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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 21 Novembre 2006
BRUXELLES E IRAQ VERSO UN ACCORDO DI COOPERAZIONE I NEGOZIATI CON IL GOVERNO IRACHENO PARTIRANNO IL 20 NOVEMBRE  
 
 Bruxelles, 21 novembre 2006 – Ieri a Bruxelles hanno preso avvio i negoziati tra la Commissione europea e il governo iracheno per un accordo sugli scambi e sulla cooperazione (Asc) tra Ue e Iraq. I negoziati saranno intavolati dai commissari Ferrero-waldner e Mandelson, e da Barham Salih, vice primo ministro iracheno con delega agli affari economici. L’accordo contribuirà a rafforzare progressivamente le relazioni dell’Ue con l’Iraq e a integrare il paese nell’economia mondiale. “Questo è un momento importante per le nostre relazioni con l’Iraq” ha sottolineato il commissario europeo per le relazioni esterne e la politica di vicinato, Benita Ferrero-waldner. “Attraverso l’accordo – ha aggiunto la Ferrero-waldner - stabiliremo per la prima volta delle relazioni contrattuali. Si tratta di una tappa naturale per la Commissione, che ha sostenuto in maniera concreta la ricostruzione irachena e il processo politico sin dal 2003. Chiaramente, affinché questo accordo raggiunga il suo pieno potenziale, sarà necessaria la creazione in Iraq di un clima di sicurezza e di stabilità”. L’accordo è diretto a migliorare le relazioni commerciali esistenti tra Baghdad e l’Unione europea e riguarderà molteplici aspetti, tra cui il commercio di beni e servizi, le misure per incoraggiare gli investimenti, le tariffe doganali, i diritti di proprietà intellettuale e industriale e le regole sugli appalti pubblici. Secondo Peter Mandelson, commissario al commercio, “la definizione di un quadro di riferimento per le relazioni commerciali tra Ue e Iraq rappresenta un piccolo passo sulla difficile via della stabilità dell’Iraq”. “Tutti coloro che sono impegnati per un futuro pacifico del paese – ha evidenziato il commissario - devono iniziare a programmare sin da ora i propri sforzi”. Oltre alle questioni commerciali, la cooperazione riguarderà anche numerosi aspetti chiave nel campo dell’economia, dello sviluppo umano, della riduzione della povertà, dell’ambiente, della cultura e dell’istruzione. Tutti gli accordi conclusi con i paesi terzi prestano ormai attenzione alle questioni dei diritti umani, del terrorismo e delle armi di distruzione di massa. Con l’avvio di negoziati sulle relazioni contrattuali con l’Iraq, l’Ue intende: facilitare l’impegno dell’Iraq nei confronti della comunità internazionale e dell’Ue in particolare, a beneficio del processo di stabilizzazione interna e regionale; stimolare e ancorare, a livello politico e operativo, le riforme socio-economiche e istituzionali in corso. Contribuire allo sviluppo socio economico dell’Iraq e al miglioramento delle condizioni di vita del paese; promuovere le relazioni bilaterali commerciali in accordo con i principi del Wto; assicurare un livello minimo di prevedibilità, trasparenza e certezza del diritto agli operatori economici. Durante la sua visita, il vice primo ministro Salih terrà dei colloqui bilaterali separati con i commissari Benita Ferrero-waldner e Mandelson. Con il commissario Ferrero-waldner la discussione riguarderà la situazione politica generale, la sicurezza nel paese, l’assistenza della Commissione per alleviare la situazione della popolazione e i mezzi per promuovere la riconciliazione nazionale. L’incontro con Peter Mandelson sarà un occasione per uno scambio di opinioni sulle relazioni bilaterali commerciali nel lungo periodo tra Ue e Iraq. Dal 2003, la Commissione europea ha contribuito con 720 milioni di euro alla ricostruzione dell’Iraq, concentrandosi sull’assistenza al popolo iracheno nell’accesso ai servizi di base, rafforzando la democrazia e promuovendo il buon governo. Nel 2006, il governo iracheno ha proposto di mettere a punto un patto per un nuovo partenariato tra l’Iraq e la comunità internazionale. La Commissione è favorevole a quest’iniziativa, che dovrebbe contribuire allo sviluppo politico, economico e sociale del paese. Recentemente, la Commissione ha anche rafforzato la propria presenza a Baghdad, dove ha aperto una Delegazione. .  
   
   
A TRIPOLI LA CONFERENZA SU MIGRAZIONE E SVILUPPO IL 22 E 23 NOVEMBRE 2006  
 
Bruxelles, 21 novembre 2006 - Il 22 e 23 novembre si terrà a Tripoli la prima conferenza ministeriale sulla migrazione e lo sviluppo tra l´Unione europea e tutti i paesi del continente africano. Sarà l´occasione per l´Europa e l´Africa di lavorare fianco a fianco in un clima di cooperazione reciproca e di responsabilità condivisa per una gestione più efficace della migrazione che vada a vantaggio di entrambe le parti. La conferenza di Tripoli si inquadra nella strategia globale dell´Unione in materia di migrazione volta a conciliare gli interessi e le priorità dei paesi di origine, di transito e di destinazione, nonché dei migranti stessi, incentivando partenariati con i paesi terzi e le organizzazioni internazionali e inglobando le differenti tematiche connesse, quali il buon governo, i diritti umani e le politiche di sviluppo. Alla conferenza parteciperanno il vicepresidente Frattini, commissario responsabile per la giustizia, la libertà e la sicurezza, e il commissario Louis Michel, responsabile della politica di sviluppo e degli aiuti umanitari. In seguito ai fatti di Ceuta e Melilla del settembre 2005, i capi di Stato e di governo, riunitisi a Hampton Court, hanno discusso le sfide dalla migrazione riconoscendo in conclusione la necessità urgente di maggiori interventi, sia a livello degli Stati membri che nell´ambito di partenariati tra l´Ue e i paesi di origine e di transito, in particolare dell´Africa settentrionale e subsahariana. In risposta, il 30 novembre 2005 la Commissione ha pubblicato la comunicazione dal titolo Priorità d’azione per rispondere alle sfide dell’immigrazione che definisce una strategia globale in materia e individua una serie di interventi immediati di ordine pratico da intraprendere in partenariato con i paesi di origine e di transito. Sulla base della comunicazione della Commissione, il Consiglio europeo ha adottato, nelle conclusioni del 16 dicembre 2005, un Approccio globale in materia di migrazione: Azioni prioritarie incentrate sull´Africa e il Mediterraneo, sollecitando entro un anno una relazione della Commissione sui progressi compiuti nel settore. In risposta, la Commissione pubblicherà il 30 novembre una nuova comunicazione che precisa in allegato le azioni fin qui intraprese. Le conclusioni del Consiglio del 2005 elencano una serie di interventi da attuare nel 2006 e definiscono un programma ambizioso di azioni prioritarie in tre settori: potenziamento della cooperazione e dell´operato degli Stati membri, cooperazione con i principali paesi d’origine in Africa e cooperazione con i paesi vicini dell´area mediterranea. Tra le azioni prioritarie figura una conferenza ministeriale Ue-africa sulla migrazione e lo sviluppo (che copra l´intero continente africano). Nel dicembre del 2005, in occasione dell´incontro della troika ministeriale Ue-africa di Bamako, è stato deciso l´avvio di un dialogo sulla migrazione secondo un approccio globale che abbracci temi connessi alla coesione sociale, all´integrazione economica e allo sviluppo. Nella stessa occasione, è stata decisa l´organizzazione di una conferenza ministeriale congiunta nel 2006 in materia di migrazione, che la Libia si è offerta di ospitare. Nell´aprile 2006, in occasione di una riunione di esperti tenutasi ad Algeri, l´Unione africana (Ua) ha definito una posizione comune in materia di migrazione e sviluppo in vista della conferenza ministeriale, posizione sottoscritta dal vertice Ua del 1° e 2 luglio a Banjul. In occasione del 7° incontro della troika ministeriale Ue-africa di Brazzaville del 10 ottobre 2006, è stata accettata l´offerta della Libia di ospitare la conferenza ministeriale Ue-africa sulla migrazione e lo sviluppo da tenersi il 22 e 23 novembre a Tripoli. I ministri hanno inoltre deciso che in tale occasione sarà elaborata una dichiarazione congiunta Africa-ue incentrata su un approccio sostanziale, mirata all´azione e provvista di un meccanismo di controllo adeguato. La dichiarazione dovrà riguardare l´intera gamma di questioni connesse alla migrazione, in particolare la migrazione legale e illegale, il rapporto tra migrazione e sviluppo, la protezione dei rifugiati, e abbracciare problematiche più vaste quali la pace, la sicurezza e i diritti umani. In occasione della conferenza verrà inoltre adottato il piano d’azione di Ouagadougou per combattere la tratta degli esseri umani, in particolare di donne e bambini. Rispetto alla conferenza ministeriale di Rabat sulla migrazione e lo sviluppo tenutasi a luglio, la conferenza di Tripoli ha una portata più ampia. La conferenza di Rabat, che vedeva riuniti gli Stati membri comunitari e un certo numero di paesi di origine e di transito dell´Africa settentrionale, occidentale e centrale, era intesa ad individuare azioni congiunte in tema di migrazione lungo rotte specifiche. Improntata anch´essa ad un approccio globale, la conferenza di Rabat ha dato centralità a temi quali migrazione e sviluppo, migrazione legale, lotta alla migrazione illegale e tratta degli esseri umani. . .  
   
   
LIBERA CIRCOLAZIONE DEI CITTADINI UE NEGLI STATI MEMBRI  
 
Roma, 21 novembre 2006 - Il Consiglio dei Ministri del 10 novembre scorso ha approvato in via preliminare il decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2004/38/Ce relativa al diritto dei cittadini dell´Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri. Con il provvedimento vengono disciplinate le modalità di esercizio del diritto di libera circolazione e soggiorno nel territorio dello Stato da parte dei cittadini dell´Unione europea e dei familiari che li accompagnano o li raggiungono, i presupposti del diritto di soggiorno permanente, nonché le limitazioni ai predetti diritti per motivi di ordine pubblico e di pubblica sicurezza. Il decreto legislativo, che è stato inviato alle competenti Commissioni parlamentari ai fini dell´acquisizione del prescritto parere, si applica a qualsiasi cittadino dell´Unione che si rechi o soggiorni in uno Stato membro diverso da quello di cui ha la cittadinanza, nonché ai suoi familiari che accompagnino o raggiungano il cittadino medesimo. Secondo la norma per "familiare" si intende: il coniuge; il partner che abbia contratto con il cittadino dell´Ue un´unione registrata sulla base della legislazione di uno Stato membro; i discendenti diretti di età inferiore a 21 anni o a carico e quelli del coniuge o partner; gli ascendenti diretti a carico e quelli del coniuge o partner. Il cittadino dell´Unione che ha soggiornato legalmente ed in via continuativa per cinque anni nel territorio nazionale ha diritto al soggiorno permanente. Http://www. Governo. It/governoinforma/dossier/circolazione_ue/index. Html .  
   
   
UE: PIÙ DONNE IN POLITICA  
 
Bruxelles, 21 novembre 2006 - Una bilanciata partecipazione di donne e uomini nella vita politica europea e nazionale è condizione essenziale e necessaria per la democrazia. E´ quanto afferma il Parlamento, sottolineando come le donne con incarichi politici nella politica internazionale siano ancora troppo poche. I deputati guardano con interesse a misure di discriminazione positiva per garantire la presenza di donne nei parlamenti. Adottando con 377 voti favorevoli, 77 contrari e 31 astensioni la relazione di Ana Gomes (Pse, Pt), il Parlamento denuncia una situazione non incoraggiante della presenza femminile nella politica internazionale europea. Nonostante un gran numero di dichiarazioni e raccomandazioni politiche, programmi d´azione adottati in tutto il mondo e specifiche normative introdotte a livello nazionale, secondo i deputati persistano ancora in Europa (e in tutto il mondo) ineguaglianze e discriminazioni di genere e una sotto-rappresentazione delle donne nella politica. La scarsa partecipazione delle donne ai centri decisionali e di governo, osserva il Paramento, è spesso legata alle difficoltà di conciliare vita privata e vita professionale, all´ineguale ripartizione delle responsabilità familiari, nonché alla discriminazione sul lavoro e nella formazione professionale. Per tale ragione, invita gli Stati membri ad attuare misure intese alla conciliazione della vita sociale, familiare e professionale, creando e promuovendo un ambiente favorevole per la piena partecipazione delle donne in politica. Occorrono anche idonee misure legislative e/o amministrative volte a sostenere i rappresentanti eletti nel conciliare le loro responsabilità familiari e pubbliche e, in particolare, incoraggiare i parlamenti e le autorità locali e regionali a garantire che i loro tempi e metodi di lavoro permettano ai rappresentanti eletti di entrambi i generi di conciliare il lavoro con la vita familiare. Agli Stati membri e alla Commissione è anche chiesto di promuovere, ove opportuno, programmi educativi intesi a sensibilizzare i cittadini, e in particolare i giovani, all´eguaglianza dei diritti per le donne di partecipare pienamente alla vita politica già in giovane età. Ma gli Stati membri sono anche incoraggiati a promuovere l´obiettivo della parità dei genere in tutte le posizioni pubbliche. Notando che solo l´11% dei leader di partito a livello mondiale sono donne, gli eurodeputati chiedono ai partiti politici di tutta Europa di promuovere una partecipazione equilibrata dei due sessi nelle loro liste elettorali. La proposta originaria di fissare una quota minima di 40% e massima di 60% per la rappresentazione dei due sessi nelle loro liste per gli organi collettivi è stata però respinta dall´Aula, così come l´invito rivolto agli Stati membri di subordinare il finanziamento dei partiti alla presentazione di liste elettorali paritarie. I partiti politici sono comunque esortati a rimuovere ogni barriera che, direttamente o indirettamente, discrimini la partecipazione delle donne, al fine di garantire che le donne abbiano il diritto di partecipare pienamente a tutti i livelli di decisione in tutte le strutture interne di decisione politica e procedure di nomina e nella leadership dei partiti politici, in termini uguali agli uomini. Dovrebbero anche invogliare le donne a partecipare e votare alle elezioni e ad accrescere la consapevolezza delle specifiche necessità e aspirazioni delle donne nei propri programmi. Il Parlamento nota anche «con grande interesse» che esiste un´ampia gamma di strumenti per garantire una maggiore partecipazione delle donne in politica, come le misure di discriminazione positiva volte a garantire la presenza e l´attività delle donne nei parlamenti e altre cariche elettive. Il Parlamento sottolinea poi che il progetto di creare un Istituto europeo per l´uguaglianza di genere, che dovrebbe adottare l´iniziativa di promuovere una maggiore rappresentanza delle donne nella politica internazionale. Questo, dovrebbe anche avere il compito di riferire regolarmente al Parlamento europeo sulla raccolta di dati e sull´impatto della legislazione nazionale sulla parità e sulle politiche in materia di uguaglianza di genere attuate dagli Stati membri, nonché sulle migliori prassi dei partiti politici europei e nazionali. Le eurodeputate sono 223 su un totale di 732, il che corrisponde a una media del 30%. Il Parlamento si rammarica che la percentuale di donne elette nel suo seno si collochi tra il 58% e lo 0%, a seconda dello Stato membro. Su 78 eurodeputati italiani, 14 sono donne (18%). Ma in tutti i parlamenti del mondo la situazione non è diversa. La relazione nota infatti che, secondo l´Unione interparlamentare, dei 43. 961 membri dei parlamenti nel mondo (Camera bassa e Camera alta assieme), solo il 16,4% sono donne (vale a dire 7. 195). Sono i paesi scandinavi ad avere il più elevato numero di donne parlamentari (40%), seguiti dalle Americhe (19,6%) e dall´Europa (paesi Osce, esclusi i paesi scandinavi), con una media del 16,9%, leggermente superiore all´Africa subsahariana (16,4%), all´Asia (16,3%), al Pacifico (12%) e agli Stati arabi (8,3%). Tali percentuali, per il Parlamento, indicano la presenza di un deficit democratico fondamentale, sia a livello europeo che nel più ampio contesto internazionale. Per completezza, occorre segnalare che, anche in Italia, la presenza femminile in Parlamento è in netta minoranza (45 su 287 in Senato e 108 su 522 nella Camera dei Deputati), anche se aumentata rispetto alle legislature precedenti. .  
   
   
A ROMA LA COMMISSARIA EUROPEA BENITA FERRERO-WALDNER, RESPONSABILE PER LE RELAZIONI ESTERNE E LA POLITICA EUROPEA DI VICINATO  
 
Bruxelles, 21 novembre 2006 - La Commissaria Benita Ferrero-waldner sarà in visita ufficiale in Italia Mercoledì 22 e giovedì 23 novembre. Tra gli incontri istituzionali previsti il 22 novembre, in ordine di tempo, quello con Romano Prodi, Presidente del Consiglio, Donato Di Santo, Sottosegretario agli Affari esteri, e il 23 novembre con Ugo Intini, Vice Ministro agli Affari Esteri, Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica, Emma Bonino, Ministro per le Politiche europee e il Commercio internazionale. Mercoledì 22 novembre, al mattino, la Commissaria Benita Ferrero-waldner sarà ricevuta in Vaticano da S. S. Papa Benedetto Xvi. .  
   
