modo assolutamente ‘normale’ sia a casa che nei locali pubblici. Molti ristoranti e pizzerie infatti, sensibili a queste necessità, offrono ormai menù “senza glutine”: un nuovo piccolo passo per migliorare la qualità della vita di molte persone.  
   
   
NOVITÀ IN CUCINA: CON GLUTINÒ DI MOLINO QUAGLIA UNA NUOVA FARINA PRIVA DI GLUTINE  
 
 Da sempre all’avanguardia nella ricerca e nella proposizione di nuovi prodotti Il Laboratorio -prima sede italiana specificamente dedicata ai corsi di panificazione professionali e per appassionati – in collaborazione con Molino Quaglia ha presentato, nel corso dell’ultima edizione di Siab (Maggio 2004); Glutinò: un composto di farina di grano saraceno, amido di mais, amido di tapioca, farina di riso e farina di mais e realizzato con materie prive di glutine (contenuto di glutine inferiore a 20ppm). Questo prodotto è particolarmente adatto all’alimentazione dei celiaci. Secondo gli studi più recenti in Italia la celiachia interesserebbe, fra casi conclamati e “atipici” un individuo su 150. Lungi dall’essere una ‘moda’, la celiachia è oggi un’intolleranza che interessa sempre più persone, resa più evidente da studi più approfonditi e dalla scoperta di molti casi di celiachia ‘atipica’ o ‘silente’, cioè che non si manifesta in modo evidente. L’assunzione di glutine da parte di coloro che sono geneticamente predisposti causa una risposta immunitaria anomala a livello dei villi intestinali che vanno incontro ad infiammazione cronica che, oltre a causare gravi disturbi intestinali, conduce all’atrofia dei villi intestinali. La conseguente perdita della loro funzionalità comporta il mancato assorbimento dei nutrimenti di cui ogni organismo ha assoluta necessità. Molte quindi le persone che, a causa di questa malattia, subiscono forti limitazioni nella vita di relazione, in particolare i bambini che, spesso, tra loro, si sentono a disagio e ‘diversi’ perché non possono mangiare una pizza in compagnia. Con questo ingrediente è possibile oggi preparare pane, focaccia, pizze e prodotti da forno in genere. E’ proposta anche una versione “dolce” particolarmente adatta alla preparazione di torte e biscotti. Con Glutinò si aprono quindi nuove possibilità per tutti quei soggetti che nella dieta non vogliono o non possono assumere glutine, mangiare in modo assolutamente ‘normale’ sia a casa che nei locali pubblici. Molti ristoranti e pizzerie infatti, sensibili a queste necessità, offrono ormai menù “senza glutine”: un nuovo piccolo passo per migliorare la qualità della vita di molte persone.  
   
   
DA IREKS LA FAMIGLIA “CIOKO”  
 
Non un solo prodotto, ma un’intera linea è quanto propone ireks italiana con la famiglia dei prodotti “cioko”, interamente a base di cioccolato. Per gli aztechi i semi di cacao erano un regalo del dio dei serpenti quettzalcoatl e per loro il cioccolato conteneva una forte simbologia. All’alta nobiltà ed ad altri gruppi elitari, ad esempio, esso serviva quale mezzo di pagamento, per gli altri, spesso, esso era sinonimo di fonte di sapienza e di immensa energia. La verità è che, ancora oggi, nessuno resiste alla tentazione del cioccolato: grazie al suo gusto inconfondibile ed all’energia che esso conferisce, infatti, i dolci preparati con questo ingrediente sono sempre i più graditi da grandi e piccini. Proprio in virtù di questo forte gradimento, ireks italiana propone quattro prodotti con la stessa caratteristica di qualità: sono infatti realizzati a base di vero cioccolato in polvere e non solo con semplice cacao. La differenza, dovuta alla presenza del pregiato burro di cacao, è sostanziale e si nota dalla qualità dei dolci prodotti con questi semilavorati: il gusto che ne risulta è pieno e convincente e le proposte possibili sono davvero innumerevoli. Con cioko dolceteglia, cioko muffin, cioko crem e cioko glassa, da soli o combinati tra loro, è pertanto possibile ottenere torte farcite, muffin, torte sacher, plum cakes, brownies e biscotti, tutti di semplice realizzazione e dal gusto pieno e saporito. Tra le altre, importanti novità, da sottolineare il fatto che questi prodotti si possono surgelare e possono costituire la base di molteplici varianti della stessa ricetta, con la garanzia di un prodotto di qualità sempre elevata e costante. Pertanto la qualità, unita alla facilità di preparazione ed alla loro grande versatilità, fanno di questa linea una proposta di grande successo già ampiamente apprezzata da panificatori e pasticceri.  
   
   
DA IREKS LA FAMIGLIA “CIOKO”  
 
Non un solo prodotto, ma un’intera linea è quanto propone ireks italiana con la famiglia dei prodotti “cioko”, interamente a base di cioccolato. Per gli aztechi i semi di cacao erano un regalo del dio dei serpenti quettzalcoatl e per loro il cioccolato conteneva una forte simbologia. All’alta nobiltà ed ad altri gruppi elitari, ad esempio, esso serviva quale mezzo di pagamento, per gli altri, spesso, esso era sinonimo di fonte di sapienza e di immensa energia. La verità è che, ancora oggi, nessuno resiste alla tentazione del cioccolato: grazie al suo gusto inconfondibile ed all’energia che esso conferisce, infatti, i dolci preparati con questo ingrediente sono sempre i più graditi da grandi e piccini. Proprio in virtù di questo forte gradimento, ireks italiana propone quattro prodotti con la stessa caratteristica di qualità: sono infatti realizzati a base di vero cioccolato in polvere e non solo con semplice cacao. La differenza, dovuta alla presenza del pregiato burro di cacao, è sostanziale e si nota dalla qualità dei dolci prodotti con questi semilavorati: il gusto che ne risulta è pieno e convincente e le proposte possibili sono davvero innumerevoli. Con cioko dolceteglia, cioko muffin, cioko crem e cioko glassa, da soli o combinati tra loro, è pertanto possibile ottenere torte farcite, muffin, torte sacher, plum cakes, brownies e biscotti, tutti di semplice realizzazione e dal gusto pieno e saporito. Tra le altre, importanti novità, da sottolineare il fatto che questi prodotti si possono surgelare e possono costituire la base di molteplici varianti della stessa ricetta, con la garanzia di un prodotto di qualità sempre elevata e costante. Pertanto la qualità, unita alla facilità di preparazione ed alla loro grande versatilità, fanno di questa linea una proposta di grande successo già ampiamente apprezzata da panificatori e pasticceri.  
   
   
DA IREKS LA FAMIGLIA “CIOKO”  
 
Non un solo prodotto, ma un’intera linea è quanto propone ireks italiana con la famiglia dei prodotti “cioko”, interamente a base di cioccolato. Per gli aztechi i semi di cacao erano un regalo del dio dei serpenti quettzalcoatl e per loro il cioccolato conteneva una forte simbologia. All’alta nobiltà ed ad altri gruppi elitari, ad esempio, esso serviva quale mezzo di pagamento, per gli altri, spesso, esso era sinonimo di fonte di sapienza e di immensa energia. La verità è che, ancora oggi, nessuno resiste alla tentazione del cioccolato: grazie al suo gusto inconfondibile ed all’energia che esso conferisce, infatti, i dolci preparati con questo ingrediente sono sempre i più graditi da grandi e piccini. Proprio in virtù di questo forte gradimento, ireks italiana propone quattro prodotti con la stessa caratteristica di qualità: sono infatti realizzati a base di vero cioccolato in polvere e non solo con semplice cacao. La differenza, dovuta alla presenza del pregiato burro di cacao, è sostanziale e si nota dalla qualità dei dolci prodotti con questi semilavorati: il gusto che ne risulta è pieno e convincente e le proposte possibili sono davvero innumerevoli. Con cioko dolceteglia, cioko muffin, cioko crem e cioko glassa, da soli o combinati tra loro, è pertanto possibile ottenere torte farcite, muffin, torte sacher, plum cakes, brownies e biscotti, tutti di semplice realizzazione e dal gusto pieno e saporito. Tra le altre, importanti novità, da sottolineare il fatto che questi prodotti si possono surgelare e possono costituire la base di molteplici varianti della stessa ricetta, con la garanzia di un prodotto di qualità sempre elevata e costante. Pertanto la qualità, unita alla facilità di preparazione ed alla loro grande versatilità, fanno di questa linea una proposta di grande successo già ampiamente apprezzata da panificatori e pasticceri.  
   
   
DA IREKS LA FAMIGLIA “CIOKO”  
 
Non un solo prodotto, ma un’intera linea è quanto propone ireks italiana con la famiglia dei prodotti “cioko”, interamente a base di cioccolato. Per gli aztechi i semi di cacao erano un regalo del dio dei serpenti quettzalcoatl e per loro il cioccolato conteneva una forte simbologia. All’alta nobiltà ed ad altri gruppi elitari, ad esempio, esso serviva quale mezzo di pagamento, per gli altri, spesso, esso era sinonimo di fonte di sapienza e di immensa energia. La verità è che, ancora oggi, nessuno resiste alla tentazione del cioccolato: grazie al suo gusto inconfondibile ed all’energia che esso conferisce, infatti, i dolci preparati con questo ingrediente sono sempre i più graditi da grandi e piccini. Proprio in virtù di questo forte gradimento, ireks italiana propone quattro prodotti con la stessa caratteristica di qualità: sono infatti realizzati a base di vero cioccolato in polvere e non solo con semplice cacao. La differenza, dovuta alla presenza del pregiato burro di cacao, è sostanziale e si nota dalla qualità dei dolci prodotti con questi semilavorati: il gusto che ne risulta è pieno e convincente e le proposte possibili sono davvero innumerevoli. Con cioko dolceteglia, cioko muffin, cioko crem e cioko glassa, da soli o combinati tra loro, è pertanto possibile ottenere torte farcite, muffin, torte sacher, plum cakes, brownies e biscotti, tutti di semplice realizzazione e dal gusto pieno e saporito. Tra le altre, importanti novità, da sottolineare il fatto che questi prodotti si possono surgelare e possono costituire la base di molteplici varianti della stessa ricetta, con la garanzia di un prodotto di qualità sempre elevata e costante. Pertanto la qualità, unita alla facilità di preparazione ed alla loro grande versatilità, fanno di questa linea una proposta di grande successo già ampiamente apprezzata da panificatori e pasticceri.  
   
   
DA IREKS LA FAMIGLIA “CIOKO”  
 
Non un solo prodotto, ma un’intera linea è quanto propone ireks italiana con la famiglia dei prodotti “cioko”, interamente a base di cioccolato. Per gli aztechi i semi di cacao erano un regalo del dio dei serpenti quettzalcoatl e per loro il cioccolato conteneva una forte simbologia. All’alta nobiltà ed ad altri gruppi elitari, ad esempio, esso serviva quale mezzo di pagamento, per gli altri, spesso, esso era sinonimo di fonte di sapienza e di immensa energia. La verità è che, ancora oggi, nessuno resiste alla tentazione del cioccolato: grazie al suo gusto inconfondibile ed all’energia che esso conferisce, infatti, i dolci preparati con questo ingrediente sono sempre i più graditi da grandi e piccini. Proprio in virtù di questo forte gradimento, ireks italiana propone quattro prodotti con la stessa caratteristica di qualità: sono infatti realizzati a base di vero cioccolato in polvere e non solo con semplice cacao. La differenza, dovuta alla presenza del pregiato burro di cacao, è sostanziale e si nota dalla qualità dei dolci prodotti con questi semilavorati: il gusto che ne risulta è pieno e convincente e le proposte possibili sono davvero innumerevoli. Con cioko dolceteglia, cioko muffin, cioko crem e cioko glassa, da soli o combinati tra loro, è pertanto possibile ottenere torte farcite, muffin, torte sacher, plum cakes, brownies e biscotti, tutti di semplice realizzazione e dal gusto pieno e saporito. Tra le altre, importanti novità, da sottolineare il fatto che questi prodotti si possono surgelare e possono costituire la base di molteplici varianti della stessa ricetta, con la garanzia di un prodotto di qualità sempre elevata e costante. Pertanto la qualità, unita alla facilità di preparazione ed alla loro grande versatilità, fanno di questa linea una proposta di grande successo già ampiamente apprezzata da panificatori e pasticceri.  
   
   
DA IREKS LA FAMIGLIA “CIOKO”  
 
Non un solo prodotto, ma un’intera linea è quanto propone ireks italiana con la famiglia dei prodotti “cioko”, interamente a base di cioccolato. Per gli aztechi i semi di cacao erano un regalo del dio dei serpenti quettzalcoatl e per loro il cioccolato conteneva una forte simbologia. All’alta nobiltà ed ad altri gruppi elitari, ad esempio, esso serviva quale mezzo di pagamento, per gli altri, spesso, esso era sinonimo di fonte di sapienza e di immensa energia. La verità è che, ancora oggi, nessuno resiste alla tentazione del cioccolato: grazie al suo gusto inconfondibile ed all’energia che esso conferisce, infatti, i dolci preparati con questo ingrediente sono sempre i più graditi da grandi e piccini. Proprio in virtù di questo forte gradimento, ireks italiana propone quattro prodotti con la stessa caratteristica di qualità: sono infatti realizzati a base di vero cioccolato in polvere e non solo con semplice cacao. La differenza, dovuta alla presenza del pregiato burro di cacao, è sostanziale e si nota dalla qualità dei dolci prodotti con questi semilavorati: il gusto che ne risulta è pieno e convincente e le proposte possibili sono davvero innumerevoli. Con cioko dolceteglia, cioko muffin, cioko crem e cioko glassa, da soli o combinati tra loro, è pertanto possibile ottenere torte farcite, muffin, torte sacher, plum cakes, brownies e biscotti, tutti di semplice realizzazione e dal gusto pieno e saporito. Tra le altre, importanti novità, da sottolineare il fatto che questi prodotti si possono surgelare e possono costituire la base di molteplici varianti della stessa ricetta, con la garanzia di un prodotto di qualità sempre elevata e costante. Pertanto la qualità, unita alla facilità di preparazione ed alla loro grande versatilità, fanno di questa linea una proposta di grande successo già ampiamente apprezzata da panificatori e pasticceri.  
   
   
CROSTINI INTEGRALI BUITONI GIÀ PRONTI PER IL SECONDO APPUNTAMENTO DELL’ANNO CON IL GUSTO E I SAPORI DELL’AUTUNNO  
 
I Crostini Integrali Buitoni, sottili fettine croccanti e stuzzicanti, ideali per creare gustosi spuntini e tartelette, portano in tavola i sapori e i colori tipici della stagione autunnale in un piatto veloce e sfizioso da gustare in compagnia degli amici…. Pomodori secchi, polpa di zucca e Crostini Integrali è la ricetta suggerita da Buitoni. Sapori dolci e vellutati che portano alla mente i caldi colori d’autunno: il rosso dei pomodori secchi, ideali come contorno o per arricchire i piatti e il giallo della zucca, frutto dalla forma esuberante ricco di fibre e vitamine. Il tutto arricchito con un pizzico di rosmarino per rendere la ricetta ancora più sfiziosa, saporita ma leggera e di sicuro successo. I Crostini Buitoni, disponibili nella versione classica dorata o nella versione integrale, sono preparati secondo la miglior tradizione mediterranea: ingredienti di qualità, lievitazione naturale e una lenta cottura che dona loro un’irresistibile croccantezza. Ottimi consumati a tavola in sostituzione del pane oppure come snack veloce durante la giornata, i Crostini Buitoni sono l’ideale per realizzare deliziosi e gustosi antipasti o da accompagnare, con l’aggiunta di un goccio d’olio, ad un buon bicchiere di vino. Da non perdere nemmeno in abbinamento a zuppe e minestre di ogni tipo. Crostini Buitoni: un prodotto semplice e naturale per portare a tavola, ogni giorno, il piacere della leggerezza e del sapore.  
   
