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Notiziario Marketpress di Mercoledì 13 Aprile 2011
AGENDA DIGITALE: LA COMMISSIONE EUROPEA CONSULTA I CITTADINI SUL CONTRIBUTO DELLE TIC ALL’ASSISTENZA SANITARIA (EHEALTH)  
 
Bruxelles, 13 aprile 2011 - La Commissione europea vuole conoscere il punto di vista dei cittadini e delle altre parti interessate sul modo in cui l’Ue possa contribuire a un miglioramento generalizzato della qualità e dell’efficienza dell’assistenza sanitaria grazie alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Tic) (la cosiddetta sanità online, eHealth). Le Tic svolgono già un ruolo fondamentale all’interno dei sistemi sanitari nell’Ue, che devono fare fronte, tra l’altro, all’invecchiamento demografico, all’aumento di patologie croniche, ai tagli di bilancio e alla carenza di personale: grazie alle Tic è infatti possibile, ad esempio, effettuare analisi, monitorare i pazienti a distanza e garantire uno scambio sicuro di dati clinici per via telematica. Tuttavia eHealth ha ancora un potenziale di sviluppo notevole e può dare un contributo importante per garantire ai cittadini, soprattutto a quelli meno giovani, un’esistenza più dignitosa e autonoma. Un numero crescente di pazienti ricorre alla tecnologia per informarsi sulla propria patologia e addirittura per seguire l’evoluzione delle proprie condizioni. Ehealth non sostituirà mai la presenza umana, ma può dare modo agli operatori del settore sanitario di dedicare più tempo al contatto diretto con i pazienti. La promozione di eHealth è un obiettivo prioritario dell’Agenda digitale europea (cfr. Ip/10/581,memo/10/199 e Memo/10/200). La consultazione pubblica online è aperta fino al 25 maggio. Le risposte confluiranno nei lavori preparatori del piano d’azione eHealth 2012-2020 che la Commissione presenterà entro la fine del 2011. Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea e responsabile dell’Agenda digitale, ha dichiarato: “In un momento in cui per cittadini e governi conta ogni singolo euro, eHealth può contribuire a migliorare l’efficienza dei sistemi sanitari, a dare impulso all’economia e a rendere più autonomi i pazienti. Sarò grata a tutti coloro che ci comunicheranno le proprie idee su come eHealth possa essere impiegato al meglio a beneficio della collettività.” La Commissione invita tutte le parti interessate, inclusi gli operatori del settore sanitario e i pazienti, ad esprimersi sui maggiori benefici di eHealth, sui principali ostacoli che ne impediscono lo sviluppo su ampia scala e sulle azioni che la Commissione europea dovrebbe intraprendere per superarli. Inoltre le parti interessate possono comunicare le proprie idee su come migliorare l’interoperabilità nonché sull’approccio che la Commissione dovrebbe adottare per affrontare le implicazioni giuridiche di eHealth e sostenere al meglio l’innovazione. In particolare, il questionario cerca risposte su come realizzare i seguenti obiettivi: sensibilizzare i cittadini sui benefici e le opportunità di eHealth, affrontare i problemi di interoperabilità delle tecnologie eHealth, ottimizzare la certezza del diritto per eHealth e sostenere l’innovazione e la ricerca in eHealth. Il prossimo piano d’azione eHealth 2012-2020 darà modo di continuare le attività avviate nel quadro del primo piano d’azione (cfr. Ip/04/580) lanciato nel 2004, con l’obiettivo di farle evolvere ulteriormente e di dare a eHealth una prospettiva europea di lungo termine nel contesto dell’Agenda digitale europea, dell’Unione dell’innovazione e del partenariato per l’innovazione europea sull’invecchiamento attivo e in buona salute. Il questionario aiuterà inoltre la Commissione a valutare se gli obiettivi delle politiche proposte sono realizzabili dal punto di vista tecnico e pratico, oltre ad essere in linea con le aspettative delle parti interessate. Le risposte devono essere trasmesse entro il 25 maggio e confluiranno nel piano d’azione eHealth 2012-2020.  
   
   
SANITÀ, FORMIGONI: NETWORK OSPEDALI/RICERCA-RETI DI PATOLOGIA E CENTRO DI NERVIANO,DUE MODELLI INNOVATIVI L´OBIETTIVO: MEDICINA PERSONALIZZATA E MENO OSPEDALIZZAZIONE  
 
Milano, 13 aprile 2011 - "Per ottenere la massima efficacia dei risultati è prioritario che le attività di ricerca medica condotte dai diversi soggetti vengano svolte in un ambito di regia complessiva che permetta di evitare duplicazioni e sappia massimizzare i progressi svolti". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, intervenendo a un convegno sul tema ospedali e ricerca. "In questo senso - ha aggiunto - uno dei principali obiettivi delle politiche sanitarie di Regione Lombardia è quello di voler imprimere un´accelerazione alle collaborazioni tra gli attori in campo". Le modalità indicate da Formigoni sono diverse: in particolare, si tratta di consolidare collaborazioni tra università, centri di ricerca, istituzioni, organizzazioni nazionali ed internazionali sulla ricerca scientifica; strutturare un sistema stabile di scambio di best practice, know-how e tecnologie. Le Reti Di Patologia - "Le Reti di Patologia attivate in questi anni da Regione Lombardia - ha detto il presidente - rappresentano uno degli esempi concreti di quanto sto dicendo. Esse costituiscono un innovativo modello gestionale che coniuga ricerca e assistenza: si tratta di una vera e propria rete costituita dalle istituzioni, dalle organizzazioni e dai professionisti che svolgono la loro attività a favore del paziente in tutte le fasi del processo di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, inclusa l´eventuale fase terminale (ad esempio come nel caso della Rete Oncologica). Lo scopo è di migliorare la qualità delle cure, mettere in comunicazione tutti i soggetti che si occupano di patologia e migliorare l´efficacia organizzativa, grazie alla condivisione di conoscenze, competenze e informazioni. Il suo obiettivo finale è quello di trasferire l´innovazione in nuove modalità di prevenzione, in nuovi e più precoci strumenti diagnostici e nello sviluppo di nuovi farmaci". Nerviano Medical Sciences - Un altro caso di eccellenza riguarda l´impegno della Regione per il Nerviano Medical Sciences, "rispetto al quale - ha sottolineato Formigoni - Regione Lombardia ha perfezionato recentemente il suo ingresso all´interno del Sistema regionale. Sappiamo bene come questo Centro, da sempre leader nel campo della ricerca medica e biomedica, è uno dei più grandi poli di ricerca e sviluppo farmaceutico in Europa. Con queste caratteristiche di eccellenza viene ora a far parte integrante del sistema di ricerca e cura a carattere scientifico della Lombardia". La Giunta ha infatti individuato nei 4 Irccs pubblici lombardi, Policlinico, Besta e Istituto dei Tumori di Milano e San Matteo di Pavia, i soggetti nuovi proprietari del Centro. Lo scopo di questa operazione è di poter valorizzare al meglio il Centro, salvaguardando ed esaltando le attività di ricerca scientifica e farmacologica che in esso vengono svolte. L´operazione è avvenuta a costo zero, con il passaggio dalla precedente proprietà a titolo gratuito che ha assicurato il posto di lavoro dei circa 600 dipendenti. Cell Factory, La Nuova Frontiera - "Sono 4 le nostre realtà - ha spiegato il presidente Formigoni - tra Aziende Ospedaliere e Irccs (Policlinico, Besta, Riuniti di Bergamo e San Gerardo di Monza), ad essere già dotate di questi avanzatissimi laboratori di ricerca. La loro attività, basata sul trattamento di cellule staminali adulte, rappresentano un altro vero e proprio punto di eccellenza all´interno della sanità pubblica italiana. Si tratta di una frontiera tra le più avanzate della ricerca clinica, in grado di aprire in breve tempo nuove e rivoluzionarie prospettive per una vasta serie di patologie, croniche e invalidanti in particolare". Medicina Personalizzata - L´obiettivo finale e sintetico che il presidente della Lombardia ha indicato è quello della medicina personalizzata. Infatti, per Formigoni "il raggio delle conoscenze nel settore ci mette nelle condizioni di migliorare l´appropriatezza dei trattamenti terapeutici, arrivando a definire nuovi farmaci sempre più mirati e, per così dire, sempre più intelligenti, riducendo di conseguenza l´ospedalizzazione".  
   
