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Notiziario Marketpress di Lunedì 22 Novembre 2010
UE: OGGI SIAMO 27. E IN FUTURO?  
 
Bruxelles, 22 novembre 2010 - Come sarà l´Europa di domani?Ad oggi ci sono 9 Stati che chiedono di entrare nell´Unione, Croazia in testa. Di questo e altro parla il rapporto annuale sull´allargamento dell´Europa che il commissario Stefan Füle ha presentato martedì 9 novembre davanti alla commissione affari esteri del Parlamento. Croazia in testa - Dopo l´ingresso di Romania e Bulgaria nel 2007, la Croazia è ben posizionata per entrare nell´Ue. Dopo la fine delle trattative - che si concluderanno probabilmente nella prima metà del prossimo anno - partirà il processo di ratifica che potrebbe durare anche due anni. Ottimismo sui tempi da parte del deputato socialdemocratico austriaco Hannes Swoboda, autore del rapporto sulla Croazia. "Le trattative saranno completate durante la prossima presidenza dell´Unione europea", afferma con sicurezza. Più scettici invece altri eurodeputati che sottolineano come l´Ue non dovrebbe menzionare nessuna data precisa. "Potrebbe essere difficile, in caso di slittamenti, recuperare la nostra credibilità". Un problema ancora da affrontare è inoltre la carenza di cooperazione del paese con il Tribunale penale dell´Aia per la ex Jugoslavia. "Ancora non abbiamo accesso a documenti importanti. La task force messa in piedi dal governo deve continuare il suo lavoro per dare i documenti richiesti dagli avvocati dell´accusa", si legge sul rapporto della Commissione. Islanda: se i confini europei si spingessero a nord... - L´islanda ha aperto le trattative per entrare nell´Ue a luglio 2010, dopo essere precipitata nel 2008 in una delle crisi più gravi mai affrontate dal paese, con il collasso delle maggiori banche nazionali. "Se l´Islanda diventasse un membro, l´Ue guadagnerebbe una delle più antiche democrazie del continente", ha commentato il relatore rumeno sull´Islanda, Cristian Dan Preda, dei popolari. L´islanda infatti, nonostante i problemi finanziari, ha altissimi standard di protezione sociale e ottimi sistemi di istruzione e ricerca che potrebbero aiutare l´Europa a raggiungere i suoi obiettivi per il 2020, aggiunge il deputato. "Inoltre sarebbe l´unico Stato europeo situato completamente sull´Artico, una zona in cui l´Unione europea vuole essere sempre più presente". L´islanda è in una posizione favorevole, del resto. È già membro dell´Area economica europea, nonostante il rapporto sottolinei come servano ancora dei progressi nel campo dell´agricoltura, dello sviluppo rurale, dell´industria ittica, della sicurezza alimentare e delle politiche di salvaguardia degli animali. Anche se, come sottolinea Preda, i tempi dell´ingresso nell´Unione europea dipendono in gran parte dagli stessi islandesi. La ex repubblica jugoslava di Macedonia e la Turchia - La ex repubblica jugoslava della Macedonia (Fyrom) è stata accettata come candidata per l´ingresso nell´Unione europea nel 2005, nonostante l´incapacità di raggiungere un accordo con la Grecia sul suo nome. Le trattative con la Turchia sono invece rallentate: difficilmente il paese diventerà uno Stato membro, almeno nei prossimi anni. “Non credo che esistano molte persone soddisfatte degli attuali ritmi dei negoziati", ha chiosato il commissario Füle. Tra gli altri Stati che aspirano a far parte dell´Unione e che sono stati accettati come candidati ci sono poi Albania, Bosnia Herzegovina, Montenegro, Serbia e Kosovo. Nonostante l´indipendenza di quest´ultimo non sia ancora stata riconosciuta da diversi Stati Ue, Spagna in primis. Come funziona l´adesione all´Ue - Per potere entrare nell´Unione europea, un paese deve mostrare di avere un’economia di mercato funzionante e di essere in grado di far fronte alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all’interno dell´Unione. Anche per questo la Ue aiuta i candidati, sostenendo riforme economiche a favore della crescita economica. Prima dell´adesione di un nuovo stato, La Commissione scrive relazioni di monitoraggio che tengono conto degli aspetti più problematici dei paesi e che costituiscono la base di eventuali misure correttive, come procedimenti di infrazione o strumenti di gestione finanziaria. Una volta conclusi i negoziati viene scritta una bozza di trattato concordata tra il Consiglio e i paesi in via di adesione che deve ricevere prima il parere della Commissione e poi l´approvazione del Parlamento. Non è ancora finita: dopo tutto questo il Trattato di adesione deve essere sottoposto agli Stati membri e a ciascuno dei paesi in via di adesione per una ratifica. Soltanto allora il Trattato entra in vigore e il candidato diventa uno Stato membro. I paesi aspiranti all´Ue: Croazia (capitale Zagabria): ha 4,44 milioni di abitanti e ha fatto domanda all´Ue nel febbraio 2003; Islanda (capitale Reykjavik): ha 320.000 abitanti e ha fatto domanda all´Ue nel settembre 2009; Fyrom (capitale Scopje): ha circa 2 milioni di abitanti e ha fatto domanda all´Ue nel marzo 2004; Turchia (capitale Ankara): ha 75,52 milioni di abitanti e ha fatto domanda all´Ue nel 1987; Albania (capitale Tirana): ha 3,15 milioni di abitanti e ha fatto domanda all´Ue nell´aprile 2009; Montenegro (capitale Podgorica): ha 620.000 abitanti e ha fatto domanda all´Ue nel dicembre 2008; Serbia (capitale Belgrado): ha 7,43 milioni di abitanti e ha fatto domanda all´Ue nel dicembre 2009; Bosnia-erzegovina (capitale Sarajevo) e Kosovo (capitale Priština): hanno rispettivamente 3,84 e 2,07 milioni di abitanti e non hanno ancora fatto domanda all´Ue.  
   
   
UE PER GARANTIRE CHE L´OLOCAUSTO NON SI RIPETA MAI PIÙ  
 
Bruxelles, 22 novembre 2010 - L´olocausto, il genocidio di circa 11 milioni di europei, tra i quali ebrei, rom e omosessuali, avvenuto durante la Seconda guerra mondiale, sarà sempre ricordato come uno degli eventi più terribili nella storia. Molti ricercatori europei sono impegnati nella raccolta delle varie informazioni frutto delle ricerche sull´Olocausto effettuate nel nostro continente e nel resto del mondo. Il progetto European Holocaust Research Infrastructure (Ehri) è stato istituito per riunire gli archivi già esistenti sull´argomento in un´unica banca dati. Un´impresa, questa, che consentirà di fare progressi dal punto di vista storiografico e favorirà la collaborazione tra i ricercatori in uno degli ambiti storici di maggior rilevanza. Il progetto Ehri è stato finanziato con 7 milioni di euro dall´Unione europea e da 20 organizzazioni partner provenienti da 11 Stati membri nonché da Israele e Norvegia, e darà vita a una banca dati destinata a ricercatori, insegnanti e studenti che vogliono capire meglio la storia dell´Europa moderna. È la prima volta che un programma quadro dell´Unione europea per la ricerca stanzia fondi per un´iniziativa di ricerca per la creazione di un´infrastruttura europea sull´argomento. Sono molti i documenti, gli oggetti, le fotografie, i filmati e le opere d´arte che saranno resi accessibili al pubblico. "Questo impegno condiviso da parte di istituti che godono di prestigio sulla scena internazionale consentirà a breve di accedere agli archivi e di collegare tra loro le varie raccolte", ha spiegato la dott.Essa Conny Kristel, direttrice di Ehri. "In questo modo, molti più ricercatori - ma anche il pubblico - potranno beneficiare di un livello di conoscenza e consapevolezza dell´Olocausto di certo maggiore e al contempo potranno contribuirvi". Uno degli obiettivi principali del progetto è promuovere e semplificare le attività di ricerca relative agli aspetti dell´Olocausto non ancora oggetto di studi approfonditi, con particolare attenzione all´est Europa. Il progetto si aggiungerà inoltre agli sforzi compiuti dalle famiglie delle vittime dell´Olocausto che cercano di reperire informazioni sui loro cari. Parlando in occasione del lancio del progetto Ehri, avvenuto a Bruxelles lo scorso 16 novembre, il commissario per la ricerca, l´innovazione e la scienza Máire Geoghegan-quinn ha detto: "È ottimo il tempismo del lancio dell´iniziativa Ehri, avvenuto proprio nel 2010, anno in cui si è celebrato il 65° anniversario della liberazione di Auschwitz, uno dei simboli più evocativi dell´Olocausto. Sono soltanto venti anni che siamo di nuovo di fronte a un´Europa unita; assistiamo dunque alla conseguente apertura di numerosi archivi nei paesi dell´Europa centrale e orientale. È fondamentale che Ehri faccia in modo che le prove tangibili dell´Olocausto rimangano impresse nella mente di tutti noi, giovani e vecchi, dentro e fuori il nostro continente. "Purtroppo - come non ha mancato di sottolineare il Commissario - ci sono ancora coloro che fingendo di promuovere la ricerca e il dibattito, mettono in dubbio la portata dell´Olocausto, se non la sua stessa esistenza". Máire Geoghegan-quinn ha poi invitato a fare in modo che il mondo non debba più assistere a simili atrocità e ha sottolineato come tale impegno debba essere alla base dell´Unione europea. La commissaria ha poi ricordato come la Commissione europea e 46 nazioni abbiano firmato nel 2009 a Praga (Repubblica ceca) la dichiarazione di Terezin sui beni delle vittime dell´Olocausto. La dichiarazione, che non ha carattere vincolante, si compone di alcuni principi guida che dovrebbero favorire la restituzione veloce e trasparente delle opere d´arte e dei beni comuni e privati sottratti con la forza durante l´Olocausto. La dichiarazione mette in evidenza, inoltre, il potenziale degli archivi sull´Olocausto per quanto concerne la promozione delle attività di ricerca e didattiche sull´Olocausto e sui crimini nazisti. Il progetto Ehri è coordinato dal Niod, l´Istituto olandese per la documentazione di guerra, con sede ad Amsterdam (Paesi Bassi). Per maggiori informazioni, visitare: Ehri: http://www.Ehri-project.eu/  Ricerca, innovazione e scienza dell´Ue http://ec.Europa.eu/commission_2010-2014/geoghegan-quinn/index_en.htm  Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue per la ricerca http://cordis.Europa.eu/fp7/people/home_it.html    
   
   
L´UFFICIO EUROPEO DI SELEZIONE DEL PERSONALE (EPSO) BANDISCE UN CONCORSO PER ASSISTENTI DI SEGRETERIA  
 
 Bruxelles, 22 novembre 2010 - L´ufficio europeo di selezione del personale ha pubblicato il 17 novembre il bando di concorso per assistenti di segreteria. Il bando si rivolge in particolare a giovani all´inizio della loro carriera professionale interessati a vivere e lavorare in ambiente internazionale. Le istituzioni europee cercano 414 assistenti di segreteria con conoscenza di una o più delle seguenti lingue: inglese, danese, tedesco, spagnolo, francese, maltese, olandese, portoghese, svedese. È inoltre richiesto un livello di istruzione post-secondaria attestato da un diploma nel settore del segretariato o un diploma di istruzione secondaria seguito da tre anni di esperienza professionale nel settore oggetto del concorso. Il candidato ideale deve avere una mentalità aperta, essere in grado di lavorare efficientemente in un contesto multiculturale, avere spiccate capacità linguistiche ed essere interessato ad una carriera che offra un lavoro stimolante e ricco di sfide e l´opportunità di progredire e acquisire continuamente nuove capacità e competenze. L´unione europea offre inoltre ai suoi funzionari e agenti prospettive di carriera, Incentivi ad acquisire nuove capacità e competenze linguistiche l´opportunità di collaborare con persone di tutti i paesi europei e condizioni economiche e previdenziali interessanti. Il concorso si svolgerà in base alla nuove procedura introdotta dal 2010 e comporterà due fasi: una prova di ammissione mediante test al computer che si svolgerà nei paesi membri una valutazione mediante prove pratiche, studiata per valutare correttamente e in modo attendibile tutte le competenze fondamentali del concorso. Questa fase comporterà una giornata o mezza giornata full immersion in una struttura a Bruxelles dove i candidati verranno esaminati nella seconda lingua (a scelta tra inglese, francese o tedesco). I candidati che avranno superato le prove di selezione saranno iscritti in un elenco di riserva da cui le istituzioni e le agenzie dell´Unione europea potranno attingere per far fronte alle proprie esigenze di personale. Per partecipare alla procedura è necessario compilare un modulo di candidatura online all´indirizzo www.Eu-careers.eu/  e trasmetterlo a Epso prima del termine per le iscrizioni. Link connessi Per maggiori informazioni: http://europa.Eu/epso/discover/selection_proced/selection/index_it.htm  http://europa.Eu/epso/apply/index_en.htm    
   
   
VENDOLA: “SCHULZ CI HA DEDICATO ATTENZIONE E ASCOLTO APPROFONDITO. IN QUESTO MODO CI SENTIAMO UN PO’ MENO SOLI”  
 
Bari, 22 novembre 2010 - Colloquio informale e scambio di doni tra il presidente della regione Puglia Nichi Vendola e il presidente del gruppo Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici al parlamento europeo Martin Schulz, “ospite di eccezione e tra i massimi protagonisti della vita politica europea”. Approfondite nel breve colloquio alcune tematiche attinenti la realtà attuale, quali le risorse aggiuntive per le regioni obiettivo convergenza (tra le quali la Puglia), il bilancio europeo e le norme del patto di stabilità . “Le risorse aggiuntive per le regioni obiettivo convergenza dovrebbero servire a finanziare programmi per colmare il gap di sviluppo. Negli ultimi due anni – ha detto il presidente Vendola – il governo centrale spende solo le risorse destinate alle regioni obiettivo convergenza. Questo è un vero e proprio esproprio che subiscono le regioni del Sud”. Altro argomento, le norme del patto di stabilità interno “che rappresentano un vero e proprio cappio al collo”. “Su un miliardo e duecento milioni di finanziamento – ha sottolineato Vendola – potremmo spendere l’anno prossimo, se non cambiano le regole, solo 200 milioni di euro, e ci potremmo trovare nelle condizioni di essere costretti a restituire all’Europa il miliardo di euro. Infatti il meccanismo del cofinanziamento ci potrebbe far saltare il patto di stabilità interno. E’ una tortura. Occorre far qualcosa”. A questo proposito la risposta di Schulz “una delle voci più autorevoli dell’Unione Europea” è stata chiara. Le risorse del patto che tornano in Europa non possono restare a Bruxelles perché il bilancio dlel’Ue non prevede restituzioni. “Le somme – ha detto Schulz – vengono restituite ai Ministeri di competenza. Questo significa che il miliardo verrà restituito per il 22% a Berlino e per il restante al Ministero dell’economia, quindi a Tremonti. Tutto ciò quindi si traduce in una perdita per le regioni e in un acquisto per il governo centrale”. Di tutto questo, parola di Schulz, si dovrà parlare in Europa. Per il presidente del gruppo socialista al Parlamento europeo insomma “l’Italia si merita un governo migliore e Vendola è tra i politici con maggiori capacità”. All’incontro hanno partecipato anche il presidente del consiglio regionale Onofrio Introna e l’assessore regionale alle politiche giovanili Nicola Fratoianni mentre il presidente Schulz è stato accompagnato da Anna Colombo, segretario generale del gruppo socialista e democratici del parlamento europeo. Infine i doni. Il presidente Vendola ha donato a Schulz la ceramica del ceramista di Grottaglie Francesco Fasano “la donna con i baffi” e il libro “Incantevole Puglia” mentre il presidente del consiglio Introna ha donato una cravatta rossa di Hermes a Schulz perché “nel 21esimo secolo i leader socialisti portano la cravatta rossa” e un fiocco rosso ad Anna Colombo “perché nell’800 gli anarchici socialisti portavano un fiocco rosso”. La visita di Schulz in Puglia prosegue nel pomeriggio in Capitanata.  
   
   
UNIONE EUROPEA: PRESIDENTE MARINI REDIGERA’ PARERE SU “FSE” DOPO 2013  
 
Perugia, 22 novembre 2010 – Sarà la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, a redigere per conto del Comitato delle Regioni d’Europa, di cui è membro, il parere relativo al futuro utilizzo del Fondo Sociale Europeo dopo il 2013. Lo ha deciso nella sua ultima riunione la Commissione sulle politiche di coesione del Comitato delle Regioni. Il parere, dopo l’approvazione da parte dell’Assemblea delle Regioni d’Europa sarà trasmesso al Parlamento e alla Commissione Europea. Le nuove linee di utilizzo del Fondo Sociale Europeo, nel contesto di forte crisi economica che interessa l’intera Europa, è un tema di grande attualità politica in quanto strumento per la promozione dell’occupazione e dell’inclusione sociale. Il Fse è altresì strettamente connesso con il nuovo quadro politico per il decennio a venire caratterizzato dalla strategia “Europe2020”. Il parere affidato alla presidente Marini dovrà esprimere il punto di vista delle Regioni d’Europa, al fine di coadiuvare la stessa Commissione Europea che nel 2011 proporrà un nuovo quadro finanziario per il periodo post 2013, che a sua volta verrà accompagnato da proposte legislative riguardanti i fondi strutturali in generale e nello specifico lo stesso Fondo Sociale.  
   
