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Notiziario Marketpress di Mercoledì 22 Giugno 2011
Politica
NUOVO ACCORDO SULLA DIRETTIVA PER I DIRITTI DEI CONSUMATORI: "UN GRANDE PASSO VERSO UN AUTENTICO MERCATO INTERNO COMUNE IN EUROPA"  
 
 Bruxelles, 22 giugno 2011- Dopo difficili negoziati Parlamento, Consiglio e Commissione Ue hanno trovato finalmente un compromesso sulla direttiva per i diritti dei consumatori. Le regole per proteggerli e, allo stesso tempo, garantire condizioni comuni più chiare per le imprese concorrenti nel mercato unico, verranno votate in Aula questo giovedì 23 giugno. Vediamo insieme di cosa si tratta. Il relatore del rapporto, il tedesco del Ppe Andreas Schwab ha commentato così l´accordo raggiunto: "Sia i consumatori che le imprese ne trarranno beneficio. È un grande passo verso un autentico mercato interno comune in Europa". Cosa otterranno i consumatori? Tante novità e la possibilità di avvalersi di nuovi diritti, attendono i consumatori europei. Ecco quali: · La possibilità di cambiare idea su un acquisto effettuato fuori negozio (on-line, via telefono, porta a porta) e rimandare indietro la merce entro 14 giorni. Il periodo si estende a un anno nel caso il venditore non informi l´acquirente sul nuovo regolamento. · Se la merce è restituita entro il termine, il compratore avrà diritto al rimborso dell´interno prezzo del prodotto nelle 2 settimane successive. · La consegna dovrà essere effettuata entro 30 giorni, pena la possibilità di annullare l´ordine. · Eventuali perdite o danni durante il trasporto saranno di piena responsabilità del venditore. · Non ci saranno più costi nascosti, né la selezione pre-impostata di una modalità di trasporto - ad esempio la priorità di imbarco del pacco in aereo che fa aumenta improvvisamente il costo. · Per gli acquisti on-line, al termine del processo sarà obbligatoria una finestra indicante il prezzo finale, inclusivo di tutte le spese, che il compratore dovrà barrare per completare il pagamento. Eventuali costi aggiunti dopo saranno a totale carico del venditore. Cosa non è coperto? · Il consumatore dovrà sostenere le spese di restituzione del prodotto. Se si tratta di un oggetto di grandi dimensioni, come un divano o un frigorifero, i costi del trasporto devono essere chiariti già al momento della vendita. · I beni digitali come musica, film o programmi software saranno esenti dal diritto di recesso: sono considerati venduti dal momento in cui inizia il download. · Anche i prodotti disegnati su misura - divani o abiti progettati per specifiche esigenze - non godono del diritto di recesso. · Se si annulla un servizio, si è comunque tenuti a pagare la parte di cui si è usufruito. Se, ad esempio, si contatta un avvocato per le pratiche di divorzio e si cambia idea durante il processo, le ore lavorative che il professionista ha già dedicato al caso vanno pagate fino al momento della cancellazione. I prossimi passi Dopo il voto parlamentare sul testo di compromesso in programma per il 23 giugno, la nuova normativa deve essere formalmente approvata dal Consiglio. A quel punto gli Stati avranno 2 anni di tempo per attuarla.  
   
   
NUOVE NORME UE SUGLI ASSEGNI ALIMENTARI A BENEFICIO DEI FIGLI E DELLE FAMIGLIE  
 
Bruxelles, 22 giugno 2011 – A partire da questa settimana si applicheranno nell´Unione nuove norme Ue che sveltiranno i pagamenti degli assegni alimentari per i figli di genitori separati. Con una stima di 16 milioni di coppie internazionali nell’Unione e 1 milione di divorzi l’anno, sono sempre più numerose le famiglie che devono recuperare gli alimenti da un genitore che vive all’estero e si rifiuta di prestare il sostegno finanziario dovuto. Le nuove norme costituiscono un sistema europeo che facilita il recupero dei crediti alimentari, impedendo così ai genitori assenti di eludere i propri obblighi. “L’interesse dei figli viene sempre per primo e con queste norme si è voluto per l´appunto garantire che i figli continuino a ricevere il sostegno finanziario anche del genitore che vive lontano, in un altro paese dell’Unione”, ha dichiarato la Vicepresidente Viviane Reding, Commissaria europea per la Giustizia. Attualmente può essere un problema recuperare gli assegni alimentari non corrisposti, o altre forme di sostegno per i figli, da una persona che vive in un altro Stato membro, ad esempio quando una coppia divorzia e un genitore si trasferisce all’estero. L´onere finanziario e psicologico di questa situazione può essere gravoso tanto per i genitori che per i figli. Inoltre, spesso è lo Stato a dover pagare per compensare l’inadempimento del debitore. Le nuove norme consentiranno ai cittadini di recuperare efficacemente i crediti alimentari nelle situazioni transnazionali. Nella maggior parte dei casi le decisioni in materia di obbligazioni alimentari emesse in uno Stato membro saranno esecutive in un altro Stato membro senza che siano necessari procedimenti intermedi. In tal modo le procedure saranno più rapide e i genitori risparmieranno denaro. Il regolamento contiene inoltre norme sulla cooperazione tra autorità centrali affinché sia prestata assistenza per le domande di alimenti.  
   
   
FVG: PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA 2007-2013  
 
Trieste, 22 giugno 2011 - I soldi ci sono, manca il convincimento da parte delle imprese a poterli spendere per innovare e parallelamente manca la giusta sollecitazione; paghiamo ritardi di gestione regionale accumulati anni fa; c´è stato un eccesso di bandi che ha intasato il sistema; i passaggi legislativi tra Consiglio e Giunta devono essere rapidi per arrivare in tempi adeguati all´allocazione delle risorse; se il Programma Interreg Italia-austria non segnala problemi, così non è per quello Italia-slovenia dove si è dovuto lavorare a cominciare dal recupero di credibilità; la politica comunitaria della Regione deve essere gestita da un´unica regia e non parcellizzata nelle singole direzioni regionali. Sono questi i punti emersi dall´audizione con l´assessore Elio De Anna sul Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) quanto a Programma operativo regionale (Por) 2007-2013 da 303 milioni di euro e Programma per la cooperazione transfrontaliera Italia-slovenia 2007-2013 da 136,7 milioni, richiesta dal gruppo del Pd presente in V Commissione consiliare (presidente Roberto Marin del Pdl). Si tratta di punti sui quali si sono trovati a convergere gli interventi di Franco Iacop, Enzo Marsilio e Franco Brussa (Pd), ma anche di Antonio Pedicini (Pdl). Per quanto attiene il Por Fesr 2007-2013, le risorse attivate sono state pari a 257,3 milioni di euro, i contributi assegnati di 148,6 milioni, 591 i progetti finanziati (la parte da leone l´hanno fatta quelli per ricerca e innovazione, 309, a seguire i progetti per l´efficienza energetica, 189) per un valore totale di quasi 264 milioni. Se si passa alle previsioni per il 31 dicembre 2011, i dati mostrano che la spesa dovrebbe registrare un surplus di 9,2 milioni. Si tratta, però, di mere proiezioni che saranno tenute sotto controllo. Passando al Programma Italia-slovenia 2007-2013, di cui la nostra Regione ha assunto la presidenza annuale del Comitato di Sorveglianza per il 2011, la dotazione finanziaria è di circa 136,714 milioni, tutti senza partecipazione regionale: l´85% arriva dalle casse europee (Fesr) per 116.206.931,00 euro il restante 15% dai Governi di Italia e Slovenia per 20.507.105,00 euro. I fondi stanziati sono pari a poco più di 133 milioni, di cui 4 per l´assistenza tecnica al Programma. Tre i bandi lanciati: progetti strategici per un totale di 51,5 milioni; progetti standard per 60 milioni; progetti standard confine terrestre per 17,56 milioni. Quanto allo stato di attuazione dei bandi, per il primo sono giunte richieste per 71 progetti: 12 quelli finanziati entro dicembre 2010, altri 3 ammessi a marzo 2011 e un ultimo approvato pochi giorni fa. In tutto, dunque, 16 i progetti strategici ammessi. Sono stati, invece, 253 i progetti standard pervenuti entro ottobre 2009 per un valore che superava i 305 milioni di euro. Diverse le convocazioni tra i partner da aprile 2010 a marzo 2011, quando è stata raggiunta una posizione condivisa e 198 sono risultati essere i progetti ammessi alla fase di valutazione. Si tratta di un periodo che va dal 25 marzo al 20 giugno 2011 e vede il coinvolgimento di oltre 150 valutatori di Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna e Slovenia, con un totale di 1.386 schede di valutazione. Le fasi seguenti saranno: approvazione delle graduatorie (previsione: fine luglio 2011); pubblicazione delle graduatorie e notifica ai proponenti (previsione: agosto 2011); sottoscrizione contratti di concessione (previsione: da ottobre 2011). Quanto ai bandi per progetti standard - aree di confine terrestre, la scadenza di presentazione porta la data del 25 maggio 2011 e sono 134 i progetti pervenuti. Le tappe ora saranno: avvio della prima fase di valutazione dei progetti (ammissibilità formale); approvazione delle liste dei progetti ammessi/non ammessi alla seconda fase di valutazione e loro pubblicazione (previsione: novembre-dicembre 2011); approvazione delle graduatorie dei progetti e loro pubblicazione con notifica ai proponenti (previsione: marzo-aprile 2012); sottoscrizione dei contratti di concessione (previsione: da maggio 2012). Il target di spesa da certificare per il 2011, al netto degli importi già certificati e dell´anticipo Fesr del 9%, ammonta a 5.962.043,92 euro, di cui 5.067.737,33 di Fesr. Sulla base delle previsioni di spesa comunicate dai beneficiari di 11 progetti strategici, le spese entro il 31 dicembre 2011 superano i 7,5 milioni. Tuttavia, tale spesa deve essere vagliata dalle due strutture di controllo di primo livello, in Italia e in Slovenia, e poi certificata.  
   
   
FONDI EUROPEI, OBIETTIVI RAGGIUNTI CON ANTICIPO DALLA REGIONE. A REGGIO EMILIA LA RIUNIONE DEL COMITATO DI SORVEGLIANZA DEL POR FESR 2007-2013  
 
 Bologna, 22 giugno 2011- Già raggiunti i livelli di spesa superando gli obiettivi fissati dal Governo per verificare la capacità da parte delle Regioni di utilizzare i fondi europei. Ma anche rilevanti progressi realizzati su tutti gli assi di intervento, compreso il lancio di alcuni strumenti innovativi per sostenere ancora di più e meglio la nascita di nuove imprese hi-tech, l’autoimprenditorialità dei giovani, la green economy. È questo, in sintesi, il quadro emerso dal Comitato di Sorveglianza del Por Fesr 2007-2013, che si è riunito ieri mattina nella Sala del Tricolore, sede del Consiglio comunale di Reggio Emilia. Sul tavolo, i risultati raggiunti dal Programma negli ultimi sei mesi. Ultimo in ordine di tempo, il lancio di due bandi per sostenere l’innovazione nelle imprese e nelle reti di imprese, nonché per favorire nuova autoimprenditorialità anche innovativa. I due bandi, che mettono in campo risorse complessive per 15 milioni di euro, si aprono il prossimo 1 luglio e pongono particolare attenzione anche allo sviluppo dell’imprenditoria giovanile e femminile, e alla creazione di nuovi posti di lavoro stabile. «Sulla base dei risultati ottenuti – ha evidenziato l’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli – i fondi europei si confermano uno strumento essenziale per far compiere all’Emilia-romagna un ulteriore salto in avanti in termini di qualità dello sviluppo e qualità della vita. Siamo una Regione che segue la direzione di marcia dell’Unione Europea per uno sviluppo sostenibile intelligente e inclusivo. Proseguiremo sulla strada intrapresa, sostenendo ancora di più e ancora meglio i giovani e le imprese, quindi la ricerca e l’innovazione, elementi cardine di questo salto di qualità e leve importantissime per il futuro della nostra economia”. Dai bandi alla finanza, con il lancio di Ingenium Por Fesr, il nuovo fondo per le imprese innovative, nato con l’obiettivo di favorire gli start up con un’attenzione particolare alle realtà che operano in settori ad alto contenuto di tecnologia. Il fondo, la cui dotazione è pari a 14 milioni di euro, finanzia investimenti in capitale di rischio nelle prime fasi di vita dell’impresa e per supportare la crescita e lo sviluppo di imprese esistenti. Quindi la rete dei tecnopoli, realizzata con un investimento complessivo di 241 milioni di euro (proprio oggi, nel Palazzo comunale di Reggio Emilia, è stata firmata la convenzione per la sede del tecnopolo reggiano). La riunione odierna ha rappresentato anche l’occasione per porre all’attenzione del Comitato di Sorveglianza ulteriori risultati, ottenuti in materia di ambiente, energia, sostegno alle fonti rinnovabili, riqualificazione del sistema produttivo, come il bando per la rimozione dell’amianto e l’installazione di impianti fotovoltaici dagli edifici, chiuso pochi giorni fa. A breve, in seguito alla decisione della Commissione europea che ha approvato le modifiche al Programma proposte in occasione del Comitato di Sorveglianza dello scorso dicembre, partirà anche una nuova attività, finalizzata alla “promozione della green economy tramite strumenti di ingegneria finanziaria”.  
   
