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MARTEDì

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Notiziario Marketpress di Martedì 21 Dicembre 2004
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IL CES APPOGGIA IL PUNTO DI VISTA DELLA COMMISSIONE PER UNA NUOVA POLITICA INDUSTRIALE EUROPEA  
 
Bruxelles, 21 dicembre 2004 - Il Ces (Comitato economico e sociale) ha annunciato il suo appoggio alle proposte della Commissione per una più moderna politica industriale europea, affermando che dovrebbero essere tenute in conto nell'esame intermedio della strategia di Lisbona. Nella sua risposta alla comunicazione della Commissione sulla politica industriale, il Ces si è detto pienamente d'accordo sulla necessità di un ripensamento, in particolare di una rivalutazione dell'industria manifatturiera europea, e ha approvato i tre assi indicati dalla Commissione come future basi della politica industriale: migliori procedure legislative, approccio integrato dell'Ue, politiche settoriali con misure specifiche. Secondo l'opinione del Ces, alla Commissione spetterà la responsabilità d'implementare il primo asse, migliori procedure legislative, valutando accuratamente l'impatto della normativa in vigore o proposta. Un approccio integrato a livello dell'Ue dovrebbe permettere un coordinamento più efficace tra politiche europee e nazionali, e l'ultimo asse, le politiche settoriali, dovrebbe essere usato per garantire che analisi e politiche siano strettamente allineate alla particolare dinamica dei settori e delle attività industriali fondamentali. La dimensione settoriale dovrebbe anche includere consultazioni coi settori industriali, rimozione delle barriere non commerciali, ricerca e sviluppo, gestione più mirata delle risorse umane. Il Ces appoggia inoltre la creazione delle piattaforme tecnologiche per dar vita a nuovi partenariati tra pubblico e privato o tra privato e privato. Per concludere, l'opinione del Ces chiede un maggiore coordinamento sia nella Commissione che nel Consiglio competitività, aggiungendo che 'questo favorirebbe la visibilità e genererebbe sinergie'. Il nuovo approccio dell'Ue alla politica industriale dovrebbe essere preso in conto nell'esame intermedio della strategia di Lisbona, conclude l'opinione del Ces. Infolink: http://europa.Eu.int/comm/enterprise/enterprise_policy/industry/index.htm  
   
   
LA CONSULTAZIONE SUL FUTURO DELLA RICERCA EVIDENZIA L'AMPIO APPOGGIO ALLE PROPOSTE DELLA COMMISSIONE  
 
Bruxelles, 21 dicembre 2004 - I risultati della consultazione della Commissione sul futuro della politica di ricerca europea mostrano un generalizzato sostegno alle proposte della Commissione, ma anche la necessità di chiarire alcuni punti. Nel giugno 2004 la Commissione aveva pubblicato le linee orientative per la futura politica dell'Ue a sostegno della ricerca, nelle quali veniva delineata una struttura 6+2. I sei assi principali sono: creare poli di eccellenza; lanciare iniziative tecnologiche in settori industriali fondamentali; stimolare la concorrenza tra team di ricerca fondamentale; rafforzare le risorse umane; sviluppare infrastrutture di ricerca d'interesse europeo; migliorare il coordinamento dei programmi nazionali. I 'più due' sono due aree relativamente nuove di finanziamento della ricerca da parte dell'Ue: spazio e sicurezza. In seguito alla consultazione, la Commissione ha ricevuto oltre 1.700 risposte, numerosi commenti scritti su vari aspetti della comunicazione, e circa 100 documenti di posizione. I sei principali obiettivi indicati nelle linee orientative sono stati bene accolti in più dell'80% delle risposte, e alcune priorità si sono dimostrate particolarmente popolari. Ad esempio, oltre il 95% delle risposte indica che rendere l'Europa più interessante per i ricercatori eccellenti è 'molto importante' o 'importante', mentre oltre il 90% considera altrettanto importante dar vita ai centri di eccellenza. Le risposte scritte mostrano che per partecipare al dibattito gli operatori hanno bisogno di maggiori informazioni su alcune proposte, in particolare se in rapporto con la ricerca fondamentale e le iniziative tecnologiche. In quest'ultimo caso, le risposte segnalano come condizioni indispensabili per il successo trasparenza, apertura e chiarezza nelle 'regole del gioco'. Sono state anche richieste maggiori informazioni sui piani per appoggiare le infrastrutture d'interesse europeo, in particolare sui criteri che definiscono 'l'interesse europeo' e sui meccanismi di finanziamento previsti. Le risposte hanno sottolineato la necessità che la priorità copra un ampio spettro di discipline, incluse le scienze sociali e umanistiche. Spazio e sicurezza hanno ricevuto un'accoglienza meno favorevole di quella riservata ai sei principali obiettivi: il 24,1% considera lo spazio 'molto importante' e il 40,4% lo ritiene 'importante', mentre per la sicurezza le due opzioni raccolgono rispettivamente il 27,2% e il 37,2% delle preferenze. Le risposte scritte hanno sottolineato la necessità di un equilibrio tra libertà fondamentali, diritti umani e valori sociali. Agli operatori sono stati sottoposti anche vari altri punti trattati nel documento della Commissione (tra cui competitività industriale, attenzione particolare ai temi fondamentali, amministrazione, scienza e società). L'88,3% delle risposte (soprattutto da parte delle grandi aziende) ritiene 'molto importante' o 'importante' la competitività industriale. I commenti scritti sottolineano il valore delle misure specifiche per le Pmi (Piccole e medie imprese), ma chiedono un bilancio maggiore per ridurre l'eccesso di contribuzione. Numerose risposte mettono tuttavia in dubbio i criteri per distinguere le Pmi dalle altre aziende, soprattutto quelle di poco più grandi. I commenti scritti sottolineano anche la necessità che l'innovazione venga considerata parte integrante dei progetti di ricerca dell'Ue, e chiedono che il criterio venga preso in conto in fase di valutazione e che i diritti di proprietà intellettuale siano inseriti nei contratti dei programmi quadro. Un elevato numero di risposte ha appoggiato l'idea di prevedere nei programmi quadro un aspetto 'scienza e società', mentre molte hanno ricordato la necessità di collegare meglio scienza e società in generale. Alcune risposte hanno però espresso scetticismo, ribadendo che le considerazioni sociali non dovrebbero avere la precedenza sui criteri scientifici. Alcuni operatori hanno anche messo in guardia sul maggior lavoro amministrativo che tali considerazioni implicano. Il numero più elevato di risposte (540) è stato inviato dai singoli, seguiti da università e istituti d'istruzione superiore (456); ma non mancavano grandi aziende, Pmi (Piccole e medie imprese), organismi governativi e associazioni. Il paese più attivo è stata la Germania (258 risposte), seguita da Belgio, Francia, Italia, Regno Unito e Spagna, che hanno inviato oltre 100 risposte. La Commissione ritiene che le risposte ricevute 'forniscano un'importante indicazione dei punti di vista della comunità di ricercatori e di utenti della ricerca', ma il basso tasso di risposta di alcuni Stati membri (in particolare i nuovi) significa che alcuni paesi sono poco rappresentati. Per l'analisi della consultazione: http://dbs.Cordis.lu/fep-cgi/srchidadb?action=d&session=&doc=1&tbl=en_docs&rcn=en_rcn:6523005&caller=docs_lib  
Per seguire le discussioni sul futuro della politica di ricerca europea: http://www.Cordis.lu/era/fp7.htm
 
   
   
INVITO A PRESENTARE PROPOSTE PER MISURE SPECIFICHE A FAVORE DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE  
 
Bruxelles, 21 dicembre 2004 - La Commissione europea ha pubblicato un invito a presentare proposte per misure specifiche a favore della cooperazione internazionale nell'ambito della sezione Inco del Sesto programma quadro (6Pq). L'invito è suddiviso in tre sezioni: Paesi in via di sviluppo (bilancio globale indicativo: 60 milioni di euro). Aree coperte dall'invito: Salute e sanità pubblica; Sistemi, politiche e gestione della sanità; Conoscenze e tecnologie per combattere con più efficacia le malattie contagiose trascurate; Uso razionale delle risorse naturali; Gestione degli ecosistemi aridi e semiaridi; Sicurezza alimentare; Colture che garantiscono la biodiversità, la biosicurezza e un valore aggiunto; Sistemi di acquacoltura. Scadenza per la presentazione delle proposte: 13 settembre 2005. Paesi partner mediterranei (bilancio globale indicativo: 10 milioni di euro). Aree coperte dall'invito: Ambiente; Energie rinnovabili; Salute. Scadenza per la presentazione delle proposte: 13 settembre 2005. Paesi dei Balcani occidentali (bilancio globale indicativo: 3 milioni di euro per il 2005). Nuova area specifica coperta dall'invito: Potenziamento delle capacità di ricerca dei paesi dei Balcani occidentali. Scadenza per la presentazione delle proposte: 7 marzo. Per quanto riguarda gli strumenti da usare nelle varie aree, l'invito richiede l'uso di Strep (progetti specifici mirati nel campo della ricerca), Ac (azioni coordinate) e Ass (azioni di sostegno specifico). I proponenti sono invitati a consultare all'indirizzo sotto indicato il testo integrale dell'invito per individuare gli strumenti specifici necessari per le singole aree. Per il testo completo: http://fp6.Cordis.lu/fp6/calls_activity.cfm?id_activity=532  
   
   
IL REGNO UNITO APPOGGIA LA DIRETTIVA EUROPEA SUI BREVETTI  
 
Bruxelles, 21 dicembre 2004 - La proposta direttiva dell'Ue sui brevetti non avrà un impatto negativo sul mercato software, ha dichiarato il 14 dicembre Lord Sainsbury, ministro britannico per la Scienza e l'innovazione. Intervenendo a una riunione organizzata dal Dti (Department of Trade and Industry) per discutere la direttiva europea sulle invenzioni brevettate, Lord Sainsbury ha confermato l'appoggio britannico alla direttiva, negando che possa portare a una proliferazione dei brevetti sul software. 'I brevetti danno alle aziende tecnologiche la fiducia necessaria per investire nella R&s (Ricerca e sviluppo), e l'attuale proposta di direttiva farà sì che l'Europa continui a garantire l'equilibrio e a dare chiarezza su ciò che può o che non può essere brevettato nel settore delle invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici', ha dichiarato Lord Sainsbury. Il governo britannico, ha aggiunto Lord Sainsbury, sta 'impegnandosi in un sistema brevettuale che dà impulso e appoggio all'innovazione in tutte le aree tecnologiche, inclusa quella delle invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici'. Il progetto di direttiva europea sulla brevettabilità delle invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici, attualmente all'esame del Consiglio e del Parlamento europeo, permetterà di brevettare le invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici che possono giustificare un 'contributo tecnico' e che superano le normali prove di brevettabilità. Le invenzioni che non potranno dimostrare di offrire un contributo tecnico non saranno brevettabili. L'ukpo (l'ufficio brevetti britannico) aveva annunciato nella riunione che stava pensando di organizzare dei workshop 'per disassemblare questo uso del contributo tecnico' e chiarire la definizione. Secondo Lord Sainsbury, la direttiva dell'Ue intende rendere chiara la legislazione in vigore e mantenere la situazione attuale, piuttosto che modificare la posizione sulla brevettabilità nel settore. 'La direttiva, nella sua forma odierna, è fondamentale per proteggere le innovazioni sul mercato europeo del software', ha spiegato Peter Hayward, direttore divisionale all'ufficio brevetti, che ha aggiunto: 'L'intenzione è di conservare criteri rigidi per coloro che vogliono essere protetti da un brevetto, ed evitare ogni slittamento degli standard di brevettabilità verso l'attuale posizione statunitense'. 'I cambiamenti delle procedure brevettuali statunitensi negli ultimi cinque anni hanno suscitato preoccupazioni in alcuni settori dell'industria informatica, e la direttiva offrirà la sicurezza che l'Europa continui sulla propria strada, un approccio equilibrato che crea un clima favorevole all'innovazione e sostiene il software open source', ha dichiarato Lord Sainsbury. Hayward ha ricordato ai presenti che la legge sui brevetti deve soddisfare molto più delle sole esigenze dell'industria del software. 'Molti di quelli che lavorano nell'industria del software hanno messo i paraocchi e non si rendono conto che sono solo una parte di un settore industriale più ampio, che il sistema brevettuale deve poter proteggere', ha detto. Secondo Howard, probabilmente il Consiglio adotterà prima di fine anno una 'posizione comune' sulla direttiva, che dovrà poi essere approvata dal Parlamento europeo nel 2005.  
   
