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Notiziario Marketpress di Lunedì 20 Giugno 2005
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FARMACI, RAGGIUNTO ACCORDO CON FEDERFARMA  
 
Roma, 20 giugno 2005 - Piena collaborazione di Federfarma per la massima efficacia del decreto sui farmaci. Ne dà notizia il ministero della Salute. Le questioni legate al decreto sui farmaci sono state al centro di una riunione che si è svolta questa mattina presso il ministero, e alla quale oltre al ministro della Salute, Francesco Storace, e al sottosegretario alla Salute, Cesare Cursi, hanno partecipato il presidente di Federfarma, Giorgio Siri, il segretario generale, Franco Caprino, il direttore generale, Giuseppe Impellizzeri e altri cinque rappresentanti. L’intesa assicura la piena collaborazione di Federfarma per l’applicazione del decreto e prevede un “pacchetto farmacia”, con una serie di azioni volte alla tutela delle farmacie, anche in ambito europeo, escludendo inoltre l’ipotesi della vendita dei medicinali al di fuori del canale distributivo farmaceutico.  
   
   
RECORDATI ENTRA DIRETTAMENTE NEL MERCATO FARMACEUTICO DEL REGNO UNITO DOVE RIPRENDE I DIRITTI COMMERCIALI DI ZANIDIP  
 
Milano, 20 giugno 2005 – Recordati annuncia di aver raggiunto un accordo con l’attuale licenziatario Napp Pharmaceuticals Ltd. Per il riacquisto dei diritti per la commercializzazione nel Regno Unito di Zanidip (lercanidipina), calcioantagonista antiipertensivo originale di Recordati,. Il prezzo che sarà corrisposto è di £ 15 milioni circa. Le vendite di Zanidip nel Regno Unito nel 2004 (rilevazioni Ims) sono state di £ 6,2 milioni. Recordati annuncia altresì che la sua nuova consociata nel Regno Unito, Recordati Pharmaceuticals Ltd., commercializzerà Zanidip in tutto il territorio britannico a partire dal secondo semestre 2005 e che la sua nuova organizzazione sarà potenziata nel corso dell’anno in previsione del lancio del dosaggio da 20mg nel 2006. “La creazione della nuova consociata nel Regno Unito è un passo fondamentale della nostra strategia di stabilire una presenza diretta in tutti i principali paesi europei” ha dichiarato Giovanni Recordati, Presidente e Amministratore Delegato. “Con l’entrata nel Regno Unito copriremo direttamente con le nostre organizzazioni di vendita oltre il 75% del mercato farmaceutico europeo. Siamo inoltre molto lieti di essere arrivati ad una soddisfacente conclusione delle trattative con Napp per il riacquisto dei diritti del nostro farmaco di punta nel Regno Unito, che rappresenta il più importante mercato europeo per questa classe di farmaci. Oltre alla commercializzazione di Zanidip è nostra intenzione lanciare sul mercato britannico, nel medio periodo, i nuovi prodotti del nostro portafoglio, tra i quali lo Zanipress, combinazione fissa lercanidipina-enalapril (farmaco anti-ipertensivo), la rupatadina (farmaco antiallergico), il silodosin (farmaco indicato per le patologie della prostata), lo stannsoporfin (farmaco indicato per l’iperbilirubinemia nel neonato) e altri attualmente in fase di negoziazione.”  
   
   
NASCE IL QUOTIDIANO ON LINE IPASVI.IT, DEDICATO A TUTTI GLI INFERMIERI ITALIANI UN NUOVO PORTALE PER RENDERE L’INFORMAZIONE DI SETTORE APERTA A TUTTI  
 
Roma, 20 giugno 2005 - E’ on line il nuovo portale della Federazione Nazionale dei Collegi Ipasvi (Infermieri Professionali, Assistenti Sanitari e Vigilatrici d’Infanzia), che nasce per rendere l’informazione di settore aperta a tutti. Una vera e propria porta d’accesso alla Community Infermieristica, ma anche uno strumento per essere accanto agli infermieri italiani, nella quotidianità della professione. Il portale ipasvi.It nasce infatti con l’obiettivo di offrire agli infermieri italiani un'informazione aggiornata sui temi di loro interesse: esercizio professionale, formazione e aggiornamento, vita dei Collegi, attualità. Grazie alle opportunità fornite da internet, gli infermieri italiani, ma anche i giornalisti ed i cittadini, attraverso il nuovo portale Ipasvi hanno a disposizione ogni giorno un quadro delle principali notizie che riguardano il mondo della Sanità, fornite dall’Agenzia giornalistica Adnkronos Salute. Attraverso il servizio di “Rassegna Stampa”, che monitorizza la maggior parte delle testate nazionali e locali, sì ha anche la possibilità di leggere una rassegna stampa focalizzata sulla professione infermieristica e sull’attualità sanitaria nel nostro paese. Offre inoltre una visione complessiva dell'attività di ogni Collegio provinciale, una "porta" aperta sulle realtà del nostro territorio nazionale, con collegamenti alle istituzioni regionali di riferimento. La navigazione all’interno del sito è facilitata dalla presenza del menu laterale, sempre in primo piano, dal quale è possibile accedere a tutte le tipologie di documenti pubblicati sul sito. Consultando l'Agenda dei Convegni si può disporre di centinaia di informazioni su iniziative di interesse infermieristico e collegarsi con i relativi organizzatori. Nella sezione “Professione” è possibile consultare un repertorio delle Leggi che regolamentano l'esercizio, il Codice deontologico e il Tariffario delle prestazioni e collegarsi al sito del Ministero della Salute, con notizie aggiornate costantemente sull'Ecm. Per i giovani interessati a intraprendere la professione è attiva la sezione Formazione, con link alle Università e ai poli didattici, oltre una guida ai percorsi formativi e alla normativa di riferimento. Sul portale sono pubblicati anche la rivista delle Federazione, L'infermiere, i Quaderni di aggiornamento professionale e molti dei volumi editi dall'Ipasvi. Un'iniziativa rivolta soprattutto agli studenti interessati a conoscere meglio la professione infermieristica. Per migliorare l'efficienza dei servizi agli iscritti agli Albi, infine, è stata predisposta un'area intranet riservata ai Collegi Ipasvi con lo scopo di supportare lo svolgimento di alcune funzioni amministrative. Dal portale www.Ipasvi.it  gli infermieri italiani potranno addirittura effettuare on line l’iscrizione al Xiv Congresso Nazionale, previsto per il 20-21 e 22 Ottobre prossimi.  
   
   
LA COMUNITÀ MONTANA VALLE CANNOBINA ADOTTA LA TECNOLOGIA WIRELESS PER CREARE UN NETWORK DI AMBULATORI INTERCONNESSI  
 
Milano, 20 giugno 2005 - La Comunità Montana Valle Cannobina, che rappresenta e comunità a ridosso delle Alpi, al confine con il Canton Ticino in provincia di Verbania, ha inaugurato un importante progetto di innovazione tecnologica a servizio dei cittadini conquistando il primato dei servizi sanitari via Internet. I paesi montani della Valle Cannobina sono soggetti a crescita demografica pressoché nulla, con un conseguente invecchiamento della popolazione che ha inevitabilmente comportato una diminuzione dei servizi pubblici offerti. I collegamenti con Cannobio non sono frequenti e l’Asl di competenza non poteva garantire l’assistenza sul posto adeguata alla richiesta. Proprio per rispondere a queste esigenze, la Comunità Montana ha deciso di adottare le soluzioni Wifi Aironet. Grazie all’adozione di una rete wireless e di un server condiviso, è stata creata un’infrastruttura di rete che permette a medici e operatori l’accesso ad un unico database per consultare e aggiornare in tempo reale i dati delle cartelle cliniche dei pazienti. Inoltre, gli operatori sanitari possono anche effettuare consulti specialistici con i colleghi grazie a servizi, come la videoconferenza. Guardando al futuro, grazie alla rete Wifi sarà presto possibile informatizzare la riscossione del ticket direttamente nell’ambulatorio medico e tramite l’inserimento di un sistema di totem, utilizzabili anche per l’erogazione diretta delle ricette. La possibilità, inoltre, di effettuare la video-conferenza permetterà diagnosi in tempo reale a distanza e l’interazione completa con tutte le strutture sanitarie della rete.  
   
   
LA CINTURA DI SICUREZZA È UNA STORIA VECCHIA?  
 
Wildhaus, 20 guigno 2005 - Sebbene indossare la cintura di sicurezza a bordo delle autovetture sia obbligatorio da anni, non per questo è divenuto una pratica abituale e ovvia. Come dimostrano i crash test della Dekra e della Winterthur, i passeggeri che non allacciano le cinture di sicurezza non mettono in pericolo solo se stessi, bensì anche gli altri occupanti. I moderni dispositivi di sicurezza, inoltre, possono dimostrare tutta la loro efficacia solo se interagiscono l’uno con l’altro. Per gli occupanti che non allacciano le cinture di sicurezza, ad esempio, l’airbag è pressoché inutile. Secondo l’Ufficio svizzero per la prevenzione degli infortuni (upi) ben la metà di tutti i conducenti d’auto morti in Svizzera in un incidente stradale non avevano allacciato la cintura di sicurezza. Se l’avessero fatto, la maggior parte di loro sarebbe ancora viva. Particolarmente bassa, con un valore che va dal 40 al 50 per cento, è la percentuale di utilizzo della cintura tra coloro che occupano i sedili posteriori. Credere di essere al sicuro solo perché si è seduti dietro è una conclusione falsa e pericolosa: coloro che siedono sui sedili posteriori e non indossano la cintura di sicurezza, infatti, subiscono, in caso di collisione, lesioni da due volte a due volte e mezzo più gravi di quelli che invece la indossano. Nei centri abitati, in Svizzera, solo due terzi circa di tutti gli occupanti allacciano le cinture, sebbene siano proprio questi i luoghi in cui il rischio di infortunio è maggiore. In Svizzera, inoltre, la percentuale di utilizzo delle cinture varia fortemente a seconda della regione: registra il valore più elevato nella Svizzera tedesca (86 per cento), scende al 73 per cento nella Svizzera romanda e tocca addirittura il 63 per cento in Ticino. Molti automobilisti che non allacciano le cinture di sicurezza credono che, in caso di incidente, sarebbero in grado di attutire il colpo con le mani. Un grave errore di valutazione, come evidenziano i crash test. Già a velocità minime, infatti, in caso di urto si liberano forze che una persona non è in grado di contrastare. "Nell’urto contro un muro alla velocità di 14 km/h, ad esempio, le forze che si liberano sono pari a otto volte il peso corporeo", spiega Anton Brunner, responsabile infortunistica della Winterthur. Vista l’enorme violenza dell’impatto, un passeggero che non ha allacciato le cinture di sicurezza non mette in pericolo solo se stesso, bensì anche gli altri occupanti. I crash test evidenziano che la cintura di sicurezza dimostra la maggiore efficacia in caso di collisioni frontali. Anche in caso di ribaltamento del veicolo la cintura riduce sensibilmente il rischio di lesioni. "Coloro che non indossano la cintura di sicurezza, infatti, possono essere sbalzati dall’auto con maggiore facilità e sono dunque esposti ad un rischio di subire lesioni anche mortali decisamente più elevato dei passeggeri più prudenti", spiega Jörg Ahlgrimm, responsabile perizie analitiche della Dekra. In caso di collisioni laterali, invece, le cinture di sicurezza hanno una minore efficacia, perché lateralmente non sono in grado di sostenere la parte superiore del corpo in maniera ottimale e svolgono quindi solo limitatamente la loro funzione di ritenuta. A causa della violenza dell’urto c’è il rischio che, sebbene la cintura sia allacciata correttamente, il passeggero venga spinto dall’altra parte del veicolo, mettendo tra l’altro in pericolo anche chi è seduto vicino. "Un aiuto potrà arrivare in futuro dai nuovi sistemi di cinture, che sono in grado di riconoscere, grazie a sensori elettronici, anche un urto laterale, e di tendere la cintura in maniera adeguata in caso di collisione", prosegue Ahlgrimm. Questi sistemi, tuttavia, al momento sono in dotazione solo su pochi veicoli. Solo la perfetta interazione tra i singoli dispositivi di sicurezza garantisce una protezione ottimale degli occupanti del veicolo. Come evidenziano i crash test, per gli occupanti che non allacciano le cinture di sicurezza l’airbag è pressoché inutile, e in certi casi può persino trasformarsi in un pericolo. Secondo uno studio condotto dalla Gesamtverband der Deutschen Versicherungswirtschaft (Gdv), l’associazione delle compagnie assicurative tedesche, la cintura di sicurezza e l’airbag, insieme, riducono del 65 per cento il rischio di subire lesioni gravi o addirittura mortali in caso d’incidente stradale. I sistemi di cinture sono collegati all’airbag, insieme al quale interagiscono. Il tensionatore delle cinture entra in azione già a velocità moderate, in caso di collisione. Solo in caso di incidenti che comportano una maggiore sollecitazione entra in azione anche l’airbag, come ulteriore strumento di protezione. "Mentre in combinazione con la cintura l’airbag riduce sensibilmente il rischio di lesioni in caso di incidente, per un passeggero che non indossa la cintura può trasformarsi in un pericolo, vista l’elevata velocità con cui si gonfia (ca. 200 km/h)", spiega Anton Brunner. Esiste inoltre il rischio che l’automobilista, per la violenza dell’impatto, vada a sbattere contro il cruscotto o il volante passando attraverso l’airbag. Per quanto riguarda i bambini, negli ultimi anni la percentuale di utilizzo della cintura di sicurezza è sensibilmente cresciuta. Anche qui, tuttavia, esiste ancora un grosso potenziale di miglioramento, tanto più che il rischio di subire ferite gravi o addirittura mortali per i bambini che non indossano cinture di sicurezza è sette volte più elevato che per gli adulti. Diversi studi dimostrano inoltre che i sistemi di ritenuta per bambini vengono spesso utilizzati in modo improprio (errori di utilizzo). In Svizzera e in Germania circa il 60 per cento dei bambini che viaggiano in auto sono assicurati in maniera errata. Se si spiegasse con maggiore chiarezza agli utenti quali possono essere le conseguenze dell’utilizzo improprio dei sistemi di ritenuta per bambini, la percentuale di errore potrebbe essere ridotta sensibilmente. I fabbricanti di seggiolini per bambini, da parte loro, sono invitati ad ottimizzare i loro prodotti e a fare in modo che le istruzioni per l’uso siano chiare e comprensibili.  
   