   
CROSTINI INTEGRALI BUITONI GIÀ PRONTI PER IL SECONDO APPUNTAMENTO DELL’ANNO CON IL GUSTO E I SAPORI DELL’AUTUNNO  
 
I Crostini Integrali Buitoni, sottili fettine croccanti e stuzzicanti, ideali per creare gustosi spuntini e tartelette, portano in tavola i sapori e i colori tipici della stagione autunnale in un piatto veloce e sfizioso da gustare in compagnia degli amici…. Pomodori secchi, polpa di zucca e Crostini Integrali è la ricetta suggerita da Buitoni. Sapori dolci e vellutati che portano alla mente i caldi colori d’autunno: il rosso dei pomodori secchi, ideali come contorno o per arricchire i piatti e il giallo della zucca, frutto dalla forma esuberante ricco di fibre e vitamine. Il tutto arricchito con un pizzico di rosmarino per rendere la ricetta ancora più sfiziosa, saporita ma leggera e di sicuro successo. I Crostini Buitoni, disponibili nella versione classica dorata o nella versione integrale, sono preparati secondo la miglior tradizione mediterranea: ingredienti di qualità, lievitazione naturale e una lenta cottura che dona loro un’irresistibile croccantezza. Ottimi consumati a tavola in sostituzione del pane oppure come snack veloce durante la giornata, i Crostini Buitoni sono l’ideale per realizzare deliziosi e gustosi antipasti o da accompagnare, con l’aggiunta di un goccio d’olio, ad un buon bicchiere di vino. Da non perdere nemmeno in abbinamento a zuppe e minestre di ogni tipo. Crostini Buitoni: un prodotto semplice e naturale per portare a tavola, ogni giorno, il piacere della leggerezza e del sapore.  
   
   
CROSTINI INTEGRALI BUITONI GIÀ PRONTI PER IL SECONDO APPUNTAMENTO DELL’ANNO CON IL GUSTO E I SAPORI DELL’AUTUNNO  
 
I Crostini Integrali Buitoni, sottili fettine croccanti e stuzzicanti, ideali per creare gustosi spuntini e tartelette, portano in tavola i sapori e i colori tipici della stagione autunnale in un piatto veloce e sfizioso da gustare in compagnia degli amici…. Pomodori secchi, polpa di zucca e Crostini Integrali è la ricetta suggerita da Buitoni. Sapori dolci e vellutati che portano alla mente i caldi colori d’autunno: il rosso dei pomodori secchi, ideali come contorno o per arricchire i piatti e il giallo della zucca, frutto dalla forma esuberante ricco di fibre e vitamine. Il tutto arricchito con un pizzico di rosmarino per rendere la ricetta ancora più sfiziosa, saporita ma leggera e di sicuro successo. I Crostini Buitoni, disponibili nella versione classica dorata o nella versione integrale, sono preparati secondo la miglior tradizione mediterranea: ingredienti di qualità, lievitazione naturale e una lenta cottura che dona loro un’irresistibile croccantezza. Ottimi consumati a tavola in sostituzione del pane oppure come snack veloce durante la giornata, i Crostini Buitoni sono l’ideale per realizzare deliziosi e gustosi antipasti o da accompagnare, con l’aggiunta di un goccio d’olio, ad un buon bicchiere di vino. Da non perdere nemmeno in abbinamento a zuppe e minestre di ogni tipo. Crostini Buitoni: un prodotto semplice e naturale per portare a tavola, ogni giorno, il piacere della leggerezza e del sapore.  
   
   
CROSTINI INTEGRALI BUITONI GIÀ PRONTI PER IL SECONDO APPUNTAMENTO DELL’ANNO CON IL GUSTO E I SAPORI DELL’AUTUNNO  
 
I Crostini Integrali Buitoni, sottili fettine croccanti e stuzzicanti, ideali per creare gustosi spuntini e tartelette, portano in tavola i sapori e i colori tipici della stagione autunnale in un piatto veloce e sfizioso da gustare in compagnia degli amici…. Pomodori secchi, polpa di zucca e Crostini Integrali è la ricetta suggerita da Buitoni. Sapori dolci e vellutati che portano alla mente i caldi colori d’autunno: il rosso dei pomodori secchi, ideali come contorno o per arricchire i piatti e il giallo della zucca, frutto dalla forma esuberante ricco di fibre e vitamine. Il tutto arricchito con un pizzico di rosmarino per rendere la ricetta ancora più sfiziosa, saporita ma leggera e di sicuro successo. I Crostini Buitoni, disponibili nella versione classica dorata o nella versione integrale, sono preparati secondo la miglior tradizione mediterranea: ingredienti di qualità, lievitazione naturale e una lenta cottura che dona loro un’irresistibile croccantezza. Ottimi consumati a tavola in sostituzione del pane oppure come snack veloce durante la giornata, i Crostini Buitoni sono l’ideale per realizzare deliziosi e gustosi antipasti o da accompagnare, con l’aggiunta di un goccio d’olio, ad un buon bicchiere di vino. Da non perdere nemmeno in abbinamento a zuppe e minestre di ogni tipo. Crostini Buitoni: un prodotto semplice e naturale per portare a tavola, ogni giorno, il piacere della leggerezza e del sapore.  
   
   
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I Crostini Integrali Buitoni, sottili fettine croccanti e stuzzicanti, ideali per creare gustosi spuntini e tartelette, portano in tavola i sapori e i colori tipici della stagione autunnale in un piatto veloce e sfizioso da gustare in compagnia degli amici…. Pomodori secchi, polpa di zucca e Crostini Integrali è la ricetta suggerita da Buitoni. Sapori dolci e vellutati che portano alla mente i caldi colori d’autunno: il rosso dei pomodori secchi, ideali come contorno o per arricchire i piatti e il giallo della zucca, frutto dalla forma esuberante ricco di fibre e vitamine. Il tutto arricchito con un pizzico di rosmarino per rendere la ricetta ancora più sfiziosa, saporita ma leggera e di sicuro successo. I Crostini Buitoni, disponibili nella versione classica dorata o nella versione integrale, sono preparati secondo la miglior tradizione mediterranea: ingredienti di qualità, lievitazione naturale e una lenta cottura che dona loro un’irresistibile croccantezza. Ottimi consumati a tavola in sostituzione del pane oppure come snack veloce durante la giornata, i Crostini Buitoni sono l’ideale per realizzare deliziosi e gustosi antipasti o da accompagnare, con l’aggiunta di un goccio d’olio, ad un buon bicchiere di vino. Da non perdere nemmeno in abbinamento a zuppe e minestre di ogni tipo. Crostini Buitoni: un prodotto semplice e naturale per portare a tavola, ogni giorno, il piacere della leggerezza e del sapore.  
   
   
CROSTINI INTEGRALI BUITONI GIÀ PRONTI PER IL SECONDO APPUNTAMENTO DELL’ANNO CON IL GUSTO E I SAPORI DELL’AUTUNNO  
 
I Crostini Integrali Buitoni, sottili fettine croccanti e stuzzicanti, ideali per creare gustosi spuntini e tartelette, portano in tavola i sapori e i colori tipici della stagione autunnale in un piatto veloce e sfizioso da gustare in compagnia degli amici…. Pomodori secchi, polpa di zucca e Crostini Integrali è la ricetta suggerita da Buitoni. Sapori dolci e vellutati che portano alla mente i caldi colori d’autunno: il rosso dei pomodori secchi, ideali come contorno o per arricchire i piatti e il giallo della zucca, frutto dalla forma esuberante ricco di fibre e vitamine. Il tutto arricchito con un pizzico di rosmarino per rendere la ricetta ancora più sfiziosa, saporita ma leggera e di sicuro successo. I Crostini Buitoni, disponibili nella versione classica dorata o nella versione integrale, sono preparati secondo la miglior tradizione mediterranea: ingredienti di qualità, lievitazione naturale e una lenta cottura che dona loro un’irresistibile croccantezza. Ottimi consumati a tavola in sostituzione del pane oppure come snack veloce durante la giornata, i Crostini Buitoni sono l’ideale per realizzare deliziosi e gustosi antipasti o da accompagnare, con l’aggiunta di un goccio d’olio, ad un buon bicchiere di vino. Da non perdere nemmeno in abbinamento a zuppe e minestre di ogni tipo. Crostini Buitoni: un prodotto semplice e naturale per portare a tavola, ogni giorno, il piacere della leggerezza e del sapore.  
   
   
HO ESPRESSO UN DESIDERIO, LINO’S COFFEE SHOP L’HA AVVERATO!  
 
Lino Alberini ha costruito chicco su chicco un impero del caffè. Ha registrato un brevetto e 15 marchi. La sua torrefazione propone ben 100 varianti di caffè, di cui 22 aromatizzate, 15 tipi di espresso, 20 con creme, 4 tipi di caffè d’orzo, tra i quali anche Orzoparma, prodotto di filiera (controllato dalla produzione alla trasformazione); 20 alternative di cappuccino, 2 scelte di decaffeinati e tante creme. Come dice lui: “Una buona idea non ha prezzo”, e l’ha pensata bene perché il suo fatturato supera 1 milione di euro l’anno! Vi racconto una storia: c’era una volta un ragazzo che viveva sotto il bancone di un bar… forse non è andata proprio così… ma quel ragazzo, Lino Alberini, ha iniziato a lavorare molto giovane come barista e a coltivare una vera e propria passione per il caffè. Lino è della classe del 1962, ha fatto esperienza come barista dal 1981 al 1990, lavorando nel locale di suo padre. E’ diventato poi torrefattore, per concentrarsi sull’importanza della specializzazione, infatti il suo caffè non è una semplice bevanda, è un nettare, un rito. E’ un modo assolutamente diverso dal solito di gustare la sacrosanta tazzina di caffè giornaliera: ogni volta è novità, ogni volta è puro piacere. L’idea del Lino’s Coffee Shop è nata durante un viaggio in Norvegia, in cui Lino si era recato per presentare il suo orzo, là ha conosciuto una realtà molto diversa da quella che animava la scena parmigiana, ha visto rivisitazioni molto piacevoli di ambienti in cui degustare la squisita bevanda nera. Da questa visita la folgorazione e il progetto di portare a Parma questo modo nuovo e sfizioso di sorseggiare il caffè. Nel 1999 nasce Lino’s Coffee Shop, una squadra composta da 4 amici-lavoratori, perché, citando Lino “da soli non si fa niente”! Dal 1999 i Lino’s Coffee Shop sono diventati 19, in “affiliazione”, una forma di franchising semplice, poco rigida. Un’ultima “chicca” su Lino: per assicurare ai suoi estimatori un prodotto speciale ha trasferito la sua attività, contrariamente alla tendenza comune, dalla pianura alla montagna. Infolink: www.Linoscoffee.com  
   
   
HO ESPRESSO UN DESIDERIO, LINO’S COFFEE SHOP L’HA AVVERATO!  
 
Lino Alberini ha costruito chicco su chicco un impero del caffè. Ha registrato un brevetto e 15 marchi. La sua torrefazione propone ben 100 varianti di caffè, di cui 22 aromatizzate, 15 tipi di espresso, 20 con creme, 4 tipi di caffè d’orzo, tra i quali anche Orzoparma, prodotto di filiera (controllato dalla produzione alla trasformazione); 20 alternative di cappuccino, 2 scelte di decaffeinati e tante creme. Come dice lui: “Una buona idea non ha prezzo”, e l’ha pensata bene perché il suo fatturato supera 1 milione di euro l’anno! Vi racconto una storia: c’era una volta un ragazzo che viveva sotto il bancone di un bar… forse non è andata proprio così… ma quel ragazzo, Lino Alberini, ha iniziato a lavorare molto giovane come barista e a coltivare una vera e propria passione per il caffè. Lino è della classe del 1962, ha fatto esperienza come barista dal 1981 al 1990, lavorando nel locale di suo padre. E’ diventato poi torrefattore, per concentrarsi sull’importanza della specializzazione, infatti il suo caffè non è una semplice bevanda, è un nettare, un rito. E’ un modo assolutamente diverso dal solito di gustare la sacrosanta tazzina di caffè giornaliera: ogni volta è novità, ogni volta è puro piacere. L’idea del Lino’s Coffee Shop è nata durante un viaggio in Norvegia, in cui Lino si era recato per presentare il suo orzo, là ha conosciuto una realtà molto diversa da quella che animava la scena parmigiana, ha visto rivisitazioni molto piacevoli di ambienti in cui degustare la squisita bevanda nera. Da questa visita la folgorazione e il progetto di portare a Parma questo modo nuovo e sfizioso di sorseggiare il caffè. Nel 1999 nasce Lino’s Coffee Shop, una squadra composta da 4 amici-lavoratori, perché, citando Lino “da soli non si fa niente”! Dal 1999 i Lino’s Coffee Shop sono diventati 19, in “affiliazione”, una forma di franchising semplice, poco rigida. Un’ultima “chicca” su Lino: per assicurare ai suoi estimatori un prodotto speciale ha trasferito la sua attività, contrariamente alla tendenza comune, dalla pianura alla montagna. Infolink: www.Linoscoffee.com  
   
   
HO ESPRESSO UN DESIDERIO, LINO’S COFFEE SHOP L’HA AVVERATO!  
 
Lino Alberini ha costruito chicco su chicco un impero del caffè. Ha registrato un brevetto e 15 marchi. La sua torrefazione propone ben 100 varianti di caffè, di cui 22 aromatizzate, 15 tipi di espresso, 20 con creme, 4 tipi di caffè d’orzo, tra i quali anche Orzoparma, prodotto di filiera (controllato dalla produzione alla trasformazione); 20 alternative di cappuccino, 2 scelte di decaffeinati e tante creme. Come dice lui: “Una buona idea non ha prezzo”, e l’ha pensata bene perché il suo fatturato supera 1 milione di euro l’anno! Vi racconto una storia: c’era una volta un ragazzo che viveva sotto il bancone di un bar… forse non è andata proprio così… ma quel ragazzo, Lino Alberini, ha iniziato a lavorare molto giovane come barista e a coltivare una vera e propria passione per il caffè. Lino è della classe del 1962, ha fatto esperienza come barista dal 1981 al 1990, lavorando nel locale di suo padre. E’ diventato poi torrefattore, per concentrarsi sull’importanza della specializzazione, infatti il suo caffè non è una semplice bevanda, è un nettare, un rito. E’ un modo assolutamente diverso dal solito di gustare la sacrosanta tazzina di caffè giornaliera: ogni volta è novità, ogni volta è puro piacere. L’idea del Lino’s Coffee Shop è nata durante un viaggio in Norvegia, in cui Lino si era recato per presentare il suo orzo, là ha conosciuto una realtà molto diversa da quella che animava la scena parmigiana, ha visto rivisitazioni molto piacevoli di ambienti in cui degustare la squisita bevanda nera. Da questa visita la folgorazione e il progetto di portare a Parma questo modo nuovo e sfizioso di sorseggiare il caffè. Nel 1999 nasce Lino’s Coffee Shop, una squadra composta da 4 amici-lavoratori, perché, citando Lino “da soli non si fa niente”! Dal 1999 i Lino’s Coffee Shop sono diventati 19, in “affiliazione”, una forma di franchising semplice, poco rigida. Un’ultima “chicca” su Lino: per assicurare ai suoi estimatori un prodotto speciale ha trasferito la sua attività, contrariamente alla tendenza comune, dalla pianura alla montagna. Infolink: www.Linoscoffee.com  
   
   
HO ESPRESSO UN DESIDERIO, LINO’S COFFEE SHOP L’HA AVVERATO!  
 
Lino Alberini ha costruito chicco su chicco un impero del caffè. Ha registrato un brevetto e 15 marchi. La sua torrefazione propone ben 100 varianti di caffè, di cui 22 aromatizzate, 15 tipi di espresso, 20 con creme, 4 tipi di caffè d’orzo, tra i quali anche Orzoparma, prodotto di filiera (controllato dalla produzione alla trasformazione); 20 alternative di cappuccino, 2 scelte di decaffeinati e tante creme. Come dice lui: “Una buona idea non ha prezzo”, e l’ha pensata bene perché il suo fatturato supera 1 milione di euro l’anno! Vi racconto una storia: c’era una volta un ragazzo che viveva sotto il bancone di un bar… forse non è andata proprio così… ma quel ragazzo, Lino Alberini, ha iniziato a lavorare molto giovane come barista e a coltivare una vera e propria passione per il caffè. Lino è della classe del 1962, ha fatto esperienza come barista dal 1981 al 1990, lavorando nel locale di suo padre. E’ diventato poi torrefattore, per concentrarsi sull’importanza della specializzazione, infatti il suo caffè non è una semplice bevanda, è un nettare, un rito. E’ un modo assolutamente diverso dal solito di gustare la sacrosanta tazzina di caffè giornaliera: ogni volta è novità, ogni volta è puro piacere. L’idea del Lino’s Coffee Shop è nata durante un viaggio in Norvegia, in cui Lino si era recato per presentare il suo orzo, là ha conosciuto una realtà molto diversa da quella che animava la scena parmigiana, ha visto rivisitazioni molto piacevoli di ambienti in cui degustare la squisita bevanda nera. Da questa visita la folgorazione e il progetto di portare a Parma questo modo nuovo e sfizioso di sorseggiare il caffè. Nel 1999 nasce Lino’s Coffee Shop, una squadra composta da 4 amici-lavoratori, perché, citando Lino “da soli non si fa niente”! Dal 1999 i Lino’s Coffee Shop sono diventati 19, in “affiliazione”, una forma di franchising semplice, poco rigida. Un’ultima “chicca” su Lino: per assicurare ai suoi estimatori un prodotto speciale ha trasferito la sua attività, contrariamente alla tendenza comune, dalla pianura alla montagna. Infolink: www.Linoscoffee.com  
   
   
HO ESPRESSO UN DESIDERIO, LINO’S COFFEE SHOP L’HA AVVERATO!  
 