   
FONDI POR: CALABRIA REGIONE VIRTUOSA  
 
Catanzaro, 22 giugno 2011 - L’assessore regionale al Bilancio ed alla Programmazione Giacomo Mancini ha dichiarato: “E´ di una gravità inaudita che una lettera riservata inviata dal commissario europeo al governatore della Calabria e per conoscenza al Ministro e all´assessore competente sia stata consegnata al più politicizzato dei cronisti del più politicizzato tra i quotidiani della Calabria. Vuol dire che è ancora al lavoro la manina di chi ha governato in maniera fallimentare la Calabria e la manina di chi in maniera altrettanto fallimentare ha gestito il Por negli ultimi anni prima di riparare mestamente a Lamezia. Guarda caso entrambi ospiti fissi delle colonne dello stesso quotidiano. E guarda caso (il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi) solo e soltanto di Lamezia si parla nella lettera riservata e si tace dei tanti grandi progetti e delle grandi opere per le quali l´amministrazione Scopelliti ha reperito e allocato le risorse. Nel merito abbiamo dato già conto durante i lavori del recente comitato di sorveglianza di Reggio Calabria dello stato di attuazione del programma e dei target di spesa e degli impegni giuridicamente vincolanti conseguiti dall’amministrazione guidata dal Governatore Scopelliti in perfetta linea con quelli fissati dalla Commissione. E di questo ci e´ stato dato pubblicamente merito ed in più di un occasioni da parte del Ministero competente. Ed anche lo stesso funzionario della commissione europea presente al comitato non ha potuto far altro che prendere atto dei risultati ottenuti e delle attività messe in campo dalla regione nell´ultimo anno, al fine di evitare di perdere risorse comunitarie, che sono miracolose se paragonate alla disastrosa situazione che abbiamo ereditato. Al fine di fare chiarezza sull’evoluzione dello stato di attuazione del Por si riportano di seguito i livelli di impegni e pagamenti validati e certificati dal sistema nazionale di monitoraggio del Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ragioneria Generale dello Stato - Igrue (fonte ufficiale di monitoraggio dei programmi Qsn per la verifica del raggiungimento dei target di impegno e di spesa previsti dalla delibera Cipe 1.2011, così come definiti dal Comitato Nazionale di Coordinamento della Programmazione Unitaria nel corso della seduta del 30.03.11)”
Date Impegni Pagamenti
30.06.2010 € 147.213.639,14 (4,9%) € 45.303.830,86 (1,5%)
31.12.2010 € 460.394.186,84 (15,4%) € 177.625.427,79 (5,9%)
28.02.2011 € 586.332.677,94 (19,6%) € 209.372.721,04 (7,0%)
31.05.2011 € 931.078.268,38 (31,1%) € 296.639.031,59 (10,0%)
Fonte: elaborazione su dati Igrue – sistema di reportistica del Qsn “Insomma – conclude l’assessore Mancini - anche sui fondi comunitari la Calabria ha voltato pagina iniziando una stagione nuova e virtuosa che continueremo rispondendo con fermezza a tutti i tentativi di delegittimazione che puntano a minare la governabilità in Calabria e a rendere vano l´impegno verso il cambiamento che sta profondendo l´amministrazione guidata dal Governatore Scopelliti”.
 
   
   
VALLE D’AOSTA: APPROVATI 7 PROGETTI DI COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA PER QUASI 6 MILIONI DI EURO D’INVESTIMENTO  
 
Aosta, 22 giugno 2011 - La Presidenza della Regione comunica che si è riunito, martedì 21 giugno, ad Imperia, il Comitato di sorveglianza del Programma di cooperazione transfrontaliera Italia-francia Alcotra 2007/2013. L’incontro, al quale ha partecipato l´Assessore all’istruzione e cultura, Laurent Viérin, in rappresentanza della Presidenza della Regione, era finalizzato alla programmazione dei progetti singoli depositati nell’ultimo bando, conclusosi a novembre 2010. Sono sette i progetti approvati e presentati da partner valdostani, per un investimento complessivo regionale di quasi 6 milioni di euro, di cui 3,6 milioni di contributo comunitario (Fesr) e 1,3 milioni di quota Statale. I temi trattati riguardano il consolidamento delle reti rurali tramite investimenti materiali per la valorizzazione del patrimonio agricolo, la creazione di percorsi di valorizzazione economica e promozione del patrimonio vitivinicolo nella Grand Paradis, l’adozione di strumenti di prevenzione e iniziative rivolte ai giovani e agli amministratori sull’educazione al rischio montagna, lo studio e analisi dei fenomeni valanghivi a rischio per la collettività valdostana, la medicina di montagna e la creazione di un osservatorio sugli incidenti nel territorio del Monte Bianco, l’attivazione di servizi sperimentali di zona destinati agli anziani volti a favorire la loro permanenza a domicilio nelle aree rurali e, infine, la sperimentazione di servizi di trasporto pubblico innovativi nonché il ricorso alla mobilità dolce nelle zone protette e di montagna. L’assessore Laurent Viérin sottolinea quindi «l’importanza del valore aggiunto e l’effetto moltiplicatore rappresentato dai fondi strutturali dell’Unione europea per il nostro territorio. In un momento di particolare austerità finanziaria, questi 5 milioni di euro di contributo pubblico assegnati alla Valle d’Aosta approvati a Imperia sono un ulteriore strumento per attuare concretamente le linee guida adottate recentemente dalla Giunta regionale e volte a favorire le ricadute locali, anche economiche, dell’azione internazionale svolta dalla nostra Regione”. Sono complessivamente oltre 31 i milioni di euro già attribuiti e destinati dal Programma Alcotra 2007-2013 alla Valle d’Aosta. La Regione Rhône-alpes si conferma territorio privilegiato della nostra cooperazione, con particolare riferimento a Savoia e Alta Savoia, che presentano profili territoriali e politiche coerenti con le priorità individuate dall’amministrazione regionale. Il Bando per i progetti singoli sarà, inoltre, riaperto il prossimo settembre per l’allocazione delle ultime risorse disponibili. Maggior supporto ai beneficiari e accelerazione delle procedure di valutazione sono le nuovi chiavi di lettura del bando, per permettere di dare una risposta concreta ai bisogni del territorio favorendo nel contempo l’efficacia dei processi di gestione e valorizzando il ruolo dell’Unione europea per lo sviluppo delle politiche territoriali di sviluppo in Valle d’Aosta.  
   
   
UE: REGIONE FVG INDICATA A MODELLO PER UTILIZZO DEL FONDO SOCIALE  
 
Udine, 22 giugno 2011 - "Lo stato di avanzamento del programma Fse del Friuli Venezia Giulia colloca la Regione ai primi posti del panorama italiano quanto a capacità di utilizzo del Fondo sociale europeo, e rappresenta certamente un biglietto da visita particolarmente importante per acquisire credibilità in vista della prossima programmazione del Fondo (2014-2020) di cui a breve saranno presentati gli orientamenti comunitari". E´ lusinghiero il giudizio espresso dalla rappresentante della Commissione europea, Paola Bertolissi, alla seduta annuale del Comitato di sorveglianza del Programma operativo 2007/2013 del Fondo sociale europeo del Friuli Venezia Giulia, presieduto dall´assessore regionale alla Formazione, Angela Brandi. Il Comitato, riunitosi ieri a Trieste, ha visto la partecipazione del partenariato economico e sociale della regione e dei rappresentanti della Commissione Europea e del ministero del Lavoro. La riunione ha consentito di dare conto dello stato di attuazione degli interventi attuati a valere sul Fse. Ne è emerso un quadro ampiamente positivo con impegni finanziari che a metà programmazione risultano pari a circa il 60 p.C. Delle risorse disponibili per il settennio e con livelli di pagamenti vicini al 40 p.C. Delle disponibilità complessive. "Si tratta di dati finanziari altamente positivi che - ha osservato Brandi - mettono in sicurezza il programma da eventuali riduzioni legate alle decisioni di recupero delle risorse comunitarie e nazionali non utilizzate assunte dal Governo centrale con la delibera Cipe n1 del 2011". "Oggi ci troviamo - continua la Brandi - con un livello di avanzamento che ha pienamente recuperato il ritardo accumulato in fase di avvio del programma, come effetto della tardiva approvazione del Programma, e che ha consentito il coinvolgimento di oltre 150.000 persone equamente distribuite per genere". Nel corso del Comitato è giunto ulteriore riconoscimento alla Regione Fvg: la Commissione Europea ha definitivamente approvato la chiusura del Programma operativo Fse del 2000-2006 della Regione Friuli Venezia Giulia, e le risorse dovute a saldo sono in fase di trasferimento. "Un risultato anche questo importante - ha dichiarato Bertolissi - che testimonia l´efficienza amministrativa della regione nella gestione tecnico finanziaria del Fondo sociale europeo".  
   
   
FONDI UE: A TREVISO SEMINARIO SU PROGRAMMA “CENTRAL EUROPE”.CIAMBETTI: “BENE QUANTO FATTO FINORA. CI SONO ANCORA GRANDI POTENZIALITA’ FUTURE”  
 
 Venezia, 22 giugno 2011 - “L’ esperienza delle regioni italiane nell’attuale spazio di cooperazione dell’ Europa Centrale è positiva. E’ un’area che, pur con alcune differenze nel tessuto produttivo, condivide molte situazioni di potenziale sviluppo, ad esempio nella politica dei corridoi per le connessioni Est-ovest e verso il Baltico, nell’ innovazione rispetto a settori industriali maturi, nelle potenzialità per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica, senza dimenticare le affinità culturali da valorizzare“. Lo sottolinea l’assessore regionale Roberto Ciambetti, in relazione al Programma Comunitario “Central Europe”, che è stato al centro di un seminario informativo di presentazione dell’ultima “chiamata” per la presentazione di progetti specifici, tenutosi all’Auditorium Sant’artemio di Treviso su iniziativa del Punto di Contatto Nazionale del Programma e con la collaborazione della Provincia. Ciambetti non ha dubbi nel valutare favorevolmente “il bilancio di quanto sino ad ora fatto, ma ancor più le potenzialità future del corridoio che unisce il Veneto e l’area padana alla Mitteleuropa e che trova in Central Europe uno strumento di grande interesse”. “Si tratta – aggiunge Ciambetti – di uno dei programmi di Cooperazione Territoriale Europea che contribuisce al raggiungimento degli scopi dell´Unione definiti dalle Strategie di Lisbona e Goteborg, mettendo a disposizione, per il periodo 2007-2013, circa 231 milioni di euro di fondi Fesr per la crescita e l’occupazione, l’ innovazione e la miglior competitività, per puntare allo sviluppo sostenibile dell’area”. Al seminario sono intervenuti, tra gli altri, i rappresentanti tecnici ministeriali e regionali e quelli del segretariato austriaco del programma. Tutti hanno sottolineato la necessità per questa “ultima chiamata” di concentrare le proposte progettuali sul rafforzamento e sviluppo delle conoscenze per la valorizzazione del capitale umano , sulla diffusione dell’accesso alle tecnologie per la comunicazione ed informazione, sul supporto all’applicazione di tecnologie ecocompatibili, sul miglioramento della qualità della vita, sull’accessibilità e sulle strutture dei centri urbani, sulla valorizzazione del patrimonio e dell’expertise in ambito culturale. Il bando è aperto dal 10 giugno al 14 ottobre 2011. Per informazioni e documentazione ci si può rivolgere al Punto di Contatto Nazionale presso l’unità di progetto cooperazione della Regione del Veneto: centraleurope@regione.Veneto.it , o visitare il sito ufficiale del Programma http://coopterritoriale.Regione.veneto.it/central-europe/ .”  
   
   
CROAZIA, DEBITO ESTERO AL 58,8 PC DEL PIL NEL 2010  
 
Zagabria, 22 giugno 2011- Il debito estero della Croazia alla fine del 2010 è ammontato a 196,4 miliardi di kune (circa 26,9 miliardi di euro), che rappresenta il 58,8 p.C. Del Pil alla fine del 2010. È stato registrato un aumento del debito estero dell´8,4 p.C. A livello annuo. Le garanzie statali hanno raggiunto il valore di 44,5 miliardi di kune (circa 6,09 miliardi di euro), il che rappresenta un aumento del 15,4 p.C. Nello stesso tempo il debito della Hbor (Banca Croata per la Ricostruzione e lo Sviluppo) è ammontato a 13,9 miliardi di kune (circa 1,9 miliardi di euro), ovvero un aumento del 12,9 p.C. Rispetto al 2009.  
   
   
COMMERCIO ESTERO: POLIDORI, PER SPINTA PMI SIMEST PARTNER D´ECCELLENZA IL SOTTOSEGRETARIO HA PARTECIPATO ALL´ASSEMBLEA ANNUALE DELLA SOCIETÀ  
 
 Roma, 22 giugno 2011 - "Le nostre piccole e medie imprese hanno fortemente bisogno di una spinta per competere ad armi pari sui mercati globali e in questo uno dei nostri partner d´eccellenza e´ la simest". E´ quanto ha dichiarato il sottosegretario al commercio con l´estero, Catia Polidori, in occasione dell´Assemblea annuale della società che si e´ riunita nella sede del dicastero di viale Boston per l´esame dei dati gestionali 2010. La simest e´ la finanziaria pubblico privata per lo sviluppo delle imprese italiane all´estero il cui azionista di maggioranza e´ il ministero dello Sviluppo economico. " L´export e´ la via d´uscita per agganciare la ripresa e il momento e´ proficuo: già nel primo quadrimestre di quest´anno le nostre esportazioni registrano un incremento quasi del 17 per cento dimostrando che il mercato estero e´ estremamente sensibile alle eccellenze italiane"´, ha precisato Polidori, "il nostro compito ora e´ spingere e guidare gli imprenditori italiani lungo questo percorso, alleggerendoli dai pesi strutturali che ne ostacolano il cammino: questa e´ la missione della simest". Nel corso dell´Assemblea la Polidori ha rimarcato gli ottimi risultati conseguiti dalla società (ricavi pari a 45,6 mln di euro, margine operativo di 21 mln, utile per 17,2 mln) nonostante la difficile congiuntura internazionale, a dimostrazione da un lato della "forte fiducia che le imprese ripongono nel sistema pubblico, dall´altro della capacita della simest di operare con criteri manageriali volti all´ottimizzazione della gestione ed al raggiungimento dei risultati". Tra gli strumenti agevolativi che il Governo, attraverso la simest, ha messo a disposizione delle imprese, il sottosegretario ha ricordato quelli per la penetrazione commerciale all´estero, la patrimonializzazione, ideata per "favorire e sostenere la crescita dimensionale delle pmi esportatrici e migliorarne la solidità patrimoniale così come il nuovo fondo per la fase di start up di nuove imprese". Il fondo, la cui operativita e´ recente, stimolerà le piccole e medie imprese ad aggregarsi al fine di realizzare progetti di internazionalizzazione.  
   
