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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 21 Gennaio 2014
QUESTA SETTIMANA AL PARLAMENTO EUROPEO  
 
Strasburgo, 21gennaio 2014 - Questa settimana i deputati nazionali si confronteranno sulle questioni economiche, sociali e di bilancio. Il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan si recherà in visita al Parlamento europeo. I deputati voteranno nelle commissioni sulla questione delle chiamate d´emergenza per le nuove auto, sulle misure antidumping e sui beni culturali nazionali. Da lunedi a mercoledì le commissioni del Parlamento europeo si riuniscono a Bruxelles. I deputati europei discuteranno delle questioni economiche, sociali e di bilancio. Il Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz e i capigruppo incontrano il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan martedì pomeriggio. Sarà l´occasione per discutere dell´avanzamento dei negoziati di adesione della Turchia, dell´indipendenza della magistratura turca e della posizione del paese sulla crisi in Siria e in Iraq. Da lunedì a giovedì i ministri greci spiegano alle commissioni parlamentari le priorità del semestre di Presidenza greca del Consiglio dell´Ue. Giovedi la commissione per il Mercato interno e la protezione dei consumatori (Imco) voterà le nuove regole che rendono obbligatorio un sistema di chiamate d´emergenza sulle nuove auto. Secondo la nuova legislazione la chiamata d´emergenza dovrebbe innescarsi al momento dello scontro di due macchine. La commissione per la Cultura (Cult) adotterà martedì delle nuove norme in materia di rimpatrio dei beni culturali esportati illegalmente. In occasione dei Giochi Olimpici Invernali di Sochi, mercoledì la sottocommissione per i Diritti umani discuterà della situazione in Russia. I rappresentanti di Human Rights Watch, Memorial e Quarteera, un´organizzazione Lgbti, parteciperanno al dibattito. Martedì delle regole anti-dumping rafforzate saranno adottate dalla commissione per il Commercio internazionale (Inta). Le nuove misure prevedono un possibile intervento nel caso in cui i beni importati siano venduti al di sotto del prezzo di mercato dell´Ue. La commissione per gli Affari esteri analizzerà martedì lo stato di avanzamento dell´integrazione della Bosnia-erzegovina, del Montenegro e di Fyrom. La commissione per l´ambiente (Envi) voterà mercoledi su un regolamento che vieta la spedizioni dei rifiuti dall´Unione europea. Nel 2009 sono stati 400 i casi di spedizioni illegali di rifiuti segnalati dalla Commissione europea. Le elezioni europee si avvicinano. Dopo Francoforte e Parigi, il prossimo evento React si terrà venerdì a Roma e sarà incentrato sulla qualità della vita nell´Ue.  
   
   
LIBERA CIRCOLAZIONE DELLE PERSONE: LA COMMISSIONE SI ATTIVA CONTRO LA DISCRIMINAZIONE FISCALE NEI CONFRONTI DEI CITTADINI UE CHE VIVONO IN UNO STATO MEMBRO DIVERSO DAL PROPRIO  
 
 Bruxelles, 21gennaio 2014 -Le disposizioni dei singoli Stati membri in materia fiscale saranno analizzate nel quadro di un’iniziativa mirata della Commissione volta a verificare eventuali discriminazioni nei confronti dei cittadini Ue che vivono in uno Stato membro diverso dal proprio. L’iniziativa si rivolge sia alle persone che sono economicamente attive, come i lavoratori dipendenti e autonomi, sia alle persone che non lo sono, come i pensionati. L’iniziativa va ad integrare e a completare un precedente progetto relativo al trattamento fiscale dei lavoratori transfrontalieri (Ip/12/340). La mobilità dei lavoratori è stata riconosciuta come una delle principali potenzialità per aumentare la crescita e l’occupazione in Europa. Secondo le stime, il Pil dell’Ue-15 è aumentato di quasi l’1% nel lungo periodo per effetto della mobilità seguita all’allargamento (2004-2009)1. Tuttavia, gli ostacoli fiscali rimangono uno dei principali elementi che dissuadono i cittadini dal lasciare il proprio paese di origine per cercare lavoro in un altro Stato membro. Gli ostacoli fiscali possono presentarsi sia nello Stato di origine che nel nuovo Stato di residenza. È per questo motivo che, nel corso del 2014, la Commissione effettuerà una valutazione approfondita dei regimi fiscali degli Stati membri per stabilire se essi recano svantaggi ai cittadini Ue che vivono in uno Stato membro diverso dal proprio. Se da questa valutazione dovessero emergere discriminazioni o violazioni delle libertà fondamentali garantite dall’Ue, la Commissione le segnalerà alle autorità nazionali e si adopererà affinché vengano apportate le necessarie modifiche. Se i problemi persisteranno, la Commissione potrà avviare procedimenti di infrazione contro gli Stati membri in questione. Algirdas Šemeta, Commissario per la Fiscalità e l’unione doganale, l’audit interno e la lotta antifrode, ha dichiarato: “Le norme Ue sono chiare: tutti i cittadini dell’Ue devono essere trattati in modo equo all’interno del mercato unico. Non possono esserci discriminazioni e il diritto dei lavoratori alla libera circolazione non deve essere ostacolato. Abbiamo il dovere di garantire ai cittadini che tali principi siano tradotti in pratica nelle legislazioni fiscali di tutti gli Stati membri.” Dato che gli ostacoli fiscali rimangono uno dei principali deterrenti alla mobilità transfrontaliera, la Commissione sta lavorando su diversi fronti per abbattere le barriere a vantaggio dei cittadini dell’Ue, ad esempio nella proposta sull’eliminazione della doppia imposizione (Ip/11/1337), per migliorare l’applicazione del diritto dei lavoratori alla libera circolazione (Ip/13/372, Memo/13/384), e per rafforzare le misure di salvaguardia per i lavoratori distaccati (Ip/13/1230, Memo/13/1103).  
   
