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Notiziario Marketpress di Mercoledì 12 Ottobre 2011
Politica
AGENDA DIGITALE: UN GRUPPO DI ALTO LIVELLO PER ESAMINARE LA LIBERTÀ E IL PLURALISMO DEI MEDIA NELL´UE  
 
Bruxelles, 12 ottobre 2011 – La vicepresidentessa della Commissione europea Neelie Kroes ha convocato un gruppo di alto livello che fornisca raccomandazioni in materia di rispetto, protezione, sostegno e promozione della libertà e del pluralismo dei media in Europa. Il gruppo, interamente indipendente, sarà presieduto dall´ex presidentessa lettone, Vaira Vīķe-freiberga. I membri del gruppo sono stati scelti in base alla loro esperienza nei rispettivi campi e per l´assoluta indipendenza. Si tratta di Herta Däubler-gmelin, ex ministro della giustizia tedesco, di Luís Miguel Poiares Pessoa Maduro, dell´Istituto universitario europeo nonché ex avvocato generale presso la Corte di giustizia europea, e di Ben Hammersley, pioniere del digitale nonché "editor-at-large" di una rivista del settore tecnologico. La Commissione fornirà la segreteria del gruppo. Il gruppo, che si è riunito per la prima volta l´11 ottobre, ha il compito di redigere una relazione destinata alla Commissione contenente raccomandazioni sul rispetto, la protezione, il sostegno e la promozione del pluralismo e della libertà dei media in Europa. I risultati del gruppo saranno resi pubblici. Neelie Kroes ha dichiarato: "La libertà di espressione costituisce uno dei fondamenti della nostra società democratica ed è riconosciuta nei trattati europei e nella Carta dell´Ue sui diritti fondamentali, ma la libertà dei media e il pluralismo devono poter realizzarsi anche nella pratica, in un ambiente favorevole. Invito quindi questo nuovo gruppo di alto livello a eseguire un´analisi esauriente e a presentare raccomandazioni". La Commissione invita il gruppo ad analizzare e fornire raccomandazioni sulle seguenti questioni: limitazioni alla libertà dei media causate da interferenze politiche (intervento statale o legislazione nazionale); limitazioni all´indipendenza dei media causate da interferenze private e commerciali; la questione della concentrazione della proprietà dei media e le relative conseguenze sulla libertà e il pluralismo degli stessi nonché sull´indipendenza dei giornalisti; minacce giuridiche esistenti o potenziali alla protezione dei diritti dei giornalisti e alla loro professione negli Stati membri il ruolo e l´indipendenza delle autorità di regolamentazione; misure esistenti o potenziali a favore del giornalismo di qualità, dell´etica e dell´affidabilità dei media nell´ambito delle competenze delle rispettive autorità nazionali, unionali e internazionali. Contesto - Il gruppo esaminerà le legislazioni nazionali sui media degli Stati membri e dei paesi candidati al fine di identificare problematiche o questioni comuni e presentare eventuali soluzioni per tutelare la libertà dei media. Il gruppo deciderà autonomamente la metodologia di lavoro ed è invitato a tenere consultazioni o colloqui, se del caso, con esperti, parti interessate, membri del Parlamento europeo e le autorità competenti degli Stati membri. Per maggiori informazioni: Sito internet dell´Agenda digitale: http://ec.Europa.eu/digital-agenda  Sito internet della task force Media: http://ec.Europa.eu/information_society/media_taskforce/index_en.htm  Sito internet delle Politiche audiovisive e dei media: http://ec.Europa.eu/avpolicy/index_en.htm  http://ec.Europa.eu/avpolicy/index_en.htm    
   
   
BRUXELLES: PARLAMENTO EUROPEO SESSIONE DEL 12-13 OTTOBRE 2011, SCHENGEN, ARMI DA FUOCO, IVA  
 
 Bruxelles, 12 ottobre 2011 – Fra gli argomenti della prossima sessione plenaria del Parlamento europeo: Schengen: i deputati chiedono una decisione giusta sull´ingresso di Romania e Bulgaria. In seguito alla decisione dei governi olandese e finlandese di bloccare la richiesta di Romania e Bulgaria di far parte della zona Schengen, il Parlamento chiederà a Consiglio e Commissione se sia "corretto" e "legale" aver aggiunto criteri d´ingresso addizionali per questi paesi e aver sospeso la procedura in maniera indefinita. Preparazione del Consiglio europeo. I deputati discuteranno con Consiglio e Commissione il prossimo Consiglio europeo, che si terrà a Bruxelles il 17 e 18 ottobre. I temi all´ordine del giorno sono la politica economica, in particolare la competitività e la crescita dell´Ue, la preparazione al prossimo G20 e alla Conferenza di Durban sul cambiamento climatico, che si terranno a novembre. Dibattito sulla situazione in Yemen e in Bahrain . Gli ultimi sviluppi in Yemen e Bahrain saranno discussi dall´Aula con il Consiglio mercoledì sera. Nuove regole per le esportazioni di armi da fuoco. I deputati adotteranno nuove norme per il controllo delle esportazioni di armi da fuoco a uso civile (tiratori sportivi e armi da caccia) nella votazione di giovedì su un progetto di risoluzione già concordato in via informale con il Consiglio. Pur garantendo la massima sicurezza possibile, il Parlamento vuole anche fare in modo che i cacciatori e i tiratori sportivi, che escono dall´Unione europea per un certo periodo, non debbano subire procedure inutili. Iva: un nuovo sistema europeo. Il Parlamento si pronuncerà giovedì sulle modalità in cui l´imposta sul valore aggiunto dovrebbe essere strutturata e applicata in futuro. L´iva costituisce una delle principali fonti di entrate fiscali, ma il sistema presenta molte lacune.  
   
   
POLITICA DI COESIONE: CRESCITA VS SOSTENIBILITÀ "UN EURO SPESO IN POLONIA PORTERÀ 40 CENTESIMI ALL´UNIONE EUROPEA DEI QUINDICI". SEMPRE PIÙ REGIONI FANNO APPELLO ALLE POLITICHE DI COESIONE E PASSERANNO PRESTO DA 84 A 68.  
 
Bruxelles, 12 ottobre 2011 - I fondi di coesione e sviluppo regionale permettono un´armonizzazione dei Paesi a livello sociale ed economico. I parlamentari nazionali e gli eurodeputati hanno discusso giovedì il pacchetto legislativo relativo a questi fondi dal 2013 in poi. La Commissione europea ha puntato sulla crescita richiedendo di poter interrompere l´erogazione dei fondi qualora le politiche nazionali non rispettino gli impegni presi. Un dettaglio che preoccupa i deputati. Nel 2010 la politica di coesione rappresentava il 45% del budget annuale dell´Unione europea. Gli obiettivi: il rafforzamento della concorrenza, dell´occupazione, della cooperazione territoriale europea e il sostegno delle regioni più povere. Il 70% dei nuovi fondi saranno assegnati a quei 120 milioni di cittadini che vivono in regioni il cui Pil è inferiore ai tre quarti della media europea. In questo modo i paesi ricchi pagheranno per quelli più poveri? No. A quanto dice il commissario per le Politiche regionali Johannes Hahn, i due terzi delle esportazioni effettuate da ogni singolo Stato membro resteranno all´interno del mercato unico: "Un euro speso in Polonia porterà 40 centesimi all´Unione europea dei Quindici". Pubblico e privato - Sempre più regioni fanno appello alle politiche di coesione e passeranno presto da 84 a 68, secondo il commissario Johannes Hahn. La crescita di richieste produce così un maggiore controllo sull´attribuzione dei fondi. Secondo la presidentessa della commissione per lo Sviluppo regionale Danuta Hübner, "sarà necessario investire in progetti che attirino denaro dal settore privato". La deputata polacca di centro-destra ha inoltre insistito sul fatto che "l´Europa deve difendere una crescita sostenibile e creare posti di lavoro che non andranno persi domani". Crescita vs sostenibilità - L´attribuzione dei nuovi fondi dipenderà da due fattori chiave. Da un lato la reale possibilità di produrre crescita e occupazione, dall´altro la Commissione sarà in grado di tagliare le sovvenzioni nel caso in cui non vengano rispettate politiche sostenibili e responsabili. Su quest´ultimo punto i deputati hanno manifestato qualche timore. La deputata francese di centro-destra Elisabeth Morin-chartier è preoccupata per il nuovo metodo di attribuzione dei fondi: "Non possiamo imporre una doppia penalità a quei paesi che già sono in difficoltà". Anche la parlamentare Danuta Hübner ha criticato questa "condizionalità" come "una punizione indiretta" per i paesi e le regioni in difficoltà. "Ci stiamo concentrando troppo sulla stabilità e non abbastanza sulla crescita". Al contrario, la rappresentante del Consiglio dell´Unione europea Elzbieta Bienkowska sostiene che "la condizionalità" non è una forma di punizione ma un incentivo ad una maggiore efficienza delle azioni nella politica di coesione". I fondi per la politica di coesione: Fondo per lo sviluppo regionale europeo: corregge gli squilibri tra le regioni attraverso gli aiuti alle imprese, investimenti infrastrutturali, sostiene lo sviluppo regionale e la cooperazione tra regioni. Fondo sociale europeo: incentiva l´occupazione e all´accesso al lavoro, all´educazione e alla reintegrazione delle fasce più svantaggiate. Fondo di coesione: finanzia le reti di trasporto transeuropee, le fonti di energia rinnovabile e i trasporti pubblici. Fondo agricolo europeo per lo sviluppo rurale: migliora la competitività del settore agricolo e forestale; protegge l´ambiente e il paesaggio. Fondo europeo della pesca marittima: sostiene l´industria della pesca e le comunità costiere a diventare ecologicamente sostenibili.  
   
   
BRUXELLES DA´ IL VIA LIBERA ALLA MACROREGIONE - SPACCA RELATORE DEL PARERE AL COMITATO DELLE REGIONI EUROPEE: ´STRUMENTO FORTE PER LA COESIONE DELLA UE´.  
 
Bruxelles, 12 Ottobre 2011 - Il Comitato delle Regioni europee riunito in seduta plenaria a Bruxelles ha approvato ieri in via definitiva il parere ´Cooperazione nel bacino del Mediterraneo attraverso la Macroregione Adriatico´ionica´. Relatore, il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca che da anni sta lavorando alla riuscita del progetto, ossia il riconoscimento istituzionale della Macroregione Adriatico-ionica da parte dell´Unione Europea entro il 2014. Dopo il pronunciamento del Consiglio europeo nel giugno scorso, quello di oggi e` un passo decisivo. ´L´unione Europea ´ ha detto in plenaria il presidente Spacca - potra` essere davvero protagonista nello scenario mondiale, se anche enti locali e regionali sapranno agire ed interagire dentro una `governance´ in grado di rispondere alle esigenze della globalizzazione e all´avanzare dell´integrazione europea che elimina frontiere, unisce mercati, avvicina i cittadini nel rispetto delle sovranita` nazionali. La `governance´ multilivello rafforza la dimensione democratica della Ue ed accresce l´efficacia dei processi per raggiungere obiettivi essenziali come l´Europa dei cittadini, crescita economica e sociale, sviluppo sostenibile. La strategia europea delle macroregioni nasce per raggiungere questi obiettivi. Le due macrostrategie gia` avviate per Baltico e Danubio, quella adriatico-ionica, e le altre gia` annunciate (Mare del Nord, Manica, Arco Alpino, Arco Atlantico, Mar Nero e Mediterraneo), potranno tutte favorire interconnessioni infrastrutturali e sinergie´. Il parere ha seguito un iter procedurale in tutto simile a quello di una proposta di legge. Sul testo erano stati presentati in commissione gia` 123 emendamenti ridotti oggi a 25, di cui 16 sono stati recepiti. ´Questa Macroregione ´ ha sottolineato Spacca - e` particolarmente importante perche` riconcilia i territori intorno all´Adriatico e allo Ionio, riscoprendo valori che da secoli univano le due sponde e interrotti soltanto dal lungo periodo di `guerra fredda´. L´approvazione da parte dell´Ue della strategia macroregionale rappresenta dunque, uno strumento forte ed utile per rafforzare la coesione europea e costituisce un passo importante verso una strategia ancora piu` vasta che riguarda la macroregione mediterranea. La macroregione adriatico ionica oltre ad integrare questi territori promuovera` un´accelerazione nei processi dei Paesi che sono in fase di preadesione´. Tecnicamente, molte e importanti sono le innovazioni legate alla Macroregione, che interessano l´utilizzo dei fondi comunitari nel prossimo periodo di programmazione: l´urgenza ed il valore aggiunto di una strategia macroregionale, risiede nei benefici di una forte integrazione tra le programmazioni tematiche e quelle realizzate su scala nazionale, regionale e locale, nonche` degli investimenti sostenuti dalla Bei, dal sistema creditizio locale e dagli attori privati. ´Come per la strategia del Mar Baltico ´ ha sottolineato il presidente - le macroregioni possono essere considerate prioritarie nell´utilizzo di fondi comunitari contenuti in particolari programmi finanziari come il Programma quadro ricerca e sviluppo´. Il parere approvato oggi si chiude con un invito sia nei confronti del Parlamento Europeo perche` assuma un´iniziativa forte a favore di questa strategia sia nei confronti della Commissione perche` realizzi sin da subito un preciso monitoraggio dei progetti strategici in attuazione al fine di indirizzare e coordinare gli obiettivi, gli strumenti e le risorse ancora disponibili nei programmi comunitari in corso e di individuare nella nuova programmazione (2014 ´ 2020) una specifica linea di bilancio dedicata alle strategie macroregionali. ´Dobbiamo agire da subito ´ ha concluso Spacca ´ ancor prima del 2014, in un´ottica macroregionale. Nel frattempo, quindi, non si rimane fermi, ma si avvia la fase operativa, costituita dall´elaborazione del `Piano di azione´, che dovra` essere avviata dalle istituzioni regionali e locali, in stretto partenariato con i livelli nazionali. La strategia macroregionale, pur essendo promossa dagli Stati, sulla base del principio della sussidiarieta` deve sorgere dal basso e comportare un forte protagonismo dei territori interessati perche` siano essi a sviluppare i rapporti, gli accordi e le procedure per rendere possibile una effettiva cooperazione.´ L´approvazione del parere in seduta plenaria e` stato preceduto in mattinata da un workshop organizzato dalla Regione Marche sulla Macroregione al quale hanno preso parte, tra gli altri, il presidente Spacca, Jose` Palma Andres direttore delle Politiche regionali della Commissione europea, Zeljka Cvijanovic, ministro delle Relazioni economiche della Bosnia-herzegovina, Nebojsa Ciric, ministro dell´Economia della Serbia, il segretario generale della Iai ambasciatore Fabio Pigliapoco e in rappresentanza del Ministero degli Esteri italiano Alberto Petrangeli. Per il 25 ottobre prossimo ad Ancona e` in programma la Conferenza internazionale ´La Macroregione Adriatico´ionica per lo sviluppo dell´Europa´. I partecipanti al convegno saranno tutti i potenziali interessati al progetto. Sara` presente il Ministro degli Esteri Franco Frattini a testimonianza della grande rilevanza internazionale dell´iniziativa.  
   
