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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 02 Luglio 2007
PORTOGALLO, PRONTO IL SITO INTERNET DELLA PRESIDENZA UE  
 
Bruxelles, 2 luglio 2007 - Il 1° luglio ha preso avvio il semestre di turno del Portogallo alla guida Ue, nel corso del quale sarà data attuazione al mandato stabilito dai leader dei 27 Paesi membri per la convocazione della Conferenza intergovernativa (Cig) sul nuovo Trattato europeo. Il Premier lusitano José Sócrates Carvalho Pinto de Sousa intende infatti chiudere il prima possibile la Cig, che si aprirà il 23 luglio, presentando ai partner europei un testo il più possibile vicino al testo finale. Nell’ambito del Settore Giustizia e Affari Interni (Gai) proseguirà l’esperienza del Trio, varata sotto la presidenza tedesca, che ha visto ‘considerare’ i tre semestri di Germania, Portogallo e Slovenia come un unico periodo di 18 mesi. «Abbiamo realizzato molto – ha dichiarato il ministro dell’Interno tedesco Schäuble - durante il primo passo della presidenza del Trio. Il Portogallo e la Slovenia hanno sostenuto intensivamente la presidenza tedesca del Consiglio nei primi sei mesi del 2007». «Abbiamo cooperato molto – ha detto Schäuble – e con reciproca fiducia. Nella stessa maniera, sosterremo il Portogallo come componente della presidenza del trio appena prenderà il comando tra alcuni giorni». .  
   
   
DICHIARAZIONE DI JOAQUíN ALMUNIA, COMMISSARIO PER GLI AFFARI ECONOMICI E MONETARI, SULL´ADOZIONE DEL DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE ECONOMICA E FINANZIARIA (DPEF)  
 
Bruxelles, 2 luglio 2007 - Il commissario Almunia prende nota del fatto che il governo mantiene l´impegno ad assicurarsi che il disavanzo si muova chiaramente sotto il 3% di Pil nel 2007, dal 4. 4% nel 2006. In generale, questo rappresenta un miglioramento significativo nel saldo strutturale durante gli ultimi due anni, in un contesto di crescita più dinamica che riflette anche le misure approvate. Tuttavia, il commissario Almunia esprime una profonda preoccupazione circa il consolidamento limitato progettato per il 2008 e gli anni successivi, che non rispetta gli Orientamenti dell´Eurogruppo del 20 Aprile. Questo rallenterà la riduzione del livello di debito pubblico, ancora significativamente sopra il 100% di Pil. I pagamenti d´interesse su questo debito, corrispondenti a 68 miliardi di euro nel 2006, assorbono quasi 5 punti del prodotto interno lordo italiano, un importo doppio rispetto alla quota d´investimento pubblico, bloccando risorse che altrimenti potrebbero essere utilizzate più produttivamente. Un ritmo lento nella riduzione del debito è inoltre molto negativo per le future generazioni, che dovranno affrontare una pressione crescente sui bilanci proveniente dall´invecchiamento della popolazione. Per concludere, il commissario Almunia rileva l´incertezza che persiste per quanto riguarda i cambiamenti del sistema pensionistico. Egli sottolinea il principio che qualsiasi cambiamento all´attuale legislazione sia neutrale sul bilancio nel medio e lungo periodo e non peggiori la sostenibilità delle finanze pubbliche nel lungo termine. Le precedenti sono osservazioni preliminari, poiché il Commissario Almunia riceverà il documento delle autorità italiane soltanto la settimana prossima. .  
   
   
UE, AIUTI DI STATO: IL QUADRO DI VALUTAZIONE DEGLI AIUTI DI STATO ANALIZZA GLI EFFETTI NEFASTI DEGLI AIUTI ILLEGALI.  
 
Bruxelles, 2 luglio 2007 - L´aggiornamento primavera 2007 del quadro di valutazione degli aiuti di Stato, adottato di recente dalla Commissione europea, conclude che gli aiuti di Stato illegali sono in generale molto più nefasti per la concorrenza e gli scambi degli aiuti notificati. L´analisi si basa su circa 600 decisioni adottate dalla Commissione negli ultimi sette anni in materia di aiuti di Stato illegali. Un aiuto di Stato è illegale quando vi è stata data esecuzione in uno Stato membro senza previa notifica alla Commissione o prima dell´adozione di una decisione della Commissione al riguardo. Dal quadro di valutazione si evince che gli aiuti illegali costituiscono un problema particolare nei grandi Stati membri (Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito rappresentano circa il 73% dei casi di aiuti illegali) e nei settori dell´industria e dei servizi. Il quadro di valutazione indica inoltre che l´importo di aiuti illegali effettivamente recuperato è aumentato in maniera significativa negli ultimi anni benché siano necessari ulteriori sforzi per garantire un´esecuzione immediata ed effettiva delle decisioni di recupero. Il Commissario responsabile della concorrenza, Neelie Kroes, ha dichiarato: "Gli aiuti illegali compromettono la competitività europea e il corretto funzionamento del mercato unico. Spetta agli Stati membri provvedere affinché tutte le misure di aiuto siano notificate e sia data immediata esecuzione alle decisioni di recupero. Confermo il mio impegno a lottare con tutti i mezzi disponibili contro gli aiuti illegali". Aiuti illegali Le norme in materia di aiuti di Stato contenute nel trattato Ce (art. 88, par. 3) impongono agli Stati membri non solo di notificare le misure di aiuti di Stato alla Commissione prima di darvi esecuzione, ma anche di attendere l´esito dell´indagine della Commissione prima di attuare le misure notificate. In caso di mancato rispetto dell´uno o altro obbligo, la misura di aiuto notificata è considerata "illegale". Tra le decisioni adottate dalla Commissione nel periodo 2000-2006, il 25,6% sono state decisioni negative o subordinate a condizioni in casi di aiuti illegali, mentre tale percentuale è ammontata soltanto al 2,7% per gli aiuti notificati. La percentuale di misure di aiuto illegali che sono state dichiarate incompatibili con il mercato unico è quindi praticamente dieci volte superiore a quella delle misure di aiuto notificate. La Commissione ha dovuto avviare un procedimento di indagine approfondita in circa il 40% dei casi di aiuti illegali, mentre ciò si è verificato soltanto per circa il 5% degli aiuti notificati. La Commissione può infatti approvare il 95% dei casi senza dover avviare un´indagine approfondita. Circa tre quarti di tutti i casi di aiuti illegali hanno riguardato i cinque più grandi Stati membri dell´Ue-15: Germania (24% di tutte le decisioni Ue-25 in materia di aiuti illegali), Italia (17%), Spagna (11%), Francia (10%) e Regno Unito (9%). In Germania, gran parte degli aiuti illegali è stata concessa negli ultimi anni ´90 nelle ex regioni della Germania orientale. Ad eccezione del Regno Unito, nei grandi Stati membri si rileva anche una percentuale piuttosto elevata di aiuti incompatibili, in particolare nel settore dell´industria e dei servizi. In Spagna, ad esempio, gli aiuti sono risultati incompatibili in quasi la metà delle decisioni relative ad aiuti illegali. Meno del 2% (11 decisioni) ha riguardato gli Stati membri Ue-10, benché altri 35 casi di aiuti illegali siano stati registrati alla fine del 2006. Nel periodo in esame, la Commissione ha adottato 608 decisioni su casi di aiuti illegali, in seguito a denuncia oppure su iniziativa propria. Le cifre includono anche misure notificate alla Commissione, ma attuate dagli Stati membri prima della decisione definitiva della Commissione. Il recupero accelerato degli aiuti illegali e incompatibili Conformemente al suo Piano d´azione nel settore degli aiuti di Stato del 2005 (cfr. Ip/05/680 e Memo/05/195), la Commissione ha moltiplicato gli sforzi per accelerare l´esecuzione delle decisioni di recupero. Siffatte decisioni della Commissione obbligano gli Stati membri a recuperare dai beneficiari gli aiuti di Stato illegali e incompatibili. L´azione della Commissione ha notevolmente aumentato l´importo di aiuti incompatibili recuperato e ha diminuito il numero di casi in sospeso. Alla fine del 2006 erano stati effettivamente recuperati circa 6 miliardi di euro di aiuti di Stato illegali e incompatibili, in aggiunta ad altri 2,1 miliardi di euro di interessi, mentre 1,2 miliardi di euro sono stati dichiarati persi in procedure fallimentari. I 6 miliardi di euro di aiuti effettivamente rimborsati rappresentano il 71% dell´importo totale di aiuti da recuperare, un notevole progresso rispetto alla situazione esistente nel dicembre 2004, quando soltanto il 25% era stato rimborsato. Se gli Stati membri non adottano tutte le misure disponibili per eseguire le decisioni di recupero entro un termine ragionevole, la Commissione adisce la Corte di giustizia europea per inadempimento. In base alla giurisprudenza Deggendorf della Corte di giustizia europea (cfr. Sentenza del 13 settembre 1996 nelle cause riunite T-244/93 e T-486/93, Textilwerke Deggendorf Gmbh (in prosieguo Twd) contro Commissione; sentenza della Corte di giustizia del 15 maggio 1997 nella causa C-355/95 P, Twd contro Commissione) nel 2005 la Commissione ha iniziato a ordinare sistematicamente la sospensione dell´erogazione di nuovi aiuti (anche se compatibili) a favore delle imprese che non abbiano rimborsato precedenti aiuti illegali e incompatibili. La Commissione ritiene che ciò abbia aumentato la pressione esercitata sugli Stati membri ad eseguire con maggiore diligenza le decisioni di recupero. .  
   
   
IATE (INTERACTIVE TERMINOLOGY FOR EUROPE), LA BANCA DATI TERMINOLOGICA DELL´UE IN 23 LINGUE, APRE AL PUBBLICO  
 
 Bruxelles, 2 luglio 2007 Con una cerimonia organizzata dal Parlamento europeo e dalla Commissione europea è stata aperta ufficialmente il 28 giugno al pubblico la banca dati terminologica dell´Ue Iate (Interactive Terminology for Europe). Iate raccoglie in un´unica banca dati, che conta 8,7 milioni di voci nelle 23 lingue ufficiali dell´Ue, le banche dati delle istituzioni e degli organismi dell´Ue. Utilizzata già dal 2005 dai servizi di traduzione delle istituzioni europee, Iate contribuisce in maniera essenziale ad assicurare la qualità della comunicazione scritta delle istituzioni e degli organismi dell´Ue. Offrendo un facile accesso a fonti terminologiche di accertata affidabilità, assicura la coerenza e l´attendibilità della terminologia, indispensabili per produrre testi chiari e privi di ambiguità, che garantiscano la validità e la trasparenza del processo legislativo e una comunicazione efficace con i cittadini dell´Unione. I discorsi di apertura della cerimonia, a cui hanno partecipato i rappresentanti delle istituzioni dell´Ue ed esponenti delle professioni linguistiche esterni alle istituzioni, sono stati tenuti dal commissario Orban e dal vicepresidente del Parlamento europeo Miguel Ángel Martínez Martínez. "La creazione di Iate è il lodevole risultato della proficua cooperazione tra le istituzioni. Risponde all´esigenza di un uso oculato delle risorse e dimostra che le istituzioni dell´Ue sono al servizio dei cittadini europei," ha dichiarato il commissario europeo al multilinguismo Leonard Orban. Il vicepresidente Martínez Martínez ha definito l´apertura al pubblico di Iate una "espressione tangibile dell´autentico impegno delle istituzioni per un pieno multilinguismo", essenziale per garantire l´apertura e la trasparenza del processo europeo. Fin dall´inizio è apparsa chiara l´utilità che Iate avrebbe potuto avere per un pubblico assai più vasto di quello costituito dai servizi di traduzione delle istituzioni europee. Rendendo pubblico e gratuito l´accesso a Iate, le istituzioni europee hanno messo questo strumento senza eguali a disposizione di chiunque voglia utilizzarlo: professionisti delle lingue operanti al di fuori delle istituzioni europee, come i traduttori indipendenti, studiosi e studenti di lingue, ma anche i parlamenti e le amministrazioni nazionali che hanno il compito di trasporre nell´ordinamento nazionale la legislazione europea e di diffondere informazioni riguardanti l´Unione europea. Gli utilizzatori di questa banca multilingue di dati terminologici possono trovare, per un determinato termine nella lingua di partenza, il termine corrispondente in una o più lingue d´arrivo. Attualmente Iate contiene 8,7 milioni di termini, 500 000 abbreviazioni e 100 000 frasi e copre tutte le 23 lingue ufficiali dell´Ue. La quantità di contenuto varia secondo le lingue, principalmente in funzione del periodo di tempo durante il quale ciascuna lingua è stata lingua ufficiale dell´Ue. L´obiettivo a lungo termine è un contenuto di uguale valore per tutte le lingue ufficiali. Due caratteristiche contraddistinguono Iate rispetto ai suoi predecessori Eurodicautom, Euterpe e Tis. In primo luogo, il suo carattere interattivo: ogni traduttore delle istituzioni europee può aggiungere o aggiornare informazioni. I singoli contributi sono sottoposti dai terminologi dei servizi di traduzione a un´operazione di verifica della validità delle informazioni introdotte o modificate. In secondo luogo, Iate ha un carattere interistituzionale. Hanno contribuito alla creazione di Iate e contribuiscono a mantenerla in esercizio il Parlamento europeo, il Consiglio, la Commissione, la Corte di giustizia, la Corte dei conti, il Comitato economico e sociale, il Comitato delle regioni, la Banca europea per gli investimenti, la Banca centrale europea e il Centro di traduzione. I costi complessivi di sviluppo della banca dati sono stati per il periodo 1999-2003 pari a 1,41 milioni di euro. I costi annuali di esercizio ammontano per il 2007 a 627 000 euro. Questi costi sono coperti dai bilanci delle istituzioni e degli organismi Ue partecipanti. Per maggiori informazioni: Iate: http://iate. Europa. Eu Le lingue nell´Ue: http://europa. Eu/languages/ Dg Traduzione: http://ec. Europa. Eu/dgs/translation/ .  
   
   
CHALLENGE: CONFERENZA ANNUALE  
 
Bruxelles, 2 luglio 2007 - Dal 4 al 6 luglio si svolgerà a Bruxelles (Belgio) la quarta conferenza annuale del progetto Challenge (Changing Landscape of European Liberty and Security) finanziato dall´Ue. Durante la conferenza sarà discusso il nuovo quadro istituzionale comunitario proposto per il nuovo trattato; verranno inoltre affrontati altri temi strettamente attinenti al ruolo della sorveglianza democratica e del controllo giudiziario nella costruzione di uno spazio comune europeo di sicurezza, libertà e giustizia. Il progetto Challenge intende favorire una valutazione più efficiente e responsabile delle norme e delle prassi in materia di sicurezza e vuole esaminare le implicazioni di tali prassi per le libertà civili, i diritti umani e la coesione sociale in un´Europa allargata. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Libertysecurity. Org/article1478. Html .  
   
   
VIA LIBERA PER LA CARTA DELLA PROPRIETÀ INTELLETTUALE  
 
Bruxelles, 2 luglio 2007 - La Commissione europea ha ricevuto il via libera per redigere una nuova carta per la gestione dei diritti di proprietà intellettuale. Sono ottime notizie per la ricerca europea, ha dichiarato Klaus Uckel del ministero federale tedesco per l´Istruzione e la ricerca (Bmbf), secondo il quale l´iniziativa sarà utile per porre un freno alla fuga incontrollata di conoscenze nonché alla pirateria, e imprimerà impulso alla competitività europea. La «carta della proprietà intellettuale», una proposta della Presidenza tedesca del Consiglio Ue, comprenderebbe una serie di principi e linee guida non vincolanti sotto l´aspetto giuridico, sui quali i partner della ricerca potrebbero basare volontariamente la propria cooperazione nella ricerca. L´approccio è simile a quello della Carta europea dei ricercatori del 2005, che fornisce linee guida facoltative sulle condizioni di lavoro adeguate per i ricercatori. Intervenuto il 26 giugno in occasione di una riunione informativa al Parlamento europeo, Klaus Uckel ha osservato che la Carta dei ricercatori è stata adottata diffusamente dalle università e dai centri di ricerca di tutta Europa, e viene considerata uno strumento per attrarre i migliori ricercatori. «Il timore è che, non sottoscrivendo la Carta, le organizzazioni verranno tagliate fuori», ha dichiarato, aggiungendo che anche l´industria sta iniziando a fare propria la carta. Esiste già una varietà di strumenti nazionali e sovranazionali per aiutare le università e altri centri pubblici di ricerca a gestire meglio la loro conoscenza. Tra questi figurano gli accordi Lambert del Regno Unito, l´iniziativa di partenariato responsabile (Responsible Partnering Initiative) e le linee guida della Commissione europea. Nel contempo, la ricerca collaborativa nell´ambito del programma quadro comunitario è disciplinata da norme di partecipazione, che forniscono un quadro della proprietà intellettuale per i partner del progetto. «Esistono già moltissime buone prassi», ha dichiarato Klaus Uckel. «Ora occorre però una forte spinta politica. La carta si propone di inserire tali pratiche in un quadro politico». Ha aggiunto che la carta sarà sufficientemente ampia e onnicomprensiva da essere in linea con gli accordi nazionali e la normativa quadro comunitaria sulla ricerca in merito alla partecipazione. A livello di Ue vi è l´esigenza concreta di un quadro che definisca i principi di gestione della proprietà intellettuale per le università e i centri di ricerca, in quanto l´assenza di professionalità sta determinando la perdita delle nostre competenze e sta portando a un crescente divario nel campo dell´innovazione tra l´Europa e i suoi concorrenti globali, ritiene Klaus Uckel. Un problema emerso per l´assenza di un approccio comune alla soluzione delle questioni legate alla proprietà intellettuale è la pirateria. Si stima che le pratiche competitive illegali ammontino a un costo di 25 Mrd Eur l´anno solo per la Germania. Anche l´innovazione europea è penalizzata dagli approcci molto diversi adottati dall´industria e dagli istituti pubblici di ricerca riguardo alla gestione della proprietà intellettuale. Mentre ai ricercatori interessa soprattutto pubblicare il proprio lavoro, l´industria desidera impedire la divulgazione di materiale riservato, nonché richiedere e sfruttare i diritti di proprietà. Una carta della proprietà intellettuale non solo avvierebbe un processo di sensibilizzazione sull´importanza di una migliore gestione in questo campo, afferma Klaus Uckel, ma promuoverebbe anche una migliore comprensione delle posizioni dei partner della ricerca. Se venisse agevolata la cooperazione tra industria e mondo accademico, gli istituti di ricerca riuscirebbero più facilmente ad attingere ai finanziamenti, mentre l´industria europea diventerebbe più competitiva, poiché avrebbe più possibilità di commercializzare le invenzioni innovative. «La carta contribuirà a cambiare la cultura della ricerca europea», ha ipotizzato Klaus Uckel. Un approccio comune alla gestione della proprietà intellettuale garantirebbe inoltre ai partner europei della ricerca di negoziare contratti migliori con i partner internazionali. Paesi come gli Usa e il Giappone sono esperti di gestione della proprietà intellettuale, ha sottolineato Klaus Uckel, mentre gli istituti di ricerca e i ricercatori europei si trovano in una posizione contrattuale più debole perché non conoscono le numerose norme e pratiche diverse in tale campo. Una carta contribuirebbe a ridurre le incertezze, consentendo ai partner europei di fare riferimento a un quadro comune. Avendo ricevuto l´appoggio politico del Consiglio «Competitività» il 25 giugno, la Commissione procederà ora a redigere la carta, che dovrebbe essere disponibile per l´autunno, secondo Klaus Uckel. Per maggiori informazioni sulla carta della proprietà intellettuale consultare: http://www. Bmbf. De/pub/eckpunkte_ip_eng2. Pdf .  
   
   
L´INIZIO DI UNA NUOVA «DIPLOMAZIA DELLA SCIENZA» CON L´AFRICA?  
 
