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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 21 Ottobre 2010
LA COMMISSIONE ADOTTA UNA STRATEGIA PER GARANTIRE IL RISPETTO DELLA CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL´UNIONE EUROPEA  
 
Bruxelles, 21 ottobre 2010 - La Commissione europea ha adottato il 19 ottobre una strategia il cui scopo è assicurare che la Carta dei diritti fondamentali dell´Unione europea, giuridicamente vincolante dacché è entrato in vigore il trattato di Lisbona, sia attuata di fatto. La Commissione verificherà la conformità di tutte le leggi dell´Unione con la Carta a ogni livello del processo legislativo – dai primissimi lavori preparatori presso i suoi servizi fino all´adozione dei progetti di atti legislativi al Parlamento europeo e al Consiglio - e durante l’attuazione negli Stati membri. Dando seguito alle richieste del Parlamento europeo, la Commissione provvederà ad informare i cittadini delle circostanze in cui può intervenire in materia di diritti fondamentali e pubblicherà una relazione annuale sull´applicazione della Carta per monitorare i progressi realizzati. "La Carta è l´espressione dei nostri valori e del nostro patrimonio costituzionale comune" ha dichiarato Viviane Reding, Vicepresidente della Commissione europea e Commissaria per la Giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza. "La Carta deve orientare tutte le politiche dell´Unione. La Commissione europea, in particolare attraverso la direzione generale Giustizia, controllerà con grande cura che la Carta sia rispettata in tutte le proposte di atti legislativi dell´Ue, in ogni singola modifica introdotta dal Consiglio e dal Parlamento europeo e dagli Stati membri nell’attuare il diritto dell´Unione. La strategia adottata oggi dalla Commissione è un passo importante verso la creazione di una cultura europea dei diritti fondamentali." Con l´entrata in vigore del trattato di Lisbona, il 1° dicembre 2009, la Carta dei diritti fondamentali dell´Unione europea è divenuta giuridicamente vincolante sia per le istituzioni europee che per gli Stati membri quando attuano il diritto dell´Unione. La Carta racchiude tutti i diritti che figurano nella Convezione europea dei diritti dell´uomo, più altri diritti e principi che derivano dalle tradizioni costituzionali comuni a tutti gli Stati membri, dalla giurisprudenza della Corte di giustizia europea e da altri strumenti internazionali. La Carta è un testo di codificazione estremamente moderno e comprende diritti fondamentali di "terza generazione", come la protezione dei dati, le garanzie in materia di bioetica e il diritto a un’amministrazione trasparente. Nella strategia odierna la Commissione illustra quali misure può adottare affinché il bilancio dell’Ue in materia di diritti fondamentali sia esemplare e i cittadini capiscano meglio in cosa consiste la protezione dei diritti fondamentali in Europa. 1. Garantire che l´Unione europea sia irreprensibile nel rispetto dei diritti fondamentali - •Tutte le proposte di atti legislativi dell´Ue devono rispettare la Carta. Di conseguenza, la Commissione rafforzerà la valutazione dell´impatto che le nuove proposte avranno sui diritti fondamentali. Partendo da una "lista di controllo", i servizi della Commissione individueranno i diritti fondamentali che la proposta rischia di violare e valuteranno in modo sistematico l´impatto che potrebbe avere su tali diritti ciascuna delle opzioni strategiche prefigurate. •Durante il processo legislativo, finanche nei compromessi finali tra il Parlamento europeo e il Consiglio, la Commissione coopererà con i colegislatori per garantire che le leggi dell’Ue siano in linea con la Carta. La Commissione avvierà un dialogo interistituzionale per determinare metodi atti a trattare gli emendamenti che sollevano questioni di compatibilità con i diritti fondamentali. •Gli Stati membri sono già vincolati all´osservanza dei diritti fondamentali dalle relative costituzioni nazionali. Essi devono tuttavia rispettare tali diritti anche quando attuano le leggi dell´Unione. La Commissione farà ricorso a tutti gli strumenti di cui dispone, compresa la procedura d´infrazione se necessario, per garantire il rispetto della Carta nella fase attuativa. 2. Migliorare l´informazione dei cittadini •I cittadini devono sapere a chi rivolgersi in caso di violazione dei diritti fondamentali. Nel 2011 avranno accesso alle informazioni sui mezzi di ricorso esistenti in tutti gli Stati membri, grazie al nuovo portale della Commissione e-Justice. •La Commissione illustrerà i casi in cui può e quelli in cui non può intervenire in merito a denuncie riguardanti i diritti fondamentali che non rientrano nelle competenze dell´Ue. La Carta, infatti, non conferisce alla Commissione un potere generale in questo campo. La Commissione può intervenire solo se è coinvolto il diritto dell´Unione (ad esempio quando viene adottata una normativa europea o una misura nazionale attua una normativa europea in modo incompatibile con la Carta). Gli Stati membri hanno sistemi propri di protezione dei diritti fondamentali, tramite la costituzione o i giudici nazionali; la Carta non si sostituisce ad essi. Spetta infatti in primo luogo ai giudici nazionali garantire il rispetto dei diritti umani. 3. Controllare i progressi - •La Commissione pubblicherà una relazione annuale sull´applicazione della Carta. La relazione monitorerà i progressi realizzati nei campi in cui ha competenza a intervenire e mostrerà come si è concretamente tenuto conto della Carta (ad esempio per le nuove proposte di atti normativi). Ogni anno sarà l’ambito privilegiato per uno scambio di vedute con il Parlamento europeo e il Consiglio e rappresenterà un mezzo per migliorare l´informazione del pubblico. Contesto - La Carta dei diritti fondamentali dell´Unione europea è stata solennemente proclamata dai presidenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione al Consiglio europeo di Nizza il 7 dicembre 2000. All’epoca non aveva effetto giuridico vincolante. Glielo ha conferito l´articolo 6, paragrafo 1, del trattato sull´Unione europea, modificato dal trattato di Lisbona, attribuendole lo stesso valore giuridico dei trattati; ciò significa, in particolare, che gli atti legislativi dell´Unione che violino i diritti fondamentali garantiti dalla Carta possono essere annullati dalla Corte di giustizia dell´Unione europea. Il trattato stabilisce inoltre che le disposizioni della Carta non ampliano le competenze dell´Ue rispetto a quelle previste dai trattati. L´articolo 51 della Carta recita: "Le disposizioni della presente Carta si applicano alle istituzioni e agli organi dell´Unione nel rispetto del principio di sussidiarietà come pure agli Stati membri esclusivamente nell´attuazione del diritto dell´Unione." Lo scorso maggio, per la prima volta i membri del collegio dei commissari hanno solennemente dichiarato di impegnarsi a rispettare la Carta dei diritti fondamentali e i trattati dell’Unione europea (Ip/10/487).  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: I DEPUTATI APPROVANO UN BILANCIO MODERATO, MA CHIEDONO NEGOZIATI SUL FUTURO FINANZIARIO DELL´UE  
 