   
AIUTI DI STATO: DICHIARATI ILLEGALI GLI INCENTIVI FISCALI DIRETTI A FAVORE DI IMPRESE PARTECIPANTI AD ESPOSIZIONI ALL’ESTERO  
 
 Bruxelles, 21 dicembre 2004 - La Commissione europea ha deciso che gli speciali incentivi fiscali a favore delle imprese partecipanti ad esposizioni all'estero (introdotti dall’Italia con la legge finanziaria per il 2004) sono in conflitto con le regole comunitarie sugli aiuti di Stato. La decisione pone fine ad una approfondita inchiesta aperta nel marzo 2004. Il regime d’incentivi distorce la concorrenza perché favorisce le imprese esportatrici è ha l’effetto di migliorare la posizione commerciale delle imprese italiane operanti su mercati stranieri, compresi quelli dei Paesi Membri. L’aiuto è stato posto in essere senza attendere la previa autorizzazione della Commissione e pertanto deve essere rimborsato dai beneficiari. Tuttavia, la parte d’aiuto pagata alle Pmi in relazione alla loro prima partecipazione ad un’esposizione è compatibile col mercato interno e non deve essere recuperato. Con l’adozione urgente del collegato alla legge finanziaria per il 2004, l’Italia ha messo in esecuzione un regime specifico d’aiuto finalizzato a favorire l’internazionalizzazione delle imprese italiane, attraverso una speciale riduzione della base imponibile delle imprese soggette ad imposta in Italia, riguardo alle spese effettuate per la partecipazione ad esposizioni di prodotti all’estero. Il regime si applica esclusivamente alle spese effettuate nel 2004 ed è finalizzato a migliorare la posizione commerciale delle imprese italiane operanti su mercati stranieri, compresi quelli dei Paesi Membri. A seguito dell’apertura in marzo delle procedura d’inchiesta finalizzata a stabilire la possibile natura d’aiuto della misura (Gu C 221 del 3.9.2004), la Commissione ha condotto un attento esame concludendo che la misura è incompatibile col mercato interno. Il regime permette ai partecipanti ad esposizioni di prodotti all’estero di escludere dal reddito imponibile in Italia un ammontare corrispondente alle spese connesse all’esposizione di prodotti nelle fiere, in aggiunta all’ordinaria deduzione fiscale. I costi relativi possono includere le spese di promozione e di pubblicità che sono collegate all’esposizione di prodotti all’estero. Considerato che l’obiettivo di questo aiuto fiscale è quello di migliorare la posizione commerciale delle imprese italiane operanti all’estero, è apparso come solo un gruppo limitato di beneficiari attivi nell’esportazione di prodotti o in attività connesse avrebbe beneficiato della misura, e che pertanto essa costituiva un aiuto avente effetto diretto sulla concorrenza e gli scambi compresi gli scambi con altri Paesi Membri. Essendo l’aiuto stato messo in opera senza la preventiva approvazione della Commissione, essa ha imposto il recupero degli aiuti illegalmente eventualmente già versati ai beneficiari. La sola parte del regime che è stata considerata compatibile con le regole in materia d’aiuti riguarda gli aiuti alle Pmi non eccedenti il 50 percento dei costi connessi con la prima partecipazione ad un’esposizione con riferimento ad un nuovo mercato. La Commissione ha quindi rinunciato a chiedere la restituzione di questa parte dell’aiuto.  
   
   
FISCALITÀ - PROCEDURE DI INFRAZIONE CONTRO L’ITALIA PER OMESSA COMUNICAZIONE DELLE MISURE DI ATTUAZIONE IN DIRITTO INTERNO DI DUE DIRETTIVE EUROPEE  
 
Bruxelles, 21 dicembre 2004 - La Commissione europea ha deciso di adire la Corte di giustizia contro la Repubblica italiana per omessa comunicazione delle misure di attuazione in diritto interno della direttiva 2002/94/Ce sull'assistenza reciproca in materia di recupero di crediti fiscali. Inoltre, la Commissione ha trasmesso allo stesso Stato membro una richiesta formale invitandolo a comunicare le misure adottate per attuare in diritto interno la direttiva 2003/96/Ce del Consiglio, del 27 ottobre 2003, che ristruttura il quadro comunitario per la tassazione dei prodotti energetici e dell'elettricità. La richiesta formale è stata trasmessa sotto forma di parere motivato, seconda fase della procedura d’infrazione prevista dall'articolo 226 del trattato. In assenza dell'adozione di misure intese a conformare la legislazione italiana alla direttiva entro due mesi dal ricevimento del parere motivato, la Commissione potrà decidere di sottoporre anche questo caso alla Corte di giustizia delle Comunità europee. Direttiva 2002/94/Ce La direttiva 2002/94/Ce della Commissione del 9 dicembre 2002 reca talune modalità di applicazione della direttiva 76/308/Cee, del 15 marzo 1976, sull'assistenza reciproca in materia di recupero dei crediti risultanti da alcuni contributi, dazi, imposte ed altre misure. Le modificazioni riguardano in particolare le informazioni da trasmettere all'autorità richiedente, la notificazione al destinatario di atti o di decisioni che lo riguardano, l'adozione di provvedimenti cautelari e il recupero di crediti da parte dell'autorità adita per conto dell'autorità richiedente. La direttiva costituisce un elemento importante nell'ambito della cooperazione tra gli Stati membri ai fini di una corretta applicazione delle disposizioni fiscali e della lotta contro la frode. La direttiva prevedeva, all'articolo 30, che gli Stati membri adottassero le disposizioni necessarie a conformare la loro legislazione entro il 30 aprile 2003 e che ne informassero immediatamente la Commissione. Non avendo l'Italia informato la Commissione delle disposizioni adottate per conformarsi alla direttiva in questione, la Commissione ha trasmesso alla Repubblica italiana, con lettera del 19 dicembre 2003, un parere motivato in forza dell'articolo 226 del trattato Ce invitando l’Italia a prendere le misure necessarie entro due mesi dal ricevimento dello stesso. Il 1° marzo 2004 l’Italia ha comunicato alla Commissione che un progetto di legge era in corso d'esame e che l'avrebbe informata non appena fosse stato adottato. A quanto consta alla Commissione, che non ha ricevuto alcuna comunicazione in proposito, tale progetto non è ancora stato adottato. Direttiva 2003/96/Ce La direttiva 2003/96/Ce del Consiglio del 27 ottobre 2003 estende il regime delle aliquote minime comunitarie, precedentemente limitato agli oli minerali, a tutti i prodotti energetici, in particolare carbone, gas naturale ed elettricità. La direttiva più in particolare riduce le distorsioni della concorrenza attualmente esistenti tra gli Stati membri a causa dell'applicazione di aliquote d'imposta divergenti. Essa inoltre rafforza le misure intese ad incoraggiare un uso più efficace dell'energia, al fine di ridurre la dipendenza dalle importazioni di energia e limitare le emissioni di biossido di carbonio. La direttiva prevedeva, all'articolo 28, che gli Stati membri adottassero e pubblicassero le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla direttiva entro il 31 dicembre 2003 e che ne informassero immediatamente la Commissione. Non avendo l'Italia informato la Commissione delle disposizioni adottate per conformarsi alla direttiva in questione, la Commissione, con lettera del 22 marzo 2004 e secondo la procedura di cui all'articolo 226 del trattato Ce, ha posto la Repubblica italiana in condizione di presentare, entro due mesi, le sue osservazioni in merito. A quanto consta alla Commissione, che non ha ricevuto alcuna risposta dell'Italia alla lettera succitata, tali misure non sono ancora state adottate.  
   
   
DOGANE: LA COMMISSIONE ADISCE LA CORTE DI GIUSTIZIA CONTRO L’ITALIA IN MERITO AL TRIBUTO AMBIENTALE SICILIANO  
 
 Bruxelles, 21 dicembre 2004 - La Commissione europea ha deciso di adire la Corte di giustizia contro l’Italia a proposito del tributo ambientale istituito dalla regione Sicilia. A suo giudizio infatti questo tributo, che grava principalmente sul gas naturale proveniente dall’Algeria, è contrario alla tariffa doganale comune della Comunità europea (Ce) nonché ai principi fondamentali che disciplinano la politica commerciale comune e agli obblighi internazionali dell’Ue risultanti dall'accordo di cooperazione con l'Algeria. Le autorità italiane non hanno dato risposta al parere motivato, seconda fase della procedura d’infrazione prevista dall’articolo 226 del trattato, che era stato inviato loro nel mese di luglio 2004 (vedasi Ip/04/948) né reso conforme al diritto comunitario la legislazione italiana relativa a tale tributo. Gli articoli 23, 25, 26 e 133 del trattato Ce, come pure gli articoli 4 e 9 dell’accordo di cooperazione tra la Comunità economica europea e l’Algeria sanciscono il principio della libera circolazione delle merci nell’Unione, salvaguardano l’esistenza di una unione doganale tra gli Stati membri e definiscono i principi della politica commerciale comune nei confronti dei paesi terzi. A norma delle disposizioni suddette, gli Stati membri non possono introdurre unilateralmente nuove tasse o misure di effetto equivalente sulle merci importate direttamente da paesi terzi. L'articolo 6 della legge della regione Sicilia n. 2 del 26 marzo 2002 ha istituito un tributo ambientale che grava principalmente sul gas naturale proveniente dall'Algeria, che arriva in Italia o in altri Stati membri attraverso l'Italia, tramite un gasdotto appartenente ad una società privata. Viene sottoposto al tributo ambientale soltanto il gas trasportato in gasdotti che, secondo il decreto ministeriale italiano del 24.11.1984, possiedono condotte definite di prima specie. La Commissione ritiene contraria alla tariffa doganale comune l’istituzione di questo tributo ambientale, in quanto non rispetta il principio dell’unicità della tariffa esterna comune, a prescindere dal punto di entrata delle merci nella Comunità, né i principi fondamentali che disciplinano la politica commerciale comune, né gli obblighi internazionali dell’Ue risultanti dall'accordo di cooperazione con l'Algeria.  
   
   
ICT: ACCORDO GOVERNO-REGIONE CAMPANIA OLTRE 38,5 MILIONI DI EURO PER L’INNOVAZIONE  
 
Roma, 21 dicembre 2004 - Governo e Regione Campania danno un colpo di acceleratore alla modernizzazione digitale del Mezzogiorno con un accordo di programma quadro sostenuto da uno stanziamento di oltre 38,5 milioni di euro per diffondere l’Ict nella pubblica amministrazione, nella sanità, nei sistemi produttivi e per l’alfabetizzazione informatica dei cittadini con l’obiettivo di ridurre il “divario digitale”. L’accordo, siglato oggi con la Regione Campania dall’ing. Mario Pelosi, Capo Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie e da Carlo D’orta, Direttore Generale del Cnipa (Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione), si inserisce nel programma per le aree sottoutilizzate del Mezzogiorno “Per il Sud e non solo”, approvato dal Cipe nel 9 maggio scorso. Il ministro Lucio Stanca ha ricordato che "l'accordo rientra nell'ambito dei fondi che il Cipe ha stanziato per l'estensione dell'innovazione tecnologica e della Società dell’Informazione e nell'alveo della stretta collaborazione che il governo su questo fronte ha in atto con tutte le Regioni italiane. Al primo accordo, siglato nei mesi scorsi con la Puglia e a questo appena sottoscritto con la Campania”, ha concluso Stanca, “si aggiungeranno molto presto altri accordi di programma quadro con altre Regioni". In particolare l’Accordo, che prevede un finanziamento del Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie di 21,5 milioni di euro e di oltre 17 milioni di euro da parte della Regione Campania, realizzerà tra l’altro Centri di accesso pubblico a servizi digitali avanzati, una rete di medici di medicina generale, distretti digitali a supporto della filiera produttiva del tessile nel Mezzogiorno e Centri Servizio Territoriali per l’e-Government nei piccoli e medi comuni. Specchietto riepilogativo dei finanziamenti dei progetti
Titolo Costo (euro)
Centri di accesso pubblico a servizi digitali avanzati 9.830.000
Rete dei medici di medicina generale 9.190.000
Distretti digitali a supporto della filiera produttiva del tessile abbigliamento nel Mezzogiorno 11.120.000
Centri Servizio Territoriali per l'e-government nei piccoli e medi comuni 8.400.000
Totale 38.540.000
 
   
   
RILANCIO DELLA RICERCA NEL MEZZOGIORNO: 140 MILIONI DI EURO PER I DISTRETTI TECNOLOGICI IL MINISTRO MORATTI: "COSÌ SOSTENIAMO LA COMPETITIVITÀ DEL NOSTRO SISTEMA SCIENTIFICO E IMPRENDITORIALE"  
 