   
GIUNTA VENETA APPROVA RIPARTO PROVVISORIO FONDO SANITARIO 2011. SUDDIVISI TRA ULLSS E A.O. 7 MILIARDI 998 MILIONI  
 
Venezia, 13 aprile 2011 - Con una decisione a sorpresa la Giunta regionale, nella sua seduta di ieri , ha approvato l’assegnazione provvisoria (in attesa di quanto emergerà dalla discussione sul riparto nazionale tra le Regioni in corso a Roma) delle risorse finanziarie 2011 alle Ullss e Aziende Ospedaliere venete. Il documento, per ora parametrato sulle disponibilità dello scorso anno, è stato proposto dall’assessore alla sanità Luca Coletto, di concerto con il collega al sociale Remo Sernagiotto, ed è stato illustrato dal presidente Luca Zaia e dall’assessore Coletto nel punto stampa post giunta. Complessivamente sono stati ripartiti 7 miliardi e 998 milioni di euro, dei quali 7 miliardi 722 milioni 597 mila euro per l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) ed il rimanente per altre voci, come un fondo ospedaliero per le aziende che svolgono funzioni provinciali (64 milioni), il fondo per i farmaci oncologici ad alto costo (43 milioni), il fondo per lo sviluppo dell’assistenza primaria sul territorio (16 milioni 628 mila euro), un fondo legato alla specificità della popolazione anziana (11 milioni), il fondo per le attività trasfusionali (85 milioni 759 mila euro), una dotazione per la copertura dei project financing e dei canoni di disponibilità (55 milioni). L’assegnazione ripartita oggi verrà integrata non appena saranno disponibili il riparto definitivo tra le Regioni a livello nazionale ed il dato sulla popolazione residente aggiornato all’1 gennaio 2011. “Inauguriamo così un nuovo approccio – ha detto Zaia – per dare al più presto possibile ai nostri managers un budget attendibile ancorchè non definitivo sul quale cominciare a lavorare. Questo consentirà a tutti un maggiore controllo sulla spesa e tempi ragionevoli per fare una loro programmazione”. Coletto ha posto l’accento sulle innovazioni introdotte, “che mirano – ha sottolineato – a dare una maggiore omogeneità nella suddivisione delle risorse, ad avvicinare ulteriormente la forbice tra le Ullss con la spesa più alta e le altre, a correlare sempre di più la suddivisione delle risorse secondo parametri quali quelli dei costi sostenuti dalle migliori aziende della regione”. L’assessore ha tenuto a sottolineare in particolare l’introduzione di un nuovo criterio collegato alla densità della popolazione residente ed all’età della popolazione assistita. “Due aspetti – ha detto – che incidono notevolmente sulla spesa dei singoli sistemi territoriali e che lo fanno in maniera omogenea, consentendo una ripartizione su basi scientificamente provate e quindi assolutamente eque. E’ ovvio – ha spiegato – che si calcola una costosità maggiore dove la densità della popolazione è più bassa e dove l’età degli assistiti è più alta, suddivisa in due fasce: da 65 a 75 anni e oltre i 75”. “Due criteri – ha aggiunto Coletto – che riconoscono ampiamente le maggiori difficoltà in alcune aree della regione come la montagna e la laguna”. Quanto al confronto sul riparto nazionale che si riapre domani ai tavoli romani, Zaia e Coletto hanno ribadito il “no” del Veneto all’introduzione del criterio della “deprivazione” proposto da alcune Regioni. “E’ un criterio socioeconomico e non sanitario – hanno detto – che riteniamo assolutamente inapplicabile ed iniquo”.  
   
   
SOCIETÀ DELLA SALUTE, LA GIUNTA TOSCVANA APPROVA L’ATTO DI INDIRIZZO  
 
 Firenze, 13 aprile 2011 – Approvato dalla giunta l’atto di indirizzo delle Società della Salute, che il 22 marzo scorso aveva già ricevuto valutazione positiva da parte della Conferenza regionale delle Sds. L’atto contiene una serie di disposizioni operative per il funzionamento delle Sds in Toscana, e imprime una decisiva accelerazione al loro percorso di stabilizzazione. Questo, in un quadro normativo nazionale non ancora consolidato, e tenendo conto del pronunciamento della Corte Costituzionale, che non entra nel merito del funzionamento delle Sds. Il documento, prima condiviso all’unanimità dalla Conferenza delle Sds, e ora approvato dalla giunta, è la chiara espressione della volontà della Toscana di andare avanti con questa esperienza innovativa, di integrazione fra enti per il miglioramento delle condizioni di salute dei cittadini. “Le Società della Salute – commenta l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia – sono un fondamentale strumento di integrazione tra le istituzioni, fattore chiave di successo per la tenuta del welfare toscano. A maggior ragione in un momento, come questo, di difficoltà economiche e drastico taglio dei trasferimenti statali. La nostra forza è sempre stata quella di riuscire a fare sistema, e lo strumento delle Società della Salute ci consentirà di traguardare con successo anche questa fase difficile. Quella delle Sds è una delle più importanti innovazioni politico-istituzionali, che pongono la nostra regione in un punto avanzato dell’integrazione delle politiche per la salute. Le disposizioni nazionali sopravvenute non inficiano né mettono minimamente in discussione i principi ispiratori delle Sds”. Il documento ribadisce gli obiettivi perseguiti dalle Sds: favorire le politiche di salute in tutti gli atti di programmazione degli enti locali, assicurare il governo dei servizi territoriali, rendere la programmazione delle attività territoriali più coerente con i bisogni di salute della popolazione, controllare i determinanti di salute e ridurre le disuguaglianze, anche attraverso il potenziamento delle attività di prevenzione, della sanità di iniziativa. E sottolinea che attraverso le Sds sono perseguibili anche vantaggi economici: con l’integrazione tra servizi sociali dei Comuni e servizi socio-sanitari, si innesca infatti un meccanismo di economia di scala, grazie al quale si riducono i costi di gestione, e si opera in un ambito di dimensione ottimale per l’erogazione dei servizi.  
   