   
DAIMLERCHRYSLER PRESENTA IL NUOVO SITO UFFICIALE DEL LEGGENDARIO PROPULSORE HEMI. CHE SI ARRICCHISCE DI IMMAGINI ESCLUSIVE, CONTENUTI MULTIMEDIALI, APPROFONDIMENTI  
 
Roma, 20 giugno 2005 - Il gruppo Daimlerchrysler presenta il sito Hemi.com arricchito di nuovi contenuti, immagini e approfondimenti sulla storia, sulle caratteristiche tecniche del leggendario propulsore e nuovi contributi multimediali. Hemi.com presenta tre nuove sezioni storiche interattive che illustrano lo sviluppo di tutte le versioni del motore Hemi, a partire dal leggendario Chrysler Firepower Hemi del 1951. Un particolare approfondimento è dedicato allo sviluppo dell'epico 426 Hemi che rivoluzionò le corse Nascar e Nhra e alla nuova generazione di motori Hemi da 5,7 e 6,1 litri. Sono inoltre disponibili fotografie d'epoca esclusive e le biografie dei personaggi che hanno fatto la storia del propulsore automobilistico più famoso d’America. "Hemi.com racconta come la passione Chrysler per le alte prestazioni abbia saputo dare vita ai grandi motori Hemi degli anni Cinquanta e Sessanta, e come questa tradizione continui nei nuovi propulsori Hemi di oggi," ha dichiarato Ron Mcdaniel, Direttore del Gruppo Chrysler, responsabile del settore Advanced Service & Technical Information. "Il nuovo sito fornisce ulteriori dettagli sulla storia del motore Hemi. Gli appassionati potranno seguire l'evoluzione del propulsore Hemi attraverso la storia e la nascita della sua leggenda nelle competizioni automobilistiche." Tra i nuovi contenuti figura la prima vittoria assoluta conseguita da Chrysler con il motore Hemi nella Nascar del 1951 a Detroit, informazioni sui piloti e su leggendari direttori di scuderia. Le fotografie d'epoca mostrano le prime vittorie ottenute nelle competizioni per auto di serie, auto sportive e motoscafi. Sono state inoltre inserite numerose pubblicità dell'epoca, con immagini da collezione da poter scaricare come sfondi per il desktop. Www.hemi.com  
   
   
JEEP GRAND CHEROKEE 3.0 CRD: DEBUTTA NEGLI SHOW-ROOM IL 21, 22 E 23 GIUGNO JEEP IL TURBODIESEL COMMON-RAIL DI NUOVA GENERAZIONE  
 
 Roma, 20 giugno 2005 - Ad un mese dall’introduzione sul mercato delle due motorizzazioni V8 benzina, il prossimo 21 giugno inizia la commercializzazione dell’attesa versione 3,0 litri turbodiesel common-rail di Jeep Grand Cherokee. Gli show-room Jeep saranno aperti al pubblico fino alle ore 22.00 del 21, 22, e 23 giugno. Il nuovo 3.0 Crd è un propulsore turbodiesel common-rail di ultima generazione realizzato con le più avanzate tecnologie Mercedes-benz. Compatto e leggero, offre un funzionamento fluido ed efficiente e vanta una coppia motrice ed una capacità di traino di riferimento nella sua categoria. Con il nuovo Crd, il piacere di guidare un motore turbodiesel raggiunge un nuovo livello: rispetto al precedente 5 cilindri 2.7 Crd, dispone del 33% di potenza in più e una coppia maggiore del 28%. Ciò si traduce in accelerazioni più rapide, una maggiore risposta ai regimi intermedi ed una velocità massima superiore. Dotato di iniezione Bosch ad alta pressione (1.600 bar), turbocompressore a geometria variabile e 4 valvole per cilindro, sviluppa una potenza di 160 kW (218 Cv), dispone di una coppia massima pari a 510 Nm ad appena 1.600 giri/minuto ed è omologato Euro 4. Il 3.0 Crd ha il basamento in alluminio con camicie in ghisa, soluzione che ha permesso di contenere il peso in appena 208 kg. L’adozione di componenti della distribuzione a basso attrito, di cuscinetti più grandi per l’albero motore, di bielle realizzate con una nuova lega e di un contralbero d’equilibratura tra le bancate dei cilindri, assicura massima fluidità e regolarità di funzionamento. Le candelette ad accensione rapida riducono i tempi di preriscaldamento al punto che il nuovo 3.0 Crd si avvia con la stessa rapidità di un motore a benzina. Il propulsore è inoltre dotato di un interruttore kick-down al pedale dell’acceleratore che consente di scalare le marce senza dover premere a fondo l'acceleratore durante la guida normale ed offre la massima potenza disponibile quando il pedale dell’acceleratore viene premuto a fine corsa. Jeep Grand Cherokee vanta una capacità di traino pari a 3.360 kg ed una capacità di carico pari a 1.908 litri. La nuova trasmissione automatica a 5 marce tipo W5a580 abbinata al 3.0 Crd permette una cambiata fluida e consumi ridotti. Dotata del sistema di controllo interattivo Electronic Range Select per la prima volta equipaggiato su Jeep Grand Cherokee, il cambio prevede la possibilità di scegliere tra la modalità completamente automatica (Drive) e quella sequenziale, attraverso lo spostamento della leva verso destra o sinistra. Il nuovo sistema di trazione integrale permanente Quadra-drive Ii è di serie su Jeep Grand Cherokee 3.0 Crd Laredo e Limited. La nuova generazione del Quadra-drive include il sistema Quadra-trac Ii con scatola di rinvio Nv245 che offre una trazione continua sulle quattro ruote e ne previene lo slittamento assicurando la massima trazione in un’ampia gamma di condizioni. Il sofisticato sistema Quadra-drive Ii incrementa ulteriormente le insuperabili capacità fuoristradistiche Jeep grazie ai differenziali elettronici a slittamento limitato (Elsd) anteriore, centrale e posteriore, riducendo sensibilmente i tempi di riposta ed offrendo un migliore utilizzo della coppia motrice disponibile. Jeep Grand Cherokee 3.0 Crd è commercializzato in Italia nelle versioni Laredo e Limited. Laredo - dotazioni di serie Cambio automatico a cinque velocità W5a580 Sistema di trazione integrale permanente Quadra-drive Ii Sospensione anteriore indipendente a bracci di differente lunghezza Sospensione posteriore a cinque punti di ancoraggio Sterzo a pignone e cremagliera Freni a disco sulle quattro ruote con Abs Esp Cerchi in lega color argento satinato da 17 pollici Sedile conducente con otto regolazioni motorizzate e sedile lato guida con quattro regolazioni motorizzate Sedile posteriore ripiegabile 60/40 con poggiatesta esterno ripiegabile Electronic Vehicle Information Centre Climatizzatore Sistema per il monitoraggio della pressione degli pneumatici Immobiliser Sentry Key e chiave con telecomando Air Bag Multi-fase per guidatore e passeggero anteriore Air-bag laterali anteriori e posteriori a tendina Bagagliaio da 1.908 litri di volume Vano di carico con scomparto organizer e vano portaattrezzi integrati nel pavimento. Barre longitudinali portapacchi - Capacità 68 kg Cruise control - Controllo velocità elettronico con comandi al volante Stereo Am/fm con Cd Limited - dotazioni di serie aggiuntive alla versione Laredo Cerchi in alluminio lucidato da 17 pollici Specchietti retrovisori esterni ripiegabili elettricamente Pedali regolabili con memoria Volante rivestito in pelle Sedili in pelle Climatizzatore bi-zona Specchietto retrovisore interno elettrocromatico Tergicristalli automatici con sensore pioggia Impianto audio Boston Acoustics a sei altoparlanti con amplificatore digitale da 276 Watt Monitoraggio Pressione Pneumatici (Tpm) - Display con indicazione della pressione dei singoli pneumatici Sensore parcheggio - Posteriore Dotazioni a richiesta Tetto apribile elettrico con apertura/chiusura rapida Sistema di comunicazione viva voce Uconnect (disponibile come accessorio post-vendita) Impianto stereo - Radio stereo Am/fm con lettore Cd, 6 altoparlanti Boston Acoustics - Audio System con amplificatore di potenza da 276 W (Laredo) Navigatore satellitare con riproduzione Mp3 Pedaliera regolabile elettricamente (Laredo) Protezione sottoscocca con piastre in acciaio sospensione anteriore, scatola ripartitore, serbatoio carburante Sistema Dvd per i sedili posteriori Sistema di parcheggio ad ultrasuoni Parksense (non disponibile su Laredo, di serie su Limited) Barre al tetto trasversali regolabili  
   
   
CHRYSLER GROUP AVVIA LA PRODUZIONE IN EUROPA DI CHRYSLER 300C CHRYSLER 300C SEDAN E TOURING VERRANNO PRODOTTE PER L'EUROPA E GLI ALTRI MERCATI MONDIALI PRESSO LO STABILIMENTO MAGNA STEYR IN AUSTRIA  
 
 Auburn Hills, 20 giugno 2005 - La prima Chrysler 300C prodotta in Europa è uscita dalla catena di montaggio il 15 giugno, data ufficiale dell'avvio produzione presso lo stabilimento Magna Steyr a Graz, in Austria. I modelli 300C Sedan e Touring saranno assemblati nella stessa catena di montaggio del gruppo Chrysler che attualmente produce Jeep Grand Cherokee, Chrysler Voyager e Chrysler Grand Voyager Stow'n Go. Chrysler Group e Magna Steyr hanno investito 30,7 milioni di Euro (37,2 milioni di dollari) per realizzare le attrezzature e gli impianti necessari alla produzione di Chrysler 300C. Tutto ciò si aggiunge al recente potenziamento dei reparti carrozzeria e verniciatura della fabbrica, oltre ai significativi miglioramenti apportati alla catena di montaggio per includere la produzione dei nuovi modelli. Grazie all'aggiunta di un terzo turno di lavoro, Chrysler 300C Sedan e Touring potranno essere costruite nello stesso reparto carrozzeria riservato a Jeep Grand Cherokee. Tutti i veicoli del Gruppo Chrysler prodotti nella fabbrica condivideranno le stesse catene di montaggio del telaio e di assemblaggio finale. Alla produzione dei veicoli Chrysler e Jeep lavoreranno circa 2.000 dipendenti, 600 dei quali sono stati assunti appositamente per Chrysler 300C. "L'introduzione di Chrysler 300C Sedan e Touring nei mercati al di fuori del Nord America ha trovato una forte e positiva risposta presso la clientela" ha dichiarato Dieter Zetsche, Presidente e Ceo del Gruppo Chrysler. "Il lancio della produzione presso Magna Steyr ci consentirà di avere a disposizione in breve tempo un volume di vetture sufficiente a soddisfare la crescente domanda internazionale di Chrysler 300C." La Daimlerchrysler Management Austria (Dcma) ha lavorato a stretto contatto con Magna Steyr per preparare gli impianti dedicati alla gamma Chrysler 300C. L’integrazione di Chrysler 300C nella catena di montaggio era già prevista quando, tra la fine del 2004 e l'inizio del 2005, lo stabilimento è stato sottoposto per otto settimane ad una ristrutturazione delle attrezzature, degli impianti e dei processi di lavorazione. Il reparto carrozzeria è stato completamente ricostruito, sostituendo il 75 % dei nastri trasportatori e del sistema di assemblaggio. Come risultato, la linea di produzione è ora in grado di realizzare differenti modelli del gruppo Chrysler. Ciò rappresenta un'esemplificazione concreta del principio di flessibilità adottato dal gruppo Chrysler in tutti i suoi stabilimenti produttivi. “Aggiungendo una maggiore flessibilità ai processi di produzione, abbiamo migliori strumenti per rispondere ai mutamenti delle richieste della clientela. Anche con cinque modelli in produzione simultanea, i nostri dipendenti continuano ad assicurare la stessa qualità nella lavorazione di ogni veicolo che esce dalla catena di montaggio,” afferma Manfred Remmel, Presidente e Ceo di Magna Steyr. Magna Steyr provvederà all'assemblaggio delle varie versioni dei modelli Chrysler 300C Sedan e Touring, incluse le versioni con guida a destra, le versioni a trazione posteriore nonché, per la Touring, tutte quelle a trazione integrale, la versione ad alte prestazioni Srt-8, e la versione diesel che sarà lanciata a fine 2005. La gamma Chrysler 300C mira a consolidare la presenza del brand in più di cento mercati, come perfetta espressione del design e della personalità del marchio Chrysler. 300C è un'auto dalla concezione del tutto nuova, dotata di avanzate tecnologie e disponibile nelle versioni a trazione posteriore o integrale in grado di offrire una straordinaria abitabilità e capacità di carico. In Europa ed in altri mercati al di fuori del Nord America, Chrysler 300C attualmente offre una gamma di tre motori a benzina. Il V6 2,7 litri offre una eccellente combinazione di prestazioni, bassi consumi, silenziosità e lunga durata, mentre il V6 3,5 litri eroga una potenza ancora maggiore, garantendo sempre una perfetta miscela di prestazioni ed economicità. I clienti che desiderano il massimo in termini di prestazioni possono scegliere il motore Hemi V8 da 5,7 litri, dotato di Multi-displacement System (Mds). La fabbrica Magna Steyr è lo stabilimento di produzione esclusivo per i modelli Chrysler 300C con guida a destra, e lo sarà anche per i modelli con motore diesel. I veicoli del gruppo Chrysler vengono prodotti a Graz da 15 anni: Chrysler Voyager dal 1992 e Jeep Grand Cherokee dal 1994. Nel corso di questi anni di collaborazione, a Graz sono stati assemblati in totale circa 850.000 veicoli Chrysler e Jeep.  
   
