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Notiziario Marketpress di Mercoledì 13 Aprile 2011
Politica
IERI VISITA DEL PRESIDENTE BARROSO IN TUNISIA  
 
 Bruxelles, 13 aprile 2011 – Ieri Il Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso si è recato in visita ufficiale in Tunisia. Ecco la sua dichiarazione in seguito all´incontro con Béji Caied Essebsi, Primo Ministro della Tunisia: "Il mio messaggio alla Tunisia è chiaro: l´Europa è con voi! E restiamo con voi." "L’unione europea è determinata a fare un salto qualitativo nelle relazioni con i nostri vicini del Sud che si impegnano sulla via delle riforme." "Allo stesso tempo, l´Europa e la Tunisia affronteranno la questione dell´immigrazione con questo stesso spirito costruttivo. L´immigrazione dev´essere vista come una sfida comune, una responsabilità condivisa." Ulteriori dettagli nel discorso pronunciato dal Presidente Barroso: Tunisi, 12 aprile 2011 -  Sono molto lieto oggi di essere in Tunisia, un paese che ha appena vissuto cambiamenti così drammatico, anche storica. Ho appena avuto un incontro molto costruttivo e proficuo con il Primo Ministro. Ma prima di dire qualche parola sulle nostre discussioni e il sostegno che l´Ue è determinata a portare riforme in Tunisia, mi consenta di iniziare il benvenuto al popolo tunisino. Voglio rendere omaggio a un popolo coraggioso che ha preso il loro futuro nelle loro mani. Il popolo tunisino merita la nostra ammirazione. Uomini e donne della sponda sud del Mediterraneo, specialmente i giovani coraggiosi, possono ora esprimere le loro aspirazioni alla libertà, dignità e giustizia. La Tunisia è il capo di questo movimento ed è una fonte di ispirazione per l´intera regione e anche a livello globale. Ci sono voluti circa 30 anni, ho sperimentato la transizione verso la democrazia nel mio paese, il Portogallo. Avevo 18 anni e so come sia impegnativo. La democrazia ha creato grandi aspettative. Essa richiede la pazienza di ogni giorno. In questo momento di speranza, ma anche enormi sfide, il mio messaggio è chiaro verso la Tunisia: L´europa è con voi!. Oggi ho avuto l´opportunità di discutere le priorità potenziale di questo aiuti europei con il primo ministro. La Tunisia è il primo paese ad avviare questo processo di transizione e voglio che sia il primo esempio della nuova generazione del nostro partenariato. Ma io sono qui per ascoltare prima in modo che l´Europa può dare l´assistenza più efficace. L´unione europea è determinata a fare un salto di qualità con i nostri vicini del sud che si dedicano a riforma attraverso un partenariato per la democrazia e prosperità condivisa. Questo partenariato dovrebbe essere strutturata intorno a tre principi fondamentali: i) sostegno mirato alla transizione democratica; ii) una stretta collaborazione con il pubblico; stimolazione iii) di una crescita inclusiva economica e la creazione di posti di lavoro; Per mettere queste priorità in vigore, la Commissione dovrà ridefinire i nostri programmi di aiuto, pari € 4 miliardi per i nostri vicini del Sud per il periodo 2011-2013. Allo stesso modo per la Tunisia, la disposizione prevede una dotazione aggiuntiva che potrebbe rappresentare un ulteriore 140.000.000 € già stanziati in bilancio per gli anni 2011-2013 (che è di 257 milioni di euro). Allo stesso tempo, l´Europa e la Tunisia affronterànno la questione della migrazione con spirito costruttivo. La migrazione dovrebbe essere considerata come una sfida comune, una responsabilità condivisa. Ci aspettiamo dalla Tunisia, una forte e chiara disponibilità ad accettare la riammissione dei cittadini che si trovano illegalmente in Europa e nella lotta contro l´immigrazione irregolare. L´impegno della Tunisia è cruciale per il proseguimento della nostra collaborazione. L´europa è pronta ad aiutarvi con ulteriori risorse, ma abbiamo anche bisogno che le autorità tunisine più d´accordo. Inoltre, l´emigrazione non è la soluzione alle sfide economiche in cui versa questo paese. La soluzione a lungo termine è lo sviluppo economico e sociale che si basa sul talento e l´energia dei tunisini. Come ho detto, siamo pronti a contribuire a questa ripresa economica e la lotta contro la povertà, anche attraverso l´accesso al mercato più. Signore e Signori, Voglio ribadire la mia fiducia verso la Tunisia e la sua rivoluzione democratica. La Tunisia ha tutto il necessario per superare - ivi compresi i diritti di uomini e donne. Mi auguro che gli investitori e turisti potranno tornare a breve termine. Mentre noi siamo consapevoli delle sfide che vi attendono. Democrazia, Stato di diritto e il benessere non può finire dall´oggi al domani. Le strade che conducono ad essi non sono mai facili. Hanno bisogno di pazienza e determinazione. Ma l´Ue rimane accanto a quelle in movimento verso la democrazia e le riforme. Il nostro ruolo con il passaggio in corso sta contribuendo a guidare la transizione a sistemi più democratica, più rispettosa dei diritti individuali, più prospera - in una parola più precisa. Grazie. Shokran! Maasalema!  
   
   
L’UE APRE IL SEMINARIO INTERNAZIONALE SULLA POLITICA DELLE ASSUNZIONI  
 
 Bruxelles, 13 aprile 2011 - Si è riunito ieri a Bruxelles un influente gruppo di dirigenti di alto livello, nazionali e internazionali, per discutere il futuro delle assunzioni nel settore pubblico. Sotto il patrocinio di Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione per le relazioni interistituzionali e l’amministrazione, il seminario intende individuare e condividere le prassi migliori per contribuire a garantire personale altamente qualificato e procedure di assunzione dal costo contenuto nel settore pubblico. Il seminario sarà il primo tentativo di riunire alcuni rappresentanti di alto livello del settore pubblico a livello nazionale e internazionale provenienti da tutto il mondo. Organizzato in un contesto di incertezza economica e con tutte le sfide che ciò comporta, il seminario tiene conto della concorrenza crescente proveniente dagli altri settori del mercato del lavoro. Come il vicepresidente Šefčovič ha dichiarato ai giornalisti immediatamente prima del seminario: “La politica del personale e delle assunzioni riveste un ruolo sempre più importante per le organizzazioni del settore pubblico di tutto il mondo; quanto mai prima, tale politica deve dimostrare di offrire un valore aggiunto in tempi di austerità. Sappiamo di avere percorso una lunga strada in tempi brevi per migliorare le procedure di selezione del personale dell’Ue, e sono felice di poter condividere le nostre conoscenze ed esperienze con partner di tutto il mondo.” Il gruppo di partecipanti al seminario comprende rappresentanti delle Nazioni Unite, dell’Unione africana, della Commissione per il servizio pubblico del Canada, dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni e del Consiglio d’Europa, oltre a molti Stati membri. I direttori esecutivi della Association of Test Publishers e dellaAssociation of Graduate Recruiters (Regno Unito) interverranno inoltre in merito alla selezione del personale e all’assunzione di laureati nel settore pubblico. Il seminario è stato organizzato a seguito di una profonda modernizzazione dei metodi di selezione del personale dell´Ue, contrassegnata dal passaggio da test basati sulle conoscenze a test basati sulle competenze e dall’introduzione di cicli annuali allo scopo di consentire ai laureati interessati di programmare in modo più sicuro la partecipazione ai concorsi. David Bearfield, direttore dell’Epso e responsabile della modernizzazione delle procedure di selezione Ue, ha dichiarato: "Siamo soddisfatti di aver potuto discutere, negli ultimi sei mesi, le esperienze fatte nell’ambito del nostro processo di modernizzazione con diversi partner internazionali. Il seminario odierno offre una splendida opportunità di continuare a lavorare insieme per migliorare la selezione del personale nel settore pubblico internazionale, il che è nel nostro comune interesse." Studenti e laureati europei hanno ancora alcuni giorni di tempo per candidarsi ai concorsi per funzionari “Ad” 2011, il cui termine scade il 14 aprile 2011 alle ore 12:00 Cet (ora di Bruxelles).  
   