   
TASSE : AZIONE UE CONTRO LA DISCRIMINAZIONE FISCALE DEI CITTADINI CHE VIVONO IN UNO STATO MEMBRO DIVERSO DAL PROPRIO  
 
Bruxelles, 21 gennaio 2014 - Le disposizioni dei singoli Stati membri in materia fiscale saranno analizzate nel quadro di un’iniziativa mirata della Commissione volta a verificare eventuali discriminazioni nei confronti dei cittadini Ue che vivono in uno Stato membro diverso dal proprio. L’iniziativa si rivolge sia alle persone che sono economicamente attive, come i lavoratori dipendenti e autonomi, sia alle persone che non lo sono, come i pensionati. L’iniziativa va ad integrare e a completare un precedente progetto relativo al trattamento fiscale dei lavoratori transfrontalieri (Ip/12/340). La mobilità dei lavoratori è stata riconosciuta come una delle principali potenzialità per aumentare la crescita e l’occupazione in Europa. Secondo le stime, il Pil dell’Ue-15 è aumentato di quasi l’1% nel lungo periodo per effetto della mobilità seguita all’allargamento (2004-2009)[1]. Tuttavia, gli ostacoli fiscali rimangono uno dei principali elementi che dissuadono i cittadini dal lasciare il proprio paese di origine per cercare lavoro in un altro Stato membro. Gli ostacoli fiscali possono presentarsi sia nello Stato di origine che nel nuovo Stato di residenza. È per questo motivo che, nel corso del 2014, la Commissione effettuerà una valutazione approfondita dei regimi fiscali degli Stati membri per stabilire se essi recano svantaggi ai cittadini Ue che vivono in uno Stato membro diverso dal proprio. Se da questa valutazione dovessero emergere discriminazioni o violazioni delle libertà fondamentali garantite dall’Ue, la Commissione le segnalerà alle autorità nazionali e si adopererà affinché vengano apportate le necessarie modifiche. Se i problemi persisteranno, la Commissione potrà avviare procedimenti di infrazione contro gli Stati membri in questione. Algirdas Šemeta, Commissario per la Fiscalità e l’unione doganale, l’audit interno e la lotta antifrode, ha dichiarato: “Le norme Ue sono chiare: tutti i cittadini dell’Ue devono essere trattati in modo equo all’interno del mercato unico. Non possono esserci discriminazioni e il diritto dei lavoratori alla libera circolazione non deve essere ostacolato. Abbiamo il dovere di garantire ai cittadini che tali principi siano tradotti in pratica nelle legislazioni fiscali di tutti gli Stati membri.” Dato che gli ostacoli fiscali rimangono uno dei principali deterrenti alla mobilità transfrontaliera, la Commissione sta lavorando su diversi fronti per abbattere le barriere a vantaggio dei cittadini dell’Ue, ad esempio nella proposta sull’eliminazione della doppia imposizione (Ip/11/1337), per migliorare l’applicazione del diritto dei lavoratori alla libera circolazione (Ip/13/372, Memo/13/384), e per rafforzare le misure di salvaguardia per i lavoratori distaccati (Ip/13/1230, Memo/13/1103). Contesto - Grazie a questa iniziativa, la Commissione vaglierà e valuterà se i cittadini dell’Ue che risiedono in uno Stato membro diverso dal proprio siano penalizzati e tassati più pesantemente a causa della loro mobilità. Ciò potrebbe avvenire nello Stato membro d’origine o in quello nel quale hanno scelto di trasferirsi. I cittadini possono essere penalizzati fiscalmente: per l’ubicazione dei loro investimenti o attività finanziarie, per l’ubicazione del contribuente stesso o a seguito di un semplice cambiamento di residenza del contribuente; per i contributi ai regimi pensionistici, per il percepimento della pensione o per il trasferimento del capitale pensionistico maturato e del capitale proveniente da un’assicurazione sulla vita; per le attività professionali indipendenti svolte in un altro Stato membro o per il semplice trasferimento di tali attività; per il rifiuto di determinate detrazioni o agevolazioni fiscali; per le ricchezze da essi accumulate. Tenendo conto di tutto questo, la Commissione esaminerà la situazione di svariate categorie di cittadini Ue: lavoratori dipendenti, liberi professionisti e pensionati. Il diritto di vivere e lavorare ovunque nell’Ue costituisce un diritto fondamentale per i cittadini europei, oltre ad essere uno strumento chiave per lo sviluppo di un mercato del lavoro europeo. La Commissione, che sta lavorando con gli Stati membri per agevolare la libera circolazione dei lavoratori (es.: proposta della Commissione per modernizzare Eures, la rete paneuropea per la mobilità professionale Ip/14/26, Memo/14/22, Memo/14/23), garantisce che i lavoratori e i cittadini Ue che risiedono in Stati diverso dal proprio non vengano trattati in maniera differente rispetto ai cittadini dello Stato ospitante e che godano degli stessi vantaggi fiscali dei lavoratori nazionali  
   
   
MARONI: CON IL TIROLO PIENA SINTONIA SULL´EUROPA DELLE REGIONI  
 
Milano, 21gennaio 2014 - "Quello con il governatore tirolese Gunther Platter è stato un incontro molto interessante ed utile, durante il quale abbiamo concordato sull´idea che le Regioni debbano essere sempre più protagoniste in Europa". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, al termine dell´incontro tenutosi a Palazzo Lombardia con il suo omologo tirolese, Gunther Platter, presidente del Tirolo austriaco. Serie Di Iniziative - "Si rafforza il legame tra le Regioni d´Europa: dopo la Catalogna - ha sottolineato il presidente Roberto Maroni riferendosi all´incontro avuto venerdì a Barcellona con il presidente della Catalogna, Artur Mas - ora anche con il Tirolo abbiamo verificato che c´è piena sintonia con la nostra visione di un´Europa delle Regioni e abbiamo organizzato una serie di iniziative che vanno in questa direzione, quella di sviluppare il ruolo delle Regioni in Europa". Macroregione Alpina: A Settembre Vertice In Regione - "Il governatore Platter mi ha spiegato che nelle prossime settimane si vedrà con il Commissario Europeo alle Politiche Regionali, Johannes Hahn - il quale ha in programma di incontrare entro aprile i ministri degli Esteri dei sette Paesi aderenti alla Macroregione Alpina - e gli chiederà di estendere questo suo giro di incontri anche a tutti i governatori delle 46 Regioni protagoniste della Macroregione Alpina, in modo che le Regioni siano ancora più coinvolte. A mia volta, ho annunciato al governatore Platter che ho deciso di organizzare un grande evento in Lombardia, a settembre, dove saranno presenti tutte le Regioni della Macroregione Alpina: sarà un incontro - ha concluso il presidente della Lombardia - in preparazione del forum che si terrà a novembre a Milano sul tema della Macroregione Alpina".  
   
