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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 02 Febbraio 2010
NORME UE SULLA QUALITÀ DELL´ARIA: LA COMMISSIONE EUROPEA RESPINGE LA MAGGIOR PARTE DELLE RICHIESTE DI PROROGA PRESENTATE DALL´ITALIA  
 
Bruxelles, 2 febbraio 2010 - La Commissione europea ha adottato ieri una decisione sulla seconda richiesta di proroga presentata dall’Italia per quanto riguarda l’obbligo di conformarsi alla legislazione Ue in materia di qualità dell’aria. La decisione riguarda esenzioni temporanee dagli standard di qualità dell’aria dell’Ue relativi al particolato pericoloso noto come Pm10 in dodici zone o agglomerati supplementari situati in Campania, Puglia e Sicilia. Nella sua decisione la Commissione ha approvato una proroga per il Pm10 in una sola zona della regione Campania; ha respinto invece tutte le altre richieste. Nel 2009 sono state adottate circa venti decisioni, tra le quali una riguardante una precedente richiesta dell’Italia relativa a diverse zone o agglomerati. Gran parte delle zone dell’Ue in cui viene misurata la qualità dell’aria non rispettavano le condizioni previste per poter beneficiare di una proroga oppure erano già conformi ai valori limite. Il commissario all’ambiente Stavros Dimas ha dichiarato: “L’inquinamento atmosferico ha gravi ripercussioni sulla salute umana e il rispetto delle norme deve essere la nostra priorità. La direttiva Ue sulla qualità dell’aria del 2008 riconosce le difficoltà che alcuni Stati membri hanno incontrato per conformarsi agli standard sul Pm10 entro la data inizialmente fissata, cioè il 2005, e prevede quindi la possibilità di allungare provvisoriamente i tempi. La Commissione si aspetta tuttavia che gli Stati membri dimostrino chiaramente che stanno facendo il possibile per conformarsi al più presto alle norme dell’Ue. ” La decisione della Commissione - La Commissione ha deciso che una sola zona per la quale l’Italia ha chiesto una proroga soddisfa le condizioni stabilite nella direttiva. Nelle altre zone la Commissione ritiene che le condizioni non siano soddisfatte. In molti casi ciò è dovuto agli scarsi dati forniti o al fatto che le misure delineate nei piani per la qualità dell’aria trasmessi alla Commissione non dimostrano che le norme saranno soddisfatte al termine della proroga. Inoltre, dalla valutazione della Commissione emerge che in alcuni casi non saranno necessarie deroghe visto che i valori limite sono già rispettati, come è avvenuto in quattro delle dodici zone oggetto di notifica. Nella decisione del 28 settembre 2009 relativa alla prima notifica dell’Italia, la Commissione ha approvato una proroga per il Pm10 in 5 zone, sollevando obiezioni per le rimanenti 62 zone segnalate. Con la decisione di oggi sulla seconda richiesta di proroga dell’Italia, la Commissione si è espressa su tutte le zone nelle quali, nel 2007, venivano superati i valori limite del Pm10. Quando la Commissione solleva obiezioni alle richieste di proroga presentate dagli Stati membri, questi possono presentare altre richieste se forniscono nuove informazioni che dimostrino il rispetto delle condizioni necessarie. Finora sono state adottate ventuno decisioni in materia di proroghe che riguardavano 18 Stati membri. La Commissione ha deciso che le condizioni per una deroga al rispetto dei valori limite del Pm10 erano soddisfatte in 49 zone in Austria, Cipro, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica ceca, Spagna e Ungheria. In tutti questi casi è stato dimostrato che i valori limite saranno rispettati al termine della proroga grazie a piani organici sulla qualità dell’aria. Effetti sulla salute - Il particolato (Pm10), emesso principalmente dalle industrie, dai mezzi di trasporto e dagli impianti di riscaldamento domestico, può causare asma, problemi cardiovascolari, cancro ai polmoni e morte prematura. Legislazione in materia di qualità dell’aria - La normativa Ue sulla qualità dell’aria stabilisce valori limite vincolanti e/o valori indicativi per le concentrazioni massime di alcuni inquinanti atmosferici. Gli interventi per ridurre l’inquinamento attraverso piani di qualità dell’aria sono necessari quando c’è il rischio che i suddetti valori vengano superati. Per il particolato (Pm10) sono stati fissati due valori limite vincolanti: uno basato sulla concentrazione media giornaliera (50 µg/m³, valore che non deve essere superato più di 35 volte in un anno civile) e uno fondato sulla media annua (40 µg/m³). Entrambi sono entrati in vigore il 1° gennaio 2005. La direttiva sulla qualità dell’aria 2008/50/Ce prevede che agli Stati membri possano essere concesse, a condizioni assai rigorose, proroghe per quanto riguarda il rispetto degli standard di qualità dell’aria per il Pm10 (fino all’11 giugno 2011)e per l’No2 e il benzene (fino al 2015 al massimo). Durante il periodo di proroga i valori limite continuano ad essere in vigore, ma ad essi si applica un margine di tolleranza. .  
   
   
UNO STUDIO DELLA COMMISSIONE EUROPEA RACCOMANDA L´ISTITUZIONE DI UN´AGENZIA UE PER I RIFIUTI  
 
Bruxelles, 2 febbraio 2010 - Uno studio della Commissione europea pubblicato oggi raccomanda l’istituzione di un organismo europeo specifico incaricato di sorvegliare l’attuazione e l’applicazione della normativa Ue sui rifiuti. Lo studio fa parte di una serie di iniziative della Commissione per migliorare la gestione dei rifiuti e garantire che rispetti le norme fissate dall’Unione europea a tutela dei cittadini e dell’ambiente. Lo scarico illegale di rifiuti continua ad essere una pratica diffusa, numerose discariche non soddisfano le norme e in alcuni Stati membri mancano ancora le infrastrutture di base per il trattamento dei rifiuti. Le spedizioni illegali di rifiuti rappresentano un’altra fonte di preoccupazione. Da una seconda relazione pubblicata ieri emerge che quasi un quinto delle spedizioni di rifiuti ispezionate nell’ambito delle misure di controllo dell’applicazione recentemente adottate negli Stati membri era illegale. Il commissario per l’ambiente Stavros Dimas ha dichiarato: “Il rispetto della normativa Ue è fondamentale se vogliamo conseguire l’obiettivo principale della legislazione sui rifiuti, ossia proteggere la salute dei cittadini europei e preservare l’ambiente. Dobbiamo esaminare tutte le possibilità, compresa l’istituzione di un’agenzia o di un organismo a livello europeo che consentirebbe ai cittadini, all’ambiente e all’economia dell’Unione europea di trarre i massimi benefici dalla normativa Ue. ” Istituire un’agenzia specifica incaricata di applicare la normativa sui rifiuti - Controllare che la gestione dei rifiuti avvenga in modo sicuro e nel rispetto dell’ambiente rappresenta una delle sfide ambientali più importanti cui l’Unione europea deve far fronte attualmente. Si stima che nell’Ue siano prodotti ogni anno 2,6 miliardi di tonnellate di rifiuti, circa 90 milioni dei quali sono classificati come pericolosi. Lo studio pubblicato oggi raccomanda l’istituzione di un’agenzia specifica a livello Ue incaricata di affrontare i problemi di base legati alle carenze nell’attuazione e nell’applicazione della legislazione europea sui rifiuti. Negli ultimi anni il problema si è aggravato a seguito dell’aumento della produzione e dei trasferimenti dei rifiuti nell’Unione allargata. Nel 2008 il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione in cui invitava la Commissione a riferire sulla fattibilità della creazione di una “forza ispettiva ambientale comunitaria”. L’agenzia dovrebbe svolgere una serie di compiti, quali esami dei sistemi di applicazione delle norme negli Stati membri, controlli coordinati e attività di ispezione. Ad essa sarebbe associato uno specifico organismo europeo responsabile delle ispezioni e dei controlli diretti di infrastrutture e siti in casi di inadempienza grave. Una rete europea di Stati membri sosterrebbe l’agenzia in una serie di attività. Le raccomandazioni sono basate sulle risposte fornite da funzionari degli Stati membri e da soggetti interessati in questionari e nel corso di colloqui e seminari informali. Il costo annuale di attuazione delle raccomandazioni è stimato di poco superiore a 16 milioni di Eur. Oltre ad altri benefici derivanti dal trattamento dei rifiuti, la piena attuazione della legislazione Ue sui rifiuti ridurrebbe le emissioni di gas a effetto serra, compreso il metano prodotto dalle discariche, di quasi 200 milioni di tonnellate di Co2 all’anno, con un risparmio annuo di 2,5 miliardi di Eur al prezzo attuale del carbonio di circa 13 Eur/tonnellata. Un rafforzamento dell’attuazione della normativa produrrebbe altri benefici economici significativi, quali eque condizioni di concorrenza per le imprese europee, migliori opportunità per l’innovazione e un accesso più agevole a preziose materie prime secondarie. Un’analisi approfondita dei costi e benefici verrà effettuata quest’anno e fasi successive potranno essere proposte nel corso del 2011. Carenze nell’attuazione della normativa Ue sui rifiuti - Le attuali carenze nell’attuazione e nell’applicazione della normativa sono all’origine dello scarico illegale di rifiuti praticato su larga scala e del gran numero di discariche e di altri siti e infrastrutture che non rispettano le norme Ue. In alcuni Stati membri le infrastrutture per il trattamento dei rifiuti sono inadeguate o inesistenti (v. Ip/09/1795). L’elevato numero di casi di spedizioni illegali di rifiuti suscita inoltre preoccupazione crescente. La mancanza di ispezioni e di controlli sul posto è stata individuata come un fattore importante. In risposta a questa situazione la Commissione ha sostenuto una serie di ispezioni coordinate, controlli sul posto e controlli di spedizioni di rifiuti negli Stati membri in collaborazione con Impel, la rete Ue di funzionari delle amministrazioni competenti per l’attuazione e il controllo dell’applicazione delle norme in materia di ambiente. In data odierna è stata pubblicata una relazione sulle azioni congiunte di controllo dell’applicazione. Sono state effettuate oltre 10 000 ispezioni su trasporti e diverse centinaia di ispezioni in imprese. In totale hanno partecipato alle azioni congiunte di controllo dell’applicazione 22 Stati membri e numerosi paesi confinanti. Nel 19% circa dei casi di trasporti contenenti rifiuti gli ispettori hanno riscontrato che le spedizioni erano illegali. La maggior parte dei casi riguardava esportazioni illegali dai paesi dell’Ue verso l’Africa e l’Asia in violazione del divieto di esportazione dei rifiuti pericolosi o degli obblighi di informazione per l’esportazione di rifiuti “verdi” non pericolosi. La rete Impel continua ad effettuare ispezioni congiunte di spedizioni di rifiuti e intende estenderle a tutti gli Stati membri. La Commissione ha inoltre affrontato il problema proponendo un rafforzamento della normativa. La revisione proposta della direttiva sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) comprende norme aggiuntive intese ad evitare le spedizioni illegali di rifiuti elettrici ed elettronici, soprattutto quando sono falsamente dichiarati come prodotti usati. La Commissione sta inoltre valutando la fattibilità di rafforzare i requisiti in materia di ispezioni nell’ambito della normativa Ue sulle spedizioni di rifiuti. .  
   