   
PSORIASI, UN FINANZIAMENTO DI 200MILA DOLLARI ALL’ISTITUTO DI DERMATOLOGIA DELL’UNIVERSITÀ DI ROMA ‘TOR VERGATA’ DALLA NATIONAL PSORIASIS FOUNDATION, PER UN PROGETTO D’AVANGUARDIA SU QUESTA MALATTIA  
 
 Roma, 13 aprile 2011- Per la prima volta un ricercatore italiano è si è aggiudicato un importante finanziamento dalla National Psoriasis Foundation. E’ il Prof. Antonio Costanzo dell’Istituto di Dermatologia dell’Università di Roma ‘Tor Vergata’, che ha ricevuto questo importante il riconoscimento. La selezione dei progetti, relativi a nuove cure per la psoriasi, è molto competitiva e solo pochi, solitamente svolti negli Usa, ricevono ogni anno il finanziamento (‘grant’) di 200mila dollari. «Il nostro progetto mira a studiare come diverse componenti del sistema immunitario interagiscono tra di loro per accendere la “scintilla” iniziale, da cui si scatena la malattia e ad identificare tra esse quella critica su cui sviluppare un eventuale vaccino», spiega il coordinatore Prof. Antonio Costanzo, dermatologo dell’Università di Roma “Tor Vergata”. Lo studio multidisciplinare sarà condotto in collaborazione con il Prof. Giovanni Monteleone, gastroenterologo ed immunologo dell’Università di Roma ‘Tor Vergata’, il Dr. Roberto Lande, immunologo dell’Istituto Superiore di Sanità, e il Prof. Carlo Pincelli, dermatologo dell’Università di Roma ‘Tor Vergata’. La National Psoriasis Foundation è un’importante fondazione benefica americana, che ha l’obiettivo principale di supportare i pazienti psoriasici sotto l’aspetto dell’informazione e dell’educazione, del sostegno nei rapporti con le istituzioni e soprattutto della ricerca. Infatti da molti anni finanzia progetti di ricerca di mirati a migliorare la conoscenza delle cause e dei meccanismi attraverso cui si sviluppa questa malattia con il fine di trovare la cura della psoriasi. Prima d’ora l’unica istituzione europea a beneficiare di questo grant era stato il Karolinska Instituet di Stoccolma, l’istituto dove ogni anno vengono assegnati i premi Nobel. «La decisione della National Psoriasis Foundation di finanziare un progetto non americano –spiega il prof. Sergio Chimenti, direttore della Clinica Dermatologica dell´Università di Roma ‘Tor Vergata’- rappresenta un segno importante di come la ricerca italiana, benché sopporti l’esiguità dei fondi messi a disposizione, riesca comunque ad essere competitiva e quindi ad attrarre finanziamenti dall’estero». La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica che compare in soggetti predisposti geneticamente. Ne è affetto circa il 2% della popolazione italiana e di questi circa il 30% in modo grave. Si manifesta principalmente sulla pelle ma può coinvolgere anche le articolazioni e il sistema cardiovascolare. La patologia peggiora notevolmente la qualità della vita dei pazienti affetti, perché oltre a determinare un importante disagio fisico, può alterare profondamente la percezione di se stessi creando problemi di relazione con gli altri.  
   
   
LA PSICHIATRIA MONDIALE A TRIESTE PER ELIMINARE LE BARRIERE  
 
 Trieste, 13 aprile 2011 - Il Friuli Venezia Giulia inserisce il modello istituzionale relativo alla salute mentale tra le sue eccellenze da proporre all´estero nell´ambito della cooperazione allo sviluppo, trasformando l´opinione in terapia e, quindi, in quel approccio concreto voluto dall´assessore regionale Vladimir Kosic. In attesa degli atti ufficiali (a breve è previsto il passaggio formale in Giunta regionale), il nuovo modello, agganciato ad un sistema sociale definito tra i più avanzati dallo stesso Kosic, sarà presentato ai maggiori esponenti settoriali provenienti da trenta Paesi europei ed extraeuropei nel corso del meeting internazionale "Beyond the Walls - Il Passaggio dall´ospedale ai servizi territoriali", in programma a Trieste (parco di San Giovanni) da oggi a sabato ed organizzato dal Centro collaboratore Oms (Organizzazione mondiale della Sanità) per la Salute mentale dell´Azienda sanitaria Triestina. L´evento - illustrato oggi anche dal direttore generale dell´Ass 1, Fabio Samani, dal direttore del dipartimento Salute, Giuseppe Dell´acqua, e dal coordinatore del Centro, Roberto Mezzina - riunirà nel capoluogo giuliano inviati dell´Oms, esperti governativi di salute mentale, leader di esperienze-guida, direttori di strutture ed organizzazioni psichiatriche e sanitarie, stakeholder, rappresentanti di Ong e di reti internazionali di collaborazione, avviando di fatto un processo di condivisione di esperienza e conoscenza senza confini in grado di coinvolgere l´intera comunità. Offrire saperi, tra l´altro, sarà alla base della Summer School sulla salute mentale comunitaria che, secondo quanto auspicato oggi, potrebbe essere avviata già in agosto a Trieste allo scopo di formare gli operatori di tutta Europa. La vera sfida globale, quindi, sarà diffondere il sapere senza barriere e preclusioni, cominciando dal meeting Beyond the Walls dove, è stato detto, dovrebbe essere formulata una dichiarazione congiunta rispetto al superamento delle istituzioni psichiatriche a favore di un sistema di cure sul territorio. Rimanendo in ambito Friuli Venezia Giulia, invece, la Regione ha spiegato che dopo il passaggio dal finanziamento storico a quello che rispetta un criterio di pesatura della popolazione, garantendo di fatto l´innalzamento delle risorse, lo stesso processo dovrà essere avviato per i centri di salute mentale da distribuire correttamente laddove servono.  
   
   
ANTICOAGULANTI, NUOVE STRATEGIE TERAPEUTICHE: UN’OPPORTUNITA’ PER I PAZIENTI E UNA MIGLIORE GESTIONE CLINICA PER IL COMPARTO SANITARIO  
 