   
OGGI ASSEMBLEA PRESIDENTI ALPE ADRIA  
 
Trieste, 22 novembre 2010 - Si tiene oggi con inizio alle ore 10.30, nella sede del Mib a Palazzo Ferdinandeo, l´Assemblea plenaria dei presidenti della Comunità di lavoro Alpe Adria. All´alpe-adria partecipano oggi le Regioni italiane di Friuli Venezia Giulia, Veneto e Lombardia, i Laender austriaci di Carinzia, Stiria, Burgenland e Austria Superiore, le Contee ungheresi di Baranya e Vas, le realtà statuali di Slovenia e Croazia. E proprio alla Croazia, Renzo Tondo, presidente del Friuli Venezia Giulia e presidente della Comunità per il biennio 2009-2010, affiderà la Presidenza per i prossimi due anni. Un biennio che proprio per il partner croato rivestirà un´importanza fondamentale nel suo percorso di avvicinamento e di adesione all´Unione europea. Per la Comunità di lavoro si aprirà una fase in cui essa potrà proseguire nell´attuazione delle linee di indirizzo contenute nella "Dichiarazione di Villa Manin", approvata nel novembre dello scorso anno, mentre per il Friuli Venezia Giulia sarà cruciale l´inserimento nelle politiche europee dedicate allo scacchiere danubiano e non solo nelle attività dell´area ionico-adriatica.  
   
   
OGGI A UDINE INFODAY INTERREG ITALIA-AUSTRIA  
 
Udine, 22 novembre 2010 – Oggi nell´Auditorium della Regione (Via Sabbadini), con inizio alle ore 10.30, si svolgerà l´Infoday di presentazione del Iv Avviso per la presentazione di progetti, aperto a valere sul Programma Interreg Iv Italia-austria 2007-2013. Lo comunica l´Unità di Coordinamento Regionale (Ucr) del Friuli Venezia Giulia del Programma Interreg Iv Italia-austria facente capo alla Direzione centrale cultura, sport, relazioni internazionali e comunitarie. La mattinata sarà dedicata all´illustrazione dei contenuti del Iv Avviso da parte dell´Autorità di Gestione di Bolzano, con particolare riferimento anche alle novità introdotte rispetto ai bandi precedenti; l´Unità di Coordinamento Regionale fornirà le indicazioni per la corretta formulazione delle proposte progettuali e la Struttura Controlli di I livello Programmi Fondi Strutturali presenterà le Regole di ammissibilità delle spese. Ampio spazio sarà dedicato alle domande del pubblico. Le iscrizioni saranno accettate anche in loco sino alla capienza massima della sala. La documentazione relativa al Iv avviso per la presentazione delle proposte progettuali a valere sul Programma Operativo Interreg Iv Italia - Austria 2007-2013 è disponibile sul sito www.Interreg.net  e sulla sezione dell´Ucr Fvg:  http://www.Regione.fvg.it/rafvg/rapportieuropeinternazionali/dettaglio.Act?dir=/rafvg/cms/rafvg/at11/arg9/foglia2/      
   
   
AUSTRIA, 63% CITTADINI È CONTENTO DELLA PROPRIA VITA  
 
Vienna, 22 novembre 2010 - Secondo quanto sostiene un nuovo sondaggio compiuto in Austria e riportato dal sito internet Austria News, circa il 63 per cento della popolazione austriaca sarebbe contento della propria vita, ma solo il 25 per cento sarebbe ottimista sul proprio futuro. L´analisi evidenzia inoltre che non vi sarebbero differenze tra i sessi, eccezion fatta per i meno giovani. Tra gli over 80, infatti, ben l´83 per cento degli uomini si dichiara felice, contro un 26 per cento delle donne. Ad ogni modo, i più felici sembrano essere i giovanissimi, con il 71 per cento dei cittadini tra i 15 e i 19 anni che si dichiara tale.  
   
   
ABI: MUSSARI SU DICHIARAZIONI CAMUSSO SECONDO LE QUALI LE INFILTRAZIONI DELLE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI AL NORD SONO AVVENUTE PERCHÉ IL SISTEMA BANCARIO NON HA FATTO FRONTE ALLE NECESSITÀ DEGLI INVESTIMENTI DELLE IMPRESE.  
 
Roma, 22 novembre 2010 - ´´La stima per la persona e per il ruolo che ricopre sono fuori discussione, ma su quello che ha detto oggi Susanna Camusso non sono assolutamente d´accordo". E´ secca la replica del Presidente dell´Abi, Giuseppe Mussari, alle dichiarazioni rilasciate il 19 novembre dalla leader della Cgil, secondo la quale le infiltrazioni delle organizzazioni criminali al nord sono avvenute perché il sistema bancario non ha fatto fronte alle necessità degli investimenti delle imprese. "E´ impensabile - ha aggiunto Mussari - che in questo paese vengano sempre attribuite all´industria bancaria colpe e responsabilità attribuibili ad altri. E´ ora di farla finita, ogni qualvota che ciò avverrà replicheremo a ragionamenti astratti e infondati con la forza dei numeri". Le banche non sono solo venti amministratori delegati, o venti presidenti di cda, la banche sono oltre 300mila dipendenti che ogni giorno erogano credito secondo regole di sana e prudente gestione, regole la cui applicazione non è possibile paragonare all´uso del denaro da parte di organizzazioni mafiose. "Le piccole e medie imprese hanno potuto contenere gli effetti negativi della peggiore crisi economica del dopoguerra grazie al sostegno delle imprese bancarie: l´Avviso comune ha consentito di mantenere nelle imprese liquidità pari a 13 miliardi. Le perdite su crediti dovute alla crisi sono state pari a 22 miliardi. Questo è il prezzo che le banche pagano per la crisi! Senza che ciò sia costato un euro al contribuente italiano. E se oggi l´Italia non soffre come altri paesi europei, lo deve anche alla natura e alla solidità delle sue banche. Le imprese bancarie sono state e saranno pronte ad intervenire a fronte di emergenze territoriali, come è accaduto di recente in Veneto e sono anche pronte a gestire la delicata fase di passaggio che ci attende al termine del programma dell´Avviso comune. Vogliono essere banche per l´economia reale, sono un asset industriale fondamentale del paese, non accettano di essere bersaglio continuo di polemiche prive di fondamento e di senso logico. "Le banche italiane sono in prima fila nella lotta alla criminalità organizzata - ha concluso Mussari - e la piena applicazione della normativa sul riciclaggio, che tanti oneri impone alle banche, ne è la prova più evidente. Sono in prima fila nella lotta all´uso del contante, vero canale privilegiato per l´economia sommersa e malavitosa, come dimostrano le iniziative assunte con il Ministero della giustizia e degli interni. Le infiltrazioni mafiose, l´analisi del fenomeno, il modo con cui contrastarle sono materie di esclusiva competenza del Ministro degli interni, che a questo proposito sta ben operando, come dimostrano i recenti successi. A ciò le banche, con le loro puntuali segnalazioni, continueranno ad offrire un importante supporto".  
   
   
CONSOB: GLI AUGURI DELL’ABI A GIUSEPPE VEGAS  
 
 Roma, 22 novembre 2010 - L’associazione bancaria italiana esprime piena soddisfazione per la nomina di Giuseppe Vegas alla guida della Consob. Per il Presidente Giuseppe Mussari: “in una fase così delicata di transizione per la nostra economia, l’autorità preposta alla vigilanza del mercato trova una guida autorevole”. La nomina di Giuseppe Vegas alla presidenza della Consob consolida rapporti sempre positivi. Nell’auspicio che l’attività della commissione prosegua nella sua azione volta all´efficienza, alla trasparenza e allo sviluppo del mercato mobiliare italiano e di tutela degli investitori, il Presidente e il Direttore generale dell’Abi, Giuseppe Mussari e Giovanni Sabatini rivolgono vive congratulazioni a Giuseppe Vegas per l´importante nomina. L’abi formula i più sinceri auguri di buon lavoro al nuovo Presidente nell´affrontare un incarico così impegnativo, con la certezza che la sua competenza, esperienza e riconosciuta autorevolezza consentiranno di guidare con successo l´istituzione nello svolgimento dei suoi alti compiti istituzionali  
   
   
IL “WELFARE FUTURO PRESENTE” È GIÀ UNA REALTÀ.  
 

(Pubblicità Redazionale)

Anche quest’anno, dal 23 al 25 novembre 2010, avrà luogo a Milano la mostra/convegno “RisorseComuni” promossa dall’A.N.C.I.-Associazione Nazionale dei Comuni Italiani con il patrocinio, tra gli altri, del Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione.

 

L’evento consentirà di approfondire il grado di operatività ormai raggiunto dalle nuove soluzioni informatizzate per l’esecuzione dei servizi di welfare che la tecnologia più avanzata e gli operatori più all’avanguardia hanno saputo realizzare dematerializzando i flussi e creando virtuose sinergie a partire dai supporti informatizzati già in possesso di ogni cittadino italiano (come la Tessera Sanitaria Nazionale e le Carte Regionali dei Servizi). Tutto ciò a vantaggio dei beneficiari delle politiche di assistenza e degli stessi Enti Locali, finalmente in grado di avvalersi di soluzioni realmente in grado di coniugare efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa.

 

E’ ciò di cui diffusamente si parlerà durante il Convegno che si svolgerà il 24 novembre 2010 intitolato: “Welfare futuro presente. L’informatizzazione dei processi nei Servizi Sociali e la CRS: dematerializzazione, efficienza e controllo di gestione”.

 

La Carta Regionale dei Servizi (CRS) e la Tessera Sanitaria Nazionale saranno le protagoniste della presentazione di una serie di soluzioni applicative realizzate da ALLRight Divisione Welfare di RistoChef Spa e ormai adottate da molti Comuni che se ne avvalgono come strumento per l’attribuzione di risorse economiche ai destinatari dei piani di assistenza.  

Sostituendosi completamente al “sistema” della dazione diretta di denaro (che, per definizione, non è tracciabile quanto alla sua concreta destinazione verso le finalità che le politiche di welfare si prefiggono di conseguire), i Voucher Sociali gestiti tramite CRS o con la Tessera Sanitaria  Nazionale hanno il pregio di canalizzare la spesa pubblica realmente e solo verso i servizi e le prestazioni di natura sociale previste dai piani di intervento, dando così piena efficacia alle politiche di sostegno al reddito, alla gestione dei pagamenti dei servizi (ad esempio: gli asili nido), alle iniziative di sostegno della natalità o del diritto allo studio.

 

Il Seminario si segnala non solo per gli interventi di ALLRight Divisione Welfare di RistoChef (tramite il Direttore di Divisione Emanuele Cipriani), del partner tecnologico Progetti&Soluzioni Spa, software house specializzata nel settore dei servizi alle P.A. (interverrà il D.G. Stefano Bonasegale) e di Lombardia Informatica Spa (presente con Daniele Crespi, Responsabile Sviluppo Servizi CRS), ma soprattutto per le case-history che alcuni Comuni illustreranno citando la loro esperienza diretta per dimostrare come la soluzione CRS-Voucher® abbia rappresentato una vera svolta innovativa capace di migliorare le performance dei servizi e contemporaneamente accrescere il controllo gestionale sul capitolo di spesa stanziato per il welfare: sono casi di vera e propria eccellenza che meritano attenzione per la loro capacità di rappresentare il benchmark cui farà riferimento la Pubblica Amministrazione di domani.

 

RisorseComuni

24 novembre 2010 / h: 10.00

Milano - C.so Magenta

Palazzo Stelline - Sala Chagall

INFO: www.all-right.it/

 

RistoChef Spa – Società del Gruppo ELIOR

70.000 unità affiliate (Esercizi Pubblici e Punti di Servizio Accreditati per il Welfare).

Oltre 25.000.000 titoli emessi annualmente.

Leader italiano nel settore dei Buoni Pasto e dei Voucher Sociali Elettronici

con oltre 35.000 Smart Card emesse

e 3.700.000 transazioni elettroniche gestite annualmente.

Volume d’affari 2008-2009: 86,6 M€.

Amm.re Delegato: Dr. Giovanni Scansani

Direzione ALLRight Divisione Welfare: Dr. Emanuele Cipriani

Internet: www.all-right.it/  

Relazioni Esterne: Dr.ssa Sabrina Citterio / e-mail: mktg@buonchef.it

 
   
   
FONDI COMUNI: PRONTE LE LINEE GUIDA PER LA STANDARDIZZAZIONE OSSERVAZIONI, COMMENTI O QUESITI ALLE LINEE GUIDA POTRANNO ESSERE INVIATI AL GRUPPO DI LAVORO ENTRO IL 10 GENNAIO 2011  
 
 Milano, 22 novembre 2010 - Promuovere la standardizzazione operativa per favorire l’apertura dei modelli distributivi semplificando e riducendo i costi di creazione di nuovi rapporti commerciali tra gestori e distributori, accrescendo l’efficienza, la flessibilità e la concorrenza a beneficio degli investitori. Queste le finalità delle “Linee Guida per la standardizzazione dell’operatività dell’industria del risparmio gestito” elaborate dal Tavolo Tecnico Interassociativo per la standardizzazione dei fondi comuni, presentate a Milano lo scorso 15 novembre. Dopo dieci mesi di lavoro, si sono infatti conclusi i lavori del Tavolo Tecnico promosso da Abi, Anasf, Assogestioni, Assoreti e Assosim a seguito del mandato ricevuto da parte di Consob e Banca d´Italia sulla base di lavori scaturiti dal Rapporto sul risparmio gestito di Banca d’Italia del luglio 2008. Ai lavori del Tavolo Tecnico, che si sono svolti tra gennaio e ottobre 2010, hanno preso parte Società di Gestione del Risparmio, intermediari collocatori e banche depositarie, nonché Consob e Banca d’Italia in qualità di osservatori. Le Linee Guida propongono un modello per la standardizzazione delle relazioni e dei flussi informativi intercorrenti tra i diversi soggetti operanti dell’industria del risparmio gestito (Sgr, collocatori, banche depositarie e Soggetti Incaricati dei Pagamenti), definendo procedure e linguaggi standard per i processi di sottoscrizione e rimborso delle quote dei fondi aperti. Gli ambiti operativi analizzati sono i seguenti: il Passaporto per la Gestione Amministrativa dei fondi (Fund Processing Passport); l´Apertura dei Rapporti; gli Ordini di sottoscrizione, rimborso e switch; il processo di Trasferimento delle quote. Le Linee Guida si inseriscono all’interno del più ampio contesto europeo, dove sono attive delle iniziative analoghe che mirano al progressivo efficientamento dei processi dell’industria del risparmio gestito attraverso la standardizzazione. Le Linee Guida elaborate dal Tavolo Tecnico saranno oggetto di consultazione presso i soggetti operanti nell´industria del risparmio gestito. Tale processo di consultazione mira a rendere quanto più ampia possibile la condivisione con l´industria circa il contenuto delle Linee Guida. Osservazioni, commenti o quesiti potranno essere inviati al Tavolo Tecnico entro il 10 gennaio 2011 all´indirizzo email standard.Fondicomuni@abi.it    
   
   
ABI: NOSTRE COMMISSIONI TRASPARENTI  
 
Roma, 22 novembre 2010 - Rispetto alle critiche espresse dalla Banca d’Italia alla trasparenza e comparabilità delle commissioni sugli scoperti di conto, Abi ritiene che le commissioni di scoperto applicate dalle banche italiane siano determinate dall’esercizio della piena concorrenza tra una amplissima platea di operatori. Ciò è garanzia di condizioni competitive a vantaggio della clientela. A conferma di ciò, in riferimento ai costi delle commissioni, Abi evidenzia che la stessa Banca d’Italia aveva rilevato nel mese di febbraio 2010 come all’indomani dell’applicazione della nuova legge il mercato avesse registrato una flessione media dei prezzi del 41% per le commissioni applicate agli affidamenti e del 35% per le commissioni sugli scoperti.  
   