   
FORMIGONI:AUTONOMIA NON PIÙ RINVIABILE  
 
Milano, 22 giugno 2011 - Maggior autonomia fiscale e finanziaria per la Regione Lombardia. E´ tornato a chiederle, ieri , il presidente Roberto Formigoni, commentando con i giornalisti la notizia che Moody´s ha posto sotto revisione, dopo il rating della Repubblica italiana, i rating di 23 enti locali - Regioni, Province, Comuni e società partecipate - per un possibile futuro downgrade. Che "sarebbe interamente effetto di trascinamento della valutazione sullo Stato nazionale, dato il limitatissimo grado di autonomia rispetto alla finanza centrale". "Da anni - ragiona Formigoni - solo Regione Lombardia e le due province autonome di Trento e Bolzano ottengono un rating superiore a quello dell´Italia. Trento e Bolzano si possono avvalere dei privilegi dello Statuto di autonomia; la performance di Regione Lombardia è invece esclusivamente dovuta al suo merito, alla sua virtuosità amministrativa e alla forza del proprio sistema economico, produttivo e sociale, che garantisce una massa di ricchezza e di capacità di entrate fiscali che traina l´intero Paese". "D´altra parte - prosegue Formigoni - proprio la ristretta autonomia fiscale e finanziaria di Regione Lombardia condiziona pesantemente il livello di rating concesso". Dovesse essere abbassato, insomma, sarebbe in conseguenza di questa non-autonomia rispetto allo Stato. "Per questo da anni Regione Lombardia - ha concluso Formigoni - ha chiesto che venga garantita questa maggiore autonomia che passa attraverso l´avvio del federalismo differenziato in alcune materie, in cui la Lombardia sa di poter legiferare e amministrare in maniera più efficiente, portando un beneficio al sistema Italia complessivo". Ne ha richieste, già nel 2007, dodici: tutela dell´ambiente - beni culturali - giustizia di pace - organizzazione sanitaria - ordinamento della comunicazione - protezione civile - previdenza complementare - infrastrutture - ricerca e innovazione - università - cooperazione transfrontaliera - casse di risparmio e rurali regionali.  
   
   
CHIODI, NUOVA FASE SVILUPPO TRA CINA E ABRUZZO PER IMPRESE LOCALI OPPORTUNITA´ CRESCITA NEI MERCATI ESTERI  
 
Roma, 22 giugno 2011 - Una collaborazione sempre più serrata tra la Cina e l´Abruzzo per agevolare la classe imprenditoriale abruzzese nel progetto di penetrazione dei mercati esteri. E´ l´auspicio del presidente della Regione, Gianni Chiodi, che ieri a Roma ha incontrato il governatore della regione dello Shanxi, Wang Jun, e l´ambasciatore della Repubblica popolare cinese in Italia, Ding Wei. Chiodi ha rappresentato le peculiarità e l´attrattività del territorio abruzzese, soprattutto nel settore delle nuove tecnologie e delle telecomunicazioni, ed ha valutato positivamente lo sviluppo delle relazioni tra i due paesi, sottolineando l´importanza per l´Abruzzo nel 2010 dell´aumento significativo delle esportazioni. "Questo incontro - ha commentato il Presidente - darà sicuramente una nuova spinta allo sviluppo della partnership strategica tra Cina e Italia. Lo scopo è quello di portare al più alto livello l´impegno di collaborazione tra le due realtà. L´intesa riguarda le relazioni economiche, commerciali, scientifico-tecnologiche e culturali. Sono convinto - ha aggiunto - che le prospettive siano molto ampie. E´ necessaria una continua e fattiva collaborazione con il governo cinese per trovare soluzione di scambi economici in grado di rispondere alla domanda di mercato. Si tratta di una missione di amicizia, di scambi e di cooperazione e, innanzitutto, di un progetto che testimonia la nostra volontà di comprendere a fondo e di conoscere le trasformazioni radicali che la Cina sta vivendo". La Regione Abruzzo ha sottoscritto nel 1991 l´accordo di gemellaggio con lo Shanxi, provincia del nord con circa 60 milioni di abitanti. Nella ricorrenza del ventennale del gemellaggio, il Governo dello Shanxi, d´intesa con l´Isecico (Istituto Sviluppo Economico Culturale Italia Cina Oriente), ha proposto alla Regione Abruzzo di consolidare i vecchi rapporti di amicizia e promuovere progetti di cooperazione bilaterale. Dunque oggi, nell´anno della Cultura Cinese in Italia, nella ricorrenza del ventennale del gemellaggio, sono stati confermati gli antichi legami di amicizia e consolidati relazioni e interscambi culturali nonché rafforzato i rapporti di cooperazione bilaterale attraverso la firma di una pergamena sottoscritta a ricordo della giornata. L´iniziativa si propone di approfondire le opportunità di collaborazione industriale e di investimento offerte alle imprese italiane e rafforzare le relazioni economiche con la Cina, la nuova potenza economica del secolo, il terzo Paese nella classifica mondiale del commercio internazionale. L´ambasciatore cinese in Italia, lo scorso anno, aveva scelto proprio l´Abruzzo come prima regione italiana per una visita ufficiale ed aveva portato i saluti del governo cinese alla comunità abruzzese; iniziativa salutata con favore dal presidente Chiodi. "Il nostro impegno - ha assicurato infine il presidente Chiodi - è di agevolare la classe imprenditoriale abruzzese nel progetto di penetrazione dei mercati esteri, in particolare della Cina, Paese verso il quale l´export nazionale ha avuto ottimi risultati, nonostante la crisi economica internazionale". A comporre la delegazione abruzzese, oltre a Chiodi, il presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano, il consigliere regionale, Lanfranco Venturoni, e il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi. L´incontro si è concluso con uno scambio di doni. Il presidente Chiodi ha omaggiato la delegazione cinese con riproduzioni del Guerriero di Capestrano e del rosone di Collemaggio, l´ultimo simbolo della città dell´Aquila.  
   
   
RICEVUTA IN REGIONE EMILIA ROMAGNA UNA DELEGAZIONE DEL POPOLO SAHARAWI  
 
Bologna, 22 giugno 2011 - «La Regione Emilia-romagna conferma le proprie politiche di interventi a sostegno del popolo Saharawi. Un chiaro impegno affinché sia raggiunta una soluzione politica, in un contesto pacifico e senza concessioni a estremismi che potrebbero complicare il raggiungimento di quell’obiettivo». Lo ha detto l´assessore regionale alla cooperazione allo sviluppo Donatella Bortolazzi durante un incontro con una delegazione del Saharawi composta dal Ministro della Cooperazione Saharawi Salek Baba e dal rappresentante del Polisario in Italia Hamdi Kandu i quali stanno realizzando un tour in diversi Paesi europei. Il ministro Salek Baba ha portato il ringraziamento, da parte del Governo e del popolo saharawi, «per il fattivo sostegno umanitario e politico della Regione Emilia-romagna». Durante l’incontro gli esponenti del Saharawi hanno aggiornato – anche alla luce dei nuovi scenari geopolitica che si stanno realizzando nel nord d’Africa - la Regione Emilia-romagna sugli ultimi sviluppi riguardanti la situazione politica e umanitaria nei territori del Sahara Occidentale. Inoltre è stato annunciata la Conferenza internazionale delle città gemellate con il saharawi che si svolgerà dal 23 al 25 settembre prossimi in Toscana. «Il nostro impegno – ha aggiunto l’assessore Bortolazzi - sul versante degli aiuti umanitari ci sarà anche quest’anno e consentirà di proseguire la realizzazione di interventi già avviati». Infatti nelle prossime settimane la Regione darà il via ad un apposito Bando – che prevede uno stanziamento di 120 mila euro - per progetti di cooperazione internazionale in cui il Saharawi (insieme al Senegal, Mozambico e Biellorussia) sono inseriti come Paesi prioritari.  
   
   
PRESENTANO IL PROGRAMMA DELLE POLITICHE INTERNAZIONALI DELLA REGIONE CALABRIA  
 
 Catanzaro, 22 giugno 2011 - Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti insieme all’Assessore regionale alla Internazionalizzazione e Politiche di Sviluppo Euro-mediterranee Fabrizio Capua, hanno presentato il Programma Calabria Internazionale e del Pea (Piano Esecutivo Annuale) 2011. Ammontano a 12 milioni di euro, dai fondi Por Fesr 2007-2013, le somme messe a disposizione del Programma triennale Calabria internazionale realizzato dalla Regione. Il Pea costituisce il primo vero documento di indirizzo nel settore delle politiche internazionali della Regione Calabria, predisposto con l’intento di avviare e realizzare concretamente un’attività efficace di penetrazione commerciale dei mercati esteri, attraverso l’uso di strumenti adeguati alle capacità del mondo imprenditoriale calabrese. “Se il nostro apporto al Pil nazionale e´ pari allo 0,01% vuol dire che, negli ultimi trent´anni almeno, poco o nulla si e´ fatto - ha affermato il Presidente Scopelliti - ed è evidente che bisogna lavorare per incidere e modificare positivamente la situazione. Per questo si e´ studiato e concertato assieme alle imprese e alle associazioni quali mercati aggredire. Con una novità importante che abbiamo già messo in atto con la prima esperienza positiva in Canada: non ci saranno viaggi spesati a carico della Regione. Vogliamo lavorare per accrescere l´apporto del nostro export sul Pil nazionale perchè e´ chiaro che se dovessimo riuscirci tutto ciò si tradurrà in maggiore ricchezza per la regione, e quindi in più occupazione. Abbiamo pensato di operare delle scelte precise di abbattimento degli sprechi - ha concluso il Governatore Scopelliti – come è accaduto in altri ambiti, sapendo che non è facile e che tuttavia è un´esigenza inderogabile”. “Il programma è stato elaborato tra ottobre e novembre – ha dichiarato l’Assessore Capua - poi sottoposto alla valutazione delle varie componenti e successivamente approvato dalla Giunta regionale. Prevede azioni di comunicazione e promozione internazionale. Non ci saranno più presenze generalizzate, come ad esempio presenze nelle fiere, ma bensì il nostro intento è quello di avviare delle missioni inserite in ‘Progetti Paese’. Al momento abbiamo avuto esperienze del genere in Canada, Australia, , Russia, Polonia e Svizzera, ed altre realtà che si affacciano sul Mediterraneo, quali Marocco e Tunisia e comunque dove c´è una radicata presenza di comunità di calabresi emigrati. In un momento di particolare difficoltà economica mondiale, condizione che si ripercuote anche in Calabria, dobbiamo lavorare per rafforzare all’estero il nostro prodotto, incidendo radicalmente in un settore, quello delle esportazioni, sulle quali non si è mai pensato di investire nel concreto”.  
   
   
CHIODI, FUTURE APPLICAZIONI: ABRUZZO APRIPISTA PRESENTATE ESPERIENE SIGNIFICATIVE GEO BUSINESS INTELLIGENCE  
 
L´Aquila, 22 giugno 2011 - Illustrare alcuni degli ambiti applicativi per la governance degli enti locali e presentare alcune esperienze significative di sistemi di Geo-business Intelligence. E´ questo lo scopo del convegno che si è svolto ieri all´Aquila, presso il Monastero fortezza di Santo Spirito di Ocre (L´aquila), organizzato dalla Struttura speciale di Supporto sistema informativo regionale, sul tema "Dati, tecnologie e applicazioni a supporto della Geo business intelligence", realizzato in collaborazione con la Regione Lombardia e con i Collegi ed Ordini dei Dottori e Periti agronomi, agrotecnici e forestali. Il Presidente Chiodi per sopraggiunti impegni istituzionali non ha preso parte all´evento ma ha fatto pervenire un messaggio di saluto a tutti i partecipanti ed ha espresso il suo apprezzamento e il suo interesse per l´iniziativa. "Questo seminario scientifico - ha commentato il Presidente - rivolto principalmente a tecnici e dirigenti delle pubbliche amministrazioni, è quanto mai innovativo. Si propone di fare il punto e di delineare le future applicazioni della geografia integrata ai tradizionali strumenti della business intelligence. Il fatto che l´evento sia stato promosso dalle Regioni Abruzzo e Lombardia non è causale. Il nostro Ente crede e punta molto nella ricerca, nella conoscenza, nell´evoluzione culturale, nell´innovazione tout court. La Regione Abruzzo, dunque, anche in questo campo eccelle e si conferma apripista nell´adozione di strumenti informatici integrati, essenziali nell´immediata prospettiva. Vorrei ringraziare tutti quegli organismi, pubblici e privati, che hanno raccolto l´invito a partecipare al workshop. Di sicuro ognuno di loro darà un contributo di idee, di progetti, di proposte per far crescere questo delicato settore". "La Regione Abruzzo e la Regione Lombardia ? ha esordito invece Domenico Longhi, direttore del Sistema Informativo regionale - sono state fra i primi Enti in Italia ad inserire nei propri Sistemi Statistici una componente di visualizzazione geografica, integrata ai tradizionali strumenti della Business Intelligence. Nel corso degli anni l´utilizzo e la diffusione di strumenti di analisi geografica è aumentata a tal punto che quella che 10 anni fa era stata una intuizione di pochi, oggi si sta rivelando sempre più una esigenza imprescindibile e diffusa sia in ambito pubblico che privato". Il Convegno si prefigge di definire le relazioni che esistono fra sistemi statistici e geostatistici, scoprire tramite gli interventi di alcuni dei principali operatori di mercato nazionale, quali sono le più recenti evoluzioni relative alla diffusione di dati geografici e socio-economici, offrire una panoramica sulle potenzialità sempre crescenti che la tecnologia offre nell´ambito della visualizzazione e l´analisi geografica dei dati, illustrare alcuni degli ambiti applicativi e presentare alcune esperienze significative di sistemi di Geo-business Intelligence. Nel corso dello Workshop sono stati presentati vari sistemi di Geo Business Intelligence, molti dei quali in servizio da anni, che consentono di: diffondere i dati statistici a valenza geografica a cittadini ed enti locali, consultare dati socio-economici a vari livelli geografici dalle aree europee Nuts2-nuts3 fino alle sezioni di censimento, creare Data Warehouse territoriali che integrano dati in vari settori quali: scuola, sociale, turismo, lavoro, programmazione economica, ecc.. Sono intervenuti, tra gli altri, il Segretario generale del Cisis (Centro Interregionale per i Sistemi informatici, geografici e statistici), Giovanni Cariani, Domenico Longhi, Giuseppe Paolella, Comandante regionale Abruzzo Corpo forestale dello Stato, Mario Di Pardo, Presidente della Federazione degli Ordini dei Dottori agronomi e dei Dottori forestali dell´Abruzzo, Andrea Bottaro, Presidente nazionale dei Periti agrari e Periti agrari laureati, Giuseppe Morzilli, Presidente della Federazione degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati, Sergio Basti, Direttore generale Vigili del Fuoco. Nella giornata di domani è previsto anche l´intervento del vice presidente della Giunta regionale d´Abruzzo, Alfredo Castiglione. Ci sarà altresì l´illustrazione delle attività dell´Abruzzo e di altre Regioni (Lombardia, Sicilia, Piemonte, Veneto, Campania), oltre che di Organismi nazionali, tra cui Istat, Corpo Forestale dello Stato, Agea, Istituto Tagliacarne, Cineca, Università dell´Aquila, "La Sapienza" di Roma, e del Molise.  
   
