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Notiziario Marketpress di Mercoledì 07 Giugno 2006
Politica
SEMAFORO VERDE DEGLI EUROPARLAMENTARI AL ( CIP) "PROGRAMMA QUADRO COMUNITARIO PER LA COMPETITIVITÀ E L´INNOVAZIONE"  
 
 Bruxelles, 7 gennaio 2006 - Il 1° giugno il Parlamento europeo ha adottato il primo "Programma quadro comunitario per la competitività e l´innovazione" (Cip), che prevede l´assegnazione di 3,6 miliardi di euro alle piccole e medie imprese (Pmi) innovative per il periodo 2007-2013. Il Cip comprende tre programmi specifici intesi ad aiutare le piccole imprese a investire in tutte le forme di innovazione, a promuovere l´efficienza energetica, e a incoraggiare un migliore impiego delle tecnologie dell´informazione e della comunicazione (Tic). "Non era mai successo nella storia del Parlamento europeo di riuscire ad adottare un programma quadro in sede di prima lettura", ha dichiarato l´europarlamentare tedesco e relatore sul Cip Jorgo Chatzimarkakis. La rapidità con cui il Parlamento ha adottato il dispositivo rispecchia l´importanza dell´innovazione nei diversi gruppi politici. Il deputato europeo ha spiegato che il Cip faciliterà la commercializzazione delle idee eccellenti, e ha fatto riferimento ad alcune invenzioni europee che sono state sfruttate altrove, tra cui il fax, gli Mp3 e il sistema Transrapid (monorotaia). "Far decollare il Cip in prima lettura rappresenta l´alba di una nuova era per l´innovazione europea", ha aggiunto l´onorevole Chatzimarkakis. "Cip è sinonimo di nuove idee, minor onere amministrativo, portata più ampia per l´innovazione e, nel contempo, la possibilità di includere le parti del programma già esistenti e funzionanti". Le parti del programma avviate menzionate dall´eurodeputato comprendono i programmi eTen, eContent e Modinis per le Tic, e il programma Energia intelligente per l´Europa. La dotazione finanziaria del programma è stata ridotta da 4,21 a 3,6 miliardi di euro, ma sia gli europarlamentari che la Commissione sembrano soddisfatti della nuova cifra. Il vicepresidente della Commissione Günter Verheugen, responsabile della politica delle imprese e dell´industria, ha definito il Cip "la risposta diretta alla richiesta avanzata dalla revisione intermedia di Lisbona di introdurre azioni comunitarie più semplici, più visibili e più mirate al fine di promuovere la crescita e l´occupazione". Il Consiglio dovrebbe adottare il programma entro la fine di giugno. Http://cordis. Europa. Eu/innovation/en/policy/cip. Htm .  
   
   
UE, BEI, FEI IN SOCCORSO ALLE PMI CON “JEREMIE” PER MIGLIORARE L´ACCESSO AI FINANZIAMENTI ALLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE (PMI)  
 