   
NUOVI POTERI DI INDAGINE PER GLI EURODEPUTATI  
 
Bruxelles, 12 ottobre 2011 - I poteri di indagine del Parlamento europeo dovrebbero essere estesi per includere il diritto di procedere a controlli in loco, convocare testimoni di testimoniare sotto giuramento, accedere ai documenti pertinenti e chiedere ad esperti ´consiglio, dice una proposta votata dalla Commissione Affari Costituzionali Martedì. I deputati affermano che i poteri di indagine del Parlamento attualmente sono limitati e dovrebbero essere rafforzati per consentirgli di esaminare le denunce di infrazione o di cattiva amministrazione del diritto comunitario. Il rapporto, redatto da David Martin (S & D, Uk), e approvato in commissione con 16 voti a favore, 1 contrario e nessuna astensione, invita il Consiglio e la Commissione a dare il loro consenso ad una serie di cambiamenti nel diritto attuale d´inchiesta del Parlamento , comprese le nuove disposizioni in materia di cooperazione con le autorità nazionali e le sanzioni. Testimonianza sotto giuramento e le altre potenze proposta di nuovo - Una commissione d´inchiesta, nei limiti delle sue competenze, dovrebbe essere in grado di condurre sopralluoghi e ricevere aiuto in caso di necessità da parte delle autorità nazionali. I Membri del parlamento propongono che anche la commissione dovrebbe avere il diritto di chiedere a qualsiasi persona di fornire documenti pertinenti, nel pieno rispetto delle norme nazionali sul sequestro di oggetti. Qualsiasi cittadino dell´Ue potrebbe essere chiamato a testimoniare su richiesta del comitato. Ai testimoni potrebbe essere chiesto di parlare sotto giuramento, ma manterrebbe il diritto di rifiutare così come tutte le altre garanzie offerte dal diritto nazionale in casi analoghi. Le spese di viaggio e soggiorno dei testimoni saranno rimborsate dal Parlamento entro massimali attuali. Le sanzioni contro il rifiuto di fondamento e falsa testimonianza - Il regolamento proposto obbligherà gli Stati membri a punire, secondo le loro norme nazionali, chi rifiuta senza giustificato motivo di fornire documenti o per testimoniare, e così pure chi dà falsa testimonianza o corrompere testimoni. Il testo introdurrebbe inoltre una procedura di reclamo consente ad una persona a presentare una contestazione scritta ad una decisione presa dalla commissione d´inchiesta per qualsiasi presunta violazione del diritto nazionale o comunitario. I prossimi passi - Secondo le nuove regole introdotte dal trattato di Lisbona, per entrare in vigore la proposta esige il consenso della Commissione e al Consiglio. Una volta che la procedura è completata, il regolamento sarebbe immediatamente e direttamente applicabile in tutti i paesi dell´Ue.  
   
   
UE: NASCE UN SISTEMA DEI VISTI PIÙ EFFICIENTE E SICURO CON I DATI BIOMETRICI (IMPRONTE DATTILOSCOPICHE E IMMAGINE DEL VOLTO IN FORMATO DIGITALE)  
 
Bruxelles, 12 ottobre 2011 – Alle ore 8 di ieri (ora Cet) è diventato operativo il sistema di informazione visti (Vis). Le domande di visto saranno trattate molto più rapidamente grazie all´uso di dati biometrici (impronte dattiloscopiche e immagine del volto in formato digitale) che agevoleranno l´identificazione dei titolari di visto e contribuiranno a evitare il furto di identità. Il Vis rafforzerà anche l’integrità del sistema e la fiducia tra i suoi Stati membri. Il nuovo sistema permetterà uno scambio rapido ed efficace di dati relativi ai visti per soggiorni di breve durata tra i paesi Schengen. I primi uffici consolari dei paesi Schengen a collegarsi al sistema sono quelli dell´Africa settentrionale (Algeria, Egitto, Libia, Mauritania, Marocco e Tunisia). La Commissaria per gli Affari interni Cecilia Malmström ha dichiarato: "Da oggi gli stranieri che intendano recarsi nell’Unione europea potranno contare su norme più chiare, precise, trasparenti ed eque sulla domanda di visto. Grazie al nuovo sistema, inoltre, i visti saranno rilasciati e verificati in modo più efficace e sicuro. È questo un grande passo avanti per il miglioramento della politica comune dei visti dell´Unione europea". Contesto Un nuovo sistema tecnologicamente avanzato - Attualmente i 25 paesi dello spazio Schengen rilasciano ogni giorno circa 13 milioni di visti Schengen, un numero destinato probabilmente a crescere. Il sistema vigente di rilascio, monitoraggio e verifica dei visti stenta a far fronte a numeri così elevati. Non è sempre facile impedire frodi e abusi e la procedura di domanda può essere onerosa per quanti tentano legittimamente di ottenere un visto per soggiorno di breve durata nell´Ue. Il nuovo sistema di informazione visti (Vis), basato su tecnologie avanzate, aiuta ad affrontare queste sfide ricorrendo all´immagine del volto e alle impronte delle dita in formato digitale. Oltre ad accelerare il trattamento delle domande di visto, il Vis renderà più efficienti i controlli alle frontiere esterne e aumenterà in generale la sicurezza alle frontiere. Grazie al nuovo sistema, basteranno pochi "clic" per verificare l´identità di un titolare di visto e in tal modo prevenire e combattere l´uso fraudolento del visto. Al contempo, i richiedenti visto potranno contare su un trattamento molto più rapido delle loro domande. Le autorità competenti per i visti in tutti gli Stati Schengen saranno in grado di consultare i dati del Vis, ad esempio quando un cittadino che aveva in precedenza presentato una domanda di visto introduce una nuova domanda. Il Vis conterrà tutte le domande di visto Schengen e tutte le decisioni prese in merito dalle autorità competenti. Sarà così più facile e rapido ottenere nuovi visti, poiché le autorità potranno verificare se il richiedente è affidabile e se in precedenza ha sempre rispettato le regole. Il Vis non diventerà immediatamente operativo in tutti i consolati di paesi Schengen nel mondo, ma sarà sviluppato progressivamente regione per regione. La regione del Nord Africa sarà presto seguita da quelle del Medio Oriente (Israele, Giordania, Libano e Siria) e del Golfo (Afghanistan, Bahrein, Iran, Iraq, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita, Emirati arabi uniti e Yemen). Entro due anni tutte le sedi consolari di Stati Schengen nel mondo dovrebbero essere collegate al Vis. Una procedura rapida, equa e sicura per la domanda di visto - La procedura di raccolta delle impronte digitali è semplice, rapida e discreta: il richiedente dovrà soltanto porre le dita sulla superficie di uno scanner digitale. Se presenterà una nuova domanda di visto entro cinque anni, le sue impronte non saranno nuovamente rilevate, bensì copiate dalla precedente domanda registrata nel Vis. Dopo cinque anni i dati dattiloscopici saranno cancellati. Quando un titolare di visto si presenterà alla frontiera esterna, le guardie di frontiera degli Stati Schengen ne verificheranno l´identità e l´autenticità del visto consultando il Vis: questa procedura permetterà di impedire usi fraudolenti del visto, come il tentativo di appropriarsi di un visto altrui, grazie a verifiche biometriche veloci e sicure. D´altro canto, accelererà la procedura per i richiedenti in buona fede, che costituiscono la stragrande maggioranza dei viaggiatori. Il Vis è stato istituito con decisione del Consiglio 2004/512/Ce e con regolamento (Ce) n.767/2008. Per ulteriori informazioni Vedi Memo/11/682. Materiale audiovisivo: http://ec.Europa.eu/avservices/photo/photobysearch.cfm?keyword=019658&search=smp&sitelang=en  Per saperne di più sul Vis: http://ec.Europa.eu/vis    
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE UN DIRITTO COMUNE EUROPEO DELLA VENDITA FACOLTATIVO AL FINE DI STIMOLARE IL COMMERCIO E AMPLIARE LA SCELTA DEI CONSUMATORI  
 