Lino Alberini ha costruito chicco su chicco un impero del caffè. Ha registrato un brevetto e 15 marchi. La sua torrefazione propone ben 100 varianti di caffè, di cui 22 aromatizzate, 15 tipi di espresso, 20 con creme, 4 tipi di caffè d’orzo, tra i quali anche Orzoparma, prodotto di filiera (controllato dalla produzione alla trasformazione); 20 alternative di cappuccino, 2 scelte di decaffeinati e tante creme. Come dice lui: “Una buona idea non ha prezzo”, e l’ha pensata bene perché il suo fatturato supera 1 milione di euro l’anno! Vi racconto una storia: c’era una volta un ragazzo che viveva sotto il bancone di un bar… forse non è andata proprio così… ma quel ragazzo, Lino Alberini, ha iniziato a lavorare molto giovane come barista e a coltivare una vera e propria passione per il caffè. Lino è della classe del 1962, ha fatto esperienza come barista dal 1981 al 1990, lavorando nel locale di suo padre. E’ diventato poi torrefattore, per concentrarsi sull’importanza della specializzazione, infatti il suo caffè non è una semplice bevanda, è un nettare, un rito. E’ un modo assolutamente diverso dal solito di gustare la sacrosanta tazzina di caffè giornaliera: ogni volta è novità, ogni volta è puro piacere. L’idea del Lino’s Coffee Shop è nata durante un viaggio in Norvegia, in cui Lino si era recato per presentare il suo orzo, là ha conosciuto una realtà molto diversa da quella che animava la scena parmigiana, ha visto rivisitazioni molto piacevoli di ambienti in cui degustare la squisita bevanda nera. Da questa visita la folgorazione e il progetto di portare a Parma questo modo nuovo e sfizioso di sorseggiare il caffè. Nel 1999 nasce Lino’s Coffee Shop, una squadra composta da 4 amici-lavoratori, perché, citando Lino “da soli non si fa niente”! Dal 1999 i Lino’s Coffee Shop sono diventati 19, in “affiliazione”, una forma di franchising semplice, poco rigida. Un’ultima “chicca” su Lino: per assicurare ai suoi estimatori un prodotto speciale ha trasferito la sua attività, contrariamente alla tendenza comune, dalla pianura alla montagna. Infolink: www.Linoscoffee.com  
   
   
HO ESPRESSO UN DESIDERIO, LINO’S COFFEE SHOP L’HA AVVERATO!  
 
Lino Alberini ha costruito chicco su chicco un impero del caffè. Ha registrato un brevetto e 15 marchi. La sua torrefazione propone ben 100 varianti di caffè, di cui 22 aromatizzate, 15 tipi di espresso, 20 con creme, 4 tipi di caffè d’orzo, tra i quali anche Orzoparma, prodotto di filiera (controllato dalla produzione alla trasformazione); 20 alternative di cappuccino, 2 scelte di decaffeinati e tante creme. Come dice lui: “Una buona idea non ha prezzo”, e l’ha pensata bene perché il suo fatturato supera 1 milione di euro l’anno! Vi racconto una storia: c’era una volta un ragazzo che viveva sotto il bancone di un bar… forse non è andata proprio così… ma quel ragazzo, Lino Alberini, ha iniziato a lavorare molto giovane come barista e a coltivare una vera e propria passione per il caffè. Lino è della classe del 1962, ha fatto esperienza come barista dal 1981 al 1990, lavorando nel locale di suo padre. E’ diventato poi torrefattore, per concentrarsi sull’importanza della specializzazione, infatti il suo caffè non è una semplice bevanda, è un nettare, un rito. E’ un modo assolutamente diverso dal solito di gustare la sacrosanta tazzina di caffè giornaliera: ogni volta è novità, ogni volta è puro piacere. L’idea del Lino’s Coffee Shop è nata durante un viaggio in Norvegia, in cui Lino si era recato per presentare il suo orzo, là ha conosciuto una realtà molto diversa da quella che animava la scena parmigiana, ha visto rivisitazioni molto piacevoli di ambienti in cui degustare la squisita bevanda nera. Da questa visita la folgorazione e il progetto di portare a Parma questo modo nuovo e sfizioso di sorseggiare il caffè. Nel 1999 nasce Lino’s Coffee Shop, una squadra composta da 4 amici-lavoratori, perché, citando Lino “da soli non si fa niente”! Dal 1999 i Lino’s Coffee Shop sono diventati 19, in “affiliazione”, una forma di franchising semplice, poco rigida. Un’ultima “chicca” su Lino: per assicurare ai suoi estimatori un prodotto speciale ha trasferito la sua attività, contrariamente alla tendenza comune, dalla pianura alla montagna. Infolink: www.Linoscoffee.com  
   
   
BIRRA BECK’S E IL CAFFÈ DELLA TRADIZIONALE INSIEME PER DARE SPAZIO AI GIOVANI  
 
Dieci appuntamenti con l’arte a partire da settembre 2004, un’intera area dedicata agli artisti emergenti, opere a tema realizzate dal vivo: nasce un nuovo modo di vivere il momento dell’aperitivo e il mondo Beck’s, un mondo fatto di arte e soprattutto libertà di espressione. Che a Milano, madrina delle nuove tendenze, ha finalmente trovato il suo spazio. Spazio creato dall’artista Rosanita Marcenaro che, con il suo simbolo Quesito, vuole provocare, anche se in forma subliminale, scuotere, suscitare dubbi o anche solo curiosità. Gli incontri, nati dalla collaborazione fra Beck’s e il Caffè della Tradizionale, hanno l’obiettivo di offrire ai giovani artisti un laboratorio “aperto” in cui realizzare dal vivo le proprie opere. Punto di partenza di questa collaborazione è proprio il “quesito”, l’idea da cui si sviluppano le creazioni di Rosanita Marcenaro: oggetti a volte provocatori, che suscitano dubbi o curiosità. La soluzione? Secondo Beck’s e Rosanita Marcenaro è in ognuno di noi, perché ognuno ha dentro di sé la risposta. E’ questa visione complementare dell’arte il terreno su cui si sviluppa il progetto delle live performance, in cui il momento creativo diventa protagonista. Una volta al mese, dalle 18,30 alle 21,00, nel giardino de “La Tradizionale” di via Bergognone 16, Beck’s e il Caffè della Tradizionale accoglieranno la performance di uno degli artisti selezionati dalle più rinomate scuole di arte, moda e design italiane. A ogni scuola sarà assegnato un tema che l’artista interpreterà liberamente e la performance migliore, o una mostra dei lavori effettuati, sarà creata ed esposta di fronte al pubblico. Lo spazio a disposizione degli studenti è completamente gratuito e consentirà loro di esprimersi liberamente, farsi conoscere e apprezzare, ma soprattutto confrontarsi con il pubblico. Per consentire alle scuole di conoscere e aderire al progetto, è stata prevista un’ampia campagna pubblicitaria. Inoltre, collegandosi al sito internet www.Becks.it sarà possibile avere informazioni più dettagliate sull’iniziativa. Durante le performance, porsi dubbi, domande, sarà d’obbligo. “Dubbio, Domanda, Questione ed Enigma”: questi i nomi dei cocktail a base di Beck’s ideati appositamente per l’occasione. Con questa iniziativa, Beck’s prosegue il proprio percorso all’insegna della libertà di espressione, contribuendo con il proprio sostegno alla libera manifestazione della creatività dei giovani talenti e alla loro formazione educativa. Tante le iniziative che hanno rafforzato il legame tra Beck’s e l’arte: dalle sponsorizzazioni di enti, istituzioni artistiche e progetti di artisti di primo piano al Beck’s Prize, un concorso rivolto a designer, fotografi, videoartisti e interpreti di tutte le forme d’arte, cui Beck’s ha sempre rivolto la propria attenzione. Happy hour Beck’s: un appuntamento da non perdere per vivere il mondo Beck’s, un mondo in cui la libertà di espressione non ha confini.  
   
   
NUOVO SACCO CRYOVAC BB3050 A SALDABILITÀ ELEVATA IDEALE PER PRESENTAZIONE E MATURAZIONE SOTTOVUOTO DI CARNI AFFUMICATE E LAVORATE, CARNI FRESCHE E PRODOTTI CASEARI  
 
Grazie a un’eccezionale saldabilità attraverso pieghe e grinze, questo nuovo sacco Cryovac garantisce l’ermeticità, riduce le perdite e facilita i processi di confezionamento. Il sacco Bb3050 integra la gamma di sacchi Cryovac per presentazione e maturazione sottovuoto di carni affumicate e lavorate, carni fresche e prodotti caseari. Il nuovo sacco Cryovac Bb3050 presenta i seguenti vantaggi: saldabilità elevata, grazie alla scelta delle resine, maggiore integrità delle confezione e riduzione delle perdite, processi facilitati (non è più necessario spianare il collo del sacco); impiego ridotto di manodopera, meno tasse ambientali, grazie allo spessore ridotto del materiale. Il sacco Cryovac Bb3050 è disponibile in tutti i formati correnti con saldatura di fondo o trasversale, nastrato o non nastrato, neutro o stampato e può essere impiegato su tutte le confezionatrici sottovuoto. Nuova offerta cryovac bdf La gamma Cryovac Bdf per il confezionamento in atmosfera modificata di carni, pollame, prodotti ittici, pizze, piatti pronti, salse e prodotti caseari è stata ampliata e migliorata per garantire un’offerta basata sulle più avanzate applicazioni Map. Il film cryovac bdf 8050 è la più recente versione del collaudato materiale termoretraibile anticondensa: il nuovo film garantisce saldature ermetiche sino a una velocità di 70 confezioni/minuto. La stampabilità del materiale consente di ottenere confezioni con forte impatto sul consumatore. La gamma di vassoi cryovac bdft è stata sviluppata come complemento ideale dei nuovi film cryovac bdf anticondensa. Il disegno ovale consente di ottimizzare la presentazione. I nuovi vassoi, indicati per la cottura a microonde, sono disponibili in più formati e colori e possono essere deimpilati per una ottenere una maggiore produttività e una macchinabilità migliorata. Il film cryovac bdf 8055 è una versione per forti sollecitazioni, destinata al confezionamento di prodotti duri, croccanti o pesanti; il nuovo film garantisce una maggiore resistenza alle manipolazioni durante tutte le fasi della distribuzione. La nuova gamma cryovac bdf permette di ottenere confezioni map con un’eccellente presentazione, che rispondono alle ben note caratteristiche del sistema: macchinabilità, proprietà barriera e anticondensa, stampabilità, ottime caratteristiche visive, elevata flessibilità e sistemi di packaging integrati. I nuovi film possono essere impiegati su tutte le macchine dedicate cryovac bdf. Nuovo film cryovac spf25 con superficie stampabile il nuovo film superiore termoretraibile cryovac spf25 garantisce trasparenza e lucentezza elevate. Può essere stampato in flexo in stampa esterna o a registro o continua e nelle zone di saldatura senza nessuna restrizione. Il film cryovac spf25 integra l’offerta cryovac slicepak. Grazie ad una finestra perfettamente trasparente, che permette di evidenziare la qualità dei prodotti, questo film termoretraibile, garantisce una presentazione ottimale. La stampa di soluzioni grafiche personalizzate è possibile fino a sette colori, che si aggiungono a quelli dei materiali espansi impiegati come supporto. Il cliente può così fornire informazioni ai consumatori e permettere un’efficace identificazione del proprio marchio. La stampa di superficie rende superfluo l’uso di etichette o fascette di cartone e permette di stampare in linea, con un processo a getto d’inchiostro, prezzi, data di produzione e informazioni sulla conservabilità. Rispetto ai tradizionali laminati stampati, il processo consente di usare un film sottile, che presenta notevoli vantaggi in termini di lucentezza e caratteristiche visive. Lo spazio disponibile risulta ottimizzato grazie alla possibilità di stampare anche sulle saldature. Il film cryovac spf25 può essere impiegato senza cambiare l’impostazione delle macchine.  
   
   
NUOVO SACCO CRYOVAC BB3050 A SALDABILITÀ ELEVATA IDEALE PER PRESENTAZIONE E MATURAZIONE SOTTOVUOTO DI CARNI AFFUMICATE E LAVORATE, CARNI FRESCHE E PRODOTTI CASEARI  
 
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MOLINO QUAGLIA E “IL LABORATORIO” PRESENTANO A CIBUS MOSCA LE NOVITÀ PER IL SETTORE RISTORAZIONE  
 
Molino Quaglia è sinonimo, per il settore dell’industria molitoria italiana, di continua ricerca sia in tema di tecnologie sia di materie prime: è infatti un’azienda che da molti anni opera in questo campo e non solo ha saputo mantenersi al passo con i tempi ma li ha addirittura precorsi. Molino Quaglia (che da sempre macina farine di grano tenero, integrali e tostate) ha fatto in modo che non andasse svilito a mero processo industriale una delle lavorazioni che vanta un ruolo fondamentale nel nostro sistema alimentare così come nella nostra cultura. E’ nato quindi “Il Laboratorio”: prima sede italiana specificamente dedicata ai corsi di panificazione professionali e per appassionati oltre che punto di diffusione gastronomica e culturale per i valori nutizionali del pane e dei derivati della farina. “Riteniamo sia giunto il momento” annuncia Chiara Quaglia “di far conoscere la nostra attività e i nostri prodotti all’estero. Quale miglior palcoscenico di Cibus Mosca? La Russia è un mercato molto attento e interessato a un consumo di prodotti alimentari di qualità. La nostra “squadra” ha messo a punto una serie di iniziative e prodotti che saranno di grande interesse per i ristoratori che desiderano offrire alla propria clientela prodotti di alto livello qualitativo e di elevata tradizione”. “Il Laboratorio”, che da sempre effettua le verifiche e i controlli qualità delle miscele prodotte da Molino Quaglia, a partire dal 2003 si è prefissato un traguardo ancora più complesso: diffondere la cultura della panificazione e della pasticceria. “Il Laboratorio” commenta sempre Chiara Quaglia, presidente della società Arte Innovativa degli Alimenti che gestisce direttamente la struttura “è nato in particolare per fornire risposte all’esigenza sempre più sentita da parte degli operatori del settore di ridare il giusto peso e l’importanza adeguata alla produzione di pane e prodotti di pasticceria”. “Il Laboratorio” presenta un fitto calendario di corsi, gestiti dai più grandi maestri panificatori o chef pasticceri, in grado di trasmettere le conoscenze pratiche e teoriche di questi due settori così come di altre discipline legate alla nutrizione e alla gastronomia. L’attività de “Il Laboratorio” non si limita all’organizzazione dei corsi ma arriva allo studio e alla produzione di farine e mix assolutamente innovativi, realizzati per rispondere alle particolari esigenze dei professionisti del settore. Un’ampia gamma di prodotti quindi, a disposizione dei professionisti del settore, in grado di soddisfare le clientele più esigenti. Si pensi, ad esempio alle ultime novità prodotte: “Glutinò” e “Moretto”, la prima una farina priva di glutine e il secondo un mix per la realizzazione di un pane ricco di fibra e con poche calorie. Linee di prodotto che guardano lontano, alle esigenze dei consumatori di domani ma che possono vantare un’esperienza antica.  
   
