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Notiziario Marketpress di Mercoledì 12 Marzo 2014
Politica
PALAMENTO EUROPEO: DIBATTITO SUL PROSSIMO SUMMIT EUROPEO  
 
Strasburgo, 12 marzo 2014 - Nel primo dei due dibattiti principali di mercoledì mattina, i deputati discuteranno i temi all´ordine del giorno del vertice Ue del 20-21 marzo con il Presidente della Commissione Barroso e il vice ministro degli esteri greco Dimitris Kourkoulas. Fra le priorità ci sono il Semestre europeo, la competitività industriale, il clima e le politiche energetiche e i preparativi per il prossimo vertice Ue-africa. Il dibattito inizia alle 8.30. Http://www.europarl.europa.eu/ep-live/en/schedule/    
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: DIBATTITO SULL´INVASIONE RUSSA DELL´UCRAINA  
 
Strasburgo, 12 marzo 2014 - Nel secondo dibattito principale di mercoledì mattina, i deputati dovrebbero condannare la violazione delle norme internazionali da parte della Russia, che si crede abbia inviato le truppe armate e senza contrassegni che stanno attualmente occupando la penisola di Crimea in Ucraina. Il dibattito inizia alle 10.00. Giovedì, il Parlamento adotterà una risoluzione sullo stesso argomento. Http://www.europarl.europa.eu/ep-live/en/schedule/    
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA PRESENTA UN QUADRO PER SALVAGUARDARE LO STATO DI DIRITTO NELL’UNIONE EUROPEA  
 
Strasburgo, 12 marzo 2014 - La Commissione europea ha adottato  ieri un nuovo quadro giuridico che permette di fronteggiare le minacce sistemiche allo Stato di diritto in uno qualsiasi dei 28 Stati membri dell’Unione europea. L’iniziativa scaturisce dai due dibattiti di orientamento sullo Stato di diritto del 28 agosto 2013 e 25 febbraio 2014 in cui il collegio dei commissari è giunto alla conclusione che è necessario mettere a punto uno strumento per gestire a livello dell’Ue le minacce sistemiche allo Stato di diritto. Il nuovo quadro sullo Stato di diritto sarà complementare rispetto alla procedura di infrazione — che si applica in caso di violazione del diritto dell’Ue — e alla cosiddetta procedura “articolo 7” del trattato di Lisbona che, al massimo, consente la sospensione dei diritti di voto in caso di “violazione grave e persistente” dei valori dell’Ue da parte di uno Stato membro. Il nuovo quadro istituisce una sorta di meccanismo di preallarme che permette alla Commissione di avviare un dialogo con lo Stato membro interessato per evitare l’escalation delle minacce sistemiche allo Stato di diritto. Qualora non si trovi una soluzione in tale ambito sarà sempre possibile ricorrere in ultima istanza all’articolo 7 per risolvere la crisi e garantire il rispetto dei valori dell’Unione europea. Il nuovo quadro non conferisce né chiede nuove competenze per la Commissione bensì rende trasparente il modo in cui questa esercita il suo ruolo ai sensi dei trattati. Il Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso ha dichiarato: “Lo Stato di diritto è uno dei pilastri su cui si fonda l’Unione europea. La Commissione europea, custode dei trattati, svolge un ruolo essenziale nella difesa dello Stato di diritto. Personalmente, ho costantemente indicato l’esigenza di un quadro normativo migliore che consenta all’Ue di intervenire con tempestività e trasparenza in caso di gravi minacce sistemiche allo Stato di diritto in uno Stato membro. Oggi la Commissione realizza questo impegno assicurando che, sulla scorta dell’esperienza del recente passato, saremo in grado di prevenire e risolvere efficacemente le crisi riguardanti lo Stato di diritto nei nostri Stati membri.” “Il rispetto dello Stato di diritto è una condizione sine qua non per la salvaguardia di tutti gli altri valori fondamentali su cui si fonda la nostra Unione. La Commissione europea è custode dei trattati e, pertanto, dobbiamo essere anche custodi dello Stato di diritto”, ha dichiarato Viviane Reding, Vicepresidente e commissaria Ue per la Giustizia. “In questi ultimi anni, ogni volta che si è profilata una minaccia o una potenziale minaccia allo Stato di diritto in uno Stato membro, tutte le istituzioni si sono rivolte alla Commissione chiedendole di agire nella sua veste di arbitro imparziale. Oggi introduciamo lo strumento necessario per intervenire e proteggere i nostri cittadini dalle minacce allo Stato di diritto nella nostra Unione. L’unione europea si fonda sul rispetto dello Stato di diritto e sul rispetto dell’uguaglianza fra tutti gli Stati membri. Di conseguenza, il nuovo strumento di salvaguardia dello Stato di diritto è applicabile, in base allo stesso criterio di minaccia grave e sistemica allo Stato di diritto, a tutti gli Stati membri, indipendentemente dalla loro grandezza o collocazione geografica.” Caratteristiche principali del nuovo quadro sullo Stato di diritto Il nuovo quadro si fonda integralmente sui trattati Ue vigenti e integra gli strumenti esistenti, ossia la procedura prevista dall’articolo 7 del trattato sull’Unione europea (Tue) e le procedure di infrazione promosse dalla Commissione. Tutto ciò naturalmente non esclude future evoluzioni dei trattati in questo ambito. È incentrato sullo Stato di diritto, fondamento di tutti i valori su cui si basa l’Unione. Garantendo il rispetto dello Stato di diritto, si sostiene anche la salvaguardia degli altri valori fondamentali. Ispirandosi ai principi enunciati nella giurisprudenza della Corte di giustizia europea e della Corte europea dei diritti dell’uomo, la Commissione ha adottato una definizione ampia di Stato di diritto, intendendo essenzialmente un sistema in cuile leggi sono applicate e fatte rispettare (cfr. Allegato 2). Il quadro può essere attivato quando si verifica una disfunzione sistemica che compromette l’integrità, la stabilità e il corretto funzionamento delle istituzioni e dei meccanismi istituiti a livello nazionale per garantire lo Stato di diritto. Il quadro dell’Ue non è concepito per trattare situazioni personali o casi isolati di violazione dei diritti fondamentali o errori giudiziari. Uguaglianza tra gli Stati membri: il quadro si applicherà con modalità identiche in tutti gli Stati membri e si avvarrà degli stessi criteri di riferimento per decidere cosa considerare minaccia sistemica allo Stato di diritto. Il quadro dell’Ue istituisce una sorta di meccanismo di preallarme per gestire le minacce allo Stato di diritto consentendo alla Commissione di avviare un dialogo con lo Stato membro interessato per trovare soluzioni prima di dover applicare i meccanismi giuridici previsti dall’articolo 7 del Tue. Nell’ambito di questo nuovo quadro sullo Stato di diritto la Commissione europea svolge un ruolo centralenella sua veste di custode indipendente dei valori dell’Unione. Essa può attingere all’esperienza delle altre istituzioni europee e organizzazioni internazionali (in particolare il Parlamento europeo, il Consiglio, l’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali, il Consiglio d’Europa, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), ecc.). Iter in tre fasi Il quadro ha lo scopo di consentire alla Commissione di trovare una soluzione con lo Stato membro in questione affinché non si verifichi una minaccia sistemica allo Stato di diritto che possa trasformarsi in “evidente rischio di violazione grave” con conseguente potenziale necessità di applicare l’articolo 7 del Tue. Se sussistono chiare indicazioni di una minaccia sistemica allo Stato di diritto in uno Stato membro, la Commissione può avviare una “procedura pre-articolo 7” intraprendendo un dialogo con lo Stato membro in questione. L’iter della procedura prevede le seguenti tre fasi (cfr. Lo schema dell’allegato 1). Valutazione della Commissione: la Commissione raccoglie ed esamina tutte le informazioni pertinenti e valuta se vi sono chiare indicazioni di una minaccia sistemica allo Stato di diritto. Se conclude che si configura effettivamente una situazione di minaccia sistemica allo Stato di diritto, dà avvio al dialogo con lo Stato membro in questione trasmettendogli un “parere sullo Stato di diritto” — una sorta di avvertimento allo Stato membro — in cui espone e motiva le sue preoccupazioni. Lo Stato membro interessato avrà la possibilità di rispondere ai rilievi formulati. Raccomandazione della Commissione: nella seconda fase, a meno che la questione non sia già stata risolta in modo soddisfacente, la Commissione rivolgerà allo Stato membro interessato una “raccomandazione sullo Stato di diritto”, invitandolo a risolvere entro un determinato termine i problemi individuati e a comunicarle quali provvedimenti ha adottato a tal fine. La Commissione rende pubblica la raccomandazione. Follow-up della raccomandazione della Commissione: nella terza fase la Commissione controlla il seguito che lo Stato membro in questione ha dato alla raccomandazione. Se non è stato dato un seguito soddisfacente entro il termine fissato, la Commissione può applicare uno dei meccanismi previsti dall’articolo 7 del Tue. L’intera procedura si fonda su un dialogo costante tra la Commissione e lo Stato membro in questione. La Commissione informerà regolarmente ed esaurientemente il Parlamento europeo e il Consiglio in merito alla procedura. Contesto Il rispetto dello Stato di diritto è una condizione sine qua non per la salvaguardia di tutti i valori fondamentali sanciti dall’articolo 2 del Tue. È anche una condizione essenziale per sostenere tutti i diritti e gli obblighi derivanti dai trattati e dal diritto internazionale. A partire dal 2009, la Commissione europea ha dovuto far fronte a più riprese a situazioni critiche in alcuni Stati membri, che hanno evidenziato problemi specifici relativi allo Stato di diritto. Nel suo discorso sullo stato dell’Unione del 2012, il presidente Barroso ha ricordato che l’Unione politica comporta anche il rafforzamento dello Stato di diritto, in quanto valore fondante dell’Ue, e ha preannunciato un’iniziativa in questo senso (Speech/12/596). La risoluzione approvata dal Parlamento europeo il 3 luglio 2013 e le conclusioni del Consiglio Giustizia e affari interni del 6 giugno 2013 condividono quest’analisi (cfr. Anchespeech/13/348). Il collegio dei commissari ha svolto un primo dibattito di orientamento su come salvaguardare meglio lo Stato di diritto nell’Unione europea durante il seminario organizzato nell’agosto 2013. Successivamente, nel suo intervento pronunciato in settembre presso il Centro per gli studi sulla politica europea, la Vicepresidente Viviane Reding ha illustrato secondo quali linee potrebbe a suo parere essere definito un eventuale quadro dell’Unione europea sullo Stato di diritto (Speech/13/677). Le Assises de la Justice, una conferenza ad alto livello sul futuro della giustizia nell’Ue che si è svolta nel novembre 2013 e a cui hanno partecipato 600 portatori di interesse e parti interessate, hanno dedicato un’intera sessione al tema specifico “Verso un nuovo meccanismo per lo Stato di diritto“. Sulla base dell’insieme di queste discussioni, il collegio dei commissari ha svolto un altro dibattito di orientamento il 25 febbraio 2014, in vista dell’adozione del nuovo quadro sullo Stato di diritto presentato oggi.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: DEFINIRE LE FUTURE POLITICHE NEL SETTORE DEGLI AFFARI INTERNI: LA PROSSIMA FASE  
 
Strasburgo, 12 marzo 2014 - In che modo l’attività dell’Ue nei settori della migrazione, dell’asilo e delle questioni di sicurezza può contribuire maggiormente a rendere l’Europa un luogo aperto, prospero e sicuro in cui tutti i suoi cittadini possano vivere e lavorare? Il programma di Stoccolma, che ha definito le politiche nel settore degli Affari interni dal 2010 al 2014, sta per giungere al termine: la Commissione presenta ora la sua visione strategica delle future priorità. Grazie a una cooperazione solida ed efficace tra le istituzione dell’Ue, gli Stati membri, le organizzazioni internazionali, la società civile e il settore privato, negli ultimi anni sono stati conseguiti notevoli progressi per la creazione di un’Europa più aperta e sicura, ma il lavoro non è finito. Oggi la Commissione presenta la sua visione sul futuro programma nel settore degli Affari interni, sostenendo la necessità di applicare pienamente la legislazione concordata e gli strumenti esistenti e di fare in modo che l’Unione sia in grado di reagire alle opportunità e alle sfide che ha di fronte. “Possiamo guardare con legittimo orgoglio alle conquiste fatte negli ultimi anni: abbiamo creato un sistema europeo comune di asilo, rafforzato lo spazio Schengen, potenziato la risposta a forme di criminalità organizzata quali la tratta degli esseri umani, le minacce online o la corruzione. Ma bisogna fare di più e dobbiamo essere pronti ad affrontare le future sfide e opportunità. Voglio che l’Europa guardi al futuro e che le questioni relative agli Affari interni contribuiscano alla crescita economica, creando un ambiente sicuro per tutti i cittadini europei. Abbiamo importanti scelte da compiere. Dobbiamo unire le nostre forze ed elaborare politiche che riflettano le priorità comuni e le necessità future”, ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissaria Ue per gli Affari interni. L’europa è parte di un mondo globalizzato e interconnesso, nel quale la mobilità internazionale è destinata ad aumentare. Dovrebbe quindi essere pronta a utilizzare meglio le opportunità offerte dalla migrazione, soprattutto dato l’invecchiamento della popolazione e il declino della forza lavoro. Occorre quindi garantire migliori sinergie con altri settori strategici, ad esempio quello commerciale, e promuovere gli spostamenti a breve termine di fornitori di servizi altamente qualificati; avviare dialoghi strutturati con Stati membri, imprese e sindacati sulla richiesta di immigrazione di forza lavoro; favorire il riconoscimento di qualifiche e competenze professionali acquisite all’estero; impegnarsi di più per integrare efficacemente gli immigrati nel mercato del lavoro e, in generale, nelle società di accoglienza. L’ue dev’essere pronta ad affrontare i suoi obblighi in materia di asilo in modo da riflettere un’autentica solidarietà e condivisione di responsabilità tra tutti gli Stati membri. Le nuove norme in materia di asilo devono essere applicate con coerenza ed efficacia. Le future iniziative dovrebbero inoltre assicurare un sostegno nei momenti di forti pressioni temporanee. Una di queste forme di solidarietà è la ricollocazione dei beneficiari di protezione internazionale tra gli Stati membri. Tra le altre idee da esplorare vi è lo sviluppo di sistemi di trattamento comune delle domande di asilo e la condivisione di luoghi di accoglienza nei momenti di emergenza. L’ue dovrebbe inoltre impegnarsi di più nel reinsediamento e valutare la possibilità di aprire canali di immigrazione legale per coloro che cercano protezione, a cominciare da un approccio coordinato in materia di visti umanitari. La politica e gli strumenti esistenti in materia di migrazione esterna e asilo dovrebbero essere sfruttati meglio per far fronte alle future evoluzioni alle frontiere meridionali dell’Unione, impegnarsi più efficacemente con i paesi vicini e potenziare l’attrattiva dell’Ue. In un mondo sempre più interdipendente, le questioni di Affari interni devono essere integrate nel complesso della politica esterna dell’Ue, rafforzando il dialogo e la cooperazione con i paesi terzi e le sinergie con altre politiche dell’Unione. Prevenire e ridurre la migrazione irregolare è parte essenziale di una politica migratoria ben gestita e richiede una combinazione di misure tra cui l’azione contro i datori di lavoro che assumono lavoratori in posizione irregolare, il rafforzamento dell’approccio dell’Ue nei confronti del traffico di migranti e della tratta di esseri umani, e il potenziamento della cooperazione con i paesi di origine e di transito. La nuova governance Schengen può far sì che la circolazione all’interno dello spazio Schengen privo di controlli alle frontiere continui a produrre pienamente i suoi benefici per i cittadini e per l’economia dell’Europa. Promuovere le opportunità di spostamento legittimo tramite la modernizzazione della politica dei visti e la messa in atto dell’iniziativa “Frontiere intelligenti” contribuirà a rendere lo spazio Schengen una destinazione più attraente per i cittadini di paesi terzi che viaggiano in buona fede, mantenendo al contempo un alto livello di sicurezza. Per continuare a costruire un’Europa in grado di proteggere, occorre affrontare nuove e gravi sfide in materia di sicurezza: la criminalità informatica, la criminalità organizzata transnazionale, la tratta di esseri umani, l’estremismo violento e il terrorismo. L’attuazione della strategia di sicurezza interna adottata nel 2010 ha permesso di progredire e i suoi cinque obiettivi rimangono validi1, ma occorre riesaminare le misure e le azioni concrete. È necessario, ad esempio, rafforzare la cooperazione pratica tra le autorità di contrasto alla criminalità degli Stati membri (ad esempio tramite squadre investigative comuni, formazioni, esercizi congiunti, un uso migliore di sistemi di scambio delle informazioni). Si può tuttavia fare molto di più anche per: combattere la corruzione (con un follow-up della relazione sulla lotta anticorruzione); lottare contro la tratta di esseri umani (delineando una strategia post-2016); affrontare il traffico illecito di armi da fuoco (rivedendo la normativa esistente dell’Ue in materia di vendita e trasferimenti all’interno dell’Unione e intensificando la cooperazione operativa); reagire alle minacce alla sicurezza informatica (traducendo in azione la strategia dell’Ue per la sicurezza informatica, incoraggiando tutti gli Stati membri a istituire un centro per la criminalità informatica, proseguendo l’azione dell’Alleanza globale contro l’abuso sessuale di minori online); prevenire il terrorismo e contrastare la radicalizzazione e il reclutamento (fra l’altro rafforzando la rete per la sensibilizzazione in materia di radicalizzazione); aumentare la resilienza dell’Europa alle gravi crisi e calamità (migliorando l’interoperabilità di attrezzature e sistemi di comunicazione); affrontare la sicurezza interna come parte integrante delle politiche esterne dell’Ue e collegarla ai programmi di assistenza e cooperazione dell’Unione. Contesto Nel 2014 terminerà il programma di Stoccolma, che ha definito le politiche in materia di Affari interni fin dal 2010. In questa prospettiva, la Commissione ha avviato nel 2013 un dibattito sulle future sfide e priorità che tali politiche dovranno affrontare nei prossimi anni. La comunicazione odierna fa seguito a una serie di incontri e dibattiti sul futuro delle politiche di Affari interni, nell’ambito dei quali i portatori d’interessi e la società civile hanno potuto confrontare opinioni e idee su questioni connesse a questo portafoglio. Si sono svolti anche seminari e audizioni con gruppi di riflessione e organizzazioni della società civile. Gli interessati e il pubblico sono stati inoltre invitati a pubblicare le loro opinioni e idee sul sito internet della Dg Affari interni tramite una consultazione pubblica. Il 29 e 30 gennaio 2014 la Commissione ha organizzato a Bruxelles una conferenza ad alto livello per discutere i futuri sviluppi delle politiche di Affari interni.  
   