 Abbasanta (Or), 13 aprile 2011 – “Governo clinico delle nuove terapie anticoagulanti” è il titolo del convegno in programma venerdì 15 aprile 2011, presso l’Hotel Su Bajone di Abbasanta, rivolto a medici, farmacisti e dirigenti delle direzioni sanitarie, organizzato dall’Associazione dei Medici delle Direzioni Ospedaliere (Anmdo) con il patrocinio dell’Assessorato alla Sanità, in collaborazione con Boehringer Ingelheim Italia. Si tratta di un appuntamento scientifico estremamente importante per gli operatori della Sanità, oltre che un’occasione unica per un dibattito su un tema di grande attualità, cui parteciperanno, tra gli altri, l’Assessore alla Sanità della Regione Autonoma della Sardegna Antonello Liori e il Direttore Generale dell’Assessorato Massimo Temussi. La fibrillazione atriale è il più comune disturbo del ritmo cardiaco: colpisce circa una persona su quattro dopo i 40 anni e l’1% della popolazione totale, ma fino al 10% degli individui dopo gli 80 anni. I soggetti con Fibrillazione Atriale presentano un aumento del rischio di trombi, il quale a sua volta innalza di cinque volte il rischio di ictus. Nel mondo ogni anno fino a tre milioni di persone vengono colpite da un ictus collegato a questa patologia, spesso si tratta di eventi gravi ed invalidanti e la metà dei pazienti muore entro un anno. Gli ictus dovuti alla Fibrillazione Atriale tendono ad essere gravi, con un’aumentata probabilità di morte (20%) e invalidità (60%), ma numerosi casi possono essere prevenuti, adottando un’adeguata terapia antitrombotica. Recentemente, la ricerca farmacologica ha compiuto, per quanto riguarda i farmaci anticoagulanti, enormi progressi, dando vita allo studio e allo sviluppo di nuove molecole in grado di modificare radicalmente lo scenario della prevenzione dell’ictus in pazienti con fibrillazione. E’ di futura commercializzazione, infatti, in Italia (lo è già negli Stati Uniti, Canada e Giappone e Nuova Zelanda) un nuovo anticoagulante orale che oltre ad aver dimostrato una maggiore efficacia rispetto alla terapia standard nella prevenzione dell’ictus, è in grado di migliorare la qualità di vita dei pazienti. Gli attuali trattamenti antitrombotici, come ad esempio gli antagonisti della vitamina K, sono stati per anni (e lo sono tutt’ora) il fondamento del trattamento anticoagulante, sebbene presentino svantaggi significativi, soprattutto nell’impiego a lungo termine. Questi aspetti hanno, infatti, evidenziato la necessità di sviluppare nuovi farmaci che siano efficaci, ben tollerati e che aiutino, al contempo, a migliorare la compliance del paziente, liberandolo da periodici controlli di laboratorio per il monitoraggio del profilo coagulativo (Inr). Da qui l’esigenza, alla luce delle recenti acquisizioni scientifiche e della prossima approvazione in Italia dei nuovi farmaci anticoagulanti, di un confronto tra “addetti ai lavori” per migliorare l’organizzazione e la valorizzazione delle risorse. In Sardegna, considerate le caratteristiche geografiche, demografiche e sociali, i pazienti con patologie o problemi della coagulazione vivono spesso una condizione di rischio clinico. I residenti in piccoli Comuni, spesso si trovano lontani dai Centri di Terapia Anticoagulante (Tao) e, pur essendo candidati a tale trattamento, non possono aver accesso alla miglior terapia possibile per difficoltà legate ai trasporti ed all’assistenza. L’innovazione scientifica impone oggi una modifica dei livelli organizzativi delle strutture sanitarie, che saranno sempre più chiamate a garantire livelli di assistenza ottimali nel rispetto dell’appropriatezza e del contenimento della spesa gestionale. Il Convegno odierno si propone di affrontare gli aspetti più attuali delle tematiche di governance e di considerare i possibili scenari futuri per i centri di diagnosi e cura: dall’inquadramento epidemiologico, contestualizzato in ambito regionale, si passerà ad affrontare gli aspetti attuali della gestione dei pazienti che afferiscono ai Centri Tao (dagli aspetti propriamente clinici legati ai risultati di efficacia e tollerabilità, ad una disamina delle implicazioni farmaco-economiche legate all’utilizzo dei nuovi farmaci anticoagulanti). Verranno, quindi, illustrati i principi di valutazione con Healt Tecnology Assessment (Hta) per delineare gli strumenti a supporto delle scelte di governo clinico al fine di ricercare il miglior compromesso tra livelli essenziali di assistenza (Lea) e sostenibilità per il sistema sanitario.  
   
   
BOLZANO: PRESENTATA LA RICERCA DEL PROFESSOR PASDERA SUI “COSTI STANDARD IN SANITÀ”  
 
Bolzano, 13 aprile 2011 - “Conoscere qual è il costo dei servizi ospedalieri per poter utilizzare le risorse del servizio sanitario pubblico al meglio, questo è prescritto dalla legge, ma è anche di fondamentale importanza per l’organizzazione del sistema sanitario” con queste parole il direttore di Dipartimento, Florian Zerzer, ha presentato ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa, i primi risultati emersi dalla ricerca condotta dal professor Alberto Pasdera sul tema “Costi standard in sanità”. Nel corso della conferenza stampa tenutasi questa mattina presso la sede dell’Assessorato provinciale alla sanità il direttore del Dipartimento, Florian Zerzer, ha sottolineato che il “Servizio pubblico deve essere il più efficiente possibile. Per questa ragione lo Stato impone che i costi vengano misurati in base a degli standard e che le Aziende sanitarie debbano raccogliere e documentare i loro costi effettivi”. A questo scopo nel giugno 2009 l’Assessorato alla sanità e l’Azienda sanitaria dell’Alto Adige hanno incaricato l’esperto di economia sanitaria, Alberto Pasdera, di condurre una rilevazione ed un’analisi completa dei costi della sanità in Alto Adige. Nel corso della conferenza stampa odierna sono stati presenti i primi risultati di questa ricerca riguardanti essenzialmente la rilevazione dei costi standard dei ricoveri ospedalieri, mancano quindi ancora i dati riguardanti l’attività ambulatoriale. Il progetto nasce dall’esigenza di fissare le tariffe per le prestazioni di assistenza ospedaliera sulla base del costo standard, ovvero del costo medio delle risorse per singolo episodio di ricovero ospedaliero, partendo dai costi effettivamente sostenuti. Questo è quanto prevede la legge n. 133 del 6 agosto 2008 che ha innovato profondamente i meccanismi per la definizione delle tariffe per le prestazioni sanitarie. L’indagine, commissionata dall’Assessorato alla Sanità nel giugno 2009, era già partita in fase sperimentale nel 2008 con l’analisi dei dati relativi all’ anno 2007. I dati emersi da questo studio sono stati presentati, condivisi e convalidati tramite intervista diretta con i primari e i coordinatori infermieristici dei diversi ospedali. In seguito è partita l’indagine per l’analisi dei dati 2008 e 2009 con la relazione sul campo. È stato così possibile confrontare i risultati ottenuti con quelli di altre realtà italiane di eccellenza che utilizzano la stessa metodologia in un’ottica di analisi comparativa delle prestazioni (benchmarking). Tale confronto permette all’Azienda Sanitaria di compararsi con altre aziende e di apprendere da queste per migliorare. A tal fine è stato creato il Nisan - Network italiano Sanitario, una rete interregionale in continua espansione finalizzata allo scambio di informazioni sui costi standard delle attività sanitarie. Il Nisan è stato fondato nel 2009 dagli Ospedali Galliera di Genova, dall’Azienda Ussl 18 di Rovigo, dall’Ircss Casa Sollievo della Sofferenza di S. Giovanni Rotondo e dalla Provincia Autonoma di Bolzano. Attualmente il Nisan è composto da 15 membri per un totale di 21 strutture ospedaliere. Ad oggi la rete dispone dei dati riguardanti i costi standard dei ricoveri per il 2007 pari a 333.502 ricoveri rilevati in 11 ospedali. La Provincia di Bolzano può già oggi contare sui dati aggiornati al 2009. Nel prossimo settembre la rete nel suo complesso disporrà dei costi standard dei ricoveri per gli anni 2008 e 2009 (circa 450.00 ricoveri). Dal confronto dei costi per ogni singolo ricovero con altre strutture sanitarie italiane possono emergere informazioni molto interessanti per valutare se il costo delle prestazioni erogate dagli ospedali dell’Alto Adige è in linea con gli standard di riferimento, oppure superiore o inferiore a tali standard. Sarà così possibile disporre di una buona base per migliorare l’efficienza dell’organizzazione senza ridurre la qualità delle prestazioni per i cittadini. Da febbraio ad aprile 2011 si sono svolti incontri informativi con le quattro direzioni dei Comprensori e i risultati dello studio sono stati presentati ai primari e ai coordinatori infermieristici. I dati sinora rilevati sono suddivisi in diverse categorie e si riferiscono all’impiego delle risorse utilizzate per ogni singolo ricovero. In altre parole, è stato verificato quanto costa un ricovero in termini di personale medico, infermieristico, di altri profili professionali, di presidi sanitari e chirurgici, di farmaci e di altri costi. Tutti questi dati sono stati rilevati per ogni reparto degli ospedali provinciali. Va sottolineato che i dati rilevati a livello locale si riferiscono al 2009, mentre quelli nazionali riguardano il 2007. I dati dello studio non sono ancora definitivi. Il sistema andrà a regime nei prossimi mesi. Solo dopo sarà possibile valutare con certezza in quali ambiti ci sono possibilità di miglioramento e in quali i risultati sono buoni ed i costi competitivi rispetto alle altre Regioni italiane. Nello studio non sono stati considerati elementi quali la qualità dei servizi, i diversi contratti collettivi che vengono applicati al personale in Provincia, le diverse strutture e dotazione tecnica e infine l’esistenza di una rete capillare di assistenza ospedaliera. Non sono ancora disponibili i dati relativi ad ambulatori e al territorio. Nel corso del suo intervento il direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale, Andreas Fabi, ha sottolineato che allo stato attuale i dati sono ancora parziali e per questa ragione sia l’Assessorato che l’Azienda sanitaria ritengono che debbano ancora essere controllati ed integrati prima di essere resi pubblici ed utilizzati per interpretazioni complessive. L’obiettivo del progetto, hanno sottolineato i relatori, è quello di avere a medio-lungo termine un quadro economico generale dei costi e uno strumento di valutazione affidabile sull’efficienza degli ospedali in Provincia. I risultati emersi dalla rilevazione permettono un confronto dei costi non solo con altre realtà italiane, ma anche tra i vari reparti dei sette ospedali dell‘Alto Adige. Tali risultati potranno essere utilizzati a fini strategici e per simulazioni, per pianificare in futuro prestazioni, personale e materiale relativi alla degenza ospedaliera. L’analisi, la comparazione e la valutazione dei costi consentiranno di elaborare politiche di distribuzione delle risorse scarse in funzione dei bisogni del cittadino. Grazie al metodo utilizzato, che pone al centro dell’attenzione il singolo ricovero e quindi il paziente, sarà possibile valutare se un’attività è realmente utile, se è efficiente oppure se sono state sprecate risorse che potevano essere utilizzate per pazienti più bisognosi. Rappresenta un punto di partenza che va ulteriormente integrato anche in considerazione della qualità dei servizi erogati (prestazioni sicure per il paziente, erogate tempestivamente e correttamente per garantirne il buon esito) e dell’appropriatezza delle prestazioni erogate. Conclusa l’analisi dei costi per la parte della degenza ospedaliera, l’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige in collaborazione con l’Assessorato alla Sanità, sta determinando il costo standard per le prestazioni di specialistica ambulatoriale per il 2008 e il 2009 per alcune branche. Si procederà poi a rilevare il costo standard per il ricovero ospedaliero per l’anno 2010 e per le prestazioni fornite da altre unità operative, come laboratorio e radiologia per lo stesso anno.  
   