   
UNA FORZA NAVALE EUROPEA NEL MEDITERRANEO  
 
 Bruxelles, 21 novembre 2006 - La strategia europea di sicurezza andrebbe integrata per tenere conto delle nuove sfide globali, quali la concorrenza in materia di risorse idriche ed energetiche. E´ quanto afferma il Parlamento, elencando una serie di esigenze affinché l´Ue possa divenire una vera Unione di difesa e sicurezza, tra cui una forza navale nel Mediterraneo. I deputati chiedono regole di comportamento vincolanti per i militari Ue e lo sviluppo del mercato interno degli armamenti. Adottando con 414 voti favorevoli, 117 contrari e 12 astensioni la relazione d´iniziativa di Karl von Wogau (Ppe/de, De), il Parlamento sottolinea che l´Unione europea deve essere in grado di fornire un contributo sostanziale per difendersi «da ogni minaccia reale ed inequivocabile alla sua sicurezza». Deve quindi poter garantire la pace e la stabilità (conformemente ai principi della Carta delle Nazioni Unite), condurre interventi umanitari e operazioni di salvataggio, prevenire e gestire i conflitti e promuovere la democrazia e il rispetto dei diritti umani nonché promuovere il disarmo a livello regionale e mondiale. In tale contesto, riconosce che la Strategia Europea di Sicurezza (Ses), adottata dal Consiglio nel dicembre 2003, comporta «un´eccellente analisi delle minacce cui deve far fronte il mondo moderno e indica i principi informatori della politica estera dell´Ue». Ritenendo che la strategia debba essere rivista ogni cinque anni ed essere discussa in seno al Parlamento europeo e ai parlamenti degli Stati membri, i deputati, sottolineano la necessità di monitorarne l´applicazione in modo costante, per poter reagire agli sviluppi geopolitici. Infatti, rilevano che la Ses considera a giusto titolo che «le principali minacce che pesano sull´Unione europea e sui suoi cittadini» sono il terrorismo internazionale, la proliferazione delle armi di distruzione di massa, i conflitti regionali, il fallimento degli Stati e la criminalità organizzata. Ma sottolineano anche che, nell´ulteriore evoluzione della strategia europea di sicurezza, si dovrà includere come obiettivo strategico quello di affrontare la crescente concorrenza a livello mondiale in materia di risorse idriche e di fonti energetiche, nonché le catastrofi naturali e la sicurezza delle frontiere esterne dell´Unione. Il Parlamento, d´altra parte, ribadisce la propria posizione secondo cui l´Unione, tramite la Pesd, deve attuare i propri compiti in primo luogo con mezzi civili e pacifici, mentre il ricorso a mezzi militari «può avvenire solo dopo aver scandagliato senza risultati tutte le possibilità negoziali». Ritiene inoltre che, nell´attuazione di questi compiti legittimi, al primo posto dovrebbe esserci il pieno rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali dei cittadini all´interno e all´esterno delle frontiere dell´Unione. I deputati, inoltre, ribadiscono che «nessuna missione militare in cui intervenga l´Unione europea dovrebbe iniziare prima che il Parlamento europeo sia stato debitamente informato e consultato». I deputati notano che l´Ue si accinge a divenire anche un´Unione di sicurezza e di difesa, con compiti che riguardano la sicurezza esterna, nonché diversi aspetti della sicurezza interna, la lotta contro il terrorismo in tutte le sue forme e la gestione di catastrofi naturali. A loro parere, ciò comporta l´impegno degli Stati membri a schierare 60 mila soldati entro 60 giorni e mantenerli per un anno per operazioni di mantenimento e di ripristino della pace nonché la creazione di 13 raggruppamenti tattici schierabili rapidamente, lo sviluppo delle capacità di gestione di crisi civili nei settori di attività di polizia, stato di diritto, amministrazione civile e protezione civile. L´unione, inoltre, deve poter contare su una struttura europea di comando composta da un Comitato politico e di sicurezza, un Comitato militare, uno Stato maggiore e una Cellula civile-militare con un centro operativo nascente, sull’Agenzia europea di difesa, su Europol e il mandato di arresto europeo. Ma anche sulla forza di gendarmeria europea, con quartier generale Vicenza, che dovrebbe essere impiegata per la futura missione di polizia in Kosovo, su norme comuni per l’approvvigionamento e le esportazioni di armi e su un programma di ricerca europea in materia di sicurezza. Questo processo, per il Parlamento, deve essere rafforzato attraverso la creazione di un mercato europeo degli equipaggiamenti di difesa, un sistema comune di informazione aerea e satellitare e norme comuni di telecomunicazione di cui possano disporre l’esercito, la polizia e i servizi di gestione delle catastrofi. E´ anche necessaria la creazione di una forza navale europea permanente, compreso un servizio di guardacoste, attiva nel Mar Mediterraneo, «volta ad attestare una presenza europea e ad accrescere il potenziale dell´Ue in materia di gestione delle crisi in questa regione di somma importanza per i suoi interessi in materia di sicurezza». Inoltre, ritiene necessario che il bilancio europeo non copra soltanto gli aspetti civili ma anche quelli militari della sicurezza. Occorre poi disporre di un sottosegretario agli affari esteri europeo incaricato della politica di sicurezza e di difesa nonché di una forza di protezione civile europea e di Corpi civili di pace europei. La relazione sottolinea anche la necessità di dotare l´Ue della capacità di garantire prontamente i trasporti aerei e marittimi in caso di operazioni di soccorso a seguito di calamità, di operazioni di salvataggio e di difesa. Tutti ciò - è anche precisato - necessita di un adeguato controllo parlamentare esercitato dai parlamenti degli Stati membri e dal Parlamento europeo. Per i deputati, «la sicurezza e la lotta contro il terrorismo internazionale sono elementi prioritari dell´Ue». A tale riguardo, riconoscendo che la lotta «non può essere portata avanti soltanto con mezzi militari», sostengono che, per prevenire e reprimere il terrorismo, «occorre tutta una serie di misure non militari», come lo scambio di informazioni e la cooperazione giudiziaria e di polizia. Queste misure, è precisato, «presuppongono a loro volta la piena cooperazione tra le istituzioni e tra i vari pilastri». Uno dei maggiori contributi dell´Unione europea alla prevenzione del terrorismo internazionale - aggiungono i deputati - «è costituito dalla sua capacità di affrontare in modo efficace la creazione e il ripristino di istituzioni democratiche, di infrastrutture sociali ed economiche, del buon governo e della società civile, opponendosi con successo al razzismo e alla xenofobia». Il Parlamento sottolinea inoltre che l´Ue deve garantire la sicurezza delle frontiere esterne, proteggere le infrastrutture vitali, eliminare le reti di finanziamento del terrorismo internazionale e lottare contro la criminalità organizzata. A tale riguardo, la Commissione e gli Stati membri sono invitati ad elaborare un sistema di gestione integrata delle frontiere esterne dell´Unione, «senza introdurre limitazioni quanto al rispetto dei diritti umani e fondamentali e del diritto umanitario, in particolare per quanto concerne i rifugiati e i richiedenti asilo». Il Parlamento accoglie «con estrema soddisfazione» il fatto che il comportamento del personale di tutte le operazioni Pesd è disciplinato da una serie di orientamenti e regole generali di comportamento figuranti in vari documenti. Al riguardo, valuta positivamente i primi segnali contenuti in tali orientamenti e regole per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani. I deputati, d´altra parte, insistono sulla necessità che l´osservanza di tali regole sia assolutamente obbligatoria e che i comandanti in campo rispondano della disciplina e del comportamento dei loro subordinati, «anche in condizioni di stress estremo durante situazioni di guerra». D´altra parte, ritengono che se la struttura di comando, l´equipaggiamento o l´armamento non sono adeguati ai compiti loro affidati, «i soldati sono esposti a rischi inutili». Reputano quindi particolarmente importante badare a che le unità da porre sotto comando dell´Ue «siano correttamente equipaggiate». In proposito, per ovviare all´aumento dei costi e alla riduzione dell´efficienza dovuta al ricorso di equipaggiamenti diversi incompatibili, chiedono anche la promozione di misure di concertazione in materia di equipaggiamenti e armamenti per ottimizzare l´impiego delle risorse e l´efficacia delle azioni multinazionali. Inoltre, sottolineando la necessità di potenziare la capacità collettiva dell´Ue di proteggere le sue frontiere esterne, il Parlamento si dice preoccupato per l´incompatibilità e le qualità degli equipaggiamenti di sorveglianza e pone in rilievo la necessità di nuove tecnologie per ovviare a questa situazione. D´altra parte, ritiene che l´uso efficace delle capacità militari «non sarà possibile senza una significativa valorizzazione della capacità europea di proiezione di potenza», compresa la capacità di trasporto aereo e marittimo. E, in tale contesto, i deputati riconoscono gli sforzi compiuti da vari paesi per aumentare le proprie capacità in materia di trasporto aereo e mezzi anfibi, nonché i piani per acquisire un maggior numero di portaerei. Il Parlamento rileva che è della massima importanza coordinare con efficacia gli elementi civili e militari della risposta della comunità internazionale a una situazione di crisi. I deputati, in proposito, sottolineano che, in caso di attacco sferrato da forze armate di un paese terzo sul territorio dell´Unione, «la Nato resta il garante della difesa collettiva». Tuttavia, si attendono dall´Ue che agisca solidalmente e fornisca allo Stato membro attaccato tutta l´assistenza necessaria. Al contempo si compiacciono per la crescente capacità di agire al di fuori del proprio teatro di operazioni e sottolineano come la Nato sia «la sede opportuna per il dialogo transatlantico sulle questioni di sicurezza». Il Parlamento sottolinea inoltre la "autonomia strategica" che caratterizza la Strategia europea in materia di sicurezza - segnatamente, la capacità di condurre operazioni nel suo ambito d´azione indipendentemente da altri attori - che richiede l´interoperabilità e una catena di approvvigionamento più sostenibile e affidabile basata sul sostegno e l´assistenza reciproci, evitando i doppioni e un impiego non ottimale di risorse scarse a livello europeo o tra Stati membri. D´altra parte, mette anche in guardia «dalle duplicazioni di sforzi fra la Nato e l´Ue e fra gli Stati membri dell´Ue». D´altra parte il Parlamento considera che la Pesd «dispone attualmente soltanto di risorse limitate per operazioni civili e militari» e, pertanto, chiede all´Unione europea di concentrare le proprie capacità sulle regioni ad essa geograficamente vicine, in particolare i Balcani, «onde rafforzare la sua credibilità in veste di attore globale». Allo stesso tempo, contempla la possibilità di sviluppare ulteriori capacità che consentano all´Ue di apportare un contributo attivo alla risoluzione dei conflitti anche in altri parti del mondi. Il Parlamento sottolinea che la strategia europea di sicurezza presuppone un´industria della difesa europea «forte e indipendente» nonché una capacità di ricerca e sviluppo tecnologico autonoma, «in grado di tutelare adeguatamente gli interessi essenziali di sicurezza dell´Unione europea e degli Stati membri». Ricorda poi che il trattato mantiene inalterato l´obbligo, per le istituzioni comunitarie, di legiferare sulla realizzazione del mercato interno per quanto riguarda le attrezzature e i servizi connessi alla difesa, a condizione che la legislazione in materia tuteli gli interessi essenziali di sicurezza degli Stati membri e dell´Unione. In merito agli appalti pubblici, i deputati sottolineano che, per garantire gli interessi essenziali di sicurezza dell´Ue, le norme in materia dovrebbero privilegiare i prodotti di difesa di origine europea rispetto a quelli provenienti dai paesi terzi. D´altra parte, accolgono con favore il codice di condotta sugli appalti pubblici dell´agenzia europea di difesa e invitano tutti gli Stati membri a sottoscriverlo. Ritengono inoltre necessario potenziare le attività di detta agenzia nel contesto della Pesd. Chiedono infine che il codice di condotta sulle esportazioni delle armi divenga giuridicamente vincolante e sia efficacemente applicato e fatto rispettare in tutti gli Stati membri. . .  
   
   
NORVEGIA: PICCOLO PAESE, GRANDI RISULTATI  
 
Bruxelles, 21 novembre 2006 - La Norvegia ha rivolto la propria attenzione al Settimo programma quadro (7Pq), archiviando un 6Pq coronato dal successo e risultando uno dei primi paesi ad avviare il 7Pq a livello nazionale, il 13 e 14 novembre scorsi. La Norvegia non è uno Stato membro dell´Ue, ma gli eccellenti risultati raggiunti nel 6Pq suscitano l´invidia di molti paesi dell´Unione. Un progetto su 10 del 6Pq ha visto il coinvolgimento di un partner norvegese, un buon risultato per un paese che conta soltanto 4,6 milioni di abitanti. Anche le proposte riguardanti la Norvegia presentano un indice di riuscita pari al 28%, che è molto più alto della media comunitaria del 18%. Tali risultati sono indubbiamente il prodotto delle politiche nazionali del paese. La Norvegia spende l´1,75% del suo Pil per la ricerca e sviluppo (R&s), a fronte della cifra comunitaria dell´1,93% (e l´obiettivo è il 3%, come nell´Ue). Come evidenziato da Robert Jan Smits, direttore di «Spazio europeo della ricerca: programmi e capacità di ricerca» della Dg Ricerca della Commissione europea, se la Norvegia fosse membro dell´Ue deterrebbe una posizione molto elevata in varie classifiche. Il paese occuperebbe il quinto posto in termini di numero di pubblicazioni scientifiche, il terzo per il numero di ricercatori quale percentuale della forza lavoro e il secondo per la spesa pubblica a favore dell´istruzione. Come suggeriscono le cifre, la Norvegia prende molto sul serio la R&s, un aspetto che è emerso con chiarezza con la pubblicazione di un libro bianco sulla ricerca nel 2004. In un´intervista rilasciata al Notiziario Cordis, il ministro norvegese per l´Istruzione e la ricerca, Øystein Djupedal, ha definito il documento estremamente importante, spiegando che «sono le fondamenta dell´edificio che stiamo costruendo». «La ricerca è sempre stata una questione importante per la politica norvegese, ma in questo libro bianco gli obiettivi sono molto elevati e ambiziosi, proprio come nella strategia di Lisbona: c´è l´obiettivo del 3%, e attraverso la cooperazione nei programmi quadro [comunitari] trattiamo molte aree tematiche comuni. Dal punto di vista norvegese, si tratta di uno dei libri bianchi più importanti che siano mai stati pubblicati», ha affermato Djupedal. Oltre agli obiettivi di finanziamento, il documento evidenzia anche l´internazionalizzazione, la ricerca di base e l´innovazione quali priorità per il periodo 2005 - 2010. Il ministro ha affermato che il testo ha ricevuto un´ottima accoglienza da parte della comunità norvegese della ricerca. «Tutti lo citano continuamente», ha dichiarato, sottolineando inoltre che è stato adottato all´unanimità dal Parlamento norvegese. La Norvegia può inoltre contare su alcuni paesi confinanti che fungono da modello. «Ovviamente teniamo sempre molto in considerazione le iniziative svedesi e finlandesi. Un´area in cui ottengono molti risultati, contrariamente a noi, sono gli investimenti delle imprese nella ricerca», ha dichiarato Djupedal al Notiziario Cordis. Le società norvegesi sarebbero considerate per la maggior parte piccole e medie imprese (Pmi) nel resto d´Europa, ad eccezione di qualche azienda energetica. Il ministro ha spiegato che il governo sta studiando a fondo come intervenire per promuovere gli investimenti aziendali. La dimensione delle aziende è soltanto una delle sfide che deve affrontare la Norvegia, essendo un paese piccolo. Una delle modalità selezionate dalla Norvegia per controbilanciare le proprie dimensioni ridotte è la cooperazione con gli altri paesi, in particolare attraverso i programmi quadro. «I programmi quadro costituiscono la forma di cooperazione internazionale più importante per la Norvegia. Siamo un paese piccolo, e anche se pensiamo di essere brillanti, sappiamo di non essere gli unici! Pertanto dipendiamo non poco dalla cooperazione. » L´approccio sembra essersi dimostrato efficace, come ha rilevato il ministro. «Danimarca, Svezia e Finlandia: nel contesto europeo nessuno dei nostri è un grande paese, ma le nostre società sono effettivamente molto floride. » La cooperazione con l´Ue ha inoltre ampliato gli orizzonti norvegesi, aprendo la strada a realtà che superano i confini della regione nordica. «Una delle cose curiose che ho appena saputo è che, malgrado i contatti storicamente stretti con la Danimarca, ad esempio, grazie al Sesto programma quadro abbiamo più progetti con la Polonia di quanti non ne abbiamo con la Danimarca. Questo fatto mi ha sbalordito, ma è così che dovrebbe essere». La partecipazione della Norvegia al 7Pq dev´essere ancora definita; si dovrebbe trattare di una semplice formalità, visto che la Norvegia partecipa ai programmi quadro dall´ultima fase del 3Pq. L´associazione al 7Pq dev´essere tuttavia approvata dal Consiglio dei ministri dell´Unione e dal Parlamento norvegese. Poiché l´importanza dei programmi quadro è riconosciuta da tutto il mondo politico, il ministro prevede che non sorgeranno problemi in tal senso. Alla luce dell´entusiasmo manifestato per i programmi quadro e della partecipazione di oltre 1 300 persone al lancio norvegese del 7Pq, la buona riuscita della Norvegia nel 7Pq sembra pressoché scontata. Per ulteriori informazioni sulla ricerca in Norvegia consultare: http://cordis. Europa. Eu/norway/home_en. Html http://www. Forskningsradet. No/english .  
   
   
UE: LOTTA SENZA QUARTIERE ALLA TRATTA DEGLI ESSERI UMANI  
 
Bruxelles, 21 novembre 2006 - Il Parlamento propone un quadro giuridico per la lotta al traffico degli esseri umani, in particolare di bambini. Sostenendo che il modo migliore per ridurre tale fenomeno è garantire l´accesso alle informazioni sulle opportunità di una migrazione sicura, sollecita pene severe per i datori di lavoro che sfruttano la tratta. Nel chiedere poi di assicurare assistenza e protezione alle vittime, ritiene che legalizzando la prostituzione si agevola l´acquisto di sesso, anche da vittime della tratta. Adottando la relazione di Edit Bauer (Ppe/de, Sk), il Parlamento europeo sottolinea che il traffico di esseri umani «rappresenta una forma di schiavitù, un crimine grave e una grave violazione dei diritti umani e riduce le persone in uno stato di dipendenza mediante minacce, violenze e umiliazioni». Al riguardo, ricorda che, secondo la relazione 2005 dell´Ufficio del Dipartimento di Stato Usa sul traffico di persone, da 600. 000 a 800. 000 uomini, donne e bambini sono ogni anno oggetto del traffico. Circa l´80% di questi sono donne e ragazze e fino al 50% minori. La maggior parte delle vittime transnazionali sono soggette a questo traffico allo scopo di sfruttamento sessuale commerciale, il 98% delle quali è costituito da donne e ragazze. Altre stime dell´Onu e dell´Oil sono ancora più elevate, mentre il Consiglio d´Europa ritiene che il traffico di esseri umani sia la terza fonte di denaro prodotto dalla criminalità organizzata, dopo le armi e la droga. I deputati, d´altra parte, non si limitano a esaminare il tema della tratta internazionale. In effetti, adottando un emendamento proposto dal Ppe/de, chiedono alla Commissione e agli Stati membri di affrontare anche la questione della tratta degli esseri umani all´interno dell´Unione e all´interno dei singoli Stati, nonché di sostenere la ricerca per incrementare la comprensione di questo fenomeno e avviare lo sviluppo e l´attuazione di efficaci misure strategiche. Il Parlamento, peraltro, chiede agli Stati membri di ridurre al minimo il rischio di traffico di organi in Europa, sia limitando la domanda sia promuovendo più efficacemente la donazione di organi, mantenendo rigorosa la legislazione sui donatori vivi che non sono parenti, garantendo la trasparenza dei registri nazionali e delle liste d´attesa, fissando la responsabilità giuridica per le irregolarità. Il Parlamento nota anzitutto che la tratta degli esseri umani «va contrastata con un´impostazione politica coerente» che comprenda le politiche in materia di immigrazione, di genere, dell´occupazione, sociale, dello sviluppo, estera, di vicinato e dei visti. Il Consiglio e gli Stati membri dovrebbero inoltre rafforzare l´approccio basato sui diritti umani e la parità di genere e incentrato sulle vittime, attuando il Piano d´azione per impedire la tratta degli esseri umani. Gli Stati membri dovrebbero offrire alle vittime della tratta la possibilità di ricevere assistenza per rientrare nel paese d’origine, se così desiderano, o per rimanere nell’Unione. Quanto meno occorre garantire loro lo status di residente di breve durata e l´accesso all´informazione sulle procedure legali e amministrative in una lingua che comprendono, unitamente a un´assistenza legale gratuita. Le vittime dovrebbero anche ricevere sostegno e incoraggiamento a collaborare con le autorità competenti durante le indagini e in qualità di testimoni nei procedimenti penali. Va quindi presa in esame la possibilità di introdurre meccanismi che incoraggino, sostengano e proteggano gli informatori che possono essere oggetto di rappresaglie. I governi sono poi invitati a adottare misure per garantire che il sequestro e il trasporto di persone, compresi la fornitura di alloggio e sostentamento, e l´assunzione del controllo su di esse, vengano definiti per legge come crimini e considerati reati punibili con la detenzione. Le sanzioni di carattere penale o amministrativo imposte alla persona giuridica giudicata responsabile del reato dovrebbero anche includere il sequestro e la confisca dei proventi derivanti dalla tratta, al fine di indennizzare e risarcire, in via prioritaria, le vittime per i danni economici, fisici e psicologici sofferti. I deputati ritengono inoltre che, qualora si dovesse constatare che una società fa uso di manodopera a basso prezzo sfruttando la tratta degli esseri umani, dovrebbero essere applicate «sanzioni severissime» nei suoi confronti, in particolare se ha agito in modo fraudolento». Agli Stati membri è poi chiesto di sostenere i servizi di incontro tra domanda e offerta di lavoro attraverso il monitoraggio delle agenzie di collocamento private, «che spesso sono dissimulate come agenzie matrimoniali o turistiche e possono portare a pratiche abusive di reclutamento e, di conseguenza, alla tratta». Gli Stati membri dovrebbero anche rafforzare i meccanismi di ispezione e applicazione relativi al diritto del lavoro e controllare meglio le attività delle agenzie di collocamento e delle agenzie di reclutamento di lavoratori stagionali. Il Consiglio, da parte sua dovrebbe prendere in esame la possibilità di una rete di collegamento delle ispezioni del lavoro nazionali. Il Parlamento chiede alla Commissione di avviare entro il 2007 uno studio sia sulla correlazione causale tra le varie legislazioni degli Stati membri sulla prostituzione e la tratta ai fini dello sfruttamento sessuale sia su quella esistente tra le varie legislazioni degli Stati membri, la politica di immigrazione e la tratta degli esseri umani. Tale studio, che dovrà essere basato su dati comparibili, dovrebbe includere anche una valutazione del possibile spostamento del turismo sessuale verso altri paesi in conseguenza di modelli proibizionistici e di come le varie leggi sulla prostituzione influenzano sia la tratta a fini di sfruttamento sessuale sia il numero di bambini impiegati nell´industria del sesso. I risultati andrebbero quindi utilizzati per attuare le migliori prassi nel combattere la tratta di esseri umani a fini di sfruttamento sessuale. E’ poi sottolineata l´importanza che le istituzioni dell´Ue e gli Stati membri promuovano strategie di prevenzione specifiche in relazione al genere come elemento fondamentale nella lotta contro la tratta delle donne e delle ragazze, attuino i principi di parità di genere ed eliminino la domanda di tutte le forme di sfruttamento, compreso lo sfruttamento sessuale e lo sfruttamento del lavoro domestico. D’altra parte, secondo il Parlamento, i governi dovrebbero riconoscere che la legalizzazione della prostituzione «facilita l´acquisto di sesso, anche da vittime della tratta». Gli Stati membri dovrebbero quindi attuare misure per ridurre la domanda e per affrontare altre cause, quali l´emarginazione e la mancanza di pari opportunità occupazionali e di un lavoro dignitoso, incoraggiando il settore commerciale, in particolare il settore turistico e i servizi Internet, affinché sviluppino e aderiscano a codici di condotta al fine di impedire la tratta degli esseri umani. Ma andrebbero anche prese misure al fine di migliorare i meccanismi giuridici per una migrazione sicura, garantire l´accesso alle informazioni sulle opportunità di una migrazione sicura e assicurare la trasparenza delle procedure «come modo migliore per ridurre la tratta degli esseri umani». Per i deputati sono necessarie misure per garantire la protezione non soltanto delle vittime di sfruttamento sessuale ma anche delle vittime di sfruttamento sul lavoro e di altri tipi di traffico. La Commissione e gli Stati membri dovrebbero creare una hotline plurilingue con un unico numero europeo allo scopo di fornire una prima assistenza alle vittime. Andrebbe anche incoraggiata la creazione di un sito web europeo contenente dati e immagini delle persone scomparse. Gli Stati membri dovrebbero garantire l´accesso a un´assistenza a breve e/o a lungo termine alle vittime. Questo sostegno dovrebbe comprendere, tra l´altro, centri specializzati di prima accoglienza, con la possibilità di avere accesso ad alloggi in una fase successiva, servizi medici e consulenza medica, assistenza giuridica, informazione sui loro diritti e sulle implicazioni per le vittime come testimoni, corsi di lingua e di formazione professionale, corsi di induzione culturale, assistenza finanziaria e assistenza per trovare un lavoro, compresi tutori legali speciali per i bambini. Adottando una serie di emendamenti avanzati dal Ppe/de, il Parlamento chiede particolari tutele per i bambini vittime della tratta e misure di prevenzione per impedirla. Più in particolare, chiede alla Commissione e agli Stati membri di esaminare l´opportunità di introdurre nelle loro politiche interne, di vicinato e di sviluppo, misure che affrontino alla radice le causa della tratta e rafforzino i sistemi nazionali di tutela dell´infanzia. E´ anche necessario incoraggiare la registrazione dei bambini per ridurre la loro vulnerabilità in relazione alle adozioni illegali. Gli Stati membri, inoltre, dovrebbero garantire che i bambini, vittime o testimoni della tratta, beneficino delle garanzie dei loro diritti umani, ottengano protezione speciale, aiuto e sostegno al fine di prevenire ulteriori sofferenze. I bambini dovrebbero essere tutelati anche dall´azione penale o da sanzioni per reati commessi in relazione al loro status di vittime della tratta e, in linea generale, non dovrebbero essere privati della loro libertà. Ma non solo, la Commissione dovrebbe affrontare il problema del traffico di bambini nel settore dello sport, ponendo particolare attenzione ai casi in cui taluni club potrebbero offrire dei contratti a ragazzi molto giovani al fine di aggirare le norme. Agli Stati membri, invece, è chiesto di sostenere l´introduzione di corsi di capacità personale in tutte le classi come metodo per prevenire la tratta. Il Parlamento chiede l´avvio, la promozione e la valutazione di ricerche sulle nuove tendenze della tratta, sui rapporti fra tratta e domanda di manodopera a buon mercato, tratta e migrazione nonché di ricerche volte a valutare l´efficacia degli attuali programmi antitratta, compreso il loro impatto sulla promozione e la realizzazione dei diritti dei bambini e specialmente in vista del piano d´azione Ue contro la tratta degli esseri umani. Gli Stati membri dovrebbero creare e potenziare strutture di coordinamento nazionali contro il traffico e perseguire l´integrazione di queste strutture in una rete internazionale. Dovrebbero anche potenziare la cooperazione con l´Ue coinvolgendo regolarmente organismi Ue quali Europol, Eurojust e Frontex. Occorre poi istituire una Rete europea contro la tratta, costituita da punti di contatto designati da ciascuno Stato membro e dalla Commissione, che comprenda agenzie governative e non governative e copra i settori della prevenzione, dell´assistenza alle vittime, dell´applicazione della legge e della cooperazione di polizia e giudiziaria. Per i deputati, inoltre, il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri dovrebbero coordinare le loro strategie contro la tratta per integrare l´azione delle Nazioni Unite, del Consiglio d´Europa, dell´Osce, dell´Organizzazione internazionale per le migrazioni, del Processo di revisione di Pechino, del Patto di stabilità per l´Europa meridionale e del G8. A loro parere, poi, rivestono enorme importanza il coordinamento e la cooperazione fra i paesi di origine, di transito e di destinazione della tratta. Il Consiglio e gli Stati membri dovrebbero infine incoraggiare la cooperazione con le Ong che operano nei rispettivi paesi d´origine, che dovrebbero raccogliere dati, attuare iniziative, formare operatori sociali e lavorare con i mass media per sensibilizzare l´opinione pubblica sulla tratta degli esseri umani. . .  
   