   
UE: VERSO UN VERO SPAZIO EUROPEO DI GIUSTIZIA: PIÙ FIDUCIA, MOBILITÀ E CRESCITA  
 
Bruxelles, 12 marzo 2014 - La Commissione europea ha esposto ieri la sua visione della futura politica di giustizia dell’Ue. Dall’entrata in vigore del trattato di Lisbona, quattro anni fa, l’Unione ha fatto passi da gigante verso la costruzione di uno spazio europeo di giustizia. La Commissione ha adottato norme nel settore della giustizia volte a ridurre la burocrazia e i costi per cittadini e imprese, favorire la ripresa economica e facilitare il diritto alla libera circolazione delle persone. Il suo obiettivo per il futuro è progredire ulteriormente verso la realizzazione, entro il 2020, di uno spazio comune europeo di giustizia pienamente operativo basato sulla fiducia, la mobilità e la crescita. Viviane Reding, Vicepresidente e Commissaria per la Giustizia, ha dichiarato: «Nel giro di pochi anni, la politica di giustizia è salita alla ribalta dell’attività dell’Unione europea, un po’ come l’impulso dato al mercato unico negli anni ‘90. Abbiamo fatto molta strada, ma il cammino per sviluppare un vero spazio europeo di giustizia è ancora lungo. Gettare ponti tra i diversi sistemi giudiziari significa costruire la fiducia. La fiducia nei rispettivi sistemi giudiziari è indispensabile per il funzionamento ottimale di un vero spazio europeo di giustizia. Altre due sfide, tuttavia, richiedono attenzione: la mobilità di imprese e cittadini europei in uno spazio senza frontiere interne e il contributo della politica di giustizia dell’Unione alla crescita e all’occupazione.» La fine dell’anno in corso sarà un momento decisivo per lo sviluppo della politica di giustizia dell’Ue. Il 1° dicembre 2014, infatti, giungeranno al termine il programma di Stoccolma del Consiglio europeo, di durata quinquennale, e il relativo piano d’azione della Commissione (Ip/10/447), che definisce le priorità per la creazione di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia. Alla stessa data si concluderà anche la fase transitoria prevista dal trattato di Lisbona per lo spazio di giustizia. Dal 1° dicembre 2014, pertanto, non ci saranno più restrizioni al controllo giudiziario esercitato dalla Corte di giustizia europea e la Commissione avrà facoltà di avviare procedure d’infrazione in caso di recepimento non corretto degli strumenti legislativi approvati all’unanimità da parte degli Stati membri, svolgendo così liberamente il suo ruolo di custode dei trattati nel settore della cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale. La Commissione ha esposto oggi la sua visione della futura politica di giustizia dell’Unione, insieme al programma in materia di affari interni (Ip/14/234), entrambi pubblicati sotto forma di comunicazione. Nel settore della giustizia la Commissione individua tre sfide fondamentali: rafforzare la fiducia reciproca, agevolare la mobilità e contribuire alla crescita economica. Fiducia. La fiducia reciproca è il fondamento su cui poggia la politica di giustizia europea. Strumenti quali il mandato d’arresto europeo e le norme sul conflitto di leggi esigono un grado elevato di fiducia reciproca tra le autorità giudiziarie dei diversi Stati membri. L’unione ha posto solide basi per la promozione della fiducia reciproca, che deve tuttavia essere rafforzata affinché i cittadini, i giudici e tutti gli operatori della giustizia accordino piena fiducia alle sentenze, indipendentemente dallo Stato membro in cui vengono emesse. 1. Mobilità. Gli europei si avvalgono sempre più del diritto alla libera circolazione per viaggiare, studiare, sposarsi, mettere su famiglia, acquistare e vendere prodotti e servizi in altri paesi del vecchio continente. Attualmente sono circa 14 milioni i cittadini europei che risiedono in uno Stato membro diverso dal proprio paese di origine e, anche se il loro numero cresce, sussistono ancora difficoltà di ordine pratico e giuridico da rimuovere affinché possano esercitare pienamente in tutta l’Ue gli stessi diritti di cui godono nel paese di provenienza. La Commissione è all’opera per eliminare questi ostacoli, in cui i cittadini continuano a imbattersi quotidianamente: nella relazione sulla cittadinanza europea pubblicata di recente, ad esempio, ha proposto 12 azioni per rafforzare i diritti dei cittadini (Ip/13/410 e Memo/13/409). La politica di giustizia deve continuare a concentrarsi, in modo prioritario, sulla rimozione degli ostacoli che impediscono ai cittadini europei di esercitare il diritto di circolare liberamente e vivere in qualsiasi paese dell’Ue. 2. Crescita. Negli ultimi anni le politiche di giustizia sono state indirizzate a sostegno di imprese, crescita e stabilità, migliorando l’accesso alla giustizia e semplificando la risoluzione delle controversie. Alcuni esempi di politiche che vanno in tal senso sono la soppressione delle procedure burocratiche per il riconoscimento delle sentenze in un altro paese dell’Unione (Ip/12/1321), la proposta di creare un diritto europeo della vendita che le imprese possano applicare volontariamente alle transazioni nei 28 Stati membri (Memo/14/137), una legge moderna sulla protezione dei dati per il mercato unico digitale (Memo/14/60) e la progressione verso una “cultura europea del salvataggio” per quanto riguarda l’insolvenza transfrontaliera (Ip/12/1354). La futura politica di giustizia dell’Ue dovrà continuare a sostenere la ripresa economica, la crescita e l’occupazione. Perché la giustizia sia rapida, affidabile e attendibile sono necessarie riforme strutturali. Le imprese devono poter contare su una gestione efficace delle controversie ed essere certe di riuscire a far rispettare i contratti in tutta l’Unione, senza imbattersi negli ostacoli tutt’ora presenti. Per affrontare queste sfide, la Commissione propone di basare la futura politica di giustizia dell’Ue su una combinazione di metodi: consolidare i risultati raggiunti, codificare la normativa e le prassi dell’Unione laddove necessario e integrare, se del caso, il quadro esistente con nuove iniziative. Per scegliere l’approccio più adatto a ciascun settore, sarà necessario considerare ogni singolo caso e condurre valutazioni d’impatto. Il consolidamento, ad esempio, è necessario perché i diritti si traducano in realtà grazie a mezzi di ricorso efficaci e all’indipendenza delle autorità nazionali incaricate dell’applicazione della legge, per formare i giudici e tutti gli operatori della giustizia affinché si pongano realmente al servizio del diritto dell’Unione e per migliorare l’uso delle tecnologie informatiche nei tribunali, nei procedimenti giudiziari e in quelli extragiudiziari. La codificazione della normativa unionale esistente e della giurisprudenza della Corte di giustizia potrebbe essere la soluzione migliore per le norme sui consumatori o sui diritti procedurali degli indiziati nei procedimenti penali. Grazie alla codificazione, il quadro esistente risulterebbe semplificato e cittadini e imprese avrebbero un più facile accesso ai loro diritti. L’integrazione degli strumenti giuridici e delle politiche esistenti in materia di giustizia dovrebbe sempre tendere a rafforzare la fiducia reciproca, semplificare la vita dei cittadini e contribuire ulteriormente alla crescita. Gli approcci possibili comprendono il riconoscimento reciproco, il tradizionale metodo dell’armonizzazione e l’armonizzazione del diritto sostanziale o processuale facoltativo. Prossime tappe Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno già discusso del futuro della politica di giustizia europea. Il 25 febbraio si è svolto un dibattito orientativo del collegio dei commissari. La comunicazione adottata oggi dalla Commissione alimenterà ulteriori discussioni, in particolare in occasione del Consiglio europeo del 24 giugno. Contesto La politica di giustizia dell’Ue ha subito un cambiamento radicale negli ultimi anni. Il portafoglio Giustizia è stato creato solo nel 2010, all’inizio del mandato dell’attuale Commissione. Da allora, la Commissione ha presentato oltre 50 iniziative in questo settore, realizzando il 95% delle misure previste dal programma di Stoccolma e gettando le basi per un vero e proprio spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia al servizio dei cittadini europei, uno degli obiettivi fondamentali dell’Ue enunciati nel trattato di Lisbona. Nell’arco di pochi anni sono stati fatti grandi progressi: i nuovi diritti europei per le vittime di reato (Ip/12/1200), il rafforzamento del diritto a un processo equo per gli indiziati nei procedimenti penali (Ip/12/575, Ip/13/995 e Ip/13/921) e la semplificazione del riconoscimento delle sentenze (Ip/12/1321) hanno migliorato l’accesso alla giustizia, mentre le proposte della Commissione sulla protezione dei dati personali mirano a consolidare i diritti fondamentali e il mercato unico digitale (Memo/14/60). La Commissione ha inoltre avviato l’istituzione di una Procura europea per far sì che ogni singolo euro del bilancio dell’Ue sia speso correttamente e non finisca nelle tasche di criminali (Memo/14/124). Inoltre, iniziative come il quadro di valutazione europeo della giustizia (Ip/13/285) hanno messo in luce quanto l’efficacia dei sistemi giudiziari sia importante per la crescita economica. Lo scorso novembre la Commissione europea ha organizzato la conferenza “Assises de la Justice” (Ip/13/1117), sulla futura politica di giustizia, che ha riunito giudici, avvocati, studiosi, responsabili politici e rappresentanti delle imprese di tutta Europa. Nel gennaio 2014 si è svolta una conferenza simile sulle future politiche dell’Ue in materia di affari interni.  
   
   
IL PARLAMENTO EUROPEO INASPRISCE LE NORME ANTI RICICLAGGIO  
 
Strasburgo, 12 marzo 2014 - I nomi dei proprietari effettivi di società e trust sarebbero iscritti in registri pubblici, secondo un progetto legislativo anti-riciclaggio votato martedì, che ha l´obiettivo di combattere l´evasione fiscale. Il progetto legislativo richiederà a banche, istituzioni finanziarie, avvocati, agenti immobiliari e casinò di essere più attenti alle transazioni sospette dei loro clienti. L´obiettivo è anche di rendere più difficile il nascondere transazioni sospette. "I registri pubblici renderanno più difficile la vita dei criminali che cercano di nascondere i loro soldi. La nostra economia attualmente perde enormi quantità di denaro a causa dell´evasione fiscale", ha detto la relatrice della commissione per le libertà civili Judith Sargentini (Verdi/ale, Nl). "Oggi è un buon giorno per i cittadini rispettosi della legge, ma una pessima giornata per i criminali" ha aggiunto il relatore per la commissione affari economici e monetari Krišjānis Kariņš (Ppe, Lv). Registri per sapere chi sono i proprietari effettivi delle imprese. Secondo la nuova direttiva anti-riciclaggio (Amld), cosi come modificata dai deputati, le informazioni sui proprietari effettivi di tutti i tipi di entità giuridiche, comprese aziende, fondazioni e trust, sarebbero inseriti in registri pubblici centrali. I registri saranno interconnessi e "pubblicamente disponibili previa identificazione della persona che intende accedere alle informazioni attraverso una registrazione on-line di base", dicono i deputati. Sono, tuttavia, inserite diverse disposizioni nell´Amld modificata per proteggere la privacy dei dati e per garantire che solo le informazioni necessarie siano riportate nel registro. Attenzione alle operazioni ingannevoli... Le norme proposte richiedono alle banche, alle istituzioni finanziarie, ai revisori dei conti, agli avvocati, ai commercialisti, ai consulenti fiscali e agli agenti immobiliari di essere più attenti alle transazioni sospette dai loro clienti. I casinò sono inclusi nel campo di applicazione della proposta di legge, ma spetta agli Stati membri la decisione di escludere gli altri servizi di gioco d´azzardo che presentano un basso rischio di evasione. La direttiva anti riciclaggio prevede un approccio basato sul rischio, che consente agli Stati membri di meglio identificare, comprendere e ridurre il riciclaggio di denaro e i rischi di finanziamento al terrorismo. Il Parlamento ha anche approvato un regolamento sui trasferimenti di fondi, che mira a migliorare la tracciabilità di contribuenti, beneficiari e dei loro beni.E alle persone politicamente esposte - Le norme in materia di "persone politicamente esposte", per esempio persone a maggior rischio di corruzione a causa del ruolo politico che rivestono, sono estese anche a chi, per esempio, è stato "investito dallo Stato membro d´importanti cariche pubbliche", come capi di stato, membri del governo, giudici della Corte suprema e membri dei parlamenti. Per investigare su casi di relazioni d´affari ad alto rischio con queste tipologie di persone, gli Stati membri dovranno adottare misure aggiuntive per stabilire, ad esempio, l´origine del patrimonio e dei fondi coinvolti. Prossime tappe - La riforma dell´Amld è stata approvata con 643 voti a favore, 30 contrari e 12 astensioni, le norme sul trasferimento di fondi con 627 voti a favore, 33 contrari e 18 astensioni. Il Parlamento ha votato la prima lettura dei due progetti di legge per consolidare il lavoro svolto finora e trasmetterlo al prossimo Parlamento che sarà formato in seguito alle elezioni europee di maggio. Ciò assicura che i deputati neoeletti possano decidere se ricominciare o continuare a partire dal lavoro svolto in questa legislatura.  
   