Bruxelles, 12 ottobre 2011 – Il mercato unico rappresenta un successo dell´Unione ma persistono ancora barriere agli scambi transfrontalieri; la maggior parte di esse deriva dalle differenze tra i diritti dei contratti dei 27 Stati membri, che rendono complesso e costoso vendere all´estero, soprattutto per le piccole imprese. Scoraggiati dagli ostacoli posti dal diritto dei contratti, i professionisti rinunciano ogni anno a un business transfrontaliero di almeno 26 miliardi di euro. Parallelamente, 500 milioni di consumatori europei perdono la possibilità di accedere a una maggior scelta a prezzi inferiori, essendo poche le imprese che offrono i loro prodotti all´estero, soprattutto nei mercati nazionali più piccoli. Oggi la Commissione europea propone un diritto comune europeo della vendita facoltativo che contribuirà ad abbattere tali barriere, garantendo ai consumatori più scelta e un livello più elevato di tutela, e agevolando gli scambi grazie a un corpus unico di norme applicabili ai contratti transfrontalieri in tutti i 27 paesi dell’Unione. Così, nell’ipotesi che un’impresa offra i propri prodotti nell’ambito del diritto comune europeo della vendita, il consumatore avrà la possibilità di concludere, con un semplice click, un contratto europeo di facile applicazione che per giunta gli offre un grado di tutela elevato. La proposta della Commissione deve ora essere approvata dagli Stati membri e dal Parlamento europeo, che aveva già manifestato il suo forte sostegno in una votazione agli inizi di quest’anno (Ip/11/683). "Il diritto comune europeo della vendita facoltativo contribuirà a rilanciare il mercato unico, motore della crescita economica dell’Europa. Offrirà alle imprese uno strumento facile ed economico per espandere le loro attività in nuovi mercati europei e nel contempo garantirà ai consumatori l´accesso a offerte migliori e un livello più elevato di protezione", ha dichiarato la Vicepresidente Reding, Commissaria europea per la Giustizia. "Anziché accantonare i diritti nazionali, la Commissione europea oggi adotta un approccio innovativo basato sulla libera scelta, sulla sussidiarietà e sulla concorrenza". Il diritto comune europeo della vendita elimina le barriere e massimizza i benefici per i consumatori e le imprese. 1. Vantaggi per le imprese: Un regime comune (ma facoltativo) di diritto dei contratti, identico per tutti i 27 Stati membri, grazie al quale i professionisti non dovranno più districarsi tra le incertezze derivanti dal fatto di essere confrontati con più sistemi contrattuali nazionali. Secondo un sondaggio Eurobarometro pubblicato oggi, il 71% delle imprese europee, se potesse scegliere, userebbe un unico diritto europeo dei contratti per tutte le vendite a consumatori di altri paesi Ue. Riduzione dei costi di transazione per le imprese che desiderano vendere oltre frontiera. Attualmente le imprese che intendono effettuare operazioni transfrontaliere devono adattarsi a ben 26 diritti nazionali dei contratti diversi, con quel che ne consegue in termini di traduzioni e consulenze legali, pari a un costo medio di 10 000 euro per ogni nuovo mercato di esportazione. Sostegno alle piccole e medie imprese per espandersi in nuovi mercati. Attualmente solo il 9,3% di tutte le imprese europee esporta all´interno dell´Ue: ogni anno si rinuncia così ad almeno 26 miliardi di euro. 2. Vantaggi per i consumatori: Identico livello elevato di protezione dei consumatori in tutti gli Stati membri. Il diritto comune europeo della vendita sarà un attestato di qualità per il consumatore, che sarà libero, ad esempio, di scegliere i rimedi nel caso di un prodotto difettoso - anche vari mesi dopo l´acquisto. Il consumatore avrà infatti la possibilità di risolvere il contratto o di chiedere una riduzione di prezzo o la sostituzione o la riparazione del prodotto. Attualmente tale libertà di scelta del rimedio esiste solo in cinque Stati membri (Francia, Grecia, Lituania, Lussemburgo e Portogallo). Maggior scelta di prodotti a prezzi inferiori. Attualmente i consumatori che si attivano per trovare le offerte migliori all´interno dell´Ue, soprattutto on line, si imbattono spesso nel rifiuto del professionista di vendere o consegnare il prodotto, Come sperimentato da almeno 3 milioni di consumatori nell´arco di un anno. Certezza dei diritti dei consumatori nelle transazioni transfrontaliere. Il 44% dei consumatori dichiara che è l´incertezza in merito ai propri diritti di consumatori a scoraggiarli dall´acquistare in altri paesi Ue. Maggior trasparenza e fiducia dei consumatori. I consumatori saranno sempre informati chiaramente e sarà necessario il loro consenso per applicare al contratto il diritto comune europeo della vendita. Inoltre i loro diritti saranno illustrati in modo chiaro nella loro lingua in una nota informativa. Il diritto comune europeo della vendita sarà applicabile: solo se entrambe le parti lo concordano volontariamente e in modo esplicito; ai contratti transfrontalieri in cui si riscontra la maggior parte dei problemi legati ai costi di transazione aggiuntivi e alla complessità giuridica; gli Stati membri potranno scegliere di rendere applicabile il diritto comune europeo della vendita anche ai contratti nazionali; ai contratti di vendita di beni (il grosso del commercio all´interno dell´Unione) e ai contratti relativi a contenuti digitali, come musica, video, software o applicazioni per smart phone; alle transazioni tra imprese e consumatori e alle transazioni tra imprese; se una parte è stabilita in uno Stato membro dell´Ue. I professionisti potranno usare lo stesso corpus di clausole contrattuali nelle transazioni con altri professionisti stabiliti all´interno e all´esterno dell´Unione, conferendo al diritto comune europeo della vendita una dimensione internazionale. Contesto - I contratti sono essenziali per l´attività delle imprese e le vendite ai consumatori. Essi formalizzano l´accordo tra le parti e possono avere ad oggetto svariate materie, tra cui la vendita di beni e la prestazione di servizi connessi, quali la riparazione e la manutenzione. Quando operano nel mercato unico europeo, le imprese ricorrono a svariati tipi di contratti, disciplinati da diversi diritti dei contratti nazionali. Il sussistere di 27 corpus normativi nazionali diversi può comportare costi di transazione aggiuntivi, incertezza giuridica per le imprese e mancanza di fiducia dei consumatori. Ciò può dissuadere consumatori e imprese dall´acquistare e commerciare a livello transfrontaliero. Le piccole e medie imprese sono particolarmente sensibili ai costi di transazione più elevati. Diversa è la situazione negli Stati Uniti: nel mercato interno statunitense un commerciante del Maryland può vendere facilmente i propri prodotti ad un consumatore in Alaska. Nel quadro della strategia Europa 2020 (Ip/10/225), la Commissione si sta adoperando per eliminare gli ostacoli al mercato unico e rilanciare la ripresa economica, anche avanzando verso un diritto europeo dei contratti. Nel luglio 2010, la Commissione ha pubblicato un libro verde in cui ha illustrato varie opzioni per un approccio più coerente al diritto dei contratti. Ha inoltre avviato una consultazione pubblica, conclusasi il 31 gennaio 2011, da cui ha ricevuto 320 risposte (Memo/11/55). Il 3 maggio 2011, un gruppo di esperti istituito dalla Commissione ha presentato uno studio di fattibilità su una futura iniziativa relativa al diritto europeo dei contratti (Ip/11/523). Durante la stesura dello studio di fattibilità la Commissione ha consultato le parti interessate e i cittadini, ricevendo 120 risposte. L´8 giugno 2011 il Parlamento europeo si è espresso a favore di uno strumento facoltativo di diritto europeo dei contratti in una votazione in seduta plenaria su una relazione d´iniziativa dell´on. Diana Wallis (Memo/11/236). Per maggiori informazioni Memo/11/680  
http://ec.Europa.eu/justice/newsroom/news/20111011_en.htm  Commissione europea – sito web sul diritto comune europeo della vendita http://ec.Europa.eu/justice/policies/consumer/policies_consumer_intro_it.htm  
 
   
   
PARLAMENTARIUM: IL NUOVO CENTRO VISITATORI DEL PARLAMENTO  
 
Bruxelles, 12 ottobre 2011 - Informazione, tecnologia e divertimento. Un percorso multimedia permetterà di vivere una giornata da eurodeputato e conoscere meglio il funzionamento della politica europea. Un´esperienza unica e interattiva diretta a giovani e adulti. Il Parlamentarium aprirà al pubblico venerdì 14 ottobre alle ore 10. Vuoi conoscere meglio la macchina politica europea? Vuoi capire il funzionamento dell´unica istituzione europea direttamente eletta dai cittadini? Nel nuovo centro visitatori del Parlamento - il Parlamentarium - troverai le risposte alle tue domande in 23 lingue. Un percorso interattivo capace di ripercorrere la storia di questa istituzione, di raccontare il suo presente e le sue ambizioni per il futuro. Il Parlamentarium aprirà al pubblico venerdì 14 ottobre alle ore 10. Il Parlamentarium racconterà la lunga storia dell´Europa: un continente "sopravvissuto a due Guerre mondiali, che ha superato le divisioni e che oggi costruisce un progetto politico condiviso che sono convinto trionferà e sarà capace di superare tutte le difficoltà" ha sottolineato il presidente Jerzy Buzek. Il concorso Facebook è terminato. Tre fans del gruppo Facebook del Parlamento hanno vinto un viaggio a Bruxelles e saranno presenti all´apertura ufficiale del Parlamentarium l´11 ottobre. Indirizzo: Parlamentarium - Il centro visitatori del Parlamento europeo, Parlamento europeo, Rue Wiertz 60/Wiertzstraat 60, Willy Brandt building, B-1047 Bruxelles. Il Parlamentarium aprirà le porte al pubblico venerdì 14 ottobre alle ore 10, ma puoi già visitare il sito web per saperne di più. Clicca qui sotto! http://www.Europarl.europa.eu/visiting/it/homepage.html    
   
   
UN DIRITTO COMUNE EUROPEO DELLA VENDITA FACOLTATIVO: LE DOMANDE PIÙ FREQUENTI (FAQ)  
 
