Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


GIOVEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 MODA E TENDENZE ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Giovedì 12 Luglio 2012
UE: LA SPESA PER LA POLITICA ESTERA DEVE ESSERE PIÙ MIRATA ED ESAMINATA DAL PARLAMENTO EUROPEO  
 
Strasburgo, 12 luglio 2012 – La spesa per la politica estera dell´Unione europea dopo il 2013 deve riflettere le ambizioni delle politiche dell´Ue ed essere efficiente, efficace e democraticamente responsabile. "Gli strumenti di finanziamento per il periodo 2014-2020 sono strumenti fondamentali per la promozione degli obiettivi e dei valori dell´Unione nel mondo, basate sulla democrazia, lo Stato di diritto ei diritti umani. Il Parlamento europeo non vuole essere coinvolto nella loro micro-management . Tuttavia, come co-legislatore per questi strumenti e, come autorità di bilancio, essa insisterà sul controllo democratico della loro attuazione e sugli stessi diritti del legislatore dall´altro, il Consiglio "," ha detto Elmar Brok (Ppe, De), presidente della commissione affari esteri e relatore per il regolamento recante norme comuni per l´attuazione degli strumenti comunitari di finanziamento esterno. La commissione ha approvato gli emendamenti alle proposte di vari strumenti di finanziamento e ha dato mandato ai relatori di iniziare i negoziati con il Consiglio dopo l´estate. Il Consiglio Affari esteri ha adottato una posizione generale parziale sul pacchetto il 25 giugno. Obiettivi misurabili e il coinvolgimento della società civile - Gli strumenti devono produrre risultati tangibili sul terreno, al fine di raggiungere gli obiettivi concordati a livello politico, i deputati hanno detto, aggiungendo che hanno bisogno di essere preparati, attuati, monitorati e valutati in modo trasparente e completo sulla base di indicatori chiari e misurabili. I deputati sottolineano che i paesi partner dovrebbero essere coinvolti a livello nazionale, regionale e locale e in ogni fase della programmazione e dicono che un´attenzione particolare dovrebbe essere prestata al coinvolgimento della società civile. Essi sottolineano la necessità di un maggiore coordinamento tra i vari strumenti finanziari e con le altre linee di azione esterna dell´Ue, i programmi di bilancio degli Stati membri e altri donatori internazionali, al fine di evitare sovrapposizioni e migliorare l´efficienza. La Commissione dovrebbe redigere i documenti di programmazione strategica - La commissione dice anche che è essenziale che il Parlamento e il potere delegato del Consiglio alla Commissione per preparare tutti i documenti di programmazione strategica. Ciò consentirebbe di flessibilità, garantendo nel contempo la legittimità democratica e la trasparenza, secondo loro, dal momento che il Parlamento e il Consiglio manterrà il controllo sui documenti. Strumento di assistenza preadesione (Ipa) - Kristian Vigenin (S & D, Bg), il relatore per l´Ipa, ha dichiarato: "Per migliorare la trasparenza e la visibilità dell´assistenza dell´Unione, la Commissione dovrebbe misurare i progressi dei paesi candidati con indicatori chiari e includono Ipa valutazioni di assistenza impatto nella specifici per paese, le relazioni annuali sui progressi compiuti. " I deputati sottolineano la questione dei rifugiati e degli sfollati, della necessità di uno sviluppo economico e sociale e creazione di posti di lavoro e l´importanza di aumentare la partecipazione locale. Performanti paesi dovrebbero beneficiare di una riserva di valore delle prestazioni fino al 5% degli stanziamenti complessivi di finanziamento, essi suggeriscono. Strumento europeo di vicinato (Eni) - Eduard Kukan (Ppe, Sk), il relatore per l´Eni, ha dichiarato: "E ´fondamentale per costruire attorno a questo strumento i principi di" differenziazione "e" più di più ". Partnership con le società è altrettanto centrale. Complessivamente, tali principi dovrebbero creare incentivi per sostenere la democrazia riforme orientate nel nostro quartiere. " I deputati chiedono alla Commissione di dare chiare le valutazioni dei progressi dei paesi vicini, con le riforme nelle relazioni annuali per paese e per consentire l´eventuale revisione dei livelli di finanziamento su questa base. Gruppi della società civile dovrebbe essere rafforzato per controllare le politiche pubbliche e di partecipare pienamente al processo di democratizzazione, hanno aggiunto. Partnership Instrument (Pi) - Il relatore per la Pi, Mario Mauro (Ppe, It), ha dichiarato: "Lo strumento di partenariato, anche se un nuovo strumento, svolgerà un ruolo chiave nell´azione esterna dell´Unione europea Dobbiamo costruire sulla base degli interessi strategici dell´Ue e. Aprirlo a tutti i paesi in cui l´Ue ha un interesse significativo. I deputati sottolineano la necessità di una profonda rivalutazione di esistere "partenariati strategici" e di stress che il Pi dovrebbe inoltre sostenere un multilateralismo efficace, consentendo ai paesi partner chiave per affrontare le obiettivi di Europa 2020, in particolare attraverso il G7, G8, G20 e quadri .. Strumento di stabilità (Ifs) - Franziska Brantner (Verdi / Ale, De), autore del rapporto sulla Ifs, ha dichiarato: "Il cambiamento del nome dello strumento da" stabilità "per la" stabilità e la pace "dimostra la sua nuova direzione: dopo la primavera araba, l´Ue può non perseguire la stabilità a prescindere dal suo prezzo, ma deve diventare un attore globale determinato per la pace e promuovere la sicurezza dei suoi cittadini. " I deputati rafforzamento del controllo politico del Parlamento e il ruolo della società civile nella prevenzione costruzione della pace e dei conflitti e premette per l´uguaglianza di genere e il rispetto dei diritti umani nel campo della lotta al terrorismo. Strumento europeo per la democrazia ei diritti umani (Eidhr) - Alexander Graf Lambsdorff (Alde, De), relatore per la Eidhr, ha dichiarato: "L´eidhr è uno strumento complementare, che dovrebbe essere utilizzato quando nessun altro strumento può agire per la democrazia e la promozione dei diritti umani. Abbiamo bisogno di rafforzare la sua reattività e flessibilità necessaria per affrontare i casi urgenti e approfittare della sua indipendenza dal consenso delle autorità dei paesi terzi. " I deputati hanno inoltre insistere sul fatto che le delegazioni dell´Ue, che dovrebbe svolgere un ruolo chiave nell´attuazione dell´Eidhr, richiedono personale più specializzato per svolgere i loro compiti dei diritti umani e sostenere la democrazia.  
   
   
UE, POLITICA D´ASILO: APPELLO PER AZIONI PIÙ EQUE E SOLIDALI  
 
Strasburgo, 12 luglio 2012 - Un sistema permanente per ritrovare persone che godono di protezione internazionale all´interno dell´Unione europea contribuirebbe a migliorare la politica di solidarietà in materia di asilo tra gli Stati membri dell´Ue, afferma una risoluzione votata dalla commissione per le libertà civili Martedì. I deputati inoltre chiedono più soldi per l´elaborazione dei criteri in materia di asilo, comune delle domande di asilo e un ruolo più forte per l´Ufficio europeo di sostegno per l´asilo (Uesa), per promuovere una più stretta cooperazione tra i paesi dell´Ue. Il Comitato invita la Commissione a includere una "chiave di ripartizione Ue" per ritrovare i beneficiari di protezione internazionale, nella sua proposta legislativa per una permanente intra-Ue meccanismo di delocalizzazione. Il sistema dovrebbe utilizzare indicatori oggettivi, come ´il Pil, popolazione, superficie e dei beneficiari degli Stati membri interessi e prospettive di integrazione. Compreso un tale "chiave di ripartizione" potrebbe aiutare i paesi dell´Ue a pressioni sproporzionate sui loro sistemi nazionali di asilo o in situazioni di emergenza, ad esempio, che i deputati chiedono inoltre alla Commissione di studiare la fattibilità di un sistema comunitario per lo spostamento dei richiedenti asilo. "Abbiamo mandato un segnale forte alla Commissione e agli Stati membri sul modo in cui concepiamo la solidarietà in materia di asilo attraverso proposte concrete per tradurre questo principio in azione. Nostro messaggio è chiaro. Ora la palla è nel campo della Commissione. Noi aspettiamo che la Commissione a presentare proposte legislative, perché è il momento di cambiare la logica alla base del sistema europeo comune di asilo, in modo da basarsi sulla solidarietà reale ed effettiva, nonché equa condivisione delle responsabilità ", ha commentato il relatore Kyriacos Triantaphyllides (Gue / Ngl, Cy), dopo il voto in commissione. Sistema di elaborazione comune - Trattamento delle domande di asilo comune consentirebbe agli Stati membri di aiutarsi a vicenda nelle varie fasi della procedura di asilo, come identificare i candidati, la preparazione delle decisioni di primo grado, interviste o fare raccomandazioni. Tuttavia, la decisione definitiva sulla domanda di asilo sarebbe rimasto sotto la responsabilità degli Stati membri, sottolinea la risoluzione. La solidarietà finanziaria - I deputati vogliono destinare risorse sufficienti "e sostanziale" al Fondo in materia di asilo e migrazione, che dovrebbero essere "flessibili e facili da mobilitare" al fine di rispondere alle pressioni imprevisti o emergenze. Chiedono inoltre la creazione di un "meccanismo dotati di risorse adeguate" per compensare Stati membri che ricevono un numero maggiore di richiedenti asilo ed accogliere la possibilità di contributi ai richiedenti della Commissione che aumenta progetti. Più forte ruolo per il Easo - Il Easo ha "il potenziale per promuovere una più stretta cooperazione" tra gli Stati membri dell´Ue e di "contribuire a ridurre le significative divergenze in materia di asilo pratiche", dicono i deputati. La risoluzione sottolinea il ruolo dell´agenzia "nel coordinare e sostenere l´azione comune" per aiutare i paesi che sono soggetti a particolari pressioni. Tuttavia, "l´impatto della dell´Uesa dipenderà dalla volontà degli Stati membri a fare pieno uso" delle sue potenzialità, sottolinea il testo. Revisione del sistema attuale in materia di asilo - L´attuale revisione del sistema di asilo di oggi dovrebbe includere un´ulteriore riflessione "sullo sviluppo di un´equa ripartizione delle responsabilità meccanismo" per determinare quale Stato membro è responsabile per il trattamento di una domanda d´asilo, i deputati aggiungere. La risoluzione è stata approvata con 47 voti favorevoli, 4 contrari e 2 astensioni.  
   
   
TERZO DIALOGO STRATEGICO UE-CINA AD ALTO LIVELLO  
 
 Pechino, 12 Luglio, 2012 - Il terzo vertice Ue-cina di alto livello Dialogo Strategico si è svolta a Pechino il 9-10 luglio 2012, co-presieduta da Catherine Ashton, Alto rappresentante dell´Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione europea, e Dai Bingguo, Consigliere di Stato della Repubblica popolare cinese. Le due parti hanno parlato molto del ruolo positivo che l´Ue-cina di alto livello Dialogo Strategico ha giocato negli ultimi tre anni ad aumentare la comprensione, fiducia e cooperazione tra Europa e Cina. Essi hanno convenuto che in un mondo che cambia l´Ue e la Cina condividono ampi interessi comuni e sono sempre più interdipendenti. Essi dovrebbero essere aperti a nuove idee per lavorare insieme in modo efficace, e continuiamo a impegnarci per essere un buon esempio di cooperazione internazionale nel 21 ° secolo. Si dovrebbe continuare a consolidare il loro partenariato strategico globale, sulla base del reciproco rispetto e vantaggio reciproco. La Cina ha ribadito il suo sostegno per l´integrazione europea, gli sforzi europei per risolvere la sua crisi del debito, e la stabilità della zona euro. L´ue ha ribadito il suo sostegno per uno sviluppo pacifico della Cina e il rispetto per la sovranità della Cina e l´integrità territoriale. Le due parti hanno convenuto che affronterà le loro differenze e le preoccupazioni, in maniera costruttiva. Hanno deciso di rafforzare la cooperazione sulle questioni internazionali. Essi intensificare il dialogo sulle aree globali e regionali di interesse per entrambe le parti, incluse le consultazioni regolari, a tutti i livelli, sulla politica estera, così come i contatti tra i rappresentanti speciali e inviati speciali. Le due parti hanno convenuto di tenere un dialogo regolare in materia di difesa e di sicurezza. Essi hanno sottolineato la loro volontà di rafforzare la cooperazione in scorte navali anti-pirateria.  
   