   
MOLINO QUAGLIA E “IL LABORATORIO” PRESENTANO A CIBUS MOSCA LE NOVITÀ PER IL SETTORE RISTORAZIONE  
 
Molino Quaglia è sinonimo, per il settore dell’industria molitoria italiana, di continua ricerca sia in tema di tecnologie sia di materie prime: è infatti un’azienda che da molti anni opera in questo campo e non solo ha saputo mantenersi al passo con i tempi ma li ha addirittura precorsi. Molino Quaglia (che da sempre macina farine di grano tenero, integrali e tostate) ha fatto in modo che non andasse svilito a mero processo industriale una delle lavorazioni che vanta un ruolo fondamentale nel nostro sistema alimentare così come nella nostra cultura. E’ nato quindi “Il Laboratorio”: prima sede italiana specificamente dedicata ai corsi di panificazione professionali e per appassionati oltre che punto di diffusione gastronomica e culturale per i valori nutizionali del pane e dei derivati della farina. “Riteniamo sia giunto il momento” annuncia Chiara Quaglia “di far conoscere la nostra attività e i nostri prodotti all’estero. Quale miglior palcoscenico di Cibus Mosca? La Russia è un mercato molto attento e interessato a un consumo di prodotti alimentari di qualità. La nostra “squadra” ha messo a punto una serie di iniziative e prodotti che saranno di grande interesse per i ristoratori che desiderano offrire alla propria clientela prodotti di alto livello qualitativo e di elevata tradizione”. “Il Laboratorio”, che da sempre effettua le verifiche e i controlli qualità delle miscele prodotte da Molino Quaglia, a partire dal 2003 si è prefissato un traguardo ancora più complesso: diffondere la cultura della panificazione e della pasticceria. “Il Laboratorio” commenta sempre Chiara Quaglia, presidente della società Arte Innovativa degli Alimenti che gestisce direttamente la struttura “è nato in particolare per fornire risposte all’esigenza sempre più sentita da parte degli operatori del settore di ridare il giusto peso e l’importanza adeguata alla produzione di pane e prodotti di pasticceria”. “Il Laboratorio” presenta un fitto calendario di corsi, gestiti dai più grandi maestri panificatori o chef pasticceri, in grado di trasmettere le conoscenze pratiche e teoriche di questi due settori così come di altre discipline legate alla nutrizione e alla gastronomia. L’attività de “Il Laboratorio” non si limita all’organizzazione dei corsi ma arriva allo studio e alla produzione di farine e mix assolutamente innovativi, realizzati per rispondere alle particolari esigenze dei professionisti del settore. Un’ampia gamma di prodotti quindi, a disposizione dei professionisti del settore, in grado di soddisfare le clientele più esigenti. Si pensi, ad esempio alle ultime novità prodotte: “Glutinò” e “Moretto”, la prima una farina priva di glutine e il secondo un mix per la realizzazione di un pane ricco di fibra e con poche calorie. Linee di prodotto che guardano lontano, alle esigenze dei consumatori di domani ma che possono vantare un’esperienza antica.  
   
   
MOLINO QUAGLIA E “IL LABORATORIO” PRESENTANO A CIBUS MOSCA LE NOVITÀ PER IL SETTORE RISTORAZIONE  
 
Molino Quaglia è sinonimo, per il settore dell’industria molitoria italiana, di continua ricerca sia in tema di tecnologie sia di materie prime: è infatti un’azienda che da molti anni opera in questo campo e non solo ha saputo mantenersi al passo con i tempi ma li ha addirittura precorsi. Molino Quaglia (che da sempre macina farine di grano tenero, integrali e tostate) ha fatto in modo che non andasse svilito a mero processo industriale una delle lavorazioni che vanta un ruolo fondamentale nel nostro sistema alimentare così come nella nostra cultura. E’ nato quindi “Il Laboratorio”: prima sede italiana specificamente dedicata ai corsi di panificazione professionali e per appassionati oltre che punto di diffusione gastronomica e culturale per i valori nutizionali del pane e dei derivati della farina. “Riteniamo sia giunto il momento” annuncia Chiara Quaglia “di far conoscere la nostra attività e i nostri prodotti all’estero. Quale miglior palcoscenico di Cibus Mosca? La Russia è un mercato molto attento e interessato a un consumo di prodotti alimentari di qualità. La nostra “squadra” ha messo a punto una serie di iniziative e prodotti che saranno di grande interesse per i ristoratori che desiderano offrire alla propria clientela prodotti di alto livello qualitativo e di elevata tradizione”. “Il Laboratorio”, che da sempre effettua le verifiche e i controlli qualità delle miscele prodotte da Molino Quaglia, a partire dal 2003 si è prefissato un traguardo ancora più complesso: diffondere la cultura della panificazione e della pasticceria. “Il Laboratorio” commenta sempre Chiara Quaglia, presidente della società Arte Innovativa degli Alimenti che gestisce direttamente la struttura “è nato in particolare per fornire risposte all’esigenza sempre più sentita da parte degli operatori del settore di ridare il giusto peso e l’importanza adeguata alla produzione di pane e prodotti di pasticceria”. “Il Laboratorio” presenta un fitto calendario di corsi, gestiti dai più grandi maestri panificatori o chef pasticceri, in grado di trasmettere le conoscenze pratiche e teoriche di questi due settori così come di altre discipline legate alla nutrizione e alla gastronomia. L’attività de “Il Laboratorio” non si limita all’organizzazione dei corsi ma arriva allo studio e alla produzione di farine e mix assolutamente innovativi, realizzati per rispondere alle particolari esigenze dei professionisti del settore. Un’ampia gamma di prodotti quindi, a disposizione dei professionisti del settore, in grado di soddisfare le clientele più esigenti. Si pensi, ad esempio alle ultime novità prodotte: “Glutinò” e “Moretto”, la prima una farina priva di glutine e il secondo un mix per la realizzazione di un pane ricco di fibra e con poche calorie. Linee di prodotto che guardano lontano, alle esigenze dei consumatori di domani ma che possono vantare un’esperienza antica.  
   
   
MOLINO QUAGLIA E “IL LABORATORIO” PRESENTANO A CIBUS MOSCA LE NOVITÀ PER IL SETTORE RISTORAZIONE  
 
Molino Quaglia è sinonimo, per il settore dell’industria molitoria italiana, di continua ricerca sia in tema di tecnologie sia di materie prime: è infatti un’azienda che da molti anni opera in questo campo e non solo ha saputo mantenersi al passo con i tempi ma li ha addirittura precorsi. Molino Quaglia (che da sempre macina farine di grano tenero, integrali e tostate) ha fatto in modo che non andasse svilito a mero processo industriale una delle lavorazioni che vanta un ruolo fondamentale nel nostro sistema alimentare così come nella nostra cultura. E’ nato quindi “Il Laboratorio”: prima sede italiana specificamente dedicata ai corsi di panificazione professionali e per appassionati oltre che punto di diffusione gastronomica e culturale per i valori nutizionali del pane e dei derivati della farina. “Riteniamo sia giunto il momento” annuncia Chiara Quaglia “di far conoscere la nostra attività e i nostri prodotti all’estero. Quale miglior palcoscenico di Cibus Mosca? La Russia è un mercato molto attento e interessato a un consumo di prodotti alimentari di qualità. La nostra “squadra” ha messo a punto una serie di iniziative e prodotti che saranno di grande interesse per i ristoratori che desiderano offrire alla propria clientela prodotti di alto livello qualitativo e di elevata tradizione”. “Il Laboratorio”, che da sempre effettua le verifiche e i controlli qualità delle miscele prodotte da Molino Quaglia, a partire dal 2003 si è prefissato un traguardo ancora più complesso: diffondere la cultura della panificazione e della pasticceria. “Il Laboratorio” commenta sempre Chiara Quaglia, presidente della società Arte Innovativa degli Alimenti che gestisce direttamente la struttura “è nato in particolare per fornire risposte all’esigenza sempre più sentita da parte degli operatori del settore di ridare il giusto peso e l’importanza adeguata alla produzione di pane e prodotti di pasticceria”. “Il Laboratorio” presenta un fitto calendario di corsi, gestiti dai più grandi maestri panificatori o chef pasticceri, in grado di trasmettere le conoscenze pratiche e teoriche di questi due settori così come di altre discipline legate alla nutrizione e alla gastronomia. L’attività de “Il Laboratorio” non si limita all’organizzazione dei corsi ma arriva allo studio e alla produzione di farine e mix assolutamente innovativi, realizzati per rispondere alle particolari esigenze dei professionisti del settore. Un’ampia gamma di prodotti quindi, a disposizione dei professionisti del settore, in grado di soddisfare le clientele più esigenti. Si pensi, ad esempio alle ultime novità prodotte: “Glutinò” e “Moretto”, la prima una farina priva di glutine e il secondo un mix per la realizzazione di un pane ricco di fibra e con poche calorie. Linee di prodotto che guardano lontano, alle esigenze dei consumatori di domani ma che possono vantare un’esperienza antica.  
   
   
MOLINO QUAGLIA E “IL LABORATORIO” PRESENTANO A CIBUS MOSCA LE NOVITÀ PER IL SETTORE RISTORAZIONE  
 
Molino Quaglia è sinonimo, per il settore dell’industria molitoria italiana, di continua ricerca sia in tema di tecnologie sia di materie prime: è infatti un’azienda che da molti anni opera in questo campo e non solo ha saputo mantenersi al passo con i tempi ma li ha addirittura precorsi. Molino Quaglia (che da sempre macina farine di grano tenero, integrali e tostate) ha fatto in modo che non andasse svilito a mero processo industriale una delle lavorazioni che vanta un ruolo fondamentale nel nostro sistema alimentare così come nella nostra cultura. E’ nato quindi “Il Laboratorio”: prima sede italiana specificamente dedicata ai corsi di panificazione professionali e per appassionati oltre che punto di diffusione gastronomica e culturale per i valori nutizionali del pane e dei derivati della farina. “Riteniamo sia giunto il momento” annuncia Chiara Quaglia “di far conoscere la nostra attività e i nostri prodotti all’estero. Quale miglior palcoscenico di Cibus Mosca? La Russia è un mercato molto attento e interessato a un consumo di prodotti alimentari di qualità. La nostra “squadra” ha messo a punto una serie di iniziative e prodotti che saranno di grande interesse per i ristoratori che desiderano offrire alla propria clientela prodotti di alto livello qualitativo e di elevata tradizione”. “Il Laboratorio”, che da sempre effettua le verifiche e i controlli qualità delle miscele prodotte da Molino Quaglia, a partire dal 2003 si è prefissato un traguardo ancora più complesso: diffondere la cultura della panificazione e della pasticceria. “Il Laboratorio” commenta sempre Chiara Quaglia, presidente della società Arte Innovativa degli Alimenti che gestisce direttamente la struttura “è nato in particolare per fornire risposte all’esigenza sempre più sentita da parte degli operatori del settore di ridare il giusto peso e l’importanza adeguata alla produzione di pane e prodotti di pasticceria”. “Il Laboratorio” presenta un fitto calendario di corsi, gestiti dai più grandi maestri panificatori o chef pasticceri, in grado di trasmettere le conoscenze pratiche e teoriche di questi due settori così come di altre discipline legate alla nutrizione e alla gastronomia. L’attività de “Il Laboratorio” non si limita all’organizzazione dei corsi ma arriva allo studio e alla produzione di farine e mix assolutamente innovativi, realizzati per rispondere alle particolari esigenze dei professionisti del settore. Un’ampia gamma di prodotti quindi, a disposizione dei professionisti del settore, in grado di soddisfare le clientele più esigenti. Si pensi, ad esempio alle ultime novità prodotte: “Glutinò” e “Moretto”, la prima una farina priva di glutine e il secondo un mix per la realizzazione di un pane ricco di fibra e con poche calorie. Linee di prodotto che guardano lontano, alle esigenze dei consumatori di domani ma che possono vantare un’esperienza antica.  
   
   
MOLINO QUAGLIA E “IL LABORATORIO” PRESENTANO A CIBUS MOSCA LE NOVITÀ PER IL SETTORE RISTORAZIONE  
 
Molino Quaglia è sinonimo, per il settore dell’industria molitoria italiana, di continua ricerca sia in tema di tecnologie sia di materie prime: è infatti un’azienda che da molti anni opera in questo campo e non solo ha saputo mantenersi al passo con i tempi ma li ha addirittura precorsi. Molino Quaglia (che da sempre macina farine di grano tenero, integrali e tostate) ha fatto in modo che non andasse svilito a mero processo industriale una delle lavorazioni che vanta un ruolo fondamentale nel nostro sistema alimentare così come nella nostra cultura. E’ nato quindi “Il Laboratorio”: prima sede italiana specificamente dedicata ai corsi di panificazione professionali e per appassionati oltre che punto di diffusione gastronomica e culturale per i valori nutizionali del pane e dei derivati della farina. “Riteniamo sia giunto il momento” annuncia Chiara Quaglia “di far conoscere la nostra attività e i nostri prodotti all’estero. Quale miglior palcoscenico di Cibus Mosca? La Russia è un mercato molto attento e interessato a un consumo di prodotti alimentari di qualità. La nostra “squadra” ha messo a punto una serie di iniziative e prodotti che saranno di grande interesse per i ristoratori che desiderano offrire alla propria clientela prodotti di alto livello qualitativo e di elevata tradizione”. “Il Laboratorio”, che da sempre effettua le verifiche e i controlli qualità delle miscele prodotte da Molino Quaglia, a partire dal 2003 si è prefissato un traguardo ancora più complesso: diffondere la cultura della panificazione e della pasticceria. “Il Laboratorio” commenta sempre Chiara Quaglia, presidente della società Arte Innovativa degli Alimenti che gestisce direttamente la struttura “è nato in particolare per fornire risposte all’esigenza sempre più sentita da parte degli operatori del settore di ridare il giusto peso e l’importanza adeguata alla produzione di pane e prodotti di pasticceria”. “Il Laboratorio” presenta un fitto calendario di corsi, gestiti dai più grandi maestri panificatori o chef pasticceri, in grado di trasmettere le conoscenze pratiche e teoriche di questi due settori così come di altre discipline legate alla nutrizione e alla gastronomia. L’attività de “Il Laboratorio” non si limita all’organizzazione dei corsi ma arriva allo studio e alla produzione di farine e mix assolutamente innovativi, realizzati per rispondere alle particolari esigenze dei professionisti del settore. Un’ampia gamma di prodotti quindi, a disposizione dei professionisti del settore, in grado di soddisfare le clientele più esigenti. Si pensi, ad esempio alle ultime novità prodotte: “Glutinò” e “Moretto”, la prima una farina priva di glutine e il secondo un mix per la realizzazione di un pane ricco di fibra e con poche calorie. Linee di prodotto che guardano lontano, alle esigenze dei consumatori di domani ma che possono vantare un’esperienza antica.  
   
   
MORETTO: IL PANE DI ORZO E GRANO CON PIÙ FIBRA E MENO CALORIE  
 
L’attività di studio e ricerca de “Il Laboratorio” (prima sede italiana specificamente dedicata ai corsi di panificazione professionali e per appassionati) in collaborazione con Molino Quaglia non finisce di sorprendere. L’azienda ha recentemente presentato un nuovo prodotto: “Moretto”. Si tratta di una miscela per pane (composta da farina di grano tenero tipo integrale, crusca di grano tenero tostata, glutine di frumento, fiocchi di grano e farina fiocchi d’orzo) particolarmente ricca di fibre. E’ ormai assodato che per il nostro organismo, in virtù del nostro stile di vita sempre più sedentario e della nostra alimentazione composta da cibi sempre più “raffinati”, abbia necessità di una maggior quantità di fibra. “Moretto” risponde a questa esigenza fornendo circa 12gr. Di fibra ogni 100 gr. Di prodotto (rispetto ai 3,5 gr. Di un pane comune). Particolarmente adatta per la produzione di pane “Moretto” offre un gusto impareggiabile, un apporto proteico particolarmente elevato e la giusta dose di carboidrati. Ottimi i valori relativi anche alle calorie: 100 gr. Di pane “Moretto” valgono 234Kcalorie/987kjoul. Il pane infatti, da qualche anno, non è più considerato un alimento povero ma un piacere della tavola. Il merito è anche dei panificatori che hanno saputo realizzare nuovi abbinamenti o riprendere vecchie ricette tradizionali o regionali. Così, mentre tornano le varietà territoriali sulle nostre tavole , tra i consumatori si fa strada l’idea che sia opportuno accostare ai formaggi, ai salumi e alle verdure pane ricco di fibra in grado di sposare questi gusti. Molte e variegate le nuove proposte culinarie realizzabili con “Moretto”: si va da stuzzichini e aperitivi particolarmente fantasiosi fino alle classiche pizze. Non va inoltre dimenticato che, grazie al suo ricco contenuto di fibre e al basso apporto calorico, “Moretto” è particolarmente indicato per chi soffre di diabete. “Moretto” è la soluzione per chi vuole offrire un prodotto sempre più in linea con i tempi. La formula ideale per un consumatore sensibile al gusto e alle novità ma anche attento alla qualità intrinseca degli alimenti.  
   