   
LOMBARDIA IN CAMPO CONTRO LE PERSECUZIONI AI CRISTIANI UNA SCRITTA 20 X 20 SUL PALAZZO PIRELLI E LETTERA ALL´ONU FORMIGONI: ABBATTERE MURO INDIFFERENZA, OCCORRE MOBILITAZIONE GIBELLI: SERVE RECIPROCITA´, TROPPI DIRITTI VIOLATI NEL MONDO  
 
 Milano, 22 novembre 2010 - Una scritta di 20 metri per 20 ("Salviamo la vita dei cristiani in Iraq e nel mondo") visibile dal 18 novembre per un mese sulla facciata del Palazzo Pirelli (lato piazza Duca d´Aosta) e una lettera lo stesso indirizzata al presidente dell´Assemblea e al segretario generale dell´Onu. Sono queste le due iniziative volute dalla Giunta della Regione Lombardia e presentate dal presidente Roberto Formigoni, affiancato dal vicepresidente Andrea Gibelli, per "scuotere l´indifferenza nostra e di tanti nei confronti delle persecuzioni in atto in varie parti del mondo contro i cristiani". Formigoni ha ricordato alcuni episodi di cronaca, come l´assalto alla cattedrale siro-cattolica di Baghdad con l´uccisione di 52 fedeli cristiani, ma anche la quotidiana "caccia all´uomo" nei confronti dei cristiani che vengono massacrati sulla soglia di casa o sulla via per il lavoro. Senza dimenticare le accuse di blasfemia rivolte contro Asia Bibi in Pakistan o quello che accade in Sudan o in altri Paesi. "Studi recenti dimostrano che le persecuzioni religiose sono in aumento - ha spiegato Formigoni - e il 75% di queste sono rivolte verso i cristiani. Regione Lombardia vuole reagire a questa situazione e inserirsi nel dibattito che speriamo prenda quota su questi temi, stimolando iniziative forti dal parte della comunità internazionale per abbattere il muro di indifferenza". A questo proposito Formigoni ha annunciato che firmerà oggi stesso una lettera da indirizzare al presidente dell´Assemblea e al segretario generale dell´Onu "per esprimere i sentimenti di condanna dei cittadini lombardi per quanto sta accadendo". "Vogliamo creare - ha aggiunto Formigoni - un ponte ideale tra il Palazzo Pirelli e il Palazzo di Vetro dell´Onu, dove tra pochi giorni è in programma un dibattito sulla libertà religiosa". Le iniziative lombarde hanno anche l´obiettivo di sostenere la posizione italiana in seno all´Unione Europea e in sede Onu: "l´Occidente con la sua tradizione di libertà di pensiero e credo religioso deve chiedere a questi Paesi il rispetto della Carta dei diritti fondamentali dell´uomo. E´ una battaglia di civiltà da condurre con forza". Dopo aver sottolineato la condivisione delle iniziative da parte di tutta la Giunta, il vicepresidente Gibelli ha introdotto il tema della reciprocità: "E´ una questione di particolare attualità. Ci sono Paesi in cui la libertà religiosa, diritto sancito in termini assoluti dalle Carte internazionali, non viene osservata. Molti cristiani in Africa e Medio Oriente sono costretti a emigrare perché vengono considerati cittadini di serie B. Il fatto che ci siano persone che devono abbandonare i propri Paesi per questa ragione è intollerabile". "L´iniziativa di Regione Lombardia - ha aggiunto Gibelli - affronta un tema che non può più essere rimandato. L´uomo deve essere al centro dell´interesse e non ci si può occupare solo di parametri di natura economica". La scritta "Salviamo la vita dei cristiani in Iraq e nel mondo" (bianca su fondo rosso) è realizzata con una pellicola adesiva di 400 mq (20 x 20 metri), pari a 20 volte un´affissione tradizionale (6 x 3 metri). E´ collocata tra il quattordicesimo e il nono piano del Palazzo Pirelli. Sono molti gli episodi di persecuzione contro i cristiani che avvengono nel mondo. Le cronache degli ultimi giorni raccontano che in Iraq, dopo la strage del 31 ottobre - quando un gruppo di fondamentalisti islamici ha assaltato la cattedrale siro-cattolica di Baghdad, uccidendo 52 fedeli -, il 7 novembre altri 2 fedeli sono stati uccisi a Baghdad. Louay Daniel Yacoub, 49 anni, era davanti all´ingresso del suo appartamento quando sconosciuti lo hanno freddato a colpi d´arma da fuoco. Un altro cristiano è stato ucciso lo stesso giorno, ma di lui non si conosce ancora l´identità. Sempre il 7 novembre scorso il tribunale del distretto di Nankana, in Pakistan, ha condannato a morte Asia Bibi, 45 anni, accusata di blasfemia. Ad oggi nessuna condanna per blasfemia è stata eseguita, ma si sono verificate decine di esecuzioni sommarie e linciaggi. Attivisti per i diritti umani accusano la legge pakistana contro la blasfemia di incoraggiare l´estremismo islamico, proprio in un Paese in cui l´infiltrazione talebana costituisce un´emergenza.  
   
   
FORMIGONI: COOPERAZIONE SCIENTIFICA LEVA PER LA PACE CO-FINANZIATI 650 PROGETTI DI SVILUPPO NEI 5 CONTINENTI COINVOLTI COMPLESSIVAMENTE 40 MILA VOLONTARI LOMBARDI  
 
Milano, 22 novembre 2010 - "Scienza e pace devono incontrarsi in un´endiadi virtuosa e procedere insieme in un inscindibile legame. È questa la strada intrapresa da Regione Lombardia, il cui impegno prende le mosse da questi princìpi ideali per attuarli in una concreta azione di cooperazione allo sviluppo internazionale". È questo il punto di partenza dell´intervento del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, all´apertura a Milano della seconda conferenza mondiale "Science for Peace". Il capoluogo lombardo ospita per la seconda volta il programma di lavoro steso dal comitato Science for Peace creato dalla fondazione intitolata al professor Umberto Veronesi e sostenuto da 21 premi Nobel tra cui Luc Montagner, Renato Dulbecco e il Dalai Lama. L´impegno Lombardo Per La Cooperazione - A questa platea internazionale Formigoni ha illustrato i risultati della cooperazione internazionale ad alto contenuto scientifico portata avanti da Regione Lombardia: "Nel decennio 2001-2010 - ricorda nell´aula magna dell´università Bocconi - abbiamo cofinanziato oltre 650 progetti in Africa, America Latina, Asia, Est Europa e Medio Oriente, realizzati per lo più negli ambiti socio-sanitario, dello sviluppo economico e della formazione professionale. Si tratta di progetti che indicano la forte volontà di collaborare ai processi di pace attraverso una logica di sviluppo in cui l´apporto scientifico gioca un ruolo fondamentale". I Due Fronti Dell´impegno Regionale - Sono diversi gli ambiti in cui le peculiarità tecnico-scientifiche lombarde hanno aiutato la promozione della pace. Il primo riguarda il fronte dell´emergenza umanitaria in contesti difficili, in cui Regione Lombardia ha costruito la capacità di attivare interventi di sistema che partono dalla risposta tempestiva alle necessità delle popolazioni. Formigoni cita gli interventi realizzati nella guerra in Iraq del 2003, per lo tsunami in Asia del 2004, per il conflitto israelo-libanese del 2006 e il terremoto ad Haiti dello scorso gennaio. Il secondo ambito di cooperazione allo sviluppo ad alto contenuto scientifico è quello sanitario e socio-sanitario: "L´eccellenza raggiunta dal sistema sanitario regionale - dice il presidente - è da molti anni diventata anche una delle facce più consistenti della nostra azione di cooperazione internazionale, nella consapevolezza che una tale ricchezza non può che essere condivisa e messa al servizio di chi ne ha profondamente bisogno. In questo contesto si collocano molti interventi come i gemellaggi ospedalieri tra aziende ospedaliere lombarde e strutture straniere, per migliorarne operatività e autonomia". Il Metodo Sussidiario - Ciò che contraddistingue lo sforzo della Lombardia nel settore della cooperazione internazionale è il lavoro a più mani svolto con le associazioni, le Onlus e le Ong regionali: "Se abbiamo ottenuto risultati importanti per lo sviluppo e la pace di tanti Paesi - spiega Formigoni - è stato perché, anche in quest´ambito, non abbiamo contraddetto quel fondamentale principio di sussidiarietà, sostenendo l´intervento di chi, conoscendo da vicino le realtà particolari, ne conosce a fondo il bisogno e può perciò dare la risposta più adeguata in situazioni difficili e a rischio". È proprio in virtù di questa impostazione sussidiaria che nel tempo si è mantenuto stretto il legame con gli oltre 40 mila volontari coinvolti in tanti progetti. "A Regione Lombardia - conclude Formigoni - spetta il compito di riconoscerle, valorizzarle, valutarne i risultati, oltre che indirizzarne l´azione e svolgere un ruolo di coordinamento e di regia sulla base di un grande progetto politico volto alla pace e allo sviluppo dei popoli in difficoltà". Proprio in quest´ottica è stato istituito il premio per la pace regionale che ha lo scopo di far conoscere e sostenere le persone e le realtà associative che si sono distinte nelle attività di cooperazione.  
   
   
RICEVUTO DA FORMIGONI AMBASCIATORE GERMANIA WORLD REGIONS FORUM, EXPO E FEDERALISMO TRA I TEMI DISCUSSI AL CENTRO DEL COLLOQUIO ANCHE VILLA VIGONI DI MENAGGIO (CO)  
 
 Milano, 22 novembre 2010 - I rapporti tra Lombardia e Germania, in particolare con le regioni tedesche inserite nel World Region Forum (Baden Wurttenberg e Baviera), le ripercussioni della crisi economica internazionale sulla Lombardia e i segnali di inversione di tendenza, la prospettiva dell´avvio del federalismo, Expo 2015 e la situazione di Villa Vigoni (Co), il centro italo tedesco per l´eccellenza europea. Questi i temi affrontati nell´incontro tra il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni e il nuovo ambasciatore della Repubblica Federale di Germania, Michael H. Gerdts, in visita il 18 novembre al trentesimo piano del grattacielo Pirelli. World Region Forum - "Stiamo lavorando - ha detto Formigoni - per organizzare nel 2011 il prossimo incontro del World Regions Forum che avrà all´ordine del giorno temi come la sanità, l´ambiente e gli scambi tra le università". Segnali Di Ripresa Dopo Crisi Economica - Riguardo alla crisi economica l´ambasciatore ha chiesto se anche in Lombardia si registrino segnali di ripresa, visto che la Germania ha incrementato del 3,5% il suo Pil a seguito di una crescita economica definita "eccezionale". Il presidente Formigoni ha precisato che anche in Italia e in Lombardia una ripresa è in atto, sebbene con percentuali diverse, e riguarda le imprese che "hanno avuto il coraggio di innovare". "La ripresa è degli ordinativi - ha sottolineato il presidente Formigoni - non ancora delle assunzioni, ma siamo fiduciosi. Regione Lombardia ha sostenuto il mondo delle piccole e medie imprese, vera spina dorsale della nostra economia, concentrandosi sul versante del credito". Expo 2015 - Un´ulteriore opportunità di sviluppo economico è certamente l´Expo 2015. "Una scommessa - l´ha definita il presidente Formigoni - per la quale stiamo cercando una formula attrattiva, vincente, anche seguendo i suggerimenti che ci hanno dato i nostri amici di Hannover, città che ha ospitato l´Expo nel 2000. Siamo consapevoli delle difficoltà e stiamo lavorando con diverse realtà, nazionali e internazionali, proprio per utilizzare al meglio questa occasione". Federalismo - Al centro dei colloqui anche il tema del federalismo. L´ambasciatore Gerdts ha chiesto al presidente Formigoni come si sta vivendo il passaggio al federalismo in Italia, alla vigilia delle celebrazioni del 150mo anniversario dell´unità e anche alla luce della differenza tra le regioni del Nord e quelle del Sud, visitate recentemente da Gerdts. "Occorre uno scatto di responsabilità da parte degli amici del Sud - ha risposto il presidente Formigoni - e che gli amministratori si rendano conto che ci sono differenze di efficienza rispetto al Nord e quindi bisogna lavorare per colmarle. Il processo verso il federalismo fiscale sta aiutando e aiuterà questo scatto e una maggiore consapevolezza della situazione aiuterà a superare i problemi. Un federalismo ben fatto evita le spaccature". Villa Vigoni, Loveno Di Menaggio (Co) - Villa Vigoni è un´Associazione fondata in collaborazione dalla Repubblica Federale di Germania e dalla Repubblica Italiana con lo scopo di sostenere le relazioni italo - tedesche nell´ambito della ricerca scientifica, dell´istruzione superiore e della cultura nonché i loro riflessi nell´economia, nella società e nella politica. L´ambasciatore tedesco ha chiesto al presidente Formigoni di sostenere le attività dell´associazione che, nel 2011, celebrerà il venticinquesimo anno di fondazione. Il presidente Formigoni ha assicurato che, pur nelle ristrettezze prodotte dai tagli della legge finanziaria italiana, si terrà in contatto con il Ministero degli Esteri per offrire un contributo concreto.  
   
   
FORMIGONI: PRESTO IV BANDO DISTRETTI COMMERCIO  
 
Milano,22 novembre 2010 - Erano presenti i principali protagonisti del settore terziario lombardo: i direttori delle Ascom provinciali e i rappresentanti di Confire e Confindustria Giovani. A loro - riuniti a porte chiuse a Milano nel collegio dei presidenti di Confcommercio Lombardia - il presidente Roberto Formigoni ha annunciato un nuovo importante impegno di Regione Lombardia: "I distretti del commercio - ha detto loro nella sala Origlia di corso Venezia, che lui stesso aveva inaugurato - possono diventare nel tempo soggetti e organismi sempre più autonomi. La prospettiva in cui crediamo è quella di integrare ulteriormente le nostre politiche, immaginando uno sviluppo complessivo dei territori che valorizzi tutti gli aspetti di attrattività e di eccellenza, di cui la Lombardia è ricchissima. Per questo, a breve, emaneremo il quarto bando per i distretti". Avanti, dunque, sul fronte dei 146 distretti del commercio, ai quali, dal 2007, sono già stati assegnati 44 milioni di euro. Dalla Congiuntura Alla Riscossa - La crisi si è fatta sentire: lo ha notato il presidente di Confcommercio Lombardia, Carlo Sangalli, nella sua relazione introduttiva. Sono circa 10 mila le imprese in meno nel commercio, nel turismo e nei servizi in Lombardia nel saldo del 2009. Nonostante ciò - nota Formigoni - "vi è stato uno straordinario senso di responsabilità nei confronti della propria forza lavoro. Sono tantissime le imprese familiari che hanno investito generosamente i risparmi di una vita lavorativa, proseguendo la propria attività". E che si tratti di uno sforzo non da poco lo dimostrano i numeri ufficiali del comparto: in Lombardia, infatti, sono attive 823.268 imprese pari al 18,5% sul numero di imprese in Italia, che occupano 4,3 milioni addetti pari al 18,6% dell´occupazione nazionale. "In un momento particolare di difficoltà come quello che stiamo vivendo - dice Formigoni - è fondamentale il confronto e il dialogo con tutti coloro che concretamente affrontano tutti i giorni la sfida della competitività". L´impegno Per L´innovazione - Fare squadra significa per Formigoni concentrare gli sforzi sull´innovazione non solo di prodotto ma anche di processo: è quanto previsto nella legge regionale finalizzata agli strumenti di competitività per le imprese e per il territorio così come nell´accordo di programma delle Camere di commercio per lo sviluppo economico e la competitività. "Siamo convinti dell´importanza di sostenere la capacità innovativa delle nostre imprese commerciali - dice Formigoni - e per questo abbiamo realizzato il bando Innovaretail, giunto alla terza edizione e aperto lo scorso 2 novembre. Con i primi due bandi abbiamo finanziato 1.619 imprese, assegnando contributi per un totale di 10 milioni di euro. Il terzo bando ha visto la presentazione di 566 domande con la prenotazione di contributi per 4 milioni di euro. Con queste azioni vogliamo sostenere le migliaia di piccoli negozi presenti nei nostri centri urbani". Fronte Comune Sulla Semplificazione - Non è solo all´innovazione che Regione Lombardia guarda come una priorità. "Essere vicini alle imprese - dice - significa parlare la loro stessa lingua, essere chiari e comprensibili da tutti". È l´impegno per la semplificazione che ha visto, tra le tappe, la redazione del Testo unico del commercio e l´avvio di una task force che ha l´obiettivo di intensificare il lavoro svolto finora per semplificare e ridurre al minimo la burocrazia per le imprese e i cittadini. Obiettivo comune - lancia la proposta Formigoni al collegio di Confcommercio Lombardia - è quello di stendere un libro bianco da inviare al Governo nazionale. L´omaggio Dei Commercianti - Alleanza stretta, dunque, tra Regione Lombardia e il terziario che nella nostra regione produce il 62 per cento del prodotto interno lordo: vale anche in un ambito prioritario come quello delle misure a sostegno dell´occupazione, dalla Dote Lavoro agli ammortizzatori. È in questo clima di collaborazione proficua che si è svolto il collegio. A conclusione Sangalli ha donato a Formigoni un fermacarte con questa dedica: "Non c´è Milano e provincia senza commercianti, non c´è futuro del Paese senza terziario. Non c´è impresa diffusa senza centralità della persona, della sua inquietudine e del suo coraggio".  
   
   
FORMIGONI:VENDOLA SI VERGOGNI E RITRATTI INSULTO IL PRESIDENTE: NON SIAMO AFFATTO REGIONE PIÙ MAFIOSA D´ITALIA  
 
Milano, 22 novembre 2010 - "Vendola deve vergognarsi e ritrattare l´insulto". Così il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, replica al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. "La Lombardia - prosegue Formigoni - non è affatto la regione più mafiosa d´Italia, è la regione più attaccata dalla mafia, che è cosa ben diversa. È attaccata dalla mafia, dalla camorra, dall´ndrangheta che non sono nate in regione Lombardia ma che sono nate altrove e sono venute in Lombardia per insidiare la vita e il lavoro dei nostri cittadini". "Su mafia, camorra, ndrangheta e sacra corona unita, che hanno attaccato la Lombardia - conclude Formigoni - Vendola può certamente dire di più di me e di qualunque cittadino lombardo". "Prima Saviano, ora Vendola: la regia politica è assolutamente la stessa! E´ in atto un tentativo di screditare la Lombardia perché per Vendola confrontarsi con una realtà come la nostra è totalmente impossibile. Quindi, ecco l´operazione di trascinare verso il basso chi invece ha fatto molto per distinguersi e differenziarsi da alcune zone del Paese". Andrea Gibelli, vicepresidente di Regione Lombardia, replica così alle dichiarazioni del presidente della Puglia, Nichi Vendola. "Attaccando la Lombardia - prosegue Gibelli - Vendola dimostra di volere che questo Paese rimanga un Paese di luoghi comuni anche sulla mafia". "La Lombardia - conclude il vicepresidente lombardo - al contrario ha fatto in modo che il Paese fosse credibile a livello internazionale; la sua Puglia, invece, purtroppo non ha seguito il nostro stesso percorso e questo è sotto gli occhi di tutti".  
   