   
ESSEN, ISTANBUL E PÉCS, CAPITALI DELLA CULTURA 2010  
 
Bruxelles, 2 febbraio 2010 - Essen, centro della regione della Ruhr, cuore industriale della Germania. Istanbul, antica Costantinopoli, crocevia fra oriente e occidente, e Pécs, vivace città universitaria al sud dell´Ungheria: sono le tre capitali della cultura 2010. Abbiamo chiesto a tre deputati che le conoscono bene quando, come e perché andarci. Essen, "non si respira più polvere" - "Essen e la Ruhr non sanno più di polvere ma di futuro", ci racconta il parlamentare socialdemocratico Jens Geier: "Ruhr. 2010 visualizza la trasformazione della regione, che non è più soltanto legata alle miniere. Si puó toccare con mano il futuro, grazie a nuove espressioni artistiche e culturali in ambientazioni non convenzionali. Una vera capitale della cultura per tutti e in tutti i sensi". I temi conduttori saranno la mitologia, la metropoli e l´Europa, intersecati fra loro nelle più svariate forme artistiche. Sarà così rappresentata la trasformazione della città: "La mitologia della Ruhr come punto di partenza, la nascita di una nuova metropoli e la dimensione artistica e culturale capace di far muovere l´Europa", spiega il sito Ruhr. 2010. Istanbul: "crocevia di culture" - "E´ una delle più belle città d´Europa, fonte d´ispirazione per artisti come Mozart e Agatha Christie". Non ha dubbi il Laburista Richard Howitt, membro della delegazione per i rapporti con la Turchia: nel 2010 l´antica Bisanzio "metterà in mostra tutta la sua ricchezza culturale di città moderna e vibrante, non solo a livello europeo ma mondiale". D´accordo il collega liberale Andrew Duff: "Non c´è altro luogo per avere un´idea dell´incredibile ricchezza storica dell´Europa. Solo Roma può competere con Istanbul. E´ la città che indica la direzione al resto del Paese, verso un futuro multiculturale, liberale e di prosperità". Pécs, una città "universitaria e multiculturale" - "Tradizionalmente multi-razziale, abitata da oltre 30. 000 studenti, è un luogo con uno spirito unico. Non a caso lo slogan dell´anno europeo è ´Pécs, città senza frontiere´". Così la descrive Ádám Kósa, parlamentare Ppe. Aggiungendo che quest´anno non bisognerà perdersi "il jazz, i concerti sinfonici, gli spettacoli di marionette per adulti e i raduni internazionali di musica folk". Pál Schmitt, anche lui ungherese Ppe, ci racconta che nei prossimi mesi verrà inaugurata una nuova sala per concerti e un nuovo quartiere culturale, mentre la città si aspetta almeno un milione di visitatori durante l´anno, con centinaia di eventi, festival, mostre e concerti in programma. .  
   
   
SUD: EURODEPUTATI, FONDI STRUTTURALI A RISCHIO DISIMPEGNO  
 
Bruxelles, 2 febbraio 2010 - Mercoledì 27 gennaio, al Parlamento europeo di Bruxelles, in occasione di un incontro promosso da Gianni Pittella, si sono riuniti gli eurodeputati italiani eletti nel Mezzogiorno per discutere insieme a Michele Pasca Raymondo, direttore generale commissione europea per la politica regionale, dello stato di attuazione della programmazione dei fondi strutturali 2007-2013 nelle regioni italiane. Se, ad eccezione della Sicilia che ha subito un disimpegno di 55 milioni di quota Fse, per il 2009 le regioni sono riuscite ad evitare il rischio di disimpegno automatico delle risorse comunitarie, in applicazione della regola N+2 (che prevede che i fondi vadano utilizzati entro il secondo anno successivo all´impegno), non paiono altrettanto rosee le previsioni per il 2010. Dalla riunione é emerso che la maggioranza dei programmi operativi non è ancora a regime anche a causa di un contesto socioeconomico peggiorato dalla crisi internazionale. Per tale ragione gli eurodeputati esprimono la loro preoccupazione, in particolare per le Regioni dell´Obiettivo Convergenza, e sollecitano tutti gli attori interessati, Commissione europea, governo nazionale, governi regionali e soggetti privati, ad un impegno comune affinché siano utilizzate le risorse comunitarie disponibili e raggiunte le soglie stabilite per evitare i rischi di disimpegno. E´ necessario responsabilizzare e mobilitare tutta la macchina politica ed amministrativa che interviene nell´attuazione dei programmi e velocizzare le procedure di selezione dei nuovi progetti impegnando risorse per una quota rilevante entro la fine di febbraio, cioè prima della fine della legislatura per quelle regioni in cui si svolgeranno le elezioni regionali, verificando anche la possibilità di rivedere i vincoli del patto di stabilità interno. Per quanto riguarda il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr), per le Regioni dell´obiettivo Convergenza, il volume di spesa pubblica da certificare alla Commissione nel corso del 2010 è pari a circa 5 miliardi di euro. Questo l´elenco degli eurodeputati che hanno espresso il loro sostegno all´iniziativa: Pino Arlacchi, Raffaele Baldassarre, Rita Borsellino, Andrea Cozzolino, Rosario Crocetta, Paolo De Castro, Salvatore Iacolino, Vincenzo Iovino, Giovanni La Via, Clemente Mastella, Barbara Matera, Erminia Mazzoni, Aldo Patriciello, Mario Pirillo, Gianni Pittella, Crescenzio Rivellini, Sergio Paolo Francesco Silvestris, Salvatore Tatarella, Giommaria Uggias, Ciriaco De Mita. .  
   