   
ABRUZZO: DATI CRESA CONFERMANO SEGNALI DI RIPRESA ECONOMIA IN CRESCITA FATTURATO ED ESPORTAZIONI  
 
Pescara, 22 giugno 2011 - "L´impulso espansivo dell´economia regionale trova ulteriore conferma nei dati diramati dal Cresa sullo stato della produzione nel primo trimestre di quest’ anno". Lo ha detto ieri il vice presidente della Regione e assessore allo Sviluppo Alfredo Castiglione, commentando i numeri positivi che riguardano l´economia abruzzese. "Infatti, dopo i segnali di ripresa evidenziati da Bankitalia ed i dati positivi dell´Istat sulle dinamiche dell´export dell´Abruzzo nel primo trimestre 2011 - spiega l´assessore Castiglione - arriva una ulteriore conferma di come la nostra regione si appresti ad uscire dalla crisi. Infatti le variazioni congiunturali della produzione (+8,4%), del fatturato (+7,6%), e delle esportazioni (+13,4%) dell´industria manifatturiera, testimoniano uno stato complessivo dell´economia che lascia ben sperare per il prossimo futuro. L´indagine che evidenzia dati provinciali al di sopra della media regionale per Chieti e Teramo - prosegue ancora l´assessore allo Sviluppo - denota segnali positivi anche per la province di Pescara e L´aquila e ciò è di buon auspicio per un´area fortemente penalizzata dal sisma. D´altro canto bisogna dire che le grandi imprese stanno trainando, anche grazie all´export, tali processi di sviluppo, mostrando di fatto una migliore capacità di recupero. Infatti le dinamiche relative al fatturato ne sono testimonianza. Le piccole e medie imprese, invece, mostrano una crescita tendenziale inferiore ma soprattutto per esse la strada da percorrere, al fine di aumentare la propria capacità di crescita produttiva e di fatturato, è rappresentata dalla capacità di innovazione e dalla necessità di fare rete, ancor più che per la grande impresa. La programmazione regionale in termini di competitività legata allo sviluppo si è incentrata proprio su questi due grandi aspetti. Ricordo infatti che la mia attività di assessore allo Sviluppo Economico - prosegue Castiglione - ha puntato in maniera decisa sul sistema dei poli d´innovazione, ricerca e innovazione tecnologica, nonché sul concetto delle reti d´impresa. Ne sono testimonianza le misure programmatiche previste nel Por Fesr e nel Par Fas che prevedono consistenti finanziamenti che vanno in questa direzione. La competitività di un territorio, infatti, non la si misura più con finanziamenti ed incentivi all´acquisto di capannoni e macchinari, ma attraverso l´economia della conoscenza, l´innovazione, la ricerca, la creazione di sinergie e di complementarietà del territorio che va gestito non a compartimenti stagni ma con un elevato spirito sinergico. I Consorzi Industriali hanno fatto la loro parte ed ormai sono superati dalla necessità di gestire diversamente il territorio che risponde, come comprovano i dati del Cresa, alle politiche sopra esposte, con un forte senso di condivisione, di coerenza e di responsabilità rispetto alla programmazione assunta. Tali driver di sviluppo - conclude l´assessore - potranno così creare le condizioni, nel breve-medio termine, per una decisa spinta ad un aumento della produttività, superando di fatto anche il dato negativo, espresso dall´indagine del Cresa, riguardo l´occupazione. Soltanto in questo modo possiamo essere in grado di dare speranze concrete anche ai molti giovani che non riescono a trovare spazio nel mondo del lavoro".  
   
   
RELAZIONE BANKITALIA, IL COMMENTO DEL PRESIDENTE DEL MOLISE IORIO  
 
Campobasso, 22 giugno 2011 - «Il Molise, pur con le sue ciclicità rispetto all´economia nazionale ed europea, mostra elementi tipici di una lenta ma graduale ripresa dalla crisi internazionale. Segnali positivi vengono dall´export, più dodici punti, al netto della crisi che ha subito il settore tessile nazionale, cui si sono aggiunte le difficoltà del settore molisano. Positivo il campo del settore metalmeccanico e la diminuzione dell´incidenza del debito delle pubbliche amministrazioni sul Pil oltre ad una qualificazione della produzione agricola. Questi elementi contenuti nella Relazione della Banca d´Italia, particolarmente attenta allo studio socio-economico della Regione, vedono il Governo regionale in linea anche con quelli che sono i suggerimenti del prestigioso Istituto laddove ci invita e invita le imprese, ed in generale il sistema produttivo, ad una sempre più elevata qualificazione tecnologica ed ad una apertura ai mercati esteri. Sul punto il nostro Governo regionale ha voluto investire importanti risorse per sostenere la ricerca, l´innovazione e la internazionalizzazione. Ciò nella consapevolezza che questi elementi, come dice la stessa Banca d´Italia, sono gli strumenti adatti per accelerare al massimo l´uscita dalla crisi». Lo ha detto il Presidente della Regione, Michele Iorio, nel commentare la Relazione annuale della Banca d´Italia sullo stato dell´economia del Molise. «Le stesse analisi della Banca d´Italia - ha continuato il Presidente Iorio - dimostrano che l´economia regionale, nell´ultimo decennio, è cresciuta in termini di Pil e di occupazione. Questo rispetto al resto del Mezzogiorno. Pur mostrando una flessione nel 2010, il trend di crescita dell´occupazione in questa regione, dal 2004 al 2010, è passato dal 52,0 al 52,4, mentre nel Mezzogiorno è passato dal 46,1 al 45,7. Dunqu,e il Molise nel periodo di crisi, e pur con le sue problematiche infrastrutturali di antico ereditaggio, in termini occupazionali è cresciuto dello 0,4, mentre nel resto del Mezzogiorno è diminuito. Certo, la strada è ancora lunga, non ci si può e non ci si deve accontentare. Dobbiamo fare sistema, dobbiamo continuare a supportare i nostri imprenditori in un virtuoso progetto di qualificazione della propria produzione che possa portare ad un´occupazione sempre più professionalizzata ed ad una presenza più quantitativamente ampia sui mercati delle economie emergenti e, più in generale, in quelle globali».  
   
   
LA GIUNTA RIORDINA GLI ENTI LOCALI: UNA RIVOLUZIONE PER RILANCIARE LA TOSCANA  
 
Firenze, 22 giugno 2011 – Saranno superate le Comunità montane e trasformate in Unioni di comuni. Ed altre unioni saranno invitati e incentivati a costituire i Comuni più piccoli. Saranno favorite anche le fusioni tra piccoli comuni. Ma sono previste anche associazioni tra Province, la valorizzazione dell’area vasta della Toscana centrale e non mancherà il sostegno ai comuni più disagiati, montani e insulari, attraverso il finanziamento di servizi di prossimità e vicinato. Sta tutto dentro la proposta di legge di riordino istituzionale che la giunta ha approvato nel pomeriggio e che l’assessore Nencini spera e confida che il consiglio regionale possa approvare entro luglio, perché possa diventare legge a tutti gli effetti. “È una riforma condivisa da tutti – spiega l’assessore -: in particolare dagli enti locali interessati dal riordino. La concertazione è stata fatta ed abbiamo avuto il parere positivo di tutte le categorie economiche della Toscana. Anche Anci, Upi e Uncem hanno condiviso i principi della legge”. Di pari passo con la riforma dell’assetto istituzionale andrà poi potenziata la lotta all’evasione fiscale: uno dei cardini dell’azione di governo regionale. In particolare sarà rafforzato il sistema di collaborazione tra Regione ed enti locali per l’accertamento dei tributi, già sancita dai protocolli di intesa firmati lo scorso anno (con Anci, Rete Imprese Toscana, Agenzia delle entrate, Guardia di Finanza) e dal progetto Elisa, la rete informatica e il software occhiuto che consentirà agli enti locali di parlarsi più velocemente e scambiarsi informazioni condivendo le banche dati delle diverse branche della pubblica amministrazione. “Una riforma e un riordino degli assetti istituzionali non è più rinviabile – sottolinea Nencini – Sono tredici i diversi livelli di governo e enti che insistono sul territorio regionale: sono troppi. Con questa legge vogliamo rivoluzionare un sistema che oggi chiede minori costi, maggiore efficienza e più chiarezza e trasparenza. Peraltro è una riforma che non costerà un centesimo ai cittadini, ma che al contrario porterà benefici in termini di risparmi e di una maggiore efficienza nei processi decisionali”. Qualche esempio? “Le unioni di Comuni e la gestione associate di funzioni fin da subito può comportare una significativa razionalizzazione delle spese – spiega l’assessore – Se tutti i Comuni con meno di cinquemila abitanti attivassero le unioni, il risparmio sarebbe di circa 6 milioni di euro solo di spese generali di amministrazione, mentre gli organi delle unioni dei comuni non hanno costi aggiuntivi perché sono costituite dai sindaci”. Anche le fusioni fanno diminuire i costi. Se i 135 comuni della Toscana con popolazione inferiore a cinquemila abitanti scegliessero questa strada, per l’assessore e per gli uffici della Regione si arriverebbe ad un risparmio complessivo di almeno 35 milioni di euro. Lo stesso vale per le associazioni tra Province: almeno il 5% in meno di spese generali, a regime. Ma il vantaggio maggiore sarebbe quello di governare insieme funzioni fondamentali come le grandi infrastrutture o i rifiuti. Un’operazione che andrebbe di pare passo alla valorizzazione dell’area vasta della Toscana centrale, quell’area metropolitana Firenze-prato-pistoia che nei fatti e nei numeri già esiste e traina l’economia della Regione, producendo il 45% del Pil. “Ma che – conclude Nencini – va portata a compimento anche nella sua declinazione istituzionale, in modo che i cittadini, grazie a costi minori e servizi migliori, possano trarne maggiori benefici”.  
   
   
FVG: VARIAZIONI DI BILANCIO ILLUSTRATE ALLE PARTI SOCIALI  
 
 Trieste, 22 giugno 2011 - Attività produttive, infrastrutture strategiche, famiglia e fasce sociali più deboli, ammortizzatori sociali. Sono questi i capitoli principali verso i quali l´Amministrazione regionale intende indirizzare le risorse dell´assestamento di bilancio di metà anno, pari a 186,5 milioni di euro, per accompagnare con nuovi investimenti la ripresa dell´economia e mantenere la coesione sociale. Lo ha annunciato l´assessore alle Finanze Sandra Savino che ieri mattina a Trieste, nella sede della Presidenza, ha illustrato la manovra ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali e delle associazioni imprenditoriali. L´assessore Savino ha confermato la disponibilità della Regione al confronto con le parti sociali. La prossima settimana è infatti già prevista una riunione convocata dal presidente della Regione Renzo Tondo, alla quale saranno presenti anche gli assessori maggiormente coinvolti nella manovra, che approderà infine in Consiglio a metà luglio. La considerevole cifra a disposizione quest´anno (nel 2010 l´assestamento era stato di soli 19 milioni di euro) deriva - ha confermato l´assessore Savino - da alcune entrate straordinarie, in particolare per quanto riguarda imposte sostitutive come Ires e Irap, che non potranno essere ripetute nei prossimi bilanci. Le scelte sulla destinazione dei 186,5 milioni di euro sono basate su un´analisi dell´andamento dell´economia regionale, riassunta in un documento consegnato oggi ai partecipanti alla riunione. I dati - di fonte Istat e Prometeia - mostrano che il Friuli Venezia Giulia, assieme a Lombardia e Veneto, è una delle regioni che ha guidato la ripresa nel 2010, con un incremento del Prodotto interno lordo (Pil) dell´1,7 per cento. Le proiezioni per il 2011 prevedono una crescita del Pil dell´1,2 per cento e dell´1,3 per l´anno prossimo. "Questi dati - ha detto l´assessore - dimostrano l´efficacia delle misure finora intraprese, in particolare gli ammortizzatori sociali e il disegno di legge anticrisi, per il rilancio dell´economia e la tenuta del sistema di protezione sociale". Molto importante è stato anche il rigore nei conti pubblici, a partire dal contenimento del debito che a fine anno dovrebbe attestarsi su poco più di un miliardo di euro, contro gli 1,6 miliardi di inizio legislatura. L´oculata gestione ha riguardato in particolare il comparto della sanità che, ancora una volta, non richiede interventi poiché non ci sono stati scostamenti rispetto alle previsioni iniziali di spesa. Nel settore produttivo, si prevede di destinare 23 milioni per i fondi comunitari e l´innovazione, più 35 milioni per le attività produttive, i diversi fondi di rotazione (compreso quello dell´agricoltura) e i due distretti del mobile e della sedia. Per gli interventi in agricoltura, oltre al fondo di rotazione, sono destinati ulteriori 5 milioni. Nel campo delle costruzioni e del territorio, importante come volano per la ripresa ci sono 9 milioni per anticipi alle Ater, 10 per il rifinanziamento delle legge sulle piccole manutenzioni edili e altri 10,5 per le sistemazioni idrogeologiche e la tutela dell´ambiente e 16,5 per il patrimonio immobiliare regionale. Per quanto riguarda le infrastrutture strategiche, all´aeroporto di Ronchi dei Legionari sono destinati 8 milioni e altri 9 per il completamento della banda larga. Per cultura, sport e istruzione sono previsti 6 milioni. Alla famiglia, e in particolare per sostenere i redditi e i consumi durevoli, è riservato un capitolo per l´edilizia: 36,5 milioni al sistema casa, di cui 17,5 per l´edilizia agevolata che consentirà di finanziare le graduatorie 2011 per i mutui. Altri 9 milioni serviranno per la seconda tranche del contributo una tantum per le pensioni minime da 100 euro. Infine, per il sostegno all´occupazione sono riservati 8 milioni per mantenere gli ammortizzatori sociali in deroga.  
   
