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Notiziario Marketpress di Mercoledì 12 Marzo 2008
Politica
IL PARLAMENTO EUROPEO COMPIE 50 ANNI  
 
Strasburgo, 12 marzo 2008 - Una seduta solenne aprirà le celebrazioni del 50° anniversario del Parlamento europeo che tenne la sua prima seduta il 19 marzo 1958 a Strasburgo. Da allora, il numero di deputati è aumentato con il crescere degli Stati membri dell´Ue e i suoi poteri si sono ampliati con il susseguirsi dei trattati. Da mera assemblea consultiva, il Parlamento è diventato un vero e proprio legislatore che rappresenta circa 500 milioni di cittadini. E il Trattato di Lisbona gli conferirà ulteriori competenze. Il 1° gennaio 1958 il Trattato di Roma entrò in vigore e, pochi mesi dopo, il 19 marzo, l´Assemblea parlamentare europea tenne la sua sessione costitutiva con 142 deputati, prendendo il posto dell´Assemblea comune della Comunità europea del carbone e dell´acciaio. Nel marzo 1962 l´Assemblea decise di assumere il nome di Parlamento europeo. Nel giugno 1979 il Parlamento, che fino ad allora era composto di rappresentanti dei parlamenti nazionali, fu eletto per la prima volta a suffragio universale diretto: 410 deputati europei rappresentavano i cittadini di nove Stati membri. Il numero dei deputati è poi cresciuto di pari passo con i successivi ampliamenti della Comunità europea. Attualmente è composto di 785 membri provenienti da 27 paesi, riuniti in gruppi costituiti in funzione delle affinità politiche e non della nazionalità. Dalla prossima legislatura, in forza al trattato di Lisbona, il numero di deputati sarà pari a 751. Dalle sue origini, i trattati europei hanno progressivamente ampliato le competenze del Parlamento. A tal punto che, oggi, ha un’influenza pari a quella del Consiglio dei ministri nell’elaborazione del bilancio comunitario e degli atti legislativi che sono volti ad agevolare la circolazione delle persone, delle merci, dei servizi e dei capitali in tutta l’Unione o a proteggere l’ambiente e i consumatori. Nel corso degli anni il suo contributo è stato infatti determinante nella definizione di regolamenti o direttive che incidono direttamente sulla vita dei cittadini. Ha poi il potere di approvare e destituire la Commissione europea. Il trattato di Lisbona, una volta ratificato, estenderà ulteriormente le competenze del Parlamento. Il Parlamento europeo, per esempio, ha contribuito ad agevolare il riconoscimento dei diplomi e delle qualifiche professionali tra gli Stati membri, ha partecipato alla definizione di norme più severe in materia di sicurezza e di etichettatura dei prodotti e degli alimenti ed è riuscito a rafforzare i diritti dei passeggeri dei voli aerei. Ha poi sostenuto misure per contrastare con maggiore efficacia le pratiche commerciali fraudolente in tutta l’Unione europea e ha apportato il suo contributo alla definizione di regole che agevolano e rendono più affidabili i pagamenti transfrontalieri. Il Parlamento ha partecipato alla definizione di norme sulla qualità delle acque di balneazione e per la riduzione dei costi del roaming. Senza i compromessi suggeriti dal Parlamento, non avrebbero visto la luce le direttive sulla liberalizzazione dei servizi e sulla commercializzazione delle sostanze chimiche (Reach). Per celebrare il cinquantesimo anniversario, il 12 marzo, è stata organizzata una seduta solenne durante la quale interverranno il Presidente del Parlamento europeo, Hans-gert Pöttering e i presidenti della Commissione e del Consiglio. Seguirà un concerto dell´Orchestra dei giovani dell´Unione europea. Nei locali adiacenti l´Aula verrà poi scattata una foto di famiglia e sarà tagliata la torta di "compleanno" del Parlamento europeo. Pöttering, in seguito, riceverà un regalo dal Presidente dell´Assemblea parlamentare del Consiglio d´Europa, istituzione che ha ospitato il Parlamento europeo fino alla costruzione della sua nuova sede di Strasburgo. Un gruppo di bambini, allievi di una scuola vicina alla sede del Parlamento, offrirà al Presidente delle "opere" realizzate per l´occasione e intonerà il classico "tanti auguri", accompagnato dall´Orchestra. .  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: ARIA PULITA E MENO TRAFFICO IN CITTÀ CON LA "CONGESTION CHARGE"  
 
Strasburgo, 11 marzo 2008 - Nuove tecnologie, esenzioni fiscali, tassazione in funzione delle emissioni o dei consumi, incentivi alla rottamazione e pedaggi per ridurre la congestione urbana e incentivare mezzi alternativi. E´ questa la ricetta del Parlamento per un trasporto urbano più sostenibile. Ma l´inquinamento da trasporti va anche affrontato con più investimenti nelle infrastrutture e nella R&s, la revisione dell´Eurobollo, la promozione delle ferrovie e quote di emissione per gli aerei e, se del caso, per le navi. Approvando con 539 voti favorevoli, 78 contrari e 25 astensioni la relazione di Gabriele Albertini (Ppe/de, It), il Parlamento osserva anzitutto che circa 1/3 del consumo totale di energia nella Ue-25 è legato al settore dei trasporti (escluso quello marittimo e le pipelines), mentre il trasporto su strada, con l´83%, è la modalità che assorbe la maggior quantità di energia. Il settore, inoltre, è responsabile per il 70% della domanda di petrolio nella Ue-25 e dipende per il 97% da combustibili fossili, mentre solo il restante 2% proviene da energia elettrica («di cui buona parte generata da centrali nucleari») e l´1% da biocombustibili. Nel sottolineare l´importanza del settore dei trasporti per l´occupazione, la crescita e l´innovazione, il Parlamento sostiene che una mobilità garantita, sicura ed abbordabile «costituisca un requisito fondamentale del nostro stile di vita». Considerando prioritarie le esigenze di una mobilità sostenibile da un punto di vista ambientale, ritiene quindi che ci si possa aspettare l´adesione dei cittadini a «misure che garantiscano tale mobilità a lungo termine». Si dice quindi convinto che «solo un´adeguata combinazione di diverse misure possa mitigare gli effetti negativi dei singoli interventi contribuendo nel contempo a favorirne l´accettabilità da parte dei cittadini». Questo policy mix dovrebbe contemplare gli sviluppi tecnologici (misure per l´efficienza energetica, nuovi standard per motori e combustibili, nuove tecnologie e combustibili alternativi), strumenti di mercato (tasse/tariffazione basate sull´impatto ambientale o sulla congestione, incentivi fiscali, sistema di scambio di emissioni calibrati sui diversi modi di trasporto), come anche misure di accompagnamento per ottimizzare l´utilizzo dei mezzi di trasporto e delle infrastrutture e per promuovere un cambiamento nelle abitudini delle imprese e dei cittadini. L´azione dell´Ue e degli Stati membri, inoltre, andrebbe concentrata sui settori del sistema più determinanti: aree metropolitane e urbane congestionate, i principali corridoi commerciali interurbani europei e le zone sensibili dal punto di vista ambientale (la regione alpina, il Mar Baltico, ecc. ). A quest´ultimo proposito, accogliendo un emendamento dei Verdi, il Parlamento sottolinea che devono essere adottate tempestivamente concrete misure per la promozione del trasporto sostenibile nelle regioni montane sensibili e in zone densamente popolate tramite la ratifica del protocollo sui trasporti della Convenzione delle Alpi. La Commissione e gli Stati membri sono inoltre invitati a investire di più nella ricerca nel settore dei trasporti per permettere lo sviluppo di tecnologie più efficienti dal punto di vista energetico e che favoriscano la riduzione delle emissioni di Co2. Al riguardo, il Parlamento chiede che, nell´ambito della revisione 2009 del quadro finanziario pluriennale, la Commissione aumenti «in modo significativo» lo sforzo finanziario complessivo a favore della R&s nei settori dell´ambiente, dell´energia e dei trasporti. Misure fiscali per promuovere auto meno inquinanti - I deputati ritengono che, per promuovere veicoli con bassi livelli di consumi e emissioni, è anche importante ricorrere a strumenti di mercato. Tra questi citano: esenzioni fiscali, riforma delle tasse automobilistiche in base alle emissioni inquinanti e all´efficienza dal punto di vista del consumo di carburante nonché incentivi per la rottamazione dei veicoli più inquinanti e per l´acquisto di nuove auto a basse emissioni. Queste «importanti misure», a loro parere, «contribuirebbero, nel contempo, ad ammortizzare l´onere, per i costruttori automobilistici, di rispettare gli obblighi imposti dal nuovo quadro legislativo». Esortano quindi il Consiglio e gli Stati membri a procedere in tal senso. D´altra parte - con 104 voti favorevoli, 512 contrari e 24 astensioni - il Parlamento ha respinto un emendamento dei Verdi che esortava la Commissione a proporre una riduzione della velocità a 130 km/h su tutte le autostrade Ue, con la possibilità per gli Stati membri di fissare limiti di velocità più bassi, per favorire il risparmio energetico e la tutela del clima. Congestion charge contro il traffico in città - Il Parlamento sottolinea che il traffico urbano genera il 40% delle emissioni di Co2 e il 70% delle altre emissioni inquinanti prodotte dagli autoveicoli, mentre la congestione stradale, soprattutto nelle aree metropolitane, «costa all’Ue circa l’1% del Pil». Il problema della congestione urbana deve quindi essere affrontato «in modo più ambizioso», nel rispetto della sussidiarietà, attraverso una strategia di coordinamento a livello europeo. Sottolinea, peraltro, che occorre migliorare l´informazione dei consumatori e intensificare le campagne di educazione e di promozione di nuovi comportamenti in favore dei mezzi o modelli di trasporto più sostenibili. Persuasi che le aree urbane offrano potenziali economicamente ragionevoli per ulteriori politiche volte a incentivare il trasporto pubblico, gli spostamenti a piedi e in bicicletta, i deputati invitano la Commissione e gli Stati membri ad analizzare il modo in cui le infrastrutture di trasporto e le relative tariffe incidono sullo sviluppo urbano e sulla futura domanda di servizi di trasporto. In tale contesto, ritengono fondamentale investire sull´innovazione tecnologica (maggiore impiego dei sistemi di trasporto intelligenti) e su un migliore sfruttamento delle infrastrutture esistenti con misure di gestione della domanda quali la tariffazione - congestion charge (tassa per l´ingombro della strada, ndr) e road pricing (pedaggi per l´ingresso nei centri urbani, ndr). Vanno poi promosse soluzioni innovative per ottimizzare l´integrazione del flusso urbano di merci e misure come il car sharing (condivisione dell´auto) o il car pooling (uso comune). Ma sono anche necessarie disposizioni per consentire il lavoro a domicilio. Il Parlamento chiede al Consiglio e agli Stati membri di intensificare gli investimenti nelle infrastrutture e nei sistemi di trasporto intelligenti (Sti). Insiste poi affinché la Commissione presenti, al più tardi entro il giugno 2008, «un modello generalmente applicabile, trasparente e comprensibile» per la valutazione dei costi esterni di tutti i modi di trasporto, «destinato a servire come base per il futuro calcolo degli oneri corrisposti per l´uso delle infrastrutture». Questa iniziativa, inoltre, deve essere accompagnata da proposte legislative, «a cominciare dalla revisione della direttiva sull´Eurobollo». D´altra parte, esorta la Commissione a sviluppare quanto prima un piano di azione per la logistica del trasporto merci in Europa. Promuovere il trasporto ferroviario, per merci e persone - Il Parlamento ritiene che il trasporto ferroviario è quello a più basso consumo di energia o emissioni di Co2 ed ha un potenziale importante da sviluppare sia nella logistica del trasporto merci sia per il trasporto passeggeri nelle tratte di media-corta distanza. L´aula, peraltro, ha soppresso la parte che individuava nell´uso del nucleare come fonte d´energia elettrica il basso livello di emissioni di questo mezzo di trasporto. Per i deputati, occorre inoltre realizzare quanto prima il completamento di uno “spazio unico” ferroviario europeo, procedere verso la realizzazione di un sistema europeo unico di gestione del traffico ferroviario (Ertms) e verso soluzioni interoperabili, nonché migliorare le prestazioni e la qualità del servizio. Quote di emissione per il trasporto aereo - Nonostante la riduzione dei consumi di carburante e delle emissioni sonore degli aerei, per i deputati l’impatto globale dell’aviazione civile sull’ambiente «è aumentato a causa della forte crescita del traffico». Sollecitano quindi l´inclusione del trasporto aereo nel sistema di scambio di emissioni, tasse aeroportuali in funzione delle emissioni, l´istituzione dell´iniziativa "Clean Sky" volta a ridurre le emissioni di Co2 e Nox e l´inquinamento acustico, nonché la rapida creazione di un vero Cielo unico europeo per porre fine alla frammentazione dello spazio aereo europeo. Allo stesso tempo, occorre prendere misure concrete per alleviare la congestione aeroportuale e agevolare gli accessi ferroviari negli aeroporti. La richiesta formulata dai Verdi di proporre una tassa sul cherosene e l´Iva per i biglietti dei voli intra-Ue è stata respinta dall´Aula con 517 voti contrari. Fonti rinnovabili per il trasporto marittimo - Osservando un aumento continuo delle emissioni del trasporto marittimo, la relazione raccomanda di ridurre le emissioni di sostanze quali il Co2, la So2 e gli ossidi di azoto provenienti dalle navi, di introdurre e promuovere l´utilizzo di fonti rinnovabili, come l´energia eolica e solare e di approvvigionare da terra le navi. Vanno anche contenute le emissioni attraverso il sistema di scambio delle quote di emissione, ma «senza pregiudicare tale modo di trasporto che è il più rispettoso dell´ambiente, né favorire altri modi che sono più inquinanti». Occorre poi investire nell´ammodernamento delle infrastrutture portuali al fine di permettere il rapido trasferimento di merci e di passeggeri da un sistema di trasporto all´altro, «realizzando così una riduzione del consumo energetico nel settore dei trasporti». .  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: GIORNATA EUROPEA DELLE VITTIME DEL TERRORISMO  
 
Strasburgo, 12 marzo 2008 - In occasione della quarta giornata europea delle vittime del terrorismo, il Presidente ha espresso il cordoglio e la solidarietà del Parlamento europeo a tutte le famiglie colpite dalla "follia degli attacchi". Il terrorismo non ha giustificazioni e l´Europa deve combatterlo nel rispetto della legge. L´aula ha osservato un minuto di silenzio in omaggio a tutte le vittime del terrorismo. Prima di dare inizio ai lavori, il Presidente Hans-gert Pöttering ha sottolineato che questo 11 marzo si celebra per la quarta volta la giornata europea delle vittime del terrorismo istituita a seguito degli attentati di Madrid nel 2004 e di Londra del luglio 2005. Ha poi ricordato che l´Eta, nei giorni scorsi, ha ucciso nel Paese Basco un consigliere comunale socialista e, in proposito, ha espresso il cordoglio del Parlamento alla vedova e alla famiglia. Alle vittime della «follia degli attacchi», ha aggiunto, dovunque esse siano cadute, va «il nostro rispetto e cordoglio», e la solidarietà alle famiglie «è un dovere». Il Parlamento europeo, ha quindi osservato, partecipa alla lotta contro il terrorismo e sostiene le vittime. Il Presidente ha in seguito ribadito che «non vi è nessuna giustificazione al terrorismo» e che in questa lotta l´Unione europea deve agire in base al diritto e procedere unita. In omaggio alle vittime, i deputati - in piedi - hanno osservato un minuto di silenzio. . .  
   
   
MERCATO UNICO EUROPEO E RETE ENTERPRISE EUROPE NETWORK  
 
 Roma, 12 marzo 2008 - La rete Enterprise Europe Network - Een è la nuova iniziativa che la Commissione europea offre agli imprenditori: uno sportello unico cui possono rivolgersi per avere consigli e usufruire di un´ampia gamma di servizi di sostegno di facile accesso. L´obiettivo della rete Een è quello di aiutare le piccole e medie imprese a sviluppare il loro potenziale di innovazione e sensibilizzarle nei confronti delle politiche della Commissione. Varata nel febbraio 2008 con una inaugurazione che si è svolta a Bruxelles, la Een viene presentata e inaugurata in Italia il 14 marzo, nel corso del convegno: Un mercato unico europeo per tutti, una nuova rete a portata della tua impresa per l´innovazione e la competività. Il convengo, promosso dalla Rappresentanza della Commissione europea in collaborazione con le reti di informazione dell’Ue - Enterprise Europe Network, Europe Direct, Solvit e Ecc-net – è un´occasione di informazione sulle proposte della Commissione europea per il rilancio del mercato unico, per il quale la rete Een è un prezioso strumento. Questa rete, che ha il suo riferimento giuridico nel Programma Quadro per la Competitività e l’Innovazione dell´Unione europea (2007-2013), ha sportelli operativi in circa 40 paesi, con oltre 500 organizzazioni membri, tra cui camere di commercio, agenzie regionali di sviluppo, centri tecnologici di ricerca e universitari e, 4. 000 professionisti esperti che vi lavorano. Poiché la rete è presente ovunque in Europa, inoltre, non esistono problemi linguistici ed è possibile usare una qualsiasi delle lingue ufficiali dell’Ue. Uno dei partner locali della rete può fornire assistenza a livello linguistico e disporre la traduzione accurata di documenti, nonché un servizio di interpretazione, se necessario. .  
   
   
BORGHEZIO : L´INCIUCIO COMINCIA DALL´EUROPA?  
 
Strasburgo, 12 marzo 2008 - Secondo l’On. Mario Borghezio Capo Delegazione Lega Nord al P. E. Una fosca prospettiva di inciucio - contro cui i leghisti sentono il dovere di ergersi a guardiani armati - appare all´orizzonte. Infatti il Commissario Europeo Frattini ha fin da ora auspicato, in un´intervista al Riformista, che per il suo attuale incarico il successore dovrà essere indicato. Dal governo Prodi, secondo la più inciucesca delle logiche. Strada spalancata, si mormora nei corridoi di Strasburgo, alla candidatura di Amato, che noi Padani ricorderemo in eterno come colui che mise le mani nei nostri conti correnti. Il nostro "No" all´inciucio europeo, sia esso in favore di Amato o di altri senzapoltrona del variegato mondo di centrosinistra, risuonerà forte e chiaro, anche perchè le inquietanti dichiarazioni di Frattini odorano lontano un chilometro di poteri forti e occulti. . .  
   