Bruxelles, 12 ottobre 2011 - Un diritto comune europeo della vendita facoltativo: le domande più frequenti (Faq) Che cos´è il diritto comune europeo della vendita? Il mercato unico, con i suoi 500 milioni di consumatori, offre un potenziale che né i consumatori stessi né le imprese, specie quelle piccole, stanno sfruttando appieno. Attualmente il 44% degli europei sostiene di non comprare all´estero perché dubita che i propri diritti siano tutelati1. Stando a una nuova indagine Eurobarometro pubblicata oggi, il 55% delle imprese d’esportazione individua nella diversità fra i diritti dei contratti uno degli ostacoli principali alle vendite oltrefrontiera2. Il diritto comune europeo della vendita mira per l’appunto ad abbattere queste barriere aprendo i mercati alle imprese e offrendo ai consumatori una scelta più ampia, un elevato livello di tutela e agevolando gli scambi grazie a un corpus unico di norme applicabili ai contratti transfrontalieri in tutti i 27 paesi dell’Unione. Così, nell’ipotesi che un’azienda offra i propri prodotti nell’ambito del diritto comune europeo della vendita, l’acquirente online avrà la possibilità di concludere, con un semplice clic, un contratto europeo di facile applicazione che per giunta gli offre un grado di tutela elevato. Che problemi hanno le imprese che commerciano con altri Stati membri dell’Ue? Solo il 9,3 % delle imprese che commerciano in beni vende oltrefrontiera3. Il fatto è che chi intende lanciarsi in operazioni transfrontaliere rischia di doversi adattare a ben 26 diversi diritti nazionali dei contratti, con quel che ne consegue in termini di traduzioni e consulenze legali, per un costo medio pari a 10 000 euro per nuovo mercato di esportazione. L’adeguamento dei siti web può poi costare una media di altri 3 000 euro. Il problema riguarda sia le imprese che vendono oltrefrontiera a consumatori, sia quelle che commerciano con altre imprese. Le piccole e medie imprese, ovvero il 99% di tutte le imprese dell’Unione, sono oltremodo penalizzate poiché mancano delle competenze giuridiche e di altro genere necessarie per operare con sistemi giuridici nazionali diversi. Per una Pmi essere presente su più mercati stranieri comporta costi particolarmente alti in proporzione al suo giro d´affari. Il piccolo dettagliante che esporti in un altro Stato membro rischia infatti di dover sostenere costi di transazione fino al 7% del suo fatturato annuo. Se poi esporta in quattro Stati membri, i costi possono raggiungere il 26%. Scoraggiati dagli ostacoli posti dal diritto dei contratti, i commercianti rinunciano ogni anno a un business transfrontaliero di almeno 26 miliardi di euro, il che rappresenta un costo diretto a carico dell’economia europea in termini di scambi e di occupazione. Nelle transazioni tra imprese e consumatori, il 55% delle imprese attive nella vendita a consumatori fuori dal mercato nazionale o propense verso questo tipo di affari afferma di esitare di fronte a una quantità di ostacoli legati al diritto dei contratti4. Fra i principali ostacoli alle transazioni fra imprese e consumatori, le imprese classificano: reperire le norme straniere applicabili: 40%; rispettare le norme poste a tutela del consumatore all’estero: 38%; ottenere la consulenza di un legale sul diritto straniero: 35%; venire a capo di controversie transfrontaliere legate ai contratti: 34%. Nelle transazioni tra imprese, il 49% delle imprese attive nella vendita a consumatori fuori dal mercato nazionale o propense verso questo tipo di affari afferma di esitare di fronte a una quantità di ostacoli legati al diritto dei contratti5. Fra i principali ostacoli alle transazioni fra imprese, le imprese classificano: reperire le norme straniere applicabili: 35%; venire a capo di controversie transfrontaliere legate ai contratti: 32%; ottenere la consulenza di un legale sul diritto straniero: 31%; concordare il diritto dei contratti applicabile: 30%. Che problemi hanno i consumatori che fanno acquisti oltrefrontiera? Appena il 7% dei consumatori compra online in un altro Stato membro, rispetto al 33% che invece acquista su Internet nel proprio paese6. Attualmente chi compra online in un altro paese europeo può vedersi rifiutare la vendita o la consegna nel proprio paese, come accade ogni anno a 3 milioni di consumatori in Europa. Ciò perché le barriere agli scambi con altri Stati membri dell’Unione fungono da deterrente per le imprese che intendono espandere la loro clientela in tutta l´Ue. Il 44% dei consumatori dichiara infatti che l´incertezza in merito ai propri diritti di consumatori li scoraggia dall´acquistare in altri paesi Ue7. Che vantaggio avranno i consumatori ad optare per il diritto comune europeo della vendita? I consumatori godranno dello stesso livello di tutela dei loro diritti in tutti gli Stati membri. Il diritto comune europeo della vendita sarà un attestato di qualità per il consumatore, che sarà libero, ad esempio, di scegliere i rimedi nel caso di un articolo difettoso. Il consumatore avrà infatti la possibilità di risolvere il contratto o di chiedere la sostituzione o la riparazione dell´articolo o una riduzione di prezzo. Attualmente la stragrande maggioranza dei consumatori dell’Ue non gode di tanta libertà di scelta. I rimedi in questione saranno anche a disposizione dei consumatori che hanno acquistato contenuti digitali come musica, video, software o applicazioni scaricate da internet, a prescindere dal fatto che il contenuto sia conservato su supporto materiale come Cd o Dvd. Un grado così elevato di tutela infonderà al consumatore la fiducia necessaria per acquistare prodotti in altri paesi dell´Ue. Con il diritto comune europeo della vendita diventerà meno oneroso per le imprese vendere oltrefrontiera, il che le indurrà ad esportare su più mercati stranieri con la conseguenza che i consumatori disporranno di un’offerta maggiore e migliore a prezzi più bassi. Una transazione online non dovrà più interrompersi con messaggi del tipo “l´articolo non è disponibile per il Suo paese” perché per l’appunto le leggi nazionali che regolano i contratti divergono tra loro. Secondo stime, quasi la metà (44%) dei consumatori che fanno acquisti online ha poche certezze quanto ai diritti di cui gode. Collettivamente questi consumatori potrebbero risparmiare 380 milioni di euro se facessero anche un solo acquisto online all’estero. I beni di consumo presentano variazioni di prezzo in tutta l’Unione dell’ordine in media del 24% circa8. Particolarmente penalizzati dai prezzi più alti sono i consumatori dei paesi piccoli, come Malta, Cipro, la Repubblica ceca, la Slovacchia e la Slovenia9. Secondo un recente studio diretto a verificare, con la pratica del mystery shopping (acquisti in incognito), la disponibilità online di beni di consumo alquanto comuni, nel 50% dei casi e oltre i consumatori potrebbero spendere almeno il 10% in meno comprando gli stessi prodotti in altri paesi dell’Unione10. I consumatori di Portogallo, Italia, Slovenia, Spagna, Danimarca, Romania, Lettonia, Grecia, Estonia, Finlandia, Ungheria, Cipro e Malta trarrebbero particolare beneficio dai prezzi più vantaggiosi praticati all’estero in Europa11. Il medesimo studio ha anche dimostrato che in circa la metà dei paesi dell’Ue la scelta di prodotti è più limitata. Quando poi la ricerca è indirizzata verso prodotti che fuoriescono dal paniere dei 100 beni di consumo più comuni, nella maggior parte dei casi (Cipro 98%, Malta 98%, Lussemburgo 80%, Lituania 76%, Lettonia 72%, Irlanda 71%, Belgio 65%, Estonia 61%, Portogallo 59%, Finlandia 58%, Slovenia 54%, Romania 51% e Grecia 51%)12 i prodotti non risultano disponibili online sul mercato nazionale. Che vantaggio ne trarranno le imprese? Se è vero che per tutte le imprese sarà meno oneroso commerciare oltrefrontiera, a trarre i maggiori vantaggi saranno proprio le piccole e medie imprese in quanto saranno in grado di espandersi su nuovi mercati. Il costo del commercio elettronico transfrontaliero diminuirà non appena le imprese smetteranno di dover adattare i rispettivi siti web alla legge di ogni singolo Stato membro in cui vendono prodotti. Ne conseguirà una crescita del settore e vi sarà in generale un incentivo per le piccole e medie imprese, che rappresentano il 99% delle imprese dell’Ue. Nel complesso, il 71% delle imprese si è dichiarato propenso o molto propenso a ricorrere a un diritto dei contratti unico per l’Ue nelle vendite transfrontaliere a consumatori13 e il 70% negli scambi transfrontalieri con altre imprese14. Secondo le indagini Eurobarometro pubblicate oggi dalla Commissione, le imprese ritengono che, con un diritto dei contratti unico in tutta l’Europa, esporteranno di più e circa la metà afferma che riuscirà ad espandere la propria attività ad almeno tre altri paesi (50% per vendere a consumatori, 48% a imprese). Per giunta, il diritto comune europeo della vendita conferirà certezza giuridica alle imprese, che potranno fare affidamento su un corpus unico di norme applicabile in tutti i 27 Stati membri tanto ai contratti con i consumatori che ai contratti tra imprese. Il diritto comune europeo della vendita va forse a sostituire i diritti nazionali dei contratti? No, andrà piuttosto a costituire un’alternativa al diritto nazionale dei contratti. Il venditore potrà decidere, su base volontaria, se avvalersi di norme identiche in tutti i 27 Stati membri; chi non vorrà, potrà semplicemente continuare ad applicare le norme nazionali vigenti. Il consumatore, dal canto suo, sarà informato sempre in modo chiaro e sarà necessario il suo consenso esplicito per applicare al contratto il diritto comune europeo della vendita. Che ne sarà della libertà contrattuale e come rispettarla? Il principio della libertà contrattuale è rispettato, e ciò perché è necessario l’accordo di entrambe le parti quanto all’esecuzione del contratto. Nessuno può essere obbligato ad attenersi al diritto comune europeo della vendita, che costituirà un corpus unico di norme contrattuali, una sorta di secondo regime, utilizzabile, se lo vogliono le parti, nelle transazioni transnazionali. Il diritto comune europeo della vendita non comporterà costi per le imprese che decidono di non applicarlo. D’altro canto, se un’impresa decide di applicarlo è perché il vantaggio economico che può derivarle è ben superiore ai costi. Come funzionerà nella pratica il diritto comune europeo della vendita? Esempio 1 - Bísaro-salsicharia Tradicional è una piccola azienda con sede nel Portogallo settentrionale che vende prodotti locali a base di carne suina. Attualmente fa affari con commercianti e consumatori di sei altri Stati membri e queste esportazioni rappresentano l’8% del suo fatturato annuo. Le imprese straniere con cui commercia insistono puntualmente che il contratto sia disciplinato dal loro diritto nazionale. L’azienda vuole entrare nel mercato olandese ma è demotivata dalla diversità del diritto dei contratti e del diritto del consumo di quel paese rispetto al proprio ordinamento. A tutt’oggi ha investito all’incirca il 5% del suo fatturato per espandersi sui mercati stranieri. L’azienda é dell’avviso che un diritto dei contratti unico su scala europea possa semplificare le operazioni commerciali rendendole per giunta più fluide e nutre la speranza di poter esportare in più paesi proprio grazie al diritto comune europeo della vendita, incrementando il proprio fatturato annuo addirittura del 15%. Esempio 2 - Stando a Laboratorium Kosmetyczne Dr Irena Eris, un’impresa polacca di medie dimensioni che tratta in cosmetici, la diversità dei diritti dei contratti ingenera costi notevoli e fa da ostacolo alle sue vendite in Romania. L’impresa risente particolarmente delle discrepanze fra le norme sui ritardi di pagamento dei commercianti al dettaglio. Il diritto comune europeo della vendita, disponibile in tutte le lingue dell’Unione, contiene una serie completa di norme sui ritardi di pagamento (interessi di mora, scadenze, risarcimento, ecc.). L’impresa polacca potrebbe applicarlo a tutti i suoi contratti con imprese stabilite in Romania o in altri paesi dell’Ue, senza dover tenere conto delle leggi nazionali. Esempio 3 - Kalin, residente bulgaro, vuole regalare alla moglie per il suo compleanno un lettore di e-book, si reca quindi in un negozio di strumenti elettronici del posto e trova solo tre modelli. Il meno caro costa circa 100 euro, gli altri due circa 250 euro ciascuno. Kalin vuole sapere se esistono altri modelli. Un amico gli parla di due siti per acquisti online molto conosciuti. Stupito dalla vastità dell’offerta, Kalin sceglie di comprare un modello che costa 160 euro ma quando arriva il momento di indicare il paese di residenza, il sito web precisa che la Bulgaria non rientra nella lista di paesi in cui l’impresa vende. Kalin tenta con un altro sito online e trova un modello di lettore di e-book per un prezzo ancora più conveniente, eppure, una volta di più, si trova di fronte allo stesso problema: il prodotto non è acquistabile dal sito web situato nel Regno Unito. Kalin è invece reindirizzato verso un sito americano dal quale può finalmente effettuare l’operazione. Kalin riesce quindi a comprare il lettore ma il fatto che sia più facile acquistare il prodotto che cerca dagli Stati Uniti anziché in Europa lo lascia alquanto perplesso. Esempio 4 - Un apicoltore tedesco che produce e acquista miele ha comprato da un’impresa francese un macchinario che risulta difettoso. Il fornitore francese è d’accordo per ripararlo ma non intende pagare il costo per il trasporto dalla Germania in Francia. L’impresa tedesca vuole sapere chi deve pagare e se può risolvere il contratto ma per questo ha bisogno di una consulenza legale onerosa. Il diritto comune europeo della vendita prevede una serie di diritti e obblighi delle parti chiara e completa in caso di acquisto di articoli difettosi. In particolare, stabilisce chiaramente che i costi del trasporto sono a carico del venditore. Esempio 5 - Un’impresa con sede in Polonia vorrebbe operare su altri mercati ma ha difficoltà a causa della diversità dei diritti dei contratti in Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia e Ungheria. È soprattutto il divergere delle regole sulla consegna che le impedisce di redigere un contratto che sia contemporaneamente valido sui quattro mercati. Il diritto comune europeo della vendita, disponibile in tutte le lingue dell’Unione, è un corpus di norme chiare che le imprese possono applicare a tutti i loro contratti transfrontalieri e che disciplinano in particolare il luogo, la data e il mezzo di consegna, gli obblighi del venditore cui compete il trasporto dei beni, gli obblighi e i diritti delle parti in caso di consegna anticipata e consegna di un quantitativo errato. Quali sono le prossime tappe? La proposta passa ora all’esame del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione europea per adozione secondo la procedura legislativa ordinaria e con voto a maggioranza qualificata. Se sarà adottato, il regolamento entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Ue. La base giuridica della proposta è l’articolo 114 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Tfue) relativo al mercato interno.  
   
   
COMITATO DELLE REGIONI D’EUROPA: PRESIDENTE MARINI ELETTA PRIMO VICE PRESIDENTE GRUPPO PSE  
 
Perugia, 12 ottobre 2011 - La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, è stata eletta ieri a Bruxelles primo vice presidente del gruppo del Pse (Partito socialista europeo) del Comitato delle Regioni d´Europa, di cui è membro effettivo. Alla presidente Marini è stata quindi affidata la responsabilità di seguire le politiche di coesione, per le quali è anche relatrice di un parere che il Comitato delle Regioni deve rendere alla Commissione ed al Parlamento europeo proprio sulle questioni relative alle nuove politiche di coesione in ambito europeo. La presidente Marini si è detta onorata per la fiducia che il gruppo del "Pse" le ha riservato, nominandola primo vice presidente, ed ha sottolineato che ha assunto questo incarico con spirito di responsabilità, consapevole che esso richiederà particolare impegno. Da subito infatti partirà il lavoro per la redazione del ´parere´ affidatole dal Comitato delle regioni relativo alla nuova stagione dei fondi comunitari: "Le Regioni e gli enti locali europei - ha dichiarato la presidente a margine dei lavori del Comitato in corso a Bruxelles - sono seriamente allarmati, infatti, dalla proposta della Commissione di prendere in ostaggio i fondi strutturali nei Paesi Membri che non rispettano gli impegni sul risanamento del debito. La crisi attuale - ha aggiunto Marini - ha effetti devastanti nelle nostre regioni e città, immaginiamo cosa significherebbe privarle anche dei fondi europei, l´unica risorsa rimasta per sostenere lo sviluppo. Inoltre, il congelamento dei fondi finirebbe per peggiorare situazioni delicatissime, punendo le amministrazioni regionali e locali per errori compiuti dai governi centrali". In questa fase di stesura del parere, per un più proficuo lavoro basato anche su un´incisiva partecipazione, la presidente Marini ha lanciato una "consultazione pubblica" attraverso l´ attivazione, a partire da oggi, di una pagina web/blog in italiano e inglese che, oltre a fornire informazioni di carattere generale, sul Comitato delle Regioni d´Europa e sul Parere in questione, offre agli utenti l´opportunità di inviare le loro idee e i loro contributi.  
   
   
FONDI STRUTTURALI: RISPETTARE LE ISOLE E LE LORO SPECIFICITA´  
 
Bruxelles, 12 ottobre 2011 - Un appello unanime e´ stato lanciato ieri a Bruxelles dai rappresentanti delle isole europee per prevedere, nei nuovi regolamenti che disciplineranno l´utilizzazione dei fondi comunitari fino al 2020, la tutela della specificita´ insulare. La prima giornata di lavori degli open days ha messo subito a confronto i rappresentanti delle isole con i funzionari della commissione europea e i rappresentanti del parlamento europeo. I relatori - Adonis Costantinides, Ioannis Firbas, Juan Gual de Torrella, Gabriella Massidda, Maria Cristina Stimolo e Jean Michel Palazzi, in rappresentanza delle isole greche, delle Baleari, di Cipro, della Sardegna e della Sicilia - hanno presentato, moderati dall´europarlementare Alyn Smith, un quadro completo delle difficolta´ geopolitiche legate alla condizione insulare: dal problema dei collegamenti con la terraferma, a quelli della gestione delle risorse idriche ed energetiche, dalla salvaguardia delle zone rurali di montagna al sostegno delle piccole e medie imprese. Il trattato europeo, le risoluzioni del parlamento, le dichiarazioni d´intenti prevedono per le isole e le zone periferiche dell´Unione una specifica salvaguardia. Manca la loro applicazione concreta - hanno detto unanimamente i relatori - e i regolamenti appena presentati confermano questa tendenza. "I nuovi regolamenti lasciano spazio alla salvaguardia delle specificita´ insulari - ha replicato Eveline Petrat-chartely, a nome della Dg Regio della Commissione europea -. Ma solo nell´ambito del nuovo quadro di assunzione di responsabilita´ che viene chiesta ai territori". "Per accedere ai fondi, in base al nuovo quadro normativo proposto dalla Commissione, deve essere verificata gia´ in fase progettuale l´efficacia dell´intervento. Ci sono pochi soldi disponibili. E l´Europa intende spenderli solo in progetti che producano effetti concreti". Nascono da questa esigenza le nuove regole che prevedono la stipula dei contratti di partenariato tra commissione e governi: veri e propri patti per lo sviluppo in cui saranno indicati tutti i parametri da rispettare. I livelli di stanziamento saranno ancorati ai risultati di spesa e di efficienza gia´ raggiunti. Le risorse andranno - insomma - solo a chi dimostra di saper spendere i fondi, ottenendo risultati concreti. Gli indicatori di spesa e di sviluppo da rispettare, saranno verificati dal 2014 al 2017. Le regioni che rispetteranno la tabella di marcia potranno accedere al fondo di premialita´. Quelle che non terranno il passo, saranno invitate a fare le correzioni necessarie. In caso contrario i fondi potranno prima essere sospesi, poi perfino annullati. "Le isole - ha detto Giannina Usai - segretario generale dell´associazione dei comuni delle isole minori - hanno elaborato un programma di sviluppo integrato, che conta su fondi regionali e nazionali, ma che non attinge a finanziamenti comunitari perche´ la complessa macchina burocratica europea, semplicemente non lo prevede. Va bene la riforma, ma non e´ chiaro il modo in cui si dara´ concreta risposta ai principi di coordinamento degli interventi, che le piccole isole italiane hanno gia´ adottato". L´esigenza di una profonda semplificazione delle procedure e di una loro sburocratizzazione e´ stata sottolineata anche dai numerosi europarlamentari che sono intervenuti nel dibattito. "Imporre il rispetto dei parametri europei di costo alle piccole isole e´ un assurdo - ha detto Rosario Crocetta -. In questo modo diventa necessario chiudere i reparti di maternita´ e si costringono le partorienti a raggiungere gli ospedali della terraferma in elicottero". "Solo prevedendo un contatto e un dialogo diretto tra le amministrazioni locali e l´Europa si potra´ garantire - ha aggiunto - uno sviluppo veramente armonico per tutti i cittadini del continente europeo". Dalla riunione di Bruxelles e´ arrivato anche un pronunciamento forte a sostegno del "patto delle isole", il programma comunitario che prevede investimenti nelle isole europee per l´abbattimento delle emissioni di Co2. Il programma infatti rischia di essere cancellato dalla programmazione comunitaria. Ma le isole si sono mobilitate, e al Parlamento europeo e´ stata depositata una dichiarazione programmatica che sta raccogliendo le firme e i consensi di moltissimi europarlamentari.  
   