Strasburgo, 21 ottobre 201° Più investimenti per ricerca, innovazione, educazione, energia e sostegno alla Palestina pur mantenendo un livello di spesa globale ridotto: è la posizione dei deputati per il bilancio comunitario 2011, approvata mercoledì. Il Parlamento chiede inoltre l´apertura di negoziati su nuove fonti di finanziamento per l´Ue e fondi sufficienti per le nuove responsabilità derivate dal Trattato di Lisbona. Il voto di mercoledì non ha solo implicazioni sul bilancio per il prossimo anno, ma anche per i bilanci futuri nell´ambito delle prospettive finanziarie attuali (2007-2013). Per il 2011, il Parlamento propone un aumento in stanziamenti d´impegno dello 0,8% rispetto al bilancio 2010, mostrando cosi di comprendere la forte pressione attuale sui bilanci nazionali e interrompendo una pratica ventennale di chiedere un bilancio più ricco di quello proposto dalla Commissione. I deputati hanno quindi concordato un totale di circa (le cifre definitive saranno disponibili giovedì) €130,14 miliardi in pagamenti e €142,65 miliardi in stanziamenti d´impegno, mentre la Commissione europea aveva proposto nel primo caso lo stesso ammontare di €130,14 miliardi e nel secondo €142,57 miliardi. Il Consiglio vorrebbe portare tali cifre a €126,53 miliardi e €141,78 miliardi, rispettivamente. Il Parlamento "comprende le preoccupazioni espresse da alcune delegazioni in seno al Consiglio, secondo cui le pressioni sui bilanci degli Stati membri sono particolarmente forti per l´esercizio 2011 ed è quanto mai necessario realizzare risparmi". Tuttavia, i deputati ritengono che "le riduzioni arbitrarie degli stanziamenti di pagamento non siano compatibili con una sana gestione finanziaria" e che "le riduzioni arbitrarie degli stanziamenti d´impegno compromettano l´attuazione delle politiche e dei programmi dell´Unione già adottati". Gli aumenti e i tagli più importanti - Nella maggior parte dei casi, il Parlamento ha ripristinato le proposte della Commissione, dopo i tagli apportati dal Consiglio. In aggiunta, i deputati hanno approvato aumenti e tagli in altre sezioni, come ad esempio: Competitività per la crescita e l´occupazione: i deputati chiedono più risorse per il programma per l´apprendimento permanente (+ €18 milioni), il programma quadro per la competitività e l´innovazione (+ €10 milioni) e il programma Energia intelligente — Europa (+ €10 milioni). Per compensare a tali aumenti, i deputati propongono tagli al progetto di ricerca sulla fusione energetica "Iter" per €47 milioni. Coesione per la crescita e l´occupazione: i deputati hanno aggiunto una nuova sezione, per €2,5 milioni, per l´assistenza per la regione del Mar Baltico. Conservazione e gestione delle risorse naturali: un fondo aggiuntivo di €300 milioni per il settore lattiero-caseario, + €6,7 milioni per il programma ambientale Life+ e un aumento di €2 milioni in sostegno della gestione delle risorse ittiche. Libertà, sicurezza e giustizia: +€2,35 milioni per il programma Daphne per la lotta alla la violenza contro le donne e i bambini e un aumento di €1 milione per la prevenzione del terrorismo. Cittadinanza: +€4 milioni per sostenere i Giochi olimpici speciali di Atene e +€3 milioni per il programma Gioventù in azione. L´ue come attore globale: aumento di €100 milioni in aiuti per la Palestina, il processo di pace e l´Unrwa, compensati con tagli nelle misure di accompagnamento nel settore delle banane per €18 milioni, - €23,5 per attività di cooperazione diverse dall’aiuto pubblico allo sviluppo e la Politica comune estera e di sicurezza (Pesc) con meno €45.7 milioni. Amministrazione: i deputati hanno aggiunto denaro in riserva, per i pagamenti ai lavoratori delle istituzioni europee, nel caso il Consiglio perda la causa contro la Commissione sugli aumenti salariali. Tutte le cifre sono stanziamenti d´impegno. Urgente revisione del bilancio a lungo termine La risoluzione adottata spiega che i margini di manovra del quadro di bilancio multiannuale (chiamato anche prospettive finanziarie o quadro finanziario pluriennale - Qfp) sono troppo rigidi. L´attuale quadro è valido per il periodo 2007-2013, ma non tiene conto delle spese aggiuntive in conseguenza della crisi finanziaria, delle nuove politiche e delle responsabilità derivate dall´entrata in vigore del Trattato di Lisbona. In 4 nuove sezioni del bilancio riguardo "il trattato di Lisbona alla luce della revisione a medio termine", i deputati chiedono un livello di spesa sufficiente e di "coinvolgere adeguatamente il Pe nei negoziati interistituzionali del prossimo Qfp". Discutere nuove ´risorse proprie´ per l´Ue Il Parlamento chiede di aprire il dibattito col Consiglio su possibili nuove fonti di finanziamento per il bilancio comunitario, sottolineando che questo elemento "costituisce parte integrante dell´accordo globale sul bilancio 2011". Inoltre, i deputati invitano "il Consiglio e la Commissione ad adottare meccanismi per agevolare lo storno di stanziamenti inutilizzati dell´anno N, in particolare nel contesto della revisione del regolamento "finanziario", poiché fino a ora, i fondi non spesi sono rimborsati agi Stati membri alla fine dell´anno. Disposizioni per il meccanismo di stabilità - I deputati chiedono, in grande maggioranza, di aggiungere due nuove linee di bilancio, una di spesa e l´altra per i ricavi, da creare per il meccanismo di stabilizzazione dell´Ue, che è stato istituito dai governi dell´Unione dopo la crisi del debito della Grecia. Tali linee resterebbero vuote fino a quando il meccanismo non venisse attivato. Cifre Le cifre qui sotto sono provvisorie, le definitive saranno disponibili giovedì.
Cifre in milioni di euro Bilancio 2010 Progetto preliminare di bilancio 2011 Posizione comune del Consiglio 2011 Proposta del Pe 2011
Denominazione Impegni Pagamenti Impegni Pagamenti Impegni Pagamenti Impegni Pagamenti
1a. Competitività per la crescita e l’occupazione 14.862,853 11.343,271 13.436,852 12.109,714 13.390,302 11.218,574 13 500 12 100
1b. Coesione per la crescita e l’occupazione 49.386,592 36.383,885 50.970,094 42.540,797 50.970,094 41.465,797 51 000 42 600
2. Conservazione e gestione delle risorse naturali 59.498,833 58.135,641 59.486,248 58.135,685 59.011,602 57.314,978 59 500 58 100
3a. Libertà, sicurezza e giustizia 1.006,487 738,570 1.135,253 852,574 1.124,343 802,964 1 140 848
3b. Cittadinanza 668,000 659,388 667,817 638,979 667,977 619,674 683 649
4. L´ue come attore globale 8.141,006 7.787,695 8.613,529 7.601,764 8.519,789 7.010,865 8 680 7 650
5. Amministrazione 7.898,452 7.897,947 8.255,374 8.256,429 8.093,228 8.094,283 8 220 8 220
Totale 141.462,225 122.946,397 142.565,168 130.135,942 141.777,334 126.527,134 143 000 130 000
In % del Rnl 1,146% 1,139%
Prossime tappe - Il 27 ottobre, il Consiglio e il Parlamento inizieranno la procedura di conciliazione per 21 giorni al fine di accordarsi su un testo comune Se dovessero trovare un accordo, il bilancio definitivo sarà approvato a metà novembre. Come per gli anni precedenti, ci sono due relatori per il bilancio: Sidonia Jędrzejewska (Ppe, Pl), responsabile per il bilancio della Commissione europea che include anche quello operativo per tutta l´Unione, e Helga Trüpel (Verdi/ale, De), per i bilanci delle altre istituzioni. Stanziamenti d´impegno e di pagamenti - Per ogni linea di bilancio, ci sono due voci differenti: gli stanziamenti d´impegno e quelli di pagamento. I primi si riferiscono a quanto l´Ue potrebbe impegnarsi a investire in un dato anno (per esempio firmando un contratto o attraverso un appalto pubblico). I secondi disciplinano i pagamenti effettivi da effettuare in un dato anno.
 
   
   
IL PARLAMENTO EUROPEO APPROVA LA DIRETTIVA CONTRO I RITARDI DEI PAGAMENTI IL TERMINE È FISSATO A 30 GIORNI, 60 IN CASI ECCEZIONALI AMMONTA A 180 MILIARDI DI EURO IL CREDITO DOVUTO ALLE IMPRESE DALLE P.A.  
 
Strasburgo, 21 ottobre 2010 - Il Parlamento europeo ha votato ieri a favore della nuova direttiva per ridurre i ritardi dei pagamenti nelle transazioni commerciali, con 612 voti a favore, 12 astensioni e 21 voti contrari. La direttiva tutela i creditori, che sono nella maggior parte dei casi delle piccole e medie imprese. Gli enti pubblici dovranno pagare le fatture entro 30 giorni, e se non lo faranno pagheranno un interesse di mora dell´8 per cento. Il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, responsabile per industria e imprenditoria, ha dichiarato: "Chi lavora dev´essere pagato tempestivamente. Questo è un principio fondamentale di correttezza, ed è decisivo per la solidità di un´impresa, delle sue disponibilità finanziarie e del suo accesso a credito e finanziamenti. Questa direttiva aiuterà l´intera economia europea e quindi mi felicito dell´esito positivo del voto al Parlamento europeo". Si stima che questa misura dovrebbe rimettere in circolo circa 180 miliardi di liquidità: a tanto ammonta infatti il credito dovuto dalla pubblica amministrazione al sistema delle imprese in tutta l´Ue. Il problema riguarda soprattutto l´Italia, e si è aggravato recentemente: nel 2008 la media dei ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione era di 40 giorni, in due soli anni la cifra è più che raddoppiata: 86 giorni di ritardo in media nel 2010, mentre la Francia è a 21 giorni, la Germania a 11, il Regno Unito a 19 e la Finlandia a 4. Le principali disposizioni della nuova direttiva sono le seguenti: • il termine dei pagamenti effettuati dagli enti pubblici alle imprese viene fissato a 30 giorni ovvero, in circostanze del tutto eccezionali, entro 60 giorni, per i beni e i servizi che hanno acquistato. • per assicurare l’autonomia contrattuale delle imprese nelle transazioni commerciali tra enti privati, esse devono regolare le fatture entro 60 giorni, a meno che non abbiano espressamente concordato altrimenti e che ciò non costituisca una condizione manifestamente iniqua. • alle imprese viene conferito il diritto automatico di esigere il pagamento degli interessi di mora e di ottenere altresì un importo fisso minimo di €40 a titolo d’indennizzo dei costi di recupero del credito. Le imprese potranno comunque esigere anche il rimborso di tutti i costi ragionevoli incorsi a tal fine. • il tasso di legge applicabile agli interessi di mora viene aumentato e portato ad almeno 8 punti percentuali al di sopra di quello di riferimento della Banca centrale europea. Non è consentito agli enti pubblici fissare tassi inferiori per gli interessi di mora. • viene reso più facile per le imprese contestare in tribunale termini e pratiche manifestamente iniqui. • viene introdotta maggiore trasparenza e un’accresciuta sensibilizzazione del pubblico: gli Stati membri saranno tenuti a pubblicare i tassi applicabili agli interessi di mora, per renderli più accessibili per le imprese. • gli Stati membri dell´Ue vengono incoraggiati a redigere codici di prontezza dei pagamenti. • gli Stati hanno la facoltà di mantenere o porre in vigore leggi e regolamenti contenenti disposizioni più favorevoli ai creditori di quelle stabilite dalla direttiva. La direttiva andrà recepita negli ordinamenti nazionali entro ventiquattro mesi dalla sua adozione. Il Vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani è disponibile per interviste su questo dossier.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO, SERVIZIO DIPLOMATICO: RESPONSABILITÀ DEMOCRATICA ED EQUILIBRIO NELLE ASSUNZIONI  
 