   
FABRIZIO ZAMPIERI: PERCHE´ L´ITALIA USCIRA´ DALL´EURO  
 
 Milano, 12 marzo 2008 - Il 1° gennaio 2002 in Italia fu introdotto fisicamente l’Euro (a livello interbancario aveva già iniziato ad essere usato dal 1999, solamente come moneta scritturale) e, se ben ricordate, ma purtroppo la memoria degli italiani è solitamente corta, la nuova valuta ci fu “propinata” dall’allora Governo Prodi, e con il plauso di quasi tutta l’opposizione, come la panacea di tutti i mali cronici della nostra nazione I bassi tassi d’interesse, la riduzione dell’inflazione, la stabilità dei cambi, la forza economica dei Paesi aderenti all’unione monetaria, l’eliminazione dei costi sulle transazioni valutarie dei Paesi Ue, avrebbero dato sicuramente slancio all’economia e all’occupazione del nostro Bel Paese. Se ripensate ancora meglio, per quello storico evento venne fatta anche pagare una tassa agli italiani, la “tassa sull’euro”, che non venne poi mai restituita del tutto, nonostante le promesse dei politici di allora… Venne anche creata la Banca Centrale Europea con sede a Francoforte, per accontentare i tedeschi che in virtù della forza della loro valuta (marco) pretendevano di avere una certa predominanza all’interno del nuovo organismo; una nuova Banca con il compito di stabilire e pianificare la politica monetaria all’interno dei Paesi aderenti all’euro. Ebbene, a distanza di 6 anni dall’introduzione della nuova moneta, possiamo onestamente affermare che l’Italia ha risolto, se non tutti, almeno una parte dei suoi problemi economici, finanziari e sociali?; dal mio punto di vista, l’esito è stato senz’altro negativo, ed aggiungerei peggiorativo; è proprio vero: gli italiani stavano meglio quando stavano peggio. In particolare: - il costo reale della vita, ad oggi (nell’arco di soli 6 anni), è aumentato in media del 50-80%, in alcuni settori anche del 100%, nonostante le inattendibili, inaffidabili e poco trasparenti rilevazioni dell’Istat che ci raccontavano il buon andamento dell’economia, almeno fino a qualche giorno fa, quando anche l’Ente pubblico ha dovuto ammettere che effettivamente il caro vita ha avuto incrementi maggiori di quelli pubblicati. Il problema però sta nel fatto che le retribuzioni degli italiani non hanno certamente seguito il medesimo trend ascendente dei costi. E non fatevi incantare dai falsi palcoscenici televisivi dove vengono organizzate ad arte zuffe e litigi tra associazioni dei consumatori, commercianti e cittadini per tentare di trovare i responsabili di tali indiscriminati aumenti poiché i principali colpevoli sono ben altri e non vengono citati in giudizio: il vero colpevole è lo Stato e le principali amministrazioni pubbliche che, subito dopo l’introduzione dell’euro, hanno aumentato le tariffe postali, quelle dei pubblici servizi, dei trasporti, hanno permesso l’incremento delle bollette energetiche, ed ovviamente non hanno attuato nessun tipo di controllo sui prezzi. Ciò ha naturalmente legittimato anche le altre categorie private ad attuare le stesse manovre. - I tassi d’interesse sicuramente partiti da livelli bassi (il tasso ufficiale di sconto nell’area Euro era al 2% ad inizio 2002) sono ormai raddoppiati e la tendenza nel lungo periodo permane al rialzo. E non credo sia necessario essere degli economisti per capire che ad ogni aumento del Tasso Ufficiale di Sconto, e quindi anche di tutti gli altri tassi interbancari collegati, corrisponde un aumento dell’importo della rata del mutuo o del prestito di un normale cittadino o ancora del finanziamento di una piccola e media impresa locale. Questo mix, composto dal costo della vita e dal rialzo dei tassi d’interesse, sta facendo registrare incrementi a livello di record di espropri immobiliari (più del doppio nell’arco dell’ultimo anno in Italia), dovuti al mancato pagamento dei mutui da parte dei cittadini, e di cessazioni di attività imprenditoriali di piccole e medie dimensioni; quelle di grandi dimensioni per il momento riescono a far fronte alla congiuntura negativa con licenziamenti e delocalizzazioni produttive. Da ultime statistiche, inoltre risulterebbe che in area Europa nel corso del 2008, a fronte di un totale di 15. 000 miliardi di euro di debito delle famiglie nei confronti delle Banche, almeno l’8-10%, corrispondente a 1. 200-1. 500 miliardi di euro, verrà considerato credito “incagliato”, ovvero difficilmente recuperabile se non mediante azioni giudiziarie e di esproprio e con relativa perdita degli immobili da parte dei cittadini. - E che dire relativamente alla stabilità dei cambi, sbandierata come un’altra delle positività della nuova valuta. ?; ebbene l’Euro è tutt’altro che stabile, anzi è una valuta che dopo un inizio incerto di debolezza, si è apprezzata notevolmente nei confronti di tutte le principali monete (attualmente il cambio dell’euro rispetto al dollaro è di circa 1,52!!! –massimo storico dall’introduzione dell’Euro-; rispetto allo Yen giapponese ha raggiunto invece la quotazione di circa 170 a luglio scorso –altro record storico da 15 anni-; e così via rispetto anche alle altre principali valute internazionali). E ancora una volta non è necessario essere un economista per comprendere che un Euro forte penalizza fortemente le esportazioni (vendite) delle aziende europee. Sono molte le imprese italiane in difficoltà a seguito di questo fenomeno, che hanno registrato ingenti cali di vendite e riduzioni di fatturato, il tutto con gravi ripercussioni sulla produzione e sull’occupazione. Molti si chiedono perché la Bce non stia facendo molto sotto questo aspetto, pur avendone le possibilità, per sostenere i cittadini e le imprese del territorio dei Paesi Ue. La Banca Centrale Europea non sta facendo quasi nulla poiché è una Banca privata, indipendente ed autonoma. E qui possiamo rilevare una serie di fatti piuttosto preoccupanti: le Banche Centrali delle singole nazioni europee, prima del Trattato di Maastricht, avevano un’indipendenza dal potere politico variabile tra il 40 e il 65%; attualmente, dopo l’introduzione dell’Euro, l’indipendenza si aggira intorno al 90%. Dunque, mentre nessuna influenza può giungere dal potere politico alla Bce, dai vertici monetari giungono invece ai nostri governanti continue indicazioni, parametri cui attenersi, rigidi vincoli che coinvolgono l’intera vita e l’economia delle nazioni. Inoltre, l’art. 4 del Trattato non menziona la Bce tra le Istituzioni della Comunità (Parlamento Europeo, Consiglio, Corte di Giustizia, Corte dei Conti e Commissione); alla Bce però il Trattato conferisce personalità giuridica e lo Statuto ne riconosce la più ampia capacità di agire all’interno di ciascuno degli Stati membri. Sotto il profilo giuridico-formale, la Bce non è dunque un’Istituzione Comunitaria, ed i singoli Paesi aderenti all’Unione Monetaria non possono interferire in alcun modo con la sua politica economica; essa può quindi fissare a suo arbitrio il livello del tasso ufficiale di sconto (Tus), la quantità di denaro da immettere sul mercato, decidere la disponibilità ed il costo del finanziamento del sistema bancario e qualsiasi altra azione di sua competenza, in modo indipendente (art. 7 del Protocollo Sebc: “Indipendenza”). Ed in aggiunta, mentre i dibattiti e le sedute della Camera dei Deputati e del Senato sono aperti al pubblico e le sentenze delle Corti di Giustizia devono essere dettagliatamente motivate e pubblicizzate, dall’altra parte, le riunioni del Consiglio Direttivo della Bce sono assolutamente secretate, ed è lo stesso Consiglio che, di volta in volta, decide se pubblicare le proprie delibere, se pubblicarne solo alcune parti, o se non pubblicarle affatto. Oltre tutto questo, i dirigenti della Bce godono di una sostanziale immunità: non sono infatti previste, all’interno della Bce, sanzioni per comportamenti impropri degli stessi dirigenti (art. 12 del Protocollo: “Responsabilità degli organi decisionali”). Senza esagerazioni, il Trattato di Maastricht ha fatto di loro membri intoccabili di una Società privata ed autonoma, in parte segreta, che condiziona Stati e popoli. Inoltre all’interno della stessa Banca Centrale prevalgono gli interessi tedeschi i quali sembrano avere come unico obiettivo quello della lotta all’inflazione, a costo di mandare sul lastrico famiglie ed aziende, mantenendo un alto livello di tassi d’interesse, e facendo finta di non accorgersi che la maggioranza dei Paesi dell’area Euro non ha fondamentali così buoni come quelli tedeschi. Gli interessi tedeschi devono però fare i conti con quelli americani, prevalenti anch’essi all’interno della Bce: infatti molti esponenti e dirigenti della stessa Bce provengono dalle grandi Banche d’affari Usa (Bini Smaghi, Mario Draghi, ecc…) e sapendo che agli Stati Uniti serve in questo momento un Dollaro assai debole che permetterebbe loro di ridurre il notevole disavanzo pubblico, in parte utilizzato per finanziare le varie guerre e missioni militari nel mondo, e di rilanciare le esportazione delle loro aziende verso l’estero, si riuscirebbe a comprendere meglio come mai la nostra Banca Centrale non è ancora intervenuta e né interverrà sul mercato delle valute favorendo un Euro così “forte” e un Dollaro così debole che, in termini economici, si traduce in una notevole difficoltà per le nostre aziende di vendere i propri prodotti/servizi all’estero. In poche parole, I Paesi dell’area Euro, compresa l’Italia, stanno pagando il “conto” degli amici americani con la compiacenza della nostra Banca Centrale. Ne deriva inoltre che i singoli Stati dell’Unione Monetaria hanno perso la sovranità monetaria e legislativa in campo monetario, sovranità che sono parti essenziali della sovranità nazionale. Appurato che la Bce è un “Ente” privato ed autonomo, ora è più facile comprendere le cause e le dinamiche di questo stato di cose. - Ed ancora, affrontiamo il tema della congiuntura economica, la quale avrebbe dovuto prendere slancio positivo con l’utilizzo della nuova valuta, facendo leva sui bassi tassi. , sulla stabilità dei cambi, e sulla forza del sistema Europa. Dunque, possiamo certamente affermare che attualmente i Paesi dell’Unione Monetaria, compresa l’Italia, si trovano in una negativa fase di stagflazione, ovvero di stagnazione economica abbinata ad inflazione, ma ad una inflazione ben più pericolosa poiché importata soprattutto dal rincaro delle fonti energetiche e non legata all’aumento dei consumi interni, i quali sono bloccati a causa delle difficoltà economiche della classe media italiana (1 famiglia su 4 ormai non arriva a fine mese con il proprio stipendio); inoltre, per il nostro Paese si può parlare quasi con certezza di recessione tecnica, il preludio ad una fase di recessione vera e propria se i prossimi dati macroeconomici non miglioreranno. Alla crisi economica si è aggiunta ora anche una crisi finanziaria, generata da quelle Banche ed Istituzioni finanziarie che avrebbero dovuto essere controllate dalle Banche Centrali, nel loro operato a volte poco trasparente, ma che così non è stato; ed il fenomeno è maggiormente comprensibile se si pensa che molte Banche Centrali sono di proprietà delle stesse Banche “controllate”. L’esempio eclatante è dato dalla nostra Banca d’Italia, il cui pacchetto azionario è detenuto per oltre il 90% da Banche private (i gruppi Intesa-san Paolo e Unicredit-capitalia possiedono oltre il 40% delle azioni di Banca d’Italia!). Dopo queste premesse, credo quasi ogni cittadino, secondo logica, firmerebbe una dichiarazione o voterebbe, in sede di referendum, per l’uscita dell’Italia dall’Euro ma purtroppo nel nostro Paese sono dichiarati anticostituzionali i referendum che hanno come oggetto materia fiscale e finanziaria, inoltre la classe politica, sia per ignoranza in materia, sia perché spesso sobillata e controllata dal potere finanziario che sponsorizza le loro campagne elettorali e business diversi, è alquanto restia a parlare o a prendere iniziative relativamente a queste tematiche; in aggiunta, un altro fattore molto importante è costituito dal fatto che, nel nostro Paese, esiste anche una forte censura da parte dei media e dei principali quotidiani (quasi tutti partecipati a livello azionario, in misura più o meno ampia, da una o più Banche) su questa materia. Ma, a parte questo, l’Italia uscirà dall’Euro soprattutto per motivi tecnico-finanziari. Infatti recentemente si è verificato che il differenziale tra i Btp italiani (titoli di Stato a reddito fisso con durata decennale) e i Bund tedeschi, di colpo, è salito a 40 punti base, il massimo dal 2001 (vigilia dell’entrata dell’Euro). Ma il fenomeno è ancor più strano poiché, dal momento che Btp e Bund sono emessi da Paesi aderenti all’Ue ed entrambi in euro, il differenziale dovrebbe essere pari a zero; nonostante questo invece tale differenza è rimasta sullo 0,20 (20 punti base) per questi anni, indicando un certo livello di diffidenza nei confronti del nostro Paese; Francia e Spagna avevano un differenziale solamente dello 0,04 (4 punti base) rispetto alla Germania. Solitamente un differenziale così ampio tra titoli di Stato anticipa un movimento o accadimento assai negativo, ed ora il mercato inizia a muoversi sull’Italia, scommettendo sull’uscita dall’Euro del nostro Paese. E’ quindi solamente una questione di tempo. L’italia per non crollare economicamente avrebbe bisogno di un cambio eur/usd a 1 e non agli attuali 1,52. , e di un cambio eur/jpy (yen) a 100 e non certo all’attuale 160, e di tassi d’interesse tra i 2,5-3%. La Germania, che influenza notevolmente le decisioni della Bce, come abbiamo visto in precedenza, ha attualmente un surplus estero di 130 miliardi di euro (record) seppure con l’euro a 1,50, ha inoltre un mercato immobiliare stagnante da anni a livello di prezzi, e non presenta problemi di debito in generale: è naturale quindi sia più che contenta di avere un euro forte e l’unico aspetto che le interessa è quello di controllare l’inflazione, mantenendo alti i principali tassi d’interesse. Il problema è che la felice situazione della Germania non è paragonabile a quella della maggioranza degli altri Paesi dell’area Euro. In Italia, per rimanere a casa nostra, la crescita è ormai vicina allo zero, tanto ché si sta parlando ormai di recessione tecnica, la spesa per i consumi nello scorso mese di ottobre ha persino registrato un valore negativo (-0,6%) rispetto all’anno precedente; c’era solamente l’export che ci dava qualche soddisfazione con ottimi saldi positivi, ma ora anche questo si è contratto notevolmente a causa dell’euro forte. E’ quindi doveroso insistere sul fatto che se l’Italia rimarrà con questi valori all’inizio della recessione vera e propria, verrà inesorabilmente buttata fuori dall’Euro nonostante la volontà contraria di banchieri e politici. E non credete alle loro parole quando dichiarano, senza cognizione di causa o perché spinti da loro interessi, che se non avessimo adottato l’Euro, ora con la “vecchia” Lira saremmo in condizioni peggiori. , non credetegli, che lo dimostrino tecnicamente. E per rimanere nel tecnico, il differenziale Btp-bund, fino a questa estate, era sullo 0,20 (20 punti base), ora è saltato improvvisamente a 0,40; quando si arriverà sullo 0,80-0,90 (80-90 punti base) significherà che l’Italia sarà costretta ad uscire dall’Euro, senza bisogno di alcun referendum da parte degli Italiani, ma con una situazione economico-finanziaria e sociale ben più grave e disastrata di quella attuale.
Fabrizio Zampieri - Economista ed Analista Finanziario - email: fabrifinanz@hotmail. Com .
 
   
   
L’UE VIETA LA VENDITA DEGLI ACCENDINI NON A PROVA DI BAMBINO E DEGLI ACCENDINI FANTASIA  
 
Bruxelles, 12 marzo 2008 - L’11 marzo è entrata in vigore la decisione della Commissione che vieta la vendita di accendini non a prova di bambino e di accendini fantasia. La decisione è stata adottata il 13 febbraio 2007 dagli Stati membri dell’Ue rappresentati in seno al comitato della direttiva sulla sicurezza generale dei prodotti. La decisione accresce la sicurezza dei consumatori introducendo l’obbligo, a decorrere dall’11 marzo, che gli accendini pericolosi per i bambini non possano più essere venduti ai consumatori europei. L’immissione sul mercato e l’importazione di questi accendini sono già proibite a partire dall’11 marzo 2007 e all’industria del settore era stato concesso un anno per liquidare le scorte. La decisione fa obbligo inoltre ai governi di assicurare che gli accendini comunemente commercializzati nell’Ue siano sicuri per i bambini. Essa vieta anche l’immissione sul mercato di accendini che somigliano ad oggetti suscettibili di esercitare un’attrattiva sui bambini (detti anche "accendini fantasia"). "Plaudo all’entrata in vigore di questi provvedimenti importanti che accresceranno la sicurezza dei consumatori, e in particolare dei bambini, in Europa" ha affermato Meglena Kuneva, Commissario europeo responsabile per la tutela dei consumatori. "Tutte le parti in causa saranno ora tenute ad assicurare che gli accendini fuori norma non finiscano nelle mani degli utilizzatori. Sollecito le autorità di forza pubblica dei singoli paesi a recepire la loro responsabilità e a far rispettare rigorosamente queste disposizioni". Il motivo della decisione - Un uso improprio degli accendini da parte di bambini che ci giocano ha provocato un gran numero di incidenti. Si stima che nell’Ue tra 1 500 e 1 900 casi di lesioni e tra 34 e 40 decessi siano dovuti annualmente a incidenti provocati da bambini che giocano con accendini. Vi sono meccanismi a prova di bambino utili per prevenire simili incidenti e il loro uso è stato reso obbligatorio negli Usa, in Canada, Australia e Nuova Zelanda da circa 10 anni. L’introduzione dell’obbligo “a prova di bambino” negli Usa ha comportato una riduzione del 60 % nel numero di simili incidenti. Gli accendini sono prodotti di consumo che presentano un rischio intrinseco poiché producono fiamma o calore e contengono un combustibile. Essi presentano un grave rischio se usati in modo improprio da bambini. Ciò vale in particolare per gli accendini monouso venduti in gran numero, spesso in confezioni di diverse unità, e utilizzati quali prodotti usa e getta di scarso valore. I bambini possono usarli per giocare e provocare incidentalmente incendi, gravi lesioni e la morte di persone. Qual è il campo di applicazione della decisione? Il requisito “a prova di bambino" della decisione interessa approssimativamente il 98 % di tutti gli accendini venduti annualmente nell´Ue, compresi gli accendini usa e getta di plastica e quelli metallici a basso costo. A certi accendini non si applica il requisito "a prova di bambino" poiché essi non sono facilmente accessibili per i bambini. Resta il fatto però che devono soddisfare un certo numero di requisiti generali di sicurezza stabiliti in una norma specifica sulla sicurezza degli accendini, la norma En Iso 9994. Affinché gli accendini siano esentati dal requisito “a prova di bambino” essi devono rispettare una serie di criteri tecnici enunciati nella decisione. La decisione vieta inoltre l’immissione sul mercato di accendini che somigliano ad oggetti suscettibili di esercitare una particolare attrattiva sui bambini (ad esempio giocattoli, telefonini, alimenti, automobili, ecc. ) e che quindi comportano un rischio elevato d’uso improprio (i cosiddetti “accendini fantasia”). Cos´è un “accendino a prova di bambino”? Una norma europea (En 13869:2002) stabilisce le specifiche di sicurezza per i bambini applicabili agli accendini. Gli accendini che soddisfano le pertinenti specifiche di questa norma europea godono di una presunzione di conformità alla decisione. Si presumono inoltre conformi quegli accendini che soddisfano il requisito di sicurezza per i bambini stabilito nella normativa di paesi terzi laddove tali requisiti siano equivalenti a quelli fissati dalla decisione (ad esempio quelli che si applicano negli Usa). In che modo funziona la decisione? Su richiesta delle autorità competenti degli Stati membri i fabbricanti e gli importatori devono presentare tutta la pertinente documentazione, compresi i rapporti di test in materia di sicurezza per i bambini. I rapporti di test devono essere rilasciati da organismi di test accreditati o riconosciuti dalle autorità competenti degli Stati membri. I rapporti di test possono essere anche emanati da un organismo di test i cui rapporti sono accettati dai paesi in cui sono in vigore requisiti di sicurezza per i bambini equivalenti a quelli previsti nella decisione (ad esempio gli Usa). I distributori sono sollecitati a cooperare con le autorità competenti e a fornire loro, a richiesta, la necessaria documentazione per rintracciare l’origine degli accendini che immettono sul mercato. Le autorità competenti degli Stati membri hanno la responsabilità di far rispettare le disposizioni della decisione e dovrebbero ora controllare se accendini fantasia e accendini non a prova di bambino si trovino ancora sugli scaffali dei negozi. Per ulteriori informazioni vi invitiamo a consultare: http://ec. Europa. Eu/consumers/index_it. Htm .  
   
   
NUOVI INVESTIMENTI IN EST EUROPA PER GLI AUSTRIACI  
 
 Trieste, 12 marzo 2008 - Secondo un´indagine svolta dalla Oekb (società austriaca per la copertura assicurativa delle operazioni finanziarie e commerciali all´estero) insieme alla Reuters, almeno il 40 per cento delle aziende austriache con presenza all´estero è in procinto di espandere le proprie sedi e di ampliare la propria attività commerciale nei nuovi mercati dell´Est, soprattutto in Romania, Bulgaria, Russia e Ucraina. La notizia è ripresa dall´Ice, la quale aggiunge che particolarmente attive sono le società per la distribuzione dell´energia e dell´acqua. Sembra invece indebolito il settore delle finanze, influenzato dalla crisi dei mercati finanziari globali. .  
   
   
15 MARZO GIORNATA NAZIONALE ANTIMAFIA: PRESENTATO FLARE /FREEDOM, LEGALTY AND RIGHTS IN EUROPE, NETWORK EUROPEO DI ASSOCIAZIONI CHE PROMUOVONO LA LEGALITÀ IN EUROPA  
 
 Bari, 12 marzo 2008 - Il presidente Vendola, il sindaco di Bari Michele Emiliano, il vicepresidente della Provincia Onofrio Sisto, con l’assessore alla Trasparenza Guglielmo Minervini e con il coordinatore di Libera, don Tonio Dell’olio hanno presentato ieri in Presidenza la Xiii edizione della Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”, che si terrà sabato 15 a Bari. L’occasione è stata utile per presentare alla stampa il programma Flare /Freedom, Legalty and Rights in Europe, network europeo di associazioni che promuovono la legalità in Europa (50 sigle per 200 delegati provenienti dal Caucaso fino alla penisola iberica). Le riunioni conclusive si terranno venerdì 14 in Fiera. “Voglio invitare tutto il mondo che si occupa di legalità a Bari per sabato, tutti quelli che hanno voglia di cercare delle risposte – ha detto Emiliano – A Bari si noterà la differenza tra esserci e non esserci, come a Polistena l’anno scorso per la Xii giornata. Dedicheremo il parco di Punta Perotti alla legalità e da lì partirà il corteo. Non è un caso che si tenga a Bari la manifestazione, una città che ha varato l’agenzia per la lotta non repressiva alla mafia e dove ci sono due famiglie, quella Fazio e quella Marchiateli che non hanno accettato il risarcimento dei clan per l’errore, ma hanno deciso di finanziare le fondazioni per il reinserimento sociolavorativo degli ex detenuti”. Il vicepresidente Sisto ha sottolineato la necessità di rivedere la legislazione su sequestri, confische e rassegnazione di beni ex mafiosi. “Credo – ha detto invece Minervini – che sabato ci siano tutte le condizioni per un successo. Perché in Puglia gli incontri preparatori sono stati molto partecipati, mettendo in luce l’esistenza di una vera antimafia sociale e di una diffusa cultura della legalità. E’ un paesaggio sociale fatto di famiglie, giovani scuole e parrocchie che fanno da retroterra all’antimafia di magistratura e polizia. La storia della Puglia e delle sue mafie oggi è diversa forse perché c’era quel retroterra sociale”. E ancora: “La Regione ha invertito la sua organizzazione. Abbiamo varato e sostenuto tre iniziative: il recupero dei terreni confiscati a Torchiarolo, la scuola di pace e non violenza per la soluzione non armata dei conflitti a Alessano, nella casa di Don Tonino Bello, e venerdì partirà l’accordo per il riuso sociale dell’ex discoteca Moma di Adelfia, sequestrata ai clan che diventerà il Momart, un luogo dove il divertimento era merce che ora simbolicamente diventa pubblico”. Per il presidente della Regione, ricordando episodi dell’operazione Reset a Molfetta, che vide impegnati l’allora Pm Emiliano, l’allora vicepresidente dell’Antimafia Vendola e l’allora sindaco Minervini “Noi siamo il Mezzogiorno che non ci sta: siamo orgogliosi di rappresentare un’alternativa alla sciatteria fatta da modelli del Grande fratello e del trash televisivo, chiamando giovani e studenti a discutere di legalità dal vivo. E allora, recidere il familismo amorale è perfino più importante di mettere in galera i mafiosi. La legalità – ha aggiunto – non è specialismo, non si possono lasciare soli i sindaci a confiscare i beni mafiosi, occorre concertazione. Poi occorre snellire le indagini: come Regione stiamo finanziando il fascicolo e gli archivi elettronici nei tribunali”. Infine, per Vendola “E’ importante che la Regione finanzi operazioni speciali come la trasformazione di una discoteca proprietà dei mafiosi in luogo sociale: la legalità, la difesa della legge deve essere percepita come conveniente per le persone e per la società”. .  
   
   
FISCO SLOVENO COOPERA CON QUELLI REGIONALI  
 
Lubiana, 12 marzo 2008 - I Paesi cosiddetti "4 di Visegrad" (Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia e Slovacchia) coopereranno con la Slovenia, rafforzando la cooperazione tra i rispettivi sistemi fiscali. Lo ha dichiarato l´agenzia di controllo fiscale ungherese Apeh. Gli affari transnazionali e i rapporti commerciali saranno indagati più a fondo, grazie al maggior scambio di informazioni tra gli uffici nazionali delegati al controllo della tassazione. La notizia è ripresa dal Budapest Business Journal. Sono previsti regolari incontri nel futuro, per coordinare i compiti internazionali. .  
   
   
"IL FISCO METTE LE RUOTE"  
 
 Roma, 12 marzo 2008 - Per i cittadini che abitano distanti dagli uffici dell´amministrazione fiscale, l´Agenzia delle Entrate mette a disposizione un ufficio mobile pienamente attrezzato per dare informazioni, servizi ed assistenza fiscale. Il camper girerà l´Italia facendo tappa in 25 località, attraversando undici regioni tra marzo e novembre. Ciascuna tappa avrà la durata di quattro giorni, dal martedi´ al venerdi´, con orario 9. 30-18. 00. L´iniziativa è partita ieri, 4 marzo, in Piemonte. Prima tappa San Damiano d´Asti, in provincia di Asti. "Il fisco mette le ruote", una iniziativa dell´Agenzia delle Entrate realizzata con la collaborazione dei Comuni, ha l´obiettivo di portare informazione e assistenza fiscale ai contribuenti che vivono in centri non serviti da strutture stabili dell´Agenzia. Già sperimentato con successo dalla direzione regionale del Piemonte, il progetto prevede l´utilizzo di un camper attrezzato come un vero e proprio ufficio dove i funzionari dell´Amministrazione offrono ai cittadini i servizi quotidianamente erogati presso gli sportelli degli uffici locali, tra i quali: -assistenza nella compilazione e trasmissione delle dichiarazioni dei redditi; -chiarimenti in materia di comunicazioni di irregolarita´ e di iscrizioni a ruolo; -informazioni relative a successioni e donazioni; -rilascio di codici fiscali e partite Iva; -abilitazione ai servizi telematici (codice Pin); -richiesta di duplicato di tessera sanitaria; -registrazione dei contratti di locazione. Presso il camper, inoltre, saranno distribuiti i modelli di dichiarazione e le piu´ recenti pubblicazioni del periodico bimestrale "L´agenzia informa", con approfondimenti sulle piu´ attuali tematiche fiscali. Il percorso è stato pianificato considerando le peculiarità socio-economiche dei vari comuni e in modo da ridurre e razionalizzare l´afflusso di contribuenti presso gli uffici, soprattutto nei periodi fiscalmente "caldi". . .  
   
   
MEF: TIRRENIA, CREDIT SUISSE CONSULENTE PER ATTIVITA´ PROPEDEUTICHE A PRIVATIZZAZIONE  
 
Roma, 12 marzo 2008 - Il Ministero dell´Economia e delle Finanze comunica che Credit Suisse è stata selezionata per lo svolgimento del ruolo di Consulente del Ministero per le attività propedeutiche alla privatizzazione di Tirrenia di Navigazione S. P. A. La decisione è stata assunta anche sulla base del parere espresso al riguardo dal Comitato Privatizzazioni .  
   