   
DEFINIRE LE FUTURE POLITICHE NEL SETTORE DEGLI AFFARI INTERNI: LA PROSSIMA FASE  
 
Strasburgo, 12 marzo 2014 - In che modo l’attività dell’Ue nei settori della migrazione, dell’asilo e delle questioni di sicurezza può contribuire maggiormente a rendere l’Europa un luogo aperto, prospero e sicuro in cui tutti i suoi cittadini possano vivere e lavorare? Il programma di Stoccolma, che ha definito le politiche nel settore degli Affari interni dal 2010 al 2014, sta per giungere al termine: la Commissione presenta ora la sua visione strategica delle future priorità. Grazie a una cooperazione solida ed efficace tra le istituzione dell’Ue, gli Stati membri, le organizzazioni internazionali, la società civile e il settore privato, negli ultimi anni sono stati conseguiti notevoli progressi per la creazione di un’Europa più aperta e sicura, ma il lavoro non è finito. Oggi la Commissione presenta la sua visione sul futuro programma nel settore degli Affari interni, sostenendo la necessità di applicare pienamente la legislazione concordata e gli strumenti esistenti e di fare in modo che l’Unione sia in grado di reagire alle opportunità e alle sfide che ha di fronte. “Possiamo guardare con legittimo orgoglio alle conquiste fatte negli ultimi anni: abbiamo creato un sistema europeo comune di asilo, rafforzato lo spazio Schengen, potenziato la risposta a forme di criminalità organizzata quali la tratta degli esseri umani, le minacce online o la corruzione. Ma bisogna fare di più e dobbiamo essere pronti ad affrontare le future sfide e opportunità. Voglio che l’Europa guardi al futuro e che le questioni relative agli Affari interni contribuiscano alla crescita economica, creando un ambiente sicuro per tutti i cittadini europei. Abbiamo importanti scelte da compiere. Dobbiamo unire le nostre forze ed elaborare politiche che riflettano le priorità comuni e le necessità future”, ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissaria Ue per gli Affari interni. L’europa è parte di un mondo globalizzato e interconnesso, nel quale la mobilità internazionale è destinata ad aumentare. Dovrebbe quindi essere pronta a utilizzare meglio le opportunità offerte dalla migrazione, soprattutto dato l’invecchiamento della popolazione e il declino della forza lavoro. Occorre quindi garantire migliori sinergie con altri settori strategici, ad esempio quello commerciale, e promuovere gli spostamenti a breve termine di fornitori di servizi altamente qualificati; avviare dialoghi strutturati con Stati membri, imprese e sindacati sulla richiesta di immigrazione di forza lavoro; favorire il riconoscimento di qualifiche e competenze professionali acquisite all’estero; impegnarsi di più per integrare efficacemente gli immigrati nel mercato del lavoro e, in generale, nelle società di accoglienza. L’ue dev’essere pronta ad affrontare i suoi obblighi in materia di asilo in modo da riflettere un’autentica solidarietà e condivisione di responsabilità tra tutti gli Stati membri. Le nuove norme in materia di asilo devono essere applicate con coerenza ed efficacia. Le future iniziative dovrebbero inoltre assicurare un sostegno nei momenti di forti pressioni temporanee. Una di queste forme di solidarietà è la ricollocazione dei beneficiari di protezione internazionale tra gli Stati membri. Tra le altre idee da esplorare vi è lo sviluppo di sistemi di trattamento comune delle domande di asilo e la condivisione di luoghi di accoglienza nei momenti di emergenza. L’ue dovrebbe inoltre impegnarsi di più nel reinsediamento e valutare la possibilità di aprire canali di immigrazione legale per coloro che cercano protezione, a cominciare da un approccio coordinato in materia di visti umanitari. La politica e gli strumenti esistenti in materia di migrazione esterna e asilo dovrebbero essere sfruttati meglio per far fronte alle future evoluzioni alle frontiere meridionali dell’Unione, impegnarsi più efficacemente con i paesi vicini e potenziare l’attrattiva dell’Ue. In un mondo sempre più interdipendente, le questioni di Affari interni devono essere integrate nel complesso della politica esterna dell’Ue, rafforzando il dialogo e la cooperazione con i paesi terzi e le sinergie con altre politiche dell’Unione. Prevenire e ridurre la migrazione irregolare è parte essenziale di una politica migratoria ben gestita e richiede una combinazione di misure tra cui l’azione contro i datori di lavoro che assumono lavoratori in posizione irregolare, il rafforzamento dell’approccio dell’Ue nei confronti del traffico di migranti e della tratta di esseri umani, e il potenziamento della cooperazione con i paesi di origine e di transito. La nuova governance Schengen può far sì che la circolazione all’interno dello spazio Schengen privo di controlli alle frontiere continui a produrre pienamente i suoi benefici per i cittadini e per l’economia dell’Europa. Promuovere le opportunità di spostamento legittimo tramite la modernizzazione della politica dei visti e la messa in atto dell’iniziativa “Frontiere intelligenti” contribuirà a rendere lo spazio Schengen una destinazione più attraente per i cittadini di paesi terzi che viaggiano in buona fede, mantenendo al contempo un alto livello di sicurezza. Per continuare a costruire un’Europa in grado di proteggere, occorre affrontare nuove e gravi sfide in materia disicurezza: la criminalità informatica, la criminalità organizzata transnazionale, la tratta di esseri umani, l’estremismo violento e il terrorismo. L’attuazione della strategia di sicurezza interna adottata nel 2010 ha permesso di progredire e i suoi cinque obiettivi rimangono validi1, ma occorre riesaminare le misure e le azioni concrete. È necessario, ad esempio, rafforzare la cooperazione pratica tra le autorità di contrasto alla criminalità degli Stati membri (ad esempio tramite squadre investigative comuni, formazioni, esercizi congiunti, un uso migliore di sistemi di scambio delle informazioni). Si può tuttavia fare molto di più anche per: combattere la corruzione (con un follow-up della relazione sulla lotta anticorruzione); lottare contro la tratta di esseri umani (delineando una strategia post-2016); affrontare il traffico illecito di armi da fuoco (rivedendo la normativa esistente dell’Ue in materia di vendita e trasferimenti all’interno dell’Unione e intensificando la cooperazione operativa); reagire alle minacce alla sicurezza informatica (traducendo in azione la strategia dell’Ue per la sicurezza informatica, incoraggiando tutti gli Stati membri a istituire un centro per la criminalità informatica, proseguendo l’azione dell’Alleanza globale contro l’abuso sessuale di minori online); prevenire il terrorismo e contrastare la radicalizzazione e il reclutamento (fra l’altro rafforzando la rete per la sensibilizzazione in materia di radicalizzazione); aumentare la resilienza dell’Europa alle gravi crisi e calamità (migliorando l’interoperabilità di attrezzature e sistemi di comunicazione); affrontare la sicurezza interna come parte integrante delle politiche esterne dell’Ue e collegarla ai programmi di assistenza e cooperazione dell’Unione. Contesto Nel 2014 terminerà il programma di Stoccolma, che ha definito le politiche in materia di Affari interni fin dal 2010. In questa prospettiva, la Commissione ha avviato nel 2013 un dibattito sulle future sfide e priorità che tali politiche dovranno affrontare nei prossimi anni. La comunicazione odierna fa seguito a una serie di incontri e dibattiti sul futuro delle politiche di Affari interni, nell’ambito dei quali i portatori d’interessi e la società civile hanno potuto confrontare opinioni e idee su questioni connesse a questo portafoglio. Si sono svolti anche seminari e audizioni con gruppi di riflessione e organizzazioni della società civile. Gli interessati e il pubblico sono stati inoltre invitati a pubblicare le loro opinioni e idee sul sito internet della Dg Affari interni tramite una consultazione pubblica. Il 29 e 30 gennaio 2014 la Commissione ha organizzato a Bruxelles una conferenza ad alto livello per discutere i futuri sviluppi delle politiche di Affari interni. Questa comunicazione della Commissione contribuirà alla formulazione degli orientamenti strategici che dovrà adottare il Consiglio europeo del giugno 2014.  
   
   
BARCELLONA, ​​CAPITALE EUROPEA DELL´INNOVAZIONE  
 
Bruxelles, 11 marzo 2014 - La Commissione europea ha concesso l´assegnazione di capitale europea della innovazione ("iCapital") a Barcellona (Spagna) con "introducendo l´uso delle nuove tecnologie per portare la città ai cittadini." Barcellona è stato scelto da un comitato di esperti indipendenti in stretta competizione con Grenoble (Francia) e Groninga (Paesi Bassi). Il premio di iCapital (500 Usd 000 Ip/13/808 ) sarà investito in espansione e intensificare gli sforzi in innovazione Barcellona. Concessione del premio a Barcellona è stato annunciato oggi alla cerimonia di chiusura convenzione Innovazione 2014 , importante evento europeo nel settore (# Euic2014). Máire Geoghegan-quinn, commissario europeo per la Ricerca, l´innovazione e la scienza, ha dichiarato: "Il Barcellona ha meritatamente vinto il primo premio per il suo impegno iCapital l´uso delle nuove tecnologie a beneficio dei suoi abitanti. Tuttavia, ci sono state molte altre valide iniziative e proposte, e il mio desiderio è che le città e le regioni si riuniscono per condividere le loro esperienze. Iniziative locali di rilievo che contribuiscono al l´Unione europea sarà diventare un. »Unione dell´innovazione. Nel settembre 2011, la città di Barcellona ha lanciato il "Barcellona, ​​la città del popolo" progetto introducendo l´uso delle nuove tecnologie per promuovere la crescita economica e il benessere dei suoi cittadini: iniziative di dati aperti, che forniscono preziose informazioni a privati ​​e aziende private; iniziative per la crescita urbana sostenibile illuminazione intelligente, mobilità (veicoli elettrici) e l´energia residua (reti di riscaldamento e raffreddamento); l´innovazione sociale; promuovere partenariati tra centri di ricerca, università e partner pubblici e privati ​​entro i confini del progetto; offerta speciale "servizi intelligenti ´in un flessibile, agile e proseguito attraverso le Tic (come un mezzo per promuovere l´innovazione in diverse zone della città). Contesto - L´innovazione è essenziale per la crescita economica e la competitività delle imprese, e costituisce quindi una delle basi della strategia Europa 2020 dell´Ue . Due terzi della popolazione dell´Ue attualmente vive in aree urbane. Pertanto, queste aree dovrebbero svolgere un ruolo fondamentale nel rendere l´Europa più innovativa, proprio come innovativo per rendere queste zone diventano un posto migliore in cui vivere. Attraverso l´assegnazione di capitale europea dell´innovazione, la Commissione contribuisce al riconoscimento delle città che si sforzano di promuovere l´innovazione e migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini. Ulteriori informazioni: www.Ec.europa.eu / iCapital www.Ec.europa.eu/euic2014 http://ec.Europa.eu/research/innovation-union/index_en.cfm  
   
   
UE, LOTTA EURO FALSI: IL COMMISSARIO ŠEMETA ACCOGLIE CON FAVORE L´ADOZIONE DI "PERICLE 2020"  
 
Bruxelles, 12 marzo 2014 - Algirdas Šemeta, commissario responsabile per la lotta antifrode, ha accolto con favore l´adozione formale ´Stati Uniti di oggi del programma Pericle 2020 per aiutare a proteggere l´euro contro la contraffazione. Il Commissario Šemeta ha detto: " .. L´euro è uno dei beni più preziosi dell´Unione europea Quindi dobbiamo fare tutto il possibile per proteggerlo dagli abusi criminali Abbiamo anche per proteggere le aziende oneste ei cittadini finiscano con soldi finti in tasca Pericle. 2020 farà in modo che le autorità competenti per prevenire, individuare e reprimere il falsificazione dell´euro sono supportati e ben informati, e possono lavorare insieme in un clima di fiducia reciproca e scambio di informazioni ". Pericle 2020 finanzierà programmi di assistenza volti a dotare meglio autorità nella lotta contro euro falsi e frodi correlate formazione, scambi e. L´euro continua ad essere un bersaglio attraente per i gruppi della criminalità organizzata attive nella falsificazione di denaro, non solo in Europa, ma anche in altre regioni del mondo. La dimensione internazionale della contraffazione richiede un coordinamento sovranazionale in affrontarlo. Il programma Pericle 2020 rafforzerà la vigilanza continua, formazione e assistenza tecnica, necessaria per proteggere efficacemente dell´euro contro la contraffazione. Pericle 2020, che è un valore di circa € 1.000.000 l´anno, entrerà in vigore il giorno successivo della pubblicazione del regolamento nella Gazzetta ufficiale.  
   