   
JANEZ POTOčNIK, COMMISSARIO EUROPEO PER L´AMBIENTE: RISULTATI, FOLLOW-UP E DIBATTITO SUI RISULTATI DI RIO 20  
 
 Bruxelles, 12 luglio 2012 – Di seguito la relazione d iJanez Potočnik Commissario europeo per l´Ambiente su Rio 20: “ Signore e signori, Buon pomeriggio. Molto è stato detto sulla stampa e altrove, sulla delusione che molti hanno sentito in merito al risultato Rio +20. Insieme ai miei colleghi della Commissione, sono stato chiaro che avremmo voluto di più. Ad esempio, impostare scadenze concreti, al fine di sottolineare l´urgente necessità di azione e aggiornamento delle istituzioni che si occupano di questioni ambientali internazionali. Ma il tempo per volontà-list è finita. E ´giunto il momento di agire. Dopo lunghi negoziati, l´Ue ei suoi Stati membri hanno deciso che è meglio avere questo accordo, che nessun accordo a tutti. Perché? Poiché il risultato finale offre una serie di priorità e un percorso per proseguire i lavori. E perché - come ho già detto al Parlamento europeo la settimana scorsa - dobbiamo agire con urgenza, i più poveri del mondo e del pianeta, non può permettersi ritardi. Naturalmente, dobbiamo riconoscere che Rio è solo l´inizio, ma è un inizio che possiamo costruire. Spetta ora a noi fare il meglio dei risultati ottenuti. Green economy, al di là del Pil e aspetti sociali - Uno dei risultati principali di Rio è che il mondo ha finalmente riconosciuto la necessità di procedere verso una green economy, verso un modello di crescita sostenibile. Questo di per sé è già un risultato molto importante. Uno che apre un percorso chiaro nel senso l´Ue ha fatto pressione per. Il documento conclusivo Rio riconosce il ruolo importante di un´economia inclusiva verde raggiungere uno sviluppo sostenibile e dell´eliminazione della povertà. Ciò permetterà di migliorare la nostra capacità di gestire le risorse naturali in modo sostenibile, aumentare l´efficienza delle risorse e ridurre gli sprechi. Il documento finale riconosce anche la necessità di più ampie misure di progresso che integrano il Pil per avere decisioni politiche più solide, così come l´importanza della rendicontazione di sostenibilità aziendale. E fornisce la base necessaria per trasformare queste parole in azioni. Condizioni sociali dimensione e trasversale per lo sviluppo sostenibile Rio +20, inoltre, ha dato un angolo sociale più forte allo sviluppo sostenibile, su questioni quali il lavoro dignitoso, posti di lavoro verdi, e la protezione sociale - e in un momento in cui le nostre società soffrono la disoccupazione diffusa, questo è particolarmente importante. Ma è anche molto importante perché ha contribuito a collegare tutte e 3 le dimensioni dello sviluppo sostenibile, e rafforzare il messaggio che la crescita dovrebbe essere non solo economicamente ed ecologicamente sostenibile, ma anche equo, giusto ed equo. Nel corso dei negoziati l´Unione europea ha contribuito attivamente a evidenziare una serie di fondamentali, questioni trasversali. Democrazia, diritti umani, dello Stato di diritto, il buon governo, la parità di genere e l´empowerment delle donne, il ruolo dei giovani e dell´istruzione, la società civile e partecipazione del pubblico, sono indispensabili per conseguire uno sviluppo sostenibile. La società civile e settore privato - Un altro risultato molto importante riguarda il ruolo fondamentale della società civile e delle parti interessate nella realizzazione dello sviluppo sostenibile. Siamo in grado di costruire su questo ulteriore nel nostro lavoro di contribuire a rafforzare l´Unep. Un successo duraturo dei nostri impegni presi a Rio sarà impossibile senza l´intera scala, la mobilitazione costruttiva della società civile. Un requisito fondamentale è la partecipazione del pubblico ai processi decisionali. Questo è essenziale per garantire la transizione verso un´economia verde e inclusiva il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile. Tuttavia, senza un forte senso di direzione, che è condivisa a livello internazionale, l´azione della società civile non raggiungerà il suo pieno impatto. Per questo motivo l´Ue ha spinto per obiettivi e traguardi a livello globale. Sono stato incoraggiato a vedere l´impegno molto significativo della società civile in Rio. Questo mi fa sperare che gli obiettivi globali, anche se meno forte di quanto avessimo sperato, combinato con un forte movimento di bottom-up sarà effettivamente portare avanti il ​​cambiamento più velocemente di quanto avremmo potuto sperare. Il settore privato era presente anche in numero significativo in Rio. Questo è molto incoraggiante. Il messaggio chiaro, sugli obiettivi, l´attuazione e la regolamentazione come uno stimolo all´innovazione, inviato dal World Business Council per lo sviluppo sostenibile, è stato molto utile. Inoltre, abbiamo una serie di altri strumenti per sostenere il settore privato nella sua ricerca di uno sviluppo sostenibile. Queste includono le Linee guida dell´Ocse destinate alle imprese multinazionali; il quadro globale per la responsabilità sociale, i principi guida in materia di diritti d´affari e umano; i 10 principi del Global Compact dell´Onu, la serie Iso 26000 sulla responsabilità sociale, e la Global Reporting Initiative. Sono convinto che se si dà la direzione e il quadro necessario per offrire, il settore privato, in grado di creare investimenti, prosperità e benessere, lavoro dignitoso e posti di lavoro verdi, e contribuire a promuovere la condivisione di know-how e lo sviluppo e la diffusione dell´innovazione e tecnologia. Questo sarà fondamentale per la necessaria mobilitazione di risorse finanziarie in volumi molto più grandi di assistenza ufficiale allo sviluppo. Mezzi di attuazione - In relazione alle modalità di attuazione, l´Ue ha preso la posizione che, in primo luogo, ogni paese deve adottare le misure necessarie per porre in essere un ambiente favorevole di politiche nazionali che è stato progettato per essere autosufficiente. In secondo luogo, i progressi verso lo sviluppo sostenibile comporta fornendo i giusti strumenti di finanziamento. Abbiamo ripetuto i nostri impegni per l´assistenza allo sviluppo (Aps), Aps ma da sola non è la risposta. I finanziamenti pubblici e privati ​​e da esperti dovrebbero andare di pari passo per lavorare con metodi innovativi di finanziamento. E le economie emergenti dovrebbero assumere un ruolo più forte, proporzionato al loro status internazionale in continua evoluzione. In terzo luogo, verso uno sviluppo più sostenibile dipende anche dalla capacità, know-how e la diffusione della tecnologia. A questo proposito, l´Unione europea i programmi quadro di ricerca sono aperti a tutti i paesi, incluso il supporto ai ricercatori dei paesi in via di sviluppo. Obiettivi, traguardi e Sdgs - L´ue ha reso chiaro nel corso dei negoziati Rio che noi tutti necessari per concordare azioni concrete e impegni specifici per tradurre lo sviluppo sostenibile pensiero nello sviluppo sostenibile azione . Questo è il motivo per cui la Ue ha sviluppato e continuamente sostenuto le proposte di obiettivi chiari e operativi e gli obiettivi in determinati settori chiave. Il nostro approccio mira ad affrontare gli obiettivi ambientali e di eradicazione della povertà, allo stesso tempo. Non abbiamo ottenuto i tempi abbiamo cercato, con alcune eccezioni come l´impegno a conseguire riduzioni considerevoli di rifiuti marini entro il 2025. Ma l´Ue ha raggiunto l´integrazione della maggior parte dei suoi obiettivi proposti nel testo principale, sotto forma di impegni espressi, ad esempio, sulle azioni future in termini di ampliamento della tutela della biodiversità marina nelle zone al di fuori della giurisdizione nazionale. Questo ha rafforzato il testo per renderlo più orientato all´azione. Gli sforzi dell´Ue per focalizzare l´attenzione su questioni chiave come l´energia sostenibile, acqua, oceani, suolo e biodiversità, sicurezza alimentare o l´efficienza delle risorse, dovrebbe anche dare i suoi frutti nei prossimi mesi, nel processo di sviluppare obiettivi di sviluppo sostenibile, o Sdgs . Per l´Ue, il lavoro sulla Sdgs dovrebbe essere coordinato e coerente con il processo di revisione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Mdgs), senza deviare sforzi da loro raggiungimento entro il 2015. E ´importante avere un quadro globale per il post-2015 che comprende le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile con gli obiettivi che riguardano problematiche chiave in modo olistico e coerente. L´accordo per avviare il processo di Sdg significa portare un nuovo impulso a tutti gli aspetti dello sviluppo sostenibile, e per consolidare i nostri sforzi per sradicare la povertà e per garantire la sostenibilità all´interno dei nostri limiti planetari. Ifsd - Nel complesso, accogliamo con favore anche l´accordo per rafforzare il quadro istituzionale per lo sviluppo sostenibile. Rio ha rafforzato la governance ambientale internazionale attraverso il rafforzamento e l´aggiornamento Unep. Sarà ora l´adesione universale e deve diventare la nostra casa comune a definire l´agenda ambientale globale. In questo nuovo set-up, una rete veramente globale Unep avrà una nuova autorità che gli permetterà di intraprendere azioni che erano fino ad ora di là della sua portata. Saremo comunque continuare a lavorare, insieme ai nostri partner, verso la creazione di una vera e propria Organizzazione delle Nazioni Unite per l´Ambiente, per consentirgli di operare su un piano di parità con le altre organizzazioni delle Nazioni Unite. La riforma istituzionale è altra la decisione di creare un nuovo Forum politico ad alto livello sullo sviluppo sostenibile, che sostituirà la Commissione sullo Sviluppo Sostenibile. Essa dovrebbe consentire la regolare partecipazione dei Capi di Stato valutare i progressi compiuti in tutti i nostri impegni. Conclusione Signore e Signori, A Rio, abbiamo ribadito che condividiamo una comune responsabilità verso le generazioni future. Nessuno dei paesi e delle regioni presenti a Rio pienamente raggiunto ciò che si voleva inizialmente. Questo vale anche per l´Ue. Ma abbiamo lavorato insieme per sviluppare un terreno comune. Rio 20 non è andato per quanto riguarda la maggior parte dei cittadini europei avrebbero voluto, ma il messaggio chiave di oggi è che il potere di trasformare Rio +20 in un successo è nelle nostre mani. Dipenderà da quanta forza possiamo portare avanti ciò che è nel testo. La Commissione europea intende fare quanto è necessario per costruire su ciò che è stato concordato. Stiamo aspettando con impazienza i pareri del Cese su come ciò possa essere fatto meglio e contare su di voi per mantenere l´energia positiva generata nel periodo fino a Rio vivo negli anni a venire a livello internazionale, nazionale e locale. Accogliamo con particolare favore le iniziative utili adottate dal Comitato per creare un terreno comune con le organizzazioni analoghe in altri paesi, compresi i nostri principali partner commerciali, e di incoraggiarlo a continuare questo dialogo nel follow-up a Rio. Ho anche molto favore l´idea del Presidente Nilsson per organizzare il prossimo autunno interistituzionale workshop sul follow-up a Rio. Non raggiungere il successo da Rio 20 con soli governi . La sfida sarà quella di ottenere un impegno reale sulle azioni da attori non statali al internazionale , a livello nazionale che a sub-nazionale di livello. La società civile e il settore privato svolgerà un ruolo fondamentale nella realizzazione di crescita verde e promuovere il consumo e la produzione sostenibili. Infatti, la transizione verso un´economia inclusiva verde non accadrà senza questo sforzo. Il risultato di Rio ha molti elementi necessari per portare avanti un cambiamento se vogliamo davvero costruire sui suoi punti di forza, mobilitando gli sforzi nazionali e internazionali, inclusa la società civile e delle parti interessate in generale. La sfida comune per tutti noi è ora di attuare in pieno le potenzialità del documento finale, e garantire che porta a Rio +20 vera e propria azione verso lo sviluppo sostenibile, un´economia inclusiva verde e lo sradicamento della povertà. Il destino di fare Rio +20 Summit un fallimento o un successo è ancora nelle nostre mani. E non dobbiamo fallire a farne un successo. Grazie per la vostra attenzione.  
   