   
MEDICINA TERRITORIALE: ARRIVA L’INFERMIERE DI FAMIGLIA  
 
Aosta, 13 aprile 2011 - L’assessorato della sanità, salute e politiche sociali comunica che, nell’ambito delle attività previste dal piano socio-sanitario regionale 2011/2013, sono stati presentati dall’azienda Usl della Valle d’Aosta due progetti volti al potenziamento della continuità assistenziale e della domiciliarità delle cure e, più in generale, allo sviluppo della medicina territoriale, che sono stati approvati dalla Giunta regionale nell’ultima seduta. «I due progetti – spiega l’Assessore Albert Lanièce – sono direttamente funzionali ai principi enunciati nel piano socio-sanitario regionale. Dal documento programmatico emerge infatti la centralità del bisogno della persona e della famiglia, nelle diverse fasi della vita, e l’attenzione per il territorio quale elemento importante e decisivo per le modalità con cui nascono e si manifestano i diversi bisogni. In questo senso sono stati strutturati i due progetti. Uno è rivolto in modo particolare alle zone montane e prevede sperimentalmente l’individuazione di una nuova figura professionale ».  
   
   
POLITICHE SOCIALI,ENTRO APRILE 40 MLN AI COMUNI LOMBARDI  
 
Milano, 13 aprile 2011 - Un impegno economico regionale di 40 milioni per le politiche sociali che sarà erogato a fine aprile e la riforma del sistema di welfare lombardo. Questi i due temi trattati dall´assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale, Giulio Boscagli, nella sua risposta al question time in Consiglio regionale sui tempi di erogazione ai Comuni del Fondo regionale Politiche Sociali. "Vorrei innanzitutto ricordare - ha spiegato Boscagli - che i fondi a disposizione della Regione, a causa dei tagli, devono essere utilizzati unicamente per finanziare gli interventi vincolati. Va dunque sottolineato che i 40 milioni stanziati per il Fondo regionale Politiche Sociali sono la prova dell´impegno della Regione e della priorità che la Regione stessa dà al tema del sociale e del socio-sanitario". "Regione Lombardia - continua Boscagli - è in dialogo continuo con Anci, con cui sono state condivise modalità e tempistica dell´erogazione di questo contributo, che avverrà entro la fine di aprile. Quello che resta è un problema di prospettiva e riguarda un ripensamento complessivo delle politiche di welfare, un percorso che stiamo già realizzando attraverso l´introduzione del fattore famiglia e il potenziamento degli interventi domiciliari". L´assessore Boscagli ha infine sottolineato come a livello locale e nazionale si sia assistito ad una grande mobilitazione sui temi della cultura e dei trasporti mentre il tema sociale sia passato in secondo piano pur essendo un ambito tra i più colpiti dall´attuale crisi.  
   