   
OPEN DAYS:LA SICILIA PRESENTA IL GECT ARCHIMED  
 
Bruxelles, 12 ottobre 2011 - La Regione Siciliana si presenta quest´anno agli Open Days con la sua proposta innovativa: il Gruppo di Cooperazione Territoriale (Gect) Archimed, che rappresenta un avamposto della strategia macroregionale integrata mediterranea. Una strategia che la Sicilia ha lanciata attraverso la Conferenza delle regioni periferiche e marittime, di cui presiede la commissione intermediterranea. I gruppi di cooperazione territoriale costituiscono la risposta per le crescenti richieste di cooperazione tra nazioni. Si tratta di nuovi organismi che hanno piena autonomia giuridica, ma la cui formazione finora e´ stata complicata e difficile. In cinque anni in Europa sono stati costituiti solo 16 Gect. Ce ne sono una trentina in incubazione e si attendeva la proposta del nuovo regolamento che promette di semplificare le procedure. Archimed, pilotato dalla Sicilia e´ il primo e l´unico Gect costituito in Italia, dove una legge nazionale ha molto limitato la portata innovativa di questi strumenti. Superato l´esame della iscrizione al registro nazionale, Archimed si avvia ad essere una esperienza pilota che rappresenta, per i suoi soci, uno strumento di progettualita´ ed azione comune. Ciascuna delle grandi regioni mediterranee che costituiscono Archimed - da Cipro alle isole Baleari - ha il compito di guidare almeno due settori strategici nei quali realizzare politiche comuni e integrate. "E´ questa - afferma Francesco Attaguile, direttore generale degli affari europei e internazionali della Regione siciliana - la spina dorsale delle iniziative che daranno vita dal basso alla nuova politica di rilancio dell´Unione per il Mediterraneo, inaridita dalla formula intergovernativa e dai grandi progetti regionali" "Delle politiche euromediterranee, del nuovo regolamento dei Gect e della proposte di modifica da chiedere alla Commissione - ha aggiunto Attaguile - parleremo a Catania dall´8 al 10 dicembre, nel corso del Forum ´Vecchia e nuova Europa nel nuovo Mediterraneo´ ".  
   
   
OPEN DAYS 2011: EVENTO ORGANIZZATO DAL FVG  
 
Bruxelles, 12 ottobre 2011 - L´assessore regionale all´Istruzione Roberto Molinaro ha aperto ieri a Bruxelles il dibattito intitolato "Le Regioni di Alpe Adra e del Danubio collegano le strategie per l´Europa 2020 e l´area del Danubio attraverso le loro Università", organizzato dal Friuli Venezia Giulia nell´ambito degli "Open Days 2011 - Settimana europea delle città e delle regioni" - il più grande forum a livello europeo sul futuro della politica regionale. Nel corso del dibattito, moderato da Giorgio Perini, funzionario della Rappresentanza italiana permanente presso l´Unione europea, rettori e vicerettori delle Università di Trieste, Klagenfurt, Osjek, Pècs e Lubiana - rispettivamente i professori: Paolo Paoletti, Hubert Lengauer, Gordana Kralik, László Imre Komlósi, Stane Pejovnik - hanno discusso su come le Università possono dare il loro contributo al raggiungimento degli obiettivi della strategia europea nella prospettiva del 2020, e in particolare come possono contribuire a creare le condizioni per favorire una crescita "intelligente, sostenibile e inclusiva". È stata unanimemente riconosciuta l´importanza fondamentale di far dialogare le Università con il mondo delle imprese e con le autorità locali e regionali al fine di dare attuazione concreta al cosiddetto modello "a tripla elica", contribuendo in tal modo a una crescita occupazionale, a una maggiore fiducia dei cittadini nel futuro e a prospettive migliori per le nuove generazioni, per garantire loro migliori standard educativi favorendo la circolazione a scapito della "fuga dei cervelli". L´evento si è concluso con l´intervento dell´assessore carinziano per gli Affari europei Josef Martinz. Al dibattito del mattino è seguita la sottoscrizione di un protocollo che prevede la messa a disposizione della sede di Bruxelles della Regione Friuli Venezia Giulia per le attività comuni, nonché per il segretariato congiunto, delle Conferenze dei rettori di Alpe Adria e dell´Area Danubiana. In tal modo si vuole dare appoggio concreto alla proposta delle due Conferenze dei rettori presentata a novembre 2010 al Commissario europeo per le Politiche regionali Johannes Hahn - e da questi approvata -, di lavorare assieme alla realizzazione del terzo pilastro della Strategia europea per l´Area Danubiana, volto a creare la prosperità attraverso il potenziamento della società della conoscenza, il supporto alla competitività delle imprese e puntando alla formazione delle persone.  
   
   
FORMIGONI: CIBO PER TUTTA L´UMANITÀ, È POSSIBILE  
 
Milano, 12 ottobre 2011 "Come per tutte le guerre, anche per la guerra alla fame è essenziale conoscere nel dettaglio il proprio nemico: è necessario imparare a controllare l´eccessiva volatilità dei prezzi degli alimenti". Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ha voluto indicare un obiettivo strategico per la lotta alla fame: occasione la presentazione, a Milano, dell´Indice globale della fame 2011. L´instabilità Dei Prezzi - A pochi giorni dalla giornata mondiale dell´alimentazione promossa dalla Fao - in programma il 16 ottobre a Roma - Formigoni ha denunciato alcuni dei fattori che oggi determinano l´instabilità dei prezzi alimentari: l´espansione dell´utilizzo dei biocarburanti, l´aumento del volume di scambi dei contratti a termine delle materie prime, anche alimentari e, inoltre, i cambiamenti climatici. Garantire La Crescita - Per Formigoni troppi ancora, oggi, sono i bambini che soffrono la fame e troppe sono le situazioni di crisi: "Penso a quei 26 Paesi che hanno ancora un livello di fame estremamente allarmante o allarmante, per la maggior parte nell´Africa subsahariana e in Asia meridionale. Se in quei Paesi dove oggi la fame è ancora a livelli tanto critici non si è in grado di assicurare l´alimentazione corretta alle nuove generazioni, è chiaro che non si è grado di assicurare a chi nasce un corretto sviluppo fisico e cognitivo e, in alcuni casi, neppure la sopravvivenza. Non mettendo al sicuro i bambini, non si garantisce la crescita complessiva di quei popoli e di quegli Stati". Expo - In questa prospettiva l´Expo 2015 potrà rappresentare un´occasione di confronto importante: "L´expo - ha spiegato Formigoni - pone al centro della propria riflessione il tema dell´alimentazione, ma prende le mosse da un leit motiv di fondo: il giusto rapporto tra l´uomo e la natura. La sfida che istituzioni politiche, organismi internazionali e società civile sono chiamati ad affrontare è dunque, come già esplicitato nel dossier presentato al Bie, quella di dimostrare che è possibile garantire oggi, in questo mondo, cibo sufficiente, buono e sano e uno sviluppo sostenibile a tutta l´umanità. E questo può essere raggiunto attraverso un nuovo approccio che sappia coniugare tutte le conoscenze scientifiche e tecnologiche, i risultati più avanzati della ricerca, la collaborazione tra istituzioni pubbliche e private dentro una consapevolezza del ruolo e della responsabilità che l´uomo ha di fronte alle risorse della natura".  
   
   
COOPERAZIONE INTERNAZIONALE, ROSSI: “UNA CABINA DI REGIA PER IL MEDITERRANEO”  
 
Firenze, 12 ottobre 2011 – Accenna alla Somalia, “una crisi di cui poco ci si occupa, anche sui giornali”, e alla Siria, “tremila morti su cui fiacca è stata la reazione”. Parla della Cina e dei cinesi che vivono in Toscana: “una doppia opportunità, su cui invece molte volte prevale la paura”. Ma è soprattutto sul Mediterraneo che incentra il suo intervento il presidente della Toscana Enrico Rossi, aprendo ieri la conferenza regionale sulla cooperazione internazionale: una due giorni che proseguirà fino ad oggi, nell’auditorium di Sant’apollonia a Firenze, con esperti e rappresentanti di più istituzioni e organizzazioni non governative. “Il Mediterraneo – dice – rimane la nostra priorità. Forse occorrerà selezionare meglio alcuni progetti, troppo frammentati. Sarà utile mettere a sistema tutte le risorse della Toscana, non solo quelle regionali. Ma vogliamo esserci, consapevoli delle nostre piccole dimensioni ma anche delle nostra responsabilità. E per questo abbiamo deciso di costituire una cabina di regia sul Mediterraneo”. “Soprattutto non possiamo disinteressarcene – aggiunge Rossi – in un momento in cui altri sono meno presenti: dal governo nazionale che ha tagliato la cooperazione ed è di fatto scomparso dalla scena internazionale all’Europa, distratta dalla crisi finanziaria, agli Stati Uniti, che hanno fatto un passo indietro in vista delle prossime scadenze elettorali”. La cooperazione, in un mondo globale, ha due volti: c’è la cooperazione come promozione economica, di chi aiuta e di chi viene aiutato, e c’è la cooperazione solidale. A tutte e due pensa il presidente Rossi, che spiega come la cooperazione “portata avanti da cittadini, movimenti ed anche Regioni possa essere un filo d’oro capace di rafforzare l’Europa: per costruire anche un’Europa diversa”. Partner privilegiati Tunisia e Marocco - Il primo passo sarà la creazione di un fondo unico di co-garanzia, assieme ad altre Regioni partner, per lo sviluppo delle piccole e medie imprese nel Mediterraneo, in modo da promuovere uno sviluppo equo ed equilibrato e contrastare la disoccupazione. Un modo per favorire anche relazioni industriali e commerciali tra sponde opposte del Mediterraneo. Con 10 milioni si potrebbero garantire almeno 60 milioni di investimenti. E partner privilegiati potrebbero essere Tunisia e Marocco. “Relazioni – ha aggiunto Rossi – che potrebbero riguardare anche la formazione in Toscana dei giovani e dirigenti di quei paesi, aiutandoli a rafforzare e meglio organizzare le istituzioni a livello locale”. Migliaia di morti in mare: una vergogna - Nel corso del suo intervento il presidente della Toscana ha anche ricordato l’esodo dei migranti africani dopo la rivoluzione dei gelsomini in Tunisia e i tumulti e la guerra in Libia. “In quel braccio di mare sono scomparse migliaia di persone – ha detto –, una vera vergogna di cui ci portiamo addosso la responsabilità. In 1.500 sono morti dal 19 marzo, dall’inizio della guerra in Libia”. Una guerra, ha ricordato Rossi, in cui solo l’Italia ha speso 60 milioni di euro in ordigni sganciati su oltre cinquecento obiettivi. Di tutti i profughi e migranti che sono fuggiti dall’Africa la Toscana ne ha accolti milleottocento, in oltre cento strutture diffuse.  
   