Strasburgo, 21 ottobre 2010 - Il Servizio europeo d´azione esterna (Seae) potrà presto cominciare a lavorare, dopo l´approvazione del Pe, avvenuta mercoledì, delle necessarie modifiche alle regole sul bilancio comunitario, allo Statuto dei funzionari e al bilancio 2010. I deputati sono riusciti a ottenere, nelle negoziazioni col Consiglio, un maggior controllo democratico sul servizio e il rispetto dell´equilibrio geografico e di genere al momento delle assunzioni. Le regole di bilancio del Seae ("il regolamento finanziario") sono state quindi modificate per garantire trasparenza, grazie a nuove norme più severe sulla tracciabilità e sulla responsabilità di bilancio e finanziaria. Controllo di bilancio e responsabilità finanziaria - In termini di controllo sul bilancio, il nuovo servizio sarà trattato come qualsiasi altra istituzione dell´Ue e avrà quindi il proprio titolo specifico nel bilancio comunitario. Allo stesso modo, sarà il Pe a occuparsi del discarico del bilancio del Seae, esercitando cosi pienamente i suoi poteri di controllo. Alla Commissione resta invece la responsabilità del bilancio operazionale del Seae. Al fine di assicurare una completa trasparenza di bilancio, la Commissione avrà il dovere di informare il Parlamento e il Consiglio su tutte le spese amministrative e logistiche che riguardano l´azione esterna dell´Unione, allo stesso momento della presentazione del progetto di bilancio comunitario. Ruolo dei capi delegazione - Prima di assumere le proprie funzioni, i capi delle delegazioni esterne "devono seguire corsi di formazione specifici sui compiti e le responsabilità degli ordinatori e sull´esecuzione del bilancio", ha stabilito il Pe, e devono anche "cooperare pienamente" col Parlamento, fornire tute le informazioni necessarie e, se richiesto, partecipare alle riunioni delle commissioni parlamentari. Le nuove regole di bilancio,, negoziate per il Pe da Ingeborg Gräßle (Ppe, De) e Crescenzio Rivellini (Ppe, It), sono state adottate con 578 voti in favore, 39 contrari e 28 astensioni. Nuove regole per il personale per garantire equilibrio - "Desideriamo un servizio moderno, bilanciato dal punto di vista del genere, abbiamo bisogno di pari opportunità e pari doveri per i funzionari Ue e lo staff dei servizi diplomatici nazionali deve essere leale verso l´Alto rappresentante" per la politica estera Ue, ha affermato il relatore Bernhard Rapkay (S&d, De), che ha negoziato il compresso sullo Statuto dei funzionari col Consiglio. Il testo adottato stabilisce che il Seae dovrebbe essere composto di "personale con il più alto livello di capacità, efficienza e integrità, assunto su basi geografiche più ampie possibili fra i cittadini degli Stati membri dell´Unione". Il personale del Seae dovrà anche includere "una presenza appropriata di cittadini di tutti gli Sati membri", Per garantire equilibrio nelle assunzioni fra donne e uomini, il testo di compromesso prevede la predisposizione di misure atte a promuovere le pari opportunità in specifici gruppi di funzione dell´amministrazione del servizio diplomatico dove c´è una sottorappresentanza di genere. Entro il 2013, Ashton, Alto rappresentante, dovrà inoltre presentare una relazione sull´implementazione del regolamento con particolare attenzione agli obiettivi di equilibrio geografico e di genere. L´accordo raggiunto prevede infine che fino al giugno 2013, il Seae assumerà personale dal Segretariato generale del Consiglio, della Commissione e dei servizi diplomatici nazionali; dopo quella data, si aprirà anche alle altre istituzioni, Pe compreso. Al pieno delle assunzioni, i funzionari Ue dovranno rappresentare almeno il 60% dei posti, mentre un terzo dovrebbe provenire dalle diplomazie nazionali. Il compromesso è stato approvato dall´Aula con 513 voti in favore, 51 contrari e 98 astensioni. Nuova voce nel bilancio 2010- I deputati hanno anche modificato il bilancio 2010, sulla base della relazione preparata da Roberto Gualtieri (S&d, It) e László Surján (Ppe, Hu). Tali modifiche includono l´aggiunta del capitolo 10° al bilancio comunitario. Un totale di 100 nuovi posti e 70 agenti contrattuali sono cosi creati, fra delegazioni e sedi centrali. L´impatto finanziario netto delle modifiche di bilancio, inclusa la spesa operazionale, è di € 9,52 milioni. La risoluzione sul bilancio 2010 è stata approvata con 608 voti in favore, 41 contrari e 11 astensioni.  
   
   
LE RICERCHE DEL 6° PQ SULLE INEGUAGLIANZE SOCIALI AL CENTRO DI UNA NUOVA RELAZIONE  
 
Bruxelles, 21 ottobre 2010 - Una relazione pubblicata recentemente dalla Commissione europea, intitolata "Why socio-economic inequalities increase?" (Perché aumentano le ineguaglianze socio-economiche), pone l´accento su una serie di avvenimenti e iniziative politiche volte a contrastare l´aumento delle disparità e delle ineguaglianze in Europa. Per far fronte alla costante crescita delle ineguaglianze socio-economiche a livello mondiale, gli autori ritengono necessario un nuovo modello socio-ecologico. La pubblicazione si basa su un approfondito riesame di 13 progetti di ricerca finanziati dalla direzione generale della Ricerca della Commissione europea nell´ambito del Sesto programma quadro (6° Pq). I progetti hanno analizzato i processi che scatenano le disparità, la povertà e l´esclusione e hanno valutato al contempo l´efficacia delle strategie implementate per promuovere la coesione sociale negli Stati membri, senza trascurare inoltre i meccanismi davvero necessari per compensare le disparità. "Il futuro è costituito da un nuovo modello socio-ecologico, che parte dai valori democratici propri dell´Unione europea come ad esempio l´equità, e che sia pertanto in grado di tradursi in un progresso effettivo. Questo modello potrebbe consentire di ridurre le ineguaglianze il prima possibile", si afferma nella premessa della relazione della Commissione. Progredire e ridurre le ineguaglianze richiederà anche di comprendere l´impatto delle politiche sociali ed economiche sulle diverse dimensioni dell´ineguaglianza. Queste dimensioni sono interconnesse e comprendono fonti di guadagno, reddito, istruzione e benessere. Nella definizione degli autori l´ineguaglianza socio-economica corrisponde alle disparità, delle risorse sia economiche che sociali, associate alla classe sociale. Fanno parte di queste risorse anche le variabili, sopra menzionate, rappresentate dal reddito, l´istruzione, la salute e il benessere. In realtà un nuovo modello è già pronto: si tratta della strategia Europa 2020 della Commissione per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Con crescita intelligente si intende lo sviluppo di una´economia basata sulla conoscenza e sull´innovazione. La crescita sostenibile ha come obiettivo la promozione di un´economia più efficiente, anche dal punto di vista delle risorse, e attenta all´ambiente. Infine, con crescita inclusiva si fa riferimento a una crescita che promuove un´economia caratterizzata da un tasso di occupazione elevato in grado di assicurare la coesione sociale e territoriale. La relazione sottolinea inoltre che a prescindere dalla crescita economica, si registra un continuo aumento delle ineguaglianze anche nei paesi più ricchi. È un dato di fatto che la maggior parte degli Stati membri hanno conosciuto un incremento delle ineguaglianze rispetto al 1980. Il tipo di crescita a cui abbiamo assistito negli scorsi decenni non ha portato ai risultati sperati, ovvero l´eliminazione delle ineguaglianze in Europa. Il mancato raggiungimento di questo obiettivo è ascrivibile alla modernizzazione economica e alla regolamentazione del mercato del lavoro che hanno contribuito ad accrescere il divario di reddito e la polarizzazione dell´occupazione. Nella relazione della Commissione europea si afferma che è possibile prevenire l´ineguaglianza attuando un modello previdenziale corporativistico analogo a quello dei paesi nordici. Perché abbia successo è però necessario un approccio politico di natura olistica ed esaustiva. Gli autori dello studio enfatizzano il fatto che le ineguaglianze di reddito, per esempio, hanno subito un picco nei paesi nordici, mentre la crescita delle stesse nell´Europa continentale è stata modesta o è addirittura diminuita. In alcuni casi, queste differenze hanno dimensioni tali da intrappolare i lavoratori a basso reddito nella povertà o da esporli costantemente al rischio di caderci. L´occupazione, dunque, non costituisce automaticamente un riparo dalla povertà. Le donne e le madri single, in particolare, sono spesso protagoniste di un ciclo di povertà intergenerazionale. Per interrompere questo ciclo, si dice nella relazione, è necessario che i politici includano tra gli indicatori economici, come ad esempio l´onnipresente Pil, anche gli obiettivi sociali. Gli esperti si esprimono inoltre a favore degli organismi del mercato del lavoro e di un più forte impegno politico per ridurre l´ineguaglianza sociale ed economica, in modo particolare per ridurre i lavori sottopagati. La relazione conclude dicendo che "La ricerca del programma quadro nel campo delle scienze sociali ed umane dimostra in modo convincente che le società caratterizzate da un livello più contenuto di ineguaglianze offrono più vantaggi economici e sociali. Tra le azioni dell´Unione europea dovranno pertanto esserci politiche in grado di contrastare le ineguaglianze socio-economiche, a vantaggio di tutti i cittadini". Per ulteriori informazioni, visitare: Ricerca nelle scienze socio-economiche e umanistiche: http://ec.Europa.eu/research/social-sciences/policy-review_en.html    
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: UN REDDITO MINIMO COMUNITARIO PER COMBATTERE LA POVERTÀ  
 