   
GRUPPO MPS: APPROVATI I RISULTATI 2007 UTILE NETTO A 1.437,6 MILIONI DI EURO, IPOTESI DI DIVIDENDO DI 0,21€ (+24% SUL 2006)  
 
Siena, 12 Marzo 2008. Il Consiglio di Amministrazione della Banca Monte dei Paschi di Siena spa ha approvato il 10 marzo i risultati 2007 del Gruppo Mps e il Piano Industriale 2008-2011. L’utile netto di 1. 437,6 milioni di euro rappresenta il miglior risultato della lunga storia del Gruppo Mps. Negli ultimi quattro anni l’utile è cresciuto in maniera esponenziale dai 554,8 milioni di euro del 2004 fino al risultato record registrato nel 2007 con un incremento del 160% nello stesso periodo. I principali risultati consolidati - Nel corso del 2007 il Gruppo Mps ha conseguito risultati commerciali positivi valorizzando i vasti interventi di riassetto organizzativo effettuati a partire dalla seconda metà dello scorso esercizio; sotto il profilo operativo e reddituale, si registrano risultati in crescita sia per quanto riguarda lo sviluppo degli aggregati patrimoniali e commerciali, con significativi incrementi dei volumi intermediati con la clientela anche in termini di quote di mercato, sia per quanto riguarda gli aggregati reddituali. In particolare, l’analisi del margine della gestione finanziaria ed assicurativa consolidato evidenzia: un margine di interesse a 2. 944,5 milioni di euro (+8,5% rispetto al 2006) che beneficia della buona evoluzione delle masse medie intermediate (superiore all’11% anno su anno). Dinamica trimestrale (in cui contribuiscono componenti legate a junior notes per 18 milioni di euro) in decisa accelerazione (+10,3% e +7,8% al netto delle componenti non commerciali). La forbice dei tassi è in linea con i valori di dicembre 2006. Commissioni nette in crescita (+1,7% rispetto al 2006, ma +4,0% al netto delle commissioni performance) a 1. 515,3 milioni di euro con un profilo trimestrale in rimarchevole accelerazione (+3,9%). In particolare si registra una crescita delle commissioni da servizi tradizionali del 2,7% ed una sostanziale stabilità dei proventi derivanti dalla gestione del risparmio nonostante l’eliminazione delle commissioni di “overperformance” sui Fondi Ducato. Un risultato netto da negoziazione/valutazione attività finanziarie di 354,7 milioni di euro (530,6 a dicembre 2006) che beneficia degli utili da cessione di alcune partecipazioni (tra cui Borsa Italiana per 162 milioni di euro), caratterizzato nel quarto trimestre dalla correzione dei mercati che ha penalizzato l’attività di trading della Capogruppo. Tra le altre voci che concorrono alla formazione del margine della gestione finanziaria ed assicurativa si registrano inoltre dividendi, proventi simili e utili/perdite delle partecipazioni per 156,3 milioni di euro (149,3 milioni nel 2006) di cui 98,4 riferibili agli utili della Jv di Mps Vita con Axa e circa 26 milioni di utili riferibili alla dismissione di parte della quota di partecipazione detenuta in Finsoe, ceduta nel primo trimestre. Complessivamente il margine consolidato della gestione finanziaria ed assicurativa si attesta a 4. 968,2 milioni di euro (+1,9% rispetto al 2006) con il margine di intermediazione primario che aumenta del 6,1% rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda il costo del credito e delle attività finanziarie si evidenziano: “ rettifiche nette di valore su crediti” per 552 milioni di euro che esprimono un tasso di provisioning pari a circa 52 b. P. (di cui 47 bps ricorrenti) e che determinano un ulteriore rafforzamento della copertura dei crediti deteriorati (39,4% dal 38,7% del 2006) “ rettifiche nette di valore per deterioramento di attività finanziarie” con un saldo negativo pari a 37,7 milioni di euro a seguito dell’aggiornamento della valutazione nella partecipazione Hopa che ha comportato una svalutazione di circa 34 milioni di euro. Il risultato della gestione finanziaria ed assicurativa raggiunge i 4. 378,5 milioni di euro (+2%). Gli oneri operativi (2. 900,8 milioni di euro) sono in decrescita dello 0,2% rispetto al 2006. In particolare: “ le spese per il personale” si attestano a 1. 848,9 milioni di euro, con una flessione dello 0,7% sull’anno precedente da ricondurre soprattutto alle iniziative di ricomposizione degli organici fin qui realizzate. L’aggregato assorbe oneri straordinari per cessazioni agevolate (53 milioni di euro, 40 milioni di euro nel solo quarto trimestre) e l’impatto 2006/2007 del rinnovo contrattuale (50 milioni di euro). L’organico a fine 2007 si è ridotto di 181 risorse nonostante l’apertura di 98 nuove filiali e 6 Centri Private (con circa 400 risorse assorbite). “ altre spese amministrative” a 936,9 milioni di euro (+2,9% sull’anno precedente) dovuto allo sviluppo della rete e alle spese di consulenza collegate alle sviluppo delle progettualità previste dal Piano Industriale nonché alle altre operazioni straordinarie (acquisizione di Biverbanca, cessione del 50% di Mpv). L’indice cost/income comprensivo degli ammortamenti scende pertanto al 58,4% (59,6% a dicembre 2006). Per effetto delle dinamiche sopra menzionate, il risultato operativo netto si attesta a 1. 477,6 milioni di euro (+6,7%) e l’utile netto consolidato di periodo si attesta quindi a 1. 437,6 milioni di euro. A completare il quadro reddituale concorrono in particolare: “ accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri e altri proventi/oneri di gestione” pari a - 207,5 milioni di euro da riconnettersi soprattutto ad elementi non ricorrenti quali revocatorie fallimentari e controversie legali (tra cui Parmalat, Bell, junior notes) e rafforzamento fondo rischi “ imposte sul reddito dell’esercizio” per 551,6 milioni di euro per un “tax rate” al 43,4% penalizzato dagli effetti fiscali (one off) negativi riconducibili alla legge finanziaria 2008 relativamente alla fiscalità differita per circa 102 milioni di euro imputati nel quarto trimestre, al netto dei quali il “tax rate” sarebbe del 35,4%. Tra le componenti straordinarie ricordiamo infine i 735,2 milioni di euro derivanti essenzialmente dalla plusvalenza relativa alla vendita del 50% di Mps Vita. Aggregati patrimoniali - L’operatività commerciale del 2007 per il Gruppo Mps, in termini di gestione del risparmio e del credito, si è tradotta in un apprezzabile sviluppo dei principali aggregati patrimoniali trainata anche dalla forte accelerazione del patrimonio clienti del Gruppo: +150. 000 rispetto al 2006 a cui vanno sommati i 145. 000 clienti di Biverbanca entrata nel perimetro di Gruppo a fine anno e con effetti 2007 solo sul versante patrimoniale. In particolare, la raccolta diretta (pari a circa 113 miliardi di euro) cresce del +20,6% annuo (+17,8% al netto Biverbanca) mentre la raccolta indiretta, pur in presenza di un contesto di mercato particolarmente difficile, si attesta a 100 miliardi di euro riportando una crescita dell’1,3%. La raccolta complessiva cresce del 10,7% (+7,9% al netto di Biverbanca). Importanti i collocamenti di prodotti di gestione del risparmio (9,8 miliardi nel 2007, il 15% in più rispetto al 2006) grazie a circa 8 miliardi di euro di obbligazioni e 3,1 miliardi di prodotti assicurativi. In una situazione di mercato estremamente volatile e attenta alle tematiche della liquidità, si segnala l’ulteriore miglioramento della situazione del Gruppo Mps: posizione interbancaria positiva (+1,1 mld. € da - 2,5 miliardi di euro di Settembre e ai – 3,6 miliardi di euro a Giugno 2007), rapporto Impieghi/raccolta ben sotto a 1 (0. 94) e “counterbalancing capacity” di circa € 8bn a fine Gennaio 2008. I crediti verso la clientela si attestano invece a circa 106 miliardi di euro, il 15,6% in più rispetto al 2006 (+13,1% al netto Biverbanca) con flussi di erogazione delle reti e delle società di credito specializzato che si sono attestati sopra ai 17 miliardi di euro (+22,6% rispetto ai volumi di dicembre 2006). Crescite importanti sulle erogazioni di tutti i prodotti: mutui +22%, credito al consumo +3,9%, leasing +31,5%, factoring +18,6%, credito agrario e industriale +19,3%. Tali risultati beneficiano del positivo contributo apportato, oltre che dalla Capogruppo Bancaria, da tutte le Unità di Business e in particolare di Banca Toscana (utile netto a 125,2 milioni di euro, +33,9%) e di Bam (utile netto a 92,3 milioni di euro, +17,1%). Il Consiglio di Amministrazione ha discusso l’ipotesi un dividendo di 0,21 euro per azione ordinaria in crescita del 24% rispetto al 2006. .  
   
   
GRUPPO MPS: APPROVATO IL PIANO INDUSTRIALE 2008-2011 L’INSERIMENTO DI ANTONVENETA IN UN PIANO DI PROFONDA RISTRUTTURAZIONE  
 
Siena, 12 Marzo 2008 - Il Consiglio di Amministrazione della Banca Monte dei Paschi di Siena ha approvato il nuovo Piano Industriale di Gruppo per il periodo 2008-2011. In uno scenario bancario profondamente mutato e caratterizzato dal rallentamento della crescita e da una maggiore competizione, il nuovo Piano Industriale consentirà di sfruttare al meglio l’acquisizione di Banca Antonveneta per attuare una profonda ristrutturazione ed un rilancio delle performance dell’intero Gruppo Mps. Ciò permetterà, da un lato, di capitalizzare i benefici degli interventi industriali progettati ed eseguiti nel precedente Piano 2006-2009 e, dall’altro, di realizzare azioni strategiche e organizzative di forte discontinuità col passato. L’insieme di queste manovre porterà il Gruppo Mps ad affrontare le nuove sfide del mercato con una proposta innovativa che consentirà di creare valore incrementando l’efficacia commerciale e operativa e migliorando l’efficienza strutturale. Un traguardo raggiungibile grazie alle scelte compiute nell’ultimo anno e mezzo (razionalizzazione della linea di produzione, joint venture nel settore assicurativo, riallocazione di alcuni asset e focalizzazione sul core business della banca) ed al positivo track record gestionale evidenziato anche dai risultati 2007. Il Piano Industriale prevede che l’integrazione di Antonveneta e la ristrutturazione del Gruppo possano generare sinergie per ~€732m, di cui ~€256m da maggiori ricavi (da iniziative commerciali sulle divisioni Retail, Corporate e Private) e ~€476m di minori costi (~€144m di minori costi del personale e ~€332m di minori spese amministrative). A fronte delle sinergie attese, il nuovo Gruppo sosterrà oneri di integrazione per ~€577m. In termini di performance, il Piano Industriale consentirà al Gruppo di raggiungere nel 2011 un obiettivo di utile netto di circa 2,2 miliardi di euro, di cost/income di 47% e di Roe di circa il 13%, in linea con le best practice domestiche. Ad orizzonte di Piano, si prevede un incremento dei ricavi da €6,86 miliardi nel 2007 a €7,91 miliardi nel 2011 e una riduzione dei costi operativi da €4,15 miliardi nel 2007 a €3,66 miliardi nel 2011. L’integrazione di Antonveneta Il Consiglio di Amministrazione di Mps ha annunciato l’8 Novembre 2007 di aver raggiunto un accordo con Banco Santander per l’acquisizione di Antonveneta, con l’esclusione della partecipazione detenuta da quest’ultima in Interbanca e nelle sue società controllate, al prezzo di €9 miliardi per cassa. Come già comunicato al mercato, l’operazione verrà finanziata attraverso un articolato programma che prevede il ricorso a strumenti di capitale e di debito e un finanziamento ponte con cessione di asset non strategici. L’assemblea degli azionisti ha approvato, in data 6 marzo 2008, di attribuire al Consiglio di Amministrazione la facoltà di aumentare a pagamento il capitale sociale fino a €5 miliardi da offrire in opzione agli aventi diritto e fino a €1 miliardo, con esclusione del diritto di opzione, da riservare in sottoscrizione a una società del gruppo Jpmorgan; tali deleghe potranno essere esercitate a partire dal momento dal quale la Banca abbia conseguito ogni previa autorizzazione dovuta per legge o per regolamento da parte di ogni competente autorità di vigilanza sulle banche. Linee guida del Piano Industriale Il Piano Industriale 2008–2011 individua chiaramente le linee di intervento su cui si svilupperà il processo che porterà al raggiungimento dei risultati previsti: Ottimizzazione dell’assetto distributivo Per aumentare l’efficacia commerciale nelle aree ad elevato presidio naturale, la rete distributiva del Gruppo sarà ridefinita secondo un principio di esclusività territoriale: Bmps come rete estesa su tutto il territorio nazionale (è la seconda del Paese); Nuova Antonveneta come banca di riferimento nel Nord-est; Biverbanca come banca di riferimento in Piemonte nelle zone di insediamento. La nuova articolazione della rete distributiva sarà realizzata anche attraverso l’integrazione di Bam e Bt in Mps. Verrà inoltre diversificato l’approccio al cliente attraverso un focus particolare su canali alternativi di distribuzione (ad es. Banca Infinita, Mps Banca Personale) e l’introduzione di risorse focalizzate sull’acquisizione di nuova clientela (rete di sviluppatori). Lo snellimento delle strutture centrali consentirà di liberare risorse da destinare alle nuove opportunità create dal potenziamento qualitativo e quantitativo della rete commerciale. Valorizzazione del nuovo assetto di produzione Mps continuerà a mantenere una chiara focalizzazione strategica delle fabbriche a proprietà naturale del Gruppo come centri di eccellenza specialistica (es. Mps Capital Services, Consum. It), proseguendo nella politica, avviata con il precedente Piano Industriale attraverso: Una selezione e gestione ottimizzata dei fornitori terzi, facendo leva sulla piattaforma Wealth Management di recente costituzione. Una retention selettiva delle fabbriche prodotto, anche in partnership con operatori leader di settore (es. Ricerca in corso di partner nell’asset management e partnership con Axa nell’attività assicurativa). Una joint venture con un partner specializzato nel settore dei non performing loans. Una ulteriore specializzazione nel servizio al cliente verrà raggiunta attraverso l’introduzione ed il rafforzamento di reti di specialisti e mediante il presidio dei segmenti imprese e private di fascia alta. In particolare: Mps Capital Services come centro di eccellenza per la fornitura di prodotti e servizi all’impresa, con l’apertura di sedi anche a Padova e Roma. Miglioramento strutturale di efficienza Il Piano Industriale 2008-2011 mira ad uno snellimento strutturale dei costi operativi, attraverso l’integrazione di Antonveneta e delle altre Banche del Gruppo (ad eccezione di Biverbanca), la ridefinizione del ruolo e peso delle Direzioni Generali e delle strutture intermedie per rendere le Banche Reti “snelle” e focalizzate sull’attività commerciale, l’accentramento organizzativo dei poli di back office, Ict e credito. Ottimizzazione del capitale Il Piano prevede il presidio “attivo” dei rischi e del capitale attraverso un programma integrato di miglioramento strutturale del rendimento degli Rwa di Gruppo tramite l’adozione di un risk efficient business model. Queste linee guida saranno realizzate attraverso specifiche leve di intervento: Retail • Introduzione di una rete di sviluppatori focalizzati esclusivamente sull’acquisizione di nuova clientela • Maggiore specializzazione dell’offerta • Sviluppo di canali distributivi alternativi in grado di incrementare il cross-selling e di ridurre il cost-to-serve della filiale (brand “Infinita”) • Rafforzamento nel credito al consumo e nella monetica (Consum. It) Corporate • Potenziamento della nuova Mps Capital Services attraverso la rifocalizzazione geografica. • Apertura di nuovi presidi specializzati sulle piazze a Padova e a Roma. • Forte attenzione ai key client. • Ingresso di nuove risorse a supporto dell’azione commerciale dei gestori sul territorio. Private Banking e Wealth Management • Creazione di un presidio centrale specializzato alla clientela private di fascia elevata con una struttura dedicata. • Introduzione di nuove figure a supporto dei gestori Private e Affluent. • Potenziamento della consulenza a supporto della rete. • Ampliamento del network di promotori finanziari sfruttando le competenza di Mps-axa Sim. Gli interventi per la riduzione dei costi Il Piano Industriale 2008-2011 prevede interventi finalizzati al miglioramento strutturale dell’efficienza con un cost/income ratio che passerà dal 61% pro forma del 2007 al 47% nel 2011. Il costo del personale passerà dal 38% dei ricavi nel 2007 al 31% del totale dei ricavi 2011. Per effetto di queste iniziative, i costi amministrativi passeranno dal 20% dei ricavi nel 2007 al 13%. In particolare, l’integrazione Antonveneta, Bam e Bt, insieme ad azioni di efficientamento, consentirà la riduzione delle altre spese amministrative di ~€332m nell’arco del Piano. L’ottimizzazione del capitale e la ristrutturazione delle attività non core Il Piano Industriale prevede una manovra di ottimizzazione dell’uso e della redditività del capitale attraverso un risk efficient business model di Gruppo ed in particolare: • Gestione “attiva” del rapporto Rwa/impieghi. • Massimizzazione del rendimento sugli attivi. • Programma di disciplina commerciale, con allineamento del comportamento della front-line al risk-efficient business model. Nell’ambito degli obiettivi di Piano, sono state anche individuate cessioni – da portare a termine già entro il 2008 – di due tipologie: A completamento esecutivo del percorso di esternalizzazione selettiva delle fabbriche: dismissione parziale della Mps Am Sgr a partner finanziari e industriali di primario standing con cui creare un nuovo soggetto leader di mercato, Jv nel recupero crediti. Di focalizzazione sul core business bancario: il patrimonio di Mps Immobiliare e parte di quello immobiliare strumentale; le partecipazioni nelle società bancarie estere; o alcune partecipazioni azionarie non attinenti al core business; sportelli selezionati nelle aree a maggiore sovrapposizione; la partecipazione in Banca Monte Parma. .  
   
   
APPROVATO IL PROGETTO DI BILANCIO 2007 DIVIDENDO MELIORBANCA S.P.A.: 0,13 € PER AZIONE (INVARIATO) UTILE NETTO CONSOLIDATO: 12,3* MILIONI DI EURO ( 27 MILIONI NEL 2006)  
 
 Milano, 11 marzo 2008 – Il Consiglio di Amministrazione di Meliorbanca S. P. A. , riunitosi in data odierna, ha approvato il progetto di bilancio di Meliorbanca S. P. A. Ed il bilancio consolidato per l’esercizio 2007. Risultato Meliorbanca S. P. A. E Dividendo La capogruppo Meliorbanca S. P. A. Evidenzia un utile netto di 27,2 milioni di euro (22,7 milioni di euro nel 2006) ed un patrimonio netto di 371 milioni di euro. Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di proporre all’assemblea degli azionisti un dividendo pari a 0,13 € per azione (invariato). Risultato consolidato ed andamento della gestione di Gruppo Il Gruppo Meliorbanca registra un utile netto consolidato di 12,3 milioni di euro (27 milioni di euro nel 2006), significativamente minore dell’utile netto della capogruppo a seguito del citato effetto delle procedure di consolidamento in merito al dividendo della controllata Rinascita S. A. Il risultato 2007 risente, fra l’altro: - di rettifiche nette su crediti negative per 12,2 milioni di euro (positive per 6,9 milioni di euro nel 2006); - oneri non ricorrenti per 5,4 milioni di euro derivanti dalla valutazione delle imposte anticipate sulla base delle nuove aliquote fiscali stabilite dalla Legge finanziaria del dicembre scorso; Le attività di Private banking, hanno registrato Assets under management stabili a 2,1 miliardi di euro. In coerenza con le linee di sviluppo previste dal Piano 2006-08, il 20 luglio 2007 è stato perfezionato l’accordo per la cessione al Gruppo Fondiaria-sai del residuo 40% di Banca Gesfid S. A. ; il primo ottobre 2007 è iniziata - a seguito dell’ottenimento dell’autorizzazione di Banca d’Italia - l’operatività bancaria della controllata Meliorbanca Private S. P. A. , in precedenza Meliorbanca Am Sgr. L’investment banking ha ottenuto ricavi gestionali pari a 7,6 milioni di euro (10,7 milioni di euro nel 2006), in calo principalmente a seguito delle difficoltà che hanno colpito i mercati finanziari nella seconda metà dell’esercizio. Il Corporate lending ha registrato nuove erogazioni per circa 1,2 miliardi di euro, in crescita rispetto al precedente esercizio (0,9 miliardi di euro) mentre relativamente al Consumer lending, in particolare nel segmento dei mutui ipotecari retail, nel 2007 è stato erogato circa 1 miliardo di euro, in linea col precedente esercizio. Nell’ambito dell’attività di Merchant banking, sono state integralmente cedute le quote partecipative detenute in Dip - Diffusione italiana preziosi e Cemp, mentre sono state parzialmente cedute quelle detenute in Conafi, Arca Vita ed Arca Assicurazioni. Relativamente ad Arca Assicurazioni la residua quota detenuta è stata alienata in data 5 febbraio 2008 mentre la restante partecipazione detenuta in Arca Vita verrà dismessa nel corso dell’esercizio 2008, previo ottenimento delle autorizzazioni delle autorità competenti. Piano 2006-2008 Il Consiglio di amministrazione sta proseguendo, con il supporto dell’advisor Lazard & Co. , nella valutazione delle opzioni esistenti “per la crescita per via esterna”, che resta condizione essenziale per il raggiungimento del livello di ricavi previsto nel Piano 2006-08. Tale Piano, infatti, prevede un rilevante contributo allo sviluppo dei ricavi dalla crescita tramite aggregazioni e/o acquisizioni - realizzabili attraverso l’impiego di risorse finanziarie già disponibili – che consentano di creare un durevole incremento di valore per gli azionisti. Le componenti economiche e patrimoniali Premessa metodologica Gli schemi comparativi di conto economico consolidato sono stati redatti in ottemperanza ai principi contabili internazionali, cioè con i dati 2006 che tengono in considerazione i cambiamenti intervenuti nel perimetro di consolidamento del Gruppo (cessione del residuo 40% di Banca Gesfid). Questi ultimi differiscono, pertanto, dagli schemi contenuti nel Bilancio 2006, in quanto recepiscono integralmente nella voce 310 (Utile dei gruppi in via di dismissione al netto delle imposte) l’impatto positivo derivante dalla cessione del 60% di Banca Gesfid S. A. Avvenuta nel 2006 (3,5 milioni di euro). Il margine di interesse è risultato pari a 37,6 milioni di euro, in crescita rispetto ai 34,4 milioni di euro del 2006; tale incremento è da ricondurre principalmente al miglioramento del margine di interesse delle controllate Meliorfactor e Meliorbanca Private. L’attività di copertura delle passività ha generato un utile di 4,4 milioni di euro (risultato negativo per 0,1 milioni di euro nel 2006). Le commissioni nette sono risultate pari a 39,2 milioni di euro (35,4 milioni di euro nel 2006), in aumento principalmente per ricavi rivenienti dall’attività di credito corporate. La crescita dei dividendi è interamente da attribuirsi alle maggiori cedole sui titoli in portafoglio. Il risultato dell’attività di negoziazione è negativo per 34,9 milioni di euro (positivo per 2,5 milioni di euro nel 2006); nell’analizzare tale dato è necessario depurare tale voce dei 22,2 milioni di euro di perdita su titoli in portafoglio di proprietà, per i quali si sono riscossi dividendi per 23,6 milioni di euro, e della perdita di 6,9 milioni di euro relativa a strumenti derivati legati alle cartolarizzazioni effettuate da Meliorbanca negli ultimi anni. Tali strumenti coprono uno sfasamento temporale tra i tassi, entrambi variabili, dei mutui sottostanti e delle obbligazioni emesse dal veicolo delle operazioni. Gli utili da cessione di crediti ammontano a 1,9 milioni di euro, in calo rispetto ai 9,8 milioni di euro nel 2007 per i minori volumi ceduti. La cessione di attività finanziarie disponibili per la vendita ha generato 23,8 milioni di euro, riconducibili quasi per intero alle cessione delle quote in Conafi, Arca Vita, Arca Assicurazioni e Cemp, di cui in precedenza. Il margine di intermediazione consolidato risulta pari a 97,5 milioni di euro (108,1 milioni di euro nel 2006), in calo principalmente per l’opposto effetto, nei due esercizi, dei citati strumenti derivati legati alle cartolarizzazioni. Le rettifiche di valore nette su crediti, pari a 12,2 milioni di euro, sono la risultante di riprese di valore per 10,2 milioni di euro e rettifiche per 22,4 milioni di euro. Le spese amministrative si attestano a 76,3 milioni di euro (68,7 milioni di euro nel 2006); l’incremento è da ricondurre a componenti non ricorrenti per 1,9 milioni di euro, a maggiori spese recuperate per 1,2 milioni di euro (il recupero è contabilizzato nella voce Altri proventi ed oneri) nonché agli investimenti effettuati nelle aree del Private ed Investment banking. La voce utili delle partecipazioni si riferisce alla cessione della quota detenuta in Dip - Diffusione italiana preziosi S. P. A. Ed alla cessione di una modesta quota (6%) della partecipazione in Banca della Nuova Terra S. P. A. , che residua al 38%. Il conto economico 2007 recepisce la rettifica di valore dell’avviamento della società Alter Sim S. P. A. Per un ammontare di 1,1 milioni di euro nonché la rettifica di 1 milione di euro riferibile alla business unit advisory. La voce utile/perdita delle attività in via di dismissione, recepisce l’effetto della cessione del residuo 40% di Banca Gesfid S. A. Il totale attivo del Gruppo Meliorbanca al 31 dicembre 2008 è pari a 4. 412 milioni di euro, mentre il patrimonio netto del Gruppo, comprensivo del risultato di periodo, ammonta a 389 milioni di euro. Convocazione dell’assemblea degli azionisti Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di convocare i Soci in Assemblea Ordinaria per il giorno lunedì 28 aprile 2008 alle ore 11. 00, in prima convocazione, ed in seconda convocazione per il giorno martedì 29 aprile 2008 alle ore 11. 00, per discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno: - Bilancio d’esercizio al 31. 12. 2007; Relazione del Consiglio di Amministrazione sulla gestione; Relazione del Collegio Sindacale e deliberazioni relative; presentazione del Bilancio Consolidato al 31. 12. 2007 - rinnovo dell’autorizzazione all’acquisto ed all’alienazione di azioni proprie. Pagamento del Dividendo Previa approvazione dell’Assemblea dei Soci, il dividendo sarà messo in pagamento a partire dal giorno 8 maggio 2008 con pari valuta, previo stacco della cedola il giorno 5 maggio 2007, data dalla quale le azioni saranno negoziate “ex-dividendo”. .  
   