   
IL FEI E LA REGIONE CALABRIA HANNO SIGLATO UN ACCORDO “JEREMIE” PER QUARANTACINQUE MILIONI DI EURO A SOSTEGNO DELLE PMI CALABRESI  
 
Catanzaro, 12 ottobre 2011 - Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti ha firmato, assieme al Dirignete generale generale del Dipartimento “Attività Produttive” Mariagrazia Nicolò ed a Bruno Robino, Responsabile del Fei per le operazioni “Jeremie” in Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Malta, a Catanzaro, nella sede di Palazzo “Alemanni”, un accordo, nell’ambito dell’iniziativa “Jeremie” (Joint European Resources for Micro to Medium Enterprises - Risorse europee congiunte per le micro, le piccole e le medie imprese). Alla riunione ha partecipato anche l’Assessore regionale alle Attività produttive Antonio Caridi. L’accordo prevede la costituzione di un nuovo Fondo di partecipazione, a carattere rotativo, di quarantacinque milioni di euro che faciliterà l’accesso al credito delle Pmi della Calabria e, in particolare, le “start-up” e le piccole realtà imprenditoriali innovative. Sarà il Fei a gestire, fino al 2015, le risorse Ue destinate alla Calabria, stanziate dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr). Il Fondo di partecipazione stabilirà rapporti di partenariato con banche selezionate dal Fei al fine di offrire liquidità ed una condivisione del rischio e dunque stimolare l’erogazione di crediti alle Pmi. Grazie a questo strumento innovativo sarà possibile fornire agli imprenditori ulteriori risorse finanziarie da destinare ad investimenti ed assicurare un più facile accesso al credito. Combinando in tal modo risorse pubbliche e private, mediante il co-finanziamento proveniente dagli intermediari finanziari, il Fondo di partecipazione “Jeremie” produrrà un effetto leva significativo, raddoppiando le risorse iniziali messe a disposizione dal Fesr. Per il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti “La Calabria, con questo atto, volta pagina ed avvia nuovi e moderni strumenti di Finanza Agevolata: destiniamo quarantacinque milioni di euro per l’istituzione del Fondo di Rotazione “Jeremie”. Con tali risorse attiveremo, in tre anni, dal 2012 al 2014,circa 80 milioni di euro di finanziamenti agevolati per oltre 600 micro, piccole e medie imprese regionali, intervenendo in modo sinergico con il sistema bancario. Il fondo, che si rigenera con i rimborsi dei finanziamenti, diventerà uno strumento duraturo a beneficio delle imprese calabresi. Ogni azienda potrà richiedere prestiti agevolati fino a 500 mila euro, da rimborsare in dieci anni”. Per il Fei, Bruno Robino ha aggiunto: “Sono molto lieto di firmare questo accordo che conferma il crescente successo dell’iniziativa Jeremie, in particolare nel Mezzogiorno. Questi nuovi strumenti finanziari contribuiranno a colmare il vuoto esistente nel mercato e, facilitando l’accesso al credito, rilanceranno l’imprenditoria locale”. La natura, a carattere rotativo del Fondo, che non offre sovvenzioni agli imprenditori, permetterà di fornire alle imprese un sostegno durevole nel tempo e, potenzialmente, incrementare il numero di imprenditori che potrebbero beneficiare dei fondi strutturali Ue. Si tratta del quarto Fondo di Partecipazione “Jeremie” gestito dal Fei in Italia per conto di una Regione, dopo l’accordo siglato recentemente con la Campania e gli altri due con la Sicilia. Con l’operazione in Calabria, salgono a 210 milioni di euro le risorse totali gestite dal Fei in Italia nell’ambito di “Jeremie”. Un “invito a manifestare interesse” per la selezione di intermediari finanziari operativi sul territorio della Regione Calabria, sarà pubblicato dal Fei nei prossimi mesi alla pagina: http://www.Eif.org/calls_for_expression_of_interest/index.htm L’iniziativa Jeremie (Joint European Resources for Micro to Medium Enterprises - Risorse europee congiunte per le micro, le piccole e le medie imprese) è un’iniziativa congiunta della Commissione europea e del Gruppo Bei. Jeremie offre agli Stati membri dell’Ue, mediante le rispettive Autorità di gestione nazionali e regionali, l’opportunità di reinvestire una parte dei Fondi strutturali Ue per il periodo 2007-2013 in strumenti di ingegneria finanziaria, grazie al Fondo di Partecipazione Jeremie (Holding Fund). Il peculiare carattere rotativo del Fondo garantisce alle imprese un sostegno finanziario continuo nel tempo: si passa dai finanziamenti a fondo perduto ai prestiti a tasso agevolato, alle partecipazioni al capitale d’impresa ed alle garanzie, ottenendo un effetto moltiplicatore nell’impiego delle risorse disponibili. Per la presente operazione, il Fei gestisce le risorse messe a disposizione dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) nell´ambito del Programma Operativo Regionale Calabria Fesr 2007-2013. Con questo accordo, salgono a 13 i Fondi di partecipazione gestiti dal Fei a livello europeo, di cui 8 gli accordi firmati con Stati membri dell’Ue e 5 con le autorità regionali. Il Fondo europeo per gli investimenti (Fei) Il Fei è un’istituzione finanziaria dell’Unione Europea, con sede in Lussemburgo, creata nel 1994 allo scopo di agevolare l’accesso al credito per le Pmi negli Stati membri e nei paesi candidati Ue, inclusi i tre paesi Efta (Islanda, Liechtenstein e Norvegia). L’azionista di maggioranza del Fei è la Banca europea per gli investimenti (Bei), con la quale forma il Gruppo Bei. Il Fei interviene con operazioni di venture capital e strumenti di garanzia rivolti a istituti finanziari, banche, società di leasing e consorzi di garanzia a copertura di prestiti e garanzie rilasciati alle Pmi. Con le proprie attività in favore delle Pmi, il Fei persegue gli obiettivi Ue di sostegno all’innovazione, ricerca e sviluppo, imprenditoria, crescita ed impiego. Per il volume e gli obiettivi degli investimenti realizzati, per oltre 5.4 miliardi di euro investiti in più di 300 fondi di private equity, il Fei si colloca come leader nel mercato del venture capital europeo, in particolare nei segmenti high-tech ed early-stage. Il Fei si colloca inoltre come uno dei principali attori nel mercato delle garanzie: 160 le garanzie rilasciate a favore degli intermediari finanziari a fine 2010, per oltre 14.7 miliardi di euro.  
   
   
MOODY’S: LA TOSCANA POTREBBE NON RINNOVARE IL CONTRATTO  
 
Firenze, 12 ottobre 2011 – La Regione potrebbe non rinnovare il contratto a Moody’s, l’agenzia statunitense di rating che misura l’affidabilità finanziaria di governi ed istituzioni. Lo annuncia dall’aula del Consiglio regionale l’assessore al bilancio della Toscana, on. Riccardo Nencini. L’assessore, illustrando il documento preliminare al bilancio, era intervenuto per spiegare come il declassamento della Toscana non dipenda dalla Toscana, come la stessa agenzia ha messo in evidenza nella relazione. “E’ un segno ‘meno’ legato all’Italia e al governo italiano – dice l’assessore – Anche per Moody’s la Toscana può infatti vantare una buona amministrazione, un basso livello di indebitamento e conti della sanità in ordine”. “Comunque stiamo pensando di non rinnovare il contratto e il motivo – spiega Nencini – è semplice: se dobbiamo essere legati all’andamento nazionale, a che serve un rating regionale?”. In questo modo la Regione risparmierà circa 50 mila euro l’anno.  
   
   
SICILIA, FEDERALISMO: CORTE CONTI CONFERMA NOSTRA CRITICA DDL ASSISTENZA  
 
Palermo, 12 ottobre 2011 - "Le dichiarazioni rese oggi davanti alle commissioni Finanze e Affari sociali della Camera da parte del presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, sul ddl di riforma fiscale e assistenziale confermano ulteriormente la posizione della Regione siciliana nella riunione straordinaria della Conferenza delle Regioni e delle province autonome, convocata per esprimere valutazioni e osservazioni sul medesimo disegno di legge delega". Lo ha detto l´assessore regionale per l´Economia, Gaetano Armao. "Le conclusione del presidente dei giudici contabili, Giampaolino, secondo cui un taglio della spesa sociale, cosi´ come e´ prefigurato dal ddl delega, e´ ´difficilmente da percorrere´, perche´ finirebbe per colpire i ceti piu´ deboli e in piu´ avrebbe gli stessi effetti negativi per l´economia del Paese ´di quelli derivanti da un prelievo fiscale eccessivo e distorto´ avvalora - ha commentato Armao - le preoccupazioni che avevamo espresso nel documento approvato a conclusione della seduta della scorsa settimana. In quel documento, insieme con le altre Regioni, abbiamo espresso un giudizio fortemente critico e abbiamo richiesto il pieno coinvolgimento delle Regioni e degli organi di rappresentanza appositamente individuati dalla recente riforma sul federalismo fiscale per realizzare una reale semplificazione e chiarezza per gli adempimenti a carico dei contribuenti e la lotta all´evasione fiscale e giungere ad una piena conoscenza degli effetti finanziari sui sistemi economici delle regioni". "Come abbiamo scritto - spiega l´assessore Armao - questo disegno di legge ripropone i contenuti gia´ inseriti dal Ministro Tremonti nella legge del 2003, che e´ stata largamente disattesa. Inoltre, non tiene conto dei cambiamenti intervenuti nel sistema fiscale sia dello Stato che delle Regioni e dei Comuni e non fa cenno ad un principio basilare, quello della progressivita´ dell´imposta ne´ fa cenno allo statuto dei contribuenti" "Questo testo - conclude Armao - non determina alcuna certezza sotto il profilo degli esiti distributivi e del gettito e cio´ ci preoccupa viste le difficolta´ in cui operano in questo momento Regioni e Comuni".  
   
   
CONVEGNO A SAINT-VINCENT SU ETICA E FEDERALISMO  
 
Aosta, 12 ottobre 2011 - E’ stato presentato martedì 11 ottobre, nella Sala Giunta di Palazzo regionale, il convegno L’italia una e federale – L’esperienza della Valle d’Aosta, in programma durante l’intera giornata di venerdì 21 ottobre al Centro Congressi del Grand Hôtel Billia di Saint-vincent. L’iniziativa è organizzata dall’Assessorato in collaborazione con il Centro europeo di Bioetica e qualità della vita dell’Unesco, l’Università della Valle d’Aosta, il Casinò de la Vallée, l’Azienda Usl e il Comune di Saint-vincent. Nel corso della conferenza stampa sono intervenuti l’Assessore Claudio Lavoyer, l’Amministratore Unico del Casinò de la Vallée Luca Frigerio, l’Assessore alla cultura del Comune di Saint-vincent Maurizio Castiglioni e, per il Centro europeo di bioetica e qualità della vita, il Presidente Miroslava Vasinova ed il referente regionale Maurizio Castelli. L’analisi del tema di quest’anno, il federalismo, prosegue il percorso iniziato nel 2009, ovvero quello di unire l’etica a temi di attualità, che coinvolgono in modo trasversale problematiche diverse e varie fasce di pubblico: l’etica legata all’economia (Etica e politica economica nell’attuale situazione mondiale nel giugno 2009), poi il binomio etica-diritto (Etica e diritto – Il danno alle finanze pubbliche - profili amministrativi e penali, nell’ottobre 2009) e infine il rapporto tra etica e Internet (Uso legale e criminale di Internet, ottobre 2010). Il programma dei lavori si articola in quattro Sessioni: la prima affronterà le radici del federalismo e la storia della Repubblica, la seconda tratterà l’argomento da un punto di vista maggiormente legato al territorio, la terza analizzerà le complesse dinamiche delle Amministrazioni pubbliche, mentre l’ultima, organizzata in forma di tavola rotonda, sarà incentrata sul tema del federalismo fiscale nelle Regioni a Statuto speciale. Numerosi sono i relatori che, nel corso dell’intera giornata, daranno il loro contributo al confronto. Tra gli altri, è prevista la partecipazione del Direttore delle Cattedre di bioetica dell’Unesco, Amnon Carmi. «L’argomento di quest’anno – ha sottolineato l’Assessore Lavoyer -, oltre ad essere di grande attualità, è molto sentito. E’ infatti sotto gli occhi di tutti il pesante periodo che sta vivendo il mondo intero: i problemi della grande potenza americana, dell’Europa, dell’Italia…problemi con i quali anche la nostra piccola Regione deve fare i conti, consapevole del suo ruolo e delle sue potenzialità. Nel corso del convegno, il tema del federalismo sarà affrontato a 360 gradi, includendo tutte le implicazioni ad esso collegate nei diversi ambiti, dalla sanità al finanziamento delle infrastrutture, dalle politiche di sicurezza al controllo dell’evasione fiscale. Oltre a illustri relatori provenienti da tutta Italia, parteciperanno, dando il loro importantissimo contributo, esponenti della realtà valdostana, che certamente potranno arricchire, grazie alla loro esperienza nella regione, i temi trattati, rendendoli più che mai legati al nostro territorio». Il convegno è aperto al pubblico. Per maggiori informazioni e iscrizioni: Assessorato del bilancio, finanze e patrimonio (tel. 0165/273105 – 273234) www.Regione.vda.it/    
   
   
BILANCIO 2012, TOSCANA: TAGLIATI 560 MILIONI E TRASPORTO LOCALE A RISCHIO  
 
 Firenze, 12 ottobre 2011 – “Sul prossimo bilancio alcune cifre e valutazioni potrebbero cambiare – premette l’assessore al bilancio della Toscana, on. Riccardo Nencini – E spero che possano davvero cambiare: a partire dal trasporto pubblico locale, dove mancano 100 milioni perché ancora il governo non ha onorato l’accordo sottoscritto con le Regioni l’anno scorso a dicembre”. “Ma l’impianto, purtroppo – annota subito dopo Nencini –, penso che non cambierà: con un patto di stabilità che si è fatto più stretto e i trasferimenti da parte dello Stato che hanno subito grossi tagli”. “C’è una ripresa nello sviluppo, migliore in Toscana grazie all’esportazione – prosegue -, ma non sappiamo se ancora sarà definitiva. E quindi rimane l’incertezza. Nel frattempo con la finanziaria noi acceleriamo sugli investimenti per lo sviluppo: opere strategiche, strade ed autostrade, ma anche energie rinnovabili e sostegno alle imprese”. Si è discusso il documento preliminare al bilancio e alla finanziaria nella seduta del consiglio regionale toscano di ieri. Un documento che la giunta ha licenziato la scorsa settimana e che riprenderà in mano a giorni, al tavolo di concertazione, per poi presentare entro la fine del mese la proposta di bilancio per l’anno prossimo, che il Consiglio dovrà discutere entro dicembre. Un bilancio dove al momento mancano 200 milioni: la metà potrebbero arrivare da un’ulteriore sforzo sul fronte del recupero dell’evasione fiscale e da una revisione della spesa storica, passando al settaggio ogni intervento e la sua efficacia. Ma altri 100 sono attesi dal governo, per il trasporto pubblico locale. “Altrimenti – chiarisce Nencini – i servizi primari rischiano di saltare”. Sono tre le parole chiave del prossimo bilancio: rigore, equità e sviluppo. E sei i filoni di intervento, “in gran parte innovativi” dice Nencini, contenuti nella finanziaria per far fronte ai tagli catastrofici dello Stato. “La Regione potrà spendere di meno l’anno prossimo – mette subito in chiaro l’assessore – Lo Stato ha tagliato 560 milioni, azzerando di fatto le risorse di molte funzioni trasferite dieci anni fa alle Regioni. Vuol dire che, sanità a parte, potremo spendere per non 2 miliardi e 200 milioni ma solo un miliardo e 700 milioni: un taglio pesante”. “Proseguiremo sul fronte del riordino istituzionale – prosegue Nencini – Ci attendiamo un ulteriore salto di qualità nella lotta all’evasione fiscale, dove qualche piccolo segnale di maggior rispetto delle regole ed imprese che iniziano, per così dire, ‘a parlare in italiano’ si inizia ad intravedere anche tra le aziende cinesi di Prato. In tutta la Toscana l’anno scorso abbiamo incassato 160 milioni: il 50 per cento in più del prevedibile”. “Ma nel 2013 partiranno le prime misure di federalismo fiscale – conclude l’assessore – e se il quadro rimane questo, con sempre meno risorse, rischiamo di avere altre brutte sorprese”.  
   