   
INTERVENTO DEL PRESIDENTE UE BARROSO SULLE MISURE COMMERCIALI UNILATERALI PER L´UCRAINA  
 
Bruxelles, 12 marzo 2014 - L´unione europea è disposta a fare tutto quanto in suo potere per contribuire ad una soluzione negoziata che rispetti la volontà del popolo ucraino. La nostra prima priorità è una soluzione negoziata e pacifica alla crisi attuale. Siamo anche impegnati, e pronto, a sostenere l´Ucraina a stabilizzare la propria situazione economica e finanziaria. Giovedi scorso, i capi di Stato e di governo dell´Unione europea hanno accolto il pacchetto 11000000000 € di sostegno in Ucraina presentata dalla Commissione europea. Il primo ministro ucraino si è espresso gratitudine per questo pacchetto molto sostanziale del sostegno. Sono lieto di riferire che la Commissione sta portando avanti rapidamente con l´attuazione di questo pacchetto di supporto. Oggi, grazie al lavoro duro ed efficiente del Commissario Karel De Gucht e dei suoi servizi, la Commissione ha adottato la prima delle misure previste, abbiamo concordato una serie di disposizioni commerciali unilaterali che permetterà l´Ucraina di beneficiare sostanzialmente dei vantaggi offerti in il globale e approfondita zona di libero scambio, Dcfta, e questo anche prima della firma dell´accordo di associazione con l´Ucraina. Questo rappresenterà un beneficio economico per l´Ucraina di circa 500 milioni di euro all´anno. Karel vi spiegherà poi più in dettaglio tali disposizioni e il modo in cui devono essere attuate. La proposta di oggi è una misura tangibile concreto di sostegno per l´Ucraina. Si deve ora essere adottato mediante procedura legislativa ordinaria dal Consiglio e dal Parlamento. Mi auguro vivamente che il processo legislativo completo può essere concluso in tempo prima dell´ultima plenaria del Parlamento europeo, in modo che la misura possa essere in vigore prima del giugno di quest´anno. Questo, naturalmente, non essere l´unica misura di sostegno per l´Ucraina. La Commissione continua a lavorare come una questione della massima priorità per l´attuazione del Macro pacchetto di assistenza finanziaria 1 miliardo di euro - anche parte del pacchetto di sostegno ho presentato la scorsa settimana. Faremo proposte la prossima settimana, concretamente - sono ora in fase di preparazione - proposte riguardanti l´assistenza macrofinanziaria. Tale lavoro è stato fatto in collaborazione, ovviamente, con il vicepresidente Olli Rehn e dei suoi servizi. Vorrei sottolineare che il sostegno economico è solo una parte - una parte importante, ma solo una parte - dei nostri sforzi più ampi per sostenere l´Ucraina nelle attuali difficili circostanze. Vorrei ricordare che, in via prioritaria, l´Unione europea ha deciso di firmare i capitoli politici dell´accordo di associazione con l´Ucraina prima del 25 maggio, quindi prima delle elezioni. Questo sigillare l´associazione politico tra l´Ue e l´Ucraina prima delle prossime elezioni. Così ancora una volta l´Unione europea è dall´Ucraina. Noi continueremo a lavorare molto duramente per supportare le scelte democratiche del popolo ucraino e per aiutare a garantire la pace e la stabilità dell´Europa.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE TAGLI TARIFFARI TEMPORANEI PER LE ESPORTAZIONI UCRAINE VERSO L´UE  
 
Bruxelles, 12 marzo 2013 - La Commissione europea ha adottato oggi una proposta per la rimozione temporanea dei dazi doganali sulle esportazioni ucraine verso l´Ue. A seguito dei recenti eventi senza precedenti nel paese e la sicurezza, le sfide politiche ed economiche incontrate da Ucraina, il 6 marzo 2014 il Consiglio europeo ha dichiarato il suo sostegno per contribuire a stabilizzare l´economia dell´Ucraina, con un pacchetto di misure. Uno di questi era la concessione di preferenze commerciali autonome, di cui alla proposta di oggi di un regolamento del Consiglio Ue / Parlamento. L´idea non è quella di attendere l´entrata in vigore dell´Accordo di associazione (Aa) disposizioni relative ad un globale e approfondita zona di libero scambio (Dcfta), ma per far progredire l´attuazione della sua sezione tariffe per mezzo di preferenze commerciali autonome e di avviare unilateralmente il riduzione o eliminazione dei dazi doganali dell´Ue in materia di prodotti originari dell´Ucraina. Tuttavia, le preferenze non sono un sostituto per la Dcfta e saranno concesse solo per un periodo limitato. Fino al 1 Novembre 2014 Si prevede che la Dcfta tra l´Ue e l´Ucraina sarà firmato e provvisoriamente si applica prima del 1 Novembre 2014 in cui caso il sistema unilaterale di preferenze commerciali autonome finisce. Una volta adottata dall´Ue, questa misura unilaterale permetterà esportatori ucraini di beneficiare di un accesso preferenziale al mercato dell´Ue in piena linea con il calendario delle concessioni negoziate sotto la Dcfta. Ucraina non dovrà fornire l´accesso supplementare per le esportazioni dell´Ue in cambio. L´eliminazione temporanea dei dazi doganali sarà totale o parziale, a seconda del settore. "La Commissione europea è impegnata, e pronto, per sostenere l´Ucraina a stabilizzare la situazione economica e finanziaria" , ha detto il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso. "Giovedi scorso, i capi di Stato e di governo dell´Ue hanno accolto il pacchetto 11000000000 € di sostegno Ucraina presentata dalla Commissione europea La Commissione sta andando avanti rapidamente con l´attuazione di questo pacchetto di supporto, e oggi ha adottato la prima delle misure previste -. Una serie di disposizioni commerciali che rappresenteranno un vantaggio economico per l´Ucraina di circa 500 milioni di euro l´ anno. Questa proposta è una misura tangibile concreto di sostegno dell´Ue per l´Ucraina ". "Sono felice che siamo stati in grado di agire così rapidamente a preparare la strada per aiuto all´Ucraina. L´idea è per l´Ue di aprire le sue porte alle esportazioni provenienti da Ucraina, contribuendo a dare una vera spinta per le imprese ucraine con un vero e proprio impatto sul quotidiano-vita di tutti gli ucraini ", ha dichiarato il commissario Ue al commercio Karel De Gucht. " Con questa rapida risposta, la Commissione europea ha dimostrato che sta spalla a spalla con il popolo ucraino e vorrei ora incoraggiare il Parlamento europeo e il Consiglio per monitorare il processo di approvazione veloce , quindi le riduzioni tariffarie possono essere in vigore entro giugno . " Il valore annuale di questa misura di sostegno sarà quasi € 500 milioni riduzioni tariffarie , di cui quasi € 400 maturano al settore agricolo. Apertura commerciale unilaterale dell´Ue richiede l´Ucraina a cooperare pienamente con l´Unione europea nella sua attuazione e di garantire che l´Ucraina non cambia in alcun modo le proprie tariffe verso l´Ue durante questo periodo. Inoltre, una serie di controlli di salvaguardia sarà messo in atto per evitare che picchi di distorsione del mercato che incidono negativamente sulle imprese europee e l´industria, tra cui il settore agricolo. La proposta nel dettaglio: Prodotti industriali: le tariffe esistenti dell´Ue per i prodotti industriali esportati dall´Ucraina verranno immediatamente rimossi per il 94,7% dei prodotti. Per la restante manciata di prodotti (alcuni prodotti chimici, ecc) saranno ridotte le tariffe. Prodotti agricoli: Per i prodotti agricoli, l´Ue ha preso importanti, ma più limitato intervenire per aprire il suo mercato agricolo ucraino. Questo garantisce che il settore agricolo europeo non è danneggiato da questa azione commerciale unilaterale. In termini concreti, l´Ue concederà preferenze immediato e illimitato al 82,2% delle esportazioni dell´Ucraina. Per gli altri prodotti (cereali, carne di maiale, manzo, pollame e una manciata di altri prodotti), una parziale liberalizzazione si ottiene la concessione di contingenti tariffari duty-free (Ct), che limitano la quantità di talune merci in grado di beneficiare del preferenza commerciale. Prodotti alimentari trasformati : L´ue concederà preferenze immediati al 83,4% delle esportazioni dell´Ucraina. Il restante 15,9% sarà parzialmente liberalizzato attraverso contingenti tariffari. Proteggere i sistemi: Al fine di prevenire qualsiasi rischio di frode, il diritto di beneficiare di preferenze commerciali autonome è subordinato alla osservanza da parte dell´Ucraina con le relative procedure legate alle "regole di origine" dei prodotti, nonché il coinvolgimento in cooperazione amministrativa efficace con l´Unione europea. Inoltre, l´Ucraina deve astenersi dall´introdurre nuovi dazi o tasse di effetto equivalente o nuove restrizioni quantitative o misure di effetto equivalente o di aumentare gli attuali livelli di dazi o le tasse o di introdurre altre restrizioni. Misure di salvaguardia sono disponibili e la reintroduzione dei dazi doganali normali è possibile in cui i prodotti causano, o minacciano di causare gravi difficoltà ai produttori dell´Unione di prodotti simili o direttamente concorrenti. Questo sistema si basa su dati statistici raccolti dai funzionari doganali nazionali in tutta l´Ue. Nel caso in cui i dati dimostrano un forte incremento o rapida delle importazioni (il che significa che, per esempio, i prodotti provenienti da un altro paese (non in Ucraina) finiscono per inondare il mercato dell´Ue tramite certificati falsi ucraini di origine e di beneficiare indebitamente della Dcfta), l´Ue può ristabilire le tariffe su un detto prodotto. Sfondo - L´ucraina è un paese partner prioritario nell´ambito della politica europea di vicinato (Pev) e il partenariato orientale. L´unione europea ha cercato un rapporto sempre più stretto con l´Ucraina va oltre la mera cooperazione bilaterale, che comprende progresso graduale verso l´associazione politica e l´integrazione economica. Questa era la logica dietro l´accordo di associazione, tra cui una Dcfta, negoziato tra l´Unione europea e l´Ucraina dal 2007-2011 e siglato da entrambe le parti nel 2012. In base alle disposizioni della Dcfta, l´Unione europea e l´Ucraina sono di stabilire una zona di libero scambio nel corso di un periodo transitorio della durata massima di dieci anni a decorrere dall´entrata in vigore dell´accordo di associazione. Il 21 novembre 2013, l´Ucraina ha annunciato la sospensione dei preparativi per la firma dell´accordo di associazione, compreso il Dcfta, con l´Ue. La firma è stata inizialmente prevista per al vertice del partenariato orientale, tenutosi a Vilnius, il 28-29 novembre 2013. A seguito dei recenti eventi senza precedenti nel paese e la sicurezza, le sfide politiche ed economiche incontrate da Ucraina , il Consiglio europeo ha dichiarato la sua intenzione di sostenere la stabilizzazione economica del paese per mezzo di un pacchetto di misure, tra cui la concessione di preferenze commerciali autonome.  
   
   
INNOVAZIONE, MARONI: QUI VOCAZIONE NATURALE PER RICERCA  
 
Milano, 12 marzo 2014 - "La Lombardia ha una naturale vocazione alla ricerca e all´innovazione che vogliamo ulteriormente valorizzare. Oltre il 30% dei brevetti italiani sono registrati in Lombardia e siamo la Regione che attrae il 60% degli investimenti esteri in Italia. Qui ci sono 13 università, 18 Irccs, gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, 500 centri di Ricerca e Sviluppo, 6 parchi tecnologici e scientifici e questo fa della Lombardia un contesto unico in Europa". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, nel corso del suo intervento durante la Tavola Rotonda organizzata Club Ambrosetti dal titolo ´La sfida dell´innovazione: la Lombardia nella nuova Europa delle Regioni´. Obiettivo Investimenti Al 3% Del Pil - "Noi non possiamo competere con il Canton Ticino sul fisco, la burocrazia o le infrastrutture. E´ chiaro che se uno considera questi parametri non possiamo competere. Ma dove possiamo competere - ha sottolineato il presidente Roberto Maroni - è nel fatto che qui c´è un ambiente favorevole alla ricerca di base e alla ricerca applicata. Per questo l´obiettivo di legislatura è di raddoppiare gli investimenti regionali in ricerca, passando dall´attuale 1,6% del Pil regionale, portandolo entro la legislatura al 3% ovvero alla più alta percentuale in Europa, raggiunta finora solo dalla Danimarca. Il nostro Pil regionale è di 330 miliardi, per cui parliamo di circa 10 miliardi. Vogliamo arrivare a questa percentuale perché la vocazione della Lombardia è l´innovazione e dobbiamo continuare ad investire per poter competere con le altre regioni d´Europa". A Giugno Fondo Per Ricerca - "A giugno con l´assestamento di bilancio vogliamo creare un fondo destinato a finanziare iniziative di innovazione e ricerca, che debbano coinvolgere le università e gli istituti di ricerca e il mondo delle imprese in questo partenariato tra pubblico e privato che secondo me è la strada giusta che noi vogliamo continuare a seguire". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, nel corso del suo intervento durante la Tavola Rotonda organizzata Club Ambrosetti dal titolo ´La sfida dell´innovazione: la Lombardia nella nuova Europa delle Regioni´. Primi Per Virtuosità E Innovazione - "Non è facile trovare le risorse ma le troveremo, nonostante stiamo subendo un costante taglio dal Governo di Roma. Pensate - ha sottolineato il presidente Roberto Maroni - che il residuo fiscale della Lombardia per il 2012 è del 17% ovvero 57 miliardi di euro, che sono la differenza tra quanto versiamo e quanto riceviamo dallo Stato. Si tratta di soldi che vanno al Governo di Roma che li utilizza per coprire i buchi che ci sono in altre Regioni. Oppure prendiamo la spesa pro capite per abitante al netto degli interessi sul debito pubblico: la media italiana è 3.821 euro pro capite, la Lombardia è l´ultima con 2.860, mentre le prime Regioni hanno oltre 10.000 euro pro capite. O ancora, guardiamo la spesa in rapporto al Pil, sempre al netto degli interessi, che vede una media italiana di 14,42 e tra le regioni ordinarie la Calabria è la prima con 24,3, segue la Campania con il 24,1, mentre la Lombardia è ultima con 8,3. Nonostante questa ingiusta penalizzazione, che richiede un riequilibro, per una questione di equità, siamo comunque in cima alle classifiche per virtuosità e capacità d´innovazione, perché il sistema economico, sociale e produttivo lombardo ha questa capacità di reazione". La Capacità Di Mobilitare Risorse - "Come Regione Lombardia - ha ricordato Roberto Maroni - abbiamo la capacità di mobilitare risorse. Anche in questo senso siamo in grado di innovare: siamo in grado di mobilitare ingenti risorse facendo leva su piccole risorse prese dal bilancio regionale. Faccio un esempio di una misura innovativa adottata lo scorso anno e che stiamo monitorando: ´Credito In-cassa´. Con questa misura abbiamo creato, con le banche e le società di factoring, un fondo da un miliardo di euro. Sono soldi messi a disposizione dei Comuni lombardi per pagare i debiti che hanno nei confronti delle imprese lombarde. Siamo riusciti a mettere un miliardo in questo fondo utilizzando appena 22 milioni presi dal bilancio regionale. Ci siamo riusciti principalmente perché il sistema bancario si fida della Regione Lombardia. E la stessa cosa abbiamo fatto con altri fondi come ´Creditoadesso´ per aumentare la capacità creditizia delle imprese. Adesso, lo stesso voglio fare per il fondo per l´innovazione e la ricerca: a giugno con l´assestamento di bilancio vogliamo creare un fondo destinato a finanziare iniziative di innovazione e ricerca, che debbano coinvolgere le università e gli istituti di ricerca e il mondo delle imprese, in questo partenariato tra pubblico e privato che secondo me è la strada giusta che noi vogliamo continuare a seguire". Facciamo Regia Per Creare Rete - "Il nostro ruolo come Regione è quello di fare regia e creare rete. Qui abbiamo 13 università che non dialogavano tra di loro e non facevano rete. Io ho voluto riunire i 13 rettori e la loro richiesta è stata di fare in modo che la Regione diventasse un facilitatore per creare la rete tra le università. Ecco noi vogliamo essere lo strumento che facilita la creazione della rete tra chi si dedica a fare ricerca e innovazione e mettere a disposizione delle risorse per i progetti che abbiano questa destinazione. Tutto questo nel massimo rispetto dei rispettivi ruoli". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, nel corso del suo intervento durante la Tavola Rotonda organizzata Club Ambrosetti dal titolo ´La sfida dell´innovazione: la Lombardia nella nuova Europa delle Regioni´. Regione, Atenei E Imprese - "Il nostro compito come Regione - ha proseguito Maroni - è quello di fare regia e mettere a disposizione le risorse per l´innovazione e la ricerca e creare le condizioni perché tutto questo avvenga. Il compito delle università è attrarre cervelli e valorizzare le proprie capacità di ricerca e il compito delle imprese che vorranno essere coinvolto è quello di fare profitto. Questo è un modello che c´è già e che io voglio potenziare e valorizzare, facendo in modo che tutti i soggetti che hanno vocazione a fare ricerca partecipino e siano coinvolti".  
   