   
MORETTO: IL PANE DI ORZO E GRANO CON PIÙ FIBRA E MENO CALORIE  
 
L’attività di studio e ricerca de “Il Laboratorio” (prima sede italiana specificamente dedicata ai corsi di panificazione professionali e per appassionati) in collaborazione con Molino Quaglia non finisce di sorprendere. L’azienda ha recentemente presentato un nuovo prodotto: “Moretto”. Si tratta di una miscela per pane (composta da farina di grano tenero tipo integrale, crusca di grano tenero tostata, glutine di frumento, fiocchi di grano e farina fiocchi d’orzo) particolarmente ricca di fibre. E’ ormai assodato che per il nostro organismo, in virtù del nostro stile di vita sempre più sedentario e della nostra alimentazione composta da cibi sempre più “raffinati”, abbia necessità di una maggior quantità di fibra. “Moretto” risponde a questa esigenza fornendo circa 12gr. Di fibra ogni 100 gr. Di prodotto (rispetto ai 3,5 gr. Di un pane comune). Particolarmente adatta per la produzione di pane “Moretto” offre un gusto impareggiabile, un apporto proteico particolarmente elevato e la giusta dose di carboidrati. Ottimi i valori relativi anche alle calorie: 100 gr. Di pane “Moretto” valgono 234Kcalorie/987kjoul. Il pane infatti, da qualche anno, non è più considerato un alimento povero ma un piacere della tavola. Il merito è anche dei panificatori che hanno saputo realizzare nuovi abbinamenti o riprendere vecchie ricette tradizionali o regionali. Così, mentre tornano le varietà territoriali sulle nostre tavole , tra i consumatori si fa strada l’idea che sia opportuno accostare ai formaggi, ai salumi e alle verdure pane ricco di fibra in grado di sposare questi gusti. Molte e variegate le nuove proposte culinarie realizzabili con “Moretto”: si va da stuzzichini e aperitivi particolarmente fantasiosi fino alle classiche pizze. Non va inoltre dimenticato che, grazie al suo ricco contenuto di fibre e al basso apporto calorico, “Moretto” è particolarmente indicato per chi soffre di diabete. “Moretto” è la soluzione per chi vuole offrire un prodotto sempre più in linea con i tempi. La formula ideale per un consumatore sensibile al gusto e alle novità ma anche attento alla qualità intrinseca degli alimenti.  
   
   
MORETTO: IL PANE DI ORZO E GRANO CON PIÙ FIBRA E MENO CALORIE  
 
L’attività di studio e ricerca de “Il Laboratorio” (prima sede italiana specificamente dedicata ai corsi di panificazione professionali e per appassionati) in collaborazione con Molino Quaglia non finisce di sorprendere. L’azienda ha recentemente presentato un nuovo prodotto: “Moretto”. Si tratta di una miscela per pane (composta da farina di grano tenero tipo integrale, crusca di grano tenero tostata, glutine di frumento, fiocchi di grano e farina fiocchi d’orzo) particolarmente ricca di fibre. E’ ormai assodato che per il nostro organismo, in virtù del nostro stile di vita sempre più sedentario e della nostra alimentazione composta da cibi sempre più “raffinati”, abbia necessità di una maggior quantità di fibra. “Moretto” risponde a questa esigenza fornendo circa 12gr. Di fibra ogni 100 gr. Di prodotto (rispetto ai 3,5 gr. Di un pane comune). Particolarmente adatta per la produzione di pane “Moretto” offre un gusto impareggiabile, un apporto proteico particolarmente elevato e la giusta dose di carboidrati. Ottimi i valori relativi anche alle calorie: 100 gr. Di pane “Moretto” valgono 234Kcalorie/987kjoul. Il pane infatti, da qualche anno, non è più considerato un alimento povero ma un piacere della tavola. Il merito è anche dei panificatori che hanno saputo realizzare nuovi abbinamenti o riprendere vecchie ricette tradizionali o regionali. Così, mentre tornano le varietà territoriali sulle nostre tavole , tra i consumatori si fa strada l’idea che sia opportuno accostare ai formaggi, ai salumi e alle verdure pane ricco di fibra in grado di sposare questi gusti. Molte e variegate le nuove proposte culinarie realizzabili con “Moretto”: si va da stuzzichini e aperitivi particolarmente fantasiosi fino alle classiche pizze. Non va inoltre dimenticato che, grazie al suo ricco contenuto di fibre e al basso apporto calorico, “Moretto” è particolarmente indicato per chi soffre di diabete. “Moretto” è la soluzione per chi vuole offrire un prodotto sempre più in linea con i tempi. La formula ideale per un consumatore sensibile al gusto e alle novità ma anche attento alla qualità intrinseca degli alimenti.  
   
   
MORETTO: IL PANE DI ORZO E GRANO CON PIÙ FIBRA E MENO CALORIE  
 
L’attività di studio e ricerca de “Il Laboratorio” (prima sede italiana specificamente dedicata ai corsi di panificazione professionali e per appassionati) in collaborazione con Molino Quaglia non finisce di sorprendere. L’azienda ha recentemente presentato un nuovo prodotto: “Moretto”. Si tratta di una miscela per pane (composta da farina di grano tenero tipo integrale, crusca di grano tenero tostata, glutine di frumento, fiocchi di grano e farina fiocchi d’orzo) particolarmente ricca di fibre. E’ ormai assodato che per il nostro organismo, in virtù del nostro stile di vita sempre più sedentario e della nostra alimentazione composta da cibi sempre più “raffinati”, abbia necessità di una maggior quantità di fibra. “Moretto” risponde a questa esigenza fornendo circa 12gr. Di fibra ogni 100 gr. Di prodotto (rispetto ai 3,5 gr. Di un pane comune). Particolarmente adatta per la produzione di pane “Moretto” offre un gusto impareggiabile, un apporto proteico particolarmente elevato e la giusta dose di carboidrati. Ottimi i valori relativi anche alle calorie: 100 gr. Di pane “Moretto” valgono 234Kcalorie/987kjoul. Il pane infatti, da qualche anno, non è più considerato un alimento povero ma un piacere della tavola. Il merito è anche dei panificatori che hanno saputo realizzare nuovi abbinamenti o riprendere vecchie ricette tradizionali o regionali. Così, mentre tornano le varietà territoriali sulle nostre tavole , tra i consumatori si fa strada l’idea che sia opportuno accostare ai formaggi, ai salumi e alle verdure pane ricco di fibra in grado di sposare questi gusti. Molte e variegate le nuove proposte culinarie realizzabili con “Moretto”: si va da stuzzichini e aperitivi particolarmente fantasiosi fino alle classiche pizze. Non va inoltre dimenticato che, grazie al suo ricco contenuto di fibre e al basso apporto calorico, “Moretto” è particolarmente indicato per chi soffre di diabete. “Moretto” è la soluzione per chi vuole offrire un prodotto sempre più in linea con i tempi. La formula ideale per un consumatore sensibile al gusto e alle novità ma anche attento alla qualità intrinseca degli alimenti.  
   
   
MORETTO: IL PANE DI ORZO E GRANO CON PIÙ FIBRA E MENO CALORIE  
 
L’attività di studio e ricerca de “Il Laboratorio” (prima sede italiana specificamente dedicata ai corsi di panificazione professionali e per appassionati) in collaborazione con Molino Quaglia non finisce di sorprendere. L’azienda ha recentemente presentato un nuovo prodotto: “Moretto”. Si tratta di una miscela per pane (composta da farina di grano tenero tipo integrale, crusca di grano tenero tostata, glutine di frumento, fiocchi di grano e farina fiocchi d’orzo) particolarmente ricca di fibre. E’ ormai assodato che per il nostro organismo, in virtù del nostro stile di vita sempre più sedentario e della nostra alimentazione composta da cibi sempre più “raffinati”, abbia necessità di una maggior quantità di fibra. “Moretto” risponde a questa esigenza fornendo circa 12gr. Di fibra ogni 100 gr. Di prodotto (rispetto ai 3,5 gr. Di un pane comune). Particolarmente adatta per la produzione di pane “Moretto” offre un gusto impareggiabile, un apporto proteico particolarmente elevato e la giusta dose di carboidrati. Ottimi i valori relativi anche alle calorie: 100 gr. Di pane “Moretto” valgono 234Kcalorie/987kjoul. Il pane infatti, da qualche anno, non è più considerato un alimento povero ma un piacere della tavola. Il merito è anche dei panificatori che hanno saputo realizzare nuovi abbinamenti o riprendere vecchie ricette tradizionali o regionali. Così, mentre tornano le varietà territoriali sulle nostre tavole , tra i consumatori si fa strada l’idea che sia opportuno accostare ai formaggi, ai salumi e alle verdure pane ricco di fibra in grado di sposare questi gusti. Molte e variegate le nuove proposte culinarie realizzabili con “Moretto”: si va da stuzzichini e aperitivi particolarmente fantasiosi fino alle classiche pizze. Non va inoltre dimenticato che, grazie al suo ricco contenuto di fibre e al basso apporto calorico, “Moretto” è particolarmente indicato per chi soffre di diabete. “Moretto” è la soluzione per chi vuole offrire un prodotto sempre più in linea con i tempi. La formula ideale per un consumatore sensibile al gusto e alle novità ma anche attento alla qualità intrinseca degli alimenti.  
   
   
MORETTO: IL PANE DI ORZO E GRANO CON PIÙ FIBRA E MENO CALORIE  
 
L’attività di studio e ricerca de “Il Laboratorio” (prima sede italiana specificamente dedicata ai corsi di panificazione professionali e per appassionati) in collaborazione con Molino Quaglia non finisce di sorprendere. L’azienda ha recentemente presentato un nuovo prodotto: “Moretto”. Si tratta di una miscela per pane (composta da farina di grano tenero tipo integrale, crusca di grano tenero tostata, glutine di frumento, fiocchi di grano e farina fiocchi d’orzo) particolarmente ricca di fibre. E’ ormai assodato che per il nostro organismo, in virtù del nostro stile di vita sempre più sedentario e della nostra alimentazione composta da cibi sempre più “raffinati”, abbia necessità di una maggior quantità di fibra. “Moretto” risponde a questa esigenza fornendo circa 12gr. Di fibra ogni 100 gr. Di prodotto (rispetto ai 3,5 gr. Di un pane comune). Particolarmente adatta per la produzione di pane “Moretto” offre un gusto impareggiabile, un apporto proteico particolarmente elevato e la giusta dose di carboidrati. Ottimi i valori relativi anche alle calorie: 100 gr. Di pane “Moretto” valgono 234Kcalorie/987kjoul. Il pane infatti, da qualche anno, non è più considerato un alimento povero ma un piacere della tavola. Il merito è anche dei panificatori che hanno saputo realizzare nuovi abbinamenti o riprendere vecchie ricette tradizionali o regionali. Così, mentre tornano le varietà territoriali sulle nostre tavole , tra i consumatori si fa strada l’idea che sia opportuno accostare ai formaggi, ai salumi e alle verdure pane ricco di fibra in grado di sposare questi gusti. Molte e variegate le nuove proposte culinarie realizzabili con “Moretto”: si va da stuzzichini e aperitivi particolarmente fantasiosi fino alle classiche pizze. Non va inoltre dimenticato che, grazie al suo ricco contenuto di fibre e al basso apporto calorico, “Moretto” è particolarmente indicato per chi soffre di diabete. “Moretto” è la soluzione per chi vuole offrire un prodotto sempre più in linea con i tempi. La formula ideale per un consumatore sensibile al gusto e alle novità ma anche attento alla qualità intrinseca degli alimenti.  
   
   
NASCE MONDO ARANCIO, L’ADOZIONE A DISTANZA DELLE ARANCE  
 
Tramite Internet è possibile adottare la propria pianta e vivere il Grande Fratello dell’aranceto, seguendo ogni attimo della crescita fino alla raccolta. I frutti arriveranno direttamente a casa Amedeo, Fabietto, Mariuccia o Ninetta. Sono questi i divi del primo grande Grande Fratello dell’aranceto. Non si tratta di giovani protagonisti in carne ed ossa, ma di splendide piante d’arance, che è possibile adottare a distanza e di cui è possibile seguirne attimo per attimo tutta la fase di produzione, dalla fioritura alla raccolta. Alla fine della stagione si possono ricevere i frutti direttamente a casa propria, inviarli all’indirizzo della persone a cui si vogliono regalare o devolverle in beneficenza. Chi vuole poi può decidere addirittura di partecipare in prima persona alla raccolta, godendosi un weekend immersi nella “casa” degli aranceti siciliani. Tutto ciò è possibile semplicemente collegandosi al sito di Mondo Arancio www.Mondoarancio.it, associazione che attraverso l’adozione degli alberi d’arance vuole promuovere e valorizzare la Sicilia e i suoi prodotti più tipici, partendo proprio dalle arance. Non solo, l’adozione di un albero è anche il modo per frenare l’abbandono delle campagne e delle coltivazioni. “L’iniziativa Mondo Arancio nasce sia dal desiderio di valorizzare un prodotto simbolo della Sicilia e del sole mediterraneo, sia per valorizzare il territorio creando un legame con i cittadini del mondo – dichiara Ruggero Casesa, ideatore di Mondo Arancio –. Inoltre, grazie a Mondo Arancio si potrà ridurre il fenomeno dell’abbandono delle terre sviluppando e potenziando al meglio le zone agricole”. Attraverso una quota associativa di 120 Euro è possibile adottare una pianta, la cui crescita potrà essere seguita in tempo reale, minuto per minuto via web. Al momento dell’adozione, che è possibile fare on line, sarà possibile dare un nome alla propria pianta, si riceverà un certificato e una password grazie alla quale accedere alla pagina dedicata al proprio albero per seguire le diverse fasi della produzione dei frutti: dall’irrigazione alla potatura, passando per la fioritura e la raccolta. Non solo, l’adozione dà diritto a ricevere a casa i frutti del proprio albero, di poter decidere se inviarli ad un amico o di devolverli a sostegno di operazioni benefiche. Ma il sito creato da Mondo Arancio, oltre a dare la possibilità di seguire i progressi del proprio albero, vuole essere uno spazio dedicato alla promozione della Sicilia e dei suoi prodotti: in una sezione apposita del sito è infatti dedicata alle ricette a base di arancio, dalle classiche arance in insalata, o marmellata di arance, alla zuppa di carote speziate e arance. Una sezione è invece dedicata proprio ai frutti: quelli di Mondo Arancio sono infatti garantiti dal Consorzio di tutela “Arancia Ribera di Sicilia” che appone il marchio Riberella esclusivamente sulle arance prodotte in un’area geograficamente protetta e che rispondano a precisi requisiti organolettici e qualitativi. La Sicilia e in particolare la provincia di Agrigento con il suo clima, il terreno e la vicinanza del mare sono elementi indispensabili a rendere unica la qualità di queste arance. E per chi volesse raccogliere direttamente dall’albero le proprie arance, l’Associazione Mondo Arancio ha studiato dei pacchetti apposta per offrire la possibilità a tutti gli iscritti di passare un week end immersi negli aranceti di Ribera, vicino alla Valle dei Templi.  
   
   
NASCE MONDO ARANCIO, L’ADOZIONE A DISTANZA DELLE ARANCE  
 
Tramite Internet è possibile adottare la propria pianta e vivere il Grande Fratello dell’aranceto, seguendo ogni attimo della crescita fino alla raccolta. I frutti arriveranno direttamente a casa Amedeo, Fabietto, Mariuccia o Ninetta. Sono questi i divi del primo grande Grande Fratello dell’aranceto. Non si tratta di giovani protagonisti in carne ed ossa, ma di splendide piante d’arance, che è possibile adottare a distanza e di cui è possibile seguirne attimo per attimo tutta la fase di produzione, dalla fioritura alla raccolta. Alla fine della stagione si possono ricevere i frutti direttamente a casa propria, inviarli all’indirizzo della persone a cui si vogliono regalare o devolverle in beneficenza. Chi vuole poi può decidere addirittura di partecipare in prima persona alla raccolta, godendosi un weekend immersi nella “casa” degli aranceti siciliani. Tutto ciò è possibile semplicemente collegandosi al sito di Mondo Arancio www.Mondoarancio.it, associazione che attraverso l’adozione degli alberi d’arance vuole promuovere e valorizzare la Sicilia e i suoi prodotti più tipici, partendo proprio dalle arance. Non solo, l’adozione di un albero è anche il modo per frenare l’abbandono delle campagne e delle coltivazioni. “L’iniziativa Mondo Arancio nasce sia dal desiderio di valorizzare un prodotto simbolo della Sicilia e del sole mediterraneo, sia per valorizzare il territorio creando un legame con i cittadini del mondo – dichiara Ruggero Casesa, ideatore di Mondo Arancio –. Inoltre, grazie a Mondo Arancio si potrà ridurre il fenomeno dell’abbandono delle terre sviluppando e potenziando al meglio le zone agricole”. Attraverso una quota associativa di 120 Euro è possibile adottare una pianta, la cui crescita potrà essere seguita in tempo reale, minuto per minuto via web. Al momento dell’adozione, che è possibile fare on line, sarà possibile dare un nome alla propria pianta, si riceverà un certificato e una password grazie alla quale accedere alla pagina dedicata al proprio albero per seguire le diverse fasi della produzione dei frutti: dall’irrigazione alla potatura, passando per la fioritura e la raccolta. Non solo, l’adozione dà diritto a ricevere a casa i frutti del proprio albero, di poter decidere se inviarli ad un amico o di devolverli a sostegno di operazioni benefiche. Ma il sito creato da Mondo Arancio, oltre a dare la possibilità di seguire i progressi del proprio albero, vuole essere uno spazio dedicato alla promozione della Sicilia e dei suoi prodotti: in una sezione apposita del sito è infatti dedicata alle ricette a base di arancio, dalle classiche arance in insalata, o marmellata di arance, alla zuppa di carote speziate e arance. Una sezione è invece dedicata proprio ai frutti: quelli di Mondo Arancio sono infatti garantiti dal Consorzio di tutela “Arancia Ribera di Sicilia” che appone il marchio Riberella esclusivamente sulle arance prodotte in un’area geograficamente protetta e che rispondano a precisi requisiti organolettici e qualitativi. La Sicilia e in particolare la provincia di Agrigento con il suo clima, il terreno e la vicinanza del mare sono elementi indispensabili a rendere unica la qualità di queste arance. E per chi volesse raccogliere direttamente dall’albero le proprie arance, l’Associazione Mondo Arancio ha studiato dei pacchetti apposta per offrire la possibilità a tutti gli iscritti di passare un week end immersi negli aranceti di Ribera, vicino alla Valle dei Templi.  
   