   
IMMIGRAZIONE: A LAMPEDUSA LABORATORIO EUROPEO PER SVILUPPO MEDITERRANEO  
 
Bruxelles , 13 aprile 2011 - Nasce a Lampedusa un osservatorio europeo sull´emigrazione che si propone di diventare una vera e propria Agenzia per lo sviluppo del Mediterraneo. L´idea progetto e´ dal 10 marzo al vaglio del Presidente della Commissione europea, Jose Manuel Barroso, e della Commissaria per gli affari interni, Cecilia Malmstrom. Il dossier e´ stato inviato anche al Comitato delle Regioni, a Bruxelles, e al Commissario italiano, Antonio Tajani. La proposta, elaborata dalla Ucee (una organizzazione non governativa e non profit accreditata presso le istituzioni comunitarie) e´ stata accolta favorevolmente dal Comune di Lampedusa e dal Dipartimento affari extraregionali della Regione Siciliana. "Abbiamo pensato di coinvolgere le istituzioni locali e quelle europee ai massimi livelli - afferma il presidente della Ucee, Paolo Saba in una nota diffusa a Bruxelles. "Il nostro metodo- aggiunge Saba - e´ quello del coinvolgimento delle istituzioni. Al nostro fianco ci sono imprenditori, organizzazioni professionali e amministratori della Regione Lombardia, della Regione Piemonte, della Regione Siciliana e del Comune di Lampedusa". Il progetto e´ quello di avviare un dialogo "people-to-people" con le amministrazioni locali, gli imprenditori e gli attori sociali del nord Africa. "Solo seguendo il metodo della concertazione territoriale - afferma Francesco Attaguile, direttore generale degli affari extraregionali della Regione Sicilia - sara´ possibile incanalare e utilizzare nel miglior modo possibile le risorse che l´Europa annuncia di voler mettere a disposizione di un nuovo "Piano Marshall" per il Mediterraneo. E Lampedusa rappresenta il luogo politico piu´ opportuno per avviare un nuovo, efficace, partnenariato internazionale".  
   
   
PROFUGHI DAL NORD AFRICA. ZAIA: EUROPA EGOISTA. A CHE SERVE? NON SONO EUROSCETTICO MA EUROARRABBIATO  
 
 Venezia, 13 aprile 2011 - “Oggi stiamo assistendo ad una autentica porcheria. L’europa dovrebbe essere cassa di compensazione e di mitigazione delle cosiddette piccole patrie. Se non ci riesce vuol dire che l’Europa non fuziona”. Lo ha detto ieri il presidente del Veneto Luca Zaia, rispondendo alle domande dei giornalisti durante l’incontro con la stampa al termine della Giunta regionale. “L’europa sta scaricando questo fenomeno migratorio direttamente sull’Italia. Questa non è coerenza, non è rispetto degli accordi, ma soprattutto non è Europa. Noi continuiamo a dire che i clandestini se ne devono tornare a casa. I profughi devono invece avere assolutamente una risposta – ha ribadito Zaia – è gente, comprese donne e bambini, che scappa dalle guerre, dalla persecuzione e dalla fame. Non stiamo ingigantendo nulla: i giornali internazionali stanno parlando di una massa di 450 mila personE che si stanno spostando dalla Libia alla Tunisia; se prendono la via del mare, ce li ritroviamo tutti nelle nostre strade. A me sembrava ragionevole che l’Europa assumesse un ruolo di coordinamento e di risposta ai profughi che arrivano dal Nord Africa: se ne hanno diritto è giusto che abbiano ospitalità in tutti i Paesi europei”. “Non si può pensare che l’Italia possa diventare una sorta di centro di prima accoglienza a favore dell’Europa. I profughi nel nostro Paese sono attualmente 2500; c’è Un piano per sistemarne 50 mila che oggi non ci sono; nel Veneto stiamo lavorando per prima accoglienza di 200 – 300 persone – ha detto ancora Zaia – donne e bambini da sistemare in maniera sicura e diffusa, anche mediante intese con associazioni caritatevoli che possono garantire una rete sul territorio che non sia impattante. Niente tendopoli né casermoni ripienI di gente: in questo momento non abbiamo questa necessità” “Non sono euroscettico, sono euroarrabbiato – ha proseguito il presidente del Veneto –e penso che l’Europa stia perdendo, ora dopo ora, una buona occasione per dimostrare di essere una realtà politica. Non lo ha dimostrato durante la crisi del 2008, dove i singoli Stati si sono mossi prima e non lo sta dimostrando ora di fronte a questo esodo biblico. Del resto – ha concluso Zaia – da un’Europa che sembra avere come unico obiettivo di sostenere le multinazionali degli ogm dovremmo chiamarci fuori”.  
   
   
MIGRANTI, ROSSI: “GOVERNO INCAPACE DI GESTIRE SERENAMENTE IL PROBLEMA”  
 
 Firenze, 13 aprile 2011 – “Sulla vicenda immigrati il governo sta collezionando brutte figure e dimostra una sostanziale incapacità a gestire serenamente una vicenda che, se guardiamo ai numeri, non si presentava certo come un’emergenza. Una vicenda che si poteva gestire senza far leva sulle paure della gente e senza presentare come un’invasione l’arrivo di 22 mila persone, che è davvero poca cosa in un paese che ha oltre 60 milioni di abitanti e il cui impatto poteva essere minimo se fossero stati spalmati nei novemila comuni che contiamo”. Così il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi è tornato ieri, nel corso del briefing con la stampa, sulla questione dei migranti. In particolare Rossi ha ribadito la validità della scelta della Toscana – no a tendopoli e grandi campi, sì a piccole strutture – che ora anche altre Regioni, come ad esempio il Veneto, dicono di voler seguire. Rossi ha ricordato che la Toscana ha già accolto, in piccole strutture disseminate sul territorio, 500 migranti tunisini. “Abbiamo fatto la nostra parte – ripete -, abbiamo rifiutato filo spinato e tendopoli, ma ora devono farla anche le regioni del nord. Se ci sarà bisogno in futuro lo rifaremo ancora, riproponendo il nostro modello di piccole comunità, se possibile ancora più diffuse sul territorio. Non ci tiriamo indietro, ma credo che ora siano altre regioni, la Lombardia e il Piemonte ad esempio, o anche il Veneto, a dover dimostrare di far parte di questo paese”. Quanto allo scontro con l’Europa, secondo Rossi “il governo è vittima delle sue stesse macchinazioni, prigioniero dell’ideologia e vittima del fattore “L”, cioè della Lega”. “Non riesce a prendere atto del fatto che quello degli immigrati non è un problema transitorio, è un fatto permanente e bisogna trovare il modo di affrontarlo – commenta -. Invece ci si scaglia contro l’Europa prima, poi si pretende dall’Europa un aiuto, salvo poi dire che ne usciamo quando la stessa oppone un rifiuto”. Rossi infine ha citato anche qualche numero, con un occhio ai profughi che potrebbero arrivare ora dalla Libia. “Nel 2010 la Germania ha ricevuto 55 mila domande, la Francia 45 mila: l’Italia solo 10 mila”. “Un paese il nostro – ha aggiunto – dove ogni anno circa 200 mila immigrati regolari diventano per legge clandestini perché non hanno più un lavoro regolare”.  
   