   
ANNO MODELLO 2006 PER AUDI A3/A3 SPORTBACK  
 
Verona, 20 giugno 2005 - La Audi A3 3 porte è ora dotata della griglia del radiatore "single frame". Di seguito alcune informazioni di prodotto: la ruota di scorta minispare è da 16" per i modelli con trazione anteriore e da 18" per modelli con trazione quattro, per il 2.0 Turbo Fsi Dsg e per modelli ordinati con il gancio di traino; sistema Autolock (chiusura automatica di portiere, cofano/portellone vano bagagli a partire da 15 km/h); l'antenna al tetto è ora di colore brillante; miglioramento del comfort ai sedili posteriori e conseguente riduzione del volume del vano bagagli di ca. 20 litri nel caso di ribaltamento sedili; nuovo design della chiave (come A6); il parabrezza atermico non ha più la fascia grigia nella parte superiore per Attraction e Ambition (ordinabile ora come optional) mentre resta di serie per Ambiente; i terminali di scarico sono: singolo per 1.6 e 1.6 Fsi, doppi per benzina da 150 Cv, doppi e leggermente curvati verso il basso per Tdi; il sistema Esp viene integrato con il sistema Dsr (Driving Steering Recomendation) che regola la servoassistenza dello sterzo in funzione della velocità di marcia e la rapidità di rotazione del volante. Ii Dsr esegue una azione stabilizzante della vettura in caso di frenata con differenti valori di attrito su ogni singola ruota e in caso di sovrasterzo. Sono ora fornibili i seguenti equipaggiamenti a richiesta: Wqs: il pacchetto S line ha ora gli stessi contenuti del pacchetto S line per A3 Sportback 2Pu: volante sportivo a 3 razze multifunzionale in pelle nera perforata con logo S line e triplice cucitura in colore rosso, bianco e nero (solo per Wqs)(per cambio manuale); 2Fq: volante sportivo a 3 razze multifunzionale in pelle nera perforata con bilancieri con logo S line e triplice cucitura in colore rosso, bianco e nero (solo per Wqs)(per cambio tiptronic/Dsg); 1Xw: volante sportivo a 3 razze multifunzionale in pelle (solo per Ambition - non per cambio Dsg); 1Xx: volante sportivo a 3 razze multifunzionale in pelle con bilancieri (solo per Ambition e cambio tiptronic/Dsg); Ug1: Audi Hill Hold Assistant (assistenza per partenze in salita). Consente l'arresto del veicolo a motore acceso per circa 1,5 secondi su pendenze > 5% tramite un'attivazione automatica dell'impianto freni senza che sia necessario tenere il piede sul pedale del freno o tirare il freno a mano; Wlf: sedili anteriori sportivi rivestiti in pelle Nappa, volante a 4 razze e impugnatura freno a mano in pelle (solo per Attraction) disponibile nei colori: nero Mb, grigio chiaro Md, rosso Lz; N3q: sedili rivestiti in pelle Nappa (solo per Ambition) disponibile nei colori: nero Mb, grigio chiaro Md, rosso Lz; Plf: sedili anteriori sportivi rivestiti in pelle Nappa (solo per Ambiente) disponibile nei colori: nero Mb, grigio chiaro Md, rosso Lz; Pqd: pacchetto S line exterior: paraurti anteriore e posteriore sportivo, griglia del radiatore S line, logo S line sulla griglia radiatore e sulla fascia paracolpi laterale posteriore destra/sinistra, listelli sottoporta con logo S line, spoiler al tetto S line, fari fendinebbia (di serie per Ambition), per 1.6 doppi terminali di scarico; 4Gp: parabrezza atermico con fascia grigia nella parte superiore (di serie per Ambiente); Pqg: è ora ordinabile anche con il pacchetto S line Wqs; Pqs: cerchi in lega d'alluminio 7,5 J x 18 a 20 razze con pneumatici 225140 R 18 Quattro Gmbh (solo per Ambition)(ordinabili anche con Wqs); Pr9: cerchi in lega d'alluminio lucidi bicolore 7,5 J x 17 a 16 razze con pneumatici 225145 R 17; 8Ry: Sistema Bose Sound. Escono dal listino i seguenti equipaggiamenti a richiesta: 1Xz: volante sportivo a 3 razze in pelle traforata con bilancieri; Rsx e Rcx: radio Symphony e radio Concert con lettore frontale per 1 Cd, Bose Sound e funzione Audio Pilot; Png: navigatore Audi plus con Bose Sound e Audio Pilot; 5Tg: inserti in alluminio opaco per Wqs poiché gli inserti sono di serie per il pacchetto S line; 2Zq (per Ambition): volante multifunzionale a 4 razze in pelle che è stato sostituito con 1Xw; 2Zs (per Ambition): volante multifunzionale a 4 razze in pelle che è stato sostituito con 1Xx l'interno colore rosso Lz con pelle Vienna per sedili normali e sportivi (N1a, Wlv, Ws7, Ps7). Variano i codici dei seguenti optional: Psv diventa 4A3: sedili anteriori riscaldabili elettricamente; Psh diventa 4A4: sedili anteriori e posteriori riscaldabili elettricamente; Pdy diventa 7Al: antifurto volumetrico. Informiamo inoltre che è variato il prezzo dei seguenti equipaggiamenti: 6Q6: pomello cambio in alluminio; Pds: assetto sportivo S line; Vc1: dispositivo di apertura garage; Wqs: pacchetto S line. A3 Sportback - Inserimento a listino della motorizzazione 2.0 Tdi 140 Cv con trazione quattro e cambio manuale a 6 marce. Tutte le motorizzazioni hanno subito un arrotondamento al prezzo di listino. Di seguito comunichiamo alcune informazioni di prodotto: la ruota di scorta minispare è da 16" per i modelli con trazione anteriore e da 18" per modelli con trazione quattro, per il 2.0 Turbo Fsi Dsg e per modelli ordinati con il gancio di traino;l'antenna al tetto è ora di colore nero brillante (già di serie per vetture ordinare con open sky); miglioramento del comfort ai sedili posteriori e conseguente riduzione del volume del vano bagagli di circa 20 1 nel caso di ribaltamento sedili; nuovo design della chiave (come A6); il parabrezza atermico non avrà più la fascia grigia nella parte superiore per Attraction e Ambition (ordinabile ora come optional), mentre resta di serie per Ambiente; i terminali di scarico sono: singolo per 1.6 e 1.6 Fsi, doppi per benzina da 150 Cv, doppi e leggermente curvati verso il basso per Tdi; il sistema Esp viene integrato con il sistema Dsr (Driving Steering Recomendation) che regola la servoassistenza dello sterzo in funzione della velocità di marcia e la rapidità di rotazione del volante. Ii Dsr esegue una azione stabilizzante della vettura in caso di frenata con differenti valori di attrito su ogni singola ruota e in caso di sovrasterzo. Sono ora fornibili i seguenti equipaggiamenti a richiesta: Ug1: Audi Hill Hold Assistant (assistenza per partenze in salita). Consente l'arresto del veicolo a motore acceso per circa 1,5 secondi su pendenze > 5% tramite un'attivazione automatica dell'impianto freni senza che sia necessario tenere il piede sul pedale del freno o tirare il freno a mano; Wlf: sedili anteriori sportivi rivestiti in pelle Nappa, volante a 4 razze e impugnatura freno a mano in pelle (solo per Attraction) disponibile nei colori nero Mb, grigio chiaro Md, rosso Lz; N3q: sedili rivestiti in pelle Nappa (solo per Ambition) disponibile nei colori nero Mb, grigio chiaro Md e rosso Lz; Plf: sedili anteriori sportivi rivestiti in pelle Nappa (solo per Ambiente) disponibile nei colori nero Mb, grigio chiaro Md e rosso Lz; Pqd: pacchetto S line exterior, paraurti anteriore e posteriore sportivo, griglia del radiatore S line, logo S line sulla griglia radiatore e sulla fascia paracolpi laterale posteriore destra/sinistra, listelli sottoporta con logo S line, spoiler al tetto S line, fari fendinebbia (di serie per Ambition), per 1.6 doppi terminali di scarico; 4Gp: parabrezza atermico con fascia grigia nella parte superiore (di serie per Ambiente); Pqg (cerchi in lega): è ora ordinabile anche con il pacchetto S line Wqs; Wqs (S line): presenta ora il volante con triplice cucitura di colore rosso, bianco e nero; la triplice cucitura sarà anche presente ordinando Wqs con i volanti 2Pu o 2Fq; 2Pu: volante sportivo a 3 razze multifunzionale in pelle perforata per S line ordinabile solo per cambio manuale (non più per tiptronic); Pqs: cerchi in lega d'alluminio 7,5 J x 18 a 20 razze con pneumatici 225140 R 18 Quattro Gmbh (solo per Ambition) (ordinabili anche con Wqs); Pr9: cerchi in lega d'alluminio lucidi bicolore 7,5 J x 17 a 16 razze con pneumatici 225145 R 17; 8Ry: sistema Bose Sound; 5J2: spoiler al tetto S line nel colore carrozzeria. Escono dal listino i seguenti equipaggiamenti: 1Xz: volante sportivo a 3 razze in pelle traforata con bilancieri; Rsx e Rcx: radio Symphony e radio Concert con lettore frontale per i Cd, Bose Sound e funzione Audio Pilot; Png: navigatore Audi plus con Bose Sound e Audio Pilot; L'interno colore rosso Lz con pelle Vienna per sedili normali e sportivi (N1a, Wlv, Ws7, Ps7). Variano i codici dei seguenti optional: Psv diventa 4A3: sedili anteriori riscaldabili elettricamente; Psh diventa 4A4: sedili anteriori e posteriori riscaldabili elettricamente; Pdy diventa 7Al: antifurto volumetrico. Inoltre c è variato il prezzo dei seguenti equipaggiamenti: 6Q6: pomello cambio in alluminio; Pds: assetto sportivo S line; Vc1: dispositivo di apertura garage; Wqs: pacchetto S line; 2Pu: volante sportivo multifunzionale per cambio manuale (solo per Wqs); 2Fq: volante sportivo multifunzionale con bilancieri per cambio tiptronic/Dsg (solo per Wqs).  
   
   
PIRELLI E ROADONE TYRE: SIGLATO ACCORDO DI JOINT-VENTURE IN CINA  
 
Milano, 20 giugno 2005 - Pirelli ha firmato con Roadone Tyre Co. Ltd. Un contratto di joint-venture per l' avvio della produzione di pneumatici giganti a tecnologia radiale per autocarro nella Provincia di Shandong. L' operazione, il cui perfezionamento è previsto nel corso dell' anno, è soggetta all' approvazione delle Autorità competenti.  
   
   
EUROVESPA 2005: IL VESPA CLUB EMPOLI ALLA VOLTA DELL’AUSTRIA  
 

 

Empoli, 20 maggio 2005 - Sono partiti un bel gruppo di vespisti empolesi (precisamente quindici) con destinazione Worthersee (Corinzia) in Austria dove hanno partecipato alla manifestazione Eurovespa 2005, l’evento più importante a livello internazionale del mondo vespistico che si è tenuto dal 16 al 19 Giugno. Quest’anno la Federazione Internazionale dei Vespa Club nel mondo ha scelto l’Austria come nazione nella quale festeggiare in migliaia la mitica Vespa. Nella storia l’Eurovespa nasce come raduno internazionale in Italia e precisamente a Sanremo nel lontano 1955. Negli anni il raduno “tutto italiano” ha toccato importanti città europee come Barcellona, Bruxelles, Parigi, Roma (in occasione con le Olimpiadi del 1960), Salisburgo e molte altre. In questi ultimi anni i vespisti del club empolese spinti dalla passione per la mitica due ruote, hanno sempre partecipato attivamente macinando migliaia di chilometri per raggiungere Nevers (Francia), Vienna (Austria) e lo scorso anno Lisbona (Portogallo) in concomitanza dei campionati europei di calcio. Insomma una esperienza unica e indimenticabile alla quale i quindici vespisti del Vespa Club Empoli hanno voluto rispondere percorrento i circa 1300 chilometri in pochi giorni per rientrare a Empoli nella giornata di lunedì. Dopo il raduno di poche settimane fa il club empolese è ancora in aria di record: proprio in questi giorni è stata superata la quota dei 200 iscritti divenendo a livello toscano uno tra i più attivi e numerosi, segno questo di una organizzazione giovane e coinvolgente. Www.vespaclubempoli.it

 

 
   
   
VIAGGI DI STUDIO: L’EGITTO DI IPPOLITO ROSELLINI  
 
Pisa, 20 giugno 2005 - Nell'ambito del progetto Pisa e i Lorena, che vedrà la sua realizzazione principale nel 2007 preceduto nel corso dell'anno corrente da alcune iniziative espositive, la Biblioteca Universitaria partecipa il 22 giugno con l'esposizione di opere d'arte e documenti Viaggi di studio: l'Egitto di Ippolito Rosellini.esposizione di opere d'arte e documenti della Biblioteca Universitaria di Pisa, curata dalla Sezione manoscritti. Interviene la professoressa Edda Bresciani, presidente del Comitato scientifico della Fondazione del Museo egizio di Torino. Accompagna la manifestazione l'Ensemble da camera dell'Università di Pisa. La mostra pone l'attenzione sulla spedizione franco-toscana in Egitto condotta da Jean François Champollion e Ippolito Rosellini, iniziata nell'estate del 1828 e terminata nell'autunno del 1829 e si apre con due lettere del compositore Luigi Cherubini alla figlia Zenobia, che Ippolito Rosellini conobbe a Parigi e sposò il 30 ottobre 1827, pochi mesi prima di partire per l'Egitto. Una fitta corrispondenza legò Ippolito a Zenobia per tutta la durata del viaggio in Egitto e alcune di queste missive fanno parte della rassegna espositiva, che continua con una ricca selezione dei disegni originali, scelti tra gli oltre mille, realizzati dai partecipanti alla spedizione guidata da Rosellini. Per ciascun sito visitato furono copiati, dalle tombe reali e dai templi, pitture e bassorilievi che mostrano scene di culto, presentazioni di offerte a divinità e atti di adorazione del faraone a uno o più dei. I disegni furono realizzati a matita oppure colorati con acquerelli e tempere. Http://www.pisa.sbn.it  
   