   
NASCE MONDO ARANCIO, L’ADOZIONE A DISTANZA DELLE ARANCE  
 
Tramite Internet è possibile adottare la propria pianta e vivere il Grande Fratello dell’aranceto, seguendo ogni attimo della crescita fino alla raccolta. I frutti arriveranno direttamente a casa Amedeo, Fabietto, Mariuccia o Ninetta. Sono questi i divi del primo grande Grande Fratello dell’aranceto. Non si tratta di giovani protagonisti in carne ed ossa, ma di splendide piante d’arance, che è possibile adottare a distanza e di cui è possibile seguirne attimo per attimo tutta la fase di produzione, dalla fioritura alla raccolta. Alla fine della stagione si possono ricevere i frutti direttamente a casa propria, inviarli all’indirizzo della persone a cui si vogliono regalare o devolverle in beneficenza. Chi vuole poi può decidere addirittura di partecipare in prima persona alla raccolta, godendosi un weekend immersi nella “casa” degli aranceti siciliani. Tutto ciò è possibile semplicemente collegandosi al sito di Mondo Arancio www.Mondoarancio.it, associazione che attraverso l’adozione degli alberi d’arance vuole promuovere e valorizzare la Sicilia e i suoi prodotti più tipici, partendo proprio dalle arance. Non solo, l’adozione di un albero è anche il modo per frenare l’abbandono delle campagne e delle coltivazioni. “L’iniziativa Mondo Arancio nasce sia dal desiderio di valorizzare un prodotto simbolo della Sicilia e del sole mediterraneo, sia per valorizzare il territorio creando un legame con i cittadini del mondo – dichiara Ruggero Casesa, ideatore di Mondo Arancio –. Inoltre, grazie a Mondo Arancio si potrà ridurre il fenomeno dell’abbandono delle terre sviluppando e potenziando al meglio le zone agricole”. Attraverso una quota associativa di 120 Euro è possibile adottare una pianta, la cui crescita potrà essere seguita in tempo reale, minuto per minuto via web. Al momento dell’adozione, che è possibile fare on line, sarà possibile dare un nome alla propria pianta, si riceverà un certificato e una password grazie alla quale accedere alla pagina dedicata al proprio albero per seguire le diverse fasi della produzione dei frutti: dall’irrigazione alla potatura, passando per la fioritura e la raccolta. Non solo, l’adozione dà diritto a ricevere a casa i frutti del proprio albero, di poter decidere se inviarli ad un amico o di devolverli a sostegno di operazioni benefiche. Ma il sito creato da Mondo Arancio, oltre a dare la possibilità di seguire i progressi del proprio albero, vuole essere uno spazio dedicato alla promozione della Sicilia e dei suoi prodotti: in una sezione apposita del sito è infatti dedicata alle ricette a base di arancio, dalle classiche arance in insalata, o marmellata di arance, alla zuppa di carote speziate e arance. Una sezione è invece dedicata proprio ai frutti: quelli di Mondo Arancio sono infatti garantiti dal Consorzio di tutela “Arancia Ribera di Sicilia” che appone il marchio Riberella esclusivamente sulle arance prodotte in un’area geograficamente protetta e che rispondano a precisi requisiti organolettici e qualitativi. La Sicilia e in particolare la provincia di Agrigento con il suo clima, il terreno e la vicinanza del mare sono elementi indispensabili a rendere unica la qualità di queste arance. E per chi volesse raccogliere direttamente dall’albero le proprie arance, l’Associazione Mondo Arancio ha studiato dei pacchetti apposta per offrire la possibilità a tutti gli iscritti di passare un week end immersi negli aranceti di Ribera, vicino alla Valle dei Templi.  
   
   
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PIANTE ED INGREDIENTI NATURALI NEL SISTEMA DRENA PLUS SYSTEM DI GRICAR PER RIDURRE I LIQUIDI IN ECCESSO, AGENDO SU MICRO CIRCOLO, RITORNO VENOSO E RENI  
 
Gricar, tra i numerosi ingredienti che la natura offre, ha sapientemente scelto e associato piante ed ingredienti naturali per ottenere l’equilibrio perfetto della persona. L’azione drenante è ottenuta dall’associazione di 4 piante ampiamente conosciute. La Betulla, l’Uva ursina e l’Orthosiphon che agiscono a livello renale favorendo un aumento dell’eliminazione di acqua e la Centella, che contribuisce, grazie ai derivati triterpenici in essa presenti, a ridurre il senso di peso agli arti inferiori ed il gonfiore alle caviglie. L’azione depurativa è assicurata dalla presenza del Tarassaco e del Carciofo, le cui azioni, a livello del fegato e dei reni, si sommano garantendo un effetto depurativo e disintossicante. L’azione è potenziata dalla presenza del Ribes nero, che favorisce l’eliminazione delle scorie (acido urico e tossine) a livello renale e della Bardana, le cui proprietà depurative sono date dalla presenza di acidi alcolici, in grado di drenare dall’organismo tutte le tossine che contribuiscono alla comparsa dei foruncoli e di favorire la loro eliminazione a livello del fegato e dei reni. L’azione sgonfiante è ottenuta grazie al Tè verde, i cui principi attivi, la caffeina e i polifenoli, si uniscono per potenziare l’azione delle catecolamine del sistema nervoso simpatico (adrenalina, noradrenalina, dopamina). L’attivazione del sistema nervoso simpatico provoca, così, un aumento della termogenesi e l’eliminazione dei chili eccedenti. Ad essa si associa l’azione combinata del Finocchio, che evita la formazione di gas intestinali, bloccando il processo di fermentazione degli alimenti in fase digestiva, e della Prugna, che favorisce lo svuotamento intestinale. L’azione tonificante è garantita dall’associazione tra Guaranà e Noce cola. Grazie alla caffeina in essi contenuta, essi sono infatti degli ottimi tonici a livello del sistema nervoso centrale. A livello cerebrale stimolano i neuroni corticali aumentando in questo modo la memoria e l’attenzione e diminuendo contemporaneamente la sensazione di affaticamento e di stanchezza. Gli effetti sembrano dovuti ad un’aumentata disponibilità di glucosio. L’azione è ulteriormente potenziata dalla presenza della Cicoria. In effetti, le foglie di questa pianta erbacea, se fatte essiccare e tostare possono essere utilizzate come succedaneo del caffè. Drena d.P.s. Drink è anche: Integrazione Magnesio + potassio + acido aspartico. Il potassio è utile per eliminare il sodio in eccesso dall’organismo e quindi influire positivamente sulla ritenzione idrica. Il magnesio è importante per una fisiologica funzionalità dei muscoli e per l’equilibrio dell’umore. Particolarmente utile nella stagione estiva o comunque in tutti quei casi in cui si perdano liquidi. L’acido aspartico aiuta a convertire i carboidrati in energia muscolare. Confezione: flacone da 500 ml, Prezzo pubblico: € 16,90, prodotto ad esclusivo utilizzo del canale farmacia  
   
   
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Gricar, tra i numerosi ingredienti che la natura offre, ha sapientemente scelto e associato piante ed ingredienti naturali per ottenere l’equilibrio perfetto della persona. L’azione drenante è ottenuta dall’associazione di 4 piante ampiamente conosciute. La Betulla, l’Uva ursina e l’Orthosiphon che agiscono a livello renale favorendo un aumento dell’eliminazione di acqua e la Centella, che contribuisce, grazie ai derivati triterpenici in essa presenti, a ridurre il senso di peso agli arti inferiori ed il gonfiore alle caviglie. L’azione depurativa è assicurata dalla presenza del Tarassaco e del Carciofo, le cui azioni, a livello del fegato e dei reni, si sommano garantendo un effetto depurativo e disintossicante. L’azione è potenziata dalla presenza del Ribes nero, che favorisce l’eliminazione delle scorie (acido urico e tossine) a livello renale e della Bardana, le cui proprietà depurative sono date dalla presenza di acidi alcolici, in grado di drenare dall’organismo tutte le tossine che contribuiscono alla comparsa dei foruncoli e di favorire la loro eliminazione a livello del fegato e dei reni. L’azione sgonfiante è ottenuta grazie al Tè verde, i cui principi attivi, la caffeina e i polifenoli, si uniscono per potenziare l’azione delle catecolamine del sistema nervoso simpatico (adrenalina, noradrenalina, dopamina). L’attivazione del sistema nervoso simpatico provoca, così, un aumento della termogenesi e l’eliminazione dei chili eccedenti. Ad essa si associa l’azione combinata del Finocchio, che evita la formazione di gas intestinali, bloccando il processo di fermentazione degli alimenti in fase digestiva, e della Prugna, che favorisce lo svuotamento intestinale. L’azione tonificante è garantita dall’associazione tra Guaranà e Noce cola. Grazie alla caffeina in essi contenuta, essi sono infatti degli ottimi tonici a livello del sistema nervoso centrale. A livello cerebrale stimolano i neuroni corticali aumentando in questo modo la memoria e l’attenzione e diminuendo contemporaneamente la sensazione di affaticamento e di stanchezza. Gli effetti sembrano dovuti ad un’aumentata disponibilità di glucosio. L’azione è ulteriormente potenziata dalla presenza della Cicoria. In effetti, le foglie di questa pianta erbacea, se fatte essiccare e tostare possono essere utilizzate come succedaneo del caffè. Drena d.P.s. Drink è anche: Integrazione Magnesio + potassio + acido aspartico. Il potassio è utile per eliminare il sodio in eccesso dall’organismo e quindi influire positivamente sulla ritenzione idrica. Il magnesio è importante per una fisiologica funzionalità dei muscoli e per l’equilibrio dell’umore. Particolarmente utile nella stagione estiva o comunque in tutti quei casi in cui si perdano liquidi. L’acido aspartico aiuta a convertire i carboidrati in energia muscolare. Confezione: flacone da 500 ml, Prezzo pubblico: € 16,90, prodotto ad esclusivo utilizzo del canale farmacia  
   
   
PIANTE ED INGREDIENTI NATURALI NEL SISTEMA DRENA PLUS SYSTEM DI GRICAR PER RIDURRE I LIQUIDI IN ECCESSO, AGENDO SU MICRO CIRCOLO, RITORNO VENOSO E RENI  
 
Gricar, tra i numerosi ingredienti che la natura offre, ha sapientemente scelto e associato piante ed ingredienti naturali per ottenere l’equilibrio perfetto della persona. L’azione drenante è ottenuta dall’associazione di 4 piante ampiamente conosciute. La Betulla, l’Uva ursina e l’Orthosiphon che agiscono a livello renale favorendo un aumento dell’eliminazione di acqua e la Centella, che contribuisce, grazie ai derivati triterpenici in essa presenti, a ridurre il senso di peso agli arti inferiori ed il gonfiore alle caviglie. L’azione depurativa è assicurata dalla presenza del Tarassaco e del Carciofo, le cui azioni, a livello del fegato e dei reni, si sommano garantendo un effetto depurativo e disintossicante. L’azione è potenziata dalla presenza del Ribes nero, che favorisce l’eliminazione delle scorie (acido urico e tossine) a livello renale e della Bardana, le cui proprietà depurative sono date dalla presenza di acidi alcolici, in grado di drenare dall’organismo tutte le tossine che contribuiscono alla comparsa dei foruncoli e di favorire la loro eliminazione a livello del fegato e dei reni. L’azione sgonfiante è ottenuta grazie al Tè verde, i cui principi attivi, la caffeina e i polifenoli, si uniscono per potenziare l’azione delle catecolamine del sistema nervoso simpatico (adrenalina, noradrenalina, dopamina). L’attivazione del sistema nervoso simpatico provoca, così, un aumento della termogenesi e l’eliminazione dei chili eccedenti. Ad essa si associa l’azione combinata del Finocchio, che evita la formazione di gas intestinali, bloccando il processo di fermentazione degli alimenti in fase digestiva, e della Prugna, che favorisce lo svuotamento intestinale. L’azione tonificante è garantita dall’associazione tra Guaranà e Noce cola. Grazie alla caffeina in essi contenuta, essi sono infatti degli ottimi tonici a livello del sistema nervoso centrale. A livello cerebrale stimolano i neuroni corticali aumentando in questo modo la memoria e l’attenzione e diminuendo contemporaneamente la sensazione di affaticamento e di stanchezza. Gli effetti sembrano dovuti ad un’aumentata disponibilità di glucosio. L’azione è ulteriormente potenziata dalla presenza della Cicoria. In effetti, le foglie di questa pianta erbacea, se fatte essiccare e tostare possono essere utilizzate come succedaneo del caffè. Drena d.P.s. Drink è anche: Integrazione Magnesio + potassio + acido aspartico. Il potassio è utile per eliminare il sodio in eccesso dall’organismo e quindi influire positivamente sulla ritenzione idrica. Il magnesio è importante per una fisiologica funzionalità dei muscoli e per l’equilibrio dell’umore. Particolarmente utile nella stagione estiva o comunque in tutti quei casi in cui si perdano liquidi. L’acido aspartico aiuta a convertire i carboidrati in energia muscolare. Confezione: flacone da 500 ml, Prezzo pubblico: € 16,90, prodotto ad esclusivo utilizzo del canale farmacia  
   
   
UN PERFETTO CONNUBIO TRA NATURA E TECNOLOGIA NEI TRATTAMENTI DI CLINIQUE LA PRAIRIE ALL'INSEGNA DELLA SALUTE E DEL BENESSERE  
 
Se si dovesse trovare una definizione esaustiva, una cifra per sintetizzarne la filosofia 'La Prairie', sarebbe necessario sottolineare il perfetto connubio tra natura e tecnologia che sottende ogni intervento. Scienza e modernità, ma anche sapori e accoglienza antica si fondono in un'esperienza esclusiva a partire dalla struttura che coniuga due unità agli antipodi: la Residenza in stile tradizionale e romantico e il Medical Center avveniristico per ogni tipo di trattamento all'insegna della salute e del benessere. Una scelta architettonica che dice molto sulla Clinique, sempre attenta al lato umano, ma comunque proiettata sull'utilizzo di apparecchiature di ultima generazione, per combattere con strumenti del futuro i segni del tempo che passa. Il contributo più rilevante nei percorsi di benessere studiati ad personam viene proprio dall'ausilio delle sofisticate attrezzature nelle mani dello staff. I programmi Clp Beautymed sono proprio questo, il perfetto binomio di tecnologia e scienza medica, come nel caso del Corpomed che, sincronizzando massaggio e battito cardiaco, agisce tramite pulsazioni elettriche in grado di stimolare i gangli linfatici senza trascurare muscoli e pelle. Altro ritrovato della tecnica è il Corpotrim, un congegno 'spaziale' pensato dagli scienziati della Nasa per la cinesiterapia sugli astronauti, ovvero per il potenziamento della muscolatura (una seduta da 25 minuti equivale a un'ora di esercizio attivo) ma senza l'inconveniente dell'indolenzimento. Sempre basato sulla ginnastica isometrica, Corpolift si differenzia dal Corpotrim per via di contrazioni molto più prolungate. E' ideale per restituire tonicità e muscolatura ai tessuti di glutei, cosce, braccia e ventre, mentre al viso ci pensa Corpofit, che emette delle correnti elettriche sui punti individuati come focali dall'agopuntura, e rappresenta l'alleato ideale per i segni d'espressione localizzati intorno alle labbra. Richiestissimo è l'intervento anticellulite, un mix completo ed efficace per rimodellare la silhouette basato su sedute endermologiche con il Cellu M6. L'efficacia dell'apparecchio che riproduce la tecnica manuale del 'palper rouler' viene potenziata da impacchi d'alghe e oli essenziali, che rimuovono i residui tossici del metabolismo, e da un'idroterapia con massaggi per drenare e riossigenare la pelle grazie all'intervento dell'ozono. Infine non possono essere dimenticati il Corpoderm, della gamma soft laser, e due nuovissime terapie per viso e capigliatura: il Trans-dermal treatment studiato per la stimolazione dell'epidermide facciale, di collo e decolté con immediato effetto lifting e il Regenerating Capillary treatment per il cuoio cappelluto che necessita di essere rigenerato. Clinique La Prairie la scienza oltre le frontiere del tempo. Istituzione di fama internazionale, Clinique La Prairie, vanta oltre settant'anni di esperienza e progressi all'insegna di una migliore qualità della vita. Specializzata in trattamenti di Rivitalizzazione, Benessere, Medicina Specialistica e Chirurgia estetica conta sulla collaborazione di oltre sessanta medici sempre a disposizione dei pazienti. Clinique La Prairie ha la sua sede in Svizzera a Clarens-montreaux, sulle sponde del lago di Ginevra.  
   