   
GIBELLI:DA VENDOLA 1 MILIARDO PER DANNI IMMAGINE  
 
Milano, 20 novembre 2010 - Il vice presidente della Regione Lombardia Andrea Gibelli torna sulla questione ´mafia´ e, rispondendo anche al presidente della Camera Gianfranco Fini, "che evidentemente non sa distinguere tra infiltrazioni mafiose e denigrazione di una regione come la Lombardia, sana nel suo tessuto sociale più autentico", annuncia: "In occasione della prossima giunta chiederò al presidente Formigoni di valutare la possibilità di citare per danni d´immagine il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. Il risarcimento dovrà essere ingente, a mio parere intorno al miliardo di euro, perché le dichiarazioni di Vendola hanno profondamente denigrato la nostra regione". "Il danno provocato è particolarmente grave - sottolinea Gibelli -, anche in ragione del fatto che Regione Lombardia sta intraprendendo forti iniziative, in qualità di sede dell´Expo 2015, in tema di internazionalizzazione e attrattività di capitali stranieri, che vogliono investire in aziende sane, con prestigiosi marchi, e riconosciute come sinonimo di qualità". "Chi, come il presidente Vendola, mischia la mafia e le sue origini geografiche con le infiltrazioni mafiose, facendone un tutt´uno - conclude Gibelli - non conosce la società del Nord e il suo prestigio a livello internazionale. E chi sproloquia è giusto che ne risponda".  
   
   
CONFID LOMBARDIA :ALTRI 10 MILIONI PER LE IMPRESE PIU´ FACILE L´ACCESSO AL CREDITO  
 
Milano, 22 novembre 2010 - "Con l´aggiudicazione di questi ulteriori 10 saranno complessivamente 19 i milioni di euro disponibili a favore delle imprese lombarde, con lo scopo di migliorare le condizioni di accesso al credito delle micro, piccole e medie imprese già operative o in fase di attivazione sul territorio regionale che intendono realizzare investimenti innovativi. La strategia di base è quella di dotare di nuove risorse finanziarie il sistema delle garanzie (Confidi) che, considerata l´attuale crisi economica, potrà comunque continuare ad operare appoggiando le proprie operazioni sulla ´tranche´ garantita a valere sulle risorse del Fondo Jeremie Fesr". Lo ha dichiarato Andrea Gibelli, vicepresidente e assessore all´Industria, Artigianato, Edilizia e Cooperazione di Regione Lombardia alla chiusura, avvenuta il 19 novembre, del nuovo bando nell´ambito dell´iniziative Jeremie, finanziata dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr). La dotazione del nuovo bando è di 10 milioni di euro, suddivisi in quattro lotti finanziari da 2,5 milioni di euro, e prevede l´assegnazione sino ad un massimo di due lotti per ciascun Confidi selezionato. Quest´ultimo dovrà utilizzare le risorse assegnate, per costituire le garanzie a favore di ciascuna banca convenzionata, che concederà alle Mpm imprese finanziamenti finalizzati a sostenerne i progetti di investimento in ricerca, sviluppo tecnologico e organizzativo aziendale. Su questo è intervenuto anche il direttore generale di Finlombarda Marco Nicolai, che ha detto: "L´iniziativa Jeremie Fesr interviene per facilitare l´accesso al credito delle piccole e medie imprese attraverso l´ampliamento dell´operatività dei Confidi lombardi, con particolare attenzione agli investimenti strategici per la competitività. Utilizza la tecnica del tutto innovativa in ambito pubblico delle tranched cover, depositi monetari a copertura dell´intermediario finanziario, del tutto conformi ai requisiti di Basilea2".  
   
   
BILANCIO SARDEGNA, CAPPELLACCI E LA SPISA: "DICHIARAZIONI FAZIOSE. NEI CONFRONTI DEL GOVERNO LA GIUNTA HA UNA POSIZIONE FERMISSIMA”  
 
Cagliari, 22 Novembre 2010 - "Le dichiarazioni fatte da alcuni esponenti dell´opposizione sulla questione delle entrate manifestano una faziosità che confligge con gli interessi della Sardegna. Oggi il governo regionale sta attuando tutte, assolutamente tutte, le azioni necessarie per assicurare alla Regione le compartecipazioni al gettito maturato nell’Isola, così come scritto nello Statuto Speciale”. E’ quanto affermano il 18 novembre il presidente della Regione, Ugo Cappellacci e l’assessore della Programmazione, Giorgio La Spisa, in merito alle dichiarazioni dell’opposizione sulla Finanziaria 2011. "Per questo - proseguono Cappellacci e La Spisa - è stata adottata, da subito e ben prima che le opposizioni lo chiedessero, la decisione di arrivare al conflitto di attribuzioni davanti alla Corte Costituzionale per ottenere quanto dovuto. Nel frattempo è necessario attraversare un breve percorso di confronto con lo Stato per determinare in norme di attuazione i meccanismi di calcolo delle quote di gettito spettanti alla Sardegna, che l’accordo Prodi-soru non aveva precisato. Questo è il primo punto che occorre chiarire: la nuova formulazione dell’articolo 8 dello Statuto, stabilita nel 2006, aveva due limiti evidentissimi: primo, non stabiliva i criteri di calcolo delle quote di alcuni tributi; secondo, rinviava al 2010 l’entrata a regime del nuovo sistema. Questo significa che Prodi e Soru hanno chiuso l’accordo impegnando i governi futuri". “Nonostante questo - riprendono il presidente e l´assessore - siamo stati da subito disponibili a colmare le lacune dell’accordo e, senza polemiche, abbiamo brandito e difeso la bandiera della Sardegna, chiedendo e ottenendo l’avvio del procedimento per concordare le norme di attuazione, e iscrivendo nel bilancio regionale le somme derivanti da una previsione delle quote di gettito spettanti alla Regione in base al nuovo sistema. Queste previsioni, è necessario ripeterlo per l’ennesima volta, sono ancora approssimative proprio a causa dell’assenza delle norme di attuazione. Chi, come ancora oggi fa l’opposizione, dichiara cifre relative alle entrate dovute dallo Stato, lo fa in maniera irresponsabile se non aggiunge l’avvertenza che si tratta per ora di semplici previsioni. Lo Stato oggi accantona nel suo bilancio delle somme che, per esplicita dichiarazione del Vice Ministro dell´economia, solo ancora provvisorie e che verranno modificate dopo la definizione derivante dalle norme di attuazione. Noi, nel frattempo, abbiamo affidato la trattativa tecnica a dirigenti e professionisti seri e qualificati che ci rappresentano nella commissione paritetica, a seguito di direttive chiare e di continue verifiche interlocutorie". “Nel confronto con il Governo Italiano - concludono - abbiamo espresso una posizione fermissima, nel chiedere il leale adempimento degli impegni assunti nel 2006, essendo disponibili ad andare fino in fondo, anche a costo di avviare un conflitto istituzionale”.  
   
   
RIFORME IN SARDEGNA, CAPPELLACCI: "AVVIO A STAGIONE DI CAMBIAMENTO"  
 
Cagliari, 22 Novembre 2010 - "Le riforme istituzionali devono qualificare quella che deve essere una legislatura di cambiamento". Così il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ha commentato il 18 novembre l’approvazione da parte del Consiglio regionale dell’ordine del giorno unitario, che detta gli indirizzi per la revisione dello Statuto. "Il fatto che questo processo prenda le mosse da una decisione condivisa da tutta l’Assemblea è un aspetto positivo, che fa ben sperare sulla consapevolezza della nostra classe politica di trovare sulle grandi questioni la massima coesione e la necessaria condivisione delle scelte. La Sardegna deve avviare un nuovo modello economico e sociale. Questo processo deve trovare nel nuovo Statuto la sua ´infrastruttura´ giuridica, culturale e identitaria". "La nuova Carta dei Sardi - ha concluso il Presidente - deve dare piena espressione, nella loro specialità, ai diritti del nostro Popolo, nel rispetto e, per certi versi, in attuazione dei principi della Costituzione".  
   
   
IL PRESIDENTE DELLA LIGURIIA BURLANDO SUL BILANCIO 2011 25 MILIONI SUL TPL PER FAR FRONTE AI TAGLI  
 
Genova, 22 Novembre 2010 - "Il Tpl su ferro e gomma ha meritato un discorso a parte durante la seduta di giunta del 19 novembre che ha approvato il bilancio e la legge finanziaria regionale perché i contratti di servizio sono imminenti. Da questo deriva la decisione della Giunta regionale ligure di mettere 25 milioni di euro sul Tpl (Trasporto pubblico locale) per sopperire al taglio di 63 milioni". Lo ha detto il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando al termine della seduta di giunta. "Inoltre abbiamo deciso di aumentare il fondo per l´efficientamento delle aziende del settore che sarà pari a 5 milioni di euro e che servirà a operazioni di riallineamento, aiuto alla cassa integrazione e alla mobilità". "Oltre al taglio sui trasporti per 63 milioni di euro - ha proseguito Burlando - i tagli incideranno su lavoro e sociale per 28 milioni, su impresa e turismo per 20, sull´agricoltura per 3, sull´istruzione per 3, sulla viabilità per 20, sull´ambiente per 10, più vari altri tagli per 6. Avremo da gestire un anno complicatissimo, con i fondi discrezionali a zero. Rimane da capire se avremo dei margini nel corso dell´anno: se così non fosse avremmo conseguenze enormi in ogni campo. Le nostre previsioni di inizio estate sull´impatto dei tagli sulla nostra regione si sono purtroppo avverate. Non c´era allarmismo, era tutto vero". "La conferenza Stato Regioni di giovedì - ha proseguito Burlando - ha accolto la proposta delle Regioni, quindi l´articolo 20 è salvo. A questo punto ci aspettiamo che il ministero dell´Economia firmi gli accordi con quelle Regioni, tra cui la nostra, che sono pronte. All´interno di questi accordi ci sono per noi anche i finanziamenti di due ospedali: un finanziamento integrale per La Spezia e uno di un terzo per il Galliera. "Giovedì abbiamo inoltre avuto conferma dal ministro Fitto che nelle prossime settimane si dovrebbero sbloccare i fondi Fas con una ulteriore limatura sulla cifra prevista: ne abbiamo già avuta una da 20 milioni, vedremo ora la seconda come sarà". "Infine - ha terminato il presidente - ieri al Cipe il ministro Matteoli ci ha assicurato che verrà sbloccato anche l´intervento per il viadotto di Voltri. Se aggiungiamo a questo che la programmazione per i fondi europei sta entrando adesso nella parte più operativa e se aggiungiamo anche che partono un certo numero di opere significative (strada a mare, Aurelia bis di Savona e della Spezia) la situazione sul fronte opere pubbliche/conto capitale non appare negativa: quella che è drammatica è la cosiddetta spesa corrente".  
   
   
LIGURIA: MANOVRA INSOSTENIBILE, TUTTI I SETTORI COINVOLTI IN UN RIDIMENSIONAMENTO DRASTICO APPROVATO IN GIUNTA IL BILANCIO TECNICO E LA LEGGE FINANZIARIA REGIONALE  
 
Genova, 22 Novembre 2010 - "Siamo in attesa dell´approvazione a livello nazionale della Finanziaria e se tutto restasse così siamo di fronte a una manovra insostenibile che colpisce i centri produttivi, l´assistenza e ogni altra voce di spesa. Al momento abbiamo cercato di ridurre i tagli al trasporto pubblico locale, ferrovia e gomma, e abbiamo salvato per le imprese 8 milioni per mantenere attivi i cofinanziamenti, ma è a rischio l´attività dell´agricoltura, l´ambiente, la protezione civile, la formazione". L´assessore al Bilancio della Regione Liguria, Pippo Rossetti definisce "irricevibile la manovra Tremonti" che ha imposto alla Regione Liguria tagli per 154 milioni di euro che riducono a 42.664.455 i trasferimenti per il 2011 dallo Stato alla Regione Liguria, al posto dei 197.145.740 euro previsti. Una scure che si è abbattuta su innumerevoli voci del bilancio regionale e che se non dovesse subire modifiche rischia di azzerare interi comparti come la difesa degli incendi, le borse di studio, le politiche sociali, il lavoro dei disabili, il risanamento atmosferico e acustico, la qualità dell’aria, il fondo degli affitti, il fondo per le politiche della famiglia, la viabilità. "Stando così le cose – ha detto Rossetti – la manovra è talmente pesante che non consente nemmeno di scegliere quali settori aiutare, in quanto il bilancio regionale non è in grado di sostituirsi ai tagli dello Stato". Il 19 novembre la Giunta regionale con l´approvazione del bilancio tecnico e della legge finanziaria regionale ha affrontato in particolare il nodo del trasporto pubblico locale sia su ferro sia su gomma e nelle prossima seduta verrà affrontato l´argomento sicurezza sociale e welfare e sarà approvata la delibera sui singoli capitoli di spesa. "In questo momento – ha spiegato Rossetti – di fronte alla pesante riduzione della spesa pubblica dal Governo abbiamo bloccato ogni tipo di assunzione in Regione e di tutte le società controllate, le sponsorizzazioni, le auto blu, le trasferte e le missioni. Inoltre stiamo lavorando alla valorizzazione degli immobili sia di proprietà della Regione che delle nostre controllate per consentire di liberare spesa corrente e sostenere l´edilizia pubblica". Nelle prossime settimane l´assessore Rossetti incontrerà i rappresentanti delle Province liguri e dei Comuni per sollecitare a fare presto a spendere i finanziamenti destinati alle opere pubbliche, in quanto tutte le risorse non utilizzate saranno disinvestite e recuperate dalla Regione.  
   