Strasburgo, 21 ottobre 2010 - L´introduzione di sistemi di reddito minimo in tutti gli Stati membri dell´Unione per combattere la povertà è stata proposta dal Parlamento europeo in una risoluzione non legislativa adottata mercoledì. Il 2010 è l´anno europeo contro la povertà. Il 17% della popolazione dell´Ue (vale a dire circa 85 milioni di persone) nel 2008 viveva al di sotto della soglia di povertà. Il tasso di rischio di povertà era più elevato per i bambini e i giovani fino ai 17 anni rispetto alla popolazione totale, mentre quello degli anziani ultra 65enni era del 19%, come spiega la risoluzione preparata da Ilda Figueiredo (Gue/ngl, Pt). Reddito minimo pari al 60% di quello medio - L´introduzione di sistemi di reddito minimo in tutti gli Stati membri dell´Unione europea sarebbe il modo più efficace per combattere la povertà, per garantire un adeguato standard di vita e per favorire l´integrazione sociale, afferma la risoluzione. Il reddito minimo dovrebbe essere fissato al 60% del reddito medio del Paese cui si ferisce, precisa il testo, che invita la Commissione a presentare "un´iniziativa" che porti alla preparazione di un piano d´azione in questo campo. Risoluzioni alternative presentate dai gruppi politici S&d, Verdi/ale e Gue/ngl, che chiedevano una legge quadro europea sul reddito minimo non sono state sostenute dalla maggioranza dei deputati. I lavoratori poveri - I deputati vogliono anche attirare l´attenzione sul numero crescente di lavoratori poveri e affermano che per affrontare tale questione il salario di sussistenza deve sempre essere superiore alla soglia di povertà e che i lavoratori che, per varie ragioni, restano al di sotto della soglia di povertà dovrebbero ricevere integrazioni non soggette a condizioni. Infine, sono necessarie risposte politiche adeguate affinché la retribuzione in generale e i salari minimi possano garantire un livello di vita dignitoso, aggiunge il testo approvato.  
   
   
USCIRE DALLA CRISI: VERSO UNA GOVERNANCE ECONOMICA EUROPEA  
 
Strasburgo, 21 ottorebre 2010 - La crisi finanziaria ha evidenziato i limiti dell´autoregolamentazione, dimostrando la necessità di una forte governance economica dell´Unione europea, di sorveglianza e di coordinamento delle politiche. Questi i punti principali di due risoluzioni non legislative del Parlamento europeo ha adottato mercoledì. Mentre la task force sulla governance economica di Herman Van Rompuy sta rivelando le sue proposte, i deputati hanno fornito il loro contributo al dibattito sulla governance economica dell´Unione, uno dei punti forti all´ordine del giorno del Consiglio europeo di ottobre. In un dibattito antecedente alla votazione, la relatrice francese per la risoluzione sulla crisi finanziaria Pervenche Berès (S&d) ha esortato il Consiglio e la Commissione a "unire le forze con il Parlamento europeo, perché essi hanno una responsabilità collettiva" per trovare la via d´uscita dalla crisi. "Dobbiamo contare sulle nostre risorse", sia in materia di energia o di risorse finanziarie, ha aggiunto, difendendo l´idea di introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie. "Nessuna riforma può essere applicata contro la volontà degli Stati Membri", ha ammesso e ha chiesto "una seria mobilitazione europea in modo che le persone possano ancora una volta avere la fiducia nel progetto europeo". Diogo Feio (Ppe, Pt), relatore della risoluzione sulla governance economica, ha criticato gli Stati membri per aver dato attenzione insufficiente alla presa di posizione del Parlamento europeo sulla governance economica. "Siate certi che il Parlamento sarà attenersi ai suoi principali obiettivi nel corso dei negoziati sulle sei proposte legislative della Commissione per la riforma della governance economica", ha avvertito. Questa posizione è stata sostenuta da molti dei capigruppo politici del Parlamento europeo nel corso del dibattito. In una risoluzione sulle iniziative da intraprendere per combattere la crisi finanziaria, i deputati hanno chiesto un forte sistema pan-europeo e mondiale di regolamentazione e un sistema di vigilanza che non consenta di omettere dai libri contabili alcuna transazione finanziaria e alcuno strumento finanziario. La risoluzione sulla governance economica sostiene ampiamente le proposte legislative della Commissione e va oltre, proponendo, tra l´altro, un Fondo monetario europeo permanente, obbligazioni europee e la necessità di far fronte a eccedenze sia di bilancio sia di deficit. Far sì che il Patto di stabilità e crescita sia efficace - La risoluzione sulla crisi finanziaria sottolinea l´importanza di mantenere sotto controllo il deficit nazionale, deplora la scarsa applicazione delle norme del Patto di stabilità e chiede maggiori incentivi e sanzioni efficaci per garantirne il rispetto. Per migliorare la ripresa, l´Ue dovrebbe inoltre attuare compiutamente la strategia Ue 2020 e completare il mercato interno. Nei prossimi anni, infine, dovrà essere rivolta un´attenzione speciale ai progetti in settori quali l´energia, la ricerca e l´innovazione o la sanità e l´istruzione. "Mr/ms Euro" a presiedere il Consiglio Ecofin e l´Eurogruppo - Per garantire che la politica economica dell´Ue sia coerente, i deputati propongono di conferire la responsabilità per gli affari economici e monetari a un Vicepresidente della Commissione. Questo "Mr/ms euro" dovrebbe presiedere il Consiglio Ecofin e l´Eurogruppo e rappresentare l´Ue presso gli organismi internazionali competenti. Per i deputati, infatti, ciò consentirebbe all´Unione europea di parlare con una voce più forte e più coerente a livello internazionale. Tassa sulle transazioni finanziarie per limitare la speculazione - Nella risoluzione si rileva come l´attuazione di una forte strategia di uscita, richiederà risorse finanziarie adeguate a livello Ue. I deputati sollecitano quindi l´introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie per ridurre la speculazione, migliorando così il funzionamento del mercato, mentre il gettito di tale imposta potrebbe contribuire a finanziare i beni pubblici mondiali e ridurre i deficit pubblici. La competitività al centro della governance economica - La risoluzione sulla governance economica suggerisce che anche i paesi con disavanzi elevati e non solo quelli con alti deficit, dovrebbero essere tenuti a effettuare adeguamenti secondo modalità da stabilire paese per paese. Inoltre, il sistema di sanzioni relative al debito eccessivo dovrebbero tener conto di ogni circostanza specifica di ciascun paese e consentire differenti scadenzari per il recupero dei crediti. Fondo monetario europeo permanente e Eurobond - La risoluzione chiede inoltre un Fondo monetario europeo permanente da istituire in base a un´analisi della Commissione, al fine di rendere permanente l´attuale Strumento europeo per la stabilità finanziaria. La Commissione è inoltre invitata a effettuare una valutazione di fattibilità di un sistema che consentirebbe l´emissione di obbligazioni europee. Il ruolo del Pe nel legittimare la coordinazione economica europea - Infine, è previsto un ruolo maggiore del Parlamento europeo nella procedura di controllo dei bilanci nazionali, al fine di aumentare la consapevolezza, la visibilità e la responsabilità delle misure adottate in seno alle istituzioni dell´Ue per un maggior coordinamento delle politiche economiche e di bilancio.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: CONGEDO DI MATERNITÀ ESTESO A 20 SETTIMANE REMUNERATE  
 