   
LANCIO DELLA CAMPAGNA DEL CONSIGLIO D’EUROPA: I PARLAMENTI NAZIONALI INVITATI A UTILIZZARE “OGNI MEZZO POSSIBILE” PER COMBATTERE LA VIOLENZA DOMESTICA  
 
Strasburgo, 21 novembre 2006 – Alla vigilia dell’inaugurazione di una grande campagna per la lotta alla violenza domestica nei confronti delle donne, che verrà lanciata dal Consiglio d’Europa a Madrid, il 27 novembre, la Commissione permanente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Apce), riunita a San Marino, ha adottato la seguente dichiarazione: “La violenza domestica nei confronti delle donne è un grave attacco alla dignità femminile che non può essere tollerato in alcun stato membro del Consiglio d’Europa”. “L’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, impegnata nella tutela dei diritti della persona umana, condanna pubblicamente e senza riserve la violenza domestica. Tale violenza è il risultato di una relazione iniqua tra uomini e donne, che essa continua a perpetrare. La violenza domestica non è circoscritta geograficamente né conosce limiti d’età e non è connessa all’origine etnica, ma può sussistere in ogni tipo di relazione familiare e in gruppi di qualsiasi estrazione sociale”. “La violenza domestica costa cara alla società. Rappresenta un costo personale e sociale per le donne che vivono un incubo terribile e provano costantemente paura e angoscia. Inoltre, la violenza domestica costituisce un costo finanziario enorme per tutta la società che deve, in particolare, far fronte alle spese per l’assistenza sanitaria, la protezione, la giustizia e la polizia. Essa implica anche un costo politico per le società democratiche incapaci di garantire protezione alle donne vittime della violenza domestica, che rappresenta un attacco frontale per la loro incolumità fisica e la loro dignità umana”. “L’assemblea parlamentare è convinta che la lotta alla violenza domestica nei confronti delle donne contribuirà a costruire una società più giusta, rispettosa dei diritti fondamentali di tutti e di tutte”. “In questo contesto, l’Assemblea parlamentare sostiene che la lotta alla violenza nei confronti delle donne deve essere una priorità degli Stati membri. L’assemblea rivolge un appello a tutti gli Stati membri affinché assumano le proprie responsabilità e adottino tutte le misure necessarie per fermare questa violenza. S’impegna a sostenere e a contribuire alla campagna del Consiglio d’Europa per combattere la violenza nei confronti delle donne, compreso la violenza domestica. La campagna verrà inaugurata il 27 novembre, a Madrid (Spagna). L’assemblea rinnova l’appello lanciato ai parlamenti nazionali per attuare il progetto dal tema “Parlamenti uniti per combattere la violenza contro le donne”, rendere la lotta alla violenza domestica nei confronti delle donne un tema di lavoro prioritario e contribuire in questo modo alla campagna del Consiglio d’Europa, attraverso tutti i mezzi parlamentari a loro disposizione”. La Commissione permanente, che agisce per conto dell’Assemblea parlamentare tra le sessioni plenarie, riunisce circa ottanta parlamentari dei 46 Atati membri del Consiglio d’Europa. . .  
   
   
TOSCANA, SI PUNTA ALLA COSTRUZIONE DI UN WELFARE FAMILIARE "LA FAMIGLIA AL CENTRO DELL´ATTENZIONE"  
 
 Firenze, 21 novembre 2006 - Costruire un reale sistema di welfare familiare con un occhio di riguardo ai minori, ristabilire i legami intergenerazionali, creare effettive possibilità di inserimento per gli immigrati, sostenere le reti di protezione per la famiglia, fondo per la non autosuffcienza. Queste le proposte principali scaturite stamattina dal convegno sulla condizione della famiglia in Toscana che si è tenuto al Convitto della Calza. All´incontro, organizzato dalla Regione in collaborazione con l´Irpet ed il Centro per le ricerche interdipartimentale sulla distribuzione del reddito, è stato presentata una ricerca dell´Irpet su ´Povertà e disuguaglianza in Toscana´. Hanno partecipato, tra gli altri, il ministro alle politiche per la famiglia, Rosy Bindi, l´assessore regionale alle politiche sociali Gianni Salvadori, il senatore Massimo Livi Bacci ed il presidente della Comunità Capo d´Arco Vinicio Albanesi. "Nella nostra regione secondo il rapporto dell´Irpet - ha sottolineato Salvadori - si vive meglio che nella maggioranza del paese ma questo non ci autorizza a dormire sonni tranquilli. Le condizioni di povertà si stanno allargando, interessando categorie sociali che prima non erano coinvolte. Poi esistono forme di povertà nascoste, come le oltre 50 mila persone che ogni mese vivono grazie agli aiuti del Banco Alimentare. Questo non si desume dal rapporto ma costituisce la sostanza del problema. Occorre intervenire per far fronte all´invecchiamento della società e per questo abbiamo istituito un fondo per la non autosufficienza che partirà dal 1° gennaio 2008. La famiglia per noi è al centro dell´attenzione ma non in senso ideologico ma in quanto ad interventi concreti". Il cambiamento demografico, il sostegno alle famiglie con anziani e bambini, una maggiore equità. Questi i temi toccati dal ministro Rosy Bindi durante la conclusione del convegno. "La Toscana ha più volte dimostrato di essere avanti rispetto al resto del paese per le politiche di welfare, spesso anticipando e stimolando scelte nazionali. Un esempio, il fondo per la non autosufficienza. Forse perché proprio in Toscana i dati relativi al cambiamento della famiglia (nuclei monofamiliari, separazioni, convivenze, tasso di natalità negativo) sono sopra alla media nazionale ed europea. A livello nazionale - ha aggiunto il ministro - stiamo assistendo alla rottura del legame tra generazioni, a persone anziane sempre più sole, all´impoverimento del cosiddetto ceto medio. Chi pensa di sovvertire tutto questo con politiche sociali di lotta alla povertà ha sbagliato strada. Occorre fare grandi scelte sui pilastri fondanti del nostro sistema: lavoro, retribuzioni, fisco, mobilità sociale. Senza poi dimenticare le politche per i giovani, per il lavoro femminile, per l´università per la ricerca. E intervenire per valorizzare la risorsa immigrazione, perché non è aspettando la nascita di figli italiani che risolveremo i problemi dell´invecchiamento della nostra società nel breve periodo". Secondo il professore Livi Bacci "va cambiata la logica di sostegno alla famiglia. Occorre riformare il welfare familiare in senso universalistico, come accade in altri paesi europei. Per questo però ci vorrebbe un governo con le spalle forti, per superare le opposizioni di determinate categorie". Vinicio Albanesi infine ha criticato, anche con toni aspri, la rete assistenziale esistente. "Stiamo costruendo a nostra misura una rete che finisce soltanto per tutelare colore che tutelano. Ma le risorse messe a disposizione vanno effettivamente a chi ha bisogno? Quante intermediazioni ci sono prima che arrivino a queste persone? Le reti producono effetti soltanto se sostenute e valorizzate. Purtroppo i costi per aiutare chi ha bisogno, soprattutto in termini di specializzazione, stanno aumentando. Adesso assistiamo circa il 10 per cento dei disagiati ma se non cambiamo le regole questa percentuale diminuirà". . . . .  
   
   
LA SITUAZIONE DELLE ADOZIONI NAZIONALI ED INTERNAZIONALI IN PIEMONTE  
 
 Torino, 21 novembre 2006 - Dal 22 al 24 novembre Torino ospita il Convegno Nazionale "Apprendere dall´esperienza: attese, realtà e prospettive dell´adozione nazionale ed internazionale", organizzato dalla Regione Piemonte - Assessorato Welfare e Lavoro e dall´Agenzia Regionale per le Adozioni Internazionali, con il patrocinio del Ministero per le Politiche della Famiglia. Un appuntamento che mira a dare un contributo importante all´elaborazione di nuovi scenari e prospettive per le adozioni, con l´intervento di esponenti del Governo, delle amministrazioni regionali, della magistratura minorile, degli enti autorizzati, delle associazioni di volontariato e delle famiglie. La Regione Piemonte si è dotata, negli anni, di leggi e linee di indirizzo specifiche per sostenere la permanenza dei minori nelle loro famiglie, per valorizzare l´affidamento familiare e per promuovere l´adozione. In vista dell´apertura dei lavori del convegno nazionale, il quadro statistico aggiornato delle adozioni sul territorio regionale sarà illustrato nel corso di una conferenza stampa Mercoledì 22 novembre alla quale Interverranno: Teresa Angela Migliasso, Assessore regionale al Welfare e Lavoro; Cesare Castellani, Presidente facente funzioni del Tribunale per i Minorenni di Torino; Anna Maria Colella, Direttrice dell´Agenzia regionale per le adozioni internazionali.  
   
   
UE: SEMPLIFICARE LA VITA AGLI EREDI  
 
 Bruxelles, 21 novembre 2006 - Il Parlamento europeo chiede l´adozione di un quadro legislativo armonizzato in materia di successioni e testamenti a carattere transfrontaliero. In tale ambito, avanza una serie di raccomandazioni concrete volte ad agevolare l´entrata in possesso delle eredità, riducendo le difficoltà e i costi. Lo strumento Ue dovrà quindi istituire un "certificato successorio europeo" e lasciare spazio alla libertà di scelta dei testatori quanto alla legislazione applicabile. Secondo uno studio del 2002 realizzato dal Deutsches Notarinstitut su incarico della Commissione europea, ogni anno si aprono nel territorio dell´Unione europea tra le 50. 000 e le 100. 000 successioni a causa di morte caratterizzate da elementi di internazionalità. Questo numero, inoltre, è destinato a essere rivisto in aumento, a seguito della recente adesione all´Unione europea di dieci nuovi Stati membri e in vista dei prossimi allargamenti. D´altra parte, attualmente sussistono profonde divergenze tra i sistemi di diritto internazionale privato e di diritto sostanziale degli Stati membri in materia di successioni a causa di morte e testamenti. Osservando che tali divergenze determinano, a carico degli aventi diritto, difficoltà e costi per entrare in possesso dell´eredità, il Parlamento, adottando la relazione di Giuseppe Gargani (Ppe/de, It) con 457 voti favorevoli, 51 contrari e 22 astensioni, chiede alla Commissione di presentargli, nel corso del 2007, una proposta legislativa in materia di successioni a causa di morte e testamenti. A tal fine, suggerisce alla Commissione delle raccomandazioni particolareggiate sui contenuti e la struttura del provvedimento legislativo che, è precisato, dovrà essere elaborato nell’ambito di un dibattito interistituzionale e adottato con la procedura di codecisione. I deputati ritengono che lo strumento legislativo da adottare dovrà contenere una disciplina «tendenzialmente esaustiva» del diritto internazionale privato delle successioni a causa di morte. Contestualmente, tale strumento, dovrà procedere all´istituzione di un "certificato successorio europeo" e all´armonizzazione delle norme concernenti la competenza giurisdizionale, la legge applicabile (cosiddette norme di conflitto), il riconoscimento e l´esecuzione delle sentenze e degli atti pubblici stranieri. E´ fatta eccezione per le norme sostanziali e procedurali che disciplinano la materia negli Stati membri. Allo stesso tempo, il Parlamento invita la Commissione, nel quadro delle consultazioni sul programma di finanziamento nel settore della giustizia civile per il periodo 2007 2013, a pubblicare un invito a presentare proposte per una campagna d´informazione sulle successioni e i testamenti transfrontalieri destinata ai legali che operano nel settore. Ma anche a indicare come priorità la creazione di una rete di legali civilisti, «al fine di sviluppare la fiducia e la comprensione reciproche tra i professionisti del settore, di favorire lo scambio di informazioni e di mettere a punto prassi eccellenti». Giurisdizione e criteri di collegamento: riconoscere l´autonomia privata - I deputati ritengono che lo strumento legislativo da adottare dovrà ridurre le difficoltà di applicazione della legge straniera. A tale scopo, preferiscono, sia quale titolo di giurisdizione principale sia quale criterio di collegamento oggettivo, il luogo di residenza abituale del defunto. Ossia il suo luogo di residenza al momento del decesso, sempreché sia stata la sua residenza abituale per almeno due anni prima della morte o, nel caso non lo sia stata, il luogo in cui aveva il centro dei propri interessi al momento del decesso. Tuttavia, ritengono anche che lo strumento legislativo «dovrà attribuire un certo spazio all´autonomia della volontà». Più in particolare, dovrà consentire alle parti in causa di scegliere, a determinate condizioni, il giudice competente e, quindi, la competenza giurisdizionale, il riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale. Al testatore, inoltre, dovrebbe essere riconosciuta la facoltà di scegliere, quale legge regolatrice dell´intera successione, tra la propria legge nazionale e la legge dello Stato in cui ha la residenza abituale al momento della scelta. Tale scelta, è anche precisato, «dovrà essere espressa in una dichiarazione avente la forma di una disposizione testamentaria». Lo strumento legislativo, d´altra parte, dovrà evitare che tramite la facoltà di scelta della legge applicabile «siano frodati i principi fondamentali di assegnazione della legittima in favore dei congiunti più stretti stabiliti dalla legge applicabile alla successione a titolo oggettivo». Dovrà inoltre assicurare il coordinamento della legge applicabile alla successione con le norme della legge del luogo dove si trovano i beni ereditari al fine di rendere queste ultime applicabili. La legge applicabile alla successione, poi, non potrà influire sull´applicazione di altre disposizioni dello Stato nel quale sono ubicati determinati beni immobili, imprese o altre speciali categorie di beni, e le cui norme istituiscono un regime ereditario speciale per quanto concerne tali beni in ragione di considerazioni economiche, familiari o sociali. Legge applicabile alla forma dei testamenti e ai patti successori - Il Parlamento ritiene inoltre che lo strumento legislativo da adottare dovrà prevedere un´apposita disciplina in materia di legge applicabile alla forma delle disposizioni testamentarie. Queste, più in particolare, dovranno reputarsi valide, quanto alla forma, ove siano considerate tali dalla legge dello Stato in cui il testatore ha disposto, dalla legge dello Stato in cui il testatore aveva la sua residenza abituale nel momento in cui ha disposto o al momento della morte, o dalla legge di uno degli Stati di cui il testatore aveva la nazionalità nel momento in cui ha disposto o al momento della morte. Per quanto riguarda i patti successori, il provvedimento dovrà prevedere che, nel caso in cui riguardino la successione di una sola persona, questi dovranno essere regolati dalla legge dello Stato in cui tale persona ha la sua residenza abituale al momento della conclusione del patto. Se, invece, riguardano la successione di più persone, dovranno essere regolati da ognuna delle leggi degli Stati nei quali ognuna di tali persone ha la propria residenza abituale al momento della conclusione del patto. Anche in questo caso, tuttavia, i deputati chiedono che si attribuisca un certo spazio all´autonomia della volontà, consentendo alle parti di convenire a quale legge devono essere sottoposti tali patti. Lo strumento legislativo da adottare dovrà disciplinare anche le questioni di carattere generale in materia di legge applicabile. A tale proposito, il Parlamento ritiene che la legge designata dallo strumento legislativo dovrà essere competente a disciplinare, «a prescindere dalla natura e dall´ubicazione dei beni», l´intera successione, dall´apertura fino alla trasmissione dell´eredità agli aventi diritto. Lo strumento legislativo, inoltre, dovrà avere carattere erga omnes, «cioè essere applicabile anche nel caso in cui la legge dal medesimo designata sia la legge di uno Stato terzo» e indicare i modi e i mezzi con cui le autorità chiamate ad applicare una legge straniera dovranno accertarne il contenuto, nonché i rimedi in caso di mancato accertamento. Certificato successorio europeo per semplificare le procedure - Per il Parlamento, lo strumento legislativo da adottare dovrà perseguire l´obiettivo di semplificare le procedure che eredi e legatari devono seguire per entrare in possesso dei beni ereditari. Dovrà quindi prevedere le regole di diritto internazionale privato volte all´efficace coordinamento degli ordinamenti giuridici in materia di amministrazione, liquidazione e trasmissione dell´eredità, nonché di identificazione degli eredi. Occorre inoltre istituire un "certificato successorio europeo" che indichi, in maniera vincolante, la legge applicabile alla successione, i beneficiari dell´eredità, i soggetti incaricati della sua amministrazione e i relativi poteri, nonché i beni ereditari, affidandone il rilascio ad un soggetto che nei singoli ordinamenti nazionali sia abilitato ad attribuirgli pubblica fede. Tale certificato dovrà essere redatto secondo un modello standard e costituirà titolo idoneo per la trascrizione dell´acquisto ereditario nei pubblici registri dello Stato membro di ubicazione dei beni. I trust - I deputati chiedono che i trust non rientrino nel campo di applicazione dello strumento legislativo da adottare. Tuttavia, quest´ultimo dovrà prevedere che, nel caso dei trust facenti parte di una successione, l´applicazione alla successione della legge indicata dallo strumento stesso «non possa ostacolare l´applicazione di un´altra legge per l´amministrazione del trust». Viceversa, l´applicazione al trust della legge per la sua amministrazione non dovrà ostacolare l´applicazione alla successione della legge applicabile in conformità dello strumento legislativo da adottare. Atti pubblici e rete europea dei testamenti - Il Parlamento ritiene opportuno disciplinare gli stessi effetti per gli atti pubblici in materia successoria, che in particolare dovranno essere riconosciuti in tutti gli Stati membri per la prova dei fatti e delle dichiarazioni che l’autorità che li ha formati attesta essere avvenuti in sua presenza, qualora la legge dello Stato membro d’origine lo preveda. Quando un atto pubblico è destinato a essere trascritto in pubblici registri dovrà anche essere previsto che l´atto stesso sia accompagnato da un "certificato di conformità" all’ordine pubblico ed alle norme imperative dello Stato membro richiesto. Tale certificato dovrà essere rilasciato – secondo un formulario standard – dall’autorità che sarebbe stata competente a formare l´atto in quest’ultimo Stato. A tale proposito, infine, il Parlamento auspica la creazione di una rete europea dei registri dei testamenti attraverso la messa in rete dei registri nazionali, al fine di semplificare la ricerca e l’accertamento delle disposizioni di ultima volontà del defunto. .  
   