   
PROGRAMMA SUPERVISIONE BCE PER CANDIDATI DELL´UE  
 
Bruxelles, 2 febbraio 2010 - La Bce e la Commissione Ue stanno implementando un programma di assistenza tecnica (finanziato dalla stessa Unione europea) indirizzato ai processi di ammissione dei Paesi candidati e di quelli potenzialmente tali. In un comunicato, la Banca Centrale Europea afferma che lo scopo del programma sarà il rafforzamento della supervisione dei Paesi dei Balcani Occidentali e della Turchia. La durata del progetto si estenderà su 2 anni e il suo costo sarà di 2,65 milioni di euro. Olli Rehn, commissario Ue all´Allargamento, ha affermato che in questo modo verrà garantito ulteriore sostegno ai Paesi che vogliono mantenere vivi i propri processi di integrazione Ue anche nell´attuale fase di crisi economica. .  
   
   
UNGHERIA, BANCA CENTRALE TAGLIA TASSI AL 6 P.C.  
 
Budapest, 2 febbraio 2010 - La Banca Nazionale d´Ungheria ha ridotto i tassi di interesse di riferimento di 25 punti base, portandolo alla soglia del 6 per cento, in linea con le attese dei mercati finanziari. Il taglio dei tassi era infatti largamente atteso, specialmente in seguito alla pubblicazione dei dati macroeconomici della scorsa settimana, non particolarmente positivi nell´attuale fase di crisi. Secondo il "Budapest Business Journal", da luglio 2009 ad oggi, la Banca Centrale ha ridotto i tassi di 350 punti base. .  
   
   
ABI: GIUSTINO TRINCIA AI RAPPORTI CON LE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI  
 
Roma, 2 febbraio 2010 – Dall’ 1 febbraio 2010, Giustino Trincia, esperto in servizi di pubblica utilità e tra i fondatori di Cittadinanzattiva, assume per Abi la responsabilità dell’Ufficio Rapporti con le Organizzazioni dei Consumatori – Area Retail. Trincia prende il posto di Donata Monti che ha tenuto i Rapporti con i Consumatori dal 2003. Giustino Trincia, 52 anni, laureato in analisi delle politiche pubbliche, è stato vice segretario generale e responsabile delle politiche di tutela dei consumatori di Cittadinanzattiva; da ultimo, a livello europeo, ha rivestito anche il ruolo di Segretario generale del Consumers’ Forum, l’associazione creata dieci anni fa da numerose Associazioni dei consumatori e degli utenti e da importanti imprese italiane, per promuovere il dialogo e la ricerca comune sui temi del consumo responsabile. .  
   
   
"HABEMUS NOMEN" NUOVA SEDE REGIONE, SCELTO IL NOME: PALAZZO LOMBARDIA  
 
Milano, 2 febbraio 2010 - "Habemus nomen". Scherza il presidente Formigoni nel dare ieri l´annuncio ufficiale: "Da oggi l´altra sede della Regione si chiama Palazzo Lombardia". La denominazione è stata preferita dai cittadini alle altre due rimaste in gara - Ca´ Longa e Altra Sede - con 52,5% dei voti on line espressi nella fase finale della consultazione, il ballottaggio a tre appunto, durato dal 21 al 31 gennaio. "Tantissima gente - commenta il presidente Roberto Formigoni - ha dimostrato, nei due mesi di sondaggio e nei dieci giorni di visite, il desiderio di familiarizzare con questo edificio pubblico, vero capolavoro dell´architettura, che dialoga con la città in cui è inserito, riqualificandone un´area importante, e con tutto il territorio della Regione. Davvero i Lombardi mostrano di sentire questo come il loro Palazzo". "Da quando il referendum è stato lanciato - ricorda Formigoni - sono stati oltre 49. 000 i cittadini che hanno espresso il loro verdetto accedendo al sito internet della Regione. Palazzo Lombardia, ora lo chiamiamo così, è il luogo di un´amministrazione tesa ad essere sempre più trasparente, aperta e amica dei cittadini. La grande partecipazione alla consultazione on line, così come lo straordinario afflusso di visitatori, sono un segnale molto incoraggiante di un rapporto tra governo regionale e società lombarda sempre più intenso e positivo". .  
   
   
PUGLIA: NUOVA SEDE CONSIGLIO REGIONALE VALIDATO PROGETTO ESECUTIVO  
 
Bari, 2 febbraio 2010 - Ieri mattina si sono concluse le operazioni finali di validazione del progetto esecutivo della nuova sede del Consiglio Regionale. Lo rende noto l’assessore regionale alle Opere Pubbliche, Fabiano Amati, sottolineando che il progetto è stato sottoposto ad un’ulteriore fase di adeguamento a normativa antisismica non cogente ma allo stesso tempo non obliterabile per prudenza e buona amministrazione, poiché si tratta della realizzazione di un’opera pubblica di notevoli dimensioni. Nei mesi scorsi la Giunta Regionale, nonostante la verifica della non obbligatorietà per legge dell’ulteriore aggiornamento del progetto e della legittimità e correttezza delle procedure adottate rispetto all’apparato normativo vigente, ritenne comunque opportuno procedere alla revoca della gara d’appalto pubblicata nel 2009 per l’aggiudicazione dei lavori del progetto già validato nel mese di novembre del 2007 (alla quale parteciparono 13 aziende), ed all’ adeguamento ulteriore allo stesso D. M. 14-01-2008. L’amministrazione regionale, nella persona del Rup incaricato, l’ingegner Francesco Bitetto, e i progettisti dello Studio Valle Progettazioni dunque, hanno verificato questa mattina la completa conformità del progetto esecutivo alla normativa vigente ed al documento preliminare alla progettazione, concentrandosi principalmente sull’analisi dei calcoli strutturali e sull’aggiornamento dei prezzi. Da domani saranno assunti gli atti preordinati alla più celere definizione ed avvio della rinnovata procedura di gara per l’affidamento dei lavori che seguirà il criterio di scelta dell’offerta del prezzo più basso. La nuova sede del Consiglio Regionale nascerà nel quartiere Japigia a Bari, in via Gentile. L’area, che è posta a ridosso della costa, è delimitata a nord dal tracciato ferroviario e dall’ex Strada Adriatica, a sud da via Gentile, -asse di penetrazione all’interno della città di Bari per chi proviene da sud, diretta prosecuzione di una delle uscite della Strada Statale 16 Adriatica-, a ovest da una zona destinata a usi militari, e ad est da piccoli appezzamenti di terreno destinati ad uso agricolo. La scelta della Regione di realizzare in questa zona la sede del Consiglio Regionale vicino a quella degli assessorati regionali rappresenta un’importante occasione di riqualificazione urbana ed ambientale. La decisione di affiancare il Consiglio regionale agli assessorati è stata ritenuta ottimale anche perché in grado di riunire in un unico sito l’ apparato amministrativo regionale con indubbi vantaggi sia per gli stessi dipendenti, ottimizzando le relazioni tra i vari uffici, sia per i fruitori esterni che troveranno risposte ai loro bisogni in un circoscritto ambito urbano. L’intero complesso regionale, che comporterà un investimento di circa 87 milioni di euro, si estenderà su di un’area di 154. 000 m2 e si comporrà di due edifici a pianta allungata ed a sagoma curva, a racchiudere uno spazio pubblico pedonale interno che si configurerà come una “agorà”. In particolare i due volumi curvilinei saranno d’altezza diversa; quello a est ha tre piani fuori terra mentre quello a ovest sei, distaccati tra loro e disposti lungo un asse di simmetria. Sul lato sud, a congiungere i volumi vi sarà la sala consiliare che, partendo dal secondo livello, lascerà sotto di sè un primo ampio spazio coperto che si amplierà ulteriormente, anche in altezza, e che rappresenterà la grande corte centrale, che consentirà l’introspezione per tre livelli, garantendo la permeabilità visiva e la lettura funzionale dell’intero organismo progettato. Completeranno l’organismo architettonico un piano interrato e un piano seminterrato dove troveranno posto, corrispondendo alle richieste dell’amministrazione, gli archivi – deposito, l’autorimessa per gli automezzi dell’Amministrazione, il parcheggio per le autovetture del presidente del Consiglio e della Giunta, degli Assessori, dei Consiglieri e del personale, in numero di macchine adeguato, i magazzini per il materiale di consumo e gli attrezzi delle squadre di manutenzione, i locali tecnologici. Un forte senso di tettonicità sarà dato all’impianto dalla base dell’edificio, interamente rivestito in pietra pugliese con superficie trattata. Su quest’impianto s’innesterà a est il corpo di fabbrica più basso con la facciata in rivestimento lapideo ed a ovest quello più alto con facciata ventilata a tecnologia evoluta. Il piano terra avrà funzioni ricettive e sarà dedicato agli uffici e strutture in rapporto con il pubblico: ufficio pubbliche relazioni, posto di polizia, vendita B. U. R. , sala convegni, biblioteca, mostre, bar-caffetteria. Al piano terra troverà anche posto la mensa, il ristorante ed il bar. Particolare importanza sarà data proprio alla corte quale luogo d’incontro e d’aggregazione. Sulla corte si affacceranno l´aula del Consiglio Regionale, vero cardine di tutto l’impianto, con i seggi di tutti i consiglieri che guardano direttamente il mare, e i relativi uffici. Gli altri piani costituiranno il corpo degli uffici vero e proprio attraverso un sistema continuo su cui questi si affacceranno come su una galleria di carattere urbano pur garantendo, dove necessario, l’indispensabile privacy. Elemento caratterizzante il progetto sarà, quindi, la corte che assumerà il significato di piazza interna, confrontabile, nelle sue relazioni, come un elemento urbano. La corte sarà conclusa superiormente da una superficie leggera e trasparente, vero gioiello di tecnologia high-tech, la cui struttura portante sarà realizzata con un’ossatura d’elementi metallici, che permetterà il riparo dagli agenti atmosferici. In adiacenza alla corte coperta si aprirà un altro ampio spazio, scoperto e separato da quello interno da un’ampia parete vetrata, vera e propria piazza che accoglierà i cittadini e gli operatori degli uffici, svolgendo la nobile funzione di foro pubblico. Gli spazi esterni relativi alla piazza all´aperto, saranno particolarmente curati prevedendo, oltre che giardini di specie autoctone pugliesi, una sequenza di vasche con giochi d’acqua alle quali si accederà, quasi a voler stabilire un contatto fisico con l’acqua, da comode gradonate che le circondano. Nell´architettura si è voluto sintetizzare gli aspetti tecnici, funzionali ed estetici, con la massima attenzione alla sostenibilità ambientale. Una quota significativa di spazi infine sarà destinata ad attività non strettamente connesse con le funzioni istituzionali dell´Ente: attività ricreative e per il tempo libero per il personale (bar/caffetteria, self service/ristorante, centro benessere, nursery, ecc. ), attività per mostre e conferenze aperte anche al pubblico esterno e spazi per lo sport, la cultura e l’informazione, quali la Biblioteca Regionale. .  
   