   
MISURE ANTI-CRISI: DA REGIONE UMBRIA MASSIMO IMPEGNO PER CIG IN DEROGA E INTERVENTI PER OCCUPAZIONE  
 
Perugia, 22 novembre 2010 – “In Umbria il ricorso alla cassa integrazione in deroga e alla cassa integrazione straordinaria, da gennaio a ottobre 2010, risulta più elevato che nel 2009, mentre si riduce il numero degli occupati, diminuiti di 4mila unità nel primo semestre”. È quanto rileva l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Gianluca Rossi. “L’utilizzo della cassa integrazione e la contrazione dell’occupazione evidenziano chiaramente che gli effetti della crisi economica non sono terminati – sottolinea - e ci inducono a rafforzare ulteriormente le politiche regionali volte ad accrescere la competitività del sistema produttivo umbro e creare nuove opportunità di lavoro”. “Per questo – aggiunge - accanto alle misure per favorire l’applicazione degli ammortizzatori che hanno salvato un rilevante numero di posti di lavoro, la Regione ha attuato interventi a sostegno del tessuto produttivo e la riqualificazione dei lavoratori e sta predisponendo il Piano per il lavoro 2011-2013”. In base ai dati elaborati dall’Osservatorio regionale sul mercato del lavoro, in particolare, nel mese di ottobre il ricorso alla cassa integrazione in Umbria è stato di 1.753.046 ore, il 47,2 per cento in più del mese precedente e il 32,3 per cento in più dell’ottobre 2009. L’aumento è stato più marcato rispetto al livello nazionale (più 3,5% annuo e meno 2,7 rispetto al mese precedente), in particolare per quanto concerne la cassa integrazione in deroga. “Complessivamente, fino ad oggi, per la cassa integrazione in deroga – rileva l’assessore Rossi - è stato autorizzato un monte ore prossimo a 10 milioni e 300mila che comporta un costo massimo stimato già superiore ai 100 milioni di euro. Un impegno finanziario rilevante, per il quale l’Umbria ha siglato con il Governo un nuovo accordo che prevede l’attribuzione di 50 milioni di euro. Serviranno – spiega - per coprire il fabbisogno del 2010, data l’insufficienza dei 20 milioni ottenuti a marzo, e permetteranno di far fronte a parte degli impegni che si andranno a prendere a seguito di un nuovo accordo con le parti sociali per il 2011, da sottoscrivere appena definito il quadro a livello nazionale”. “La Regione continuerà a vigilare e impegnarsi affinché l’accordo sia esteso al 2011 – prosegue Rossi – Gli importanti risultati già raggiunti, con la salvaguardia di posti di lavoro, non ci fanno abbassare la guardia sulle difficoltà che incontrano le nostre imprese e i riflessi negativi sull’occupazione. Per questo abbiamo programmato e stiamo attuando politiche mirate, per le quali investiremo ingenti risorse”. Secondo i dati dell’Osservatorio regionale sul mercato del lavoro, dall’inizio dell’anno ad ottobre, solo la cassa integrazione ordinaria (“Cigo”), utilizzata in caso di contrazione o sospensione dell’attività produttiva dipendente da situazioni aziendali dovute ad eventi transitori o a situazioni temporanee di mercato, ha fatto registrare un numero di ore (3.813.097) inferiore a quello dell’anno precedente (-21,9 per cento); la sua incidenza sul monte ore lavorabili è scesa allo 0,8 per cento, equivalente a circa 2.250 unità di lavoro a zero ore, un dato leggermente più contenuto della media nazionale (1 per cento) che ha comunque registrato una contrazione superiore (-36 per cento). Di contro, le ore di cassa integrazione straordinaria (“Cigs”), utilizzata per fronteggiare gravi situazioni di eccedenza occupazionale, che sono state autorizzate nei primi 10 mesi del 2010 (4.398.328) sono più del doppio (+107,4 per cento) rispetto allo stesso periodo del 2009, una crescita che risulta comunque molto più contenuta di quella media del Paese (+178,7 per cento) così come più contenuta è l’incidenza sul monte ore complessivo (0,9% a fronte di una media nazionale dell’1,4 per cento) che porta a stimare a poco meno di 2.600 le posizioni lavorative a zero ore coinvolte. Relativamente alla cassa integrazione in deroga, i dati Inps (9.370.667 ore, +576,3 per cento) porta a stimare in oltre 5.500 le unità lavorative coinvolte coinvolte, il 2 per cento di quelle complessive: un dato doppio rispetto alla media nazionale (1,1 per cento). Il maggior peso della cassa integrazione in deroga rispetto alla “Cigs” e alla “Cigo” – si sottolinea – è da mettere in relazione alle caratteristiche del tessuto produttivo umbro, che vede un’ampia presenza di imprese di piccola dimensione per lo più artigiane che non possono accedere agli ammortizzatori “ordinari”. La crescita del ricorso alla cassa integrazione nelle sue tre diverse tipologie nei primi dieci mesi del 2010 è dovuta principalmente al comparto della meccanica (30,1% della richiesta di ore) e al commercio (16,7 per cento); rilevanti anche l’aumento nei settori delle costruzioni (13,2 per cento; in particolare nell’installazione di impianti), dell’abbigliamento (8,9 per cento), del tessile (6,1 per cento), della lavorazione di minerali non metalliferi (6,7 per cento) e della lavorazione del legno. L’aumento dell’utilizzo della cassa integrazione in deroga emerge ancor più chiaramente anche dall’attività della Regione che nei primi 10 mesi dell’anno ha autorizzato 1.575 richieste aziendali relative a 10.009 lavoratori, 2.000 in più che nel 2009, il 60% dei quali (6.050 lavoratori) in base ai rendiconti presentati alla Regione, nei primi nove mesi dell’anno ha effettivamente utilizzato l’ammortizzatore. Sostanzialmente analogo a quello del 2009, invece, il numero delle domande e dei lavoratori coinvolti nella mobilità in deroga (110 richieste per 154 lavoratori). Tra i lavoratori che usufruiscono della cassa integrazione in deroga, sono circa 2.800 coloro che sono stati coinvolti negli interventi di orientamento programmati e finanziati dalla Regione Umbria ed attuati dai Centri per l’Impiego. Da metà ottobre, inoltre, sono state avviate sul territorio regionale attività formative per i lavoratori definiti “soprasoglia”, con una sospensione dal lavoro che preveda almeno una settimana a zero ore. Il 17,4% delle domande di ammortizzatore in deroga proviene da aziende che operano nei servizi alle imprese il cui peso a differenza del 2009 ha superato quello dal comparto del tessile e dell’abbigliamento (16,6%); estremamente rilevante anche il peso dalle costruzioni (15,1%), dal metalmeccanico (15%) e dal commercio (14,2%). Sono il metalmeccanico e i servizi alle imprese a registrare il numero più elevato di lavoratori in deroga (rispettivamente 18,7% e 24,1 per cento). Le donne rappresentano il 45,4 per cento, un punto in più che nel 2009, percentuale che risulta molto più contenuta nel caso delle sole mobilità in deroga (28,6%); rispetto al 2009 la presenza straniera, invece, risulta di circa 2 punti più contenuta (13,5%). L’81,5% dei lavoratori coinvolti ha una qualifica operaia; a livello contrattuale il 78,9% ha un contratto a tempo indeterminato, il 4,8% ha un contratto a termine e il 16,2% uno di apprendistato, un’incidenza più contenuta di quella del 2009. Risulta leggermente aumentata l’età media dei lavoratori risulta leggermente aumentata; il 40% ha meno di 35 anni, circa 5 punti in meno del 2009 mentre l’incidenza degli over 44 è salita dal 27% al 30,9 per cento. Estremamente contenuta la presenza di laureati (3,1 per cento); circa la metà dei lavoratori ha al massimo la licenza media inferiore, il 34,3 per cento sono diplomati. Relativamente alla dislocazione territoriale, continua ad essere netta la prevalenza della provincia di Perugia, da cui proviene l’85,7 per cento delle domande aziendali e in cui opera il 78,8% dei lavoratori. Tuttavia, ne primi dieci mesi del 2010, la crescita, nel complesso, è stata più marcata nella provincia di Terni (+139,8 per cento) che in quella di Perugia (+103,8%) sia per effetto della deroga sia della “Cigs”. La provincia di Terni ha invece registrato una contrazione più importante della “Cigo”.  
   
   
FINANZIARA: PRESENTATE LINEE GUIDA A GIUNTA CAMERALE DI ENNA  
 
Catania, 22 novembre 2010 - L´assessore regionale dell´Economia, Gaetano Armao, il 18 novembre, a Enna, ha illustrato alla giunta della Camera di commercio i contenuti della finanziaria regionale. "Sono soddisfatto - ha detto l´assessore - per l´esito della riunione. Riteniamo un importante obiettivo presentare il testo della manovra alle forze imprenditoriali di ogni singola provincia. Oggi, come accaduto in altri appuntamenti precedenti, dal confronto col tessuto imprenditoriale, e´ stato possibile raccoglie una serie di suggerimenti che potranno essere inseriti nel testo". Nel corso del vertice, Armao ha evidenziato i punti fondamentali della finanziaria, a partire dalla ratio di fondo: valorizzare le risorse disponibili per investirle in obiettivi produttivi. "Il testo - ha aggiunto l´assessore - prevede lo stanziamento di 350 milioni di euro per imprese e comuni al fine di sostenere lo sviluppo". Si e´ parlato anche dell´avvio del microcredito a sostegno delle famiglie e dell´attuazione del credito d´imposta a supporto delle aziende siciliane". "Nei prossimi giorni - ha continuato Armao - proprio da Enna, che e´ una delle sedi prescelte, presenteremo le zone franche urbane della Sicilia. Da qui puo´ partire una sfida che riguarda tutta la Sicilia, e la Sicilia vincera´ se lavorera´ tutta insieme. Intendiamo tenerla unita, dalla zone piu´ economicamente avanzate a quelle che lo sono meno, e candidarci cosi´ ad essere un luogo di riferimento economico per il Mediterraneo"  
   
   
TRENTO: APPROVATI I CONTRIBUTI PER INTERVENTI DI PROMOZIONE DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE  
 
Trento, 22 novembre 2010 - Su proposta dell´assessore Alberto Pacher, la giunta provinciale ha approvato il 19 novembre la graduatoria finale di merito per l´assegnazione di incentivazioni agli interventi di promozione dello sviluppo sostenibile, nonché la determinazione delle percentuali di contribuzione. In attuazione dell´articolo 12 della legge provinciale del 29 agosto 1988 , n. 28 e successive modificazioni, il 22 maggio 2009 la giunta provinciale aveva approvato i criteri e le modalità di gestione del fondo per le iniziative e gli interventi di promozione dello sviluppo sostenibile dell´ambiente, destinato al finanziamento di progetti finalizzati al conseguimento degli obiettivi previsti dalla normativa in materia di ambiente. Tra le altre cose, si volevano incentivare attività promozionali e campagne d´informazione, di educazione e di sensibilizzazione in campo ambientale; la realizzazione di azioni e progetti sperimentali o a carattere esemplare volti alla riduzione, raccolta differenziata e riutilizzo dei rifiuti, nonché alla riduzione del consumo di risorse idriche e al loro riutilizzo dopo il trattamento, oppure volti al trattamento di residui zootecnici e agricoli in impianti per la produzione di biogas; la realizzazione di azioni e progetti volti al trattamento della frazione organica derivante dalla raccolta differenziata dei rifiuti in impianti per la produzione di biogas; la promozione, da parte della provincia, degli enti locali e di altri soggetti, di agende Xxii e di buone pratiche; lo sviluppo delle certificazioni ambientali di processo - Iso 14001 e Emas - e di prodotto - Ecolabel - anche territoriali; la realizzazione di studi e programmi di formazione; lo sviluppo di progetti destinati in generale alla protezione dell´ambiente, nonché all´attivazione di misure dirette all´adesione e partecipazione a carte, protocolli e campagne aventi per oggetto lo sviluppo sostenibile; il sostegno alla realizzazione degli interventi e delle iniziative previsti dalla normativa ambientale in materia di scarichi dei rifugi alpinistici ed escursionistici, di impianti igienico-sanitari per lo scarico di acque reflue di autocaravan, caravan, camper e simili, di smaltimento dei rifiuti provenienti dai rifugi alpini. Le domande di finanziamento pervenute sono state in tutto quarantadue. Di queste, 24 sono state ritenute ammissibili e 18 non ammissibili. Alleghiamo l´elenco degli interventi ritenuti ammissibili, ognuno con la relativa quota di finanziamento pubblico sulla spesa ritenuta ammissibile. Per stabilire le quote di finanziamento sono state individuate quattro fasce, che rappresentano la capacità di autofinanziamento dei Comuni, alle quali sono state applicate le diverse percentuali di contribuzione, oscillanti fra il 70 e l´85% della spesa ammissibile.  
   
   
A BREVE IN BASILICATA L’OSSERVATORIO REGIONALE DEL MERCATO DEL LAVORO INFORMAZIONI IN TEMPO REALE SUL FENOMENO OCCUPAZIONE PER FAVORIRE L’INCONTRO TRA LA DOMANDA E L’OFFERTA LAVORATIVA  
 
Potenza, 22 novembre 2010 - Una fotografia del mercato del lavoro in Basilicata. In tempo reale, e soprattutto con le informazioni necessarie a capire le dinamiche del mercato del lavoro in Basilicata, i flussi di manodopera, i punti di crisi del sistema e quali sono i profili professionali richiesti dalle aziende lucane. E’ tutto questo l’Osservatorio regionale del mercato del lavoro, iniziativa finanziata dal Fondo Sociale Europeo nell’ambito delle Po Fse Basilicata 2007-2013, che sarà operativo entro la fine dell’anno e da cui nascerà una banca dati a disposizione degli enti pubblici e delle organizzazioni private interessate. L’osservatorio è stato presentato il 19 novembre nel corso di una conferenza stampa, a cui hanno partecipato l’assessore alla Formazione e Lavoro, Rosa Mastrosimone, e Marco Velludo, referente della società Ett che ha predisposto il Sistema informativo Basil, motore dell’Osservatorio, alla presenza dei responsabili degli Osservatori provinciali del lavoro. E’ appunto il programma informatico che fa dell’Osservatorio uno strumento immediato per elaborare e analizzare il fenomeno occupazione in Basilicata. Confrontando i dati provenienti dalle aziende e dai Centri per l’impiego sarà possibile rilevare ed individuare i fabbisogni professionali dei settori e delle imprese. L’osservatorio avrà l’importante funzione di mettere in rete informazioni e dati per le figure professionali richieste dal mercato del lavoro, con una particolare attenzione per le fasce più deboli che hanno più difficoltà a inserirsi o a reinserirsi nel mondo del lavoro. Si tratta di utili informazioni anche per la Regione, che nella sua attività di programmazione, potrà intervenire tempestivamente con politiche attive adeguate. Dopo aver sottolineato le caratteristiche del sistema Basil, Marco Velludo ha rimarcato come “con l’avvio dell’Osservatorio la Basilicata si distingua a livello europeo per l’iniziativa, particolarmente avanzata, nei Servizi per l’Impiego e nelle analisi del mercato del lavoro. L’esperienza lucana per il suo spessore – ha detto ancora Velludo - è riportata nel portale della Commissione Europea epractice.Eu per le buone prassi nell’e-government”. Per il presidente della Regione, Vito De Filippo “l’Osservatorio avrà senz’altro un riflesso positivo sull’occupazione per la sua capacità di intercettare le esigenze locali e di facilitare l’incontro tra domanda e offerta in un mercato del lavoro caratterizzato da una preponderante flessibilità e da scenari in continua evoluzione”. Osservatorio regionale del mercato del lavoro, la scheda - ,Che cos’è l’Osservatorio? E’ uno strumento di analisi e monitoraggio per fotografare in tempo reale il mercato del lavoro locale. Con il sistema Basil, un programma informativo avanzato, sarà possibile innanzitutto incrociare i dati del lavoro in Basilicata riferiti al territorio, alle imprese e ai profili professionali. Attraverso report, studi specifici e relazioni l’Osservatorio fornirà informazioni utili per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro indispensabili per il sistema produttivo locale, i centri per l’impiego e, in generale, per gli Enti pubblici e privati interessati alla comprensione del mercato del lavoro. Qual è la sua funzione? Compito dell’Osservatorio è quello di dare risposte puntuali alle esigenze del mondo dell’occupazione. L’analisi delle tendenze del mercato del lavoro e il monitoraggio della crisi consentono di programmare interventi di politica attiva puntuali e aderenti alla realtà del territorio e di promuovere un’informazione trasparente sul mercato del lavoro regionale. In sostanza, quali sono gli obiettivi dell’Osservatorio? Applicare strumenti di analisi e di studio del mercato del lavoro, per favorire l’incontro tra domanda e offerta; raggiungere un livello ottimale di servizi di orientamento e di consulenza nell’organizzazione provinciale e dei Centri per l’Impiego; focalizzare l’attenzione sulle azioni di orientamento e inserimento lavorativo dei gruppi svantaggiati e dei disabili; sperimentare strumenti e procedure innovative tendenti al miglioramento dei servizi e integrazione con il sistema regionale delle politiche attive per il lavoro; rilevare, elaborare e analizzare i dati relativi scolastico sul territorio regionale. Di quali strumenti si avvale? Una parte rilevante nella struttura dell’Osservatorio è affidata al Sistema Informativo Basil in grado di raccogliere una vasta gamma di informazioni. Il sistema riceve i dati raccolti dai Centri per l’Impiego (iscrizioni, trasferimenti e cancellazioni dalle liste, esperienze professionali) e ne effettua elaborazioni ed estrazioni periodiche. In futuro potranno essere confrontati con quelle provenienti da altre banche dati (es. Rilevazioni Istat, Asia) per rilevare le variabili di interesse. L’osservatorio avrà a diposizione anche i dati relativi alle necessità delle aziende per individuare le tendenze di fondo del mercato del lavoro attraverso le postazioni vacanti ancora da coprire e le Comunicazioni obbligatorie prima di ogni assunzione. Che cosa è Basil? L’applicativo di Basil, acronimo per Sistema Informativo Lavoro Basilicata, è un programma innovativo. Tale sistema consente l’invio on line delle comunicazioni di assunzione, cessazione, proroga, trasformazione dei rapporti di lavoro unitamente all’invio on-line del prospetto informativo dei lavoratori disabili in forza. Le estrazioni dei dati finali sono organizzate in due forme: dati di stock e dati di flusso. I dati di stock rappresentano una foto dell’intera banca dati in un preciso istante definito: più foto rappresentano il susseguirsi delle variazioni degli stati nel tempo. I dati di flusso, invece, rappresentano l’andamento continuo delle grandezze misurate nel peridio di rilevazione. Vengono utilizzati per valutare, ad esempio, il numero di assunzioni durante un certo periodo, grandezze non valutabili solamente in un solo istante. La rappresentazione dei dati è ulteriormente completata dalla georeferenziazione dei dati attraverso l’integrazione con un sistema cartografico che consente di localizzare le distribuzioni dei dati. Come si accede? Al menu principale si accede attraverso una login identificativa e una password indispensabili al riconoscimento dell’utilizzatore per diversificarne le operazioni a seconda della categoria di appartenenza.  
   