Bruxelles, 2 luglio 2007 - L´africa è stanca di inutili elemosine dall´Occidente ed è invece in cerca di aiuto per contribuire a rafforzare la sua base di ricerca in modo tale che sia possibile utilizzare la scienza per promuovere lo sviluppo: è quanto sostiene Aida Opoku-mensah, responsabile dell´unità «Tecnologie dell´informazione e della comunicazione (Tic)» e della divisione «Scienza e tecnologia» presso la commissione economica delle Nazioni Unite per l´Africa. Il 26 giugno, in occasione di un pranzo di lavoro cui hanno partecipato deputati del Parlamento europeo e rappresentanti delle ambasciate, dell´industria, della Commissione europea e delle organizzazioni non governative (Ong), la conversazione si è concentrata sulle eventuali iniziative che l´Europa potrebbe intraprendere per rafforzare la «Scienza in Africa». L´incontro è stato sponsorizzato dall´europarlamentare polacco Jerzy Buzek. Tra le idee proposte figurava la creazione di uffici a Bruxelles e Addis Abeba (Etiopia), l´instaurazione di legami più stretti tra responsabili politici nell´ambito della tecnologia e dello sviluppo e il sostegno alla costruzione di infrastrutture. Tali proposte verranno discusse più approfonditamente a una conferenza che si terrà a Addis Abeba nel marzo 2008. L´ospite d´onore Aida Opoku-mensah ha dichiarato al Notiziario Cordis che, prima di questa iniziativa, considerava le iniziative europee volte ad aumentare la collaborazione scientifica con l´Africa come «scarse e rare». L´europa intrattiene con l´Africa del Nord legami più stretti che con l´Africa sub-sahariana, probabilmente perché nell´Africa settentrionale è presente un maggior numero di università affermate. «Ora la sfida è raggiungere le aree meno attraenti, perché sono proprio queste le più importanti, come dimostra il ruolo svolto dalla scienza nello sviluppo. Benché se ne riconosca la necessità, nessuno è disposto a effettuare investimenti in questo senso», ha dichiarato al Notiziario Cordis. Su scala globale, diversi vertici ad alto livello hanno evidenziato l´importanza della scienza per l´Africa, tra cui il vertice mondiale del millennio 2005, il vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile e il progetto del millennio delle Nazioni Unite del 2005 sull´innovazione. Tuttavia, resta ancora molto da fare. L´africa è tuttora oggetto di una costante fuga di cervelli: ogni mese, in Sudafrica, lasciano il paese oltre 300 infermiere specializzate; in Zambia, negli ultimi anni, il personale medico è diminuito di quattro volte, mentre negli ultimi 50 anni sono emigrati oltre 45 000 scienziati egiziani. Il risultato di questo esodo sono sistemi nazionali limitati non in grado di sfruttare le opportunità tecnologiche, strutture di gestione carenti, infrastrutture elementari e mancanza di risorse umane. I problemi sono acuiti da una mancanza di investimenti che costringe i ricercatori a lavorare in condizioni inadeguate e in università scarsamente attrezzate che devono limitare il loro insegnamento alla teoria. L´occidente ha danneggiato l´Africa ignorando questi problemi o non fornendo l´aiuto adeguato. In alcuni casi, anche le politiche occidentali sono state deleterie per l´Africa. «L´accesso alle [. ] tecnologie è molto limitato a causa del regime brevettuale e di proprietà intellettuale o della sua mancanza. Gli equivalenti generici dei farmaci antiretrovirali, ad esempio, potrebbero essere sviluppati in Africa, ma la loro produzione è ostacolata dal regime brevettuale e di proprietà intellettuale», ha dichiarato Aida Opoku-mensah, in un discorso che al pranzo avrebbe dovuto essere pronunciato dal Sottosegretario generale dell´Onu Abdoulie Janneh. «È assodato che, a livello globale, siamo ancora lungi dal realizzare un partenariato che si basi sulle nuove S&t [scienze e tecnologie] per affrontare i problemi dei poveri», ha proseguito Aida Opoku-mensah. «Le politiche dei paesi sviluppati continuano a negare ai sistemi sanitari dei paesi in via di sviluppo i farmaci salvavita necessari per combattere l´Aids, la malaria e la tubercolosi. Inoltre, si investe troppo poco nella ricerca sulla messa a punto di soluzioni biomediche ai problemi sanitari del mondo in via di sviluppo, soprattutto in Africa». La soluzione? Secondo Declan Kirrane, direttore generale di Intelligence in Science (Isc), da cui è stato organizzato il pranzo di lavoro, si potrebbe iniziare dall´aumento del flusso di informazioni tra l´Europa e l´Africa, dal contatto tra gli scienziati e dalla promozione di migliori pratiche Analogamente a quanto fatto da Cordis in Europa, gli uffici di Bruxelles e Addis Abeba potrebbero fornire un servizio di assistenza per accrescere la collaborazione tra i ricercatori delle due regioni, aprire canali di comunicazione, favorire la ricerca di partner e fornire informazioni su quanto avviene in Europa e in Africa. «L´ufficio si occuperebbe sostanzialmente della carenza di informazioni. "A chi rivolgersi?" è la domanda a cui si deve saper rispondere», ha affermato Kirrane. L´idea ha ricevuto l´approvazione dell´onorevole Buzek, il quale ha proposto che gli eurodeputati esaminino le disposizioni e le iniziative esistenti per verificare che non vi siano duplicazioni. Se l´esito dell´analisi sarà favorevole, si potrà proporre ufficialmente l´istituzione dell´ufficio in occasione della conferenza di marzo 2008. L´europarlamentare slovena Romana Jordan Cizelj ha sottolineato che l´Ue, da sola, non può affrontare i problemi che affliggono l´Africa e ha chiesto agli Stati membri di rafforzare i legami con i ricercatori africani. La deputata ha inoltre sottolineato l´importanza di instaurare legami più stretti tra chi si dedica alla politica di sviluppo e chi si concentra sulla tecnologia, nonché tra i due bilanci separati. «I due gruppi ragionano in maniera diversa. Occorre una cooperazione a lungo termine, che gioverebbe tanto all´Ue quanto ai paesi terzi», ha affermato. Il tema dello sviluppo è stato ripreso anche dall´eurodeputata italiana Pia Locatelli. «Nella politica di sviluppo rientra il sostegno alle infrastrutture, che in questo caso potrebbe andare all´infrastruttura di ricerca», ha dichiarato. In Africa un miglioramento in questo campo potrebbe ridurre la fuga di cervelli, ha spiegato. Rudolf Meijer, rappresentante della Dg Ricerca della Commissione europea, ha ribadito la necessità di sviluppare le capacità in Africa aggiungendo che i programmi di ricerca dell´Unione europea possono offrire un contributo ma non possono essere l?unico strumento utilizzato a tal fine. Uno dei nuovi strumenti introdotti nell´ambito del Settimo programma quadro (7Pq) è Inco-net, volto a riunire decisori politici e parti interessate di una certa regione o di un determinato gruppo di paesi con i partner Ue. Rudolf Meijer si è detto certo che verrà creato uno strumento Inco-net per l´Africa. Meijer ha parlato anche del portale europeo della mobilità, che fornisce informazioni sulle opportunità presenti negli altri Stati e sull´aspetto pratico del trasferimento in tali paesi. Il programma «Marie Curie», inoltre, finanzia la mobilità dei ricercatori, ed è dotato di un meccanismo inteso a sostenere il ritorno del ricercatore o della ricercatrice nel rispettivo paese d´origine. I paesi terzi possono partecipare al 7Pq, ma l´onorevole Buzek ha affermato che nel caso dell´Africa questa opportunità non è sufficiente. Per incoraggiare la partecipazione sono necessari incentivi particolari, come un programma volto a promuovere il coinvolgimento di questi paesi, ha affermato. Altri partecipanti hanno proposto di introdurre iniziative finalizzate a sviluppare una cultura della scienza in Africa, istituendo un Forum parlamentare euroafricano che dovrebbe riunirsi due volte l´anno e incoraggiando il trasferimento di conoscenza in entrambe le direzioni, nonché all´interno dell´Africa. Sono già stati avviati sforzi per promuovere una più stretta collaborazione all´interno dell´Africa. Non ci si può aspettare che un paese piccolo come il Togo aumenti massicciamente i propri investimenti nella ricerca. Tuttavia, collaborando con altri paesi di piccole dimensioni e creando gruppi, i paesi più piccoli diventeranno partner più attraenti per la ricerca collaborativa, ha dichiarato Aida Opoku-mensah al Notiziario Cordis. L´onorevole Buzek ha concluso accogliendo con favore l´inizio di una «nuova diplomazia della scienza», che spera di sviluppare ulteriormente ad Addis Abeba nel marzo 2008. .  
   
   
UNGHERIA, UE OTTIMISTA SUL DEFICIT  
 
Budapest, 2 luglio 2007 - La Commissione europea ha dichiarato che l´Ungheria, attraverso le riforme strutturali adottate, ha fatto notevoli progressi in direzione del consolidamento fiscale e potrebbe rispettare la data del 2009 per riportare il deficit di bilancio al 3 per cento del Pil, così come stabilito nel Piano di Convergenza. La notizia è ripresa dall´Ice, secondo cui il deficit di bilancio ungherese dovrebbe raggiungere, nel 2007, il 6,8 per cento del Pil, contro il 9,2 per cento registrato nel 2006 - il valore più alto fra i Paesi Ue - mentre il deficit atteso dalla Commissione per il 2008 è del 4,8 per cento. .  
   
   
BANCHE: DURANTE (ABI) NUOVO PRESIDENTE DEL COMITATO FONDO ESUBERI  
 
Roma, 2 giugno 2007 - Il Comitato amministratore del Fondo dura in carica due anni. È costituito da esperti designati da Abi, sindacati, ministeri del Lavoro e dell’Economia. Il Comitato amministratore del Fondo esuberi del settore del credito, rinnovato presso l’Inps con decreto del Ministero del Lavoro del 18 giugno, ha eletto oggi nuovo Presidente Giancarlo Durante, Direttore centrale dell’area sindacale dell’Abi. Il Comitato dura in carica due anni e rappresenta lo strumento per governare, senza tensioni sociali né oneri per la collettività, le eccedenze di personale derivanti da processi di riorganizzazione e concentrazione aziendale: dal 2000 ad oggi sono stati sottoscritti accordi per circa 24. 000 lavoratori e gli attuali percettori dell’assegno straordinario sono circa 10. 000 I membri del Comitato composto da esperti designati in rappresentanza di Abi, sindacati di categoria e ministeri del Lavoro e dell’Economia, sono: Giancarlo Durante, Luigi Falchetti, Patrizia Ordasso, Giovanni Rossi, Marco Vernieri designati dall’Abi; Mariangela Comotti (Falcri), Sergio Girgenti (Fiba-cisl), Bernardino Romiti (Silcea), Giorgio Romagnoli (Fisac Cgil), Vincenzo Saporito (Fabi); Marco Coviello in rappresentanza del ministero del Lavoro e Rocco Aprile per il ministero dell’Economia. .  
   
   
BANCHE: ABI BASILICATA, SIGLATO PROTOCOLLO D’INTESA CON COMMERCIALISTI DI POTENZA  
 
Potenza, 2 lugloio 2007 - Progetti di formazione, cooperazione e aggiornamento: sono i principali punti al centro del Protocollo d’intesa, siglato oggi a Potenza, tra la Commissione Abi Basilicata e l’Ordine dei Commercialisti della provincia. Si rafforza dunque la collaborazione tra i due settori, dopo gli accordi raggiunti con i professionisti di Matera e Melfi. In particolare, sarà possibile realizzare iniziative comuni per aumentare lo scambio di informazioni e per fornire ulteriori strumenti di conoscenza ed efficienza anche al sistema imprenditoriale. Per Gianluca Jacobini, Presidente della Commissione regionale Abi Basilicata, “è fondamentale questo scambio di sinergie. Soprattutto perché il ruolo dei commercialisti assume una grande importanza come elemento di connessione tra banche e imprese. In particolare, la collaborazione con l’Ordine è una risorsa in più rispetto a quanto le banche già stanno facendo per contribuire al rilancio del nostro sistema economico”. Secondo i dati dell’Osservatorio permanente banche-imprese (costituito da Abi e 13 associazioni imprenditoriali), i finanziamenti delle banche all’economia lucana hanno superato a dicembre 2006 i 5,4 miliardi di euro (in crescita del 9,4% rispetto al 2005): alle famiglie sono andati 1,6 miliardi di euro con un incremento del 10,8% e alle imprese 3,5 miliardi con un aumento dell’8,4%. Nel dettaglio i settori produttivi maggiormente interessati: il comparto agroalimentare con 396 milioni di euro e un aumento dell’1,8%; l’artigianato che ha registrato un incremento del 4,3% con 247 milioni; al settore commerciale ed alberghiero sono andati 845 milioni (+8,9%); l’edilizia ha visto crescere i suoi finanziamenti del 28,8% per un ammontare di 637 milioni. È la provincia di Matera ad aver registrato nell’ultimo anno la migliore performance per quanto riguarda la crescita percentuale di finanziamenti bancari ai settori d’impresa: 1,3 miliardi di euro per un incremento del 10,9%. Segue Potenza con una crescita del 7% pari a 2,1 miliardi. Potenza, 28 giugno 2007 Banche: Abi Basilicata, siglato Protocollo d’intesa con Commercialisti di Potenza Raggiunto accordo per rafforzare la collaborazione anche a vantaggio delle imprese locali che tornano ad investire. Nel 2006 a quota 5,4 miliardi di euro i finanziamenti bancari al territorio. In testa la provincia di Matera, tra i principali settori spicca l’edilizia Progetti di formazione, cooperazione e aggiornamento: sono i principali punti al centro del Protocollo d’intesa, siglato oggi a Potenza, tra la Commissione Abi Basilicata e l’Ordine dei Commercialisti della provincia. Si rafforza dunque la collaborazione tra i due settori, dopo gli accordi raggiunti con i professionisti di Matera e Melfi. In particolare, sarà possibile realizzare iniziative comuni per aumentare lo scambio di informazioni e per fornire ulteriori strumenti di conoscenza ed efficienza anche al sistema imprenditoriale. Per Gianluca Jacobini, Presidente della Commissione regionale Abi Basilicata, “è fondamentale questo scambio di sinergie. Soprattutto perché il ruolo dei commercialisti assume una grande importanza come elemento di connessione tra banche e imprese. In particolare, la collaborazione con l’Ordine è una risorsa in più rispetto a quanto le banche già stanno facendo per contribuire al rilancio del nostro sistema economico”. Secondo i dati dell’Osservatorio permanente banche-imprese (costituito da Abi e 13 associazioni imprenditoriali), i finanziamenti delle banche all’economia lucana hanno superato a dicembre 2006 i 5,4 miliardi di euro (in crescita del 9,4% rispetto al 2005): alle famiglie sono andati 1,6 miliardi di euro con un incremento del 10,8% e alle imprese 3,5 miliardi con un aumento dell’8,4%. Nel dettaglio i settori produttivi maggiormente interessati: il comparto agroalimentare con 396 milioni di euro e un aumento dell’1,8%; l’artigianato che ha registrato un incremento del 4,3% con 247 milioni; al settore commerciale ed alberghiero sono andati 845 milioni (+8,9%); l’edilizia ha visto crescere i suoi finanziamenti del 28,8% per un ammontare di 637 milioni. È la provincia di Matera ad aver registrato nell’ultimo anno la migliore performance per quanto riguarda la crescita percentuale di finanziamenti bancari ai settori d’impresa: 1,3 miliardi di euro per un incremento del 10,9%. Segue Potenza con una crescita del 7% pari a 2,1 miliardi. .  
   
   
L’ATTO DI FUSIONE TRA IL BANCO POPOLARE DI VERONA E NOVARA E LA BANCA POPOLARE ITALIANA  
 
Verona/lodi, 2 luglio 2007 – Viene reso noto che, conformemente alle delibere delle assemblee straordinarie del Banco Popolare di Verona e Novara (di seguito anche “Bpvn”) e della Banca Popolare Italiana (di seguito anche “Bpi”), tenutesi il 10 marzo scorso con l’approvazione del progetto di fusione, e avuto riguardo alla realizzazione degli adempimenti previsti dalla legge, si è provveduto: in data 26 giugno 2007 alla stipula degli atti di conferimento di ramo d’azienda bancaria, rispettivamente, da Bpvn alla Banca Popolare di Verona – S. Geminiano e S. Prospero S. P. A e da Bpi alla Banca Popolare di Lodi S. P. A. ; in data 27 giugno 2007, alla stipula dell’atto di fusione per la costituzione formale del Banco Popolare Società Cooperativa. Atti di conferimento - La neo costituita Banca Popolare di Verona – S. Geminiano e S. Prospero S. P. A. , ottenuta, ai sensi dell’art 58 D. Lgs. N. 385/1993, la prescritta autorizzazione dalla Banca d’Italia in data 26 giugno 2007 all’esercizio dell’attività bancaria, allo svolgimento di servizi d’investimento ad eccezione della gestione su base individuale di portafogli di investimento, all’emissione di assegni circolari e all’acquisizione del ramo d’azienda ha provveduto in data 26 giugno 2007 a stipularel’atto di conferimento del ramo d’azienda bancaria di Bpvn costituito essenzialmente dalla rete di sportelli ubicati principalmente nelle zone di suo radicamento storico, nonché dalle funzioni di direzione centrale finalizzate principalmente alle attività bancarie retail, corporate e crediti. Il conferimento avrà efficacia in un momento immediatamente antecedente l’efficacia della fusione, prevista per il 1° luglio 2007. La neo costituita Banca Popolare di Lodi S. P. A. , ottenuta, ai sensi dell’art 58 D. Lgs. N. 385/1993, la prescritta autorizzazione dalla Banca d’Italia in data 26 giugno 2007 all’esercizio dell’attività bancaria, allo svolgimento di servizi d’investimento ad eccezione della gestione su base individuale di portafogli di investimento, all’emissione di assegni circolari, all’acquisizione del ramo d’azienda ivi comprese le partecipazioni di controllo di cui infra, ha provveduto nella tarda serata del 26 giugno 2007 a stipularel’atto di conferimento del ramo d’azienda bancaria di Bpi costituito essenzialmente dalla rete di sportelli ubicati principalmente nelle zone di suo radicamento storico, dalle funzioni di direzione centrale finalizzate principalmente alle attività bancarie retail, corporate e crediti, nonché da alcune partecipazioni di controllo in banche (Banca Popolare di Crema, Banca Popolare di Cremona, Banca Popolare di Mantova e Banca Caripe). Il conferimento avrà efficacia in un momento immediatamente antecedente l’efficacia della fusione, prevista per il 1° luglio 2007. Atto di fusione - In data odierna è stato stipulato l’atto di fusione per la costituzione formale del Banco Popolare Società Cooperativa, atto sottoscritto dal Presidente del Consiglio di Amministrazione del Banco Popolare di Verona e Novara, avv. Carlo Fratta Pasini, e dal Presidente del Consiglio di Amministrazione del della Banca Popolare Italiana, prof. Dino Piero Giarda. E’ previsto che l’atto venga iscritto prima presso il Registro delle Imprese di Lodi - subordinatamente alla verifica e all’attestazione da parte di Bpi che, alla data del 30 giugno 2007, non si sono verificati eventi negativi tali da incidere sulla consistenza delle riserve da distribuire in misura tale da non consentire l’attribuzione agli azionisti di Bpi del dividendo straordinario – e il 1° luglio presso il Registro delle Imprese di Verona. Pertanto, a norma dell’art. 2504 cod. Civ. , a partire dal prossimo 1° luglio la fusione tra il Banco Popolare di Verona e Novara e la Banca Popolare Italiana sarà efficace a tutti gli effetti contabili, fiscali e giuridici. In conseguenza della fusione il Banco Popolare Società Cooperativa con sede in Verona, ai sensi dell’art. 2504-bis del Codice Civile, subentrerà a pieno diritto in tutti i diritti e gli obblighi del Banco Popolare di Verona e Novara e della Banca Popolare Italiana. Capitale Sociale del Banco Popolare Si rammenta che i rapporti di cambio relativi alla fusione sono rappresentati da: n. 1 azioni Banco Popolare, dal valore nominale unitario di Euro 3,60, ogni n. 1 azione ordinaria Banco Popolare di Verona e Novara, del valore nominale unitario di Euro 3,60; n. 0,43 azioni Banco Popolare, dal valore nominale unitario di Euro 3,60, ogni n. 1 azione ordinaria Banca Popolare Italiana, dal valore nominale unitario di Euro 3,00. Il rapporto di cambio tra azioni Banco Popolare e azioni Banca Popolare Italiana tiene conto della attribuzione della riserva sovrapprezzo azioni, per complessivi massimo Euro 1. 521. 000. 000, di cui infra, con conseguente pagamento del dividendo straordinario e dell’importo ai possessori del Prestito Obbligazionario Convertibile di cui ai paragrafi successivi. Per effetto dei suddetti rapporti di concambio, tenuto conto altresì dell’annullamento senza concambio delle n. 13. 507. 829 azioni proprie detenute da Bpvn, dell’annullamento senza concambio delle n. 36. 841. 445 azioni proprie detenute da Bpi, e dell’annullamento senza concambio di n. 94 azioni Bpi possedute da Bpvn, il capitale sociale del Banco Popolare, alla data di efficacia della fusione, ammonterà a nominali Euro 2. 305. 728. 126,00, composto da n. 640. 480. 035 azioni del valore nominale unitario di Euro 3,60. Dividendo straordinario di Bpi- Subordinatamente al perfezionamento della fusione e alla verifica sulle riserve di Bpi, verrà posto in pagamento il dividendo straordinario derivante dalla distribuzione della riserva sovrapprezzo, mediante stacco della cedola n. 19 dell’azione Bpi un momento immediatamente anteriore a quello di efficacia della fusione. Il pagamento della cedola, pari a Euro 2,17 per ciascuna azione Bpi, avverrà con valuta 5 luglio 2007. Warrant Azioni Ordinarie Banca Popolare Italiana Soc. Coop. 2005-2010 - In relazione al “Warrant Azioni Ordinarie Banca Popolare Italiana Soc. Coop. 2005-2010” (che assumerà la denominazione “Warrant Azioni Ordinarie Banco Popolare Soc. Coop. 2005-2010”) si conferma che per effetto della fusione e del riparto straordinario delle riserve sovrapprezzo azioni di Bpi, il rapporto di esercizio si intenderà fissato in 0,526 azioni del costituendo Banco Popolare ogni Warrant. Il Regolamento degli Warrant non subirà alcuna variazione salvo quella già operata sulla modifica del rapporto d’esercizio. Prestito Obbligazionario Convertibile Subordinato "Banca Popolare di Lodi Prestito Obbligazionario Convertibile Subordinato ("Tfd") 4,75% 2000/2010" (Poc) - In relazione al pagamento ai possessori del Poc (che assumerà la denominazione “Banco Popolare Prestito Obbligazionario Convertibile Subordinato (“Tfd”) 4,75% 2000/2010”), dell’importo da determinarsi ai sensi dell’Art. 7 lett. C del Regolamento del Prestito, sarà cura di Bpi e Bpvn divulgare un ulteriore comunicato stampa appena l’Agente per il Calcolo (Banque Paribas) indicato nel Regolamento del Poc e l’Esperto, Lazard & Co. -nominato di comune accordo dall’Agente per il Calcolo e dal Rappresentante degli Obbligazionisti- avranno completato le relative operazioni di calcolo. .  
   
   
BANCA POPOLARE DI MILANO E MILANO ASSICURAZIONI HANNO PERFEZIONATO L´ACCORDO PER LO SVILUPPO DELL´ATTIVITA´ DI BANCASSURANCE  
 
Milano 2 luglio 2007 - Milano Assicurazioni, sulla base degli accordi perfezionati il 14 giugno 2006 con Banca Popolare di Milano, ha esercitato l´opzione per l´acquisto di un ulteriore quota dell´1% del capitale di Bipiemme Vita Spa, al prezzo di Euro 2,2 milioni, portando la sua partecipazione complessiva al 51%; L´operazione ha comportato il passaggio del controllo azionario di Bipiemme Vita a Milano Assicurazioni; I competenti organi societari di Bipiemme Vita S. P. A. Provvederanno ad integrare il Consiglio di Amministrazione con la nomina di Alberto Marras in rappresentanza del gruppo Fondiaria-sai. Banca Popolare di Milano S. C. A r. L. ("Bpm" o la "Banca") e Milano Assicurazioni S. P. A. Comunicano che, sulla base degli accordi perfezionati il 14 giugno 2006 per lo sviluppo congiunto ed in esclusiva dell´attività di bancassurance del Gruppo Bipiemme nel Ramo Vita, in data odierna Milano Assicurazioni S. P. A ha esercitato l´opzione per l´acquisto di un´ulteriore quota dell´1% del capitale di Bpm Vita S. P. A. ("Bipiemme Vita" o la "Compagnia") al prezzo di Euro 2,2 milioni, portando la sua partecipazione complessiva al 51%. Con tale operazione Milano Assicurazioni acquisisce pertanto il controllo azionario della Compagnia, di cui deteneva già il 50%. L´assemblea di Bipiemme Vita provvederà alla prima data utile ad integrare la composizione del Consiglio di Amministrazione con la nomina di Alberto Marras in rappresentanza del Gruppo Fondiaria-sai. Bipiemme Vita opera attraverso i circa 700 sportelli del Gruppo Bipiemme ed ha chiuso il 2006 con una raccolta premi pari a 762 milioni di Euro ed un utile netto pari a 15,2 milioni di Euro. .  
   
   
FITCH RATINGS CONFERMA I RATING A BANCA POPOLARE DI MILANO  
 
 Milano, 2 luglio 2007 - In data 29 giugno Fitch ha confermato i rating a Banca Popolare di Milano: Long-term issuer default rating (Idr) ´A´, Short-term Idr ´F1´, Individual ´B/c´ e Support a ´3´. .  
   