   
UE: I PAESI A MEDIO REDDITO DEVONO ASSUMERSI LA RESPONSABILITÀ PER I PROPRI POVERI, A DIRLO IL COMITATO PER LO SVILUPPO  
 
Strasburgo, 12 luglio 2012 - Gli eurodeputati della commissione per lo sviluppo in una risoluzione non vincolante approvata Martedì in risposta al nuovo programma di sviluppo presentato dalla Commissione sostengono che: gli aiuti allo sviluppo dell´Ue dovrebbero incoraggiare le economie emergenti e dedicare più del loro reddito ai bisogni sociali, in modo che l´aiuto allo sviluppo possa essere gradualmente ridotto, Il Comitato rileva che il 70% dei poveri del mondo vive in paesi a reddito medio e deplora il fatto che, anche nelle economie emergenti, che ancora non hanno accesso all´istruzione, all´assistenza sanitaria e di altri benefici della crescita economica. "La Commissione dovrebbe negoziare una tabella di marcia per la graduale riduzione dell´aiuto pubblico allo sviluppo con i paesi a medio reddito. Politica di sviluppo dell´Ue dovrebbero impegnarsi per rendere i Paesi che ancora ricevono aiuti allo sviluppo più responsabili per il loro stesso popolo", ha detto il relatore, Charles Goerens (Alde , Lu), dopo il voto. Ha aggiunto che la sua commissione voleva vedere effettivamente garanzie che le risorse destinate donatori per la crescita inclusiva sono stati usati per combattere la povertà. I deputati temono che la nuova proposta di un´agenda per lo sviluppo dell´Unione europea è troppo concentrato sulla crescita economica, quando il suo scopo principale dovrebbe essere quello di sradicare la povertà. Avvertono di "eccessiva fiducia" che i benefici dello sviluppo saranno automaticamente ridistribuiti nel settore privato e che questo potrebbe portare a sbilanciato, non-inclusive una crescita senza reale riduzione della povertà o di disuguaglianza. La commissione indica il crescente divario tra ricchi e poveri sia in via di sviluppo e nei paesi emergenti. Vuole politica di sviluppo dell´Ue per favorire il commercio equo, redistribuzione della ricchezza e giustizia sociale. Esso invita la Commissione a negoziare una riduzione degli aiuti allo sviluppo con paesi a medio reddito. Vuole anche una conferenza internazionale con i paesi Brics di incoraggiare la cooperazione allo sviluppo tra donatore, emergenti e in via di sviluppo. L´ue dovrebbe prendere in considerazione mezzi di cooperazione direttamente con i gruppi regionali di povertà nei paesi a medio reddito, ad esempio, che anche i deputati sostengono che stabiliscono criteri di vulnerabilità per l´utilizzo dei fondi nel nuovo strumento di sviluppo dell´Unione europea di cooperazione. Ciò tiene conto dei livelli di povertà e sviluppo umano e disuguaglianze all´interno di un paese, così come reddito nazionale lordo del paese. La commissione chiede maggiore trasparenza nell´utilizzo dei fondi pubblici destinati all´aiuto allo sviluppo e informazioni specifiche sul ruolo svolto dalla società civile e le autorità regionali e locali, non solo nella realizzazione dei programmi di sviluppo, ma anche nella progettazione di politiche di sviluppo. Fondo - L´ue è il principale donatore mondiale di aiuti allo sviluppo. La Commissione ha proposto modifiche significative alla cooperazione allo sviluppo dell´Ue nel suo documento programmatico "Aumentare l´impatto della politica di sviluppo dell´Ue: un programma per il cambiamento", presentata lo scorso anno .. Le prossime tappe - La risoluzione è stata adottata dalla commissione con 19 voti favorevoli, 3 contrari e nessuna astensione. Il voto in plenaria è provvisoriamente prevista per settembre.  
   
   
LA ZONA EURO RISCHIA DI PERDERE ALTRI 4,5 MILIONI DI POSTI. UN RAPPORTO DELL´ILO ISTITUTO INTERNAZIONALE DI STUDI DEL LAVORO, ESORTA UN CAMBIAMENTO DI POLITICA CONCERTATA VERSO LA CREAZIONE DI POSTI DI LAVORO  
 
 Ginevra , 12 luglio 2012 - La disoccupazione nella zona euro potrebbe raggiungere quasi 22 milioni nei prossimi quattro anni, in crescita da 17,4 milioni di euro, a meno che naturalmente il cambiamento delle politiche in modo concertato, lo dice in un rapporto Oil intitolato "crisi occupazionale della zona euro: tendenze e politiche risposte " . Lo studio avverte che senza un cambiamento nella direzione politica di tutti i paesi della zona euro, sia quelle attualmente in fase di stress e le loro controparti più sane -. Soffrirà "Non è solo la zona euro che è in difficoltà, l´intera economia mondiale è a rischio di contagio", ha dichiarato Il Direttore Generale dell´Ilo Juan Somavia. "Se non vengono prese misure mirate ad aumentare gli investimenti all´economia reale, la crisi economica si approfondirà e la ripresa dell´occupazione non potrà mai decollare. Abbiamo anche bisogno di un consenso globale su un percorso nuovo per il lavoro ad alta intensità di crescita e globalizzazione. Questa è una responsabilità importante la leadership delle Nazioni Unite, il sistema di Bretton Woods e il G-20 ", ha aggiunto. Voluminosi Le conseguenze di una recessione del mercato del lavoro sarebbe particolarmente grave nel breve termine per chi cerca lavoro giovani. La disoccupazione è aumentata in modo più oltre la metà della regione 17 paesi dal 2010 e oltre tre milioni di giovani 15-24 anni sono disoccupati. Più di un terzo delle persone in età lavorativa nella zona euro sono o disoccupati o esclusi dal mercato del lavoro, e la disoccupazione di lunga durata è in aumento. Economie della zona euro più forte anche a rischio - Perdite di posti di lavoro sono stati particolarmente acuto nel Sud Europa, ma anche Austria, Belgio, Germania, Lussemburgo e Malta - gli unici paesi dove l´occupazione è aumentato dal 2008 - stanno vedendo i segni che la situazione del mercato del lavoro non può più essere quello di migliorare. I posti di lavoro distruzione avrebbe potuto essere anche peggio, le aziende sembrano aver mantenuto i lavoratori, nella speranza che le condizioni economiche sarebbero migliorate. Se le loro aspettative non si avverano, la ritenzione dei lavoratori può diventare insostenibile, portando a significative perdite di posti di lavoro. In breve, tutte le prove indicano il rischio di una recessione prolungata del mercato del lavoro, minacciando la sostenibilità della moneta unica. Allo stesso tempo, la situazione posti di lavoro sta alimentando tensioni sociali e di erodere la fiducia nelle banche e il sistema finanziario, i governi nazionali e istituzioni europee. Finestra di opportunità - Il rapporto mostra che, abbracciando una strategia di crescita della zona euro con posti di lavoro al suo centro, una ripresa è ancora possibile all´interno di una moneta unica impostazione. La finestra di opportunità si sta chiudendo. Ma il Patto globale per l´occupazione e la Call for Action sulla crisi dell´occupazione giovanile , recentemente lanciato dalla Conferenza internazionale del lavoro, offrono un portafoglio di politiche, che i paesi della zona euro possono continuare ad attingere. Secondo il rapporto, austerità ha portato a più deboli crescita economica e un peggioramento dei bilanci delle banche, portando ad un´ulteriore contrazione del credito e gli investimenti si ripercuotono negativamente e le perdite di posti di lavoro. Mette in evidenza il problema che le economie della zona euro dove la disoccupazione è in crescita sono riduzione delle risorse per aiutare chi cerca lavoro. È vero il contrario in economie più forti. Accordo sull´ampliamento della base imponibile attraverso il dialogo sociale potrebbe contribuire al finanziamento della pro-occupazione programmi ove necessario per uscire dalla trappola austerità, la relazione raccomanda: Riparare il sistema finanziario a condizione alla ripresa del credito alle piccole imprese. Fare azionisti pagare per i salvataggi non solo sarebbe giusto ma anche ridurre la necessità di denaro dei contribuenti o di ulteriori misure di austerità. Promuovere gli investimenti e sostenere chi cerca lavoro, soprattutto per i giovani lavoratori. A "garanzia per i giovani", con un costo stimato inferiore a 0,5 per cento della spesa pubblica della zona euro potrebbe essere attuate rapidamente. Per finanziare questo, c´è una necessità di riorientare Fondi strutturali europei e mobilitare la Banca europea per gli investimenti. Affrontare le differenze di competitività tra i paesi della zona euro. Questo apre una nuova opportunità per il dialogo sociale per garantire che i) i redditi da lavoro crescono in linea con la produttività nelle economie più forti; ii) la moderazione del reddito nei paesi in deficit è integrata con le politiche per aumentare la base industriale, e iii) una spirale al ribasso salari e diritti dei lavoratori viene impedito. Vi è un maggiore coordinamento a seguito della dichiarazione del vertice dell´euro alla fine di giugno e di azione proposto dalla Commissione europea per la stabilità, la crescita e l´occupazione e il pacchetto per l´occupazione. Ma queste dichiarazioni devono essere seguite da azioni politiche concrete. Riconquistare la fiducia e il sostegno dei lavoratori e delle imprese per attuare le riforme necessarie ". R. Torres "Non è facile mettersi d´accordo su una strategia concertata, date le posizioni dei diversi paesi. Tuttavia, senza una svolta politica di richiesta di riconquistare la fiducia e il sostegno dei lavoratori e delle imprese, sarà difficile attuare le riforme necessarie per rimettere la zona euro su un percorso di stabilità e crescita ", ha dichiarato Raymond Torres, direttore di International dell´Oil Institute for Labour Studies e autore principale del rapporto.  
   
   
EUREGIO: DURNWALDER COINVOLGE I SINDACATI NELL´ATTIVITÀ DEL GECT  
 
Bolzano, 12 luglio 2012 - "Il coinvolgimento delle parti sociali nelle iniziative dell´Euregio attraverso il Gect potrà portare un significativo contributo all´elaborazione dei programmi, in particolare nelle tematiche sociali e del lavoro": è quanto ha sottolineato il presidente della Provincia Luis Durnwalder incontrando l’ 11 luglio a Bolzano una delegazione dei sindacati di Alto Adige, Trentino e Tirolo. Il Gruppo europeo di cooperazione territoriale (Gect) "Euregio Tirol-alto Adige-trentino", riconosciuto giuridicamente dai Governi nazionali e dall´Ue, ha avviato il concreto lavoro di collaborazione tra i tre territori alpini. L´attività del Gect, strumento istituzionale e operativo dell´Euregio, è stata approfondita a Palazzo Widmann nel colloquio tra il presidente Durnwalder - attualmente, in base al principio della rotazione, presidente del Gect - e una delegazione dei sindacati di Alto Adige, Trentino e Tirolo riuniti nel Consiglio sindacale interregionale Alpi centrali. Durnwalder ha concordato con i sindacati sull´opportunità di avviare una partnership anche a livello transfrontaliero: "Un coinvolgimento dei sindacati dell´area alpina nelle iniziative del Gect dell´Euregio è sicuramente auspicabile, in particolare per le proposte che potranno avanzare nei settori del lavoro e del sociale, ma anche nell´edilizia abitativa, nella formazione e nella tutela dell´ambiente", ha sottolineato il Presidente. Obiettivo della cooperazione transfrontaliera, ha ricordato Durnwalder, è infatti quello di "avviare programmi congiunti alla ricerca di soluzioni fattibili e pragmatiche alle questioni che lungo l’asse del Brennero interessano le nostre popolazioni. E siamo ovviamente aperti ai contributi delle parti sociali."  
   
   
“FORMAZIONE, L’EUROPA CONDIVIDA DEGLI OBIETTIVI PER IL RILANCIO DELL’OCCUPAZIONE” IERI A TRENTO L’INCONTRO DEDICATO A TRACE, IL PROGETTO EUROPEO GUIDATO DA AGENZIA DEL LAVORO  
 
Trento, 12 luglio 2012 - “L’europa deve darsi degli obiettivi comuni così da garantire il reinserimento dei disoccupati nel mondo del lavoro. Ogni Stato ha condizioni diverse rispetto alle altre nazioni europee, ma questo deve essere uno stimolo e non un freno a concordare le finalità delle diverse politiche economiche e di mercato del lavoro”. Gli esperti di sei paesi europei si sono ritrovati ieri a Trento su iniziativa di Agenzia del Lavoro che, presso la sala conferenze della facoltà di economia dell’Università degli Studi di Trento ha presentato il progetto "Trace - Activation, Capability and Empowerment”. Il progetto, finanziato dalla comunità europea intende definire un modello transnazionale di intervento di politica formativa e del lavoro, orientato a favorire il ritorno nel mercato del lavoro di lavoratori disoccupati. La conferenza finale del progetto Trace ha posto le basi per un modello transnazionale di intervento e di definizione degli obiettivi per migliorare nei vari Paesi europei l’accessibilità dei lavoratori disoccupati alla formazione e al ritorno nel mercato del lavoro. Il fine del progetto - che vede Agenzia del lavoro tra i partner europei - è di implementare adeguati modelli di sviluppo e di soluzioni di politiche nel campo della formazione e del lavoro. “Stiamo lavorando - come spiega la dirigente di Agenzia del Lavoro, Antonella Chiusole - per condividere tra le nazioni le metodologie migliori, le best practice per individuare strumenti efficaci a contrastare la disoccupazione e a favorire il ritorno dei disoccupati nel mercato del lavoro”. Il Trentino ha presentato le misure introdotte da Agenzia del lavoro a sostegno dell’occupazione e delle imprese chiamate a superare una crisi economica molto profonda. Il caso è stato preso a riferimento dagli esperi di Danimarca, Belgio, Inghilterra, Francia e Portogallo. “Il nostro lavoro - ha spiegato anche Wendy Cooke, di nazionalità inglese - è di individuare degli obiettivi condivisi su cui i singoli Stati saranno poi chiamati a realizzare delle strategie e delle attività per il loro raggiungimento. Non è pensabile, a mio avviso, pensare ad un modello unico europeo per la formazione o contro la disoccupazione. I singoli Stati hanno un mercato del lavoro, una legislazione e delle condizioni sociali ed economiche molto diverse. Pensare di unificare l’Europa sarebbe un impegno che richiederebbe molto tempo; meglio quindi partire dagli obiettivi comuni”.  
   