   
TRENTO, DELLAI: AUTONOMIA VUOL DIRE RESPONSABILITÀ IL PRESIDENTE AD AOSTA, OSPITE DELL´EDIZIONE 2010 DI "INCONTRO CON IL PERSONAGGIO"  
 
 Trento, 22 novembre 2010 - ´´Lo Stato ci chiede di essere corresponsabili, come siamo sempre stati. Avremo bilanci meno ricchi ma, speriamo, un´autonomia più consolidata. E più autonomia vuol dire più responsabilità, non più privilegi´´. Lo ha detto ieri il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, ad Aosta. ´´Il federalismo - ha aggiunto - è stato pensato per le regioni ordinarie e significa che lo Stato cede qualche competenza. Le autonomie sono diverse, preesistevano storicamente, e in questa fase assumono un valore sempre maggiore´´. L´occasione dell´intervento di Dellai è stata offerta, presso il Seminario vescovile, da “Incontro con il personaggio”, appuntamento promosso dal vescovo di Aosta, monsignor Giuseppe Anfossi, in collaborazione con il Consorzio degli Enti Locali della Valle d’Aosta. L’ospite dell’edizione 2010 è stato appunto il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, che ha proposto un approfondimento sul tema “Le nuove sfide dell’Autonomia: le comunità autonome di fronte ai cambiamenti del nostro tempo”. Ha partecipato all’incontro il presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta, Augusto Rollandin. L’iniziativa è giunta alla sua quarta edizione e si inserisce in un piano formativo destinato agli amministratori di ente locale, per promuovere un momento di riflessione e di approfondimento. Nel suo lungo ed articolato intervento – dopo aver ringraziato per l’invito in una terra che, così come il Trentino, conosce bene il percorso severo e faticoso dell’autonomia – il presidente Dellai ha affrontato il tema del federalismo, “che non è autonomia”. E delle sfide di quest´ultima, che “sono esterne – proprio il federalismo ne è un esempio - ma anche interne”. Dellai ha iniziato dalle sfide esterne. “Il processo di federalismo oggi in atto nel nostro Paese – ha detto – non deve farci dimenticare che federalismo ed autonomia sono cose diverse. Il federalismo è il tentativo di decentrare, l’autonomia non è questo. Noi siamo autonomi perché lo Stato centrale ha intelligentemente riconosciuto che per noi l’autonomia era ed è il vestito che più si adatta alla nostra storia, al nostro percorso. Non c’è stato e non può esserci alcun paternalismo in questo, noi siamo portatori di un percorso diverso all’interno del quale è il senso di responsabilità, prima di tutto, a prevalere”. “Oggi abbiamo davanti – ha proseguito Dellai – un’altra sfida importante, quella contro la banalizzazione di chi vorrebbe ridurre tutto questo ad un ammasso di apparati e risorse finanziarie, quando invece la globalizzazione ci chiama a confrontarci fra i luoghi e i flussi. Sì, perché le nostre autonomie sono state costruite ed impostate nell’epoca in cui il problema era avere poteri e strumenti per governare ciò che accadeva dentro i nostri territori. Si trattava di processi nostri, in una certa misura prevedibili. Oggi dobbiamo invece misurarci con tutti i flussi culturali, oggi si è autonomi non tanto e non solo se si governa “dentro”, ma se ci si rapporta con autorevolezza con l’esterno. Se ci si rappporta con problemi che erano totalmente sconosciuti ai nostri padri”. Ecco dunque la sfida interna. “Il rischio di adagiarsi, la tentazione di scelte che non considerino la responsabilità, magari in nome di quella sindrome che ci fa dire “sì”, purché “non sul mio”. Il rischio che si considerino la ricchezza sociale e collettiva, che le generazioni che ci hanno preceduto hanno saputo conquistare, come un traguardo raggiunto una volta per sempre. Non è così”, ha detto Dellai. Ed ha aggiunto: “Il Trentino era una delle zone più povere, prima di diventare quello che è. Ricordo che fino agli inizi degli anni Settanta l’emigrazione era realtà, da noi. Non è passato tanto tempo e non smetto di rammentarlo ai miei concittadini. L’epoca della globalizzazione può produrre ricchezza o povertà in un lasso di tempo sconosciuto. E dunque non ci si deve attardare in pericolosi letarghi e va compreso che la ricchezza prima va prodotta e poi distribuita, con velocità e dinamicità”. Il presidente Lorenzo Dellai ha poi parlato della seconda sfida interna: “Il rischio della perdita della memoria storica. Parte dell’opinione pubblica non ha compreso perché avessimo voluto introdurre in Trentino l’insegnamento della storia locale nei programmi scolastici. Ed invece io vedo questo passaggio come una sfida enorme in una realtà, quella odierna, e in questo tempo convulso che tutto appiattisce sull’oggi. Rischiamo davvero di non avere la percezione del passato e men che meno quella del futuro. Per le autonomie speciali il rischio di perdere la memoria storica è tremendo. Non parlo solo della memoria istituzionale, sia chiaro. Certo, abbiamo voluto non a caso istituire la Giornata dell’autonomia, nel giorno dell’accordo tra Degasperi e Gruber che sancì la specificità autonomia della nostra terra. Ma non è solo questo: si tratta della memoria del processo storico e del processo umano che ha portato alla costruzione della nostra autonomia. Questo punto riguarda la scuola, e i genitori. E riguarda le istituzioni scientifiche che non possono più stare rinchiuse nei loro musei – sempre più belli per fortuna - ma dovranno tornare di nuovo a contatto con la gente, inventando linguaggi capaci di comunicare alle nuove generazioni che cos’è questa autonomia, che strana bestia è”. Dellai ha poi parlato di una terza sfida interna: “Le autonomie speciali sono luoghi dove il rischio della concentrazione del potere è un rischio forte. Le province autonome esercitano poteri forti, succede perché l’acquisizione di funzioni è straordinaria. Penso che questo potere vada ripartito, perché la concentrazione produce effetti distorsivi. Si deve puntare dunque ad una autonomia diffusa. In Trentino abbiamo discusso a lungo di questo: abbiamo recentemente dato vita ad una esperienza nuova, le Comunità di valle, che hanno il compito di ricevere poteri e funzioni che la Provincia autonoma di Trento si è resa conto di non poter più gestire direttamente. Ecco, penso che questi rischi si superino proprio con tentativi di ripartizione dei poteri. Le Comunità sono state elette direttamente dal popolo, una esperienza assolutamente nuova. Certo, la concetrazione di potere pone sfide che coinvolgono anche la società civile che sembra talvolta, è opinione diffusa, quasi schiacciata dal pubblico. Penso che sia esagerata questa visione, però qualche volta capita. Per questo c’è bisogno che ad un potere istituzionale forte si opponga, costruttivamente, una società civile forte che sappia a sua voltacostruire comunità. Istituzioni forti presuppongono comunità forti e viceversa. Non lo nego: registriamo un po’ di stanchezza. Non è possibile, non ci è permessa. Bisogna alimentare l’autonomia con la benzina della partecipazione, pensiamo semmai a forme nuove di coinvolgimento, se è vero che i partiti sono in crisi”. Ancora una sfida, nell’analisi del presidente Dellai, “più sottile ma non meno insidiosa, quella dell’omologazione culturale. Non vi é autonomia speciale se prevale l’omologazione, perché l’autonomia non si cala dall’alto e perde legittimazione se non vive dentro la coscienza dei suoi protagonisti. Ecco il tema dei valori, dei modelli. Penso al tema della montagna e dei valori che sottende, penso ai processi di secolarizzazione in atto nei nostri territori, ma anche ai linguaggi, certamente necessari, della modernità. Tuttavia abbiamo un dovere in più: resistere ai processi dell’omologazione. È questo il tema dell’identità. A tutti noi occorre tanto l’ identità collettiva quanto quella territoriale. Essere cittadini di una autonomia speciale richiede dei doveri in più, altro che privilegi. È la cittadinanza più esigente quella dei cittadini che vivono nelle realtà a statuto speciale. Perché questo “vivere autonomi” ci pone dei doveri sul piano etico, comportamentale, dei principi e dei valori, del gusto di fare le cose che abbiamo il dovere di fare. Dello spirito di disponibilità verso gli altri. Dobbiamo avere il coraggio di essere esempio al resto del Paese, in particolare in un momento come questo, in questa stagione difficile. E non mi riferisco tanto alle contingenze politiche, quanto al venire meno del tessuto civile, del senso di appartenenza, di quel costume che denota democrazia matura e consapevole. Noi dobbiamo fare questo perché abbiamo degli strumenti in più. Dobbiamo con convinzione sentirci parte di un disegno più esigente, contro l’omolagazione culturale”. Infine l’ultima sfida, quella che riguarda i giovani. “Non dobbiamo perdere i ragazzi, non dobbiamo permettere che le loro tracce spariscano dai radar dell’autonomia. Certo, registriamo aspettative, domande, richieste di sostegno, leggi ma fatichiamo a registrare sul nostro radar i ragazzi ed i giovani. E forse questa è la sfida più importante, perché riguarda il futuro. Trasmettere ai ragazzi il senso e lo spirito dell’autonomia, questo dobbiamo fare. E l’autonomia non è quella cosa che sta dentro il palazzo, non è un museo, non è un localismo. La sfida è trasmettere l’idea glocal, il globale più il locale. I ragazzi sono per loro natura glocal, abitano territori a noi sconosciuti, dobbiamo offrire loro la percezione che questa autonomia speciale è un grande antidoto alla solitudine, è un sogno collettivo, è luogo della creatività e della costruzione del futuro. L’autonomia delle radici e delle ali, dunque. Dove le radici sono le tradizioni e le ali sono la disponibilità di vedere nell’autonomia lo strumento che permette di affrontare il mondo senza complessi di inferiorità e senza paure. E’ la sfida più difficile perché non si tratta di fare una legge, ma di disegnare l’autonomia. Dovremo potenziare molto il lavoro comune su questi temi, scambiarci esperienze di buone pratiche, aiutarci reciprocamente ad alzare il profilo della nostra autonomia. In Trentino, assumendoci competenze importanti, stiamo lavorando per quel che riguarda università e ammortizzari sociali, perché senza conoscenza e welfare non si costruisce un futuro. Dobbiamo legare insieme tutte queste cose e per farlo non dobbiamo perdere la bussola dei valori".  
   
   
AVVIATE LE AGEVOLAZIONI PER LE RISTRUTTURAZIONI FINANZIARIE DELLE IMPRESE CALABRESI  
 
Cosenza, 22 novembre 2010 - L’assessore alle Attività Produttive Antonio Caridi ha annunciato che da lunedì prossimo, 22 novembre, si darà il via alle agevolazioni per le ristrutturazioni finanziarie delle imprese calabresi. L’iniziativa fortemente voluta dall’assessore Caridi è stata realizzata dopo una aperta condivisione della misura con tutte le associazioni regionali delle imprese. “E’ un provvedimento che va incontro alle difficoltà che stanno attraversando le imprese calabresi - ha dichiarato Caridi - in un momento di particolare rallentamento dell’economia e che immette nel tessuto produttivo regionale quella liquidità oggi sempre più difficile da ottenere dal sistema finanziario. Quello che preoccupa sono però le notizie che vengono segnalate in relazione all’atteggiamento che alcuni Istituti di Credito stanno avendo nell’attuazione di questa importante misura di agevolazione. Da un lato, infatti, non tutte le Banche hanno aderito all’invito promosso dalla Regione di sostenere, attraverso l’operatività, questa misura di intervento, e dall’altro, alcune di quelle che hanno aderito, stanno proponendo tassi agli imprenditori particolarmente elevati”. “E’ bene ricordare - ha sottolineato ancora Caridi - che le agevolazioni regionali sotto forma di contributo agli interessi passivi sono finalizzate al risanamento dei bilanci delle imprese calabresi e non già a quelli delle banche e che, quest’ultime, non possono pensare di poter utilizzare risorse delle imprese per mettere a posto i propri conti. E’ un atteggiamento che, come Regione, non possiamo accettare – prosegue l’assessore regionale - perché il nostro obiettivo, pur nei limiti e nei vincoli posti dal rispetto del Patto di Stabilità, è quello di sostenere prioritariamente il sistema economico calabrese. E per questo motivo, a conclusione dell’intervento agevolativo, renderemo pubblico non solo il numero degli interventi generati ma anche le attività sviluppate sul territorio regionale da parte degli Istituti finanziatori che, ovviamente, rivestono un ruolo fondamentale per l’efficacia e l’impatto dell’intervento. “E’ un modo - ha concluso Caridi - perché i calabresi conoscano, con grande chiarezza e trasparenza, non soltanto le iniziative poste in essere dal Governo regionale ma anche la loro gestione ed efficacia sul territorio”.  
   
   
CORTE COSTITUZIONALE, RIPRISTINATI I FINANZIAMENTI STATALI PER I MUTUI DELLE COMUNITÀ MONTANE  
 
Campobasso, 22 novembre 2010 - L´assessore regionale agli Enti locali, Salvatore Muccilli, valuta in modo estremamente positivo la recente pronuncia della Corte Costituzionale in materia di finanziamento alle Comunità montane. "Credo che la Corte - dichiara l´Assessore - abbia fatto davvero giustizia, abrogando norme statali che avevano creato grandi difficoltà e incertezza nelle fondamenta stesse dei corretti rapporti tra istituzioni". La Sentenza 326 della Suprema Corte ha bocciato l´articolo comma 187 della Legge 191 del 2009, quella che in sostanza sopprimeva i finanziamenti statali in favore delle Comunità montane. La Corte ha definito la norma irragionevole, in quanto non ha fornito alcuna necessaria indicazione su come gli enti montani avrebbero potuto onorare gli impegni presi grazie al concorso dello Stato. "Su questo - continua Muccilli - più volte avevo manifestato tutte le mie profondissime perplessità. Le Comunità montane avevano sottoscritto dei mutui con il sostegno finanziario dello Stato, derivante dal fondo nazionale ordinario per gli investimenti. La Legge 191 sopprimeva semplicemente tale fondo, mentre i mutui ovviamente rimanevano. Va bene comprendere le ristrettezze della finanza pubblica, ma così si faceva carta straccia di qualsiasi corretto rapporto contrattuale e istituzionale. Sono contento, quindi che la Corte Costituzionale sia intervenuta, anche perché un precedente del genere avrebbe comportato incertezza in ogni rapporto giuridico con il governo, a prescindere dalle stesse comunità montane. L´intervento della Corte ci permette di contare sulle risorse indispensabili per sostenere i rimborsi dei mutui". "Ci continueremo ad impegnare anche per il ripristino di altre voci di trasferimento soppressi dalla 191- conclude Muccilli - ma ciò non vuol dire che non si debbano combattere gli sprechi o non si debba mettere mano ad un´organica riforma delle Comunità montane e delle loro funzioni, come d´altronde la Giunta regionale sta già facendo. L´obiettivo rimane, una volta sanata questa vistosa e ingiustificata anomalia, quello definire una riorganizzazione ragionevole e logica degli Enti montani e della loro funzione sul territorio".  
   
   
ECONOMIA FVG: AGEVOLATO L´ACCESSO AL CREDITO PER LE PMI  
 
Trieste, 22 novembre 2010 - Per agevolare l´accesso al credito delle Pmi, la Giunta regionale ha approvato il 18 novembre, su indicazione dell´assessore alle Attività produttive, Federica Seganti, due piccole ma sostanziali modifiche ad altrettanti regolamenti. La prima riguarda l´articolo 12 bis della L.r.4/2005 sui criteri e le modalità per la concessione delle garanzie del Fondo regionale di garanzia per le Pmi, le tipologie delle operazioni e l´ammontare dell´impegno massimo assumibile dal Fondo; la seconda si riferisce al regolamento per l´assegnazione delle risorse finanziarie (L.r. 1/2007) a favore dei Consorzi di garanzia Fidi del Friuli Venezia Giulia. "Con quest´azione - afferma l´assessore Seganti - inseriamo all´interno delle due linee d´intervento, definite dai Dpreg 226/07 e 224/09, una muova metodologia di calcolo dell´elemento d´aiuto per gli interventi di garanzia eseguiti secondo la regola del "de minimis", che li disciplina entrambi, e diamo una prima, sostanziale risposta alle richieste che ci sono state fatte dalle categorie economiche nel corso degli incontri della scorsa settimana". Ad aprire la strada al provvedimento della Giunta è stata l´approvazione, da parte della Commissione Europea, del "Metodo nazionale per calcolare l´elemento di aiuto nelle garanzie a favore delle Pmi", applicabile nel caso specifico anche nell´ambito del "de minimis". "Il vantaggio immediato per le imprese - spiega l´assessore - sarà una minore erosione del plafond fissato dal "de minimis" conseguentemente al rilascio di una garanzia, e pertanto la possibilità di utilizzare ciò che rimane per accedere ad altri aiuti in de minimis" Attualmente il plafond è fissato a 200 mila euro nel triennio (100 mila euro per le imprese di trasporto su strada) ed il regime "de minimis" prevede, in via ordinaria, che l´aiuto sia determinato sulla base del tasso massimo del 13 per cento, che per i regimi di garanzia corrisponde allo scenario peggiore. In pratica, oggi una garanzia pari a 1,5 milioni di euro può avere un "equivalente sovvenzione lordo" (Snl) identico alla soglia "de minimis" di 200 mila euro, che viene così completamente utilizzata. "Il nuovo metodo allarga considerevolmente il quadro d´azione - spiega l´assessore Seganti - per cui, a parità dell´importo garantito di 1,5 milioni di euro e a seconda degli utilizzi del finanziamento, l´equivalente sovvenzione lordo varia tra 13.500 e i 59.000 euro circa, con un evidente e consistente vantaggio per le imprese".  
   