   
CONFERENZA STATO- REGIONI SU EXPO A MILANO  
 
Milano, 12 marzo 2014 - Affrontare a Milano il tema dell´Expo, possibilmente entro il prossimo maggio. È questo, in sintesi, il messaggio di una lettera che l´assessore all´Agricoltura della Lombardia Gianni Fava ha inviato al collega Fabrizio Nardoni, nella sua veste di coordinatore della Commissione Politiche Agricole all´interno della Conferenza Stato Regioni. Seduta Tematica Su Evento 2015 - L´obiettivo, ha scritto Fava, è quello di sensibilizzare la Commissione sull´opportunità di "convocare tutti gli assessori regionali all´Agricoltura a una seduta tematica specificamente dedicata a Expo 2015, naturalmente alla presenza del neo ministro alle Politiche agricole, Maurizio Martina". Quello di Fava è un sollecito, di fatto, ad "approfondire la tematica che diventerà il motivo dominante della nostra azione programmatica il prossimo anno", nella città che fra poco più di 400 giorni ospiterà l´Esposizione universale, evento al quale hanno aderito 144 Paesi e che dovrebbe portare a Milano circa 20 milioni di visitatori. Maroni: A Novembre A Milano Nascerà La Macroregione Alpina Milano, 12 marzo 2014 - "A novembre qui a Milano, con la presenza dei rappresentanti di tutti i Paesi coinvolti, verrà firmato il documento che istituirà la nascita della Macroregione alpina. Questo documento sancirà la nascita di una nuova istituzione all´interno dell´Unione europea, un´istituzione voluta dall´Unione europea, composta da 46 Regioni, di cui 8 italiane, di 7 Paesi diversi per un totale di 70 milioni di abitanti". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, nel corso del suo intervento alla Tavola rotonda organizzata Club Ambrosetti dal titolo ´La sfida dell´innovazione: la Lombardia nella nuova Europa delle Regioni´. Europa Dei Territori - "Non si tratta della prima macroregione - ha aggiunto Maroni - perché c´è già quella Adriatica che però mette insieme Regioni molto diverse tra di loro. Pensiamo al Veneto o al Friuli con l´Albania, Regioni che non possono costituire un agglomerato che abbia un senso, mentre questa Macroregione alpina sarà un´area omogenea e potrà negoziare direttamente con Bruxelles sui fondi europei, sulla Pac o su altre questioni fondamentali. Questa è una novità importante e di cui tenere conto perché questa Macroregione alpina sarà uno dei principali motori della futura Europa dei territori e cambierà gli equilibri in Europa, perché quest´area omogenea potrà ragionare come un´unica area ed un unico interlocutore nei confronti di Bruxelles".  
   
   
´ZES´ SARÀ SPERIMENTATA IN AREE DI CONFINE  
 
 Milano, 12 marzo 2014 - "La Zona economica speciale (Zes) per le aree di confine è un esperimento che inizieremo in quelle aree e poi, nel caso funzioni, proveremo ad estendere a tutta la Lombardia. Io sono contrario alle misure a taglia unica che adotta il Governo, perché le misure che possono servire per la Lombardia non sono le stesse che possono servire per la Calabria o la Sicilia. E lo stesso discorso vale per la nostra Regione, perché ciò che magari funziona per un´area non è detto che funzioni per un´altra anche in Lombardia, perché la Valtellina ha esigenze diverse dalla metropoli di Milano o dalla realtà della ´bassa´". Lo ha dichiarato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, nel corso del suo intervento durante la Tavola Rotonda organizzata Club Ambrosetti dal titolo ´La sfida dell´innovazione: la Lombardia nella nuova Europa delle Regioni. Pronti A Estendere ´Best Practice´ - "Il mio metodo - ha chiosato Roberto Maroni - è quello di fare un esperimento: vediamo se funziona lì, nelle aree di confine e poi potremo estendere questa ´best practice´ adattandola ad altre realtà lombarde. Adesso stiamo studiando questa misura specifica per le zone di confine perché lì ci sono delle particolarità, come la vicinanza con il Canton Ticino, che in altre realtà della Lombardia, per esempio a Pavia, non ci sono. Lì nelle aree di confine abbiamo già sperimentato la carta sconto benzina che sta funzionando e sta consentendo ai gestori di distributori di carburante di sopravvivere. E adesso vogliamo sperimentare la zona a burocrazia zero e, se funzionerà, certamente la estenderemo agli altri territori della Lombardia".  
   
   
LOMBARDIA: REGIONE COSTI RIDOTTI, MA RISULTATI OK GOVERNANCE PARTECIPATA MODELLO LAVORO PER ASCOLTARE BISOGNI  
 
Darfo Boario Terme/bs, 12 marzo 2014 - "Regione Lombardia costa a ogni cittadino 25 euro, meno della metà del costo medio del personale delle Regioni a Statuto ordinario, con un livello dei servizi erogati tra i più elevati d´Italia. Regione Lombardia però non si limita solo a questo: in un contesto di grande attenzione al costo della macchina statale, fortemente voluto dal presidente Maroni, i risparmi derivanti dalla riduzione della dirigenza sono destinati a un fondo per il sostegno delle Piccole e medie imprese". Lo ha detto l´assessore all´Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia Valentina Aprea, intervenendo al Xvii Congresso Cgil – X Congresso Fp ´Pensare Pubblico, Agire Sociale´, svoltosi presso il Centro Congressi di Darfo Boario Terme (Brescia). Dopo aver portato i saluti del presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni, l´assessore Aprea si è soffermata sul concetto di ´governance partecipata´, che contraddistingue il metodo di lavoro della attuale legislatura, con un´ancora maggiore capacità di ascoltare i territori, i loro bisogni, le istanze e le idee. Tecnologia Per Migliore Dialogo Con Cittadini E Imprese - "La Pubblica amministrazione che vogliamo - ha spiegato Aprea - non è tecnocratica e autoreferenziale: è piuttosto un elemento fondamentale della partecipazione democratica, che trova nella tecnologia lo strumento per rendere più trasparente il rapporto tra cittadini e Pubblica amministrazione e, grazie a questa, favorisce la semplificazione delle procedure e assicura a persone e imprese risposte certe in tempi certi e a costo ridotto". Sforbiciati Costi Della Politica - La riduzione dei costi della politica, a fronte di una ancora maggiore efficienza della macchina regionale si è tradotta nel "Taglio del 10 per cento delle spese delle segreterie per ciascuno dei 14 componenti della Giunta - ha sottolineato Aprea - con una riduzione del 30 per cento della dotazione finanziaria per le spese di rappresentanza e di funzionamento rispetto a quanto stabilito nel 2012. Nei prossimi 5 anni il risparmio nei costi di funzionamento o del Governo regionale è quantificato in 10 milioni dii euro". Le Azioni Intraprese Dalla Giunta - Tra le altre azioni intraprese dall´Esecutivo regionale, l´assessore Aprea ha ricordato il pacchetto di interventi per la trasparenza e l´efficienza di Regione Lombardia: il primo piano regionale di prevenzione della corruzione, aggiornato annualmente e trasmesso a tutti i dipendenti, il sistema di verifica del rispetto delle norme di trasparenza, il Codice etico in materia di appalti regionali, il nuovo sistema di tracciabilità degli appalti, che coinvolge anche Expo 2015, il protocollo Expo mafia free. Efficace Sistema Dei Controlli - "La Camera di Consiglio della Corte dei Conti della Lombardia - ha concluso l´assessore Aprea - ha approvato il giudizio di Parificazione del Rendiconto generale della Regione Lombardia per l´esercizio finanziario 2012, sottolineando l´impostazione molto efficace del nostro sistema dei controlli, che fa della Lombardia la Regione più virtuosa d´Italia, e confermando il giudizio complessivamente positivo sulla gestione finanziaria della Regione ´con riferimento al progressivo contenimento del debito, alla prudente gestione di cassa e al contenimento delle unità di personale e delle relative spese globalmente considerate´".  
   
   
VENDOLA SU PATTO DI STABILITÀ: "POLITICHE AUSTERITÀ HANNO DEPRESSO L´ECONOMIA"  
 
Bari, 12 marzo 2014 - “La politica si è progressivamente ammutolita abbracciando la scientificità delle tecnicalità del Patto di stabilità così come si abbraccia una fede religiosa. Siamo di fronte all’impotenza della politica e al trionfo della tecnica i cui effetti, oltre a registrare appunto l’impotenza della politica, registrano la demenzialità del fatto che non si possono fare politiche anticicliche”. Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo al convegno “Patto di stabilità e politiche di coesione, vincoli ed opportunità per lo sviluppo” che si è svolto a Bari. “Credo che abbiamo la necessità e l’urgenza – ha aggiunto Vendola – di avviare una fase di rilancio dell’economia nazionale attraverso la messa in cantiere di politiche che consentano investimenti, che facciano partire i cantieri e che diano una risposta alla disperata domanda di lavoro che c’è oggi in Italia”. Per Vendola “le politiche di austerità e segnatamente il Patto di stabilità hanno congelato il bisogno di lavoro, hanno frenato la dinamica di sviluppo, hanno rappresentato fattori di depressione dell’economia”. “Oggi al netto della discussione delle politiche economiche in Europa e in Italia – ha detto il Presidente – si correggano per lo meno le regole del Patto e si consenta una nettizzazione, la più larga possibile, della spesa per investimento. Non è possibile trattenere risorse fresche invece che spenderle proprio per dare ristoro a questa gigantesca questione sociale che si chiama disoccupazione”. “Renzi – ha concluso Vendola - allude alla necessità di mettere mano al Patto di stabilità. Bene, noi lo aspettiamo a questo varco. E lo dico con speranza perché per molte regioni, per molti enti locali e per molti comuni, il 2014 potrebbe essere un anno fatale, un anno di inciampo e di schianto. Per questo abbiamo la necessità di avere risposte, qui e ora, di attenuazione dei rigori sul patto”.  
   
   
MEDIOCREDITO FVG: PRIMO PASSO PER IL RILANCIO  
 
Trieste, 12 marzo 2014 - "L´approvazione della norma che stanzia 23 milioni a favore della ricapitalizzazione di Banca Mediocredito Fvg rappresenta il primo passo nella direzione del rilancio dell´Istituto, quale strumento strategico a supporto del tessuto produttivo della nostra regione". Lo ha detto l´assessore regionale alle Finanze Francesco Peroni commentando l´approvazione da parte del Consiglio regionale, nell´ambito della legge su "Azioni a sostegno delle attività produttive", di una norma che autorizza la ricapitalizzazione in base a un emendamento presentato dallo stesso assessore a nome della Giunta. "Credo non debbano sfuggire - ha aggiunto l´assessore - la rapidità e l´efficacia di questo intervento, che segue di pochi giorni la presentazione del nuovo Piano strategico da parte dei vertici della Banca: abbiamo dato prova di responsabilità e di concretezza nell´elaborare una forte e condivisa azione di contrasto alla crisi in atto e di ripresa del ciclo economico".  
   
   
TOSCANA: GLI ATTI APPROVATI DALLA GIUNTA NELLA SEDUTA DEL 10 MARZO 2014  
 
Firenze, 12 marzo 2014 - Un primo passo per costituire in Toscana una Agenzia regionale per il lavoro, la relazione annuale sul disagio abitativo in Toscana, un protocollo in favore dei detenuti nel carcere fiorentino, una intesa per avviare sull´intero territorio toscano il "codice rosa" per le persone sottoposte a violenza. Questi alcuni dei principali provvedimenti approvati dalla Giunta che, sottomla presidenza di Enrico Rossi, si è svolta a Firenze, in palazzo Strozzi Sacrati. Altri atti di particolare rilievo riguardano la cultura (progetti locali - per un totale di 3,6 milioni - in favore di musei, biblioteche, archivi e festival) e l´agricoltura (assistenza tecnico-professionale per gli apicoltori e lotta a un acaro - la varroa - che attacca le api). Eccoli più nel dettaglio: • Il processo verso l´Agenzia regionale per il lavoro sarà sviluppato in due fasi: costituzione di una agenzia cui attribuire le funzioni e i compiti attualmente svolti in particolare dal settore lavoro della Regione, con il relativo personale; una volta definito il nuovo assetto istituzionale delle Province, all´Agenzia potranno essere attribuite le funzioni (con relativo personale) oggi affidate alle Province. (min 00:00 - 01:57) • La relazione annuale al Consiglio Regionale sul disagio abitativo, in attuazione della legge 75/2012, è predisposta dall´Osservatorio Sociale regionale: contiene una sintesi del panorama conoscitivo circa il contesto demografico e socio-economico, il mercato della casa e gli aspetti legati alla condizione abitativa, oltre a un quadro sulle azioni poste in essere circa le politiche abitative. La relazione e il parere che esprimerà il Consiglio, saranno discussi nell´annuale Conferenza sulla condizione abitativa. (min 02:12-12:45) • Il protocollo di intesa fra Regione Toscana, Provincia di Firenze, Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria, Società della Salute di Firenze, Comune di Firenze e Case Circondariali Sollicciano/gozzini, prevede la realizzazione di attività in maniera coordinata per sviluppare strategie e interventi integrati a favore della popolazione detenuta presso le Case "Sollicciano" e "Mario Gozzini". Gli interventi multidisciplinari interessano vari ambiti: sociale e sanitario, ma anche culturale, educativo, formativo, lavorativo. L´obiettivo è migliorare le condizioni di vita dei detenuti. (min 35:13 - 37:00). • Con un precedente protocollo (17 giugno 2011), l´assessore regionale al Diritto alla Salute e il Procuratore Generale della Repubblica di Firenze dettero avvio al progetto "Codice Rosa" per realizzare interventi a tutela delle fasce deboli di popolazione sottoposte a violenza. Il protocollo prevedeva un progetto operativo che ha visto la partecipazione graduale di varie Asl. I dati dimostrano come il progetto contribuisca a far emergere il fenomeno dei maltrattamenti/abusi commessi su adulti e minori. Nel 2012, con 5 Asl, sono stati accertati 1.455 casi mentre nel 2013, con 10 Asl, i casi accertati sono saliti a 2.998 casi. (min. 37:05 - 38:40). Archivio Video Giunta http://www.Regione.toscana.it/regione/giunta/archivio-video  Atti Approvati Vai alla pagina degli atti approvati dalla Giunta regionale  
   