   
MOSTRA BOLDINI A ROMA  
 
Roma, 20 giugno 2005 - La Galleria Nazionale d'Arte Moderna ospiterà dal 23 giugno al 25 settembre 2005 la mostra dedicata a Boldini tenutasi al Palazzo Zabarella di Padova dal 15 gennaio al 12 giugno di quest'anno. L'imponente rassegna, a quarant'anni da quella parigina del 1963 al Musée Jacquemart-andré di Parigi, offre al grande pubblico un'immagine nuova e più approfondita di uno dei maggiori protagonisti della pittura e del gusto internazionali tra Otto e Novecento. Ripresentando la mostra Boldini, che sta attualmente registrando uno straordinario successo di pubblico nell'edizione padovana, la Galleria Nazionale intende amplificare, in una cornice di alta significazione pubblica e istituzionale, la risonanza di un'operazione storico-critica ritenuta particolarmente meritoria sotto il profilo scientifico e culturale. Dell'enorme produzione pittorica di Boldini sono state selezionate oltre cento opere provenienti dai maggiori musei e collezioni private europei e americani. Si tratta dei capolavori più significativi di un percorso che lo ha visto partecipe e protagonista di esperienze diverse, dalla giovinezza legata a Firenze e all'adesione al gruppo dei Macchiaioli, alla maturità di una vicenda professionale trascorsa interamente a Parigi e scandita da frequenti viaggi in Italia, soprattutto a Venezia, e inoltre a Londra e in America. Giovanni Boldini, nato a Ferrara nel 1842 e morto a Parigi nel 1931, è stato nel corso della sua lunga vita uno degli artisti più popolari e amati, proprio per la sua capacità di saper rendere, attraverso una pittura di straordinaria forza evocativa sia di luoghi che di personaggi, l'atmosfera scintillante ma inquieta della Belle Epoque. Egli fu il simbolo di questo momento di passaggio, che preludeva ai drammatici cambiamenti del primo conflitto mondiale che avrebbero segnato la storia contemporanea. In quella che era allora la capitale mondiale delle arti, Boldini mutò il suo linguaggio macchiaiolo degli inizi, dove aveva pur raggiunto esiti originali e sorprendenti per qualità, per aderire alla pittura à la mode condizionata dalle esigenze dei ricchi collezionisti francesi e americani che avevano il loro riferimento nel potente mercante d'arte Goupil. In questo genere, che prevedeva quadri di piccolo formato dipinti con sapiente virtuosismo, raffiguranti temi di vita contemporanea o evocanti la grazia perduta del Settecento, egli guadagnò fama e ricchezza. Furono il preludio alle opere della piena maturità, quelle delle grandi vedute parigine, di Venezia, le istantanee del mondo della musica e della danza, e soprattutto i monumentali ritratti dei maggiori protagonisti della mondanità e della cultura internazionale -aristocratici, ricchi borghesi, scrittori, musicisti, celebrità dello spettacolo -, ispirati ai grandi ritrattisti del passato, quali Van Dyck, Frans Hals, Velazquez, da lui amati e studiati. Tutte queste seducenti immagini si snodano nelle diverse sezioni in cui la mostra è articolata, dalla raffigurazione dell'artista nel suo atelier ai dipinti fiorentini del periodo macchiaiolo, dalla pittura alla moda nel gusto alla Goupil che fu tipica del primo periodo parigino all'affascinante mondo della musica e della danza, dalle vedute di Venezia nel magico prisma della decadenza fino ai grandi ritratti internazionali che costituiscono il punto ultimo e piu' alto della sua arte. Il catalogo della mostra, edito da Marsilio, contiene saggi dei curatori, Francesca Dini, Fernando Mazzocca e Carlo Sisi. Rispetto alla presentazione padovana, a Roma il visitatore potrà ammirare la collezione di disegni di Boldini di proprietà della Galleria Nazionale d'Arte Moderna, circa venti, poco noti e di grande maestria oltre al dipinto giovanile Ritratto dell'avvocato Comotto (1865), da una collezione privata fiorentina. Presentano la mostra presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna i funzionari Elena Di Majo e Matteo Lafranconi, curatori delle collezioni del Xix secolo del Museo e responsabili dell'edizione romana. Telefono: 06-32298332  
   
   
HISTRIA: OPERE RESTAURATE DA PAOLO VENEZIANO A TIEPOLO (23 GIUGNO 2005 - 6 GENNAIO 2006 TRIESTE, MUSEO CIVICO REVOLTELLA)  
 
Trieste, 20 giugno 2005 - La mostra restituisce allo sguardo del pubblico, al termine di un restauro che ne ha recuperato il pieno valore estetico e culturale, 21 opere di maestri quali Paolo Veneziano, Alvise Vivarini, Alessandro Algardi, Giambattista Tiepolo, Vittore e Benedetto Carpaccio, non più esposte da circa cinquant’anni. Provenienti da chiese, edifici, collezioni pubbliche e private di un territorio che dal Friuli alla Venezia Giulia si estendeva fino all’Istria e Fiume, erano centinaia i pezzi d’arte che avevano trovato riparo da bombardamenti e depredazioni in ricoveri segreti nell’entroterra friulano, custoditi in apposite casse di legno ed è possibile oggi ammirare questi capolavori, tornati davvero alla luce e allo splendore originario. Si avrà modo di ripercorrere alcune tappe salienti e fino ad oggi lacunose della storia dell’arte italiana e veneta, partendo dal prezioso polittico a fondo oro di Paolo Veneziano fino alla splendida Madonna col bambino e due angeli musici di Alvise Vivarini, per passare a Vittore e Benedetto Carpaccio ed arrivare alla Madonna della cintola di Giambattista Tiepolo. Per il pubblico degli "intendenti" e degli studiosi non mancano "riscoperte" di maestri meno noti quali Francesco Terilli e Matteo Ponzone, uno dei maggiori protagonisti della pittura del Seicento in laguna. Il catalogo, curato da Francesca Castellani e Paolo Casadio ed edito da Electa, illustra con saggi e singole schede lo stato della ricerca storico–critica relativa alle opere esposte, ricollocandole nella loro naturale cornice culturale ed artistica - l’area istriano-veneta tra trecento e settecento - e dando conto delle nuove attribuzioni e precisazioni cronologiche emerse durante i lavori di studio e recupero conservativo; alcuni saggi tecnici completano la documentazione specifica sui restauri, condotti con l’ausilio di specialisti dell’Istituto Centrale del Restauro di Roma e del Politecnico di Milano.  
   
   
A FABRIANO (ANCONA) SI INAUGURA LA GRANDE MOSTRA CHE CELEBRA L’ARTE DI EDGARDO MANNUCCI (1904 - 1986)  
 
Fabriano, 20 giugno 2005 - La città di Fabriano intende ricordare la figura di Edgardo Mannucci, un protagonista dell’arte plastica informale europea, nato a Fabriano nel 1904, attraverso 80 delle sue opere più importanti, raccolte nella mostra “Mannucci e il Novecento. L’immaginario atomico e cosmico”, in programma dal 24 giugno al 3 settembre nei suggestivi spazi della Galleria del Seminario Vecchio, e con una sezione dedicata ai disegni allestita nel paese di Cupramontana a 30 chilometri da Fabriano. Questo collegamento sul territorio segue idealmente una parte della vita di Mannucci che dopo gli anni giovanili trascorsi nella sua città natale, si trasferisce a Roma, per poi decidere di rientrare nelle Marche e stabilirsi ad Arcevia. L’iniziativa, promossa da Fabriano Incontra, Fondazione Carifac, Carifac spa, dal Comune di Fabriano e dall’Unifabriano, è curata da Enrico Crispolti che ha selezionato le 80 sculture che compongono l’itinerario espositivo diviso in tre sezioni. Vengono ripercorsi gli esordi dapprima figurativi, influenzati dalla lezione del maestro novecentista Quirino Ruggeri, e poi neo cubisti, da cui l’artista approda successivamente a una originale scultura informale in un primo momento segnica e poi materico-gestuale. Scultore dell’energia, Mannucci dopo la guerra e soprattutto dopo la bomba di Hiroshima, fu attratto dalle possibilità della materia di esprimere emozioni profonde: con azione demiurgica, libera il materiale grezzo e grumoso dalla sua gravità mediante il movimento, cosicché l’energia imprigionata nella materia si svincola trasformandosi in moto. Alla fine della sua vita, l’artista recupera un certo modello di classicità ed equilibrio e, dalle forme guizzanti nello spazio, in fuga lungo veloci vettori rettilinei o spiralici, sempre aperti, si converte alla forma chiusa della circolarità, archetipo della perfezione e della misura. L’esposizione si apre con la sezione intitolata Il Grande Stile (secondi anni Sessanta - Ottanta) composta da 38 sculture di Mannucci insieme ad altre di artisti dello stesso periodo quali Corrado Cagli, Fausto Melotti, Mino Trafeli, Nino Franchina, Valeriano Trubbiani, Giuseppe Uncini, Eliseo Mattiacci. Si passerà poi a I Precedenti: Dal Primordio al Postcubismo (anni Trenta – Quaranta) con 14 sculture di Mannucci che dialogano con opere coeve, tra gli altri, di Arturo Martini, Quirino Ruggeri, Pericle Fazzini, Afro Basaldella, Giacomo Balla, Enrico Prampolini, Renato Guttuso. Si terminerà poi con la sezione dedicata a L’informale (anni Cinquanta – primi Sessanta) che accanto a sculture e dipinti presenta oggetti di oreficeria che saranno esposti presso le sedi Carifac di Fabriano, Ancona e Roma. Il tutto in relazione con opere di Pietro Consagra, Mirko Basaldella, Alberto Burri, Lucio Fontana, Roberto Crippa, Giuseppe Capogrossi, Leoncillo. La mostra è accompagnata da un ricco catalogo pubblicato da Silvana Editoriale. Edgardo Mannucci (Fabriano 1904 - Arcevia 1986) giunge a Roma nel 1927 dalla sua città natale, dove aveva già acquisito la conoscenza delle tecniche di lavorazione del marmo e del cemento, e si trova a stretto contatto col conterraneo, e suocero, Quirino Ruggeri dal quale riceve gli insegnamenti per l'elaborazione della pratica scultorea. Dopo l'iniziale adesione alla scultura di tipo figurativo, non ignara della grande influenza che in quegli anni esercita l'esemplare figura di Arturo Martini, l'arte di Mannucci compie una decisiva svolta. La frequentazione di Enrico Prampolini, polemicamente rivolto a proclamare l'importanza della "realtà della materia" e l'amicizia con i Futuristi, maturano in lui la sfiducia nei valori plastici tradizionali della scultura, atteggiamento che raggiunge il suo apice in coincidenza con lo storico evento della seconda guerra mondiale. Reduce dall'esperienza bellica, Mannucci compie il radicale passaggio verso la dimensione astratta, derivata dal bisogno di esprimere, attraverso una mutata percezione del linguaggio artistico, una nuova verità. Liberatosi dai condizionamenti della "figura umana", sul finire degli anni ‘40, la ricerca dello scultore marchigiano si rivolge ad esplorare le infinite possibilità della "forma" esteriormente chiusa in strutture geometriche euclidee, ma visibilmente animate da un'energia interna protesa verso la conquista dello spazio. Seriamente coinvolto dall'atomica di Hiroshima e consapevole della nuova forma di "energia" generata dalla disintegrazione dell'atomo, Mannucci giunge a forme rinnovate che si sviluppano attraverso l'intervento della tecnica della saldatura diretta, dove la materia incandescente dà vita a una forza immediata. Aboliti i materiali tradizionali, lo scultore sperimenta, attraverso l'alta qualità dell'operazione manuale, l'aggregazione di più tipi di materie, l'ottone, il rame, il bronzo, svolgendo un'operazione di parte affine alla contemporanea ricerca materica di Burri. È infatti con quest'ultimo unitamente a Capogrossi, Ballocco e Colla che Mannucci partecipa alla costituzione, tra la fine del 1949 e gli inizi del 1950, del gruppo "Origine". Nei presupposti di questo gruppo, che intende rifiutare ogni linguaggio figurativo tradizionale legato al Novecento, Mannucci elabora un proprio codice espressivo parallelo, ma del tutto singolare rivolto alla poetica dell'informale. Nelle sue creazioni, che lo scultore denomina "Opere" e "Idee", compaiono strutture imprevedibili, in un continuo divenire che si disegnano nello spazio come nuclei generatori di energia. Per Informazioni: tel. 0732.4807 E-mail mannucci@unifabriano.It  
   
   
LUCHINO VISCONTI E MORENO BONDI: UN COMUNE DENOMINATORE “LA CADUTA DEGLI DEI”  
 
Ischia, 20 giugno 2005 - Per le opere di Moreno Bondi si aprono ad Ischia i saloni della Villa La Colombaia, famosa residenza del regista Luchino Visconti. La mostra dal titolo “La caduta degli Dei” (dal 5 al 25 agosto 2005) è organizzata nel contesto della Rassegna Ischia Colori, Luci E Musica “5 Artisti nei pressi della pietra rossa - Sulle tracce di Auden, Visconti e Walton", dall’Associazione Ischia Prospettiva Arte, con il supporto della Fondazione Luchino Visconti. L’artista toscano rivela la sua unicità e complessità con tele (dipinte ad olio secondo la tecnica caravaggesca di cui è esperto), al cui interno inserisce preziose sculture in marmo statuario di Carrara. La realizzazione di opere che coniugano materiali e tecniche diversi (per il senso dello spazio, per competenze e cognizioni) presuppone completezza nella formazione, duttilità nel variare gli schemi progettuali ed i modelli compositivi, nonchè capacità esecutive differenti. L’impegno si rivela oneroso qualora l’artista (come in questo caso) non segua l’attuale consuetudine di affidare ad altri la lavorazione del marmo. “Il connubio delle due arti, per noi inedito, –spiega Moreno Bondi- concettualmente appartiene alla grande eredità del Barocco. Si pensi alle chiese del ‘600, in cui le sculture berniniane incorniciano le grandi pale d’altare ed addirittura entrano nei quadri, fondendosi in un continuo rimando fra pittura e scultura. Ancora una volta il passato si afferma come fondamento e sostegno della modernità, la quale, mossa dall’ansia di autonomia e dalla pretesa di originalità, ha smarrito la propria identità, impoverendosi nel riproporre una sterile maniera di se stessa”. Il mondo attuale, dunque, ha eluso il vincolo con la tradizione (ad Ischia rappresentata dalle caratteristiche rocce purpuree): ”l’espressione nei pressi della pietra rossa contenuta nel titolo della Rassegna –spiega il coordinatore Gabriele Perretta- è sintomatica della nostra condizione e posizione culturale contemporanea, a latere rispetto ad una storia che a noi non è dato vivere”. Nondimeno gli uomini dell’epoca odierna possono rintracciare segni di antica memoria nelle immagini del regista, cui i luoghi ischitani erano familiari, oppure coglierne i riflessi nello specchio moderno delle opere di Moreno Bondi, che ripercorre a suo modo le tracce e le suggestioni dell’indimenticabile opera di Luchino Visconti. A lui lo accomuna la capacità di guardare con mente attuale al passato, stabilendo una relazione con il presente ed evidenziando il rapporto dialettico fra analisi della realtà ed il tempo della storia e del mito. Ischia Villa La Colombaia Visconti Forio d’Ischia, Ischia (Napoli) Informazioni www.Morenobondi.it  
   