   
GLI ATTI APPROVATI NELLA SEDUTA DI GIUNTA DI LUNEDÌ 20 GENNAIO  
 
Firenze , 21gennaio 2014 - Questi i principali provvedimenti, approvati o lunedì 20 gennaio, dalla Giunta regionale trasmessa in diretta streaming. • Luce verde alla valutazione di impatto ambientale per il progetto di un impianto fotovoltaico nel comune di Scansano (Grosseto). Il progetto della potenza di 17,4 mwp sorgerà nel podere San Domenico in località Murci (min 3 a min 5,10 circa). • Il secondo punto approvato dalla giunta di oggi riguarda invece la valutazione di impatto ambientale per un campo da golf di 18 buche e opere connesse in località Manzano nel comune di Cortona (Ar) (min. Da 5,20 a 9,18 circa) • E´ stata poi approvata la decisione intitolata "misure di contenimento della spesa", con la quale la giunta stabilisce che le cifre destinate al catering durante convegni o eventi della Regione vengano ridotte del 90% e le somme risparmiate destinate al fondo per il prestito sociale. (min. 20,36 - 23,37 circa) • Deliberato anche il rinnovo gratuito della carta "Pegaso" (min. 27,29-27,53) e il piano annuale per l´accesso ai profili professionali nel settore sanitario- determinazione assegni di studio per infermieri anno accademico 2012-2013 (min28,28 - 28,39). Archivio Video Giunta http://www.Regione.toscana.it/regione/giunta/archivio-video  Atti Approvati (a seguito della verbalizzazione) http://web.Rete.toscana.it/attinew    
   
   
LE DECISIONI DELLA GIUNTA REGIONALE: RICONFERMATO IL RICORSO AL CONSIGLIO DI STATO  
 
 Torino, 21gennaio 2014 - La Giunta regionale si è riunita , coordinata dal presidente Roberto Cota, per l’esame delle delibere con carattere di urgenza e indifferibilità inserite nell’ordine del giorno. Dopo una relazione del vicepresidente e assessore al Legale, Gilberto Pichetto, è stata riconfermata la costituzione in giudizio al Consiglio di Stato sulla base della sentenza del Tar del Piemonte n.00066/2014 del 15 gennaio scorso, relativa alle elezioni regionali 2010. Sono inoltre stati approvati: - su proposta dell’assessore Claudia Porchietto, i criteri, aggiornati alle ultime disposizioni normative, sulla regolazione e gestione dello stato di disoccupazione che devono essere applicati dai servizi per l’impiego; - su proposta dell’assessore Agostino Ghiglia, le linee guida per l’applicazione del meccanismo di remunerazione dovuto dalle amministrazioni e dagli organismi di diritto pubblico che si rivolgono ad Scr Piemonte per attività di committenza o di stazione unica appaltante, nonché la destinazione delle somme introitate alla parziale copertura dei costi di funzionamento della società; - su proposta dell’assessore Claudio Sacchetto, la rimodulazione del piano di riparto dei 21 milioni di euro assegnati dal Ministero delle Politiche agricole alla Regione per il sostegno al settore vitivicolo e che saranno destinati alla promozione dei vini sui mercati dei Paesi terzi, alla ristrutturazione e riconversione dei vigneti ed agli investimenti; - sempre su proposta dell’assessore Claudio Sacchetto, le disposizioni attuative per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti per il quinquennio 2014-2018, che nelle aree delimitate dai disciplinari di produzione dei vini a denominazione di origine consentiranno un incremento qualitativo delle produzioni grazie al rinnovo degli impianti obsoleti ed alla riconversione varietale.  
   
   
TRASPARENZA, CONTRASTO ALLA CORRUZIONE, COMPORTAMENTO DEI DIPENDENTI: ECCO IL "PACCHETTO" DELLA REGIONE TOSCANA  
 
Firenze, 21gennaio 2014 - I dirigenti della Regione Toscana che lavorano negli ambiti a maggior rischio di corruzione vedranno, a partire dalla prossima legislatura, ruotare i rispettivi incarichi: in altri termini, nessuno di loro potrà occuparsi a vita di un solo settore. Lo prevede una delibera approvata dalla Giunta nella seduta odierna su proposta della vicepresidente, con delega al personale, Stella Targetti. E´ il "Piano triennale per la prevenzione della corruzione", adempimento che tutte le amministrazioni pubbliche italiane devono adottare, in applicazione alla legge nazionale "anticorruzione" (la 190/2012), entro il prossimo 31 gennaio e che la Regione Toscana, per prima in Italia, ha varato questa mattina insieme ad altri due provvedimenti, sempre su iniziativa di Stella Targetti: il "Programma triennale sulla trasparenza" e il "Codice di comportamento dei dipendenti". La vera novità di questo pacchetto - spiega Stella Targetti - sta proprio nella prevenzione della corruzione e in un piano triennale "che ha consentito di fare un grande lavoro di analisi sul nostro modello organizzativo: emerge che da noi esistono già meccanismi, corretti e puntuali, circa il funzionamento degli uffici e la valutazione degli atti". Tre, in ogni amministrazione pubblica italiana, in base alla legge nazionale anticorruzione, gli ambiti con un maggior rischio di corruzione e sui quali è pertanto necessario intervenire: dove si spende denaro, dove si recluta e si gestisce personale, dove si possono ampliare o restringere sfere soggettive di terze persone. Per ciascuno di questi ambiti, e con una rilevazione che monitora i rischi connessi alle tante attività svolte ogni giorno in tutte le direzioni generali della Regione Toscana, il piano elenca misure di prevenzione rispetto a tutta una serie di azioni a rischio: dall´affidamento lavori agli appalti e alle gare, dalle autorizzazioni e concessioni ai contributi e ai sussidi, dal reclutamento dei dipendenti alle loro progressioni di carriera, dal conferimento di incarichi alle nomine in enti derivati. Otto, in Regione Toscana, le direzioni generali (7 più l´Avvocatura) che si articolano in 14 aree di coordinamento, in 93 strutture dirigenziali e in 451 posizioni organizzative con un complesso di dipendenti (dirigenti, comparto, personale comandato) pari a 2.271 persone. In Toscana la gestione finanziaria dell´ente regione raggiunge i 10 miliardi di euro (bilancio 2012). Per ogni direzione generale è stata effettuata, lo scorso novembre, una rilevazione sui rischi di corruzione: partendo dal tipo di attività svolte negli uffici, sono stati individuati indici di rischiosità ai fini di fenomeni corruttivi o comunque illegali. In materia di prevenzione della corruzione, la Regione Toscana ha già nominato, lo scorso ottobre, un responsabile. Adesso, con il piano 2014/2016, vengono individuate misure più specifiche per la gestione del rischio corruzione: oltre alla rotazione dei dirigenti si punta, per esempio, a ridurre il numero degli affidamenti diretti attuati dalle strutture della Giunta e a fornire una più efficace regolamentazione per l´esercizio delle discrezionalità nei procedimenti amministrativi. Fra le misure indicate anche quelle su incompatibilità specifiche per i dirigenti, attività formative per i dipendenti, azioni di sensibilizzazione per i cittadini. Gli altri due atti approvati dalla Giunta nell´odierno pacchetto riguardano la trasparenza (gli obblighi di pubblicità e diffusione delle informazioni ai cittadini) e il comportamento dei dipendenti. Diciassette, a quest´ultimo proposito, gli articoli del "Codice" approvato oggi e valido per tutti i dipendenti (ma esteso anche a collaboratori, consulenti, borsisti, assistenti di presidente e assessori, collaboratori di imprese fornitrici di beni e servizi). Oltre ai principi generali, il Codice entra nel merito di regali, compensi e altre utilità; indica comportamenti da tenere, da parte dei dipendenti, circa la partecipazione ad associazioni e organizzazioni, circa la comunicazione di interessi finanziari e conflitti di interesse, circa gli obblighi d´astensione, trasparenza e tracciabilità. Ma riguarda anche come il dipendente regionale debba comportarsi con il pubblico, in servizio e nei rapporti privati. Norme specifiche per i dirigenti. Un articolo è dedicato alle sanzioni.  
   