 Roma, 21 dicembre 2004 - Il Cipe, Comitato interministeriale programmazione economica, ha approvato nella seduta di oggi, su proposta del Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Letizia Moratti, la destinazione programmatica di 140 milioni di euro per il finanziamento di distretti tecnologici nelle regioni del Mezzogiorno. "Con questo intervento", ha detto il Ministro Letizia Moratti, "si potenzia anche nelle regioni del Mezzogiorno la strategia già avviata, che ha visto fino ad oggi la costituzione di 11 distretti tecnologici localizzati soprattutto nelle regioni del Centro-nord. Si tratta di una strategia apprezzata e condivisa a livello europeo e internazionale che sarà in grado di favorire la competitività del nostro sistema scientifico e imprenditoriale". Ecco, di seguito, gli interventi previsti suddivisi per regione e relativo importo in quota Cipe:
Regione Descrizione Intervento Quota Cipe
Abruzzo Realizzazione di specifiche azioni preparatorie per un distretto tecnologico sulla sicurezza e la qualità degli alimenti: si mira a "ricondurre a sistema" le competenze e risorse di ricerca scientifica e alta formazione esistenti nei centri pubblici e privati riguardanti la sicurezza alimentare e la qualità dei prodotti e dei processi agro-alimentari 6,034 milioni di euro
Molise Realizzazione di specifiche azioni preparatorie per un distretto tecnologico nel settore dell'agro-industria: l'obiettivo è di raccordare le iniziative innovative riguardanti alcune delle principali filiere agro-industriali della Regione (cereali, lattiero-casearia, carni avicole e suine, ortofrutta), al fine di promuovere prodotti ad elevato valore aggiunto 3,626 milioni di euro
Campania Realizzazione di specifiche azioni di consolidamento del Distretto tecnologico nel settore dell'ingegneria e dei materiali polimerici e compositi e strutture: si attiveranno iniziative di ricerca scientifica e sviluppo precompetitivo che prevedano ricadute innovative nei settori aeronautico-aerospaziale, automotoristico, biomedicale, elettronico, imballaggi, cantieristica navale, tessile e costruzioni civili 33,488 milioni di euro
Puglia Realizzazione di specifiche azioni di consolidamento del Distretto tecnologico pugliese high-tech nei settori delle Nanoscienze, Bioscienze, Infoscienze: sono previsti interventi di rafforzamento infrastrutturale della ricerca e del trasferimento tecnologico su materiali, tecnologie e dispositivi miniaturizzati per applicazioni nei settori della fotonica, elettronica, biotecnologie e diagnostica di nuova generazione; interventi per il consolidamento di una piattaforma infrastrutturale per l'e-business management; sviluppo di una piattaforma per il calcolo ad alte prestazioni su grid; sviluppo di una piattaforma per la formazione pre e post laurea nelle discipline scientifiche rivolta al bacino euro-mediterraneo 15,000 milioni di euro
Puglia Realizzazione di specifiche azioni preparatorie per un distretto biotecnologico: si opererà per la messa in rete di laboratori pubblico-privati col fine di promuovere l'innovazione in settori cardine per il miglioramento della qualità della vita in ambito regionale (ambiente, sanità, agro-alimentare) 6,000 milioni di euro
Puglia Realizzazione di specifiche azioni preparatorie per un distretto meccatronico pugliese: si mira a stimolare e sostenere l'innovazione nei settori portanti dell'economia regionale (meccanica, tessile, mobili) e in alcuni settori emergenti (meccatronica, nanotecnologie applicate alla produzione) mediante lo sviluppo di tecnologie trasversali ai sistemi di produzione (automazione, robotica, controlli, metrologia) e tecnologie settoriali 1,960 milioni di euro
Basilicata Realizzazione di specifiche azioni preparatorie per un distretto tecnologico nel settore delle tecnologie innovative per la tutela dai rischi idrogeologici, sismici e climatologici: si intende promuovere la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione nel campo delle tecnologie di rilevazione, monitoraggio sistematico, comunicazione, prevenzione e riparazione dei rischi ambientali e alla salvaguardia umana connessi all'assetto idrogeologico, sismico e climatologico del territorio 6,230 milioni di euro
Calabria Realizzazione di specifiche azioni preparatorie per un distretto tecnologico della logistica e della trasformazione nell'area di Gioia Tauro: si intendono promuovere processi integrati di produzione delle attività esistenti verso il modello distrettuale e di accrescere l'attrattività del polo nei confronti di insediamenti ad elevato valore aggiunto 11,812 milioni di euro
Calabria Realizzazione di specifiche azioni preparatorie per un distretto tecnologico dei beni culturali nell'area di Crotone: è prevista la costituzione di un centro regionale per il restauro, valorizzando competenze e risorse esistenti sia presso enti pubblici che presso organismi privati. Sarà possibile creare sinergie anche con le azioni previste nell'ambito dell'Apq che l'Amministrazione Regionale ha stipulato con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali 5,450 milioni di euro
Sicilia Realizzazione di specifiche azioni di consolidamento del Distretto Tecnologico Micro e Nanosistemi: si prevedono attività di sviluppo di applicazioni tecnologiche di micro e nanofabbricazione in campo elettronico, ottico, biologico, chimico, meccanico e di gestione dei fluidi attraverso la realizzazione di microsistemi e di materiali polifunzionali integrabili su scale spaziali di varie dimensioni. I dispositivi innovativi da realizzare dovranno assicurare una più elevata affidabilità, minori interferenze con l'ambiente, più rapide risposte meccaniche e termiche e un limitato consumo di energia e materiali 8,500 milioni di euro
Sicilia Realizzazione di specifiche azioni preparatorie per un distretto tecnologico nel settore dei trasporti navali, commerciali e da diporto: di ricerca volte a individuare appropriate risorse tecnologiche che consentano di raccordare le innovazioni riguardanti le navi con quelle riguardanti le attrezzature portuali di imbarco/sbarco (sistemi di ormeggio automatico; rampe di accesso su più piani; sistemi programmati di accesso/sosta/deflusso dei mezzi; pianali per le movimentazioni delle unità di carico) 2,900 milioni di euro
Sicilia Realizzazione di specifiche azioni preparatorie per un distretto tecnologico "Agro-bio e Pesca Ecocompatibile": si prevede lo sviluppo di applicazioni di biotecnologie avanzate in campo agroalimentare attraverso l'utilizzo di organismi viventi o loro componenti per migliorare le caratteristiche quali-quantitative di piante e animali. Inoltre verranno studiate metodologie innovative e verranno sperimentate tecniche per la riproduzione e allevamento di specie ittiche in ambiente marino protetto 22,200 milioni di euro
Sardegna Realizzazione di specifiche azioni preparatorie per un distretto tecnologico nel settore della Biomedicina e delle Tecnologie per la salute nell'area di Cagliari-pula: si prevedono attività di ricerca e di sviluppo tecnologico volte a valorizzare le integrazioni e sinergie esistenti nell'area metropolitana di Cagliari 16,800 milioni di euro
 
   
   
A STEFANO RODOTÀ IL PREMIO "FREE SOFTWARE" PER IL CONTRIBUTO ALLO SVILUPPO DELLA SOCIETÀ DIGITALE LA MOTIVAZIONE: "IN PRIMA LINEA PER LA SALVAGUARDIA DELLA PRIVACY E DEI CITTADINI IN UN MOMENTO IN CUI QUESTO CONCETTO ANDAVA INVENTATO, COSTRUITO E SALVAGUARDATO"  
 
 Roma, 21 dicembre 2004 - Il premio della Free Software Foundation Europe (Fsfe) è stato assegnato quest'anno a Stefano Rodotà, presidente del Garante per la privacy, per il contributo fornito alla difesa della libertà nella società digitale. La motivazione del premio "Free Software Free Society" a Stefano Rodotà va ricercata "nel lavoro svolto in prima linea per la salvaguardia della privacy e dei cittadini in un momento in cui questo concetto andava inventato, costruito e salvaguardato; per la grande attenzione alle tematiche della libertà della conoscenza e per la capacità di interpretare la materia con prospettive di lungo periodo". "Il suo lavoro – continua la motivazione - è un imprescindibile contributo per lo sviluppo della società digitale". La Free Software Foundation Europe è stata fondata nel 2001 come organizzazione consociata di Fsf negli Stati Uniti per occuparsi di tutti gli aspetti riguardanti il software libero in Europa.  
   
   
CIPE: RIUNIONE DEL 20 DICEMBRE 2004  
 
Roma, 21 dicembre 2004 - Il Ministero dell’Economia e delle Finanze comunica che il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (Cipe), riunitosi oggi a Palazzo Chigi sotto la presidenza del Ministro, Domenico Siniscalco, ha approvato su proposta del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti numerosi progetti nell’ambito del Programma Grandi Opere. Fra questi: la galleria del Brennero sull’asse viario Monaco-verona, la tratta T 7 della Metro C di Roma, la tratta Mostra-municipio della linea 6 della Metro di Napoli, gli hub portuali di Trieste e di Civitavecchia, l’Acquedotto molisano centrale e altre importanti opere idriche in Puglia, Basilicata e Sicilia. Sono state approvate anche opere stradali fra cui: il terzo maxilotto della Salerno-reggio Calabria, il raccordo autostradale fra la A15 della Cisa e la A22 del Brennero, la variante esterna di Lecce della Ss 16, l’adeguamento della Ss Col di Nava con la variante di Imperia della Aurelia bis, il completamento dei lavori dell’autostrada Messina-palermo e l’adeguamento della Ss 106 Ionica. Di particolare rilievo, inoltre, l’approvazione del piano di messa in sicurezza degli edifici scolastici e del piano di priorità degli investimenti Rfi con gli aggiornamenti 2004. Esito favorevole, poi, hanno avuto i finanziamenti di cinque contratti di programma per attività turistiche ed industriali (Oromare, Mediterraneo Villages, Tirreno Sviluppo, Sviluppo Italia Turismo e La Lodigiana) e l’aggiornamento di altri contratti già finanziati. Il Comitato ha anche apportato modifiche procedurali che consentono l’immediata operatività ai contratti di programma stipulati tra l’Enac e le società di gestione di servizi aeroportuali. Infine, il Cipe ha individuato specifiche destinazioni delle risorse del Fondo per le Aree Sottoutilizzate e ulteriori destinazioni del Fondo Sanitario Nazionale 2004.  
   
   
VINTO DAL MINISTERO IL PREMIO IFR PER ENEL 3  
 
Roma, 21 dicembre 2004 - Il Ministero dell’Economia e delle Finanze rende noto di aver vinto il premio "European Equity Issue 2004", assegnato dalla rivista Ifr (International Finance Review), per l’operazione Enel3. La privatizzazione della terza tranche dell’Enel, per un controvalore di 7,5 miliardi di euro, è stata l’operazione azionaria di maggiore dimensione al mondo degli ultimi quattro anni, ed è stata considerata da Ifr un "successo su tutti i fronti".  
   
   
PUBLICATION OF THE REPORT BY THE ECB-CFS RESEARCH NETWORK ON “CAPITAL MARKETS AND FINANCIAL INTEGRATION IN EUROPE”  
 
Frankfurt, 21 December 2004 - The European Central Bank (Ecb) and the Center for Financial Studies (Cfs) are publishing a report on capital markets and financial integration in Europe that summarises the findings of the research activities of their joint research network. The results reflect the views of the researchers who contributed to the network events and are not official views of the Ecb or the Cfs. The research results indicate that the introduction of the euro in 1999 has contributed to a reduction in the cost of capital in the euro area, particularly in relation to corporate bond financing. More generally, the euro has enhanced the liquidity and efficiency of financial markets. The still fragmented structure of the European securities clearing and settlement industry is viewed as one of the main obstacles to further financial integration and the cross-border trading of bonds and stocks. But policies promoting open access to clearing and settlement systems could help market forces to achieve efficient consolidation. The results also emphasise the relatively low degree of integration reached in retail banking markets compared with the higher level of integration in wholesale financial markets. Policies which aim to achieve greater banking integration may only be able to change this in part, as some of the inherent characteristics of loan and deposit markets limit their cross-border expansion. Research conducted under the network also suggests that a stronger role for European competition policies could lead to further banking integration. The Ecb-cfs research network on “Capital Markets and Financial Integration in Europe” was launched in April 2002. It aims to stimulate top-level, policy-relevant research and to contribute to the understanding of the current and future structure and integration of the financial system in Europe and its international linkages with the United States and Japan. Contributors to the network include researchers from academia, central banks and other institutions. Further information on the network is available at http://www.Eu-financial-system.org  The Ecb and the Cfs have decided to keep the network active for three more years, until 2007. Research priority areas in this second phase include: i) the relationship between financial integration and financial stability, ii) Eu accession, financial development and financial integration, and iii) financial system modernisation and economic growth in Europe. The full report “Research Network on Capital Markets and Financial Integration in Europe – Results and Experience after Two Years” is available on the websites of the Ecb and the Cfs. Hard copies can also be obtained by writing to the Ecb’s Press and Information Division at the address below.  
   