   
COOPERAZIONE INTERNAZIONALE: DUE GIORNATE DI STUDIO TRA BARI E MATERA  
 
Bari, 13 aprile 2011 - Di “Strumenti e prospettive future per la cooperazione economica con i Paesi Balcanici” si discuterà nel corso della conferenza finale del Progetto Integrato Prices (Programma Regionale Integrato di Cooperazione Economica e Sociale), finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) e con il coordinamento del Ministero degli Affari Esteri (Mae) nell’ambito del Programma di Sostegno alla Cooperazione Regionale e del conseguente Accordo di Programma Quadro (Apq) Paesi dei Balcani. L’iniziativa si articolerà in due giornate di lavoro, organizzate dalle Regioni Basilicata e Puglia: il 13 aprile 2011 a Matera ed il 14 aprile a Bari. Alla luce dei risultati raggiunti, l’obiettivo è individuare le opportunità e gli strumenti per collaborazioni future tra i partner coinvolti nel Progetto Prices e approfondire i temi della Cooperazione Territoriale (Programmi South East Europe e Cbc Ipa Adriatico), della Cooperazione Italiana allo Sviluppo e dei finanziamenti diretti dell’Unione Europea. Mercoledì 13 aprile a Matera, nella Sala Convegni Casa del Pellegrino “Le Monacelle” (ore 10.00-13.00/15.00-18.00), si analizzeranno le attività progettuali portate a termine in Albania, Bosnia-erzegovina e Serbia, alla presenza oltre che delle Regioni coinvolte nel progetto e dei loro soggetti attuatori, dei partner esteri dell’Agenzia dello Sviluppo locale di Teuleda (Albania), Municipalità di Prijedor, Agenzia di Sviluppo Lorca, Università di Sarajevo, Business Service Center del Cantone di Zenica Doboy, Agenzia di Sviluppo locale Redasp, Agenzia di Sviluppo Alma Mons. Modera Enrica Marchese, della Regione Basilicata e conclude i lavori Mauro Paolo Bruno, della Regione Puglia, capofila del progetto. Giovedì 14 aprile a Bari, presso il Castello Svevo (ore 15.00 -18.00), previsti gli interventi di Silvia Godelli, Assessore al Mediterraneo della Regione Puglia e di Sanjin Halimovic, del Ministero dello Sviluppo, Imprenditorialità e Artigianato della Federazione di Bosnia-erzegovina. Rappresentano il Ministero degli Affari Esteri Francesco Catania, Coordinatore Cooperazione Decentrata e Roberto Orlando, Vice Direttore dell’Unità per i Paesi dei Balcani, Ince e Iai. In rappresentanza del Consiglio dei Ministri albanese interverrà Klodian Seferaj, mentre Zoran Malic parlerà per il Ministero Serbo dell’Economia e dello Sviluppo Regionale. A seguire, Lodovico Gherardi, Coordinatore Nazionale per il Programma See e Bojana Slijepcevic, dell’Ufficio per l’integrazione europea della Repubblica di Serbia, concentreranno l’attenzione sui programmi di cooperazione territoriale europea, per poi lasciare la parola agli esperti della Cooperazione Italiana allo Sviluppo Antonio Verrico, del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica del Mise e Maria Grazia Rando, della Direzione Cooperazione allo sviluppo del Mae. È previsto il collegamento in videoconferenza con l’Ambasciata di Tirana. Interverrà sul 7° Programma Quadro e gli altri finanziamenti diretti dell´Unione Europea, infine, Marcello Giacomantonio , Esperto senior in Fondi comunitari. L’apq Paesi dei Balcani ha riguardato la realizzazione di linee di intervento di cooperazione internazionale di mutuo interesse in favore dell’area balcanica, in partnership con le Regioni e con altri soggetti pubblici e privati, italiani ed esteri. In particolare, il Progetto Prices – che ha visto il coinvolgimento di 14 Regioni italiane con capofila la Regione Puglia, e tre Paesi Balcanici (Albania, Bosnia Erzegovina, Serbia) - si inserisce nella Linea 2.1 “Sviluppo Socio-economico” dell’Apq Balcani ed ha avuto l’obiettivo di: 1) sostenere la cooperazione con le istituzioni locali balcaniche in tema di programmazione, servizi avanzati alle Pmi e mercato del lavoro; 2) aumentare il livello di cooperazione economica tra i sistemi produttivi italiani e quelli locali individuati nell’area balcanica nell’ottica dell’integrazione delle filiere produttive. Innovapuglia Spa, soggetto attuatore per conto della Regione Puglia, ha coordinato le iniziative del Progetto Prices, promuovendo da un lato l’organizzazione degli eventi di scambio e rafforzamento del partenariato anche attraverso la realizzazione della piattaforma del portale www.Pricesbalcani.it, dall’altro numerose iniziative ed incontri tra le Pmi albanesi e pugliesi, con la finalità di agevolare partnership imprenditoriali.  
   
   
CROAZIA, SECONDO HYPO ALPE ADRIA PIL AL 1,8%  
 
Zagabria, 13 aprile 2011 - Secondo le previsioni degli esperti della Hypo Alpe Adria Banca per la Croazia si prevede per l´anno in corso un aumento del Pil dell´1,8 per cento, un aumento dell´inflazione fino al 2,5 per cento e del debito estero che dovrebbe arrivare al 102 per cento del Pil. Nell´ambito della presentazione della pubblicazione semestrale ´´Le prospettive economiche 2011-2012´´´ il direttore del dipartimento dell´economia e ricerche economiche, Hrvoje Stojic, ha sottolineato che la Croazia si sta riprendendo lentamente rispetto agli altri paesi, ma bisogna anche registrare che l´anno scorso le esportazioni hanno avuto un aumento del 18 per cento e che anche nel primo semestre del 2011 stanno crescendo velocemente.  
   
   
AUSTRIA, NEL 2010 DEFICIT IN FORTE CRESCITA  
 
Vienna, 13 aprile 2011 - Nel 2010 il deficit austriaco è salito come non accadeva da 15 anni. Le cause vengono attribuite ai debiti delle ferrovie statali Öbb per l´ampliamento e il funzionamento delle infrastrutture (4,9 miliardi di euro), degli ospedali (2,9 miliardi), della Banca Kommunalkredit (1 miliardo) che è stata nazionalizzata e dell´azienda edilizia Wohnbau Burgenland Gmbh (0,4 miliardi). Le statistiche (provvisorie) austriache per il bilancio statale mostrano che quest´anno le entrate sono aumentate del 2,5 per cento, mentre le uscite sono aumentate del 3,5 per cento, così da determinare un deficit di 13,2 miliardi (4,6 per cento del Pil). Il deficit e l´aumento del debito pubblico sono la conseguenza di una vasta revisione dei dati statali dal 1995. Le riclassificazioni dovevano essere effettuate tenendo presente le nuove norme dell´Unione Europea. Per effetto di questa riclassificazione il debito è salito di 9,5 miliardi, ovvero il 3,4 per cento del Pil alla fine del 2010.  
   
   
ITALIA-AFGHANISTAN: ROMANI FIRMA PROTOCOLLO PER COLLABORAZIONE ECONOMICA IL MINISTRO HA INCONTRATO IL PRESIDENTE HAMID KARZAI  
 
Kabul, 13 Aprile 2011 - Il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, ieri, dopo aver incontrato il Presidente Hamid Karzai, ha firmato con il ministro degli Esteri afghano, Zalmay Rassoul, il ministro delle Miniere, Wahidullah Sharhani e il ministro dell’Economia Abdul Hadi Arghandiwal, un Protocollo d’Intesa al fine di promuovere una efficace cooperazione tra i due Paesi in campo economico e industriale. Con la firma del Memorandum le parti si impegnano infatti a rafforzare i reciproci rapporti in numerosi settori industriali. Più nel dettaglio l’accordo individua i seguenti campi di collaborazione: Idrocarburi e risorse minerarie, incluso petrolio e gas naturale. La cooperazione sarà supportata dal Mise e attraverso investimenti privati; Impianti di generazione di energia, incluso fotovoltaico e pompe da acqua; Sviluppo dell’aeroporto di Herat, per una migliore connessione con le rotte nazionali e internazionali; Potenziamento della tratta Herat - Chest-i-sharif: il ministero dello Sviluppo Economico contribuirà insieme al Ministero degli Affari Esteri per favorire investimenti privati o partnership pubblico-private necessari alla costruzione della strada in questione, che è di primaria importanza nel garantire il collegamento tra Herat e Kabul; Industria del Marmo: il Mise intende supportare la realizzazione di un distretto del marmo e di un centro servizi a Herat dove implementare programmi di assistenza tecnica; in questo senso è prevista la partecipazione delle aziende afghane del comparto al prossimo International Exhibition Marmomacc 2011 di Verona; Industria tessile: è prevista la possibilità di creare un distretto e un centro servizi ad Herat per implementare lo sviluppo del settore; Agricoltura, industria alimentare e imballaggio: il Mise si impegna ad implementare attività specifiche relative a tecniche di produzione agricola, catene di fornitura, lavorazione, imballaggio e deposito dei prodotti; Sviluppo del comparto delle pietre preziose e semi preziose e cemento; “Trenchless technology”: installazione di condutture “senza scavo”, con minimo impatto ambientale. Le Parti si impegnano inoltre a sviluppare in Afghanistan attività imprenditoriali nel settore delle piccole e medie imprese in favore delle donne. Simili iniziative potrebbero prevedere missioni ad hoc di imprenditrici, così come attività di training, assistenza tecnica, trasferimento tecnologico. Il protocollo include anche la costituzione di un Business Council italo afgano per intensificare la rispettiva cooperazione economica e commerciale. E’ prevista infine la possibilità di dedicare speciali aree economiche alle aziende italiane in modo da facilitare l’afflusso degli investimenti nazionali in Afghanistan. Due gruppi di lavoro coordineranno l’attuazione delle suddette attività, riunendosi ogni sei mesi alternativamente in Italia e Afghanistan.  
   