   
SPENDING REVIEW: CONVOCATO A BOLOGNA IL COORDINAMENTO DEI PRESIDENTI DELLE PROVINCE METROPOLITANE  
 
 Reggio Calabria, 12 luglio 2012 - Si riuniranno venerdì 13 luglio a Bologna (ore 15,30 – Sala Rossa Provincia di Bologna , Via Zamboni 13) i Presidenti delle Province delle aree metropolitane: Antonio Saitta, Presidente della Provincia di Torino, Guido Podestà, Presidente della Provincia di Milano, Francesca Zaccariotto, Presidente della Provincia di Venezia, Beatrice Draghetti, Presidente della Provincia di Bologna, Andrea Barducci, Presidente della Provincia di Firenze, Nicola Zingaretti, Presidente della Provincia di Roma, Luigi Cesaro, Presidente della Provincia di Napoli, Francesco Schittulli, Presidente della Provincia di Bari, Giuseppe Raffa, Presidente della Provincia di Reggio Calabria, e il commissario della Provincia di Genova, Giuseppe Piero Fossati. All’ordine del giorno le norme contenute nel decreto legge sulla spending review rispetto alla istituzione delle Città metropolitane. “E’ necessario approfondire alcuni temi, dal sistema elettorale al modello di gestione – sottolineano i Presidenti – per assicurare che l’istituzione delle Città Metropolitane sia davvero l’occasione per offrire un sistema di governance più moderno ed efficiente alle aree in cui vive il 31% della popolazione nazionale e si produce il 34% del nostro Pil.”. Le funzioni, l’autonomia, la legittimazione, la differenziazione: sono questi i nodi che saranno affrontati dal coordinamento, che stileranno al termine della riunione un documento condiviso da presentare in Parlamento, nel corso dei lavori di conversione in legge del decreto.  
   
   
PRSE 2012-15 AL VIA, TOSCANA: “INNOVAZIONE, INDUSTRIALIZZAZIONE, INTEGRAZIONE LE PAROLE CHIAVE”  
 
Firenze, 12 luglio 2012 – Innovazione, internazionalizzazione, integrazione. Sono queste le parole chiave attorno alle quali ruota il Piano regionale dello sviluppo economico che è la cornice programmatica e finanziaria delle politiche regionali per rafforzare la competitività del sistema produttivo toscano facendo ripartire crescita e sviluppo. Il Prse, che riunisce tutti gli strumenti a disposizione delle imprese di tutti i settori produttivi e dei servizi, è un piano di legislatura: varrà quindi fino al 2015. Il testo è stato approvato ieri dal consiglio regionale. “Quattro sono i temi che l’attraversano – riassume l’assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini commentando il voto – e che puntano a rafforzare prima di tutto le relazioni e il ‘peso’ delle imprese, che potranno rafforzarsi attraverso sinergie e relazioni più stringenti con il sistema della ricerca e dell’innovazione anche attraverso la costituzione di reti, dove ciascuna azienda mantiene la propria autonomia ma può contare su servizi maggiori ed economie di scala. Un altro elemento chiave è il sostegno finanziario alle imprese, attraverso fondi rotativi e di garanzia e strumenti di ingegneria finanziaria, per facilitare l’accesso al credito. Gli altri due aspetti sono internazionalizzazione e attrazione degli investimenti e, ancora, le politiche per l’innovazione”. “Stiamo vivendo una congiuntura difficile – ha detto ancora Simoncini – con un mercato interno pressoché fermo. Per ripartire occorre aiutare le aziende a qualificarsi, ad essere più presenti sui mercati esteri, ad innalzare la propria competitività. Vogliamo favorire le eccellenze toscane, aiutarle a radicarsi e ad affermarsi sui mercati mondiali, rafforzando la presenza sostenibile del settore manifatturiero anche attraverso il miglioramento delle infrastrutture e dei servizi. E’ questo lo sforzo messo in campo”. Le principali fonti di finanziamento del Prse sono il Fas e il Fesr e si prevede un ammontare complessivo di risorse di oltre 540 milioni in quattro anni, a cui si aggiungeranno le risorse derivanti dalla nuova programmazione 2014/20 dei fondi strutturali.  
   
   
SPENDING REVIEW: G.R. UMBRIA ESAMINA DECRETO. TAGLI A SANITÀ E TRASPORTI, DISMISSIONI PARTECIPAZIONI SOCIETARIE, SOPPRESSIONE ENTI ED AGENZIE ED ACCORPAMENTI PROVINCE AL CENTRO DELLA DISCUSSIONE. APPROVATO ASSESTAMENTO DI BILANCIO 2012  
 
 Perugia, 12 luglio 2012 - Il decreto sulla spending review emanato dal Governo Monti nei giorni scorsi è stato l’oggetto principale, insieme all’approvazione dell’assestamento di bilancio 2012, della riunione della Giunta regionale che si è svolta ieri mattina a Palazzo Donini. Tre in particolare gli aspetti esaminati che la Presidente Catiuscia Marini e l’assessore al bilancio Gianluca Rossi hanno posto sul tavolo. Il primo riguarda i tagli proposti alla sanità e al trasporto pubblico locale su ferro che le Regioni ritengono inaccettabili ed insostenibili e che saranno al centro dell’incontro odierno dei Presidenti delle Regioni con il Presidente del Consiglio Monti. “La preoccupazione da questo punto di vista è enorme, ha sottolineato la Presidente Marini perché la proposta inciderà in maniera lineare non tanto sulle spese ‘inutili’ quanto piuttosto sui servizi”. Ci sono poi altri due punti sui quali la Giunta Regionale ha avviato i necessari approfondimenti per valutare le ricadute nella nostra regione. Da un lato la prevista dismissione delle partecipazioni azionarie detenute dalla Regione nelle varie società, la soppressione di Enti ed Agenzie regionali ed infine il capitolo riguardante l’accorpamento delle Province che non rientrino nei criteri stabiliti dal Governo nazionale (3000 Km di territorio e 350 mila abitanti). Per quanto riguarda la dismissione delle partecipazioni regionali nelle società, ancora da approfondire nei dettagli del decreto, che potrebbe toccare alcuni punti dell’economia regionale quali ad esempio il settore dell’informatica (Web Red, Centralcom, Consorzio Sir), la società di gestione dell’aeroporto regionale (Sase), la promozione dello sviluppo (Sviluppumbria), la Giunta ha dato mandato alle strutture regionali di predisporre un attento monitoraggio dei potenziali effetti del decreto 95 sulle suddette partecipazioni o società. Identico discorso varrà per l’eventuale soppressione di Enti ed Agenzie, in continuità con il lavoro già iniziato dalla Giunta regionale che ha già portato a numerose riforme con la conseguente soppressione di Arusia, Apt, Comunità montane e Ati. Infine le Province. “Non riteniamo possibile che l’Umbria, così come altre regioni, possa ritrovarsi con una sola provincia che copra l’intero territorio regionale, hanno dichiarato la Presidente Marini e l’assessore Rossi, e l’obiettivo dunque, sia nella fase di conversione del Decreto, sia nella fase di emanazione del prossimo, che in quella in cui il Consiglio delle Autonomie Locali dovrà esprimersi sulla proposta da inviare direttamente al Governo, sentito il parere della Regione, è quello di mantenere due province nella nostra regione ridefinendo tra l’altro anche i poteri e le competenze che sono state assegnate, cosi come indicato dalla riforma. Su questo tema, la Giunta regionale attiverà immediatamente la cabina di regia costituita nel mese di marzo scorso con Upi, Anci e Cal, al fine di accompagnare suddetto percorso riformatore, che entro la metà di agosto possa definire una proposta articolata che sarà sottoposta anche all’attenzione del Consiglio regionale”. La Giunta regionale ha anche approvato la proposta di assestamento del Bilancio 2012, presentata dall’assessore Gianluca Rossi che prevede l’utilizzo di oltre tredici milioni di euro che andranno a coprire per oltre 4 milioni e 200 mila euro interventi di natura corrente in particolare nei settori del trasporto, della cultura e turismo degli interventi antincendio e del sociale. Nove milioni di euro invece saranno impegnati in investimenti che riguardano l’abbattimento delle barriere architettoniche, il cofinanziamento del Piano di Sviluppo Rurale ed interventi delle Comunità Montane, il rischio idraulico e le piccole opere pubbliche. Ulteriori interventi infine su opere pubbliche ed edilizia scolastica saranno realizzati utilizzando le risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate (Fas).  
   
   
BOLZANO: PROVINCE E REGIONE A DIFESA DELL´AUTONOMIA: DELINEATI I PROSSIMI PASSI  
 
Bolzano, 12 luglio 2012 - Incontro urgente con il premier Monti, impugnazione alla Consulta delle norme lesive dell´autonomia, nuova unità di crisi, rilancio della proposta sul nuovo sistema di finanziamento delle Province, informativa al Capo dello Stato e al governo austriaco: sono i principali passi concordati l’ 11 luglio a Bolzano nella seduta straordinaria delle Giunte provinciali di Alto Adige e Trentino e di quella regionale. È durata circa un’ora a Palazzo Widmann la seduta comune delle Giunte provinciali di Alto Adige e Trentino e della Giunta regionale, coordinata dai presidenti Luis Durnwalder e Lorenzo Dellai, per definire una strategia unitaria e i passi da intraprendere dopo le ultime misure del Governo in tema di revisione della spesa pubblica. Il vertice a Palazzo Widmann ha inteso anzitutto mandare un segnale di unità (e di unità di intenti) di Province e Regione nell’azione di tutela dell’autonomia del Trentino Alto Adige. Fermo restando che sono consapevoli della necessità di risparmiare e sono decisi a compartecipare al risanamento statale, ma con equità ed equilibrio. Le tre Giunte hanno ribadito la loro contrarietà sotto due aspetti, quello finanziario e quello istituzionale: da un lato i tagli sono considerati sproporzionati, dall’altro non può essere accettato il metodo di intervento unilaterale del Governo – senza l’intesa con le Province, prevista nello Statuto – su materie che sono di competenza dell’autonomia. Sul piano finanziario, hanno ricordato Durnwalder e Dellai, dal 2009 lo Stato ha chiesto ai territori locali una quantità irragionevole di risorse prefigurando quasi un accanimento verso le autonomie: circa 800 milioni tra tagli e vincoli al bilancio provinciale a cui si aggiungono i 500 milioni per gli impegni presi con l´Accordo di Milano. Lo Stato, hanno aggiunto i governatori, non può richiedere tre volte tanto quanto spende annualmente per i suoi servizi sul territorio. Ci sono poi le previsioni del Governo che entrano direttamente nelle norme dell’autonomia: "Si rischia di svuotare lo Statuto – ha specificato Durnwalder - attraverso un’invasione normativa dello Stato. Ma l’autonomia dell’Alto Adige ha competenze specifiche ed è ancorata sul piano internazionale, questo anche un Governo tecnico deve accettarlo." Alto Adige e Trentino, gli ha fatto eco Dellai, "non sono una categoria, una corporazione o uffici decentrati dello Stato: sono due istituzioni." Il vertice ha delineato i prossimi passi che le due Province intendono fare assieme: la richiesta di un incontro urgente con il premier Monti (per riaprire la negoziazione e fissare una quota fissa di compartecipazione al risanamento del deficit), il rilancio della proposta sul finanziamento dell’autonomia già presentata al Governo a febbraio (assunzione da parte della Provincia dei costi sostenuti dallo Stato e di nuove competenze, definizione del patto di stabilità), il ricorso alla Corte costituzionale per violazione delle prerogative dell’autonomia se il decreto sulla spending review dovesse mantenere le misure previste per le due Province. "Non viene rispettato l’Accordo di Milano che ha valore costituzionale", hanno ricordato i Presidenti. Le tre Giunta hanno valutato inoltre di interessare della questione le massime cariche istituzionali, a cominciare dal Capo dello Stato: "Vogliamo informare delle nostre preoccupazioni il presidente Napolitano non per trascinarlo in dispute politiche o finanziarie, ma perché è molto sensibile ai temi dell’autonomia", ha detto Dellai. Dal canto suo Durnwalder non ha escluso un’informativa al governo austriaco, "non per lamentarci delle questioni finanziarie, ma nel caso di mancato rispetto delle norme dell’autonomia e di lento svuotamento di quel quadro giuridico entro il quale nel 1992 l’Austria ha firmato la quietanza liberatoria." Si punta ora a intensificare il lavoro di squadra anche con i parlamentari regionali mentre parallelamente è stato costituito un gruppo di lavoro permanente dei tecnici, una sorta di unità di crisi che dovrà monitorare e fornire un’interpretazione giuridica delle norme licenziate dal Governo.  
   