Bruxelles, 7 giugno 2006 - La Commissione europea, la Banca europea per gli investimenti (Bei) e il Fondo europeo per gli investimenti (Fei) hanno avviato Jeremie, un´iniziativa congiunta volta a migliorare l´accesso ai finanziamenti da parte delle piccole e medie imprese (Pmi) nelle regioni dell´Unione. Jeremie, l´iniziativa "Joint European Resources for Micro to Medium Enterprises" (Risorse europee congiunte per le micro e medie imprese) consentirà agli Stati membri e alle regioni di destinare parte dei loro stanziamenti dei Fondi strutturali al finanziamento di piccole imprese attraverso strumenti finanziari specifici studiati per le Pmi. Darà inoltre alle piccole imprese la possibilità di eliminare la burocrazia e accedere tempestivamente ai fondi disponibili. Il programma non limiterà i finanziamenti alle Pmi e li metterà a disposizione delle nuove aziende e di altre microimprese mediante assistenza tecnica e sovvenzioni, nonché tramite investimenti in capitale di rischio e informali. Jeremie è sia un´organizzazione sia un processo, e assumerà tre ruoli distinti volti a: - migliorare le condizioni di finanziamento e sviluppo delle aziende mediante prestiti, risorse proprie, capitale di rischio e garanzie, nonché assistenza organizzativa e tecnica; - rafforzare il coordinamento a livello nazionale e regionale, e a gestire efficacemente le risorse pubbliche e il trasferimento delle buone prassi; - gestire le scarse risorse pubbliche nell´ambito dei programmi comunitari. L´iniziativa garantirà un apporto di capitale di credito ai finanziamenti pubblici rappresentati dalle sovvenzioni. Il fine ultimo del programma dovrebbe essere la sostenibilità a lungo termine. Il lancio segna l´inizio della fase preparatoria di Jeremie, intesa a individuare le lacune in termini di finanziamenti. La fase operativa dovrebbe cominciare nel gennaio 2007, quando verrà eletto un titolare fondi per la gestione di Jeremie e per la pubblicazione di inviti a presentare proposte relativi alla distribuzione dei fondi. Francis Carpenter, amministratore delegato del Fei, ha dichiarato: "Jeremie è una ´cassetta degli attrezzi´ per la creazione di prodotti finanziari volti a colmare le lacune nei finanziamenti delle Pmi. Ritengo che rappresenterà una risposta adeguata per le numerose esigenze avanzate dalle autorità regionali e locali. Jeremie riunisce le competenze delle diverse istituzioni finanziarie europee per un impiego intelligente dei finanziamenti comunitari a sostegno delle Pmi". . .  
   
   
IL COMMISSARIO EUROPEO JOAQUIN ALMUNIA, RESPONSABILE AFFARI ECONOMICI E MONETARI: PRENDIAMO NOTA DELLE NUOVE STIME PER IL DISAVANZO DEL 2006 PUBBLICATE DAL GOVERNO ITALIANO  
 
Bruxelles, 7 giugno 2006 – “Tali stime confermano che la valutazione fatta dalla Commissione e dal Consiglio Ecofin sulla legge finanziaria per il 2006 e sul programma di stabilità italiano era appropriata, in particolare riguardo ai rischi che erano stati evidenziati. Dato il deterioramento delle finanze pubbliche dal 2001, la situazione che emerge è difficile e deve essere corretta. Accogliamo favorevolmente l´impegno del nuovo governo ad agire con decisione per correggere questa situazione mediante l´attuazione rigorosa del bilancio del 2006 e di misure supplementari (manovra Bis). Tenendo conto di queste considerazioni, e data la determinazione politica del nuovo governo a diminuire il disavanzo ed il debito, la correzione della situazione del disavanzo eccessivo entro il 2007 continua ad essere a portata di mano. Al di là del rispetto delle esigenze del patto, portare il disavanzo sotto la soglia del 3% de Pil è necessario per assicurare un´inversione nella tendenza di aumento del debito pubblico. La Commissione analizzerà con attenzione il rapporto sulla ricognizione dei conti pubblici prima di fare ulteriori osservazioni”. .  
   