   
MARCHE: LA GIUNTA REGIONALE NOMINA I DIRETTORI DI AREA VASTA.  
 
Ancona, 21gennaio 2014 - La Giunta regionale ha proceduto alla nomina dei direttori di Area vasta, sulla proposta del direttore Asur Marche, Gianni Genga. Maria Capalbo dirige l’Area vasta 1 (Pesaro); Giovanni Stroppa l’Area vasta 2 (Ancona); Pierluigi Gigliucci l’Area vasta 3 (Macerata); Alberto Carelli l’Area vasta 4 (Fermo); Massimo Del Moro l’Area vasta 5 (Ascoli). Le scelte, ha evidenziato il direttore Genga, “sono state fatte sulla base della necessità di garantire la continuità dell’azione positiva già intrapresa e di avere, quindi, come punto di riferimento, professionisti che hanno contribuito ai risultati raggiunti e hanno maturato una positiva esperienza nei territori delle Aree vaste per le quali sono stati proposti”. “La Giunta ha recepito le indicazioni del direttore Genga che ha proposto professionisti di sua fiducia che saranno i principali suoi collaboratori - ha evidenziato l’assessore regionale alla Salute, Almerino Mezzolani - Le persone incaricate hanno contribuito a portare avanti la riforma del sistema sanitario regionale, raggiungendo, non senza sacrifici, ottimi risultati che hanno proiettato la sanità marchigiana ai vertici nazionali, ma che vanno confermati proseguendo nell’azione di riordino. Squadra che vince non si cambia”. Le indicazioni del direttore Genga, ha sottolineato il presidente della Regione, Gian Mario Spacca, “consolidano la filosofia e i criteri che stanno guidando la riforma del sistema sanitario delle Marche. Proseguiamo questo percorso orientato alla qualificazione e all’appropriatezza dei servizi sanitari, trovando un riferimento forte ed esperto nella figura del nuovo direttore Asur, Gianni Genga, con i collaboratori che lui ha scelto per consolidare efficienza e qualità della sanità marchigiana. A tutti loro l’augurio di buon lavoro”.  
   
   
PUGLIA: PUBBLICATA GRADUATORIA VINCITORI BANDO SOSTEGNO AL REDDITO  
 
 Bari, 21 gennaio 2014 - Pubblicata la graduatoria dei vincitori del bando per il sostegno al reddito. “3033 persone sono state ammesse alla fruizione del sostegno al reddito e potranno quindi percepire, per cinque mesi, un contributo di 500 euro a condizione che si impegnino a partecipare a corsi di formazione – ha dichiarato Leo Caroli, assessore al lavoro - Non si tratterà di una formazione fine a se stessa ma di corsi finalizzati all’acquisizione di competenze particolarmente richieste dal mercato del lavoro, perché strutturati sulla base degli indici di occupabilità, resi noti dal report sull’Osservatorio Regionale del Mercato del Lavoro, elaborato da Italialavoro e la tecnostruttura dell’assessorato”. “Non siamo di fronte ad uno strumento meramente assistenzialista – ha proseguito Caroli - questo non è un sussidio, non è la mano caritatevole dello Stato, questa è una forma moderna di politica attiva per il lavoro: mentre la persona si riqualifica per poter rientrare nel mercato del lavoro e trovare nuova e buona occupazione, si offre a questi soggetti la possibilità di fruire di un reddito, coniugando reddito e lavoro”. “Entro 20 giorni le persone interessate dovranno recarsi presso i centri per l’impiego e consegnare la documentazione occorrente. Purtroppo – ha concluso l’assessore - un numero notevole di persone, pur in possesso dei requisiti necessari per accedere al sostegno, sono state escluse perché la documentazione era incompleta. La nostra volontà è quella di riaprire il bando permettendo a questi soggetti di partecipare nuovamente. Il nuovo bando, inoltre, permetterà la partecipazione delle persone che hanno perso il lavoro e hanno cessato di fruire della disoccupazione ordinaria nel corso del 2013 e che non hanno avuto accesso agli ammortizzatori sociali in deroga”.  
   
   
LECCO: DOTE UNICA LAVORO, OLTRE 12.000 ASSEGNAZIONI  
 
Milano, 21 gennaio 2014 - "Hanno superato quota 12.000 le Doti Uniche Lavoro assegnate, altre 2.486 sono in fase di definizione e dei 48 milioni di euro stanziati da Regione Lombardia ne sono già stati erogati 22. Il nostro strumento che accompagna ogni persona lungo tutto l´arco della sua vita attiva sta dimostrando di essere molto utile". Lo ha detto l´assessore regionale all´Istruzione, Formazione e Lavoro Valentina Aprea, intervenendo al convegno su Dote Unica Lavoro nella Sede territoriale di Regione Lombardia a Lecco. All´incontro hanno partecipato anche il direttore generale dell´Assessorato regionale all´Istruzione Formazione e Lavoro Gianni Bocchieri, il consigliere regionale Mauro Piazza, il sindaco di Lecco Virginio Brivio, l´assessore provinciale al Lavoro Antonio Conrater e l´assessore comunale al Lavoro Armando Volontè. Dopo aver ricordato la criticità della situazione occupazionale in Italia, così come restituita dall´ultima indagine Censis (raddoppio del tasso di disoccupazione, un Italiano su 4 non trova lavoro, incremento della percentuale di giovani che cercano occasioni di impiego all´estero), l´assessore Aprea si è soffermata su Dote Unica Lavoro e sull´operazione ´Occupati in Lombardia!´. Strumento Unitario Sempre Attivo - "L´obiettivo principale delle politiche del lavoro di Regione Lombardia - ha proseguito l´assessore Aprea - è la valorizzazione del capitale umano e il miglioramento dell´occupazione: con la Dote abbiamo introdotto uno strumento unitario e sempre attivo, che ha sostituito il precedente sistema, la cui frammentazione non era più adeguata a rispondere alla situazione attuale". Utilizzo Dote Per Crisi Collettive - Tra le richieste di chiarimento emerse durante i lavori del convegno, anche la possibilità di utilizzare la Dote per crisi collettive: "E´ una possibilità che stiamo valutando - ha risposto l´assessore Aprea - e cercheremo di affiancare questa modalità a quella sinora assegnata a singole persone. Lo strumento della Dote è certamente perfettibile e le indicazioni che stiamo raccogliendo in questi primi mesi di applicazione saranno certamente tenute in considerazione quando andremo a rifinanziare lo strumento".  
   