   
UN MAESTRO E LA POESIA DIPINTI DI FRANCESCO PAGLIAZZI (1910 - 1988) IN MOSTRA A PALAZZUOLO SUL SENIO 2 LUGLIO – 11 SETTEMBRE 2005  
 
Palazzuolo sul Senio (Fi), 20 giugno 2005 - Sabato 2 luglio 2005 verrà inaugurata la mostra “Un Maestro e la Poesia. Dipinti di Francesco Pagliazzi (1910-1988) in mostra a Palazzuolo sul Senio”. La mostra, a cura di Silvestra Bietoletti e Barbara Montevecchi, è promossa dall’Assessorato alla Cultura di Palazzuolo sul Senio in collaborazione con il Consiglio Regionale della Toscana e con il patrocinio della Regione Toscana, Provincia di Firenze, Comunità Montana del Mugello e Apt di Firenze. La mostra vuole rendere omaggio al pittore Francesco Pagliazzi nel luogo che più di altri ha ispirato la sua opera fin dagli anni della prima maturità, Palazzuolo sul Senio, paese d'antica storia ai confini fra la Toscana e l'Emilia Romagna. Una rassegna di circa sessanta opere tra dipinti e bozzetti, allestita nelle sale espositive di Palazzo Strigelli e nella dimora palazzuolese del pittore, che ripercorre la carriera artistica di Pagliazzi a partire dagli anni del dopoguerra, agli anni 50-60 che lo vedono attivo a Firenze, Parigi, Venezia, New York, fino alla vecchiaia, quando Palazzuolo, come inesauribile fonte ispiratrice, diviene la residenza prediletta dell'artista. Formatosi all'Istituto d'Arte di Firenze sotto la guida di Libero Andreotti e di Giuseppe Lunardi, Francesco Pagliazzi esordisce appena ventenne con opere che, pur dettate dal predominante interesse per la figura umana, suggeriscono l'inflessione intimista che caratterizzerà l’intera sua opera. Ha lo studio al Conventino, e in quell'edificio defilato dagli ambienti mondani, adibito a bottega artigiana oltre che a studio per artisti, Pagliazzi si dedica al paesaggio e alla natura morta, più confacenti ad esprimere il sentimento di cordiale affabilità verso la natura e gli uomini che sempre distinguerà la sua arte. Nel 1935 è invitato alla Ii Quadriennale romana dove ha l'occasione di conoscere la pittura di Filippo De Pisis. Partendo da questo nuovo linguaggio, Pagliazzi riesce a tradurre l'immediatezza dell'ispirazione e il tempo necessario a sedimentarla in una compiutezza espressiva utilizzando la luminosità e i colori della pittura come materia di meditate riflessioni. Oltre alla partecipazione a rassegne nazionali e internazionali, fra cui la Biennale di Venezia nel 1936, partecipa a numerose esposizioni e personali a Parigi, Zurigo, Montevideo, New York, e nelle principali città italiane. Nascono allora le vedute di Parigi, Venezia, Roma, Milano, quelle della campagna che attornia il paese, fragrante d'aria e di sole, le nature morte composte di pochi oggetti modesti - ortaggi, utensili di cucina, fiori di campo -, i ritratti di persone amate, fra cui risalteranno per bellezza e poesia quelli della figlioletta Adelina. Le ascendenze impressioniste e dell’Ecole de Paris danno vita a una pittura pastosa, ricca di colore, che tuttavia rivela, sotto la guizzante vivacità della pennellata, la meditata sapienza compositiva di origine macchiaiola. "Pitture veementi, genialmente sintetiche" avrebbe scritto in proposito Pietro Annigoni - amico di lunga data e compagno dell'artista in importanti esposizioni - in grado di rendere "l'evidenza dei soggetti", o meglio di rivelarne l'intima essenza. Una maniera cui Pagliazzi resterà fedele nel tempo, dipingendo con immutabile sincerità d'ispirazione, con la consapevolezza di quanto le qualità formali e l'emozione superino la transitorietà delle mode, dimostrando così il suo gran talento di poeta del quotidiano, di pittore virtuoso e sensibile. I dipinti di Pagliazzi, sia su tela sia su tavola, rispettano precisi canoni dimensionali come lo stesso artista tiene a precisare: “Ho mantenuto le misure standard francesi non senza un motivo che forse merita di essere brevemente spiegato. Infatti, in quella proporzione, in quel rapporto, ho avuto una certa armonia, tutta propria della spiritualità francese, che mi ha piacevolmente conquistato fin dal primo momento della mia permanenza parigina".  Www.palazzuolo.it   
   
   
INTERSEZIONI CRAGG FABRE PALADINO SCULTURE AL PARCO ARCHEOLOGICO DI SCOLACIUM 18 GIUGNO-9 OTTOBRE 2005  
 
Roccelletta di Borgia (Catanzaro), Venerdì 17 giugno è stato inaugurato al Parco Archeologico di Scolacium, a pochi chilometri da Catanzaro, Intersezioni, la mostra che ha l'obiettivo di proporre una nuova fruibilità dell'arte sottolineando la relazione tra il patrimonio archeologico e l'esperienza di tre fra i più significativi scultori contemporanei, Tony Cragg (Liverpool, 1949), Jan Fabre (Anversa, 1958) e Mimmo Paladino (Paduli, 1948). Il progetto espositivo, a cura di Alberto Fiz, è organizzato dall'Assessorato alla Cultura della Provincia di Catanzaro con la collaborazione della Regione Calabria, della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria e del comune di Borgia. Intersezioni sviluppa un rapporto sinergico tra passato e presente attraverso l'intervento degli artisti che hanno saputo dare nuovi significati metamorfici a un luogo ricco di storia e di memoria. "La mostra", spiega l'Assessore alla Cultura della Provincia di Catanzaro Maurizio Rubino, "s'inserisce in un ampio progetto volto alla promozione del patrimonio archeologico della Calabria e alla diffusione dell'arte contemporanea". Cragg, Fabre e Paladino hanno studiato tre specifici progetti all'interno del Parco Archeologico di Scolacium. Questo è il nome del luogo che deriva da Minervia Scolacium, la colonia romana che s'installò nel 123-122 a.C. Sulla città greca di Skilletion. "In quest'occasione", spiega il Presidente della Provincia di Catanzaro Michele Traversa, "il luogo diventa non solo la sede espositiva ma il punto focale di un'indagine tesa a recuperare un'unitarietà che in apparenza appare perduta". Sono oltre 40 i progetti proposti di cui alcuni realizzati appositamente per quest'occasione. Se le imponenti sculture di Cragg, cariche di una monumentalità al tempo stesso fantastica e organica, trovano la loro collocazione ideale nel Foro, ovvero la piazza principale della colonia Minervia Scolacium, le figure arcaiche e primordiali di Paladino dialogano alla perfezione con il Teatro romano realizzato nel I e nel Ii secolo d.C., mentre le opere misteriose e stranianti di Fabre entrano metaforicamente in armonia con la spiritualità della Basilica di Santa Maria della Roccella, uno dei più significativi monumenti medievali della Calabria. "I tre artisti, pur con linguaggi e approcci diversi, condividono medesime problematiche. Cragg, Fabre e Paladino, infatti, emanano, attraverso le loro opere, una forte energia vitalistica in un confronto con la dimensione temporale e spaziale", spiega Alberto Fiz. "Questo consente di realizzare un'operazione duplice dove la ricerca contemporanea s'innesta sul territorio creando nuovi percorsi visivi e nuove suggestioni". I tre artisti hanno progettato il loro intervento in relazione alle caratteristiche di uno spazio particolarmente ricco di suggestione. Cragg ha scelto di presentare una serie di opere realizzate tra il 1999 e il 2003 dove si evidenzia un tracciato caratterizzato da continui rimandi all'aspetto geometrico e organico della materia. Tra le grandi sculture scelte da Cragg si distingue Wirbelsaule del 1999, mai esposta prima d'ora, Early Forms del 2001, Cast Glances del 2002 oltre a Untitled del 2000, un lavoro in arenaria rossa di 16 tonnellate caratterizzato da una serie di stratificazioni che ne modificano la prospettiva."Attraverso il tempo gli oggetti diventano residui della propria cultura d'origine, portando con sé il ricordo della conoscenza e dello spirito di chi li ha creati", afferma Cragg. Per quanto concerne Fabre, la Basilica diventa il punto focale della sua elaborazione plastica caratterizzata da continue metamorfosi. Se in cima alla Basilica verrà collocato L'uomo che misura le nuvole, una grande scultura in bronzo che sembra entrare in relazione con l'ultraterreno, l'artista belga ha progettato per l'occasione I motori dell'anima del 2005, una nuova installazione con motori e cinque teschi di scarabei. Si tratta di un'opera fortemente simbolica dove, come spiega Fabre, "l'idea è quella di una fusione tra l'energia fisica e quella mentale. A rappresentare l'energia fisica e pulsante sono i motori, mentre l'energia spirituale è simboleggiata dalla Basilica". Ad occupare il Teatro è Paladino che per l'occasione ha realizzato una specifica installazione dove lo spazio antico viene animato da presenze silenziose e inquietanti, fantasmi di un passato collettivo. Si tratta de I Dormienti collocati sui gradoni del teatro come spettatori muti. Le 15 opere in terracotta creano un universo autonomo e suggestivo che entra in relazione con gli attori della scena, ovvero i Testimoni, quattro grandi figure in bronzo severe e ieratiche. Nella parte alta del teatro, Paladino ha deciso di collocare un grande Elmo che sintetizza l'universo mitico e simbolico proprio della sua indagine. "La mie opere non creano fratture e fanno parte del continuum temporale diventando parte integrante di un paesaggio caratterizzato da stratificazioni e sovrapposizioni, come testimonia proprio il Parco Archeologico di Scolacium", spiega Paladino. Tony Cragg, che nel 2003 ha presentato le sue opere in una grande mostra al Macro di Roma, nel 1988 ha rappresentato la Gran Bretagna alla Biennale di Venezia e quello stesso anno ha vinto il Turner Prize. Ha esposto, tra l'altro, al Museo d'Arte Contemporanea di Nizza, al Reina Sofia di Madrid, alla Royal Academy di Londra, al Museo Cantonale di Lugano, al Museo d'Arte Moderna di Tokyo, al Museo di Grenoble, alla Tate Britain di Liverpool e al Guggenheim di Venezia. Sarà lui a realizzare la scultura simbolo delle Olimpiadi invernali previste a Torino nel 2006. Jan Fabre è stato invitato per la prima volta alla Biennale veneziana nel 1984. Ha successivamente preso parte a Documenta Ix di Kassel, alla Kunsthalle di Basilea e, recentemente, ha esposto con una personale alla Galleria d'Arte Contemporanea di Bergamo, allo Stedelijk Museum di Gand e al Museo d'arte contemporanea di Lione. Fabre si occupa di arte visiva, scrittura e teatro e nel 2005 è co-direttore artistico del Festival di Avignone. Mimmo Paladino ha partecipato alla sua prima Biennale veneziana nel 1980. Ma vanno ricordate la rassegna alla Lenbachhaus di Monaco, le mostre al Kunstmuseum di Basilea, alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna e alla Royal Academy di Londra. Va, inoltre segnalata, la grande installazione Montagna di sale realizzata a Napoli, la personale al Centro d'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato nel 2002-2003. Paladino è membro onorario della Royal Academy di Londra e le sue opere sono collocate in permanenza in alcuni dei principali musei internazionali tra cui il Metropolitan Museum di New York. Nel 2005 la Loggetta Lombardesca di Ravenna ha ospitato una sua personale che affronta il rapporto con il teatro dal titolo Mimmo Paladino in Scena. Sino al 31 agosto 2005 espone al museo Ca' Pesaro di Venezia. Info: 0961/84342 – 741257  
   
   
MAGNA GR AECIA ARCHEOLOGIA DI UN SAPERE CATANZARO, COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN GIOVANNI 19 GIUGNO - 30 OTTOBRE 2005  
 
Catanzaro, 20 giugno 2005 - "Magna Græcia. Archeologia di un sapere" è la mostra che si terrà a Catanzaro, nel Complesso Monumentale di San Giovanni, dal 19 giugno al 30 ottobre 2005. Attraverso un percorso tra materiali di straordinario valore storico-artistico e documentario, la mostra è un viaggio nella storia della civiltà greca d’Occidente e nel passato prossimo della sua riscoperta dall’età illuminista in poi: un viaggio che, partendo dalla cultura greca, permette di ricostruire le origini del sapere di oggi. In mostra più di 800 reperti, tra i quali vasi, statuette in terracotta, rare sculture in marmo, utensili, oreficeria, corredi funerari, iscrizioni, libri antichi, incisioni e quadri provenienti dai principali musei archeologici dell'Italia meridionale e d’Europa. Per l'occasione torna per la prima volta in Calabria, dove forse è stato realizzato nel 470 a.C. Circa, il meraviglioso Trono Ludovisi conservato a Roma a Palazzo Altemps. Tra gli altri prestiti di grande fascino va citata la grande e conturbante Testa marmorea di Apollo Aleo, ritrovata a Cirò e oggi conservata nel museo di Reggio, e, sempre dalla Calabria, la laminetta orfica di Hipponion, la moderna Vibo Valentia, materiali dal santuario di Hera Lacinia a Crotone e dagli scavi di Caulonia. Dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli provengono, tra l’altro, le tavole bronzee di Eraclea e il corredo dal famoso Ipogeo del Vaso di Dario a Canosa.  
   