   
COMPETERE PER CRESCERE: MODELLI A CONFRONTO  
 
Milano, 7 giugno 2006 - Più concorrenza come elemento necessario per lo sviluppo economico e la creazione di lavoro: è questo il messaggio unanime emerso dal convegno tenutosi ieri sera a un convegno all’Università Bocconi di Milano cui hanno partecipato tra gli altri Antonio Catricalà e Mario Monti. Lo insegna la storia economica recente degli Stati Uniti, e lo esige l’economia attuale dell’Europa e in particolar modo dell’Italia. Secondo Antonio Catricalà, Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, l’Italia necessita di un intervento politico duro e immediato che apra i mercati ancora preclusi a qualsiasi forma di concorrenza. Tra questi il settore energetico, dove “ la gradualità dei cambiamenti economici propugnata da Adam Smith deve lasciare il posto alla durezza necessaria per fronteggiare le corporazioni esistenti”. Il nostro Paese deve ancora compiere passi importanti per garantire una concorrenza aperta, anche a livello interno: i trasporti aerei, le assicurazioni, i servizi finanziari e le telecomunicazioni sono settori in cui la concorrenza è minima. E’ proprio in questi casi che urgono scelte politiche coraggiose. Mario Monti, Presidente dell’Università Bocconi e già Commissario europeo alla Concorrenza, ha ricordato che il risultato più importante che la Commissione ha conseguito in questi anni è stato “l’avere respinto, con un’azione continua di lobby presso i governi nazionali, le tendenze forti a erodere i poteri dell’Ue in materia di Mercato Interno e Concorrenza nel Trattato che adotta una Costituzione per l’Europa”. L’ex Sottosegretario all’Economia del governo Clinton, Paul A. London, nel suo libro “Concorrenza. Il segreto bipartisan della prosperità americana”, presentato al convegno, sostiene che le cause della crescita americana degli anni ’90 non sono da ricercarsi nelle politiche macroeconomiche, ma in oltre 20 anni di politica bipartisan, che ha portato massicce dosi di concorrenza in quasi tutti i settori dell’economia americana. Ha concluso citando Woodrow Wilson, 28° Presidente degli Stati Uniti che alla fine dell’‘800 varò le leggi Antitrust, e il cui motto era: “Competition, competition, competition”. In Europa, e in particolare in Italia, l’applicazione completa delle regole della concorrenza dell’Ue è fondamentale e tutti gli Stati devono farvi riferimento. Un tema, questo, al centro del dibattito europeo in seguito alle recenti vicende Suez - Gas de France e Eon- Endesa. L’italia, secondo Mario Monti, è rallentata dal permanere di una mal interpretata cultura della solidarietà che tradizionalmente diffida della concorrenza. Tuttavia, il fatto che Confindustria e Bankitalia, due istituzioni che l’avevano spesso ostacolata, ora siano diventate paladine della concorrenza, lascia ben sperare per il futuro prossimo. L’auspicio è che la cultura Antitrust, molto estesa in Usa, diventi per le amministrazioni pubbliche una spinta etica, una missione dei settori pubblici a promuovere la concorrenza. Ma l’uso delle norme della concorrenza, come ha sottolineato Enzo Moavero Milanesi, Giudice del Tribunale dell’Unione Europea, deve essere aperto e flessibile, permettendo l’impiego dei “cartelli di crisi”, che, negli anni ‘70 permisero la sopravvivenza del settore siderurgico in Germania. Le nuove sfide dell’Ue saranno la liberalizzazione, il superamento del concetto dei “campioni nazionali“ e di ”monopolio naturale” e la liberalizzazione di servizi. L’impulso dato dalla Ue nel promuovere questo processo si è concretizzato nel Libro Bianco sul completamento del mercato interno, vera tabella di marcia per la crescita, e nella Comunicazione sulla politica industriale in un mercato aperto e concorrenziale. L’appuntamento del 5 giugno alla Bocconi è stato introdotto da Piergaetano Marchetti, Prorettore dell’Università Bocconi e Roberto Santaniello, Direttore della Rappresentanza a Milano della Commissione Europea, che hanno organizzato la serata. Dario Di Vico, Vice Direttore del Corriere della Sera, ha moderato il dibattito. .  
   
   
MEF: IN LINEA LA SINTESI DELLA RICOGNIZIONE SUI CONTI PUBBLICI 2006  
 
Roma, 7 giugno 2006 - Il Ministero dell´Economia e delle Finanze comunica che è in linea, nella sezione "ultimi documenti", una sintesi sulla ricognizione della situazione dei conti pubblici 2006 e la lettera del responsabile della Commissione prof. Riccardo Faini al Ministro Tommaso Padoa-schioppa . .  
   
   
PADOA-SCHIOPPA: "INTERVENTO SUI CONTI 2006 ORMAI INEVITABILE. RICONDURREMO DISAVANZO E DEBITO ENTRO I PARAMETRI EUROPEI"  
 