   
FRA LE DECISIONI DELLA GIUNTA REGIONALE DEL PIEMONTE: LEGALE, TORINO-LIONE, TURISMO, MONTAGNA, ACQUA PUBBLICA, SANITÀ ED AGRICOLTURA  
 
Torino, 12 marzo 2014 - La riunione è stata coordinata dal presidente Roberto Cota. Legale. Approvate numerose delibere in materia legale presentate dal vicepresidente Gilberto Picchetto Fratin. Inoltre, la Giunta ha dato mandato al presidente Roberto Cota di adottare tutte le iniziative istituzionali e processuali per ottenere un pronunciamento delle Sezioni riunite della Corte di Cassazione in tempi congrui rispetto alla data prevista per le elezioni regionali, ivi compresa, su proposta del vicepresidente Pichetto, la richiesta di sospensiva al Consiglio di Stato della sentenza del 17 febbraio scorso. Torino-lione. Come proposto dal presidente Roberto Cota e dagli assessori Barbara Bonino, Claudia Porchietto e Claudio Sacchetto, è stato delineato un impianto di governance capace di garantire il coordinamento del disegno strategico di rilancio e sviluppo della valle di Susa, che si inserisce nel piano di accompagnamento della nuova linea ferroviaria Torino-lione. Nel dettaglio si prevede, come individuato dalla l.R. 4/2011 “Cantieri-sviluppo-territorio”: un coordinamento strategico affidato al comitato di pilotaggio guidato dal presidente della Regione; un coordinamento tecnico assegnato alla direzione Trasporti. Alle riunioni dei due organismi parteciperanno gli assessori e le strutture organizzative competenti per i fondi strutturali europei (Fondo europeo di sviluppo regionale, Fondo sociale europeo, Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale). Nelle fasi attuative si ci avvarrà del supporto di Finpiemonte e di Scr. Turismo. Su proposta dell’assessore Alberto Cirio, viene garantita con uno stanziamento di 2 milioni di euro la messa in piena sicurezza, anche tramite interventi di natura igienico-sanitaria e l’acquisto di attrezzature o strutture mobili, degli impianti destinati all’organizzazione di manifestazioni turistiche organizzate da enti ed associazioni no profit nei Comuni fino a 5.000 abitanti. In questo modo si vuole consentire il mantenimento dell’offerta turistica del Piemonte e sfruttare le opportunità di promozione del territorio legate all’Expo 2015. Montagna. Come proposto dall’assessore Gian Luca Vignale, sono stati definiti i criteri per l’attuazione di due misure del Fondo nazionale per la montagna: la concessione di contributi per complessivi 400.000 euro per l’acquisto e la manutenzione degli scuolabus da parte dei Comuni montani o parzialmente montani; il finanziamento con altri 400.000 euro di progetti per migliorare l’occupazione in microimprese già esistenti (meno di dieci dipendenti, fatturato o totale di bilancio non superiore a due milioni) e creare nuove aziende nelle zone montane. Acqua pubblica. Cambia, come proposto dall’assessore Roberto Ravello, il regolamento regionale sulla concessione delle derivazioni di acqua pubblica. La nuova formulazione delinea un percorso autorizzativo più semplice e snello per la realizzazione di impianti idroelettrici, i prelievi di acqua per alimentare gli impianti geotermici destinati al riscaldamento e raffrescamento degli edifici, l’incremento delle produzione di energia mediante nuovi impianti sulle acque dei canali irrigui e del servizio idrico integrato, la sostituzione dei pozzi non più utilizzabili per cause tecniche. Si dà inoltre attuazione al principio del bilanciamento tra i benefici della produzione idroelettrica e il rispetto della direttiva comunitaria sulle acque per il mantenimento della funzionalità ecologica dei corsi d’acqua. Sanità. Vengono aggiornate, su proposta dell’assessore Ugo Cavallera, le nuove procedure tecnico-amministrative per la programmazione, la gestione ed il monitoraggio degli investimenti in edilizia ed attrezzature sanitarie, che consentiranno la semplificazione e chiarificazione regolamentare, la riduzione dei tempi di attesa degli interventi programmati e dell’erogazione dei finanziamenti, la maggiore trasparenza del procedimento. Agricoltura. Su iniziativa dell’assessore Claudio Sacchetto, in attesa dell’entrata in vigore del nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-20 si finanzia con 38,5 milioni la misura che favorisce l’adozione di metodi produttivi compatibili con la salvaguardia e il miglioramento dell´ambiente e dello spazio naturale, e si dispone di proseguire fino al 31 marzo 2015 e con uno stanziamento di 6,5 milioni di euro l’attività di informazione sulla diffusione di conoscenze scientifiche e pratiche innovative agli addetti dei settori agricolo, alimentare e forestale. Inoltre, è stato adottato un programma di concessione alle aziende agricole che stanzia 3 milioni per interventi di ammodernamento aziendale conformi a quanto previsto dal Piano di sviluppo rurale. Nel corso della riunione sono state anche approvati: - su proposta dell’assessore Ugo Cavallera, il testo del protocollo d’intesa tra Regione Piemonte, Università di Torino e Università del Piemonte orientale per il funzionamento delle aziende ospedaliero-universitarie e l’integrazione delle attività didattiche, scientifiche ed assistenziali, nonché i fabbisogni formativi delle professioni sanitarie per la programmazione degli accessi ai corsi di laurea che le Università di Torino e del Piemonte orientale attiveranno nell’anno accademico 2014-15; - su proposta dell’assessore Giovanna Quaglia, le varianti generali ai piani regolatori di Crissolo (Cn) e Vaie (To) e la variante di revisione al piano regolatore di Torre San Giorgio (Cn); - su proposta dell’assessore Gian Luca Vignale, lo schema di convenzione con il Servizio Inserimento disabili della Provincia di Torino per l’assunzione a tempo indeterminato in Regione di 29 unità di personale disabile da inquadrare nella categoria B.  
   
   
PIEMONTE: LA GIUNTA REGIONALE SI È RIUNITA COORDINATA DAL VICEPRESIDENTE GILBERTO PICHETTO FRATIN, PER APPROVARE DUE DELIBERE  
 
Torino, 12 marzo 2014 - La prima finanzia con 40 milioni di euro le attività formative 2014-2015 inerenti la direttiva pluriennale sulla formazione professionale finalizzata alla lotta contro la disoccupazione e ne dispone la gestione alle Province (o, in caso di riordino delle medesime, alle istituzioni che saranno incaricate di questa funzione). Il riparto delle risorse assegna 22.800.000 euro alla Provincia di Torino, 4.720.000 a Cuneo, 4.320.000 ad Alessandria, 2.480.000 a Novara, 1.440.000 ciascuna a Vercelli, Asti e Biella, 1.360.000 al Verbano-cusio-ossola. L’altra dispone l’avvio delle procedure necessarie per acquisire un servizio di assistenza tecnica indispensabile per la gestione della fase di transizione del Fondo sociale europeo dal periodo di programmazione 2007-/2013 al nuovo periodo 2014-2020, e per la programmazione e attuazione a regime del Fse 2014-2020 e del correlato programma regionale di attuazione della Garanzia Giovani.  
   
   
SARDEGNA IN CIFRE: I NUMERI DELL´ISOLA IN PUBBLICAZIONE UFFICIO STATISTICA REGIONE  
 
Cagliari, 12 marzo 2014 - I numeri della Sardegna suddivisi in cinque sezioni tematiche (Ambiente -Territorio, dati demografici, dati economici, aspetti sociali e dati ultimi censimenti Istat su Agricoltura - Industria e servizi - popolazione e abitazioni). Questi i contenuti di una pubblicazione dell´Ufficio Statistica della Regione che si propone come strumento di lettura del contesto socioeconomico attraverso i dati prodotti dalla statistica ufficiale, a partire da quelli provinciali, fornendo ai cittadini e agli amministratori pubblici elementi di conoscenza e comprensione della realtà isolana. Le sintesi statistiche sono state selezionate sulla base di due criteri: il periodo di aggiornamento dei dati e la loro disponibilità a livello provinciale. Gli indicatori consentono di valutare il posizionamento delle otto province rispetto alla Sardegna e all´Italia e di tracciare un ritratto dell´Isola e della sua evoluzione economica e sociale più recente. Il lavoro è corredato da note metodologiche che descrivono per ciascuna sezione gli argomenti e le fonti utilizzate e da un glossario per una migliore fruibilità delle informazioni statistiche. Oltre ai dati degli ultimi tre Censimenti realizzati dall´Istat, Sardegna in cifre 2014 mette a disposizione i dati e gli indicatori provenienti dalle principali fonti della statistica ufficiale. In particolare le banche dati dell´Istat: Demo - Demografia in cifre, l´Annuario statistico italiano, l´Atlante statistico delle infrastrutture e gli archivi delle principali Indagini multiscopo sui comportamenti e le principali dinamiche sociali. Infine, all´interno della sezione Economia il capitolo relativo alle imprese è stato costruito utilizzando i dati di Movimprese e del Nuovo Archivio Bilanci - Nab dell´Ufficio di Statistica della Regione. Si può consultare la pubblicazione entrando nel sito di Sardegnastatistiche.it.  
   
   
TOSCANA: 90 MILIONI PER GLI ENTI LOCALI PER MESSA IN SICUREZZA E INFRASTRUTTURE  
 
Firenze, 12 marzo 2014 - Via libera dalla giunta regionale al provvedimento, proposto dall´assessore al bilancio e ai rapporti con gli enti locali Vittorio Bugli, che assegna a Comuni e Province poco meno di 90 milioni di capacità di spesa aggiuntiva. Serviranno a scongiurare il blocco di cantieri e investimenti privilegiando, in particolare, gli interventi di messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico. "La delibera approvata dalla giunta - spiega l´assessore - rende operativo il provvedimento con cui, come annunciato nelle scorse settimane, la Regione ha deciso di cedere a Comuni e Province una parte della propria capacità di spesa, stabilendo i criteri e le modalità di accesso allo spazio finanziario aggiuntivo". La Regione l´anno scorso poteva spendere 1 miliardo e 495 milioni di euro; capacità ridotta quest´anno a 1 miliardo e 440 milioni di euro. Di questi, quasi 90 milioni (89,6 milioni di euro) sono ceduti a Comuni e Province. "Grazie a questa nuova boccata di ossigeno - spiega Bugli - gli enti locali, che spesso hanno i soldi in cassa ma non li possono spendere perché chiamati a contribuire al raggiungimento dell´obiettivo di indebitamento netto del 3%, potranno utilizzare l´accresciuta capacità finanziaria per fare fronte alle emergenze o, ancora, mandare avanti progetti di interesse regionale, già finanziati, ma rallentati dal patto di stabilità". Comuni tra 1.000 e 5.000 abitanti. Per questi Comuni, molto piccoli, la quota di spesa aggiuntiva è pari a 33,6 milioni di euro. Grazie ad essa potranno incrementare la spesa in conto capitale e spendere una buona parte delle risorse effettivamente incassate. Comuni oltre 5.000 abitanti. La quota assegnata è, anche in questo caso, di 33,6 milioni. Dovrà essere utilizzata per i pagamenti relativi ad opere di mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico. Province. La quota è di 22,4 milioni di euro e dovrà essere destinata a opere di mitigazione del rischio idraulico e per interventi legati ad eventi alluvionali, o sismici, o ad opere per la viabilità.  
   
   
RIORDINO PARTECIPATE, ASSESSORE CAMPANIA INCONTRA ORGANIZZAZIONI SINDACALI  
 
Napoli, 12 marzo 2014 - L´assessore al Lavoro Severino Nappi, coordinatore della Cabina di Regia per la gestione dei processi di Crisi e di Sviluppo, ha incontrato , unitamente all´amministratore unico della società in house Sviluppo Campania Spa Alessandro Gargani, i responsabili confederali e categoriali regionali delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil e Ugl. L´incontro, in attuazione del percorso introdotto con la legge regionale 15/2013 di riordino delle partecipate regionali del comparto dello sviluppo e del lavoro, ha avuto ad oggetto l´illustrazione alle organizzazioni sindacali delle linee guida del piano industriale, predisposto dagli uffici regionali, della società che nasce dalla unificazione di tutte le partecipate regionali. Il confronto proseguirà già la prossima settimana sulla scorta delle osservazioni che perverranno da parte delle Oo.ss. Al termine del confronto, che si esaurirà nel mese di marzo, il Piano verrà definitivamente approvato dalla Giunta regionale.  
   
   
CONSOLIDAMENTO TODI E ORVIETO: FIRMATA CONVENZIONE TRA REGIONE UMBRIA, COMUNI E ALTA SCUOLA PER MONITORAGGIO INTERVENTI  
 
Perugia, 12 marzo 2014 – È stata firmata martedì 11 marzo, la convenzione tra la Regione Umbria, i Comuni di Todi e Orvieto e Alta Scuola per il monitoraggio degli interventi eseguiti per il consolidamento degli abitati di Todi e Orvieto. "Questa convenzione - ha affermato l´assessore regionale ai Lavori pubblici, Stefano Vinti - è necessaria per riprendere e razionalizzare gli importanti monitoraggi degli imponenti interventi realizzati negli anni passati". La Regione Umbria "continua così a tenere alta l´attenzione sulle opere eseguite – ha aggiunto - con l´obiettivo di consolidare due dei centri storici più importanti dell´Umbria e dell´Italia, che necessitano di politiche di manutenzione continua al fine di non vanificare gli interventi di stabilizzazione". "Un istituto come l´Alta Scuola, che opera per la manutenzione e conservazione dei centri storici in territori instabili - ha concluso Vinti - ha le competenze necessarie per assolvere a questo compito, anche al fine di proporre comportamenti e interventi pubblici e privati per evitare situazioni di dissesto sul colle di Todi e la Rupe di Orvieto".  
   
   
UMBRIA: REFERENDUM ISTITUZIONE NUOVO COMUNE: OPERAZIONI DI VOTO DOMENICA 13 APRILE  
 
Perugia, 12 marzo 2014 - Sono indetti, per il giorno di domenica 13 aprile 2014, i due referendum consultivi sulla istituzione di un nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Fabro, Ficulle, Montegabbione, Monteleone d´Orvieto e Parrano. E´ quanto prevede il Decreto del Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, firmato nella giornata odierna. Sono chiamati ai suddetti referendum consultivi gli elettori dei Comuni di Fabro, Ficulle, Montegabbione, Monteleone d´Orvieto e Parrano, per tali intendendosi coloro che in base alla vigente disciplina statale godono del diritto di elettorato attivo per le elezioni amministrative comunali. Le operazioni di voto avranno inizio alle ore 7 di domenica 13 aprile 2014 e terminano alle ore 22 dello stesso giorno. Le operazioni di scrutinio inizieranno subito dopo la chiusura delle operazioni di voto e avverranno secondo le modalità previste dalla disciplina statale in materia di referendum.  
   