   
TOSCANA: SERVONO REGOLE NUOVE PER UTILIZZARE IL RECUPERO DELL’EVASIONE FISCALE  
 
Firenze, 22 giugno 2011 – Tasse bloccate in Toscana, almeno quelle regionali. Lo puntualizza ed assicura l’assessore al bilancio della Toscana Riccardo Nencini. E lo ha ripetuto anche il 20 giugno in occasione della presentazione a Firenze del rapporto Irpet sulla finanza locale in Toscana. “Non ci saranno aumenti” conferma. “Il problema semmai – spiega l’assessore – è che il federalismo, per ammissione dello stesso ministro Tremonti, rischia di non partire nel 2013”. “Da parte nostra – aggiunge l’assessore – la lotta all’evasione fiscale va bene e chiederemo al governo di rivedere le regole del patto di stabilità, in modo da consentirci di utilizzare le maggiore risorse recuperate proprio dalla tasse non pagate”. L’ultima considerazione riguarda i corsi e ricorsi della storia, per sottolineare come “anche nell’universo della finanza speciale spesso quello che sembra innovativo di fatto non lo è”. “Nel Settecento – spiega l’assessore – il granduca toscano inventò la tassa di ritensione, che era un modo per far pagare i nobili lasciando gli entroiti a disposizione delle comunità locali”. Nencini da un giudizio negativo sulla manovra a cui sta lavorando Tremonti. “E’ una manovra terribile, che obbligherà probabilmente la Toscana e molti enti locali a ridurre i loro servizi” dice. ”Sarebbe la seconda manovra – prosegue- che si appoggia su Regioni ed enti locali. Con la prima la Toscana ha già lasciato sul terreno un miliardo di euro, in termini di minori trasferimenti dal Governo, con la seconda rischia di lasciare di più, nel periodo 2013-14”. “E non si può tagliare molto altro – conclude l’assessore – Ci sono già stati tagli del 10% e abbiamo già tagliato gli enti inutili. C’e’ un’operazione in corso di riforma istituzionale per fare le unioni di Comuni, sciogliere le Comunità montane, e fondere addirittura i Comuni, ma rimane un taglio terribile da parte del Governo”.  
   
   
VENETO, RIFORMA FISCALE: COMINCIAMO A DETRARRE LA SPESA PER I NOSTRI PRODOTTI DI QUALITÀ  
 
 Venezia, 22 giugno 2011 - “La riforma fiscale è necessaria, ed ha senso se incide anche direttamente sul costo della spesa delle famiglie”. Lo ha ribadito l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato, secondo il quale “dobbiamo avere il coraggio di sperimentare strade innovative: poter detrarre dal reddito le spese personali per prodotti a Dop rappresenterebbe un sicuro risparmio per i consumatori e un incentivo forte per le nostre imprese agricole orientate alla qualità. Un simile sistema è tranquillamente allargabile a tutte le produzioni agroalimentari certificate ed è rapportabile anche agli scaglioni di reddito, così da favorire le famiglie che hanno meno risorse”. “Una simile ‘riformina’, che potrebbe essere realizzata anche come azione a se stante a partire già dal prossimo anno, non solo accrescerebbe la capacità di spesa dei cittadini, ma si tradurrebbe in un aumento del valore del reddito agricolo orientato alle produzioni certificate, che costituiscono la forza del Made in Italy in generale, e del Made in Veneto in particolare, contrastando in maniera intelligente con le produzioni identitarie e di territorio la prepotenza di una mondializzazione cieca e senza sicurezze. In più daremmo sicuramente una mano all’abitudine per una corretta e sicura alimentazione, della quale sono certo che vedremmo gli effetti sulla nostra salute e sulla relativa voce di spesa”. “Ci siamo battuti per l’etichettatura, stiamo lottando per sapere dove vanno a finire le produzioni provenienti dall’estero – ha concluso Manzato – e con la detraibilità della spesa a denominazione e tipica daremmo un’ulteriore sostegno alla tracciabilità in tutta la filiera. E basterebbe una piccola modifica agli scontrini fiscali, da conservare come si fa per le spese sanitarie, dichiarando il totale dei prodotti certificati tra le spese detraibili”.  
   
   
FISCO: IN PIEMONTE PASSI CONCRETI  
 
Torino, 22 giugno 2011 - La Regione Piemonte ha avviato “una politica che va concretamente nella direzione dello sviluppo del lavoro” manovrando anche la leva fiscale: è quanto ha ricordato il presidente Roberto Cota intervenendo il 20 giugno all’assemblea dell’Unione Industriali di Torino. Riferendosi esplicitamente alle richieste degli industriali e del loro presidente Emma Marcegaglia in materia fiscale, Cota ha osservato che “il Piemonte può essere considerato un po´ un laboratorio, perché ha già messo in campo incentivi fiscali per facilitare nuovi insediamenti produttivi e la competitività delle imprese”. “In Piemonte - ha sottolineato Cota, entrando nel dettaglio delle iniziative della Giunta - a fronte di nuove assunzioni di giovani a tempo indeterminato, le aziende non pagheranno più l’Irap, con un risparmio di quasi mille euro all’anno per ogni nuovo lavoratore. Una politica che va concretamente nella direzione dello sviluppo del lavoro”.  
   
   
FORMIGONI: REGIONE LOMBARDIA VICINA AI COMUNI DI CONFINE ANCORA 10 GIORNI PER PRESENTARE LE DOMANDE PER FONDI STATALI  
 
Milano, 22 giugno 2011- A 10 giorni dalla chiusura dell´avviso pubblico per i fondi destinati allo sviluppo dei Comuni di confine con le Province autonome di Trento e Bolzano, il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ha voluto incontrare - assieme al delegato alla Promozione, Sviluppo e Innovazione delle aree montane Roberto Baitieri e al presidente del Comitato per la Montagna Mauro Parolini - gli Enti locali delle province di Sondrio e Brescia: presenti all´incontro, svoltosi a Palazzo Pirelli, i rappresentanti di Bormio, Breno, Gargnano, Limone sul Garda, Magasa, Ponte di Legno, Saviore, Tignale, Tremosine, Valvestino, Valdisotto, Valfurva e Valdidentro. Presente anche la Provincia di Sondrio, rappresentata dall´assessore per le Iniziative interessanti i territori confinanti Filippo Compagnoni. L´avviso pubblico dei fondi statali scadrà il prossimo 30 giugno: entro quella data i Comuni di confine potranno presentare i progetti che possano contribuire a rilanciare le principali attività economiche locali, consentendo la realizzazione di interventi infrastrutturali e il potenziamento del turismo. "Il fondo per i Comuni confinanti - ha detto Formigoni - rappresenta un´opportunità unica per sostenere e finanziare interventi di sistema che abbiano ricadute positive sull´intero territorio provinciale se non addirittura regionale". La dotazione, prevista per il quinquennio 2010-2014, è di 80 milioni di euro, per un totale di 400 milioni di euro. Non è la prima volta che, sui tavoli della Regione, si discute del fondo per i Comuni confinanti: lo scorso 19 aprile fu realizzato un incontro a Palazzo Lombardia, a cui prese parte lo stesso Formigoni. "È fondamentale - ha proseguito il presidente - inquadrare l´azione nell´ambito di una più generale politica per la montagna di Regione Lombardia e dentro una visione strategica di sviluppo complessivo. In questo senso è importante partire dai contenuti della programmazione regionale, che è stata già condivisa con le Province e le autonomie locali, per realizzare quegli interventi considerati prioritari ma non ancora completamente finanziati. È perciò più che mai decisivo fare rete, fare sistema per ottenere tutti insieme il miglior risultato possibile in una logica di sviluppo a medio lungo termine". E che la Regione abbia lavorato intensamente in questo ambito lo dimostrano l´approvazione e l´accoglimento di molte proposte di modifica e integrazione dell´avviso pubblico: "Nell´approvazione finale dei criteri - ha richiamato Formigoni, ringraziando pubblicamente Baitieri per i risultati ottenuti dalla Lombardia - sono state accolte le proposte che abbiamo avanzato per una maggior valutazione dei progetti di rilevanza sovracomunale e regionale o coerenti con la programmazione regionale e locale". In un´ottica di piena sussidiarietà e per assicurare uniformità e qualità alle progettualità espresse dai territori lombardi, "Regione Lombardia - ha specificato Baitieri durante il dibattito - continuerà nel suo impegno a disposizione delle comunità locali, accompagnando il processo di presentazione dei progetti". Lo stesso Baitieri rappresenterà Regione Lombardia all´interno dell´Organismo di indirizzo che sarà chiamato a svolgere l´istruttoria dei progetti che saranno presentati.  
   
   
VENETO, RILANCIO DELLA MONTAGNA: METTERE IN SINERGIA TUTTI I SETTORI ECONOMICI E SUPERARE LE DIFFERENZE TRA LE DIVERSE AREE MONTANE  
 
Venezia, 22 giugno 2011 - Si intitola “Sviluppo sostenibile e innovativo della montagna”: è il disegno di legge formalizzato ieri dalla Giunta regionale, su iniziativa dell’assessore Marino Finozzi, che contiene gli impegni e le azioni per sostenere nel suo complesso l’economia delle zone montane, superando gli squilibri tra le diverse aree del territorio alpino del Veneto e favorendo la permanenza degli abitanti in queste zone difficili con il sostegno alle attività economiche e al reddito di chi vi abita e lavora. La proposta legislativa, sulle cui linee si era già espressa favorevolmente la conferenza permanente della montagna, passa ora al Consiglio per il suo normale iter, che si concluderà con il voto finale dell’aula. “E’ interesse di tutti che i contenuti della proposta possano concretizzarsi al più presto – ha affermato Finozzi – e auspico che i componenti del consiglio regionale, dove la nostra montagna è ben rappresentata, possa dare seguito con celerità all’iniziativa. L’obiettivo che ci siamo proposti è di creare concrete sinergie tra tutti i settori capaci di concorrere allo sviluppo economico della montagna, dal manifatturiero ai servizi compresi la sanità e i trasporti, dall’artigianato al turismo, dall’agricoltura alle industrie compatibili con l’ambiente montano fino alla valorizzazione del patrimonio edilizio, alla riduzione del divario digitale, al supporto agli anziani e ai giovani in età scolastica, alla sicurezza del territorio”. Il Disegno di Legge guarda alla montagna nel suo complesso, ma è mirato in particolare a favorire le aree più svantaggiate, favorendo non solo un riequilibrio complessivo “montagna – pianura”, ma soprattutto quello fra le zone a diverso sviluppo all’interno del territorio montano regionale “dove vi sono aree che hanno dimostrato una buona tenuta economica – ha fatto presente Finozzi e altre dove c’è una oggettiva situazione di difficoltà”. Degli interventi previsti, per i quali è stato indicato un supporto finanziario complessivo di 2,7 milioni di euro l’anno per ciascuna delle annualità 2011, 2012 e 2013, potranno beneficiare soggetti pubblici (Comunità Montane, Comuni, province) e per alcune azioni, anche soggetti privati, nei limiti del cosiddetto “de minimis”. Viene riconosciuta una generale priorità per i territori dei Comuni con popolazione inferiore ai 2 mila abitanti, per quelli interamente montani e per i territori dei Comuni con maggiore indice di spopolamento.  
   
   
BASILICATA: DALLE COMUNITÀ MONTANE ALLE AREE PROGRAMMA AL VIA UNA NUOVA FASE DI PROGETTAZIONE DEL BASSO  
 
 Potenza, 22 giugno 2011- La Basilicata è pronta a compiere questo passo in avanti per dare più voce ai territori e a quei piccoli comuni che, da soli, avrebbero difficoltà a comunicare con gli organi di governo centrale. Le Aree programma rappresentano la conclusione di un processo di esperienze sui territori lungo oltre dieci anni, che ha permesso di individuare e intervenire sui punti di criticità dei vecchi sistemi ma che ha anche consentito di esaltarne i punti di forza. Le aree suddividono il territorio lucano in sette macrozone, assecondando le caratteristiche geomorfologiche del territorio. E’ quanto emerge dall’incontro sulle Aree programma promosso dall’Ufficio Autonomie locali e decentramento amministrativo del Dipartimento Presidenza della Giunta regionale di Basilicata, presso il Centro “Cecilia” di Tito (Pz). Nel corso dei lavori sono state affrontate le questioni legate alla piena applicazione dell’artico 23 della legge regionale 33 del 2010 con la quale vengono istituite le aree programma. Si è inoltre discusso delle modalità di stipula delle Convenzioni per lo svolgimento in modo coordinato di funzioni e servizi associati per gli enti e della costituzione degli Uffici Comuni potranno operare con personale distaccato dagli enti partecipanti e ai quali potrà essere affidato l´esercizio di funzioni pubbliche, mediante delega da parte degli enti partecipanti all´accordo. “L’operazione che abbiamo portato a termine con le aree programma è un’operazione di doppia semplificazione: per un verso rendiamo la governance ‘più leggera’ tagliando qualche poltrona, per un altro rendiamo più diretto il rapporto tra centro e territori, creando un link diretto e paritario tra la Regione e le diverse aree”. E’ il commento del Presidente della Regione, Vito De Filippo, alla presentazione delle Aree Programma. “Questa riforma della governance – ha proseguito De Filippo – non serve solo a far fronte alle ristrettezze imposte dai tagli nazionali, ma è invece una politica di investimento sul territorio particolarmente strategica per la Basilicata. La nostra realtà, fatta spesso di piccoli centri, ha particolare bisogno di strumenti associativi tra i diversi enti locali per la gestione dei servizi e la determinazione di scelte che non possono essere compiute a livello di singolo comuni”. Queste le seguenti aree previste: Alto Basento-alto Bradano, Lagonegrese-pollino, Marmo Platano Melandro, Val d’Agri, Metapontino Collina Materana, Vulture Alto Bradano, Bradanica Medio Basento. Le aree programma si strutturano in una conferenza dei sindaci che avrà sede fisica all´interno del Comune capofila. Saranno strutture molto snelle, nelle quali confluiranno anche le professionalità delle disciolte Comunità montane, e avranno una funzione esclusivamente politica e programmatica, non amministrativa o gestionale. Nelle Aree programma sono coinvolti i singoli Comuni, con l’eccezione dei due capoluoghi Potenza e Matera, e gli enti Provinciali. In sostanza si tratta di una nuova idea di governance regionale che chiama in causa il protagonismo degli enti locali che, attraverso la conferenza dei sindaci dialogheranno direttamente con l´organo di governo regionale per fare proposte e promuovere progetti, dopo aver analizzato concretamente i problemi e le esigenze del proprio territorio. Le aree accorperanno bacini territoriali simili accomunati dalle stesse esigenze nei bisogni sociali, vale a dire principalmente nei settori dell´istruzione e della formazione, della sanità e dei trasporti locali. Da 14 comunità montane si passerà a 7 aree territoriali con un notevole risparmio dei costi destinati alla transazione politica poiché ad un unico tavolo siederanno tutti i rappresentanti dell´area che, successivamente, dialogheranno direttamente con l´ente regionale.  
   