   
CREDITO ARTIGIANO BILANCIO AL 31.12.2007 UTILE NETTO: 41,9 MILIONI DI EURO, IN CRESCITA DEL 22,9% SU DICEMBRE 2006  
 
Milano, 12 marzo 2008 – Il Consiglio di Amministrazione del Credito Artigiano, presieduto dal prof. Angelo Palma, ha esaminato e approvato il progetto di bilancio al 31 dicembre 2007, che evidenzia la crescita equilibrata di tutti gli aggregati patrimoniali e a cui si è accompagnato un ulteriore significativo progresso dei principali indicatori reddituali in linea con la pianificazione definita. Il Conto economico del 2007 evidenzia un risultato netto di 41,9 milioni di euro con un aumento prossimo al 23% rispetto all’anno precedente. La positiva dinamica è ascrivibile alla progressione dei proventi operativi netti, che segnano un incremento dell’11,6%, cui si contrappone una più contenuta crescita degli oneri operativi, che complessivamente aumentano del 5,8%, pur in presenza di maggiori investimenti a supporto dei programmi di espansione operativa perseguiti. Alla crescita dei proventi operativi netti ha contribuito in misura significativa l’evoluzione del margine di interesse, che si attesta a 153,8 milioni di euro contro 128,2 milioni, con un incremento del 20% su base annua, sostenuto dal progressivo incremento delle masse intermediate, in uno con l’andamento della curva dei tassi di interesse. L’aggregato contribuisce alla determinazione di ricavi operativi complessivi in misura pari al 69% circa, rispetto al 63% dello scorso esercizio, mentre le commissioni nette contribuiscono per il 27% circa rispetto al 30% nel 2006. I ricavi netti da commissioni, che assommano a 60,4 milioni di euro in rapporto a 60,6 milioni del precedente esercizio, registrano, per converso, una leggera contrazione, in linea con le previsioni e l’andamento del sistema bancario, principalmente in relazione alla flessione dei ricavi relativi al risparmio gestito anche in conseguenza dell’andamento negativo dei mercati finanziari nell’ultima parte dell’anno. Complessivamente, i proventi operativi si determinano in 227,2 milioni di euro ed evidenziano una crescita dell’11,6% rispetto a 203,6 milioni dell’anno precedente. Gli oneri operativi assommano a 120,4 milioni di euro a fronte di 113,8 milioni dello scorso esercizio e segnano un aumento del 5,8%. Nel dettaglio, le componenti di costo evidenziano incrementi del 7,9% per le spese per il personale, che si attestano a 59,2 milioni, e del 4,5% per le altre spese amministrative, pari a 54,6 milioni. L’aumento più sensibile della spesa per il personale è correlato ai maggiori oneri sostenuti per supportare adeguatamente l’espansione della rete territoriale. Gli indici di efficienza sono in ulteriore miglioramento: il “cost/income”, rapporto tra oneri e proventi operativi, si attesta a 53% rispetto a 55,9% del 2006, confermando una dinamica positiva. Il risultato netto della gestione operativa si attesta a 106,8 milioni di euro, con un incremento del 18,9% su base annua rispetto a 89,8 milioni. Le rettifiche di valore per deterioramento crediti e gli accantonamenti ai fondi per rischi e oneri, complessivamente determinati in 32 milioni di euro, con un aumento del 3,2% rispetto al 2006, attestano l’utile dell’operatività corrente al lordo delle imposte a 74,7 milioni di euro che si rapportano a 58,7 milioni, evidenziando un incremento del 27,2%, su base annua. Gli oneri fiscali del periodo, stimati in 32,8 milioni di euro rispetto a 24,6 milioni del 2006 (+33,3%), comprendono anche l’effetto, di carattere straordinario, sulle imposte anticipate e differite della riduzione delle aliquote Ires e Irap, introdotta della Legge Finanziaria 2008, che determina maggiori oneri per 1,7 milioni di euro. In crescita significativa le principali grandezze patrimoniali: al 31 dicembre 2007 la raccolta globale assomma a 10. 220 milioni di euro a fronte di 9. 252 milioni dell’anno precedente con una crescita superiore al 10,5%. La raccolta diretta dalla clientela si attesta a 5. 566 milioni di euro, con un aumento del 19,6% su base annua. La raccolta indiretta segna un miglioramento dell’1,2% e si attesta a 4. 654 milioni di euro contro 4. 600 dell’anno precedente. La componente “gestita” passa da 2. 136 milioni a 2. 150, segnando un tasso di crescita inferiore all’1%. Sostenuta la dinamica dei crediti verso clientela, che complessivamente raggiungono 5. 012 milioni di euro, con un incremento del 18%. A fine anno, i crediti non performing complessivamente assommano a 82 milioni di euro, al netto delle rettifiche di valore per 51 milioni di euro, e si rapportano a 90 milioni dell’anno precedente. Il rapporto tra i crediti deteriorati, al netto delle rettifiche di valore, e il totale dei crediti verso la clientela, si attesta a 1,64% contro 2,13% dell’anno precedente. Il patrimonio netto, comprensivo dell’utile netto di periodo, è pari a 464 milioni di euro, contro 446 milioni dell’anno precedente. All’assemblea degli Azionisti, convocata in sede ordinaria per il 16 aprile 2008, il Consiglio di Amministrazione proporrà l’attribuzione alle n. 142. 395. 680 azioni con godimento regolare di un dividendo unitario di 0,2130 euro, con un incremento di circa il 30% rispetto a 0,1635 dello scorso anno, che sarà posto in pagamento il 24 aprile 2008 (data stacco 21 aprile 2008). I Fatti Di Rilievo Dopo La Chiusura Dell’esercizio - Ottenuto il Nulla Osta della Consob alla pubblicazione del Prospetto Informativo in data 13 febbraio, il Consiglio di Amministrazione ha determinato le condizioni definitive di esecuzione dell’aumento di capitale deliberato dall’Assemblea straordinaria del 20 dicembre 2007. In particolare, il Consiglio – sulla base della delega assembleare – ha fissato i termini di esecuzione dell’offerta in opzione, nel periodo 18 febbraio – 7 marzo 2008, e il prezzo di emissione delle azioni offerte in opzione in 2,80 euro per azione. In data 18 febbraio 2008 è stata pertanto eseguita la parte gratuita dell’aumento di capitale, con l’emissione di n. 35. 598. 920 nuove azioni del valore nominale di 1 euro, godimento 1. 1. 2008, assegnate gratuitamente agli azionisti. Il capitale sociale è stato conseguentemente aumentato da 142. 395. 680 euro a 177. 994. 600 euro. In data 21 febbraio 2008 è stato formalizzato il contratto di acquisizione di 12 sportelli Intesa Sanpaolo, per un corrispettivo provvisoriamente determinato in 145 milioni di euro sulla base delle masse di raccolta totale (diretta ed indiretta) stimata al 31 dicembre 2007. L’importo sarà incrementato di costi di transazione, stimati in 4 milioni di euro e prevalentemente dovuti alle imposte, e sarà definitivamente fissato entro 90 giorni dalla data di sottoscrizione del contratto medesimo sulla base dell’ammontare effettivo delle masse di raccolta totale alla data di cessione degli sportelli. Successivamente alla chiusura dell’esercizio, non si è verificato alcun altro fatto di rilievo tale da incidere significativamente sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria della società né sulla rappresentazione della medesima. La Prevedibile Evoluzione Della Gestione - Il contesto congiunturale prefigura segnali di sempre maggiore incertezza relativamente alla situazione economica e all’andamento dei mercati finanziari. Pur in tale contesto, ci si attende ragionevolmente che i risultati aziendali dell’esercizio possano evidenziare un ulteriore significativo progresso, sia per quanto concerne gli aggregati patrimoniali che per la dinamica dei principali indicatori reddituali, in linea con gli obiettivi del Piano strategico approvato dal Consiglio di Amministrazione nel novembre scorso, i cui presupposti fondamentali – l’aumento di capitale e l’acquisizioni di 12 nuovi sportelli da Intesa Sanpaolo – troveranno piena attuazione entro il primo trimestre dell’anno. Seguono prospetti riclassificati di Stato Patrimoniale e Conto Economico. Si precisa che sono tuttora in corso le attività di verifica da parte della Società di revisione. .  
   
   
CREDITO ARTIGIANO: AUMENTO DEL CAPITALE SOCIALE APPROVATO DALL’ASSEMBLEA STRAORDINARIA DEL 20 DICEMBRE 2007  
 
Milano, 12 marzo 2008 – Si è conclusa lo scorso 7 marzo, relativamente all´esercizio dei diritti di opzione, l´operazione di aumento a pagamento del capitale sociale del Credito Artigiano, che ha avuto inizio il 18 febbraio scorso e che ha visto con una buona accoglienza da parte del mercato. Durante il periodo valido per l´esercizio dei diritti di opzione (18 febbraio 2008 – 7 marzo 2008) sono state sottoscritte n. 95. 351. 100 Azioni, pari all’89,3% di quelle offerte in opzione. Le azioni di nuova emissione, aventi godimento 1 gennaio 2008 (cod. Isin It0004327901), saranno negoziabili sul Mercato Telematico Azionario della Borsa Italiana, in una separata linea di quotazione, al pari delle Azioni gratuite aventi le medesime caratteristiche (cod. Isin It0004327901) e già ammesse alla quotazione con separata linea dal 18 febbraio 2007, come da Avviso di Borsa Italiana n. 3159 del 14 febbraio 2008. I diritti non esercitati nel periodo di offerta, pari a n. 15. 260. 880 saranno, ai sensi dell´art. 2441, comma terzo, codice civile, offerti in Borsa tramite Centrosim, nelle riunioni dei giorni 14 - 17 - 18 - 19 - 20 marzo 2008 (l’“Offerta in Borsa”). Il primo giorno verranno offerti tutti i diritti e, i giorni successivi, quelli eventualmente non collocati nei giorni precedenti. I diritti saranno messi a disposizione degli acquirenti presso la Monte Titoli S. P. A. E saranno utilizzabili per la sottoscrizione di n. 11. 445. 660 nuove Azioni (10,7% di quelle complessivamente offerte) alle stesse modalità e condizioni dell’offerta in opzione agli azionisti del Credito Artigiano, precisamente nel rapporto di 3 nuove Azioni, del valore nominale di 1,00 euro, godimento 1 gennaio 2008 (cod. Isin It0004327901), ogni 4 diritti rivenienti dall’Offerta in Borsa, al prezzo di 2,80 euro per Azione. Il regolamento e la sottoscrizione delle emittende Azioni, rivenienti dall´esercizio dei diritti, dovranno effettuarsi presso tutte le Filiali del Credito Artigiano e delle altre banche del Gruppo Credito Valtellinese, nonché presso tutti gli intermediari aderenti al sistema di gestione accentrata di Monte Titoli S. P. A. , a pena di decadenza, entro e non oltre il 28 marzo 2008, con pari valuta. Il Credito Valtellinese, azionista di maggioranza con una partecipazione del 65,65% del capitale sociale, che ha già sottoscritto l’aumento di capitale per la propria quota, garantisce l’integrale sottoscrizione dell’aumento medesimo, avendo assunto l’impegno di sottoscrivere le azioni rimaste inoptate al termine dell’Offerta in Borsa. .  
   
   
RISULTATI DEFINITIVI DELL’AUMENTO DI CAPITALE DELLA BANCA CARIGE S.P.A. TERMINATA L’ASTA DEI DIRITTI INOPTATI - L’OFFERTA IN OPZIONE RELATIVA ALL’AUMENTO DI CAPITALE A PAGAMENTO SI È CONCLUSA CON LA TOTALE SOTTOSCRIZIONE DELL’AUMENTO DELIBERATO  
 
Genova, 12 marzo 2008 - In relazione all’offerta in opzione di massime n. 398. 848. 684 nuove azioni ordinarie deliberata dal Consiglio di Amministrazione della Banca lo scorso 31 gennaio, Banca Carige S. P. A. Comunica - anche ai sensi dell’articolo 13 comma 5 del Regolamento approvato dalla Consob con delibera n. 11971/1999 - che al termine dell’asta dei diritti inoptati risulta sottoscritta la totalità delle azioni oggetto del deliberato aumento di capitale sociale, senza che si sia reso necessario l’intervento del consorzio di garanzia, coordinato e diretto da Mediobanca e composto da Mediobanca stessa, Abn Amro, Rothschild e Credit Suisse. Risultano infatti sottoscritte tutte le n. 398. 848. 684 nuove azioni ordinarie (per un controvalore complessivo di € 957. 236. 841,60, di cui € 398. 848. 684,00 quale importo nominale ed € 558. 388. 157,60 a titolo di sovrapprezzo), di cui complessivamente n. 247. 185. 256 sottoscritte dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Genova e Imperia e dagli altri azionisti che avevano assunto impegni di sottoscrizione. In particolare: - n. 175. 965. 608 nuove azioni ordinarie sono state sottoscritte dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Genova e Imperia (per un controvalore complessivo di € 422. 317. 459,20), che detiene ora una partecipazione - calcolata sul capitale ordinario comprensivo delle azioni esistenti ante aumento di capitale e di quelle emesse in esecuzione dell’aumento di capitale - pari al 44,12%; - n. 65. 246. 424 nuove azioni ordinarie sono state sottoscritte dalla Cnce (per un controvalore complessivo di € 156. 591. 417,60), che detiene ora una partecipazione - calcolata sul capitale ordinario comprensivo delle azioni esistenti ante aumento di capitale e di quelle emesse in esecuzione dell’aumento di capitale - pari al 14,99%. Il Presidente Dott. Berneschi e il Direttore Generale Rag. Sanguinetto, nel prendere atto con soddisfazione del pieno successo dell’operazione, ringraziano tutti gli Azionisti per il sostegno e la fiducia accordati nonché Mediobanca, Abn Amro, Rothschild e Credit Suisse per i preziosi contributi forniti. .  
   
   
AL VIA LA RIORGANIZZAZIONE DELLA RETE TERRITORIALE DEL BANCO POPOLARE IL PIANO SEGUE IL COMPLETAMENTO DELL’UNIFICAZIONE DEL SISTEMA INFORMATICO SU TUTTE LE 2.152 FILIALI DEL GRUPPO  
 
 Verona, 12 marzo 2008 – Il Consiglio di Gestione e il Consiglio di Sorveglianza del Banco Popolare hanno approvato nelle rispettive sedute il piano di riarticolazione della rete territoriale del Gruppo. Il progetto è stato realizzato in seguito all’unificazione del sistema informativo su tutte le 2. 152 filiali del Banco Popolare completato lo scorso 3 marzo rispettando perfettamente i tempi stabiliti dal piano di integrazione tra il Banco Popolare di Verona e Novara e la Banca Popolare Italiana. L’operazione consentirà di eliminare le sovrapposizioni presenti in alcune zone geografiche, di rafforzare la presenza delle banche del territorio nelle loro aree di riferimento e di agevolare l’ottenimento di sinergie da riallineamento della produttività e di sinergie da costo. Il ridisegno della rete distributiva del Gruppo interessa in modo particolare la Banca Popolare di Verona – S. Geminiano e S. Prospero Spa, la Banca Popolare di Novara Spa e la Banca Popolare di Lodi Spa. Il piano prevede il trasferimento di: 38 sportelli dalla Banca Popolare di Lodi alla Banca Popolare di Novara, di cui 13 ubicati in Piemonte, 11 in Campania, 8 in Molise, 3 in Basilicata e 3 in Calabria; 33 sportelli dalla Banca Popolare di Novara alla Banca Popolare di Lodi di cui 15 ubicati in provincia di Pavia e 18 in Sicilia; 42 sportelli dalla Banca Popolare di Lodi alla Banca Popolare di Verona – S. Geminiano e S. Prospero di cui 20 ubicati in Veneto, 21 in Emilia Romagna e 1 in Friuli Venezia Giulia; - 32 sportelli dalla Banca Popolare di Verona – S. Geminiano e S. Prospero alla Banca Popolare di Lodi di cui 6 ubicati in Lombardia, 25 in Emilia Romagna e 1 nelle Marche. Il progetto permetterà alle banche rete di rafforzare le proprie quote di mercato nei territori di riferimento storico: La Banca Popolare di Lodi passerà dal 3,8% al 4,2% in Lombardia, dal 2,3% al 2,4% in Emilia Romagna e dal 7% all’8% in Sicilia divenendo la banca di riferimento di tutto il Gruppo nell’isola; La Banca Popolare di Novara passerà dall’8,2% all’8,7% in Piemonte e dal 2,7% al 3,3% in Campania; La Banca Popolare di Verona – S. Geminiano e S. Prospero dal 8,1% al 8,6% in Veneto. .  
   
   
ASTA DI METÀ MESE DEI BUONI ORDINARI DEL TESORO  
 
Asta di metà mese dei Buoni Ordinari del Tesoro
Regolamento 14/03/2008 Durata gg. 200* 367
Prezzo medio ponderato 97,826 96,277
Ritenuta fiscale 12,5% 0,27175 0,46538
Arrotondamento 0,00225 -0,00238
Prezzo netto d´aggiudicazione 98,10 96,74
Rendimento semplice netto 3,49 3,31
Rendimento composto netto 3,51 3,31
Nell´ipotesi di applicazioni delle commissioni massime, i prezzi ed i rendimenti risultano
così modificati:
Commissioni massime 0,20 0,30
Prezzo netto d´aggiudicazione+commissioni (massime) 98,30 97,04
Rendimento semplice (minimo) 3,11 2,99
Rendimento composto netto (minimo) 3,13 2,99
Fonte Assiom
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GRUPPO COFIDE RISULTATI 2007: 32,3 MILIONI DI UTILE NETTO  
 
 Milano, 12 marzo 2008 - Il Consiglio di Amministrazione di Cofide-compagnia Finanziaria De Benedetti Spa, riunitosi oggi a Milano sotto la Presidenza dell’ing. Carlo De Benedetti, ha approvato la proposta di bilancio civilistico e il bilancio consolidato del Gruppo per l’esercizio 2007, che verranno sottoposti all’Assemblea degli Azionisti convocata per il prossimo 28 aprile in prima convocazione e per il 29 aprile in seconda convocazione. Nel 2007 Cofide ha conseguito un utile netto consolidato di 32,3 milioni di euro, rispetto a 43,7 milioni nel 2006. Il risultato dell’esercizio è stato determinato sostanzialmente dalla contribuzione della controllata Cir, penalizzata dalla svalutazione dell’investimento nel Gruppo Oakwood effettuato in joint venture con Merrill Lynch a fine 2006. Il fatturato consolidato di Cofide è stato nel 2007 di 4. 214,9 milioni di euro, rispetto a 4. 136,8 milioni nel 2006 (+1,9%). Il margine operativo lordo (Ebitda) consolidato nel 2007 è aumentato del 13,9%, passando da 436,4 milioni di euro (10,5% dei ricavi) nel 2006 a 497,2 milioni (11,8% dei ricavi). Il margine operativo (Ebit) consolidato è cresciuto del 12,5%, passando da 333,3 milioni (8,1% dei ricavi) nel 2006 a 375 milioni (8,9% dei ricavi). Gli oneri finanziari netti consolidati sono ammontati a 93,1 milioni di euro, contro 65,7 milioni nel 2006. Il capitale investito netto consolidato al 31 dicembre 2007 si è attestato a 3. 462,8 milioni di euro, rispetto a 2. 916,6 milioni al 31 dicembre 2006, con un incremento di 546,2 milioni principalmente dovuto ai significativi investimenti effettuati nell’esercizio in particolare dai gruppi Sorgenia e Hss. La posizione finanziaria netta consolidata al 31 dicembre 2007 presentava un indebitamento di 1. 367,6 milioni di euro (883 milioni al 31 dicembre 2006), determinato da un indebitamento di 30,5 milioni (26,1 milioni al 31 dicembre 2006) relativo a Cofide e alla società finanziaria interamente controllata Cofide International, da un’eccedenza finanziaria relativa a Cir e holding finanziarie controllate di 112,3 milioni (258,2 milioni al 31 dicembre 2006) e da un indebitamento complessivo dei gruppi operativi di 1. 449,4 milioni (1. 115,1 milioni al 31 dicembre 2006). Il patrimonio netto consolidato del Gruppo è passato da 667,1 milioni di euro al 31 dicembre 2006 a 692,7 milioni al 31 dicembre 2007 (+25,6 milioni). Il patrimonio netto di terzi è salito da 1. 366,5 milioni al 31 dicembre 2006 a 1. 402,5 milioni al 31 dicembre 2007 (+36 milioni). Il patrimonio netto totale si è attestato al 31 dicembre 2007 a 2. 095,2 milioni, rispetto a 2. 033,6 milioni al 31 dicembre 2006, con un incremento di 61,6 milioni dopo la distribuzione di 10,8 milioni di dividendi da parte di Cofide e di complessivi 74,3 milioni da parte delle controllate ai propri azionisti terzi. Al 31 dicembre 2007 il Gruppo Cofide impiegava 12. 450 dipendenti. La Capogruppo Cofide Spa ha chiuso il 2007 con un utile netto di 12,7 milioni di euro (15,1 milioni nel 2006) e un patrimonio netto di 574,7 milioni al 31 dicembre 2007 (576,9 milioni al 31 dicembre 2006). Proposta di dividendo Il Consiglio di Amministrazione proporrà all’Assemblea degli Azionisti la distribuzione di un dividendo unitario di 0,015 euro (invariato rispetto all’esercizio 2006), da mettersi in pagamento a partire dal 15 maggio 2008, con stacco della cedola il 12 maggio 2008. L’ammontare complessivo dei dividendi 2007 è di circa 10,8 milioni di euro. Proposta di revoca e conferimento di nuova delega per acquisto azioni proprie Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di proporre all’Assemblea degli Azionisti la revoca e il rinnovo della delega al Consiglio stesso, per un periodo di 18 mesi, per l’acquisto di massime n. 30 milioni di azioni proprie, con un limite massimo di spesa di 50 milioni di euro, a un prezzo unitario che dovrà essere non superiore del 10% e non inferiore del 10% rispetto al prezzo di riferimento registrato dalle azioni nella seduta del mercato regolamentato precedente ogni singola operazione. Le motivazioni principali per cui viene rinnovata l’autorizzazione sono, da un lato, la possibilità di investire in azioni della società a prezzi inferiori al loro effettivo valore basato sulla reale consistenza economica del patrimonio netto e sulle prospettive reddituali dell’azienda, dall’altro lato la possibilità di ridurre il costo medio del capitale della società. Proposta di rinnovo deleghe per l’aumento del capitale sociale Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di proporre all’Assemblea Straordinaria degli Azionisti il rinnovo della delega al Consiglio stesso per aumenti di capitale fino a un importo massimo di 250 milioni di euro e per emettere prestiti obbligazionari convertibili nei limiti di legge. Proposta di un piano di incentivazione (phantom stock options) per il 2007 Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di sottoporre all’approvazione dell’Assemblea degli Azionisti un piano di incentivazione (phantom stock options) per il 2008, destinato a dipendenti della Società per un massimo di n. 1. 580. 000 opzioni. .  
   