   
ABRUZZO, ELEZIONI REGIONALI 2014: TUTTE LE INFORMAZIONI ONLINE  
 
L´aquila, 12 marzo 2014 - All´indirizzo http://app.Regione.abruzzo.it/elezioni_regionali  attivo sul sito della Regione Abruzzo ( www.Regione.abruzzo.it ) sono disponibili da oggi le informazioni relative allo svolgimento delle elezioni regionali del 25 maggio 2014. Oltre alle informazioni, sarà possibile scaricare la modulistica necessaria per la presentazioni delle liste e delle candidature. Nella pagina web sono pubblicati tutti i decreti del Presidente della Regione relativi alle prossime elezioni, i manifesti, il calendario delle elezioni, la normativa regionale e nazionale.  
   
   
PAGAMENTI PA, REGIONE TOSCANA FIRMA ACCORDO PER LA CESSIONE DEI CREDITI  
 
 Firenze, 12 marzo 2014 - Uno strumento in più per accorciare i tempi di pagamento della pubblica amministrazione e in particolare degli enti del servizio sanitario regionale: Asl, aziende ospedaliere universitarie, Fondazione Monasterio, Ispo e Estav. L´assessore al bilancio Vittorio Bugli ha firmato nel pomeriggio un protocollo di intesa con Assifact, l´associazione italiana per il factoring, rappresentata dal presidente Paolo Licciardello. Lo scopo è raccogliere tra gli associati disponibilità ad acquistare crediti dai fornitori che li vorranno cedere, perché a corto di liquidità, e che per questo non possono aspettare. Il meccanismo è semplice: un´azienda presenta un credito certificato e immediatamente riceve lo stesso anticipato al netto dello sconto, ovvero la commisione da pagare. Fin qui niente che non si potesse già fare: le imprese che aspettano di essere pagate dalla pubblica amministrazione potevano già ´vendere´ i loro crediti a banche o intermediari finanziari. "Con l´intesa di – spiega Vittorio Bugli - la Regione fornisce una ulteriore opportunità, ovvero quella di realizzare liquidità immediata cedendo un proprio credito scaduto a condizioni di maggiore vantaggio rispetto a quelle normalmente praticate sul mercato. Ma c´è di più: la cessione sarà ´pro soluto´, che, fuori dal tecnicismo, significa che il pagamento sarà da lì in avanti un problema dell´intermediario, e che in nessun caso all´azienda potrà essere richiesta la restituzione della somma ricevuta per la cessione del credito. Il vantaggio sarà ancora maggiore per le imprese micro, piccole e medie, che potranno godere di un contributo regionale sugli interessi dell´1 per cento del credito certificato". I crediti che le micro, piccole e medie imprese potranno cedere beneficiando del contributo regionale dovranno essere compresi tra 10 mila euro, anche relativi a più contratti e forniture, e 500 mila. Il plafond che gli associati di Assifact metteranno a disposizione dell´operazione assistita da contributo regionale sarà di almeno 300 milioni di euro. Per le grandi imprese non vi sono limiti di plafond, anche se ad esse per legge non è possibile applicare il contributo regionale. Tuttavia, godranno delle condizioni di tassi favorevoli derivanti dalla sottoscrizione del protocollo . In Toscana Regione e Asl pagano da sempre comunque più velocemente che in molte altre parti d´Italia: non oltre 90 giorni, l´anno scorso, per i fornitori non sanitari, tra 83 e 280 giorni per le Asl. La riprova arriva dall´anticipo (di fatto un prestito) concesso alla Regione Toscana nel 2013 dal Ministero del Tesoro per pagare i debiti con i fornitori: 415 milioni per le Asl e 95 milioni per le spese non sanitarie, che è di meno di quanto hanno ricevuto molte altre Regioni.  
   
   
LINGUA SARDA: INIZIANO I CORSI PER I BAMBINI E SI CONCLUDE IL PRIMO CICLO DI CUBAS  
 
Cagliari, 12 marzo 2014 - Sono positivi i risultati dei corsi di lingua sarda organizzati e gestiti direttamente dal Servizio Lingua Sarda dell´assessorato della Pubblica Istruzione. Il corso laboratorio per bambini, lanciato di recente a Cagliari, ha registrato un boom di iscrizioni, con quasi 50 piccoli studenti, che ha messo in difficoltà gli uffici e le scuole coinvolte che non si aspettavano un richiesta tale di iscrizioni. Le lezioni inizieranno martedì prossimo. Si sono anche conclusi i due corsi Cubas per adulti di livello A1 secondo il quadro europeo di riferimento che ha visto 26 licenziati e certificati a Sassari e 36 a Cagliari. Per quanto riguarda i corsi per i bambini l´obbiettivo è quello di sviluppare la padronanza dell’uso del sardo, arricchendo il lessico con l’ausilio di giochi e racconti, sperimentando diverse modalità espressive e comunicative per imparare ad ascoltare e comprendere e favorendo la crescita e il dialogo interculturale. Il corso, della durata di quattro mesi, si svolgerà a Cagliari fino a giugno 2014, per un ora alla settimana il martedì pomeriggio dalle ore 16 alle 17. E´ un´iniziativa che fa parte del progetto Bilinguismu Creschet in campo da alcuni anni. Si tratta dell´avvio di una serie di iniziative di promozione e sensibilizzazione della popolazione sui vantaggi del bilinguismo precoce nei bambini. "Bilinguismu creschet" (che significa allo stesso tempo che con il bilinguismo si cresce e cresce l’individuo e la società) è una filiale del progetto "Bilingualism Matters", iniziativa di successo che in Scozia ha ottenuto moltissimi risultati e che si è estesa poi in Norvegia, in Grecia e ora anche in Italia, prima in Trentino e attualmente in Sardegna. Il progetto è sbarcato nell’isola dove si spera possa incontrare parere favorevole. Una occasione di aggiornamento e sensibilizzazione per i docenti e il personale didattico, ma anche di tutti coloro che si occupano di questi temi o che intendono occuparsene. Dalle ricerche dell´Università di Edimburgo emerge che i bambini bilingui o trilingui dalla nascita posseggono tutta una serie di abilità cognitive sorprendenti rispetto agli altri. Sono più portati ai cambi disciplinari, imparano meglio e più in fretta le lingue straniere e, a quanto sembra, da grandi avranno meno problemi con le malattie neuro-degenerative. I vantaggi del bilinguismo riguardano, ovviamente, anche le lingue minoritarie come il sardo. Secondo gli studi della professoressa Sorace, parlare la lingua minoritaria in casa agevola l’apprendimento dell’inglese. Il corso per bambini di Cagliari è sperimentale, verrà ospitato in una scuola o ludoteca che abbia aderito al progetto e che offra i suoi locali gratuitamente. Successivamente verrà esteso in altre località dell’isola. Per quanto riguarda il progetto di formazione degli adulti il cui primo ciclo si è appena concluso, i corsi saranno raddoppiati e si cercherà di soddisfare tutte le richieste. La tipologia delle proposte di iscrizione è molto varia, ma come previsto nell´avviso si darà la preferenza per l´ammissione ai corsi ai giovani, ai giornalisti, agli operatori culturali, agli insegnanti. Il corso appena terminato è un livello di base, secondo il Quadro Comune Europeo di Riferimento per la conoscenza delle lingue. Livello base A1 - (comprende e usa espressioni di uso quotidiano e frasi basilari tese a soddisfare bisogni di tipo concreto. Gli obiettivi specifici sono quelli di conoscere la situazione linguistica della Sardegna, riconoscere ed evitare pregiudizi e stereotipi, recuperare la normalità della lingua e l´identità linguistica, riconoscere il sistema linguistico sardo e il continuum diatopico, conoscere l’ortografia e le norme di riferimento del sardo). Delle centinaia di richieste iniziali (250) si è dovuto rispettare il numero chiuso previsto per una buona riuscita del corso, ma si è effettuata anche una scrematura degli iscritti in base alle conoscenze pregresse della lingua per garantire un buon successo dell’apprendimento. Tra poche settimane saranno attivati contemporaneamente un nuovo corso A1 e uno A2. Di seguito si proseguirà fino a raggiungere il livello più alto di conoscenza della lingua che sarà C2 con conseguente certificazione. I docenti sono gli operatori in servizio presso le due sedi de s´Ufìtziu de sa Limba Regionale. Ai partecipanti verranno messi disposizione degli strumenti didattici essenziali: le norme di riferimento, una grammatica, un glossario di base, la normativa linguistica oltre ai programmi di apprendimento già messi in rete in questi anni dalla Regione. Per i bambini la partecipazione è gratuita e il materiale ludico verrà messo a disposizione dal Servizio Lingua Sarda della Regione.  
   
   
FVG, AUTONOMIE LOCALI: SIGLA D´INTESA SUL COMPARTO UNICO  
 
Udine, 12 marzo 2014 - È stato siglato a Udine tra l´assessore regionale alla Funzione Pubblica Paolo Panontin, i rappresentanti del sistema delle autonomie locali (Anci, Upi, Uncem) e delle organizzazioni sindacali, un Protocollo d´intesa che ha lo scopo di definire un percorso condiviso finalizzato a realizzare in Friuli Venezia Giulia un sistema funzionale e qualificato del pubblico impiego. Si tratta di un momento importante, precisa Panontin - "dell´evoluzione della riforma dell´intero sistema delle autonomie locali, perché riguarda il personale del Comparto unico e si inserisce in un percorso che mira a valorizzare i compiti e le funzioni nell´ambito di una gestione uniforme delle risorse umane". "L´accordo rientra - aggiunge l´Assessore - nel processo di razionalizzazione delle autonomie locali, al fine di una corretta gestione del complesso sistema del personale del Comparto; nonché di quelle funzioni che, a vario titolo, richiedono una maggiore professionalizzazione e qualificazione". "Il tutto - precisa - al fine di garantire nel contempo una maggiore economicità". Anche l´istituzione del Comparto unico del pubblico impiego, soggiunge Panontin - "è stata determinata dall´obiettivo prioritario di razionalizzare gli apparati amministrativi, determinando così un accrescimento dell´efficacia e dell´efficienza degli stessi". Tuttavia, dall´istituzione del Comparto unico ad oggi, gli scenari sono notevolmente cambiati anche per effetto degli interventi normativi nazionali. Mentre il blocco delle assunzioni e l´attuale situazione economica impongono di adottare nuovi sistemi di gestione e di utilizzo del personale, per fare fronte alle specifiche attività che gli Enti locali sono chiamati a svolgere.  
   
   
POLITICHE GIOVANILI, TRECENTOMILA “YOUNGERCARD” IN EMILIA-ROMAGNA  
 
Bologna, 12 marzo 2014 - Sono 110 i Comuni, 10 le Unioni e un Circondario gli Enti che hanno aderito al progetto “Youngercard”, la carta ideata dall’assessorato Progetto giovani della Regione Emilia-romagna in collaborazione con i Comuni di Ferrara e Reggio Emilia, dedicata ai giovani tra i 14 e i 29 anni per promuovere consumi responsabili, protagonismo giovanile e fruizione di offerte culturali e sportive. Trecentomila copie della Youngercard sono a disposizione dei ragazzi e delle ragazze che vivono, studiano o lavorano in Emilia-romagna e saranno distribuite, a partire dalla fine del mese, da uffici comunali, Informagiovani, biblioteche e centri di aggregazione. A che cosa servono è raccontato dal sito www.Youngercard.it e anche attraverso il tour di un camper: un vero e proprio centro giovanile itinerante, dotato di connessione wi fi, strumentazione tecnologica e con a bordo due operatori giovanili che, oltre a fare promozione ed animazione, daranno un aiuto nella distribuzione delle carte. “E’ un progetto che fa sistema e mette in relazione gli Enti e i giovani dell’Emilia-romagna”, ha sottolineato l’assessore regionale al Progetto giovani Donatella Bortolazzi, durante la presentazione del progetto in Regione, insieme all’assessore alle politiche giovanili del Comune di Fiorenzuola D’arda, Sara Lusignani, all’assessore circondariale alle politiche giovanili del circondario imolese Anna Venturini, al presidente dell’Unione Terre d’Acqua Renato Mazzuca e a rappresentanti del Comune di Carpi. “La Youngercard avrà valore in tutto il territorio”, ha aggiunto Bortolazzi. “E’ un invito ai nostri ragazzi perché siano protagonisti attivi, da Piacenza a Rimini, dà loro opportunità e stimoli e la possibilità di partecipare a progetti di cittadinanza attiva al servizio della comunità e per la propria crescita”. A cosa serve la Youngercard La carta, distribuita gratuitamente, dà ai titolari una serie di agevolazioni per la fruizione di servizi culturali e sportivi (come teatri, cinema e palestre) e sconti presso numerosi esercizi commerciali (sia locali che regionali, sia in piccoli negozi e ristoranti che in catene e grande distribuzione). La Youngercard inoltre invita i suoi possessori a diventare giovani protagonisti, ossia a investire parte del proprio tempo e del proprio impegno in progetti di volontariato organizzati in collaborazione con enti locali, associazioni, università, scuole, polisportive, circoli o cooperative sociali: si tratta di una serie di progetti di cittadinanza attiva, della durata tra le 20 e le 80 ore, che possono riguardare diversi ambiti (sociale, educativo, artistico, culturale, informatico, linguistico o ambientale). I primi progetti avviati riguardano, ad esempio, giovani volontari che insegnano l’utilizzo del pc agli anziani, corsi di lingue o attività di volontariato in corsia. Ogni ora di volontariato svolta consentirà di accumulare punti sulla propria carta e, quindi, di poter ricevere alcuni premi individuati a livello locale. La distribuzione Le carte già stampate sono 300.000 per tutto il territorio regionale e verranno distribuite sulla base della popolazione residente nella fascia d’età 14-29 in ciascun Comune e Unione aderenti. Il sito Il sito www.Youngercard.it  ha tutte le informazioni relative alla Youngercard, aggiornate in tempo reale dai diversi enti aderenti. Nella pagina “Convenzioni” si possono cercare quelle attive a livello locale utilizzando due tipologie di filtri: per categoria merceologica o per provincia.  
   
   
POTENZA, RIUNITA ASSEMBLEA DEI "SENZA REDDITO"  
 
Potenza, 12 marzo 2014 - I senza reddito di Potenza e dei Comuni limitrofi, riuniti in assemblea presso la Camera del Lavoro di Potenza, hanno discusso del documento “Cartello dei Senza Reddito della Basilicata” che sarà sottoposto nei prossimi giorni al Governo della Regione Basilicata. Con il documento - fa sapere il Coordinamento Libere Attività Lavorative - si chiede la rimodulazione della legge Copes, l’ampliamento della platea, un nuovo bando con nuova graduatoria e nell’attesa la continuazione dell’integrazione per gli attuali beneficiari. Inoltre è stata approfondita la discussione sulla proposta della Cgil, che ha sollecitato un provvedimento con una tassa sui ricchi per aiutare i poveri e una legge contro evasori fiscali e lavoro nero.  
   