   
UN PERFETTO CONNUBIO TRA NATURA E TECNOLOGIA NEI TRATTAMENTI DI CLINIQUE LA PRAIRIE ALL'INSEGNA DELLA SALUTE E DEL BENESSERE  
 
Se si dovesse trovare una definizione esaustiva, una cifra per sintetizzarne la filosofia 'La Prairie', sarebbe necessario sottolineare il perfetto connubio tra natura e tecnologia che sottende ogni intervento. Scienza e modernità, ma anche sapori e accoglienza antica si fondono in un'esperienza esclusiva a partire dalla struttura che coniuga due unità agli antipodi: la Residenza in stile tradizionale e romantico e il Medical Center avveniristico per ogni tipo di trattamento all'insegna della salute e del benessere. Una scelta architettonica che dice molto sulla Clinique, sempre attenta al lato umano, ma comunque proiettata sull'utilizzo di apparecchiature di ultima generazione, per combattere con strumenti del futuro i segni del tempo che passa. Il contributo più rilevante nei percorsi di benessere studiati ad personam viene proprio dall'ausilio delle sofisticate attrezzature nelle mani dello staff. I programmi Clp Beautymed sono proprio questo, il perfetto binomio di tecnologia e scienza medica, come nel caso del Corpomed che, sincronizzando massaggio e battito cardiaco, agisce tramite pulsazioni elettriche in grado di stimolare i gangli linfatici senza trascurare muscoli e pelle. Altro ritrovato della tecnica è il Corpotrim, un congegno 'spaziale' pensato dagli scienziati della Nasa per la cinesiterapia sugli astronauti, ovvero per il potenziamento della muscolatura (una seduta da 25 minuti equivale a un'ora di esercizio attivo) ma senza l'inconveniente dell'indolenzimento. Sempre basato sulla ginnastica isometrica, Corpolift si differenzia dal Corpotrim per via di contrazioni molto più prolungate. E' ideale per restituire tonicità e muscolatura ai tessuti di glutei, cosce, braccia e ventre, mentre al viso ci pensa Corpofit, che emette delle correnti elettriche sui punti individuati come focali dall'agopuntura, e rappresenta l'alleato ideale per i segni d'espressione localizzati intorno alle labbra. Richiestissimo è l'intervento anticellulite, un mix completo ed efficace per rimodellare la silhouette basato su sedute endermologiche con il Cellu M6. L'efficacia dell'apparecchio che riproduce la tecnica manuale del 'palper rouler' viene potenziata da impacchi d'alghe e oli essenziali, che rimuovono i residui tossici del metabolismo, e da un'idroterapia con massaggi per drenare e riossigenare la pelle grazie all'intervento dell'ozono. Infine non possono essere dimenticati il Corpoderm, della gamma soft laser, e due nuovissime terapie per viso e capigliatura: il Trans-dermal treatment studiato per la stimolazione dell'epidermide facciale, di collo e decolté con immediato effetto lifting e il Regenerating Capillary treatment per il cuoio cappelluto che necessita di essere rigenerato. Clinique La Prairie la scienza oltre le frontiere del tempo. Istituzione di fama internazionale, Clinique La Prairie, vanta oltre settant'anni di esperienza e progressi all'insegna di una migliore qualità della vita. Specializzata in trattamenti di Rivitalizzazione, Benessere, Medicina Specialistica e Chirurgia estetica conta sulla collaborazione di oltre sessanta medici sempre a disposizione dei pazienti. Clinique La Prairie ha la sua sede in Svizzera a Clarens-montreaux, sulle sponde del lago di Ginevra.  
   
   
UN PERFETTO CONNUBIO TRA NATURA E TECNOLOGIA NEI TRATTAMENTI DI CLINIQUE LA PRAIRIE ALL'INSEGNA DELLA SALUTE E DEL BENESSERE  
 
Se si dovesse trovare una definizione esaustiva, una cifra per sintetizzarne la filosofia 'La Prairie', sarebbe necessario sottolineare il perfetto connubio tra natura e tecnologia che sottende ogni intervento. Scienza e modernità, ma anche sapori e accoglienza antica si fondono in un'esperienza esclusiva a partire dalla struttura che coniuga due unità agli antipodi: la Residenza in stile tradizionale e romantico e il Medical Center avveniristico per ogni tipo di trattamento all'insegna della salute e del benessere. Una scelta architettonica che dice molto sulla Clinique, sempre attenta al lato umano, ma comunque proiettata sull'utilizzo di apparecchiature di ultima generazione, per combattere con strumenti del futuro i segni del tempo che passa. Il contributo più rilevante nei percorsi di benessere studiati ad personam viene proprio dall'ausilio delle sofisticate attrezzature nelle mani dello staff. I programmi Clp Beautymed sono proprio questo, il perfetto binomio di tecnologia e scienza medica, come nel caso del Corpomed che, sincronizzando massaggio e battito cardiaco, agisce tramite pulsazioni elettriche in grado di stimolare i gangli linfatici senza trascurare muscoli e pelle. Altro ritrovato della tecnica è il Corpotrim, un congegno 'spaziale' pensato dagli scienziati della Nasa per la cinesiterapia sugli astronauti, ovvero per il potenziamento della muscolatura (una seduta da 25 minuti equivale a un'ora di esercizio attivo) ma senza l'inconveniente dell'indolenzimento. Sempre basato sulla ginnastica isometrica, Corpolift si differenzia dal Corpotrim per via di contrazioni molto più prolungate. E' ideale per restituire tonicità e muscolatura ai tessuti di glutei, cosce, braccia e ventre, mentre al viso ci pensa Corpofit, che emette delle correnti elettriche sui punti individuati come focali dall'agopuntura, e rappresenta l'alleato ideale per i segni d'espressione localizzati intorno alle labbra. Richiestissimo è l'intervento anticellulite, un mix completo ed efficace per rimodellare la silhouette basato su sedute endermologiche con il Cellu M6. L'efficacia dell'apparecchio che riproduce la tecnica manuale del 'palper rouler' viene potenziata da impacchi d'alghe e oli essenziali, che rimuovono i residui tossici del metabolismo, e da un'idroterapia con massaggi per drenare e riossigenare la pelle grazie all'intervento dell'ozono. Infine non possono essere dimenticati il Corpoderm, della gamma soft laser, e due nuovissime terapie per viso e capigliatura: il Trans-dermal treatment studiato per la stimolazione dell'epidermide facciale, di collo e decolté con immediato effetto lifting e il Regenerating Capillary treatment per il cuoio cappelluto che necessita di essere rigenerato. Clinique La Prairie la scienza oltre le frontiere del tempo. Istituzione di fama internazionale, Clinique La Prairie, vanta oltre settant'anni di esperienza e progressi all'insegna di una migliore qualità della vita. Specializzata in trattamenti di Rivitalizzazione, Benessere, Medicina Specialistica e Chirurgia estetica conta sulla collaborazione di oltre sessanta medici sempre a disposizione dei pazienti. Clinique La Prairie ha la sua sede in Svizzera a Clarens-montreaux, sulle sponde del lago di Ginevra.  
   
   
UN PERFETTO CONNUBIO TRA NATURA E TECNOLOGIA NEI TRATTAMENTI DI CLINIQUE LA PRAIRIE ALL'INSEGNA DELLA SALUTE E DEL BENESSERE  
 
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AGOPUNTURA, BIOSTIMOLAZIONE, AYURVEDA, MESOTERAPIA: DALLA MILLENARIA SAGGEZZA DI ANTICHISSIME CIVILTÀ LE TECNICHE NATURALI PER CURARE GLI EFFETTI DELLO STRESS ALL’HOTEL TERME MAGNOLIA DI ABANO TERME  
 
Nel moderno Centro Benessere dell’Hotel Terme Magnolia di Abano Terme uno staff altamente specializzato è a disposizione degli ospiti per prendersi cura di loro. Partendo dall’infallibile principio che primo medico dell’uomo è Madre Natura. Qui, nella rigenerante atmosfera delle acque e dei Colli Euganei, la saggezza di antichissime civiltà ci svela le cure “anti-age” e tutti i segreti della salute. Dall’india…l'ayurveda, la medicina naturale più antica di cui l'uomo abbia memoria. Nata in India più di 5mila anni fa, l'Ayurveda si occupa di tutti gli aspetti del benessere: quello fisico, quello psichico e quello spirituale. Medicina umorale, considera il corpo pervaso da tre umori (dosha); dal cui equilibrio dipende lo stato di salute e di malattia. Con il programma “Ayurspa”, all’Hotel Terme Magnolia è possibile sperimentare l’ayurveda attraverso il massaggio, praticato a seconda del “dosha” cui si appartiene: vata, pitta o kapha. Dall’oriente…… la Mesoterapia, che si basa su microiniezioni intradermiche con acqua distillata, anestetici o principi vitaminici ed agisce sia grazie all'azione riflessa dello stimolo meccanico, che a quella farmacologica dei principi iniettati. Già dal 3.660 a.C. Si trovano testimonianze scritte dell’uso di creme ed unguenti applicati con la tecnica della multi-iniezione in India, Cina ed Alto Egitto. La mesoterapia come la conosciamo oggi però si deve agli studi e alle ricerche del francese dott. Pistor che ideò i cosiddetti multiniettori. Una terapia alternativa, rispetto alle vie più comunemente usate quali l'intramuscolare e l'endovenosa. La tecnica mesoterapica è utilizzata con successo per una vasta gamma di indicazioni: cellulite, linfedema, insufficienza venosa, acne, smagliature, bonificazione, cheloidi, adiposità localizzata, traumi sportivi, dolori articolari, ecc. Dalla Cina…l’agopuntura: una metodica che da millenni fa parte della Medicina Tradizionale Cinese. Usata oggi per curare molte malattie di origine “sociale”, si basa sul principio che l'uomo è governato dalle stesse leggi dell'universo, attraverso due energie opposte e complementari (lo Yin e lo Yang) dal cui equilibrio dipende lo stato di salute. Dopo aver valutato lo stato energetico del flusso nei cosiddetti Meridiani (vie preferenziali di scorrimento dell'Energia); il medico opera un riequilibrio mediante ben precisi punti codificati. Gli aghi vanno così ad armonizzare, come interruttori che si aprono e si chiudono, la "Circolazione Energetica" del nostro organismo. Dal Mediterraneo…un rimedio tutto naturale come la Biostimolazione (dal greco bios, vita): risvegliare l'Energia Vitale, stimolare e liberare i meccanismi interni e i circuiti energetici bloccati. Le Tecniche di Biostimolazione, che hanno radici nelle tradizioni egizie, etrusche, celtiche e italiche, ci aiutano - attraverso movimenti dolci, ora lenti ora veloci, posizioni insolite e posture archetipe - a prendere coscienza dei nostri sensi (ben più di cinque); ad acquisire una maggiore capacità di capire e superare i conflitti e le paure, a recuperare e potenziare le proprie energie, anche in condizioni di stress elevato. La biostimolazione permette inoltre di ridurre le rughe, di rassodare e innalzare il seno.Hotel Terme Magnolia tel. 0498600800  
   
   
AGOPUNTURA, BIOSTIMOLAZIONE, AYURVEDA, MESOTERAPIA: DALLA MILLENARIA SAGGEZZA DI ANTICHISSIME CIVILTÀ LE TECNICHE NATURALI PER CURARE GLI EFFETTI DELLO STRESS ALL’HOTEL TERME MAGNOLIA DI ABANO TERME  
 
Nel moderno Centro Benessere dell’Hotel Terme Magnolia di Abano Terme uno staff altamente specializzato è a disposizione degli ospiti per prendersi cura di loro. Partendo dall’infallibile principio che primo medico dell’uomo è Madre Natura. Qui, nella rigenerante atmosfera delle acque e dei Colli Euganei, la saggezza di antichissime civiltà ci svela le cure “anti-age” e tutti i segreti della salute. Dall’india…l'ayurveda, la medicina naturale più antica di cui l'uomo abbia memoria. Nata in India più di 5mila anni fa, l'Ayurveda si occupa di tutti gli aspetti del benessere: quello fisico, quello psichico e quello spirituale. Medicina umorale, considera il corpo pervaso da tre umori (dosha); dal cui equilibrio dipende lo stato di salute e di malattia. Con il programma “Ayurspa”, all’Hotel Terme Magnolia è possibile sperimentare l’ayurveda attraverso il massaggio, praticato a seconda del “dosha” cui si appartiene: vata, pitta o kapha. Dall’oriente…… la Mesoterapia, che si basa su microiniezioni intradermiche con acqua distillata, anestetici o principi vitaminici ed agisce sia grazie all'azione riflessa dello stimolo meccanico, che a quella farmacologica dei principi iniettati. Già dal 3.660 a.C. Si trovano testimonianze scritte dell’uso di creme ed unguenti applicati con la tecnica della multi-iniezione in India, Cina ed Alto Egitto. La mesoterapia come la conosciamo oggi però si deve agli studi e alle ricerche del francese dott. Pistor che ideò i cosiddetti multiniettori. Una terapia alternativa, rispetto alle vie più comunemente usate quali l'intramuscolare e l'endovenosa. La tecnica mesoterapica è utilizzata con successo per una vasta gamma di indicazioni: cellulite, linfedema, insufficienza venosa, acne, smagliature, bonificazione, cheloidi, adiposità localizzata, traumi sportivi, dolori articolari, ecc. Dalla Cina…l’agopuntura: una metodica che da millenni fa parte della Medicina Tradizionale Cinese. Usata oggi per curare molte malattie di origine “sociale”, si basa sul principio che l'uomo è governato dalle stesse leggi dell'universo, attraverso due energie opposte e complementari (lo Yin e lo Yang) dal cui equilibrio dipende lo stato di salute. Dopo aver valutato lo stato energetico del flusso nei cosiddetti Meridiani (vie preferenziali di scorrimento dell'Energia); il medico opera un riequilibrio mediante ben precisi punti codificati. Gli aghi vanno così ad armonizzare, come interruttori che si aprono e si chiudono, la "Circolazione Energetica" del nostro organismo. Dal Mediterraneo…un rimedio tutto naturale come la Biostimolazione (dal greco bios, vita): risvegliare l'Energia Vitale, stimolare e liberare i meccanismi interni e i circuiti energetici bloccati. Le Tecniche di Biostimolazione, che hanno radici nelle tradizioni egizie, etrusche, celtiche e italiche, ci aiutano - attraverso movimenti dolci, ora lenti ora veloci, posizioni insolite e posture archetipe - a prendere coscienza dei nostri sensi (ben più di cinque); ad acquisire una maggiore capacità di capire e superare i conflitti e le paure, a recuperare e potenziare le proprie energie, anche in condizioni di stress elevato. La biostimolazione permette inoltre di ridurre le rughe, di rassodare e innalzare il seno.Hotel Terme Magnolia tel. 0498600800  
   