   
MEDIOBANCA E UNIONCAMERE PRESENTANO L'INDAGINE SULLE MEDIE IMPRESE INDUSTRIALI DEL NORD OVEST  
 
Milano, 21 dicembre 2004 - L'ufficio Studi di Mediobanca in collaborazione con il Centro Studi dell'Unioncamere ha predisposto un rapporto sui bilanci delle medie imprese manifatturiere del Nord Ovest. Si tratta di un volume di 240 pagine dove si riportano gli aggregati economico-finanziari delle imprese di media dimensione ubicate in Piemonte e Valle d'Aosta, Liguria e Lombardia. Sono state individuate 1638 società per le quali si sono elaborati aggregati sia per singole regioni, sia per settori economici, evidenziando inoltre le società appartenenti a distretti e altri sistemi produttivi locali. Www.mbres.it  
   
   
PRESENTATO IL RAPPORTO ABI. NEL 2003 È CRESCIUTO DEL 3% IL COSTO UNITARIO DEL PERSONALE BANCARIO IN ITALIA. SELLA; "PER PIÙ EFFICIENZA E COMPETITIVITÀ OCCORRE UN MERCATO DEL LAVORO PIÙ FLESSIBILE E DINAMICO”  
 
Roma, 21 dicembre 2004 - Banche italiane a pieno ritmo sui processi di cambiamento organizzativo per aumentare efficienza e competitività. In Italia, nel 2003, il costo medio del personale bancario pro-capite è cresciuto del 3%: più del tasso di inflazione registrato nel corso dell’anno. In aumento anche il rapporto tra costo del personale e costi operativi. Nei prossimi anni, dunque, occorre mantenere una costante attenzione all’efficienza del sistema ed evitare un ulteriore divario a livello europeo. È quanto emerge dal Rapporto Abi 2004 sul mercato del lavoro nell’industria finanziaria, presentato oggi a Roma dal Presidente Maurizio Sella, e giunto alla sua dodicesima edizione. L’analisi si incentra sulle riorganizzazioni aziendali connesse al recupero di competitività degli operatori e fa il punto sui principali aspetti di gestione delle risorse umane e sulle dinamiche del costo del lavoro. Le banche italiane – si legge nel Rapporto – registrano una redditività inferiore a quella di istituti di altri Paesi. Pesa principalmente un maggiore costo medio unitario del lavoro che in Italia si attesta sui 63.000 euro rispetto ai 60.000 della media europea e ai 42.000 della Gran Bretagna. Differenza che si conferma anche nel peso del costo del personale sul totale dei costi operativi che risulta particolarmente elevato e pari ad oltre il 64% rispetto al 57% per le concorrenti europee e al 49% per le banche della Gran Bretagna. “L’impulso della concorrenza e delle privatizzazioni degli ultimi anni – ha affermato Maurizio Sella – ha favorito per il sistema bancario italiano significativi progressi nella dimensione media delle imprese e nella gamma di servizi offerti. L’efficienza è aumentata, si evolve il mercato della raccolta e degli impieghi, ma deve continuare l’impegno per la razionalizzazione dei costi. Allo stesso tempo è fondamentale un mercato del lavoro efficiente e dinamico, regolato da norme chiare e flessibili che contribuiscano al rilancio della competitività italiana. Con la riforma Biagi si sono comunque fatti importanti passi avanti”. Anche sul fronte previdenziale – prosegue il Rapporto – è indispensabile che i processi di riforma in atto, con l’innalzamento dei requisiti pensionistici, garantiscano la piena funzionalità del ‘Fondo di solidarietà del credito’, strumento indispensabile per gestire efficacemente le riduzioni del personale senza carichi per la collettività. Occorre pertanto evitare riflessi negativi in termini di maggiori oneri per le aziende che utilizzano le prestazioni del Fondo. Buone prospettive per il personale femminile: le banche italiane si collocano ai primi posti nel soddisfare la domanda di lavoro senza alcuna differenza con i colleghi uomini. Nel corso del 2003, infatti, le donne occupate sono pari a circa il 38% dell’organico di settore per una differenza complessiva, dunque, con il personale maschile di 24 punti percentuali (62%); un divario che va via via riducendosi e che tra il 1997 e il 2003 registra una diminuzione di ben 14 punti percentuali. Alla presentazione del Rapporto sono intervenuti anche: Tommaso Cartone, Presidente Banca Antoniana Popolare Veneta; Michele Tiraboschi, Direttore Centro Studi Internazionali e Comparati “Marco Biagi” – “Università di Modena e Reggio Emilia”; Luigi Prosperetti, Ordinario di Economia industriale “Università degli Studi”, Milano – Bicocca; Giancarlo Durante, Direttore Centrale Abi, Responsabile Area Sindacale e del Lavoro.  
   
   
ANTONVENETA CEDE 50 SPORTELLI IN SICILIA  
 
Padova, 21 dicembre 2004 - Nell’ambito del progetto di razionalizzazione ed ottimizzazione della rete distributiva del Gruppo, e in coerenza con quanto delineato nel Piano Industriale 2004-2006, Banca Antonveneta in data odierna ha stipulato, rispettivamente con Banca Nuova S.p.a. (Gruppo Banca Popolare di Vicenza) e con Unipol Banca S.p.a., gli atti di cessione di complessivi 50 sportelli ubicati in Sicilia, di cui 30 vengono acquisiti da Banca Nuova e 20 da Unipol Banca S.p.a.. Le cessioni dei predetti rami d’azienda avranno effetto dal 31 dicembre 2004, subordinatamente all’ottenimento delle previste autorizzazioni della Banca d’Italia. Al 30 giugno 2004, i rami d’azienda oggetto di cessione presentavano una Raccolta diretta pari a circa € 450 milioni, una Raccolta indiretta pari a circa € 320 milioni e Impieghi per circa € 345 milioni. I dipendenti attualmente occupati nei due rami d’azienda sono complessivamente 190. L’avviamento del ramo d’azienda ceduto a Unipol Banca è stato valutato pari a € 57 milioni, mentre l’avviamento del ramo d’azienda ceduto a Banca Nuova è pari a € 38,5 milioni, salvo successivi aggiustamenti sulla base delle situazioni definitive di cessione. E’ previsto, inoltre, il trasferimento di immobili di proprietà di Antonveneta Immobiliare, società interamente controllata da Banca Antonveneta, ove operano 8 degli sportelli ceduti. In particolare, 5 immobili vengono venduti a una società del Gruppo Banca Popolare di Vicenza, per un prezzo di € 0,9 milioni e 3 immobili vengono venduti a una società del Gruppo Unipol a un prezzo di € 7,8 milioni. L’operazione nel suo complesso determina un effetto positivo sul conto economico consolidato di Antonveneta di circa € 83,8 milioni (al lordo dell’effetto fiscale). Nel bilancio individuale di Banca Antonveneta S.p.a. Tale effetto positivo risulta pari € 79,2 milioni (al lordo dell’effetto fiscale). Nell’esecuzione delle suddette operazioni, Banca Antonveneta si è avvalsa del supporto di Rothschild e dello Studio Bonelli, Erede, Pappalardo.  
   
   
BANCA POPOLARE DI SONDRIO: IERI HA RESO OPERATIVA L'AGENZIA DI BOLZANO  
 
Sondrio , 20 Dicembre 2004 - La dipendenza di Bolzano rappresenta il secondo insediamento della "Popolare" in Alto Adige e fa seguito all'agenzia di Merano, avviata nel dicembre dello scorso anno. La nuova unità contribuirà a rafforzare l'azione della banca in un territorio che vanta una propria identità culturale e linguistica, ma che presenta pure alcune affinità con la Valtellina - alla quale è collegato dal Passo dello Stelvio -, se non altro per l'economia montana sviluppata e la particolare attenzione al turismo. Bolzano conta quasi 100.000 abitanti ed è il capoluogo dell'omonima Provincia autonoma. Dal punto di vista economico è essenzialmente una città di servizi, pubblici e privati; basti dire che nei citati settori sono occupate più di 23.000 persone. Bolzano vanta inoltre un'apprezzata rete commerciale e adeguate strutture alberghiere in grado di attirare flussi turistici di rilievo sia dall'Italia e sia dall'estero, in particolare dalle non lontane Germania ed Austria. A quest'ultimo proposito basti un solo dato: secondo le rilevazioni di Eurostat, la provincia di Bolzano è quella con il minor grado di disoccupati a livello europeo, il 2% della forza lavoro. La popolare di Sondrio, che con la nuova apertura dispone di un'articolazione territoriale di 203 filiali, prosegue quindi con determinazione il proprio sviluppo territoriale con l'obiettivo di via via intensificare il proprio radicamento nelle aree presidiate. Una crescita che pone in primo piano le relazioni con le realtà economiche locali, lo stretto contatto con le imprese, l'offerta di servizi alle famiglie, sempre con l'obiettivo di sviluppare il binomio socio-cliente.  
   
   
BANCA IFIS S.P.A.: IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELIBERA L’AUMENTO DI CAPITALE AL SERVIZIO DI UN PIANO DI STOCK OPTION  
 
 Mestre, 21 dicembre 2004 – Il Consiglio di Amministrazione di Banca Ifis S.p.a., impresa bancaria specializzata nel factoring, presieduta da Sebastien Egon Fürstenberg riunitosi il 15 dicembre, in attuazione parziale della delega precedentemente conferita dall’Assemblea del 17 dicembre 2003, ha deliberato l’aumento di capitale al servizio di un piano di stock option riservato ad amministratori e ai dipendenti della Banca. L’aumento deliberato è pari a complessive 214.500 azioni (pari all’1% delle azioni precedenti l’aumento) per un totale di 214.500 euro, oltre al sovrapprezzo. Il piano di stock option attribuisce a 87 addetti e ad amministratori operativi il diritto a sottoscrivere azioni Banca Ifis al prezzo medio dell’ultimo mese. L’esercizio del diritto di opzione è previsto nel 2008.  
   
   
LUCIANO CAMAGNI NOMINATO VICE PRESIDENTE E AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA BANCA DELL'ARTIGIANATO E DELL'INDUSTRIA  
 
Brescia, 21 dicembre 2004 - Il Consiglio di Amministrazione della Banca dell'Artigianato e dell'Industria - Gruppo Credito Valtellinese - ha oggi nominato Luciano Camagni Vice Presidente e Amministratore Delegato, in sostituzione del dimissionario Pierantonio Valsecchi, al quale il Consiglio ha espresso il proprio apprezzamento per l'impegno profuso nel corso del suo mandato. Al nuovo Vice Presidente ed Amministratore Delegato si affianca nella carica di Direttore Generale la signora Anna Cracco. Luciano Camagni, 49 anni, laureato in Economia aziendale presso l'Università Bocconi di Milano, dopo aver maturato significative esperienze presso importanti aziende bancarie del nord Italia, è nel Gruppo Credito Valtellinese dal 1994. Attualmente è Direttore Generale del Credito Artigiano e Consigliere di Amministrazione, oltre che della Banca dell'Artigianato e dell'Industria, anche del Credito Siciliano, di Bancaperta e di altre società del Gruppo, nonché Consigliere della Banca di Cividale. Anna Cracco ha maturato una significativa esperienza in campo bancario all'interno di gruppi nazionali di primo piano, presso i quali ha percorso tutti i gradi della carriera fino a ricoprire la carica di Condirettore Regionale di un primario Istituto di Credito nella regione Veneto, sviluppando importanti relazioni e una profonda conoscenza di tale territorio. Sotto la guida del neo-Direttore Generale il team di professionisti che compongono la struttura della banca (arricchita anche da nuovi ingressi dotati delle necessarie caratteristiche di dinamicità) avrà anche il compito di realizzare l'ambizioso progetto di espansione della Bai nella regione Veneto. Nell'ambito di quest'ultimo, si prevede l'apertura già entro la prima metà del prossimo mese di gennaio dei primi punti operativi, fra i quali la sede di Vicenza della Bai sita in Viale Verona - angolo Quintino Sella.  
   
   
ACEGAS-APS DAL PRIMO GENNAIO 2005 DETERRA' IL 51,52% DI ESTGAS  
 
Trieste, 21 dicembre 2004 - È stata perfezionata il 15 dicembre a Udine l'operazione che porterà, con efficacia dal 1 gennaio 2005, Acegas-aps Spa a detenere il controllo di Estgas Spa, la società di trading del gas leader nel Friuli Venezia-giulia. Attualmente i soci di Estgas sono Acegasaps (34,00%), Amga Spa di Udine (34,00%), Edison Spa (22,00%) ed Iris Spa (10,00%). Per effetto della menzionata operazione la nuova configurazione societaria sarà la seguente: Acegasaps 51,52%; Edison 33,33%; Iris 15,15%. L'operazione prevede che Amga venga a detenere il 100% di una società (Estpower Srl) alla quale verrà conferito, mediante scissione parziale di Estgas, un compendio di quest'ultima il cui valore patrimoniale è pari alla partecipazione attualmente detenuta in Estgas da Amga (ovverosia il 34% del patrimonio netto contabile della società scissa). A fronte dell'intestazione del 100% di Estpower (che dal 1 gennaio 2005 assumerà la denominazione di Amga Energia&servizi) ad Amga, quest'ultima trasferirà proporzionalmente agli altri soci di Estgas la propria partecipazione nella stessa recedendo dalla società. Questo passaggio determinerà l'acquisizione da parte di Acegasaps di un ulteriore 17,52% del capitale sociale di Estgas portando così la quota di partecipazione complessiva al 51,52% del capitale di Estgas così come risultante dalla scissione. La scissione ha per oggetto contratti commerciali relativi a circa 80.000 clienti e 140 mln di metri cubi di gas. Per effetto dell'incremento della quota di partecipazione in Estgas i volumi di competenza di Acegasaps, prendendo a base quelli del 2004, salgono così da 164 mln di metri cubi a 176 mln (+7,3%). Dal punto di vista di Amga l'operazione è coerente con il progetto di ristrutturazione e focalizzazione sul settore gas avviato di recente. Tra il Comune di Udine e i comuni aderenti al Cafc, infatti, è stato delineato un trasferimento incrociato di servizi tra Cafc e Amga per il quale il primo gestirà il ciclo integrato delle acque mentre la seconda opererà nel settore gas. L'operazione apre nuove ed interessanti prospettive per Acegasaps per la quale la nuova situazione faciliterà il processo di razionalizzazione delle attività di approvvigionamento e commercializzazione di gas ed energia elettrica all'interno del proprio perimetro di operatività.  
   