   
SARDEGNA: AMMORTIZZATORI SOCIALI, SOTTOSCRITTA CONVENZIONE INPS REGIONALE-ASSESSORATO DEL LAVORO  
 
 Cagliari, 12 marzo 2014 - Al via i pagamenti per gli ammortizzatori sociali. È stata sottoscritta la convenzione tra l´assessorato del lavoro e la direzione regionale dell´Inps. Con la firma dell´atto sarà possibile utilizzare i 52 milioni stanziati dal Consiglio Regionale per l´anticipazione degli assegni di mobilità in deroga 2013. "L´auspico - ha affermato l´assessore regionale del lavoro, Mariano Contu - è che i circa dodici mila lavoratori in attesa di un sostegno al reddito ricevano al più presto i sussidi, così come concordato con gli uffici dell’ente di previdenza. Si conclude - ha aggiunto Contu - una lunga procedura, iniziata con l’approvazione di una serie di leggi regionali e delibere attuative di giunta, frutto di un lavoro basato sulla concertazione tra le istituzioni e le parti sociali. Restiamo in attesa che il Governo Renzi e il ministro del lavoro Poletti trovino le risorse necessarie per pagare la mobilità e la cig per il 2013 e per il 2014". Il tema sarà approfondito, la prossima settimana, a Roma, nel tavolo della commissione interassessoriale con il ministro del lavoro.  
   
   
SARDEGNA: AMMORTIZZATORI SOCIALI, AL VIA RICHIESTE SEMESTRALI  
 
Cagliari, 12 marzo 2014 - Le richieste per accedere alla cassa integrazione in deroga per il 2014 si potranno caricare nel portale Sil Sardegna per l´intero semestre. È quanto prevede la nuova direttiva dell’assessore regionale del lavoro, Mariano Contu, finalizzata al superamento delle criticità emerse nelle procedure del sistema informatico, che prevedevano un limite massimo di 184 ore mensili. La decisione è stata comunicata, , alle parti sociali, datoriali e ai consulenti del lavoro, nel corso di una riunione convocata nella sede dell’assessorato regionale del Lavoro.  
   
   
ABRUZZO: NASCERANNO 100 NUOVE IMPRESE "UNDER 35"  
 
Pescara, 12 marzo 2014 - Salgono a 2 milioni e 450 mila euro le risorse a disposizione per il bando "Goal" (Giovani opportunità per attività lavorative), pubblicato dalla Regione Abruzzo - assessorato al Lavoro e Formazione - per sostenere le nuove attività imprenditoriali e professionali di giovani abruzzesi "under 35", all´interno del "Piano integrato giovani Abruzzo". Rispetto alla dotazione iniziale (un milione e 500mila euro), l´aumento è pari a 950mila euro e renderà possibile il finanziamento complessivo di circa 100 giovani idee imprenditoriali e professionali. "Dopo aver raddoppiato i fondi per i bonus assunzionali di ´Lavorare in Abruzzo 4´, arrivati a 9 milioni di euro, siamo riusciti a ricorrere ad ulteriori economie ed incrementare le risorse per Goal. Un intervento - ha commentato l´assessore Paolo Gatti - importante che offre sostegno ai nostri giovani, a chi ha un´idea e vuole investire per portarla avanti con coraggio e sacrificio". Per "Goal", i progetti presentati alla scadenza del bando sono stati 563. "Ancora una conferma che in Abruzzo c´è voglia di fare impresa - continua Gatti - ed è significativo vedere che i protagonisti di questa tendenza sono ´under 35´. Noi vogliamo aiutare concretamente i giovani a realizzare il loro futuro e la loro crescita lavorativa, che è anche di vita". Il bando "Goal" era riservato a giovani di età tra i 18 e i 35 anni e prevedeva un contributo massimo a fondo perduto di 25mila euro per la nascita e l´avviamento di nuove attività imprenditoriali e professionali sul territorio abruzzese. Insieme a ´Lavorare in Abruzzo 4´, ´Intraprendo´ e ´Microcredito´ è uno dei quattro avvisi del pacchetto ´Lavoro Subito´ con cui la Regione ha messo in campo 20 milioni di euro per il sostegno all´occupazione e alla creazione d´impresa in Abruzzo. Dopo il raddoppio dello stanziamento per ´Lavorare in Abruzzo 4´ (da 4,5 a 9 milioni) e l´aumento del plafond del bando "Goal", l´investimento complessivo è passato a 25 milioni.  
   
   
TOSCANA: AGENZIA REGIONALE PER IL LAVORO, AL VIA L´ITER PER LA RIFORMA DEL SISTEMA  
 
 Firenze, 12 marzo 2014 – Un´agenzia regionale per il lavoro, snodo toscano del sistema nazionale e nuovo strumento di governo dei servizi per l´impiego in vista del superamento delle Province, da cui, attualmente, dipendono. E´ questa l´ipotesi su cui la Regione sta lavorando e che l´assessore alle attività produttive e lavoro Gianfranco Simoncini ha illustrato oggi alla giunta, che ha approvato un documento, preliminare alla proposta di legge. "L´ipotesi di costituire un´agenzia regionale per il lavoro – ha spiegato Simoncini - rappresenta una soluzione organizzativa, sia in vista della revisione della governance dei servizi per l´impiego, a livello nazionale, sia per superare le disomogeneità nella gestione dei servizi, che esistono a livello territoriale, sia infine in vista di una diversa attribuzione delle competenze delle Province". Una volta a regime, l´agenzia dovrà svolgere le funzioni e i compiti in materia di collocamento, servizi per l´impiego e politiche attive del lavoro. L´agenzia regionale avrà natura giuridica di ente di diritto pubblico, dipendente dalla Regione, con autonomia organizzativa, amministrativa e contabile, sotto la vigilanza e l´indirizzo della giunta regionale. "Una volta definito il nuovo assetto istituzionale delle Province – prosegue l´assessore - all´agenzia potranno essere attribuiti i servizi di collocamento, incontro fra domanda e offerta di lavoro, la gestione delle politiche attive, gli interventi di prevenzione della disoccupazione, l´orientamento e l´obbligo formativo. In quest´ultimo nuovo assetto, i centri per l´impiego diventerebbero strutture periferiche dell´agenzia regionale, secondo un´articolazione che terrà conto dei sistemi economici locali, con compiti di gestione e di erogazione dei servizi ai cittadini". Se il problema di una definizione dell´assetto istituzionale dopo il superamento delle Province dovrà necessariamente essere affrontato a livello nazionale, la creazione di un´Agenzia regionale che ne raccolga le competenze potrebbe andare comunque inserirsi all´interno del sistema nazionale del lavoro, che dovrebbe avere funzioni di coordinamento e monitoraggio e fissare standard minimi per quanto riguarda le piante organiche e la qualità dei servizi. Per migliorare la qualità del servizio e rendere più facile la vita dei cittadini che ne usufruiscono l´ipotesi approvata dalla giunta prevede di attribuire alla nuova agenzia regionale e quindi ai centri per l´impiego, la gestione degli strumenti di politica passiva, vale a dire gli interventi per la ricollocazione e il sostegno al reddito di coloro che hanno perduto il lavoro. "I centri per l´impiego si sono rivelati in questi anni – ricorda infine l´assessore - uno strumento importante per fronteggiare la crisi economica in atto. Basti pensare che da luglio 2009 ad oggi si sono presentati agli sportelli circa 80 mila lavoratori ai quali sono state erogate 550 mila azioni di politica attiva. Ogni anno inoltre, i centri per l´impiego offrono informazioni e orientamento a circa 800 mila persone. E´ per questo che si rende necessario potenziare e razionalizzare il servizio, rendendo più coordinato il sistema regionale e più efficaci ed omogenei gli interventi sul territorio". I centri per l´impiego, quali strutture periferiche dell´Agenzia, potrebbero svolgere anche un ruolo nell´attività di formazione, ad oggi svolta dalle Province, In particolare i centri per l´impiego potrebbero registrare il fabbisogno formativo del territorio e su questa base contribuire alla determinazione delle scelte programmatiche della Regione nei singoli territori. Proprio per questo è stato deciso di presentare al Consiglio regionale un´unica proposta di legge, sia sul tema della formazione che su quello del lavoro. Sulla proposta, dopo che il Consiglio avrà discusso il preliminare, si aprirà il confronto con le parti sociali e le istituzioni del territorio.  
   
   
LOMBARDIA. GIOCO: SINDACI USINO LEGGE NO SLOT APPELLO A SCUOLE: PREPARATEVI A DISEGNARE LOGO ANTI-LUDOPATIA  
 
Milano, 12 marzo 2014 - "L´apertura di sale con slot machine o apparecchiature similari in Lombardia è vietata se il locale destinato a ospitarle è situato a meno di cinquecento metri da scuole, ospedali, centri di aggregazione giovanile e per anziani, chiese o oratori, come previsto espressamente dalla Legge regionale per il contrasto del gioco d´azzardo patologico". Lo ha ricordato l´assessore al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo della Regione Lombardia Viviana Beccalossi, team leader per la Giunta regionale sul tema delle ludopatie, intervenendo nel dibattito riguardante l´apertura di nuove sale gioco o l´installazione in bar o locali di nuove apparecchiature. Comuni Usino Legge Regionale - "Ogni giorno - ha continuato Viviana Beccalossi - arrivano ai miei uffici richieste di aiuto da parte di sindaci e rappresentanti del mondo del volontariato, che, sul proprio territorio, cercano di contrastare l´apertura di nuove sale. Oggi, lo ribadisco con forza, tutti questi soggetti dispongono finalmente di uno strumento normativo efficace, per evitare il proliferare di questa piaga sociale". L´assessore Beccalossi ricorda che la scorsa settimana il Tar della Lombardia, citando proprio la Legge regionale, ha confermato il no del Comune di Cantù (Como) alla richiesta di un privato intenzionato a installare delle slot in un locale situato vicino a una scuola. Incentivi Fiscali Per Disinstallare Slot - "Oltre ai regolamenti - ha proseguito Viviana Beccalossi - che fissano la distanza dai luoghi sensibili per l´installazione di nuove macchinette e il pacchetto sulle attività di prevenzione e cura della malattia, sono attivi anche gli incentivi fiscali per i gestori che decideranno di disinstallare le slot dai loro locali". Concorso Scuole Per Logo ´No Slot´ - "Il prossimo passo – ha concluso l´assessore Beccalossi - è il coinvolgimento dei giovani, che saranno i testimonial della cultura anti ludopatia. A giorni, infatti, presenteremo il regolamento del concorso riservato a tutte le scuole superiori della Lombardia, per scegliere il logo regionale ´No slot´, che potrà essere esposto dagli esercenti che rinunceranno alle macchinette".  
   
   
IMMIGRAZIONE: ZAIA, “ANCHE PICCOLI PRESTITI D’ONORE PER INCENTIVARE IL RIENTRO IN PATRIA DI CHI HA PERSO IL LAVORO E RISCHIA DI RIENTRARE NELLA CLANDESTINITA’”  
 
Venezia, 12 marzo 2014 - “Il Veneto è stato terra d’emigrazione per decenni e sa benissimo cosa voglia dire. Per questo siamo una Regione modello per l’accoglienza agli immigrati e siamo pronti a tutte le collaborazioni possibili, purchè chi viene da noi abbia un serio progetto di vita e di integrazione”. Lo ha detto il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, aprendo oggi la seduta della Consulta Regionale per l’Immigrazione, per la prima volta da lui presieduta dopo l’assunzione diretta della delega ai flussi migratori. L’organismo aveva all’ordine del giorno una prima valutazione sulla bozza di nuova legge per il settore, che verrà definita dopo che, come ha chiesto Zaia, i vari componenti della Consulta avranno fatto pervenire le loro osservazioni e proposte, con le quali integrare ove possibile il testo attualmente elaborato. Zaia ha inquadrato le politiche per l’immigrazione nel più ampio quadro della difficile congiuntura economica in atto, con la crisi che ha già provocato 170.000 disoccupati, veneti e non, interessando il mondo dell’immigrazione regolare per circa il 22% dei lavoratori stranieri presenti sul territorio. “Oggi – ha detto Zaia – governiamo con un quarto delle risorse rispetto a qualche anno fa. Inevitabilmente anche i finanziamenti per il settore sono scesi da 2 milioni 800 mila euro a 650 mila quest’anno. Per il 2014 porteremo lo stanziamento ad un milione, ma questi fondi andranno gestiti con la massima attenzione, guardando sì al sostegno della formazione e della creazione di mediatori culturali, ma anche con molta concretezza ad alimentare il rientro in patria di chi lo desideri”. “Le modalità possono essere molteplici – ha detto anche Zaia – e potremmo anche ipotizzare piccoli prestiti d’onore per aiutare chi ha imparato un mestiere in Veneto a ritornare nella terra d’origine e avviare lì un’attività”. “Non si tratta né di cattiveria né di razzismo – ha tenuto a precisare Zaia – ma del tentativo di aiutare chi ha perso il lavoro, non lo trova più, e rischia di rientrare in uno stato di clandestinità che non fa bene a nessuno, prima di tutto all’immigrato”. In Veneto attualmente gli immigrati regolari sono circa 500.000, pari al 10,7% dell’intera popolazione residente.  
   
   
NUOVE IMPRESE AL FEMMINILE: L’IMPEGNO DELLA REGIONE LAZIO ECCO ALCUNE DELLE INIZIATIVE PER SOSTENERE LA NASCITA DI NUOVE IMPRESE E ASSOCIAZIONI E AL FEMMINILE.  
 
Roma, 12 marzo 2014 - La Regione in prima linea per sostenere e valorizzare l’imprenditoria femminile. Attualmente nel Lazio le imprese “rosa”, che sono in aumento, rappresentano più del 20% del totale. In occasione della Giornata della donna la Regione ha presentato alcune iniziative con l’obiettivo di contribuire ad aumentare ulteriormente la presenza di imprese femminili sul territorio: Uno sportello per orientare le imprese femminili. Darà supporto sia a quelle già esistenti sia a quelle che apriranno grazie alle risorse europee 2014-2020. Innovazione sostantivo femminile. Con questo bando la Regione intende proprio sostenere progetti di imprese o di associazioni “al femminile”. L’obiettivo è quello di realizzare nuovi prodotti o servizi legati anche ai cambiamenti sociali in corso. Il bando sarà pubblicato prossimamente. Le risorse a disposizioni saranno pari a 1 milione di euro a fondo perduto. Il premio “Donna Forza 8”. La Regione lo assegna alle 18 imprese ‘rosa’ che hanno investito di più in progetti diinnovazione, aggregazione tra imprese, internazionalizzazione, energia pulita e inclusione sociale. La selezione ha riguardato tutte le imprese ammesse al finanziamento dei bandi Por Fesr e della legge regionale sull’internazionalizzazione. “Vogliamo rendere il Lazio una regione modello per le pari opportunità – è il commento di Guido Fabiani, assessore allo sviluppo economico, che ha aggiunto: il nostro impegno è di incrementare nei prossimi anni, attraverso appositi strumenti, la percentuale di imprese femminili che partecipano ai bandi europei della Regione Lazio e di sostenere con apposite risorse la nascita e la crescita di nuove aziende guidate da donne”.