   
"NUOVE PROVINCE DEVONO GOVERNARE AREA VASTA DEL TUTTO INSUFFICIENTI LE FUNZIONI ASSEGNATE DAL DECRETO  
 
Firenze, 12 luglio 2012 - "Le funzioni del decreto legge sulla spending review sono del tutto insufficienti per assicurare alle nuove Province, più grandi e quindi con più responsabilità sul territorio, di governare l´area vasta": lo dichiara il presidente dell´Upi, Giuseppe Castiglione, ribadendo come "la nostra piena disponibilità a riorganizzare le Province è sempre stata strettamente legata alla volontà di riformare l´amministrazione dei territori. Non vogliamo che tutto si trasformi nell´ennesimo provvedimento inutile, seguendo le sciagurate orme del salva Italia". Con la spending review le Province non saranno tagliate, osserva Castiglione, "piuttosto cambieranno: diventeranno piu" grandi dal punto di vista dell´estensione territoriale e necessariamente dovranno avere tutti i compiti che spettano a istituzioni di questa portata. Per questo dovranno avere tutte le funzioni che riguardano il mercato del lavoro, dai servizi per l´occupazione ai centri per l´impiego. E, strettamente legate a queste, le funzioni sulla formazione professionale". Di questi, ricorda il presidente dell´Upi, "ci occupiamo ormai da 20 anni, e, nonostante fino a oggi vi sia stato scarso interesse da parte dello Stato centrale, che non ha mai investito risorse in strumenti cosi importanti per i cittadini, abbiamo costruito modelli d´eccellenza che ci sono stati riconosciuti anche dal ministro Fornero. Interrompere questo percorso, proprio ora, con la gravissima crisi occupazionale che il Paese attraversa, significherebbe privare i cittadini di servizi essenziali". Castiglione punta poi il dito su un altro tema che definisce "imprescindibile", vale a dire l´edilizia scolastica: a oggi "noi ci occupiamo di oltre 3000 edifici scolastici in cui studiano ragazzi che vengono da tutti i comuni delle Province. Spezzettare questo patrimonio e mandarlo in capo ai comuni, spesso piccoli e piccolissimi, vuol dire rischiare di gettare nel caos tutto il sistema dell´istruzione secondaria superiore. Per questo ci rivolgeremo al Parlamento, e al Senato in prima battuta, che è chiamato da subito ad esaminare la spending review, per riportare in capo alle Province - conclude - queste e altre funzioni, dall´ambiente alla difesa del suolo alla pianificazione territoriale".  
   
   
CAMPOBASSO, PRIMO FORUM PA ADRIATICO-IONICA  
 
Campobasso, 12 luglio 2012 - «La Pubblica Amministrazione ha un ruolo fondamentale in ogni progetto o iniziativa di sviluppo di una società in generale, ma anche dell´economia nei suoi vari aspetti singolari in particolare. Con questa consapevolezza abbiamo aderito al progetto che mira a realizzare nella nostra regione un luogo di coordinamento delle politiche di alta formazione per le Pubbliche Amministrazioni, portato avanti dall´Eipa e rivolte all´area Adriatico-ionica. Un´area che ha un interesse sicuramente legato al Bacino Adriatico, ma che ha l´ambizione di avere un orizzonte rivolto al Mediterraneo e, in generale, all´intera Europa. Abbiamo l´interesse come Regione Molise, ma anche come Euroregione Adriatico-ionica, di scambiare buone pratiche amministrative e di implementare la formazione dei nostri funzionari e dirigenti al fine di creare una Pubblica Amministrazione che deve poter svolgere appieno le sue funzioni di fornitore di servizi, di vigilanza e controllo, di sostegno concreto ed effettivo alle libere iniziative dei cittadini e delle imprese». Lo ha detto il Presidente della Regione Molise, anche nella sua veste di Presidente dell´Euroregione Adriatico-ionica, Michele Iorio, aprendo nel primo pomeriggio del 10 luglio, presso l´Hotel Centrum Plalace di Campobasso, i lavori del "Forum della Pubblica Amministrazione Adriatico-ionica". Nel Forum, organizzato dalla stessa Regione Molise, dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dal Fondo Sociale della Ue, è stato presentato anche il progetto Airpas. Airpas (Adriatic Ionian Public Administration) è un progetto gestito dall´Istituto Europeo di Pubblica Amministrazione (Eipa) e finanziato dalla Regione Molise nell´ambito del Fondo Sociale Europeo. L´obiettivo del progetto è la costituzione di un Centro di Alta formazione regionale, Airpas, a Campobasso, finalizzato alla promozione dello sviluppo locale, all´occupazione e all´innovazione, al fine di rafforzare e migliorare le competenze amministrative e professionali nella cooperazione transnazionale ed interregionale. Nell´ambito del progetto, Eipa ha organizzato a Campobasso il primo Forum della Pubblica Amministrazione Adriatico-ionica, che si è aperto oggi e si chiuderà il prossimo 12 luglio. Il Forum riunirà un vasto pubblico composto da: esperti e rappresentanti delle autorità regionali e locali, del settore produttivo, accademico, delle organizzazioni internazionali, per dibattere e scambiare informazioni sui fabbisogni formativi e per rafforzare la cooperazione internazionale. Durante i tre giorni del Forum, saranno presentate e discusse tematiche europee di interesse strategico per la Pubblica Amministrazione. Al termine di ogni sessione di docenza plenaria, i partecipanti saranno divisi in tre gruppi di lavoro e dovranno individuare, sulla base delle proprie competenze e ruoli, i bisogni formativi in relazione all´argomento discusso nella sessione plenaria.  
   
   
CAMPANIA: GIUNTA REGIONALE, I PROVVEDIMENTI. APPROVATO PROTOCOLLO GRANDE PROGETTO RISANAMENTO AMBIENTALE CORPI IDRICI AREE INTERNE  
 
 Napoli, 12 luglio 2012 - Si è riunita a palazzo Santa Lucia la Giunta regionale della Campania, presieduta da Stefano Caldoro. Su proposta del presidente, è stato approvato il protocollo d´intesa con Arcadis per il via libera al Grande Progetto "Risanamento ambientale dei corpi idrici superficiali delle aree interne", per il quale l´Agenzia per la Difesa del Suolo realizzerà 37 interventi, di cui 22 in provincia di Avellino, 5 in quella di Benevento e 10 in quella di Caserta. D´intesa con lassessore ai Trasporti Sergio Vetrella, è stato approvato lo schema di protocollo con i ministeri delle Infrastrutture, per la Coesione Territoriale e Rete Ferroviaria Italiana per il coordinamento congiunto ai fini della realizzazione della direttrice ferroviaria Napoli-bari. In campo sanitario, è stato recepito l´accordo tra Governo, Regioni, Province ed Autonomie relativo alla presa in carico globale delle persone con malattie neuromuscolari, al fine di omogeneizzare le procedure di riconoscimento dell´invalidità e promuovere l´utilizzo di percorsi a garanzia della continuità assistenziale. E´ stata altresì istituita, nell´ambito del Piano regionale Amianto, l´Unità Operativa Amianto presso l´Asl Napoli 1. La Giunta ha altresì ratificato le decisioni assunte dall´assemblea della Sma Campania in relazione alla ricostituzione e alla rimodulazione del capitale sociale, in conseguenza del fatto che la Regione è divenuta titolare del 100% delle azioni, e al recupero dei crediti vantati nei confronti del gruppo Intini. Di intesa con l´assessore all´Ambiente Giovanni Romano, è stata approvata la presa d´atto dell´Accordo di Programma sulle Compensazioni ambientali in Campania e sugli interventi da realizzare. Su proposta congiunta degli assessori al Bilancio Gaetano Giancane e alle Autonomie locali Pasquale Sommese sono state acquisiste a bilancio risorse statali a sostegno dell’associazionismo di funzioni e servizi tra Unioni di Comuni e Comunità Montane. Su proposta dell´assessore al Lavoro Severino Nappi, è stato approvato lo schema di protocollo d’intesa da stipularsi con Unicredit, Direzione Territorio Sud, per rafforzare e consolidare le politiche attive del lavoro nell´ambito del Piano di Azione "Campania al Lavoro". Infine, su proposta degli assessori all´Ambiente Giovanni Romano e ai Trasporti Sergio Vetrella è stato dato il via libera al documento di indirizzo per la redazione dei piani di raccolta e gestione dei rifiuti nei porti di competenza della Campania.  
   
   
I CITTADINI DOMANDANO E IL COMUNE RISPONDE, TUTTO ESAURITO PER L´APPUNTAMENTO CON SINDACO E GIUNTA DI PRATO  
 
 Prato, 12 luglio 2012 - Finalissima di Prato Incontra, il 9 luglio alla Corte delle Sculture della biblioteca Lazzerini. Il quinto appuntamento estivo con la rassegna di incontro e confronto sui grandi temi locali, organizzata dal Comune di Prato, ha visto sul palco il sindaco Roberto Cenni e i suoi assessori per una sorta di maxi- intervista su attualità e progettualità dell´amministrazione. La serata, condotta dal caporedattore de La Nazione di Prato Piero Ceccatelli, ha dato l´occasione alla giunta di illustrare il suo lavoro svolto e al tempo stesso gli impegni presi da qui alla fine del mandato. Domande a ruota libera dal pubblico che ha riempito la Corte delle Sculture e dai cittadini che hanno scritto direttamente a La Nazione e al sito www.Pratoincontra.it . La grande intervista collettiva è partita dal sindaco Cenni a cui è stato chiesto come ha fatto a mantenere l´aliquota Imu al minimo mentre gli altri comuni l´hanno aumentata. "Riteniamo ingiusta la tassa e non vogliamo essere complici di una ingiustizia. I Comuni si limitano a fare la parte degli esattori - ha spiegato Roberto Cenni - dopo che una tassa locale, quale era l´Ici, è stata trasformata in una tassa governativa fatta male e che tocca pesantemente cittadini e imprese. Trovo scandaloso - ha concluso il sindaco - l´ammontare dell´aliquota su seconde case e attività, in un momento in cui ci sarebbe bisogno di aiuti e non di penalizzazioni per rimettere in moto l´economia". Chiarezza sulla gara del gas è stata chiesta all´assessore Filippo Bernocchi: "Sostengo da sempre - ha detto - che le aziende pubbliche devono andare sul mercato perché le amministrazioni non se le possono più permettere. Quanto a Estra-consiag, trovo scandaloso che nessuno del centrosinistra si sia scandalizzato per le manovre interne all´azienda che hanno cercato in tutti i modi di ostacolare il sacrosanto diritto del Comune di Prato di rivolgersi al mercato: ci sono e-mail, documenti, fogli e foglietti che illustrano chiaramente il comportamento dell´azienda. L´antitrust ha addirittura condannato Estra-consiag per il suo atteggiamento, e ancora prima che fosse il capogruppo del Pd in Consiglio comunale a rivolgersi alla magistratura per un accordo che ha un suo perché, lo abbiamo fatto noi e spero davvero che prima o poi qualcuno si faccia vivo. Quanto all´accordo rispetto al quale il centrosinistra si è scandalizzato, è bene sottolineare che ha permesso al Comune di recuperare soldi suoi rimasti nelle casse di Consiag, azienda che per anni si è arricchita alle spalle dei cittadini. Dalla gara, arriveranno 18 milioni nei prossimi due anni, soldi che utilizzeremo per investimenti e infrastrutture, una cifra cospicua in un momento di difficoltà economica generale. In sostanza, voglio dire che nella vicenda del gas abbiamo tolto ai ricchi, Consiag e Estra, per dare ai poveri, la città di Prato". Sicurezza e degrado i temi portati all´attenzione dell´assessore Aldo Milone che ha apertamente criticato le leggi italiane che non consentono di incidere sulla lotta alla criminalità diffusa. "Le maglie sono larghe - ha detto - continuiamo ad arrestare spacciatori e delinquenti che puntualmente escono dal carcere e ricominciano a commettere reati. E´ un braccio di ferro continuo. Questa giunta ha fatto molto, ricordo l´ordinanza di chiusura a mezzanotte per bar e ristoranti nel Macrolotto Zero che ha dato pace ai residenti, e l´ordinanza che vietava l´uso di bevande alcoliche in una parte della città. Poi è intervenuta la giustizia amministrativa, ma i buoni risultati di quelle operazioni sono stati misurati con mano da tutti. In questo momento stiamo lavorando ad una ordinanza per vietare in maniera assoluta l´uso di bevande alcoliche nel triangolo alle spalle di piazza Duomo, vale a dire via Pier Cironi, via Santa Margherita, via Canto alle Tre Gore. Crediamo che questa possa essere una soluzione per ristabilire sicurezza, dignità e vivibilità a quella parte del centro storico. Infine, il Nas sta facendo diversi controlli che in qualche caso hanno portato alla chiusura di locali e minimarket. In definitiva, la stretta è continua proprio perché tutti siamo consapevoli dei disagi che si vivono in alcune zone della città". Case popolari e graduatorie, questo l´argomento affrontato dall´assessore al Sociale Dante Mondanelli. "Prato sconta il fatto di essere fanalino di coda in Toscana per numero di alloggi di edilizia popolare. Qui - ha detto - ce ne sono appena 1.400, mentre ce ne sono 12mila a Firenze, più di 6mila a Pisa, 4mila a Lucca, 3.500 a Arezzo, 1.400 a Empoli. Non ci siamo arresi ad una situazione drammatica da un punto di vista numerico abbinato al crescente bisogno delle famiglie e abbiamo appena concluso 50 alloggi per le giovani famiglie che riceveranno le chiavi nei prossimi giorni, mentre sono in fase di realizzazione 234 abitazioni e 120 sono in fase di appalto lavori. Praticamente quasi un terzo di tutto quello che è riuscito a fare il Governo di centrosinistra che per più di 60 anni è stato alla guida della città. Quanto alle graduatorie, ci sono punteggi che vengono assegnati in base a criteri precisi su cui l´ amministrazione comunale niente può". Infine l´assessore ai Lavori pubblici Roberto Caverni che ha parlato dei raddoppi degli svincoli di uscita alle rotonde per fluidificare il traffico. "Lo studio condotto sulle rotatorie ci dice che quasi tutte sono state progettate e realizzate in maniera scolastica, questo per dire che qualche problema effettivamente c´è. In alcuni casi è possibile intervenire con correzioni, in altri casi questo non si può fare. Attualmente stiamo rivedendo il complesso delle rotatorie con l´obiettivo di mettere via via mano a quelle più importanti e rendere più scorrevole il traffico con piccoli interventi di aggiustamento. La serata si è chiusa con il sindaco Cenni che ha di nuovo espresso preoccupazione per il futuro della Provincia: "Insisto a dire che qualunque scelta sarà fatta, Prato è la terza città dell´Italia centrale e come tale merita attenzione. So bene quanta fatica abbiamo fatto per raggiungere il titolo di Provincia, che vuol dire prima di tutto servizi e presenza sul territorio delle istituzioni ed è per questo motivo che sono preoccupato perché un ritorno ad altre dimensioni sarebbe difficilmente comprensibile".  
   