   
CAPPELLACCI: "POLITICA, MONDO DEL LAVORO E IMPRENDITORI SARDI AFFRONTINO INSIEME SFIDA DEI COLLEGAMENTI MARITTIMI"  
 
 Bruxelles, 12 Ottobre 2011 - "L’intervento degli imprenditori locali rappresenta la prosecuzione logica dell’azione avviata con la flotta sarda per la difesa del nostro diritto alla mobilità, della libertà del nostro sistema economico- sociale e delle regole del mercato". Così il presidente Cappellacci ha commentato le parole del segretario della Cisl, Giovanni Matta, sulla Tirrenia e sui collegamenti marittimi. "Quando abbiamo fatto salpare la Scintu e la Dimonios - ha aggiunto Cappellacci - abbiamo contemporaneamente fatto appello a un’azione coraggiosa e unitaria di tutti i protagonisti del sistema Sardegna. Un appello che nasceva dalla convinzione che il nostro fosse un intervento in difesa del libero mercato e che l’imprenditoria sarda abbia i numeri, la capacità e le possibilità per intervenire. Il fatto che la volontà di tutti inizi a convergere verso quello che deve essere un obiettivo comune e che ci siano le prime iniziative in tale direzione rappresenta sicuramente un progresso importante. E´ altresì la dimostrazione che la nostra iniziativa, nata come azione di difesa dal piccolo embargo praticato dalle compagnie di navigazione contro la Sardegna, sia divenuta una dimostrazione pratica di quello che la nostra Isola può fare sia in termini di efficienza che di qualità. Quello avviato può rappresentare un percorso nuovo, di rottura con il passato, che veda finalmente la Sardegna tradurre il significato di Autonomia in azione pratica, positiva, in grado di incidere concretamente nel tessuto della nostra società". "Il nostro desiderio - ha aggiunto Cappellacci, ricordando quanto affermato durante la partenza della prima nave con i quattro mori - è quello di autodeterminarci, di dimostrare che i Sardi hanno cuore, testa e muscoli per correre". "Questa - ha concluso il presidente - è una delle sfide cruciali sulle quali si misura il coraggio di ciascuno di noi: la politica, il mondo del lavoro e quello dell’imprenditoria devono affrontarla insieme".  
   
   
ZAIA FIRMA CONVENZIONE CON VENETO SVILUPPO PER FONDO DI GARANZIA ALLE IMPRESE  
 
Venezia, 12 ottobre 2011 - Il presidente della Regione Luca Zaia e il presidente della finanziaria regionale Veneto Sviluppo Spa Marco Vanoni hanno firmato ieri a Palazzo Balbi una convenzione per la gestione del fondo di garanzia per l’accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese del Veneto. “Questo fondo – ha sottolineato il presidente Zaia – darà una leva per attivare circa un miliardo 900 milioni di euro a favore delle imprese venete. Questo consentirà alle aziende di accedere al credito bancario se sono in assenza di garanzie, perché le metterà Veneto Sviluppo ”. Il fondo è stato istituito con risorse della Regione per una dotazione complessiva di oltre 36 milioni di euro, in attuazione della legge regionale n. 19 del 2004 che disciplina gli interventi di ingegneria finanziaria per il sostegno e lo sviluppo delle Pmi. “L’ultimo consiglio di amministrazione di Veneto Sviluppo – ha detto da parte sua il presidente Vanoni – ha approvato il regolamento per la gestione di questo fondo finalizzato alla concessione di garanzie. Si prevede che possa coinvolgere sul territorio veneto all’incirca 5 mila imprese. E’ una nuova leva finanziaria per il tessuto regionale che permetterà alla Regione e ai soci bancari di Veneto Sviluppo di aiutare in maniera concreta e ancora più efficiente le nostre imprese”.  
   
   
BOLZANO: DOCUMENTI DIGITALI, PIANI PAESAGGISTICI, MUSICA AL CONSERVATORIO  
 
Bolzano, 12 ottobre 2011 - La gestione digitale dei documenti, l´approvazione di piani paesaggistici di 3 Comuni e l´istituzione di nuovi corsi accademici al Conservatorio Monteverdi di Bolzano sono state tra le altre decisioni assunte il 10 ottobre dalla Giunta provinciale e illustrate dal presidente Durnwalder nella successiva conferenza stampa. Regolamento sulla gestione documentale - Lo snellimento burocratico e la riduzione del materiale cartaceo comportano anche alcune questioni tecniche da superare: la Giunta ha quindi approvato il nuovo regolamento sulle procedure di protocollo e sulla gestione dei documenti. Il nuovo sistema - suddiviso in due ambiti indipendenti - garantisce una procedura sicura e senza intoppi riguardo alla gestione amministrativa e all´archiviazione dei documenti digitali, che possono essere recuperati in qualsiasi momento e anche ad anni di distanza. "Winterschule" Ultimo garantita - La Giunta provinciale garantirá per altri due anni il finanziamento della cosiddetta "Winterschule" di Ultimo. Questa singolare scuola invernale rappresenta un valore aggiunto soprattutto per i giovani contadini, che frequentano corsi per migliorare le proprie abilità artigianali e quindi arrotondare il reddito da agricoltura. L´interesse per questa offerta formativa resta elevato: nell´ultimo inverno ci sono state 900 iscrizioni ma solo in 372 hanno potuto essere ammessi. Le spese per l´iniziativa ammontano a circa 200mila euro l´anno. Nuove minilauree al Conservatorio di musica - Due nuovi corsi di diploma accademico di primo livello (la cosiddetta minilaurea), sono stati istituiti dalla Giunta provinciale al Conservatorio Monteverdi di Bolzano. Si tratta dei corsi in "Lied e oratorio" e in "musica sacra". Approvati tre piani paesaggistici - La Giunta provinciale ha approvato tre piani paesaggistici rielaborati: si tratta dei piani dei Comuni di Proves, Fiè e Monguelfo-tesido. "Abbiamo praticamente tenuto in considerazione le richieste di modifica presentate dai 3 Comuni", ha spiegato Durnwalder.  
   
   
VENTI MILIONI DI EURO AI COMUNI VENETI CHE HANNO REALIZZATO OPERE PUBBLICHE CON IL PIANO STRAORDINARIO DI INTERESSE LOCALE  
 
Venezia, 12 ottobre 2011 - La Giunta regionale ha approvato ieri una deliberazione in base alla quale ha stabilito di prelevare dal Fondo di riserva di cassa del bilancio di previsione 2011, la somma di venti milioni di euro per liquidare ai Comuni i finanziamenti previsti dall’attuazione del piano straordinario delle opere di interesse locale. “Ne beneficieranno 114 Comuni – spiega l’assessore veneto al bilancio e agli enti locali, Roberto Ciambetti – che hanno eseguito e rendicontato lavori nel settore dei lavori pubblici, realizzando opere di importo inferiore ai 500 mila euro e avvalendosi di imprese locali, come previsto dalla legge finanziaria regionale del 2010”. “Poiché la finalità della norma è quella di incentivare la ripresa dell’economia veneta e in particolare di facilitare il superamento della crisi nel settore edile – ha concluso Ciambetti – abbiamo ritenuto opportuno rimpinguare lo stanziamento di cassa del relativo capitolo di spesa, ricorrendo all’utilizzo del fondo di riserva”.  
   
   
ABRUZZO: "ORIENTAGIOVANI" EVENTO E´ DI STRETTA ATTUALITA  
 
Pescara, 12 ottobre 2011 - "Voglio fare un plauso particolare a Confindustria per l´iniziativa ormai consolidata di orientare i giovani verso il mondo del lavoro". A dichiararlo è il vice presidente della Regione ed assessore allo Sviluppo Economico, Alfredo Castiglione, di cui si riporta il seguente intervento. "Il tema dell´occupazione giovanile e della transizione dal mondo della scuola a quello del lavoro, - afferma Castiglione - è un tema quanto mai presente e di importanza capitale perché la crescita della produttività dipende dall´aumento della nostra popolazione attiva. Servono cioè più giovani che lavorano. Se il tasso di occupazione tra i 15 e 24 anni negli Usa in Germania è pari al 45% è perché ciò è stato possibile grazie ad un sistema scolastico che, a 19-20 anni, permette di entrare nel mondo del lavoro. Se pensiamo che in Italia il tasso di occupazione giovanile prima della crisi era al 28% e adesso è sceso al 20%, è chiaro che tale situazione rappresenta un problema molto serio. Se in Paesi come la Svizzera l´80% dei giovani si forma presso istituti tecnici, ciò vuol dire anche che c´è un evidente legame tra istruzione tecnica, innovazione scientifica ed occupazione giovanile. Bisogna fare in modo che si arrivi ad orientare il più possibile i nostri figli verso scuole tecniche a discapito delle altre, perché ciò consentirà di superare il differenziale che abbiamo con altri Paesi cardine dello sviluppo mondiale quali gli Usa e la Germania. L´italia, così come l´Abruzzo, se non riesce a puntare sui giovani, se non riesce a mettere in piedi un patto generazionale tra giovani e anziani, se non riesce a valutare le persone secondo il merito, è destinato a rischiare tantissimo. Dobbiamo contare cioè su giovani iscritti a facoltà scientifiche, linguisticamente dotati, ed incrementare i punti di collaborazione tra le imprese ed il mondo della formazione, perché i ragazzi con queste caratteristiche devono sapere che solo così sono in grado di trovare lavoro e mantenere una famiglia. Per raggiungere tale obiettivo è importante l´apporto di tutti. Infatti, è necessario l´impatto che a tale sistema virtuoso possono dare le istituzioni come la Regione, le scuole, le università e gli enti formativi in genere. Dall´altro però si chiede alle imprese di mettere in campo un loro contributo finalizzato a far vedere ai nostri ragazzi cosa significa lavorare in un? impresa. Le imprese infatti possono aiutare le scuole a sviluppare nei giovani le competenze e le conoscenze più importanti, facendo loro conoscere il proprio modo di produrre, di organizzare il lavoro, di sviluppare l´innovazione. In Abruzzo, infatti, va ricostruita la cultura d´impresa e iniziative come quella di Confindustria consente di approssimarsi il più possibile a tale situazione. Se è vero come è vero che è in costante crescita la domanda di professionalità delle imprese connessa allo sviluppo, all´innovazione, alla globalizzazione, la qualità delle risorse professionali che entrano in azienda deriva oltre alla quantità di istruzione ricevuta anche alla capacità di utilizzare le proprie conoscenze ed esperienze per creare valore aggiunto. Il ruolo della Regione è quello di favorire al massimo l´incrocio domanda-offerta di lavoro. E lo sta facendo utilizzando gli strumenti dei poli di innovazione e delle reti di impresa come vere fucine di nuove opportunità per i nostri giovani e come nuovi modelli di sviluppo regionale".  
   