   
NANOTRANSFER 2006  
 
Bruxelles, 21 novembre 2006 - Il 13 dicembre a Parigi (Francia) si terrà un workshop sul trasferimento della nanotecnologia in Europa. Obiettivo dell´iniziativa è riunire i rappresentanti della ricerca e dell´industria coinvolti nel trasferimento della nanotecnologia con esperti di settori complementari al processo, quali il rilascio di brevetti e licenze e l´analisi di mercato. Scopo della manifestazione è stimolare la concessione di licenze in campo tecnologico, i partenariati commerciali e lo sviluppo tecnologico congiunto. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Nanosprint. Com/workshop/2006/index. Html .  
   
   
LA POSIZIONE DELL’EUROSISTEMA SU UN’“AUPE PER LE CARTE DI PAGAMENTO”  
 
Francoforte, 21 novembre 2006 - La Banca centrale europea (Bce) pubblica The Eurosystem’s View of a “Sepa for Cards”, rapporto sui progressi compiuti in merito all’Area unica dei pagamenti in euro (Aupe). Nel documento il Consiglio direttivo della Bce espone la propria posizione su alcune questioni cruciali attinenti la migrazione dei sistemi di carte di pagamento verso l’Aupe, avvertendo nel contempo i mercati di alcuni sviluppi che potrebbero risultare non ottimali per i cittadini europei. La migrazione all’Aupe richiede che i sistemi di carte di pagamento e le comunità bancarie decidano riguardo alla propria posizione strategica nell’Aupe ed elaborino quindi i loro piani operativi. Per la realizzazione dell’Aupe la sfida consiste nel portare a buon fine la transizione verso un mercato maggiormente integrato e nel mantenere, allo stesso tempo, l’efficienza e il basso livello di costi che caratterizzano i sistemi nazionali esistenti in Europa. Il rapporto precisa una serie di disposizioni di politica pubblica concepite per evitare che la migrazione all’Aupe conduca a un peggioramento delle condizioni per i titolari di carte e gli esercenti. In particolare, è necessario che ogni sistema di carte di pagamento elabori e renda pubblicamente nota una strategia di medio-lungo periodo coerente con gli obiettivi dell’Aupe; tuteli la riservatezza dei dati personali; contribuisca alla definizione di standard con il chiaro impegno ad applicarli entro le scadenze; sviluppi una strategia per ridurre le frodi, in specie a livello transfrontaliero; promuova la concorrenza. A tale riguardo, il documento invita le autorità garanti della concorrenza a definire soprattutto regole armonizzate per le commissioni di interscambio. L’eurosistema discuterà il contenuto del rapporto con le parti interessate e seguirà l’evoluzione del settore delle carte di pagamento in Europa. .  
   
   
UN MILANESE SU CINQUE HA IL CAPO STRANIERO SONO OLTRE 336 MILA DIPENDENTI PER UN TOTALE DI QUASI 3 MILA MULTINAZIONALI SOPRATTUTTO EUROPEE. E LE MILANESI RICAMBIANO: LA METÀ DI MULTINAZIONALI IN EUROPA EXPORT CON L’EUROPA: +4,8% IN UN ANNO. IMPORT:+13,4%  
 
 Milano, 21 novembre 2006 - Milano e Europa, un legame forte oggi come ieri. Se nel 1700 gli imprenditori milanesi avevano affari in territori come Francia, Spagna, Inghilterra, Province Unite, Fiandre, Stati tedeschi, oggi ci sono quasi 1. 700 imprese in Europa partecipate da quelle milanesi che danno lavoro a quasi 106 mila dipendenti. Su un totale di quasi 3. 500 imprese milanesi nel mondo con oltre 237. 000 addetti. Prima destinazione europea è oggi la Francia con circa 33 mila addetti, seguono Spagna (21. 200 addetti circa), Germania (17. 550), Regno Unito (circa 15. 200). Importante la presenza europea a Milano: quasi 1. 700 imprese a partecipazione europea attive sul territorio milanese che impiegano oltre 186. 000 dipendenti, il 37,1% nazionale. Se guardiamo tutte le multinazionali, un milanese su cinque lavora per uno straniero (336. 300 posti creati da quasi 3. 000 ditte estere, su un totale di 1. 756. 000 lavoratori milanesi circa). Tra gli europei primi francesi (quasi 60. 000 addetti) e tedeschi (47. 656 dipendenti). E in un’economia sempre più globale, nei primi sei mesi del 2006, Milano ha esportato nel mondo merci per quasi 20 miliardi di euro con un aumento del 5,8% rispetto allo stesso periodo del 2005. Cresciuto anche l’import del 14,1%, per un importo complessivo nella prima metà del 2006 superiore ai 42 miliardi di euro. Bene anche i rapporti con l’Europa: + 4,8% l’export e + 13,4% l’import. E come nel Settecento è sempre la vecchia Europa ad attirare la maggior parte delle esportazioni milanesi (66%) ed è la Francia ad apprezzare di più i prodotti made in Milan con il 12% del totale dell’export meneghino. Le esportazioni verso la Francia sono state superiori al dato tedesco (11,2% del totale). Il Paese che incide di più sulle importazioni meneghine è la Germania con il 21,8% del totale. Emerge dal Report sulla globalizzazione milanese della Camera di commercio di Milano (elaborazione su banca dati Reprint e elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat 2006). Il volume. Realizzato dalla Camera di commercio di Milano, con la collaborazione dell’Archivio di Stato e dell’Università degli Studi di Milano, raccoglie la corrispondenza inviata ad Antonio Greppi, mercante, imprenditore e finanziere nella Milano del ‘700, dai figli Paolo e Giacomo, durante un loro viaggio attraverso l’Europa Occidentale compiuto tra il 1777 e il 1781. È una testimonianza sul mondo del commercio, della finanza e della società milanese ed europea dell’epoca, con osservazioni sulla mentalità e i costumi delle popolazioni incontrate, aspetti del paesaggio e del territorio dei Paesi europei visitati. Il volume ha 333 pagine, 222 illustrazioni ed è diviso in 4 capitoli: 1) Il viaggio di Paolo e Giacomo; 2) L’epistolario, lettura di un’epoca; 3) Le lettere; 4) Apparati. Edizione: Silvana Editoriale, in vendita presso le librerie milanesi, costo di 36 euro. Il volume è stato presentato oggi in Camera di commercio nel corso del convegno “Economia settecentesca e vie del commercio. Considerazioni sugli aspetti economici nell’Europa del Settecento” a cui sono seguiti l’incontro sul tema “La ricerca del bene” presso la sede della Nexo e il convegno su “Cultura e società. Resoconti di viaggio nell’Europa del Settecento” presso la sede dell’Archivio di Stato. “Il volume che presentiamo oggi – ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano – ci offre un’immagine di Milano, come città attiva e intraprendente, aperta alle novità e attenta alle relazioni e agli sviluppi in un contesto internazionale. Un segno di continuità nel tempo che ancora oggi rappresenta l’elemento di forza su cui costruire la competitività in una realtà come quella attuale sempre più globale, innovativa e dinamica”. .  
   
   
PREVISIONI OTTIMISTICHE PER GLI INVESTIMENTI 2006 IN LOMBARDIA  
 
 Milano, 21 novembre 2006 - L’ottimismo targato 2006 é di casa in Lombardia. Mai state così positive in 3 anni le previsioni per gli investimenti (+2,6 punti rispetto al dato del 2005), per la domanda interna (+6,5) e soprattutto per il fatturato (+10). Bene anche l’export (gli ottimisti superano i pessimisti del 19,7%) e la fiducia nel business futuro (+12,2%, anche se in discesa rispetto al 2005). Più caute le previsioni sull’occupazione: +1,6% (saldo tra ottimisti e pessimisti; valore stabile rispetto al 2005). Mentre nella classifica delle regioni economicamente più forti d’Europa, la Lombardia si conferma al quinto posto, superando il Baden-württemberg e la Scozia, ma dietro a Londra, all’Ile de France e ai due motori spagnoli (Catalogna e Paesi Baschi). Tra le singole voci della classifica, la Lombardia registra la posizione più elevata per investimenti (al quarto posto tra le più forti regioni europee; +1 posizione rispetto al 2005) e per la fiducia nel business futuro (business confidence). Sono questi i principali dati che emergono da una elaborazione della Camera di Commercio di Milano sui dati di Eurochambres per il 2006 sulle previsioni di oltre 100mila imprenditori europei. “Le imprese lombarde – ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano – dimostrano di credere nel futuro. Un segnale decisamente positivo sia per l’andamento dell’economia della regione che per l’intero Paese. Con una iniezione di ottimismo che tocca soprattutto gli investimenti, la domanda interna, l’export e il fatturato. Segnali forti che dimostrano la competitività della Lombardia, che é cresciuta in questi ultimi anni. Le istituzioni sono in questo quadro chiamate a sostenere questa tendenza, rafforzandola ancor di più. Da parte sua, la Camera di commercio ha da tempo intrapreso una serie di iniziative volte a sostenere le imprese milanesi e lombarde a prepararsi alle nuove sfide e opportunità nella realtà europea che cambia: a partire dal palazzo dell’innovazione, una struttura a livello europeo di servizio alle imprese”. .  
   
   
L’OSCAR DI BILANCIO SI È FATTO IN OTTO: CONFERMA LA SUA TRADIZIONE DI LABORATORIO PERMANENTE DI CONFRONTO, STUDIO E DIBATTITO E PRESENTA I 21 FINALISTI 2006  
 
Milano, 21 novembre 2006 – 21 finalisti per otto Oscar. La giuria dell’Oscar di Bilancio in seduta plenaria, presieduta dal Magnifico Rettore dell’Università Bocconi Prof. Angelo Provasoli, ha definito i 21 finalisti dell’edizione 2006 dell’Oscar di Bilancio elaborando le segnalazioni giunte dalle Commissioni preposte. Sta quindi arrivando a compimento il complesso lavoro per l’assegnazione dei premi: un percorso di confronto e studio che si concluderà la sera del 29 novembre con la proclamazione dei vincitori. L’oscar quest’anno si è fatto in otto perché ogni singola categoria merita il massimo riconoscimento. Saranno così assegnati: L’oscar di Bilancio Imprese di Assicurazioni; l’Oscar di Bilancio maggiori e Grandi Imprese Bancarie, Finanziarie; Oscar di Bilancio medie e Piccole Imprese; Oscar di Bilancio medie e Piccole Imprese Bancarie, Finanziarie; Oscar di Bilancio Organizzazioni Centrali e territoriali delle Amministrazioni Pubbliche; Oscar di Bilancio Organizzazioni Non Profit; Oscar di Bilancio Società e Grandi Imprese; Oscar di Bilancio Governance Societaria. I bilanci finalisti sono tutti caratterizzati da un estremo rigore e trasparenza. Spicca soprattutto il cammino svolto: anche quei bilanci che già nelle precedenti edizioni dell’Oscar avevano meritato le nomination risultano migliorati rispetto all’anno precedente. Questo continuo processo di miglioramento è il segno più distintivo di come la stesura attenta dei bilanci aiuti a promuovere e a mettere a fuoco l’identità di ciascuna organizzazione migliorandone anche l’efficienza. L’oscar è un laboratorio partecipato: chi aderisce al suo spirito è disposto a mettersi in gioco e a perfezionare incessantemente i propri meccanismi di rendicontazione economica, le relazioni con gli stakeholder e gli stessi meccanismi di Governance. Lo dimostra anche la partecipazione delle organizzazioni vincitrici degli scorsi tre anni, nonostante siano per regolamento escluse dalla competizione, i cui bilanci hanno comunque svolto il ruolo di benchmark. I 22 finalisti Per l’Oscar di Bilancio Imprese di Assicurazioni i finalisti sono: Assicurazioni Generali; Fondiaria Sai S. P. A e Toro Assicurazioni S. P. A. I loro bilanci si sono qualificati anche perché testimoniano un costante impegno verso il dialogo con gli stakeholder e gli aspetti sociali dell’attività dei Gruppi. I finalisti dell’Oscar di Bilancio maggiori e Grandi Imprese Bancarie, Finanziarie sono: Banca Monte dei Paschi di Siena; Banca Popolare Di Verona e Novara; Banche Popolari Unite. I bilanci finalisti non sono solo completi e trasparenti, ma rivelano una continua attenzione alla qualità dell’informativa fornita che si realizza anche approfondendo alcuni aspetti come la gestione dei rischi e la transizione agli Ifrs o con attenti riferimenti al bilancio sociale. Per l’Oscar di Bilancio medie e piccole Imprese sono stati selezionati come finalisti Box Marche S. P. A; Filca Cooperative e Monnalisa S. P. A che hanno realizzato bilanci chiari e completi spesso accompagnati da approfondimenti interessanti come un’analisi del capitale intellettuale realizzata secondo un approccio quali-quantitativo o informative socio-ambientali. I finalisti dell’Oscar di Bilancio medie e piccole Imprese Bancarie, Finanziarie sono: Banca di Credito Cooperativo Colli Morenici del Garda; Banca Popolare di Puglia e Basilicata e Hypo Alpe Adria Bank Spa che hanno presentato bilanci chiari, completi e leggibili con una forte attenzione alla loro diffusione in uno sforzo particolarmente apprezzabile per organizzazioni di queste dimensioni. Nell’oscar di Bilancio Organizzazioni Centrali e territoriali delle Amministrazioni Pubbliche i finalisti sono l’Azienda Servizi Sociali di Bolzano; il Comune di Brescia e la Regione del Veneto. Gli enti pubblici finalisti si sono distinti per la loro attenzione verso gli stakeholder che in alcuni casi sono stati coinvolti attivamente nel processo di stesura dei bilanci stessi. Quest’ultima categoria negli ultimi tre anni si è distinta per avere espresso una evidente evoluzione verso la qualità dell’informativa. L’oscar di Bilancio Organizzazioni Non Profit ha quattro finalisti, anzichè tre, che sono: Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo; Fondazione Vodafone Italia, Fondazione Cassa di Risparmio di Parma e Rovigo e Ucodep Onlus. Questi bilanci eccellono per la capacità di comunicare identità e scopi dell’organizzazione, e illustrano anche le ragioni delle scelte sul campo effettuate da ciascun ente. I finalisti dell’Oscar di Bilancio Società e Grandi Imprese sono: Aem Torino S. P. A; Autogrill S. P. A e Fiat S. P. A. Tutti i bilanci presentati hanno evidenziato un’informativa chiara e trasparente, ma i tre finalisti spiccavano per la cura realizzata in approfondimenti particolari come quelli relativi alla Governance o al Rapporto sul Capitale Intellettuale. La novità di quest’anno, l’Oscar di Bilancio Governance Societaria, non ha finalisti, ma solo il vincitore che sarà proclamato nella serata finale. La Giuria ha voluto così accompagnare con una maggiore suspence questo Oscar che conferma la tradizione di laboratorio del Premio: essere testimone e protagonista dei cambiamenti e delle nuove esigenze della comunità finanziaria italiana. I vincitori degli otto Oscar di Bilancio 2006 saranno comunicati durante la cerimonia di premiazione aperta al pubblico, che sarà come tradizione preceduta da una Lectio magistralis offerta da un testimone di livello internazionale su un argomento oggi al centro del dibattito politico-finanziario. Per focalizzare meglio il tema “Governance”, William J. Mcdonough, che è stato Presidente della Public Company Accounting Oversight Board - la società creata dalla legge Sarbanes-oxley Act per monitorare i revisori delle società pubbliche - illustrerà gli effetti che questa legge ha avuto sulle società private nel contesto statunitense e soprattutto in quello internazionale. Appuntamento dunque alla Cerimonia di Premiazione dell’Oscar di Bilancio 2006 mercoledì 29 novembre 2006, ore 17. 30 Borsa Italiana, Palazzo Mezzanotte Piazza Affari 6, Milano .  
   
   
TELECOM COLLOQUIA 2006 A VENEZIA PREMI NOBEL PER L’ECONOMIA DISCUTONO SU " LE UTOPIE SOSTENIBILI " A PHILIP KOTLER IL PRIZE FOR LEADERSHIP ON BUSINESS AND ECONOMICS THINKING  
 
Venezia, 21 novembre 2006 – Il prossimo 28 novembre il mondo dell’economia internazionale si dà appuntamento ai Telecom Colloquia, quarta edizione del tradizionale incontro tra Premi Nobel, pubblico e universitari organizzato da Progetto Italia presso il Telecom Italia Future Centre di Venezia. Quattro Premi Nobel per l’economia, Robert Mundell, James Heckman, Amartya Sen e Robert M. Solow, due economisti di fama internazionale come Jean Paul Fitoussi e Allen Sinai e il guru mondiale del marketing Philip Kotler discuteranno assieme sul tema “Le utopie sostenibili”. Il pubblico che volesse assistere dal vivo può prenotarsi al numero verde 800263999, attivo dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18, mentre tutta la giornata dei Telecom Colloquia sarà integralmente trasmessa on line su Rosso Alice, il portale Adsl di Telecom Italia, www. Rossoalice. It. Il programma è articolato in due sessioni. Al mattino Fitoussi, Heckman, Mundell, Sen, Sinai e Solow si confronteranno sullo stato dell’economia mondiale portando al pubblico le proprie esperienze e le loro ultime ricerche. Quindi, coordinati dal vice presidente Iseo, Riccardo Venchiarutti, daranno vita ad un dialogo sulla contemporaneità, lo stato dei mercati, l’evoluzione dei modelli economici e delle idee alla base dello sviluppo sostenibile. Al termine della sessione mattutina verrà consegnato il Prize for Leadership on Business and Economics Thinking, il Premio che Telecom Italia assegna annualmente ad uno studioso che si è distinto nel panorama mondiale per il suo contributo a temi legati all’economia d’impresa. Il vincitore dell’edizione 2006 è Philip Kotler, docente alla Northwestern University e considerato lo studioso che maggiormente ha contribuito allo sviluppo e alla diffusione della disciplina del marketing. Creatore della nota teoria delle “4P” (Product, Prize, Place e Promotion, cui negli anni ’80 ha aggiunto anche Public Relation e Power) e consulente per il marketing strategico di alcune delle multinazionali più importanti del mondo, Kotler aprirà la sessione pomeridiana con una lectio magistralis cui assisteranno tutti i protagonisti della discussione del mattino. Seguirà il momento più interattivo destinato a favorire lo scambio di posizioni, idee e curiosità tra tutti gli economisti e gli allievi di alcune delle più importanti università italiane presenti in videocollegamento: Cattolica di Milano, Bocconi di Milano, Luiss di Roma, Università di Bari, Politecnico di Milano. I protagonisti dei Telecom Colloquia 2006 sono alcuni degli studiosi che con le loro idee hanno maggiormente influenzato le politiche economiche del nostro tempo. Robert Mundell, professore di Economia alla Columbia University e Premio Nobel nel 1999, è un grande esperto di macroeconomia internazionale e di dinamiche monetarie, teorizzatore della global currency, la moneta unica globale, viene definito “l’architetto dell’Euro” ed è oggi uno dei massimi esperti mondiali dell’economia cinese. James J. Heckman, professore di Economia all’Università di Chicago e Premio Nobel nel 2000, studia in particolare l’impatto economico dei programmi sociali e ha sviluppato ricerche in aree quali l’istruzione, i programmi di formazione lavoro, le dinamiche occupazionali del mondo femminile e le leggi antidiscriminazione. Amartya Sen, professore emerito alla Harvard University e Premio Nobel 1998, è uno dei massimi esperti al mondo di economia del welfare. Si deve agli studi di Amartya Sen il nuovo concetto di sviluppo che si differenzia da quello di crescita: lo sviluppo economico non coincide più con l’aumento del reddito ma con l’aumento della qualità della vita. Robert M. Solow, professore emerito alla New York University e Premio Nobel nel 1987, si occupa in particolare dell’impatto dell’Information Communication Technology nell’economia e dei rapporti tra crescita economica complessiva e avanzamento tecnologico. Jean Paul Fitoussi, Presidente dell’Observatoire Français des Conjonctures Economiques di Parigi e professore di Economia all’Institut d’Etudes Politiques di Parigi, ha concentrato i suoi studi in particolare sulle teorie dell’inflazione, sulla disoccupazione, sul commercio estero e sul ruolo della politica macroeconomica. Allen Sinai, Presidente e Chief Global Economist di Decision Economics Inc. , è noto soprattutto per la sua attività di previsione economica e di formazione e creazione di nuovi modelli econometrici. E’ stato pioniere nell’applicazione dei sistemi informatici alla previsione e analisi dei mercati finanziari. I Telecom Colloquia saranno trasmessi in diretta in esclusiva Internet su Rosso Alice, il portale Adsl di Telecom Italia (www. Rossoalice. It). Nella sezione Terza Pagina, dedicata a Progetto Italia e accessibile dalla home page del portale, l’appuntamento potrà essere seguito gratuitamente e in modalità streaming live e successivamente on demand, direttamente sul pc di casa dai clienti Adsl Alice e da quelli di qualsiasi altro operatore purchè dotati di collegamenti a banda larga. .  
   