   
BOLZANO: DURNWALDER INCONTRA IL NUOVO CONSOLE GENERALE DI GERMANIA  
 
 Bolzano, 2 febbraio 2010 - Le relazioni economiche tra Alto Adige e Germania, lo scambio di lavoratori e i problemi del traffico sono stati i temi trattati il 1° febbraio a Bolzano dal presidente della Provincia Luis Durnwalder nell´incontro con Jürgen Bubendey, il nuovo console generale di Germania a Milano. "Le relazioni con la Germania sono eccellenti", ha sottolineato Durnwalder dopo l´incontro a Palazzo Widmann con il nuovo console generale a Milano Jürgen Bubendey, accompagnato dal console onorario Gerhard Brandstätter. La Germania è il più importante partner commerciale nel settore dei prodotti dell´agricoltura e rappresenta indubbiamente uno dei mercati principali anche nel turismo. "Circa la metà dei nostri ospiti, dunque 2,5 milioni di visitatori ogni anno, provengono dalla Germania", ha ricordato Durnwalder. Si è parlato anche dello scambio tra Alto Adige e Germania nel mercato del lavoro: "Un tempo era a senso unico, con gli altoatesini che lasciavano la provincia, oggi il rapporto è più equilibrato, vi sono almeno 5mila cittadini tedeschi che vivono in Alto Adige", ha aggiunto Durnwalder. Si è discusso infine delle questioni riguardanti il traffico di transito nelle Alpi: "La Germania ha ovviamente grande interesse ad un collegamento ottimale sull´asse europeo nord-sud tra Berlino e Palermo e ha già compiuto passi importanti per il trasferimento del traffico merci dalla strada alla rotaia", così Durnwalder. In questo contesto la realizzazione del tunnel di base del Brennero "è un parte essenziale di questo progetto di ammodernamento, che può contare sul necessario sostegno della Germania", ha concluso Durnwalder dopo l´incontro con il console generale Bubendey. .  
   
   
TARIFFE E PREZZI: I COSTI DEI MARCHIGIANI PER I SERVIZI  
 
Ancona, 2 Febbraio 2010 - Docenti, ricercatori ed esperti si sono ritrovati irti presso l´aula del Consiglio della Facolta` di Economia ´Giorgio Fua`´ di Ancona per illustrare lo studio, effettuato in collaborazione con la Regione Marche, riguardante le ´Tariffe e prezzi nelle Marche´. Il programma e` iniziato nel 2005 con un finanziamento di 50mila euro del ministero dello Sviluppo economico e successivamente e` proseguito con altri 50mila euro, stanziati dalla Regione Marche, per la creazione dell´Osservatorio prezzi e tariffe e per la stipula di una convenzione di ricerca con l´Universita` Politecnica delle Marche. I dati dell´indagine sono utili per la Regione Marche nell´affrontare le future politiche rivolte ai cittadini, intervenendo cosi` su prezzi e tariffe e tutelando gli utenti dei servizi. Attraverso un questionario diffuso a tutti i Comuni marchigiani si sono rilevati i servizi all´infanzia, quali asili nido, mense scolastiche, trasporti scolastici e servizi rivolti agli anziani: assistenza domiciliare e case di riposo. Inoltre, si e` rilevato il servizio idrico con l´offerta dell´acqua potabile. Alla ricerca complessivamente hanno risposto 113 Comuni, con un peso demografico di circa il 65%. In una precedente rilevazione si erano poste anche domande su tributi Ici e Irpef, ma la difficolta` dei Comuni nel rispondere a domande specifiche ha spinto i ricercatori ad utilizzare dati disponibili presso le fonti ufficiali. Per quanto riguarda il questionario sugli asili nido dei 105 Comuni che hanno risposto, 42 hanno dichiarato di avere asili nido comunali, mentre i restanti 63 non hanno tale servizio. Per il servizio mense scolastiche dei 102 Comuni che hanno riposto, 99 hanno dichiarato di avere il servizio mensa e solo 3 non hanno il servizio. Tutti i 101 Comuni che hanno compilato il questionario sui trasporti scolastici, hanno dichiarato di fornire questo servizio. Su 104 Comuni che hanno risposto, 86 dispongono del servizio di assistenza domiciliare e su 95 solo 29 hanno dichiarato di avere le case di riposo. In particolare dai dati emerge che i Comuni piu` grandi applicano, per questi servizi, tariffe piu` basse alle famiglie che hanno un reddito basso rispetto ai Comuni piu` piccoli. Per quanto riguarda il servizio idrico la frammentazione degli affidamenti del servizio genera tariffe molto diversificate all´interno della regione. Complessivamente, in media, la famiglia nel 2008 rispetto al 2007 ha speso 279 euro in piu` per il servizio idrico con un aumento del 4,1%. La provincia di Pesaro Urbino ha la spesa media piu` alta, mentre quelle di Macerata e Ascoli la spesa media piu` bassa. .  
   