   
GRUPPO CIR: 82,6 MILIONI DI UTILE NETTO SVALUTATO L’INVESTIMENTO IN OAKWOOD IMPORTANTI ACQUISIZIONI DA PARTE DI SORGENIA E DI HSS  
 
Milano, 12 marzo 2008 - Il Consiglio di Amministrazione di Cir, riunitosi oggi a Milano sotto la presidenza dell’ing. Carlo De Benedetti, ha approvato la proposta di bilancio civilistico e il bilancio consolidato del Gruppo per l’esercizio 2007, che verranno sottoposti all’Assemblea degli Azionisti convocata per il prossimo 28 aprile in prima convocazione e per il 29 aprile in seconda convocazione. Nel 2007 il Gruppo Cir, perseguendo la propria vocazione industriale, ha confermato la strategia di creazione di valore per i propri azionisti in un’ottica di medio periodo e nel corso dell’anno ha ulteriormente consolidato la crescita, rafforzando la presenza nei settori in cui opera e prestando nel contempo una continua attenzione ai livelli di redditività dei propri business industriali. In particolare, nel settore delle utilities Sorgenia ha acquisito a fine anno la società Sfe, secondo produttore francese di energia eolica, per un enterprise value di circa 350 milioni di euro, e nel settore della sanità Hss ha acquisito nel mese di luglio il Gruppo S. Stefano, per un valore di circa 100 milioni di euro, accrescendo significativamente la propria presenza nel settore della riabilitazione. L’attuale configurazione del Gruppo comprende cinque settori di attività: utilities (energia elettrica e gas), media (editoria, radio, televisione e internet), componentistica per autoveicoli (filtri e sistemi di sospensione), sanità (residenze per anziani, servizi ospedalieri e riabilitazione) e servizi finanziari. I risultati economici consolidati dell’esercizio 2007 Nel 2007, l’utile netto consolidato del Gruppo Cir è stato di 82,6 milioni di euro rispetto a 101,1 milioni nel 2006 (-18,3%). Il risultato dell’esercizio è stato penalizzato per 64,6 milioni di euro dalla svalutazione dell’investimento nel Gruppo Oakwood, effettuato a fine 2006 in joint venture con Merrill Lynch. Tale svalutazione ha interessato principalmente le società del Gruppo che operano sul mercato inglese nel settore dei finanziamenti subprime, la cui attività si è bloccata a seguito della crisi mondiale del mercato del credito manifestatasi nella seconda metà dell’anno. L’effetto di tale onere non ricorrente è stato parzialmente compensato da proventi per 30,3 milioni di euro derivanti dalla sottoscrizione di aumenti di capitale riservati a soci terzi nelle società Sorgenia e Hss. Escludendo tali componenti non ricorrenti, l’utile netto consolidato del Gruppo Cir sarebbe stato di 116,9 milioni di euro, in aumento di 15,8 milioni (+15,6%). La contribuzione dei gruppi operativi all’utile netto consolidato è aumentata del 7,4%, passando da 111,6 milioni di euro nel 2006 a 119,9 milioni nel 2007, mentre la contribuzione delle società finanziarie controllate è passata da 15 milioni nel 2006 a 20,1 milioni nel 2007. Nel 2007 il fatturato consolidato del Gruppo Cir è stato di 4. 214,9 milioni di euro rispetto a 4. 136,8 milioni nel 2006 (+1,9%). Il margine operativo lordo (Ebitda) consolidato nel 2007 è aumentato del 14,1%, salendo a 504,8 milioni di euro (12% dei ricavi) rispetto a 442,4 milioni (10,7% dei ricavi) nel 2006. Il margine operativo (Ebit) consolidato è aumentato del 12,7%, facendo registrare 382,7 milioni di euro (9,1% dei ricavi) contro 339,5 milioni (8,2% dei ricavi) nel 2006. Nel 2007 il risultato della gestione finanziaria, negativo per 81,2 milioni di euro, è stato determinato da oneri finanziari netti per 88,7 milioni (62,6 milioni di euro nel 2006), da dividendi e proventi netti da negoziazione titoli per 70,6 milioni di euro (43,9 milioni nel 2006) e da rettifiche di valore di attività finanziarie per 63,1 milioni di euro (17 milioni nel 2006) dovute principalmente alla svalutazione dell’investimento in Oakwood. Il capitale investito netto consolidato al 31 dicembre 2007 si è attestato a 3. 375,3 milioni di euro, rispetto a 2. 830,5 milioni al 31 dicembre 2006, con un incremento di 544,8 milioni principalmente dovuto ai significativi investimenti effettuati nell’esercizio in particolare dai gruppi Sorgenia e Hss. La posizione finanziaria netta consolidata al 31 dicembre 2007 presentava un indebitamento di 1. 333,5 milioni di euro (rispetto a 850,6 milioni al 31 dicembre 2006), determinato da un’eccedenza finanziaria di 112,3 milioni (rispetto a 258,2 milioni al 31 dicembre 2006) relativa a Cir e holding finanziarie controllate, e da un indebitamento complessivo di 1. 445,8 milioni per i gruppi operativi (rispetto a 1. 108,8 milioni al 31 dicembre 2006). Il patrimonio netto consolidato del Gruppo è passato da 1. 260,2 milioni di euro al 31 dicembre 2006 a 1. 319,9 milioni al 31 dicembre 2007 (+59,7 milioni). Il patrimonio netto di terzi è passato da 719,7 milioni di euro al 31 dicembre 2006 a 721,9 milioni al 31 dicembre 2007 (+2,2 milioni). Il patrimonio netto totale si è attestato al 31 dicembre 2007 a 2. 041,8 milioni di euro, rispetto a 1. 979,9 milioni al 31 dicembre 2006, con un incremento di 61,9 milioni dopo la distribuzione di 37,3 milioni di dividendi da parte di Cir e di complessivi 56,6 milioni da parte delle controllate ai propri azionisti terzi. Al 31 dicembre 2007 il Gruppo Cir impiegava 12. 422 dipendenti. L’andamento delle attività industriali del Gruppo Utilities Nel corso del 2007 il Gruppo Sorgenia ha proseguito nella realizzazione del piano industriale, che prevede un significativo sviluppo delle attività nel settore della generazione elettrica, con particolare attenzione alle fonti a basso impatto ambientale e rinnovabili. Gli obiettivi del piano prevedono in Italia la realizzazione di quattro centrali a ciclo combinato alimentate a gas naturale (Ccgt, ciascuna da 770 Mw), il repowering delle centrali della controllata Tirreno Power, la realizzazione di 450 Mw di centrali eoliche e investimenti nel settore fotovoltaico. Con l’obiettivo di espandere la propria attività anche all’estero, nel mese di dicembre Sorgenia ha realizzato la già citata acquisizione di Société Française d’Eoliennes. Sfe, secondo operatore francese di energia elettrica da fonte eolica, può contare su 100 Mw installati, 39 Mw già autorizzati e di prossima costruzione e circa 1. 000 Mw in diverse fasi di sviluppo. Inoltre, la società ha in fase di sviluppo circa 37 Mw di impianti fotovoltaici localizzati nel Sud della Francia. L’acquisizione è avvenuta a un prezzo di 246,1 milioni di euro e in presenza di un indebitamento di Sfe di 98 milioni di euro. Sempre per quanto riguarda l’eolico, in Italia proseguono le attività per la realizzazione dei campi eolici localizzati nei comuni di Minervino Murge, Castelnuovo di Conza e San Gregorio Magno, per una potenza installata di circa 70 Mw. Per quanto riguarda il fotovoltaico, durante il 2007 la controllata Soluxia ha attivato le connessioni alla rete elettrica nazionale di sei nuovi impianti della potenza di circa 1 Mw ciascuno. La produzione attesa è di circa 8,4 Gwh l’anno. Relativamente al piano di investimenti del Gruppo Sorgenia nelle centrali termoelettriche, proseguono i lavori per la costruzione della centrale a ciclo combinato di Modugno (Puglia), la cui entrata in esercizio è prevista entro la fine del 2008, mentre il piano di repowering degli impianti di Tirreno Power avanza secondo i programmi stabiliti. Nel 2007 il fatturato consolidato di Sorgenia è stato di 1. 861,7 milioni di euro, in leggera flessione rispetto a quello realizzato nel 2006 (1. 916,1 milioni). L’utile netto consolidato é aumentato del 15,9%, attestandosi nel 2007 a 65,2 milioni di euro contro 56,3 milioni nel 2006. Nel corso del 2007 Sorgenia ha quasi triplicato il numero dei clienti, raggiungendo a fine anno 400. 000 unità. Media Nel 2007 il Gruppo Espresso ha realizzato un fatturato consolidato di 1. 098,2 milioni di euro, sostanzialmente in linea con il 2006 (1. 102,6 milioni). L’utile netto è stato di 95,6 milioni di euro rispetto a 103,6 milioni nell’esercizio precedente. La crescita della raccolta pubblicitaria (+6,7%), superiore al mercato per tutti i mezzi, e l’aumento del prezzo dei quotidiani hanno consentito al Gruppo di neutralizzare la prevista riduzione dei fatturati e dei margini dei prodotti opzionali, dovuta alla progressiva stabilizzazione del mercato. Anche nel 2007 il quotidiano la Repubblica si è confermato primo giornale d’informazione per numero di lettori e il polo radiofonico del Gruppo Espresso ha ribadito il primato di audience in Italia. Componentistica Per Autoveicoli Nel 2007 il Gruppo Sogefi, primo produttore italiano di componenti per autoveicoli, ha confermato la leadership europea nei due settori in cui opera, filtri e componenti per sospensioni, risultati entrambi in crescita. Nonostante la stagnazione del mercato e l’incremento dei costi di alcune materie prime e dell’energia, nel 2007 Sogefi ha aumentato il fatturato consolidato del 5,2% a 1. 071,8 milioni di euro (1. 018,6 milioni nel 2006) e ha migliorato nel contempo la redditività, conseguendo un utile netto di 52,2 milioni, in aumento del 2,8% rispetto a 50,8 milioni nel 2006. Al fine di ottimizzare la propria struttura patrimoniale abbassando il costo medio del capitale, verrà proposta alla prossima Assemblea degli Azionisti la distribuzione di un dividendo straordinario di 1,18 euro per azione (il dividendo ordinario proposto sarà di 0,22 euro, rispetto a 0,20 euro per l’esercizio 2006). San Ita’ Nel 2007 il Gruppo Hss–holding Sanità e Servizi ha considerevolmente sviluppato le proprie attività, raggiungendo un fatturato consolidato di 182,9 milioni di euro, in aumento dell’ 84,4% rispetto a 99,2 milioni nel 2006. L’ebitda consolidato è stato di 20,2 milioni di euro, rispetto a 6,4 milioni nel 2006, mentre l’Ebit consolidato è stato di 11,1 milioni contro 2,3 milioni. L’utile netto è stato di 0,3 milioni contro una perdita di 4,4 milioni nel 2006. Attualmente il Gruppo Hss gestisce circa 4. 600 posti letto, cui si aggiungono circa 400 posti letto in fase di realizzazione. Nel mese di luglio Hss ha acquisito il Gruppo S. Stefano, leader nelle Marche nella riabilitazione ospedaliera ed extra ospedaliera. Settore Finanziario Nel settore finanziario, il Gruppo Cir è presente con la società Jupiter Finance e con la partecipazione nel Gruppo Oakwood. Al 31 dicembre 2007 Jupiter Finance, società attiva nell’acquisizione e nella gestione di portafogli di crediti problematici, aveva acquisito complessivamente portafogli per un corrispettivo globale di 106,2 milioni di euro e un valore nominale (gross book value) di circa 870 milioni di euro. L’investimento effettuato dal Gruppo Cir in Oakwood Global Finance (prodotti finanziari destinati a clientela privata non conforming e cessione del quinto, operante sui mercati australiano, inglese e italiano) che ammontava a 128,4 milioni di euro è stato oggetto di una svalutazione per circa 64,6 milioni, che ha interessato principalmente il valore delle società operanti sul mercato inglese che hanno cessato l’attività a seguito della crisi dei mercati finanziari, in particolare nel segmento sub-prime. Minori le ripercussioni di tale crisi sulla società australiana del Gruppo e sulla società italiana Ktesios, attiva nella cessione del quinto. Andamento della Capogruppo Cir Spa ha chiuso l’esercizio 2007 con un utile netto di 79,9 milioni di euro, rispetto a 36,7 milioni nel 2006. Il patrimonio netto al 31 dicembre 2007 era di 983,8 milioni di euro, rispetto a 940,7 milioni al 31 dicembre 2006. Proposta di dividendo Il Consiglio di Amministrazione proporrà all’Assemblea degli Azionisti la distribuzione di un dividendo unitario di 0,050 euro, invariato rispetto all’esercizio 2006, da mettersi in pagamento a partire dal 15 maggio 2008 contro stacco della cedola il 12 maggio 2008. L’ammontare complessivo dei dividendi 2007 è di circa 37,5 milioni di euro. Proposta di revoca e conferimento di nuova delega per acquisto azioni proprie Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di proporre all’Assemblea degli Azionisti la revoca e il rinnovo della delega al Consiglio stesso, per un periodo di 18 mesi, per l’acquisto di massime n. 35 milioni di azioni proprie, con un limite massimo di spesa di 100 milioni di euro, a un prezzo unitario che dovrà essere non superiore del 10% e non inferiore del 10% rispetto al prezzo di riferimento registrato dalle azioni nella seduta del mercato regolamentato precedente ogni singola operazione. Le motivazioni principali per cui viene rinnovata l’autorizzazione sono, da un lato, la possibilità di investire in azioni della società a prezzi inferiori al loro effettivo valore basato sulla reale consistenza economica del patrimonio netto e sulle prospettive reddituali dell’azienda, dall’altro lato la possibilità di ridurre il costo medio del capitale della società. Al 31 dicembre 2007 le azioni proprie in portafoglio erano n. 39. 644. 000 (n. 34. 094. 000 al 31 dicembre 2006), pari al 5,01% del capitale, per un valore complessivo di 92,2 milioni di euro. A tutt’oggi, Cir ha in portafoglio n. 41. 594. 000 azioni ordinarie, corrispondenti al 5,26% del capitale sociale, che risultano in carico a un prezzo medio di 2,31 euro. Proposta di un piano di incentivazione (phantom stock options) per il 2008 Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre deliberato di sottoporre all’approvazione dell’Assemblea degli Azionisti un piano di incentivazione (phantom stock options) per il 2008, destinato a dipendenti della Società per un massimo di n. 6. 500. 000 opzioni. La prossima Assemblea degli Azionisti sarà chiamata a deliberare in merito al rinnovo del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale, nonché al conferimento degli incarichi alla società di revisione. .  
   
   
FONDAZIONE EDISON-ACCADEMIA DEI LINCEI: I DIECI TREND CHE CAMBIERANNO LA GEO-ECONOMIA DEL MONDO DALLA NEW ECONOMY ALLA RIVINCITA DELLE MATERIE PRIME.  
 
 Roma, 12 marzo 2008 - Sullo sfondo dell’attuale fase di crisi e instabilità economica americana, che non potrà non avere effetti anche sul resto del mondo ed in particolare sull’Europa, le forze trainanti nell’attuale fase della globalizzazione stanno tornando a essere quelle dell’economia reale, a discapito di quelle finanziarie. Ciò è vero non solo nel breve termine ma soprattutto in prospettiva, come risulta dall’analisi di 10 trend (inclusi quelli demografici ed alimentari) che stanno cambiando e cambieranno il mondo, secondo le statistiche e le proiezioni dei maggiori istituti internazionali raccolte dalla Fondazione Edison. Dopo lo scoppio della bolla della “new economy” qualche anno fa si parlò di rivincita della “old economy”. Oggi, dopo lo scoppio della bolla immobiliare e dei mutui subprime, dei derivati e degli hedge fund, si sta assistendo a una rivincita delle materie prime. I Paesi che attualmente sembrano avere in mano il “pallino” dell’economia mondiale, quelli che crescono di più e che hanno più liquidità da investire, attraverso i fondi sovrani, sono quelli che maggiormente hanno puntato sull’industria manifatturiera (la Cina) e quelli che hanno tratto vantaggio dalla formidabile esplosione dei prezzi del petrolio e del gas (Paesi Arabi e Russia) e delle materie prime agricole (Brasile ed Argentina) innescata dalla iper-crescita economica della Cina stessa. Sui Paesi avanzati, già rallentati dalla crisi finanziaria, si sta invece abbattendo una ondata di inflazione energetica ed alimentare generata dalla crescita accelerata della Cina che va a colpire soprattutto le classi meno abbienti. Il “caro-Cina” sarà quindi una realtà con cui fare sempre più i conti nei prossimi anni. Sono, questi, alcuni degli spunti forniti da uno studio della Fondazione Edison che viene presentato oggi a Roma in occasione del Convegno di due giorni “Investimenti esteri e commercio internazionale. La geo-economia dello sviluppo” organizzato congiuntamente dall’Accademia Nazionale dei Lincei e dalla Fondazione Edison, a cui partecipano numerosi studiosi, top manager ed esponenti delle istituzioni internazionali ed italiane: Amit Bhaduri, Marco Buti, Giovanni Conso, Carlo D’adda, Uri Dadush, John Eatwell, Barry Eichengreen, Marco Fortis, Giancarlo Gandolfo, Pingfang Hong, Pier Carlo Padoan, Umberto Quadrino, Alberto Quadrio Curzio e Dominick Salvatore. I Dieci Trend Che Stanno Cambiando E Cambieranno Il Mondo Proiezioni dei maggiori istituti mondiali raccolte dalla Fondazione Edison nello studio “Dove va il mondo? Popolazione, economia, cibo, energia e materie prime” • Popolazione – Nel 2030, secondo le proiezioni delle Nazioni Unite, la popolazione di Cina e India (quasi 3 miliardi di persone) sarà 2,7 volte superiore a quella di Europa, Russia e Nord America (1,1 miliardi). • Pil – Nel 2039, secondo le proiezioni della Goldman Sachs, il Pil a prezzi correnti dei cosiddetti Brics (Brasile, Russia, India e Cina) supererà quello complessivo dei Paesi del G-6 (Usa, Giappone, Germania, Regno Unito, Francia e Italia). Nel 2041 il Pil della Cina a prezzi correnti supererà quello Usa. Ma già nel 2015, secondo le proiezioni dell’economista Angus Maddison per l’Ocse, il Pil a parità di potere di acquisto della Cina supererà quello degli Stati Uniti. • Energia E Co2 - Secondo le proiezioni dell’International Energy Agency, la Cina diventerà presto il principale consumatore mondiale di energia, superando gli Stati Uniti poco dopo il 2010. Nel 2015 il consumo di energia primaria della Cina sarà già di 2,9 miliardi di tonnellate equivalenti di petrolio (tep) contro i 2,6 miliardi degli Usa e gli 1,9 miliardi della Ue-27. Nello stesso anno le emissioni totali di Co2 della Cina saranno pari a 8,6 miliardi di tonnellate, contro i 6,4 miliardi degli Usa e i 4 miliardi della Ue-27. • Consumo Di Rame – La Cina, secondo l’International Copper Study Group, ha superato gli Stati Uniti a livello mondiale nel consumo di rame nel 2002 ed ha superato la Ue-27 nel 2005. Nel periodo gennaio-ottobre 2007 il consumo cinese di rame è già stato pari all’83% di quello complessivo di Stati Uniti e Ue-27. • Saldo Commerciale Nell’elettronica/tlc – Secondo l’Ocse, dal 2004 la Cina è diventata il principale esportatore mondiale di prodotti dell’Information and Communication Technology. Nei prossimi anni rafforzerà sempre più questa posizione anche con propri marchi ed esportazioni dirette di proprie aziende. • Consumo Di Carne - Già oggi la Cina è il primo consumatore mondiale di carne (bovina+suina+pollo). Negli ultimi 20 anni i consumi pro capite di carne della Cina sono più che raddoppiati. Nel 2013, secondo le proiezioni del Food And Policy Research Institute (Fapri), i consumi cinesi di carne supereranno quelli complessivi di Stati Uniti ed Unione Europea considerati assieme, toccando i 75 milioni di tonnellate. • Importazioni Di Soia (Il “Petrolio Verde”) - A causa della crescente domanda mangimistica proveniente dai propri allevamenti e dalla domanda interna di carni, le importazioni di semi di soia della Cina sono state già pari nel 2007 a circa il 15% della produzione mondiale di soia. Nel 2017, secondo il Fapri le importazioni cinesi di semi di soia toccheranno i 52 milioni di tonnellate, una somma pari all’86% della futura produzione di soia del terzo produttore mondiale, l’Argentina (il primo e secondo produttore mondiale sono, rispettivamente, Usa e Brasile). In pratica, nel 2017 un quantitativo equivalente a quasi tutta la produzione di soia del terzo produttore mondiale sarà dunque destinata a soddisfare esclusivamente la sola domanda della Cina. • Surplus Commerciale – Secondo “The Economist” nei dodici mesi intercorsi tra febbraio 2007 e gennaio 2008 il surplus commerciale con l’estero della Cina è stato di 265,2 miliardi di dollari. Ha superato quindi l’attivo commerciale della Germania, pari a 257,8 miliardi di dollari nel periodo gennaio-dicembre 2007. Nello stesso tempo il deficit commerciale con l’estero degli Stati Uniti è stato nel 2007 di 815,6 miliardi di dollari, appesantito in particolare dai deficit bilaterali con la Cina stessa, il Giappone e i Paesi petroliferi. • Riserve Valutarie – Secondo “The Economist”, le riserve valutarie della Cina hanno raggiunto a fine dicembre 2007 i 1. 530 miliardi di dollari e sono ormai di gran lunga le più elevate del mondo. Ciò nonostante, il cambio della moneta cinese resta ancorato artificiosamente al dollaro ed è sempre più debole, rendendo così “iper-competitive” le merci cinesi, specie rispetto a quelle europee. Negli ultimi 4 mesi il tasso di cambio tra la valuta europea e quella cinese è oscillato tra 10,4 e 10,9 renmimbi per euro toccando nuovi massimi storici. • Debito Pubblico Usa In Mani Asiatiche – A fine 2007, secondo il Tesoro Usa, il 44,5% del debito pubblico americano collocato sul mercato (“debt held by the public”, cioè escluso il debito finanziato direttamente dai fondi pensionistici, agenzie, ecc. ) risultava sottoscritto da investitori stranieri. In particolare, il valore dei titoli a lungo termine del Tesoro degli Stati Uniti detenuto dai soli 6 maggiori Paesi asiatici (Cina, Giappone, Hong Kong, Corea del Sud, Taiwan e Singapore) ha raggiunto i 1. 197 miliardi di dollari, pari al 61% delle obbligazioni di questo tipo detenute da investitori stranieri e a circa ¼ del debito pubblico complessivo americano collocato sul mercato. L’impatto Della Crescita Cinese Su Energia E Materie Prime La pressione della Cina sull’offerta mondiale di materie prime sta determinando impulsi inflazionistici imprevisti solo fino a qualche anno fa, attraverso il rincaro dell’energia, delle materie prime industriali ed alimentari. Basti pensare che la Cina alleva ormai oltre la metà dei maiali del mondo: la produzione cinese di maiali e’ stata di 630 milioni di capi nel 2007, cioè un rapporto di quasi 1 maiale e mezzo per ogni famiglia cinese di tre persone, ed è destinata a crescere: ciò richiederà colossali quantitativi di cereali foraggieri e farine di semi oleosi da destinare all’alimentazione animale. Il futuro, oltre che del petrolio e del gas, sarà dunque sempre più anche del mais e della soia, il “petrolio verde”. La ipercrescita cinese, che attraverso l’aumento della domanda di energia ha reso dapprima più ricchi la Russia e i Paesi Arabi, potrà quindi rendere più ricchi anche il Brasile e l’Argentina, grandi produttori di soia. Basti ricordare che già nel 2007/2008 la Cina ha importato 34 milioni di tonnellate di semi di soia, cioè un quantitativo pari a oltre la metà della produzione del Brasile o a ¾ di quella dell’Argentina. Nello scenario internazionale un ruolo di rilievo sarà giocato anche dall’India. Se la Cina è ormai la “fabbrica del mondo”, se Russia e Paesi Arabi hanno accresciuto il loro potere in quanto principali “giacimenti del mondo”, se il Sudamerica sarà sempre più il “granaio del mondo”, l’India e’ ormai diventata nei fatti un Paese con un importantissimo settore terziario avanzato: l’India, oltre a essere il primo consumatore mondiale di zucchero, il secondo di latte, cereali e oli vegetali, è una potenza nella siderurgia, ma, soprattutto, è ormai il “call centre” del mondo”. I tre grandi settori dell’economia classica, quelli primario, secondario e terziario, saranno quindi sempre più influenzati dai Paesi emergenti che sposteranno in modo epocale gli attuali equilibri internazionali. Un altro aspetto cruciale del mondo che cambia sempre più velocemente è quello dello spostamento del baricentro della domanda di materie prime industriali dal “vecchio mondo avanzato” verso l’Asia. In particolare, la domanda di commodities della Cina sta diventando sempre più imponente ed influisce in misura crescente sui corsi internazionali dei prodotti di base. Inoltre, apre scenari geopolitici nuovi anche per ciò che riguarda i rapporti del gigante asiatico con i Paesi produttori di materie prime industriali, analogamente a quanto avviene con quelli produttori di petrolio. I consumi cinesi di materie prime industriali sono cresciuti in modo impressionante negli ultimi 6-7 anni. Esemplare è il caso dei metalli non ferrosi, dove il peso della Cina sul consumo mondiale dei principali metalli, come risulta dai dati del World Bureau of Metal Statistics e dell’International Copper Study Group, è grosso modo raddoppiato dal 1999 al 2006. Ciò è avvenuto nel caso del rame, dello zinco, dell’alluminio e dello stagno, mentre nel caso del piombo la quota cinese nella domanda mondiale è addirittura più che triplicata. Storico è stato il “sorpasso” del consumo di rame raffinato della Cina ai danni di quello degli Stati Uniti, avvenuto nel 2002, mentre nel 2007 la Cina ha superato anche la Ue-15. Il boom della domanda cinese di commodities industriali è dipeso da due fattori. Innanzitutto dal sopraccitato ruolo di “fabbrica del mondo” assunto dalla Cina, sia per effetto delle delocalizzazioni produttive ivi realizzate dalle imprese occidentali, giapponesi e di altri Paesi asiatici come la Corea e Taiwan, sia in conseguenza dello sviluppo delle stesse imprese manifatturiere cinesi che producono ed esportano in proprio. In secondo luogo per effetto del processo di infrastrutturazione del Paese che ha determinato una forte crescita delle reti e dell’edilizia, spingendo in modo particolare la domanda di cemento, metalli e legno. Tutto ciò ha portato la Cina a diventare in poco tempo il più grande consumatore di materie prime del mondo. Va sottolineato che la Cina, a livello mondiale, è un produttore importante di molte commodities, ma ciò non le basta per essere autosufficiente. La sua “fame” di acciaio, metalli non ferrosi, gomma, plastiche, legno, carta appare sempre più insaziabile. Conseguentemente il gigante asiatico è divenuto un importatore netto di diversi prodotti di base. Ciò spiega la politica sempre più a largo raggio di Pechino nei riguardi dei Paesi produttori di materie prime, in particolare di minerali e metalli. Una politica fatta di accordi di approvvigionamento, aiuti allo sviluppo, intensificazione degli scambi commerciali. Gli interessi della Cina e di molti Paesi africani e sudamericani appaiono in questa fase storica complementari. Innanzitutto i Paesi produttori di materie prime traggono vantaggio dal fatto che la domanda cinese aumenti e tenga in tensione i prezzi delle commodities sui mercati internazionali, invertendo così una tendenza al ribasso che sembrava ormai pluridecennale. Inoltre la Cina non rappresenta attualmente un concorrente pericoloso per la maggior parte dei Paesi esportatori di materie prime. Ciò è stato evidenziato da uno studio dell’Oecd da cui risulta, ad esempio, che tra la quasi totalità dei Paesi Latino-americani e la Cina non esistono sostanziali sovrapposizioni nelle specializzazioni produttive. I primi, infatti, sono ancora soprattutto specializzati nelle commodities, mentre la seconda lo è nei manufatti. Solo il Messico appare in difficoltà nella competizione con la Cina perché anch’esso ha già maturato una spiccata specializzazione manifatturiera. Ma nazioni come Perù, Cile, Brasile e Argentina hanno in questo momento tutto l’interesse a che la Cina diventi un grande acquirente di minerali e metalli, oltre che di materie prime agricole, in quanto le loro esportazioni ne possono beneficiare notevolmente. Ciò è già avvenuto in misura significativa negli ultimi anni. Ragguardevole, ad esempio, è risultata la crescita della quota della Cina come acquirente delle esportazioni del Cile, ricco di minerali e metalli: infatti, la quota di esportazioni cilene diretta in Cina è salita tra il 1992 e il 2004 dal 2,2% al 10,4%. Secondo dati dell’Onu Pechino rappresenta ormai il terzo più importante mercato per il Cile dopo gli Stati Uniti e il Giappone. In particolare secondo i dati dell’International Trade Centre Unctad/wto la Cina costituisce il primo Paese di sbocco delle esportazioni cilene di rame: al gigante asiatico il Cile ha venduto nel 2004 1,7 miliardi di dollari di rame, pari al 18% delle sue esportazioni di questo metallo, nonché 864 milioni di dollari di minerali metallici. Ma il rischio di una eccessiva dipendenza delle economie dell’America Latina e dell’Africa dalle politiche di approvvigionamento e di investimento della Cina è evidente e potrebbe pregiudicare le prospettive di uno sviluppo economico futuro più equilibrato di tali aree del mondo, restando esse relegate essenzialmente al ruolo di pure fornitrici di materie prime, senza che prenda avvio la crescita di una locale industria manifatturiera. Di nuovo a tutto vantaggio delle nuove locomotive dell’economia mondiale. .  
   