   
BNL: L’ASSEMBLEA STRAORDINARIA E L’ASSEMBLEA SPECIALE DEGLI AZIONISTI DI RISPARMIO APPROVANO LA CONVERSIONE OBBLIGATORIA DELLE AZIONI DI RISPARMIO IN AZIONI ORDINARIE  
 
Roma, 21 novembre 2006 – L’assemblea degli Azionisti di Bnl, svoltasi ieri a Roma sotto la presidenza di Luigi Abete, ha deliberato, nella seduta Straordinaria, la conversione obbligatoria alla pari delle azioni di risparmio in azioni ordinarie non quotate, nonché le conseguenti modifiche statutarie, deliberazioni successivamente approvate, per quanto di competenza, anche dalla Assemblea Speciale degli Azionisti di Risparmio. La conversione obbligatoria è stata approvata anche tenuto conto del fatto che le azioni di risparmio, attualmente scambiate sul Mercato Telematico Azionario, hanno scarso flottante e di conseguenza registrano modesta liquidità. Questa operazione permetterà a Bnl di semplificare la struttura del capitale sociale, mediante riduzione ad una sola categoria di azioni, e di ottenere benefici in termini di risparmio di costi di gestione societaria. Gli azionisti di risparmio che non hanno concorso all’adozione della delibera di approvazione della conversione obbligatoria potranno liquidare il proprio investimento al prezzo di Euro 3,436 mediante l’esercizio del diritto di recesso di cui all’art. 2437 cod. Civ. , esercitabile a partire dalla data di iscrizione delle deliberazioni delle odierne riunioni assembleari, della quale verrà data tempestiva comunicazione. In sede ordinaria, l’Assemblea ha determinato in Euro 3,436 il prezzo unitario d’esercizio dell’opzione di vendita a Bnl delle azioni di risparmio attribuita, ai sensi dell’art. 144-bis, comma 1, lett. D) del Regolamento Consob n. 11971/99, a tutti i possessori delle azioni di risparmio, modificando la deliberazione del 15 settembre 2006 relativa all’acquisto di azioni proprie di risparmio, per allineare tale prezzo al valore di liquidazione stabilito per l’esercizio del diritto di recesso. Bnp Paribas, che detiene il 72,11% delle azioni di risparmio, non eserciterà l’opzione di vendita. Come noto, si darà esecuzione all’opzione di vendita e, contestualmente, alla conversione facoltativa delle azioni di risparmio in azioni ordinarie nel rapporto di una azione ordinaria per ogni azione di risparmio apportata in conversione, già deliberata dall’Assemblea straordinaria del 15 settembre 2006, prima che sia effettuata la conversione obbligatoria. Tutti gli azionisti di risparmio, pertanto, indipendentemente dalla legittimazione ad esercitare il diritto di recesso, avranno così la possibilità di scegliere, antecedentemente all’esecuzione della conversione obbligatoria e nel medesimo periodo di tempo, se aderire alla conversione facoltativa, ricevendo una azione ordinaria non quotata per ogni azione di risparmio;ovvero esercitare l’opzione di vendita ad un prezzo di Euro 3,436, pari al valore di liquidazione delle azioni per le quali sia esercitato il diritto di recesso. In tal modo viene consentito anche all’azionista di risparmio che intenda esercitare il diritto di recesso di ricevere il medesimo corrispettivo senza dover attendere la conclusione delle operazioni di liquidazione previste dagli artt. 2437- bis e seguenti del codice civile. La conversione obbligatoria sarà effettuata - successivamente alla conclusione del periodo di adesione alla conversione facoltativa e del contestuale periodo di esercizio dell’opzione di vendita - mediante l’attribuzione, per ogni azione di risparmio, di una azione ordinaria (non quotata) di nuova emissione, avente le stesse caratteristiche dei titoli ordinari in circolazione (valore nominale pari a euro 0,72, godimento regolare). In connessione con le predette operazioni tutte le azioni di risparmio saranno revocate dalla quotazione sul Mercato Telematico Azionario e annullate. .  
   
   
SANPAOLO IMI ACQUISISCE UNA PARTECIPAZIONE NELLA NUOVA NATIXIS, SOCIETA´ NATA DALLA PARTNERSHIP DEL GRUPPO CAISSE D´EPARGNE E DEL GRUPPO BANQUES POPULAIRES.  
 
Torino, 21 novembre 2006 - Sanpaolo Imi ha ceduto le partecipazioni detenute in Ixis Asset Management Group (9,25%) e Ixis Corporate & Investment Bank (2,45%), società francesi del Gruppo Caisse d´Epargne, raggiungendo contemporaneamente un accordo per l´ingresso nel capitale di Natixis, la società nata il 17 novembre scorso dalla partnership del Gruppo Caisse d´Epargne e del Gruppo Banques Populaires. Tali operazioni consentono al Gruppo Sanpaolo Imi di riconfigurare la propria presenza sul mercato francese, in una logica di continuità con la relazione strategica intrattenuta da diversi anni con il Gruppo Caisse d´Epargne. Sanpaolo Imi aveva acquisito una partecipazione in Cdc Ixis nel 2001, contemporaneamente all´ingresso della società francese (all´epoca parte del Gruppo Caisse des Dépòts et Consignations) fra i suoi Azionisti, a sostegno di un progetto di partnership strategica esteso a diversi settori di attività dei due Gruppi. In seguito alla ristrutturazione, avvenuta nel 2004, dei rapporti partecipativi tra Cnce e Caisse de Dépots, ristrutturazione che aveva comportato l´incorporazione di Cdc Ixis in Cnce, Sanpaolo Imi aveva riposizionato la sua partecipazione attraverso l´acquisto di quote delle società Ixis Asset Management Group ed Ixis Corporate & Investment Bank, controllate dalla stessa Cnce. Nel giugno di quest´anno il Gruppo Caisse d´Epargne e il Gruppo Banques Populaires hanno siglato un nuovo accordo, che prevede la costituzione di una partnership nel settore dell´investment banking e dei servizi bancari, attraverso l´aggregazione nella società quotata Natexis Banques Populaires delle società controllate dalla Cnce operanti nei settori specificati, nel cui perimetro rientrano anche Ixis Asset Management Group e Ixis Corporate & Investment Bank. L´operazione si è infine definita grazie alla creazione della nuova società Natixis, che si posiziona al quarto posto tra i gruppi bancari francesi ed al quindicesimo posto a livello europeo in termini di mezzi propri, con importanti quote di mercato nei settori asset management, banca di finanziamento ed investimento, custody, receivable management, private equity e private banking. La società potrà contare sulla forza di due reti commerciali molto estese, con oltre 7. 500 sportelli . Natlxis sarà controllata in forma congiunta dalla Cnce e dalla Banque Federale des Banques Populaires, che, al termine dell´operazione di Offerta Pubblica di azioni sul mercato retail ed istituzionale avviata il 17 novembre scorso, per un ammontare corrispondente al 22% del capitale, controlleranno ciascuna una quota del 34% della società. Al collocamento sul mercato istituzionale parteciperà, nel ruolo di co-lead manager, Banca Imi. L´accordo sottoscritto prevede che Sanpaolo Imi, grazie ad un investimento di 400 milioni di euro, divenga azionista stabile di Natlxis, affiancando Dz Bank, quinto gruppo bancario tedesco, facente parte del sistema delle banche cooperative, che già detiene una partecipazione in Natexis Banque Populaire. La stabilità dell´investimento in Natlxis è confermato da un impegno di inalienabilità delle azioni sino al 31 marzo 2008 e, per il periodo successivo sino a dicembre 2009, da un impegno di best-effort al realizzo di un eventuale disinvestimento, secondo modalità proprie a minimizzare i possibili impatti sul corso del titolo. Le modalità tecniche di realizzazione dell´investimento prevedono una transazione diretta "fuori mercato"con i due azionisti di controllo, ad un prezzo analogo a quello stabilito per l´offerta pubblica. Con questa operazione Sanpaolo Imi acquisirà una quota in Natlxis prevedibilmente compresa tra 1´1,5% ed il 2% del capitale, a seconda del prezzo di collocamento che sarà noto al termine del processo di offerta pubblica. Il processo di riconfigurazione della presenza di Sanpaolo Imi sul mercato francese ha comportato la cessione delle partecipazioni in Ixis Asset Management Group e Ixis Corporate & Investment Bank, in quote paritetiche a favore della Cnce e della società Snc Champion del Gruppo Banques Populaire. L´operazione si è perfezionata ad un prezzo complessivo di 506 milioni di euro, in linea con le valorizzazioni delle società ritenute in sede di apporti da parte di Cnce a Natexis. Sanpaolo Imi ha realizzato una plusvalenza lorda di 228 milioni rispetto al valore di carico delle partecipazioni di 278 milioni di euro (82% di incremento in due anni). Le operazioni sono soggette all´autorizzazione da parte delle Autorità competenti. Il nuovo posizionamento dell´investimento partecipativo consente quindi a Sanpaolo Imi di proseguire la collaborazione strategica con il Gruppo Caisse d´Epargne in un contesto esteso alla nuova realtà, confermando nel contempo l´interesse verso il mercato francese, che rappresenta uno tra i più importanti mercati di interrelazioni commerciali della clientela italiana. Ricordiamo che Sanpaolo Imi è presente in Francia anche con una quota del 37,3% in Banque Palatine (ex Banque Sanpaolo), banca commerciale con oltre 60 filiali specializzata nei servizi per la clientela Pmi, in partnership con la Caisse Nationale des Caisses d´Epargne, che è subentrata nel controllo a fine 2003. Nella transazione Sanpaolo Imi è stato assistito da Mediobanca e dallo studio legale di Parigi Cleary Gottlieb. .  
   
   
CARIGE APRE UNA FILIALE A NIZZA MONFERRATO  
 
Genova, 21 novembre 2006 - Banca Carige ha inaugurato 15 novembre la nuova Filiale di Nizza Monferrato, in via Pio Corsi 63, pochi mesi dopo l´inaugurazione della filiale di Canelli, e a un anno da quella di Asti. E´ la terza filiale nell´Astigiano e entro il prossimo biennio si prevede l´apertura di altre due filiali in questa provincia piemontese. Ad accogliere gli ospiti sono stati il vicepresidente Alessandro Scajola, il vicedirettore generale Carlo Arzani, esponenti della Direzione Generale. Presenti il sindaco del Comune Maurizio Carcione, rappresentanti dell´Amministrazione provinciale, il direttore della Banca D´italia della sede di Asti Carlo Fasani, rappresentanti del mondo economico e un folto pubblico. L´agenzia, diretta da Sabrina Rota, ha una storia particolare: era la sede della Banca di Nizza, una banca locale che ha cessato la sua attività nel 1973. Scajola ha parlato delle strategie del Gruppo Carige, tra i principali in Italia: "Carige è una banca dinamica che negli ultimi anni è arrivata in tutto il territorio nazionale, superando i 500 sportelli a livello di Gruppo. Siamo una ex Cassa di Risparmio, la prima a quotarsi in Borsa nel 1995, il cui titolo è sempre cresciuto, quadruplicando quasi il valore iniziale". Il Vicepresidente ha sottolineato come la nuova Filiale rappresenti un ulteriore tassello della presenza di Carige nella provincia, dove, nel giro di un anno, sono stati aperti tre sportelli. <Le buone prospettive economiche a livello di provincia ci hanno portato qui e prevediamo per il prossimo biennio, l’attivazione di altri 2 sportelli nella città Asti>. Il Vicedirettore generale Carlo Arzani aggiunge: "Questa è la terza inaugurazione di una nostra nuova filiale in appena due settimane e segue quelle dell´agenzia 1 Monza e di Pavia. Il Gruppo aprirà nel prossimo biennio oltre 100 sportelli, di cui 70 con marchio banca Carige. La nostra strategia di espansione è particolarmente focalizzata nel Nord Italia, e nel sud Piemonte, tradizionalmente legato all´economia e alla cultura ligure". Conclude Arzani: "Carige è uno dei 7 conglomerati bancari assicurativi finanziari e previdenziali in Italia e mantiene una forte attenzione al territorio in cui opera. Riteniamo, pertanto, di poter offrire ottime opportunità in termini di servizi alle famiglie e alle imprese dell´astigiano e in particolare di Nizza Monferrato, che hanno saputo coniugare coerentemente la propria vocazione agricola, segnatamente nel settore vinicolo, con un importante sviluppo industriale di trasformazione dei prodotti”. Don Gianni Robino della parrocchia di San Giovanni di Nizza Monferrato ha benedetto i presenti e i locali. Sono 33 le agenzie di Banca Carige in Piemonte, 4 gli sportelli della Cassa di Risparmio di Savona (Ceva, Cortemilia, Bra e Fossano) e 24 le agenzie assicurative delle Compagnie del Gruppo (Carige Assicurazioni e Carige Vita Nuova). . .  
   
   
DEXIA: ATTIVITÀ E RISULTATI AL 30 SETTEMBRE 2006 UN ALTRO TRIMESTRE ROBUSTO PER LA CRESCITA DI UTILI E NEW BUSINESS.  
 
 
Terzo Trimestre 2006
Ricavi netti - Quota del gruppo: Utili per azione´: Euro 612 milioni Euro 0,56 +21,7% nel Iii tr. 2005 +19,1% nel Iii tr. 2005
Nove Mesi 2006
Ricavi netti - Quota del gruppo: Utili per azione´: Euro 1,963 milioni +32,2% sui ricavi riportati
Euro 1,80 +14,3% sui ricavi sottostanti3
+32,7% nei 9M 2005
Redditività dei mezzi propri2: 23,0% 19,3% nei 9M 2005
1Non diluiti; 2Annualizati; 3Esclusi voci non ricorrenti e variazioni marked-to-market sul portafoglio di Fsa e Cds.
Parigi e Bruxelles, 21 novembre 2006 - Il Consiglio di amministrazione di Dexia si è riunito il 16 novembre 2006 e ha approvato i conti finanziari del Gruppo al 30 settembre 2006.
Situazione finanziaria consolidata*
in milioni di Euro Tr. 3 Tr. 3 Variazione 9M Variazione
2005 2006 200 005 2006
Ricavi 1. 510 1. 663 + 10,1 % 4. 406 5. 127 + 16,4 %
Costi - 821 - 850 + 3,5 % - 2. 387 - 2. 509 + 5,1 %
Utile operativo lordo 689 813 + 18,0 % 2. 019 2. 618 + 29,7 %
Costo del rischio + 24 - 8 n. S. - 26 - 69 X 2,7
Degrado delle immobilizzazioni (in)tangibili O - 1 n. S. + 1 - 1 n. S.
Oneri fiscali -195 - 177 -9,2 % - 467 - 529 + 13,3 %
Ricavi netti 518 627 + 21,0 % 1. 527 2. 019 + 32,2 %
Interessi di minoranza 15 15 -0,4% 42 56 + 33,3 %
Ricavi netti - Quota del gruppo 503 612 + 21,7 % 1. 485 1. 963 + 32,2 %
Rapporto costi-ricavi 54,4% 51,1% - 54,2 % 48,9 % -
Ritorno sul capitale economico, annualizzato 19,3% 20,4% - 19,3 % 23,0 % -
* situazione fmanziaria sottoposta a revisione (revisione limitata).
I Ricavi netti - Quota del gruppo sono stati pari a euro 1,963 milioni, in aumento di euro 478 milioni o del +32,2% rispetto allo stesso periodo del 2005. Qualche modifica al perimetro di consolidamento ha portato a una piccola varianza (euro +1 milione). L´importo delle voci non operative è quasi di tre volte più alto nei primi nove mesi del 2006, essenzialmente per gli utili da capitale relativi alla creazione della joint venture Rbc Dexia Investor Services (euro 227 milioni) e la vendita di alcune partecipazioni. Escludendo le poste non operative, la voce Ricavi netti sottostanti - Quota del gruppo è stata di euro 1. 517 milioni, in aumento del 14,3% (euro +190 milioni). Su base valutaria costante, la crescita sarebbe stata di euro +186 milioni (in aumento del 14%). Questo progresso si basa sul contributo sottostante di tutte le business line commerciali: +12,9% in Public/project Finance, +12,7% in Servizi finanziari personali, +23,6% in Gestione patrimoniale, +60% in Servizi di investimento, +50,2% in Servizi assicurativi e +4,7% in Tesoreria e mercati finanziari. Durante il terzo trimestre del 2006, i Ricavi netti - Quota del gruppo hanno raggiunto euro 612 milioni, in aumento di euro 109 milioni (+21,7% rispetto allo stesso periodo del 2005). Escludendo le voci non operative, i Ricavi netti sottostanti - Quota del gruppo hanno raggiunto euro 470 milioni (+ euro 56 milioni). Il progresso è dovuto alla buona prestazione di tutte le business line commerciali. I ricavi totali sono stati pari a euro 5. 127 milioni per i primi nove mesi dell´anno, aumentando cosí del 16,4% rispetto allo stesso periodo del 2005, in particolare con buone prestazioni sottostanti dai settori Servizi assicurativi, Gestione patrimoniale e Servizi di investimento, che hanno tutti raggiunto tassi di crescita superiori al 20%. Nel terzo trimestre del 2006, i ricavi netti sono stati di euro 1. 663 milioni, in aumento del 10,1% rispetto al terzo trimestre del 2005. I costi sono stati pari a 2. 509 milioni nei primi nove mesi dell´anno, in aumento del 5,1% o di euro 143 milioni rispetto allo stesso periodo del 2005, un aumento considerato moderato vista la robusta crescita dei ricavi e il numero di progetti e iniziative organizzati nel 2006. Se si neutralizza quanto sopra e l´effetto dei cambi, la crescita dei costi si è ridotta al 4,7% o di euro 112 milioni. Peraltro, alcuni di essi sono legati a un numero di voci non tipiche, quali la preparazione dei traslochi presso la nuova sede - Dexia Tower a Bruxelles e Cbx Tower a Parigi -, commmissioni di consulenza, un nuovo trattamento contabile di poste specifiche in alcune unità. Come vedremo più avanti, nella nuova azienda, nel 2006, è stata cambiata anche la divisione della base dei costi per segmento commerciale, con alcune poste dei costi spostata dalle unità commerciali alla società holding, portando ad una più alta base dei costi nelle Attività centrali. Nelle varie business line, l´aumento dei costi è stato notevole laddove le attività commerciali sono state forti (Gestione patrimoniale e Servizi di investimento in particolare), mentre è rimasto sotto controllo in maniera molto efficace in Servizi finanziari personali (+1,5%) e in Tesoreria e mercati finanziari (-0,6%). Nel terzo trimestre del 2006, i costi sono saliti del 3,5%, raggiugendo euro 850 milioni. Il rapporto costi-ricavi nei primi nove mesi del 2006 è stato del 48,9%, largamente al di sotto del 54,2% dello stesso periodo del 2005 in virtù degli utili da capitale sopra indicati. Il rapporto costo sottostante-ricavi è migliorato dal 55,6% al 53,9% in un anno. L´utile operativo lordo è stato pari a euro 2. 618 milioni nei primi nove mesi dell´anno, in aumento del 29,7% rispetto allo stesso periodo del 2005. Il progresso è stato del +13,8% su base sottostante, con forti progressi di tutte le business line, non solo in Public Finance (+12,7%), ma anche in Gestione patrimoniale, Assicurazioni e Servizi di investimento (+46,8%) e in Tesoreria e mercati finanziari (+16,6%): vedere l´analisi dettagliata sotto. Nel terzo trimestre del 2006, l´utile lordo operativo ha raggiunto euro 813 milioni, un aumento del 18% rispetto allo stesso trimestre del 2005, e del 12,8% su base sottostante. Il costo dei rischi è stato di euro 69 milioni nei primi nove mesi dell´anno, rispetto a euro 26 milioni di un anno prima. Escludendo le poste non operative, il costo sottostante dei rischi è stato di euro 54 milioni, facendo registrare quindi un aumento di euro 18 milioni su 12 mesi, largamente spiegato dal basso livello - record - del 2005. Il costo del rapporto di rischio (onere netto annualizzato come percentuale delle esposizioni totali) per le attività di banca è rimasto a un livello basso, 2,1 punti base. Gli Oneri fiscali (che comprendono le imposte correnti e differite), a euro 529 milioni, sono aumentati del 13,3% nei primi nove mesi del 2006. Escludendo le poste non operative (dettagliate a pagina 22 del Rapporto di attività del terzo trimestre 2006), il progresso sarebbe stato del 7,4%. Gli interessi di minoranza sono cresciuti di un terzo nei primi nove mesi del 2006 per gli oneri legati allo strumento ibrido emesso alla fine del 2005. La Redditività dei mezzi propri (annualizzata) ha raggiunto il 23% per i primi nove mesi dell´anno, rispetto al 19,3% per lo stesso periodo del 2005. Questo forte aumento è largamente spiegato dall´utile relativo alla joint venture e alla vendita di alcune partecipazioni, come sopra spiegato. Escludendo l´effetto derivante dalla joint venture, il Roe sarebbe stato pari al 20,3%. L´utile per azione è pari a euro 0,56 nel trimestre (non diluiti), in aumento del 19,1% dal terzo trimestre del 2005. Escludendo le voci non operative, gli utili per azione sottostanti sono stati di euro 0,43 rispetto a euro 0,38 nel terzo trimestre 2005 (in aumento dell´11,9%). Per quanto riguarda i primi nove mesi dell´anno, gli utili per azione sono stati di euro 1,80, raffrontatili a euro 1,36 di un anno prima, ovvero un aumento del 32,7% (o del +14,7% sottostante). Il rapporto di Livello 1 del gruppol ha raggiunto il 10,8%, in aumento del 9,9% alla fine del giugno 2006. Questo aumento importante deriva principalmente da due fattori: i) l´aumento di capitale realizzato nel settembre 2006 per un importo di euro 1,2 miliardi (sono state create 62. 176. 166 nuove azioni ordinarie), e ii) il rimborso, con una cali option di Livello 1 ibrido emesso da Dexia Bil, per un importo di euro 275 milioni (su euro 500 milioni emessi nel 2001). Considerando il 50% degli strumenti capitali ibridi, il rapporto di Livello 1 era del 10,4% al 30 settembre 2006 (rispetto al 9,4% alla fine del giugno 2006). Da notare che euro 500 milioni di Note non datate pesantemente subordinate, qualificate come capitale di Livello 1, sono state emesse nell´ottobre del 2006, con pagamento dovuto il 2 novembre 2006. Questa emissione e il summenzionato aumento di capitale sono parte del piano finanziario dell´acquisizione di Denizbank in Turchia, che sarà consolidata nell´ultimo trimestre del 2006. Prospettiva A seguito di un´ottima prestazione nei primi nove mesi, il 2006 promette di essere un altro buon anno per Dexia. .
 