   
FESTA EUROPEA DELLA MUSICA 2005  
 
Roma, 20 giugno 2005 - Ancora una volta la Discoteca di Stato - Museo dell'Audiovisivo prende parte alla Festa Europea della Musica che come ogni anno festeggia in tutte le capitali europee il giorno del solstizio d'estate, il 21 giugno, con concerti di ogni genere musicale, tutti ad ingresso gratuito. La programmazione della Discoteca di Stato - Museo dell'Audiovisivo di quest'anno è realizzata in collaborazione con la Federazione Cemat e prevede vari appuntamenti, musicali e non solo, nella cornice dello splendido cortile monumentale e nell'Auditorium di Palazzo Antici-mattei, in Via Michelangelo Caetani 32. Ore 19:00 - Auditorium Atelier Music: Concerti Promenade “giovani esecutori italiani”; ore 21:30 - Cortile monumentale performance della clarinettista Roberta Gottardi. Oltre il Ricordo di Antonio Iafigliola , Traum-formel di Karlheinz Stockhausen. Una delle musiciste più note in Italia e all'estero per la sua specializzazione nei linguaggi e nelle forme d'espressione contemporanea. Ore 22:00 - Cortile monumentale proiezione del film: Gli ultimi giorni di Pompei regia di Eleuterio Ridolfi (Ambrosio Film, 1913) 56' . Live computer soundtrack di Edison Studio su musiche di: Mauro Cardi, Luigi Ceccarelli, Fabio Cifariello Ciardi, Alessandro Cipriani. Co-produzione: Edison Studio, Roma - Fondazione Mm&t, Milano. Amori, filtri magici, vendette, cupe passioni. E nel finale l'eruzione del Vesuvio che nel 79 d.C. Distrusse Pompei. Una trama intricata per un film che segnò l'inizio di un genere con effetti speciali, complesse ed accurate scene di massa che furono decisive nel garantire successo in tutto il mondo a quella che il "Moving Pictures World" definì "una delle più belle storie di ogni tempo e Paese". Mauro Cardi, Luigi Ceccarelli, Fabio Cifariello Ciardi e Alessandro Cipriani, alle prese con questo colossal muto del '13, utilizzando le nuove tecnologie in tempo reale e differito, hanno scritto una colonna sonora su più livelli: suoni simbolici, piani sonori complessi, dialoghi in lingue "improbabili", riferimenti non naturalistici. Per informazioni Tel :
06 684069-23/24/29
 
   
   
MUSICA E STRUMENTI/APPUNTAMENTI DAL 21 AL 26 GIUGNO, YAMAHA È AL PERCFEST, IL FESTIVAL JAZZ INTERNAZIONALE DI LAIGUEGLIA  
 
 Milano, 20 giugno 2005 – Ovunque ci sia musica di qualità Yamaha Musica Italia è presente. E, naturalmente, un festival jazz di respiro internazionale – dedicato alle percussioni – come il Percfest di Laigueglia (Sv) non poteva non annoverare Yamaha tra i suoi “protagonisti”. Sponsor della manifestazione, Yamaha porterà nella cittadina ligure Luca Capitani autentico mago delle due bacchette che terrà – tutti i giorni alle ore 16:30 - un corso gratuito di batteria in Piazza Libertà. Dedé Ceccarelli, altro endorser Yamaha, il 25 giugno, oltre a dare vita a una frizzante jam insieme ad altri grandi nomi del jazz, terrà anche un interessante seminario. Luca Capitani - endorser Yamaha e musicista che ha collaborato, tra gli altri, con Rossana Casale, Avion Travel, Steve Vai, Tullio D’episcopo, Jovanotti - è uno dei più conosciuti insegnanti italiani di batteria. Nei suoi 15 anni di attività didattica ha collaborato con le più importanti scuole di musica nazionali. Da oltre sette anni è direttore della Facoltà di batteria delle accademie Lizard e dal 1996 insegna presso l'Accademia Lizard di Grosseto. Gli appassionati di percussioni e chi ama le note jazz, non possono non partecipare almeno un giorno al Percfest di Laigueglia. Questa manifestazione, dedicata al grande musicista Giuseppe “Naco” Bonaccorso, ha trasformato la bellissima località ligure nella capitale europea della percussioni. Oltre che per ascoltare ottima musica, il Percfest è un’occasione per osservare da vicino le batterie Yamaha - tra cui il bellissimo modello Maple Custom Absolute Nouveau - suonate da mani esperte e… per sentirle “ dare il meglio”! Giunto alla sua nona edizione, il festival ospita numerosi appuntamenti – tutti gratuiti - che spaziano dai concerti e jam session alle lezioni di percussioni, dai seminari agli incontri dedicati alla letteratura. Più di cento sono gli eventi didattico musicali e gli artisti che danno vita alle varie esibizioni sono star di caratura internazionale. Tra i vari nomi spiccano: il quintetto di Wallace Roney, erede spirituale di Miles Davis; Enrico Rava Quintet, nominato miglior gruppo del 2004 da una giuria specializzata; Paolo Fresu; Elio di Elio e le Storie Tese; Stefano Bollani e Roberto Gatto Duo… www.Percfest.com  
   
   
DA TUTTO IL MONDO A FIRENZE PER IL PREMIO GALILEO LA COMUNITÀ INTERNAZIONALE CELEBRA CON UNA FASTOSA CERIMONIA A BOBOLI I CINQUE VINCITORI: BOCELLI, BONINO, FUENTES, HENRI LÉVY E LA RIVELAZIONE KSENIA BASHMET  
 
Firenze, 20 Giugno 2005 – L’ave Maria di Gounod per la voce di Andrea Bocelli, il pensiero sull’Europa di Bernard Henri Lévy, i capolavori degli Uffizi, lo spettacolo shakespeariano che attori e ballerini della Pergola e del Maggio Musicale hanno messo in scena tra i sentieri di Boboli. Sono alcuni dei momenti rilevanti della Ix edizione del Premio Galileo 2000 che si sono svolti a Firenze con molte centinaia di ospiti dai cinque continenti, ministri e parlamentari, ambasciatori di una decina di nazioni, ex e futuri governanti, rappresentanti delle istituzioni, del mondo della cultura, spettacolo, finanza, informazione, società, tutti per festeggiare le cinque personalità alle quali il premio è stato destinato: il cantante Andrea Bocelli e la venticinquenne pianista russa Ksenia Bashmet per la Musica, il filosofo francese Bernard-henri Lévy per la Libertà del Pensiero, lo scrittore messicano Carlos Fuentes per la Cultura, Emma Bonino per la Pace. Sono stati scelti da una giuria internazionale composta dall’attrice greca Irene Papas, dall’ex ministro della Cultura francese Jack Lang, dal direttore generale dell’Ente Teatrale Italiano Marco Giorgetti, dalla principessa Irina Strozzi e da Alfonso De Virgiliis, presidente della Fondazione Premio Galileo 2000 che organizza l’evento in collaborazione con l’Ina Assitalia di Firenze, nella persona dei due agenti generali Antonio De Virgiliis e Michele Reali. Oltre ai membri della giuria, hanno partecipato alla cerimonia il ministro dell’Ambiente Altero Matteoli con il sottosegretario Roberto Tortoli e il vice ministro dei Beni Culturali Antonio Martusciello. Tra i parlamentari Stefano Passigli, Enrico Jacchia, Vittorio Sgarbi. La Francia è stata rappresentata dal ministro per la Sicurezza Sociale Catherine Vautrin e dal ministro consigliere dell’ambasciata in Italia Florence Mangin. La Spagna dall’ex ministro del Lavoro Fernando Suarez Gonzalez, dall’ambasciatore a Roma Josè Luis Decenta Ballester e da quello presso la Santa Sede Jorge Dezacallar de Mazarredo. Numeroso anche il corpo diplomatico dei altri paesi di lingua spagnola: gli ambasciatori del Messico Rafael Tovar, dell’Equador Emilio Izquierdo e quello del Perù in Vaticano Josè Moran Val. Con Irene Papas tra i volti noti dello spettacolo figurano Giorgio Albertazzi, Lucia Bosè, Andrea Giordana, Sergio Fantoni, Mariangela D'abbraccio, Marina Malfatti, Laura Lattuada, Deborah Caprioglio e il regista Maurizio Scaparro. Delle istituzioni locali hanno fin qui confermato, tra gli altri, il sindaco Leonardo Domenici, il presidente della Provincia Matteo Renzi, il rettore Augusto Marinelli, il questore Vincenzo Indolfi, i comandanti provinciali e regionali dei carabinieri Giovanni Nistri e Roberto Rosi, il soprintendente Antonio Paolucci. Presente anche il direttore del Museo di Storia della Scienza Paolo Galluzzi con il direttore del Nobel Museum di Stoccolma Svante Lindqvist. Tutta la parte spettacolare è comunque affidata alla regia di Ilaria Bucchioni, a 40 attori, 26 ballerini, 106 musicisti (Filarmonica, Agimusarte e Orchestra da Camera Fiorentina diretta da Giuseppe Lanzetta) oltre ai 47 elementi del coro Harmonia Cantata e alla Filarmonica Rossini. Dieci gli elettricisti, 5 i carpentieri. Per la cena (catering Guido Guidi) erano all’opera 120 tra cuochi e camerieri. E stata resa disponibile anche un’ambulanza e per la sicurezza un piccolo esercito di vigili, polizia e carabinieri, oltre al personale della Soprintendenza e allo staff di servizio. In tutto oltre 600 persone. Antonella Boralevi ha condotto la cerimonia che è stata arricchita da un’esibizione di Bocelli (Natalia Strozzi è la ballerina prescelta per danzare sull’aria dell’Ave Maria) e da un discorso sull’Europa di Bernard Henry Lévy. Un’esibizione del noto industriale tedesco Karl Zeiss, appassionato di lirica, che ha cantato un’aria dalle Walkirie wagneriane. I premi per i vincitori (spille d’oro impreziosite da diamanti, rubini e perle) sono realizzati dalla Bottega orafa Penko.  
   
   
GOLF – ANCORA UN SUCCESSO ITALIANO: GIUSEPPE CALI’ PRIMO NELLA MOBILE CUP  
 
Milano, 20 giugno 2005 - Ancora una vittoria italiana in campo europeo, la terza nell’arco di un mese. L’ha ottenuta Giuseppe Calì, che si è imposto nella Mobile Cup, torneo del Seniors Tour disputato al Collingtree Park Gc di Northampton, in Inghilterra. Calì, cinquantatreenne nato a Mirano (Ve) ma di origine siciliana, ha concluso il torneo con 208 colpi (66 70 72), otto sotto par, dopo una corsa di testa. Grazie a un birdie sull’ultima buca ha superato di un colpo lo scozzese Martin Gray (209 - 67 72 70) con il quale ha dato vita a un emozionante duello finale, mentre gli altri pretendenti al successo non sono riusciti mai a inserirsi nella lotta pur rimanendo sulla scia dei due protagonisti. Al terzo posto con 210 lo statunitense Alan Tapie (68 69 73), che ha annullato le sue chances infilando quattro bogey consecutivi, al quarto con 211 Horacio Carbonetti e Gordon Townhill. Calì, partito per il giro finale con un colpo di vantaggio su Tapie e tre su Gray, ha segnato un birdie alla quarta buca, poi ha avuto un momento difficile tra la 8 (doppio bogey) e la 10 (bogey), ma è riuscito a mantenere il primato pur se raggiunto da Gray. L’italiano ha tentato due volte l’ allungo, prima su errore dell’avversario (buca 13), poi con un birdie alla 15 al quale lo scozzese ha replicato alla 16. L’epilogo sull’ultimo green con Calì che ha ottenuto il “4” del birdie e il primo titolo nel Seniors Tour. Lo scorso anno aveva più volte sfiorato il successo piazzandosi per ben cinque volte tra i primi cinque classificati e complessivamente in otto occasioni tra i “top ten”. Alps Tour: Giorgio Grillo Si Classifica Terzo In Svizzera – Giorgio Grillo (211 - 69 69 73) si è classificato al terzo posto nel Memorial Olivier Barras, torneo dell’Alps Tour disputato sul percorso di Crans sur Sierre. Ha vinto il francese Bertrand Coathalem (207 - 68 67 72), il vetta sin dal primo giro, davanti al tedesco Marcel Haremza (210 - 71 72 67). Quarto Thomas Feyrsinger con 212, quindi altri due italiani tra i primi dieci in graduatoria: quinto con 213 Nicola Maestroni (69 76 68) , settimi con 218 Michele Reale (74 74 70) e Matteo Verardo (72 73 73). A premio anche: 14° Fernando Pasqualucci e Gianluca Pietrobono con 219; 20° Massimiliano Secci e Stefano Reale con 220; 27° Massimo De Vidal, Antonio Jurilli ed Emmanuele Lattanzi con 222; 34° Luca Bernardini con 224; 40° Cristian Lanza con 226; 45° Nicolò Gaggero con 228. European Tour: Joakim Backstrom In Play Off - Il ventisettenne svedese Joakim Backstrom (280 - 72 70 68 70) superando con un par alla prima buca di play off l’inglese Paul Dwyer (280 - 73 68 71 68) si è imposto nell’Aa St. Omer Open, torneo in combinata tra European Tour e Challenge Tour svoltosi sul percorso dell’Aa St. Omer Gc a Lumbres, in Francia. Con il primo successo in carriera Backstom è anche passato direttamente nell’ European Tour avendo ottenuto l’esenzione fino alla fine dl 2006. Al terzo posto con 281 James Heath, Steven Jeppesen e Michael Jonzon. Piccolo passo avanti finale di Massimo Scarpa salito dal 67° al 59° posto con 290 (71 73 74 72). Hanno partecipato alla gara senza superare il taglio, caduto a 145: 78° con 146 Massimo Florioli (74 72); 89° con 147 Alberto Binaghi (78 69), Alessandro Napoleoni (74 73); 115° con 149 Marco Bernardini (75 74); 123° con 150 Francesco Molinari (76 74). Internazionali Di Francia: Valvassori 4ª, Roscio 10ª - Buona prestazione azzurra ai Campionati Internazionali Femminili di Francia, sul percorso del Golf Club Pau, dove Vittoria Valvassori si è classificata quarta con 287 (73 71 68 75) e Anna Roscio decima con 295 (70 73 76 76). Sono entrate tra le 43 giocatrici ammesse ai due turni finali, disputati nella stessa giornata, anche Federica Angioletti, 30ª con 306 (77 76 85 68), Enrica Prando 33ª con 308 (79 70 84 75) e Giusy Paolillo 40ª con 317 (78 79 80 80). Non qualificata Giulia Garbaccio, 55ª con 162 (83 79). Il torneo è stato vinto dalla francese Anne Lise Caudal con 282 colpi (67 73 71 71) davanti alla connazionale Alexandra Vilatte (284 - 68 74 74 68) e alla tedesca Stephanie Doering (284 - 75 68 68 73).  
   