   
AREE PROGRAMMA, DE FILIPPO: “UNA SEMPLIFICAZIONE DOPPIA"  
 
Potenza, 22 giugno 2011 - Avremo uno strumento operativo in più e un anello di distanza in meno tra centro e periferia “L’operazione che abbiamo portato a termine con le aree programma è un’operazione di doppia semplificazione: per un verso rendiamo la governance ‘più leggera’ tagliando qualche poltrona, per un altro rendiamo più diretto il rapporto tra centro e territori, creando un link diretto e paritario tra la Regione e le diverse aree”. E’ il commento del Presidente della Regione, Vito De Filippo, alla presentazione delle Aree Programma. “Questa riforma della governance – ha proseguito De Filippo – non serve solo a far fronte alle ristrettezze imposte dai tagli nazionali, ma è invece una politica di investimento sul territorio particolarmente strategica per la Basilicata. La nostra realtà, fatta spesso di piccoli centri, ha particolare bisogno di strumenti associativi tra i diversi enti locali per la gestione dei servizi e la determinazione di scelte che non possono essere compiute a livello di singolo comune. E grazie agli strumenti che ora mettiamo in campo saremo in grado di garantire pari opportunità ai residenti nelle città come quelli dei centri minori”. Il presidente De Filippo si è poi soffermato anche sul tema del personale delle ex Comunità Montane. “Dal primo momento – ha sottolineato – abbiamo garantito che avremmo tagliato poltrone e non posti di lavoro e l’intesa raggiunta con i sindacati ne è la testimonianza. Valorizzeremo, anzi, pienamente tutte le professionalità presenti nelle ex Comunità Montane riuscendo a tradurre immediatamente la loro opera in servizi ai cittadini”.  
   
   
PIANO LAVORO, DOTE OCCUPAZIONALE: BOOM RICHIESTE SOPRATTUTTO PER ASSUMERE DONNE  
 
 Bari, 22 giugno 2011 - Boom di richieste per la Dote occupazionale. Il bando regionale, che mette in campo 20milioni di euro per favorire l’assunzione di disoccupati e inoccupati, partito alle 12,00 del, 20 giugno, dopo 7 ore contava già 175 richieste inviate dalle imprese per 1.029 persone da assumere. L’assessore al Welfare Elena Gentile, che sta monitorando di minuto in minuto l’evolversi della situazione, ha espresso grande soddisfazione per il risultato raggiunto: “A poche ore dall’apertura del bando – ha commentato – abbiamo già raggiunto e persino superato l’obiettivo. Il numero medio di disoccupati ed inoccupati che potrebbero essere assunti con questo incentivo, secondo le nostre previsioni, si aggira infatti sui mille lavoratori. Dopo solo sette ore constatiamo che questo contingente è stato già prenotato dai datori di lavoro. Leggiamo in questo successo - certo sperato, ma non previsto fino a questo punto - che l’incentivo ha intercettato un bisogno reale del mercato del lavoro. Ma quello di oggi è anche il risultato del grande coinvolgimento delle parti sociali e dei consulenti del lavoro”. Le imprese stanno per assumere soprattutto donne. Dei 1029 lavoratori richiesti sono infatti 464 le donne, seguono i disoccupati (stanno per esserne assunti 306), gli inoccupati (196), i disabili (56) e infine gli immigrati (7). Quanto ai settori, a giudicare dalla tipologia di contratti di lavoro indicati (40 in tutto), a dominare nelle richieste di lavoratori è il comparto delle “Telecomunicazioni” (466 richieste di assunzione), della “Logistica Trasporto merci e Spedizione” (97 richieste), seguito da “Commercio e Terziario Confcommercio” (83 richieste) e da “Commercio Cooperative di consumo” (57 richieste). Al quinto posto “Edilizia Confindustria” (39 richieste) e, a seguire altre 35 tipologie di contratti. Il datore di lavoro che assume grazie a questo avviso, riceverà per un anno dalla Regione Puglia un contributo minimo pari al 30% degli stipendi lordi da elargire ai lavoratori se si tratta di disoccupati, inoccupati e immigrati senza lavoro. Se poi l’azienda intende assumere nuove unità che oltre ad essere disoccupate o inoccupate siano donne, l’incentivo sale al 40%. Se la scelta cade invece sull’assunzione di disabili, il contributo regionale cresce fino al 75%. A questi parametri si aggiungono delle premialità legate ai corsi di formazione e di alta formazione già frequentati dai candidati all’assunzione, premialità che fanno salire fino al 50% dello stipendio l’incentivo dato alle imprese per l’assunzione di disoccupati, inoccupati, donne e immigrati (residenti disoccupati da più di sei mesi). In casi particolarmente gravi l’incentivo può essere prorogato a due anni. L’avviso “Dote occupazionale”, che è il settimo intervento del Piano straordinario per il Lavoro in Puglia, è a sportello, quindi attivo fino all’esaurimento delle risorse. Alle 12,30 di questa mattina, cioè dopo la prima mezz’ora dall’apertura del bando, contava già 120 procedimenti aperti.  
   
   
EMERGENZA MIGRANTI: IL PUNTO IN REGIONE SULLA SITUAZIONE NELLE MARCHE - ANTICIPATI DALLA GIUNTA I FONDI NECESSARI PER GARANTIRE RICOVERO E ASSISTENZA .  
 
 Ancona, 22 Giugno 2011 - La Regione Marche anticipera` i fondi necessari per consentire alle organizzazioni e agli operatori economici preposti di continuare a garantire ricovero e accoglienza ai migranti e ai profughi provenienti dai Paesi del Nord Africa. ´Si tratta di una misura dovuta per il rispetto degli obblighi derivanti dalle convenzioni che sono state stipulate fino alla fine dell´emergenza, fissata al 31 dicembre 2011´, ha spiegato l´assessore regionale all´Immigrazione e ai servizi sociali, Luca Marconi, nel corso di un incontro in Regione con i Comuni e le Province marchigiane, organizzato per fare il punto su quanto e` stato fatto e sul lavoro futuro. Alla Regione sono stati assegnati da parte del Governo nazionale 146.457,13 euro per garantire l´immediata operativita` del sistema di accoglienza. ´Cifra ´ ha detto Marconi ´ che pero` non consente di coprire le spese da sostenere per i mesi di maggio e giugno. Per questo la Giunta ha deciso di anticipare i fondi pari a 300.000 euro, in attesa delle risorse che saranno rese disponibili di volta in volta da parte del Commissario delegato per l´emergenza, nella persona del capo Dipartimento della Protezione civile nazionale, in relazione agli effettivi costi sostenuti per l´utilizzo delle strutture´. ´Tutto questo ´ ha continuato l´assessore ´ e` tanto piu` necessario perche` non deve venir meno l´accoglienza. Sono attesi nuovi arrivi e tutte le comunita` locali sono chiamate ad offrire la propria disponibilita`´. ´Vi e` a monte un accordo politico con il Governo nazionale ´ ha ricordato Marconi ´ in base al quale e` stata stabilita una ripartizione delle presenze su tutto il territorio nazionale´. I posti che le Marche dovrebbero rendere disponibili sono 1350. Attualmente sono ospitati 261 migranti, la maggior parte dei quali (233) richiedenti asilo politico. Sono distribuiti a Pesaro, Senigallia, Ancona, Jesi, Macerata, Treia, Servigliano, Montegiorgio, Loro Piceno, Porto Sant´elpidio, Falerone, Fermo. Altro problema e` legato alla presenza dei minori non accompagnati, la cui accoglienza e` di competenza esclusiva dei Comuni. A tale proposito, il presidente dell´Anci Marche, Mario Andrenacci, presente al tavolo dell´incontro in Regione, si e` impegnato per fornire in tempi brevi tutti i chiarimenti circa le modalita` da seguire per continuare nell´opera di accoglienza e sostegno ai minori stranieri giunti in Italia con il flusso di migranti del Nord Africa.  
   
   
PROFUGHI, ALTRI 89 ARRIVI IN TOSCANA  
 
 Firenze, 22 giugno 2011  – Altri 89 profughi in fuga dalla Libia sono sbarcati il 20 giugno al porto di Genova e subito distribuiti in quindici strutture e altrettanti comuni in otto diverse province toscane. Sono gli ultimi arrivi nella regione, dove tra profughi e migranti scappati in due mesi e mezzo sono già stati accolti in più di mille e duecento. Erano arrivati altri quarantacinque qualche giorno fa, il 15 giugno. Prima ancora c’erano stati altri arrivi il 9 e 3 giugno e da aprile ad oggi, quando il progetto di accoglienza diffusa è partito, sono già più di ottanta le strutture utilizzate. A volte sono state messe a disposizione dagli enti locali, in altri casi a farsi avanti sono stati privati, associazioni o anche la chiesa. I profughi sbarcati oggi sono ragazzi e famiglie che in Libia lavoravano, originarie di paesi diversi dell’Africa occidentale. Alla ricerca di asilo, come tutti gli altri. Da Genova sono stati trasferiti in Toscana in pullman e gli ultimi sono arrivati a destinazione nel tardo pomeriggio. In diciotto hanno trovato accoglienza a Montemignanio in provincia di Arezzo, all’albergo Miramonti della Consuma. Altri due hanno trovato casa a Firesole e tre, due donne e una bambina di tre anni, al villaggio “La Brocchi” di Borgo San Lorenzo. A Firenze ne sono attesi quindici, alloggiati in un B&b come i quattro dell’Impruneta e gli otto, tutte coppie, di Empoli. In sette troveranno rifugio all’ostello della Gioventù di Villa Morazzana a Livorno, altri due in un agriturismo a Bagni di Lucca. I quattro ospiti di Massarosa, una sola famiglia, hanno trovato casa in una struttura della curia. Sette saranno alloggiati nei comuni della Valdera. In tre arriveranno a Prato, a Cerreto, ed altrettanti a Vaiano, in una struttura della parrocchia messa a disposizione a Sofignano. Quattro sono destinati a Pistoia, sei a Rapolano e tre a Monteroni d’Arbia, in un’azienda agricola di Sovignano.  
   
   
PARMA: DAI NOSTRI TERRITORI UNA RISPOSTA DI AIUTO AI PROFUGHI  
 
Parma, 22 giungo 2011 - “Un accordo che consente di passare dall’accoglienza all’integrazione, una scelta di civiltà frutto del lavoro di rete compiuto dalla Regione con le Istituzioni locali, il volontariato e le organizzazioni del Terzo settore che anche qui stanno ospitando i profughi”. L’assessore provinciale alle Politiche sociali Marcella Saccani sottolinea il valore del “Patto di accoglienza” per i migranti del Nord Africa presentato Il 21 Giugno dalla giunta regionale in concomitanza con la giornata mondiale del rifugiato. “Insieme e grazie al coordinamento della Regione abbiamo messo in campo un’azione importante di sostegno, governando un processo di accoglienza non facile. Lo abbiamo fatto sulla base dell’esperienza condotta in questi anni con il progetto Terra d’Asilo che ci ha fatto conoscere tanti rifugiati e richiedenti asilo a cui abbiamo prestato aiuto e costruito con loro percorsi di inserimento nel nostro territorio”. “E’ quello che si sta facendo anche in questa occasione e non è un caso che la Regione abbia voluto legare la ricorrenza del 20 giugno con l’attualità – sottolinea Saccani - Così come non è casuale che l’Italia sia il paese simbolo della Giornata Internazionale del Rifugiato. Il nostro Paese diventa, suo malgrado e nonostante le tante luci e ombre, simbolo di accoglienza, assistenza, tutela per le migliaia e migliaia di persone che fuggono dalla violenza, dalla guerra, dalle persecuzioni”. “La Giornata Mondiale del Rifugiato, per l’anno 2011, Irrompe in uno scenario di sofferenza, di privazioni, di negazione dei diritti umani che ha volti e storie: donne e uomini improvvisamente vicini che non sono più, solamente, occhi spauriti mediati da un video”. “A questa richiesta di aiuto e di sostegno i nostri territori hanno risposto – conclude Saccani - Lasciati da parte le polemiche sui respingimenti, i pro e i contro di una politica umanitaria discutibile, le interpretazioni delle leggi, i nostri territori hanno interpretato alla lettera la missione dell’Alto Commissariato per i Rifugiati e si sono fatti carico delle persone e delle loro storie: di fronte alla portata di una così grande tragedia hanno accolto, assistito, lavato e nutrito. Hanno preso in carico, per davvero, donne e uomini che soffrono, rispondendo alla legge di diritto internazionale e alla propria coscienza”.  
   