   
   
IL PRIMO PRODOTTO “ALL RISKS” UNICO E MODULARE PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE FINO A 20 ADDETTI  
 
Trieste, 21 novembre 2006 - Mybusiness – Impresa sicura è la nuovissima e straordinaria proposta di Lloyd Adriatico, dedicata alle aziende con non più di 20 addetti. Si tratta della prima soluzione assicurativa “All Risks” ideata e creata per soddisfare le esigenze delle piccole e medie imprese che vogliono tutelare al meglio la propria attività e il proprio patrimonio, lavorando in serenità. Mybusiness – Impresa Sicura risponde alle più moderne tendenze del mercato, prevedendo l’adozione di soluzioni che si concretizzano in una proposta estremamente innovativa. Al momento della sottoscrizione, l’assicurato può scegliere una delle due sezioni principali (Incendio ed Eventi Naturali “All Risks”; Responsabilità Civile verso Terzi) e, a seconda delle necessità, estendere la copertura alle tre sezioni complementari (Furto e Rapina, Trasporto Merci, Tutela Legale) ed eventualmente decidere di ampliare ulteriormente l’ombrello protettivo, scegliendo tra cinquanta clausole aggiuntive che permettono di completare l’offerta di base, approcciando il cliente e i suoi bisogni con un “vestito su misura”. Mybusiness – Impresa Sicura è una polizza estremamente flessibile, capace di integrare in un unico strumento le coperture assicurative più utili alle necessità delle Pmi. Inoltre, attraverso la costruzione di soluzioni ad hoc è in grado di rispondere con completezza e flessibilità alla domanda di un settore estremamente disomogeneo. Mybusiness – Impresa Sicura è una polizza articolata in moduli di garanzia componibili che consentono di personalizzare la copertura assicurativa in maniera efficace ed efficiente. Cinque i principali ambiti di rischio in cui è attiva: Danni al patrimonio; Furto e rapina; Trasporto merci; Responsabilità Civile verso terzi; Tutela Giudiziaria. .  
   
   
INCONTRO TRA VALLE D’AOSTA E REGIONE D’ARAGONA NELL’AMBITO DEGLI STATI GENERALI DELLA MONTAGNA  
 
 Aosta, 21 novembre 2006 - Ieri il presidente della Regione, on. Luciano Caveri, ha incontrato presso il Centro Congressi del Lingotto, a Torino, in occasione degli Stati Generali della Montagna, il presidente della Comunità Autonoma d´Aragona, Marcelino Iglesias Ricon, vice presidente del Comitato delle Regioni e presidente dell´ Association Élus de la Montagne. Al centro dell´incontro, al quale ha preso parte anche il presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, l´attività portata avanti dalle due regioni nell´ambito della politica legata alla montagna e lo stato dell´arte alla luce delle decisioni assunte con la nuova Finanziaria dello Stato. "Si è trattato di un incontro interessante - spiega il presidente Caveri - nel corso del quale, insieme alla collega Bresso, abbiamo avuto modo di confrontarci con una realtà economica interessante come quella aragonese. Con il presidente Iglesias Ricon abbiamo potuto affrontare il tema della montagna anche alla luce delle possibili iniziative da portare avanti a livello di Comitato delle Regioni". "Proprio in quest´ottica - conclude Caveri - ho proposto ai miei due colleghi l´organizzazione di un incontro a livello europeo per capire come, nelle varie regioni alpine, viene affrontato il problema del rispetto del Patto di Stabilità che rappresenta oggi una questione estremamente seria per lo sviluppo delle realtà di montagna". .  
   
   
APPROVATO IL NUOVO PIANO GENERALE TRIENNALE PER EDILIZIA SCOLASTICA LIGURE  
 
Genova, 21 novembre 2006 - È stato approvato dalla Giunta regionale, su proposta dell´assessore alle politiche abitative, Maria Bianca Berruti, il nuovo piano generale triennale per l´edilizia scolastica 2006/2008. Uno strumento per monitorare il fabbisogno di riqualificazione delle scuole liguri e per definire i criteri e le modalità del sostegno regionale. In base al piano ammontano a 171 gli edifici scolastici della Liguria che hanno manifestato l´esigenza di essere riqualificati per rispondere, tra l´altro, alle normative sulla sicurezza, per un totale di 78 milioni di euro di fabbisogno complessivo, di cui più del 45% nella provincia di Genova e ben il 29,9% in quella di Savona. "Sulla base del piano per l´edilizia scolastica - spiega l´assessore regionale Berruti - approveremo nei prossimi giorni il piano annuale 2006 attraverso cui selezioneremo gli interventi più urgenti a cui concedere il cofinanziamento regionale". Ammontano a 2,4 milioni di euro le risorse regionali che verranno stanziate per quest´anno, a cui si devono aggiungere altri 2,4 milioni di euro provenienti dalle amministrazioni locali, per un totale di circa 5 milioni di euro che serviranno a realizzare circa 25 interventi in altrettante scuole liguri. "Nella distribuzione delle risorse regionali - continua l´assessore - valuteremo in particolar modo l´immediata cantierabilità dell´intervento, l´estensione del bacino di utenza del singolo edificio e l´esistenza di forme di cooperazione tra più enti pubblici; inoltre saranno da ritenere prioritari gli interventi proposti da comuni montani o parzialmente montani aventi una popolazione residente inferiore ai 3. 000 abitanti". Sono 887 gli edifici scolastici in Liguria (elusa l´istruzione universitaria), per una popolazione scolastica pari a 191 mila alunni, con una dinamica in crescita di più del 5% rispetto a cinque anni fa. Il territorio ligure presenta una dotazione di infrastrutture nel settore scolastico superiore sia alla media del nord ovest sia a quella nazionale. In Liguria infatti il numero di aule, ogni mille abitanti della fascia di età della scuola dell´obbligo è pari a 57,2 contro il 50,7 del nord ovest e il 46,7 dell´intero territorio nazionale. Secondo l´assessore Berruti anche sotto il profilo della funzionalità, la rete scolastica ligure presenta prestazioni superiori: la dimensione media delle classi nella scuola dell´obbligo è di 18,8 alunni rispetto ai 19, 2 del nord ovest e dell´Italia. E gli edifici scolastici dotati di mense in Liguria sono l´85,7%, mentre nel Nord ovest scendono a 64,6% e sull´intero territorio nazionale scendono addirittura al 50,5%. "A fronte di questo buon livello di infrastrutturazione scolastica generale - conclude Maria Bianca Berruti - si pone il problema di una più diffusa esigenza di mantenere in piena efficienza il patrimonio scolastico rispetto ad altre realtà regionali, sia per l´estensione della rete scolastica, sia per la presenza rilevante di edifici nell´entroterra". .  
   
   
TORINO: 450 NUOVI ALLOGGI IN CORSO MARCHE, 214 DEI QUALI PER LE FORZE DELL’ORDINE, CON UN INVESTIMENTO DI 133 MILIONI DI EURO  
 
Torino, 21 novembre 2006 - La realizzazione di 450 nuovi alloggi, 214 dei quali da assegnare alle Forze dell’Ordine, è stata prevista a Torino nella zona compresa tra corso Marche, Strada della Pronda e la ferrovia Torino-bardonecchia, da un accordo di programma siglato oggi presso la Sala della Giunta Regionale fra la Regione ed il Comune di Torino, rappresentati rispettivamente dagli assessori Sergio Conti e Mario Viano. “Grazie alla realizzazione di questo intervento – spiega l’assessore regionale alle politiche territoriali Sergio Conti - verranno ceduti gratuitamente alla Città di Torino, oltre 1. 450. 000 mq. Di aree da destinare a parco urbano. Il programma, il cui investimento è di oltre 133 milioni di euro, sarà realizzato seguendo le linee guida per l’Edilizia sostenibile, previste dal “Protocollo Itaca”, messo a punto e approvato dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome. Dei 450 alloggi previsti, n. 107 saranno di Edilizia Sovvenzionata ed altrettanti verranno realizzati in Edilizia Agevolata da concedere in locazione per 22 anni. I contributi previsti (derivanti dall’applicazione dell’art. 18 della Legge n. 203 del 1991), saranno a fondo perduto e varieranno da 22. 000 a 60. 000 Euro per ogni alloggio costruito. Altri 30 alloggi saranno destinati all’affitto a canone sociale e saranno posti a disposizione della Città di Torino, ai sensi dell’art. 7, comma 16, della N. T. A. Del P. R. G. C. Vigente; I restanti 206 alloggi potranno essere ceduti in proprietà. Il nuovo Villaggio, prevedrà anche la realizzazione di attività commerciali e terziarie a servizio dei residenti, per una superficie di circa 14. 000 mq. Infine, saranno previste, nell’ambito delle opere di urbanizzazione, una palestra multifunzionale ed un campo di calcio. .  
   
   
OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE PIEMONTESI NELL´EUROPA DELL´EST  
 
Torino, 21 novembre 2006 - Illustrare le opportunità derivanti dai nuovi Fondi Strutturali, è il tema dell´incontro "Le agevolazioni comunitarie per i paesi dell´Europa dell´Est: opportunità per le imprese piemontesi", che si terrà martedì 21 novembre, alle ore 9, nella Sala Giolitti del Centro Congressi Torino Incontra, in via Nino Costa 8. Il meeting, a cui parteciperanno oltre 150 aziende, si inserisce nel progetto "Essere presenti in mercati strategici: un ufficio per le imprese piemontesi all´estero", promosso dalla Camera di Commercio di Torino, con il contributo di Regione Piemonte, Unione Europea e Ministero dell´Economia e l´organizzazione di Sportello Globus, Euro Info Centre della Camera di Commercio di Torino e Centro Estero Camere di Commercio Piemontesi, nell´ambito dei fondi strutturali 2000-2006. La nuova politica di coesione europea 2007-2013 sarà l´argomento di apertura dei lavori, cui seguiranno quattro focus specifici sui "nuovi Fondi Strutturali in Polonia, Ungheria, Bulgaria, Romania: linee di intervento, modalità di funzionamento, opportunità", tenuti da esperti in materia di ciascun paese. Il pomeriggio sarà dedicato a 30 incontri individuali di approfondimento tra operatori interessati e relatori. Concentrazione delle priorità, decentramento e semplificazione dei regolamenti sono le parole d´ordine della nuova politica di coesione europea per il periodo 2007-2013. Nuove risorse finanziarie andranno a sostenere progetti in numerosi settori: innovazione, ricerca e sviluppo, competitività, formazione, ambiente e infrastrutture, cooperazione internazionale. Oltre l´80% delle risorse si concentrerà sull´obiettivo Convergenza, destinato alle regioni con un Pil pro-capite inferiore al 75% della media europea. Saranno quindi i nuovi Stati Membri i maggiori beneficiari che si aggiudicheranno circa la metà delle risorse europee, mentre nelle restanti regioni i Fondi Strutturali saranno concentrati a sostegno degli obiettivi "Competitività regionale e occupazione" e "Cooperazione territoriale europea". .  
   
   
PORDENONE: DAL 28 AL 30 NOVEMBRE, MISSIONE A BELGRADO  
 
 Pordenone – 20 novembre 2006 - Sulla scia dell’iniziativa “Italia a Belgrado”, svoltasi nel 2004, si colloca il progetto “Friuli Venezia Giulia – Serbia: una porta verso Est” e la missione imprenditoriale e istituzionale a Belgrado organizzata dalla Camera di Commercio di Pordenone, insieme alle Camere di Commercio del Fvg, che avrà luogo dal 28 al 30 novembre. Anche quest’anno l’interesse per l’iniziativa è stato consistente: oltre cento sono infatti le aziende che hanno aderito e che a fine mese voleranno a Belgrado per conoscere il mercato serbo, partecipare a tavoli di lavoro in cui verranno analizzati aspetti finanziari ed assicurativi, linee di credito, e altre tematiche d’interesse, e incontrare partners serbi appositamente selezionati. L’articolato programma prevede anche visite a realtà esterne a Belgrado: a Kragujevac, ad esempio, interessante per il settore della meccanica, plastica e tessile. Il presidente della Camera di Commercio della città, Dusan Puaca, presente i giorni scorsi a Pordenone, ha presentato, nel corso di un incontro tecnico con gli imprenditori, la Regione della Serbia centrale, con la sua forte presenza del settore metalmeccanico, in particolare dell’industria automobilistica. L’italia si colloca al terzo posto tra i Paesi Europei verso i quali la Serbia esporta, mentre nella classifica mondiale si aggiudica il primo posto. Le sue importazioni riguardano principalmente macchinari e impianti. Molti sono gli aspetti vantaggiosi per un investimento nel Paese: il libero scambio, la posizione strategica, il supporto per gli investimenti diretti esteri, il regime fiscale agevolato, la presenza di manodopera qualificata e a bassa costo, la buona rete dei trasporti. Negli ultimi anni in Serbia si è assistito ad un miglioramento del tasso d’inflazione, che è passato dal 113% del 2000 al 10% del 2005 e anche il Pil si presenta in crescita; unica spina nel fianco l’aumento del tasso di disoccupazione, fattore questo che per gli investitori può invece costituire un vantaggio. Molti disoccupati sono giovani con un elevato grado di preparazione e una spiccata propensione per le lingue straniere. Dal 1° gennaio 2007 entrerà inoltre in vigore l’area di libero scambio Fta che comprenderà Serbia, Montenegro, Albania, Bulgaria, Romania, Bosnia, Croazia e Macedonia. Queste solo alcune delle anticipazioni sulle tematiche di interesse che gli imprenditori friulani avranno modo di approfondire a Belgrado grazie a convegni e tavoli di lavoro. Informest, Finest, I&c Partners e l’Associazione Spedizionieri Doganali del Fvg mettono a disposizione il loro supporto, grazie alle loro conoscenze e a rapporti già avviati con realtà serbe. La Camera di Commercio di Pordenone ricorda le agevolazioni a favore dei settori artigianato, industria e turismo, i cui fondi riprenderanno dal 1° gennaio 2007, con anche due nuovi canali dedicati all’energia; nel primo mese dell’anno sarà inoltre aperto un bando di agevolazione per programmi pluriennali di promozione all’estero. Tutte le informazioni necessarie sono reperibili su www. Pn. Camcom. It. .  
   
   
UN NUOVO SISTEMA PER VENDERE E COMPRARE CASA. ASTE IMMOBILIARI TRA PRIVATI DELLA BORSA IMMOBILIARE DI ROMA  
 
Roma, 21 novembre 2006 - La Borsa Immobiliare di Roma (Bir), Azienda della Camera di Commercio, lancia un nuovo servizio: le aste immobiliari tra privati. E’ un sistema di compravendita previsto dal nostro ordinamento giuridico e molto diffuso nel Regno Unito, in Francia e in Belgio, ma finora non utilizzato nel nostro paese. Con la redazione del primo regolamento giuridico delle aste immobiliari tra privati in Italia, la Bir offre a venditori e compratori la massima trasparenza nelle procedure e valori di vendita effettivamente in linea con il valore intrinseco dell’immobile. A tal fine la B. I. R. Ha dato corso ad una specifica e peculiare forma di collaborazione con l’Associazione del Notariato Romano per le Dismissioni Immobiliari - Asnodim - la quale ha messo a disposizione della B. I. R. Stessa tutta l’esperienza pluriennale maturata nell’ambito della dismissione di beni pubblici statali, regionali e comunali. Rispetto ai metodi tradizionali, l’asta tra privati della Bir presenta una serie di vantaggi a cominciare dalla certezza dei tempi di vendita. Infatti, la relazione notarile e la redazione di un fascicolo contenente tutta la documentazione dell’immobile,consentono alla Bir l’approvazione dell’asta. Così in sole 6 settimane si arriva alla vendita dell’immobile. Il compromesso è firmato dalle parti cinque giorni dopo l’asta. La relazione notarile, ed il fascicolo dell’immobile permettono all’acquirente di conoscere nei dettagli il reale stato di fatto e di diritto dell’immobile e quindi di evitare rischi ed imprevisti. Le spese sono chiare e contenute. Chi richiede l’asta deve pagare diritti di segreteria (250 euro + Iva) e alla conclusione dell’asta il 2% + Iva del prezzo di aggiudicazione. Chi acquista, invece, dovrà pagare solo il 2% + Iva del prezzo di aggiudicazione, come spese di servizio d’asta. Il costo della relazione sull’immobile effettuata da un Notaio incaricato dalla Bir, propedeutica alla redazione della documentazione relativa all’immobile sarà a carico dell’aggiudicatario. Le aste tra privati sono aperte a tutti (privati, società, agenti immobiliari, commercialisti, avvocati, enti pubblici locali, banche, operatori finanziari) e a tutti i tipi di proprietà. Sono particolarmente vantaggiose in situazioni particolari come permute, nude proprietà, proprietà indivise, in caso di divorzi ed eredità, nella vendita dei curatori di beni appartenenti a minori e per beni di difficile valutazione. Il passo successivo sarà quello di portare nelle aste tra privati anche le locazioni a lungo termine di residenze, uffici e aree commerciali, la cui elevata entità del canone rende altrimenti lunga e problematica la ricerca di conduttori. Le procedure di asta, previste dal regolamento, sono chiare e facili. L’immobile viene assegnato all’agente accreditato Bir, che si occupa di raccogliere i documenti necessari alla relazione notarile, di effettuare la stima e di redigere l’avviso d’asta. Una volta accettata la richiesta d’asta l’immobile è pubblicizzato gratuitamente dalla Bir sulle testate ritenute più efficaci in relazione alla tipologia, sul mensile della Bir “Proposte” e sul sito www. Astebir. It. L’immobile è messo a disposizione per essere visitato da tutti gli interessati. Chi vuole partecipare all’asta deve, insieme alla domanda, effettuare un deposito cauzionale o una garanzia e presentare una offerta segreta in busta chiusa. Il giorno dell’asta il battitore apre tutte le buste pervenute con le offerte segrete e verifica le cinque migliori offerte valide, di cui la più alta diventa la base d’asta. I cinque migliori offerenti sono poi ammessi a presentare offerte palesi al rialzo rispetto alla base d’asta. L’immobile è aggiudicato se l’ultima offerta è superiore al prezzo di riserva (cioè il prezzo non noto all’offerente al di sotto del quale il richiedente l’asta si riserva di non accettare) o se il venditore decide di accettare comunque. In caso contrario l’Aggiudicatario provvisorio avrà tre minuti per modificare la sua offerta rendendola pari al Prezzo di Riserva. In questo caso si aggiudicherà l’immobile. Qualora non lo facesse i rimanenti quattro partecipanti – in ordine decrescente di offerta - avranno la stessa possibilità di rilanciare le proprie offerte, fino a che venga proposta una offerta pari al Prezzo di Riserva. In caso contrario il lotto resterà invenduto. Www. Astebir. It .  
   