   
PAGAMENTO AI PORTATORI DEL PRESTITO "BANCA POPOLARE DI LODI PRESTITO OBBLIGAZIONARIO CONVERTIBILE SUBORDINATO ("TFD") 4,75% 2000/2010" (“POC”)  
 
Lodi, 2 luglio 2007 - In relazione al pagamento ai possessori del Poc (che assumerà la denominazione “Banco Popolare Prestito Obbligazionario Convertibile Subordinato (“Tfd”) 4,75% 2000/2010”), dell’importo da determinarsi ai sensi dell’Art. 7 lett. C del Regolamento del Poc, si comunica che l’Agente per il Calcolo (Banque Paribas) indicato nel Regolamento del Poc e l’Esperto, Lazard & Co. - nominato di comune accordo dall’Agente per il Calcolo e dal Rappresentante degli Obbligazionisti - hanno completato le relative operazioni di calcolo e hanno pertanto stabilito in Euro 2,17 l’importo spettante a portatori del Poc per ciascuna obbligazione detenuta. Il diritto degli obbligazionisti è subordinato: (i) alla definitiva verifica che, alla data del 30 giugno, non si siano verificati eventi negativi tali da incidere sulla consistenza delle riserve da distribuire in misura tale da non consentire l’attribuzione agli azionisti di Bpi del dividendo straordinario - che si rammenta essere pari ad Euro 2,17 per azione; (ii) alla efficacia della fusione del Banco Popolare di Verona e Novara S. C. A r. L. E della Banca Popolare Italiana Soc. Coop. Mediante costituzione del Banco Popolare Soc. Coop. , prevista per il 1° luglio 2007; (iii) alla circostanza, conformemente alle previsioni di cui all’Art. 7 lett. C del Regolamento del Poc, che l’importo di Euro 2,17 sia superiore al 5% del prezzo di riferimento medio delle azioni Bpi nei 5 giorni di trattazione del titolo anteriori al 1° luglio 2007 e pertanto nel periodo 25 giugno – 29 giugno 2007, estremi inclusi. Nel precisare che l’andamento del titolo Bpi è tale da far ritenere probabile che si verifichi la condizione sopra riportata sub (iii), si precisa che verrà diramato un comunicato stampa relativo al verificarsi delle condizioni sopra descritte. In ogni caso, Bpi e Bpvn hanno stabilito che, al verificarsi delle condizioni previste, il pagamento dell’importo spettante ai portatori del Poc sia contestuale al pagamento del dividendo straordinario spettante agli azionisti di Bpi e avvenga pertanto mediante stacco del tagliando E, in un momento immediatamente anteriore all’efficacia della fusione tra Bpi e Bpvn, che è prevista per il 1° luglio 2007, e con valuta 5 luglio 2007. Si conferma inoltre che, come indicato nel Progetto di Fusione, il Regolamento del Poc non subirà alcuna variazione sostanziale e, pertanto, ai titolari delle obbligazioni spetteranno diritti equivalenti a quelli loro spettanti prima della fusione. In particolare, i portatori delle obbligazioni convertibili rivenienti dal Poc potranno convertire le proprie obbligazioni in azioni del Banco Popolare secondo il rapporto di 0,43 azioni del costituendo Banco Popolare ogni obbligazione posseduta, al prezzo di conversione di Euro 16,31. .  
   
   
ACCOGLIMENTO DELLA RICHIESTA DI APPLICAZIONE DELLA SANZIONE PECUNIARIA AVANZATA DALLA BANCA POPOLARE ITALIANA, CON L’ACCORDO DEI PUBBLICI MINISTERI, EX ART. 63 D.LGS. 231/2001  
 
Milano, 2 luglio 2007 - Banca Popolare Italiana Soc. Coop. P. A. (“Banca Popolare Italiana”) comunica che ha oggi definito la propria posizione processuale nell’ambito del procedimento penale n. 26261/07 R. G. N. R. (stralcio del proc. Pen. 19195/05 R. G. N. R. ), nel quale era ente sottoposto a indagini, ai sensi del D. Lgs. 231/2001, avanti il Tribunale di Milano. Il Giudice per le indagini preliminari ha infatti accolto la richiesta di applicazione della sanzione pecuniaria avanzata, con l’accordo dei pubblici ministeri, ex art. 63 D. Lgs. 231/2001 dalla Banca. A Banca Popolare Italiana è stata inflitta una sanzione pecuniaria di € 1. 026. 667. A tal fine sono risultate determinanti le modifiche apportate all’organizzazione e alla governance della Banca, l’adozione e l’attuazione di un modello di organizzazione e di gestione conforme ai dettami del D. Lgs. 231/2001. In conformità a quanto previsto dalla legge, il Giudice ha ordinato la confisca delle somme costituenti profitto dei reati contestati, già messe a disposizione ai sensi e per gli effetti dell’art. 17 lett. C D. Lgs. 231/2001 da parte della Banca Popolare Italiana, e pari a € 94. 237. 412,83. La confisca della somma non genera oneri a conto economico, in quanto nell’esercizio di iscrizione della plusvalenza si era provveduto a stanziare un fondo rischi ed oneri di pari importo. .  
   
   
BPI: VERIFICA DELLA CONSISTENZA DELLE RISERVE DESTINATE ALLA DISTRIBUZIONE  
 
 Lodi, 2 luglio 2007 - Bpi conferma che, alla data del 30 giugno 2007, in base alle verifiche condotte dall’Amministratore Delegato munito dei necessari poteri in forza della delibera del Consiglio di Amministrazione del 27 giugno 2007, non si sono verificati eventi negativi tali da incidere sulla consistenza delle riserve destinate alla distribuzione nella misura approvata dall’assemblea Bpi tenutasi lo scorso 10 marzo 2007. Conseguentemente, per quanto di competenza di Bpi, nulla osta al pagamento agli azionisti di Bpi del dividendo straordinario del valore unitario di Euro 2,17 e ai possessori del Prestito Obbligazionario Convertibile denominato “Banca Popolare di Lodi - Prestito Obbligazionario Convertibile Subordinato (“Tfd”) 4,75% 2000/2010” (Poc) dell’ammontare stabilito, ai sensi dell’art. 7 lett. C) del regolamento del Poc, in Euro 2,17 per obbligazione. .  
   
   
BANCA POPOLARE DELL’EMILIA ROMAGNA (BPER): VALUTA COMUNICAZIONI DELLA BPI  
 
Modena, 2 luglio 2007 - Il Consiglio di Amministrazione della Banca popolare dell’Emilia Romagna (Bper) si è riunito 28 giugno 2007per valutare il comunicato stampa diramato dalla Banca Popolare di Milano nella serata del 26 giugno, con il quale quest’ultima ha informato che “al suo interno non sussiste un grado di condivisione dell’operazione sufficiente ad assicurarne il perfezionamento”. Bper al riguardo sottolinea che i benefici attesi dalla importante aggregazione con la Banca Popolare di Milano, che entrambi i Consigli di Amministrazione avevano approvato lo scorso 20 maggio – e per la quale era in corso l’iter autorizzativo presso la Banca d’Italia –, comportavano la ferma volontà di realizzare il comune progetto. Conseguentemente il Consiglio di Bper, preso atto con stupore del mutato atteggiamento della struttura di governo della Banca Popolare di Milano, ha deciso di non proseguire in alcuna altra attività finalizzata all’operazione di fusione, della quale obbiettivamente sono venute meno, senza sua responsabilità, le condizioni di fattibilità. Bper mantiene intatte le capacità di aggregazione che consentiranno di valutare eventuali future opportunità che avessero a profilarsi sul mercato e continua nell’attuazione del suo piano industriale, i cui risultati sono ad oggi largamente in linea con le attese. .  
   
   
SOCIETA’ CATTOLICA DI ASSICURAZIONE PROSEGUE LA RIORGANIZZAZIONE SOCIETARIA  
 
Verona, 2 luglio 2007. In esecuzione delle linee industriali tracciate nel Piano Strategico che prevedono il potenziamento di di. Ca, già call-center di apertura e gestione sinistri, come società di gestione sinistri del Gruppo, in cui si verranno a concentrare tutte le strutture liquidative di direzione e di rete, in data odierna, con efficacia dal 30 giugno prossimo, è stato perfezionato il conferimento da parte di Cattolica Assicurazioni e di Duomo Uni One alla stessa di. Ca dei rispettivi rami d´azienda rappresentati dalle attività e passività relative ai processi di gestione dei sinistri. Inoltre alla luce del nuovo scenario strategico, si è assunta la decisione condivisa tra Cattolica Assicurazioni, Banca Zarattini & co. Sa e Anchorage Capital Partners Ltd di risolvere le intese in riferimento a Cattolica Investimenti Sim. In adeguamento a disposizioni normative, sono state inoltre deliberate alcune modifiche statutarie che saranno comunicate ai sensi di legge. .  
   
   
VARIAZIONE DEL TASSO D´INTERESSE PER CONTI A TERMINE UBS E OBBLIGAZIONI DI CASSA  
 
Zurigo, 2 luglio 2007 - Oggi sono in vigore presso Ubs i seguenti tassi d´interesse per i conti a termine e le obbligazioni di cassa.
Durata Nuovo tasso d´interesse Variazione
2 anni 2,750% 0,250%
3 anni 2,750% 0,250%
4 anni 2,750% 0,250%
5 anni 2,875% 0,250%
6 anni 2,875% 0,250%
7 anni 2,875% 0,250%
8 anni 2,875% 0,250%
9 anni 3,000% 0,250% Vale solo per il conto a termine
10 anni 3,000% 0,250% Vale solo per il conto a termine
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UBS LANCIA UN FONDO INNOVATIVO CHE CONIUGA I VANTAGGI DEI PRODOTTI STRUTTURATI CON QUELLI DEI FONDI D’INVESTIMENTO: UBS (LUX) STRUCTURED SICAV – OPTIMISATION (CHF/EUR) B  
 
Zurigo, 2 luglio 2007 - Ubs offrirà un fondo innovativo che coniuga i vantaggi dei prodotti strutturati con quelli dei fondi d’investimento: Ubs (Lux) Structured Sicav – Optimisation (Chf) B e Ubs (Lux) Structured Sicav – Optimisation (Eur) B. Il periodo di sottoscrizione inizia il 2 luglio 2007 e termina il 16 agosto 2007. L’investimento minimo è di 150 Chf o 150 Eur. La data di pagamento è il 21 agosto 2007. L´ubs Optimisation Fund offre rendimenti potenziali allettanti in mercati con andamenti laterali tramite una cedola annua ridefinita ogni anno. Il vantaggio, per chi investe, è quello di sapere in anticipo quale cedola riceverà. Inoltre, il nuovo fondo incorpora una protezione condizionale al ribasso e una rigorosa diversificazione. Il fondo è adatto a investitori con una tolleranza al rischio di tipo azionario da moderata a elevata. Data la sua strategia d’investimento, l´Ubs Optimisation Fund consente agli investitori di partecipare a minimo 25 prodotti strutturati basati su titoli azionari sottostanti che sono attentamente selezionati dai nostri specialisti. Di conseguenza, consente di beneficiare di un portafoglio diversificato che riduce il rischio legato a un singolo prodotto strutturato. Le cedole, che dipendono dalle condizioni di mercato e saranno fissate prima del lancio, per il primo anno sono indicativamente pari al 7% in Chf e all’8,5% in Eur. Ogni anno successivo la cedola sarà ridefinita in base alle condizioni di mercato. A fronte della cedola annuale fissa e della protezione condizionale al ribasso, gli investitori sono disposti a rinunciare a un potenziale di rendimento superiore in mercati a forte crescita e ad accettare un rischio di potenziale ribasso azionario in caso di marcate flessioni.
Ubs-caratteristiche del fondo:
Nome del fondo Ubs (Lux) Structured Sicav – Optimisation (Chf) B Ubs (Lux) Structured Sicav – Optimisation (Eur) B
N. Di valore / N. Isin Ubs Optimisation Chf B 2867705 / Lu0283561537
Ubs Optimisation Eur B 2867711 / Lu0283562345
Domicilio del fondo Lussemburgo
Portfolio management Ubs Global Asset Management
Società d’investimento Ubs (Lux) Structured Sicav
Data di lancio 16 agosto 2007
Moneta di conto Chf / Eur
Chiusura dell’esercizio 31 agosto
Emissione/riscatto quotidianamente
Investimento minimo 150 Chf, 150 Eur
Imposta preventiva / alla fonte non soggetto
All-in fee 1,80% p. A.
Commissione di emissione: 1%
Prossima distribuzione 16 agosto 2008
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CDM APPROVA DDL DELEGA SU FEDERALISMO FISCALE: COPPOLA  
 
 Venezia, 2 luglio 2007 - L’assessore regionale al bilancio Isi Coppola, che ha partecipato in tutti questi mesi al lavoro delle Regioni in materia di federalismo fiscale, commenta con accenti molto negativi l’approvazione del disegno di legge delega da parte del Consiglio dei Ministri. “Il fatto che sia stato approvato senza modifiche rispetto all’ultima versione del testo presentata in Conferenza delle Regioni e che avevamo già definito una scadente base di discussione e sostanzialmente irricevibile – fa rilevare l’assessore veneto - conferma l’atteggiamento di totale chiusura e di esplicita arroganza del governo che non ha dimostrato alcuna volontà di ricercare una collaborazione e condivisione del testo con le Regioni”. “Anche se il testo dovrà ora essere esaminato in Conferenza Unificata – aggiunge l’assessore Coppola - è evidente che i margini per poterlo migliorare sono praticamente nulli. Questo ottuso atteggiamento ha vanificato e rigettato il lungo lavoro che avevamo fatto nel tentativo di raggiungere un federalismo fiscale equilibrato e non egoista, ma otterrà a questo governo solamente la possibilità di fregiarsi del titolo di “federalista”, svuotato però di ogni significato reale, vista la ridda di contraddizioni che infarciscono un testo che in questi termini corre seriamente il rischio di rimanere inapplicato e inapplicabile”. “Per quanto riguarda le dichiarazioni dei vertici nazionali della Lega sull’approvazione di questo Ddl – conclude l’assessore – non posso che prenderne atto in maniera divertita. Non si capisce bene che idee abbiano sul federalismo fiscale, ma sembrano comunque seguire logiche politiche lontane dal vero obiettivo che ci eravamo posti come Regioni con il lavoro faticosamente portato avanti in questo mesi. Rivolgo infine l’invito a tutti coloro che vogliono ripetizioni per imparare qualcosa sul federalismo fiscale di rivolgersi tranquillamente al Veneto”. . .  
   
   
DIDICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE SPACCA: ´CON IL FEDERALISMO FISCALE AL VIA UN NUOVO CORSO PER LE REGIONI´  
 
Ancona, 2 luglio 2007 - ´Il disegno di legge sul federalismo fiscale approvato oggi dal Consiglio dei Ministri rappresenta un importante segno da parte del Governo di voler sviluppare un nuovo corso riformista. La Regione Marche accoglie con favore questo passo. Il federalismo fiscale e` fondamentale per sostenere i processi di crescita territoriali: consente una programmazione reale da parte delle Regioni, una gestione piu` snella delle risorse, un´amministrazione piu` efficiente nell´affrontare i reali bisogni dei cittadini, un impulso allo sviluppo locale, anche attraverso la responsabilizzazione dell´intero sistema istituzionale. Rimangono aperte alcune questioni, come la necessita` di dare seguito al dibattito sui meccanismi di perequazione tra le regioni che viaggiano a velocita` differenti, ma lo spirito di solidarieta` fin qui evidenziatosi tra le regioni italiane , il consolidarsi del principio di sussidiarieta`, entrato nei comportamenti delle istituzioni ad ogni livello, e soprattutto il necessario equilibrio e buon senso permetteranno di trovare celermente le soluzioni definitive´ . .  
   
   
“VOGLIAMO UN FISCO INTELLIGENTE CHE ESALTI LA COMPETITIVITÀ” L’ASSESSORE REGIONALE AL BILANCIO ALL’ASSEMBLEA DELLA CNA A PRATO BERTOLUCCI: “ECCO I CAPISALDI DELLA POSIZIONE TOSCANA NELL’AMBITO DEL FEDERALISMO”  
 
Firenze, 2 luglio 2007 - “Un sistema fiscale equo non deve essere un freno allo sviluppo delle imprese. Al contrario, un sistema fiscale flessibile e intelligente deve contribuire ad esaltare la capacità delle imprese di essere competitive”. Questa in sostanza la posizione espressa dall’assessore al bilancio della Regione Toscana, Giuseppe Bertolucci, intervenuto il 28 giugno a Prato all’assemblea annuale organizzata dalla Cna sul tema “ Fare impresa. Imposte, tasse, studi di settore: quando un dovere civile frena imprese e comuni”. Davanti alla platea di operatori di una delle capitali dell’artigianato toscano, l’assessore ha ribadito la convinzione dell’amministrazione regionale fondata su una “fiscalità regionale che non deve essere fatta di balzelli ma semmai di incentivi a fare e a fare meglio. ” In questo ambito l’assessore ha richiamato la volontà dell’amministrazione di percorrere strade innovative, quali, ad esempio una fiscalità che premi il rispetto ambientale o gli sgravi, già in parte previsti e comunque ulteriormente prevedibili, per le imprese che creano occupazione stabile o per quanti investono in innovazione e ricerca. Temi questi sui quali il governo regionale potrà esplicare la sua azione una volta portato a compimento il cosidetto “federalismo fiscale” di cui al nuovo articolo 119 della costituzione. E proprio in questo senso Bertolucci ha illustrato la posizione della Regione Toscana nell’ambito del confronto con il Governo, che stamani ha avviato in Consiglio dei Ministri l’esame del nuovo disegno di legge attuativo. Il “decalogo” delle proposte regionali può essere così riassunto: 1) attribuzione alle Regioni dei tributi “storici”, come le tasse di concessione e quelle sulle discariche e le imposte sui carburanti. 2) possibilità di trasformare in tributi propri di carattere ambientale le anacronistiche imposte sulle concessioni del demanio e patrimonio statale. 3) attribuzione come tributo proprio del “bollo” automobilistico, con una forte azione di coordinamento statale per evitare sperequazioni fra le varie regioni. 4) più ampia facoltà di manovra sui tributi statali “devoluti” alle Regioni, come l’Irap e l’addizionale Irpef. In questo modo le Regioni potrebbero - ha esemplificato Bertolucci - avere possibilità di concedere agevolazioni per particolari spese meritevoli di tutela. 5) possibilità di istituire tasse di scopo per investimenti. 6) facoltà di istituire tributi propri di natura commutativa. 7) facoltà di istituire tributi propri su aree di prelievo non occupate dallo Stato. Una facoltà quest’ultima che Bertolucci ha comunque definito “residuale”. “La strada da ricercare – ha sottolineato Bertolucci – deve prevedere importanti innovazioni che siano in grado di coniugare il welfare con la capacità competitiva del mondo imprenditoriale ed in particolare dei settori più esposti alla concorrenza internazionale, che caratterizzano fortemente l’economia della nostra regione. ” . .  
   
   
BASSOLINO SU FEDERALISMO FISCALE  
 
Napoli, 2 luglio 2007 - "Il ddl sul federalismo fiscale contiene soluzioni positive per sanità, assistenza e trasporto pubblico locale, ma presenta anche alcune pericolose distorsioni che potrebbero mettere in ginocchio l´autonomia finanziaria di parecchie Regioni, in primis quelle del Mezzogiorno. Continueremo a lavorare con il massimo impegno, in conferenza unificata, per correggerle". Così il Presidente della Regione Campania Antonio Bassolino a proposito del ddl sul federalismo fiscale approvato il 28 giugno dal Consiglio dei ministri. "Le Regioni - ha continuato Bassolino - sono decise ad andare avanti con determinazione sulla strada del federalismo, sostenendo i sacrifici necessari e impegnandosi al massimo per coglierne tutte le opportunità. Per rinnovare, con maggiore efficienza e trasparenza, il rapporto tra istituzioni e cittadini, rendendolo più diretto e capace di rispondere alle esigenze dei diversi territori. Le Regioni meridionali, in particolare, sono decise ad assumersi tutte le responsabilità insite in questo passaggio cruciale, consapevoli che potranno contare su una dotazione finanziaria minore rispetto a quella calcolata sull´andamento della spesa storica. Di fronte a questa sfida, però, tutte le Regioni devono poter contare su due garanzie fondamentali: da un lato la possibilità di muoversi sul terreno dell´imposizione fiscale con maggiore autonomia, avvalendosi, ove lo ritengano necessario, di tributi che non gravino sul sistema produttivo o sul reddito. Dall´altro lo Stato deve impegnarsi a intervenire nel caso in cui, dall´analisi dell´impatto delle nuove norme, emergano situazioni di insostenibilità finanziaria che pregiudichino il corretto svolgimento delle funzioni attribuite alle Regioni dalla Costituzione. Senza questo impegno si rischia di tornare all´impasse causato dal Dgls 56, che non ha trovato piena applicazione proprio perché, numeri alla mano, si è rivelato incompatibile con il rispetto del dettato costituzionale. Questi due principi, che garantiscono equità ed efficienza all´azione del nuovo Stato federale, sono il cardine dell´intesa raggiunta da tutte le Regioni, e ci impegneremo affinché siano reintegrati nel testo del ddl" ha concluso Bassolino. .  
   
   
PRESENTATO MODELLO DI FEDERALISMO FISCALE FRIULI VENEZIA GIULIA  
 
Trieste, 2 luglio 2007 - L´esperienza di una Regione a Statuto speciale come il Friuli Venezia Giulia può costituire un esempio e un punto di riferimento importante nel processo di attuazione del federalismo. È quanto emerso in un incontro sul tema del federalismo fiscale svoltosi a Vicenza nella Villa Bonin Maistrello, al quale ha preso parte Riccardo Illy, invitato come presidente della Regione ma anche come presidente dell´Are (Assemblea delle Regioni d´Europa). A invitare Illy a portare la sua testimonianza a Vicenza è stato il capogruppo del gruppo parlamentare della Lega Nord Padania alla Camera dei deputati ed ex ministro Roberto Maroni, che ha coordinato il dibattito sul federalismo fiscale. Il presidente Illy ha ricordato come siano le sfide dell´economia globale e di una società sempre più complessa a rendere indispensabile il trasferimento delle competenze in periferia, per non "ingolfare" il centro, e a ridefinire e razionalizzare i diversi livelli di governo del territorio, dai Comuni alle agenzie della globalizzazione. Illy ha inoltre ribadito i due principi ai quali deve ispirarsi un autentico federalismo: sussidiarietà, vale a dire trasferire le competenze agli Enti più vicini ai cittadini, dove le decisioni possono essere prese in maniera più rapida ed efficiente; autonomia, il che significa per esempio che le Regioni, in materia fiscale, debbono poter regolare non solo le uscite ma anche le entrate. Il presidente ha illustrato quindi il modello di autonomia speciale della Regione, sottolienando che il Friuli Venezia Giulia, a differenza delle Regioni ordinarie, ricava le sue entrate da una compartecipazione in percentuale sui tributi statali riscossi sul proprio territorio. Tra l´altro, la Regione ha recentemente ottenuto un importante risultato, ha ricordato Illy: le somme dovute dallo Stato saranno dal prossimo anno trasferite direttamente alla Regione e non più in forma indiretta attraverso l´Erario centrale, un sistema che aveva provocato ritardi nei pagamenti e vincoli finanziari. Lo stesso principio di federalismo fiscale viene adesso applicato, ha osservato Illy, all´interno del Friuli Venezia Giulia, grazie a una riforma degli Enti locali che è stata approvata servendosi della potestà primaria in questa materia sancita dallo Statuto speciale. La compartecipazione delle Regioni e degli Enti locali ai tributi, secondo Illy, ha un duplice vantaggio: rende gli amministratori maggiormente responsabili, li stimola a promuovere lo sviluppo del proprio territorio, perché possono in questo modo aumentare le entrate, e li incentiva nello stesso tempo a contribuire alla lotta all´evasione fiscale. Illy ha citato uno studio sulle Regioni europee che l´Are ha affidato a un istituto di ricerca: "I primi risultati - ha detto - parlano chiaro: vi è una correlazione lineare tra livello di autonomia e capacità delle Regioni di promuovere lo sviluppo sociale ed economico". Il Friuli Venezia Giulia aveva ottenuto la specialità, come risulta dagli atti della Costituente, per la sua posizione geopolitica a ridosso della "cortina di ferro" e per la presenza di minoranze. Oggi nella nuova Europa allargata, il Friuli Venezia Giulia si trova a confinare con la Slovenia (dal 2008 nell´area Schengen), dove il costo della manodopera e la tassazione sul reddito d´impresa sono nettamente inferiori, con un rischio di una fuga delle aziende. "Un motivo più che sufficiente - ha detto il presidente - non solo per mantenere ma anche per rafforzare la nostra specialità". Illy ha anche commentato il disegno di legge sul federalismo fiscale, recentemente approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri. "È un buon inizio", ha detto il presidente, sottolineando che il nodo centrale del provvedimento è il Fondo perequativo, uno strumento che dovrà non solo venire incontro alle Regioni più disagiate, ma anche consentire a quelle che riescono ad incrementare le entrate di poterle utilizzare per promuovere lo sviluppo del proprio territorio. Una riforma federale, secondo Illy, si potrà tuttavia realizzare pienamente solo con l´istituzione di un Senato delle Regioni. Il presidente del Friuli Venezia Giulia ha indicato come modello il Bundesrat tedesco, composto da rappresentanti nominati direttamente dagli organismi dei singoli Stati che compongono la Repubblica Federale di Germania. .  
   