   
PARI OPPORTUNITÀ NELL’ACCESSO AGLI ORGANI ELETTIVI ED AL LAVORO NELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE  
 
 Roma, 13 aprile 2011 - Il Consiglio dei ministri del 7 aprile 2011 ha approvato su proposta del Ministro per le pari opportunità, Carfagna un disegno di legge che introduce nell’ordinamento disposizioni volte ad assicurare le pari opportunità nelle procedure per l’elezione dei consigli comunali, a potenziare le pari opportunità nelle norme contenute negli statuti comunali e provinciali ed a rendere effettiva la disposizione contenuta nell’articolo 57 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165, che assicura l’equilibrio di genere nella costituzione delle commissioni di concorsi per l’accesso al lavoro nella pubblica amministrazione. Il disegno di legge verrà trasmesso alla Conferenza unificata per il parere. Questi punti salienti del disegno di legge: Modifiche all´articolo 71 del testo unico delle leggi sull´ordinamento degli enti locali (decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267) in materia di elezione del sindaco e del consiglio comunale nei comuni fino a 15 000 abitanti. Nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore ai due terzi dei candidati, mentre, in base al comma 5, l´elettore può esprimere uno o due voti di preferenza, e se si esprimono due preferenze, ciascuna di esse deve riguardare un candidato di genere maschile ed un candidato di genere femminile. Modifiche all´articolo 73 del medesimo testo unico delle leggi sull´ordinamento degli enti locali in materia di elezione del consiglio comunale nei comuni con popolazione superiore a 15 000 abitanti. Nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore ai due terzi dei candidati, mentre, in base al comma 3 l´elettore può altresì esprimere uno o due voti di preferenza, e se si esprimono due preferenze, ciascuna deve riguardare un candidato di genere maschile ed un candidato di genere femminile. Obiettivo: attraverso la modifica degli articoli 71 e 73 del Testo Unico degli Enti Locali si intende colmare il divario esistente tra uomini e donne nella rappresentanza politica in seno agli organi rappresentativi degli enti locali, introducendo alcuni meccanismi volti a promuovere un maggiore equilibrio della rappresentanza di genere. È noto che le donne non sono ancora entrate a far parte di tali istituzioni in maniera consistente (essendo non più di un quarto delle persone elette), nonostante il dettato dell’art. 51 della nostra Costituzione: “Tutti i cittadini dell’uno e dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizione di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tal fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti l pari opportunità fra donne e uomini”. L’italia, infatti, si colloca al 52o posto (con il 21,3%) su 188 Nazioni, preceduta da Paesi quali, ad es., Argentina, Cuba, Spagna, Germania, Nuova Zelanda (tutti con oltre il 30%), Svizzera e Portogallo (con il 28%). Siamo dunque ben lontani dalla soglia del 30%, che la Commissione Onu sulla condizione femminile considerò nel 1990 come quota minima affinché le donne posano avere un importante peso decisionale. Circa gli Enti locali, poi, nel 2010 la componente femminile ai vertici politico-amministrativi di Comuni capoluogo, è mediamente pari al 18.75%, contro il 19% del 2008 (secondo i dati dell’”Osservatorio Donne nella Pa-2010). È da aggiungere che tra le cause per cui le donne sono presenti ancor oggi in numero troppo limitato nelle Istituzioni rappresentative, ci sono la scarsa propensione all’attività politica nonché fattori socioculturali, che certamente rappresentano un grosso ostacolo all’avvicinamento delle donne alla vita politica. Modifica all´articolo 6 del medesimo testo unico delle leggi sull´ordinamento degli enti locali, in materia di statuti comunali e provinciali, i quali, dovranno d’ora in poi stabilire norme per assicurare condizioni di pari opportunità e per garantire (invece che solo promuovere) la presenza di entrambi i generi nelle giunte e negli organi collegiali del comune e della provincia, e degli enti, aziende ed istituzioni da esse dipendenti. La norma deve essere interpretata come una disposizione di carattere programmatico, tale da non imporre che negli statuti comunali e provinciali sia prevista la presenza di entrambi i generi. Obiettivo: modificando l´articolo 6 del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267, si vuole allineare la previsione (contenuta nel comma 3 del citato articolo) all´evoluzione dei principi in materia di pari opportunità. La modifica imporrà, dunque, l’adozione di disposizioni statutarie, in grado di prevedere una presenza equilibrata di entrambi i sessi nelle giunte, negli organi collegiali del comune, della provincia e degli enti, nelle aziende e nelle istituzioni che da esse dipendono. È previsto che gli Enti locali, entro 180 giorni dall’entrata in vigore della norma, adeguino ai principi indicati i propri statuti. Modifiche all´articolo 57 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, recante orme generali sull´ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, in materia di pari opportunità: a) si inseriscono criteri per l´arrotondamento nel caso in cui dal calcolo della percentuale derivi una cifra frazionaria: il criterio è quello ordinario, che prevede l´arrotondamento alla cifra superiore qualora la cifra decimale sia pari o superiore a 0,5 ed all´unità inferiore qualora la cifra decimale sia inferiore a 0,5; b) si prevede che l´atto di nomina della commissione venga inviato entro 3 giorni alla consigliera o al consigliere di parità, nazionale o regionale, da individuare in base alla competenza territoriale dell´amministrazione che ha bandito il concorso. Obiettivo: si vuole in tal modo assicurare l´effettiva applicazione della norma che fissa le percentuali di presenza femminile nelle commissioni di concorso della pubblica amministrazione. Il disegno di legge verrà trasmesso alla Conferenza unificata per il parere. Con tale intervento normativo si prevede, specificamente, che l’atto di nomina della Commissione di concorso sia inviato, entro tre giorni, alla consigliera o al consigliere di parità, (sia nazionale che regionali), che potrà così accertare il rispetto della disposizione ed attivarsi nel caso di mancata ottemperanza al dettato dell’art. 57 (comma 1, lettera a) del Decreto legislativo n. 165/1001.  
   
   
RISOLUZIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO PER I DIPENDENTI PUBBLICI CON ACCERTATA INIDONEITÀ PSICOFISICA  
 
 Roma, 13 aprile 2011 - L’accertata e permanente inidoneità psicofisica al servizio dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche dello Stato può essere causa di risoluzione del rapporto di lavoro. Il Consiglio dei Ministri del 7 aprile 2011 ha esaminato, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e l´innovazione Brunetta, uno schema di regolamento, che, nell´ottica della tutela dell´efficienza della Pa, stabilisce procedura di accertamento, effetti e trattamento giuridico ed economico della misura, prevista dal decreto legislativo n. 165/01, all’art. 55 octies, introdotto con il decreto legislativo n. 150/09. Destinatari del regolamento, che verrà ora trasmesso al Consiglio di Stato per il previsto parere, sono i dipendenti, anche con qualifica dirigenziale, delle amministrazioni dello Stato, degli enti pubblici non economici, degli enti di ricerca, delle università e delle Agenzie. Al personale in regime di diritto pubblico (come magistrati, appartenti alle forze di polizia, alla carriera diplomatica,ecc), si applica la disciplina prevista dai rispettivi ordinamenti. Inidoneità psicofisica permanente assoluta, ai fini del decreto, è lo stato di colui che “a causa di infermità o di difetto fisico o mentale si trovi nell’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa”; inidoneità permanente relativa è lo stato di colui che “a causa di infermità o di difetto fisico o mentale si trovi nell’impossibilità permanente allo svolgimento di alcune o di tutte le mansioni dell’area, categoria o qualifica di inquadramento”. Avvio della procedura L’iniziativa per l’avvio della procedura per l’accertamento dell’inidoneità spetta all’amministrazione di appartenenza del dipendente o allo stesso dipendente interessato. Se il dipendente presta servizio in un’amministrazione diversa rispetto a quella di appartenenza, quest’ultima si attiva su segnalazione dell’ amministrazione dove il lavoratore è assegnato. Il dipendente può presentare la relativa istanza in un qualsiasi momento successivo al superamento del periodo di prova. L’amministrazione avvia la procedura, sempre dopo il superamento del periodo di prova, nei seguenti casi: assenza del dipendente per malattia, superato il primo periodo di conservazione del posto previsto nei contratti collettivi di riferimento; disturbi del comportamento gravi, evidenti e ripetuti, che fanno fondatamente presumere l’esistenza dell’inidoneità psichica permanente assoluta o relativa al servizio; condizioni fisiche che facciano presumere l’inidoneità fisica permanente al servizio. Nella prima ipotesi, l’amministrazione, prima di concedere l’ulteriore periodo di assenza per malattia, accerta le condizioni di salute del dipendente, dandogliene preventiva comunicazione, tramite l’organo medico competente, per verificare se esistono eventuali cause di permanente inidoneità psicofisica assoluta o relativa. Nelle restanti due ipotesi l’amministrazione può chiedere che il dipendente sia sottoposto a visita, al fine di verificare l’eventuale inidoneità relativa o assoluta, dandone immediata comunicazione al dipendente. Se la inidoneità permanente assoluta al servizio è accertata, l’amministrazione lo comunica al lavoratore, entro 30 giorni dal ricevimento del verbale medico, risolve il rapporto di lavoro e corrisponde l’indennità sostitutiva del preavviso, se dovuta. Resta ferma la disciplina vigente in materia di trattamenti pensionistici per inabilità e la disciplina relativa agli infortuni sul lavoro. Sul sito dell´Inpdap (Istituto nazionale di previdenza dei dipendenti pubblici) le indicazioni sul collocamento a riposo a seguito di accertamento dello stato di salute.  
   