   
GOLF – U.S. OPEN: RETIEF GOOSEN CERCA IL TRIS  
 
Milano, 20 giugno 2005 - Con un deciso allungo nelle ultime cinque buche Retief Goosen ha preso un vantaggio di tre colpi nel terzo giro del 105° U.s. Open Championship, il secondo major stagionale che si sta disputando sul proibitivo percorso del Pinehurst Resort & Cc n. 2, al Village of Pinehurst nel North Carolina. Il campione uscente (207 - 68 70 69), unico giocatore con un punteggio totale sotto il par del tracciato e con parziali mai superiori al par nei tre turni, ha concluso in 69 colpi, stesso score ottenuto anche da Peter Jacobsen (11° con 211) in una giornata in cui solo altri otto concorrenti hanno girato nel 70 del par e in cui la media score è stata superiore al 74. Goosen, in un momento in cui sembrava che fossero rientrati in corsa anche i giocatori a “+3” tra i quali Tiger Woods, è stato capace di reagire alla sequenza bogey-doppio bogey con tre birdie, mettendo in tal modo una serie ipoteca sulla sua eventuale terza vittoria in questo major (2001-2004). Hanno contenuto i danni i due giocatori sui quali forse si puntava meno, Olin Browne (67 71 72) e Jason Gore (71 67 72), al secondo posto con in 210 del par. Michael Campbell e Mark Hensby, quarti con 211, David Toms sesto con 212, Tiger Woods, Peter Hedblom, Lee Westwood e K.j. Choi, settimi con 213, in un torneo normale avrebbero ancora chances di successo, ma il tracciato di Pinehurst 2 non consente recuperi clamorosi. Di conseguenza eventuali speranza di rimontare si debbono legare necessariamente anche a un disastro del sudafricano che, almeno per quanto visto sino ad ora, appare improbabile. Tiger Woods ha perso due colpi nelle prime tre buche, poi se li è portati dietro a causa di una impressionante serie di putt per il birdie mancati per un soffio, mentre David Toms ha pagato salata qualche momentanea amnesia. Per gli altri bigs i sogni sono tornati nel cassetto. Non hanno più chances Vijay Singh, 11° con 214, Adam Scott e Sergio Garcia, 15.1 con 215, Luke Donald e Jim Furyk, 21.I con 216. Erano già out dopo due giri Davis Love Iii 26° con 217, Phil Mickelson, 35° con 218, Ernie Els e Colin Montgomerie, 41.I con 219. Alps Tour: Giorgio Grillo Al Secondo Posto – Giorgio Grillo (138 - 69 69) è rimasto al secondo posto nel Memorial Olivier Barras, torneo dell’Alps Tour che si svolge sul percorso di Crans sur Sierre, ma ha dovuto cedere un colpo al leader, il francese Bertrand Coathalem (135 - 68 67). La gara sembra destinata a risolversi in un duello tra i due, poiché appare difficile un rientro in corsa dello svizzero Ronnie Zimmermann, terzo con 141, e di Gianluca Pietrobono, quarto con 142 (69 73). Al nono posto con 145 Matteo Verardo (72 73) e Nicola Maestroni (69 76), all’11° con 146 Stefano Reale (73 73), al 20° con 148 Massimo De Vidal, Luca Bernardini, Michele Reale, Fernando Pasqualucci, Emmanuele Lattanzi. Lpga Tour: Paula Creamer Ci Riprova – La diciannovenne neo pro statunitense Paula Creamer (206 - 71 68 67) è passata decisamente al comando dopo la terza frazione del Wegmans Rochester, torneo del Lpga Tour che si conclude al Locust Hill Cc a Pittsford (New York). Ha superato la messicana Lorena Ochoa (208 - 67 69 72), alla quale rendeva tre colpi dopo 18 buche, mettendo in mostra un gioco molto autoritario e una freddezza non comune. Al terzo posto con 209 Becky Morgan, al quarto Rosie Jones con 210, al quinto Catriona Matthew e Maria Hjorth con 211. La Creamer negli undici tornei disputati sino ad ora ha ottenuto un titolo (Sybase Classic) e tre piazzamenti tra le “top ten”. E’ la più giovane vincitrice nel tour negli ultimi 52 anni. Hanno preso parte alla gara senza superare il taglio: Silvia Cavalleri, 77ª con 149 (74 75), un colpo oltre il limite, e Giulia Sergas, 133ª con 157 (83 74). Monroe Invitational: Lorenzo Scotto Conclude Al 59° Posto – Lorenzo Scotto si è classificato al 59° posto con 301 colpi (74 78 75 74) nel Monroe Invitational Championship, sul percorso del Monroe Golf Club di Pittsford nello stato di New York. Il titolo è stato appannaggio dell’australiano Michael Sim (274 - 68 70 66 70), che ha lasciato a due colpi J.j. Killeen (276 - 72 64 71 69) e a tre Dayton Rose (277 - 69 70 69 69) e Jeff Overton (64 74 70 69).  
   
   
SECONDO SUCCESSO- E SECONDO PUNTO- A VALENCIA PER MASCALZONE LATINO-CAPITALIA TEAM, CHE NEL PRIMO MATCH DELLA QUARTA GIORNATA HA BATTUTO IL TEAM SUDAFRICANO SHOSHOLOZA  
 
 Valencia, 20 giugno 2005 - Nel secondo match Ita 77 ha incontrato il defender Alinghi –che guida la classifica insieme a Etnz, entrambe ancora imbattuti- il quale, alla fine, ha tagliato il traguardo con un vantaggio di 2.08. “Tutto sommato un distacco e una sconfitta ragionevoli, considerando che Alinghi non ha mai smesso di allenarsi dal 2000 -da quando è stato creato il team- mentre noi siamo a pieno regime da un paio di mesi”, commenta Silvio Arrivabene, membro del design team e navigatore. Ml: Battere Alinghi sarebbe stato un miracolo… Sa: “Un miracolo forse no… quasi…. Loro sono i primi della classe e noi stiamo lavorando per arrivare là… Ci sono tante piccole cose che vanno messe a posto… I primi della classe, sai, fanno praticamente quasi tutto giusto. E mettono insieme una serie di situazioni e circostanze sul campo di regata in cui devi pensare, ragionare e quindi impari. Quando sbagli, impari sicuramente”. Ml: Oggi c’è stato un momento di panico quando sul Virtual non abbiamo più visto la vostra barca muoversi… Sa: “Per fortuna era solo il Gps… La prima è stata una bella regata costante… Abbiamo vinto la partenza, abbiamo tenuto il controllo e aumentato il vantaggio. Grazie a Dio il Ggps si è fermato, ma la barca no!” Ml: L’impressione è che, regata dopo regata, cominciate a ingranare… Sa: “Principalmente, come abbiamo già detto, siamo insieme da due mesi a tempo pieno. Questo con due barche. Questo team è stato scelto per questa regata più o meno qualche giorno prima. Quindi sarà una settimana adesso che navighiamo insieme. Per cui l’affiatamento, come in ogni squadra, è parte fondamentale. Seppur conoscendoci l’uno con l’altro, ed essendo compagni di barca da tanto tempo, tutti i meccanismi sono gioco di millimetri, millimetri che vanno affinati con l’affiatamento. E quello piano piano sta arrivando e siamo abbastanza contenti”. Ml: Con Hamish come va? Sa: “Benissimo, è entrato subito nello spirito del team… adesso infatti si chiama Hamish Pepperoni!” Ml: Cosa ne pensate di questi match più brevi? Sa: “Sono molto più faticosi per l’equipaggio. A Auckland si correva una sola regata al giorno, anche se si facevano tre giri al posto di due. Tutto era più agevole. Adesso invece dobbiamo correre due regate al giorno molto ravvicinate tra loro e quindi lo stress nervoso è molto alto. Anche la fatica è maggiore. Tagli il traguardo di una e subito ti prepari per la partenza della seconda e nello stesso tempo devi capire come è girato il vento. Prepari subito il prepartenza, lay-line, eccetera… Tutto il modo di affrontare la giornata è cambiato moltissimo. Certo, tutto questo è a favore dello spettacolo ed è un po’ più dura, ma va bene così. The show must go on”. Classifica dopo quattro giornate: Alinghi, ed Emirates Team New Zealand con 8 punti, Bmw Oracle Team e Luna Rossa Challenge con 7 punti, Desafio Español con 4 punti, Victory Challenge, +39 Challenge e K-challenge con 3 punti, Mascalzone Latino-capitalia Team e United Team Germany con 2 punti, China Team con 1 punto e infine Team Shosholoza con 0 punti.  
   
   
PARTENZA DA MARINA LEPANTO PER IL TOUR DELL’ALTO ADRIATICO ORGANIZZATO DA ASSONAUTICHE  
 
Marina Lepanto di Monfalcone (Go) 20 giugno 2005 - Venerdì 17 giugno ha preso il via dal porto turistico Marina Lepanto di Monfalcone (Go) il tour ‘Appuntamento in Adriatico’ organizzato da Assonautiche Adriatiche per la promozione culturale e artistica di porti e città che si affacciano sul mare Adriatico. Il tour, della durata di due mesi, prevede la visita dei principali siti dichiarati patrimoni dell’umanità dall’Unesco e rappresenta una manifestazione polivalente che unisce al lato sportivo, culturale ed economico, l’obiettivo ambizioso di promuovere e favorire lo sviluppo del turismo nautico nei Paesi che si affacciano sull’Adriatico. L'associazione nazionale per la nautica da diporto - Assonautica - costituita presso Unioncamere e da un nutrito gruppo di Camere di Commercio nazionali, rappresenta complessivamente il mondo nautico e si interessa di tutte le tematiche legate al mare e alla navigazione nell'intento di tutelare non solo gli interessi del diportismo nautico italiano, ma anche di promuovere lo sviluppo dell’economia nautica in generale. La prima visita, con partenza da Marina Lepanto il 18 giugno, è avvenuta ai due siti Unesco della zona, che si trovano nell’entroterra, nella cittadina di Aquileia. La zona archeologica e la Basilica di Aquileia sono riconosciute dall’Unesco patrimonio dell’umanità: sebbene le aree di scavo attualmente visitabili costituiscano una minima parte del patrimonio edilizio emerso con gli scavi infatti, la visita delle rovine restituisce la visione e la comprensione del il ruolo rivestito da Aquileia romana nel mondo antico. Il tour proseguirà attraverso Slovenia, Croazia, Bosnia, Montenegro, Albania e Grecia Ionica per poi tornare in Italia dalla Puglia verso nord e concludersi infine a Venezia il 16 agosto. Tra i siti Unesco previsti dal programma: Parenzo, Sebenico, Troghir, Spalato, Dubrovnik, Butrinto, Alberobello e Castel del Monte, Urbino, Ravenna, Ferrara con il suo Delta del Po. 50 le imbarcazioni che complessivamente hanno partecipato all’iniziativa, la maggior parte delle quali navigherà nella tappa tra Dubrovnik e Corfù, ritenute di particolare interesse per lo sviluppo di nuove attività da parte degli operatori delle Camere di Commercio locali. Www.marinalepanto.it  
   