Roma, 7 giugno 2006 - Il Ministro dell´Economia e delle Finanze, Tommaso Padoa-schioppa, ha ricevuto ieri il rapporto della Commissione istituita nelle scorse settimane con l´incarico di effettuare una ricognizione sulla situazione dei conti pubblici per il 2006. Alla Commissione, presieduta dal professor Riccardo Faini, hanno partecipato rappresentanti della Ragioneria Generale dello Stato, del Dipartimento delle Politiche fiscali, del Dipartimento del Tesoro, della Banca d´Italia, dell´Isae e dell´Istat. La Commissione è giunta alle seguenti conclusioni: - il rapporto deficit-pil è stimato nel 2006 al 4,1% (dato tendenziale, a politiche e legislazione invariate) in crescita rispetto al 3,8% contenuto nella Relazione trimestrale di cassa; - sul conseguimento di questo risultato pesano numerosi rischi. La Commissione ritiene che, qualora tali rischi dovessero materializzarsi, l´andamento dei conti pubblici, e in particolare della spesa, potrebbe peggiorare per un importo stimato prudenzialmente in almeno mezzo punto di pil. Nel dettaglio, la Commissione evidenzia che vi sono due tipologie di rischi: - rischi di efficacia, quantificati per un importo massimo pari allo 0,3% del pil, legati al fatto che non tutte le misure previste dalla Legge Finanziaria 2006, anche nel caso di piena attuazione, potrebbero conseguire gli effetti iscritti a bilancio. Tra essi si segnalano, ad esempio, il concordato di massa e i vincoli di spesa sugli enti locali; - rischi di attuazione, associati alla mancata o incompleta attuazione delle misure previste dalla Legge Finanziaria 2006. In proposito, si segnala che la piena attuazione delle norme previste dalla Legge Finanziaria 2006 relative a Ferrovie dello Stato, Anas, consumi intermedi delle amministrazioni centrali, contratti di servizio delle imprese pubbliche e attuazione della ‘regola del 2%´, avrebbe effetti di rilievo, spesso molto problematici, sui flussi di investimento, sull´occupazione e sulla funzionalità della pubblica amministrazione. Interventi volti perlomeno ad alleviare tali problematiche comporterebbero aumenti di spesa, da attuarsi con la necessaria copertura finanziaria, che vengono quantificati prudenzialmente in almeno 0,2% del pil. La Commissione ritiene doveroso segnalare la grave condizione in cui versa la finanza pubblica. L´ulteriore deterioramento dei saldi tendenziali, il sostanziale azzeramento dell´avanzo primario di competenza, il valore negativo dell´avanzo primario di cassa e la crescita del debito pubblico configurano una situazione di sofferenza delle pubbliche finanze che non si è manifestata ancora in tutta la sua severità. La fotografia approfondita effettuata dalla Commissione potrebbe subire comunque ulteriori revisioni, anche in un prossimo futuro, nel momento in cui si renderanno disponibili nuovi dati sugli andamenti dell´economia e sull´andamento delle grandezze del bilancio. Il ministro Padoa-schioppa ha dichiarato: "Ricevo la Relazione della Commissione istituita per verificare la situazione dei conti pubblici nel 2006 e ne rendo immediatamente pubbliche le conclusioni. Gli esperti del Ministero dell´Economia e delle Finanze, della Banca d´Italia, dell´Istat e dell´Isae hanno svolto il loro compito con grande impegno e in piena indipendenza. Ringrazio loro, così come ringrazio il professor Riccardo Faini che ha presieduto la Commissione e organizzato i lavori". "Il disavanzo delle pubbliche amministrazioni è stimato dalla Commissione a un livello significativamente superiore alle valutazioni fin qui effettuate. Nelle prossime settimane dovremo tenere conto della grave condizione dei conti pubblici sia per l´elaborazione del Documento di programmazione economica e finanziaria (Dpef) sia ai fini di un intervento sull´anno in corso, che si è reso ormai inevitabile". "Il governo è impegnato a correggere lo squilibrio delle pubbliche finanze e a ricondurre disavanzo e debito entro i parametri europei". .  
   