   
GIUSTIZIA: SERRACCHIANI-RAIMONDO, IL TRIBUNALE DI TOLMEZZO È UNA FERITA APERTA  
 
Udine, 21gennaio 2014 - Gestione dei flussi di immigrazione e delle emergenze sociali causate dalla crisi economica, riforma istituzionale e sanitaria, politiche della casa. Sono questi i principali temi che sono stati affrontati nell´incontro tra la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani e il nuovo prefetto della provincia di Udine Provvidenza Delfina Raimondo. ´´Questa regione sconta una severa crisi ma ha punti di tenuta importanti nel settore manifatturiero ed enogastronomico e può contare su una lunga tradizione culturale e su un diffuso volontariato´´, ha spiegato Serracchiani, offrendo la massima collaborazione al prefetto per affrontare ´´un 2014 impegnativo´´. Tra le questioni ancora aperte con il Governo, Serracchiani ha ricordato quella della chiusura del Tribunale di Tolmezzo. ´´Condivido le linee guida che hanno ispirato la revisione delle circoscrizioni giudiziarie, ma sono ancora convinta dell´opportunità di una deroga per la sede di Tolmezzo che presenta peculiarità non trascurabili. Si trova in zona confinaria, ha sul territorio un carcere di massima sicurezza, l´immobile che la ospitava era stato oggetto di una recente onerosa ristrutturazione: c´erano tutte le motivazioni per tenerla aperta´´, ha affermato la presidente, ricordando anche che nel frattempo la Regione sta lavorando alla sigla di un Protocollo d´intesa con il Ministero della Giustizia per permettere che almeno alcuni servizi vengano garantiti. Nel concordare con l´opportunità di tenere in debito conto le esigenze di presidio nelle zone montane e confinarie, il prefetto ha assicurato un confronto su questo tema e sugli altri di maggiore emergenza per il territorio.  
   
   
GIUSTIZIA, MARONI: INTERESSATO ALLA RESPONSABILITÀ SOCIALE  
 
Milano, 21 gennaio 2014 - "Sono interessato, come presidente della Regione Lombardia, al tema della responsabilità sociale, perché una giustizia più efficiente è una giustizia che fornisce risposte in tempi rapidi ed è un elemento fondamentale per la competitività dei territori. E la Regione Lombardia è impegnata in questo: recuperare competitività e attrattività degli investimenti verso il proprio territorio". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, intervenendo, a Palazzo Marino, alla presentazione del ´Bilancio di responsabilità sociale 2013´ del Tribunale di Milano. Giustizia Più Efficiente Per Aumentare Competitività - "Il tema della giustizia e della risposta rapida della giustizia - ha rilevato il presidente Maroni - è un tema che ci interessa molto, per questo, come Regione Lombardia, siamo al fianco del Tribunale Milano, e del suo presidente Livia Pomodoro, e confermo che siamo a disposizione per fare la nostra parte per tutto ciò che sarà necessario e utile a migliorare l´efficienza e l´efficacia complessiva delle Istituzioni, sempre nell´ottica del gioco di squadra, tra quelle coinvolte, che si è sviluppato in questi mesi, qui, in Lombardia, a prescindere dalle differenze politiche". "Questa leale collaborazione tra soggetti istituzionali - ha proseguito Maroni - rappresenta una novità unica nel panorama italiano, che ci fa guardare con grande ottimismo alle prossime impegnative sfide che ci attendono, a cominciare da Expo 2015". Il Valore Della Responsabilità Sociale - "Sono particolarmente legato e attento al tema della responsabilità sociale" ha ribadito il presidente. "Nella mia precedente attività di ministro del Welfare, del Lavoro e delle Politiche sociali - ha ricordato - mi ero particolarmente impegnato su questo tema e avevo assunto un´iniziativa, prendendo come modello quanto fatto nei Paesi anglosassoni, ovvero quella del Corporate social responsability: l´avevo adottata, diffusa e avevo coinvolto anche il mondo delle imprese e Confindustria, facendo un ottimo lavoro". "Quello della responsabilità sociale è un tema affascinante e impegnativo, che deve essere sviluppato - ha concluso il presidente di Regione Lombardia - in modo serio e concreto, per ottenere risultati e la giustizia è un settore in cui questi risultati potranno e dovranno venire". Tribunali, Quello Di Vigevano Non Chiuda - "Il ministro Anna Cancellieri, che vedrò prossimamente, aveva garantito che alcuni tribunali non sarebbero stati chiusi e, tra questi, c´è quello di Vigevano - ha affermato inoltre il presidente -: mi aspetto che questo impegno venga mantenuto".  
   