   
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Nel moderno Centro Benessere dell’Hotel Terme Magnolia di Abano Terme uno staff altamente specializzato è a disposizione degli ospiti per prendersi cura di loro. Partendo dall’infallibile principio che primo medico dell’uomo è Madre Natura. Qui, nella rigenerante atmosfera delle acque e dei Colli Euganei, la saggezza di antichissime civiltà ci svela le cure “anti-age” e tutti i segreti della salute. Dall’india…l'ayurveda, la medicina naturale più antica di cui l'uomo abbia memoria. Nata in India più di 5mila anni fa, l'Ayurveda si occupa di tutti gli aspetti del benessere: quello fisico, quello psichico e quello spirituale. Medicina umorale, considera il corpo pervaso da tre umori (dosha); dal cui equilibrio dipende lo stato di salute e di malattia. Con il programma “Ayurspa”, all’Hotel Terme Magnolia è possibile sperimentare l’ayurveda attraverso il massaggio, praticato a seconda del “dosha” cui si appartiene: vata, pitta o kapha. Dall’oriente…… la Mesoterapia, che si basa su microiniezioni intradermiche con acqua distillata, anestetici o principi vitaminici ed agisce sia grazie all'azione riflessa dello stimolo meccanico, che a quella farmacologica dei principi iniettati. Già dal 3.660 a.C. Si trovano testimonianze scritte dell’uso di creme ed unguenti applicati con la tecnica della multi-iniezione in India, Cina ed Alto Egitto. La mesoterapia come la conosciamo oggi però si deve agli studi e alle ricerche del francese dott. Pistor che ideò i cosiddetti multiniettori. Una terapia alternativa, rispetto alle vie più comunemente usate quali l'intramuscolare e l'endovenosa. La tecnica mesoterapica è utilizzata con successo per una vasta gamma di indicazioni: cellulite, linfedema, insufficienza venosa, acne, smagliature, bonificazione, cheloidi, adiposità localizzata, traumi sportivi, dolori articolari, ecc. Dalla Cina…l’agopuntura: una metodica che da millenni fa parte della Medicina Tradizionale Cinese. Usata oggi per curare molte malattie di origine “sociale”, si basa sul principio che l'uomo è governato dalle stesse leggi dell'universo, attraverso due energie opposte e complementari (lo Yin e lo Yang) dal cui equilibrio dipende lo stato di salute. Dopo aver valutato lo stato energetico del flusso nei cosiddetti Meridiani (vie preferenziali di scorrimento dell'Energia); il medico opera un riequilibrio mediante ben precisi punti codificati. Gli aghi vanno così ad armonizzare, come interruttori che si aprono e si chiudono, la "Circolazione Energetica" del nostro organismo. Dal Mediterraneo…un rimedio tutto naturale come la Biostimolazione (dal greco bios, vita): risvegliare l'Energia Vitale, stimolare e liberare i meccanismi interni e i circuiti energetici bloccati. Le Tecniche di Biostimolazione, che hanno radici nelle tradizioni egizie, etrusche, celtiche e italiche, ci aiutano - attraverso movimenti dolci, ora lenti ora veloci, posizioni insolite e posture archetipe - a prendere coscienza dei nostri sensi (ben più di cinque); ad acquisire una maggiore capacità di capire e superare i conflitti e le paure, a recuperare e potenziare le proprie energie, anche in condizioni di stress elevato. La biostimolazione permette inoltre di ridurre le rughe, di rassodare e innalzare il seno.Hotel Terme Magnolia tel. 0498600800  
   
   
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LA FILIALE ITALIANA DI ZWILLING J.A. HENCKELS AL TAGLIO DEL NASTRO: DESIGN E QUALITÀ “SUL FILO DELLA LAMA”  
 
Dopo Spagna, Olanda, Francia e Svizzera, il marchio Zwilling J.a. Henckels ha scelto di aumentare significativamente la propria presenza anche sul mercato italiano per far conoscere i propri prodotti già noti e apprezzati in tutto il mondo. L’azienda tedesca, che vanta un’esperienza di 273 anni nel settore dei coltelli, degli accessori da cucina e da tavola, con l’apertura della filiale italiana a Buccinasco (Milano) intende presidiare il mercato della distribuzione al dettaglio di alto livello nel nostro paese. In particolare sarà presente con i prodotti di coltelleria, utensili da cucina, linea manicure. L’incarico di avviare lo sviluppo italiano è stato affidato a Massimo Morara, milanese di 50 anni con un passato da dirigente in Bayer Italia e General Electric Bayer Silicones, che ha assunto la carica di Amministratore Delegato. La perfezione del taglio, l’eccellenza nella funzionalità e l’innovazione nel design che caratterizzano i prodotti delle diverse collezioni sono gli elementi vincenti che hanno fatto la fortuna del marchio. Fondata a Solingen (Germania) nel 1731, Zwilling J.a. Henckels è oggi una moderna azienda con 700 dipendenti nella sola casa madre e 1.600 in tutto il mondo e con un volume d’affari che nel 2003 ha raggiunto i 210 milioni di euro. Oltre ad essere presente con diverse filiali in tutto il mondo (Usa, Canada, Cina, Giappone, Taiwan, Danimarca, Olanda, Spagna, Francia e Svizzera e ora anche Italia); l’azienda tedesca conta sul supporto di 25 negozi di proprietà nel commercio al dettaglio, 13 dei quali in Germania, 6 in altri paesi europei (Danimarca, Svizzera e Paesi Bassi) e 6 in Cina. “Il pubblico italiano, così attento al gusto, alla raffinatezza e alla qualità potrà apprezzare il valore e il design che da sempre contraddistinguono i prodotti Zwilling”, ha affermato Massimo Morara Amministratore Delegato di Zwilling J.a. Henckels per l’Italia. “Siamo certi che la vasta gamma di prodotti che caratterizzano la nostra offerta stupirà positivamente la clientela italiana”.  
   
   
LA FILIALE ITALIANA DI ZWILLING J.A. HENCKELS AL TAGLIO DEL NASTRO: DESIGN E QUALITÀ “SUL FILO DELLA LAMA”  
 
Dopo Spagna, Olanda, Francia e Svizzera, il marchio Zwilling J.a. Henckels ha scelto di aumentare significativamente la propria presenza anche sul mercato italiano per far conoscere i propri prodotti già noti e apprezzati in tutto il mondo. L’azienda tedesca, che vanta un’esperienza di 273 anni nel settore dei coltelli, degli accessori da cucina e da tavola, con l’apertura della filiale italiana a Buccinasco (Milano) intende presidiare il mercato della distribuzione al dettaglio di alto livello nel nostro paese. In particolare sarà presente con i prodotti di coltelleria, utensili da cucina, linea manicure. L’incarico di avviare lo sviluppo italiano è stato affidato a Massimo Morara, milanese di 50 anni con un passato da dirigente in Bayer Italia e General Electric Bayer Silicones, che ha assunto la carica di Amministratore Delegato. La perfezione del taglio, l’eccellenza nella funzionalità e l’innovazione nel design che caratterizzano i prodotti delle diverse collezioni sono gli elementi vincenti che hanno fatto la fortuna del marchio. Fondata a Solingen (Germania) nel 1731, Zwilling J.a. Henckels è oggi una moderna azienda con 700 dipendenti nella sola casa madre e 1.600 in tutto il mondo e con un volume d’affari che nel 2003 ha raggiunto i 210 milioni di euro. Oltre ad essere presente con diverse filiali in tutto il mondo (Usa, Canada, Cina, Giappone, Taiwan, Danimarca, Olanda, Spagna, Francia e Svizzera e ora anche Italia); l’azienda tedesca conta sul supporto di 25 negozi di proprietà nel commercio al dettaglio, 13 dei quali in Germania, 6 in altri paesi europei (Danimarca, Svizzera e Paesi Bassi) e 6 in Cina. “Il pubblico italiano, così attento al gusto, alla raffinatezza e alla qualità potrà apprezzare il valore e il design che da sempre contraddistinguono i prodotti Zwilling”, ha affermato Massimo Morara Amministratore Delegato di Zwilling J.a. Henckels per l’Italia. “Siamo certi che la vasta gamma di prodotti che caratterizzano la nostra offerta stupirà positivamente la clientela italiana”.  
   
   
LA FILIALE ITALIANA DI ZWILLING J.A. HENCKELS AL TAGLIO DEL NASTRO: DESIGN E QUALITÀ “SUL FILO DELLA LAMA”  
 
Dopo Spagna, Olanda, Francia e Svizzera, il marchio Zwilling J.a. Henckels ha scelto di aumentare significativamente la propria presenza anche sul mercato italiano per far conoscere i propri prodotti già noti e apprezzati in tutto il mondo. L’azienda tedesca, che vanta un’esperienza di 273 anni nel settore dei coltelli, degli accessori da cucina e da tavola, con l’apertura della filiale italiana a Buccinasco (Milano) intende presidiare il mercato della distribuzione al dettaglio di alto livello nel nostro paese. In particolare sarà presente con i prodotti di coltelleria, utensili da cucina, linea manicure. L’incarico di avviare lo sviluppo italiano è stato affidato a Massimo Morara, milanese di 50 anni con un passato da dirigente in Bayer Italia e General Electric Bayer Silicones, che ha assunto la carica di Amministratore Delegato. La perfezione del taglio, l’eccellenza nella funzionalità e l’innovazione nel design che caratterizzano i prodotti delle diverse collezioni sono gli elementi vincenti che hanno fatto la fortuna del marchio. Fondata a Solingen (Germania) nel 1731, Zwilling J.a. Henckels è oggi una moderna azienda con 700 dipendenti nella sola casa madre e 1.600 in tutto il mondo e con un volume d’affari che nel 2003 ha raggiunto i 210 milioni di euro. Oltre ad essere presente con diverse filiali in tutto il mondo (Usa, Canada, Cina, Giappone, Taiwan, Danimarca, Olanda, Spagna, Francia e Svizzera e ora anche Italia); l’azienda tedesca conta sul supporto di 25 negozi di proprietà nel commercio al dettaglio, 13 dei quali in Germania, 6 in altri paesi europei (Danimarca, Svizzera e Paesi Bassi) e 6 in Cina. “Il pubblico italiano, così attento al gusto, alla raffinatezza e alla qualità potrà apprezzare il valore e il design che da sempre contraddistinguono i prodotti Zwilling”, ha affermato Massimo Morara Amministratore Delegato di Zwilling J.a. Henckels per l’Italia. “Siamo certi che la vasta gamma di prodotti che caratterizzano la nostra offerta stupirà positivamente la clientela italiana”.  
   
   
LA FILIALE ITALIANA DI ZWILLING J.A. HENCKELS AL TAGLIO DEL NASTRO: DESIGN E QUALITÀ “SUL FILO DELLA LAMA”  
 
Dopo Spagna, Olanda, Francia e Svizzera, il marchio Zwilling J.a. Henckels ha scelto di aumentare significativamente la propria presenza anche sul mercato italiano per far conoscere i propri prodotti già noti e apprezzati in tutto il mondo. L’azienda tedesca, che vanta un’esperienza di 273 anni nel settore dei coltelli, degli accessori da cucina e da tavola, con l’apertura della filiale italiana a Buccinasco (Milano) intende presidiare il mercato della distribuzione al dettaglio di alto livello nel nostro paese. In particolare sarà presente con i prodotti di coltelleria, utensili da cucina, linea manicure. L’incarico di avviare lo sviluppo italiano è stato affidato a Massimo Morara, milanese di 50 anni con un passato da dirigente in Bayer Italia e General Electric Bayer Silicones, che ha assunto la carica di Amministratore Delegato. La perfezione del taglio, l’eccellenza nella funzionalità e l’innovazione nel design che caratterizzano i prodotti delle diverse collezioni sono gli elementi vincenti che hanno fatto la fortuna del marchio. Fondata a Solingen (Germania) nel 1731, Zwilling J.a. Henckels è oggi una moderna azienda con 700 dipendenti nella sola casa madre e 1.600 in tutto il mondo e con un volume d’affari che nel 2003 ha raggiunto i 210 milioni di euro. Oltre ad essere presente con diverse filiali in tutto il mondo (Usa, Canada, Cina, Giappone, Taiwan, Danimarca, Olanda, Spagna, Francia e Svizzera e ora anche Italia); l’azienda tedesca conta sul supporto di 25 negozi di proprietà nel commercio al dettaglio, 13 dei quali in Germania, 6 in altri paesi europei (Danimarca, Svizzera e Paesi Bassi) e 6 in Cina. “Il pubblico italiano, così attento al gusto, alla raffinatezza e alla qualità potrà apprezzare il valore e il design che da sempre contraddistinguono i prodotti Zwilling”, ha affermato Massimo Morara Amministratore Delegato di Zwilling J.a. Henckels per l’Italia. “Siamo certi che la vasta gamma di prodotti che caratterizzano la nostra offerta stupirà positivamente la clientela italiana”.  
   
   
LA FILIALE ITALIANA DI ZWILLING J.A. HENCKELS AL TAGLIO DEL NASTRO: DESIGN E QUALITÀ “SUL FILO DELLA LAMA”  
 
Dopo Spagna, Olanda, Francia e Svizzera, il marchio Zwilling J.a. Henckels ha scelto di aumentare significativamente la propria presenza anche sul mercato italiano per far conoscere i propri prodotti già noti e apprezzati in tutto il mondo. L’azienda tedesca, che vanta un’esperienza di 273 anni nel settore dei coltelli, degli accessori da cucina e da tavola, con l’apertura della filiale italiana a Buccinasco (Milano) intende presidiare il mercato della distribuzione al dettaglio di alto livello nel nostro paese. In particolare sarà presente con i prodotti di coltelleria, utensili da cucina, linea manicure. L’incarico di avviare lo sviluppo italiano è stato affidato a Massimo Morara, milanese di 50 anni con un passato da dirigente in Bayer Italia e General Electric Bayer Silicones, che ha assunto la carica di Amministratore Delegato. La perfezione del taglio, l’eccellenza nella funzionalità e l’innovazione nel design che caratterizzano i prodotti delle diverse collezioni sono gli elementi vincenti che hanno fatto la fortuna del marchio. Fondata a Solingen (Germania) nel 1731, Zwilling J.a. Henckels è oggi una moderna azienda con 700 dipendenti nella sola casa madre e 1.600 in tutto il mondo e con un volume d’affari che nel 2003 ha raggiunto i 210 milioni di euro. Oltre ad essere presente con diverse filiali in tutto il mondo (Usa, Canada, Cina, Giappone, Taiwan, Danimarca, Olanda, Spagna, Francia e Svizzera e ora anche Italia); l’azienda tedesca conta sul supporto di 25 negozi di proprietà nel commercio al dettaglio, 13 dei quali in Germania, 6 in altri paesi europei (Danimarca, Svizzera e Paesi Bassi) e 6 in Cina. “Il pubblico italiano, così attento al gusto, alla raffinatezza e alla qualità potrà apprezzare il valore e il design che da sempre contraddistinguono i prodotti Zwilling”, ha affermato Massimo Morara Amministratore Delegato di Zwilling J.a. Henckels per l’Italia. “Siamo certi che la vasta gamma di prodotti che caratterizzano la nostra offerta stupirà positivamente la clientela italiana”.  
   
   
LA FILIALE ITALIANA DI ZWILLING J.A. HENCKELS AL TAGLIO DEL NASTRO: DESIGN E QUALITÀ “SUL FILO DELLA LAMA”  
 
Dopo Spagna, Olanda, Francia e Svizzera, il marchio Zwilling J.a. Henckels ha scelto di aumentare significativamente la propria presenza anche sul mercato italiano per far conoscere i propri prodotti già noti e apprezzati in tutto il mondo. L’azienda tedesca, che vanta un’esperienza di 273 anni nel settore dei coltelli, degli accessori da cucina e da tavola, con l’apertura della filiale italiana a Buccinasco (Milano) intende presidiare il mercato della distribuzione al dettaglio di alto livello nel nostro paese. In particolare sarà presente con i prodotti di coltelleria, utensili da cucina, linea manicure. L’incarico di avviare lo sviluppo italiano è stato affidato a Massimo Morara, milanese di 50 anni con un passato da dirigente in Bayer Italia e General Electric Bayer Silicones, che ha assunto la carica di Amministratore Delegato. La perfezione del taglio, l’eccellenza nella funzionalità e l’innovazione nel design che caratterizzano i prodotti delle diverse collezioni sono gli elementi vincenti che hanno fatto la fortuna del marchio. Fondata a Solingen (Germania) nel 1731, Zwilling J.a. Henckels è oggi una moderna azienda con 700 dipendenti nella sola casa madre e 1.600 in tutto il mondo e con un volume d’affari che nel 2003 ha raggiunto i 210 milioni di euro. Oltre ad essere presente con diverse filiali in tutto il mondo (Usa, Canada, Cina, Giappone, Taiwan, Danimarca, Olanda, Spagna, Francia e Svizzera e ora anche Italia); l’azienda tedesca conta sul supporto di 25 negozi di proprietà nel commercio al dettaglio, 13 dei quali in Germania, 6 in altri paesi europei (Danimarca, Svizzera e Paesi Bassi) e 6 in Cina. “Il pubblico italiano, così attento al gusto, alla raffinatezza e alla qualità potrà apprezzare il valore e il design che da sempre contraddistinguono i prodotti Zwilling”, ha affermato Massimo Morara Amministratore Delegato di Zwilling J.a. Henckels per l’Italia. “Siamo certi che la vasta gamma di prodotti che caratterizzano la nostra offerta stupirà positivamente la clientela italiana”.