   
SOCOTHERM: INCREMENTATE LE PARTECIPAZIONI NELLA CONTROLLATE SUDAMERICANE IL MANAGEMENT STIMA UN INCREMENTO DELL’UTILE DI CIRCA IL 6% A PARITÀ DI PERIMETRO DI CONSOLIDAMENTO E A PARTIRE DALL’ANNO IN CORSO  
 
Vicenza, 21 Dicembre, 2004 - Socotherm, Società quotata sul segmento Star di Borsa Italiana (Sctm.mi) ed uno dei principali operatori mondiali nel rivestimento protettivo di tubazioni per l’estrazione ed il trasporto di petrolio, gas e acqua, ha incrementato le partecipazioni nelle controllate sudamericane. L’operazione, per un controvalore di circa 9 milioni di Euro, consente alla capogruppo Socotherm S.p.a. Di passare dal 62.5% all’ 84.5% di Socoril S.a. - Argentina, dal 73% al 88.84% di Socotherm Latino Americana S.a. - Uruguay e dal 36.75% al 39.83% di Socoven S.a. – Argentina. Le partecipazioni sono state rilevate dai membri della famiglia Andreani di cui due svolgono funzioni operative all’interno di Socoril S.a. E che, oltre a mantenere le rispettive cariche, andranno a ricoprire ulteriori funzioni nella Capogruppo in un’ottica di maggiore integrazione delle strategie a livello di sviluppo e di R&d. L’operazione sarà finanziata in parte ricorrendo alla liquità disponibile del Gruppo e in parte all’indebitamento bancario. I termini e la struttura finanziaria dell’operazione permettono un incremento, a parità di perimetro di consolidamento, della contribuzione all’utile del Gruppo e un conseguente beneficio per gli azionisti Socotherm S.p.a. Il Management stima che tale beneficio, grazie al suo effetto controdiluitivo, si tradurrà in una crescita del “Net Profit” di Socotherm di circa il 6% a partire dall’esercizio in corso. “L’incremento delle nostre partecipazioni nelle controllate sudamericane - dice Zeno Soave, Chief Executive Officer di Socotherm – segue di pochi mesi l’incremento della partecipazione nella consociata malese Ppsch. Tali operazioni sono da considerarsi come investimenti strategici per le potenzialità di crescita dei mercati in cui queste Joint Venture operano e in un’ottica di creazione di valore per i nostri azionisti sono un’ottima opportunità di riduzione dell’incidenza degli utili di terzi sul bilancio della Capogruppo”. “L’operazione – aggiunge ancora l’Ing. Soave – assume un importante significato in vista degli importantissimi progetti previsti a partire dal 2005 in Argentina, Brasile e Venezuela e in funzione delgi sviluppi dell’alleanza con Tenaris in Argentina e Brasile e quella in corso di implementazione in Messico”.  
   
   
PARMALAT FINANZIARIA SPA: , PARMALAT MALTA HOLDING LIMITED E PARMALAT TRADING LIMITED, HANNO PRESENTATO LA RICHIESTA DI STATO DI INSOLVENZA PRESSO IL TRIBUNALE CIVILE DI PARMA  
 
 Collecchio (Pr), 20 Dicembre 2004 - Parmalat Finanziaria S.p.a. In Amministrazione Straordinaria comunica che le società con sede in Malta, Parmalat Malta Holding Limited e Parmalat Trading Limited, controllate indirettamente tramite la Parmalat S.p.a. In Amministrazione Straordinaria, hanno presentato in data 19 Novembre 2004 la richiesta di stato di insolvenza presso il Tribunale Civile di Parma. Il Tribunale Civile ha accolto in data 17 Dicembre 2004 la richiesta dichiarando lo stato di insolvenza delle suddette società. Parmalat Malta Holding Limited e Parmalat Trading Limited con decreto del Ministro delle Attività Produttive erano state ammesse il 2 Dicembre 2004 alla procedura di Amministrazione Straordinaria ed il Dr. Enrico Bondi era stato nominato Commissario Straordinario delle suddette società.  
   
   
LEGNO-ARREDAMENTO: RIPRESA D'ARGILLA? ROBERTO SNAIDERO: I BUONI RISULTATI DEL 2004 SONO MINACCIATI DA TENSIONI SUI MERCATI INTERNAZIONALI  
 
Milano, 21 dicembre 2004 - I dati preconsuntivi del 2004 diffusi oggi dal Centro Studi Cosmit/federlegno-arredo mostrano un settore in ripresa, tra i pochi del made-in-Italy a non risentire eccessivamente della congiuntura stagnante in Europa e del rafforzamento della competizione da parte dei paesi asiatici. Per l'intera filiera i dati preconsuntivi mostrano una crescita del fatturato settoriale del 2,7% per un totale di 38,2 miliardi di euro. Si tratta di un risultato certamente positivo ma che deve essere letto alla luce del calo del 2,9% subito nell'anno precedente e che quindi rappresenta solo un recupero dei valori persi nel 2003. "Nei mesi scorsi – spiega Roberto Snaidero, presidente di Federlegno-arredo - abbiamo visto che la ripresa economica mondiale, pur in atto, si realizza senza il contributo dell'Europa e in particolare del nostro paese: il mercato interno è stagnante, le esportazioni migliorano, ma in misura debole e in modo altalenante. Non fa eccezione il nostro settore nel quale l'aumento del fatturato sembra dovuto al livello molto basso raggiunto nel 2003 piuttosto che al consolidarsi di una ripresa. Le esportazioni della filiera legno-arredamento sono infatti la conseguenza di una crescita discontinua e differenziata per prodotti." Sistema Legno-arredamento (Valori in milioni di Euro a prezzi correnti)
2003 2004(*) var% 04/03
Fatturato alla produzione (a) 37.170 € 38.179 € 2,7%
Esportazioni (b) 11.805 € 12.018 € 1,8%
Importazioni (c) 5.284 € 5.590 € 5,8%
Saldo (b - c) 6.521 € 6.428 € -1,4%
export/fatturato (% b/a) 31,8% 31,5% -0,9%
Addetti 411.562 411.562 0,0%
(*) Preconsuntivi 2004 - Fonte: Centro Studi Cosmit/federlegno-arredo A dispetto dei risultati relativamente positivi, l'atteggiamento degli industriali del settore è quindi molto prudente soprattutto in riferimento alle aspettative per i primi mesi del 2005. Del resto gli ultimi dati di dettaglio del commercio estero forniti da Istat, ed elaborati dal Centro Studi Cosmit/federlegno-arredo, confermano le fragilità di questa ripresa. Gli ultimi mesi di commercio estero dopo i segnali incoraggianti del secondo trimestre sono stati abbastanza negativi: ad esempio, l'incremento degli acquisti di legno-arredamento nel periodo gennaio-settembre 2004 da parte di Francia (+3,2%) e Regno Unito (+5,9%) fanno da contraltare a un forte arretramento di Germania (-6,8%) e Stati Uniti (-13,3%). Simili risultati si osservano anche considerando il solo aggregato mobili, dove però si registra un forte incremento delle esportazioni italiane in Russia (+32,3%) diventato quinto paese cliente. Macro-settore Arredamento (Valori in milioni di Euro a prezzi correnti)
2003 2004(*) var% 04/03
Fatturato alla produzione (a) 22.403 € 22.880 € 2,1%
Esportazioni (b) 10.508 € 10.676 € 1,6%
Importazioni (c) 1.577 € 1.794 € 13,7%
Saldo (b - c) 8.931 € 8.883 € -0,5%
export/fatturato (% b/a) 46,9% 46,7% -0,5%
Addetti 231.763 231.763 0,0%
(*) Preconsuntivi 2004 - Fonte: Centro Studi Cosmit/federlegno-arredo I dati preconsuntivi riferiti al solo settore arredamento mostrano poi ancor meglio le tendenze in atto: l'aumento del fatturato 2004 del 2,1% controbilancia solo parzialmente la perdita del 4,1% registrata nel 2003 e, soprattutto, è accompagnato da una crescita limitata delle esportazioni nell'ordine dell'1,6%. Contestualmente sono le importazioni a crescere notevolmente con un tasso di incremento del 13,7%. "Questi dati incorporano, come ben sappiamo - spiega Paolo Lombardi, direttore di Federlegno-arredo - una componente congiunturale ed una componente strutturale, sulla quale occorre focalizzare l'attenzione. La filiera del legno-arredamento deve prendere atto che nulla sarà più come prima e che oggi siamo di fronte a cambiamenti che condizioneranno l'economia mondiale e, quindi, lo scenario competitivo in cui dovranno operare le aziende dell'arredamento nel prossimo futuro." "Le conseguenze di uno spostamento del potere economico da occidente a oriente– continua Lombardi – avranno dei riflessi soprattutto sui settori fortemente orientati alle esportazioni e condizionati da un sistema di costi molto rigido.Lo sviluppo dei consumi industriali extra-Ue e la crescita della domanda di energia in Europa genereranno, per la filiera legno-arredamento, un contemporaneo aumento dei prezzi e una diminuzione della disponibilità di materie prime." Secondo le ultime indagini del Centro Studi Cosmit/federlegno-arredo l'accelerazione dei prezzi alla produzione si evidenzia in particolare nel settore dei beni intermedi a base di legno ed investe in varia misura anche i produttori di mobili. L'aumento del prezzo delle materie prime generato contemporaneamente dalla spirale inflazionistica legata al caro-petrolio, dalla crescente domanda proveniente dall'Asia e dalla concorrenza della domanda delle centrali elettriche alimentate a biomasse, finirà col trasferirsi sui prezzi di listino rendendo ancora meno competitiva l'industria italiana sui mercati internazionali. "I dati positivi riferiti al fatturato – precisa Roberto Snaidero - non devono quindi trarre in inganno. Siamo di fronte ad un fenomeno di inflazione repressa che potenzialmente potrebbe dispiegare i suoi effetti già nei primi mesi del 2005. Fino ad oggi la stagnazione dei consumi intermedi e finali non ha consentito, tranne per alcune eccezioni, di recuperare la crescita dei prezzi di produzione attraverso una equivalente crescita dei prezzi di vendita. I produttori hanno preferito ridurre i margini piuttosto che perdere quote di mercato. Si tratta però di un comportamento che non può durare indefinitamente." "Il problema che ci si pone è quindi quello di recuperare competitività– continua Snaidero. Si tratta innanzitutto di innovare la nostra offerta, i nostri modi di produrre, i materiali che vengono impiegati, rafforzando una caratteristica che ci è sempre stata propria. Occorre quindi sviluppare la ricerca applicata e quella tecnologica anche attraverso il miglioramento delle competenze professionali. Occorrono investimenti mirati e capacità di attrarre verso il settore le nuove leve che si affacciano al mercato del lavoro formandole secondo le effettive esigenze della nuova competizione mondiale." Sul settore a monte della filiera i cui dati si rivelano in generale più positivi, ha pesato favorevolmente l'onda lunga della congiuntura positiva del settore edilizio. Il rafforzamento del fatturato del 3,6% ha portato ad un valore della produzione pari a 15,3 miliardi di euro a fronte di un export cresciuto al 3,5%. Macro-settore Legno e Prodotti in legno (Valori in milioni di Euro a prezzi correnti)
2003 2004 (*) var% 04/03
Fatturato alla produzione (a) 14.767 € 15.299 € 3,6%
Esportazioni (b) 1.297 € 1.342 € 3,5%
Importazioni (c) 3.706 € 3.797 € 2,4%
Saldo (b - c) -2.410 € -2.455 € -1,9%
export/fatturato (% b/a) 8,8% 8,8% -0,1%
Addetti 179.799 179.799 0,0%
(*) Preconsuntivi 2004 - Fonte: Centro Studi Cosmit/federlegno-arredo "Le ricadute positive sul settore legno e prodotti in legno della crescita dell'edilizia – spiega Lombardi - sono solo una parte del fenomeno. La forte crescita dei paesi asiatici ha reso insufficiente la capacità produttiva di semilavorati interna a quei paesi e ciò ha costituito un'opportunità per i produttori italiani, che hanno anche potuto sfruttare costi di trasporto molto bassi. La crescita delle importazioni da quei paesi ha infatti ampliato l'offerta di container che fanno la tratta inversa." "Riteniamo ancora insufficienti le garanzie – spiega Snaidero - per un commercio veramente libero e aperto fornite dai paesi asiatici e soprattutto dalla Cina. Allo stesso tempo, però, pensiamo che il nostro modo di operare si debba adattare alle nuove condizioni di mercato invece di ritenere le novità solo foriere di instabilità. Proprio per questa ragione operiamo per stabilire le migliori condizioni per i produttori italiani del settore anche nei mercati più difficili." In questa ottica Federlegno-arredo sta operando sia sul fronte produttivo sia su quello commerciale al fine di mantenere la competitività dell'offerta italiana del legno-arredamento. Recentemente è stato siglato da Roberto Snaidero e dal presidente dell'omologa associazione dei produttori di legno-arredamento cinese, Jia Qingwen, un memorandum di intesa che stabilisce non soltanto lo scambio di esperienze ed informazioni sui rispettivi mercati, ma anche una serie di azioni a favore della creazione di un sistema commerciale che garantisca la protezione della proprietà intellettuale e dei marchi. "L'accordo siglato la scorsa settimana – precisa Snaidero - rappresenta un primo passo per una collaborazione operativa e non soltanto teorica: è stato concordato che ogni anno una delegazione italiana e una cinese faranno il punto della situazione sul mercato e sui temi più importanti in agenda. Ritengo che questo accordo sia un modo per cambiare le regole di mercato dall'interno offrendo collaborazione, ma pretendendo rispetto delle regole." Anche sul fronte della promozione internazionale Federlegno-arredo sta studiando come rinnovare il proprio modo di operare. "Le scelte strategiche della Federazione e delle Sue Associazioni in materia di promozione all'estero – conclude Snaidero - dal prossimo anno troveranno attuazione attraverso due linee d'azione collegate: le partecipazioni collettive a fiere estere in collaborazione con gli enti pubblici, le missioni sui mercati emergenti e i rapporti con le istituzioni pubbliche continueranno ad essere gestiti come tradizione dall'Area Internazionalizzazione della Federazione. Le manifestazioni nazionali autonome, che appare necessario realizzare nei maggiori mercati di riferimento, saranno invece realizzate attraverso la società controllata Cosmit." Nel 2005 i primi due nuovi mercati affrontati saranno Stati Uniti e Russia, dove nelle ultime settimane la Federazione ha firmato contratti per l'acquisizione di nuovi spazi a New York e a Mosca.
 