   
TRENTINO ALTO ADIGE: RIUNIONE GIUNTE REGIONALE E PROVINCIALI A BOLZANO, DELLAI: SI RISCHIA LO SVUOTAMENTO DELLO STATUTO  
 
 Bolzano, 12 luglio 2012 - Una richiesta d’incontro urgente con il capo del governo Mario Monti, un’unità di crisi tecnica per monitorare la situazione costantemente ed un’informativa al Capo dello Stato Giorgio Napolitano ed al Governo ustriaco. Queste le più importanti decisioni prese ieri a Bolzano dalle giunte regionale e provinciali riunite congiuntamente con i presidenti Lorenzo Dellai e Luis Durnwalder per esaminare la spending review proposta dal governo Monti. Il presidente della Regione Dellai, al termine dell’incontro, ha evidenziato la totale identità di vedute fra Trento e Bolzano su come affrontare la situazione, un’unità di intenti fra le istituzioni autonomistiche del Trentino-alto Adige, ha detto Dellai, che speriamo possa sfociare anche in un’unità fra le popolazioni della nostra terra che devono essere consapevoli e responsabilizzate sul valore della nostra autonomia. I due presidenti Dellai e Durnwalder hanno evidenziato che Trentino e Alto Adige hanno da sempre assunto un atteggiamento di grande responsabilità e di equilibrio nei confronti delle richieste del Governo. Un atteggiamento che è stato tuttavia mortificato, ha sottolineato Dellai, dal metodo seguito dal Governo per operare questi tagli che sono del tutto irragionevoli e che dimostrano come in Italia non sia ancora venuto il momento in cui i più responsabili prevalgano sui furbi. Non siamo uffici decentrati dello Stato, ha aggiunto Dellai e facciamo parte dell’Italia che funziona non di quella sprecona. C’è il rischio, hanno evidenziato entrambi i presidenti, che lo Statuto d’Autonomia venga svuotato con provvedimenti del tutto iniqui, imposti da Roma che violano la natura pattizia dello Statuto e che sono un vero e proprio accanimento nei confronti della specialità del Trentino-alto Adige, visto che si parla di circa un 30% di taglio delle risorse. Da questa situazione nasce la richiesta di un incontro urgente con il presidente Monti, nel quale sarà ripresentato il documento comune, già proposto a febbraio, al quale non è stata data nessuna risposta. Nel documento si ipotizzava la possibilità che le due province autonome si facessero carico di quanto lo Stato spende con la propria struttura sul territorio del Trentino-alto Adige. E’ stato inoltre deciso di informare il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ed il governo austriaco della situazione. Dellai ha chiarito che il Presidente della Repubblica, che ha sempre dimostrato attenzione e sensibilità per le autonomie speciali, sarà informato con correttezza e con prudenza, non per coinvolgerlo nella diatriba politica con il Governo, ma per metterlo al corrente di uno stato di disagio e del rischio di svuotamento dello Statuto. Infine è stato deciso di costituire, sul piano operativo, un gruppo di lavoro permanente con i dirigenti delle due province autonome al fine di monitorare la situazione e di valutare insieme eventuali ricorsi alla Corte Costituzionale.  
   
   
TORINO: ANTICIPO DELLA CASSA INTEGRAZIONE: PROVINCIA E UNICREDIT RINNOVANO L´INTESA PER UN ANNO SUL TERRITORIO PROVINCIALE AI LAVORATORI DELLE AZIENDE IN CRISI, ANCHE NEI CASI "IN DEROGA", LA BANCA ANTICIPERÀ I FONDI SENZA INTERESSI, SPESE NÉ ONERI AGGIUNTIVI. LA CONVENZIONE AVRÀ DURATA ANNUALE E NON PIÙ SEMESTRALE. IL PLAFOND SALE A 2 MILIONI DI EURO  
 
 Torino, 12 luglio 2012 - È stato rinnovato lunedi 9 luglio da Provincia di Torino e Unicredit l’accordo per l’anticipazione delle indennità di cassa integrazione, compresa quella "in deroga", ai lavoratori residenti sul territorio provinciale. L’accordo rispetto allo scorso anno avrà scadenza annuale e non più semestrale. Aumentato anche il plafond che passa da 1.5 a 2 milioni di euro. Fino a giugno 2013, quindi, i lavoratori sospesi dal lavoro e in attesa del pagamento dall’Inps - in particolare i dipendenti di imprese per le quali sia stata richiesta la concessione del trattamento per ristrutturazione, riorganizzazione, conversione o crisi aziendale (ai sensi della legge 223/91 art. 1) - potranno chiedere un anticipo della cassa integrazione guadagni straordinaria. L’apposito protocollo di intesa è stato sottoscritto tra il presidente della Provincia Antonio Saitta con l’assessore provinciale al lavoro Carlo Chiama e Vladimiro Rambaldi, responsabile Territoriale del Nord Ovest di Unicredit e il direttore Network Famiglie e Pmi di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta Giovanni Forestiero. Il protocollo garantisce ai lavoratori una "copertura economica" nel corso dei sei mesi che solitamente impiega l´Inps a corrispondere le indennità di cassa integrazione, qualora l´azienda non sia in grado di provvedere. Essi riceveranno da Unicredit un anticipo dell’80 per cento della retribuzione netta mensile (in ogni caso non superiore a 900 euro e con un tetto massimo per l’intero periodo, 9 mesi, di 6.000 euro) senza alcun interesse o spesa aggiuntiva, grazie alla costituzione di un fondo dell’ammontare di 2.000.000 euro, in modo da poter continuare a garantire una entrata alla famiglia. La Provincia di Torino si è inoltre impegnata a coprire l’imposta di bollo correlata all’apertura dei conti correnti sui quali accreditare l’anticipazione della cassa integrazione (nel caso non fossero esenti per legge per saldo inferiore a 5.000 euro). Dalla firma dell’accordo Unicredit ha erogato l’anticipo a 800 lavoratori, più della metà dei quali non sono clienti della banca, utilizzando il plafond complessivo stanziato per un totale di 3,5 milioni di euro (la modalità rolling prevede infatti che la quota di plafond utilizzata per ogni singola pratica venga resa nuovamente disponibile alla conclusione della stessa). Un aiuto importante per chi, in questa difficile fase congiunturale dell’economia, vive la necessità di poter continuare a garantire un’entrata in famiglia anche in assenza temporanea di lavoro. L’accordo costituisce inoltre un sostegno per le imprese locali in difficoltà, che potranno così garantire ai propri dipendenti un reddito sostitutivo della retribuzione e concentrarsi sui processi interni di ristrutturazione e riorganizzazione, necessari per fronteggiare la crisi. I 280 sportelli di Unicredit presenti nella provincia di Torino sono a disposizione per ulteriori informazioni. "L’accordo - ha spiegato l’assessore Carlo Chiama - rientra nel più ampio ‘Patto per il lavoro contro la crisi’ predisposto dal nostro Ente per supportare il mercato del lavoro locale e le fasce più deboli della popolazione in questa difficile fase dell’economia. Il protocollo va incontro ad un’esigenza particolarmente sentita sul territorio della nostra provincia, dove il ricorso a tale ammortizzatore sociale ha raggiunto negli ultimi mesi livelli preoccupanti sia in termini di monte ore che di lavoratori coinvolti sintomatici della profonda situazione di difficoltà in cui versano le imprese locali. Non possiamo che ringraziare Unicredit per l’impegno nel promuovere questa iniziativa di sostegno sociale alle famiglie in difficoltà". "Abbiamo voluto dare continuità all’iniziativa avviata negli scorsi anni in collaborazione con la Provincia di Torino - ha sostenuto Vladimiro Rambaldi, Responsabile Territoriale del Nord Ovest di Unicredit - andando così incontro alla concreta necessità di quei lavoratori e di quelle aziende dell’area che stanno ancora attraversando una fase di difficoltà. L’accordo è il frutto della nostra vicinanza alle esigenze del territorio e della proficua collaborazione che stiamo sviluppando con gli enti che lo amministrano ai vari livelli".  
   
   
LA PUGLIA PORTA A CASA 140 MILIONI EURO PER CASSA INTEGRAZ. IN DEROGA  
 
Bari, 12 luglio 2012 - Ieri pomeriggio, presso il Ministero del Lavoro, è stato sottoscritto l´accordo con la Regione Puglia che prevede l´assegnazione delle risorse necessarie per i prossimi mesi per garantire il reddito a migliaia di lavoratori vittime della crisi economica che sta attraversando l´ intero paese. Sono stati sbloccati infatti 140 milioni di euro per gli ammortizzatori sociali in deroga, che finanzieranno la Cig dei lavoratori pugliesi. Secondo l’assessore al Welfare, Elena Gentile “non erano incoraggianti le notizie che giungevano dal Ministero fino a qualche settimana fa: insufficiente lo stanziamento previsto per il fabbisogno stimato per i trattamenti di cassa integrazione guadagni, di mobilità e di disoccupazione speciale”. “Le preoccupazioni del Governo regionale – prosegue - sono cresciute via via anche in relazione al clima più complessivo di incertezze legato alle nuove norme, contenute nella legge di riforma del mercato del lavoro, per gli ammortizzatori sociali. Grazie all´intervento dell´Assessorato regionale al Lavoro, alle ripetute sollecitazioni del Presidente Vendola e alla autorevole presa di posizione dalle segreterie regionali di Cgil,cisl e Uil in più momenti pubblici, oggi portiamo a casa un risultato importante che - pur lontano dalle nostre aspettative - ci consente, anche se con qualche difficoltà, di dare continuità di reddito ai lavoratori e alle lavoratrici pugliesi”. “Parliamo – conclude la Gentile - di circa 30.000 lavoratori e lavoratrici che con la sottoscrizione dell´ accordo di oggi possono tirare un primo respiro di sollievo. Continueremo, così come abbiamo fatto fino ad oggi a rappresentare al Ministero la necessità di implementare le risorse a disposizione della nostra regione, certi del sostegno delle forze sociali e del sistema di impresa pugliese”.  
   
   
QUANTO VALE IL LAVORO DEI VOLONTARI: PRESENTATA IERI UNA RICERCA, COORDINATA DALL’OSSERVATORIO DELL’ECONOMIA CIVILE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI TORINO, CHE APPLICA, PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA, LA METODOLOGIA DI MONETIZZAZIONE DEL LAVORO VOLONTARIO PROPOSTA DALL’ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE DEL LAVORO (ILO).  
 