   
BOLZANO: ENTRO L´ANNO IL 95% DELLE LISTE DI ATTESA NEI TEMPI PREVISTI  
 
 Bolzano, 13 aprile 2011 - Entro il 2011 l´Azienda sanitaria deve impegnarsi a garantire il 95% delle prestazioni degli ospedali nei tempi massimi di attesa stabiliti: se questa riduzione non riuscirà, si interverrà sul piano dell´attività libero professionale. Lo ha deciso oggi (11 aprile) la Giunta provinciale che ha discusso un piano di azione per ridurre le liste di attesa negli ospedali altoatesini. Il presidente Durnwalder ha ricordato cosa prevede il piano aziendale per l´attività libero professionale intramoenia (all´intero della struttura ospedaliera pubblica): può essere esercitata dal lunedì al giovedì orario 17-19, il venerdì 15-19, il sabato 8-12, per un massimo di 3 ore per ciascun medico. Sono autorizzate solo visite e prestazioni ambulatoriali. Attualmente su 1100 medici, solo 153 hanno scelto l´intramoenia, 13 quelli che hanno fatto richiesta di attività libero professionale all´esterno (extramoenia). Gran parte di loro sono concentrati a Bolzano (97), Merano (24) e Brunico (20), mentre sono 8 a Bressanone, 3 a Silandro, uno a San Candido e nessun medico a Vipiteno. La prenotazione di prestazioni nel servizio sanitario pubblico avviene secondo il principio dell´urgenza clinica, suddivisa in quattro livelli di priorità: urgente (prestazione entro 24 ore dalla richiesta del medico), breve (entro 8 giorni), differibile (entro 60 giorni), programmata (appuntamento concordato tra specialista e medico di base). La Giunta ha voluto fare il punto della situazione dopo che più volte, nelle ultime settimane, ha avuto segnalazione di cittadini alle prese con due opzioni di trattamento negli ospedali rispetto ai tempi di intervento: da un lato una lunga lista di attesa, dall´altro, grazie alla visita privata a pagamento, la possibilità di essere curati già il giorno successivo. "Abbiamo un sistema sanitario e professionisti di alta qualità, ma una medicina a due velocità non può prendere piede, perchè il diritto alla salute non deve distinguere tra ricco e povero", ha ribadito Durnwalder. I risultati dell´indagine: mentre per visite urgenti e brevi non si registrano particolari sforamenti nei tempi di attesa, la questione si pone per le prestazioni differibili e programmate (visite preventive, visite di controllo, dichiarazioni medico-specialistiche) per le quali il cittadino deve attendere più del previsto. La Giunta ha quindi concordato su un pacchetto di misure concrete da attuare tempestivamente: i centri di prenotazione fissano solo le prime visite, quelle successive saranno concordate direttamente con lo specialista; le prescrizioni dei medici di base e degli specialisti vengono concordate secondo regole precise; se malgrado questi interventi il cittadino non ottiene la prestazione entro i tempi di attesa prescitti, l´Azienda sanitaria si fa carico dei costi della visita privata a cui il paziente viene indirizzato. "In ogni caso - ha sintetizzato Durnwalder - l´Azienda sanitaria si impegna a garantire entro quest´anno il 95% delle prestazioni nei tempi massimi di attesa stabiliti." In caso contrario, la Giunta avvierà il confronto per intervenire restrittivamente sull´attività libero professionale, "perché il cittadino non deve percepirla come una corsia preferenziale, ma solo come un´offerta per la libera scelta del medico."  
   
   
ALCOHOL PREVENTION DAY 2011: SECONDO L’ISS STABILE IL CONSUMO DI ALCOL, MA CRESCE L´ABITUDINE A BERE FUORI PASTO ED I GIOVANI SONO SEMPRE PIÙ A RISCHIO  
 
 Lecce, 13 aprile 2011 - Il 7 aprile scorso è stata la Giornata della prevenzione contro l’alcol o per dirla all’inglese Alcohol Prevention Day promosso dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con Sia, Aicat ed Eurocare e con il supporto del Ministero della Salute. La necessità di una giornata dedicata ai rischi del consumo di alcol secondo Giovanni D’agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, nasce certamente dai pericoli per la salute dei cittadini fotografati dai dati che l’Iss ha elaborato, illustrando una situazione italiana che se da una parte denota una stabilizzazione dei consumi negli ultimi dieci anni, dall’altra dimostra un progressivo cambiamento nelle abitudini dei nostri connazionali. Il vecchio modello “mediterraneo” di bere vino o alcolici in basse quantità durante i pasti, infatti, ha segnato gradualmente il passo nei confronti della prassi diffusa tra i giovani e giovanissimi di bere sino ad ubriacarsi fuori pasto con un radicale aumento del cosiddetto binge drinking (il consumo di 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione e in breve tempo). In crescita anche le donne che devono, sebbene gli uomini siano ancora più portati a consumare alcolici, anche se tra i bevitori fuori pasto le esponenti del gentil sesso pareggiano i maschi e l’incremento maggiore rispetto al 1999 si registra tra le consumatrici 25-44enni (+45,2%). Come dicevamo al di là della soglia dei consumi che si mantiene stabile, le cifre raccolte dall’Istat ed analizzate dall’Iss sono comunque impressionanti soprattutto per quanto riguarda le categorie dei consumatori e l’incidenza tra i giovani ed i giovanissimi. Ed infatti secondo l’analisi la prevalenza dei consumatori a rischio nel 2009 è pari al 15,8% della popolazione di età superiore a 11 anni, con una evidente disparità tra i sessi (25% dei maschi, 7,3% delle femmine). Lo studio per fasce d’età evidenzia che sono a rischio il 18,5% dei ragazzi e il 15,5% delle ragazze al di sotto dell’età legale (16 anni), valori che dovrebbero essere pari a zero e che se riportati alla popolazione residente identificano al contrario ben 475.000 minori che hanno adottato almeno un comportamento a rischio alcol-correlato. Non va meglio agli anziani: tra gli over 65enni si contano oltre 2 milioni e 200mila anziani che seguono modelli di consumo rischioso o dannoso, con il 47,7 % dei 65-74enni e il 40,7 % degli ultra75enni. Tali spaventose cifre hanno degli effetti evidenti anche sulla spesa sociale anche perché già nel 2008 l’incremento degli alcol dipendenti in carico al servizio sanitario ha raggiunto la quota massima di oltre 66mila alcolisti in trattamento accompagnata da un significativo ricorso ai ricoveri ospedalieri per condizioni totalmente alcol correlate tra cui spicca la cirrosi per gli anziani e le intossicazioni alcoliche per i minori di 14 anni. Sempre per rimanere in termini di costi per la collettività e per la salute umana connessi al consumo di alcol al di là delle cifre relative alle malattie ed alle morti legate ad esso direttamente, ancor più drammatici sono i numeri relativi ai sinistri stradali: nel Nostro Paese il 30% dei decessi per incidenti stradali e il 50% degli incidenti non mortali hanno una correlazione con l´uso di alcol ed è ormai tristemente noto che questa rappresenta la prima causa di morte tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni. Per brevità, come Sportello dei Diritti, abbiamo ritenuto opportuno diffondere quanto più è possibile i dati più significativi forniti dall’Iss, perché riteniamo che l’informazione e la prevenzione, restino la via maestra per cercare di modificare modelli comportamentali che incidono negativamente sui singoli cittadini ma che come si è visto sono causa di effetti devastanti sulla collettività.  
   