Strasburgo, 21 ottobre 2010 - Il Parlamento europeo ha approvato mercoledì modifiche alla legislazione europea in materia di congedo di maternità minimo, portandolo da 14 a 20 settimane, tutte remunerate al 100% dello stipendio, con una certa flessibilità per i paesi che hanno regimi di congedo parentale. Inoltre, i deputati hanno anche approvato l´introduzione del congedo di paternità, di almeno due settimane. Con 390 voti a favore, 192 contrari e 59 astensioni, il Parlamento europeo ha votato in favore della relazione di Edite Estrela (S&d, Pt) che estende il congedo di maternità minimo da 14 a 20 settimane, andando cosi oltre la proposta della Commissione di 18 settimane. Tuttavia, i deputati hanno approvato una serie di emendamenti per assicurare che per i paesi con regimi di congedo parentale, le ultime 4 settimane dovrebbero essere considerate come congedo di maternità, remunerato almeno al 75%. Le lavoratrici in congedo di maternità devono essere remunerate con la retribuzione al 100% dell´ultima retribuzione mensile o della retribuzione mensile media, secondo il testo approvato. La proposta della Commissione invece prevedeva il pagamento al 100% delle prime 6 settimane di congedo. Il progetto di legislazione vuole stabilire le regole minime a livello europeo, mentre gli Stati membri resterebbero liberi di introdurre o mantenere i regimi di congedo piu favorevoli alle lavoratrici di quelli previsti dalla direttiva. "La maternità non puo essere vista come un fardello sui sistemi nazionali di sicurezza sociale, ma rappresenta un investimento per il futuro", ha affermato la relatrice durante il dibattito lunedì. Congedo di paternità - Gli Stati membri devono garantire ai padri il diritto a un congedo di paternità remunerato di almeno due settimane, durante il periodo di congedo di maternità, afferma il testo approvato. I deputati che si sono opposti a questa regola sostengono che il congedo di paternità non rientra nell´ambito della legislazione in discussione, che riguarda "la salute e sicurezza delle donne in gravidanza". Diritto al lavoro - La commissione per i diritti della donna ha anche adottato emendamenti volti a proibire il licenziamento delle donne dall´inizio della gravidanza fino a almeno il sesto mese dopo la fine del congedo di maternità. Il testo adottato afferma anche che le donne devono poter tornare al loro impiego precedente o a un posto equivalente, con la stessa retribuzione, categoria professionale e responsabilità di prima del congedo.  
   
   
UE-TASSE, BORGHEZIO: CONTRO LE TASSE UE, TEA PARTY ANCHE IN EUROPA! NON SI DEVE CONTINUARE A FINANZIARE LE BANCHE CHE CONTINUANO A COMPRARE SOLO TITOLI -ANCHE TOSSICI-  
 
Bruxelles, 21 ottobre 2010 - Intervenendo nell´aula di Strasburgo sulla relazione sulla crisi finanziaria, l´on.Borghezio ha dichiarato " No tax in Europe", se l´Ue insisterà nel tassare i contribuenti europei, nasceranno in tutta Europa, come già negli Stati Uniti i Tea Party. Borghezio ha motivato questo "no" alla tassazione europea affermando che "noi contribuenti europei non siamo disposti a pagare per un servizio che non ci viene reso!" Il parlamentare della Lega ha inoltre affermato "che non si deve continuare a finanziare le banche che continuano a comprare solo titoli -anche tossici- senza che la Bce intervenga, anziché dare soldi alle Pmi, realizzando guadagni a livelli record e continuando ad alimentare un mercato finanziario ad alto rischio". Richiamando l´insegnamento del premio Nobel francese Maurice Allais, Borghezio ha ricordato il merito di aver previsto la crisi finanziaria e di aver "da sempre difeso la separazione fra banche d´affari, banche di deposito e banche di credito" lamentando che la relazione del Parlamento Europeo non contenga riferimenti alla legge "Glass Steagall".  
   
   
UNGHERIA, INFLAZIONE IN AUMENTO A SETTEMBRE  
 
Budapest, 21 ottobre 2010 - In Ungheria l´inflazione del mese di settembre ha aumentato il proprio ritmo di crescita, stando ai dati forniti dall´Istituto nazionale di statistica ungherese. La variazione dei prezzi al consumo ha infatti toccato i 3,8 punti percentuali a settembre, rispetto a quanto registrato nello stesso mese dello scorso anno, e con una leggera accelerazione rispetto ai 3,7 punti percentuali di agosto. L´inflazione si dimostra così pressochè in linea con le attese degli analisti internazionali, che stimavano per settembre una variazione dei prezzi tra il 3,5 e il 4,2 per cento. Su base mensile, infine, i prezzi sono aumentati di 0,1 punti percentuali dopo il calo di 0,6 punti percentuali di agosto.  
   
   
REPUBBLICA CECA, NUOVE STIME SU CRESCITA ECONOMICA  
 
Praga, 21 ottobre 2010 - Secondo quanto dichiarato in una stima compiuta dall´Organizzazione Internazionale del Lavoro, l´economia della Repubblica Ceca potrebbe crescere di quasi quattro punti percentuali nel 2013. I prezzi al consumo, nel periodo considerato, dovrebbero conseguire una crescita di quasi 2 punti percentuali, mentre la disoccupazione si arresterà al 6,3 per cento. Nello scorso anno, invece, l´economia è franata di 4,1 punti percentuali, mentre l´inflazione si è fermata all´1 per cento. La disoccupazione calcolata secondo i metodi dell´Oil è infine stata pari al 6,7 per cento.  
   
   
FORMIGONI:PORTE APERTE A LONDRA IN FORUM REGIONI RICEVUTO DAL PRESIDENTE L´AMBASCIATORE BRITTANICO CHAPLIN  
 
Milano, 21 ottobre 2010 - "Vogliamo rafforzare il legame tra Londra e Milano: il rapporto è buono e desideriamo incoraggiarlo ulteriormente. La Lombardia è il motore dell´economia in Italia: Londra è molto interessata alle grandi economie". Con queste parole l´ambasciatore britannico a Roma, Edward Chaplin, ha salutato ieri il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, durante la visita ufficiale a Palazzo Pirelli: presenti all´incontro, assieme a Chaplin, il consigliere per gli affari economici dell´Ambasciata britannica, Joe Beeley e il direttore per il commercio del Consolato britannico a Milano, Laurence Bristow-smith. Ripresa economica, federalismo, Expo e internazionalizzazione i temi al centro dell´incontro di oggi. "Siamo interessati all´Expo 2015 - ha detto l´ambasciatore a Formigoni -. Non vogliamo essere solo presenti ma aiutare questo evento". "L´esperienza maturata nell´organizzazione delle Olimpiadi del 2012 - ha osservato Formigoni - potrà essere preziosa anche per l´Expo 2015". Scambi di vedute dunque ma anche collaborazione fattiva tra Regno Unito e Regione Lombardia: questo il contenuto del meeting di lavoro. "Lo scorso novembre - ha spiegato Formigoni a Chaplin, ambasciatore in Italia dal 2006 - abbiamo dato vita al Forum delle Regioni del mondo (Wrf) per condividere la riflessione sul ruolo che i Governi subnazionali intendono avere all´interno della governance globale. Alla luce dell´esito positivo del lavoro svolto abbiamo deciso di strutturare il rapporto tra le Regioni, creando una rete permanente di relazioni e di collaborazione tra le aree più dinamiche dei cinque continenti". Porte aperte del Wrf dunque anche all´area metropolitana della capitale del Regno Unito. "Ci lavoreremo" ha risposto favorevolmente Chaplin, sottolineando come l´attuale sindaco di Londra, Boris Johnson, sia un profondo conoscitore della storia e della cultura del nostro Paese. Rapporti stretti anche nell´immediato futuro. "Il prossimo 4 novembre - ha annunciato Formigoni - sarà inaugurata a Londra l´esposizione del San Benedetto di Antonello Da Messina presso l´Istituto Italiano di Cultura, opera di proprietà di Regione Lombardia". L´opera resterà esposta al pubblico fino al 31 gennaio 2011. In concomitanza con l´evento sarà organizzato a Londra un concerto con alcuni elementi dell´Accademia della Scala. In rappresentanza della Giunta regionale sarà presente alla giornata inaugurale l´assessore alla Cultura, Massimo Buscemi.  
   