   
EURISPES, RAPPORTO "NOSTRA ECCELLENZA"  
 
Roma 7 Giugno 2006 - Nel corso del Vii Forum Postel, che si svolgerà l’8 e 9 giugno p. V. A Palazzo Farnese di Caprarola (Viterbo), sarà presentato il Rapporto “Nostra Eccellenza”, realizzato dall’Eurispes. All’interno del Rapporto saranno rappresentate cento esperienze istituzionali e imprenditoriali italiane, soprattutto quelle poco conosciute dal grande pubblico, selezionate per capacità di innovazione di processo e di prodotto e qualità dei percorsi organizzativi. Secondo l’Eurispes il Paese può superare la attuale difficile congiuntura se saprà valorizzare quelle aree di eccellenza produttiva e istituzionale, spesso trascurate nel nostro Paese, in cui vigono modelli organizzativi all’avanguardia e dove la ricerca e lo sviluppo dell’innovazione tecnologica rappresentano una missione strategica da assolvere quotidianamente. Per l’Eurispes c’è un’Italia imprenditoriale che funziona, un’Italia che ha saputo, con caparbietà, tratti di genialità e sapienza organizzativa, individuare rilevanti traiettorie di mercato in Italia e all’estero, così come esistono Enti e istituzioni pubbliche che hanno impostato la propria missione su princìpi come la qualità dei processi organizzativi interni e l’efficacia del servizio fornito. Si tratta di un’eccellenza che non conosce confini territoriali, è presente nelle regioni settentrionali come in quelle meridionali, appartiene ai tradizionali settori dell’economia italiana o fa riferimento alle aree tecnologicamente più avanzate dell’industria italiana, si esprime attraverso la capacità di intraprendere di vecchi capitani d’industria, l’intuizione e il coraggio di giovani ed entusiasti timonieri d’impresa, la lungimiranza organizzativa di manager pubblici e dirigenti privati. I nomi delle 100 realtà istituzionali ed imprenditoriali, comprese nel Rapporto Eurispes Nostra Eccellenza, saranno resi noti il giorno 9 giugno a Caprarola nel corso del Convegno, dove sarà anche distribuito ai presenti il Rapporto Eurispes stampato con la collaborazione di Postel. .  
   
   
BANCA POPOLARE DI MILANO DELIBERA DI ACQUISTARE AZIONI PROPRIE  
 
Milano, 7 giugno 2006 - La Banca Popolare di Milano comunica che, il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di acquistare azioni proprie in esecuzione del "Piano di azionariato per i dipendenti" approvato in data 24 febbraio 2004 - volto ad incentivare il mantenimento del possesso azionario da parte dei dipendenti - che prevede, di anno in anno, l´assegnazione gratuita di un certo numero di azioni della Banca proporzionale alle azioni che il dipendente abbia accettato di sottoporre ad un vincolo di indisponibilità per un determinato periodo di tempo. Il programma di acquisto si riferisce ad un numero massimo di 350. 000 azioni ordinarie del valore nominale di euro 3 ciascuna, e verrà attuato mediante utilizzo della "Riserva per acquisto di azioni proprie" della Società. Gli acquisti saranno effettuati in borsa, e verranno tutti regolati a prezzi di mercato. Le operazioni di acquisto saranno effettuate a partire dal 7 giugno 2006 e termineranno al raggiungimento del numero complessivo di 350. 000 azioni e, comunque, non oltre il 16 giugno 2006. Le operazioni di acquisto saranno effettuate nel rispetto della normativa, anche regolamentare, vigente. In particolare, ai sensi dell’art. 5, co. 2, Reg. N. 2273/2003 Ce, Bpm acquisterà ogni seduta di borsa un numero di azioni non superiore al 25% del volume medio giornaliero di azioni negoziato sul mercato, per tale intendendosi il volume medio giornaliero degli scambi nei venti giorni di negoziazione precedenti la data di acquisto. Le azioni acquistate in esecuzione del descritto programma di acquisto non saranno oggetto di alienazione per tutta la durata del programma. .  
   
   
BANCA POPOLARE DI INTRA : IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE NOMINA IL DOTT. GIUSEPPE GRASSANO ALLA CARICA DI DIRETTORE GENERALE  
 