   
TOSCANA: NUOVA FASE PER L’ECONOMIA  
 
Firenze, 2 luglio 2007 – La crescita del Pil toscano, già evidenziata da più parti, stimata costante anche per il 2007 ed in lieve calo per il 2008 (+1,5%), dovuto all’atteso rallentamento dell’economia Usa e ad un ulteriore rivalutazione dell’euro. Una ripresa, quella della nostra regione, trainata dal mercato internazionale, dalle esportazioni di beni e servizi, dalla spesa turistica e dagli investimenti. Una ripresa interessante soprattutto perché frutto di processi di ristrutturazione, affrontati da parte del sistema produttivo regionale per ritrovare competitività. Una ristrutturazione, fra il 2000 e il 2006, che ha condotto talvolta anche alla chiusura di imprese (nell’industria manifatturiera, il saldo netto fra iscrizioni e cessazioni ha determinato una diminuzione di quasi 2. 600 imprese) e al ridimensionamento di alcuni settori (tessile -3. 172, legno-mobili -814, concia-calzature -469, lavorazione minerali non metalliferi -288, oreficeria -103), ma che nel complesso non ha prodotto significativi ridimensionamenti del settore industriale. Infatti, al ridotto numero di imprese, non corrisponde un calo nelle unità locali (diminuite solo di 192 unità, pari al -0,2%), a testimonianza di un probabile processo di aggregazione (le imprese plurilocalizzate sono cresciute del 23,8% fra il 2000 e il 2005, le monolocalizzate sono diminuite del 5,5%) sempre evocato in passato come un obiettivo importante per l’economia della nostra regione; anche l’occupazione dell’industria mostra, nel complesso, una tenuta, evidenziando soprattutto miglioramenti nella qualità dei profili professionali richiesti dalle imprese. Per completare il quadro, al ridimensionamento dell’industria della moda e rafforzamento di quella meccanica (+729 imprese), è necessario aggiungere anche la crescita di presenze nel settore turistico (+7,6%), nonostante il calo della spesa pro capite giornaliera. Pur in presenza di ripresa, però, le difficoltà strutturali, che riguardano l’Italia così come la Toscana, non sono del tutto superate. Da un lato, infatti, gli oneri che derivano da un eccessivo debito pubblico rappresentano ancora una pesante zavorra per l’economia dell’intero paese. Gli effetti sulla Toscana di questo comportamento non sono dissimili da quelli del resto del paese, anche se la Toscana più di altre regioni è specializzata nella produzione di beni di consumo e quindi più sensibile alla evoluzione dei consumi nazionali e regionali. (il 36% del valore aggiunto del manifatturiero toscano riguarda beni di consumo, contro il 22% delle altre regioni del Nord Est italiano). Dall’altro lato la forte e addirittura crescente dipendenza dall’esterno attenua gli effetti moltiplicativi di una eventuale ripresa della domanda finale; il fatto che la Toscana, nonostante le profonde trasformazioni di questi anni, sia ancora molto orientata verso la produzione di beni di consumo tradizionali fa sì che quando i consumi toscani e nazionali crescono, nelle comunicazioni (soprattutto telefonia +6,2%), nell’elettronica, negli autoveicoli (+1,9%) gli effetti sull’economia regionale siano molto più modesti di quelli sulle importazioni. Infatti a fronte di un aumento della domanda finale nel complesso rilevante, l’aumento del Pil regionale è stato appena dell’1,7%; le importazioni sono invece aumentate del 4,9% dall’estero e del 2,3% dalle altre regioni. In altre parole oltre la metà dell’aumento della domanda finale -più precisamente il 54%- è andata ad alimentare nuove importazioni piuttosto che nuova produzione regionale. In sintesi una crescita modesta, quella attuale, ma che visti i deficit strutturali della nostra economia, deve considerarsi ugualmente un obiettivo importante specie se il processo di ristrutturazione avviato continuerà estendendosi magari anche ai settori ad oggi più marginalmente coinvolti. .  
   
   
PRESIDENZA: ILLY RICEVE AMBASCIATORE DEL CANADA HIMELFARB  
 
 Trieste, 2 luglio - Il presidente della Regione Riccardo Illy ha incontrato il 28 giugno l´ambasciatore del Canada in Italia Alex Himelfarb, in Friuli Venezia Giulia per il convegno "Ponti fra le comunità" organizzato a Trieste, dal 29 giugno al 3 luglio, dalla Canadian Society For Italian Studies (Società canadese per gli studi di italianistica) in collaborazione con il dipartimento di Italianistica, Linguistica, Comunicazione e Spettacolo dell´Università di Trieste e la partecipazione del Centro Studi Canadesi dell´Università di Udine. Con Illy ha ricevuto l´ambasciatore l´assessore regionale per le Relazioni Internazionali Franco Iacop, che ha dato la sua disponibilità a far visita a Himelfarb a Roma per approfondire alcuni aspetti delle collaborazioni avviate ed in programma tra Canada e Friuli Venezia Giulia. In particolare, nel corso della visita, il presidente Illy ha ricordato l´accordo siglato il 19 aprile scorso tra il Cro di Aviano ed il Princess Margaret Hospital di Toronto, leader mondiale nella ricerca oncologica, per lo scambio di ricercatori e di progetti. All´ambasciatore, che ha mostrato vivo interesse per il livello raggiunto dal Friuli Venezia Giulia nel campo della ricerca scientifica e per le sue strutture di eccellenza in questo settore, il presidente ha illustrato le caratteristiche del nostro sistema produttivo e logistico. Illy ha parlato dei nostri porti, delle aziende regionali leader nei settori dell´informatica e delle telecomunicazioni, dell´impegno della Regione a favore della diffusione delle fibre ottiche e del cablaggio, dalla costa alle zone montane, dell´intero territorio, delle iniziative a favore dell´informatizzazione della popolazione regionale, del ruolo del Friuli Venezia Giulia nella Ue anche grazie alla sua attività di presidente dell´Assemblea delle Regioni d´Europa. L´ambasciatore Himelfarb ha ricordato l´importanza delle diverse comunità linguistiche nello sviluppo del Canada ed in particolare di quella italiana, tra cui ha peso notevole, ha sottolineato il presidente, la folta comunità friulana e giuliana. .  
   
   
PIEMONTE IN CIFRE 2007: COMUNICARE IL TERRITORIO IL 10 LUGLIO PRESENTAZIONE DEI DATI STATISTICI REGIONALI E CONFRONTO SUI PRINCIPALI TEMI SOCIO-ECONOMICI LOCALI  
 
Torino, 2 luglio 2007 - L’edizione 2007 di "Piemonte in Cifre”, realizzato da Unioncamere Piemonte, Regione Piemonte e Istat, sarà presentato martedì 10 luglio alle ore 11 presso il Centro Congressi Torino Incontra di via Nino Costa 8, a Torino. Dopo i saluti del Presidente di Unioncamere Piemonte Renato Viale, dell’Assessore alla Programmazione e Statistica della Regione Piemonte Sergio Conti, e del Presidente dell’Istat Luigi Biggeri, seguirà la relazione di Roberto Strocco, Coordinatore del comitato tecnico-scientifico Piemonte in cifre su “Il Piemonte: numeri e tendenze”. Interverranno poi sul tema “Comunicare il territorio” il Presidente di Film Commission Torino Piemonte Steve Della Casa, il Presidente della Fondazione Biella The Art of Excellence Luciano Donatelli, il Presidente di Eataly Oscar Farinetti, l’Amministratore Delegato Seat Pagine Gialle Luca Majocchi e il Direttore Servizio Comunicazione strategica del Comune di Torino Anna Martina. La tavola rotonda sarà moderata da Carlo Cerrato, caporedattore del Tg3 Piemonte. Concluderà il programma Mercedes Bresso, Presidente della Regione Piemonte. Giunto alla quindicesima edizione, quest’anno “Piemonte in cifre” raddoppia: a fianco dell’Annuario Statistico Regionale, curato tradizionalmente da Unioncamere Piemonte, Regione Piemonte e Istat, è stato realizzato il cd-rom del nuovissimo Quadro Statistico Complementare, a cura di Unioncamere Piemonte e Regione Piemonte. Si tratta di uno strumento sperimentale in cui trovano spazio tutte quelle informazioni statistiche di fonte non ufficiale, utili per il lavoro di operatori economici, policy makers e studenti: indagini congiunturali, previsioni macroeconomiche, dati e analisi statistiche ed economiche realizzate con indagini campionarie ad hoc. Questa edizione si presenta rinnovata anche sotto il profilo grafico: per l’intera gamma di prodotti legati a Piemonte in Cifre, che comprende anche il sito www. Piemonteincifre. It e la versione tascabile del volume “Profilo Statistico Regionale”, è stato realizzato, infatti, un restyling grafico con l’obiettivo di migliorarne ulteriormente la gradevolezza, favorendone leggibilità e usufruibilità. .  
   
   
IL SINDACO DI BARI NUOVO PRESIDENTE DELLE CITTÀ STRATEGICHE  
 
Torino, 2 luglio 2007 – Il sindaco di Bari Michele Emiliano è il nuovo presidente della Rete Italiana delle Città Strategiche (Recs, www. Recs. It ), l’associazione delle municipalità che hanno adottato il piano strategico come metodo di governo. Sostituisce il sindaco di Torino Sergio Chiamparino. La presidenza di Bari riflette il contributo che, con l’entrata in scena delle città del Mezzogiorno, una nuova generazione di piani strategici intende dare alla governance del territorio La nomina di Emiliano è stata formalizzata stamani a Torino nel corso dell’assemblea annuale della Rete, a margine della convention dedicata allo studio dei grandi eventi e alle alleanze internazionali come strumenti di rilancio delle città. Come da statuto, Emiliano resterà in carica un anno. Bari ospiterà anche la convention 2008, terza della serie. L’assemblea della rete ha inoltre cooptato le 5 nuove città che nel corso dell’ultimo anno hanno chiesto l’adesione. Si tratta di Sassari, Teramo, Alghero, Lamezia e Quartu Sant’elena. Vanno ad aggiungersi al precedente nucleo di 27 città: Firenze, Torino, Napoli, Bari, Cagliari, Verona, Venezia, La Spezia, Trento, Pesaro, Lecce, Catania, Bolzano, Barletta, Perugia, Piacenza, Jesi, Carbonia, Cuneo, Terni, Caserta, Ferrara con i Comuni Copparesi, Prato, Asti, Olbia, Brindisi. Hanno intanto presentato domanda per aderire Novara, Varese e Castelsardo. Come noto, il Piano Strategico è un processo di governance urbana, che aggrega attori e politiche, seleziona obiettivi, avvia progetti concertati di trasformazione territoriale e mobilita gli investitori in un quadro di competitività sovra locale. Ma soprattutto costruisce per le città un´idea di futuro, di lungo periodo e di area vasta, in cui tutti si riconoscono (amministratori, forze politiche e sociali, mondo economico e della cultura) e per realizzare il quale tutti si impegnano. . .  
   
   
“UN PIANO STRUTTURALE UNICO PER TUTTA LA VAL D’ORCIA” SI TRATTERÀ DELLA QUARTA ESPERIENZA DEL GENERE DOPO ELBA, COMUNI DEL TUFO E VAL DI CORNIA  
 
Monticchiello (Si), 2 luglio 2007 A circa un anno dalla vicenda di Monticchiello, la Regione Toscana fa il punto della situazione con tutte le istituzioni locali, l’università, rappresentanti dei comitati ed esperti sui temi del governo del territorio, sulla strada percorsa e su quella da percorrere. Due le indicazioni che emergono dai lavori di questa giornata del 29 giugno trascorsa nel Granaio del Teatro Povero di Monticchiello: “Costruire un sistema unitario per il governo del territorio in cui ognuno, dai Comuni al Governo nazionale, faccia la sua parte – ha detto Claudio Martini, presidente della Regione Toscana - questa è il primo segnale di svolta. Il secondo, realizzare un piano strutturale unico per tutta la Val d’Orcia: un sogno che diventa realtà”. Questo appuntamento è stata l’occasione, per le istituzioni, per confrontarsi e confermare l’impegno per un lavoro comune sui temi del governo del territorio. In questo ultimo anno vi sono state polemiche, richieste, critiche sul ruolo svolto dalle amministrazioni. La Regione è impegnata ad approvare il Pit (Piano integrato territoriale) e chiama tutti gli Enti locali a collaborare, compreso il Ministero; è impegnata sul fronte della tutela attiva che non blocchi lo sviluppo. “Sulla vicenda di Monticchiello – ha proseguito Martini - credo si sia esagerato ad usare la parola eco-mostro, mentre è stato giusto accogliere l’allarme su certi interessi finanziari e speculativi che guardano al nostro territorio con troppa avidità. Siamo di fronte a una sfida che possiamo vincere se reagiremo insieme e con convinzione”. Dal convegno di oggi esce una forte indicazione per realizzare un unico Piano strutturale per l’intera Val d’Orcia. E’ questa una novità significativa che nasce dall’esigenza di salvaguardare al meglio un patrimonio collettivo di grande pregio qual è la Val d’Orcia, senza però negare l’esigenza di perseguire uno sviluppo di qualità. Si tratta della quarta esperienza, dopo quella dell’Isola d’Elba, dei Comuni del Tufo (Pitigliano, Sorano e Castell’azzara) e della Val di Cornia. Ciò consentirebbe di affrontare il tema della gestione del paesaggio con maggiori strumenti, risorse e competenze, cercando di valorizzare le peculiarità, evitando l’omologazione e il riprodursi di aree artigianali o edificabili. La Val d’Orcia è un’area di 60mila ettari, con 5 Comuni e una popolazione di circa 25mila abitanti, con 98 aziende biologiche (dieci anni fa erano 8), 174 agriturismi (nel ’90 erano 13), e 340mila turisti (nel ’98 erano 160mila). Molto significativi i dati realtivi alla sostenibilità ambientale: dei 36 siti di escavazione oggi ce ne sono 6; le 6 discariche degli anni ’90 oggi sono chiuse, tutte in fase di bonifica; l’amministrazione provinciale ha appena deliberato 3 nuove riserve naturali per ulteriori 10mila ettari di aree protette. “Oggi apriamo un nuovo cantiere nella Val d’Orcia – ha detto nel corso del suo intervento l’assessore regionale, Riccardo Conti - quello di un lavoro comune per garantire un governo del territorio capace di tutelare il paesaggio senza negare uno sviluppo di qualità necessario per garantire il benessere alle popolazioni locali. Sarà un cantiere aperto alla partecipazione dei cittadini e dei comitati. La proposta di avviare un lavoro comune di tutte le istituzioni per costruire un unico piano strutturale è un’esperienza esemplare, una risposta concreta – ha concluso Conti - alle mille polemiche che hanno alimentato il dibattito in questo ultimo anno. ” .  
   
   
PER RILANCIARE L’ECONOMIA URBANA OCCORRONO RETI, RETI, RETI CREARE UNA FITTA ARCHITETTURA DI CONNESSIONI, FISICHE E METAFISICHE. E’ LA RICETTA PER I SINDACI CHE L’ECONOMISTA CRISTIANO ANTONELLI PROPONE ALLA CONVENTION DELLE CITTÀ STRATEGICHE  
 
Torino, 2 luglio 2007 “Città in cerca di un futuro? Oggi il primo dovere di un’amministrazione locale è di investire nelle connessioni. Ovvero: reti, reti, reti. Fisiche e metafisiche. Ponti, autostrade, metropolitane e aeroporti, ma anche meccanismi di relazioni: congressi, mostre, expo. Ne’ è il caso di preoccuparsi troppo del declino manifatturiero. Muoia ciò che è superato dai tempi, spazio alle attività moderne. Vedi Londra, che dal 1971 al 2001 ha perso 750 mila posti di lavoro nelle manifatture, ma ne ha creati 1,2 milioni nei servizi”. La convention 2007 della Rete delle Città Strategiche (www. Recs. It), che si tiene oggi a Torino, ha affidato la relazione introduttiva all’economista Cristiano Antonelli (cristiano. Antonelli@unito. It). E Antonelli detta così la sua ricetta a sindaci e amministratori dei centri urbani d’Italia, chiamati a immaginare nuove formule di governance per rispondere ai grandi problemi del nostro tempo: le crisi economiche ricorrenti indotte dalla globalizzazione, l’inquinamento, la popolazione che invecchia, l’immigrazione, la perdita di identità, la crescente domanda di efficienze di sistema, e via elencando. Tema della convention, come noto, sono i grandi eventi e le relazioni internazionali come motore dell’economia urbana. Antonelli lo affronta suggerendo intanto un confronto con una serie di megatrend ben definiti. “Il 50% della popolazione mondiale”, spiega, “vive ormai in città, fenomeno in crescita esponenziale negli ultimi dieci anni. Negli Stati Uniti vive in città il 75% della popolazione. Nel 1950 esistevano solo due metropoli con più di 10 milioni di abitanti, oggi sono almeno 20”. Non basta: dieci anni fa le 30 principali città producevano, da sole, il 16% del Pil mondiale. Oggi sono arrivate al 25%. Dati, ricorda Antonelli, dai quali emerge una seconda importante tendenza, la fortissima relazione tra salari e densità della popolazione: più alta la densità, più interessanti i salari. Perché un’urbanizzazione così violenta, clamorosa e apparentemente inarrestabile? Evidentemente perché la città è ritenuta un contesto economicamente più fertile. Antonelli ricorda in proposito che le scienze sociali offrono tre tipi di risposte. La prima è la teoria classica dell’economista inglese Alfred Marshall sui distretti industriali (tessile, calzature, abbigliamento, ecc). Ovvero: la pluralità degli attori presenti nel distretto, operando in un contesto concorrenziale mitigato dalla presenza di una subcultura condivisa e radicata, consegue a livello di sistema particolari vantaggi competitivi ed ha dunque un maggiore potere di attrazione. Il modello suggerito dall’urbanista canadese Jane Jacob (The Death and Life of Great American Cities) è del tutto differente: ciò che rende davvero attraente ed efficiente un luogo è la sua varietà, un’alchimia di elementi estremamente eterogenei che offre tante competenze diverse e la possibilità di spostarle rapidamente da un’attività all’altra. Una terza chiave di lettura, quella delle Social Interaction, individua invece le reti di relazioni, le architetture sociali ed economiche delle città, i nodi, gli svincoli gli intrecci. E individua anche livelli e qualità delle connessioni tra città e città. E’ il modo di ragionare che Antonelli dichiaratamente privilegia. In un mondo che ormai si sfida sulle efficienze di sistema, quantità e soprattutto qualità delle reti rappresentano in effetti la condizione primaria per competere. Da qui l’invito che il professor Antonelli rivolge ai pubblici amministratori: connettere, connettere, connettere. .  
   
   
ASSEMBLEA CONFINDUSTRIA AD UDINE: UN PICCOLO MA IMPORTANTE LABORATORIO POLITICO, E UN CAPACE IMPRENDITORE  
 
Udine, 2 luglio 2007 - "L´imprenditoria del Friuli Venezia Giulia ha una profonda consapevolezza del proprio ruolo e delle proprie responsabilità, nei confronti della comunità regionale e verso i propri collaboratori, e occorre combattere quel modo di pensare negativo dell´opinione pubblica che è la cosiddetta cultura antimpresa". E´ quanto ha affermato il 28 giugno ad Udine, all´assemblea generale dell´Associazione degli Industriali di Udine, l´assessore regionale alle Attività Produttive, Enrico Bertossi. Le assise odierne rivestivano particolare importanza, in quanto hanno segnato il passaggio di consegne, alla guida degli industriali della provincia friulana, da Giovanni Fantoni ad Adriano Luci, nonchè per la presenza del presidente nazionale di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo. Per questo motivo la relazione del presidente Fantoni, seguita ai saluti del sindaco di Udine, Sergio Cecotti, e del presidente della Provincia, Marzio Strassoldo, ha rappresentato la sintesi di quattro anni di operato dell´Assindustria provinciale, ma ha costituito altresì un momento importante di confronto sull´azione svolta dall´Amministrazione regionale nel corso di questo mandato. "La nostra regione - ha detto Fantoni - ha dimostrato di essere un piccolo ma importante laboratorio politico, e un capace imprenditore ha guidato in questi anni la nostra Amministrazione regionale, attraverso un impegnativo percorso, caratterizzato da una grande attenzione alle necessità dell´economia". Ecco dunque che, da questo quadro sull´andamento dell´economia locale tracciato da Fantoni, sono emersi i significativi risultati ottenuti nei rapporti tra Stato e Regione, con il raggiungimento di una migliore definizione del federalismo. Nel contempo importanti risorse sono ritornate a sostenere l´innovazione e la crescita delle imprese; la riduzione dell´Irap, inoltre, sta tuttora premiando le aziende che incrementano il valore aggiunto e l´ammontare delle retribuzioni dei propri dipendenti. E´ altresì salito sensibilmente l´impegno della Regione per gli interventi a favore dell´innovazione e dello sviluppo: è passato dallo 0,5 per cento della spesa regionale del 2004, all´1,7 per cento nel 2006. Nel contempo, grazie anche all´impegno degli imprenditori, si è manifestata una ripresa economica, dovuta però soprattutto alle esportazioni, dunque a una situazione congiunturale favorevole, e temporanea. Tuttavia, ha concluso Fantoni, nonostante l´impegno e la determinazione della Regione, non è ancora stato possibile risolvere problemi condizionanti per la nostra realtà. Come la compatibilità ambientale, che rischia di bloccare ogni iniziativa industriale nuova, o avviata da imprese esistenti. .  
   
   
COMMENTO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE TOSCANA AI DATI IRPET E UNIONCAMERE MARTINI: SAREMO I PRIMI A VEDERE APPROVATI I PROGETTI EUROPEI DI SVILUPPO RISORSE PER 2 MILIARDI E 600 MILIONI. GIUDIZIO POSITIVO SULL’ECONOMIA. “MA NON POSSIAMO RALLENTARE”  
 
 Firenze, 2 luglio 2007 - “Finalmente non lavoriamo più per evitare il tracollo ma per cogliere in modo pieno le opportunità di un periodo che si annuncia positivo”. Così Claudio Martini, presidente della Regione Toscana, a commento del rapporto 2007/2008 sulla situazione economica in Toscana presentato il 28 giugno al Palacongressi di Firenze da Irpet e Unioncamere. “La vera novità – ha aggiunto – è che dopo anni di stagnazione abbiamo una prospettiva futura positiva con una economia che, in Toscana, torna a crescere per merito soprattutto di esportazioni, turismo e investimenti. Certo, avremmo potuto ottenere un risultato ancora migliore se il vasto piano di investimenti in opere pubbliche fosse decollato pienamente”. Martini ha quindi sottolineato l’importanza di una maggiore collaborazione con il governo nazionale (“Noi siamo pronti, ma il governo deve fare la sua parte per aiutarci a realizzare tutti gli investimenti previsti e concordati”) soprattutto per quanto riguarda le infrastrutture. Martini ha poi colto l’occasione della conferenza stampa per fornire ai giornalisti (“ma scommetto con voi – ha scherzato - che questo non andrà sui giornali”) un’anticipazione sul nuovo programma 2007-2013 di fondi europei. “Saremo la prima Regione italiana a vedersi approvato il programma di investimenti e ciò significa che nell’utilizzo di questi fondi non avremo slittamenti né ritardi nell’erogazione delle risorse”. Tra fondi comunitari, nazionali e cofinanziamenti di soggetti locali pubblici e privati stanno per essere attivati in Toscana circa 2 miliardi e 600 milioni di euro di cui oltre un miliardo e 100 milioni provenienti da fondi europei: ciò in agricoltura e nello sviluppo rurale (eurofinanziamenti per 396 milioni di euro e budget complessivo per 840 milioni di euro), nel fondo sociale (317 milioni dall’Europa e quasi 670 milioni di budget complessivo) e nel Fondo di Sviluppo Regionale (circa 340 milioni di euro con oltre un miliardi e 100 milioni di budget complessivo). Altri 70 milioni di euro arriveranno dall’Europa come quota toscana nel Fondo di cooperazione internazionale. “Sistema produttivo e sistema territoriale comprese Università, banche, servizi pubblici e operatori privati – ha aggiunto Martini – con una situazione così nuova possono dunque provare a dispiegare le loro rispettive potenzialità. Più che polemizzare adesso è il momento di metterci insieme per sfruttare alla meglio un periodo così positivo”. “Non dobbiamo rallentare – ha aggiunto con riferimento al Programma Regionale di Sviluppo, approvato l’anno scorso, che “mantiene la sua validità anche in presenza di cifra migliori rispetto a quelle precedenti. Il nostro vero orizzonte, infatti, non è l’anno prossimo e neppure il 2010 ma, almeno, il 2020. Ed è a quella dimensione temporale che dobbiamo saper guardare”. .  
   