   
E LA BRIANZA VA … (BENE) VA MEGLIO DI MILANO E DELLA LOMBARDIA, BOOM DELLE NUOVE IMPRESE (+12% IN UN ANNO, NE NASCONO 15 AL GIORNO), CI SONO 165 AZIENDE PER KMQ (IN LOMBARDIA SONO 33), 1 OGNI 13 RESIDENTI, IL LAVORO È PIÙ STABILE  
 
Monza, 12 marzo 2008 - La Brianza va economicamente meglio di Milano e della Lombardia, con un aumento delle imprese (+1,7%, rispetto al +1,4% di Milano e 1,3% della Lombardia). Impennata delle nuove imprese iscritte (+12% in un anno) tanto che ne nascono 15 al giorno sabato e domenica compresi. Densità imprenditoriale poi da record: ci sono 165 aziende per kmq (in Lombardia sono 33), in Brianza c’è una impresa ogni 13 residenti. Il lavoro, poi, è più stabile: nell’ultimo anno le imprese che hanno utilizzato personale con contratti temporanei in Brianza sono il 41,7% contro il 43,1% della provincia di Milano e il 43,8% della Lombardia. Cresce, dunque, il peso della struttura economico-produttiva: sono 58. 592 le imprese attive. In un caso su due sono ditte individuali (52,4% del totale), ed in uno su cinque (20,5%), imprese femminili. Tra i singoli settori produttivi è il commercio quello con più imprese a Monza e Brianza (15. 540 imprese attive, poco più di un’impresa ogni 4), seguito dalle attività di servizi immobiliari, informatica e ricerca (19,6%), dalle costruzioni (17,9%), dalle attività manifatturiere (17,6%) e da uno sviluppo delle imprese del welfare (5,8%). Significativi invece i dati delle statistiche ambientali: la raccolta differenziata cresce del 6,6% raggiungendo il 55,4% del totale, in cima alla classica regionale. In Brianza, inoltre, c’è il minore superficie di vendita degli ipermercati rispetto alle altre province lombarde, mentre è in testa per i grandi negozi “specializzati”. E’ quanto emerge dal Rapporto “Annuario statistico della nuova provincia di Monza e Brianza” realizzato dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza in collaborazione con Confindustria Monza e Brianza. “La nostra forza - osserva Carlo Edoardo Valli, Presidente della Camera di Commercio di Monza e Brianza – risiede in un modello che integra in modo equilibrato pubblico e privato. Un modello che ad un solido apparato industriale, frutto del lavoro di una lunga tradizione brianzola, affianca uno sviluppo dei servizi a supporto dell’industria, e più in generale di tutta la comunità. È qui che il privato si integra con il pubblico attraverso un sistema di imprese operanti nel welfare, sempre più attive sul nostro territorio, ma anche potendo contare su un contesto sociale ed economico brianzolo capace di accogliere un’idea di sviluppo sostenibile, di qualità dell’imprese, del lavoro e della vita”. .  
   
   
STATUTO, FORMIGONI: SANCISCE NOSTRO MODELLO GOVERNO ATTENZIONE ALLA PERSONA, FAMIGLIA E LIBERTA´ DI SCELTA I CARDINI  
 
Milano, 12 marzo 2008 - "Uno Statuto innovativo, che sancisce il modello di governo e le innovazioni che in questi anni abbiamo saputo introdurre e che valorizza i principi che hanno governato l´azione politica". Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, intervenendo in Consiglio regionale durante la discussione sul nuovo Statuto, commenta così il testo approvato in meno di un anno dall´apposita Commissione, presieduta dal consigliere Giuseppe Adamoli. I punti "forti" dei 9 titoli e dei 65 articoli che costituiscono la nuova carta sono l´elezione diretta del presidente della Giunta regionale e il potenziamento del ruolo dello stesso Consiglio regionale che avrà funzioni di legislazione, programmazione, alta amministrazione, controllo e valutazione degli effetti concreti delle leggi. I consiglieri regionali restano 80, ma a differenza di oggi saranno obbligatoriamente rappresentate tutte e 12 le province lombarde. Lo Statuto per diventare legge dovrà essere approvato in due sedute a non meno di due mesi di distanza l´una dall´altra. "Riconosco a questo Statuto e alla Commissione che lo ha redatto - ha detto Formigoni - il merito di aver valorizzato quel nuovo metodo politico che abbiamo inaugurato qui in Lombardia che, superando la logica della contrapposizione frontale, ha portato quasi tutte le forze politiche lombarde a condividere il percorso intrapreso. Questo Statuto è quindi lo specchio di un´azione politica, che ha sempre visto le forze politiche lombarde dialogare nell´interesse della Regione". Un testo, quello presentato oggi all´Aula, che come ha evidenziato il presidente lombardo "sancisce il nostro modello di governo sottolineando ancora una volta l´attenzione alla persona e il riconoscimento della famiglia (art. 2), la libertà di scelta del cittadino (art. 46), riconosciuta in Lombardia per la prima volta con la riforma del sistema sanitario e oggi introdotto come principio generale per tutti i servizi, la sussidiarietà (art. 3, 4 e 5), come principio guida che rivoluziona l´azione di governo della Regione, la semplificazione (art. 40) e l´efficienza". Da qui uno Statuto "sobrio", che non moltiplica organismi e relativi componenti, spesso inutili, ma che prevede invece il Garante dello Statuto e il Difensore regionale. Altrettanto importanti sono il riconoscimento del partenariato come strumento per la formazione delle politiche e per l´esercizio delle funzioni legislative e amministrative, della lunga esperienza acquisita nelle relazioni internazionali (art. 6) che sancisce così piena dignità alla politica internazionale delle Regioni e del sistema regionale, che consente di concorrere in modo coerente e sinergico verso scopi condivisi e obiettivi comuni, con maggiore professionalità, efficacia ed efficienza. "Il nuovo Statuto - conclude Formigoni - ripartisce nel migliore dei modi le responsabilità: la giunta è riconosciuta come organismo di Governo e il Consiglio come Parlamento .  
   
   
LO STATO DELL´´ECONOMIA IN FRIULI VENEZIA GIULIA  
 
Udine, 12 marzo 2008 - - Il Friuli Venezia Giulia e, più in generale, l´intero Nord-est italiano (Fvg, Trentino-alto Adige e Veneto), possono essere considerate "aree modello del Paese", realtà dinamiche impegnate nello sviluppo della propria economia in senso globale, con prospettive di internazionalizzazione e occasioni di sviluppo non trascurabili, capaci di accrescere il vantaggio competitivo e l´innovazione. E´ questa la conclusione a cui è giunto lo studio dell´agenzia di credit rating "Eu-ra Europe Rating spa", illustrato ieri ad Udine dal suo presidente Maurizio Fanni (dell´Università di Trieste) nel corso del convegno "Lo stato dell´economia nel Friuli Venezia Giulia", sulla base di un´analisi sul grado di vulnerabilità delle imprese di capitale condotto a livello nazionale, per singola regione e per settori produttivi. Di fatto il Friuli Venezia Giulia, è stato sottolineato nell´odierno incontro al quale sono intervenuti il presidente della Regione e l´assessore regionale alle Attività produttive, nonché i vertici regionali di Confindustria, Confcommercio, Confartigianato, Legacoop ed Unioncamere, si colloca al sesto posto a livello nazionale (ed in seconda posizione a livello di Nord-est dopo il Trentino-alto Adige) nella graduatoria che ha esaminato la capacità di difesa delle imprese dalla vulnerabilità dovuta al grado di default, cioè di inadempienza. Praticamente però, ha sottolineato il prof. Fanni, questa posizione - alle spalle di Trentino-alto Adige, Valle d´Aosta, Lombardia, Piemonte e Liguria - "vale" un quarto posto, potendosi ritenere le realtà aostana, trentina ed altotesina come situazioni "protette o d´ambiente". La sesta piazza trova conferma, evidenzia lo studio già pubblicato nelle scorse settimane da "Il Sole 24 Ore", nelle attività della maggior parte dei settori produttivi: emerge infatti come il Friuli Venezia Giulia superi, in termini di solvibilità, la media nazionale in ben 9 settori su 14 (Agricoltura, Costruzioni, Alimentare, Legno, Marmi e Vetro, Industria energetica, Meccanica, Metallurgica e Servizi) e sia leader nel Nord-est in 5 comparti (Costruzioni, Industria del legno, Estrattiva, Metallurgica, Servizi). Ciò anche grazie, è stato rimarcato dai relatori presenti al convegno, al ruolo d´impulso riconoscibile alla Regione, nel senso di aver favorito l´avvento di un sistema impreditoriale caratterizzato da svariati punti di forza su aree ad alto potenziale, quali incremento del tasso di internazionalizzazione, dell´innovazione e del trasferimento di ricerca, attivazione del sistema dei distretti, sviluppo delle tecnologia, accrescimento delle opportunità di imprese start-up (di nuovo avvio) e spin-off, cioè nate come scorporo di attività aziendali. Frutto anche, è stato ribadito, ad esempio dell´aumento (+13 per cento dal 2003 al 2006) delle capacità d´impegno delle risorse pubbliche e soprattutto puntando su tre fattori fondamentali: sviluppo economico, efficacia ed efficienza della pubblica amministrazione (costo del personale sceso da 166 a 161 milioni di euro tra il 2003 ed il 2007 - costi di funzionamento passati nello stesso periodo da 121,9 ad 84 milioni di euro), coesione sociale. In termini di sviluppo economico, è stato infine annotato, il cammino percorso è stato all´insegna di una cosiddetta meritocrazia delle imprese (premiando le migliori progettualità) e dell´approccio sistemico, cercando dunque di incidere sui fattori che interessano l´impresa, dalle risorse umane a quelle conoscitive, da quelle infrastrutturali a quelle amministrative, a quelle finanziarie, con una crescita delle risorse destinate all´innovazione imprenditoriale dai 352 milioni di euro (quadriennio 1998-2002) agli 884 del periodo 2003-2007. . .  
   
   
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CULTURA: LA TOSCANA PUNTA A UN TESTO UNICO PAROLE D’ORDINE: SEMPLIFICARE, COORDINARE, INTEGRARE, MIGLIORARE  
 
 Firenze, 12 marzo 2008 - Sono almeno 60 le principali fonti – comunitarie, nazionali, regionali – di cui l’assessorato alla cultura della Regione Toscana dovrà tener conto per elaborare e stendere il testo unico in materia di beni e attività culturali. Il dato emerge da una comunicazione tenuta ieri in Consiglio regionale dall’assessore alla cultura che ha illustrato le linee preliminari di una complessa attività normativa. La comunicazione al Consiglio con il conseguente confronto in aula è il presupposto per l’inizio di una procedura assai complessa: tenendo conto degli indirizzi dell’assemblea, gli uffici della Giunta inizieranno un lavoro che porterà alla presentazione della proposta di un testo unico e all’approvazione da parte della Giunta. Ciò dovrebbe avvenire entro il prossimo dicembre per restituire la parola definitiva al Consiglio. Attualmente sono 8, in Toscana, le leggi regionali di settore: la più antica risale al 1980 e riguarda musei e raccolte di interesse locale; l’ultima, che disciplina le attività di programmazione in ambito culturale, è del 2006. Altre leggi regionali di settore riguardano musica e canto corale, spettacolo, istituzioni culturali di rilievo regionale, cultura contemporanea, biblioteche, archivi. Alle norme regionali vanno aggiunte almeno 8 fondamentali norme comunitarie: trattati, atti unici e regolamenti. Si va dal Trattato di Roma (marzo 1957) a un regolamento (luglio 2006) sul Fondo Sociale Europeo. Sono invece 31 le norme nazionali sia di carattere generale che riferite ai singoli comparti della cultura (nel solo settore dello spettacolo esistono 8 fra leggi e decreti ministeriali da tenere in considerazione). Esistono poi, per restare solo all’ultimo quinquennio, almeno 13 principali sentenze della Corte Costituzionale che derivano da impugnative di singole Regioni o del governo centrale. Con questa sua proposta di testo unico la Regione Toscana intende semplificare la sua normativa in un settore così decisivo per l’identità stessa della comunità toscana. Si parte da quanto sancito nello Statuto (articolo 44) e dalla necessità di conseguire le politiche regionali con “meno regole e migliori regole”. Nel corso degli anni, la Toscana ha conosciuto “un consistente aumento di musei, biblioteche e teatri”, si sono moltiplicati luoghi e strumenti di spettacolo, è aumentata in tutti i comparti la capacità di valorizzare un patrimonio enorme di beni culturali. Ora il problema (“non più rinviabile”) riguarda un moderno governo del sistema attraverso un provvedimento legislativo organico che sappia anche aumentare il coinvolgimento delle comunità locali. Ecco dunque la proposta di testo unico che sarà presentata al Consiglio regionale con l’obiettivo di riorganizzare, ridefinire, coordinare, armonizzare, integrare disposizioni che attualmente vivono nelle diverse leggi di settore. L’obiettivo sarà raggiunto in coerenza con la legge regionale 27/2006 che detta le più generali norme di programmazione nella cultura. Centrale il ricorso a forme concertative e un modello di governance cooperativa con gli enti locali. Si punta ad adottare un “sistema a rete” con il coinvolgimento effettivo di tutti i soggetti, pubblici e privati, che animano l’ambito della cultura. . .  
   
   
APPROVATE NEL VENETO LINEE GUIDA 2008 PER PROTEZIONE E TUTELA MINORI  
 
 Venezia, 12 marzo 2008 - Approvate le linee guida regionali 2008 per la protezione e tutela dei minori nel Veneto. Ne dà notizia l’Assessore regionale alle politiche sociali che ha proposto il provvedimento, dal titolo “La cura e la segnalazione. Le responsabilità nella protezione e nella tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Veneto. Linee guida 2008 per i servizi sociali e sociosanitari” alla Giunta regionale. Il documento è stato definito dal Gruppo di studio istituzionale in materia di vigilanza e segnalazione composto dal tribunale per i minorenni, dal pubblico tutore dei minori della Regione Veneto, dal direttore della direzione regionale per i servizi sociali, dal Presidente dell’Anci veneto, da un referente dell’Osservatorio regionale per l’infanzia e l’adolescenza. “Nel lavoro di elaborazione – afferma l’Assessore regionale – sono stati coinvolti tutti gli attori istituzionali e professionali, pubblici e privati del percorso di protezione e tutela dei minori. Le nuove linee guida comprendono alcune innovazioni di sistema e alcuni approfondimenti tecnici e di concetto di particolare rilievo per una buona concertazione e integrazione delle funzioni di protezione e tutela dei minori e dell’assunzione delle relative responsabilità, in ordine soprattutto all’essenzialità e crucialità del ruolo dei servizi sociosanitari, del rapporto tra questi e l’autorità giudiziaria e in particolare con la procura minorile. Dobbiamo continuare in questa direzione - ha detto ancora – con politiche che aiutino i bambini a restare nelle famiglie d’origine, che supportino il nucleo familiare con tutta le rete dei servizi territoriali, dal Comune all’Ulss, con operatori formati alle nuove esigenze e al mutato quadro sociale che vede, ad esempio, la presenza consistente di minori stranieri”. Il documento di linee guida 2008 si affianca alle linee guida per l’affido familiare e a quelle sulla collaborazione tra scuola e servizi. Questi elaborati e altri provvedimenti già presi o in via di attuazione (inserimenti in struttura o in affidamento familiare, la messa a regime dei centri regionali di cura e protezione per le situazioni di abuso e maltrattamento grave) troveranno collocazione in una successiva deliberazione che inquadrerà complessivamente i servizi, le attività e il coordinamento nell’area della protezione minorile. .  
   
   
IL VICEPRESIDENTE DELLA REGIONE CALABRIA CERSOSIMO RICEVE IL CONSOLE RUSSO KOLOMBET  
 
 Reggio Calabria, 12 marzo 2008 - Il Vicepresidente della Giunta regionale Domenico Cersosimo ha ricevuto il Console generale della Federazione russa in Sicilia e in Calabria, Mikhail Kolombet. All’incontro hanno anche partecipato il Capo ed il vece Capo di Gabinetto Michele Lanzo e Roberta Porcelli, il dirigente “Promozione turistica” dell’Assessorato regionale al turismo Pasquale Anastasi, il presidente dell’Aeroporto Sacal di Lamezia Terme ed il consulente della Sacal Osvaldo Spagnoli. Nel corso della riunione sono stati affrontati, in modo particolare, i temi della cooperazione legati al turistico, ai trasporti ed all’agricoltura. Il vicepresidente Cersosimo, dal canto suo, ha parlato di due linee di intervento nei rapporti tra la Regione e la Russia: la prima – ha detto – deve essere l’istituzione di un volo diretto tra la Calabria e la Russia. “È la cosa primaria da fare - ha detto - perché crediamo che quando arriva un nuovo volo in Calabria, un nuovo collegamento, si apre una prospettiva, un solco da cui far nascere occasioni di sviluppo economico. La seconda via da seguire – ha aggiunto Cersosimo – è legata agli scambi, alla cooperazione già esistente tra la Regione Calabria e il Krasnodar. Rapporti rivolti soprattutto agli scambi del settore agroalimentare”. Il presidente della Sacal, da tempo impegnato nella ricerca di un vettore che colleghi direttamente Lamezia Terme alla Russia, ha chiesto al Console Mikhail Kolombet di avviare ogni utile iniziativa tendente a superare i problemi burocratici talvolta legati al rilascio dei visti per giungere in Russia o per sbarcare in Calabria. Problemi che lo stesso Console ha dichiarato di voler affrontare istituendo, proprio all’interno della stazione aeroportuale di Lamezia Terme, un ufficio del Consolato russo, con lo specifico intento di facilitare il superamento di questioni legate alla burocrazia. Ma il Console Kolombet si è impegnato, soprattutto, a trovare una compagnia di volo russa disposta a creare collegamenti diretti con la Calabria, così come avviene già in Sicilia dove, attraverso i due aeroporti di Catania e Palermo, esistono già due voli settimanali economici. “la Calabria – ha detto il Console – è una terra che può offrire le giuste opportunità ai turisti russi in quanto ha una qualità insita nel territorio molto alta ma anche uno standard di prezzi molto bassi. Entro pochissimo tempo – ha concluso il Console Kolombet – avvieremo certamente un collegamento diretto con la Russia”. .  
   
   
MANTOVA: INTERNAZIONALIZZAZIONE: LE NUOVE INIZIATIVE PER IL 2008  
 
Mantova, 12 maarzo 2008 - La Camera di Commercio di Mantova si presenta nel 2008 con un programma ricco di iniziative per promuovere le imprese sui mercati esteri. Partecipazione a fiere, organizzazione di missioni economiche sui mercati esteri, progetti di settore di particolare significato e valenza per il territorio. “ Essere presenti sui mercati internazionali – spiega il Presidente Ercole Montanari – oggi è una priorità irrinunciabile per le imprese che debbono poter contare su capitale umano preparato, su politiche di supporto e di promozione del sistema Paese da parte delle istituzioni e su un dinamico sistema creditizio in grado di assistere gli imprenditori con strumenti ad hoc per regolare le transazioni internazionali”. E su formazione e promozione l’ente camerale intende giocare il proprio ruolo, all’interno di logiche di partenariato che recentemente la vedono impegnata insieme con la Provincia di Mantova, Confindustria di Mantova e il Consorzio Mantova Export. La scelta di una strategia unica e di una proposta condivisa sono la strada che anche nel 2008 la Camera di Commercio intende perseguire, offrendo, insieme ai partner citati, servizi e opportunità messe a disposizione dal recente Accordo di Programma siglato tra Regione Lombardia e sistema camerale lombardo, che prevede un asse specificamente dedicato all’internazionalizzazione dell’impresa, sul quale l’ente camerale ha investito e investirà significative risorse che per il meccanismo di addizionalità dell’Accordo stesso vengono raddoppiate e sono fruibili da parte degli operatori del territorio. Quali iniziative, per quali mercati e per quali settori? Per il 2008 Mantova punta dritto verso l’Est Europa: già nei primi due mesi dell’anno, prima a Kiev in gennaio e quindi a Berlino in febbraio, due gruppi di imprese, della meccanica agricola e dell’ortofrutticolo, hanno partecipato a due importanti manifestazioni specialistiche di settore; a giorni la Camera di Commercio sarà impegnata a Izmir (Turchia) a fianco del Centro Servizi al Florovivaismo in supporto a un gruppo d’imprese del comparto florovivaistico. Nei mesi di Aprile, Maggio e Giugno, sarà la volta della Bielorussia, con un’iniziativa di settore (una sfilata di moda) organizzata in collaborazione con l’Ambasciata italiana di Minsk per promuovere il settore abbigliamento e accessori; quindi seguirà una missione economica plurisettoriale in maggio, con incontri d’affari tra una dozzina di imprese mantovane e interlocutori commerciali bielorussi. A chiudere, in giugno, dieci imprese della meccanica agricola esporranno alla fiera internazionale dell’agricoltura di Minsk . A luglio, in collaborazione con la D. G. Agricoltura della Regione Lombardia, saranno ospiti a Mantova gruppi di buyers da alcuni Paesi di nuovo ingresso nell’Unione Europea (Polonia, Romania, . ) per il settore alimentare. Sono previste sessioni di incontri bilaterali per allacciare rapporti di tipo commerciale. In settembre alle imprese dell’agroalimentare sarà data opportunità di partecipare alla rassegna fieristica “Polagra” di Poznan, in Polonia, uno degli appuntamenti di riferimento sul mercato polacco per le specialità alimentari. Per il secondo semestre è prevista, inoltre, una missione economica sul mercato indiano, in collaborazione con Promos – Camera di Commercio di Milano. Le opportunità sono diverse, tutte riconducibili ai due bandi regionali attualmente aperti, che permettono alle imprese del territorio, rispettivamente: di scegliere tra diverse manifestazioni fieristiche internazionali, che si svolgono in Italia o all’estero, o di optare per missioni economiche con incontri d’affari in diversi Stati del mondo, con la possibilità di fruire di voucher (contributi a fondo perduto) in grado di abbattere sensibilmente i costi di adesione; oppure: di soddisfare le proprie necessità in termini di assistenza specialistica da parte di soggetti accreditati (le Camere di Commercio stesse, i consorzi export, le associazioni, società di consulenza,…), selezionando tra una serie di servizi tecnici che questi soggetti forniranno con oneri scontati dai voucher “multiservizi” messi a disposizione dal sistema camerale e regionale. In pratica: per consulenze di valore minimo di 4. 000 euro annui, l’azienda riceverà un voucher pari a 2. 500 euro da scontare sul costo della consulenza ricevuta. I due bandi sono del tipo “a sportello”, quindi è possibile accedervi con precedenza in ordine cronologico fino ad esaurimento dei fondi. La Camera di Commercio di Mantova rende disponibili con il raddoppio di risorse da parte della Regione, contributi a voucher per 200. 000 euro su fiere e missioni, mentre per i voucher multiservizi sono attualmente disponibili 80. 000 euro. Le informazioni sui bandi e l’elenco delle fiere e delle missioni agevolate dai voucher sono reperibili sul sito: www. Lombardiapoint. It . Per assistere le imprese nel procedimento di accesso e di richiesta dei contributi, fruibili unicamente attraverso una procedura on-line, è a disposizione il Lombardiapoint/ufficio commercio estero della Camera di Commercio di Mantova, ai seguenti recapiti: 0376 234320 – 234421. .  
   