   
FORMIGONI: INNOVAZIONE RICETTA ANTICRISI  
 
Milano, 21 ottobre 2010 - Non è la prima volta che il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, inaugura lo Smau, l´esposizione internazionale dedicata all´information & communications technology. Non è la prima volta che Regione Lombardia è presente allo Smau. Quest´anno però essere presenti allo Smau è ancora più importante: "Conosciamo tutti la crisi - ha detto Formigoni all´inaugurazione della 47esima edizione, aperta fino al 22 ottobre - non ne siamo ancora usciti e il nostro sistema economico ha subito una battuta d´arresto profonda. La crisi, tuttavia, ha segnato il trionfo, dal punto di vista concettuale, dell´innovazione. La ripresa è legata allo sviluppo dell´innovazione. Ciò a cui siamo di fronte è un aut aut: o si innova o si arretra". Per questo, dal palco dello Smau, Formigoni ha ringraziato gli innovatori e rivolgendosi alle aziende che hanno vinto il premio innovazione Ict, poco prima di premiarle, ha affermato ieri che "Regione Lombardia è impegnata al vostro fianco perché il nostro presente prema sull´acceleratore del futuro". Gli Interventi Della Regione - È un lungo e dettagliato programma d´interventi regionali quelli che Formigoni ha illustrato allo Smau. Cinque i capisaldi: l´eccellenza, la formazione, l´internazionalizzazione, il sostegno alle università e la battaglia per il credito alle Pmi. L´eccellenza significa promuovere la conoscenza e l´innovazione: Regione Lombardia - ha ricordato il presidente - lo fa nella sanità con progetti come il campus universitario del San Matteo di Pavia e la costruzione della Città della Salute a Milano. Sulla formazione e la valorizzazione del capitale umano Regione Lombardia ha lanciato lo scorso luglio il secondo bando per selezionare giovani ricercatori altamente qualificati, in accordo con il National Institute of Health (risultato già ottenuto il rientro in Italia di Francesco Stellacci, docente all´Mit di Boston e a Losanna, per lavorare al campus Ifom-ieo), ha attivato un numero crescente di dottorati di ricerca e ha dato vita alla dote ricercatori per giovani di età inferiore ai 30 anni. Il Sostegno Alla Ricerca - Formigoni si e soffermato anche sulle sinergie internazionali e sul sostegno alla ricerca: "Con i rettori delle 13 università lombarde abbiamo siglato importanti accordi. Essi prevedono l´assunzione di impegni forti, a partire da una significativo stanziamento di risorse, pari a un totale di 80 milioni di euro per favorire un ulteriore innalzamento della quantità e della qualità del capitale umano all´interno del mondo universitario". Il Sostegno Al Credito - Capitolo prioritario quello relativo al credito: "Sviluppare l´innovazione significa poter disporre di capitali ingenti: vale in particolare oggi in cui la ricerca applicata è diventata molto onerosa". Regione Lombardia è vicina alle Pmi e sta mobilitando oltre 600 milioni: lo sta facendo attraverso gli interventi di ingegneria finanziaria come il Made in Lombardy da 500 milioni di euro, il fondo di rotazione per l´imprenditorialità Frim e il fondo Seed per il sostegno alle start up. "Il tavolo banche - ha assicurato Formigoni - mi vede impegnato almeno ogni bimestre perché gli istituti di credito siano vicini alle imprese".  
   
   
GIBELLI:INCONTRO CON ROMANI AL PIU´ PRESTO  
 
Milano, 21 ottobre 2010 - "Ho chiesto al più presto un incontro con il ministro Paolo Romani per aprire un tavolo di confronto con Regione Lombardia, perché se non si tutela il sistema produttivo lombardo, non c´è il Paese. Vanno individuate misure che consentano al nostro sistema imprenditoriale di avere quegli strumenti che gli permettano di continuare a essere la locomotiva lombarda". Lo ha detto ieri Andrea Gibelli, vicepresidente della Regione Lombardia, all´apertura della fiera Smau, in riferimento al suo prossimo incontro con il ministro delle Attività produttive.  
   
   
IN PIEMONTE NASCE IL TUTOR PER IL MICROCREDITO A FAVORE DEI SOGGETTI NON BANCABILI  
 
Torino, 21 ottobre 2010 - Ci sarà un tutor ad accogliere, accompagnare e monitorare nelle fasi di istruttoria, avvio e consolidamento del progetto imprenditoriale, i soggetti destinatari del Fondo regionale di garanzia per il microcredito. L’attività di accompagnamento al microcredito a favore dei “soggetti non bancabili” sarà messa a disposizione da una rete di istituzioni no profit, coordinate e rappresentate dalla Fondazione don Mario Operti e da un’associazione temporanea di scopo che coinvolge otto associazioni datoriali, coordinata e rappresentata dalla Confcommercio Piemonte. La collaborazione tra gli enti che si impegnano nella gestione del fondo e nelle attività di accompagnamento è stata formalizzata questa mattina attraverso la sottoscrizione di un protocollo d’intesa. Il protocollo è stato presentato e sottoscritto dall’assessore allo Sviluppo Economico e Attività Produttive, Massimo Giordano, dall’assessore al Lavoro, Claudia Porchietto, dal presidente della Compagnia di San Paolo, Angelo Benessia, dal presidente di Confcommercio Piemonte, Renato Viale, dal presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Ezio Falco e dal presidente della Fondazione don Mario Operti, Daniele Ciravegna. Si occuperanno del tutoraggio delle imprese volontari di elevato livello professionale che hanno quindi esperienza pluriennale nel settore, come ex dirigenti d’azienda ed ex dirigenti di banca e i referenti di sportelli attivati sul territorio piemontese dalle associazioni datoriali. I volontari della rete effettueranno dei colloqui preliminari nel corso dei quali verranno valutate le idee imprenditoriali del soggetto e le capacità del soggetto a realizzarle. L´impresa o il titolare di partita Iva verranno assistiti dai volontari e dai referenti dell´Associazione datoriale anche nelle fasi di presentazione della domanda, di scelta della banca convenzionata, di effettuazione delle spese, di rendicontazione delle stesse e di restituzione delle rate. Tutte le attività del progetto fanno capo alla rete di istituzioni no profit e all’Ats. In particolare, i costi relativi alle istituzioni no profit saranno sostenuti per il primo anno da Compagnia di San Paolo e Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo. La Giunta regionale ha già destinato 2 milioni di euro al finanziamento del Fondo di garanzia per il microcredito. Alle risorse regionali si aggiungono quindi un contributo di un milione di euro, deliberato dalla Compagnia di San Paolo e un contributo di 300 mila euro, deliberato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo. Un ulteriore contributo di 630 mila euro è stato deliberato anche da Unioncamere Piemonte. Le domande delle imprese e dei titolari di partita Iva, che intendono usufruire del Fondo di garanzia per il microcredito, dovranno essere presentate a Finpiemonte (tutti i giorni) e saranno esaminate da un Comitato Tecnico di valutazione composto da rappresentanti della Regione Piemonte, di Finpiemonte S.p.a, di Unioncamere Piemonte e degli altri soggetti che hanno firmato il Protocollo d’intesa.  
   
   
SICILIA: LE FAMIGLIE POTRANNO ACCEDERE AL MICROCREDITO  
 
Palermo, 21 ottobre 2010 - Parte il microcredito per le famiglie. Gia´ dai primi mesi del prossimo anno potrebbe diventare operativo, cioe´ dal momento in cui la Regione, dopo l´avviso pubblico, indichera´ quale banca gestira´ questo Fondo etico che per il momento ammonta a 12 milioni di euro, ma che potra´ essere incrementato da contributi volontari degli aderenti o di terzi e da donazioni, lasciti ed erogazioni conseguenti a stanziamenti, deliberati dallo Stato, degli enti territoriali o locali, e di altri enti pubblici e privati. Il microcredito per le famiglie e´ stato presentato stamane a palazzo d´Orleans dal presidente della Regione, Raffaele Lombardo, dall´assessore dell´Econmia, Gaetano Armao, e dal dirigente generale del Dipartimento Finanze, Salvatore Taormina. La misura, contenuta nella Finanziaria 2010, e´ rivolta alle famiglie e si propone di sostenere condizioni di particolare e temporaneo disagio concernente esigenze abitative, di tutela della salute o attinenti ai percorsi educativi e di istruzione dei componenti della famiglia stessa; di favorire la realizzazione di progetti di vita familiare volti a sviluppare e migliorare condizioni sociali, economiche e lavorative delle famiglie stesse. Con il microcredito l´amministrazione pubblica puo´ mettere in atto uno strumento che si e´ rivelato valido nel fornire sostegno alle famiglie che versano in stato di bisogno e rischiano, di conseguenza, di diventare vittime dell´usura. A beneficiare di questo intervento saranno famiglie prive della capacita´ economico-patrimoniale necessaria per ottenere il credito bancario ordinario e che, tuttavia, presentano potenzialita´ economiche future che possono giustificare l´assunzione di impegni responsabilizzanti come quello, appunto, di ricevere un microprestito. Si promuovera´ anche un´azione di diffusione del progetto, per informare adeguatamente i siciliani sulle possibilita´ che lo strumento offre per la risoluzione delle loro situazioni problematiche. Parteciperanno all´iniziativa le banche, gli intermediari finanziari, le istituzioni e organismi no profit che sottoscriveranno l´apposita convenzione con l´amministrazione regionale, secondo gli schemi-tipo che saranno pubblicati nella Gazzetta Ufficiale e nel sito istituzionale della Regione Siciliana. Le banche e gli intermediari convenzionati opereranno come soggetti finanziatori, e potranno chiedere l´ammissione alla garanzia del Fondo regionale per ogni finanziamento erogato. Sara´ costituito il Comitato regionale per il microcredito, organismo - composto da tre rappresentanti degli istituti di credito e altrettanti dal sistema della solidarieta´ civile - che sovrintendera´ l´attuazione dell´iniziativa. "Investiamo sul capitale umano e sulle famiglie - ha affermato il presidente Lombardo - per dare anche una speranza a quanti hanno grandi difficolta´ a far quadrare i conti a fine mese". "Si tratta di un provvedimento - ha detto l´assessore Armao - che potra´ ridare fiducia alle famiglie poste ai margini e che vogliono rimanere nell´alveo della legalita´, senza diventare cosi´ vittime degli usurai".  
   