   
APRE LA NUOVA SEDE DELLA FONDAZIONE CINO MULARONI  
 
San Marino, 21 novembre 2006 - – Da quindici anni la Fondazione Cino Mularoni – sorta in memoria dell’imprenditore che nella realtà sammarinese diede il via al Gruppo Faetano – è impegnata a rilanciare, valorizzare e divulgare al meglio la conoscenza della produzione ceramica locale: un settore, questo, che ha fortemente caratterizzato l’economia e la cultura del lavoro della Repubblica di San Marino per gran parte del secolo scorso. Tale impegno viene oggi ribadito e rafforzato con la realizzazione di una nuova sede presso i locali della storica Palazzina Uffici, originaria del 1962, di Ceramica Faetano (Strada del Marano 24, Faetano, Rsm). L’inaugurazione avverrà giovedì 23 novembre alle ore 17. 30. Saranno presenti Francesca Michelotti, Segretario di Stato per l’Istruzione e la Cultura, l’Università e gli Affari Sociali; e Tito Masi, Segretario per l’Industria, l’Artigianato, il Commercio, la Ricerca e i Rapporti con l’A. A. S. S. Gli intervenuti avranno modo di ammirare una selezione di oggetti in ceramica che la Fcm ha acquisito nel tempo; particolare rilievo è stato dato alle sculture vincitrici di premi (tra questi ricordiamo il “Premio Fondazione Cino Mularoni” del 1998 e il “Premio Souvenir di San Marino” del 2001). «Il nostro proposito – spiega Stefania Leardini, direttore della Fondazione – è quello di aprire il nuovo spazio a ceramisti, designer e artisti per piccole temporanee in cui potranno presentare progetti esclusivi e particolari. Inoltre la Fondazione metterà a disposizione il suo coordinamento e la sua sede per incontri, esposizioni, conferenze e visite scolastiche. Il nostro obiettivo è quello di far sì che l’intero territorio benefici della presenza di questa realtà culturale in continua espansione». In occasione dell’inaugurazione, la Fondazione Cino Mularoni annuncerà l’allestimento di una mostra, organizzata in collaborazione con il Museo di Stato della Repubblica di San Marino, con il patrocinio della Segreteria di Stato per l’Istruzione e la Cultura, l’Università e gli Affari Sociali, dedicata alla bottiglia in ceramica di produzione sammarinese. L’esposizione avrà luogo nella Città di San Marino e sarà inaugurata nel dicembre del prossimo anno. L’ iniziativa intende portare all’attenzione del pubblico uno degli aspetti più interessanti e ancora poco noti della ceramica locale del Novecento, con una produzione di manufatti seriali a torto considerata minore, che perviene ad esiti straordinari e compiutamente decorativi. In particolare, le bottiglie in ceramica dell’artigianato sammarinese da liquore e a carattere souveniristico conquistarono per alcuni decenni fama internazionale, e divennero “oggetto del desiderio” di generazioni di collezionisti. Per le loro esclusive implicazioni estetiche e formali, si possono oggi considerare a pieno titolo parte integrante della ceramica d’arte del Xx secolo. L’esposizione sarà corredata da un catalogo ad opera di Emanuele Gaudenzi, esperto di ceramiche e già autore di Ceramica Pubblicitaria delle Manifatture Sammarinesi, (Edizioni “Fondazione Cino Mularoni”, 2003). I collezionisti e quanti sono in possesso di questo particolare manufatto in ceramica con marchio di fabbrica sammarinese, sono invitati ad aderire all’iniziativa consentendo l’esposizione dei propri oggetti, con la possibilità di mantenere, per chi lo desidera, l’anonimato. .  
   
   
SALERNO: BANDO IMPRESE ARTIGIANE, OPPORTUNITÀ PER LE IMPRENDITRICI  
 
 Salerno, 21 novembre 2006 – Nuova opportunità per le imprese femminili di Salerno. Il Comune capoluogo ha di recente emanato un bando pubblico, a valere sulla Misura 5. 2 del P. O. R. Campania 2000-2006 - Progetto Integrato “Salerno città dell’eccellenza”, prevedendo contributi a fondo perduto, per la riqualificazione e l´adeguamento delle imprese artigiane, commerciali e di servizi. Il contributo è pari al 60% delle spese ammissibili, fino ad un massimo di 40mila euro, per programmi di investimento non inferiori a 20mila euro. Le iniziative dovranno essere realizzate nel Comune di Salerno, nell’area urbana che comprende i rioni Salerno Centro, Irno, Fratte, Torrione, Pastena, Mercatello, Mariconda, Quartiere Italia, Quartiere Europa e Fuorni. Percentuali ed economie importanti, ma le imprese femminili possono di più. Il bando, infatti, prevede un punteggio maggiore se le attività da finanziare sono rette da donne imprenditrici. “E’ un’opportunità significativa per implementare la competitività delle imprese rosa, sia pure in un’area limitata alla sola città di Salerno – dice Vincenza Cassetta, presidente del Cif, il Comitato per l’imprenditoria femminile della Camera di Commercio. Tuttavia, come Cif, riteniamo che sia una buona occasione per tutte le donne impegnate in attività imprenditoriali. Un’occasione da non perdere per affermare sempre più l’impresa femminile all’interno della provincia salernitana”. Il bando integrale è disponibile sul sito del Comune di Salerno all’indirizzo www. Comune. Salerno. It. Le domande di contributo dovranno pervenire inderogabilmente entro le ore 12,00 del 4 febbraio 2007. “Il nostro augurio – conclude la presidente Cassetta – è che entro tale data, all’interno del pacchetto di imprese che risponderanno al bando, ci possa essere una buona presenza di imprese al femminile”. .  
   
   
WORKSHOP: ENEA PER IL GOVERNO E LA SICUREZZA DELLE GRANDI RETI TECNOLOGICHE ED ENERGETICHE 24 NOVEMBRE 2006 ROMA  
 
Roma, 21 novembre 2006 - Nell´ultimo decennio la gestione delle grandi infrastrutture tecnologiche, a livello nazionale e internazionale, ha subito importanti mutamenti dovuti ai processi di liberalizzazione e di globalizzazione dei mercati, che hanno significativamente modificato il ruolo dei gestori delle reti, con ripercussioni importanti a livello economico, sociale e della sicurezza. Parallelamente, vistosi esempi di disservizio delle grandi infrastrutture (blackout elettrici, informatici, telefonici, energetici, dei trasporti, ecc. ) hanno mostrato, l´importanza cruciale e l´estrema criticità delle grandi reti tecnologiche per le economie avanzate dei paesi occidentali. Nel corso del Workshop, che si svolgerà presso l’ Enea, stakeholders e operatori di ricerca porteranno le loro testimonianze al fine di focalizzare il problema a livello di Sistema Paese e di indagare su quanto si possa fare per migliorare la gestione, la robustezza e la sicurezza delle diverse infrastrutture tecnologiche. Questo obiettivo richiede, da un lato lo sviluppo di metodologie atte a fornire una comprensione a priori del complesso di interdipendenze tra le diverse reti e dall´altro lo sviluppo di tecnologie Ict che permettano di monitorare e di valutare, in linea, il grado di sicurezza delle reti e le possibili conseguenze di ogni azione, con una visione che va al di là di quella degli operatori delle singole reti. Programma: 9,15 Introduce e presiede Luigi Paganetto - Commissario Straordinario Enea; 9,30 "Enea per il governo e la sicurezza delle Grandi Reti Tecnologiche ed Energetiche" Sandro Bologna - Enea; 9,45 "Grandi infrastrutture e attori istituzionali pubblici/privati" Luca d´Agnese - Direttore Operation Italia Terna Rete Elettrica Nazionale; Dario Lucarella - Amministratore Delegato Cesi Ricerca; Rainer Masera - Presidente Rfi Rete Ferroviaria Italiana; Alberto Meomartini - Presidente Snam Rete Gas S. P. A ; Giorgio Zappa - Direttore Generale Finmeccanica. 11,30 Tavola rotonda Partecipano: Guido Bertolaso - Capo Dipartimento Protezione Civile - Presidenza del Consiglio dei Ministri; Carlo Andrea Bollino - Presidente Gse Spa; Corrado Calabrò - Presidente Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni; Mauro Masi - Capo di Gabinetto - Vice Presidenza del Consiglio dei Ministri; Alessandro Ortis - Presidente dell´Autorità per l´Energia Elettrica e il Gas. 13,00 Conclude Franco Frattini - Commissario Europeo alla Giustizia, Libertà e Sicurezza. .  
   
   
LA PIÙ GRANDE CENTRALE TERMOSOLARE EUROPEA SI TROVA A SIVIGLIA  
 
Siviglia, 21 novembre 2006 – A gennaio 2007, a Siviglia, entrerà in funzione la piu´ grande centrale termoelettrica europea, la Ps10 eviterà l´emissione di 18 mila tonnellate di Co2 all´anno. La centrale produrrà 23 gigawattora all´anno di elettricità verde. Questo di Siviglia è solo il primo nucleo di un grande complesso solare che dovrebbe essere ultimato nel 2010. .  
   
   
SOLARE FOTOVOLTAICO IN BASILICATA: FORMAZIONE ENEA PER PROGETTISTI E INSTALLATORI  
 
Potenza, 21 novembre 2006 – Oggi e domani 22 novembre L´enea organizza - presso il C. R. Della Trisaia - il corso di formazione "Progettazione e realizzazione di impianti fotovoltaici". Il corso è rivolto ai professionisti che vogliono ampliare i propri campi di intervento verso l’uso delle energie rinnovabili. “Le attività di ricerca e sviluppo nel settore della “generazione distribuita” attraverso l’utilizzo della tecnologia fotovoltaica perseguono anche l’obiettivo di stimolare la creazione in Italia di una domanda di fotovoltaico stabile e duratura nel tempo. La crescita della tecnologia fotovoltaica, oggi risulta una condizione necessaria per affrontare la transizione energetica, imposta soprattutto dalle problematiche attuali legate all’approvvigionamento dei combustibili fossili e ai rischi di cambiamenti climatici. L’enea contribuisce al raggiungimento di quest’obiettivo anche con la diffusione delle conoscenze e delle tecniche progettuali e di installazione sul territorio nazionale. Con questo corso di formazione specialistica si punta a rafforzare anche in Basilicata l’utilizzo delle nuove tecnologie energetiche, che consentono oggi di far fronte a esigenze territoriali, localizzando la produzione di energia dove c´è necessità di utilizzo. Questa trentasettesima edizione, rivolta a progettisti ed installatori, è articolata in due giorni di lezioni teorico-pratiche tenute da esperti dell’Enea. I temi trattati riguarderanno la progettazione di impianti in bassa tensione, l’utilizzo di componenti fotovoltaici in edilizia e gli aspetti economici e di incentivazione ad essi collegati. In relazione a quest’ultimo argomento la Regione Basilicata ha da poco emesso un bando di sostegno per il contenimento dei consumi energetici e per l´introduzione delle rinnovabili in strutture private e pubbliche”. .  
   
   
GRUPPO KERSELF: CONTRATTO DECENNALE DI FORNITURA DI SILICIO PER HELIOS TECHNOLOGY  
 
Correggio, 21 novembre 2006 — Helios Technology, la società del Gruppo Kerself attiva nella produzione e commercializzazione di celle e moduli fotovoltaici, ha sottoscritto iericon Deutsche Solari, società di produzione di wafer di silicio del gruppo tedesco Solarworld, un accordo decennale per la fornitura di fette di silicio multicristallino nei formati 156 x 156 e/o 125 x 125 di qualità e specifiche garantite per un importo complessivo di 70 milioni di euro. L´accordo consentirà alla società del gruppo Kerself di far fronte alla crescente domanda di celle fotovoltaiche, il componente di base per la realizzazione dei moduli fotovoltaici. "Grazie a questo importante accordo — ha commentato Pier Angelo Masselli, presidente del gruppo Kerself — ci garantiamo per una durata decennale una base di approvvigionamento importante per le nostre produzioni di celle e moduli fotovoltaici. La fornitura servirà inizialmente a garantire almeno il 25% del nostro fabbisogno di silicio ad un costo del 20% in media più basso di quello di mercato. " .  
   
   
ASCOPIAVE: ACCORDO STRATEGICO CON SONATRACH PER LA FORNITURA DI 500 MILIONI DI METRI CUBI DI GAS NATURALE ALL´ANNO.  
 
Pieve di Soligo,16 novembre 2006 - E´ stato firmato il 15 novembre ad Algeri, alla presenza del Presidente della Repubblica dell-Algeria, Abdelaziz Bouteflika, e del Presidente del Consiglio dei Ministri, Romano Prodi, un accordo fra Ascopiave e l´algerina Sonatrach, uno dei colossi mondiali del settore gas, per la fornitura di 500 milioni di metri cubi all´anno di gas naturale. L´intesa prevede che la fornitura ad Ascopiave avrà una durata di 15 anni, a partire dalla messa in funzione del metanodotto Galsi che dall´Algeria, attraverso la Sardegna e l´approdo in Toscana, fornirà gas algerino in Italia. Il completamento della progettazione esecutiva di Galsi avverrà entro il 2007, la realizzazione dei lavori fra 2008 e 2009 e la prima fornitura di gas potrà awenire già dal 2010. "Per Ascopiave questo contratto rappresenta un passo importante nella costruzione di un solido e diversificato sistema di approvvigionamenti - ha detto il Presidente Gildo Salton - e contribuirà ad assicurare una importante copertura delle forniture ai clienti finali del Gruppo". Ascopiave, prossima alla quotazione in borsa nel segmento Star, è uno dei 5 gruppi italiani, unica azienda municipalizzata del Nord/est, che ha avuto la possibilità di concludere l´accordo con la compagnia di Stato algerina, riuscendo così a centrare uno dei propri obiettivi strategici primari che prevedeva l´accesso diretto alle fonti di approvvigionamento up stream. Ascopiave è uno dei principali operatori in Italia nella distribuzione e vendita (tramite la controllata Ascotrade S. P. A. ) di gas naturale perché serve, attraverso una rete di circa 6. 300 Km. , oltre 300. 000 clienti concentrati in un´area fra le più ricche d´Italia: 155 comuni distribuiti in 12 province del Veneto, del Friuli Venezia Giulia, dell´Emilia Romagna e della Lombardia, con un bacino di utenza di 970. 000 abitanti. .  
   
   
CROTONE SI CANDIDA PER IL 3° POLO ENERGETICO NAZIONALE  
 
Crotone, 21 novembre 2006 – Grande successo per la diretta di mercoledì 15 novembre della trasmissione “Territori e imprese”, andata in onda su Rai Utile, che vedeva protagonista il territorio della provincia di Crotone. A tal punto che il boom dei contatti al sito Internet di Rai Utile ha mandato in tilt il servizio di streaming. Gli interessati che non hanno avuto modo di assistere alla diretta, hanno potuto vedere la trasmissione nelle tre repliche pomeridiane e serali sul sito, sul digitale terrestre e sul satellite. Ospiti di Raiutile nello spazio condotto da Marina Nalesso, il presidente della Camera di commercio di Crotone, Francesco Barretta; il segretario generale della Cdc, Donatella Romeo; il direttore del Parco scientifico e tecnologico multisettoriale di Crotone, Maria Bruni; il presidente di Confagricoltura, Nicola Cappa. Dopo aver tracciato un quadro del sistema economico provinciale il presidente Francesco Barretta si è soffermato sui punti di forza e di debolezza della provincia. Da parte sua, il segretario generale della Cdc Donatella Romeo ha incentrato il suo intervento sui processi di sburocratizzazione e di semplificazione degli adempimenti amministrativi. Il direttore del Parco scientifico e tecnologico, Maria Bruni si è, invece, soffermato sulla necessità di aumentare il valore aggiunto delle produzioni provinciali mediante la ricerca e l’innovazione. Il quarto ospite, Nicola Cappa, presidente di Confagricoltura ha affrontato la tematica dell’energia. In tale contesto il presidente della Camera di Commercio Francesco Barretta ha rilanciato la candidatura di Crotone a distretto nazionale dell’energia: “Crotone – ha affermato Barretta - si candida ufficialmente a diventare uno dei tre poli energetici nazionali previsti nella Finanziaria. Il ministro per lo Sviluppo economico, Pierluigi Bersani, ha previsto fondi destinati a tre poli energetici, di cui due a Nord (Piacenza e Brescia) e uno a Sud, ancora in fase di designazione. Abbiamo candidato Crotone – ha spiegato Barretta – perché non soltanto è già Distretto energetico regionale, ma è anche l’unico distretto energetico del Mezzogiorno. Diventare polo energetico significherebbe stimolare la produzione di energia ma soprattutto fare ricerca, innovazione tecnologica e formazione per i professionisti del settore e quindi contribuire alla creazione di nuovi posti di lavoro”. Un obiettivo, questo, lanciato dal presidente della Cdc di Crotone, condiviso anche dai settori dell’industria e dell’agricoltura. .  
   
   
AMBIENTE: RIUNIONE OSSERVATORIO ALTO ADRIATICO A LIGNANO  
 
 Trieste, 21 novembre 2006 - Si sono riuniti nei giorni scorsi a Lignano Sabbiadoro, convocati dall´Arpa Friuli Venezia Giulia e dall´Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale-ogs, gli esperti dell´Osservatorio dell´Alto Adriatico con l´obiettivo di fare il punto sulle condizioni del Mar Adriatico. Tra i presenti, rappresentanti delle Arpa di Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia-romagna, esperti del dipartimento Ogs-bio e del dipartimento Ogs-oga dell´Università di Trieste, del Centro per le Ricerche marine di Rovigno (Istituto R. Boskovic, Croazia), della Stazione Biologica Marina di Pirano (Istituto Nazionale di Biologia di Lubiana, Slovenia), dell´Istituto di Scienze Marine del Cnr di Trieste e di Venezia, dell´Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, della Riserva naturale marina di Miramare di Trieste, dell´Istituzione Centro Previsione e Segnalazioni Maree di Venezia, del Comune di Lignano Sabbiadoro, delle Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto. Nel corso della riunione Paola Del Negro (dipartimento Ogs-bio) ha presentato una relazione sull´attività di ricerca e sui programmi di monitoraggio svolti nell´Alto Adriatico dal 1990 ad oggi, mentre Giorgio Mattassi (Arpa Friuli Venezia Giulia) si è soffermato sulle problematiche di gestione dei diversi ambienti naturali costituenti l´Alto Adriatico e sulle sinergie tra la comunità scientifica e i gestori del territorio. Le osservazioni hanno messo in evidenza, relativamente al mese di agosto, un bacino ancora stratificato termicamente ma con valori superficiali di temperatura inferiori a quelli osservati in anni precedenti (20-26°C). Ad inizio settembre, la temperatura dello strato superficiale è aumentata leggermente, mentre a fine mese è stato osservato un decremento di 2-3°C ed una colonna d´acqua più omogenea. La salinità è ancora elevata in tutto l´Alto Adriatico (37. 5-38. 5 psu) ed i minimi (25-30 psu) hanno caratterizzato solamente alcune zone costiere occidentali e - a fine settembre - l´area posta a Sud della foce del Po. L´ossigeno disciolto nello strato superficiale ed intermedio è risultato in sovrasaturazione o saturazione e solamente le campagne di fine settembre hanno evidenziato, negli strati più profondi del golfo di Trieste, situazioni prossime all´ipossia. Le concentrazioni di clorofilla, nello strato superficiale, sono rimaste a livelli estremamente contenuti in tutto l´Adriatico settentrionale (1. 0 µg/L), con un leggero incremento negli strati prossimi al fondale marino. Valori elevati (8-9 µg/L) sono stati invece misurati solamente ad inizio settembre in prossimità del diffusore della condotta sottomarina di Trieste. Le basse concentrazioni di clorofilla associate all´elevata trasparenza della colonna d´acqua e ai bassi tenori dei macronutrienti disciolti hanno indicato, in generale, un bacino caratterizzato da un basso livello trofico. Nel mese di settembre sono state individuate, soprattutto nell´area più settentrionale del Golfo di Trieste, estese sciamature della medusa Rhizostoma pulmo (bota marina o polmone marino) con individui anche di grandi dimensioni, mentre non è più evidente la presenza della medusa Pelagia noctiluca nelle acque prospicienti la costa più meridionale dell´Istria occidentale. Tra gli organismi potenzialmente tossici una sporadica presenza della microalga Ostreopsis ovata è stata rilevata per la prima volta nel golfo di Trieste. La dinoficea può produrre Cfp (ciguatera fish poisoning) è stata isolata e messa in coltura per definire la sua biologia. Durante la riunione è stata ribadita l´importanza dell´utilizzo dei dati rilevati in continuo dalle boe meteo-marine e dell´analisi integrata dei dati acquisiti nelle campagne di rilievo dai diversi istituti di ricerca ed unità operative. Il rappresentante dell´Arpa Emilia Romagna- Struttura Daphne ha evidenziato il manifestarsi negli ultimi anni di situazioni anomale lungo le coste romagnole ed ha ribadito l´importanza della visibilità dei programmi di monitoraggio e studio attraverso la rete internet. La Regione Veneto ha inoltre proposto di partecipare congiuntamente alla consultazione promossa dalla Commissione europea attraverso il Libro Verde sulla Politica marittima della Ue. .  
   