   
   
AD ASTALDI AGGIUDICAZIONE PROVVISORIA DI CONTRATTI PER 800 MLN DI EURO OLTRE 1.590 MILIONI DI EURO L’AMMONTARE DI NUOVE ACQUISIZIONI DEL 2004  
 
Roma, 21 dicembre 2004 – L’anas ha aggiudicato in via provvisoria ad Astaldi, in qualità di leader e mandataria del raggruppamento di imprese Astaldi S.p.a.-ing. Nino Ferrari S.p.a., i lavori di ammodernamento e costruzione di due lotti della Strada Statale Jonica, per un ammontare complessivo di 800 milioni di euro circa. La prima aggiudicazione provvisoria, per un valore di 310 milioni di euro netti (quota Astaldi 90%), riguarda i lavori di ammodernamento di una prima tratta di circa 84 km della Strada Statale Jonica 106 (nel tratto Palizzi-caulonia, in provincia di Reggio Calabria, dal Km. 50 al Km. 123+800) e la realizzazione dello svincolo di Marina di Gioiosa Jonica. La durata complessiva dei lavori è prevista in circa 40 mesi. La seconda aggiudicazione provvisoria, per un valore di 490 milioni di euro netti (quota Astaldi 90%), è relativa ad un contratto che comprende i lavori di costruzione di 13 Km. Della E90, per il tratto relativo alla Strada Statale Jonica 106 dallo svincolo di Squillace (Km. 178+500) allo svincolo di Simeri Crichi (Km. 191+500), e i lavori di prolungamento della Stratale Statale 280, detta anche “Strada Statale dei Due Mari”, dallo svincolo di San Sinato allo svincolo di Germaneto. La durata dei lavori è prevista in circa 34 mesi. L’anas S.p.a., committente dell’opera, ha reso noto che le offerte di Astaldi sono prevalse in sede di aggiudicazione provvisoria in considerazione del miglior mix degli elementi di valutazione di cui tipicamente si tiene conto negli affidamenti in General Contracting, vale a dire il valore tecnico ed estetico delle varianti, il prezzo, la maggiore entità del pre-finanziamento offerto, la quota di affidamento lavori a terzi, la riduzione dei tempi di esecuzione previsti e il costo di utilizzo e manutenzione dell’opera. Il valore medio del ribasso offerto da Astaldi nelle due gare ammonta a 10,12%. Queste aggiudicazioni confermano il rafforzamento del Gruppo Astaldi come General Contractor leader del settore e portano il valore complessivo delle nuove acquisizioni per il 2004 a 1.592 milioni di euro.  
   
   
MARZOTTO VALUTA LA POSSIBILITÀ DI SEPARARE IL SETTORE TESSILE DALL’ABBIGLIAMENTO E TRASFERISCE LA SEDE SOCIALE A MILANO  
 
Milano, 21 dicembre 2004 - Il Consiglio di Amministrazione della Marzotto S.p.a., riunitosi ieri, ha deliberato di conferire mandato al Presidente e al Vice Presidente di effettuare gli approfondimenti necessari per verificare la fattibilità di un’operazione societaria volta alla separazione delle attività del settore tessile da quelle del settore abbigliamento, con l’obiettivo di valorizzare le competenze distintive dei due settori e di favorire le condizioni per un’ulteriore crescita e sviluppo dei medesimi. L’operazione potrebbe realizzarsi attraverso una scissione societaria parziale proporzionale e allo stato si prevede che per la società beneficiaria della scissione venga richiesta l’ammissione alla quotazione in Borsa. Una volta completate positivamente le verifiche e gli studi propedeutici all’operazione, si prevede che la stessa venga sottoposta all’approvazione dei competenti organi sociali e possibilmente completata entro il primo semestre del prossimo esercizio. Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre approvato il trasferimento della Sede Sociale a Milano, via Turati 16/18, e l’istituzione di una Sede Amministrativa a Valdagno, Largo S. Margherita n. 1.  
   
   
FEDERCONGRESSI NASCE SENZA AIMP, CHE, FACENDO LA FIGURA DELLA SPOSA CHE DECIDE DI ABBANDONARE LO SPOSO SULL’ALTARE PROPRIO AL MOMENTO DEL SATIDICO “SÌ”, NON HA SIGLATO L’ATTO COSTITUTIVO  
 
Roma, 21 dicembre 2004 – Di seguito una relazione di Carlo Gaeta Presidente Aimp-confcommercio: “Nell’ultima riunione di consiglio abbiamo deciso di rendere pubblica la nostra posizione in merito, nella certezza che Aimp potrebbe fin d’ora meritare un particolare riconoscimento ad Expocon 2005, evento che premia le innovazioni nel settore congressuale: certamente quella di non aderire alla Federazione ha tutte le caratteristiche per essere un fatto innovativo, insolito, dopo tanti giorni spesi a covar l’idea, a partecipare ad incontri, a far chiacchiere, telefonate e a dar vita ad interminabili sessioni di analisi e confronto con gli amici presidenti delle altre associazioni “sorelle”. Battute a parte, Aimp ha partecipato a tutte le riunioni interassociative a partire da quel fatidico 27 gennaio 2001 – quando prese il via a Torino, per mano di Gabriella Ghigi, il Patto per l’Italia dei Congressi divenuto poco più di un anno dopo Icic – fino alla penultima riunione del 13 ottobre scorso a Bologna. Siamo stati tra i primi sostenitori del tavolo interassociativo e a quel tavolo non abbiamo mai fatto mancare il nostro concreto apporto. Allora perché non presentarsi alla firma dell’atto costitutivo il 27 ottobre? Prima di addentrarci nelle nostre motivazioni, vogliamo plaudire sinceramente e incoraggiare l’amico Adolfo Parodi, anche da Aimp designato presidente di Federcongressi, e tutti i colleghi delle altre associazioni aderenti. Non vi è infatti nella nostra decisione alcun spirito polemico nei confronti di alcuno e neppure qualche strana motivazione politica. Non si tratta nemmeno di una scelta maturata in casa Confcommercio-confturismo, come qualcuno ha voluto intendere, pur trovandosi al nostro fianco anche Assi, l’Associazione Italiana delle imprese di incentivazione, pure aderente al nostro stesso sistema confederale. Esistono semplicemente da parte nostra alcune perplessità sulle modalità di funzionamento della neonata Federazione che andavano forse fugate prendendosi un buon “time-out” per esaminare ancora una volta insieme le questioni che riguardano, a nostro modo di vedere: la sede legale di Federcongressi che andava necessariamente ubicata presso un sito autonomo rispetto a Confindustria (Italcongressi) e Confcommercio (Aimp-assi) per ribadire un criterio di “equivicinanza” (ma certamente non era facile trovare una sede idonea in quel di Roma, vicino alle istituzioni, come era stato da tutti richiesto); i costi della segreteria operativa sollecitata a Genova dal presidente designato (forse una delle associazioni aderenti, con segreteria già funzionante, avrebbe potuto tranquillamente mettere a disposizione il suo know-how con spese nettamente minori); i compiti del vicepresidente o dei vicepresidenti o del segretario generale (quest’ultimo indicato nello statuto e poi ritenuto inutile ed eliminato, dimenticando forse l’importanza del ruolo che questa figura ha in altre istituzioni e in molte altre associazioni di categoria); le azioni di lobby e il costo di un eventuale professionista della lobby che potrebbe essere facilmente azzerato trasferendo tale competenza “politica” ad associazioni come Italcongressi e Aimp che detengono già autorevoli referenze in tal senso e che possono essere sostenute nella loro azione dai sistemi confederali ai quali appartengono, operando comunque nel nome di tutti per il bene della “filiera” congressuale. Ricordiamoci poi che le singole associazioni aderenti non dispongono di forzieri colmi d’ori, ma di portafogli asciutti, con il rischio concreto che per finanziare l’attività federativa avremmo finito (con il budget proposto) per azzerare le attività associative, cancellando di fatto gli obiettivi statutari che finora hanno retto le associazioni, nel bene e nel male, garantendo comunque un contraddittorio di settore. Tutti i soci delle nostre associazioni vogliono questo? Siamo certi che tutti vedono di buon occhio il trasferimento di una parte cospicua della quota associativa annuale al una Federazione, che per il momento non ha ancora ben inquadrato il proprio ruolo, i programmi e soprattutto le politiche di settore da intraprendere davanti ad alcune emergenze quali: l’agenzia unica per il turismo italiano, il futuro dell’Enit, le iniziative di promozione interregionale, un possibile nuovo ministero delle politiche turistiche, il riconoscimento delle professioni, la formazione di settore. Alla luce di queste perplessità, che forse non sono solo nostre, diciamo che sarebbe stata oculata una decisione alla Barroso: ovvero attendere qualche settimana ancora prima della firma dell’atto, discutere animatamente un piano d’azione e un budget attendibile e uscire con certezze da un conclave interassociativo magari svolto ad oltranza alla presenza di tutti i protagonisti. Per questo siamo rimasti all’uscio nel momento fatidico, pronti a rientrare, se i nostri amici riterranno opportuno il nostro supporto e se riterremo valide le proposte operative. Tutti quanti abbiamo accelerato il passo, virando a vele spiegate verso una Federazione quando sarebbe stato sufficiente far funzionare in progress quel tavolo associativo che già esisteva, come accade con buoni risultati per altri settori e altre professioni. Ma si sa che noi professionisti degli eventi puntiamo sempre a fare le cose in grande, soprattutto quando gestiamo budget altrui; questa volta però i budget sono i nostri ed in caso di fallimento dobbiamo rispondere ai nostri associati che ripongono fiducia nelle nostre scelte”.  
   