   
REGIONE SICILIA: OK A LINEE GUIDA PER NUOVI CONTRATTI  
 
Palermo, 22 novembre 2010 - Definite le linee guida per il rinnovo dei contratti di lavoro dei dipendenti regionali. Si tratta del quadriennio 2006/2009 (sia giuridico che economico) per i dirigenti e dei bienni 2006/2007 (solo giuridico) e 2008/2009 (giuridico ed economico) per il personale del comparto. L´intesa e´ stata raggiunta il 18 novembre al termine di una lunga riunione tra l´assessore regionale per le Autonomie locali e la Funzione pubblica, Caterina Chinnici, e i rappresentanti delle 8 sigle sindacali (Cgil, Cisl, Uil, Sadirs, Cobas-codir, Dirsi, Ugl e Siad) rappresentative dei dipendenti dell´amministrazione regionale. All´incontro hanno partecipato anche il dirigente generale del Dipartimento regionale della Funzione pubblica e del Personale, Giovanni Bologna e il capo di gabinetto dell´assessorato, Cosimo Aiello. Per quanto riguarda la parte economica, per i dirigenti l´incremento, per il biennio 2006/2007, sara´ del 4,85% e per il 2008/2009 del 3,2% analogamente a quanto previsto in campo nazionale. Per il personale del comparto, l´incremento a regime sara´, per il biennio 2008/2009, del 3,2%. Nel corso dell´incontro, la totalita´ delle organizzazioni sindacali ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto dall´assessore Chinnici, che ha permesso, in alcuni mesi appena, di arrivare a un risultato concreto con la predisposizione delle linee guida. Dopo la fase concertativa di oggi, i due documenti andranno all´attenzione del governo regionale, che nel corso della prima seduta utile della giunta elaborera´ le direttive da dare all´Aran per l´avvio immediato della contrattazione con i sindacati. Se, durante la trattativa, il rinnovo della parte giuridica dovesse risultare piu´ complesso, la parte economica verra´ sganciata ed entrera´ subito in vigore, essendo gia´ stabiliti i tetti massimi di aumento. Per quanto riguarda i dirigenti, oltre all´incremento del tabellare, e´ prevista la possibilita´ di modificare la retribuzione di parte variabile e quella di risultato. Anche per il comparto verra´ aggiornata la parte accessoria della retribuzione attraverso un sistema unico di valutazione fondato su criteri di premialita´ in favore dei piu´ responsabili e meritevoli. Previste novita´ anche per quanto riguarda altri istituti come quello relativo alle assenze per malattia.  
   
   
TRENTO: STANZIATI 50 MILA EURO PER INIZIATIVE DI CONTRASTO ALL’ESCLUSIONE SOCIALE  
 
Trento, 22 novembre 2010 - La Giunta provinciale ha approvato il finanziamento di 50 mila euro a favore di progetti relativi alle nuove povertà e all’esclusione sociale. In particolare, l’esecutivo ha deciso - su iniziativa dell’assessore provinciale alla Salute e politiche sociali Ugo Rossi - di fissare i criteri per il finanziamento di attività sperimentali in campo informativo, culturale ed artistico e negli atri ambiti di intervento, svolte da enti senza scopo di lucro aventi sede in provincia di Trento. Le domande vanno presentate entro il 31 dicembre. A sostegno della dichiarazione del “2010, Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale”, il Consiglio provinciale ha impegnato la Giunta provinciale a promuovere e finanziare iniziative di carattere culturale, informativo, artistico relative al tema delle nuove povertà e dell’esclusione sociale. Nella seduta odierna, l’esecutivo - su iniziativa dell’assessore provinciale alla Salute e politiche sociali Ugo Rossi - ha adottato la deliberazione con cui si approvano i criteri per il finanziamento di nuovi progetti relativi a questa delicata materia. Per “nuove povertà” si intendono non solo la condizione di disagio economico oggettivamente misurabile, ma anche “insicurezza sociale, instabilità, fragilità di relazioni, precarietà lavorativa, malattia, inadeguatezza ad un sistema caratterizzato dalla competitività e dalla produttività”. L’esclusione sociale è intesa come il processo di progressivo distacco dalle relazioni sociali e dalle istituzioni, che “impedisce la piena partecipazione alle normali attività della società in termini di occupazione, istruzione e formazione”. La Provincia autonoma di Trento finanzierà, per un totale di 50 mila euro, progetti sperimentali che prevedono attività in campo informativo, culturale ed artistico e nuove forme di intervento relative al tema delle nuove povertà e dell’esclusione sociale. Potranno accedere ai contributi enti senza scopo di lucro con sede legale nel territorio della provincia di Trento con finalità coerenti con gli obiettivi della legge sulle politiche sociali, e istituti scolastici sempre del Trentino. Il termine per la presentazione delle domande è stato fissato alle ore 12.30 di venerdì 31 dicembre 2010, mentre il contributo per ciascuna iniziativa non può superare i 5 mila euro e sarà concesso nella misura massima del 95% delle spese ammissibili. Le attività previste da ciascun progetto finanziato dovranno svolgersi entro il 31 dicembre 2011, salvo unica proroga eccezionale. Le risorse disponibili per il finanziamento dei progetti ammontano a 50 mila euro, di cui 30 mila saranno riservati ai progetti presentati dagli enti senza scopo di lucro. La valutazione dei progetti è effettuata da una commissione nominata dalla Giunta provinciale sulla base dei seguenti indicatori:
Area di valutazione Indicatori Punteggio
A) contenuto dell’iniziativa A1) coerenza degli obiettivi dell’iniziativa con le finalità di cui all’articolo 2 0 - 10
A2) rispondenza dell’iniziativa ai bisogni rilevati sul territorio 0 - 15
A3) ricaduta: persone coinvolte (tipologia, caratteristiche…), efficacia e qualità delle azioni, persistenza degli effetti dell’iniziativa, … 0 - 10
A4) innovazione/originalità 0 - 15
A5) approccio pluringuistico 0 - 05
B) partenariato e territorio B1) collaborazione tra più soggetti finanziabili 0 - 10
B2) rafforzamento reti sul territorio 0 - 10
C) impostazione dell’iniziativa C1) articolazione del progetto e coerenza obiettivi/azioni 0 - 10
D) volontariato D1) valorizzazione del volontariato presente sul territorio 0 - 15
 
   
   
CITTÀ DELLA PACE; DE FILIPPO: SIAMO AL PUNTO DI SVOLTA  
 
 Potenza, 22 novembre 2010 - “L’approvazione del Piano strategico segna il punto di svolta tra la fase del progetto e quella dell’operatività – ha detto il presidente della Regione Vito De Filippo – e, in un campo così delicato, dobbiamo lavorare senza lasciare nulla al caso o all’improvvisazione, ma anche sapendo che il tempo rappresenta una variabile decisamente pesante per la vita di bambini donne e uomini che attendono un aiuto. Per questo prendo atto con gioia della determinazione con cui la Fondazione sta procedendo nel lavoro”. “Inizia a prendere forma – ha aggiunto Betty Williams - quella Città che abbiamo concepito come un tempo e uno spazio per l’educazione alla Pace e alla formazione di eccellenza che abbia come cuore un’area di sicurezza per i bambini e le loro famiglie provenienti da aree colpite da conflitti armati. Nei prossimi mesi cercheremo di far convergere su questo obiettivo quante più forze possibile, chiedendo anche il contributo di singoli, associazioni e imprese a partire dal territorio della Basilicata per poi ampliare l’orizzonte al fine di sostenere questa che è una realtà che si propone di operare in questa regione ma senza confini”.  
   
   
CITTÀ DELLA PACE; OBIETTIVO: PRIMI BIMBI OSPITATI NEL 2011 APPROVATO IL PIANO STRATEGICO. GLI OSPITI PROVENIENTI DA ZONE DI GUERRA RISIEDERANNO IN ABITAZIONI RISTRUTTURATE NEI CONTESTI URBANI. DEFINITI I PIANI DI ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE  
 
 Potenza, 22 novembre 2010 - Portare già nel 2011 i bambini provenienti da zone di guerra ad essere ospitati dalla Fondazione Città della Pace, nata in Basilicata per iniziativa della Regione e del premio Nobel per la Pace Betty Williams. E’ l’obiettivo fissato nel piano strategico della fondazione che è stato approvato il 19 novembre dal Consiglio di amministrazione cui hanno partecipato, tra gli altri, la stessa Betty Williams, il presidente della Regione, Vito De Filippo e i sindaci dei comuni di Sant’arcangelo, Domenico Esposito, e Scanzano Jonico, Salvatore Iacobellis, i due centri dove sono situate le strutture per l’ospitalità. La formula scelta è quella di un’ospitalità pienamente integrata nei contesti urbani, ottenuta attraverso l’acquisizione e ristrutturazione di alcuni alloggi situati in posizione centrale, dove sarà possibile ospitare i bambini provenienti da zone al centro di conflitti armati e il rispettivo nucleo familiare (dando particolare attenzione ai bambini con un solo genitore). Alcuni di questi alloggi sono già stati ultimati per cui si potrà procedere presto a dare il via al programma di ospitalità per il quale è già stato avviato un confronto con il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati di Anci e Ministero dell’Interno. In base a quanto previsto nel piano strategico della Fondazione, “il modello di accoglienza previsto per la Città della Pace si basa su due pilastri: l’integrazione dei beneficiari con la realtà sociale ed economica dei luoghi di accoglienza; l’acquisizione dell’autonomia da parte dei beneficiari nell’ambito di impegni reciproci con la Fondazione, nel rispetto delle regole di accoglienza e delle normative nazionali. Pertanto il modello insediativo prevede l’attivazione di due nuclei presso Sant’arcangelo e presso Scanzano ionico” per promuovere un’accoglienza integrata volta favorire l’acquisizione di strumenti per raggiungere l’autonomia. In particolare, “si prevede quindi di implementare un modello basato sull’accoglienza in appartamenti la cui gestione, sotto il controllo e la supervisione dell’equipe di accoglienza, sarà completamente affidata agli ospiti del progetto in modo da favorire una rapida integrazione con il tessuto sociale locale e l’acquisizione di una capacità di gestire le proprie risorse in modo autonomo , pur se assistito, nel nuovo contesto in cui sono inseriti da parte dei beneficiari”. Dopo un colloquio di ingresso sarà dunque sottoscritto un contratto di accoglienza nel quale saranno esplicitate sia i servizi che la Fondazione si impegna ad erogare, sia gli impegni che devono essere rispettati dal beneficiano tra i quali, l’impegno al rispetto del regolamento della Città della Pace, ad apprendere la lingua italiana, a realizzare il proprio progetto di inserimento, a rispettare i termini e le modalità di accoglienza), saranno attivate le necessarie pratiche burocratiche. Ai beneficiari sarà corrisposto periodicamente un importo minimo per il sostentamento e per le spese primarie. Gli operatori della Fondazione seguiranno gli ospiti durante tutta la loro permanenza garantendo ai beneficiari di poter usufruire dei seguenti servizi: assistenza sanitaria, assistenza sociale, attività multiculturali, inserimento scolastico dei minori, mediazione linguistica ed interculturale, orientamento e informazione legale, servizi per l’alloggio, servizi per l’inserimento lavorativo e servizi per la formazione. Per quel che riguarda la presenza nei due centri che compongono la Città della Pace, “nel nucleo di Sant’arcangelo – si legge nel Piano Strategico - saranno messe a disposizione degli ospiti una serie di appartamenti ristrutturati nell’ambito del centro storico del paese e diffusi nei vari quartieri in modo da favorire l’integrazione degli ospiti con il tessuto sociale esistente ed evitare una marginalizzazione ed una estraneazione degli ospiti. Le abitazioni ristrutturate sono in prossimità inoltre sia alle strutture sociali esistenti (centri sociali, aree attrezzate per lo sport ed il tempo libero), sia delle strutture per l’istruzione (scuole, asili), sia dei piccoli esercizi commerciali che possono essere di riferimento per le necessità materiali degli ospiti. Nel nucleo di Scanzano ionico, realizzato in prossimità del mare, sarà realizzata una struttura di accoglienza prevalentemente dedicata alle attività complementari all’accoglienza (formazione ed attività multiculturali) da realizzarsi nei mesi primaverili ed estivi avendo a disposizione spazi comuni quali una sala conferenze, una biblioteca, delle aule per la formazione e un’ampia foresteria che consentirà la permanenza degli ospiti e degli operatori in questa struttura per specifici periodi di formazione, per stage e per iniziative pubbliche volte all’integrazione ed alla diffusione del modello di accoglienza della Città per la Pace”. L’ospitalità di bambini provenienti da aree in guerra è solo uno dei quattro moduli di azione della Città della Pace. Gli altri quattro sono un campus di educazione alla pace e allo sviluppo sostenibile, un centro per l’organizzazione delle missioni umanitarie, un polo direzionale di gestione e coordinamento e un centro di eccellenza per la ricerca e lo sviluppo scientifico per la salvaguardia ambientale e le energie alternative.  
   
   
“SUI RIFUGIATI PERCEZIONE DISTORTA” LA PORTAVOCE ONU LAURA BOLDRINI A TRENTO  
 
Trento, 22 novembre 2010 - “Sul tema dei rifugiati e richiedenti asilo ci sono due ´dimensioni´: la realtà e la percezione; in mezzo ci sono la politica e gli organi di informazione, che in molti casi operano una distorsione del fenomeno”. Non ha usato mezzi termini Laura Boldrini, portavoce per l’Italia dell’Agenzia Onu per i rifugiati, nella descrizione dell´attuale quadro sociale e geopolitico del fenomeno rifugiati e respingimenti. Lo ha fatto in occasione della presentazione a Trento del suo libro “Tutti indietro”, avvenuta ieri presso la Biblioteca Comunale di Trento. La presentazione ha aperto la due giorni di riflessione e dibattito intitolata “Fortezza Europa? Il confine del diritto di asilo”. L´evento è organizzato da Cinformi, associazione Limen, Centro Astalli e Sanbaradio. Alla presentazione del libro hanno preso parte l´assessore alla solidarietà internazionale e alla convivenza della Provincia autonoma di Trento Lia Giovanazzi Beltrami e Luciano Scalettari, giornalista di “Famiglia Cristiana”. La responsabilità degli organi di informazione e della politica è stato uno dei punti chiave dell´intervento di Laura Boldrini. Oggi – ha detto – in Europa c´è chi costruisce la propria carriera fomentando l´odio. Il titolo del mio libro, “Tutti indietro”, non si riferisce solo all´atteggiamento di chiusura nei confronti di chi lascia il proprio Paese in fuga da guerre e persecuzioni, ma anche ad una logica di “respingimento interno”, ad una tendenza a “trincerarsi” che ci fa arretrare come Paese. In questo quadro i media hanno un´enorme responsabilità. Ed è ancora presto – ha aggiunto la portavoce Onu – per vedere i frutti di documenti deontologici come la “Carta di Roma”, che dovrebbero orientare i media ad un´informazione non urlata e che sappia guardare al fenomeno rifugiati in modo propositivo. Dal libro di Laura Boldrini emergono anche il dramma e la dimensione umana di chi è costretto a lasciare il proprio Paese. Un percorso pieno di ostacoli, dai viaggi in condizioni disumane che spesso finiscono in tragedia al concreto pericolo di finire vittima di sfruttamento. E la destinazione finale di questi viaggi molto spesso non è, come molti pensano, l´Europa. La maggior parte degli oltre 40 milioni di persone in fuga nel mondo, infatti, finisce nel sud del pianeta, mentre l´Italia accoglie 55mila rifugiati, molti meno rispetto ad altri Paesi europei. E se questi dati impongono una riflessione sull´approccio dell´Europa al tema dell´asilo, molto può essere fatto anche a livello locale, come avviene ad esempio in Trentino attraverso il progetto di accoglienza dei richiedenti asilo, come ha ricordato l´assessore provinciale Lia Giovanazzi Beltrami. Ma non solo. Il Piano Convivenza approvato dalla Giunta provinciale ed elaborato dall´Assessorato – ha detto Lia Giovanazzi Beltrami – risponde concretamente al fenomeno migratorio nella sua totalità e nella sua complessità. Il Piano individua infatti una serie di azioni per favorire la coesione sociale, l´incontro fra le culture, la valorizzazione dei cittadini immigrati. Interventi messi in atto attraverso il Cinformi, Centro informativo per l´immigrazione, che offre una serie di servizi rivolti a tutti, trentini e “nuovi trentini”, per rispondere in modo efficace e costruttivo al tema immigrazione. E anche se il modello trentino di risposta al fenomeno è preso ad esempio in altre zone d´Italia (il Piano Convivenza è stato “esportato” anche a L´aquila) dobbiamo comunque – ha detto l´Assessore – tenere alta l´attenzione di fronte agli episodi di intolleranza e di fronte alle azioni di chi coltiva una cultura dell´odio.  
   