   
“PUC2” IL 3 FEBBRAIO INCONTRO CON COMUNI DELL’UMBRIA  
 
Perugia, 2 febbraio 2010 – Nell’ambito del Piano di Comunicazione del “Por Fesr”, il Programma operativo regionale del Fondo europeo di sviluppo Regionale, si terrà mercoledì 3 febbraio un incontro tecnico organizzato dalla Regione Umbria con i dieci Comuni dell’Umbria ammessi ai finanziamenti dei Programmi integrati di sviluppo urbano (“Puc2”). Nel corso della riunione, la Direzione Politiche territoriali della Regione e l’Area della programmazione regionale della Regione Umbria forniranno ai tecnici dei Comuni incaricati di gestire le risorse finanziarie tutte le indicazioni relative agli adempimenti da compiere per la corretta attuazione dei “Puc2”. Nella gestione dei Programmi integrati di sviluppo urbano, spiegano dagli uffici regionali, il ruolo dei Comuni cambia radicalmente rispetto al passato. Diventano soggetti che gestiscono risorse comunitarie e nazionali rivolte ai privati in nome e per conto della Regione oltre alle risorse destinate per progetti di opere pubbliche di cui i Comuni sono titolari. I Comuni che hanno potuto partecipare al bando per i “Puc2”, volto a sostenere la riqualificazione urbana e la rivitalizzazione dei centri storici e delle città, sono quelli con popolazione superiore ai 10mila abitanti, che in Umbria sono 19. Dei 17 Comuni che sono stati ammessi a finanziamento, dieci vengono finanziati: Amelia, Castiglione del Lago, Foligno, Gubbio, Narni, Perugia, Spoleto, Terni, Todi e Umbertide. Sono stati messi a disposizione 65 milioni di euro, di cui 52 milioni a carico del “Por Fesr” finanziato con risorse comunitarie e nazionali, ai quali si aggiungeranno le risorse proprie dei Comuni. L’11 dicembre scorso sono stati sottoscritti gli Accordi di programma tra la Regione Umbria e sette dei 10 Comuni finanziati (Perugia, Terni, Castiglione del Lago, Foligno, Narni, Spoleto e Todi); per Amelia e Umbertide sono in corso le procedure per l’approvazione della necessaria variante del Piano Regolatore Generale, mentre per Gubbio è in corso di definizione l’acquisto dell’ex ospedale. .  
   
   
PRIMI RISULTATI DEL PIANO LAVORO IN LIGURIA: 1400 ASSUNTI IN UN MESE DA 560 AZIENDE  
 
 Genova, 2 Febbraio 2010 - Millequattrocento neo-assunti a tempo indeterminato, in un mese, da parte di 560 aziende che hanno ricevuto contributi per circa 8 milioni di euro. Sono i primi, positivi risultati, i numeri, resi noti ieri dal presidente Claudio Burlando, con l´assessore al Lavoro Enrico Vesco, del piano straordinario per il lavoro messo a punto dalla Regione Liguria con l´agenzia del Lavoro, a fine anno per sostenere l´occupazione e contrastare la crisi con un investimento complessivo di 122 milioni di euro. "E con una nuova delibera sul lavoro già approvata, oltre all´anticipo della cassa integrazione e alla mobilità ai i lavoratori delle aziende liguri in crisi, estendiamo il piano a tutti i lavoratori, a tutti i giovani. Dal 15 marzo partirà, infatti, un secondo bando ad hoc per chi è in cerca di lavoro, con un contributo per le imprese dai 5 ai dodicimila euro per ogni lavoratore assunto. "L´obiettivo di questo piano varato dalla Regione Liguria - ha affermato Burlando - è quello di dare una protezione sociale a chi non ce l´ha, costruendo un welfare regionale per tappare i buchi del welfare nazionale e fornendo risposte sia ai lavoratori a tempo determinato sia a quelli a tempo indeterminato e a tutti i settori produttivi". .  
   
   
LA PROVINCIA ATTRIBUISCE A MILANO METROPOLI UN RUOLO STRATEGICO NELLA COSTRUZIONE DELL’EXPO E NEL RILANCIO DELL’AREA MILANESE  
 
Sesto San Giovanni, 2 febbraio 2010 - È stato lo stesso Presidente della Provincia di Milano Guido Podestà, in occasione dell’incontro della Giunta provinciale itinerante tenutasi presso il Comune di Sesto San Giovanni, città dove è nata e dove è rimasta la sede di Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo, a ribadire il ruolo strategico di questa società partecipata nel rilancio dell’area milanese. Con la designazione, lo scorso ottobre, di Carlo Lio come nuovo Amministratore Delegato di Milano Metropoli, la nuova giunta della Provincia di Milano ha voluto rafforzare e valorizzare l’esperienza e le professionalità dell’Agenzia attribuendo ad essa nuove aree strategiche e operative di intervento: Milano Metropoli diventa, infatti, lo strumento operativo della Provincia nella costruzione dell’Expo 2015 e nel supportare i Comuni milanesi nell’avvio di processi e di interventi di sviluppo territoriale. “Il nostro obiettivo e quello della Provincia – afferma Carlo Lio - è far diventare Milano Metropoli a tutti gli effetti una vera agenzia di sviluppo metropolitana, come quelle adottate da anni dalle principali metropoli europee, per aiutare gli enti locali milanesi ad aumentare l’attrattività dei sistemi produttivi - territoriali e, allo stesso tempo, incrementare la coesione economica e sociale”. Per raggiungere questo obiettivo, il nuovo Amministratore Delegato ha già individuato tre direttrici strategiche: Allargare la compagine societaria di Milano Metropoli ad altri Comuni della Provincia di Milano, superando l’assetto storico che vedeva, insieme a Provincia e Camera di Commercio, la partecipazione di solo quattro Comuni del Nord Milano (Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Cologno Monzese e Bresso). Implementare le attività legate all’area creazione e sviluppo d’impresa. Rafforzare il ruolo funzionale e esecutivo dell’Agenzia nei programmi della Provincia di Milano, dal percorso di costruzione dell’Expo a progetti e interventi sulla cultura, la mobilità, le attività produttive… In linea con questi obiettivi strategici e in stretta collaborazione con la Provincia, Milano Metropoli ha iniziato a lavorare su tre nuove aree progettuali importanti per il rilancio del sistema produttivo e territoriale dell’intera area metropolitana milanese: Tavoli territoriali per avviare azioni di contrasto alla crisi e di rafforzamento delle Pmi, anche agevolando la loro patrimonializzazione attraverso la creazione di nuove aree produttive ad esse dedicate. “Expo fuori le mura”, supportando i Comuni e gli attori territoriali nella valorizzazione dei progetti emersi e sviluppati in questi anni nella prospettiva di Expo 2015. Sistema diffuso del benessere sostenibile, un progetto di valorizzazione degli asset legati al concetto “benessere sostenibile”: dal turismo, la cultura, lo sport e il tempo libero, alla ricerca, l’innovazione e la filiera imprenditoriale interessata dal tema. .  
   
   
SVILUPPO IMPRENDITORIA IN SARDEGNA: LA LETTERA DEL PRESIDENTE CAPPELLACCI ALLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI  
 