   
RICERCA SUMMIT: SI ALLUNGA A 10 ORE LA GIORNATA LAVORATIVA DEI MANAGER RIUNIONI, REPORT, BUDGET E E-MAIL SONO DIVENTATI UN VERO INCUBO  
 
Milano, 21 dicembre 2004 - Le riunioni (79%), la stesura di report (75%), la preparazione del budget (69%) e la valanga di e-mail (65%) sono l'incubo dei manager italiani, mentre gli incontri con clienti (68%) e forza vendita (64%) producono i migliori risultati. E' quanto emerge da una ricerca condotta fra circa 1.000 manager sul Valore del Tempo da Summit, società di consulenza ed education, guidata da Franco D'egidio, specializzata nella gestione del capitale intellettuale e dei processi di cambiamento della cultura aziendale. I manager lavorano in media 50 ore alla settimana, ovvero circa 10 al giorno, rispetto alle 9 di 5 anni fa. Un manager su quattro (26%), inoltre, è impegnato almeno due giorni al mese anche nei week end. Negli ultimi 5 anni, segnalo l'indagine, i manager lamentano un drastico peggioramento del rapporto fra lavoro e vita privata: il lavoro divora il 67% del tempo disponibile, rispetto al 58% di 5 anni fa. La parte destinata alla vita privata è così scesa dal 42% al 33%. In generale, secondo l'indagine Summit, i manager trascorrono in riunione circa il 40% della propria giornata-tipo. Un tempo giudicato eccessivo da quasi 8 manager su 10 (79%). Le riunioni, inoltre, sono giudicate in metà dei casi male organizzate (55%), lunghe (40%), troppo frequenti (35%) o comunque inutili (28%). Quasi il 15% del tempo viene assorbito da telefonate e disbrigo della corrispondenza. Il tempo più produttivo, ovvero quello dedicato a incontri con clienti, collaboratori, partner e fornitori è ridotto ai minimi termini. I manager sono oggi sommersi dalle emergenze, che divorano oltre un terzo della giornata lavorativa (35%), rispetto al 25% di cinque anni fa e comunque molto più di quanto viene giudicato ideale (10%). Le attività di routine assorbono circa il 22% del tempo di lavoro, un po' meno che in passato (25) e oltre la soglia considerata corretta (15%). Un ampio divario viene segnalato dai manager intervistati da Summit sul tempo dedicato a strategie e innovazioni: circa il 10%, in discesa rispetto a 5 anni fa (15%) e la metà di quanto viene considerato necessario (20%). Largamente insufficiente è anche lo spazio dedicato ai propri collaboratori, che si aggira in media sull'8% contro l'11% di cinque anni fa e il 20% che viene ritenuto necessario. La compressione del tempo causato dalle emergenze si è riflessa anche nei rapporti con clienti e fornitori, che pure sono ritenuti vitali: oggi i manager riservano a queste attività circa il 15% del tempo in una giornata-tipo, rispetto al 18% del passato e al 20% giudicato ideale. Nonostante questo scenario, i manager hanno dichiarato di continuare a riservare un decimo del loro tempo a formazione e aggiornamento personale, ritenuto indispensabili per continuare a svolgere il proprio compito in modo efficace. C'è anzi un incremento rispetto al passato (6%), anche se non viene raggiunto il livello preferito (15%). Un altro tema caldo sono i report: oltre metà dei manager (56%) devono prepararne almeno 2 a settimana e il 10% addirittura 3 o più. Il restante 34% ha una media di un report a settimana. "La situazione è preoccupante", osserva Franco D'egidio amministratore delegato di Summit, "perché i manager segnalano ormai un livello tossico dello stress. Il tempo per la vita privata si riduce e peggiora la qualità del tempo. E' un circolo vizioso: si lavora di più ma i risultati rischiano di peggiorare, sia sul fronte professionale che nell'ambito della vita familiare". Come reagire a questa situazione? "E' il momento di rimettere ordine nella propria vita", sostiene D'egidio, "focalizzandosi sulle cose veramente importanti e ritrovando un giusto equilibrio fra vita privata e professionale, secondo un principio olistico. Summit organizza da ormai 20 anni un seminario sul Valore del Tempo, il Time Manager, che costantemente aggiornato si dimostra essere ora come mai di grande attualità e utilità".  
   
   
A NATALE TUTTI PIÙ BUONI: ECCO I MILANESI CHE AIUTANO NEL MONDO UNA ONG ITALIANA OGNI 6 È MILANESE.  
 
Milano, 21 dicembre 2004 - Guardi a Milano, e pensi alla solidarietà in giro per il mondo. Con 1 Ong (organizzazione non governativa) italiana ogni 6 e con oltre 400 progetti, la Milano che aiuta si fa sentire. L’africa il principale scenario di azione (con il 45% del totale dei progetti in corso), mentre le aree di intervento privilegiate sono i progetti socio-sanitari (+32%), l’educazione, l’agricoltura e i diritti del lavoro. Crescono anche le missioni cattoliche: il numero dei sacerdoti impegnati nei Pvs in 20 anni aumentano del 200%. Ma non solo volontariato. Milano “fa bene” al mondo anche grazie alle rimesse degli immigrati presenti nella sua provincia (+81% dal 2001 al 2003, per un tot. Di 200 milioni di euro; seconda provincia in Italia) e grazie al commercio equo e solidale che piace sempre più ai milanesi: +63% di fatturato in due anni. Sono questi alcuni dei dati che emergono dalla ricerca: “Primo rapporto sulla globalizzazione dell’area milanese” della Camera di Commercio di Milano in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore. E a Milano uno studente su tre, secondo un sondaggio organizzato dalla Camera di commercio di Milano – Nexus in ottobre, su un campione di 161 studenti, è pronto a partire come volontario in un Paese in via di sviluppo (33%) anche se c’è un 40,5% che non lo farebbe. Se poi l’area è a rischio come l’Iraq c’è un 14% ancora propenso contro un 74% che tiene le distanze. “Presentare una società civile viva e solidale – ha commentato Carlo Sangalli, Presidente della Camera di Commercio di Milano – è uno di quei beni immateriali che risultano spesso trascurati da quelle classifiche che guardano soltanto ai freddi dati economici. Invece è proprio da qua che si esprime la vera identità di una comunità. Milano da questo punto di vista è fortunata. I dati non fanno che confermare quello che d’altra parte si sapeva già: una città che pensa a crescere e a svilupparsi, ma che al tempo stesso fa dell’aiuto agli altri una sua profonda ragione d’essere. E non solo a Natale, ma tutto l’anno”. Le Ong a Milano. Con 25 Ong (+13,6% tra il 2000 e il 2002), Milano rappresenta il 16% del totale italiano (pari a 154 Ong). A queste Ong riconosciute dal Ministero Affari Esteri del Governo, bisogna poi aggiungere altre 16 Ong (tra cui 11 associazioni che si occupano di organizzare campi di lavoro nei Pvs). La fonte principale di finanziamento del mondo del volontariato a Milano continua a rimanere quella pubblica (282 milioni di euro; 58% del tot. Rispetto al 66% del 2000), ma aumentano sia i finanziamenti privati (da 94 a 106 milioni di euro; +13%) che quelli provenienti da altre organizzazioni, istituti e programmi (da 64 a 96; +50%). Tutti I Dati Della Ricerca Dove agiscono le Ong. Sono 449 i progetti sostenuti dalle Ong milanesi (ultimo dato disponibile: 2002). La principale area di intervento è quella socio-sanitaria con 104 progetti (+32% dal 2000 al 2002); seguono i progetti legati all’animazione e all’educazione di base (74 progetti; +61%: promuovono lo sviluppo comunitario e associativo); alla formazione e alla educazione formale (61 progetti; +27%); agricoltura (54 progetti; +14%); utilizzo risorse del territorio (41; +20%); diritto e organizzazione del lavoro (40; +43%). Scendono invece i progetti legati all’area dei diritti umani (19 progetti; -10%) e alla promozione della donna (12 progetti; -33%). E’ soprattutto l’Africa il principale scenario dove agiscono le Ong milanesi (202 programmi attivi pari al 45% del totale: +4%); segue l’America (110 programmi; 24% del tot.; -4%); l’Asia (74 progetti; 16% sul tot.; +2%); l’Europa (62 progetti; 14%; -2%); Oceania (1 progetto). Le missioni della Diocesi di Milano. Nel giro di 20 anni (1983-2003), il numero dei paesi raggiunti dalla Diocesi di Milano è passato da 5 a 12; il numero dei sacerdoti è cresciuto del 200% (da 11 a 32), a cui si sommano 2 diaconi e 11 laici. La principale area di azione è l’Africa (con 17 sacerdoti); seguita dall’America (12 sacerdoti). Adozioni internazionali. Sono 10 gli enti autorizzati ad occuparsi delle pratiche per le adozioni internazionali nella provincia di Milano. Prevale la collaborazione con l’Est Europa (9 enti su 10); seguita dal centro e sud America (8 enti); dall’Asia (4 enti) e dall’Africa (4 enti). Il commercio equo e solidale a Milano. Sono 13 i punti vendita nella sola città di Milano impegnati nella distribuzione di prodotti del commercio equo e solidale (dato: 2002), che hanno visto aumentare il loro giro di affari del 63% in due anni (dal 2000 al 2002): da 2,3 a 3,9 milioni di euro. Se invece consideriamo la grande distribuzione, i punti vendita che presentano i prodotti del commercio equo e solidale sono passati da 48 a 73 in un anno (dal 2001 al 2002: +52%). Dove si incontrano gli stranieri a Milano. Sono 74 i centri culturali, le associazioni e i centri di culto per i cittadini di origine straniera a Milano: 15 centri di culto (20% del tot.); 44 centri culturali (60%) e 15 altre associazioni (20%). I luoghi di incontro per i cittadini d’origine africana sono 20: prevalgono i centri di culto (10 in tot.), mentre i centri culturali sono 3 e le altre associazioni sono 7. Se consideriamo i cittadini di origine asiatica, prevalgono i centri culturali (23 su un tot. Di 27); ci sono poi 2 centri di culto e 2 associazioni. La comunità sudamericana conta un ampio numero di centri culturali (18) e 6 associazioni che si occupano di varie attività (dalla promozione di viaggi a studio). Le rimesse degli immigrati. Ammontano a circa 200 milioni di euro le rimesse dei cittadini extracomunitari (provenienti dell’Est Europa e dai Pvs) residenti a Milano e Provincia, pari al 26% del tot. Delle rimesse dall’Italia. Milano è seconda subito dopo Roma, e registra una crescita rispetto al 2001 di ben l’81%. Ogni cittadino extracomunitario presente a Milano invia quasi 700 euro al suo paese (dato calcolato a partire dalla stima sul numero totale di cittadini extracomunitari presenti nella provincia di Milano; fonte: Ismu).  
   
   
TECNOCASA PARLA FRANCESE  
 
Milano, 21 dicembre 2004 - Nel mese di Dicembre 2004 Tecnocasa ha aperto la prima agenzia affiliata in Francia, precisamente a Nizza, nota località della Costa Azzurra. Tecnocasa è quindi sempre più coinvolta in un piano di crescita internazionale, forte della conferma che la sua formula, ormai collaudata nel tempo, è di successo. E i numeri parlano: 2.495 le agenzie di intermediazione immobiliare in Italia, 735 quelle all’estero, di cui 715 in Spagna, nazione in cui Tecnocasa è leader indiscusso. Lo sviluppo internazionale è un obiettivo perseguito dal gruppo Tecnocasa con determinazione e professionalità al pari della qualità del servizio fornito al cliente.  
   
   
PRONTO IL RILASCIO DELLA LICENZA PROVVISORIA AD AIR EUROPE MA L’AEROMOBILE NON È ANCORA DISPONIBILE  
 
Roma, 21 dicembre 2004 - L’ente Nazionale per l'Aviazione Civile rende noto che i propri uffici competenti hanno concluso ieri l’istruttoria tecnico amministrativa finalizzata al rilascio della licenza provvisoria di operatore aereo alla Air Europe, compagnia di Volare Group. Purtroppo, l’aeromobile con cui Air Europe intende operare i collegamenti di lungo raggio, di linea e charter, non è stato ancora reso disponibile al vettore. La licenza, pertanto, verrà rilasciata solo quando Air Europe assumerà l’esercenza del velivolo, consentendone il rientro in Italia. Secondo quanto riportato da Volare Group, Air Europe non può ancora utilizzare tale aeromobile, un Boeing 767, a causa del mancato rilascio da parte della Sea, società di gestione degli aeroporti milanesi, della liberatoria all’esercenza dell’aereo ed all’utilizzo delle proprie infrastrutture aeroportuali, a causa di sospesi economici pregressi. La liberatoria, invece, è già stata concessa da Aeroporti di Roma. L’enac vigilerà affinchè i soggetti coinvolti garantiscano, anche in termini di informazione, il rispetto dei diritti dei passeggeri coinvolti in tale situazione.  
   