   
COLLABORANDO PMI PIU´´ COMPETITIVE  
 
Udine, 2 luglio 2007 - Alla Camera di commercio di Udine si è svolto il 28 giugno un convegno dal titolo "Internazionalizzazione e aggregazione: percorsi di crescita per le Pmi", nel corso del quale è stato presentato il progetto per la realizzazione di un percorso di aggregazione di piccole e medie imprese friulane e croate del settore metalmeccanico. L´iniziativa, ancora in fase d´avvio, mira a favorire la collaborazione tra le imprese ed a sviluppare il loro rapporto con il mercato internazionale. Il contesto socio-economico, nel quale si svolge il progetto, è significativo. L´italia è, infatti, da 6 anni, il principale partner commerciale della Croazia. I beni strumentali italiani esportati in Croazia stanno assumendo un peso crescente, specialmente quelli destinati all´edilizia, al settore agricolo, alla lavorazione del legno e le apparecchiature per la lavorazione della plastica. Copiosi sono anche gli investimenti: in Croazia sono attive ben 4 mila aziende con capitale italiano. Il progetto si pone in linea con gli obiettivi previsti dal protocollo di collaborazione - siglato cinque anni fa con il patrocinio della Camera di commercio di Udine, tra la Contea, la Camera dell´Artigianato ed il Consiglio degli imprenditori di Varazdin, la Provincia di Udine e la Cna di Udine - finalizzato allo sviluppo dell´imprenditoria di entrambi i territori. Tale protocollo ha già dato luogo, nel triennio 2003-2005, al progetto Rete Clas, grazie al quale i partner hanno sperimentato e consolidato un rapporto di collaborazione e di scambio che ha permesso di approfondire la conoscenza reciproca dei rispettivi Sistemi Paese. Mentre le grandi imprese, abituate all´ internazionalizzazione, stanno già realizzando l´aggregazione in modo strutturato, quelle medie la stanno realizzando in modo più spontaneo e naturale. "Dopo un´intensa attività di preparazione, anche le Pmi potranno, così, trovare un completamento dell´attività produttiva ed un rafforzamento della propria competitività", ha affermato l´assessore regionale per le Relazioni Internazionali e Comunitarie Franco Iacop, soffermandosi, inoltre, ad evidenziare la natura del progetto oggi presentato, "una base importante per consolidare la nuova stagione, che non è quella della delocalizzazione della grande impresa e delle multinazionali, bensì della collaborazione, quindi del dialogo fra i territori". Affinché lo sviluppo vada in tale direzione, c´è, da parte della Regione, "tutto il sostegno e la volontà di proseguire su questa strada". L´assessore ha, infine, menzionato il "prossimo traguardo" dell´adesione della Croazia alla Ue ed ha evidenziato i motivi storici che legano le comunità dei due territori. Il sottosegretario al Commercio Internazionale, Milos Budin, ha poi individuato l´importanza della collaborazione tra l´Italia e la Croazia in chiave della futura integrazione europea dell´intera area dei Balcani. Nell´area centro-europea c´è un´evoluzione sul piano della cooperazione economica, che va accompagnata sia dai soggetti pubblici locali che centrali, ha precisato Budin. .  
   
   
INFORMEST: APPROVATO IL BILANCIO 2006, IN LINEA CON PIANO TRIENNALE. RILEVANTE CONCORSO DELL’AGENZIA ALLO SVILUPPO DEL NORD EST; SI CONSOLIDANO I RICAVI E AUMENTA LA REDDITIVITÀ DELLE DIVERSE AREE.  
 
Gorizia, 2 luglio 2007 - 2006 Il volume dell’attività di Informest nell’anno 2006 è ammontato complessivamente a € 2. 395mila, sostanzialmente in linea con il 2005 e con un netto miglioramento della redditività delle diverse aree (+€ 79mila, rispetto a –€ 4mila del 2005); nell’ambito della sua attività Informest ha realizzato progetti per un valore di € 1. 725mila per l’attivazione dei quali ha impegnato il fondo di dotazione in un cofinanziamento di € 113mila, con l’acquisizione al sistema triveneto di € 1. 059mila di risorse esterne, nazionali e comunitarie. ”. Lo ha sottolineato oggi il Presidente di Informest, Pierluigi Bolla, nel corso dell’ Assemblea dei Soci che ha approvato il bilancio dell’esercizio 2006. “Nel corso del triennio 2004/2006 – ha detto ancora Bolla - Informest ha acquisito allo sviluppo delle regioni del Nord Est risorse esterne pari ad € 4. 712mila il 58% delle quali, pari a € 2. 744mila, grazie alla sua natura di ente senza finalità di lucro. Per il 2007 la previsione è di un fatturato progetti del valore di circa € 1. 850mila, dei quali il 52% rappresentano risorse esterne al sistema triveneto; inoltre, il 58% di questo importo è derivato da programmi regionali, nazionali o europei riservati ad organizzazioni senza finalità di lucro. ” Sostanziale consolidamento dei volumi dei ricavi rispetto all’anno precedente con un netto miglioramento della redditività e una ulteriore riduzione dei costi della missione; rafforzamento del rapporto con le imprese e gli attori di sviluppo del territorio, nel Nord Est in particolare; potenziamento dell’effetto sistema con le altre istituzioni del Triveneto; consolidamento e rafforzamento della sinergia operativa con i Soci Fondatori: questi gli altri risultati più significativi, che hanno caratterizzato l’attività di Informest del 2006. “Sono state 521 le aziende ubicate nel Triveneto – ha detto il Presidente di Informest – che hanno usufruito delle nostre attività, sia attraverso i servizi di assistenza e consulenza e di informazione che partecipando ad opportunità ed eventi generati dalle attività progettuali, mentre 753 è il valore complessivo delle imprese italiane beneficiarie del lavoro di Informest in tutto il Paese”. “L’assistenza tecnica alla Regione Friuli Venezia Giulia per la nuova programmazione di Obiettivo 3 nel periodo 2007-2013, la collaborazione alla generazione ed alla gestione di progetti comunitari e nazionali di interesse regionale ed il sempre più organico supporto alla messa in opera degli accordi di collaborazione internazionale della Regione stessa in Croazia, Serbia, Federazione Russa, Repubblica Ceca, Ungheria, rappresentano un importante riconoscimento della professionalità di Informest da parte del socio di riferimento”, ha detto ancora Bolla. Anche la Regione del Veneto ha potenziato significativamente il proprio affidamento ad Informest nelle sue strategie internazionali per operazioni in Ucraina, Bulgaria e Croazia, Polonia, Slovenia, mentre sono cresciuti i rapporti anche con le altre istituzioni del Sistema Veneto, in particolare Veneto Innovazione (Osservatorio Distretti), Unioncamere (Sprint Veneto) e numerosi Distretti Produttivi, nonché enti fieristici come Fiera Verona e Fiera Vicenza. ” Bolla ha poi ricordato la proficua collaborazione con l’Ice per la realizzazione del Portale “La Russia delle Regioni”, recentemente pubblicato ( www. Regionirusse. It ), nonché la collaborazione per la realizzazione di progetti a valere sui fondi della Legge n. 84/01 Balcani e per il servizio di accesso agli aiuti dei Fondi Strutturali europei nei Nuovi Stati Membri dell’Ue. A favore della realtà imprenditoriale del Triveneto è stata sviluppata anche una consistente attività di collaborazione con il sistema bancario, che ha favorito la valorizzazione dei servizi di Informest anche attraverso gli sportelli di vari gruppi creditizi. Un importante risultato è stato conseguito con il riconoscimento e l’attivazione di Informest nel network dei “Private Sector Liaison Officer – Pslo” del Gruppo World Bank il cui obiettivo è di favorire l’avvicinamento delle aziende alle opportunità finanziate dalla Banca Mondiale e dalle sue agenzie. A livello delle singole aree operative, il Presidente Bolla ha anche ricordato che l’area Assistenza e Consulenza alle imprese ha acquisito 250 incarichi (+ 4% per numero di incarichi e + 29,per fatturato rispetto al 2005) con un netto miglioramento del margine. L’area Servizi Informativi e Innovazione, gestendo il Portale istituzionale, nel 2006 ha registrato una media di 310. 898 pagine viste al mese (+35% rispetto al 2005), contando su una base stabile di circa ventimila “utenti fidelizzati”; alla fine del 2006, il Club Informest ha registrato 14. 511 abbonati (+9% rispetto al 2005), ai quali sono state diffuse 71 newsletter. Sono stati prodotti, fra altro, anche 50 aggiornamenti delle Guide Paese (Business Guide), che attualmente coprono 27 Paesi di competenza Informest. L’area Progetti di Sviluppo ha generato con successo e gestito nel corso dell’anno ben 35 progetti a co-finanziamento comunitario, nazionale o regionale, realizzando circa il 60 % del fatturato Informest del 2006 e mobilitando competenze di tutto il sistema triveneto nei diversi settori di intervento, con un netto miglioramento del margine di area. L’euroinfo Centre del Friuli Venezia Giulia, ospitato da Informest, nella sua attività tipica come partner della rete della Commissione Europea per le imprese, anche per il 2006 ha ottenuto il punteggio massimo per la qualità dei servizi erogati. In significativo calo, infine, il disavanzo di esercizio che è ammontato a 373mila € - a cui si aggiungono 113mila € per il cofinanziamento di progetti - rispetto ai 604mila € del 2005. .  
   
   
UN’INDAGINE A TUTELA DEL MADE IN ITALY  
 
Firenze, 2 luglio 2007 – Si è tenuto il 28 giugno l´incontro sul tema "Le città nella lotta alla contraffazione: – Esperienze e proposte di lavoro”. Valutare il livello di percezione del fenomeno della contraffazione da parte delle imprese fiorentine, conoscere quali strumenti le nostre aziende ritengano più opportuni per tutelare le proprie produzioni, di fronte alla presenza massiccia di prodotti contraffatti sul mercato interno ed internazionale. Questi gli obiettivi dell´indagine condotta dall´Osservatorio Anticontraffazione, del quale fanno parte Prefettura, Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Agenzia delle Dogane, Camera di Commercio, Università, Polizia Municipale, Regione Toscana, Categorie economiche e Associazioni dei consumatori. "Dall´esame dei risultati dell´indagine - ha spiegato il presidente della Camera di Commercio fiorentina Luca Mantellassi - potranno essere formulate concrete proposte per contribuire ad arginare il fenomeno a tutela del "Made in Italy". "Com´è noto, infatti, una delle cause principali che condizionano l´attività delle nostre Pmi è rappresentata dalla "concorrenza sleale" che viene attuata con diverse modalità: dalla concorrenza dei prodotti a basso prezzo alla copiatura di brevetti e marchi,dalla falsificazione dei prodotti di qualità al mancato rispetto delle direttive internazionali in materia di concorrenza"!. L´indagine ha interessato 500 delle 17. 178 imprese ritenute significative (suddivise nelle quattro aree del territorio provinciale: Area fiorentina, Empolese-valdelsa, Mugello e montagna fiorentina, Valdisieve Valdarno superiore e Chianti). Ne esce un quadro soggettivo, sì, ma statisticamente attendibile, del fenomeno, vissuto dai piccoli e medi imprenditori, che dalla "concorrenza sleale" (fenomeno assai più vasto della sola contraffazione, che comprende anche concorrenza a basso prezzo, copiatura di brevetti e marchi, mancato rispetto delle direttive internazionali in materia di concorrenza, elusione del Made in Italy ecc. ) traggono un danno oggettivo, talvolta rilevante e determinante per la continuità d´impresa e per il successo sui mercati globali. Il panel di aziende intervistate copre i principali settori imprenditoriali tipici della provincia di Firenze: il manifatturiero (alimentare, tessile, confezioni, cuoio, plastiche, macchinario, elettronica, apparecchi di comunicazione, strumenti medicali e mobilio), le costruzioni, il commercio all´ingrosso e al dettaglio e i servizi. Il dato più eclatante che emerge dall´indagine è che la percezione soggettiva della contraffazione supera di gran lunga l´entità oggettiva del fenomeno per una serie di ragioni: gli operatori fanno confluire dell´idea di contraffazione anche comportamenti commercialmente scorretti ma non classificabili in tale categoria; parallelamente gli organi d´informazione non hanno sufficienti dettagli da parte delle forze impegnate sul campo della lotta alla contraffazione dei mille meccanismi legali che possono essere escogitati per realizzare prodotti che rappresentano una oggettiva concorrenza sleale, senza però sfociare nel reato della contraffazione. Da segnalare inoltre la volontà di collaborare con le forze dell´ordine che le imprese hanno dichiarato, che sarebbe utile poter convogliare in iniziative concrete sostenute dalla stessa Camera di Commercio di Firenze. .  
   
   
CONVEGNO SULL’IMPRENDITORIA FEMMINILE  
 
 Lecco, 2 luglio 2007 - La Camera di Commercio di Lecco e il Comitato per la Promozione dell´Imprenditoria Femminile di Lecco in collaborazione con la rivista economica "Lecco Economia" , organizzano martedì 10 luglio 2007 dalle 9. 30 alle 13. 30, presso la Sala Convegni, Hotel Griso Malgrate, Lecco, il convegno "L´imprenditoria femminile: valore e risorsa per lo sviluppo futuro". Promosso in occasione dell´Anno Europeo delle Pari Opportunità, l’evento darà l’opportunità di avere un´analisi socio economica degli obiettivi e delle sfide per assicurare le pari opportunità. Per adesioni ed informazioni, segreteria Comitato per la Promozione dell´Imprenditoria Femminile di Lecco, tel. 0341 292228/242/217, email: regolazione. Mercato@lc. Camcom. It .  
   
   
PARI OPPORTUNITA’. COPPOLA: 2007 ANNO DI RISULTATI CONCRETI  
 
Venezia, 2 luglio 2007 - Il 2007, che è l’Anno Europeo delle Pari Opportunità per Tutti, è per il Veneto non solo un anno di bilancio sulle politiche di genere ma anche di risultati concreti. Lo ha detto l’assessore regionale alle pari opportunità e ai diritti umani Isi Coppola intervenendo stamattina a Ca’ Corner a Venezia al convegno “Parità differenti: nuovi strumenti, ambiti di intervento e linguaggi per le politiche di genere”, a cui era presente anche la sottosegretaria al Ministero della Solidarietà Sociale Franca Donaggio. I lavori sono stati aperti dall’assessore della Provincia di Venezia Enza Vio. L’assessore Coppola ha sottolineato che il tema delle pari opportunità non può più essere visto come una “cosa da donne” ma in una dimensione più ampia e richiede una politica condivisa a tutti i livelli della nostra società. Una dimensione nuova che la Regione ha già sperimentato facendo compenetrare le pari opportunità con il tema dei diritti umani soprattutto nelle azioni rivolte alla scuola. E la risposta delle scuole venete - ha sottolineato l’assessore – è stata entusiasmante, dimostrando che questa materia si è diffusa a 360 gradi recependo un’attenzione e una sensibilità che evidentemente è maturata su tutto il territorio in questi anni. Il Veneto è giunto dunque preparato a questo anno europeo. C’è stata anche una proliferazione di servizi permanenti a favore delle donne, come gli “sportelli donna” o i “centri risorse”, che ora ha necessità di un coordinamento. In questo senso va il progetto, finanziato dalla Regione e in fase di avvio, per dare omogeneità di risposta che avrà come capofila proprio la Provincia di Venezia e caratterizzerà significativamente questo anno europeo delle pari opportunità. L’assessore Coppola ha concluso facendo presente che il Veneto è l’unica Regione ad avere attivato il “Bilancio sociale”, che analizza il bilancio regionale in funzione delle ricadute dirette sui cittadini. A questo si affiancherà anche una valutazione, da parte di un organismo esterno, delle politiche di genere: “avremo così una lettura sociale e di genere del nostro bilancio”. . .  
   
   
CONSIGLI PRATICI PER AVVIARE UN’IMPRESA AL FEMMINILE  
 
Reggio Emilia, 2 luglio 2007 – Si terrà il 5 luglio 2007, dalle ore 9,00 alle ore 18,00, presso la Camera di Commercio di Reggio Emilia, p,zza della Vittoria, 4, il seminario "Avviare un´impresa femminile: consigli pratici, tappe fondamentali e percorso di autovalutazione ", organizzato da Ifoa, in collaborazione con il sistema camerale, nell´ambito del progetto finanziato dalla Regione Emilia Romagna. Il seminario, completamente gratuito, è rivolto a donne residenti o domiciliate in Emilia Romagna. Il programma e la scheda di iscrizione sono disponibili sul sito http://www. Ifoa. It . .  
   
   
COOPERAZIONE:DONNE DISCRIMINATE OGGI CONVEGNO NAZIONALE  
 
Pescara, 2 luglio 2007 - Le donne discriminate nel mondo e le politiche attive per favorirne il recupero costituiscono il tema del convegno organizzato dalla Regione Abruzzo, con il contributo del Ministero degli Affari esteri. Il convegno, denominato "Politiche di genere e prospettive di cooperazione internazionale", si svolgerà lunedì 2 luglio, nella sede del museo Vittoria Colonna a Pescara, a partire dalle ore 16,30, con l´inaugurazione di una mostra fotografica. Oltre al saluto del presidente della Giunta regionale, Ottaviano Del Turco, e all´introduzione del presidente del Comitato tecnico per la cooperazione internazionale, Gianni Melilla, sarà presente il viceministro degli Affari esteri, Patrizia Sentinelli. "Il convegno - ha dichiarato Mellila nel corso di una conferenza stampa di presentazione - affronta le politiche di genere in rapporto alla povertà e alla cooperazione internazionale. Le donne - ha aggiunto - risultano ancora oggi discriminate ad ogni livello. Muoiono ancora di parto, subiscono mutilazioni, sono penalizzate nell´accesso all´istruzione e al lavoro. Su tutto questo e sulle politiche intraprese dalla Regione Abruzzo vogliano confrontarci in questo convegno di livello nazionale". Il presidente Melilla ha ricordato le varie iniziative già intraprese e quelle in cantiere, non ultimo l´avvio a novembre, in collaborazione con l´Università D´annunzio, del master in cooperazione allo sviluppo, per laureati in scienze economiche. "Il nostro obiettivo - ha aggiunto Melilla - è continuare a migliorare le condizioni di vita di queste popolazioni nei loro paesi e frenare il fenomeno dell´immigrazione, soprattutto clandestina, con tutto il suo carico di sofferenza e morte". Intanto, la Regione ha finanziato con un milione e 700 mila euro, per l´anno in corso, trenta progetti di cooperazione internazionale. I fondi sono utilizzati in parte, per finanziare progetti a bando e, in parte, per sostenere interventi direttamente promossi dalla Regione Abruzzo, nell´ambito della cooperazione internazionale, ai quali aderisce attraverso il cofinanziamento. Attualmente in Abruzzo risiedono 44 mila cittadini extra comunitari, presenti sul territorio per lavoro, e la maggior parte conserva ottime relazioni con i paesi di origine. Il programma di cooperazione, che non prescinde dai cosiddetti otto "Obiettivi di sviluppo del Millennio" - primo tra tutti eliminare l´estrema povertà e la fame - si rivolge a sei aree nel mondo. Per ciascuna vengono individuate specifiche iniziative. Nell´africa sub sahariana sarà concentrata la maggior parte delle risorse, giacché lì risiede la maggior percentuale di popolazione che vive con meno di un dollaro al giorno. Il bacino Sud del Mediterraneo è considerato dalla Regione già area strategica, anche in funzione di partnership avviate. L´obiettivo è giungere ad un parco progetti cantierabili. Per i territori che si riferiscono all´Autonomia palestinese risulteranno di interesse le iniziative che sostengono le riforme del sistema istituzionale locale. Nella zone dell´America latina, le linee strategiche della Regione Abruzzo sono rivolte a sostenere il consolidamento della democrazia partecipativa e le politiche di coesione sociale e di sviluppo locale. Infine, per quanto concerne il contesto Asiatico, c´è da distinguere tra aree di crisi e aree cosiddette di opportunità. La Regione porterà avanti azioni ispirate a sviluppare una interazione tra attività di cooperazione decentrate e di internazionalizzatone economica. .  
   