   
PAUL BHATTI, MINISTRO PACHISTANO PER LE MINORANZE RELIGIOSE, PARTE DA VENEZIA CON LA BANDIERA DEL VENETO  
 
 Venezia, 13 aprile 2011 - Porterà con sé la bandiera del Veneto il neoministro per le minoranze religiose del Pakistan Paul Bhatti, fratello del suo predecessore Shahbaz Bhatti, assassinato dall’intolleranza. Paul Bhatti è in Veneto da 20 anni. Ci arrivò che ne aveva 17 anni. Qui si è laureato in medicina e fino ad ora ha esercitato la sua professione a Morgano, in provincia di Treviso. La bandiera della Regione gli è stata consegnata dal presidente Luca Zaia – un modo per far sentire la vicinanza del Veneto ai cristiani del Pakistan e in ogni parte del mondo – nel corso di un incontro di saluto e di arrivederci, durante il quale Zaia ha augurato al neoministro di poter far prevalere la tolleranza e la libertà religiosa e di tutelare la comunità cristiana di quel Paese, circa 3 milioni di persone, pari al 2 per cento della popolazione.  
   
   
AUTONOMIE REGIONALI E FEDERALISMO, SEMINARIO IN BASILICATA  
 
 Potenza, 13 aprile 2011 - “Autonomie regionali e federalismo fiscale nei processi di governo delle finanze pubbliche” è il tema del corso di alta formazione per i funzionari dei Consigli regionali, promosso dal Comitato paritetico della Camera dei deputati, Senato della Repubblica e Conferenza delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome. Il corso che sarà itinerante, si aprirà in Basilicata, Giovedì 14 aprile 201, alle ore 15.30, mentre la tappa conclusiva di terrà in Lombardia. Il Seminario istituzionale di apertura che si terrà presso il Parlamentino lucano, in Via Verrastro, 6 con il patrocinio del Ministro per la Semplificazione normativa, verterà su “Federalismo fiscale, integrazione europea, finanza regionale: quali strumenti, quali obiettivi”. I lavori saranno introdotti dal presidente del Consiglio regionale della Basilicata,vincenzo Folino. Le relazioni saranno di Sandro Palanza, Consigliere di Stato, e Giulio Salerno, professore di Diritto pubblico e Diritto regionale presso l’Università di Macerata e Capo settore legislativo-Ministero per i rapporti con il Parlamento. Seguirà una tavola rotonda a cui parteciperanno: Davide Boni, presidente del Consiglio regionale della Lombardia e coordinatore della Conferenza; Vito De Filippo, presidente della Regione Basilicata; Nicola Pagliuca, consigliere regionale e capogruppo Pdl; Cosimo Latronico, senatore e componente della Commissione Programmazione economica, bilancio; Salvatore Margiotta, deputato e vice-presidente Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici; Vito Santarsiero, sindaco di Potenza e Presidente Anci Basilicata; Piero Lacorazza, presidente Provincia di Potenza e presidente dell’Upi Basilicata. I lavori saranno moderati da Paolo Pietrangelo, direttore generale della Conferenza delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.  
   
   
ABRUZZO: OGGI LA FIRMA DEL PATTO PER LO SVILUPPO PRESIDENTE REGIONE E VICE NE ILLUSTRERANNO I CONTENUTI  
 
Pescara, 13 aprile 2011 - Il Presidente della Regione e l´assessore allo Sviluppo Economico, mercoledì 13, alle ore 11.00, a Pescara, presso l´Auditorium Petruzzi, in via delle Caserme, illustreranno i contenuti del documento di programma del "Patto per lo Sviluppo dell´Abruzzo: il Valore della Responsabilità per il futuro della nostra Regione". Il Patto che verrà sottoscritto ufficialmente domani, propone un accordo fra Regione, Parti sociali (organizzazioni sindacali e datariali) e gli altri soggetti del partenariato economico-sociale, per condividere scelte strategiche e priorità, nonché gli interventi conseguenti, con l´obiettivo di assumere un reciproco impegno a cooperare e agire sinergicamente, secondo le modalità individuate nel Patto stesso e ciascuno secondo il proprio ruolo e autonomia delle proprie competenze e prerogative. L´obiettivo generale del Patto per lo Sviluppo dell? Abruzzo è quello di risanare, riformare, sviluppare e ricostruire, coniugando le azioni con un Federalismo solidale e responsabile. "Abbiamo superato una fase molto delicata per la nostra economia - ha dichiarato il presidente della Regione -. Ora con l´ importante passaggio di domani, relativo alla presentazione di questo fondamentale strumento strategico che andremo a sottoscrivere con la società abruzzese, contiamo di porre le basi per uno sviluppo concreto e duraturo, e per una ulteriore crescita economica della nostra Regione". Alla firma del protocollo, oltre al presidente e al vice presidente della Regione Abruzzo, presenzieranno gli oltre quaranta firmatari del Patto per lo Sviluppo (rappresentanti di associazioni di categoria, sindacati, lavoratori, associazioni ambientalistiche).  
   
   
UMBRIA: G.R. APPROVA PIANI TRIENNALI POLITICHE INDUSTRIALI E LAVORO  
 
Perugia, 13 aprile 2011 - La Giunta regionale dell´Umbria, su proposta dell´assessore allo sviluppo economico, ha deliberato i due provvedimenti che contengono misure ed azioni finalizzate a sostenere il sistema economico regionale, attraverso l´incremento della competitività e dell´occupazione. Si tratta del Documento di indirizzo triennale per le politiche industriali e del Piano triennale per le politiche attive del lavoro dell´Umbria, ora inviati al Consiglio regionale per la definitiva approvazione. I due atti, che hanno positivamente superato la partecipazione nell´ambito degli appositi Tavoli tematici dell´Alleanza per l´Umbria, integrano politiche di sviluppo e del lavoro, individuando le risorse disponibili al raggiungimento degli obiettivi prefissati, soprattutto attraverso gli strumenti di programmazione comunitaria, visti i tagli operati nel settore dal governo nazionale. L´individuazione di opportuni strumenti finanziari, dall´accesso al credito all´autoimpiego, di specifiche modalità di gestione delle crisi industriali e di politiche finalizzate a rendere competitivo il sistema regionale, tra cui quelle per l´innovazione e la ricerca anche legate alle nuove tecnologie, costituiscono gli assi portanti del Documento che da qui al 2013 dovrebbe orientare e sostenere l´attuazione delle politiche industriali regionali - ha spiegato l´assessore allo sviluppo economico. Per quanto riguarda il Piano per il lavoro, una attenzione particolare è rivolta al contrasto del precariato, all´occupazione nei settori della Green Economy, alle categorie più "fragili", tra cui i giovani fuoriusciti dai percorsi di istruzione e formazione, e a misure per far emergere il sommerso. Anche in questo ambito - ha concluso l´assessore - ricerca e innovazione rivestono un ruolo fondamentale nella costruzione di condizioni di promozione della occupabilità. Strumento principe per innalzare la competitività dell´Umbria rimangono le politiche attive del lavoro, articolate in azioni di sistema ed interventi specifici, calibrate sulla base delle priorità individuate dalla Strategia Europa 2020.  
   