   
MARONI: STUDIAMO LEGGE CHE ISTITUIRÀ POLIZIA REGIONALE  
 
Milano, 21gennaio 2014 - "Stiamo studiando una nuova legge che istituisca la Polizia regionale. Non stiamo pensando a un nuovo Corpo o un Corpo in più oltre a quelli che già esistono, ma a un coordinamento delle Polizie locali lombarde". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni durante le celebrazioni per il 145° anniversario della fondazione del Corpo di Polizia locale di Como. Il governatore, ricordando che oggi in Lombardia esistono circa 1000 comandi di Polizia locale, nei quali lavorano oltre 10.000 operatori, ha sottolineato che "il coordinamento fra Polizie locali, Polizia di Stato, Carabinieri e Protezione civile, è fondamentale". "Deve essere - ha spiegato - un´unica grande organizzazione, che si muove quando ci sono la necessità e l´emergenza". "Il riconoscimento e il coordinamento delle Polizie locali - ha ribadito Maroni - va fatto e, come Regione Lombardia, vogliamo creare un modello che funzioni al meglio. Serve Integrazione Fra Polizie Locali - Non l´istituzione di un nuovo corpo dunque, ma maggiore integrazione fra le attuali Polizie locali e migliore coordinamento con le altre forze di pubblica sicurezza. Questa l´idea di Polizia regionale che ha in mente il presidente Roberto Maroni. Guardare Al Futuro - Dopo aver partecipato alla Santa Messa officiata dal vescovo, mons. Diego Coletti, nella Basilica di San Fedele, il governatore ha preso la parola nel corso del successivo momento istituzionale, tenutosi presso la Sala Stemmi di Palazzo Cernezzi. "La cerimonia di oggi - ha detto - è importante per la storia che questo corpo di Polizia locale ha dietro di sé, ma anche per la prospettiva di come potrà essere in futuro". Prendendo spunto dall´intervento del comandante della Polizia locale lariana Vincenzo Graziani, (che aveva rivendicato il ruolo di ´avanguardia´ giocato dalla Regione Lombardia negli anni ´80 nel sollecitare una riforma in materia), Maroni ha convenuto che "anche oggi servono interventi che rendano ancora più efficiente il lavoro della Polizia locale". Sicurezza Partecipata - Il numero uno di Palazzo Lombardia ha ricordato che, da ministro dell´Interno, "aveva realizzato una serie di iniziative, per aumentare la qualità della vita delle nostre città, come le leggi sulla sicurezza urbana, che vedevano il coinvolgimento diretto dei sindaci". Queste norme, si è rammaricato, "sono state in parte cancellate e in parte modificate. Un peccato, perché il controllo del territorio è il mezzo più efficace per prevenire certi reati, quali furti, rapine, scippi. Il potenziamento delle strutture di controllo del territorio, è la strada da seguire. Non l´ho tracciata io, ma venne inventata addirittura dagli antichi romani, che, con Ottaviano Caio, avevano inventato le ´Cohortes Urbanae´ e la ´Militia Vigilum´, che non si occupavano delle guerre, ma appunto, di garantire ai cittadini la possibilità di vivere tranquillamente. Anche oggi dobbiamo perseguire lo stesso obiettivo: consentire alla gente onesta di sentirsi sicura a casa propria". Situazione Non Soddisfacente - Allo stato attuale delle cose, secondo Maroni, "la situazione non è del tutto soddisfacente. Colpa dei vincoli di Bilancio che gravano sui Comuni, nonostante in Lombardia le nostre Amministrazioni abbiano oltre 8 miliardi di euro, che però non possono spendere per colpa del Patto di stabilità". "Ma anche - ha aggiunto - per via di una riforma da troppo tempo rimandata". Secondo il presidente lombardo "serve un salto di qualità, che la Polizia locale merita, per la sua storia gloriosa e per i compiti che ogni giorno svolge sul territorio. Io avevo iniziato un percorso di integrazione delle funzioni e dei compiti fra le varie Forze dell´ordine, che vedeva nel sindaco la figura di coordinamento. Penso che questo sia un modello giusto, che, come Regione Lombardia, voglio riprendere. Vogliamo creare un modello che funzioni, da portare poi all´attenzione delle altre Regioni. Lo abbiamo già fatto per quanto riguarda la formazione degli agenti di Polizia locale, per la quale la Lombardia ha una struttura di eccellenza, dobbiamo farlo anche per integrare l´azione delle Polizie". Non Solo Divieti Di Sosta - Nei progetti di Maroni la Polizia locale non deve occuparsi solo dei divieti di sosta o del rispetto del Codice della strada, "ma deve essere chiamata a un compito ben più alto e importante: il presidio del territorio e l´integrazione massima del sistema di protezione civile nel senso più ampio del termine". Un obiettivo che il presidente vuole raggiungere attraverso "riforma legislativa". "Nella precedente legislatura - ha ricordato - era già stata presentata una proposta di legge che parlava di Polizia regionale: stiamo studiando come riprendere quell´iniziativa". Non Un Nuovo Corpo, Ma Un Modello - "Io - ha ribadito il presidente - non voglio creare un nuovo corpo, non serve farlo. Voglio dare vita a un modello, a un sistema di integrazione di tutte le Polizie locali con lo scopo di coordinare meglio l´azione di governo del territorio". "Sono sicuro - ha concluso Maroni - che la Lombardia, già eccellenza in molti campi, saprà esserlo anche in questo, dando una prospettiva di sviluppo ai corpi di Polizia locale".  
   
   
PROFUGHI DA LAMPEDUSA. ZAIA: “OBBLIGANDO I COMUNI A OSPITARLI NON SI RISOLVE IL LORO PROBLEMA E SI ACUISCONO QUELLI DELLE AMMINISTRAZIONI LOCALI”  
 
 Venezia, 21gennaio 2014 - “Vorrei che si capisse che la mia e quella di molti sindaci veneti non è una chiusura dettata da pregiudizi e tanto meno dall’indifferenza per le sorti di persone disgraziate, ma dalla convinzione che dicendo ancora una volta di sì il problema dell’accoglienza di questa gente non verrà mai seriamente affrontato da chi ha le competenze, le responsabilità, le risorse e gli strumenti legislativi per cercare di risolverlo”. Il presidente della Regione, Luca Zaia, ribadisce la sua posizione di contrarietà all’arrivo da Lampedusa all’arrivo nei Comuni veneti dei profughi provenienti da Lampedusa. “Se di fronte a questa soluzione dettata dallo Stato – prosegue Zaia – si registra un coro di ‘non ce la facciamo’, ‘non abbiamo le strutture’, proveniente da tutto il territorio, indipendentemente dal colore delle amministrazioni locali, ci sarà pure un motivo. Qui non si tratta di chiudere le porte in faccia a dei bisognosi, ma di far capire a chi ostinatamente, a ogni emergenza, scarica le complicazioni distribuendole nei diversi Comuni, che così non si può andare avanti. Oggi i profughi sono 85, l’anno scorso erano qualche centinaio, domani chissà… Così non si aiuta chi di sofferenze ne ha già patite tante e si danneggia una volta di più le amministrazioni locali che in questi anni dai governi centrali hanno preso uno schiaffo dietro l’altro”. “L’accoglienza deve essere funzionale all’integrazione e il Veneto, checché ne dicano i soliti nostri detrattori, lo ha capito e dimostrato da tempo – ha concluso Zaia –. Ma tra quelli che si indignano per le drammatiche storie di immigrazione, c’è anche chi predica bene e razzola male. Primi tra tutti le istituzioni europee e i suoi rappresentanti, a parole prodighi di comprensione e solidarietà, nei fatti inefficienti e incuranti. Lampedusa è il confine sud dell’Italia ma anche dell’Europa e se Bruxelles dista dall’isola del Mediterraneo poco più di 1.800 chilometri in linea d’aria, sono anni luce quelli che separano la capitale dell’Unione Europea dai problemi di cui questo guscio di terra in mezzo al mare si sta facendo carico per conto di tutto il continente”.  
   