   
BASILICATA, IMMIGRATI: AL LAVORO PER ACCOGLIENZA BRACCIANTI  
 
 Potenza, 22 giugno 2011 - Preparare l’accoglienza per circa 200 extracomunitari impegnati nella raccolta del pomodoro nell’area di Palazzo San Gervasio. Questo l’obiettivo che ha animato i lavori di un incontro tra il Presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, l’assessore regionale alla Salute e solidarietà sociale Attilio Martorano, l’assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Potenza Paolo Pesacane e il sindaco di Palazzo San Gervasio, Federico Pagano,accompagnato da una folta delegazione del Comune. Due le ipotesi a questo momento poste sul tavolo dall’amministrazione municipale. Allestire un nuovo campo nell’area dell’ex tabacchificio o dare vita a un progetto di ospitalità diffusa nel centro del Paese. Per questa seconda ipotesi, però, sarebbero disponibili al momento circa la metà dei posti stimati come necessari. Il presidente De Filippo ha indicato la via del confronto anche con le associazioni agricole al fine di individuare la soluzione migliore, chiedendo che l’assessorato Regionale lavori nei prossimi giorni d’intesa con la Provincia e il Comune per verificare la fattibilità delle diverse ipotesi e stimarne i costi, ma ha anche sottolineato come un progetto di ospitalità diffusa realizzato in pochi giorni, così come dovrebbe essere in questo caso, presenti difficoltà sotto il profilo dell’organizzazione e dei controlli. Lo stesso presidente De Filippo ha anche manifestato la volontà di coinvolgere, dopo l’individuazione della soluzione da praticare, Prefettura e Questura per sollecitare politiche di sicurezza su quel territorio. In ogni caso, tutti i partecipanti all’incontro, hanno chiarito di voler realizzare un modello di ospitalità che, a differenza del Cie, sia realmente basato su principi di accoglienza e in proposito critiche sono state mosse al Ministero dell’Interno “che ha bypassato Regione e Provincia quando ha deciso di impiantare il Centro di Accoglienza Immigrati che ora si è trasformato in Centro Identificazione ed Espulsione”. Nell’incontro è stata evidenziata anche la necessità di una programmazione di più lungo periodo sul tema dell’accoglienza dei migranti. A tal fine il presidente De Filippo ha attivato gli uffici regionali per giungere in tempi brevi alla nomina della “Commissione immigrazione” (per la quale si attendono alcune designazioni da altri enti) a cui sarà affidato il compito di delineare le politiche del  
   
   
I PROFUGHI DIVENTANO ATTORI: A BAGNONE FESTEGGIANO COSÌ LA GIORNATA DEL RIFUGIATO  
 
Firenze, 22 giugno 2011 – Una grande festa: i profughi sul palco, a raccontare la loro storia, e un paese intero raccolto ad ascoltarla. “Una sola famiglia umana” c’è scritto sul volantino che davvero tante persone ha portato a teatro. E non poteva esserci miglior titolo di questa citazione di papa Benedetto Xvi per un evento così congeniato. A Bagnone in provincia di Massa-carrara, piccolo comune della Lunigiana – ma piccolo solo per numero di abitanti, meno di duemila: un castello abbarbicato sul colle e diventato nei secoli paese, circondato da altre venti frazioni – hanno festeggiato così ieri la giornata mondiale del rifugiato e l’anno europeo del volontariato. L’hanno fatto, il 20 giugno, facendo raccontare la loro storia ai tredici ragazzi nigeriani, fuggiti dalla Libia ed ospiti da un mese nel paese: tredici ragazzi tra gli oltre mille e cento accolti in Toscana da aprile alla ricerca di un destino migliore, come i tunisini dei primi sbarchi, o in fuga dalla guerra, come i profughi giunti dalla Libia da maggio. L’hanno fatto trasformando quelle storie in una rappresentazione teatrale e quei ragazzi in attori. A calcare il palco domenica, emozionatissimi, sono stati infatti proprio loro. Hanno suonato anche e ballato, per spiegare con le emozioni e con la musica la loro cultura. Hanno raccontato, in inglese, l’arrivo e la vita in Libia, il deserto attraversato a piedi, la traversata verso Lampedusa e l’ultimo approdo a Bagnone: eventi di cui i ragazzi hanno saputo sciogliere anche la drammaticità con qualche passaggio più comico, possibile solo a chi si sente ora tranquillo e sereno e con minore ansia può guardarsi indietro. E chi c’era confessa davvero di essersi divertito. Due ore e mezzo di festa e spettacolo, fino alle undici e mezzo di notte. C’era praticamente tutto il paese nel teatro comunale. I ragazzi nigeriani ospiti di Bagnone sono del resto conosciuti nel borgo. Ci vivono: dieci in paese, tre in una colonica poco fuori. Ogni giorno frequentano per un’ora e mezzo al pomeriggio un corso d’italiano, adottati dall’onlus “Donne di Luna” che svolge i servizi di mediazione. La mattina invece sono impegnati in piccoli lavori di pubblica utilità: con la Misericordia, con gli alpini della Protezione civile, con i Fratres donatori di sangue, con l’Alfa Victor ed altre associazioni. Il Comune ha messo a loro disposizione anche una saletta con computer collegati ad internet. Molti si sono iscritti a facebook e mantengono così i contatti con le famiglie, gli amici e i parenti rimasti in Africa. “Sono stati proprio i ragazzi a chiedere di organizzare qualcosa per ringraziare il paese che li ha accolti e trasmettere allo stesso tempo una parte della loro cultura – racconta il sindaco di Bagnone, Gianfranco Lazzeroni – Il teatro è stata la scelta ovvia e naturale: un modo anche per creare una rete di contatti sul territorio e quella condivisa disponibilità senza cui non sarebbe possibile integrazione”. Ma nel teatro comunale domenica sera non c’era solo Bagnone. C’erano gli altri comuni della Lunigiana: Aulla, Fosdinovo e Villafranca. C’erano gli altri profughi e migranti: una quarantina sono gli ospiti in Lunigiana. Parlano francese e c’era chi, l’altra sera, traduceva loro quelle che accadeva sul palco. C’erano le associazioni del volontariato, il vescovo e le istituzioni. Perchè? “Perchè l’esperienza di accoglienza che le nostre comunità stanno vivendo è la naturale risposta di solidarietà verso il proprio simile in difficoltà ma anche un’occasione di crescita” spiega ancora il sindaco di Bagnone, Gianfranco Lazzeroni. Perchè la storia dei tredici ragazzi è in fondo la storia di tanti altri e potrebbe essere domani anche la storia nostra. E come tale va vissuta assieme, come un’unica grande famiglia. Quella umana, appunto.  
   
   
PROFUGHI: MODELLO UMBRO FUNZIONA  
 
Perugia, 22 giugno 2011 - Continua lo sforzo della Regione Umbria per alleviare i disagi dei 201 profughi, 141 nella provincia di Perugia e 60 in quella di Terni, accolti nelle strutture già presenti sul territorio regionale e gestite dai Comuni, dalla Caritas e dall´Arci. In occasione della Giornata mondiale dei profughi, la vicepresidente della Regione Umbria con delega al Welfare e alle Politiche per l´Immigrazione, Carla Casciari, ha visitato il centro di accoglienza di Collescipoli(terni), per conoscere i 33 ospiti, che ha salutato personalmente. "Il modello umbro di accoglienza - ha detto la vicepresidente - si è dimostrato valido e vincente e anche altre Regioni hanno deciso di seguire il nostro esempio. Abbiamo scelto la struttura di Collescipoli, - ha detto la vicepresidente - poiché è quella che ad oggi accoglie il maggior numero di migranti e ha anche una consolidata esperienza nella gestione del sistema Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e rifugiati) in Umbria. Alla base c´è l´esigenza per le strutture regionali di valutare la condizione di vita quotidiana delle persone accolte. Superata infatti la fase dell´emergenza - ha detto la vicepresidente - ora dovranno essere individuati percorsi di integrazione adattati alle competenze di ciascuno degli ospiti. Secondo Casciari, dopo aver assicurato "un tetto", "occorre impostare un percorso che permetta ai nuovi arrivati di inserirsi nella comunità di accoglienza, in attesa dell´eventuale definizione dello status di rifugiato. Ciò si concretizza in questa fase anche attraverso un rapporto di relazione tra le persone nella comunità che li ha accolti". Tutto ciò sarà possibile prima di tutto con l´apprendimento della nostra lingua: "A Collescipoli, ma anche nelle altre strutture umbre - ha precisato la vicepresidente - si è partiti proprio con l´attivazione di corsi di italiano e di educazione civica che permettono anche di stabilire un rapporto di conoscenza più approfondita tra gli operatori i migranti e la comunità". "Al loro arrivo erano stremati - hanno raccontato gli operatori sempre presenti nella struttura anche nelle ore notturne - Quindi, le prime settimane sono servite proprio per il recupero delle forze e stabilire un rapporto di fiducia. Gli ospiti hanno un età media compresa fra il 25 e i 30 anni, la più giovane è una ragazza di 20 anni. Attualmente, sono presenti ragazzi originari della Nigeria e che prima di arrivare in Italia lavoravano i Libia. Prima di loro sono stati accolti migranti provenienti dalla Tunisia. Per la vicepresidente "questa seconda fase dell´accoglienza assume un significato importante quanto la prima, perché l´integrazione di queste persone non può prescindere da un loro impegno, anche attraverso il volontariato socialmente utile. Infatti, dopo una valutazione attenta delle varie competenze, con il coinvolgimento dei Comuni interessati, si dovranno studiare soluzione che portino ad una vera inclusione sociale".  
   
   
SUPERARE LA PAROLA ´RIFUGIATO´ E GUARDARE ALLA PERSONA  
 
 Trento, 22 giugno 2011 - “Quale accoglienza al di là dei luoghi comuni?”. Era questo il tema centrale delle iniziative organizzate ad Arco in occasione della Giornata mondiale del Rifugiato, celebrata in Trentino attraverso una serie di appuntamenti che hanno visto, tra l´altro, anche la disfida calcistica programmata domenica scorsa a Pergine fra i profughi accolti sul territorio provinciale. Ieri sera protagoniste sono state invece la musica, le letture e le testimonianze di chi ha dovuto lasciare la propria terra. Un ampio programma promosso dal Centro Astalli di Trento in collaborazione con il Cinformi dell´assessorato provinciale alla Solidarietà internazionale e alla Convivenza, le cooperative Arcobaleno ed Ephedra, la Mnemoteca, il comune di Arco e l’associazione Il Gioco degli Specchi. Il programma ha preso il via alle 18 a Casa Collini con le letture di “Libri in viaggio” a cura dell´associazione Il Gioco degli Specchi. In serata spazio invece alla musica con il concerto, in piazza 3 Novembre, della band Guanabana e di Anansi. Ma prima del giovane cantautore trentino l´attenzione del pubblico che ieri sera ha affollato la piazza di Arco è stata catturata dalle parole, cariche di emozioni, di due rifugiati. Due storie di viaggio e di arrivo in Italia e in Trentino che hanno saputo esprimere, meglio di qualsiasi analisi o considerazione, il vissuto di chi fugge da persecuzioni per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per opinioni politiche. E persecuzioni, guerre, violazioni generalizzate dei diritti umani ed esilio continuano a rappresentare – come ricorda l´Agenzia Onu per i Rifugiati – il destino quotidiano per 43.7 milioni di uomini, donne e bambini. “Dati questi – afferma l´assessore provinciale alla Solidarietà internazionale e alla Convivenza Lia Giovanazzi Beltrami – che ci impongono una riflessione. Non ´solo´ sul dramma di chi è costretto a lasciare la propria terra, ma anche sull´importanza di andare oltre la sola accoglienza. Ai rifugiati noi dobbiamo offrire una nuova speranza di vita, secondo una progettualità che li valorizzi. Dobbiamo superare la parola ´rifugiato´ e guardare direttamente alla persona, alle sue aspettative, ai suoi timori per il futuro ma anche alle sue potenzialità. Ed è proprio quello che cerchiamo di fare qui in Trentino, dove i profughi tra l´altro hanno voluto partecipare, con il torneo di calcio domenica e la loro presenza stasera, alle iniziative organizzate per la Giornata mondiale del Rifugiato.” Ieri nel corso della serata è stato inoltre proiettato un estratto del documentario girato dall´associazione Limen a Lampedusa nell´aprile scorso. L´appuntamento organizzato per la Giornata mondiale del Rifugiato fa parte del progetto “Il mondo è la mia casa”, i cui eventi proseguiranno ad Arco con incontri, concerti, e laboratori. Fra le diverse iniziative in programma, nel mese di settembre prenderà il via, con il sostegno del Cinformi, un laboratorio teatrale rivolto ad adulti e ragazzi trentini e “nuovi trentini”.  
   
   
FVG: SPESA SOCIALE AUMENTATA DEL 6 P.C. NEL 2011  
 
 San Daniele del Friuli (Ud), 22 giugno 2011 - La spesa sociale in Friuli Venezia Giulia è aumentata del 6 per cento nel 2011, passando dai 203,1 milioni di euro del 2010 agli attuali 215,3 e, di fatto, posizionando l´estremo Nordest d´Italia tra le regioni che più investono in interventi e servizi socio-assistenziali. Il dato, fornito dall´assessore regionale a Salute e Politiche sociali, Vladimir Kosic, nel corso del convegno "Collaborare per vincere" organizzato a San Daniele dalla Cisl Alto Friuli, conferma, secondo lo stesso Kosic, la sempre maggiore necessità di una visione globale responsabile, priva degli slogan tipici dello scorso secolo e fondata su consapevolezza, conoscenza, maturità, informazione e, per chi lavora in questo ambito, più assistenza normativa e sicurezza. Ancora riguardo alla spesa sociale regionale, riferendosi a quella dell´anno in corso l´assessore ha riscontrato i maggiori aumenti percentuali nelle misure di contrasto a fenomeni di povertà ed esclusione sociale (+9,5 pc), seguite dagli interventi a favore della disabilità (+7 pc), da quelli concernenti le attività dei Comuni per le funzioni socio-assistenziali (+5,5 pc) e dal supporto alle famiglie nel sostegno alla non autosufficienza (+5 pc). "Per il terzo anno consecutivo - ha evidenziato l´assessore - il bilancio settoriale del Friuli Venezia Giulia non ha bisogno di assestamenti anche perché abbiamo superato il vecchio concetto del finanziamento storico, usando indicatori specifici per la suddivisione del budget sul territorio". A questo proposito, tra i dati segnalati dall´esponente regionale che sono serviti da analisi critica per le successive valutazioni, risultano tre gli ambiti significativi: ospedali, territorio e personale. Riguardo l´Ospedale, nel raffronto tra il 2007 e il 2010, gli accessi al pronto soccorso in codice bianco sono passati dal 49,4 per cento al 45,2, l´ospedalizzazione dei residenti dal 148 pc al 146,1, i ricoveri ordinari da 154.766 a 149.650, i day hospital da 47.545 a 53.124, le prestazioni ambulatoriali da 16.373.876 a 17.218.770, i pazienti di messi con procedura rivascolare da 2.494 a 2.518, quelli dimessi con protesi ortopedica da 4.091 a 4.551. Passando al Territorio, sempre nel raffronto 2007-2010, dimessi rsa da 9.073 a 9.530, gli utenti di assistenza infermieristica domiciliare da 30.559 (470.658 accessi) a 35.036 (564.876), gli utenti all´assistenza riabilitativa domiciliare da 9.816 (49.448 accessi) a 11.422 (53.488). Infine il personale (2007-2010): dalle tabelle emerge un complessivo aumento da 19.883 operatori a 20.129, grazie ai +377 infermieri professionali dgs (da 6.547 a 6.824) ed ai +341 oss (da 1.991 a 2.332) rispetto ai -57 amministrativi (da 1.975 a 1.918). Citando le riforme da portare avanti, Kosic ha sottolineato l´importanza di un servizio pubblico "da difendere in quanto valore aggiunto", con il rinnovamento che dovrà riguardare soprattutto gli ambiti distrettuali, considerati "il vero cuore dell´assistenza dove - ha rimarcato - devono potere decidere i sindaci, tenendo ben presente che gli accorpamenti non distruggono ma favoriscono i rapporti". "Le scelte buone sono anche scelte coraggiose - ha commentato l´assessore alla Salute - e comunque frutto di discussione fondata su analisi sostanziali. Il confronto serve a costruire ma - ha concluso - non può e non deve prescindere dai dati reali".  
   