   
TOSCANA, I PRIMI 98 MILIONI PER I GIOVANI. ROSSI: “UN IMPEGNO PER TUTTA LA LEGISLATURA”  
 
Firenze, 13 aprile 2011- – L’ impegno più urgente è pubblicare i primi bandi a giugno, magari già il 2 giugno. Aiuti per uscire di casa, per acquistare casa o per pagarsi l’affitto riservati ai giovani tra 30 e 34 anni: 75 milioni. Contributi per le aziende, confermati e più alti, per assunzioni a tempo indeterminato – altri 8 milioni – per assumere precari giovani ma non solo giovani, anche donne, soggetti svantaggiati o chi è prossimo alla pensione. Incentivi anche per le aziende che assumono dottori in ricerca, e quindi personale altamente qualificato. Infine una linea di accesso al credito privilegiato per chi vuole mettere su una propria attività, fino a 40 anni e in qualche caso anche oltre: altri 15 milioni. Novantotto milioni in tutto. “E’ stata una riunione di giunta, quella di ieri, tutta dedicata ai giovani e al sociale” racconta il presidente della Toscana, Enrico Rossi, nel corso del briefing con i giornalisti. “Ci occupiamo, come è giusto, dei migranti tunisini – risponde a chi in questi giorni l’aveva accusato di un’attenzione giudicata eccessiva – Ma non ci dimentichiamo chiaramente dei toscani. I giovani poi sono un tema su cui vogliamo lavorare per l’intera legislatura: piano piano, con più misure e più tentativi”. Cambiando e raddrizzando anche la rotta in corsa, se necessario. “C’è un’intera generazione in Italia – prosegue il presidente – che reclama ed ha bisogno della nostra attenzione: 600 mila giovani tra 18 e 30 anni. Non possiamo illuderli: il 17% della forza lavoro in Italia è precaria e l’unico modo per risolvere il problema del precariato è quello di equiparne gli oneri sociali al lavoro dipendente. Ma non possiamo neppure stare immobili”.  
   
   
PROGETTO PRICES BALCANI: OGGI WORKSHOP A MATERA PER LA BASILICATA IL PROGETTO PREVEDE AZIONI IN SERBIA COSTITUITE DA ATTIVITÀ DI BUSINESS COOPERATION E DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO A FAVORE DELLE PMI  
 
 Matera, 13 aprile 2011- Il progetto integrato Prices, inserito nell’Apq Balcani Mediterraneo ed in particolare nella linea 2.1, che mira a favorire l’integrazione in Europa dei Paesi Balcani quali la Serbia, la Bosnia, l’Albania, sarà presentato e discusso, nel corso di un evento conclusivo, nelle giornate di mercoledì 13 a Matera e di giovedì 14 aprile a Bari. Per la parte di interesse della Basilicata, - spiega il Dipartimento Attività produttive, Politiche dell’Impresa, Innovazione tecnologica della Regione – il progetto prevede azioni in Serbia costituite da attività di Business Cooperation e decentramento amministrativo a favore delle Pmi. Il progetto integrato mira, in particolare, al rafforzamento della cooperazione economica tra i sistemi locali ed i settori produttivi italiani, in un’ottica di integrazione di filiera, mediante la fornitura di beni e servizi ed il supporto a possibili joint-venture. Gli approfondimenti sulle azioni che coinvolgono la Basilicata saranno sviluppati mercoledì a Matera, nella Sala Convegni Casa del Pellegrino “Le Monacelle”, nella sessione plenaria della mattina, dalle 10,00 alle 13,00 e, dalle 15,00 alle 18,00 nei “working groups” ai quali parteciperanno esperti e tecnici delle Regioni italiane interessate, di Sviluppo Italia e delle realtà territoriali di Albania, Bosnia ed Herzegovina e Serbia coinvolte dal progetto. Per la Regione Basilicata terrà la relazione introduttiva Enrica Marchese, dirigente dell’Ufficio Internazionalizzazione, Ricerca scientifica ed Innovazione tecnologica, su “I progetti attivati in Albania, Bosnia ed Herzegovina e Serbia”.  
   
   
FVG: GIORNATA FORMATIVA AD UD SU DECRETO TREMONTI  
 
Trieste, 13 aprile 2011 - Si è svolta l’ 11 aprile ad Udine, organizzata dalla direzione centrale Funzione pubblica, Autonomie locali e Coordinamento delle riforme, una giornata formativa alla quale hanno partecipato circa 250 dipendenti del comparto unico del pubblico impiego regionale e locale. Nel corso dell´incontro - sul tema de "I blocchi del fondo e degli stipendi nel 2011" - condotto da Gianluca Bertagna, esperto ed autore di numerose pubblicazioni in materia, è stato affrontato un tema particolarmente discusso e controverso: l´applicabilità del cosiddetto "Decreto Tremonti" (decreto legge n.78/2001) in merito ai blocchi delle retribuzioni dei dipendenti pubblici. Le difficoltà sull´argomento vertono, in particolare, sulla complessità delle norme varate a livello nazionale, per le quali mancano ancora, al momento, indicazioni operative univoche da parte delle competenti istituzioni: ciò pone di fatto i singoli operatori del Pubblico Impiego in una situazione di difficoltà ed incertezza interpretativa. La giornata di approfondimento è stata caratterizzata, nella sua seconda parte, anche da un´attiva partecipazione del folto pubblico ed è stata occasione di scambio e di confronto operativo. Vista la nutrita presenza di operatori del settore, che ha anche evidenziato l´utilità di simili occasioni di dialogo e studio, l´incontro si è di fatto proposto come il primo di una futura serie di appuntamenti.  
   
   
BASILICATA: GOVERNANCE TERRITORIALE, PROSEGUE L’ITER DELLA RIFORMA A BREVE LE OSSERVAZIONI DEGLI ENTI LOCALI E DEI SINDACATI SULLA PROPOSTA DELLA REGIONE DI ATTUAZIONE DELLE AREE PROGRAMMA  
 
 Potenza, 13 aprile 2011 - Va avanti il processo di riforma per la governance territoriale lucana. E’ stata presentata questa mattina, in una riunione presieduta dal presidente della Regione, Vito De Filippo, alle rappresentanze di Anci, Uncem e Upi e dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, l’ipotesi di attuazione della riforma della nuova governance locale. Un nuovo modello senza “entificazioni”, ma che vede nelle Aree programma, chiamate a svolgere un ruolo di cerniera a livello sovra comunale, nell’associazionismo e nell’unione dei Comuni i punti di snodo per un rapporto più virtuoso tra il centro e le periferie. Il documento consegnato questa mattina agli Enti locali e ai sindacati definisce le modalità delle convenzioni (sarà una convenzione-quadro a mettere a sistema le relazioni esistenti finora tra i Comuni), individua l’Ufficio comune o unico, inteso non come luogo di accentramento di funzioni ma erogatore di servizi per le Amministrazioni locali, e sancisce la costituzione delle Conferenze dei Sindaci. In questo quadro, sono a disposizione dei territori le strutture e il personale delle ex Comunità montane, che sarà inserito senza soluzione di continuità nella dotazione organica dei Comuni aderenti all’Area programma o all’eventuale Unione dei Comuni ma a totale carico della Regione. Anche il Fondo di coesione, attualmente “congelato”, diventerà una voce definitiva nelle norme della finanza pubblica a sostegno di questa nuova governance, in cui è esaltato il protagonismo delle Amministrazioni locali per intensificare le azioni in vari temi, dall’assetto e dal governo del territorio, alla tutela e alla valorizzazione dell’ambiente, dei beni culturali, e fino ai servizi alla persona, alla famiglia e alla comunità, ai servizi scolastici e formativi e ai trasporti locali. Le rappresentanze degli Enti locali e dei sindacati si sono riservati di presentare a breve le proprie osservazioni e valutazioni alla proposta della Regione.  
   