Verbania Intra, 7 giugno 2006 . Il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Intra, riunitosi ieri sotto la Presidenza del Dott. Luigi Terzoli, esaurita la fase di individuazione ed esame delle diverse possibilità, ha proceduto alla nomina del Dott. Giuseppe Grassano alla carica di Direttore Generale pro tempore con decorrenza immediata. Il Dott. Giuseppe Grassano ha rivestito in passato analoghi incarichi di vertice presso istituzioni bancarie di rilievo nazionale, soprattutto nell’ambito delle Banche Popolari. Nell’ambito della seduta inoltre il Consiglio di Amministrazione ha preso atto delle dimissioni rassegnate per motivi familiari dalla Dott. Ssa Paola Balzarini dalla carica di Consigliere e Segretario del Consiglio di Amministrazione e ha proceduto, nell’ottica di completare la composizione del Consiglio stesso, alla cooptazione dell’avv. Francesco Ciaccia. I curriculum vitae del Dott. Grassano e dell’Avv. Ciaccia sono disponibili nella sezione investor relations del sito internet www. Bpintra. It. Il Consiglio di Amministrazione ha quindi provveduto alla revisione della composizione del Comitato Esecutivo, nominando membri del Comitato stesso il neocooptato Avv. Ciaccia e il Consigliere Dott. Davide Parodi che si affiancano al Presidente Dott. Terzoli, al Vice Presidente Prof. Fortis e al Consigliere Dott. Marini. A tutela degli interessi della Banca, anche in relazione alle vicende penali, si informa che il Consiglio ha nominato legale della Banca Popolare di Intra l’On. Le Prof. Avv. Giuliano Pisapia. .  
   
   
ACCORDO BANCA LOMBARDA E AIB IL GRUPPO BANCA LOMBARDA OFFRE UN PLAFOND DI 100 MILIONI DI EURO A CONDIZIONI AGEVOLATE PER I PROGETTI DI INNOVAZIONE TECNOLOGICA E DI TRASFERIMENTO TECNOLOGICO CERTIFICATI DA UNA VALUTAZIONE TECNICA.  
 
Brescia, 7 Giugno 2006 – Banca Lombarda e Associazione Industriale Bresciana hanno siglato un importante accordo per la concessione di finanziamenti alle imprese innovative della provincia di Brescia. Il fondo stanziato pari a 100 milioni di euro è finalizzato al sostegno della ricerca e dell’innovazione aziendale, ritenuta un fattore strategico per la crescita e competitività delle imprese. Il prodotto offerto introduce forti elementi di novità poiché lega il tasso applicato al grado d’innovazione del progetto d’investimento proposto. Più è elevato il punteggio attribuito all’iniziativa, migliori sono le condizioni finanziarie praticate dalla Banca. La domanda di finanziamento dev’essere presentata dall’impresa proponente allo Sportello d’Innovazione dell’A. I. B. Che provvederà a trasmetterla alla Banca. Il fondo stanziato, pensato per favorire il trasferimento delle conoscenze tecnologiche dalle Università e dai Centri di ricerca alle imprese stesse, risulta anche propedeutico a facilitare gli indispensabili passaggi che le aziende devono compiere per cogliere le opportunità offerte dall’ evoluzione dei mercati. Ogni progetto di ricerca, innovazione e/o trasferimento tecnologico presentato godrà – in tutte le sue fasi - di un grado di riservatezza assoluto sancito da un accordo contrattuale siglato tra le parti. La Banca effettuerà quindi la consueta istruttoria economica finanziaria dell’investimento proposto e delibererà un finanziamento che potrà raggiungere anche il 100% dell’ammontare con un onere correlato al grado d’innovazione evidenziato dal progetto e certificato dallo Sportello Innovazione dell’A. I. B. I finanziamenti concessi alle piccole e medie imprese potranno inoltre essere assistiti dalla garanzia rilasciata dal Confidi Lombardia. L’ammontare dei finanziamenti erogati saranno, di norma, compresi fra i 250. 000 e i 3,5 milioni di euro per progetto e, salvo deroghe, relativi a programmi di finanziamento aventi una durata compresa fra i 12 e i 36 mesi. .  
   