   
SICILIA: LOMBARDO, "FAREMO VOLARE SPESA CON INTERVENTI DI QUALITA´"  
 
Palermo, 21 ottobre 2010 - "L´intervento di microcredito per le famiglie siciliane e´ uno dei tanti strumenti che arriveranno per fare volare la spesa pubblica con azioni di qualita´, azioni che siano in grado di coniugare trasparenza amministrativa con il sostegno all´economia e ai cittadini". Lo ha detto, a margine della conferenza stampa sul microcredito che si e´ tenuta ieri mattina a Palermo, il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo. "Vogliamo essere giudicati per quello che sapremo fare. Questo governo si vuole caratterizzare per la sua capacita´ di assumere decisioni in modo collegiale - continua il Presidente - ed e´ questa l´unica e fondamentale ragione che spiega la necessita´ di coordinare le attivita´ della Giunta". Il presidente commenta anche l´incontro di ieri sera a Villa Alliata (a Palermo): "E´ cominciata una stagione nuova, che nasce dall´entusiasmo di volere raggiungere risultati preziosi per la Sicilia. Siamo certi di raggiungere anche obiettivi importanti per la programmazione comunitaria. Per questo motivo, ogni quindici giorni, il governo incontrera´ i dirigenti generali per verificare i passi in avanti".  
   
   
FINANZIARIA DA ASSESSORE VINTI (UMBRIA) “FORTE SOSTEGNO” A PROTESTA ASSESSORE REGIONALE TOSCANA CONTRO TAGLI  
 
Perugia, 21 ottobre 2010 – “Esprimo forte sostegno e piena solidarietà politica al collega toscano perché condivido le ragioni che lo hanno spinto a questa forma estrema di protesta”. È quanto dichiara l’assessore ai Lavori pubblici e alle Politiche abitative dell’Umbria, Stefano Vinti, in merito all’iniziativa dell’assessore al Welfare della Regione Toscana, Salvatore Allocca, “che è stato costretto a salire sul tetto dell’Albergo popolare a Firenze – spiega Vinti - come forma di protesta rispetto ai tagli portati alle risorse delle Regioni con la manovra finanziaria dello scorso luglio”. “Allocca – dice l’assessore umbro - è salito in cima ad un tetto perché la manovra porta tagli pesanti alla spesa pubblica colpendo settori vitali come il trasporto pubblico, il sostegno all’occupazione, il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, la scuola e la sanità. Senza una revisione del Patto di stabilità le Regioni dovranno tagliare i servizi o fare pagare maggiori spese ai cittadini”. In Umbria “la situazione è analoga – sottolinea - e per quanto riguarda un settore importante del welfare come l’edilizia residenziale pubblica, i tagli sono draconiani, con l’azzeramento dei trasferimenti statali previsti dal decreto legislativo 112/1998 per tutto il 2011 e il 2012, mettendo seriamente in discussione il piano di edilizia residenziale pubblica per il 2010. E tutto questo – evidenzia - a fronte di una domanda di alloggi in crescita e un disagio abitativo che si fa sempre più pressante, con aumenti degli sfratti per morosità e delle domande di sostegno per il pagamento degli affitti”. Secondo Vinti “si tratta di una situazione drammatica per la programmazione delle politiche, per la gestione amministrativa di importanti settori di servizio ai cittadini e alla persona, che rischia di mettere in discussione - conclude - anche il grande lavoro avviato per la realizzazione di una politica comune dell’Italia mediana nel campo dei trasporti, delle infrastrutture, della sanità e delle politiche sociali”.  
   
   
“AUR” PRESENTA RICERCA SU APPRENDISTATO IN UMBRIA  
 
Perugia, 21 ottobre 2010 - Tra le diverse tipologie di contratto quella di apprendistato ha un basso tasso di “appeal” e si presenta quindi come poco competitiva sul mercato del lavoro. E’ quanto emerge dal Rapporto presentato nel corso del seminario promosso dall’Agenzia Umbria Ricerche (Aun), su “L’apprendistato in Umbria tra vincolo della formazione e beneficio contributivo”, che si è tenuto ieri a Perugia. Il calo di interesse per questo tipo di contratto – è stato detto durante il seminario - dipende dalla presenza di nuove forme contrattuali, dalla modifica di regole sulla contribuzione specifica e dal diverso ruolo assunto dalla formazione. Se nel 2000 l’apprendistato rappresentava in Umbria oltre il 10 per cento del totale delle assunzioni, a distanza di nove anni il dato scende a poco più del 5 per cento. Il Rapporto ha cercato di fornire elementi di riflessione ed indicazioni per costruire un sistema efficace rispetto all’obbligo di formazione professionale in apprendistato. E, sul fronte dell’offerta, lo studio ha analizzato possibili alternative e vantaggi derivanti al datore di lavoro dall’applicazione delle nuove tipologie di contratto successive al Dlsg. 276/2003. La Ricerca – è stato sottolineato - corrisponde al compito di Aur di supportare il sistema regionale nell’attuazione della Disciplina dell’apprendistato, attraverso l’analisi del percorso intrapreso e le sollecitazioni degli attori coinvolti per definire eventuali misure di miglioramento. Nel ricostruire l’evoluzione e la gestione del contratto di apprendistato, lo studio ha preso in considerazione tre variabili, legate alla dinamica del contratto di apprendistato e degli altri contratti concorrenti (coordinato e continuativo, a termine, ecc.), all’obbligazione della formazione e alla contribuzione. In particolare sulla formazione sono emerse problematiche ricorrenti relative all’efficacia, flessibilità, difficoltà organizzativa, gestione amministrativa ed erogazione dei finanziamenti, sebbene la rilevanza delle criticità sia diversa in relazione alla dimensione d’impresa. Per quanto riguarda la normativa in vigore, la Regione Umbria nel corso del 2009, ha compiuto la scelte strategica di unificare la struttura dei bandi provinciali che fino a quel momento avevano operato in modo differente. I bandi sono stati pubblicati nel 2010. Ora si attende la costituzione di un Catalogo regionale che raccolga tutti i progetti ammessi a finanziamento. Prossimo traguardo, da qui al 2011, sarà il monitoraggio sulla qualità e sugli esiti dell’attività formativa con l’obiettivo di far crescere il contratto di apprendistato, per farlo tornare ad essere, come in passato, un vero e proprio investimento sul lungo periodo. Il volume contiene anche il contributo di Isfol (Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori) sull’evoluzione del contratto di apprendistato e un’analisi del sistema di regole adottato in Emilia Romagna e nella Provincia di Pesaro e Urbino. La ricerca riporta le voci degli attori principali coinvolti nella gestione del sistema: le associazioni datoriali, le imprese, i consulenti del lavoro e i funzionari della Regione e delle Province di Perugia e Terni.  
   