   
TOSCANA: I GIOVANI AL CENTRO DEGLI INTERVENTI PER SOSTENERE L’OCCUPAZIONE  
 
Firenze, 13 aprile 2011 – Incentivi alle imprese che assumono, con un occhio di riguardo per la stabilizzazione dei lavoratori precari, in particolare dei giovani e delle donne, ma anche dei lavoratori vicino alla pensione che hanno perduto il lavoro a causa della crisi. La giunta regionale ha approvato l’ 11 aprile , su proposta dell’assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini una delibera che definisce e finanzia una serie di misure per sostenere l’occupazione, con due importanti novità espressamente dedicate ai giovani. “I giovani saranno al centro del nostro lavoro per tutta la legislatura”, avverte il presidente della Regione Enrico Rossi. E sottolinea i numeri di quella che definisce una “distorsione apocalittica, frutto perverso di norme che fanno sì che gli oneri sociali dell’assunzione siano più leggeri per il lavoro precario rispetto a quello regolare a tempo indeterminato”. La lotta al precariato quindi è uno degli strumenti principali per andare incontro a quel 17% di giovani che lavora con contratti precari. Per rendere più efficaci le misure per l’occupazione viene quest’anno aumentata l’entità del contributo concesso alle imprese che assumono. 8 milioni per l’occupazione Gli interventi ai quali la delibera ha dato il via libera sono nove, ciascuno dei quali risponde a un elemento di criticità del nostro mercato del lavoro. Si prevedono incentivi per l’assunzione a tempo indeterminato, a tempo pieno o parziale, di donne over 30, di giovani laureati con contratti indeterminati o della durata di almeno un anno, di lavoratori provenienti da liste di mobilità, di soggetti svantaggiati, di disoccupati prossimi alla pensione, o ancora per la stabilizzazione di precari, la proroga di contratti a tempo determinato o la trasformazione di contratti di collaborazione. Per tutti questi interventi sono previsti per il 2011, finanziamenti per 8 milioni di euro, che potrebbero aumentare in caso di necessità. Fra gli interventi, ci sono due misure nuove, studiate per favorire l’occupazione giovanile: si tratta della possibilità di incentivare le aziende che assumono dottori in ricerca e la stabilizzazione, attraverso contratti a tempo indeterminato, dei giovani tirocinanti. Assunzione di dottori in ricerca Si prevede un contributo all’azienda che assume di 6.500 euro per ogni contratto a tempo indeterminato full-time, 3.250 euro per assunzioni a tempo indeterminato part time; 3.250 per il tempo determinato full time, 2.200 per assunzioni a tempo determinato part-time. Stabilizzazione di tirocinanti Nel caso dei tirocini, la misura prevede contributi a chi assume a tempo indeterminato tirocinanti: 8000 euro è il contributo per assunzioni full time; 4000 quello per assunzioni part-time. “Non pensiamo con questo di risolvere definitivamente il problema della disoccupazione giovanile – spiega Rossi – ma pensiamo di poter dare risposta a circa 2 o 3 mila persone. Un contributo per garantire loro un futuro”.  
   
   
SARDEGNA: MODIFICATE LE DIRETTIVE SULL´APPRENDISTATO PROFESSIONALIZZANTE  
 
Cagliari, 13 aprile 2011 - L´assessorato regionale del Lavoro ha rettificato la circolare relativa all´apprendistato professionalizzante. In particolare, per le assunzioni effettuate a partire dal 1° gennaio 2008 che riguardano apprendisti ancora in forza, le imprese prive di capacità formativa interna dovranno comunicare, entro il 30 maggio 2011, i dati integrativi agli enti bilaterali di riferimento (organismi costituiti dalle organizzazioni sindacali e datoriali). L´assessorato ha, inoltre, modificato la mappatura dei profili formativi e delle qualifiche dell´apprendistato professionalizzante. Ricordiamo che le fasi previste nella direttiva regionale 2010 per il processo formativo degli apprendisti sono quattro: 1. Requisiti dell´impresa e autocertificazione della capacità formativa dell´impresa; 2. Formazione del tutor aziendale; 3. Compilazione e trasmissione del Piano formativo individuale; 4. Erogazione della formazione formale esterna o interna.  
   
   
PROFUGHI. ECCO IL PIANO DELL´ACCOGLIENZA IN EMILIA-ROMAGNA. RIUNITO A BOLOGNA IL TAVOLO REGIONALE PER GESTIRE L´EMERGENZA ATTRAVERSO IL SISTEMA DI PROTEZIONE CIVILE, IN COLLABORAZIONE CON ENTI LOCALI. PRONTI AD ACCOGLIERE I PRIMI 500 MIGRANTI.  
 
 Bologna, 13 aprile 2011 – Un piano definito, per gradi, per l’ospitalità dei profughi in Emilia-romagna e la richiesta al Governo di avviare “una iniziativa amichevole in Europa per gestire questa e le future emergenze umanitarie” e di garantire un’equa distribuzione dell’accoglienza in tutte le Regioni, ad esclusione dell’Abruzzo. Si è svolta ieri mattina a Bologna la terza riunione del tavolo regionale per affrontare l’emergenza umanitaria, aperta dal presidente della Regione Vasco Errani. Presenti i rappresentanti delle Province e dei Comuni con più di 50 mila abitanti, insieme al sottosegretario Alfredo Bertelli, agli assessori regionali Paola Gazzolo e Teresa Marzocchi e al direttore dell’Agenzia di protezione civile regionale Demetrio Egidi. “E’ in corso un lavoro in progress sia a livello nazionale che regionale, in base all’evoluzione non prevedibile della situazione”, ha sottolineato Errani chiarendo che “l’Italia deve ed è in grado di gestire l’emergenza dei profughi che, in quanto tali, vanno accolti con le dovute garanzie. Per quanto riguarda gli immigrati con il permesso di soggiorno transitorio - ha aggiunto - hanno diritto alla libera circolazione su tutto il territorio nazionale”. Da parte delle istituzioni dell’Emilia-romagna, ha concluso il presidente, “c’è una piena e solidale assunzione di responsabilità. Ci apprestiamo a fare la nostra parte per la Repubblica”. Il piano regionale L’emilia-romagna è in grado di accogliere, nel giro di 24 ore, un primo nucleo di 500 persone in strutture adeguate indicate dalle province e verificate dalla Protezione civile regionale. Ulteriori 1000 i migranti accolti nella seconda fase. Per quanto riguarda l’intesa raggiunta con il Governo sui minori non accompagnati (ieri sera sono arrivati 30 ragazzi somali in regione) saranno accolti dai Comuni e accuditi nelle strutture esistenti della rete regionale in grado di ospitarli. Tutte le risorse necessarie sono garantite dal Governo in base agli accordi definiti con Regioni ed Enti locali e, se necessario, saranno anticipate dalla protezione civile regionale. Per far fronte ad eventuali aspetti sanitari, è pronta una direttiva regionale per le aziende sanitarie che svolgeranno i compiti specifici per garantire l’assistenza ai profughi, mentre sarà coinvolto il mondo del volontariato e dell’associazionismo per i diversi aspetti dell’accoglienza e della mediazione culturale, attraverso accordi e contratti appositamente definiti. Entro venerdì i coordinamenti provinciali definiranno, d’accordo con le prefetture, le strutture e i siti per l’ospitalità delle persone che arriveranno in Emilia-romagna. Questo il numero dei posti disponibili ad accogliere i migranti nelle diverse province: a Piacenza 35; a Parma 50; a Reggio Emilia 60; a Modena 80; a Bologna 120; a Ferrara 40; a Ravenna 45; a Forlì-cesena 40 e a Rimini 35. E’ in fase di organizzazione l’accoglienza di alcuni migranti già arrivati da soli in regione e a cui è stato riconosciuto il permesso temporaneo previsto dall’articolo 20. In tutto il territorio sono infine in corso approfondimenti per approntare strutture per la seconda fase di accoglienza e mettere in campo proposte per il futuro. L’accordo con il Governo Con il Governo nazionale è stato raggiunto un accordo sulla gestione dell’emergenza umanitaria nazionale fondata su 4 capisaldi: riconoscimento ai migranti del permesso transitorio previsto dall’articolo 20 del testo unico sull’immigrazione, concesso il 5 aprile scorso dal Governo (permesso temporaneo per 6 mesi rinnovabile per altri 6 mesi); accordo con il Governo tunisino per presidiare le coste e per il rientro programmato per chi dovesse essere riconosciuto come clandestino, nel pieno rispetto delle norme nazionali ed europee; accoglienza in tutte le regioni, ad esclusione dell’Abruzzo, dei profughi e dei migranti con permesso temporaneo che ne facciano richiesta; aiuto immediato ai minori non accompagnati tramite le strutture ordinarie della rete minorile. Sarà istituito un fondo nazionale per la gestione di tutta le fase dell’emergenza. Sul fronte dei numeri - alla luce dell’intesa raggiunta nella Conferenza unificata tra Governo, Regioni, Province autonome e Enti locali - lo scenario prefigura un primo impegno dell’Emilia-romagna per accogliere 1500 persone in tutte le province e altre 750 in una fase successiva sino a coprire la quota di ospitalità indicata nell’accordo con il Governo e stimata in 3700 persone. Si tratta di persone che sceglieranno di avvalersi del permesso temporaneo previsto dall’articolo 20 del testo unico sull’immigrazione e dei primi profughi in arrivo dalla Libia.  
   