   
LE DONNE ITALIANE? LAVANO I PIATTI IN TESTA TRA LE EUROPEE PER LAVORI DOMESTICI HANNO POCO TEMPO LIBERO E, SE POSSONO, DORMONO MA IN ITALIA LE MILANESI CHE HANNO UN’OCCUPAZIONE SONO IL 28% IN PIÙ  
 
Milano, 2 luglio 2007 - Donne italiane regine del lavoro domestico: 5 ore e 20 al giorno, più degli altri quattordici Paesi europei considerati. Protagoniste le pulizie (1 ora e mezza) e la preparazione del cibo (1 ora e 19 minuti). Specializzate le italiane in pulizia (1 ora e 30), in lavaggio piatti (35 minuti) e in stiratura (20 minuti) dove battono tutti i Paesi. Per i figli dedicano in media 28 minuti al giorno. L’uomo italiano è invece quello che lavora meno in casa tra gli europei: il 30% non fa niente e in media dedica ai lavori domestici appena 1 ora e 35 minuti al giorno, quasi tutto per acquisti (22 minuti) e giardinaggio (15). La donna italiana è quella con meno tempo libero in Europa (superata solo dalla Lettonia) con 4 ore e 5 minuti. Passato davanti alla tv (1 ora e 29 minuti) e socializzando (49 minuti). Distrutta dalla fatica la donna italiana riposa più delle altre donne europee (31 minuti). Gli uomini italiani invece hanno ben più tempo libero delle donne: 5 ore e 5 minuti. Lo passano davanti alla tv per 1 ora e 52 e socializzando per 59 minuti. L’uomo italiano riposa più degli europei (32 minuti), ci batte solo la Slovenia. Il tasso di occupazione femminile in Italia è il più basso d’Europa superato solo da Malta (rispettivamente 45,3% e 33,7%, contro una media europea di 56,3%). Ma le milanesi hanno un tasso di occupazione ben più alto: 58,2% contro il 45,3% delle italiane (+28,5%). Milano quindi supera la media europea che è del 51,7%e si avvicina alla Germania (59,6%). In linea con l’Europa l’Italia per il tasso di disoccupazione femminile (10,1% rispetto al 9,9%)mentre Milano fa molto meglio (5%). Meno italiane scelgono il part time o forse non hanno la possibilità di farlo (26,7%, 32,9%). Differenza salariale meno marcata rispetto alla Ue in Italia tra uomini e donne (23,3% contro 32,9%). Ma donne con bambini piccoli meno impegnate sul lavoro (-11,3 punti percentuali), anche se il tasso di occupazione è già basso. Nella media europea le donne anziane a rischio povertà (18% contro 20%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati, Eurostat 2006 e Commissione Europea 2006 e 2007 e stime della Camera di commercio. E di lavoro a turni e notturno delle lavoratrici ma anche dei lavoratori si è parlato oggi in Camera di commercio durante l’incontro: “Strategie e soluzioni per una migliore qualità della salute e della sicurezza nel lavoro di donne e uomini”. Durante l’incontro, promosso dalla Camera di commercio di Milano, è stata presentata anche una guida sull’argomento per i datori di lavoro, le lavoratrici e i lavoratori. La guida sul lavoro a turni e notturno. Regolarità, pause fisse, spazi per la famiglia e la vita sociale, intervalli prolungati tra un turno e l’altro, ginnastica, riposini, buona illuminazione e pochi alcolici e caffeina, dieta equilibrata e leggera con spuntini: sono questi alcuni dei consigli che emergono dalla guida: "Lavoro a turni e notturno: strategie e consigli per la salute e la sicurezza” realizzata dalla Camera di commercio di Milano e dal Gruppo “Donne Salute Lavoro Cgil-cisl-uil”. E sono in aumento i settori coinvolti in questa modalità di lavoro: ospedali, stampa, panetterie, trasporti, aeroporti, polizia ma anche alcune industrie, supermercati, ristoranti, locali pubblici e call center. La guida che contiene informazioni normative e consigli utili per la salute e sicurezza di chi, lavoratrici e lavoratori, svolge un lavoro a turni o notturno viene distribuita gratuitamente. Per informazioni: tel. 02. 85154463-4495, e-mail: impresa. Stato@mi. Camcom. It. “In un mercato del lavoro che sta cambiando, tra sfida e opportunità, con tempi sempre più flessibili, le donne possono giocare un ruolo attivo e da protagoniste in tutti i settori – ha dichiarato Gianna Martinengo, presidente del Comitato per la Promozione dell’Imprenditoria Femminile della Camera di commercio di Milano-. Ed è importante che le istituzioni e il mondo associazionistico e imprenditoriale promuovano iniziative come questa, a favore delle donne ma anche degli uomini che lavorano in situazioni che possono creare disagio e difficoltà, fornendo consigli e riferimenti utili. Perché anche la qualità e la sicurezza dell’ambiente di lavoro sono elementi importanti per aiutare la competitività e l’efficienza di un sistema produttivo”. .  
   
   
NASCE PIRELLI RE INTEGRATED FACILITY MANAGEMENT BV, 51% PIRELLI RE – 49% INTESA SANPAOLO  
 
 Milano, 2 luglio 2007 – Pirelli Re si allea con Intesa Sanpaolo per dar vita ad un leader europeo del facility e project management. In 27 giugno , nell’ambito degli accordi di joint venture recentemente sottoscritti, Intesa Sanpaolo ha acquistato da Pirelli Re il 49% di Pirelli Re Facility Management Netherlands Bv, che assumerà la denominazione di Pirelli Re Integrated Facility Management Bv. Contestualmente Pirelli Re Integrated Facility Management Bv ha rilevato da Pirelli Re il 100% di Pirelli Re Facility Management, una delle aziende leader in Italia presente su tutto il territorio con circa 1. 000 dipendenti e che opera anche nel mercato polacco, attraverso la Ingest Polska. Ingest Polska sarà successivamente acquistata da Pirelli Re Integrated Facility Management Bv, dando così inizio ad una struttura societaria ed organizzativa per paese. Il fatturato consolidato previsto per il 2007 è di oltre 430 milioni di euro, con un Ebitda di oltre 26 milioni di euro. Tra i principali clienti si annoverano: Albacom, Beni Stabili, Bnl, Deutsche Bank, Gruppo Fiat, Galbani, la Pubblica Amministrazione, Ras, Telecom Italia (attaverso la partecipata Mpf), Vodafone e Wind, oltre alle società e ai fondi immobiliari partecipati e gestiti da Pirelli Re. Successivamente è previsto che nel polo confluiscano anche le attività di facility e project management di Dgag (Gruppo Pirelli Re) in Germania, di Pirelli Pekao Re in Polonia, queste ultime destinate ad essere fuse con quelle di Ingest Polska, ed il ramo d’azienda di Fiat Finance et Services in Francia. Pirelli Re Integrated Facility Management Bv punta inoltre ad acquisire ulteriori società nei paesi già presidiati e in altre aree dell’Europa Centro-orientale, con l’obiettivo di posizionarsi tra le prime realtà del settore in Europa. Nel medio periodo, il player nascente ha un target di ricavi di oltre 1 miliardo di euro, con un Ebitda di oltre 60 milioni di euro. Con questa joint venture, il Gruppo Pirelli Re si allea con un partner finanziario di primario standing per perseguire l’espansione europea anche dell’attività di service provider, dopo il processo di internazionalizzazione già avviato con successo nell’investment and asset management. Per Intesa Sanpaolo l’operazione rientra nella strategia di investimento di capitale di rischio in aziende italiane leader che operano in settori ad alto potenziale di crescita, come quello del facility management, e caratterizzate da elevata propensione all’internazionalizzazione. Chiomenti Studio Legale ha assistito Pirelli Re e Studio Carnelutti Intesa Sanpaolo. L’attività di facility e project management riguarda l’offerta di soluzioni integrate per utilizzatori di immobili di ogni destinazione d’uso. In particolare, comprende: 1) servizi agli edifici (gestione e manutenzione ordinaria e straordinaria di immobili con relativi impianti tecnologici, energy management, progettazione e gestione di impianti di cogenerazione); 2) servizi agli spazi (space planning e space management, gestione archivi e move in-move out); 3) servizi alle persone (call center, desk top management, reception, vigilanza, igiene ambientale, sicurezza sul lavoro e catering) e 4) servizi di project management (coordinamento della progettazione esecutiva, pianificazione delle attività necessarie alla realizzazione e/o ristrutturazione di immobili/siti industriali, quality and cost control e attività di collaudi). Secondo primarie società di consulenza, il settore del facility e project management europeo valeva circa 190 miliardi di euro a fine 2005, con una crescita annua stimata di circa il 6- 10%1. .  
   
   
ACCORDO CON CURATORE DEL FALLIMENTO DI MAGISTE INTERNATIONAL SA E CON I RAPPRESENTANTI LEGALI DI MAGISTE REAL ESTATE SPA E GARLSSON REAL ESTATE SA  
 
 Lodi, 2 luglio 2007 - Banca Popolare Italiana Società Cooperativa ha raggiunto un’intesa, in data 26 giugno 2007, con il Curatore del Fallimento Magiste International S. A. E con i rappresentanti legali di Magiste Real Estate S. P. A. - in concordato preventivo - e di Garlsson Real Estate S. A. In virtù di detta intesa, Banca Popolare Italiana ha sottoscritto una proposta, rivolta alle predette Magiste International S. A. , Magiste Real Estate S. P. A. E Garlsson Real Estate S. A. , che i rappresentanti di queste ultime potranno accettare se debitamente autorizzati dagli Organi competenti del predetto Fallimento e del menzionato concordato preventivo. Tale proposta prevede: la rinuncia da parte di Magiste International S. A. , di Magiste Real Estate S. P. A. E di Garlsson Real Estate S. A. A ogni pretesa, o azione risarcitoria, revocatoria o a qualsivoglia altro titolo, sia in sede penale, sia in sede civile, nei confronti di tutte le società Gruppo Banca Popolare Italiana e dei suoi amministratori, direttori, funzionari e dipendenti; nonché ad ogni altro diritto vantato a qualsiasi titolo -in proprio e ai sensi dell’art. 1381 cod. Civ. - da parte di tutte le società del Gruppo Ricucci/magiste nei confronti del Gruppo Banca Popolare Italiana; l’attribuzione a Bpi -a parziale soddisfazione dei suoi maggiori crediti- della somma di € 26 milioni; rinunce da parte di Bpi -speculari a quelle sopra indicate- nei confronti di Magiste International S. A. , di Magiste Real Estate S. P. A. E di Garlsson Real Estate S. A. , nonché la rinuncia, sempre da parte di Bpi, a crediti per circa € 176 milioni vantati verso queste ultime società. Si precisa che i fondi sino ad oggi accantonati da Bpi sono sostanzialmente capienti nel caso in cui tale proposta venisse accettata. . .  
   
   
IMPREGILO SPA: RICHIESTE MISURE CAUTELARI  
 
Sesto San Giovanni, 27 Giugno 2007 - Impregilo comunica che il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli, Dott. Ssa Rosanna Saraceno, nell´ambito delle indagini relative al ciclo di smaltimento dei rifiuti solidi urbani in Campania ha disposto, con provvedimento notificato il 27 giugno, il sequestro di rilevanti somme nei confronti di Impregilo Spa, Fibe Spa, Fibe Campania Spa e Fisia Italimpianti S. Pa. Impregilo il 30 gennaio scorso aveva reso noto al mercato che la Procura della Repubblica di Napoli aveva richiesto misure cautelari sia patrimoniali (sequestro di impianti di Cdr e del termovalorizzatore di Acerra, di euro 43 milioni circa appartenenti a società del gruppo Impregilo, di crediti per euro 109 milioni circa vantati da Fibe e da Fibe Campania nei confronti dei comuni della Regione) sia interdittive. In tale informativa la Società si era basata sulla richiesta della Procura della Repubblica della quale essa aveva avuto conoscenza e di cui aveva tempestivamente reso edotto il mercato. Impregilo apprende adesso, invece, che il Gip, diversamente dalle richieste conosciute del Pubblico Ministero, ha pronunciato la sua decisione riferendosi ad altri beni e in particolare ha disposto il sequestro di: l´importo di euro 53. 000. 000,00, corrispondente a quello anticipato dal Commissariato per la costruzione degli impianti delle province diverse da Napoli; l´importo complessivo, relativo alla tariffa di smaltimento regolarmente incassata, di euro 301. 641. 238,98, ovvero la maggiore o minore somma effettivamente incassata a tale titolo nell´importo da determinarsi in sede di esecuzione; i documenti rappresentativi dei crediti certi, liquidi ed esigibili vantati nei confronti dei Comuni e non ancora incassati pari a euro 141. 701. 456,56 ovvero la maggiore o minore somma nell´importo da determinarsi in sede di esecuzione; l´importo relativo alle spese sostenute dal Commissariato, ma contrattualmente a carico delle affidatarie siccome relative allo smaltimento dei Rsu e delle frazioni a valle della lavorazione degli impianti di Cdr, pari a euro 99. 092. 457,23, ovvero la maggiore o minore somma nell´importo da determinarsi in sede di esecuzione; l´importo di euro 51. 645. 689,9 corrispondente al mancato deposito cauzionale, il cui versamento era stato pattuito a garanzia dell´esatto adempimento degli obblighi contrattuali; le somme percepite a titolo di aggio per l´attività di riscossione svolta per conto del Commissariato e dei Comuni nell´importo da determinarsi in sede di esecuzione; l´importo di euro 103. 404. 000,00 pari al valore delle opere realizzate nella costruzione del termovalorizzatore di Acerra sino al 31. 12. 2005. Il Gip ha disposto, inoltre, limitatamente alle sole attività di smaltimento, trattamento e recupero energetico dei rifiuti, quale misura interdittiva il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per un periodo di un anno. Impregilo e le altre Società del Gruppo, nel ribadire la legittimità del proprio operato, hanno dato mandato ai legali di sottoporre al giudice di appello e del riesame nei tempi più brevi le ragioni delle Società per ottenere la riforma della decisione che tenga conto, da un lato, delle argomentazioni tecniche della difesa e, dall´altro, delle molteplici iniziative adottate dal Gruppo per dare la massima attuazione al decreto legislativo 231. Nel Consiglio di Amministrazione di Impregilo, già precedentemente convocato per domani, verrà data informativa ai Consiglieri di quanto sopra. .  
   
   
DALLA LIBERALIZZAZIONE DELL’ENERGIA UN RISPARMIO DI 1,2 MILIARDI DI EURO ALL’ANNO SOLO PER LE IMPRESE: MA IL 75% ANCORA NON HA CAMBIATO GESTORE E DAL PRIMO LUGLIO ANCHE LE FAMIGLIE POSSONO SCEGLIERE IL GESTORE  
 
Milano, 2 luglio 2007 - A Milano il mercato dell’energia elettrica cresce ma c’è ancora tanto da fare: solo un’impresa su quattro ad oltre due anni dalla piena liberalizzazione del settore per gli utenti non-domestici (1° luglio 2004) utilizza il mercato libero (rispetto tuttavia al 4% della Lombardia). Il restante 75% preferisce affidarsi al mercato vincolato (tra cui le municipalizzate). E dalla liberalizzazione dell’energia potrebbe derivarne per le imprese milanesi un risparmio di 1,2 miliardi di euro all’anno. Il cliente tipo del mercato libero è un grande consumatore (2. 5 Gwh di energia elettrica consumata mediamente all’anno) che compra per il 70% dei casi da grossisti o venditori (solo il 28% da consorzi). Le imprese con consumi annui inferiori ai 300 mila kWh (sette su dieci a Milano) per il 90% scelgono invece il mercato vincolato, rinunciando ad un risparmio annuo del 3-4% sul mercato libero. Anche i medi consumatori (consumo sino a 800 milioni di kWh: due imprese su dieci a Milano) preferiscono nel 70% dei casi il mercato vincolato, mentre il passaggio a quello libero comporterebbe loro un risparmio sul costo medio del kWh del 7-8%. L’impresa che ha scelto il mercato libero per il 40% si dichiara altamente soddisfatta, il 41% non ha mai cambiato operatore da quando si rifornisce sul mercato, il 63% si rifornisce al mercato libero da più di tre anni. Permangono invece le resistenze da parte di chi abitualmente fa riferimento al mercato vincolato: se il 97% di queste imprese è a conoscenza dell’esistenza del libero mercato, solo il 27% sarebbe disposto a cambiare fornitore per l’acquisto di energia elettrica, e solo a ragione di un buon vantaggio economico. Tra coloro che intendono rimanere sul vincolato, il 20% è convinto di non risparmiare a sufficienza migrando sul mercato libero. Mediamente una impresa milanese spende all’anno quasi novantamila euro per l’elettricità. I settori a più alto consumo energetico sono il chimico (23%), il meccanico (16%) e quello tessile (16%); consumano assai meno il commercio all’ingrosso e al dettaglio non alimentare (7%), e il settore legno e mobili (2,9%). In un caso su cento, c’è chi autoproduce parte del suo consumo attraverso l’energia solare. E a decorrere dal 1° luglio 2007 tutti gli utenti (compreso quelli domestici) potranno scegliere liberamente il gestore da cui rifornirsi con conseguente apertura totale del mercato. Sono questi alcuni dei dati che emergono dal primo Rapporto sulla Domanda di Energia Elettrica e da una stima della Camera di commercio di Milano. Il rapporto, presentato oggi a un convegno in Camera di Commercio di Milano è promosso dalla stessa Camera di commercio di Milano assieme ad Indis e col supporto scientifico del centro ricerche Ref di Milano. L’indagine è stata condotta su 664 imprese provenienti da 13 settori di attività: 9 del manifatturiero con più di 9 addetti e 4 dei servizi con più di 5 addetti (commercio all’ingrosso e al dettaglio, turismo e ospedali). “In una economia sempre più internazionale e tecnologicamente avanzata il costo energetico rappresenta un fattore importante di competitività - ha ricordato Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano –. Ecco perché la riduzione dei costi , ingente come rilevato in questo studio della Camera di commercio, per le imprese diventa un fattore rilevante, una leva per promuovere il rafforzamento e la modernizzazione. Le liberalizzazioni di sistema si giocano su questo fronte”. “Le aziende con un miglior impiego energetico – ha ricordato Paolo Guaitamacchi, consigliere della Camera di commercio di Milano – possono migliorare la loro capacità di competere. Occorre aumentare le possibilità di scelta tra molteplici fonti energetiche, per essere in sintonia con i valori delle comunità locali, utilizzare nuove tecnologie disponibili, con le relative opportunità di investimento e di risparmio, a tutti coloro che sono interessati alle potenzialità del settore o chiamati ad esaminare il capitolo costi energetici per la propria impresa”. Tariffe e costi. La spesa totale dichiarata dal campione sfiora i 60 milioni di euro, il 76% (quasi 45 milioni di euro) riferibile all’energia acquistata sul mercato libero; la spesa media di ciascuna impresa è di poco superiore a 89 mila euro: quella delle imprese che si approvvigionano sul mercato libero supera i 200 mila, quella delle imprese agganciate al mercato vincolato si ferma a 29 mila euro. Il 48% delle imprese dichiara che l’energia incide sui costi meno del 2%, il 52% dichiara più del 2%; tra quest’ultimi, per il 13% i costi dell’energia incidono tra il 6 e il 10%, per il 6% l’incidenza supera il 10%. Le imprese che dichiarano un’incidenza dei costi energetici maggiore sono quelle che si riforniscono sul mercato libero. Quanto ai costi al kWh, metà dei siti produttivi monitorati si posiziona su valori inferiori a 14. 9 centesimi di euro/kWh, per una media pari a 15. 5 centesimi di euro. Sul mercato libero, metà delle imprese paga meno di 13. 1 centesimi di euro al kWh per un valore medio che si colloca a 13. 5 centesimi di euro e si ottengono inoltre migliori condizioni di acquisto al crescere dei consumi: dal costo medio di 16. 2 centesimi di euro al kWh per chi consuma sino a 300 Mwh annui, ai 9. 8 centesimi di euro al kWh per chi consuma più di 10 Gwh all’anno; per i grandi consumatori, il risparmio si deve anche alla struttura regressiva delle imposte erariali e dell’addizionale provinciale, ad una aliquota Iva che avvantaggia il manifatturiero (10%) anziché il commercio (20%) e ad una minore incidenza dei costi di distribuzione. Un buon risparmio rispetto al mercato vincolato, dove metà dei clienti sostiene un costo inferiore ai 15. 5 centesimi di euro al kWh ma per un valore medio di 16. 2 centesimi di euro. Energia e consumi. Metà delle imprese del campione dichiara un consumo inferiore ai 132 Mwh; un 10% di imprese dichiara consumi superiori a 1. 5 Gwh e un altro 10% inferiori a 26 Mwh. Il 68% delle imprese che acquista sul libero mercato compra ad un prezzo indicizzato secondo parametri di aggiornamento concordati con il fornitore. Il 74% delle imprese del campione si avvale di un prezzo monorario, ma quasi l’80% del consumo energetico è ascrivibile al 26% delle imprese che si avvale della tariffa multiorario (pagando corrispettivi differenziati per fascia di consumo), scelta in prevalenza da imprese del settore manifatturiero. Si configura così un consumo medio per impresa con prezzo multiorario di oltre 2. 3 Gwh, a fronte di un consumo medio per impresa con prezzo monorario di 215 Mwh. Il 77. 4% delle imprese opera 1 turno di lavoro su 5 lavorativi, l’8% opera 5 giorni alla settimana su 2 turni giornalieri, ma circa il 44% dei consumi vengono effettuati da imprese che operano su tre turni lavorativi giornalieri per 5 e per 7 giorni alla settimana. I grandissimi consumatori lavorano a ciclo continuo, talvolta persino senza interruzioni settimanali: consumano in media 4. 5 Gwh all’anno e si tratta in prevalenza di imprese attive nei settori della metallurgia, del chimico, della meccanica e del tessile. Tipi di allacciamenti. Nonostante sia la modalità più diffusa (66%), sugli allacciamenti in bassa tensione transitano solo l’8% dei volumi consumati, mentre il 76% dei consumi è ascrivibile agli utenti allacciati in media tensione (30%); l’alta tensione (3%) rappresenta il 16% del consumo sull’intero campione. Media e alta tensione sono tipologie di allacciamento prevalente tra i grandi consumatori con una maggiore incidenza del settore manifatturiero (17%), mentre è il commercio il settore con una maggior incidenza dei consumi in bassa tensione (26%). Il 59% delle imprese che si approvvigionano sul mercato libero è allacciata in media tensione mentre il 90% delle imprese allacciate in bassa tensione si rifornisce ancora sul mercato vincolato. Esempi virtuosi. 3 imprese su 664 del campione autoproducono energia elettrica. Un’azienda tessile autoproduce a biomassa l’80% dei propri consumi annui pari a quasi 7Gwh; un’altra autoproduce attraverso la cogenerazione il 14% dei propri consumi pari a circa 7 Gwh annui. Infine, nel settore meccanica, un’impresa dichiara di autoprodurre attraverso energia solare l’1% dei propri consumi pari a oltre 20 Gwh annui. Contratti. L’83% delle imprese che comprano al mercato libero stipula un contratto annuale, il 40% si dichiara soddisfatto e non ha intenzione di cambiare fornitore alla scadenza contrattuale. Il 76% delle imprese che acquistano sul libero mercato non accetta un contratto con interruzione della fornitura, nonostante una remunerazione (prevista per il triennio 2004-2006) di 2. 1 centesimi di euro al kWh per i clienti che si dichiaravano disponibili ad interruzioni istantanee della fornitura (per far fronte all’emergenza black-out) e di 0. 8 centesimi di euro al kWh per quelli disponibili ad interruzioni con preavviso. .  
   