   
VOLONTARIATO, SECONDO IL CESVOT ‘OCCUPA’ CIRCA 300 MILA TOSCANI  
 
Firenze, 13 ap0rile 2011 – Circa 300 mila i volontari attivi e oltre 3200 le associazioni. É questa la situazione fotograta dal Cesvot secondo una ricerca realizzata dal Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Pisa e presentata stamattina presso la sede del Centro in via Ricasoli a Firenze. Alla presentazione sono intervenuti il responsabile del settore associazionismo e impegno sociale della Regione Giovanni Pasqualetti, il presidente di Cesvot Patrizio Petrucci, la presidente di Coge Toscana Fiorenza Anatrini ed il professor Andrea Salvini dell’Università di Pisa, il curatore della ricerca che rientra all’interno dell’accordo che Regione e Cesvot hanno firmato poche settimane fa. “L’attenzione allo sviluppo delle attività per il volontariato – ha detto Giovanni Pasqualetti – trova nella rete creata da Regione, Cesvot e associazionismo un terreno fertile. Così come è fertile la Toscana tutta, laboratorio di ricerca e confronto. In questo ambito abbiamo una grandissima tradizione ma non dobbiamo restare ancorati al passato ma essere in grado di innovare. Soprattutto le piccole associazioni devono aprirsi a tutte le novità”. Secondo la ricerca in Toscana dedicano parte del loro tempo circa 300 mila persone. 3209 sono invece le associazioni: il 35% si occupano di sociale, il 29% di sanità, il 10% di cultura ed il restante 26% sono impegnate in attività di protezione civile, difesa e tutela dell’ambiente, socio-sanitario, tutela e promozione dei diritti e volontariato internazionale. In aumento quelle che si occupano di sociale e quelle che operano nel settore cosiddetto del ‘no-welfare’, ovvero tutela dei beni pubblici anche come risposta alla crisi della gestione del patrimonio ambientale e culturale.  
   
   
PRESENTATO A PALAZZO MARINO "MILAN CLIMBING 2011": UN GRANDE EVENTO PER L´ITALIA  
 
Milano, 13 aprile 2011 - Il conto alla rovescia è terminato, dopo tredici anni di digiuno Milano torna capitale mondiale dell´arrampicata sportiva grazie a "Milan Climbing 2011", prima tappa di Coppa del mondo di boulder e speed organizzata da Icaro Eventi col patrocinio e il contributo del Comune di Milano-assessorato allo Sport e Tempo Libero, di Coni Lombardia, della Ifsc (Federation International of Sport Climbing), della Fasi (Federazione Arrampicata Sportiva Italiana), di Expo 2015 e del Miur. L´evento che si tiene da giovedì 14 a domenica 17 aprile nell´incantevole scenario del Parco Sempione e´ stato presentato a Palazzo Marino alla presenza di Dario Moneta (Direttore Centrale Assessorato allo Sport e al Tempo Libero del Comune di Milano), Mauro Gocilli (Icaro Eventi, organizzatore di Milan Climbing), Marco Scolaris (Presidente Isfc, International Federation Sport of Climbing), Carlo Beltrame (Vicepresidente Fasi, Federazione Arrampicata Sportiva Italiana) e Gianpaolo Scialpi (Direttore Sportivo squadra nazionale italiana). "Milan Climbing è una manifestazione che il Comune di Milano ha fortemente voluto per l´importanza del messaggio che trasmette sia in termini di contenuti tecnici, sia come evento che coinvolga tutta la città - ha spiegato Dario Moneta -. La cornice del Parco Sempione è particolarmente adatta, i campioni dell´arrampicata offriranno uno spettacolo a cui sarà difficile non assistere". “Ringrazio tutti coloro che hanno creduto in questa sfida – afferma Mauro Gocilli, organizzatore dell’evento -. Ifsc, Fasi, istituzioni, sponsor, partner, volontari, sono tanti coloro che hanno accettato il nostro invito. L’obiettivo è promuovere l’arrampicata sportiva sul territorio attraverso un evento internazionale. Siamo certi di riuscirci e invitiamo tutti i milanesi ad assistere ad uno spettacolo indimenticabile in una splendida cornice come il Parco Sempione. Inoltre possiamo comunicare con orgoglio che doneremo due piccole pareti boulder per i bambini che verranno installate dal Comune di Milano in uno dei parchi cittadini nei prossimi giorni". Marco Scolaris sottolinea la grande crescita del movimento dell´arrampicata sportiva: "Stiamo crescendo come numeri di tesserati e come appassionati - spiega il Presidente Ifsc -. Pensate che abbiamo avuto una richiesta di tappe di Coppa del mondo molto superiore a quella stabiloita in calendario, l´apuntamento di Milano è molto importante per l´Italia e per pubblicizzare l´immagine dell´arrampicata sportiva. La Federazione Internazionale lavora per entrare nel programma olimpico, puntiamo a giocarci le nostre possibilità in vista del 2020". Carlo Beltrame rappresenta la federazione italiana: "Siamo fieri di rivedere la Coppa del mondo in questa città, l´impegno degli organizzatori e di tutti coloro che contribuiscono alla riuscita della manifestazione è stato massimo, siamo certi di assistere ad un evento di primissimo livello". Numerose le iniziative collaterali, a cominciare dal "Day School" di giovedì 14 aprile promosso in collaborazione con il Comune di Milano e riservato ai Giochi Sportivi Studenteschi Giochi Sportivi Studenteschi. In parete saliranno gli alunni delle Scuola Secondaria di Secondo Grado, appartenenti agli Istituti qualificati ai primi tre posti nelle rispettive fasi Provinciali dei Gss delle categorie Allievi/e, ossia nati nel 1994/1995/1996. Grazie ad un accordo raggiunto tra Fasi Lombardia e Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, gli studenti della Facoltà di Scienze Motorie e dello Sport potranno gestire una struttura di Arrampicata Sportiva all’interno del villaggio sportivo di Milan Climbing 2011. E domenica 17 aprile spazio alle gare Boulder e Speed del Circuito Nazionale Open, seguite da un boulder contest per la categoria amatori+giovanile under 16, 18 e 20. In aggiunta troviamo il Master Giovanissimi categorie under 8, 10, 12 e 14 oltre ad un raduno promozionale per coloro che non hanno mai provato l´ebbrezza dell´arrampicata sportiva ma volessero cimentarsi sui percorsi preparati per l´occasione dai tecnici federali. Grazie alla collaborazione fra il gruppo di lavoro dell’ingegnere Stefano Maldifassi, del Politecnico di Milano, dello staff di Sensorize e da Skiplay, verranno utilizzati gli strumenti della video analisi per valutare la performance degli atleti, sia in fase di gara che di allenamento. I momenti salienti delle gare di Coppa del mondo saranno inoltre seguite in diretta da Raisport sabato 16 e domenica 17 aprile, mentre l´intera tre giorni di gare verrà trasmessa via streaming in sinergia fra Up-climbing.com e Ifsc. Il programma completo delle gare di "Milan Climbing 2011" E´ stato definito il programma delle gare ufficiali di "Milan Climbing 2011". Si parte giovedì 14 con gli incontri tecnici di verifica, mentre venerdì 15 tocca alle qualificazioni del boulder, cui parteciperanno 62 uomini e 43 donne. Sabato 16 aprile semifinali al mattino a cominciare dalle ore 11.30 e finali previste dalle ore 17.00. Infine domenica 17 aprile sarà dedicata allo speed: le qualificazioni sono fissate per le ore 10, mentre le manches per il titolo sono previste dalle ore 14.30. Ma ecco il programma completo: Giovedi’ 14 Aprile: Boulder - Registrazione & Incontro Tecnico; 17h00-18h00 Registrazione World Cup; 18h30-19h00 Incontro Tecnico World Cup nella Sala Stampa. Venerdi’ 15 Aprile: Boulder - Uomo & Donna Qualifiche; 08h00 Apertura zona isolamento per Uomo – Qualifiche; 09h00 Chiusura zona isolamento per Uomo – Qualifiche; 10h00 Uomo Inizio Qualifiche; 13h00 Apertura zona isolamento per Donna – Qualifiche; 14h00 Chiusura zona isolamento per Donna – Qualifiche; 15h30 Donna Inizio Qualifiche; 19h00 Party di benvenuto offerto da Vibram. Sabato 16 Aprile: Boulder - Uomo & Donna Semifinali; 09h00 Apertura zona isolamento per Uomo & Donna; 10h30 Chiusura zona isolamento per Uomo & Donna; 11h30 Semifinal Man & Woman starts Boulder - Uomo & Donna Finale; 14h00 Apertura zona isolamento per Uomo & Donna; 16h00 Chiusura zona isolamento per Uomo & Donna; Presentazione dei finalisti seguito dalla Finale- 17h00 Inizio Finale Uomo & Donna; 18h45 Boulder Cerimonia di Premiazione; Speed – Registrazione & Incontro Tecnico- 18h45 – 19h15 Registratione World Cup; 19h15 – 19h45 Incontro Tecnico World Cup nella Sala Stampa; 21h00 Party by American Contourella. Domenica 17 Aprile: Speed - Uomo & Donna Qualifiche; 08h00 Apertura zona Warm Up opens per Uomo & Donna; 09h00 Pratica sul muro da gara; 10h00 Inizio Qualifiche Uomo; 10h30 Inizio Qualifiche Donna; 12h30 Apertura zona isolamento Uomo & Donna Finale; 14h00 Presentazione dei finalisti seguito dalla Finale; 14h30 Inizio Finale Uomo & Donna; 16h30 Cerimonia di Premiazione.  
   