   
PROFUGHI OSPITATI IN UMBRIA: PRESIDENTE REGIONE RINGRAZIA AZIENDE PER AIUTI  
 
Perugia, 13 aprile 2011 - "Vi ringrazio sinceramente, a nome mio e della Giunta regionale, per la sensibilità e disponibilità a collaborare, nonché per il vostro sostegno dimostrato nel fronteggiare l´emergenza umanitaria nella nostra regione, tramite la messa a disposizione di prodotti alimentari e di cura per la persona". È quanto ha scritto la Presidente della Regione Umbria ai presidenti delle società di grande distribuzione umbre (A&o Famila L´abbondanza, Conad Pac2000, Coop Centro Italia, Emi - Emisfero), per ringraziarli di aver aderito al suo invito a donare propri prodotti a favore dei migranti ospitati in Umbria.  
   
   
AL VIA IN TOSCANA LE NUOVA LEGGE A SOSTEGNO DELL’IMPRENDITORIA GIOVANILE E FEMMINILE  
 
Firenze, 13 aprile 2011 – “Un aiuto ai giovani che vogliono mettere su un’impresa ma che, troppo spesso, si vedono negare l’accesso al credito a meno di non avere alle spalle genitori in grado di garantire per loro. Per questo abbiamo deciso di mettere mano alla legge per l’imprenditoria giovanile, cui vogliamo accompagnare la creazione di una specifica Fidi Toscana giovani, in grado di dare garanzie e attivare modalità nuove nell’accesso al credito e ai contributi”. Il presidente Rossi spiega così l’altro provvedimento che fa parte del pacchetto approvato dalla giunta lunedì. La nuova proposta di legge, che andrà ora all’esame del consiglio, modifica una legge del 2008, adeguandola alle nuove condizioni del mercato del lavoro e dell’economia. La vecchia legge infatti, entrata a regime nel pieno della crisi, non aveva avuto gli effetti sperati. Le novità La legge amplia la sfera delle attività per cui è possibile chiedere il finanziamento e quindi la platea dei soggetti beneficiari. Nel caso delle imprese giovanili si è deciso di elevare il limite di età da 35 a 40 anni. “La precedente legge – ricorda Rossi – puntava sulle imprese ad alto contenuto tecnologico ma oggi, anche alla luce della crisi in atto, si è deciso di aprire anche alle altre tipologie di imprese. Inoltre si è deciso di estendere gli incentivi alla creazione di impresa anche ad altri soggetti particolarmente svantaggiati del mercato del lavoro, come le donne e i lavoratori in cassa integrazione o mobilità. Nel caso delle donne e dei lavoratori destinatari di ammortizzatori sociali non c’è limite di età. L’altra novità sta nel metodo di finanziamento: non più contributi in conto capitale, ma nuove tipologie, fra loro cumulabili. Si tratta di contributi per l’abbattimento di interessi sui finanziamenti e leasing e la prestazione di garanzie, sempre su finanziamenti e operazioni di leasing. Ciò permetterà di moltiplicare il volume dei finanziamenti concessi. Le risorse Il finanziamento previsto in prima battuta è di 15 milioni di euro, 5 milioni l’anno per tre anni. Un po’ di numeri Nel 2010 nella fascia di età 15-24 la disoccupazione ha sfiorato il 26,2% (Italia: 28,8); nella fascia 25-34 ha raggiunto il 12,1% (Italia: 13,1%). E’ una situazione comune anche ad altre regioni ad elevato tasso di sviluppo, caratterizzata da criticità come la precarizzazione, la difficoltà di ingresso per le fasce più istruite, la crescita dei giovani del tutto inattivi, che non vanno a scuola, non si formano e non cercano attivamente un’occupazione. Le donne Quanto alle donne, il divario di genere resta sfavorevole per le giovani. Dopo i 25 anni il tasso di occupazione sale al 16,5%, il doppio di quello maschile (8,3%). Le donne sono anche le più soggette a contratti precari e atipici e le più colpite dalla crisi: degli oltre 35 mila lavoratori che hanno utilizzato la Cassa integrazione negli ultimi due anni, la quota di donne è risultata pari al 46%.  
   
   
LA DIMENSIONE NASCOSTA - CONFERENZA IL 15 APRILE A SLUDERNO  
 
Bolzano, 13 aprile 2011 - La Commissione provinciale per le pari opportunità ed il Servizio donna della Provincia organizzano in varie località altoatesine una serie di conferenze su temi specifici legati al mondo femminile. Venerdì 15 aprile 2011, alle ore 20.00, a Sluderno, si parlerà del linguaggio del corpo. La Commissione provinciale per le pari opportunità ed il Servizio donna della Provincia propongono nuovamente in varie località altoatesine una serie di conferenze su temi specifici legati al mondo femminile. Alcune conferenze saranno tenute in tedesco ed altre in italiano. Gli incontri si svolgono in collaborazione con i rispettivi Comuni ed in particolare con le consigliere comunali e le associazioni femminili locali. L´obiettivo dell´iniziativa è quello di creare contatti con donne da tutte le parti della provincia e incentivare la collaborazione con le organizzazioni femminili e le rappresentanti politiche a livello locale. Venerdì 15 aprile 2011, alle ore 20.00, presso la Casa della Cultura a Sluderno, la giornalista Nina Schröder nella conferenza dal titolo "Die verborgene Dimension" (La dimensione nascosta) affronterà il tema del linguaggio del corpo e sulla sua relazione con i sessi ed il potere. Le varie iniziative programmate dalla Commissione provinciale per le pari opportunità riferite alla primavera 2011 sono raccolte in un opuscolo "Donne informate" e spaziano dal diritto di famiglia ed ereditario alle cure sanitarie al femminile, dal coraggio civile al rapporto con il proprio corpo, dal ruolo genitoriale al rapporto della donna con la pubblica amministrazione. L´opuscolo fornisce in modo sintetico informazioni sui compiti della Commissione provinciale pari opportunità e sul Servizio Donna; è in distribuzione gratuita presso il Servizio Donna, in via Dante 11 a Bolzano, serviziodonna@provincia.Bz.it    
   
   
BOLZANO, GENITORI E FIGLI: CRESCERE INSIEME - CONFERENZA IL 15 APRILE A EGNA  
 
 Bolzano, 13 aprile 2011 - La Commissione provinciale per le pari opportunità ed il Servizio donna della Provincia organizzano in varie località altoatesine una serie di conferenze su temi specifici legati al mondo femminile. Venerdì 15 aprile 2011, alle ore 20.00, a Egna, si parlerà del ruolo del genitore. La Commissione provinciale per le pari opportunità ed il Servizio donna della Provincia propongono nuovamente in varie località altoatesine una serie di conferenze su temi specifici legati al mondo femminile. Alcune conferenze saranno tenute in tedesco ed altre in italiano. Gli incontri si svolgono in collaborazione con i rispettivi Comuni ed in particolare con le consigliere comunali e le associazioni femminili locali. L´obiettivo dell´iniziativa è quello di creare contatti con donne da tutte le parti della provincia e incentivare la collaborazione con le organizzazioni femminili e le rappresentanti politiche a livello locale. Venerdì 15 aprile 2011, alle ore 20.00, presso la Sala del Consiglio comunale ad Egna, Barbara Monti, insegnante di meditazione e crescita personale, nella conferenza, in lingua italiana, dal titolo "Genitori e figli: crescere insieme" affronterà il tema del modo migliore di essere genitori e di come i genitori possano imparare dai figli a crescere. Le varie iniziative programmate dalla Commissione provinciale per le pari opportunità riferite alla primavera 2011 sono raccolte in un opuscolo "Donne informate" e spaziano dal diritto di famiglia ed ereditario alle cure sanitarie al femminile, dal coraggio civile al rapporto con il proprio corpo, dal ruolo genitoriale al rapporto della donna con la pubblica amministrazione. L´opuscolo fornisce in modo sintetico informazioni sui compiti della Commissione provinciale pari opportunità e sul Servizio Donna; è in distribuzione gratuita presso il Servizio Donna, in via Dante 11 a Bolzano, serviziodonna@provincia.Bz.it