   
ABRUZZO: UN ENTE PUBBLICO ECONOMICO SOSTITUIRA´ I CONSORZI  
 
Pescara, 21 ottobre 2010 - L´ipotesi è "un ente unico pubblico economico che accorpi i sette consorzi industriali". All´ente pubblico economico sarebbero lasciate specifiche competenze nel campo dei servizi alle imprese. L´articolato della bozza di riforma dei consorzi industriali è stato illustrato ieri mattina alle parti sociali dall´assessore allo Sviluppo economico, Alfredo Castiglione. "Tutti hanno capito che su questo argomento bisogna cambiare marcia - ha dichiarato l´Assessore - e noi vogliamo dare a questa aspirazione per l´Abruzzo, dopo vent´anni di dibattiti e discussioni, una sostanza approvando, speriamo entro novembre, un disegno di legge da portare all´esame del Consiglio regionale". Secondo l´assessore Castiglione, l´idea di riforma dei consorzi industriali "che deve comunque tener conto di enormi cavilli tecnico-giuridici, per i quali, per esempio, non si potrà procedere ad una liquidazione ma solo ad un accorpamento, è tutta rivolta a offrire servizi alle imprese e ad interfacciarsi con altre realtà associative come i nascenti poli di impresa e i cluster. Va da sé che l´organico attuale dei consorzi sarà garantito". L´ente pubblico economico, ha spiegato Castiglione, "rimarrà saldamente nelle mani della Regione e si servirà di sedi territoriali periferiche con le quali definire standard e modalità di erogazione dei servizi a livello locale". Gli obiettivi generali della riforma coniugano la salvaguardia ambientale con la pianificazione territoriali e la competitività delle imprese. "Certo - ha evidenziato l´Assessore - i profondi cambiamenti strutturali dei mercati hanno chiuso l´epoca dei grandi impulsi finanziari di matrice statale e pubblica ma, proprio per questo, dobbiamo energicamente puntare sulla certezza dei tempi di localizzazione ed autorizzazione così come sulla garanzia della fornitura dei servizi essenziali in tutte le aree produttive, sull´incremento delle capacitò competitive dei territori e delle aree produttive". In relazione ai tempi della nuova legge di riforma, Castiglione ha auspicato una "ragionevole tempestività nell´iter: l´obiettivo è che si possa arrivare a primavera con il testo definitivo approvato in Consiglio regionale e proseguire nei restanti tre anni del nostro mandato a chiudere il quadro normativo regionale in materia di politiche industriali, del quale non sono secondari l´attivazione dei poli d´impresa e dei cluster, anche per intercettare i fondi comunitari". Nel corso dell´incontro con le parti sociali sono state fornite cifre sia sull´attuale situazione economica dei consorzi, con perdite totali annue di circa 3-4 milioni di euro, salvo i due consorzi nella provincia di Chieti, e sia sul piano dell´assegnazione delle aree industriali. Su quest´ultimo aspetto si è appreso che le assegnazioni fatte sono in ragione di undici nel Vastese, di sette nel Sangro, di cinque a Teramo, di uno ad Avezzano. Nessuna assegnazione è stata fatta a Sulmona e Pescara. I consorzi industriali sono attualmente sette, tre in provincia dell´Aquila, due in provincia di Chieti, uno a Teramo e uno a Pescara.  
   
   
FORMAZIONE PROFESSIONALE, 150 LAVORATORI IN CASSA INTEGRAZIONE SARANNO UTILIZZATI NEGLI ENTI PUBBLICI DELLA SARDEGNA  
 
 Cagliari, 21 Ottobre 2010 - La vertenza della formazione professionale è tornata al centro delle discussioni al tavolo tra la Regione e le organizzazioni sindacali. L’assessore del Lavoro, Franco Manca, ha consegnato ai rappresentanti delle segreterie confederali regionali e di categoria di Cgil, Cisl e Uil una bozza di accordo sul personale che fa capo alla legge 47/1979. Si tratta di circa 150 lavoratori collocati in cassa integrazione straordinaria, per i quali si ipotizza da un lato un percorso di riqualificazione e, dall´altro, l´utilizzo negli enti pubblici (Province, Comuni e Tribunali su tutti) che ne faranno richiesta, per far fronte alla carenza di personale nei rispettivi uffici. L’intento è quello di ripercorrere il virtuoso cammino che ha dato ristoro ai lavoratori sardi in mobilità: la Regione, infatti, si impegnerebbe a integrare il trattamento della Cigs sino a mille euro lordi per ciascun lavoratore in cassa integrazione dalla terza proroga in poi, per i quali è necessaria la disponibilità dell’agenzia formativa che ha in carico il lavoratore. Per coloro che sono alla prima o seconda proroga (cioè quanti percepiscono un’indennità di disoccupazione maggiore), l’integrazione salariale sarà in capo all’ente utilizzatore. In attesa di prendere completa visione della bozza di accordo, le organizzazioni sindacali hanno espresso un gradimento di massima e presentato alcuni suggerimenti che l’assessore Manca ha giudicato condivisibili, quali ad esempio la creazione di un “bacino” di questi lavoratori: da esso le agenzie formative dovrebbero attingere in caso di nuove assunzioni. Infine, l’Assessorato del Lavoro sta predisponendo il monitoraggio dei risultati conseguiti dai provvedimenti adottati dalla Giunta Cappellacci nel 2010 a favore dei lavoratori in mobilità.  
   
   
ROMA CAPITALE E BANCA IMPRESA LAZIO, OPERATIVO IL PROGRAMMA DI GARANZIA PER LE IMPRESE  
 
Roma, 21 ottobre 2010 – È nella fase esecutiva il programma per l´attivazione del Fondo di Garanzia di 8 milioni di euro, stanziato da Roma Capitale per beneficiare le piccole e medie imprese. L´intervento, strutturato in convenzione con Banca Impresa Lazio che avvierà risorse per circa 130 milioni di euro nei prossimi 12 mesi, intende favorire le imprese di dimensioni limitate, che tradizionalmente sono più deboli e hanno maggiori difficoltà nell´accesso al credito. Per questo motivo l´Amministrazione capitolina presterà particolare attenzione allo sviluppo di interventi di importo ridotto (finanziamenti intorno ai 50mila euro), sfruttando procedure che consentono di emettere le garanzie necessarie al finanziamento in tempi molto ristretti (non oltre i 60 giorni). È quindi partito il programma di intervento di Roma Capitale per agevolare l´accesso al credito del mondo produttivo romano: reso operativo dopo l´approvazione della delibera del Consiglio Comunale 33 del 26 marzo 2009, il Fondo di Garanzia si avvale ora della convenzione con Banca Impresa Lazio (Bil), alla quale già hanno aderito 11 banche. Hanno risposto all´appello tutte le banche più rappresentative sul territorio, mettendo a disposizione un plafond imponente, pari ad oltre 200 milioni di euro. Di questi, come si è detto, 130 milioni possono essere attivati facendo leva sulle risorse del Fondo di Roma Capitale, che per quest´anno ha stanziato 8 milioni di euro. Proprio per dare una risposta concreta ed efficace alle esigenze più urgenti delle imprese, il Fondo prevede di concedere la garanzia su finanziamenti non solo finalizzati a nuovi investimenti, ma anche al consolidamento del debito finanziario e al finanziamento del circolante (smobilizzo fatture e finanziamento scorte). Sono inclusi nell´iniziativa sia finanziamenti a breve, ma anche con scadenze medio-lunghe (anche oltre 10 anni), nell´ottica di assicurare alle Pmi mezzi finanziari necessari per traghettarle fuori dell´attuale fase di crisi economica. Possono beneficiare dell´intervento tutte le micro, piccole e medie imprese con sede a Roma che presentino i requisiti di ammissibilità all´intervento del Fondo di Garanzia Nazionale ( www.Fondidigaranzia.it/  ). Per maggiori dettagli sulle imprese destinatarie e sulle operazioni ammesse all´interno del Fondo cliccare sul seguente allegato Le imprese interessate possono inoltre ricevere ogni informazione presso gli sportelli delle banche convenzionate. Sono inoltre a disposizione delle imprese: Gli Sportelli Unici per le Attività Produttive (Suap); Uffici Relazioni con il Pubblico (Urp) di Roma Capitale; Il contact center di Roma Capitale 060606; Il sito di Banca Impresa Lazio www.Bancaimpresalazio.it/  Questa iniziativa "ha il valore di sostenere le piccole e medie imprese in questa fase di crisi - ha detto il sindaco Gianni Alemanno nel corso della presentazione avvenuta nei giorni scorsi in Campidoglio - dando loro un accesso in più al credito per finanziare i loro progetti".  
   
   
ROMA: QUOZIENTE FAMILIARE, APPROVATA LA DELIBERA PROGRAMMATICA  
 
Roma, 21 ottobre 2010 – L´assemblea capitolina ha votato all´unanimità la delibera programmatica per la sperimentazione del quoziente familiare, il "Quoziente Roma". La delibera prevede che famiglie con figli di età inferiore ai 24 anni e quelle con invalidi, disabili, o anziani oltre i 65 anni a carico, paghino meno servizi e tariffe comunali come asili nido, mense, trasporti scolastici, Tari o altre che verranno individuate da un tavolo di concertazione con le associazioni familiari e le parti sociali. Il "Quoziente Roma" rispetto all´Isee (Indicatore situazione economica equivalente) terrà quindi conto non solo del reddito, ma anche di altri e più articolati fattori. Interessate al provvedimento, la cui sperimentazione inizierà nel prossimo gennaio, anche le "famiglie di fatto". L´assessore alla Scuola e alla Famiglia, Laura Marsilio, ha dichiarato: "Con l´approvazione si va a rafforzare e ad integrare il percorso già avviato con la delibera di Giunta del 17 marzo 2010, "Roma città Famiglia", che definisce le linee guida e un programma di interventi per la realizzazione di una politica a favore della famiglia. È un ulteriore passaggio che consente di sostenere concretamente le famiglie, ma soprattutto che riconosce al nucleo familiare la sua centralità nella società. Con questo percorso la città di Roma sperimenterà un suo quoziente familiare, su una o più tariffe avvalendosi di un tavolo tecnico che vedrà la collaborazione di esperti d´eccellenza, delle parti sociali e dell´associazionismo familiare". "Roma in questo modo – ha inoltre sottolineato il sindaco Gianni Alemanno - vuole realmente dare l´esempio di una vera riforma fiscale di sostegno alle famiglie".