Torino, 12 luglio 2012 - Calcolare il valore monetario del tempo e del lavoro che i volontari offrono alla collettività: è l’obiettivo che si è posta la ricerca sulla valorizzazione monetaria del volontariato i cui primi risultati sono stati presentati ieri a Palazzo Birago. Promossa da Provincia di Torino e Centro di servizio per il Volontariato Idea Solidale, l’indagine è coordinata dall’Osservatorio sull’economia civile della Camera di commercio di Torino. I risultati derivano dall’analisi di 38 progetti realizzati nell’ambito socio assistenziale e cofinanziati nel 2009 dal Centro di servizio per il volontariato Idea Solidale o dall’Ufficio Terzo Settore del Servizio Solidarietà Sociale della Provincia di Torino. Oltre 1 milione e 300 mila euro è il valore del lavoro volontario realizzato complessivamente all’interno dei progetti analizzati. In termini monetari il lavoro dei volontari è in grado di quadruplicare le risorse messe a disposizione nei progetti considerati. La ricerca - La ricerca applica, per la prima volta in Italia, la proposta dell’Organizzazione Internazionale del lavoro (Ilo) che, attraverso un vero e proprio manuale, cerca di portare unità di raccolta e sistematizzazione di informazioni sul volontariato a livello europeo. La metodologia applicata è quella del “costo di sostituzione completo” (full replacement cost approach) e consiste nell’associare ad ogni ora di lavoro volontario: il tipo attività, la professionalità impiegata nello svolgimento della prestazione[1] e il settore economico di appartenenza[2]. Si tratta di un metodo che traduce in termini monetari comparabili con altre forme di finanziamento l’investimento monetario con cui il volontariato contribuisce alla crescita socio-economica. Secondo questa metodologia, nell’ambito dei 38 progetti presi in considerazione, più di 40 professionalità diverse coinvolte e quasi 87mila ore di lavoro, valgono in termini monetari oltre 1 milione e 300 mila euro.
Anno 2009 Bando Pv Di Torino Bando Idea Solidale Totale
Progetti esaminati 25 13 38
Figure professionali coinvolte 36 19 43 (12 comuni)
Ore di lavoro volontario effettuate 58.028 28.681 86.709
contributo esterno ricevuto dalle odv* (A) contributo economico proprio delle odv* (B) Totale Costo Del Progetto (C) valorizzazione economica lavoro volontario (D) Totale Valore Del Progetto (C) + (D)
Provincia Di Torino 253.521 43.730 297.252 921.494 1.218.745
Idea Solidale 141.203 50.221 191.424 387.741 579.165
Totale 394.724 93.951 488.676 1.309.235 1.797.910
* Odv – Organizzazioni di Volontariato Le organizzazioni di volontariato (Odv) hanno ricevuto nell´arco del 2009 per i 25 progetti presentati alla Provincia di Torino e i 13 presentati a Idea Solidale rispettivamente 253mila euro e 141mila euro per un totale di 394mila euro. A questi contributi si aggiungono 93mila euro di risorse economiche proprie. Complessivamente dunque i 38 progetti analizzati sono stati finanziati per 488mila euro. La valorizzazione economica del tempo e della professionalità spesi dai volontari per la realizzazione di tali progetti è stimata per difetto in 1milione300mila euro. Il lavoro del volontariato, dunque, valutato in termini monetari, rappresenta un ulteriore “co-finanziamento” in grado di quadruplicare le risorse messe a disposizione dei progetti valutati. Un dato non secondario, che potrebbe spingere la promozione di nuove politiche per lo sviluppo del volontariato. “La ricerca evidenzia quanto sia positivo investire nel settore del volontariato. Oltre agli aspetti etici e relazionali, infatti, esiste un vero e proprio effetto moltiplicatore, anche economico, che restituisce alla comunità molto di più di quanto finanziato in origine - sottolinea Aldo Romagnolli, presidente dell’Osservatorio sull’economia civile della Camera di commercio di Torino e prosegue – Per questo motivo come Osservatorio, con un’ottica privilegiata e attenta al settore non profit, riteniamo fondamentale che i volontari e le loro associazioni collaborino con altre espressioni organizzate di cittadini. Penso in particolare al mondo della cooperazione sociale che opera, con le sue imprese, per offrire lavoro vero e stabile a persone svantaggiate e per gestire servizi senza finalità di lucro con obiettivi di qualità, efficienza e giusta remunerazione del lavoro.” Aggiunge Mariagiuseppina Puglisi, assessore alle politiche sociali della Provincia di Torino: “In un periodo di tagli finanziari drastici che colpiscono in modo particolare i settori sociali più deboli e addirittura spingono nuove fasce di cittadini verso la marginalità, il volontariato non è solo una risorsa preziosa, è purtroppo quasi una necessità. E i numeri di questa ricerca ci dicono che il loro lavoro va ben oltre le aspettative. Quello che i numeri non dicono, ma che certo non è meno importante, è il valore non puramente finanziario, ma umano, mirato anche a rinsaldare il senso di comunità e di identità sociale, che contraddistingue il lavoro del volontariato: anche questo aspetto ha una sua ricaduta economica positiva, anche se meno facilmente calcolabile”. “Nel portare avanti la ricerca, la nostra scelta è stata orientata nella direzione di offrire un contributo di misurazione reale, attraverso l’esame di svariati progetti di intervento, applicando un metodo per una valorizzazione del lavoro volontario svolto e determinandone entità e incidenza – spiega Luciano Dematteis, presidente del Centro Servizi per il Volontariato Idea Solidale – Senza pretese di rappresentatività statistica, ma consapevoli che i dati si commentino da soli anche dall’esame di un campione relativamente limitato, emerge con forza l’entità dell’”investimento” che le organizzazioni di volontariato mettono in campo, attraverso il lavoro dei proprio volontari, per la propria comunità e quindi, per estensione, per la comunità nazionale. Un investimento che i tradizionali indicatori economici, Pil in primis, non misurano”. Barbara Basacco, coordinatrice della ricerca, conclude sottolineando un aspetto non secondario nell’interpretazione dei dati: “La ricerca, anche se riferita a pochi progetti e pur basandosi su valutazioni prudenziali, dimostra senza ombra di dubbio che con il loro lavoro i volontari mettono a disposizione del bene comune un ”co-finanziamento” molto elevato. Attenzione, però, a non stravolgere il senso dei risultati. Sarebbe fuorviante, infatti, considerare il lavoro dei volontari un investimento utilizzabile per colmare lacune dei bilanci pubblici nella gestione di servizi socio-assistenziali o per sostituire personale regolarmente retribuito. La tentazione può essere elevata, in particolare in un momento di crisi come quello attuale, ma si tratterebbe di una operazione assai miope e controproducente perché la riduzione del costo dei servizi, ottenibile nel breve periodo stravolgendo le finalità e la ragion d’esser del lavoro volontario, distruggerebbe il vero volontariato e la sua capacità di generare valore per la collettività». L’indagine proseguirà nella seconda parte dell’anno, applicando sempre la metodologia proposta dall’Ilo, questa volta finalizzata a monetizzare il valore dell’attività ordinaria di alcune organizzazioni di volontariato sul territorio. L’attività di ricerca è condotta da un gruppo di lavoro di cui fanno parte: Chiara Arduino e Giuseppina Rossi, della Provincia di Torino; Enrico Bussolino, Francesca Cossiga e Federico Prelle, del Centro di Servizio per il Volontario Idea Solidale; Pierluigi Ossola e Barbara Basacco, dell’Osservatorio sull’economia civile della Camera di commercio di Torino.
 
   
   
MOLISE, UN MILIONE DI EURO DI CONTRIBUTO PER IL CREDITO D´IMPOSTA  
 
Campobasso, 12 luglio 2012 - La Giunta regionale, su proposta del Presidente Michele Iorio, ha attivato le procedure, che prevedono l´impegno finanziario di 1 milione di euro provenienti dal Fondo Sociale Europeo, per l´istituzione di un contributo per il credito d´imposta al fine di creare nuovo lavoro stabile in Molise per i soggetti definiti dalla Ce "svantaggiati" o "molto svantaggiati". L´iniziativa si inserisce nell´ambito del Piano d´Azione sulla Coesione Territoriale, scaturito dagli accordi firmati tra Governo nazionale, la Commissione Europea e le varie regioni italiane, tra cui il Molise. «Questi fondi - ha detto il Presidente Iorio - daranno una nuova boccata d´ossigeno sia alle aziende, che potranno dotarsi di nuovo personale con costi ridotti e quindi aumentare la loro capacità produttiva, sia ai lavoratori che potranno così giovarsi di una nuova occasione occupazionale in un periodo molto difficile come quello che stiamo vivendo, caratterizzato da una forte crisi economica-finanziaria internazionale».  
   
   
POSTE, EMILIA ROMAGNA: "NON PENALIZZARE I PICCOLI COMUNI"  
 
Bologna, 12 luglio 2012 - “La Regione Emilia-romagna condivide l’allarme lanciato da sindaci e da molte parti sociali per i possibili problemi per cittadini, imprese e territori derivanti da una riduzione dell’offerta nei servizi gestiti da Poste Italiane, specie nei Comuni di montagna. Una ulteriore riduzione dell’offerta del servizio peserebbe infatti sulla vita di persone che già vivono in situazioni di fragilità e precarietà, soprattutto nelle zone colpite dal terremoto del 20 e 29 maggio scorsi”. Simonetta Saliera, vicepresidente e assessore al Bilancio della Regione Emilia-romagna, interviene sul tema della riorganizzazioine degli uffici postali, tema ancora più all’ordine del giorno soprattutto alla luce delle ipotesi circolate proprio oggi di una severa riduzione degli uffici nei Comuni della regione. Già il 20 marzo scorso, Saliera aveva inviato una lettera a Poste Italiane in cui, citando le tantissime segnalazioni arrivate da sindaci e cittadini, chiedeva “di conoscere la strategia che la stessa Posta Italiane intende praticare nei piccoli Comuni e nelle zone di montagna nella speranza che si possano trovare da parte delle poste delle soluzioni che non penalizzino i cittadini e le imprese operanti in suddette zone”. Sollecitazione a trovare una soluzione che è stata ribadita ancora oggi con una nuova lettera a Poste Italiane.  
   
   
IMMIGRAZIONE: CONSEGNATI ATTESTATI IN UMBRIA A DONNE IMMIGRATE PER PROGETTO “LINGUA ITALIANA: MI FIDO DI TE”  
 
 Perugia, 12 luglio 2012 - L´integrazione delle persone immigrate passa anche attraverso una conoscenza più approfondita della lingua e della cultura italiana: con questo obiettivo la Regione Umbria ha attivato il progetto "Lingua italiana: mi fido di te", a favore di donne immigrate che il 10 luglio , a Perugia, nella sede della Giunta regionale di Palazzo Donini, hanno ricevuto gli attestati di partecipazione ai corsi. Il Progetto è stato finanziato dal Ministero dell´Interno, nell´ambito del Fondo Europeo per l´Integrazione dei cittadini dei Paesi Terzi e ha visto, complessivamente, la realizzazione in maniera diffusa sul territorio regionale di 23 corsi di italiano, 11 laboratori ludico ricreativi per minori, 9 "incontri con le città", finalizzati a far conoscere il territorio di accoglienza dal punto di vista storico, ambientale e artistico, attività queste che hanno consentito il coinvolgimento di oltre 500 donne immigrate appartenenti a tante diverse nazionalità. L´iniziativa, realizzata in collaborazione con i partner di progetto, Cidis Onlus, Villa Montesca e Confartigianato Umbria, si concluderà con la realizzazione di un´indagine conoscitiva volta a rilevare il fabbisogno di formazione linguistica degli immigrati, tenuto conto di quella che è stata l´offerta formativa degli ultimi 3 anni e al fine di evidenziare in modo reale la tipologia e il numero di corsi necessari nel prossimo futuro a livello territoriale. "Il progetto - ha riferito la vicepresidente della Regione Umbria, Carla Casciari - ha previsto l´attivazione di corsi di italiano di diversa tipologia e livello, nonchè laboratori didattici per minori, momenti di aggregazione, incontri con i rappresentanti delle istituzioni e iniziative che hanno consentito alle donne coinvolte di sviluppare processi virtuosi di socializzazione e partecipazione". "La forte innovatività del progetto è sintetizzabile nella parola ´prossimità´ - ha aggiunto la vicepresidente - In pratica abbiamo voluto andare incontro alle esigenze di un´utenza spesso invisibile, quella delle donne di culture altre, talvolta analfabete e i cui orizzonti non vanno oltre le mura domestiche, con contatti esterni limitatissimi. Proprio per queste donne sono stati organizzati corsi ´a domicilio´. Piccoli gruppi hanno seguito corsi in moschea, nei negozi etnici, nelle case, e ciò ha consentito di conquistare la fiducia delle comunità di immigrati e di avvicinare le donne più isolate. Per queste donne - ha riferito - esiste un bisogno di integrazione in primo luogo linguistica che, seppure non chiaramente espresso, va sollecitato con determinazione e supportato con modalità adeguate. A tutto ciò si aggiunge un altra forte esigenza di formazione linguistica, chiaramente espressa da parte di tante immigrate già attive nel mondo del lavoro. Inoltre, per favorire la partecipazione ai corsi delle mamme, sono stati previsti laboratori ludico-didattici per intrattenere i bambini. Le attività sono state gestite da educatrici professionali che hanno organizzato attività ricreative che hanno permesso anche ai minori di imparare la lingua italiana". Seguendo questo approccio, nel comune di Perugia sono stati realizzati da Cidis onlus, 3 percorsi di prossimità, un corso di livello A1 e 2 di livello A2, tre laboratori ludico didattici per minori, visite al Consiglio Regionale dell´Umbria, al Bosco Didattico e all´Ecomuseo di Pretola. Complessivamente in corsi attivati sul territorio di Perugia hanno coinvolto circa 100 donne e 30 minori provenienti da più di 20 paesi del mondo e rappresentativi di tutti i 4 continenti (Marocco, Libano, Algeria, Tunisia, Costa d´Avorio, Camerun, Algeria, Tunisia, Iran, Camerun, Ucraina, Russia, Albania, Moldavia, Ecuador, Perù, Venezuela, Nigeria, Brasile, Cina). Delle donne coinvolte nei corsi di livello A2, 22 hanno da poco sostenuto l´esame di certificazione linguistica riconosciuta a livello internazionale, Celi 1 immigrati, anche in vista della richiesta del titolo di soggiorno di lunga durata. Per la buona riuscita delle iniziative è stata preziosa la collaborazione della scuola dell´Infanzia Cortonese, la scuola secondaria di primo grado "Bonazzi-lilli" e l´Ufficio di Cittadinanza di Ponte Felcino, che hanno ospitato alcuni corsi e che hanno fattivamente contribuito alla promozione dei servizi.  
   