   
ENERGIA: SU INTERNET “1° LUGLIO – ISTRUZIONI PER L’USO”, UNA GUIDA ALL’APERTURA DEL MERCATO ELETTRICO DALL’AUTORITÀ UN PACCHETTO DI INTERVENTI A TUTELA DEI CONSUMATORI  
 
Milano, 2 luglio 2007 - Un ‘pacchetto’ di misure a tutela del cittadino consumatore e un vademecum con le ‘Istruzioni per l’uso’ per conoscere le novità in arrivo e capire ancor meglio la liberalizzazione del mercato elettrico e le opportunità che essa offre. Dal 1° luglio scatta la completa apertura del mercato e anche le famiglie italiane potranno scegliere liberamente il loro fornitore di energia elettrica: in vista di questo appuntamento sul sito dell’Autorità per l’energia www. Autorita. Energia. It arrivano le ‘F. A. Q. – Istruzioni per l’uso’, una serie di domande e riposte, aperte anche alle indicazioni di chi le consulterà. Divise in cinque macro sezioni, sono dedicate rispettivamente alle informazioni su “La liberalizzazione per i clienti domestici”, “Il servizio elettrico nel mercato liberalizzato”, “Cambiare il venditore”, “Il Contratto” e “Confronto tra offerte economiche”. Le domande a cui si dà risposta vanno così dai temi più generali (“Quali servizi vengono liberalizzati?”, “ La liberalizzazione porterà vantaggi?”), a quelli più tecnici (“Cosa cambia per il costo del servizio?”, “Chi legge il contatore?”, “Come si fa a cambiare il venditore?”, “Bisogna sostituire il contatore?”) o ancora più dettagliate (“Costa cambiare il venditore?”, “Cosa devo verificare in un contratto?”, “Quanto tempo ho per ripensarci?”, “Come faccio a confrontare i prezzi delle diverse offerte?”). In totale sono quasi 40 domande e risposte per avvicinare il cittadino-consumatore al mercato liberalizzato dell’elettricità. Il ‘pacchetto 1° luglio’ con le misure dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas. Le ‘F. A. Q. - Istruzioni per l’uso’ sono l’ultima delle iniziative per promuovere una transizione positiva dal mercato “vincolato” a quello libero e ai relativi sistemi di tutela. In vista della liberalizzazione, l’Autorità ha già adottato un ‘pacchetto 1° luglio’ con una serie di interventi: il codice di condotta commerciale; le schede di confronto prezzi; l’elenco delle società di vendita qualificate; gli standard qualitativi per i call center; il ‘prezzo di tutela’ per l’energia e la tariffa di transizione - per mantenere un sistema di garanzie diffuse e, allo stesso tempo, assicurare una scelta libera, conveniente e consapevole al cittadino consumatore. Da lunedì 2 luglio sarà anche attivo un call center con un numero verde 800. 166. 654 promosso dall’Autorità per l’energia e gestito dall’Acquirente Unico per informare i consumatori. L’obiettivo della liberalizzazione, infatti, è di far sì che tutti i clienti finali possano via via beneficiare dei vantaggi prodotti da un crescendo della concorrenza, a favore di prezzi sempre più convenienti e di qualità dei servizi migliore. Qui di seguito, ecco che cosa cambia e gli ultimi provvedimenti messi in campo dall’Autorità per l’energia. Che cosa succede dal 1° luglio. Dal 1° luglio 2007 in Italia, come nel resto d’Europa, scatta la completa liberalizzazione della domanda di energia, in attuazione delle Direttive Ue 54 (elettricità) e 55 (gas) del 2003. Si tratta di una ‘rivoluzione’ che nel nostro Paese riguarda quasi 30 milioni di famiglie che potranno rivolgersi a venditori di energia elettrica anche diversi da quello da cui sono state rifornite sino ad ora, scegliendo l’offerta ritenuta più interessante. Attualmente poteva cambiare fornitore di elettricità solo chi aveva una partita Iva. Per il gas, invece, tutti i consumatori possono scegliersi il venditore già dal gennaio 2003, in quanto l’Italia ha anticipato le scadenze europee sulla liberalizzazione. Tariffe addio: che cosa cambia con il passaggio dal ‘vecchio’ al ‘nuovo’ sistema. Fino al 30 giugno le famiglie italiane hanno pagato la bolletta dell’energia elettrica in base a tariffe fissate dall’Autorità (D2 o D3). La più diffusa è la D2, applicata a tutte le famiglie residenti con potenza impegnata fino a 3 kW (kilowatt); vi è poi la tariffa D3 applicata ai non residenti (in pratica le seconde case), e ai residenti con una potenza impegnata oltre i 3 kW. Queste tariffe, oltre alle imposte, comprendevano sostanzialmente tre gruppi di voci: l’energia e la sua commercializzazione, i costi di trasporto e misura, gli oneri generali del sistema elettrico (contributi per la ricerca, le fonti rinnovabili, lo smaltimento scorie nucleari, etc) previsti per legge. Dal 1° luglio, si esce dal vecchio sistema delle tariffe e si passa a bollette calcolate sommando prezzi e tariffe. Il prezzo dell’energia sarà determinato liberamente dal mercato, tramite le offerte delle diverse società di vendita. Restano invece soggetti a tariffe dell’Autorità le altre voci: i servizi di trasmissione, distribuzione e misura dell’energia (che necessitano di infrastrutture e non possono essere messi in concorrenza) e gli oneri generali di sistema già citati. La nuova bolletta, dunque, sarà composta, oltre che dalle imposte, da un prezzo (dell’energia) e una tariffa (per i servizi legati a infrastrutture). Come funzionerà il servizio: venditori e distributori. Nel mercato libero, le imprese di vendita al dettaglio acquistano l’energia elettrica all’ingrosso per venderla ai propri clienti, inviano le bollette per il pagamento del servizio e garantiscono ai clienti le prestazioni commerciali indicate nel contratto. Il distributore, da parte sua, continua ad assicurare che il trasporto dell’energia sulla rete avvenga con continuità ed efficienza fino al contatore incluso e interviene in caso di guasto sugli impianti che portano l’energia alle case. La tutela dei consumatori. L’autorità per l’energia, anche sulla base del decreto legge n. 73 del 18 giugno 2007, ha predisposto una serie di iniziative e di strumenti, in modo da assicurare un sistema di tutele, in particolare alle famiglie e ai piccoli consumatori. Per i clienti che non scelgono un venditore sul mercato libero, è comunque garantito un servizio di buona qualità a un prezzo ragionevole da parte di specifici venditori presenti nelle diverse aree del Paese. Si tratta di ‘condizioni standard’ previste dal decreto del governo e fissate dall’Autorità. Tali ‘condizioni standard’ riguardano i prezzi dell’energia (che ogni venditore dovrà obbligatoriamente includere fra le proprie offerte ai piccoli consumatori) ed i livelli minimi di qualità commerciale. Venditori e distributori dovranno continuare a rispettare gli standard minimi di qualità (p. Es. Tempestività nel fornire le prestazioni maggiormente richieste dai clienti, tempo massimo per un nuovo allacciamento, o per riparare un guasto del contatore). Nuova agevolazione sociale e sconti alle categorie più bisognose. La definizione di nuove agevolazioni sociali per i clienti domestici si rende necessaria perché nell’attuale sistema, con la tariffa D2, se si consuma poco, si paga l’energia elettrica meno del suo costo; invece, se si consuma molto, o se si ha la tariffa, si paga molto di più per sussidiare gli altri. Il sussidio attuale, quindi, non è legato ad alcun criterio di necessità o di condizione sociale, bensì ai soli consumi. La riforma di questo meccanismo di sussidi incrociati, è allo studio e sarà possibile non appena il Governo avrà indicato i criteri necessari per definire una nuova e migliore protezione sociale, individuando le categorie più bisognose (bassi livelli di reddito, famiglie numerose, malati che necessitano di apparecchiature energivore). Per motivi di gradualità di impatto sulla clientela, i sussidi incrociati saranno ancora presenti dopo il 1° luglio, trasferiti però sulle voci soggette a tariffa. Da parte sua l’Autorità ha proposto un meccanismo di “sconti” da applicare a qualsiasi proposta commerciale che anche i consumatori “bisognosi” vogliano liberamente scegliere per soddisfare al meglio le proprie esigenze. Altre iniziative dell’Autorità per il 1° luglio. Il Codice di condotta commerciale: nuove regole per gli operatori. Dal 1°gennaio 2007 l’Autorità ha introdotto il Codice di condotta commerciale con le regole comportamentali e di correttezza e trasparenza che i venditori devono applicare per la promozione delle offerte, la conclusione o la modifica del contratto, in modo da garantire ai clienti tutte le informazioni necessarie e la possibilità di confrontare i prezzi delle offerte. Delibera n. 105/06. Bollette più semplici e trasparenti. L’autorità ha approvato una Direttiva sulla trasparenza dei documenti di fatturazione dei consumi di elettricità. In sostanza, la bolletta dell’energia elettrica è stata modificata migliorandone la leggibilità, la comprensibilità, la chiarezza e la completezza, per consentire al cliente di verificare più agevolmente consumi e spese. La bolletta deve inoltre contenere alcune informazioni aggiuntive per agevolare il cliente nel rapporto con il fornitore (ad esempio come inoltrare un reclamo, le procedure in caso di mancato o tardivo pagamento della bolletta) e prevedere uno “spazio” per le comunicazioni dell’Autorità ai clienti; inoltre, deve contenere informazioni sulla tipologia di consumo (consumi medi giornalieri, annuali, se possibile ripartiti in fasce orarie) e, in prospettiva, sul mix di fonti per la produzione di elettricità e la tipologia degli impianti. Delibera n. 152/06 Una scheda per confrontare le offerte. Per ridurre la possibilità di comportamenti poco trasparenti e agevolare le scelte, l’Autorità ha reso obbligatoria una scheda di confronto prezzi che i venditori devono presentare insieme alle nuove proposte commerciali per forniture a partire dal 1° luglio. La scheda evidenzia, per cinque diversi livelli di consumo, la spesa annua presunta se il cliente aderisce all’offerta commerciale proposta, la spesa annua presunta nel caso opti per le condizioni standard dell’Autorità, le differenze tra le due alternative sia in valori assoluti che in percentuale. Delibera n. 110/07 Su Internet un elenco di società di vendita per facilitare la scelta del consumatore. Da luglio, sarà consultabile sul sito internet dell’Autorità un elenco delle società di vendita che soddisfano alcuni requisiti di affidabilità, per permettere ai consumatori di conoscere meglio i venditori sul mercato. L’iscrizione all’elenco è volontaria, ma per poter ottenerla i venditori devono possedere alcuni requisiti, definiti dall’Autorità, che riguardano ad esempio la solidità finanziaria e la diffusione della propria rete commerciale sul territorio. Delibera n. 134/07 Migliore qualità del servizio dai call center dei venditori. L´autorità ha fissato standard di qualità obbligatori anche per i call center delle aziende di vendita, per migliorare il loro livello di servizio (es: standard minimi sulla semplicità di accesso, chiamate gratis almeno da rete fissa, tempi di attesa massimi). Per le aziende che daranno ai clienti un’assistenza migliore rispetto ai requisiti minimi stabiliti è prevista una “graduatoria di merito” dei call center basata su un sistema di punteggio. Delibera n. 139/07 Regole più semplici di recesso per i clienti domestici. L’autorità ha armonizzato le regole sul diritto di recesso (l’azione unilaterale che estingue un rapporto contrattuale in corso) rendendole più semplici e quanto più favorevoli possibile per i consumatori. Ad esempio, sia per l’elettricità che per il gas, il tempo di preavviso, che il consumatore deve dare al proprio fornitore, non può essere superiore ad un mese; di contro, il preavviso del fornitore al consumatore non può essere inferiore a sei mesi, salvo diverso accordo fra le parti. Delibera n. 144/07 Il call center e il numero verde. Un altro strumento a disposizione del cittadino consumatore, è il Servizio di informazione sulla liberalizzazione del mercato elettrico assicurato dal call center, promosso dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas e attivato dall’Acquirente Unico. E’ possibile contattare il call-center per: Telefono al n° verde 800. 166. 654 Fax al n° verde 800. 185. 024 e-mail all’indirizzo info@au-energia. It Altre iniziative allo studio per agevolare i consumatori a confrontare le offerte. L’autorità intende inoltre individuare ulteriori strumenti per aiutare i clienti a confrontare i prezzi delle diverse offerte, quali, ad esempio, la definizione di indici sintetici; motori di calcolo della spesa annua del cliente; siti indipendenti di comparazione delle offerte, etc. Questi temi sono al centro di un “tavolo” di confronto già aperto con le Associazioni dei consumatori e delle imprese di vendita. .  
   
   
IRIDE: PERFEZIONATA LA CESSIONE DI AEM TRASPORTO ENERGIA A TERNA  
 
Torino, 2 luglio 2007 – Iride Energia S. P. A. E Terna S. P. A, attraverso la sua controllata Rete di Trasmissione Locale S. R. L. (“Rtl”), hanno perfezionato oggi, con efficacia il 30 giugno 2007, la cessione ad Rtl di Aem Trasporto Energia (“Aem Te”) e della sottostazione elettrica a 220 kV di Moncalieri, secondo quanto previsto dall’accordo stipulato lo scorso 20 aprile. L’efficacia della cessione era subordinata all’ottenimento dell’ autorizzazione da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, giunta alla fine di maggio. Il corrispettivo complessivo dell’operazione è pari a 49,4 milioni di euro; di cui 38,8 milioni di euro per l’acquisto della partecipazione dell’intero capitale sociale di Aem Te (comprensivo di una posizione finanziaria netta positiva di 2,8 milioni di euro al 31. 12. 2006), e 10,6 milioni di euro per l’acquisto della sottostazione elettrica di Moncalieri. Il contratto prevede un adeguamento del corrispettivo, che verrà determinato in funzione della variazione del patrimonio netto di Aem Te tra il 31 dicembre 2006 e il 30 giugno 2007. La cessione a Terna degli assets di trasmissione elettrica, che genererà una plusvalenza lorda di oltre 20 milioni di euro sul bilancio consolidato 2007 di Iride, si inserisce nel processo di unificazione delle reti di trasmissione nazionale, coerentemente con quanto previsto dalla normativa in materia. .  
   
   
GENIA SI RAFFORZA SUL TERRITORIO E DELINEA I PROSSIMI OBIETTIVI UN INCREMENTO DEL 37% RISPETTO ALL’ANNO PRECEDENTE PER L’AZIENDA MULTISERVIZI DI SAN GIULIANO  
 
 San Giuliano Milanese, 2 luglio 2007 - Genia Spa, azienda di servizi pubblici locali a capitale interamente pubblico che opera sul territorio di San Giuliano Milanese, ha reso noti i risultati di bilancio dell’esercizio sociale 2006. Con il secondo anno della nuova gestione, la società ha continuato l’impegno per il consolidamento dei risultati dello scorso esercizio, rafforzando ulteriormente la propria attività nei settori istituzionali di riferimento. L’andamento economico della società ha rispettato le previsioni positive formulate in corso di esercizio dagli amministratori. Il valore della produzione nell’esercizio 2006 ha avuto un incremento del 37,16% rispetto all’esercizio precedente. L’attività principale rimane la gestione e la distribuzione di gas naturale. Altre attività rilevanti per la società solo la gestione del servizio idrico e del servizio di igiene ambientale oltre alla gestione calore verso edifici del Comune di San Giuliano Milanese. Un notevole incremento del volume d’affari per la gestione del verde e dell’arredo urbano grazie a importanti commesse di rinnovamento di aree verdi situate in disparate zone del territorio. Un altro importante aumento rispetto ai dati degli esercizi precedenti si è avuto anche per la gestione del servizio affissioni e pubblicità, grazie ad una rinnovata capacità imprenditoriale di gestione e di contrasto dell’abusivismo. Un buon risultato anche per i servizi di nuova organizzazione, quali la manutenzione delle strade, la gestione della pubblica illuminazione, e quella degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica. Grazie a questi risultati positivi, gli investimenti effettuati dalla società nell’esercizio considerato sono aumentati del 91,42% rispetto all’anno precedente. I principali obiettivi dell’azienda sono stati quelli di individuare, analizzare e risolvere i punti di criticità dei vari servizi offerti e di consolidare e rafforzare la propria “mission” di operatore nei servizi pubblici locali con il miglioramento continuo nella qualità dei servizi offerti. Nel medio periodo la società investirà importi rilevanti per la riqualificazione delle infrastrutture gestite. In particolare nell’ultimo anno, l’azienda ha lavorato per migliorare lo stato delle reti del gas, dotandosi di procedure operative, piani di emergenza e attuando la prima fase del processo organizzativo che consente di operare nel sostanziale rispetto degli obblighi e prescrizioni imposti dalla delibera 168/04. Lo studio della rete in corso consentirà poi la predisposizione di un piano di investimenti a lungo temine. Per quanto riguarda la gestione della rete idrica, già durante lo scorso esercizio l’azienda ha posto le basi necessarie alla messa a norma dei pozzi, al riordino amministrativo delle autorizzazioni, all’impostazione di un razionale piano di campionamento delle acque emunte, alla realizzazione della prima fase degli impianti di protezione catodica della rete e del telecontrollo dei pozzi. È stato inoltre avviata l’attività per il rilevamento delle perdite occulte della rete i cui risultati saranno fondamentali per la impostazione delle strategie di medio periodo. Per quanto concerne la rete fognaria, l’azienda ha realizzato i sistemi misuratori di portata sulle stazioni di sollevamento. Per quanto riguarda la raccolta differenziata, le tipologie di rifiuti che hanno registrato i maggiori incrementi rispetto all’anno precedente sono state i contenitori T e/o F, i rifiuti ingombranti, apparecchiature elettroniche, frigoriferi e pneumatici. L’obiettivo della nuova calibratura del processo di raccolta è quello di raggiungere il 50% di raccolta differenziata entro il prossimo esercizio e l’80% entro il 2010. .  
   
   
RESISTENZE LOCALI E TRIBUNALI AMMINISTRATIVI OSTACOLI ALLO SVILUPPO DELLE RINNOVABILI: APER SI SCHIERA CONTRO L’ASSOCIAZIONE DEI PRODUTTORI DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI DIFENDE IL PARCO EOLICO DI SCANSANO  
 
Milano, 2 luglio 2007 – Aper si schiera contro la direzione intrapresa dalla sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana, sintomatica della costante opposizione allo sviluppo delle rinnovabili in Italia. La disposizione accoglie il ricorso per l’annullamento, previa sospensione, dell’autorizzazione unica rilasciata ai sensi del D. Lgs. 387/03 relativa all’impianto eolico recentemente inaugurato nel Comune di Scansano. La sentenza del Tar, a prescindere dalle considerazioni nel merito, dimostra che lo sviluppo dell’eolico sul territorio è fortemente penalizzato dalla babele amministrativa causata anche dalla mancanza delle indicazioni normative che gli operatori e gli enti locali attendono da oltre tre anni da parte del Governo Centrale. “Si constata con rammarico – dichiara Roberto Longo, presidente di Aper - che nonostante l’esistenza di un impianto normativo regionale a favore di un corretto sviluppo dell’eolico nel territorio, le opposizioni di carattere locale supportate dal complesso e mutabile quadro autorizzativo costituiscono un opprimente ostacolo allo sviluppo del settore fortemente voluto a livello europeo. Aper si batte affinché la politica energetica resti nelle mani dei decisori pubblici e non venga gestita dai tribunali amministrativi”. .  
   
   
NUOVO IMPIANTO BIOETANOLO IN UNGHERIA  
 
Budapest, 2 luglio 2007 - Secondo Laszlo Baricz, managing director della compagnia, Bács-bio-etanol Kft costruirà un impianto di bioetanolo a Bácsalmás, nel Sud dell´Ungheria, entro il prossimo anno. Lo rende noto B92. Net. L´investimento avrà un costo di circa 85 milioni di euro. Il ritorno, in termini di utili sull´investimento, si avrà, secondo gli analisti, nel giro di 6-7 anni. .  
   
   
INTEFEROMETRO LASER EUROPEO METTE ALLA PROVA LA TEORIA DELLA RELATIVITÀ  
 
 Bruxelles, 2 luglio 2007 - L´interferometro laser Virgo, uno strumento franco-italiano, ha dato inizio alle operazioni scientifiche. Si prevede che questo potente strumento di infrastruttura scientifica consentirà agli scienziati di mettere alla prova la teoria di Albert Einstein sull´esistenza delle onde gravitazionali. Situato a Pisa (Italia), Virgo è considerato come una delle più grandi infrastrutture scientifiche europee ed è composto da due bracci perpendicolari, ciascuno di tre chilometri di lunghezza. Le riflessioni multiple tra una serie di specchi di alta qualità estende la lunghezza ottica di ciascun braccio fino a 120 chilometri, consentendo al rivelatore di captare un segnale gravitazionale. Il progetto è cofinanziato dal Centro nazionale francese per la ricerca scientifica (Cnrs) e dall´Istituto italiano per la fisica nucleare (Infn). Nella teoria della relatività di Einstein le onde gravitazionali sono descritte come increspature della curvatura spazio-temporale generata da eventi cosmici violenti, come l´esplosione di una supernova o la fusione di due stelle o di buchi neri. Tuttavia, a causa della debole ampiezza delle onde, gli esperti non sono stati in grado di intercettarle con successo e di misurarle. Grazie alla sua gamma di frequenza, che si estende da 10 a 6 000 Hz, lo strumento laser Virgo è in grado di captare anche le più deboli onde gravitazionali. Per raggiungere l´estrema sensibilità richiesta per questo rilevamento e per evitare il rumore sismico, ogni componente ottico è isolato dai movimenti della terra ad un´altezza di 10 metri. Inoltre, poiché la presenza di un gas residuo comprometterebbe le misurazioni, gli scienziati hanno sviluppato grandi recipienti a vuoto spinto in cui il raggio di luce può viaggiare indisturbato. Virgo funzionerà giorno e notte, ascoltando continuamente le onde gravitazionali provenienti dall´universo più vicino (fino all´ammasso di galassie Virgo). Quando vengono rilevati i segnali, essi saranno registrati e saranno sottoposti ad un´analisi preliminare con l´aiuto di un sistema informatico on line. Questi dati saranno messi a disposizione della comunità scientifica per uno studio più approfondito. I team Virgo si sono collegati con gli scienziati del Ligo (Osservatorio interferometrico per onde gravitazionali) negli Stati Uniti e del Geo (Rilevatore tedesco-britannico di onde gravitazionali), unendo le forze nella ricerca di onde gravitazionali. Riunendo i dati si auspica un aumento delle possibilità di rilevamento delle prime onde gravitazionali e di fornire maggiori informazioni sull´ubicazione della loro fonte. In seguito sarà condotta un´analisi congiunta di tali dati. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Virgo. Infn. It/ .  
   
   
UNIVERSITÀ DI BARI: VENDOLA ALLA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO KITE-GEN IN GRADO DI PRODURRE ENERGIA ELETTRICA IN MODO COSTANTE E CONTINUO.  
 
Bari, 2 luglio 2007 - Il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ha portato il suo saluto al convegno organizzato dall’Università di Bari per la presentazione del Progetto Kite-gen in materia di energie rinnovabili, a cura di un gruppo di ricercatori del Politecnico di Torino. Il convegno si svolto Venerdi’ 29 Giugno presso il Salone degli Affreschi del Palazzo Ateneo, alla presenza del Magnifico Rettore Corrado Petrocelli. Obiettivo del Progetto Kite-gen è la costruzione di un impianto prototipo di medie dimensioni ubicato su un suolo pubblico che, utilizzando energia eolica in maniera differente rispetto alle classiche “torri” e sfruttando i flussi di vento ad alta quota (800 metri dal suolo), è in grado di produrre energia elettrica in modo costante e continuo. .  
   
   
UNIVERSITÀ: COSOLINI, TRASVERSALITÀ DELLE SCIENZE È RISORSA  
 
 Trieste, 2 luglio 2007 - "E´ fondamentale far comunicare e avvicinare scienze che affrontano da prospettive e con obiettivi diversi i problemi dell´uomo. Iniziative di alto livello scientifico come quella che è stata inaugurata il 28 giugno all´Università di Trieste hanno proprio come tema la trasversalità della conoscenza e hanno ancora più valore perché sono incentrate in una dimensione europea". Lo ha detto l´assessore regionale alla Ricerca e Università, Roberto Cosolini, intervenendo all´apertura della conferenza internazionale "Frontiere della conoscenza nel Xxi secolo- Scienze in dialogo nella nuova Europa" in programma a Trieste da oggi a venerdì, con la partecipazione di un centinaio di studiosi che fanno capo alla Fondazione von Humbolt, ente no-profit istituito dalla Repubblica federale tedesca per il rafforzamento dell´innovazione scientifica. L´iniziativa, per la quale è previsto anche l´intervento di Stefano Zamagni, "padre" dell´economia civile italiana, ha fra gli obiettivi prioritari quello di presentare le linee avanzate e le prospettive della ricerca negli ambiti tematici destinati a maggiore sviluppo nel prossimo futuro, "nonché contribuire alla collaborazione scientifica tra istituzioni culturali e di ricerca italiane e dell´Europa Centro-orientale", ha spiegato Fulvio Longato, docente del dipartimento di Scienze Politiche dell´Università di Trieste e coordinatore scientifico dell´evento. Nel corso del suo intervento Cosolini ha sottolineato l´importanza e il sostegno che l´Amministrazione regionale ha dato e continua a dare all´attività dei centri di produzione di ricerca e conoscenza del Friuli Venezia Giulia, "sia per la loro capacità di produrre innovazione, e perciò competitività all´economia e benessere per la comunità regionale, sia ricerca di base intesa come incremento della conoscenza e frontiera a cui la società tende naturalmente da sempre". A questo proposito Cosolini ha preannunciato l´attivazione di un nuovo bando rivolto ad Università ed enti pubblici per la realizzazione di progetti di ricerca scientifica che avrà come scadenza la fine di settembre. "Questo strumento - ha commentato Cosolini - consentirà ad un numero significativo di nuovi progetti presentati da atenei ed enti, anche in partenariato, di trovare risorse finanziarie per poter decollare". .  
   