   
LA PROVINCIA DI TORINO STA AIUTANDO OLTRE 500 RIFUGIATI POLITICI O PER MOTIVI UMANITARI A TROVARE UNA OCCUPAZIONE: IL PUNTO DEL PROGETTO IN UN SEMINARIO  
 
 Torino, 21 gennaio 2014 - Mercoledì 22 gennaio dalle 8,30 alle 13,30 presso la Fabbrica delle E, in corso Trapani 91/a, si terrà il seminario conclusivo del progetto europeo sui rifugiati coordinato dalla Provincia di Torino. Il progetto rientra nel Piano operativo provinciale per l’attuazione delle azioni di politica del lavoro volte all’inclusione sociale. Tale piano rientra a sua volta nel Piano operativo regionale per la competitività e l’occupazione 2007-2013. Ai lavori del seminario parteciperanno l’Assessore provinciale al Lavoro Carlo Chiama ed i membri delle Commissioni Iii e Ix del Consiglio Provinciale. L’iniziativa è organizzata dall’Area Lavoro e Solidarietà Sociale della Provincia, in collaborazione con l’associazione temporanea di imprese affidataria del progetto. Di tale associazione fanno parte il Consorzio sociale Abele Lavoro (capofila), la Fondazione Casa di Carità, il Consorzio Kairos, il Consorzio Self, la Cooperativa Orso, le Cooperative Mary Poppins, Parella e Progetto Tenda. Nel giugno 2013, il progetto ha preso in carico 412 cittadini stranieri domiciliati in provincia di Torino inoccupati o disoccupati, tutti in possesso del permesso di soggiorno per asilo politico (o con la richiesta di asilo in corso) o per motivi umanitari e protezione sussidiaria. Grazie al coordinamento assicurato dai Centri per l’Impiego della Provincia, 395 persone hanno usufruito di azioni di rafforzamento dell’occupabilità. Il percorso destinato ai rifugiati con un buon grado di occupabilità ha prodotto 9 assunzioni dirette e l’attivazione di 143 borse lavoro in tirocinio, 26 delle quali hanno dato luogo a nuovi rapporti di lavoro e 6 hanno permesso l’inserimento in ulteriori percorsi. Altre 121 persone sono state prese in carico a seguito della cosiddetta “Emergenza Nord-africa” creata dalla guerra civile in Libia. Si tratta di immigrati che, nella maggior parte dei casi, sono originari dell’Africa sub sahariana. Per 105 di essi è stato intrapreso il percorso di accompagnamento all’inserimento lavorativo. Sono stati attivati 41 tirocini, 7 dei quali hano dato orgin ad assunzioni a tempo determinato, 4 ad ulteriori tirocini e 2 adulteriori inserimenti lavorativi.  
   
   
TALENT DONNA SECONDA EDIZIONE: RIPARTE IL PERCORSO DI SOCIAL EMPOWERMENT PER SVILUPPARE IL TALENTO FEMMINILE TALENTDONNA.IT, IL PROGETTO SI AMPLIA E COINVOLGE 4 CITTÀ: MILANO, TORINO, PADOVA E ROMA  
 
Milano, 21 gennaio 2014 - Valorizzare il talento femminile: una sfida impegnativa, in un contesto che spesso non sa apprezzare l’apporto creativo e originale che le donne portano anche nel mondo del lavoro. Proprio questo è l’obiettivo di Talent Donna, un percorso di social empowerment nato per valorizzare il talento professionale femminile attraverso l’energia della Rete. A breve prenderà il via la seconda edizione di Talent Donna, che dopo il consenso ricevuto a Milano nel 2013, amplia i suoi orizzonti e porta i suoi corsi in 4 città: si comincia a febbraio con Torino e Milano e si prosegue a marzo con Roma e Padova. La formula rimane quella collaudata nel 2013: lezioni “in aula” e momenti di networking. Nei Workshop Formativi le partecipanti avranno occasione di incontrare esperti di settore per approfondire discipline come il personal branding, la scrittura creativa per il web, la creazione di blog e i social media. Alle ore in aula si affiancheranno gli Inspiring Happy Hour, momenti di condivisione e networking, dove ascoltare l’esperienza professionale e di vita di persone realmente “ispiranti”. La prima edizione di Talent Donna si è svolta da marzo a settembre 2013 e ha coinvolto 45 “donne di talento”, motivate a migliorare la propria attività professionale o iniziare un nuovo business. Durante gli Inspiring Happy Hour – a cui hanno partecipato oltre 600 persone – si è parlato di startup ed innovazione, di donne e lavoro, d’imprese al femminile attraverso la testimonianza di persone come Mario Calabresi (direttore de La Stampa), Layla Pavone (Presidente onorario Iab Italia), Emil Abirascid (giornalista e fondatore di Startupbusiness), Simona Zanette (Ad di Alfemminile). L’avventura per le Talentdonne non è finita: molte di loro si stanno mettendo alla prova con un nuovo progetto imprenditoriale, altre stanno maturando la decisione di fare “il grande passo”, altre ancora hanno arricchito le proprie competenze ed esperienze in attesa dell’occasione che verrà… Nell’edizione 2014, Talent Donna si svolgerà con la collaborazione di sponsor quali: Ibm, Ing Direct, Intoo e Qvc e partner quali:, Alfemminile, Gammadonna, Talent Garden, Assintel, Startupbusiness. Sul sito www.Talentdonna.it  sono aperte le iscrizioni e disponibili il nuovo programma e il calendario dei Workshop Formativi e degli Inspiring Happy Hour di ogni città, l’elenco dei docenti e il form di iscrizione.  
   