   
SERVIZI ALL’INFANZIA: PARTE NELLE MARCHE LA SPERIMENTAZIONE DEI NIDI DOMICILIARI.  
 
Ancona, 12 luglio 2012 - La Regione Marche avvierà la sperimentazione di un servizio innovativo per la prima infanzia: i nidi domiciliari. Si aggiungono agli asili nido pubblici e privati convenzionati, dove una persona, appositamente formata, accoglie nella propria casa altri bambini per accudirli e provvedere a loro, dal gioco al riposo, dall’attività didattica alla pappa, mentre i loro genitori sono al lavoro, come in un vero e proprio asilo. “Il nido domiciliare – spiega l’assessore regionale ai Servizi sociali e alla Famiglia, Luca Marconi – oltre a rispondere alle nuove esigenze delle famiglie, permette di ampliare in numero dei posti-bambino attualmente disponibili sul territorio regionale e permette altresì ai piccoli Comuni, dove non sono presenti nidi per l’infanzia tradizionali, di integrare i propri servizi”. Un servizio flessibile e personalizzato, specialmente negli orari, in piena consonanza con le nuove esigenze dei genitori impegnati in lavori con orari non tradizionali. “Per la realizzazione del programma regionale per lo sviluppo ed il consolidamento del sistema di servizi socio-educativi per la prima infanzia, in cui rientra anche il progetto dei nidi domiciliari – continua Marconi - si è deciso di utilizzare la quota del Fondo statale per le politiche della famiglia, pari a € 2.645.418,00. In particolare, €. 1.250.000,00, sono destinati per l’erogazione alle famiglie di assegni per l’accesso ai nidi domiciliari, con priorità per quelle con bambini in lista d’attesa sia nei nidi pubblici che privati convenzionati con i Comuni; €. 145.418,00 serviranno invece per la realizzazione di corsi di formazione degli operatori/trici domiciliari; la quota rimanente del Fondo statale, pari a € 1.250.000,00 sarà destinata invece all’ampliamento e al consolidamento dei nidi e dei servizi per i minori 0/3 anni, sia sotto il profilo dei costi di gestione che dell’attivazione di nuovi posti”. L’istituzione di questo nuovo servizio prevede la costituzione di una nuova figura professionale: quella dell’educatore/trice di nido domiciliare, a cui si richiede di essere in possesso o di laurea o di diploma in campo educativo e formativo oltre ad un attestato di frequenza di un corso di aggiornamento riguardante l’igiene e la sicurezza degli ambienti, le regole fondamentali per il primo soccorso e quelle concernenti la manipolazione degli alimenti, nonché aver svolto un tirocinio formativo di almeno 30 ore in una struttura per la prima infanzia. I corsi saranno realizzati dalle Province, sulla base dei criteri e delle modalità che saranno determinati con apposita deliberazione della Giunta regionale. Per poter accedere al corso, gli aspiranti educatori di nidi domiciliari non devono aver subito condanne penali, né avere in corso procedimenti penali per reati relativi ad abusi, maltrattamenti o altri fatti previsti dalla legge contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale a danno dei minori. Sia gli educatori che i bambini ad essi affidati devono essere coperti da una polizza assicurativa per infortunio e responsabilità civile, sia per l’attività che si svolge all’interno del locali allo scopo adibiti, sia per quella che si svolge all’aperto. Gli educatori possono essere inseriti in una rete costituita da cooperative sociali o associazioni di famiglie, che fornisca ad essi/e un supporto tecnico-logistico. Le Province istituiscono un elenco degli operatori di nidi domiciliari che abbiano dimostrato il possesso dei requisiti sopra indicati. Il servizio sperimentale “Nidi domiciliari” si svolge, di norma, nell’abitazione dell’educatore o comunque, in un’altra abitazione di cui l’operatore ha la disponibilità. Si potranno accogliere fino a un massimo di cinque bambini allo stesso tempo di età compresa tra i 12 e i 36 mesi e tre in presenza di un bimbo al di sotto dell’anno di età. In ogni caso, lo spazio deve essere direttamente proporzionale al numero di bambini accolti. Questo, durante l’orario di servizio, deve essere organizzato in modo funzionalmente autonomo e distinto dal resto dell’abitazione. Ogni bambino deve poter disporre di una superficie minima di mq. 5. L’immobile, in particolare, deve essere conforme alle norme vigenti in materia di civile abitazione e a quelle tecniche volte a garantire la sicurezza fisica, ambientale e l’igiene dei bambini e deve comprendere almeno due locali distinti, di cui uno da dedicare alle attività ludico-educative e uno da destinare ai bambini per il riposo. Deve possedere un locale cucina per la preparazione dei pasti, un bagno attrezzato con vasca/doccia, vaso e lavabo dotati di ogni accorgimento per consentirne l’uso da parte dei bambini e uno spazio destinato alla custodia degli effetti personali dei bambini ospitati; qualora sia presente la possibilità di usufruire di spazi esterni per l’attività all’aperto, questi dovranno essere delimitati con recinzione idonea a garantire la sicurezza dei bambini. Previsto un orario di apertura non antecedente alle ore 7 e non successivo alle ore 22, con un’attività minima garantita di tre ore giornaliere. Quando l’offerta oraria supera le 7 ore giornaliere, l’operatore deve essere affiancato da un secondo operatore. La frequenza dei bambini ha carattere di flessibilità e viene concordata tra la famiglia e l’educatore, in quanto viene modulata sulla base delle esigenze organizzative e lavorative del genitori, e tiene altresì conto dell’età del bambino. Di norma, il bambino non può permanere più di 9 ore consecutive all’interno del nido domiciliare.  
   
   
BOLZANO: AFFIDAMENTO FAMILIARE DI MINORI: CERCANSI GENITORI AFFIDATARI  
 
Bolzano, 12 luglio 2012 - Con una campagna di sensibilizzazione basata sullo slogan “Mi accogli nella tua famiglia?” l’assessore alla sanità, politiche sociali e famiglia, Richard Theiner, ha illustrato ieri, nel corso di una conferenza stampa, le iniziative avviate per sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti dell’affido familiare e reperire quindi famiglie e singole persone interessate a dedicarsi a questo importante compito. Negli ultimi anni si è registrato un sensibile calo delle famiglie disponibili ad accogliere un minore. In particolari situazioni i genitori si trovano di fronte a compiti superiori alle proprie possibilità, che impediscono loro di continuare ad assolvere i loro doveri di educazione e di assistenza. In tale situazione le famiglie affidatarie offrono al bambino un ambiente stabile e affettuoso, affinché possa tornare con la propria famiglia. Attualmente sono 291 i minori che vivono presso genitori affidatari. Però il numero dei genitori affidatari è in calo. Se due anni c’erano ancora 142 genitori affidatari in Alto Adige, adesso il loro numero si è ridotto a 106. Nel corso di una conferenza stampa l’assessore provinciale alla sanità, politiche sociali e famiglia, Richard Theiner, ha illustrato la campagna di sensibilizzazione “Mi accogli nella tua famiglia?” che mira a reperire famiglie e singole persone interessate a svolgere il ruolo di famiglie affidatarie e quindi ad accogliere per un periodo di tempo limitato un minore. “È sempre più difficile reclutare nuovi genitori affidatari“ ha affermato l’assessore Theiner nel corso della conferenza stampa odierna “Già l’educazione dei propri figli significa una grande sfida e una grande responsabilità. La sfida è ancora più grande se si tratta di bambini ed adolescenti di altre famiglie. I genitori affidatari svolgono un ruolo sociale importantissimo e consentono ai minori di famiglie in difficoltà di trovare un ambiente più sereno nel quale trascorrere un periodo limitato della loro crescita”. L’assessore Theiner ha quindi rivolto il proprio ringraziamento a tutte le famiglie affidatarie che sinora hanno dato la loro disponibilità a svolgere questo importante compito. La campagna di sensibilizzazione sarà articolata in una serie di articoli, spot radiofonici e con l’aiuto dei collaboratori dei Servizi Sociali si cercherà di trovare nuovi genitori affidatari - famiglie con o senza figli, persone singole con o senza figli. Da sottolineare, inoltre, che, diversamente da quanto avviene per le famiglie adottive, non vi sono limiti d’età per diventare genitori affidatari ed il ruolo può essere ricoperto anche da persone anziane, purché motivate e disponibili a svolgere un ruolo impegnativo. Il direttore dell’Ufficio famiglia, donna e gioventù, Eugenio Bazzotto, ha informato nel corso della conferenza stampa in merito agli aspetti legali, sulle diverse forme di affidamento – affidamento a tempo pieno che prevede che i minori vivano 24 ore su 24 presso la famiglia affidataria, e affidamento a tempo parziale, dove i minori di notte tornano a casa dalla famiglia di origine -, sulla collaborazione con i servizi sociali e sul compenso mensile erogato dai Servizi sociali che può raggiungere un massimo di 612 Euro. “L’affidamento è una concetto completamente diverso dall’adozione, con la quale è spesso confuso”, sottolinea Bizzotto. “L’obiettivo primario dell’affidamento rimane sempre il rientro del giovane nella propria famiglia.” Una madre affidataria, Daniela Moratti, ha quindi raccontato la propria esperienza con un bambino rimasto nella propria famiglia per cinque anni e ritornato da alcune settimane nella famiglia d’origine. Un’esperienza molto impegnativa che ha arricchito la propria famiglia sotto il profilo umano e sociale. Infine l’assistente sociale Felix Lantscher ha illustrati i compiti concreti delle famiglie e delle persone affidatarie e sulla procedura per poter accogliere nella propria famiglia un minore.  
   
   
LECCO - IMPRENDITORIA E LAVORO FEMMINILE: DATI, MODELLI E PROSPETTIVE  
 
 Lecco, 12 luglio 2012 - La Camera di Commercio di Lecco con il proprio Comitato per l’Imprenditoria Femminile organizza per il giorno 16 luglio 2012 (ore 17.15 – 19.30) una Tavola Rotonda sul tema: “Imprenditoria e lavoro femminile: dati, modelli e sviluppo”. La Tavola rotonda, che sarà introdotta dal Presidente dell’Ente camerale, Vico Valassi, e dalla Presidente del Comitato If, Loretta Lazzarini, è un’occasione per confrontarsi con rappresentanti del mondo imprenditoriale, universitario e delle Istituzioni, e raccogliere dalle esperienze dirette le opportunità di miglioramento e crescita in un contesto economico caratterizzato dall’attuale crisi, senza dimenticare un approfondimento sulle prospettive future. Interverranno alla Tavola Rotonda Rita Zecchel, A.d. Network Happy Child; Giovanna Butta, Presidente Commissione Pari Opportunità della Provincia di Lecco; Monica Papini, Professore Associato Politecnico di Milano – Polo di Lecco; On. Lucia Codurelli, Commissione Lavoro, Camera dei Deputati. Coordina la discussione, Luca Schionato, Ricercatore del Gruppo Clas di Milano, al quale è affidata pure la presentazione dei dati sull’occupazione femminile. Il Prefetto di Lecco, S.e. Antonia Bellomo, concluderà i lavori della giornata. L’iniziativa rappresenta un’ulteriore azione di sensibilizzazione che il Comitato lecchese, in stretta sinergia con gli interventi dell’Ente camerale, sostiene per stimolare la riflessione e promuovere studi e ricerche sul tema dell’imprenditoria femminile e sulle dinamiche innovative che lo stanno sempre più interessando. Un universo, quello delle imprese “in rosa”, che rappresenta un elemento di vivacità del panorama imprenditoriale nazionale anche secondo i dati di Unioncamere Italiana, contenuti nel Rapporto sull’economia lecchese 2011, diffuso in occasione della 10^ Giornata dell’Economia (7 maggio 2012). Anche se il peso delle imprese “femminili” lecchesi sul totale delle imprese femminili italiane (0,41%) è inferiore alla quota totale delle imprese lecchesi rispetto al totale nazionale (0,46%), tra il 2010 e il 2011 esse sono in crescita (+ 0,8%) e infatti si è passati da 5.141 a 5.184 imprese. Durante la Tavola Rotonda è prevista la Cerimonia di consegna dei premi del Bando 2011 ai laureati selezionati fra i numerosi in concorso. Al termine sarà presentato il Bando 2012, giunto alla quinta edizione. Per la prima volta il Bando sarà dedicato ad una figura dell’imprenditoria femminile lecchese, Maria Grazia Agnesina Beri, che nei diversi ruoli e incarichi ricoperti ha molto contribuito all’affermazione della cultura d’impresa al femminile. In allegato il programma dell´evento.