   
FINE ANNO SCOLASTICO IN PIEMONTE: IL BILANCIO DELL’ASSESSORE ALL’ISTRUZIONE PENTENERO  
 
 Torino, 2 luglio 2007 - A pochi giorni dalla fine della scuola, l’assessore all’Istruzione e Formazione professionale Giovanna Pentenero, fa un bilancio delle azioni realizzate e presenta quelle in programma per l’inizio dell’anno scolastico 2007-2008. Cosa è avvenuto durante il 2007 in materia di istruzione e di politiche di integrazione scolastica? “La scuola ha attraversato un anno difficile - ha esordito l’assessore all’Istruzione e Formazione professionale, Giovanna Pentenero - ma le esperienze positive che nel corso di quest’anno siamo riusciti a realizzare facendo rete, testimoniano, contro ogni enfatizzazione di limiti e distorsioni, che la scuola, pur tra difficoltà e problemi, è una realtà ricca di energie, capace di concorrere all´educazione civile e all´integrazione sociale dei giovani”. Numerosi gli interventi attuati nel corso dell’anno: dall’approvazione in Giunta della legge sul “Diritto allo studio e la libera scelta educativa” pensata per rafforzare il diritto soggettivo allo studio indipendentemente dalla situazione economico-sociale della famiglia, al protocollo d’intesa con la Guardia di Finanza per l’attivazione di controlli individuali e a campione sulle situazioni reddituali dei beneficiari di prestazioni sociali agevolate pubbliche. Le numerose azioni di sistema a sostegno delle fasce deboli (centri sperimentali di consulenza e di supporto al disagio, personale specializzato a supporto delle autonomie scolastiche), e ancora, la Direttiva sull’obbligo formativo 2007-2009 per consentire il conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il 18esimo anno di età; l’avvio di un tavolo di confronto tra enti locali, forze dell’ordine e associazioni della scuola per individuare linee comuni di intervento per affrontare, già a partire dall’inizio del prossimo anno scolastico, il fenomeno “droga nelle scuola”. Di recente approvazione in Giunta, anche il bando sull’edilizia scolastica, grazie al quale, dopo anni di mancati stanziamenti di risorse per la messa a norma degli edifici e la manutenzione straordinaria, si garantiscono 25 milioni di euro. Abbiamo infine condotto uno studio sulla “Dispersione formativa”: dall’intreccio dei tre mondi formativi (la scuola, la formazione e il lavoro) scaturiscono processi di complementarietà e sostituzione, da qui nasce il fenomeno della dispersione, vale a dire dei giovani che sono fuori da tutti e tre i canali, la cui percentuale si attesta, per il Piemonte, al di sotto della media nazionale. “Altrettanto importanti e inderogabili - ha puntualizzato Pentenero - sono gli impegni che attendono l’assessorato a settembre: tra le priorità l’eco-efficienza energetica nella scuole. In via sperimentale, verrà infatti valutata la rispondenza degli edifici scolastici agli standard di eco-efficienza ed alle prescrizioni legislative in materia di rendimento energetico, risanamento e tutela della qualità dell’aria, rispettando il cosiddetto obiettivo 20-20-20 ovvero l’intento di raggiungere entro il 2020 il 20% di energia da fonti rinnovabili e il 20% di risparmio energetico. Da settembre, l’assessore Pentenero intraprenderà poi, una “Campagna di ascolto” nelle scuole di tutto il territorio piemontese, per sviluppare una rete condivisa e continua di progettualità e problematiche. Altra novità che segnerà l’inizio del nuovo anno scolastico, saranno le classi primavera. Si prevede che in Piemonte, tenuto conto del numero di bambini residenti della fascia di età 2-3 anni, potranno essere realizzate 60 classi finanziate con 30 mila euro. Già nei primi mesi dell’anno, saranno, infine, resi operativi gli interventi di programma approvati dalla Conferenza regionale permanente in tema di educazione alla salute e alla prevenzione per contrastare fenomeni di droga e alcolismo tra gli adolescenti. .  
   
   
SCUOLA, ASSESSORI COSTA E MONTALDO: "SEMPLIFICATE LE PROCEDURE PER ATTESTARE LA DISABILITÀ DEGLI ALUNNI E OTTENERE INSEGNANTI DI SOSTEGNO" LA GIUNTA MODIFICA LE PROCEDURE DEL DECRETO MINISTERIALE  
 
Genova, 2 luglio 2007 - Basterà la documentazione sanitaria che attesta l´esistenza di un handicap per far scattare immediatamente l´arrivo a scuola dell´insegnante di sostegno. Lo ha stabilito una delibera approvata dalla Giunta regionale per fare chiarezza sul diritto all´istruzione dei più deboli e tranquillizzare le famiglie che non dovranno più passare attraverso il vaglio delle commissioni invalidità che rappresentavano un deterrente per avere l´insegnante di appoggio a scuola. In questo modo la Regione Liguria modifica il decreto del Governo che affidava l´accertamento della disabilità dell´alunno alla commissioni per l´invalidità civile dove non figurano esperti psico-pedagocici. "La modifica del decreto ministeriale - spiega il vicepresidente, Massimiliano Costa - deriva dall´applicazione del titolo V della Costituzione in materia di autonomia scolastica, in questo modo la Regione, d´intesa con l´Ufficio scolastico regionale, va incontro alle esigenze delle famiglie e della scuola". "Anche per il prossimo anno dunque - continua l´assessore alla Salute, Claudio Montaldo - valgono le certificazioni di invalidità rilasciate dalle strutture Asl, dagli istituti scientifici, ospedalieri e dai centri di riabilitazione accreditati". A partire dal prossimo anno scolastico dunque l´accertamento della disabilità, ai fini dell´inserimento scolastico, avverrà attraverso appositi collegi nominati dai direttori generali delle Asl e composti da operatori dell´area clinica, psicologica e socio-educativa dell´età infantile. La delibera di Giunta che è già stata trasmessa alla Direzione scolastica della Regione Liguria consentirà così al Direttore generale di formare gli organici degli insegnanti di sostegno a favore dei portatori di handicap per il prossimo anno scolastico. In questo modo la Regione ha semplificato le procedure per il riconoscimento della disabilità e l´assegnazione dell´insegnante di sostegno, provvedendo da un lato a garantire le singole famiglie e dall´altro a tutelare l´intera classe, potenziando l´istituto della compresenza nelle scuole. .  
   
   
PRESENTATO IL DECRETO PER LA RIDUZIONE DELLE CONCESSIONI IRRIGUE  
 
Venezia, 28 giugno 2007 - Avviato dalla Regione del Veneto, con un Decreto del Presidente Giancarlo Galan, un progetto sperimentale finalizzato alla riduzione delle competenze irrigue dei Consorzi di Bonifica attivi nell’ambito del bacino del fiume Piave. In pratica l’iniziativa, che interesserà i Consorzi Pedemontano Brentella di Pederobba, Destra Piave, Sinistra Piave e Basso Piave, prevede la riduzione del 5% di acqua derivata per l’intero anno dai Consorzi stessi e un’ulteriore riduzione che va dall’8% al 12% del volume complessivamente derivabile nei periodi di massima criticità del fiume, ovvero dall’1 giugno al 15 settembre. Quest’operazione, con la quale si restituirà al Piave un volume stimato in oltre 100 milioni di metri cubi d’acqua all’anno, è una delle azioni che la Regione del Veneto ha posto in essere nell’ambito delle attività volte al riequilibrio del bilancio idrico del fiume e con le quali intende rendere compatibile la tutela ambientale del Piave con le attività legate all’agricoltura e alla produzione di energia elettrica, ma anche con la fruizione turistica dei laghi alpini. Infatti, questa misura dovrà coniugarsi con le ulteriori riconversioni irrigue programmate dai Consorzi, con una più generale revisione delle concessioni esistenti nel bacino fluviale che si renderà possibile con il Piano di tutela delle acque e, soprattutto, con la realizzazione in pianura di invasi per lo stoccaggio della risorsa irrigua con la quale si potrà alleggerire la pressione sulla rete idrografica del bacino del Piave e conseguentemente sui laghi di montagna. “Con questo decreto – sottolinea l’Assessore regionale all’Ambiente, Giancarlo Conta – la Regione ha dato un forte segnale di sensibilità e di consapevolezza del momento critico per quanto riguarda la risorsa acqua, segnale venuto anche dai Consorzi di Bonifica, che hanno condiviso la proposta di perfezionare le modalità di utilizzo e distribuzione delle acque irrigue, in modo da ottenere il massimo risparmio con le strutture attualmente in uso. Si tratta – ha proseguito – di un passaggio importante di quello che sarà il progetto definitivo, con il quale si intende dare una risposta al problema idrico di tutta l’asta del Piave. Ricordo che tale progetto prevede la realizzazione di una serie di bacini ricavati dalle ex cave dimesse, che garantiranno una capacità di circa 60 milioni di metri cubi d’acqua. Iniziativa analoga – ha concluso Conta – è stata avviata per il fiume Adige, mentre per il Po è allo studio un progetto specifico”. .  
   
   
(AGR) PRESIDENTE DE FILIPPO SOTTOLINEA EFFICIENZA GESTIONALE ACQUEDOTTO LUCANO  
 
Potenzza, 2 luglio 2007 - “Il perseguimento degli obiettivi finanziari, che hanno consentito di chiudere in attivo il bilancio 2006, insieme ai risultati ottenuti sui temi strategici della salvaguardia della salute, della tutela dell’ambiente, dalla ricerca, del contenimento dei consumi energetici, confermano l’efficienza gestionale di Acquedotto Lucano”. E’ quanto ha dichiarato il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, intervenendo all’assemblea degli azionisti di Acquedotto Lucano, che si è svolta questa mattina a Rifreddo di Pignola. “Occorre sottolineare come il conseguimento di questi traguardi – ha aggiunto De Filippo - sia avvenuto su un piano di grande trasparenza e di piena condivisione dei propri intenti da parte dell’Autorità d’ambito territoriale ottimale e delle amministrazioni locali, e sia stato caratterizzato da uno spirito di grande attenzione agli utenti finali. Sono questi i segni più evidenti della ferma volontà di Acquedotto Lucano di porsi quale innovativa forma di governance, capace di coniugare efficienza gestionale e perseguimento del pubblico interesse. Non è un caso se oggi questo modello ispiri il disegno di legge della riforma dei servizi pubblici locali. Non è un caso – ha proseguito - se questo è il modello al quale guardano con estrema attenzione tante altre regioni che, anche in questo campo, vedono nella Basilicata un esempio da imitare”. De Filippo ha poi confermato la massima fiducia nei confronti del presidente e del consiglio di amministrazione, nonché del management di Acquedotto Lucano, rivolgendo un “formale invito affinché proseguano la loro attività lungo la linea di rigore e di responsabilità che il presidente Mitidieri ha tracciato”. .  
   
   
“CAMBIAMENTI CLIMATICI, DALLE TRADIZIONI SOLUZIONI INNOVATIVE PER AFFRONTARLI” HAMA ARBA DIALLO: “LA TOSCANA TIENE FEDE AL SUO RUOLO DI CROCEVIA DI PACE E CIVILTÀ”  
 
Firenze , 2 luglio 2007 - “Le conoscenze tradizionali, quel sapere antico che ha contribuito a plasmare i nostri paesaggi e i nostri centri storici, offrono soluzioni e strumenti sempre più attuali per affrontare la sfida dei cambiamenti climatici globali, della lotta alla desertificazione e per pianificare un futuro sostenibile. Per questo la Regione Toscana ha deciso di ospitare il Centro internazionale dell’Onu che si propone di creare una banca dati mondiale, curando attraverso Internet la raccolta delle tradizioni antiche in uso nei vari paesi in modo non solo da evitare che si disperdano, ma da favorirne la diffusione. Dalla conoscenza di queste tradizioni, insieme alla ricerca e alla tecnologia, possono venire soluzioni utili per contrastare l’inquinamento, l’eccessivo uso delle risorse naturali, i cambiamenti climatici, insomma un contributo per uno sviluppo sostenibile. La Toscana, ospitando questo centro nella Villa Medicea di Careggi, insieme al centro europeo per il paesaggio, diventerà un riferimento importante per numerosi organismi internazionali”. Lo ha detto il 28 giugno il presidente della Regione Toscana Claudio Martini che ha firmato insieme al segretario generale dell’Unccd, agenzia dell’Onu per la lotta alla desertificazione, Hama Arba Diallo, la convezione che dà il via alla costituzione a Firenze del nuovo centro. Dopo la firma si sono aperti a Palazzo Bastogi, in sala giunta, i lavori della conferenza della rete di esperti internazionali sulle conoscenze tradizionali (in programma fino a domani) per elaborare strategie comuni su “Cambiamenti climatici, desertificazione, conflitti ambientali e migrazioni”. “E’ un passaggio importante”, ha proseguito Martini. “Le conoscenze tradizionali, che costituiscono una componente fondamentale dell’identità toscana, apprezzata in tutto il mondo per la salvaguardia delle tradizioni, la tutela della qualità della vita, dei paesaggi e delle culture e per il suo impegno per la pace, possono stimolare tecniche innovative e imprese di qualità, fondendo una dimensione globale con quella locale, radicata nella storia dei territori. Dando il via al Centro, la Toscana si propone come guida internazionale di una strategia di salvaguardia e diffusione innovativa delle conoscenze tradizionali, e si dichiara disponibile ad assumersi ulteriori impegni per combattere gli effetti dei cambiamenti climatici che ci riguardano tutti e su cui dobbiamo lavorare insieme per un futuro sostenibile e migliore”. Un grazie non formale è stato espresso al presidente Martini da Hama Arba Diallo per l’avvio del Centro, che per il segretario generale dell’Unccd “contribuirà a far progredire la comunità internazionale nella ricerca di soluzioni contro la desertificazione e gli stravolgimenti del clima, abbattendo i muri e intensificando gli scambi di conoscenze e esperienze a beneficio di tutti. La Toscana tiene fede al suo ruolo di crocevia di pace e civiltà, e dà un forte slancio alla elaborazione di strategie comuni in un momento in cui le conseguneze dei cambiamenti climatici mettono a repentaglio le condizioni di vita e di sopravvivenza di interi paesi”. Per Bruno Dettori, sottosegretario del ministero dell’ambiente che è tra i promotori del Centro internazionale, “è la realizzazione di un progetto che contribuirà a costruire un mondo più giusto. Partendo da Firenze e dalla Toscana, terra di dialogo, è più facile raggiungere il pianeta” Il centro Onu per le conoscenze tradizionali. Nasce da un accordo tra ministero dell’Ambiente e Unccd, a cui è seguita una iniziativa parlamentare che ha impegnato il governo a realizzare il Centro a Firenze. La sua realizzazione è stata affidata alla società Ipogea di Pietro Laureano. La Regione Toscana gli ha destinato come sede la Villa Medicea di Careggi. Tra i primi compiti la costituzione di una banca dati sulle esperienze tradizionali e sul loro uso innovativo. .  
   
   
LEGAMBIENTE PROPONE L’ECO.BIO.FESTA  
 
Avigliano, 2 luglio 2007 - Il 30 giugno presso la Sala Previdenza ad Avigliano il locale Circolo Legambiente con l´obiettivo di incentivare le esperienze virtuose di raccolta differenziata e riciclaggio nell´ambito delle manifestazioni ricreative, sportive, culturali, di animazione sociale, valorizzazione territoriale o altra tipologia, che si svolgono sul territorio comunale, è stata propsota all’Amministrazione comunale, ai vari comitati festa e alle associazioni del Forum Comunale delle associazioni l’adozione dei principi di una ”Eco. Bio. Festa”. La diminuzione della produzione e la corretta gestione dei rifiuti nelle sagre e nelle feste locali diviene importante visto il forte consumo di imballaggi e di stoviglie “usa e getta” tipico di questi eventi. Tali “impatti” possono essere fortemente ridotti attraverso l’adozione di misure gestionali e la scelta di materiali riutilizzabili o biodegradabili. L’iniziativa si inserisce nella campagna di sensibilizzazione Rifiutiamoli promossa dal Circolo Legambiente di Avigliano e cofinanziato dall’Ato1 di Potenza. Rifiutiamoli è un laboratorio territoriale itinerante di educazione ambientale sulla raccolta differenziata che si svolgerà da giugno a dicembre con lo scopo di sensibilizzare i cittadini, agli amministratori e i diversi soggetti che operano sul territorio comunale aviglianese sul tema della raccolta differenziata e le buone pratiche ecologiche. Oltre alla proposta di Eco. Bio. Festa (la sperimentazione di comportamenti eco compatibili durante le sagre e le feste patronali), durante il laboratorio verranno promossi: Seminari di informazione rivolti a scuole, commercianti e amministratori Corsi di compostaggio domestico Green Public Procurement ( Acquisti verdi ) Laboratori itineranti di educazione ambientale e raccolta differenziata. Le prime tappe dei laboratori itineranti sono a Lagopesole il 1 luglio 2007 ore 19. 00 e a Piano San Nicola domenica 8 luglio 2007 ore 10. 30. .  
   
   
PIANO ARIA, ASSESSORE NOCERA: "SODDISFATTO PER APPROVAZIONE DA PARTE DEL CONSIGLIO REGIONALE. IL PIANO TERRÀ CONTO DELLA SITUAZIONE DERIVANTE DA RIFIUTI IN STRADA E ROGHI"  
 
Napoli, 2 luglio 2007 - L´assessore alle Politiche ambientali della Regione Campania Luigi Nocera ha espresso viva soddisfazione per l´approvazione, da parte del Consiglio regionale, del Piano della qualità dell´aria. "Il Piano - ha dichiarato l´Assessore nel dibattito in Aula ´ è stato concepito come uno strumento dinamico, partecipato, verificabile quotidianamente, e potrà essere adeguato in funzione dell´efficacia delle azioni messe in atto. E´ chiaro - ha aggiunto l´Assessore Nocera - che tutte le misure di risanamento previste terranno conto delle situazioni di inquinamento che di volta in volta si manifesteranno sul territorio, a cominciare dalla mutata condizione dovuta ai rifiuti in strada e ai roghi che si sono sviluppati nelle ultime ore. "Con la sua approvazione - ha concluso l´Assessore Nocera - si passa alla fase più delicata. Occorre ora che le "autorità competenti" provvedano a porre in essere le misure pianificate previa redazione di "programmi" di intervento, con tempi e modalità di attuazione; che vengano individuate le necessarie risorse finanziarie, sia nazionali che comunitarie, in aggiunta a quelle regionali; che infine si provveda a monitorare l´attuazione e l´efficacia del piano stesso proponendo, laddove necessarie, eventuali rimodulazioni tecniche in funzione dei risultati conseguiti". .  
   
   
PARTONO PROCEDURE PER COMMISSARIAMENTO ATO RIFIUTI COMUNI PUGLIESI INADEMPIENTI  
 
Bari, 2 luglio 2007 - La Giunta Regionale lo scorso 26 giugno, in sintonia con le sollecitazioni di Upi ed Anci Puglia, ha avviato con delibere n. 1014, 1015 e 1016 le procedure di commissariamento degli Ato di Bari uno, Bari due e Bari quattro, procedure che verranno successivamente estese agli atri Ato della Regione. Le delibere danno 15 giorni di tempo a quei Comuni di ciascun Ato ancora inadempienti (6 su 9 nel “Bari uno”, 3 su 8 nel “Bari due” e 3 su 9 nel “Bari quattro”) rispetto al D. Lgs. 152/06 ed al decreto commissariale 189/06, per arrivare alla sottoscrizione dell’atto costitutivo e dello statuto dell’Ato: due elementi indispensabili per dare agli stessi personalità giuridica e porre fine ad una fase di confusione, di rallentamento, di rinvio nell’assunzione delle proprie responsabilità che non è più sostenibile in un settore a rischio come quello dei rifiuti. Trascorso inutilmente tale termine sarà l’Assessorato Regionale all’Ecologia ad attivarsi per la nomina di un commissario ad acta in ciascuno dei Comuni inadempienti, commissario che sarà individuato nella persona del Sindaco dello stesso Comune. L’obiettivo resta quello di adottare gli atti necessari a completare il procedimento per la costituzione dell’autorità d’ambito, costituzione prevista ed obbligatoria nella legislazione vigente essendo abbondantemente scaduto il termine dei 60 giorni indicato dal decreto commissariale del 19 ottobre 2006, resa ancora più necessaria per arrivare al gestore unico e per rilanciare la raccolta differenziata. .  
   
   
RIFIUTI, MONTEMARANO: "NESSUN RISCHIO DI MALATTIE INFETTIVE. MONITORAGGIO COSTANTE DELL´OSSERVATORIO EPIDEMIOLOGICO REGIONALE"  
 
Napoli, 2 luglio 2007 - "Allo stato attuale non trovano alcun riscontro oggettivo gli allarmi sollevati, da più parti, che paventano il rischio d´insorgenza di malattie infettive (in particolare, tifo, colera, epatite) legate alla emergenza rifiuti in Campania". Così l´assessore regionale alla Sanità Angelo Montemarano, a proposito dei rischi sanitari relativi all´emergenza rifiuti in Campania. "E´ quanto emerge - prosegue Montemarano - dal monitoraggio costante effettuato da diversi anni dal l´Osservatorio epidemiologico regionale per rilevare l´incidenza dell´inquinamento ambientale sulla salute dei cittadini. Si tratta di un´attività prevista dai piani di bonifica per i siti di interesse nazionale, che riguarda soprattutto le aree dove sono più frequenti i fenomeni di rilascio incontrollato di rifiuti (Litorale Domitio in provincia di Caserta e area nord-est della provincia di Napoli). L´attività di monitoraggio dell´Osservatorio - ricorda Montemarano - si svolge anche attraverso collaborazioni con enti internazionali, attraverso l´uso dei principali dati sanitari e dei principali indicatori di salute delle popolazioni interessate. Gli esperti sottolineano che la presenza di rifiuti solidi nei centri abitati e nelle periferie, pur rappresentando un indice di degrado da eliminare con il contributo di tutte le competenti istituzioni, non può essere in alcun modo correlabile alla presenza e diffusione di epatite virale A o di altre malattie infettive". Per quanto concerne gli aspetti della prevenzione, Montemarano sottolinea che "essendo l´epatite A (lo stesso vale per il tifo ed il colera) una malattia a trasmissione fecale-orale, il principale veicolo di infezione è quello alimentare. Pertanto le misure idonee da adottare per non contrarre l´infezione sono riconducibili all´osservanza di alcune norme igieniche riguardanti, in particolare, i frutti di mare, quali: l´acquisto solo presso commercianti autorizzati (da evitare assolutamente gli ambulanti); la conservazione da parte dei venditori in apposite confezioni a rete in cui sia leggibile il certificato che ne garantisce l´avvenuta depurazione; il divieto assoluto della pratica del rinfresco; infine il consumo esclusivamente dopo cottura. L´assessorato alla Sanità sta mantenendo un costante livello di attenzione sui fenomeni in questione anche attraverso un potenziamento dei controlli sollecitato ed ottenuto da tutti i dipartimenti di prevenzione delle Asl campane" ha concluso l´assessore regionale. .