   
POLEMICA CONI-CSI: LA REPLICA DI COSTANTINI  
 
Roma, 20 giugno 2005 - In merito alla nota del Coni, diffusa il 15 giugno sul sito del Comitato Olimpico Nazionale, in cui si manifestano stupore e rincrescimento per alcune dichiarazioni in materia di politica sportiva rilasciate nei giorni scorsi dal presidente del Centro Sportivo Italiano, Edio Costantini, attribuendole alla delusione suscitata in lui dalla mancata elezione nella Giunta Coni, il massimo dirigente del Csi tiene a puntualizzare quanto segue: “Il Csi non è contro il Coni, anzi ne rispetta la fondamentale funzione istituzionale. Non lo è stato prima delle elezioni della Giunta, non lo è dopo. Ma nemmeno soffre di soggezione. Se ha delle cose da dire, le dice in libertà, secondo scienza e coscienza, in uno spirito di ricerca della verità. Il mantenimento dell’unitarietà del sistema sportivo italiano è stato negli ultimi anni uno dei cavalli di battaglia del Csi, anche quando una posizione del genere risultava anomala all’interno del mondo degli Enti di promozione. C’è ampia documentazione in proposito. La scelta dell’unitarietà nasceva dalla consapevolezza che quello sportivo è oggi un fenomeno complesso e differenziato. Suddividerlo in compartimenti stagni non recherebbe vantaggi plausibili e certo complicherebbe la vita proprio a chi è impegnato a livello territoriale, dove certe distinzioni teoriche tendono ad annullarsi, e la promozione dello sport si realizza quasi sempre come un compito comune. Ma questa visione non può rappresentare una posizione passiva o di consenso incondizionato. Al Csi sta a cuore soprattutto una cosa: la promozione dello sport giovanile, e meglio ancora la promozione di uno sport giovanile che sia fattore di educazione, che generi senso alla vita dei ragazzi, che comunichi valori importanti. Sappiamo bene che l’interesse primario del Coni è curare lo sport finalizzato alla preparazione olimpica. E questo compito il Coni lo svolge molto bene e volentieri gliene rendiamo pubblico riconoscimento. Vorremmo tuttavia che una cura altrettanto grande e mirata fosse dedicata promuovere lo sport giovanile come opportunità educativa, intensificando tutto l’impegno possibile per restituire una forte connotazione etica almeno allo sport di base. Questa attenzione non la vediamo. L’abbiamo attesa per anni, ma non riusciamo ancora a vederla. Così come abbiamo atteso e vorremmo sentire dal Coni parole chiare sul futuro dello sport di servizio sociale. Perché se è vero che tutto lo sport svolge una funzione sociale, è ancor più vero che non tutto lo sport è uguale, non tutto ha uno stesso fine primario, non tutto educa. Sta emergendo forte nel Paese una domanda di sport come strumento per raggiungere fini sociali primari, come la tutela della salute, l’educazione permanente, la lotta al disagio e alla marginalità e la coesione nazionale. A chi appartiene il compito di curare lo sport lo sviluppo di questi ambiti così importanti? Al Coni? Agli Enti di promozione? Alla Scuola? Alle Regioni? Ai privati che aprono palestre e scuole calcio a fini speculativi? A chi appartiene il compito di investire in uno sport giovanile di qualità? A chi spetta spingere l’associazionismo di base a puntare sulla qualità (anche umana, etica) delle proposte piuttosto che sul mercato delle tessere e sulla speculazione a danno del socio “cliente”? Abbiamo stimolato il Coni ad assumersi le proprie responsabilità in questi campi, chiedendo fatti concreti, in particolare chiedendo un’adeguata politica sportiva giovanile che coinvolgesse Federazioni ed Enti di promozione. Se il Coni non ce la fa o non ritiene di assumersi seriamente anche questa responsabilità (per mancanza di soldi, di idee, di interesse...), è sufficiente che lo dica con chiarezza (al Governo, al Ministero...) ed una soluzione salterà fuori. Il Csi non sollecita le istituzioni a cambiare lo status del Coni e i suoi compiti: non sarebbe rispettoso per le istituzioni, non sarebbe rispettoso per il Coni. Il Csi si limita a chiedere ragione del perché nel nostro Paese non sia possibile avviare e sviluppare un progetto diffuso di sport educativo per i giovani, che sono il futuro del Paese e dunque il capitale umano da formare e sul quale vale la pena investire qualche risorsa. È chiaro che il Csi non ce l’ha con il presidente Petrucci ed inutile continuare a discutere su quanto avvenuto a margine dell’elezione della Giunta Coni. Noi desideriamo un Coni non che tenda a spaccare e a mettere in concorrenza le diverse componenti del sistema sportivo italiano, ma che messa in armonia e unità di intenti tutte tutte le forze vive del sistema: Federazioni ed Enti di promozione. Ci sono battaglie grandi che non si possono vincere da soli, ma tutti insieme. Doping e violenza da stadio sono tra quelle. Il Csi lo dice da anni, e non solo da ieri, che il doping e la violenza ultras non si vinceranno mai con le sole misure repressive di polizia. Occorre battere contemporaneamente sul tasto della prevenzione, restituendo contenuti e valori all’attività giovanile, diffondendola in ogni piega sociale, lavorando di concerto. Pensare che risolvere questi due problemi sia cosa che spetta alle Forze dell’Ordine e alla Magistratura combattere, è un modo di rifuggire le responsabilità proprie dello sport. È verissimo che la lotta al doping attraverso l’antidoping il Coni l’ha varata da tempo, è altrettanto vero (perché dimostrato da tanti episodi) che le commissioni antidoping servono a poco, che saranno sempre un passo indietro ai professionisti del doping, che il doping sta arrivando anche lì dove i controlli non ci sono e non potranno mai esserci: nello sport dilettantistico. Il Csi ne prende atto e chiede che si cambi strategia, puntando in modo forte e convinto sull’educazione allo sport e attraverso lo sport. Sulla qualità della proposta sportiva. Tutto qui»  
   
   
GIRO PODISTICO A TAPPE DELLA VAL DI FASSA TRASLAVAL 4-8 LUGLIO 2005 CAMPIONI ED AMATORI IN VAL DI FASSA  
 
Moena, 20 giugno 2005 - Nata come evento per i puri appassionati della corsa, la Traslaval, il giro podistico della Val di Fassa, per l’edizione 2005 si annuncia come una gara da non perdere anche sotto il profilo agonistico. La manifestazione (dal 4 all’8 luglio) in cinque tappe propone il meglio, da vedere e da correre, di quello che offre la vallata dolomitica in Trentino, ma soprattutto è un appuntamento che sta interessando anche atleti di spicco. A tappe singole della Traslaval si sono affacciati in passato il campione della corsa in montagna Antonio Molinari, campioni dello sci e insieme della corsa come Antonella Confortola, Cristina Paluselli e Christian Zorzi, sportivi del calibro di Marco Baldini, fratello dell’olimpionico Stefano, di Pigoni, Torresani e via via fino al trentino Ettore Girardi che ha saputo interpretare al meglio la Traslaval, tanto da vincerne ben tre edizioni e piazzarsi tre volte secondo. Girardi, che è uno dei più affezionati partecipanti visto che ha corso tutte e sei le edizioni fino ad ora passate agli archivi, ci sarà anche quest’anno, ma il campione trentino afferma che una fastidiosa tendinite lo svantaggia non poco, a meno che non si tratti di pretattica... E in questa edizione si assisterà al confronto diretto fra i corridori degli altipiani e … gli altri. Due atleti keniani hanno confermato la loro presenza da tempo, e dunque per Paul Kipkermei Kogo e Kiprotich Kenei sarà un’esperienza nuova visto che solitamente sono abituati a correre sull’asfalto nelle maratone e mezze maratone, ma la loro provenienza ci suggerisce che in quota sanno dare il meglio di sé, anche se probabilmente sullo sconnesso dovranno pagare dazio. Ma proprio oggi al quartier generale del giro podistico della Val di Fassa arriva la notizia dell’adesione di Emanuele Zenucchi. Il bergamasco, 36 anni, è un atleta fuori dagli schemi. Assieme a Calcaterra ha aperto una strada nell'interpretare la maratona ad alti livelli ma correndola con la frequenza di una normalissima gara su strada. E la corre mica tanto piano, visti i tempi che oscillano tra 2:14' e 2:25'...! Zenucchi è un amatore, più per come vive la disciplina che per i tempi realizzati, che comunque lo pongono ormai da anni tra i primi 20 maratoneti italiani. Se la lotta per il podio sembra argomento riservato ai due keniani e a Zenucchi, non dimentichiamo che la Traslaval propone comunque degli specialisti della corsa in montagna: al via ci sarà il “parroco volante” Franco Torresani, che ha nel suo palmares numerosi titoli e che al giro podistico a tappe dell'Isola d'Elba, quest'anno, si è lasciato dietro atleti di prim'ordine. Attenzione anche ad Adriano Pinamonti. In campo femminile c'è molta curiosità sul rientro di Marina Gorra, padovana, e di Melissa Peretti torinese. Entrambe sono tornate ad alti livelli dopo la maternità. Ma bisognerà seguire anche Lorenza Beatrici che sta dimostrando sul campo di non aver nessun motivo per temere le due avversarie. L’appuntamento si fa sempre più vicino. Il via verrà dato il 4 luglio a Moena, poi seguiranno le tappe di Canazei, Campitello, Soraga e, venerdì 8, l’atteso tappone di Pozza con l’arrivo ai 2000 metri del Buffaure. Www.traslaval.com  
   
   
BILLABONG SURF INTO SUMMER TOUR 2005 24 GIUGNO – 17 LUGLIO  
 
 Milano, 20 giugno 2005 - Billabong anche quest’anno non ha voluto deludere tutti gli amanti del surf e gli appassionati di questa disciplina, proponendo l’edizione 2005 del Billabong Tour, denominata Billabong Surf Into Summer Tour. Uno degli appuntamenti più attesi, un happening su tutto ciò che si può fare con una tavola, più che un evento agonistico vero e proprio, che toccherà quest’anno quattro località cult dell’immaginario surfistico: Versilia (24-26 giugno), Ostia (1-3 luglio), Pescara (8-10 luglio), Rimini (15-17 luglio). Chilometri e chilometri di coste tutte da scoprire – in termini surfistici – dove le onde, sebbene meno frequenti rispetto alla mitica costa basca, attraggono schiere sempre più numerose di praticanti di ogni livello. Giovani adepti di uno sport tra i più affascinanti sul punto di diventare un trend di massa anche in Italia …e se le onde giuste non capitano così spesso, poco male: l’attesa trasforma l’oggetto del desiderio in una categoria dell’anima, con tutta la mistica che si crea intorno. Un’occasione per provare il surf con le lezioni gratuite offerte tutte le mattine dai maestri Billabong, oltre che un’opportunità per incontrare i campioni internazionali di surf e di altre specialità, quali skateboard, kite-board e wake-board, e vederli esibire in spettacolari sessioni. Per scoprire le emozioni di questo sport, per viverne la cultura che lo accompagna, per ascoltarne i suoni, imparare i suoi linguaggi e gustarne le sue espressioni. Questa edizione del Billabong Surf Into Summer Tour sarà, infatti, caratterizzata dall’incontro tra il Surf e l’Arte, proponendo una tendenza che si sta manifestando negli ultimi tempi e che vede atleti e artisti co-protagonisti del mondo legato ad una brand. L’evento sarà il confondersi e il mischiarsi di surfisti, musicisti, artisti, pittori, che esprimeranno e personalizzeranno con la loro arte e la loro disciplina il tour Billabong. Il Tour, che si svolgerà in tre giorni, dal venerdì alla domenica per ogni località, sarà ricco di concerti, feste sulla spiaggia, giochi, proiezioni, esibizioni e tutta la settimana ogni località sarà coinvolta dal clima dell’evento attraverso una “carovana” mobile di mezzi che si sposteranno lungo tutti i litorali per coinvolgere ed incontrare i giovani.  
   
   
FABRIANO S’È COSTITUITO IL CASTLE CRICKET CLUB  
 
Fabriano, 20 giugno 2005 - Regolarmente costituito e inserita nell’elenco delle Società Sportive di Fabriano e soprattutto già attivo sul campo, il Castle Cricket Club, che si pone come il prima gruppo sportivo in assoluto nelle Marche per quanto concerne questo sport nazionale estivo britannico, diffuso nei paesi di lingua inglese e nel Commonwealth. Dettagliata anticipazione ci viene fornita dal Presidente, Maurizio Stronati. “Ha origini antiche ed è risaputo che fu giocato dalla nobiltà inglese alcune centinaia di anni fa. E’ un gioco – evidenzia - che deve molto della sua unicità in quanto deve essere giocato seguendo delle vere e proprie Leggi e il cosiddetto Spirito del Gioco. Qualsiasi azione che è vista come contraria a questo Spirito causa un danno al gioco stesso. La responsabilità principale di assicurasi che il gioco sia condotto secondo il fair play è dei capitani. Tra le tante cose, lo Spirito del Gioco comprende il Rispetto per gli avversari, il capitano e la propria squadra, il ruolo degli umpires (arbitri) ed i valori tradizionali dello sport”. Dunque self control tipicamente inglese e buone maniere alla base di questo sport “E’ contro lo Spirito del Gioco discutere una decisione dell’umpire con parole, azioni o gesti, indirizzare parole scorrette verso l’avversario o un empire e cercare di truccare il gioco in qualsiasi modo. Sul campo non c’è posto per alcun atto di violenza. I capitani e gli umpires insieme, determinano la qualità del comportamento in una gara di cricket. Ci si aspetta che ogni giocatore dia un contributo importante a questo scopo. Come si può vedere, il cricket è una buona palestra di vita” Come e quando è nata questa Associazione dilettantistica “Castle Cricket Club? “Da un’intuizione del sottoscritto – ci risponde il presidente - notando un gruppo di immigrati indiani che avevano intrapreso questo gioco con assiduità quasi religiosa, su un campo di fortuna a Fabriano. Essendo stato il sottoscritto, un giocatore di cricket e capitano di una squadra in Sud Africa, saltavano subito all’occhio alcuni talenti tra di loro. Da lì a poco furono coinvolti nel progetto altri 6 soci fondatori, tra cui indiani, neozelandesi, sudafricani ed italiani, oltre che un nutrito gruppo di 30 giocatori dell’India, Bangladesh e Sri Lanka. L’india – evidenzia Stronati - che fu colonia britannica per quasi un secolo, ha già fornito degli ottimi campioni di cricket. Solo a Fabriano, vi è una comunità di oltre 150 indiani”. Il vostro primo obiettivo come soci fondatori? “Quello di trovare un’area idonea che potesse dare un minimo di dignità al gioco. Grazie alla sensibilità di alcuni operatori ed istituzioni locali, quali la Comunanza Agraria di Castelletta, si è trovata la disponibilità di un campo che, sebbene non regolamentare, può servire come soluzione ideale per l’allenamento. Si è aggiunta ultimamente – tiene a rilevare - per la cortesia del Circolo Ippico di Fabriano, la possibilità di poter usufruire di un altro campo perfetto per lo scopo”. Il passo o le mosse successive? “effettuare alcune selezioni dei giocatori che hanno portato alla luce talenti degni di nota. Questo ci ha indotto ad interpellare la Federazione Italiana Cricket che, interessata alla nostra iniziativa, invierà il Presidente della Federazione stessa a visitarci. Ci è stata preannunciata la possibilità di poter partecipare l’anno prossimo, al Campionato Italiano di Cricket di Serie B. Va detto anche detto che questo sport con le relative organizzazioni, è di recente costituzione e ancora una novità in Italia. Ad Ottobre inoltre, è prevista una Coppa Marche, in cui saremo protagonisti, appositamente organizzata dalla Federazione Italiana Cricket”. In conclusione? “Fra i traguardi a breve l’affiliazione del Castle Cricket Club alla Federazione Italiana e la preparazione di due squadre di cui almeno una in grado di gareggiare nella Serie B. Con le risorse limitate dell’autofinanziamento, tutto ciò potrà sembrare un obiettivo irraggiungibile, per tali motivi dovremo intraprendere la ricerca di opportune sponsorizzazioni. Un altro scopo a medio termine sarà trovare un campo con misure regolamentari, ove costruirci un impianto con tanto di club-house, unico nel suo genere in tutto il Centro Italia. Rimane l’aspetto sociale del Club, una realtà di non secondaria importanza. Infatti, l’Associazione si prefigge il traguardo ambizioso di offrire un giusto sfogo a quegli immigrati, per i quali il cricket oltre che ad essere una “religione”, costituisce anche una “ragione” di vita, facilitando in questo modo, la loro integrazione all’interno di una società occidentale molto diversa dalla loro”.