   
DA REGIONE UMBRIA CIRCA 4 MILIONI E 500 MILA EURO A SOSTEGNO DELLA FAMIGLIA  
 
Perugia, 21gennaio 2014 - Ammontano a circa 4 milioni e 500 mila euro le risorse messe a disposizione dalla Regione Umbria per finanziare la seconda tranche di azioni a favore della famiglia: lo ha annunciato la vicepresidente della Regione Umbria, con delega al Welfare, Carla Casciari, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta oggi a Perugia nella sede della Giunta regionale di Palazzo Donini. La vicepresidente Casciari - dopo aver precisato che, della somma a disposizione, circa 3 milioni sono risorse regionali alle quali si vanno ad aggiungere 1 milione e 500 mila euro di finanziamenti comunitari nell´ambito dell´ex ´Fas´ ora ´Fsc´ - ha ricordato - che nel 2013 la Regione ha promosso interventi nell´area del sociale e quindi anche di supporto alla famiglia, per un investimento complessivo di oltre 17 milioni di euro. "L´attenzione alle esigenze dei nuclei familiari - ha aggiunto - è ancor più necessario oggi, a causa dell´aggravarsi della crisi economica che delinea uno scenario diversificato della situazione che le persone vivono con un numero sempre più elevato di famiglie fragili che, per il sopraggiungere di varie situazioni di svantaggio, rischiano di scivolare nel disagio conclamato, così come famiglie di fascia sociale intermedia, per una riduzione o perdita di reddito in seguito alla crisi economica, oggi costituiscono l´insorgente emergenza sociale". "I dati Istat - prosegue - evidenziano che anche nella nostra regione cresce il numero dei nuclei in difficoltà che, nel 2007 era il 29 per cento, nel 2011 ha raggiunto il 39 per cento. Una percentuale che,tenendo conto dell´andamento economico, purtroppo, è destinata a crescere". La vicepresidente ha quindi riferito che grazie ai precedenti avvisi pubblicati dalle Zone sociali, dal 2011 al 30 novembre 2013, sono stati erogati 4 mila interventi di sostegno "a famiglie (nel 57 per cento dei casi italiane e formate da giovani), che nella normalità non accedono ai servizi standard e che hanno potuto fruire di un sostegno economico immediato compreso tra i 300 e mille euro". Tra le motivazioni che hanno spinto la famiglia a presentare domanda di sostegno, in forma prioritaria (47 per cento dei casi), è emerso l´ingresso dei figli nel mondo dell´istruzione, il 36 per cento ha fatto richiesta per una riduzione del reddito, l´11 per cento per la nascita di figli, il 10 per cento a causa di malattie, il 6 per cento per problemi di alloggio, il 4 per cento per scomposizione del nucleo familiare, il 2 per cento per non autosufficienza di un componente del nucleo familiare. "In considerazione del fatto che gran parte delle Zone sociali ha comunicato di avere esaurito le risorse a disposizione - ha precisato Casciari - è stato deciso un nuovo finanziamento per l´attuazione dell´articolo 7 della l.R. N. 13/2010 e di destinare la somma di 1 milione 500 mila euro a sostegno, come in precedenza, delle famiglie numerose con un "Isee" ricompreso tra i 4mila 500 euro e 15 mila, che per l´insorgere di una situazione improvvisa come una malattia, perdita di lavoro o precarietà lavorativa, rischia di scivolare nella povertà". La parte restante delle risorse è stata così ripartita: 1 milione 58 mila euro di risorse regionali, al quale si aggiunge 1 milione e 500 mila euro "ex Fas", saranno destinati per l´attivazione di servizi essenziali di supporto alla vita quotidiana e al lavoro di cura delle famiglie soprattutto per quelle con minori. In particolare si sosterranno i progetti innovativi finalizzati al sostegno delle coppie giovani anche sul fronte della genitorialità. Infine circa 102 mila euro sono finalizzati alla promozione e sostegno delle associazioni "banche del Tempo", ed altri 80 mila euro per l´associazionismo familiare. "Si tratta di un percorso condiviso con i Comuni - ha precisato la vicepresidente annunciando che - nei prossimi giorni avvierà una serie di incontri con gli assessori comunali alle politiche sociali proprio su queste tematiche, anche in considerazione della rivisitazione del Piano sociale regionale che dovrà tenere in forte considerazione l´utilizzo delle risorse comunitarie". Concludendo la vicepresidente ha ricordato che "nell´anno 2013, la Regione ha investito oltre 17 milioni di euro per la messa in atto di interventi che hanno, in pratica avvalorato la convinzione che occorre proseguire sulla strada intrapresa sviluppando un complesso articolato di azioni per supportare la famiglia nei diversi momenti e contesti di vita. In particolare sono stati impiegati 6 milioni 804 mila euro per la famiglia in generale, sempre lo scorso anno alle zone sociali sono stati trasferiti 3 milioni 334 mila euro per interventi che rientrano nella macro area minori per quelle finalità definite con le Linee di indirizzo regionali per l´area dei diritti dei minori e delle responsabilità familiari, 3milioni 90 mila euro sono serviti a finanziare l´area anziani, , 3 milioni 258.5000 per la disabilità e 540 mila euro per finanziare le politiche giovanili".  
   
   
APRE A MILANO LA CASA DELLE DONNE  
 
 Milano, 21 gennaio 2014 – Nasce a Milano la Casa delle donne. A un anno dall’approvazione della delibera di Giunta che destinava attraverso bando lo spazio comunale di via Marsala 8 ad ospitare il primo luogo interamente dedicato all’incontro e al dialogo tra le donne, le porte della Casa si aprono alla città. La prima visita pubblica è avvenuta il 18 gennaio alla presenza del vicesindaco Ada Lucia De Cesaris e dell’assessore alla Casa e Demanio Daniela Benelli che, insieme alle presidenti dell’Associazione ‘Casa delle donne di Milano’ Nicoletta Gandus e Stella Okunkbowa, ad Anita Sonego, presidente della Commissione consiliare Pari opportunità, e Francesca Zajczyk, delegata del Sindaco per le Pari opportunità, hanno accolto i visitatori. “Milano sta lavorando sui diritti – ha dichiarato il vicesindaco Ada Lucia De Cesaris – e una Casa delle Donne non poteva e non doveva mancare. Questo può diventare un luogo strategico per interloquire, discutere e confrontarsi. Un’esperienza e un’occasione uniche che questa Amministrazione, dopo aver concesso lo spazio per realizzare concretamente il progetto, continuerà ad appoggiare”. “La nascita di questo progetto – ha evidenziato l’assessore alla Casa e Demanio Daniela Benelli – è la dimostrazione che le donne, all’interno delle istituzioni, fanno la differenza. La collaborazione e la sinergia tra le donne della Giunta, del Consiglio Comunale e delle associazioni hanno consentito di raggiungere questo importante risultato. Il primo esempio di spazio restituito interamente alla città attraverso le idee, le attività, la progettualità”. “Oggi provo un’emozione grandissima – ha affermato la consigliera Anita Sonego, presidente della Commissione Pari Opportunità – perché un sogno si è avverato. Per anni ho desiderato che Milano avesse un luogo dedicato alle donne. E oggi, dopo un grande lavoro di squadra, quell’idea è una realtà”. “Per anni, nel nostro Paese, – ha dichiarato la delegata del Sindaco per le Pari Opportunità, Francesca Zajczyk – la presenza delle donne in politica è stata fortemente penalizzata. Finalmente non è più così, ma dobbiamo continuare a lavorare. E questa Casa può diventare un punto di riferimento anche e soprattutto per le giovani che saranno le donne di domani”. Lo spazio di via Marsala (una superficie di circa 700 metri quadri al piano terra dello stabile, comprendente anche un cortile esterno e una palestra in condivisione con altre associazioni) è stato concesso in uso gratuito per 3 anni, come previsto dal bando, all’Associazione ‘Casa delle Donne di Milano’. I locali saranno utilizzati per organizzare eventi, seminari, corsi, convegni. Saranno poi allestiti una biblioteca, un’area multimediale, una caffetteria e un angolo cucina, aree per bambini, laboratori artigianali, stanze per il benessere. Tra i primi servizi pronti a partire, l’apertura di uno sportello di genere per aiutare le donne ad orientarsi fra i servizi esistenti in città. L’associazione ‘Casa delle donne di Milano’ si è costituita nel settembre 2012 e si basa sul lavoro volontario delle socie che la compongono. Tre le presidenti, Nicoletta Gandus, Stella Okungbowa e Camilla Notarbartolo, cui si affiancano un consiglio direttivo di 11 componenti e oltre 450 socie.