   
BOLZANO: PREMIATI GLI SPORTIVI CHE SI SONO DISTINTI NELLA STAGIONE INVERNALE 2010-11  
 
Bolzano, 13 aprile 2011 - Si è svolta l ’11 aprile nella “Felsenkeller” del Centro "Laimburg" di Vadena la cerimonia di premiazione dei 25 atleti altoatesini che si sono particolarmente distinti nel corso della stagione invernale nell’ambito di competizioni sportive di livello mondiale. I premi sono stati consegnati dal presidente della Provincia, Luis Durnwalder, il quale ha definito gli atleti dei veri e propri “ambasciatori dell’Alto Adige nel mondo”. Dopo una stagione invernale particolarmente ricca di medaglie per gli atleti altoatesini degli sport invernali, i vincitori di medaglie mondiali o europee in specialità olimpiche ed i campioni mondiali o europei in specialità non olimpiche nella stagione invernale 2010-2011 sono stati premiati oggi pomeriggio (11 aprile) dal presidente della Provincia Luis Durnwalder nel corso di un ricevimento al Centro "Laimburg" di Vadena nella suggestiva cornice della Cantina nella roccia. Tra i premiati spiccano il re dei mondiali di sci alpino Christof Innerhofer e l’intramontabile Armin Zöggeler. Nel corso della cerimonia il presidente della Provincia, Luis Durnwalder, ha sottolineato che gli ottimi risultati ottenuti a livello internazionale dallo sport altoatesino sono il risultato di un’attività sportiva molto diffusa tra la popolazione. “La Giunta provinciale” ha aggiunto “prende molto sul serio le proprie competenze in questo ambito e da anni sono stati creati i presupposti per uno sport di massa grazie alla creazione di infrastrutture moderne ed alla portata di tutti. Lo sport svolge inoltre una funzione educativa molto importante ed alla sua pratica sono legati in maniera indissolubile anche concetti come l’idealismo e l’altruismo” Ecco di seguito l’elenco dettagliato dei 25 atleti altoatesini che si sono particolarmente distinti nelle loro specialità.. Christof Innerhofer - oro in supergigante ai campionati mondiali di sci alpino a Garmisch Partenkirchen-d - argento in supercombinata ai campionati mondiali di sci alpino a Garmisch Partenkirchen-d - bronzo in discesa ai campionati mondiali di sci alpino a Garmisch Partenkirchen-d. Armin Zöggeler - oro nel singolo ai campionati mondiali di slittino su pista artificiale a Cesana-i. Elena Runggaldier - argento in salto con gli sci ai campionati mondiali di sci nordico a Oslo-n. Christian Oberstolz, Patrick Gruber - argento nel doppio ai campionati mondiali di slittino su pista artificiale a Cesana-i. Lukas Hofer - bronzo nei 15 km partenza in massa ai camp. Mondiali di biathlon a Khanty Mansiysk-rus - bronzo nei 10 km sprint ai campionati europei di biathlon a Ridanna. Peter Fill - bronzo in supercombinata ai campionati mondiali di sci alpino a Garmisch Partenkirchen-d. Manfred Mölgg - bronzo in slalom gigante ai campionati mondiali di sci alpino a Garmisch Partenkirchen-d. Roland Fischnaller - bronzo in slalom gigante parallelo ai campionati mondiali di snowboard a La Molina-e. Karin Oberhofer, Dorothea Wierer - argento in staffetta ai campionati europei di biathlon a Ridanna. Carolina Kostner - bronzo ai campionati europei di pattinaggio artistico a Berna-ch. Renate Gietl - oro nel singolo ai campionati mondiali di slittino su pista naturale a Umhausen-a - oro a squadre ai campionati mondiali di slittino su pista naturale a Umhausen-a. Katharina Pliger - oro nei 5km sci di fondo ai campionati mondiali di sci alpino e nordico a Lans Vercors (F). Anton Blasbichler, Florian Clara, Patrick Pigneter - oro a squadre ai campionati mondiali di slittino su pista naturale a Umhausen-a. Angelika Rainer - oro ai campionati mondiali di arrampicata sul ghiaccio a Bustemi-rom. Karl Abfalterer, Robert Bacher, Manfred Mair am Tinkhof, Mathias Morandell, Roman Zublasing - oro a squadre ai campionati europei di icestocksport a Brunico. Florian Planker, Werner Winkler - oro ai campionati europei di sledgehockey a Solleftea-swe. Nel corso della cerimonia sono stati consegnati i distintivi al merito sportivo agli atleti: Christoph Innerhofer, Elena Runggaldier, Lukas Hofer, Roland Fischnaller, Karl Abfalterer, Robert Bacher, Matthias Morandell, Florian Planker, Werner Winkler, Karin Oberhofer, Dorothea Wierer. Hanno preso parte alla cerimonia il presidente del Comitato Alto Adige della Fisi, Hermann Ambach ed il presidente dell Comitato Alto Adige della Fisg, Christian Trettl, Günther Andergassen, presidente dell’Vss, Carloemanuele Bosin, presidente Ussa, Heinz Gutweniger, presidente “Coni” Alto Adige, Hubert Valentini e Siegfried Wolfsgruber della Consulta dello Sport, Walter Außerhofer, presidente di Assisport Alto Adige, Josef Erlacher, delegato provinciale del Comitato italiano Paralimpico. Per quanto riguarda le autorità militari erano presenti il maresciallo Davide Carrara (Carabinieri), il maresciallo Paolo Riva (Esercito) ed il maggiore Attilio Cauli (Fiamme Gialle).