 Cagliari, 2 febbraio 2010 - "Vivere la giornata del 5 febbraio come opportunità imprescindibile per consolidare l’unità mai venuta meno tra Istituzioni, Sindacati, Imprese, società civile". E´ uno dei passaggi di una lettera aperta che il Presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ha inviato alle organizzazioni sindacali a pochi giorni dallo sciopero generale nell´isola. Questo il testo della lettera. "La Democrazia è una conquista di libertà. La Storia, maestra di insegnamenti, ci ricorda come il “nostro tempo” è frutto di grandi sacrifici e tributi di vite umane, ma è anche la conseguenza positiva degli slanci eroici di uomini capaci di guardare lontano, verso orizzonti solo apparentemente irraggiungibili. La forza della nostra Democrazia sta nel senso di appartenenza di ciascuna donna e di ciascun uomo alla Repubblica e nel riconoscersi nella Costituzione italiana e, nel caso specifico della Sardegna, nello Statuto di autonomia speciale. Da questi due brevi concetti desidero partire per ragionare sullo sciopero generale di venerdì prossimo, organizzato dalle segreterie regionali dei Sindacati. La Regione, mai come oggi casa di tutti i Sardi, comprende e fa proprie le ragioni di questa grande mobilitazione delle forze sociali dell’Isola. Anche per tale motivo, ritengo sia utile vivere la giornata del 5 febbraio come opportunità imprescindibile per consolidare l’unità mai venuta meno tra Istituzioni, Sindacati, Imprese, società civile, intendendo con ciò chiunque abbia a cuore il futuro della nostra terra. Alle forze Sindacali, attraverso questa iniziativa, va riconosciuto sia l’impegno a tenere alta l’attenzione sui problemi economico e sociali della Sardegna, sia lo sforzo di sostenere la coesione dei lavoratori in un momento cruciale. Il posto di lavoro che c’è da salvaguardare, il posto di lavoro che manca da creare: questa è la priorità della Sardegna. Ne siamo tutti consapevoli. La Regione prende atto della richiesta di dialogo avanzata da Cgil, Cisl, Uil e di quanti altri aderiranno allo sciopero. Il 5 febbraio non deve perciò trasformarsi in giornata di contestazione fine a se stessa, ma va vissuto come mobilitazione propositiva dei Sardi per la Sardegna. Dobbiamo avere il coraggio e la lungimiranza di scorgere le opportunità che si profilano all’orizzonte e soprattutto servirà il contributo di ciascuno per raggiungere quegli obiettivi che oggi appaiono lontani. Si chiede alla Regione, alla sua Giunta, di ascoltare e di coinvolgere le forze sociali e sindacali nei processi di governo, condividendone il percorso. Se guardo indietro, ad analizzare l’operato dell’Esecutivo in questi primi mesi, scorgo una serie di interventi importanti che hanno registrato la presenza dell’Istituzione nel territorio: la partecipazione alla stesura del Piano Regionale di Sviluppo è stata ampia e diffusa, così come estesa è stata l’adesione di Comuni e Province alla realizzazione del Piano Casa. Oggi si chiede un impegno ancora maggiore, un dialogo ancora più serrato, forse occorre istituire un tavolo permanente tra Regione e forze economiche e sociali. Ci troviamo a fronteggiare una situazione che ha origine antiche, ciò è una responsabilità in più: la classe dirigente non può più procrastinare impegni e scelte per determinare la Sardegna di oggi e di domani. Ciascuno deve lavorare per la competenza del proprio ruolo e nel rispetto del ruolo altrui, soltanto così si potranno trasformare le criticità in opportunità e guardare con più serenità al futuro delle nostre famiglie. La Giunta sta lavorando su questa strada ed anche per questo motivo raccolgo l’invito dei Sindacati e delle forze economiche e sociali tutte, perché insieme si possa condividere un percorso costruttivo che ci consenta di programmare un’azione forte per superare la crisi occupazionale. La Regione è pronta a fare la sua parte: in prima persona desidero dare la mia ampia disponibilità a costituire il tavolo di confronto immediatamente dopo il 5 febbraio, non appena la Sardegna avrà fatto sentire la sua unica voce". .  
   
   
RICOSTRUZIONE: CHIODI, IO COMMISSARIO DI GOVERNO  
 
L´aquila, 2 febbraio 2010 - "La ricostruzione fa ancora capo al Governo nazionale: io e il sindaco dell´Aquila, Massimo Cialente, è bene precisare, siamo commissario e vicecommissario governativi per la ricostruzione". Lo ha precisato il presidente della Regione e Commissario governativo per la Ricostruzione, Gianni Chiodi, a margine della conferenza sugli aiuti Por-fesr alle imprese economiche colpite dal terremoto. "Dico questo - ha aggiunto Chiodi - per chiarire che la ricostruzione non è passata dal Governo alla Regione, come è stato erroneamente detto e scritto in questi giorni, ma che il Governo è ancora presente tramite le due figure governative del commissario e del vicecommissario e questo sta a significare che questa situazione assume una straordinarietà tale che investe l´intero Paese. Voglio inoltre chiarire che noi da oggi stiamo lavorando con una struttura che sarà commissariale". Tale struttura, ha precisato Gianni Chiodi, "sarà composta di 98 persone che sono state già selezionate dalla Protezione civile in base a carattere esclusivamente meritocratico e oggi verranno confermati. Poi - prosegue il Commissario alla Ricostruzione - ci sarà una struttura tecnica di missione che sarà composta da 30 persone, che verranno prese in parte da diversi ministeri e in parte da una selezione pubblica. Ed infine ci sarà la struttura del Provveditorato alle Opere pubbliche che sarà di fondamentale importanza in quanto soggetto attuatore. Accanto a queste strutture tecniche - ha concluso Chiodi -ci saranno poi le cabine di regia delle istituzioni e degli agenti sociali che avranno una funzione essenzialmente di strategia e di condivisione dei programmi". .  
   
   
RICOSTRUZIONE: CHIODI, 35 MLN PER ATTIVITA´ ECONOMICHE  
 
L´aquila, 2 febbraio 2010 - Trentacinque milioni di euro a disposizione delle Piccole e medie imprese e dei titolari di partita Iva produttori di reddito per la ripresa dell´attività economica interrotta a causa del terremoto del 6 aprile. La misura è stata illustrata ieri dal presidente della Regione, Gianni Chiodi, insieme con l´assessore allo Sviluppo economico, Alfredo Castiglione, e al responsabile del Servizio attività internazionali della Regione Abruzzo, Giovanna Andreola. Si tratta, in sostanza, della rimodulazione di alcuni fondi Por-fesr effettuata dalla Giunta regionale all´indomani del terremoto. Il bando, che riguarda le imprese e titolari di partita Iva che al 6 aprile avevano e continuano ad avere sede nei comuni del cratere, rimarrà aperto fino al 15 marzo e i fondi, ha assicurato il presidente Chiodi, "verranno messi in circolazione entro 60 giorni dall´accettazione delle domande di ristoro". "Sono risorse - ha spiegato meglio il presidente Chiodi - che sono a disposizione di aziende che hanno registrato danni a seguito del terremoto e che attingendo da questo fondo hanno possibilità di ripresa dell´attività economica e commerciale garantendo almeno il 50% dei livelli occupazionali registrati prima del terremoto". Il bando per intervento di riattivazione delle aziende "è il primo intervento di natura economica della Regione Abruzzo, perchè è bene ribadire che questi sono fondi a disposizione della Regione e sui quali il governo regionale ha operato una scelta ben precisa di destinazione per la ripresa economica nelle aree del cratere". "Noi siamo sempre più convinti - ha aggiunto Gianni Chiodi - che la vera sfida, dopo quella vinta di aver garantito a tutti un tetto, è di riattivare al più presto il tessuto economico del comprensorio aquilano e questa misura di 35 milioni va in questa direzione". Il presidente ha poi annunciato che "presto arriveranno altri 11 milioni di euro che riguarderanno un percorso di attrattività", cioè risorse destinate a quelle attività che vorranno localizzarsi nei comuni del cratere. Nel dettaglio, la responsabile del Servizio attività internazionali della Regione Giovanna Andreola, ha illustrato le misure del bando. Le finalità sono quelle di risarcire i danni causati alle attività economico-produttive ubicate nei comuni del cratere del terremoto del 6 aprile. I soggetti beneficiari sono: le imprese, escluse quelle del settore trasporti e della produzione primaria dei prodotti agricoli; i lavoratori autonomi (professionisti, artisti, ecc?); le associazioni, costituite in qualunque forma, purchè svolgano attività economica. Il bando prevede tre forme di contributi: A) Copertura Dei Danni, calcolato in riferimento all´ammontare delle spese ritenute ammissibili per i danni subiti ai beni mobili e immobili, ivi compreso le scorte nella misura necessaria alla ripresa economica dell´attività, e in ogni caso per un valore non eccedente il 20% del danno subito dalle stesse scorte; B) Copertura Dei Costi Di Trasferimento della sede o dell´unità produttiva. In alternativa a questo contributo il bando prevede la terza tipologia di risarcimento: C) Copertura Dei Danni Subiti Per La Sospensione Temporanea Dell´attivita´. È bene chiarire, ha specificato Giovanna Andreola, che "i contributi di cui ai punti A e B/c sono cumulabili e concessi esclusivamente ai fini della riattivazione dell´attività, con l´impregno dei beneficiari al ripristino almeno del 50% dei livelli occupazionali al 6 aprile 2009". Per quanto riguarda il punto A sono dichiarati ammissibili i danni subiti da beni immobili, fabbricati, opere murarie, i danni subiti da beni mobili quali impianti, macchinari, attrezzature, mezzi di trasporto solo se direttamente funzionali all´azienda, i danni subiti dalle scorte aziendali. Per i risarcimenti dei danni al punto B sono ammessi: i costi di trasferimento delle attrezzature, i costi di disattivazione e riattivazione di macchinari, nuovi raccordi relativi alle utenze e costi di locazione/acquisto moduli prefabbricati. Per quanto riguarda infine l´entità del contributo, il bando prevede che il contributo di cui al punto A può essere coperto fino al 100% del valore del danno subito fino a un massimo di 5 milioni di euro; il contributo di cui al punto B, è pari al 100% del costo del trasferimento dell´attività, ivi compresi quelli per il rientro nella sede originaria: tale contributo non potrà in ogni caso eccedere la misura di 100 mila euro e i contributo di cui al punto C, concesso per un periodo di tempo non superiore alla data di ultimazione dei lavori di riattivazione, è pari al 100% dei mancati redditi non conseguiti dall´impresa durante la sospensione: in ogni caso il contributo non potrà eccedere la misura di 500 mila euro. Il bando, il cui coordinamento politico è del vicepresidente Alfredo Castiglione, sarà gestito operativamente dal Servizio attività internazionali presso il quale è già operativo uno sportello informativo in via Salaria Antica Est, 27 numero telefono: 0862364251-52-60. .  
   