   
CDA FINMECCANICA: AL VIA LA JOINT VENTURE ALENIA AERONAUTICA-VOUGHT PER IL B7E7 NOMINE IN ELSAG, ANSALDOBREDA E SOGEPA  
 
Roma, 21 dicembre 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Finmeccanica, nella sua riunione del 16 dicembre , ha esaminato e approvato l’accordo già raggiunto tra Alenia Aeronautica e l’americana Vought Aircraft Industries per la costituzione di una joint venture per le attività industriali relative al nuovo velivolo commerciale Boeing 7E7. La joint venture, denominata Global Aeronautica, curerà l’assemblaggio e l’integrazione delle sezioni di fusoliera realizzate presso Vought negli Stati Uniti e Alenia Aeronautica in Italia e trasferite a Charleston, nello Stato della South Carolina, dove nel 2005 verrà appositamente realizzato un nuovo impianto produttivo. Le attività di Global Aeronautica inizieranno nel 2006 e le prime consegne delle sezioni di fusoliera alla Boeing (i due partner realizzeranno oltre il 60% dell’intera fusoliera del 7E7) sono previste a partire dal 2007. Il Cda ha poi proceduto - alla luce del nuovo posizionamento strategico delle attività della controllata Elsag come centro di aggregazione delle risorse Finmeccanica per le competenze e le applicazioni dell’Information Technology, con un focus particolare sulle attività dell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza - alla designazione dell’ing. Vincenzo Zanni alla carica di Amministratore Delegato della società. Il Consiglio ha infine deliberato la designazione di altre cariche all’interno del Gruppo. In particolare, ha approvato la proposta che l’Ing. Fausto Cutuli, Amministratore Delegato della Ansaldobreda, assuma anche la carica di Presidente della società, in sostituzione del dimissionario ing. Fausto Lanfranco. L’ing. Alessandro De Dominicis, manager del Gruppo, è stato designato alla carica di Amministratore Delegato della controllata So.ge.pa. - società che si occupa della gestione delle partecipazione in società che operano in settori esterni al core business - in sostituzione del dimissionario ing. Renato Conti.  
   
   
TARGARENT LANCIA “SHUTTLE”: IL NOLEGGIO “LAST MINUTE” A 5 EURO  
 
Torino 21 dicembre 2004 - Targarent, la società di Fiat Auto specializzata nei servizi di “rent-a-car”, lancia Shuttle, un’innovativa promozione che permette di effettuare un noleggio a breve termine al costo di 5 euro. Valida per il primo giorno di noleggio, la vantaggiosa offerta arricchisce il classico servizio di “rent-a-car” con alcune caratteristiche proprie del “last-minute”. Infatti, il cliente di Targarent che sceglie una delle proposte Shuttle fruisce di tutte le coperture e le caratteristiche di un tradizionale contratto di noleggio a breve termine ma ad un prezzo e con aggiornamenti in tempo reale che contraddistinguono le offerte “last minute”. Per conoscere tutte le disponibilità “Shuttle”, che vengono aggiornate quotidianamente e interessano vetture e uffici Targarent ogni volta diversi, è possibile consultare il sito Internet www.Targarent.it  dove è stata predisposta una “finestra” che riporta in tempo reale tutte le offerte disponibili. Inoltre, nelle stazioni di noleggio Targarent sarà direttamente il personale dell’ufficio a segnalare la presenza di questa opportunità, offrendo al cliente la possibilità di scegliere se effettuare un noleggio classico oppure usufruire dell’offerta “Shuttle”.  
   
   
AUTORITÀ PER L'ENERGIA ELETTRICA E IL GAS: DEFINITE LE REGOLE PER L'ASSEGNAZIONE DELLA CAPACITÀ DI IMPORTAZIONE DI ELETTRICITÀ PER IL 2005  
 
Milano, 21 dicembre 200 - L'autorità per l'energia elettrica e il gas ha stabilito modalità e condizioni per le importazioni di elettricità per l'anno 2005, in attuazione di quanto previsto dal decreto del Ministro delle Attività produttive. I provvedimenti sono disponibili sul sito dell'Autorità www.Autorita.energia.it L'autorità ha modificato le procedure di assegnazione della capacità di interconnessione in vigore negli scorsi anni (pro quota tra i richiedenti) introducendo meccanismi di mercato per la gestione delle congestioni sulle reti transfrontaliere. I nuovi meccanismi, che fanno ricorso al mercato del giorno prima della borsa dell'elettricità e al mercato per i servizi di dispacciamento, sono coerenti con l'esigenza di importare energia elettrica al minor costo e con la nuova regolamentazione europea sugli scambi internazionali entrata in vigore lo scorso 1 luglio; l'Autorità ha inoltre introdotto delle misure per garantire i consumatori italiani dal rischio di volatilità dei costi di congestione sulle reti di interconnessione, prevedendo l'assegnazione gratuita di coperture sul differenziale tra prezzo estero e prezzo interno della zona di importazione. Tanto il meccanismo per la gestione delle congestioni sulla rete di interconnessione quanto le procedure di assegnazione di coperture dal rischio associato al differenziale tra prezzo estero e interno, sono stati definiti dall'Autorità al termine del processo di consultazione con tutti gli operatori interessati, avviato fin dall'agosto scorso. I provvedimenti dell'Autorità consentono di massimizzare i benefici per i clienti italiani delle importazioni, assicurando l'ingresso nel sistema elettrico italiano dell'energia economicamente più conveniente. I meccanismi stabiliti dall'Autorità riguardano il 50% della capacità di importazione complessivamente disponibile. Il restante 50% è assegnato secondo le regole disposte dai singoli Stati interessati (Francia, Svizzera, Austria, Slovenia e Grecia). A fronte di una capacità totale disponibile per l'importazione di circa 7250 Mw, 2000 sono riservati per l'esecuzione dei contratti pluriennali di importazione dell'Enel Spa, la cui energia è destinata ai clienti del mercato vincolato attraverso l'Acquirente Unico. Altri 55 Mw sono stati riservati sulla base di accordi internazionali per il transito verso la Corsica. La restante quota di capacità di importazione, pari a 5195 Mw, è gestita per metà dalle autorità italiane; da questa quota occorre dedurre la capacità di trasporto per le forniture alla Repubblica di San Marino, alla Città del Vaticano, nonché la capacità di trasporto necessaria per il reingresso dall'energia prodotta in Svizzera che utilizza il bacino idroelettrico di Innerferrera, in territorio italiano, e la capacità di trasporto assegnata con direttive del Ministro delle attività produttive alla società svizzera Raetia Energie. La capacità effettivamente assegnabile sulla base dei provvedimenti dell'Autorità risulta pertanto pari a circa 2300 Mw. Di questa quota, all'Acquirente Unico, responsabile degli approvvigionamenti del mercato vincolato, sono state riservate coperture dal rischio prezzo per circa 600 Mw (26% della capacità di interconnessione assegnabile lato italiano); le coperture corrispondenti alla restante capacità di importazione sono riservate ai grossisti e ai consumatori finali del mercato libero.  
   
   
BATTERIES: COMMISSION WELCOMES POLITICAL AGREEMENT IN THE COUNCIL  
 
Brussels, 21 December 2004 - The European Commission welcomes the swift political agreement reached today by the Environment Council on a proposed new Directive on batteries and accumulators. The Directive aims at collecting and recycling all waste batteries and at preventing their incineration and disposal. Waste batteries can cause environmental and health problems due to the heavy metals that they contain. Today’s agreement includes the setting of binding collection and recycling targets, and a partial ban on portable (ie consumer) cadmium batteries. Environment Commissioner Starvos Dimas welcomed the agreement on the binding collection and recycling targets and on the partial cadmium ban. He cautioned however that “experience with existing collection schemes shows that the agreed time-frame for achieving the 45% collection rate, which is eight years after the transposition date, is unnecessarily long. The faster we act now in collecting and recycling, the better for the environment and the more cost-effective.” The Council’s most important amendment to the original Commission Proposal is the introduction of a partial ban on portable cadmium batteries and the deletion of the proposed 80% collection target for these batteries (calculated on the basis of the amount collected plus the amount discarded in the municipal solid waste stream). The ban on portable cadmium batteries would not apply to those used for emergency and alarm systems, medical equipment and cordless power tools. However, the exemption for cordless power tools will be reviewed, on the basis of a co-decision procedure involving the Council and European Parliament, four years after the date for transposing the directive into national law. The portable cadmium batteries which are not covered by the ban will be collected through collection schemes to be set up under this directive or, if incorporated in appliances, under the directive on waste electrical and electronic equipment (Weee). They are also covered by the general collection targets for all portable batteries. The agreement sets collection targets of 25% and 45% of the average annual sales over the past three years, to be achieved respectively four and eight years after the transposition of the Directive. The Commission had proposed a general collection target of 160 grams per inhabitant (corresponding to approximately 40% of the annual sales). The Commission reminded the Environment Ministers that experience with existing collection schemes shows that the Council’s time-frame for achieving the 45% collection rate (eight years after the transposition date) would be unnecessarily long.  
   
   
GLI SCIENZIATI DEL CCR USANO LO STATO DELLA VEGETAZIONE PER ANALIZZARE I PIÙ IMPORTANTI EVENTI CLIMATICI  
 
Bruxelles, 21 dicembre 2004 - I ricercatori del Ccr (Centro comune di ricerca) della Commissione hanno aperto una nuova strada nel controllo dell'ambiente dallo spazio, grazie all'uso delle osservazioni satellitari di natura, stato ed evoluzione della vegetazione terrestre per determinare l'impatto dei più importanti eventi climatici. La migliore capacità di controllo, resa possibile da una tecnica che sfrutta un nuovo algoritmo per interpretare i dati raccolti a distanza dai sensori nello spazio, renderà più facile seguire gli effetti di eventi meteorologici estremi, come ad esempio le drammatiche tempeste e siccità che hanno alternativamente colpito l'Europa occidentale nella primavera/estate del 2003. Grazie al nuovo metodo, gli scienziati del Ccr hanno analizzato i dati dei sensori a distanza prima, durante e dopo la siccità del 2003, ed hanno scoperto che già da marzo di quell'anno l'analisi della vegetazione di alcune regioni europee permetteva di rilevare vari segni premonitori. Prima di essere inviata all'Ase (Agenzia spaziale europea) per la sua implementazione, la metodologia è stata sviluppata e provata con l'aiuto di partner internazionali. Si spera che il successo del metodo possa spingere l'agenzia europea dell'ambiente a monitorare nuovi indicatori di stress ambientale. Janez Potocnik, commissario per la Scienza e la ricerca, ha dichiarato: 'Il nostro mondo è di fronte a degradi ambientali importanti e cambiamenti climatici sempre più rapidi; uno sviluppo come questo garantisce che le decisioni politiche in Europa e nel mondo siano adottate sulla base di seri pareri scientifici. E questo è il modo migliore per arrivare alla decisione giusta'. Nadine Gobron, un giovane scienziato che ha contribuito a sviluppare il nuovo metodo, ha ricevuto il premio Ccr 2004 per il miglior giovane scienziato per quello che viene definito 'il suo eccezionale apporto scientifico'. Infolink: http://ies.Jrc.cec.eu.int/vegetation_productivity.120.0.html  
   
   
PARTE IL PIANO DI SICUREZZA PER LE SCUOLE NEI TERRITORI A RISCHIO SISMICO PRIMI INTERVENTI IN 738 EDIFICI PER 194 MILIONI DI EURO  
 
Roma, 21 dicembre 2004 - Il Cipe, Comitato interministeriale per la programmazione economica, ha approvato stamani, su proposta del Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Letizia Moratti, il piano di messa in sicurezza delle strutture scolastiche ubicate nelle zone a rischio sismico, previsto dall'art. 80 della legge Finanziaria per il 2003. Tale piano, relativo ai circa 42.000 edifici scolastici pubblici, tiene conto dei diversi livelli di sismicità del territorio nazionale e prevede un fabbisogno complessivo di 4 miliardi di euro. Nella stessa seduta è stato approvato anche il primo piano stralcio, che ammonta a circa 194 milioni di euro e consentirà l'immediato avvio di 738 interventi, indicati dalle regioni rispettivamente competenti, che presentano carattere di particolare urgenza. "In tempi brevi", ha assicurato il Ministro Moratti, "si partirà con la predisposizione dei piani successivi, utilizzando le risorse opportunamente riservate a tale scopo dalla legge Finanziaria 2004". Ecco, di seguito, la ripartizione delle risorse suddivise per regione e, tra parentesi, numero di interventi: Abruzzo, euro 11.400.000,00 (83 interventi); Basilicata, euro 7.577.000,00 (8); Calabria, euro 35.135.000,00 (250); Campania, euro 35.487.000,00 (73); Emilia Romagna, euro 6.433.000,00 (54); Friuli Venezia Giulia, euro 6.077.000,00 (4); Lazio, euro 14.000.000,00 (35); Liguria, euro 1.211.000,00 (4); Lombardia, euro 853.968,00 (2); Marche, euro 9.826.000,00 (27); Molise, euro 3.576.000,00 (8); Piemonte, euro 1.053.727,00 (1); Puglia, euro 4.156.000,00 (14); Sicilia, euro 32.461.000,00 (72); Toscana, euro 14.648.000,00 (76); Umbria, euro 6.732.000,00 (11); Veneto, euro 3.247.000,00 (17).