   
LA BANCA DEL VENEZIANO INAUGURA UNA NUOVA FILIALE A VENEZIA DOPO L´INAUGURAZIONE, INCONTRO CON CATEGORIE ECONOMICHE, PROFESSIONI E CON LE ISTITUZIONI CITTADINE ALLA SCUOLA GRANDE DI SAN TEODORO  
 
 Veneziia, 7 giugno 2006 - La Banca del Veneziano apre a Venezia. L´istituto di credito cooperativo, che ha la sede centrale in terraferma, a Mira, inaugura una filiale in calle dei Fuseri, San Marco 4367, giovedì 8 giugno 2006 alle ore 16. 00. Si tratta di un evento storico sia per la Banca del Veneziano sia per il movimento del Credito Cooperativo, che conta più di 4 milioni di clienti in Italia, perché questo è il primo istituto di tale categoria che inaugura una sede nel capoluogo lagunare. Dopo la cerimonia del taglio del nastro e della benedizione dei locali, la giornata proseguirà, alle 17. 00, nella Sala Capitolare della Scuola Grande di San Teodoro per incontrare i rappresentanti delle categorie economiche, delle professioni, delle istituzioni civili e religiose della città, per fare il punto della congiuntura economica in atto e dello sviluppo del credito cooperativo nella relazione con il tessuto socio-economico del centro storico. "Inaugurare una filiale nel cuore di Venezia è per noi un evento estremamente importante - sottolinea il presidente di Banca del Veneziano Amedeo Piva -. È nostra ferma convinzione che proprio le caratteristiche tipiche di una "banca locale" siano le migliori per soddisfare appieno le aspetative e le esigenze dei cittadini veneziani. Dopo i dati molto confortanti che stiamo ottenendo nelle nostre sedi in terraferma, vogliamo portare la filosofia e i vantaggi del credito cooperativo anche a Venezia". Il target sono dunque le famiglie e le imprese, il commercio al dettaglio e i numerosi professionisti che esercitano in centro storico, gli anziani residenti e i giovani studenti che vivono a Venezia nel periodo degli studi. Ma questo sportello è anche la garanzia di un servizio capillare per i numerosi clienti delle Banche di Credito Cooperativo italiane in visita a Venezia. .  
   
   
SARAS: COMPLETATO IL TRASFERIMENTO DEL RESTANTE 45% DI SARLUX  
 
 Milano, 7 giugno 2006 - La Corte d’Appello di Roma ha dichiarato con decreto l’efficacia in Italia del lodo emesso il 18 aprile 2006 da un tribunale arbitrale con sede a Ginevra, con procedimento disciplinato dal regolamento di Arbitrato della Camera di Commercio Internazionale. Come noto, il lodo in questione aveva deciso in maniera favorevole a Saras S. P. A. (“Saras”) la controversia fra quest’ultima ed Enron Dutch Holdings B. V. (“Enron”), accertando la proprietà di Saras della quota del 45% del capitale di Sarlux s. R. L. (“Sarlux”) precedentemente detenuta da Enron, con effetto dal 15 gennaio 2002, e cioè dalla data d’esercizio da parte di Saras dell’opzione d’acquisto prevista dai patti parasociali relativi a Sarlux. Saras rende noto di aver effettuato in data di ieri il deposito presso il Registro delle Imprese di Cagliari dei predetti lodo e decreto mentre in data odierna Saras ha ottenuto l’iscrizione nel libro dei soci di Sarlux dell’avvenuto trasferimento di tale partecipazione e ha altresì pagato ad Enron il corrispettivo della partecipazione, nella misura stabilita dal tribunale arbitrale, pari a Euro 116. 823. 736,00, oltre a interessi nella misura di Euro 152. 030,89. Con il completamento di questo iter, Saras, che già era intestataria del 55%, risulta quindi intestataria dell’intera quota di Sarlux. .  
   