   
IL COMUNE DI PARMA NUOVO ENTE NELLA RETE DEL MARCHIO “FAMILY AUDIT”  
 
Trento, 22 giugno 2011 – Oggi alle ore 12, presso la sala stampa di Palazzo Chigi e alla presenza del Sottosegretario di Stato Sen. Carlo Giovanardi, si svolgerà una conferenza stampa in occasione della consegna della certificazione “Family Audit” al sindaco del Comune di Parma, Pietro Vignali, da parte del presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai. “Family Audit”, ideato e attuato dalla Provincia autonoma di Trento, è un marchio che certifica la natura family friendly di organizzazioni pubbliche e private che intendono impegnarsi per migliorare le proprie politiche di gestione delle risorse umane e l’organizzazione del lavoro orientandole a favore delle sempre più pressanti esigenze di conciliazione del personale. Il Comune di Parma è il primo del territorio nazionale, oltre a numerosi comuni del territorio trentino, ad aver sperimentato lo standard Family Audit promosso anche con la sottoscrizione (novembre 2010) da parte del Sottosegretario Carlo Giovanardi e del Presidente della provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai, di un protocollo di intesa volto a far diffondere l’iniziativa su tutto il territorio nazionale attraverso l’adesione di altre regioni. La stampa interessata a partecipare alla conferenza è invitata ad accreditarsi entro le ore 9 di mercoledì 22 giugno attraverso l’indirizzo web: https://amei.Palazzochigi.it  
   
   
AFFIDO FAMILIARE, DA TOSCANA, MARCHE E UMBRIA UN MANIFESTO DI BUONE PRATICHE  
 
Firenze, 22 giugno 2011 – Il delicato percorso dell’affidamento familiare studiato ed analizzato in ogni suo dettaglio. É quello che hanno fatto 72 operatori di tre regioni, Toscana, Marche e Umbria, nel corso di tre seminari che si sono tenuti nel 2010 a Firenze, Ancona e Perugia nell’ambito del progetto nazionale ‘Un percorso nell’affido’. Promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ed il Coordinamento nazionale dei servizi affido (Cnsa), e grazie al coinvolgimento di tutti i livelli di governo con la collaborazione di un’ampia rete di organismi istituzionali, ‘Un percorso nell’affido’ rappresenta un’importante opportunità per quanti oggi operano per l’affido. Una delle tappe del progetto ha riguardato la realizzazione di momenti di presentazione e scambio di esperienze e contesti specifici realizzati ed organizzati dalle amministrazioni pubbliche, anche in collaborazione con la realtà associativa e del privato sociale. L’evento di oggi è il risultato di questo lavoro condotto da Toscana, Marche e Umbria, sotto forma di Manifesto interregionale. “Il confronto con altre Regioni – ha detto l’assessore Allocca – è un passo importante per capire meglio le trasformazioni che si stanno verificando nella società e nel fenomeno dell’affido. E’ necessaria un’opera di manutenzione della legge 184/83 che regola questa realtà, per renderla più flessibile e più corrispondente all’attuale situazione sociale. In Toscana vediamo una diminuzione di oltre il 15% degli affidi familiari, probabilmente frenati da fattori come la crisi economica, la diffidenza verso gli immigrati o la diffusione sempre maggiore di nuove tipologie familiari. Per far fronte a questa situazione potremmo aprire la strada dell’affido ai single o comunque rendere lo strumento più flessibile”. Il documento traduce sinteticamente tutte le proposte e le riflessioni in materia di affido familiare emerse nel corso dei seminari locali. L’essenza del manifesto indica come obiettivo prioritario la tutela del minore, la promozione di misure di sostegno ed aiuto alla famiglia di origine e agli adulti nei confronti dei minori, nella prospettiva dell’attuazione dei loro diritti. Un processo che deve tendere ad aiutare il nucleo familiare ad uscire dalla condizione di criticità, restituendo al minore affetto, benessere e possibilità di crescita. L’affido perciò come valida ed auspicabile alternativa e risposta di responsabilità sociale e professionale, un intervento di rete che richiede integrazione, diversificazione, flessibilità e collaborazione tra servizi, figure professionali e tra pubblico, privato sociale e volontariato. Il Manifesto si caratterizza per alcune parole chiave che cercano di riassumere i concetti principali del lavoro condotto in maniera congiunta dagli operatori. Contemporaneamente vuole essere una sorta di piattaforma su cui le tre Regioni, anche con iniziative future comuni, si impegnano a lavorare. Le parole chiave. Conoscere: per intervenire (tutti gli strumenti legislativi e regolamentari), per approfondire (monitoraggio e approfondimento dei percorsi oltre che attraverso banche dati e serie storiche anche con testimonianze e storie di vita, di bambini e famiglie). Organizzare: i servizi, che devono avere standard elevati di funzionamento, dotazione adeguata di personale costantemente formato per poter contare su operatori stabili con professionalità diverse e complementari, modelli organizzativi omogenei e capaci di curare allo stesso modo tutte le fasi del percorso ed essere fortemente radicati sul territorio. Valutare:attraverso strumenti multidisciplinari e condivisi per arrivare ad un progetto personalizzato, cuore e polmone dell’intervento, che deve indicare con chiarezza obiettivi, soluzioni e tempi. Promuovere e valorizzare: creare una sensibilità diffusa verso l’accoglienza, verso una dimensione di cittadinanza attiva e responsabile, verso una prospettiva di comunità che punti a valorizzare e sviluppare forme si solidarietà, utilizzo di mezzi di comunicazione non convenzionali, ruolo di volontariato e terzo settore, sostegno alla nascita di associazioni di famiglie affidatarie. Supportare e sostenere: i servizi pubblici, in modo che possano operare in modo serio, continuativo ed efficace, le famiglie che affidano e quelle affidatarie, in ogni fase dell’intervento. Affidare con flessibilità: pensare e riflettere a forme diverse di affido, per agevolare le famiglie d’origine. Liberare tempo per l’affido: per i servizi, per l’affido, per i bambini, per le famiglie. Qualche dato. Al 31/12/2009 i minori in affidamento familiare in Toscana sono 1.219 (-7,6% rispetto al 2008): 381 di cittadinanza straniera e, di questi, 112 non accompagnati. Il 48,3% sono affidamenti intrafamiliari (cioè a parenti entro il Iv grado) e il 51,4% eterofamiliari (cioè a singoli o famiglia diversa da quella di origine); il 33,5% consensuali (attivati con il consenso della famiglia di origine) e il 66,5% giudiziali (senza il consenso della famiglia di origine); nel 36,4% dei casi l’affido si protrae da oltre 4 anni e nel 16,5% da meno di un anno; il 30% riguarda bambini tra i 6 e i 10 anni, il 28% tra i 15 e 17, il 24,7% tra 11 e 14 anni, il 12,6% tra 3 e 5 anni ed il 3,7% meno di due anni. Al momento è in corso la rilevazione dei dati al 31/12/2010. Il dato parziale (22 Società della Salute o Zone Socio Sanitarie su 34) conferma la tendenza alla diminuzione riscontrata negli anni precedenti. Gli affidamenti familiari rispetto al 2009 risultano in diminuzione del 17%. Il fenomeno è da attribuire in particolar modo alla componente straniera, che registra una diminuzione del 30%, e nello specifico alla componente dei minori stranieri non accompagnati che diminuiscono del 64%.  
   
   
WELFARE INNOVATIVO NEL RURALE SOCIALE ´ APPROVATO NELLE MARCHE IL BANDO PER GLI AGRINIDO  
 
. Ancona, 22 giugno 2011- E´ stato approvato (ed e` in corso di pubblicazione sul Bur e sul sito www.Agri.marche.it) il bando di contributi per la sperimentazione degli ´agrinido´. ´Per agrinido ´ spiega il vice presidente e assessore all´Agricoltura, Polo Petrini ´ si intende un servizio educativo rivolto a bambini da 1 a 3 anni, svolto dall´imprenditore agricolo attraverso l´utilizzo della propria azienda, in connessione con le attivita` di coltivazione del fondo, di silvicoltura e di allevamento di animali. L´attivita` agricola rimane principale, sia in termini di tempo dedicato, sia di personale impiegato, mentre quella educativa andra` svolta secondo le prescrizioni della normativa di settore, in base al progetto pedagogico e architettonico stabiliti dalla Giunta regionale´. Il riferimento e` rispettivamente alla legge regionale 9 del 2003 - Disciplina per la realizzazione e gestione dei servizi per l``infanzia, per l``adolescenza e per il sostegno alle funzioni genitoriali e alle famiglie - e alla delibera di Giunta 722 del 2011 ´ Modello di agrinido di qualita` per le Marche. ´Con questo atto ´ segue Petrini ´ la Regione ha riconosciuto il valore dell´attivita` agricola non solo come produttrice di beni primari, bensi` anche come promotrice di servizi di welfare sociale, specie in ambito montano e periferico, dove maggiormente carenti sono i servizi ad anziani, bambini e disabili. Per individuare i migliori modelli educativi, organizzativi e didattici in ambiente rurale, ricco di stimoli e risorse naturali, abbiamo anche costituito un Comitato tecnico scientifico in partnership con la Fondazione Montessori´. Il contributo puo` essere concesso a fronte dei costi di gestione per i primi due anni di attivita`, a parziale copertura delle spese per personale, materiale didattico, sanitario, di pulizia, per i pasti, manutenzione, utenze e pubblicita`. Ammesso anche l´adeguamento degli spazi interni ed esterni, dell´impiantistica e degli arredi strettamente funzionali all´attivita`. Le domande andranno presentate nel mese di luglio prossimo, mentre il budget iniziale sara` circoscritto a 50mila euro, in attesa dell´approvazione della proposta di legge 91/2011, inerente la multifunzionalita` dell´impresa agricola, che porterebbe il budget disponibile a 300mila euro. ´Risorse interamente regionali - conclude Petrini - che il la Giunta si e` impegnata a reperire, pur nella notoria situazione di difficolta` che viviamo, vista la preziosa funzione educativa che gli agrinido potranno svolgere´.  
   
   
CONOSCERSI, RICONOSCERSI, INTEGRARSI PER SCONFIGGERE LA VIOLENZA DI GENERE  
 
Firenze, 22 giugno 2011- “Conoscersi, riconoscersi, integrarsi. Ed essere consapevoli di avere un obiettivo comune, la sconfitta della violenza di genere e di quella sulle fasce deboli della popolazione, dai bambini agli anziani agli immigrati agli omosessuali”. Sono le parole chiave, secondo l’assessore al diritto alla salute, Daniela Scaramuccia, per affrontare congiuntamente, da parte del settore sociale, di quello sanitario e delle diverse istituzioni coinvolte, le politiche di contrasto alla violenza contro le donne. “E’ questa la strada che ci fa fare un passo avanti, per andare aldilà del tanto che già è stato fatto dalla Regione Toscana: dalla legislazione in vigore al sistema a rete di centri anti-violenza messo in piedi capillarmente su tutto il territorio regionale”. L’assessore Scaramuccia lo ha affermato il 20 giugno concludendo nel cenacolo di Sant’apollonia la mattina di lavori, organizzata dalla Commissione regionale per le pari opportunità in collaborazione con le commissioni provinciali, sulle politiche di contrasto alla violenza di genere e sulle prospettive della nuova programmazione regionale. “Un esempio efficace di integrazione e’ quella sviluppata a Grosseto – ha aggiunto l’assessore – Procura e Asl hanno condiviso le problematiche relative alla violenza verso le fasce deboli, hanno organizzato una task force interistituzionale e definito un ‘Codice rosa’ e un ‘Percorso rosa’. Un’integrazione di forze che consente, ci sono i numeri a provarlo, non solo di individuare i casi, ma anche di dimezzarne i tempi di soluzione, facilitando il rientro nei propri contesti delle vittime. Per questo abbiamo deciso di estendere questa esperienza ad altre Asl toscane per un anno in via sperimentale, per essere poi messa in atto in tutti i pronto soccorso della Regione”. In questa ottica di integrazione possono assumere un ruolo importante anti-violenza, classico problema cross-settoriale, anche le Società della Salute, in cui Asl e Comuni già convivono e possono attivarsi insieme. “E’ quanto si prefigge – afferma l’assessore – il nuovo Piano socio-sanitario che vuole integrare approcci diversi verso un piano unico davvero integrato. Del resto la salute è il risultato di un equilibrio delicato tra tanti fattori diversi, sociali, economici, di benessere della persona”.