   
COMO: PIÙ DI MILLE SEGNALAZIONI A MISTER PREZZI DA TUTTA ITALIA  
 
 Como, 12 marzo 2008 - Sono 1. 368 le segnalazioni di rincari ritenuti ingiustificati effettuate da cittadini di tutta Italia a Mister Prezzi dal 25 febbraio, giorno di attivazione del numero verde 800. 95. 59. 59, al 7 marzo. In testa vi sono latte fresco (102 segnalazioni) e pane (100), seguiti da benzina (74), pasta (72), gas (65) e assicurazione auto (61). Dalla provincia di Como sono giunte 13 segnalazioni (Como 4, Mariano Comense 2, Cernobbio 1, Luisago 1, Casnate con Bernate 1, Cantù 1, Erba 1, Mozzate 1, Cadorago 1) per lo più riferite ai generi alimentari. Nei prossimi giorni verrà costituito in Camera di Commercio il tavolo di analisi delle segnalazioni raccolte attraverso il numero verde. "Mister Prezzi" nazionale (Garante per la sorveglianza dei prezzi, istituito con la Finanziaria 2008 ed entrato in funzione il 15 gennaio scorso) valuterà ora le segnalazioni e potrà intervenire con tre mezzi contro i rincari ingiustificati: ispezioni della Guardia di Finanzia; attivazione della procedura di contestazione innanzi all´Antitrust; azione di moral suasion (tattica di persuasione usata per influenzare e imprimere "pressione" al fine di ottenere un effettivo comportamento socialmente responsabile, senza utilizzare la forza delle leggi e dei regolamenti). Oltre al numero verde a disposizione dei cittadini per segnalare i rincari ritenuti ingiustificati (dal lunedì al venerdì dalle 9. 00 alle 15. 00) è sempre attivo il portale www. Osservaprezzi. It ricco di informazioni utili ai consumatori per confrontare i prezzi (abbonandosi alla newsletter si riceve una dettagliata analisi sulla variazione Istat dei prezzi). .  
   
   
COSTITUITA LA CAMERA DEI MINORI E DELLA FAMIGLIA  
 
Potenza, 12 marzo 2008 - Il sette marzo si è costituita la Camera Dei Minori e della Famiglia di Basilicata. La Camera dei Minori e della Famiglia di Basilicata è un’associazione che svolge attività finalizzate alla tutela dei valori fondamentali del diritto del minore nonché al diritto della famiglia. Promuove specifiche iniziative nel settore del diritto del minore e della famiglia al fine di realizzare un progetto multidisciplinare che tenga conto di ogni evoluzione della società civile. La Camera dei Minori e della Famiglia di Basilicata fa parte della più ampia Unione Nazionale Delle Camere Minorili. I componenti della Camera dei Minori e della Famiglia di Basilicata sono: Presidente, Avv. Nicoletta Ferri, Vicepresidente, Avv. Cristiano Cuomo Segretario, Avv. Marina Ligrani. .  
   
   
CONSUMI DI ENERGIA ELETTRICA IN ITALIA: +4,5% A FEBBRAIO CLIMA RIGIDO E CALENDARIO BISESTILE SPINGONO IL FABBISOGNO VOLA LA DOMANDA IN SICILIA: +9,8%  
 
Roma, 12 marzo 2008 – Nel mese di febbraio 2008 la quantità di energia elettrica richiesta in Italia, pari a 28,3 miliardi di kWh, ha fatto registrare una crescita del 4,5% rispetto allo stesso mese del 2007. E’ quanto ha rilevato Terna, la società che ha la responsabilità della trasmissione e del dispacciamento dell’energia elettrica a livello nazionale. Due i fattori che hanno influenzato il risultato: una giornata lavorativa in più (21 contro 20) dovuta al fatto che il 2008 è bisestile, e una temperatura media mensile inferiore di circa 2 gradi rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Se si volesse confrontare la domanda di febbraio 2008 con quella dello stesso periodo del 2007, a parità di temperatura e calendario, la variazione sarebbe pari a -0,2%. Dall’analisi effettuata da Terna emerge che a livello territoriale la variazione della domanda è risultata ovunque in crescita ma non omogenea: +4,1% al Nord, +4% al Centro, +5,9% al Sud. Nell’area Sud da segnalare, in particolare, che rispetto a febbraio 2007 la richiesta di energia elettrica ha fatto segnare un +9,8% in Sicilia. I 28,3 miliardi di kWh richiesti nel mese di riferimento sono distribuiti per il 47,1% al Nord, per il 28,4% al Centro e per il 24,5% al Sud. Nel mese di febbraio 2008 il fabbisogno italiano di energia elettrica è stato coperto per l’88% con la produzione nazionale, e per il restante 12% con il saldo tra le importazioni e le esportazioni (-15,9% rispetto a febbraio 2007). In dettaglio, la produzione nazionale netta (25,4 miliardi di kWh) è aumentata del 7,9% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. In crescita le fonti termoelettrica (+9,7%), geotermoelettrica (+5,5%) ed eolica (+14%), in calo la fonte idroelettrica (-6%). Il profilo congiunturale del mese di febbraio 2008 non ha fatto registrare variazioni rispetto al mese precedente. La richiesta cumulata dei primi due mesi del 2008 si attesta su un +2,6% rispetto allo stesso periodo del 2007. L’analisi dettagliata dell’andamento dei consumi elettrici mensili provvisori del 2008 e del 2007 è disponibile nella pubblicazione “Rapporto Mensile sul Sistema Elettrico”, consultabile alla voce “Sistema elettrico – Dispacciamento - Dati esercizio” del sito www. Terna. It .  
   
   
TERNA APPROVA I RISULTATI 200: UTILE NETTO DI GRUPPO A 413,9 MILIONI DI EURO (389,1 MILIONI NEL 2006, +6,4%)  
 
 Roma, 12 marzo 2008 – L’amministratore Delegato Flavio Cattaneo ha illustrato i risultati dell’esercizio 2007, esaminati e approvati dal Consiglio di Amministrazione di Terna S. P. A. , riunitosi oggi sotto la Presidenza di Luigi Roth. Risultati Economico-finanziari Consolidati1
Milioni di euro 2007 20062 Variazione
Ricavi 1. 348,2 1. 276,5 +5,6%
Ebitda (Margine operativo lordo) 977,8 868,6 +12,6%
Ebit (Risultato operativo) 722,7 656,2 +10,1%
Utile netto di Gruppo 413,9 389,1 +6,4%
L’amministratore Delegato, Flavio Cattaneo, ha commentato “Il 2007 è stato un anno ricco di risultati importanti sia dal punto di vista strategico sia finanziario, che ci hanno permesso di proporre un dividendo per azione con un significativo aumento rispetto all’anno precedente, confermando il titolo Terna come uno dei più remunerativi del settore con un dividend yield superiore al 5%. Tutti gli obiettivi di Piano sono stati centrati. Siamo fermamente convinti che le grandi Reti elettriche siano una priorità per l’Italia e lo sviluppo dell’economia – ha aggiunto Cattaneo - per questo abbiamo impresso un’accelerazione allo sviluppo delle infrastrutture e proseguito nel consolidamento della rete elettrica nel nostro Paese. L’intera squadra di Terna ha triplicato gli investimenti rispetto alla media degli anni scorsi, a conferma dell’implementazione del Piano di Sviluppo annunciato. E per il 2008 siamo ottimisti: vogliamo consolidare i risultati e guardiamo con interesse anche a possibili operazioni di acquisizione. ” Risultati Consolidati 2007 I Ricavi dell’esercizio 2007, pari a 1. 348,2 milioni di euro (1. 111,2 milioni di euro per la Capogruppo, 70,8 milioni di euro per la controllata italiana Rtl e 166,2 milioni di euro per le controllate brasiliane), registrano un aumento di 71,7 milioni di euro (+5,6% rispetto ai 1. 276,5 milioni di euro del 2006). L’incremento netto dei ricavi è essenzialmente attribuibile al maggior corrispettivo per l’utilizzo della rete, pari a circa 65,4 milioni di euro, di cui 55,8 per il trasporto di energia sulla rete di trasmissione italiana e per 9,6 milioni alle società Brasiliane. L’incremento dei ricavi sulla rete di trasmissione italiana è principalmente attribuibile: alla controllata Rtl (+55,4 milioni di euro) per l’incremento del perimetro di attività; alla controllante (+0,3 milioni di euro) derivante dalla somma algebrica di minori ricavi per conguagli netti anni pregressi per 51,5 milioni di euro (nell’esercizio precedente furono rilevati 47,3 milioni di euro derivanti dagli effetti della Delibera 162/06 dell’Aeeg relativa all’integrazione tariffaria dell’anno 2005) e dei maggiori ricavi pari a 51,8 milioni di euro relativi principalmente all ’evoluzione tariffaria. Per le società brasiliane l’incremento dei ricavi pari a circa 9,6 milioni di euro è da attribuirsi in parte all’adeguamento annuale del canone di concessione ed in parte all’effetto cambio euro/reais. I Costi di esercizio operativi ammontano a 370,4 milioni di euro (322,8 milioni di euro per la Capogruppo, 11,4 milioni di euro per la controllata italiana Rtl e 36,2 milioni di euro per le controllate estere) e risultano in diminuzione del 9,2% (-37,5 milioni di euro) rispetto al dato 2006. Il decremento è principalmente attribuibile alla Capogruppo (-46,3 milioni di euro) ed è compensato dai maggiori costi della controllata italiana Rtl essenzialmente riferibili all’allargamento del perimetro di attività. La riduzione dei costi operativi è principalmente identificabile nel costo del personale per -20,3 milioni e nei costi per servizi per -10,1 milioni di euro. Il decremento dei costi del personale è dovuto sia a maggiori costi capitalizzati, sia a minori oneri per incentivi all’esodo nonché per le differenze relative al calcolo attuariale per la nuova normativa Tfr e sia, infine, al rilascio di accantonamenti. A fronte delle riduzioni si rilevano maggiori costi per la normale dinamica salariale nonché per l’incremento della consistenza media del personale dovuto anche alle acquisizioni effettuate. La riduzione dei costi per servizi è riconducibile prevalentemente alla politica di razionalizzazione dei servizi acquistati che ha condotto a risparmi, con particolare riferimento, ai servizi informatici, alle spese di teletrasmissione e al noleggio di autoveicoli. L’ebitda (Margine Operativo Lordo) si attesta a 977,8 milioni di euro, con un incremento di 109,2 milioni di euro rispetto ai 868,6 milioni di euro del 2006 (+12,6%). Le controllate brasiliane contribuiscono per 130,0 milioni di euro e la controllata italiana Rtl per 59,4 milioni di euro. L’effetto combinato dell’incremento dei ricavi e del contenimento dei costi si riflette sull’Ebitda margin che passa dal 68% del 2006 al 72,5% nel 2007. L’ebit (Risultato Operativo) è di 722,7 milioni di euro, in crescita di 66,5 milioni di euro (+10,1%) rispetto ai 656,2 milioni di euro del 2006. Il beneficio della crescita dell’Ebitda è ridotto dal sostanziale incremento (42,7 milioni di euro) della voce ammortamenti, principalmente attribuibili alla Capogruppo (18,5 milioni di euro) per i nuovi impianti entrati in esercizio nel corso dell’anno, alla controllata italiana Rtl (23,1 milioni di euro), alle controllate brasiliane (1,1 milioni di euro) per i maggiori stanziamenti riferiti alle acquisizioni effettuate, per gli investimenti dell’esercizio nonché per l’apprezzamento della moneta locale. La gestione finanziaria dell’esercizio rileva oneri finanziari netti pari a 116,9 milioni di euro, in crescita rispetto all’esercizio precedente, per 87,5 milioni di euro. Tale incremento è attribuibile principalmente alla rilevazione nel 2006 della plusvalenza di quotazione di Terna Participações (70,6 milioni di euro); l’ulteriore crescita (16,9 milioni di euro) è imputabile principalmente ai maggiori oneri finanziari dovuti sia all’aumento dei tassi sia al maggior indebitamento finanziario riferibile alle attività italiane compensato in parte dai minori oneri finanziari della business unit Brasile riconducibile ai maggiori proventi per interessi attivi sulle disponibilità liquide, e alla diminuzione dei tassi di interesse del debito brasiliano. Le Imposte sul reddito a carico dell’esercizio, pari a 173 milioni di euro, si riferiscono per 147 milioni di euro alla Capogruppo, per 21 milioni di euro alle controllate brasiliane e per 5 milioni di euro alla controllata italiana Rtl. Le minori imposte rilevate rispetto all’esercizio 2006 (-62,2 milioni di euro), sono riconducibili essenzialmente agli effetti dell’adeguamento della fiscalità differita della Capogruppo e della controllata italiana Rtl alle nuove aliquote introdotte dalla Legge Finanziaria 2008. L’utile netto di Gruppo si attesta a 413,9 milioni di euro (in aumento del 6,4% rispetto ai 389,1 milioni di euro del 2006), dopo aver scontato oneri finanziari netti per 116,9 milioni di euro, imposte sul reddito per 173 milioni di euro e Utile netto di Terzi per 18,9 milioni di euro. La situazione patrimoniale consolidata al 31 dicembre 2007 registra un Patrimonio netto pari a 2. 273 milioni di euro, di cui Patrimonio netto di Gruppo pari a 2. 162 milioni di euro (a fronte di 2. 117 milioni di euro al 31 dicembre 2006, di cui 2. 007 milioni di euro del Gruppo) mentre l’indebitamento finanziario netto, in seguito all’aumento degli investimenti cresce fino a 2. 649,7 milioni di euro rispetto ai 2. 282,8 milioni di euro al 31 dicembre 2006. Il rapporto debt/equity al 31 dicembre 2007 è quindi pari a 1,17. Gli Investimenti dell’esercizio sono pari a 616 milioni di euro, in crescita del 75% rispetto all’esercizio precedente, di cui 322 milioni relativi ad investimenti in immobilizzazioni materiali e 92 milioni relativi al Piano di Difesa, a conferma dell’implementazione puntuale del Piano di Sviluppo della Rete di Trasmissione Nazionale. I Dipendenti del Gruppo a fine 2007 sono 3. 602 (3. 495 in Italia e 107 in Brasile) con un incremento di 47 unità rispetto al 31 dicembre 2006. L’incremento è dovuto principalmente all’aumento delle risorse impiegate in Brasile a seguito dell’allargamento del perimetro e della politica di insourcing di alcune attività. Risultati 2007 Della Capogruppo – Terna Spa
Milioni di euro 2007 2006 Variazione %
Ricavi 1. 121,4 1. 110,2 +1%
Ebitda (Margine operativo lordo) 795,2 740,9 +7,3%
Ebit (Risultato operativo) 586,6 550,8 +6,5%
Utile netto 406,7 355,8 +14,3%
Il conto economico della Capogruppo al 31 dicembre 2007 chiude con un utile netto di 406,7 milioni di euro, con un incremento di circa 51 milioni di euro rispetto al 2006 (+14,3%). I costi operativi ammontano a 326,2 milioni di euro, di cui 187,2 milioni relativi al personale. L’ebitda si attesta a 795,2 milioni di euro, con una variazione di 54,3 milioni rispetto allo scorso anno, in crescita del 7,3%. L’ebit è pari a 586,6 milioni di euro, con un incremento pari a 35,8 milioni di euro (+6,5%) rispetto al 2006. Lo Stato Patrimoniale evidenzia un Patrimonio Netto pari a 2. 026,0 milioni di euro (a fronte dei 1901,7 del 2006), mentre l’indebitamento finanziario netto è pari a 2. 308,7 milioni di euro (con un incremento di 303 milioni di euro rispetto al 2006). Al 31 dicembre 2007 non sussistono prestiti obbligazionari rilevanti emessi dalla società o da sue controllate in scadenza nei diciotto mesi successivi alla chiusura del periodo di riferimento. In data 23 ottobre 2007 Terna S. P. A. Ha collocato un’emissione obbligazionaria indicizzata all’inflazione italiana (cd Inflation-linked bond) per totali 500 milioni di euro, nell’ambito del proprio programma Emtn a cui è stato attribuito un rating Aa- per Standard and Poor’s, Aa3 per Moody’s e Aa per Fitch. Il bond ha scadenza 15 settembre 2023 e cedola pari al 2,731 % indicizzata all’inflazione italiana (indice di riferimento: Indice Foi, equivalente all’indice dei prezzi al consumo senza tabacchi per Famiglie di Operai e Impiegati). I titoli, che pagano una cedola semestrale, sono quotati presso la Borsa del Lussemburgo. Fatti Di Rilievo Successivi Alla Chiusura Dell’esercizio 2007 E Prevedibile Evoluzione Della Gestione Per L’anno 2008 Nel mese di gennaio Terna ha ottenuto la certificazione per la gestione ambientale Iso 14001 e quella per la gestione della sicurezza del lavoro e tutela della salute Ohsas 18001. Le due certificazioni vanno ad aggiungersi alla certificazione di qualità Iso 9001 che Terna ha avuto nel 2001, dando luogo a un sistema di gestione integrato qualità – ambiente – sicurezza in grado di accrescere l’efficacia dei processi aziendali e di supportare un elevato livello di responsabilità sociale e ambientale. La rilevanza di tale riconoscimento è avvalorata dal fatto che delle 40 società dell’S&p Mib, solo 14 hanno ottenuto una certificazione ambientale Iso 14001 e solo 5 possono esibire un sistema integrato. In data 13 febbraio 2008 l’agenzia Standard & Poor’s ha confermato il rating a lungo termine di Terna pari a “Aa-” e quello di breve al livello di A-1+. L’outlook è stato cambiato da stabile a negativo. L’agenzia, a valle della presentazione del nuovo piano industriale, evidenzia il possibile impatto negativo sul profilo finanziario dovuto al piano di investimenti previsti per lo sviluppo della Rete di Trasmissione Nazionale e alla strategia di crescita della Società. L’esercizio 2008 sarà focalizzato all’avvio della realizzazione di quanto previsto nel Piano Strategico relativo al periodo 2008-2012. In particolare la Società sarà impegnata nella puntuale implementazione degli investimenti previsti dal Piano di Sviluppo e nel conseguimento delle efficienze operative mantenendo al contempo l’obiettivo di massima qualità del servizio. Terna continuerà nell’obiettivo dell’unificazione della Rete di Trasmissione Nazionale mediante l’acquisizione delle rimanenti porzioni di Rtn possedute da altri operatori nonché perseguirà eventuali opportunità di investimento in Italia e all’estero con particolare attenzione alla redditività e al limitato profilo di rischio. Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre approvato, nel corso della seduta, la Relazione sulla Corporate Governance 2007 che sarà pubblicata contestualmente al bilancio della Società. Convocazione Assemblea E Dividendi Il Consiglio di Amministrazione proporrà all’Assemblea degli azionisti, che sarà convocata per il 27 aprile prossimo (in prima convocazione) e per il successivo 28 aprile (in seconda convocazione), l’approvazione di un dividendo complessivo per l’intero esercizio 2007 pari a 15,1 centesimi di euro per azione e la distribuzione - al lordo delle eventuali ritenute di legge - dei rimanenti 9,5 centesimi di euro per azione quale saldo del dividendo relativo all’esercizio. Si ricorda in proposito che il Consiglio di Amministrazione di Terna del 12 settembre 2007 aveva già deliberato la distribuzione agli azionisti di un acconto sul dividendo relativo all´esercizio 2007 pari a 5,6 centesimi di euro per azione a lordo delle eventuali ritenute di legge posto in pagamento dal 22 novembre 2007. Complessivamente il dividendo per azione di competenza del 2007 proposto sarà in crescita del 7,86% rispetto al 2006. Il Consiglio di Amministrazione, come già comunicato al mercato, proporrà la data del 23 giugno 2008 come “data stacco” della cedola n. 8 e del 26 giugno 2008 per il pagamento del suddetto saldo del dividendo. .
 
   
   