   
INDAGINE FAMIGLIE E MERCATO DEL LAVORO, MARCHE: LA FAMIGLIA RESTA IL PILASTRO DELLA COESIONE SOCIALE  
 
Ancona, 23 Novembre 2010 - ´Uno spaccato reale della societa` marchigiana attraverso un´indagine sulle famiglie, per verificare come il fattore lavoro e l´impatto della crisi incida significativamente sul tessuto sociale ed economico. Analizzando le emergenze del lavoro potremo attivare politiche di tutela della famiglia che rimane nella nostra regione il pilastro della coesione sociale. ´ Cosi` ha spiegato l´assessore regionale alla Formazione ´Lavoro, Marco Luchetti, le finalita` dell´indagine ´ Famiglie e mercato del lavoro 2009. Un anno di crisi , un anno di impegni´ i cui risultati sono stati presentati oggi in Regione. ´In un anno di crisi particolarmente difficile´ ha aggiunto Luchetti- era necessario conoscere le condizioni attuali delle famiglie marchigiane e come la crisi del mercato potesse minare la tenuta della famiglia, la cui difesa il governo regionale ha posto come obiettivo prioritario per la tutela dello Sato sociale. Non e` un caso, infatti, che il Bilancio preventivo regionale, nonostante i tagli pesanti del Governo centrale, destini al welfare una quota rilevante, attraverso misure trasversali in tutti i settori.´ ´L´indagine conferma dati noti ´ ha proseguito l´assessore- e cioe` che le famiglie giovani sono le piu` esposte alla crisi rispetto a quelle di origine,per dimensione del reddito. Ma il dato statistico composto dimostra comunque che il nucleo familiare marchigiano mantiene un profilo sostanzialmente saldo sia economicamente che socialmente.´ L´indagine campionaria - condotta dal Servizio Statistica della Regione Marche e coordinata da Stefano Barbarini dell´associazione nazionale ´Nuovi Lavori´ ´ e` durata parecchi mesi ed ha riguardato 2528 famiglie residenti di 58 Comuni che corrispondono a 7437 individui. La famiglia marchigiana ha una media di 2,81 componenti (in aumento rispetto al 2008 che era 2,7) per ogni nucleo familiare e 1.8 percettori di reddito, invariato rispetto all´anno precedente. Sempre in maggioranza le donne (51,6% sul totale), l´eta` media e` in linea con l´Italia centrale: 44,16 anni e il 4,7% della popolazione ha cittadinanza non italiana. I nuclei con un solo componente sono in netto calo: 13,9% rispetto al 17,7% del 2008. Solo l´8% dei giovani fra 20 e 30 anni e` sposato o convivente. Nella tendenza nazionale quindi, la permanenza in famiglia: 85%, percentuale aumentata ulteriormente rispetto al 2008 che era del 72,3%. Le coppie hanno in media 1,6 figli ( leggero aumento dal 2008, 1,5) che sale a 1,74 se il capofamiglia ha un diploma di laurea ( in totale il 10% della popolazione marchigiana, contro il 35% con diploma di scuola media superiore) e a 1,87 se il capofamiglia e` straniero. Nell´ottobre 2009 si e` rilevato un reddito medio familiare pari a 2.256 euro, in leggero aumento rispetto a quello del 2008 (+2,2%). Il reddito medio familiare e` piu` elevato se il capofamiglia e` cittadino italiano, maschio, occupato e di eta` compresa tra i 51 e i 64 anni. Il 10,2% dei cittadini marchigiani si trova in condizione di poverta` relativa , dato sostanzialmente stabile rispetto alla rilevazione 2008, che registrava un dato pari al 10,3%, ed inferiore rispetto alla media nazionale che, per il 2009, si e` attestato al 13,1% (Fonte: Istat). Il fenomeno della disoccupazione insiste soprattutto sulla fascia di popolazione piu` giovane: il 30.8% della forza lavoro in eta` compresa tra i 15 e i 24 anni ed il 14.1% della forza lavoro fra i 25 e i 34 anni risulta disoccupata. Il reddito netto percepito si attesta sui 1.376 euro mensili, con valori ben piu` elevati per gli autonomi (1.711 euro) e inferiori per i lavoratori dipendenti (1.290 euro) e per i parasubordinati (819 euro). Rispetto al 2008 (1.398 euro) il reddito dei lavoratori marchigiani e` calato mediamente dell´1,6 e aumentano le famiglie che devono prelevare dalle riserve (dal 9% al 13,2%). Il possesso di un titolo di studio elevato rappresenta ancora una chiave per garantirsi, in un´ottica di medio-lungo periodo, una situazione reddituale migliore: i laureati guadagnano in media il 25% in piu` dei diplomati. Sui giovani dunque grava maggiormente il peso della crisi economica, dovendo sopportare un netto peggioramento di tutti i principali indicatori. ´Infine c´ e` da registrare una tendenza generale a formare famiglie sempre piu` numerose rispetto al passato, condividendo la stessa abitazione e creando economie di scala ´ come ha rilevato in conclusione Raffaele Morese, segretario generale dell´associazione Nuovi Lavori - La famiglia e` il principale ammortizzatore sociale per gli individui marchigiani, soprattutto per le giovani generazioni. Le famiglie marchigiane rispondono alla crisi economica in atto contraendo consumi ed indebitamento: prendendo in considerazione tutti i debiti contratti dalle famiglie, la proporzione di famiglie indebitate a livello regionale e` passata dal 37,8% nel 2008 al 34,3% nel 2009.´ Nel corso dei lavori seminariali sono intervenuti anche Marco Canonico, responsabile dell´Osservatorio regionale del Mercato del Lavoro, Katia D´ercoli del Sistema informativo statistico regionale, Antonio Di Stasi, docente Diritto del Lavoro e Fabio Montanini ´ dirigente dei Servizi per l´Impiego e Mercato del Lavoro - che ha sottolineato l´utilita` di questa indagine come ulteriore strumento conoscitivo anche in relazione alle aree territoriali per definire una mirata programmazione delle politiche del lavoro.  
   
   
DONNE: PRESIDENTE MARINI INSEDIA TAVOLO PARI OPPORTUNITA’: “POLITICHE DI GENERE NELL’AZIONE DEL GOVERNO REGIONALE DELL’ UMBRIA”  
 
 Perugia, 22 novembre 2010 - Individuare interventi e misure specifiche che, in linea con il Programma di legislatura, con la Road Map e la più recente Strategia per la parità tra uomini e donne 2010-2015 della Commissione europea, consentano di promuovere trasversalmente la parità di genere nell’ambito delle politiche regionali. E’ con questo obiettivo che la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ha istituito il Tavolo regionale per le pari opportunità, insediatosi il 19 novembre a Palazzo Donini e di cui fanno parte rappresentanti delle aree tematiche di attività delle Direzioni regionali (Risorse umane, Politiche sociali, Sanità, Lavoro, Scuola, Sviluppo economico, Ambiente), di Sviluppumbria e degli Organismi di parità, Centro regionale per le pari opportunità e Consigliera di Parità. “Si apre oggi - ha detto la presidente introducendo i lavori, a cui hanno partecipato anche le assessori regionali Carla Casciari e Fernanda cecchini - un momento di confronto operativo tra i diversi soggetti che, a vario titolo, concorrono all’attuazione delle politiche di genere. Intendiamo costituire una struttura efficace – ha aggiunto Marini, con il carattere della orizzontalità che, partendo da quanto finora realizzato, ci consenta di fare un ulteriore passo avanti nell’attuazione di politiche rivolte alle donne, in ciò coinvolgendo anche altri soggetti pubblici, Comuni e Province, per metter in rete le esperienze finora maturate e per costruire le azioni future”. La presidente ha quindi formulato alcune proposte di lavoro sulle quali incardinare le priorità di intervento. “Una tabella di marcia che, in linea con quanto indicato nella Road Map, ha l’obiettivo di combattere le disparità esistenti in tutti i settori della vita sociale. A cominciare – ha detto la presidente - dalla necessità di realizzare una eguale indipendenza economica e raggiungere l’obiettivo di occupazione femminile stabilito dal Consiglio di Lisbona. Occorre inoltre migliorare la conciliazione tra la vita lavorativa e la vita privata delle donne, promuovere l’eguale partecipazione di uomini e donne nei luoghi decisionali, combattere la violenza di genere e la tratta di essere umani, eliminare gli stereotipi di genere a partire dall’educazione e dalla cultura e promuovere l’uguaglianza di genere in modo orizzontale su tutte le politiche da attuare. “Nella programmazione europea – ha proseguito la presidente – ci saranno anche gli strumenti finanziari per attuare queste politiche, che dovranno comunque essere sottoposte a monitoraggio per valutarne l’efficacia”. Come metodo di lavoro Marini ha indicato un calendario di appuntamenti seminariali per fare il punto, insieme a tutti i soggetti interessati, sullo stato di attuazione in Umbria delle politiche di genere e di pari opportunità, e per lo scambio di esperienze e di buone pratiche. Al centro degli incontri, successivamente, i temi del lavoro e della formazione, della conciliazione, della violenza e dell’autodeterminazione. Un Comitato scientifico supporterà il Tavolo regionale nell’attuazione delle diverse politiche. La Scheda. Anche in Umbria sono state le donne a subire maggiormente le conseguenze della crisi. I dati 2010 forniti dall’Osservatorio regionale del Lavoro sembrano confermare le tendenze negative dello scorso anno, dopo la fase espansiva registrata nel 2008. Dai Centri per l’impiego si rileva che nei primi sei mesi del 2010 il numero delle iscrizioni si mantiene su livelli poco inferiori a quelli dell’analogo periodo del 2009 (-3,8%) e la lieve crescita delle occasioni di lavoro, segnalata dalle comunicazioni di assunzione (+3,1%) e prodotta dalla sola componente a termine (le assunzioni a tempo indeterminato continuano, infatti, a calare), anche se rappresenta un segnale positivo, di certo non può rappresentare l’inizio di una nuova fase espansiva. A calare nel 2010 è esclusivamente l’occupazione femminile (-5.000, quella maschile è in aumento di 1.000 unità). Di conseguenza la presenza femminile nell’occupazione umbra (41,8%) si contrae ulteriormente e ora risulta solo di un punto superiore alla media nazionale quando nel 2008 era la più elevata del Paese; il tasso di occupazione femminile, sceso al 51,3% (-2,2 punti) risulta inferiore alla media delle regioni centrali di quasi un punto ed accusa un gap verso quello della componente maschile (73,1%) di 21,8 punti, un dato in linea con la media nazionale. L’aumento della disoccupazione riguarda in ugual misura entrambi i sessi. Il numero delle donne in cerca di occupazione ha raggiunto quota 17.000 (+2.000) a cui corrisponde un tasso di disoccupazione superiore al 10% (10,2%) un valore in linea con la media nazionale e di oltre 3 punti superiore a quello del Nord (7,1%); anche il numero di disoccupati di sesso maschile è aumentato (12.000, +2.000), a seguito della crescita delle forze di lavoro superiore a quella dell’occupazione, ma l’attuale livello raggiunto dal relativo tasso (5,5%, +0,9 punti) resta tra le più contenute del Paese, perfettamente in linea con la media del Nord (6,2%). Ciò fa sì che la presenza femminile nella disoccupazione (57,9%) sia tornata ad essere la più elevata del Paese ed il gap di genere nella stessa (4,7 punti) il massimo del Centro Nord. Secondo un sondaggio effettuato da Eurobarometro e pubblicato a marzo 2010 il 62% degli europei è convinto che le disuguaglianze di genere esistano tuttora in molteplici aree della società. Per gli europei tra le priorità per combattere tali disuguaglianze c’è quella di ridurre la differenza di retribuzione tra i due sessi. Il divario retributivo (differenza media tra la retribuzione oraria lorda delle donne e degli uomini nell´insieme dell´economia) è del 17,8% nell´Ue, 30,9% in Estonia, 26,2% nella Repubblica ceca, 25,5% in Austria e 23,2% in Germania, mentre è del 4,9% in Italia, 8,5% in Slovenia e 9% in Belgio e Romania.  
   
   
ATTIVITÀ IN FAVORE DEI MINORI, IL BILANCIO DEL MOLISE  
 
Campobasso, 22 novembre 2010 - In occasione della Giornata per i diritti dell´infanzia e dell´adolescenza, celebrata in tutto il mondo in coincidenza con la data in cui l´Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò a New York, il 20 novembre 1989, la Convenzione internazionale sui diritti dell´infanzia, l´Assessorato alle Politiche sociali presenta il bilancio delle attività svolte in favore dei minori. "Celebrare questa ricorrenza ha per noi un valore particolare - ha dichiarato l´Assessore alle Politiche sociali, Angela Fusco Perrella - e significa testimoniare il difficile e costante lavoro di squadra di tanti amministratori, operatori sociali, magistrati e associazioni di volontariato, che giornalmente vivono accanto a bambini e adolescenti, con la consapevolezza che le politiche di sostegno all´infanzia e alla famiglia possono essere realizzate solo attraverso l´impegno di tutti, ciascuno in qualità di operoso costruttore di solidarietà. In tal senso, è significativo annoverare, tra le molteplici azioni intraprese in favore dell´età evolutiva, in primo luogo le proposte operative per la promozione dell´affido familiare, condivise con il Gruppo di lavoro interistituzionale area minori, istituito nel 2008 con l´obiettivo di garantire la tutela dei diritti dell´infanzia attraverso un approccio coordinato ed intersettoriale. Di non secondaria importanza, poi, è la salvaguardia del diritto dei bambini a fruire di un´offerta educativa di qualità e, a tal fine, si è mirato al potenziamento della rete dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, per creare un sistema integrato di asili nido e nuovi servizi territoriali anche nei luoghi di lavoro. Auspichiamo che questa giornata sia per tutti stimolo a riflettere sul diritto di ciascun bambino a vivere una vita dignitosa, a crescere in condizioni di sicurezza e di serenità e sugli impegni che, nell´ambito delle rispettive competenze, vanno assunti per assicurare loro un futuro di benessere spirituale e materiale. Non possiamo, infatti, dimenticare che sostenere la crescita sana di bambine e bambini significa in primo luogo far crescere il bene comune e assumere una responsabilità sociale, imprescindibile per costruire una società fondata sui valori di condivisione, rispetto, partecipazione".  
   
   
NO ALLA VIOLENZA: ISTITUZIONI, SCUOLA E FEDERAZIONI SPORTIVE FANNO QUADRATO  
 
Campobasso, 22 novembre 2010 - Scuola e sport contro la violenza. Può sintetizzarsi così la giornata "No ad ogni forma di violenza", organizzata per lunedì 22 novembre, dalla Consigliera di parità della Regione Molise, Giuditta Lembo. L´evento è sostenuto dalla Presidenza della Regione Molise, dalla Provincia di Campobasso, dal Comune di Campobasso, dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, dalla Rete regionale antiviolenza, dalla Fondazione Molise Cultura, dal Coni regionale, dall´Esercito, ed è patrocinato dalla Presidenza del Consiglio regionale del Molise. Per illustrarne i contenuti si è tenuta il 20 novembre una conferenza stampa presso la sede del Consiglio regionale, alla quale hanno partecipato tutte le Istituzioni interessate. Ha fatto gli onori di casa il Presidente del Consiglio, Michele Picciano, che ha sottolineato l´impegno dell´Istituzione e suo personale in direzione di una manifestazione che vuole testimoniare con forza il rigetto di ogni forma di violenza. "Il 25 novembre si celebra la giornata della non violenza sulla donna - ha detto Picciano - ma noi vogliamo affermare a voce alta il rifiuto della violenza di ogni genere. E´ questa un´ iniziativa forte dal punto di vista sociale, che deve servire ad avvicinare i cittadini alle istituzioni. Abbiamo voluto anticipare a lunedì la manifestazione proprio per estenderla ad ogni forma di non violenza. L´intesa con l´Ufficio della Consigliera di parità è stata perfetta e sono convinto che tale appuntamento può significare un senso di appartenenza alle istituzioni. Mi preme, a tal proposito, ringraziare tutti gli enti che hanno voluto far sentire la loro vicinanza all´iniziativa che, attraverso il mondo della scuola e dello sport, in particolare, traccia un solco davvero significativo verso la negazione di ogni forma di violenza, quella violenza che turba la normale quiete sociale e civile". "Questa manifestazione - ha proseguito il Presidente - rappresenta uno dei momenti più qualificati e importanti per la Regione. Il mondo dell´istruzione, della scuola e quello dello sport devono rappresentare una autentica vetrina per la nostra realtà. Non abbiamo voluto interpretare solo la giornata di violenza contro le donne, ma contro ogni forma di violenza, contro la droga, contro il bullismo, contro l´alcolismo etc.. Come istituzione dobbiamo fare tutto il possibile per combatterla ed è per questo motivo che ringrazio di cuore Giuditta Lembo e il suo entourage che portano avanti tante attività e iniziative, come quella in programma lunedì". A Picciano hanno fatto seguito gli interventi di Giuditta Lembo e dei rappresentanti delle altre istituzioni che, a loro volta, hanno voluto sottolineare la validità della manifestazione che prevede, tra l´altro, una sfilata di studenti e atleti, con partenza da Piazza Prefettura. Alle ore 9,15 sotto il Monumento ai caduti si accenderà una fiaccola che sarà portata fin sotto il Municipio da tre tedofori. Sempre dinanzi al Palazzo di città, si terranno esibizioni sportive a cura delle Federazioni che hanno dato il loro assenso e il loro contributo. La giornata si concluderà con il saluto del Presidente della Regione Molise, Michele Iorio, unitamente alle altre autorità presenti.  
   
   
INFANZIA E ADOLESCENZA NEL VENETO. OGGI A PONZANO VENETO (TV) PRESENTAZIONE RAPPORTO 2010 CON SERNAGIOTTO E SACCONI  
 
 Venezia, 22 novembre 2010 - La promozione di un nuovo piano regionale sulla condizione e sulla mutata realtà dell’infanzia e dell’adolescenza nel Veneto che deve fare i conti anche con le ristrettezze delle risorse finanziarie, sarà oggetto di un convegno che si terrà lunedì 22 novembre a Ponzano Veneto (Treviso), al Centro Congressi Relais Monaco (via Postumia, 63). I lavori inizieranno alle ore 10.00 con gli interventi del Ministro del Welfare Maurizio Sacconi e dell’Assessore regionale alle politiche sociali Remo Sernagiotto. Nel corso del convegno sarà presentato il rapporto annuale, previsto dalla legge 451 del 1997, che darà una fotografia aggiornata sui “cittadini” veneti dagli 0 ai 18 anni precisando quanto cresce la componente straniera; quali sono i ragazzi che vivono fuori della propria famiglia e quanti gli stranieri senza genitori affidati alla tutela pubblica; quanti e come frequentano le scuole dell’infanzia, fornendo così una panoramica degli interventi della Regione a sostegno degli asili nido, servizi innovativi per la prima infanzia, scuole d’infanzia, strutture residenziali per minori, équipe adozioni.