   
L´ISOLA ECOLOGICA: II EDIZIONE DEL SALONE DEL RICICLO  
 
Cagliari, 21 novembre 2006 - L´isola ecologica, secondo atto. L´edizione 2006 del "Salone del Riciclo e della Sardegna Sostenibile" sarà dedicata al fuoco, ovvero all´energia: possibilmente pulita e rinnovabile. In due giornate fitte di mostre, convegni, seminari e laboratori si riprenderà anche il discorso sulla gestione rifiuti avviato lo scorso anno. L´evento, in programma al Centro congressi della Fiera di Cagliari il 24 e il 25 novembre, sarà presentato lunedì alle 10,30 in una conferenza stampa alla Camera di commercio (largo Carlo Felice, 72). Parteciperanno Fabrizio Aroni (Associazione Scripta Manent), Vincenzo Tiana (Legambiente), Nino Fadda (presidente del Centro Servizi Promozionali per le Imprese), Franca Leuzzi (direttrice del Servizio sostenibilità ambientale e valutazione impatti, presso l´assessorato regionale dell´Ambiente) e Gianni Giagoni (assessore ai Servizi tecnologici del Comune di Cagliari). Il programma è già disponibile sul sito http://www. Lisolaecologica. It .  
   
   
DISPOSIZIONI IN MATERIA DI TUTELA DALL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO: PRESENTATO UN DISEGNO DI LEGGE VALDOSTANO  
 
Aosta, 21 novembre 2006 – La Giunta regionale, su proposta dell’assessore al Territorio, Ambiente e Opere pubbliche Alberto Cerise, nella sua ultima seduta ha deliberato di sottoporre al Consiglio regionale l’approvazione del disegno di legge “Disposizioni in materia di tutela dall’inquinamento atmosferico”. “Questo provvedimento - sottolinea l’assessore Cerise - rappresenta la scelta programmatica più importante e significativa rispetto alle future strategie di politica ambientale da adottare per la protezione e la salvaguardia della qualità dell’aria. In tal modo, l’Amministrazione regionale si propone di rispettare i valori limite di qualità dell’aria nell’ottica della tutela della salute dei cittadini (riducendo il rischio connesso all’esposizione a elevati livelli di inquinamento), di ridurre le emissioni di inquinanti e di raggiungere livelli di qualità dell’aria che non comportino impatti o rischi per l’ambiente naturale dando attuazione al Piano Regionale per il risanamento, il miglioramento e il mantenimento della qualità dell’aria, allegato al disegno di legge in questione”. “Il Piano - precisa l’Assessore - si configura come uno strumento di programmazione, di coordinamento e di controllo delle politiche di gestione del territorio, orientato al miglioramento dei livelli di inquinamento atmosferico. Esso avrà una durata di nove anni, a decorrere dalla sua approvazione da parte del Consiglio regionale, e sarà sottoposto a monitoraggio periodico e a verifica triennale”. Il Piano prevede una serie di azioni specifiche nei settori dell’energia, dei trasporti e delle attività produttive che, da un lato, impostano una concertazione volta al coordinamento degli interventi previsti sul territorio - tra la Regione e gli Enti locali maggiormente interessati - e, dall’altro, forniscono al privato cittadino le corrette informazioni sullo stato della qualità dell’aria e sui comportamenti da tenere. Queste azioni saranno affiancate da un’attività formativa rivolta a tecnici e amministratori affinché le principali innovazioni diventino patrimonio comune e si sviluppi un’imprenditorialità specificamente orientata. .  
   
   
ANNUNCIATI I PREMI DI ECCELLENZA MARIE CURIE 2006  
 
Bruxelles, 21 novembre 2006 - Il 16 novembre, in occasione di una cerimonia tenutasi a Losanna (Svizzera), sono stati annunciati i cinque vincitori dei premi Marie Curie per l´eccellenza di quest´anno. Ciascuno di loro si è aggiudicato un premio in denaro del valore di 50 000 Eur per il lavoro straordinario svolto in una varietà di campi scientifici, tra cui la neuroscienza cognitiva, la nanotecnologia, la fisica e la scienza atmosferica. Istituti nel 2003, i premi costituiscono un riconoscimento dei risultati raggiunti da ricercatori di qualsiasi area scientifica che abbiano beneficiato di uno dei programmi di sostegno europei. Noti col nome di Azioni Marie Curie, tali programmi si propongono di ampliare le prospettive di carriera dei ricercatori e di promuovere l´eccellenza della ricerca europea. «I premi Marie Curie rappresentano una forma di riconoscimento degli eccellenti lavori di ricerca effettuati in Europa», ha affermato il commissario europeo per la Scienza e la ricerca Janez Potocnik. «Vogliamo stimolare il potenziale di tutti i ricercatori europei e sottolineare gli effetti positivi della mobilità all´interno dell´Unione e al di fuori dei suoi confini ai fini della ricerca». La vincitrice del premio Michal Lavidor è una dei numerosi ricercatori che hanno tratto vantaggio dalle opportunità di mobilità offerte dalle borse Marie Curie. Grazie a una di tali sovvenzioni, la ricercatrice è riuscita a trasferirsi da Israele nel Regno Unito per effettuare ricerche su come la stimolazione interemisferica nel cervello favorisce le capacità di lettura. Benché non fosse una «ricercatrice di professione», avendo lavorato per diversi anni in una società di consulenza, Michal Lavidor aveva deciso di tornare all´università, dove aveva sviluppato un forte interesse per il comportamento umano e in particolare per la capacità umana della lettura, e ciò l´aveva portata a svolgere le sue attuali ricerche. Chris Ewels, un altro dei vincitori di quest´anno, è stato incoraggiato a intraprendere una carriera scientifica per il piacere della sfida. Il lavoro del ricercatore è la professione ideale per lui, ha dichiarato, in quanto ogni giorno è diverso dagli altri quando si tratta di esplorare l´ignoto. I suoi studi sulla modellazione computerizzata del dopaggio e dei difetti in nanotubi in grafite e carbonio l´hanno condotto in tutta Europa, dal Regno Unito all´Italia, alla Svezia e alla Germania. Al momento svolge la sua attività in modo stabile presso il Centro nazionale francese per la ricerca scientifica (Cnrs), un posto che afferma di aver ottenuto grazie all´iniziativa sulla formazione e la mobilità dei ricercatori europei e a una borsa Marie Curie. Secondo il belga Nicolas Cerf, la mobilità è stata essenziale per la sua carriera. Dopo aver lavorato in Francia per due anni, la sua ricerca sull´informazione quantistica e il calcolo quantistico l´ha condotto nell´assolata California. Entrambe le esperienze sono state indubbiamente all´origine di numerose e vantaggiose collaborazioni internazionali, ha osservato. Ritiene che l´Europa stia iniziando ad apprezzare maggiormente il lavoro dei suoi ricercatori, anche se c´è ancora molta strada da fare prima di raggiungere il livello di riconoscimento da essi ottenuto negli Usa. Non è difficile trovare un lavoro in Europa, il problema principale consiste nel trovare un impiego stabile, ha affermato. Gli altri vincitori del premio sono stati la dottoressa italiana Paola Borri per la sua ricerca sulle nanostrutture dei semiconduttori e la loro risposta ultraveloce alla luce laser, e Frank Keppler, tedesco, per la scoperta di gas traccia a rilevanza climatica negli ecosistemi terrestri. Il sostegno dei finanziamenti europei a favore della mobilità dei ricercatori è destinato ad aumentare sostanzialmente negli anni a venire. Nell´ambito del Settimo programma quadro (7Pq) verranno stanziati 4 Mrd Eur per le Azioni Marie Curie, un incremento rispetto al bilancio di 2,3 Mrd Eur dal 6Pq. Per maggiori informazioni sulle azioni Marie Curie consultare: http://cordis. Europa. Eu/mariecurie-actions/ .  
   
   
LA SCIENZA PREOCCUPA I GIOVANI E NON LI INFORMA L’INDAGINE, CHE HA TOCCATO OGM, ELETTROSMOG E SPAZIO, EVIDENZIA UNA DIMINUZIONE DI INTERESSE VERSO LA RICERCA  
 
Roma, 21 novembre 2006 - Il 94,3% degli studenti sa cos’è un Ogm e l’86,7% sa che possono essere modificati piante, batteri, virus e funghi. Il 92,5% sa che il termine elettrosmog si riferisce all’inquinamento da campi elettromagnetici e il 95,6% che il fenomeno riguarda antenne, ripetitori, elettrodotti, ma la parola ‘smog’ inganna il 10,3% degli intervistati, convinti che esso si riferisca al traffico urbano. Sull’esplorazione spaziale la teoria del big bang è ben conosciuta (il 95,1%), ma il 25,3% non sa rispondere sul moto dei satelliti e il 12,7% non conosce la galassia che ospita il nostro pianeta. ‘Percezione e consapevolezza della scienza’ - progetto realizzato nell’ambito del ciclo ‘Ethics and Polemics’ dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, in collaborazione con British Council e Fondazione Rosselli - ha avviato tre iniziative sugli organismi geneticamente modificati, sulle onde elettromagnetiche e sull’esplorazione dello spazio, svolte rispettivamente a Bologna, Roma e Napoli. “All’inizio e al termine delle inchieste sono stati distribuiti più di duemila questionari a 25 istituti secondari di tipo tecnico, scientifico, classico, professionale, magistrale”, spiega Adriana Valente dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali (Irpps) del Cnr, responsabile del progetto. Dalle indagini emerge che la minore percentuale di risposte errate è del liceo scientifico e che nel complesso le risposte corrette sono comunque alte. L’iniziativa ha l’obiettivo di avvicinare i giovani alla scienza promuovendo incontri con esperti su temi di interesse generale. Così come è avvenuto sull’emergenza clima oggi a Roma con Franco Miglietta dell’Istituto di Biometeorologia (Ibimet) del Cnr di Firenze, Chris Reid, responsabile per la sostenibilità del distretto londinese di Sutton (il primo quartiere del mondo a massimo rispetto ambientale), e Claudio Baffoni, direttore del Progetto Roma per Kyoto. E a Milano, con Bernardo Gozzini dell’Ibimet-cnr e Paolo Crosignani dell’Istituto Nazionale sui Tumori. Sui rischi connessi alla ricerca, l’85,5% dei giovani ritiene le biotecnologie poco o non accettabili anche nel caso in cui consentano all’economia di essere più competitiva, ma il 28,9% si dichiara disposto a correre dei rischi qualora esse contribuiscano a risolvere il problema della fame nel mondo. “Per i giovani è comunque fondamentale una corretta informazione”, nota Adriana Valente, “l’88,5%, infatti, chiede l’etichettatura dei cibi contenenti Ogm e per il 60,2% va resa nota l’ubicazione delle coltivazioni sperimentali”. Pareri analoghi per le onde elettromagnetiche: l’84,1% dei ragazzi vuol costruire i nuovi elettrodotti lontano dalle scuole per evitare l’aumento della leucemia infantile e il 73,6% ritiene sia meglio demolire anche le linee troppo vicine. Il 68% giustifica misure restrittive perfino per evitare un solo caso di leucemia. Sulla ricerca spaziale, l’81,7% risponde che va finanziata per generare nuove conoscenze sull’origine e il futuro della Terra, il 63,75 per cercare forme di vita aliene e solo il 48,6% e il 22,7%, rispettivamente, per le ricadute in campo civile e militare. L’inchiesta rileva, in generale, che il 18% dei giovani è molto interessato ai temi scientifici, il 55% lo è poco e il 25% non lo è affatto. Dati in linea con quelli dell’Eurobarometro Europeans S&t 2005 che evidenziano infatti una diminuzione di interesse, verso i temi della scienza e della tecnologia, del 10% rispetto all’indagine del 2001. “Le differenze di genere tra ragazze e ragazzi sono più significative su alcune caratteristiche: attenzione a fattori di rischio e valori umani e sociali, in linea con i risultati di altre indagini nazionali ed Eurobarometro”, osserva la ricercatrice dell’Irpps-cnr. E’ a favore di uno sviluppo scientifico meno veloce pur di ponderarne i risultati il 52,8% dei ragazzi e il 60,6% delle ragazze. Lo scarto si fa più elevato sugli Ogm: 71,1% contro il 44,4%. Sulle restrizioni alle tecnologie se non si è certi delle conseguenze per uomo e ambiente, nell’indagine Ogm è a favore il 73,7% delle femmine, a fronte del 55,6% dei maschi. Anche sull’importanza dei valori umani e sociali nelle scelte di politica scientifica il gap è di 56,8 a 48,1%. I ragazzi sono invece più convinti che sia possibile condizionare la ricerca: il 63%, a fronte del 36,8% delle coetanee, ampiamente favorevoli anche alla condivisione universale dei risultati scientifici (dal 74,2% all’89,5% secondo l’indagine) e a dare pieno accesso alla ricerca ai paesi in via di sviluppo (dal 71 all’89,5%). I due sessi si avvicinano su un consenso molto minore all’ipotesi che la ricerca sia commissionata per esigenze di mercato: sono d’accordo appena il 7,9-21,8% delle ragazze e 22-25,9% dei ragazzi. Situazione intermedia per la possibilità che i ricercatori abbiano un vantaggio economico dai brevetti derivanti dal loro lavoro: lo approva il 31,5-39,7% delle ragazze e il 37,5-48,1% dei ragazzi. L’atteggiamento più riflessivo delle ragazze è confermato dalla descrizione delle proprie sensazioni nei confronti delle applicazioni della scienza. Nel caso dell’elettrosmog la maggioranza di ragazzi e ragazze (40,5% e 41,3%) esprime un giudizio negativo o critico. Giudizio prevalentemente positivo nell’indagine sullo spazio sia per i ragazzi (66,8%) sia per le ragazze (48,4%). Sugli Ogm la maggioranza delle ragazze s (55%) si colloca nel gruppo ‘preoccupato, cauto e pessimista’, i ragazzi (40%) in quello ‘ottimista, entusiasta, fiducioso’. Ma chi dovrebbe decidere sull’uso delle applicazioni della ricerca? Per lo spazio, gli scienziati dei settori coinvolti sono indicati al primo posto dal 52% dei ragazzi e dal 62% delle ragazze. Anche nell’indagine Ogm le giovani scelgono soprattutto gli scienziati direttamente coinvolti (47%), più degli studenti (40%). Nell’indagine elettrosmog le ragazze sono un po’ meno dei coetanei (38,4%- 40,3%), ma si orientano molto anche sull’opzione ‘scienziati dei settori coinvolti sugli aspetti sanitari’ (37,7% circa). In tutte e tre i questionari, governo e parlamento raccolgono risultati molto modesti (2-5%) e si attestano dietro le associazioni ambientaliste (3-9%). “Dal progetto emerge un quadro articolato e non stereotipato: fiducia nella comunità scientifica, ma non troppo nel sistema ricerca; necessità di considerare valori umani e sociali accanto alle evidenze scientifiche; necessità di condividere conoscenze e risultati; scarso credito alla classe politica”, conclude Valente. Da evidenziare infine il 5% circa che ha dichiarato di aver cambiato opinione dopo la partecipazione al progetto, confermando un’esigenza diffusa “la semplificazione nel comunicare la scienza va ricercata nel linguaggio, ma non nella rimozione delle sue componenti critiche e problematiche. Gli specialisti, cioè, non devono comunicare certezze senza sollevare le relative domande. Gli scienziati si devono sentire responsabili di tale funzione comunicativa, poiché i cittadini li ritengono poco impegnati nell’informare il pubblico”. .  
   
   
"IMPARARE IL FRANCESE IN PIEMONTE: UNA SCELTA VINCENTE" IL CONSOLE FRANCESE ODILE REMIK INCONTRA L´ASSESSORE ALL´ISTRUZIONE GIOVANNA PENTENERO  
 
Torino, 21 novembre 2006 - Strumento essenziale per la formazione del cittadino europeo è l´apprendimento di più lingue; a ribadirlo è stato un seminario, svoltosi lunedì 20 novembre, dal titolo "Imparare il francese in Piemonte: una scelta vincente!". Il convegno, organizzato dall´assessorato all´Istruzione della Regione Piemonte, in collaborazione con l´Ufficio Scolastico Regionale e con le Istituzioni Francesi (Ambasciata, Consolato) ha voluto confermare, attraverso numerose testimonianze del mondo accademico ed economico, l´importanza di mantenere vivo l´insegnamento della lingua francese per una sempre più salda e proficua cooperazione nell´ambito lavorativo e culturale. Grazie ad un protocollo sottoscritto dall´ assessorato all´Istruzione e dall´assessorato alla Montagna, che prevede l´investimento di circa un milione di euro per tutte le iniziative a sostegno delle scuole di montagna, sono state avviate una serie di sperimentazioni per l´insegnamento della lingua francese nelle scuole primarie. Grazie alla collaborazione dell´Università francese infatti, neolaureandi di madre lingua affiancano, nell´insegnamento della lingua francese, gli insegnanti italiani. "Per quanto riguarda il settore della Formazione Professionale – ha precisato poi l´assessore all´Istruzione Giovanna Pentenero - la Regione Piemonte sta invece lavorando sulla definizione di profili comuni nell´ambito turistico-sportivo, per far si che, i titoli acquisiti in Italia, siano spendibili anche all´estero grazie ad una certificazione delle competenze". La conoscenza della lingua francese si rivela fondamentale soprattutto in una regione come il Piemonte, in cui è significativa la presenza delle società francesi. Il 13% del commercio francese si svolge infatti in Piemonte, soprattutto nei settori della grande distribuzione, in quella specializzata, banca, assicurazione, energia, gestione e trattamento dell´acqua. Non sono da meno il mondo accademico e le agenzie formative che, dell´insegnamento della lingua francese, ne fanno una risorsa culturale. 7 facoltà piemontesi su 12 prevedono l´insegnamento del francese: Economia, Giurisprudenza, Lettere e Filosofia, Scienze della Formazione, Matematica-fisica, Scienze naturali e Scienze Politiche; altrettanto numerosi gli stage attivi in Francia, i centri linguistici e gli scambi Erasmus, ben 74 quelli avviati tra il 2005-2006, percorsi binazionali che prevedono accordi interuniversitari, lauree di primo e secondo livello e dottorati di ricerca. È necessario – ha sottolineato il Console Generale di Francia a Torino Odile Remik – che la cooperazione linguistica funga da incentivo per creare nuove opportunità per la condivisione dei saperi e delle attività produttive tra Francia e Italia. In Piemonte ci sono tutti i predisposti - continua la console francese - affinché si crei una vera e propria "Francofonia", termine con cui si intende una comunità internazionale che condivide la lingua francese attraverso attività culturali, formative e linguistiche". .  
   
   
IL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE FIORONI AL SALONE ORIENTAMENTI DI GENOVA DAL 22 AL 24 NOVEMBRE  
 
 Genova, 21 novembre 2006 - Tra gli eventi di rilievo, oltre alla Presentazione dei Risultati del Programma Regionale Obiettivo 3 (istruzione, formazione e lavoro), sono da segnalare tre importanti momenti: mercoledì 22, alle 15, si parlerà di scuola e formazione, con il convegno dal titolo Integrazione fra scuola e formazione: da sperimentazione a sistema, con Giuseppe Fioroni, Ministro della pubblica istruzione; giovedì 23 alle 9 avrà luogo il convegno su ricerca e innovazione Le novità delle politiche di ricerca: Europa, Italia, Liguria, per il quale è atteso il Sottosegretario del Ministero Università e Ricerca Nando Dalla Chiesa, mentre il 24, alle 10, il Sottosegretario del Ministero del lavoro Rosa Rinaldi parlerà di Buona occupazione. Dalla precarietà ad un lavoro stabile e sicuro. Da non perdere, poi, la videoconferenza Genova - Nanchino in cui gli studenti genovesi potranno colloquiare con studenti, insegnanti e autorità della città cinese. E sempre ai giovanissimi è indirizzato il concorso Innovation 2007 volto a premiare la migliore idea innovativa presentata da studenti. Il piano superiore del padiglione C della Fiera di Genova ospiterà numerosi stand in cui le scuole della Provincia di Genova (48 istituti secondari di secondo grado e 19 enti di formazione professionale), le facoltà universitarie, i sindacati e le associazioni di categoria, oltre ad aziende rappresentative sul territorio ligure, potranno fornire informazioni dettagliate sulle loro attività. Ampio spazio sarà dedicato alla ricerca e all´innovazione tecnologica, con l´esposizione di realizzazioni e progetti dell´Università di Genova, del Centro di Biotecnologie Avanzato, del Parco Scientifico e Tecnologico della Liguria. Tra queste, un robot, realizzato dal Dist dell´Università di Genova e dal Parco Scientifico e Tecnologico della Liguria, che viene utilizzato come personale di sorveglianza negli aeroporti: i visitatori avranno modo di osservare da vicino il funzionamento dell´apparecchio, intervistando direttamente i ricercatori che lo hanno realizzato. La piazza della ricerca, infatti, è uno spazio interattivo, in cui i ragazzi possono entrare in contatto con il mondo dell´innovazione tecnologica, scoprendolo attraverso gli stessi protagonisti. Tratto saliente di questa edizione di Orientamenti sarà la partecipazione attiva di ragazze e ragazzi delle scuole superiori che, come "bussole", guideranno i loro coetanei alla scoperta del salone, fornendo loro informazioni e coinvolgendoli nelle iniziative proposte: sarà un salone dei giovani per i giovani. I ragazzi, poi, saranno protagonisti come veri e propri reporter in erba, che, sotto la guida della redazione di Agenzia Liguria Lavoro e Zainet, potranno cimentarsi con articoli (per carta stampata e web) e pezzi radiofonici e televisivi riportando quanto accade al Salone. .