   
POLIZIA LOCALE LOMBARDA: ADEGUATA AL BISOGNO DI SICUREZZA  
 
Milano, 2 febbraio 2010 - Con un progetto di legge sulla Polizia locale, varato il 28 gennaio dalla Giunta, Regione Lombardia intende dare una risposta significativa al bisogno di sicurezza sempre più avvertito dai cittadini. "Non si tratta solo di un bisogno di ordine pubblico (gestito dallo Stato e dalle Forze dell´ordine) - spiega il presidente Roberto Formigoni, che ha firmato la proposta di concerto con l´assessore alla Protezione Civile, Prevenzione e Polizia locale, Stefano Maullu - ma di sicurezza integrata, che cioè riguarda il contrasto alla microcriminalità, così come la sicurezza ambientale, alimentare, stradale, del lavoro, ecc. Insomma, quello che il Consiglio regionale dovrà ora prendere in esame è un progetto assolutamente moderno e innovativo". E oggi la commissione consiliare comincia la discussione. Il progetto di legge ridisegna ruolo e organizzazione della Polizia locale, che diventa Polizia locale regionale. Per regionale non si intende un comando unico, ma il livello del necessario coordinamento, che prevede l´integrazione delle funzioni, la condivisione delle informazioni e delle banche dati con gli organi dello Stato e con le istituzioni sul territorio, oltre al coinvolgimento del volontariato e dell´associazionismo nell´azione di prevenzione e di educazione alla legalità. Presidi A Tempo Pieno - Scopo fondamentale del progetto è attrezzare un servizio di Polizia locale regionale adeguato ad affrontare le attuali sfide della sicurezza, dotato quindi di adeguata competenza e capacità di affrontare la complessità delle situazioni e delle azioni da mettere in atto. "Ogni corpo di Polizia locale regionale - aggiunge i l´assessore Maullu - dovrà essere tale da garantire una copertura di lavoro di 12 ore, con almeno due turni, e avere una reperibilità operativa di 24 ore". Il corpo di Polizia locale deve perciò avere una pianta organica di almeno 15 agenti e un comandante esperto sia di sicurezza sia dei profili legislativo, contabile e organizzativo della pubblica amministrazione (viene all´uopo istituito un "elenco" degli abilitati a essere comandante, cui gli enti locali possono attingere). E´ evidente che oggi con un comando composto da pochi operatori o addirittura da uno solo i servizi sul territorio non posso che risultare insufficienti e inadeguati. Evidentemente i piccoli o piccolissimi Comuni non hanno la possibilità di istituire una simile unità operativa: il progetto di legge lombardo spinge non a caso nella direzione di forme di gestione associate, che garantiscono livelli adeguati e ottimizzazione delle risorse. Funzioni Proprie - Il progetto di legge definisce poi le funzioni proprie che devono essere svolte dagli operatori di Polizia locale regionale: funzioni di Polizia giudiziaria, stradale, amministrativa, tributaria locale e funzioni ausiliarie di pubblica sicurezza. "Basta utilizzi impropri - sottolinea Maullu - di questo personale, come talvolta è accaduto nei Comuni, ad esempio per attività di messo notificatore, autista, ecc". In un sistema organico di politiche per la sicurezza urbana su scala regionale si definiscono senza sovrapposizioni né confusioni i ruoli di Comune (primo protagonista della sicurezza sul suo territorio), Provincia (che favorisce l´integrazione delle politiche di sicurezza e attua la formazione) e Regione (che coordina le varie Polizie locali regionali, dispone di strumenti finanziari per progetti e formazione e favorisce la cooperazione con le forze dello Stato). Coordinamento Regionale - Il coordinamento regionale rappresenta il cuore delle linee programmatiche regionali nell´ambito del sistema della Polizia locale. E´ prevista una struttura stabile di coordinamento, che agisce secondo gli indirizzi del Comitato regionale per la Sicurezza urbana presieduto dal presidente della Regione. La struttura di coordinamento potrà articolarsi in 5 dipartimenti: sicurezza urbana, Polizia amministrativa, problemi del territorio, dipartimento ambientale-ecologico, sicurezza stradale. Lo sviluppo delle politiche sul territorio è assicurato da appositi Accordi locali e Patti per la sicurezza. Numero Unico - Il progetto di legge prevede l´istituzione di un numero telefonico unico, attraverso il quale attivare il comando più vicino al luogo dell´evento per il quale si richiede l´intervento e un raccordo telematico tra i diversi comandi in modo da garantire sinergia e tempestività. Fondo Difesa - A tutela degli operatori, il progetto di legge introduce un Fondo per gli oneri di difesa nei procedimenti penali a carico degli operatori di Polizia locale regionale e inoltre un sistema di monitoraggio delle malattie professionali, in modo da poter agire efficacemente sulla prevenzione. Sostegno Finanziario - Le ultime parti del progetto di legge prevedono che la Regione metta in campo stabilmente (come ha fatto da anni a questa parte) strumenti finanziari integrati, destinati a sostenere progetti di sicurezza di enti locali, innovazioni tecniche e forme di gestione associata del servizio. Una parte è destinata anche alla costituzione di un fondo per le vittime della criminalità. Vigilanza Privata - Sarà possibile avvalersi della collaborazione di guardie particolari giurate, quindi della vigilanza privata, attraverso convenzioni mirate, come sostegno al presidio del territorio e naturalmente nel rispetto della normativa statale vigente. Formazione - Infine, particolare attenzione è posta sulla formazione del personale, sia in ingresso sia continua. Per sottoufficiali e ufficiali, poi, è istituita l´Accademia di alta specializzazione, mentre continuerà la collaborazione con l´Ateneo di Milano Bicocca per il corso di Sicurezza urbana, che ha avuto esiti molto soddisfacenti e un crescente successo di partecipazione. Settecentoventisei arresti, 439. 000 verbali, 3. 600 patenti ritirate, 370. 074 punti decurtati. Sono questi alcuni dei numeri che caratterizzano il lavoro svolto nel 2009 dai 9. 417 agenti della Polizia locale in servizio nelle città lombarde capoluogo di provincia. I dati sono stati resi noti dall´assessore alla Protezione civile, Prevenzione e Polizia locale della Regione Lombardia, Stefano Maullu, che ha sottolineato "l´importante ruolo svolto dalla Polizia locale nell´azione di tutela della sicurezza dei cittadini". I 726 arresti sono così suddivisi: Milano (294), Bergamo (70), Brescia (319), Como (7), Cremona (3), Mantova (2), Monza (20), Varese (11). In particolare dei 294 arresti milanesi, 252 riguardano cittadini stranieri mentre dei 319 bresciani sono 302 quelli i cittadini non italiani. Per quanto riguarda i controlli negli esercizi pubblici, complessivamente sono 7. 656. Le sanzioni sono state 1. 346. Quelli edilizi sono stati invece 2. 681. Sulle Strade - Gli incidenti stradali sono stati complessivamente 11. 040. Di questi 6. 803 (il 20% in meno dell´anno precedente) sulla viabilità ordinaria e 4. 237 (meno 16,5% rispetto al 2008) in autostrada. Sulle strade extraurbane e sulle autostrade si è registrato un decremento dei decessi del 15%. La Polizia locale, nei controlli sulle strade effettuati nel 2009, ha redatto complessivamente 439. 000 verbali (la maggior parte dei quali per eccesso di velocità), ritirato 3. 600 patenti e decurtato complessivamente 370. 074 punti. Le strade più pericolose sono risultate la 470 della Valle Brembana e la 525 del Brembo, la 35 dei Giovi, la Paullese, la Vigevanese, la Padana superiore, la Bustese e la Varesina. "Regione Lombardia - ha detto l´assessore Maullu - si prepara a centrare l´obiettivo europeo di riduzione del 50% dei morti per incidenti stradali. Grazie alle iniziative e i provvedimenti già attuati si è ottenuta una diminuzione del 28%. Le Province di Como e Varese lo hanno già raggiunto. Tutto questo è merito della collaborazione tra gli enti locali e le forze di Polizia e in particolare dell´operazione Smart (Servizio monitoraggio aree a rischio del territorio) voluta da Regione Lombardia e condotta congiuntamente dai comandi delle Polizie locali insieme alle altre Forze dell´Ordine (carabinieri, Polizia di stato, Guardia di Finanza) e con il coordinamento delle Prefetture". Un ruolo importante lo avrà anche il progetto di legge sulla Polizia locale, appena approvato dalla Giunta regionale. "Permetterà - ha concluso l´assessore Stefano Maullu - di incrementare l´efficienza e l´efficacia delle azioni dei nostri agenti garantendo maggiore sicurezza e prevenzione. Gli standard lombardi sono già superiori a quelli delle altre regioni italiane. Il progetto di legge prevede, infatti, un sistema di Polizia locale centrato sulla prevenzione degli eventi, sull´attenzione alle vittime e sui bisogni del cittadino". .  
   