   
FVG: INSERIMENTO LAVORATIVO DETENUTI FAVORISCE SICUREZZA  
 
 Trieste, 12 ottobre 2011 - L´assessore regionale al Lavoro Angela Brandi ha partecipato ieri mattina alla presentazione di "Bread & Bar", Cooperativa costituitasi all´interno della Casa circondariale di Trieste attraverso un percorso che, come ha sottolineato lei stessa, "è stato di notevole finalità sociale". Il progetto "Bread and Bar. L´esperienza di impresa di transizione nel carcere: una concreta opportunità di inclusione sociale e solidale" era stato promosso dal Centro di formazione professionale Opera Villaggio del Fanciullo, rappresentato oggi dal presidente del Villaggio don Pier Giorgio Ragazzoni e dal direttore del Centro di Formazione Massimo Tierno. Angela Brandi ha ringraziato il direttore del Carcere Enrico Sbriglia "per aver creduto in questo progetto e colto le opportunità di inclusione e reinserimento, necessarie affinché la fine della pena possa rappresentare l´inizio di una nuova vita". "Inoltre - ha notato l´assessore Brandi, in sostanziale accordo con Sbriglia, che a sua volta ha evidenziato l´importanza del lavoro "per aumentare la sicurezza e raffreddare i conflitti in carcere" - se vogliamo garantire la sicurezza nei nostri territori, non si può prescindere dal reinserimento sociale e lavorativo di chi sta scontando, o ha scontato, una pena carceraria". Il riconoscimento della Regione ha dato al corso di panificatore e pasticcere destinato ai detenuti valenza europea, e rappresenta, ha ricordato l´assessore, uno dei tanti tasselli delle politiche e delle strategie che l´Amministrazione regionale sta mettendo in campo per favorire l´integrazione della formazione con la dimensione occupazionale. Una scelta che nello specifico ha visto la formulazione di un accordo tra la Regione e il Ministero della Giustizia, sottoscritto lo scorso mese, per l´attuazione del progetto "Interventi per il miglioramento dei servizi per l´inclusione sociolavorativa dei soggetti in esecuzione penale". Le azioni da intraprendere saranno decise dalle Regioni in collaborazione con i Provveditorati regionali del Dipartimento per l´Amministrazione penitenziaria, ed anche in Friuli Venezia Giulia verrà attivato un tavolo tecnico che diventerà, grazie al coinvolgimento di tutti i soggetti sociali ed istituzionali interessati, la sede per la redazione del programma annuale degli interventi di inclusione sociale dei detenuti. "La Regione sta comunque assicurando tali interventi dal 2010 attraverso un programma specifico finanziato dal Fse-fondo Sociale Europeo - ha ricordato Angela Brandi - ed abbiamo già predisposto un nuovo avviso per l´anno 2011-2012 per supportare, con un milione di euro del Fondo, un piano formativo destinato alla popolazione detenuta". Affermando che "solo nella dignità del lavoro ci può essere la consapevolezza di sentirsi a pieno titolo liberi cittadini", l´assessore ha spiegato che "su Trieste il piano prevede un investimento di 250.000 euro per sei tipologie di corsi professionali che spaziano dalla falegnameria alla panificazione, dalla sartoria alla lavorazione della pietra, dalla tappezzeria al catering; un ventaglio di mestieri in risposta ad una offerta che riguarda migliaia di posti di lavoro scoperti (centomila in tutta Italia) proprio per mancanza di adeguata preparazione professionale".  
   
   
ACQUISTI VERDI, 62 I COMUNI TOSCANI CHE AVRANNO IL CONTRIBUTO REGIONALE  
 
 Firenze, 12 ottobre 2011 – Da Viareggio a Grosseto, da Montemurlo a Montevarchi: sono stati ben 62 i Comuni toscani che hanno fatto domanda per partecipare al bando della Regione sugli acquisti verdi e che dunque avranno un contributo massimo del 40% per comprare dondoli, scivoli, cestini, staccionate, insomma arredo urbano rigorosamente “eco”, ovvero tutto di materiale riciclato. Si sono chiusi in questi giorni i tre bandi della Regione Toscana da un milione di euro ciascuno a favore di Comuni, enti, istituti e aziende per favorire e promuovere il riciclo e il mercato dei materiali e dei prodotti derivati dalla raccolta differenziata della plastica e del vetro. Le 62 richieste per il primo bando, quello sugli acquisti verdi, hanno addirittura superato di poco l’ importo di un milione di euro messo a disposizione, ammontando in totale a un milione e 46mila euro. Un buon numero di domande (totale di risorse richieste 822.000 euro rispetto al milione di euro messo a bando con contributo regionale massimo del 30%) sono arrivate anche per il secondo bando, che riguardava la raccolta di monomateriale del vetro, ovvero l’acquisto di campane dedicate solo a bottiglie, barattoli, vasi in vetro per migliorare la qualità della raccolta differenziata di un materiale tanto prezioso. Infine il bando sugli acquisti di opere contenenti vetro riciclato, in pratica mattoni, tegoli, “sabbia” per sottofondi stradali e conglomerati cementizi, ha visto solo tre richieste per un totale di 140mila euro rispetto al milione messo a bando (contributo regionale massimo del 50%). Al momento, la Provincia di Grosseto ha deciso di sfruttare il bando per la manutenzione e la messa in sicurezza delle sue strade provinciali, il Comune di Calcinaia per provvedere all’adeguamento della via lucchesina che da strada vicinale diventerà strada comunale e il Comune di Capraia Isola per delimitare e proteggere le sedi stradali e i viottoli scese a mare che potranno contare, appunto, su pali realizzati con vetro riciclato. Chiusi i bandi e fatti tutti i conti, la Regione Toscana ha deciso che le eventuali economie saranno ripartite a favore dei bandi con maggiori richieste. “Visto il numero delle richieste, possiamo affermare che la risposta è stata buona – commenta l’assessore regionale all’ambiente e energia Anna Rita Bramerini - E’ la prima volta che in Toscana vengono fatti bandi di questo genere, che sono poi la conseguenza dei Protocolli d’intesa promossi e firmati dalla Regione Toscana per favorire e promuovere il riciclo e il mercato dei materiali e dei prodotti derivati dalla raccolta differenziata della plastica e del vetro. Siamo convinti che con aiuti concreti come questi possiamo dare una spinta in più allo sviluppo del riciclo. L’obiettivo è quello di diffondere e promuovere la cultura del “la differenza la fai se li ricompri” in modo tale da far funzionare questo ciclo virtuoso, dando un senso alle raccolte differenziate frutto degli impegni dei cittadini e contribuendo al mercato del riciclo”.  
   
   
POLIZIA LOCALE, PROVE DI UNIONE NEL MANTOVANO FARE SISTEMA PER GARANTIRE SEMPRE PIU´ SICUREZZA  
 
Cavriana/Mn, 12 ottobre 2011 - Insieme per garantire più sicurezza. E´ l´obiettivo dei sindaci e dei responsabili delle Polizie locali di 13 Comuni dell´Alto Mantovano (Cavriana, Guidizzolo, Solferino, Volta Mantovana, Monzambano, Ponti sul Mincio, Castiglione delle Stiviere, Castelgoffredo, Medole, Ceresara, Goito, Gazoldo degli Ippoliti, Piubega) e di Pozzolengo (Bs), che si sono riuniti oggi a Cavriana, alla presenza dell´assessore regionale alla Semplificazione e Digitalizzazione Carlo Maccari e del direttore vicario dell´Assessorato alla Protezione civile, Polizia locale e Sicurezza Fabrizio Cristalli, per valutare la possibilità di avviare un percorso per l´unione dei rispettivi servizi di polizia locale. "Il progetto è sicuramente ambizioso - ha sottolineato Maccari - e sarà sostenuto da Regione Lombardia, che già da anni crede in queste esperienze di gestione associata dei servizi. Siamo di fronte a un territorio che da solo produce un terzo del Pil (prodotto interno lordo) della provincia di Mantova e che chiede una maggior tutela anche nel campo della sicurezza". Dopo il primo incontro tra gli amministratori, si passerà all´analisi e allo studio di iniziative positive già messe in campo in altre province coinvolgendo i comandanti di polizia locale. "Unire le forze e le esperienze - ha concluso Maccari - dei vari servizi di Polizia locale garantirà certamente una maggiore sicurezza ai cittadini e alle imprese grazie alla possibilità di un monitoraggio più capillare del territorio con costi più contenuti per le amministrazioni e con risultati concretamente percepiti dalla cittadinanza".  
   
   
FAMIGLIA E LAVORO: UNA CONVIVENZA POSSIBILE?  
 
Trento, 12 ottobre 2011 - Giovedì 13 ottobre alle 17, presso la Sala Esposizioni del Palazzo provinciale in piazza Dante, si parlerà di iniziative a supporto della conciliazione dei tempi di famiglia e di lavoro, nell´incontro promosso da Ceii Trentino "Famiglia e lavoro: una convivenza possibile?". Insieme a Luciano Malfer, dirigente generale dell´Agenzia per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili verranno illustrate le nuove politiche e gli strumenti innovativi promossi dalla Provincia autonoma di Trento in questo ambito, come il telelavoro e altri importanti strumenti. Inoltre, attraverso le testimonianze di imprenditrici e di imprese, verranno presentati alcuni esempi di imprese artigiane che hanno sviluppato una precisa politica aziendale a supporto delle famiglie. L’incontro è organizzato da Ceii Trentino e rientra nell’attività del Circolo dell’Innovazione 2011; la conferma di partecipazione va segnalata all’indirizzo mail: info@ceii.It  o telefonando allo 0461 420530 entro mercoledì 12 ottobre 2011.  
   
   
(CLAAI): “DOVE SONO I PROGETTI PER LE FAMIGLIE?”  
 
Caserta, 12 ottobre 2011 - Come si può non condividere quanto affermato in questi giorni dai cardinali Bagnasco e Ruini in merito allo stato critico in cui versa la nostra società che si avvia a grandi passi verso l’autodistruzione demografica. E’ indispensabile cambiare la nostra mentalità e capire che i figli e la famiglia sono un investimento che la collettività ha il dovere di effettuare al più presto, con impegno e convinzione. Come sostiene il responsabile della Cei la scelta per uscire dalla crisi non può essere “più consumi e meno figli, ma una revisione totale delle priorità”. E’ necessario pretendere dalla politica un piano serio, organico e strutturale per la famiglia che preveda nuove politiche economiche e fiscali, nuove opportunità ed agevolazioni lavorative, nuove strutture a sostegno delle donne lavoratrici che non intendono mortificare il proprio desiderio di essere madri né l’esigenza di lavorare, nuove agevolazioni abitative per le famiglie numerose. Un progetto a tutto tondo, quindi, così come indicato dalla Conferenza episcopale italiana, è l’unica via d’uscita per una società in declino come la nostra, e la responsabilità è tutta nelle nostre mani, sul piano nazionale ed ancor più su quello locale. Dobbiamo chiedere a gran voce dove sono le politiche locali di sviluppo? Dove sono gli asili nido comunali? Dove sono i piani per incentivare la vendita e l’affitto delle centinaia di case vuote che si trovano sul territorio casertano? Abbiamo il dovere di pretendere che venga riconosciuto il nostro diritto ad avere un futuro, che si lavori seriamente per i giovani che vorrebbero lavorare e formare una famiglia sul nostro territorio. Dobbiamo sentire l’obbligo morale di vigilare e ribellarci alla politica miope, anche se tutto e tutti tentano di ridurci al silenzio ed all’impotenza.  
   
   
BOLZANO: PRESENTATA L´INIZIATIVA "DIVENTARE PADRE – ESSERE PADRE"  
 
Bolzano, 12 ottobre 2011 - La Ripartizione Famiglia e politiche sociali organizza una serie di serate informative incentrate sulla tematica “Diventare Padre – Essere Padre”. L’iniziativa è stata presentata ieri mattina nel corso di una conferenza stampa dall’assessore Theiner. “Con il progetto “Sostegno preventivo alle famiglie – offerte di formazione alle famiglie altoatesine” l’Assessorato alla famiglia si pone l’obiettivo di guidare ed incentivare un processo di forma­zione della consapevolezza personale ed uno sviluppo qualitativo dell’insieme dei diversi attori che operano con e per la famiglia. Le serate Diventare Padre – Essere Padre che inizieranno domani hanno lo scopo di porre l’accento sul ruolo del padre all’interno della famiglia” ha sottolineato nel corso della conferenza stampa di questa mattina l’assessore provinciale Richard Theiner. Una ricerca, eseguita sotto la direzione del professor Fthenakis ha evidenziato come uno dei temi fondamentali in merito al sostegno famigliare è rappresentato dal sostegno e dal raffor­zamento del ruolo paterno. Per discutere ed approfon­dire alcuni aspetti del ruolo paterno vengono organizzate, per iniziativa della Ripartizione Famiglia e politiche sociali, cinque serate informative in altrettante località dell’Alto Adige, che avranno per relatore e moderatore, il professor Gerwald Wallnöfer, docente presso la Libera Università di Bolzano – Facoltà di Scienze per la Formazione, Bressanone. “Negli ultimi decenni” ha sottolineato il professor Wallnöfer “il ruolo del padre è radicalmente cambiato ed a questo ruolo sono legate molte aspettative, che non sempre vengo­no soddisfatte. Da un lato i giovani devono avere successo nella vita professionale; dall’altro devono esaudire un ruolo di compagno ed educatore, per il quale non esistono sufficienti modelli di riferimen­to”. Il primo incontro si svolgerà domani, mercoledì 12 ottobre, alle ore 20, presso la sala Raiffeisen della federazione Cooperative, in via Raiffeisen,2 a Bolzano. Collaborano all’organizzazione del ciclo di incontri la Libera Università di Bolzano, la Camera di Commercio, l’Associazione “Il germoglio”, l’Associazione Famiglie numerose, la Piattaforma altoatesina per la famiglie mono-genitoriali e l’Associazione delle famiglie cattoliche sudtirolesi. Per ulteriori informazioni gli interessati possono contattare la Ripartizione Famiglia e politiche sociali, Servizio famiglia, che ha sede in via Gamper, 1 a Bolzano, tel. 0471/418245, fax 0471/418249, serviziofamiglia@provincia.Bz.it , www.Provinz.bz.it/servizio-sociale . Date e luoghi degli incontri Mercoledì, 12 ottobre 2011 a Bolzano sala Raiffeisen della Federazione Cooperative Raiffeisen, Via Raiffeisen, 2 (bilingue) Mercoledì, 19 ottobre 2011 a Merano . Centro culturale Kimm, Via Parrocchia, 2 (bilingue) Mercoledì, 9 novembre 2011 a Bressanone. Sala Raiffeisen della Cassa Raiffeisen, Via Bastioni Maggiori, 12 (bilingue) Mercoledì, 23 novembre 2011 a Silandro . Casa di Cultura Karl Schönherr, Via Covelano 27/b (in lingua tedesca) Mercoledì, 30 novembre 2011 a Brunico . Foro della Cassa Raiffeisen, Via Europa, 19 (in lingua tedesca) .