ERG S.P.A. APPROVA IL BILANCIO CONSOLIDATO DI GRUPPO AL 31 DICEMBRE 2007 DIVIDENDO PROPOSTO 0,40 EURO PER AZIONE  
 
Genova, 12 marzo 2008 – Il Consiglio di Amministrazione di Erg S. P. A. Si è riunito il 10 marzo per esaminare il bilancio consolidato del Gruppo al 31 dicembre 2007. I dati del quarto trimestre, non essendo stata approvata la situazione 2007 pre-consuntiva, sono da intendersi pro-forma e vengono esposti nel comunicato stampa per completezza e continuità di informazione. Esercizio 2007 Il 2007 si è chiuso con un risultato netto di Gruppo a valori correnti pari a 39 milioni di Euro, rispetto ai 103 milioni di Euro raggiunti nell’esercizio precedente (-62%). Il margine operativo lordo a valori correnti per il 2007 è stato pari a 361 milioni di Euro, rispetto ai 463 milioni di Euro del 2006 (-22%). La flessione dei risultati risente del generale minor contributo, per il 2007, di tutte e tre le aree di business, anche a seguito del manifestarsi di eventi negativi quali la recente sentenza del Consiglio di Stato, che ha confermato la riformulazione al ribasso della tariffa elettrica per gli impianti Cip6 a partire già dall’anno in corso, ed il rimborso assicurativo pari a circa 104 milioni di Euro di cui aveva beneficiato l’esercizio 2006 a seguito dell’incidente verificatosi negli Impianti Nord della Raffineria Isab. Raffinazione Costiera: il margine operativo lordo a valori correnti è di 117 milioni di Euro rispetto ai 149 milioni di Euro dell’esercizio precedente (inclusi rimborsi assicurativi per 84 milioni di Euro), nonostante un miglioramento del margine di contribuzione unitario. L’incremento di quest’ultimo è attribuibile ad un generale miglioramento della performance impiantistica della raffineria che ha beneficiato dell’entrata in funzione dei nuovi impianti, a seguito della conclusione del piano d’investimenti strategico avviato nel 2003, ed all’assenza di fermate per manutenzione nel corso dell’anno. Questi effetti positivi sono stati, in parte, compensati dalla minore redditività associata alle vendite di feedstock ad Isab Energy a causa dell’aumento del prezzo dell’olio combustibile, dalla revisione al ribasso della tariffa di vendita Cip6 da parte dell’Autorità dell’Energia Elettrica e il Gas che ha inciso negativamente per circa 18 milioni di Euro sul margine operativo lordo a valori correnti, oltre che dall’impatto negativo dell’apprezzamento dell’Euro sul Dollaro. Downstream Integrato: il margine operativo lordo a valori correnti è di 87 milioni di Euro rispetto ai 127 milioni di Euro del 2006. La flessione del risultato è l’effetto dello scenario meno favorevole sui margini della commercializzazione, sui minori risultati delle raffinerie interne che hanno risentito anche di una contrazione nei volumi di lavorazione a causa di una parziale indisponibilità degli impianti per fermate programmate, nonché delle minori vendite Rete, in linea, per altro, con quanto avvenuto sul mercato. La quota di mercato nella commercializzazione è pari al 7%, in linea con l’anno precedente. Energia elettrica: il margine operativo lordo a valori correnti è di 185 milioni di Euro rispetto ai 213 milioni di Euro del 2006. Il risultato del settore è stato penalizzato per 25 milioni di Euro dalla rettifica al ribasso della tariffa Cip6 da parte dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas. Il risultato del 2006, inoltre, include 20 milioni di Euro di rimborsi assicurativi, di cui 12 milioni di Euro di competenza di Isab Energy e 8 milioni di Euro di competenza di Erg Nuove Centrali. Nel 2007 la produzione di energia elettrica dell’impianto di Isab Energy è stata di 3. 809 Gwh, nel 2006 era stata di 4. 001 Gwh. Il calo nella produzione è dovuto alla fermata generale per manutenzione che ha interessato l’impianto nel secondo trimestre del 2007 e alla riduzione di potenza richiesta, nel mese di novembre, da Terna S. P. A. , in attuazione dei rapporti contrattuali esistenti per permettere alla stessa di effettuare lavori sulla propria rete di trasmissione. Il risultato di Erg Nuove Centrali per il 2007 è stato sostanzialmente in linea con quello registrato nel 2006 che includeva rimborsi assicurativi per 8 milioni di Euro e 13 milioni di Euro legati alla vendita di diritti di emissione di Co2. Questi fattori sono stati compensati dall’effetto positivo derivante dall’ingresso in operatività del Turbogas dell’impianto di produzione di energia elettrica all’interno degli Impianti Sud della Raffineria Isab, che ha contribuito per 14 milioni di Euro al risultato operativo, oltre che alla migliore performance generale degli impianti. Il risultato del settore ha, inoltre, beneficiato del maggior contributo di Enertad per 19 milioni di Euro a livello di margine operativo lordo a valori correnti, che nel 2006 era consolidata solo a partire dal quarto trimestre. Il risultato di quest’ultima è stato influenzato dalla riduzione del valore dei certificati verdi del 2007, oltre che dalla revisione del prezzo di quelli del 2006 invenduti, a seguito delle disposizioni introdotte in finanziaria 2008. Quarto trimestre 2007 Nel quarto trimestre 2007 si evidenzia un risultato netto di Gruppo a valori correnti negativo per 12 milioni di Euro rispetto ai 62 milioni di Euro dello stesso periodo del 2006. Il margine operativo lordo a valori correnti è di 39 milioni di Euro rispetto ai 205 milioni di Euro del quarto trimestre dello scorso anno. Questo risultato ha risentito, fra l’altro, dell’effetto negativo della riformulazione al ribasso della tariffa Cip6 per 43 milioni di Euro interamente contabilizzati nel quarto trimestre (32 milioni di Euro di competenza dei primi nove mesi del 2007). Nello stesso periodo del 2006 il margine operativo lordo a valori correnti aveva beneficiato di rimborsi assicurativi per 93 milioni di Euro. Raffinazione costiera: il margine operativo lordo a valori correnti è negativo per 9 milioni di Euro rispetto ai 126 milioni di Euro dello stesso periodo del 2006. Il risultato è, in parte, attribuibile agli effetti della revisione al ribasso della tariffa Cip6 che ha pesato per 18 milioni di Euro (di cui 13 milioni di Euro di competenza dei primi nove mesi del 2007). Il peggioramento del risultato è anche dovuto agli effetti del rimborso assicurativo, per 80 milioni di Euro relativo all’incidente verificatosi presso gli Impianti Nord della Raffineria Isab, interamente contabilizzato nel quarto trimestre del 2006. La performance a livello industriale ha risentito, inoltre, dell’incremento del prezzo dell’olio combustibile e dell’aumento dei costi variabili, parzialmente compensati dalla maggiore efficienza dei nuovi impianti, a seguito della conclusione del piano d’investimenti strategico avviato nel 2003. L’andamento negativo del cambio Dollaro/euro ha infine contribuito alla contrazione del risultato. Downstream integrato: il margine operativo lordo a valori correnti è di 13 milioni di Euro rispetto ai 19 milioni di Euro raggiunti nel quarto trimestre del 2006. La flessione è attribuibile ai minori margini di commercializzazione della rete registrati nel periodo anche a causa del repentino incremento dei costi dei prodotti. Energia elettrica: il margine operativo lordo a valori correnti è di 42 milioni di Euro, rispetto ai 70 milioni di Euro dello stesso periodo del 2006. La diminuzione del risultato, rispetto allo stesso periodo del 2006, è principalmente attribuibile agli effetti della revisione al ribasso della tariffa Cip6 che ha pesato per 25 milioni di Euro interamente contabilizzati nel quarto trimestre (19 milioni di Euro di competenza dei primi nove mesi del 2007). Il risultato del 2006, inoltre, includeva rimborsi assicurativi per 15 milioni di Euro. Oltre a questi effetti i risultati hanno anche risentito di una minore produzione di energia elettrica da parte dell’impianto di Isab Energy dovuta alla richiesta di riduzione di potenza da parte di Terna S. P. A. Il contributo di Enertad, nel periodo, è stato di 2 milioni di Euro a livello di margine operativo lordo a valori correnti, inferiore di 4 milioni di Euro rispetto al quarto trimestre del 2006. La flessione è dovuta alla revisione al ribasso della valorizzazione del prezzo di riferimento dei certificati verdi non ancora venduti, che ha più che compensato il forte incremento della produzione di energia elettrica anche grazie al consolidamento, a partire dal mese di novembre, dei parchi eolici acquistati in Francia per un totale installato di 55 Mw. Investimenti effettuati nel 2007 Nel corso del 2007 Erg ha effettuato investimenti per 380 milioni di Euro, di cui 118 milioni di Euro nel settore raffinazione costiera, 77 milioni di Euro nel settore Downstream integrato e 182 milioni di Euro nel settore energia elettrica. Nella Raffinazione Costiera, nel corso del 2007, è stato completato l’importante piano di investimenti, iniziato nel 2003, con l’ingresso in operatività di nuovi impianti e con il passaggio al nuovo assetto produttivo della Raffineria Isab. Per il Downstream Integrato la maggior parte degli investimenti, circa 31 milioni di Euro, sono stati effettuati nella Rete relativamente al progetto restyling dei punti vendita, il cui completamento è previsto entro il 2008. Per l’energia elettrica proseguono sia l’attuazione del progetto di repowering dell’impianto posto all’interno del sito Nord che le attività relative al progetto per la realizzazione di un terzo gassificatore all’interno dell’impianto di Isab Energy. Nel settore rinnovabili sono proseguiti i lavori di realizzazione del parco eolico di Vicari in Sicilia, per quanto riguarda la controllata Enertad, nel 2007 è iniziata la costruzione del parco di Faeto (Puglia): entrambi i parchi entreranno in funzione nel 2008. La società ha, inoltre, nel mese di ottobre, acquisito cinque parchi eolici in Francia con un Enterprise Value pari a circa 80 milioni di Euro. Nel corso del 2007 è stata, infine, perfezionata l’acquisizione del 17% delle azioni di Enertad di proprietà di Alerion per un controvalore economico di 51 milioni di Euro. L’indebitamento finanziario netto di 1. 378 milioni di Euro è di fatto in linea con quello al 31 dicembre 2006 di 1. 356 milioni di Euro. Il flusso di cassa operativo pari a 573 milioni di Euro, che include rimborsi assicurativi per 113 milioni di Euro, ha consentito di finanziare investimenti in Italia ed all’estero per 503 milioni di Euro, e la distribuzione di dividendi per 96 milioni di Euro. La leva finanziaria rimane invariata al 49% come per l’esercizio precedente. Il Consiglio di Amministrazione intende proporre all’Assemblea degli Azionisti, che sarà convocata per il 24 aprile, la distribuzione di un dividendo pari a 0,40 Euro per azione, invariato rispetto al 2006 ed in linea con la dividend policy, che sarà messo in pagamento a partire dal 22 maggio 2008, previo stacco della cedola a partire dal 19 maggio 2008. Il Consiglio di Amministratore ha, inoltre, nominato Aldo Garozzo Consigliere di Amministrazione ai sensi dell’art. 2386 comma 1 del codice civile. Alessandro Garrone, Amministratore Delegato del Gruppo ha commentato: “Nonostante una buona performance dei nostri impianti, i risultati dell’anno sono stati particolarmente deboli perché negativamente influenzati da una serie di fattori che hanno penalizzato la redditività delle nostre attività, in particolare della raffinazione, come il forte apprezzamento dell’Euro sul Dollaro, la contrazione del differenziale fra greggi leggeri e pesanti oltre che il rafforzamento del prezzo dell’olio combustibile. I risultati del settore raffinazione costiera e del settore energia elettrica hanno, inoltre, risentito della riformulazione al ribasso della tariffa Cip6. Hanno, inoltre, pesato sui risultati dell’esercizio i ritardi nell’attuazione degli investimenti, in particolare quelli relativi all’impianto di pretrattamento della carica Fcc (Cr40), al repowering di Nuce Nord ed al settore eolico. Per il 2008 ci aspettiamo una complessiva ripresa dei risultati di tutte e tre le nostre aree di business. In particolare il settore della raffinazione costiera beneficerà, per l’intero anno, degli investimenti effettuati e del nuovo assetto della Raffineria Isab, oltre che dell’assenza di fermate per manutenzione. Per il settore downstream integrato prevediamo una ripresa sia delle vendite che della redditività anche a seguito del previsto completamento del progetto Restyling che sta interessando i nostri punti vendita. Per il settore energia elettrica ci aspettiamo, per il 2008, un incremento nella produzione grazie, principalmente, all’assenza di fermate generali per manutenzione dell’impianto di Isab Energy. Inoltre i risultati dell’anno beneficeranno sia dell’entrata in funzione dei parchi eolici di Faeto (24 Mw) in Puglia e di Vicari (38 Mw) in Sicilia sia del pieno contributo degli assets recentemente acquisiti in Francia. ” .  
   
   
ERG- PRECISAZIONI  
 
Genova, 12 marzo 2008 - In riferimento alle indiscrezioni di stampa diffuse nel pomeriggio dopo la conclusione della webcast sui risultati 2007, ed in particolare a quanto riportato da Adn Kronos, ed anche alla luce della sospensione del titolo per eccesso di rialzo, Erg comunica che, nell’ambito delle attività di sviluppo di tutti i settori del proprio business energetico, ivi inclusi gli impianti di raffinazione di Priolo, ha regolarmente contatti e trattative con operatori industriali nazionali ed internazionali. Nessuno di tali contatti e trattative è attualmente uscito, peraltro, dalla fase preliminare. .  
   
   
IERI A VENEZIA SI E’ DISCUSSO SUL FUTURO DELLE MULTIUTILITIES NEL NORDEST  
 
 Venezia 12 marzo 2007 - Ieri a Palazzo Balbi si sono incontrati con il Presidente della Regione del Veneto il sindaco di Padova Flavio Zanonato, il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, nonché il presidente di Acegas Aps Massimo Paniccia, l’amministratore delegato di Acegas Aps Cesare Pillon e presidente e direttore generale di Veneto Sviluppo. L’incontro si è svolto in un clima cordiale e collaborativo avendo all’ordine del giorno una approfondita valutazione circa l’integrazione nel sistema delle multiutilities del Nordest anche della componente triestina. . .  
   
   
CABINA SAN LIBERATO; REGIONE UMBRIA ESPRIME “INTESA” PER REALIZZAZIONE RACCORDO  
 
Perugia, 12 marzo 2008 - La Giunta regionale dell’Umbria ha “espresso l’intesa”, così come richiesto dalla legge nazionale (N. 239/2004), per il rilascio dell’autorizzazione unica, da parte del Ministero per lo sviluppo economico, per la connessione all’elettrodotto a 150 kV di Attigliano-nera Montoro della futura Cabina Primaria di San Liberato nel Comune di Narni. Gli interventi di connessione, in entrata ed in uscita dall’elettrodotto, consentiranno la distribuzione dell’energia elettrica alle utenze che insistono sull’area. L’intesa – è scritto nell’atto - è vincolata al rispetto da parte della Società richiedente “Terna Spa” della Enel Distribuzione delle osservazioni espresse dagli uffici regionali, che dovranno essere richiamate anche nel dispositivo di autorizzazione rilasciato dal Ministero dello sviluppo economico, di concerto con quello dell’ambiente. .  
   
   
DALL´AUSTRIA PER NUOVO PARCO EOLICO IN CROAZIA  
 
Vienna, 12 marzo 2008 - La società austriaca Bewag, operante nel settore dell´energia elettrica e delle telecomunicazioni, ha reso noto che intende investire nella costruzione di un parco eolico nella zona di Vucipolje, nell´entroterra dalmato. Il nuovo parco sarà ubicato nel Comune di Hrvace, che si estende su di una superficie di 50 kmq adeguata alla costruzione di impianti per la produzione di energia eolica grazie alla presenza di forti venti. Secondo l´Ice, la Bewag intende avviare i lavori di costruzione nell´anno in corso. I rappresentanti del Comune di Hrvace hanno anche reso noto che una società tedesca ha espresso interesse a investire nella costruzione di una piccola centrale idroelettrica nella zona di Veliki Rumin. Si prevede che l´energia elettrica prodotta dai futuri impianti possa essere utilizzata nella nuova zona imprenditoriale Vukove Stine, ubicata nel Comune di Hrvace, che è attualmente in fase di costruzione. .  
   
   
L’INVERSIONE DEL TREND IMMOBILIARE  
 
Milano, 12 marzo 2008 - L’ufficio Studi Tecnocasa ha terminato in questi giorni la raccolta e l’analisi dei dati sul mercato immobiliare provenienti dalle agenzie Tecnocasa e Tecnorete diffuse su tutto il territorio nazionale. L’osservatorio Gruppo Tecnocasa ha registrato che nel secondo semestre del 2007 è avvenuta una diminuzione, seppur contenuta, dei prezzi degli immobili generalizzata a tutte le realtà urbane, con poche eccezioni sul territorio. Si è verificato quindi, quello che ormai da tempo ci si attendeva: un’inversione del trend dei prezzi immobiliari che dal 1998 non avevano mai smesso di crescere. La stretta creditizia in atto sul mercato ha decisamente contribuito al verificarsi di questo scenario. A conferma di ciò gli ultimi dati della Banca d’Italia segnalano, nei primi nove mesi dell’anno, una diminuzione delle erogazioni dell’1,54% rispetto allo stesso periodo del 2006. Nel secondo semestre del 2007 assistiamo ad una diminuzione, seppur contenuta, dei prezzi degli immobili generalizzata a tutte le realtà urbane, con poche eccezioni sul territorio. Si è verificato quindi, quello che ormai da tempo ci si attendeva: un’inversione del trend dei prezzi immobiliari che dal 1998 non avevano mai smesso di crescere. La stretta creditizia in atto sul mercato ha decisamente contribuito al verificarsi di questo scenario. A conferma di ciò gli ultimi dati della Banca d’Italia segnalano, nei primi nove mesi dell’anno, una diminuzione delle erogazioni dell’1,54% rispetto allo stesso periodo del 2006. Gli altri elementi emersi ben chiari in questo arco temporale sono: la diminuzione della domanda di immobili, la maggiore offerta di abitazioni sul mercato, l’ampliamento della forbice tra prezzo richiesto e prezzo a cui si realizza la compravendita e l’allungamento dei tempi medi di vendita. Infatti nelle grandi città questi ultimi si sono portati mediamente intorno a 135 giorni, in aumento rispetto a 118 giorni registrati a giugno. Quest’ultimo dato in particolare mette in luce un aspetto importante che ha caratterizzato il mercato immobiliare nel secondo semestre del 2007 e che lo sta caratterizzando anche nei primi mesi del 2008: la difficoltà, sempre più forte, di incontro tra domanda ed offerta che vede contrapposti acquirenti con una minore disponibilità di spesa e venditori che pensano di poter realizzare gli stessi valori del passato. I venditori in questa fase di mercato si dividono in due categorie: coloro che non hanno necessità di vendere gli immobili a breve termine e quindi restano fermi nella loro posizione con la conseguenza che l’abitazione resta invenduta sul mercato per lungo tempo (soprattutto se il rapporto prezzo/qualità non è congruo) e coloro che invece, avendo necessità di realizzare la compravendita, dopo lunghe trattative decidono di rivedere le loro richieste iniziali. Gli acquirenti dimostrano molta più difficoltà ad acquistare di quanto non avvenisse in passato. A soffrire in particolare sono coloro che si trovano nella necessità di accendere un mutuo a quasi totale copertura dell’acquisto: le famiglie monoreddito, i single, le giovani coppie (che mai come adesso devono avere una famiglia che possa aiutarli) e gli extracomunitari. L’analisi in base al profilo dimensionale evidenzia che la variazione dei prezzi più sensibile si è registrata nelle grandi città (-1. 5%), a seguire i capoluoghi di provincia (-0. 9%) ed i comuni dell’hinterland (-0. 8%) che ancora una volta hanno avuto un comportamento migliore. Le grandi città hanno registrato variazioni di prezzi negative ad eccezione di Torino, le cui quotazioni sono stabili e di Palermo che registra ancora un debole segnale di crescita (+1. 5%). Tra le realtà con la diminuzione dei prezzi più sensibile si segnalano Bologna (-3. 4%), Verona (-3. 2%) e Bari (-2. 9%). Per la prima volta in questo semestre si registrano segnali negativi anche a Milano (-1. 1%) e Roma (-1. 6%), i mercati immobiliari più importanti. Considerando complessivamente tutto il 2007 le uniche realtà che chiudono ancora con quotazioni in crescita sono Milano, Torino e Palermo. Un’analisi a livello di aree nelle grandi città ha evidenziato una migliore tenuta degli immobili posizionati nelle zone più centrali, rispetto a quelle periferiche e semicentrali. In base al profilo geografico si evidenzia che i capoluoghi del Sud Italia hanno registrato una migliore performance, con una crescita delle quotazioni dello 0. 2%, ma riteniamo che siano ormai alla fase finale della loro corsa. Sono invece diminuite dell’1. 4% le quotazioni dei capoluoghi del Centro Italia e dell’1. 5% quelle dei capoluoghi del Nord Italia. Passiamo ora ad analizzare le caratteristiche della domanda immobiliare che, anche in questo semestre, si è rivelata più selettiva rispetto al passato, con standard qualitativi sempre più elevati. Infatti la richiesta abitativa oggi è alimentata prevalentemente da chi ha necessità di acquistare l’immobile, come prima casa o come casa di sostituzione ovvero “migliorativa”, essendo diminuita la domanda per investimento e quella da parte degli extracomunitari, meno “attenta” alla qualità dell’immobile. L’insieme di questi elementi ha comportato una “selezione naturale” da parte del mercato immobiliare che ha così premiato le abitazioni più vicine alle esigenze degli acquirenti. Occorre precisare però che quando si parla di “qualità” non ci si riferisce necessariamente alle tipologie signorili o di pregio. Infatti le caratteristiche che hanno “facilitato” la compravendita in questo semestre sono state: la presenza del box o del posto auto, la vicinanza ai mezzi di trasporto, il posizionamento ai piani alti, la luminosità, la presenza di balconi o terrazzi (l’esigenza di sfoghi esterni è in crescita) e di riscaldamento autonomo, l’inserimento dell’immobile in contesti abitativi medio-piccoli, il posizionamento in strade poco trafficate e tranquille, la disposizione degli spazi interni. Ma è emerso anche un altro aspetto che teniamo a sottolineare: l’attenzione allo stato di conservazione dell’immobile. Infatti nelle grandi città si è registrata una migliore tenuta delle soluzioni ristrutturate o nuove e in parte anche delle tipologie usate ma in buono stato. Una delle preoccupazioni espresse dai potenziali acquirenti è legata al sostenimento di eventuali spese di ristrutturazione per il timore di non riuscire a quantificarle, in maniera accurata, sia in termini di importo che di durata. Sul fronte della locazione invece la sensazione è che si stia assistendo ad un aumento di domanda di immobili in affitto, alimentata proprio da coloro che non riuscendo ad ottenere un mutuo o trovandosi di fronte ad una rata troppo “pesante” optano per la locazione, magari anche come soluzione temporanea, in attesa poi di poter acquistare in un momento successivo. Questo di fatto non si sta traducendo in una tensione verso l’alto dei canoni di locazione, dal momento che sul mercato c’e’ ancora offerta di immobili in locazione risultato della corsa al mattone avvenuta negli scorsi anni. A questo bisogna aggiungere la volontà dei proprietari di puntare alla continuità del rapporto di locazione andando incontro alle esigenze del conduttore con una riduzione dei canoni richiesti. Il risultato combinato delle dinamiche che si stanno registrando sul mercato della compravendita e su quello della locazione ha comportato un lieve aumento dei rendimenti immobiliari che sui bilocali sono saliti a 3. 8%. Analizzando la domanda immobiliare i dati più aggiornati ci segnalano nelle grandi città una maggiore richiesta per i trilocali che raccolgono il 37. 9% delle preferenze, seguite dai bilocali con il 28. 8 %. Nelle metropoli come Milano, Roma, Napoli e Torino la tipologia più apprezzata è il bilocale. Dal lato dell’offerta la tipologia più presente sul mercato è il trilocale con il 35. 1%, seguito dal bilocale con il 26. 2% e dal quattro locali con il 21. 5%. L’analisi della disponibilità di spesa nelle grandi città a gennaio 2008 evidenzia ancora una concentrazione delle richieste nella fascia di spesa oltre i 249 mila €, in aumento rispetto a luglio 2007. Questo segnale, comunque positivo, va incrociato anche con l’informazione che indica una maggiore concentrazione di richieste per i trilocali ed un lieve aumento di quelle relative ai quattro locali e ai cinque locali. Nei prossimi mesi l’andamento di mercato sarà simile a quello appena descritto, con acquirenti sempre più selettivi ed attenti e venditori che devono prendere consapevolezza dell’importanza che avrà il rapporto prezzo/qualità dell’immobile perché la compravendita si realizzi. Sicuramente il compratore si troverà a fare i conti con la sua disponibilità di spesa, che più contenuta rispetto al passato potrebbe impedirgli o rendergli più difficile l’acquisto della casa. .  
   
   
AEDES: CEDUTO IL 20% DI PIAGGIO AEREO SERVICES A GEFIM  
 
 Milano, 12 marzo 2008 - Aedes informa di avere ceduto la propria partecipazione del 20% in Pas (Piaggio Aereo Services) a Gefim, storica società immobiliare torinese . Pas ha avviato un progetto di riqualificazione di uno importante stabilimento sito nel comune di Finale Ligure (Savona), attualmente sede di Piaggio Aereo Industry. L’operazione si inquadra in un più ampio progetto di riorganizzazione delle partecipazioni ritenute no core con l´obiettivo di focalizzarsi maggiormente sulle attività di potenziamento dei servizi, con particolare attenzione ai fondi immobiliari e al progetto Siiq. Grazie a tale cessione, Aedes registra un risultato positivo di cassa pari a Euro 8,4 milioni, pari al prezzo di cessione della partecipazione. .  
   
   
ITALCEMENTI AL FIANCO DEGLI ARCHITETTI E DELLA BUILDING COMMUNITY AL CONGRESSO MONDIALE DI TORINO CON PRODOTTI E SERVIZI INNOVATIVI  
 
Milano, 12 marzo 2008 – Italcementi sosterrà, il Congresso mondiale dell´Unione Internazionale degli Architetti – in programma a Torino dal 29 giugno al 3 luglio 2008 - che vedrà coinvolti migliaia di professionisti e specialisti del settore provenienti da tutto il mondo. “Condividiamo i temi al centro di questa importante manifestazione, che si terrà per la prima volta in Italia” – ha affermato Stefano Roncan, Direttore Commerciale Italcementi – “Essere vicini al mercato, significa, oggi più che mai, mettere a disposizione nuovi prodotti che rispondono alle esigenze di una migliore qualità della vita e dell´ambiente, temi da sempre cari a Italcementi. Con la nostra presenza vogliamo inoltre sottolineare il profondo rapporto che, da Nervi a Meier, da Giò Ponti a Perrault, da Botta a Eisenman ci ha sempre legati al mondo dell’architettura e ai grandi progettisti, con realizzazioni entrate ormai a far parte della storia dell’architettura moderna e contemporanea come il grattacielo Pirelli, la Chiesa Dives in Misericordia e la Bibliothéque de France”. Durante i lavori dell’Uia, Italcementi presenterà i. Nova, un vero e proprio contenitore di Innovazione, che nasce con l’obiettivo di diventare una piattaforma tra Italcementi, mondo della Ricerca e dell’Innovazione, progettisti e committenza. “Il lancio di i. Nova è un altro passo importante per far conoscere al grande pubblico, ai progettisti e alla committenza i risultati della nostra ricerca e innovazione” - ha detto Enrico Borgarello, Direttore Ricerca e Sviluppo del Gruppo - “Dopo Tx Active, il principio attivo fotocatalitico per prodotti cementizi in grado di abbattere gli inquinanti organici e inorganici presenti nell’aria e mantenere nel tempo la qualità estetica dei manufatti - recentemente inserito nella Green Spec directory 2007, la più importante directory statunitense dei materiali da costruzione ecosostenibili - riteniamo fondamentale far conoscere alla building community anche tutti gli altri prodotti e servizi frutto delle nostre attività di Ricerca e di Innovazione”. A Torino, negli spazi della manifestazione, sarà possibile visitare uno dei Laboratori Mobili di Italcementi, un vero e proprio laboratorio in grado di effettuare sul campo prove su cemento, additivi, aggregati e calcestruzzi e dimostrare come i materiali frutto della ricerca Italcementi sono innovativi e performanti. Ricordiamo, infine, che Italcementi è socio fondatore del Green Building Council Italia. Il Gbc Italia si propone di introdurre in Italia il sistema di certificazione indipendente Leed – Leadership in Energy and Environmental Design – i cui parametri stabiliscono precisi criteri di progettazione e realizzazione di edifici salubri, energeticamente efficienti e a impatto ambientale contenuto. Italcementi raccoglie e rilancia così la sfida dell’Innovazione, divenuta oggi ancora più stimolante in un mercato globale e sostenibile. Itclab punto di riferimento dell’architettura ecosostenibile in Europa e benchmark dell’innovazione per gli architetti e per il mondo della progettazione Importante testimonianza dell’impegno di Italcementi, nell’architettura ecosostenibile, è Itclab, il nuovo centro ricerca e innovazione del Gruppo - progettato da Richard Meier - che sta sorgendo nell’area del Parco scientifico e tecnologico del Kilometro Rosso. Il team di progettazione è impegnato in un processo con cui massimizzare la prestazione ambientale. L’obiettivo è la “Leadership in Energy and Enviromental Design” (Leed), la più importante e rigorosa certificazione americana in materia energetica e ambientale per lo sviluppo di edifici “verdi e sostenibili”. Oltre alle scelte impiantistiche – utilizzo di pannelli fotovoltaici, pannelli solari, pozzi geotermici, con lo scopo di ridurre il consumo delle energie tradizionali e quindi l’emissione di Co2 in atmosfera - particolare attenzione è stata data alla scelta dei materiali. Leed infatti richiede l’impiego di materiali con contenuto riciclato, materiali locali, materiali rinnovabili, materiali provenienti da processi di riciclo, materiali a bassa emissione di sostanze organiche, legno certificato. Da qui la scelta, per parte della struttura in calcestruzzo armato, di utilizzare cementi alla loppa (che possono raggiungere il 30% in peso di materiale recuperato), oltre ad acciai provenienti al 100% da riciclo di lavorazione industriale. Per tutte le strutture a vista dell’Itclab sarà utilizzato Tx Active proprio per la sua caratteristica di abbattere il livello di inquinamento atmosferico (e mantenere nel tempo il colore bianco caratteristico dell’edificio). L’impiego di questo prodotto costituirà un sicuro valore aggiunto per ottenere la certificazione Leed. .