   
STATISTICA FVG: SERVIZI MIGLIORATI NEL 2009  
 
Trieste, 2 febbraio 2010 - Nonostante il non facile periodo economico che anche il Friuli Venezia Giulia sta attraversando, alcuni segnali positivi giungono dalle interviste svolte in regione sulla qualità dei servizi lo scorso anno dall´Istituto nazionale di Statistica. L´indagine in Friuli Venezia Giulia, diffusa dal Servizio Statistica che fa capo all´assessore alle Finanze Sandra Savino, è stata condotta su un campione di 705 famiglie, per un totale di 1. 642 individui. In controtendenza con il dato nazionale, in regione la soddisfazione rispetto alle proprie condizioni di salute è in aumento. Le difficoltà nell´accesso ai servizi sono in calo, così come le code agli sportelli, con l´eccezione degli uffici postali. Il miglioramento della situazione a livello regionale (ad esempio, code all´anagrafe o all´Asl) fa da contraltare ad un peggioramento della situazione a livello nazionale. Anche l´ambiente in cui le famiglie vivono viene sentito come più piacevole; problemi come il traffico, la sporcizia nelle strade, i parcheggi sono sempre meno sentiti. Il 45,2 per cento delle famiglie ritiene la propria situazione economica peggiorata rispetto l´anno precedente e nonostante non si tratti di un dato confortante è pur sempre tra i migliori a livello nazionale. In definitiva nel 2009 il Friuli Venezia Giulia registra, rispetto al 2008, un´ottica un po´ meno pessimista. La popolazione è generalmente soddisfatta sia della propria vita che dell´ambiente in cui vive. .  
   
   
APPROVATO IL PIANO REGIONALE TRIENNALE LIGURE PER L´INTEGRAZIONE DEI CITTADINI IMMIGRATI  
 
 Genova, 1 Febbraio 2010 - "E´ il primo piano triennale per l´integrazione dei cittadini stranieri, un documento ampio e trasversale, con il quale abbiamo inteso in primo luogo lanciare un forte messaggio culturale. Tutti i settori regionali competenti insieme agli enti locali alle istituzioni e ai soggetti privati del territorio dovranno concorrere all´attuazione del piano, adottando in primo luogo un visione di sistema che tenga conto della presenza, delle caratteristiche e delle esigenze dei cittadini straneri nella programmazione dei propri interventi". Lo ha detto ieri l´assessore regionale all´immigrazione, al lavoro e ai trasporti, Enrico Vesco commentando l´approvazione del piano triennale per l´integrazione dei cittadini stranieri immigrati passato in Giunta. Obiettivo del piano garantire una maggiore attenzione alla tutela e alla difesa dei diritti fondamentali della persona umana e delle pari opportunità nell´accesso ai servizi da parte dei cittadini stranieri e favorire l´eliminazione di ogni forma di razzismo e di discriminazione. Interessati tutti i settori regionali dalla salute, all´istruzione, dalle politiche abitative ai servizi sociali la cui programmazione dovrà tenere conto degli indirizzi del piano. I finanziamenti stanziati per il piano ammontano a 380. 000 euro per ogni anno. La legge regionale sull´immigrazione approvata nel 2007 prevedeva che il progetto di piano triennale venisse predisposto sulla base della proposta formulata dalla Consulta regionale per l´integrazione dei cittadini immigrati. Per questo la Consulta ha costituito al suo interno 4 gruppi di lavoro per aree tematiche, ciascuno dei quali ha avviato una riflessione sulle ricadute degli interventi e delle politiche pubbliche sui cittadini stranieri. "Il fenomeno dell´immigrazione - ha concluso Enrico Vesco - è molto complesso e richiede la formulazione di piani di intervento sul medio periodo, tenendo conto che una parte consistente di immigrati è nella nostra regione da almeno una generazione". .  
   
   
APOF BASILICATA -IL SU PROGRAMMA INCLUSIONE SOCIALE  
 
 Potenza, 2 febbraio 2010 - “Il Programma di intervento per l’inclusione sociale e lavorativa di soggetti, adulti e minori, sottoposti a provvedimento dell’autorità’ giudiziaria nella regione Basilicata, presentato nei giorni scorsi dall’Assessore regionale alla F. P. -lavoro Antonio Autilio e da funzionari dell’Amministrazione Giudiziaria, prevede l’affidamento di progetti ed interventi specifici all’Apof-il in tema di formazione ed orientamento riconoscendo all’Agenzia della Provincia di Potenza un ruolo importante nelle azioni contro il disagio sociale”. E’ il commento del presidente dell’Apof-il Antonio Giansanti ricordando che, nell’ambito delle attività 2008-2009, l’Agenzia ha svolto nel carcere di Potenza corsi di 200 ore per operatore informatico, sciampista e vivaista e nel carcere di Melfi corsi di 400 ore per addetti alla legatoria, alla lavorazione della pelle e vivaista e di 200 ore per informatica di base. Si tratta di attività finalizzate – precisa Giansanti – al reinserimento lavorativo dei detenuti e all’utilizzo di base dei sistemi informatici di cui c’è un’ assoluta necessità. Di qui il riconoscimento che è venuto dal Dipartimento Formazione della Regione e dagli organismi nazionali, interregionali e locali del Ministero di Grazia e Giustizia del lavoro svolto dall’Apof-il e della positiva esperienza dei nostri operatori. Le nuove attività che saranno affidate all’Apof-il – continua Giansanti – rispondono all’obiettivo strategico nell’area della istruzione-formazione professionale di potenziare i fattori soggettivi nella persona del detenuto o ex detenuto o comunque sottoposto a provvedimento dell’autorità giudiziaria che sono funzionali per agevolarne l’inclusione sociale e lavorativa, attraverso l’offerta degli strumenti conoscitivi, sperimentali e professionali necessari per contrastare le condizioni di discriminazione nel mercato del lavoro e assicurare all’individuo una capacità competitiva, in condizioni di parità, nel sistema delle relazioni nella famiglia e nella società. Il presidente dell’Agenzia sottolinea inoltre che il Servizio di Orientamento nell’area del Disagio Sociale dell’Apof-il offre percorsi di opportunità di inclusione sociale e lavorativa a diversi target di popolazione che per motivi diversi vivono in condizioni di esclusione, emarginazione o disagio. Inoltre, da circa 10 anni opera all’interno dell’Agenzia un Laboratorio della comunicazione sociale aperto agli utenti del servizio oltre che ai gruppi di volontariato sociale e alle scuole. Le attività del servizio sono supportate da una rete di partenariato con il Ministero di Grazia e Giustizia (Uffici dei Ss per minorenni area penale; Casa Circondariale di Potenza e Melfi), con i Servizi Sociali dei Comuni del territorio provinciale, Associazioni di settore, e si articolano in: moduli formativi professionalizzanti; consulenza orientativa individuale e di gruppo; formazione orientativa personalizzata (bilancio di competenze, progettazione di itinerari formativi, reinserimento scolastico, inserimento lavorativo); cantieri di formazione (attività formative esperite in gruppo finalizzate oltre all’acquisizione di competenze tecnico-professionali e trasversali, e all’attivazione di processi di rilettura critica dei propri vissuti di disagio attraverso opportunità formative dinamiche ed emotivamente coinvolgenti). .