   
FONDAZIONE CARIPLO: NEL 2005 CRESCE LA REDDITIVITA´. CON UN AVANZO DI 441,9 MILIONI DI EURO PIU´ CONTRIBUTI AL NONPROFIT  
 
Milano, 7 giugno 2006 "Conservare con cura per donare con generosità" è il motto della Fondazione Cariplo, da sempre principio guida alle attività dell´ente. Dall´accurata gestione del patrimonio provengono le risorse per l´attività filantropica. Il 2005 è stato un anno caratterizzato da ottimi risultati (in gran parte dovuti all´eccezionale performance dei mercati finanziari): lo scorso anno, infatti, la Fondazione ha destinato all´attività erogativa 155,8 milioni di Euro e sostenuto 957 progetti e attività di enti non profit, grazie, appunto, alla fruttuosa gestione del patrimonio. L´attivita´ Erogativa - L´esercizio chiuso lo scorso 31 dicembre ha registrato un avanzo di 441,9 milioni di Euro. Tutto ciò ha consentito di svolgere un´importante attività filantropica. Nel 2005, infatti, la Fondazione ha destinato all´attività erogativa 155,8 milioni di Euro, di cui 118,1 milioni di Euro con disponibilità dell´esercizio e 37,7 milioni di Euro con fondi degli esercizi precedenti. Oltre a tale importo 11,8 milioni di Euro sono stati accantonati al fondo per il sostegno del volontariato. I contributi destinati agli enti non profit sono stati, in totale, 957. In particolare, la Fondazione Cariplo ha concesso: 403 contributi per un importo di oltre 46,5 milioni di Euro nel settore Arte e Cultura; 139 contributi per oltre 19,3 milioni di Euro nel settore Assistenza sociale; 127 contributi per un importo di oltre 30,4 milioni di Euro nel settore Ricerca Scientifica; 47 contributi per oltre 4,4 milioni di Euro nel settore Ambiente; 71 contributi per oltre 28 milioni di Euro al settore Filantropia e Volontariato; 13 contributi per 2,5 milioni di Euro al settore Sanità; 44 contributi per 4,3 milioni di Euro al settore Promozione della Comunità locale; 25 contributi per 2,6 milioni di Euro al settore Attività Internazionali; 42 contributi per 12,3 milioni di Euro al settore Istruzione; 46 contributi per 5,5 milioni di Euro ad Altri settori. I dati di sintesi riportati non bastano a chiarire il ruolo e la strategia operativa della Fondazione Cariplo che opera ormai come "soggetto anticipatore", seleziona bisogni emergenti (oppure bisogni consolidati ma non adeguatamente risolti), sperimenta nuove soluzioni perché queste vengano poi diffuse ed adottate ad ampio raggio. Una missione realizzata grazie alla professionalità di collaboratori di cui la Fondazione, che quest´anno celebra il 15esimo dalla sua nascita, si è andata con gli anni avvalendo. Oggi le erogazioni sono il frutto preciso di scelte strategiche, mirate ad incidere sui problemi che vengono individuati come priorità. La Fondazione ha dunque dato il via a una modalità di azione più attiva, che ha trovato tra l´altro la sua realizzazione in alcuni progetti specifici promossi direttamente dalla fondazione: il progetto Malawi, per la lotta alla diffusione dell´Aids, il progetto delle Fondazioni Comunitarie (che attraverso la creazioni di fondazioni locali nelle province mira a sviluppare la cultura del dono), il progetto Est - Educare alla Scienza e alla Tecnologia (che – in accordo con la Direzione Scolastica Regionale – mira a migliorare le metodologie di apprendimento delle discipline scientifiche nella scuola dell´obbligo), il progetto Housing Sociale (che punta alla costruzione di alloggi da affittare a canone calmierato a soggetti svantaggiati) e il progetto Nobel - Network Operativo per la Biomedicina di Eccellenza in Lombardia (che punta a migliorare la capacità di ricerca scientifica in campo biomedico delle istituzioni lombarde) che sul finire del 2005 ha selezionato i migliori progetti che hanno partecipato al bando. Il Patrimonio - L´ avanzo dell´esercizio è stato assegnato per 174,1 milioni di Euro all´ attività istituzionale, 113,1 milioni di Euro al fondo di stabilizzazione delle erogazioni, 88,4 milioni di Euro alla riserva obbligatoria e 66,3 milioni di Euro alla riserva per integrità del patrimonio. Con gli accantonamenti effettuati il patrimonio netto contabile (Pnc) ammonta a 5,96 miliardi di Euro ( 7,39 miliardi a valore di mercato). I proventi netti d´esercizio ammontano a 451,8 milioni di Euro pari al 7,78% del Pnc (4,24% nel 2004). Il tasso di rendimento a prezzi di mercato del patrimonio è risultato pari all´ 13,62% al netto delle imposte contro il 9,14% del benchmark di lungo periodo. I costi di funzionamento si attestano a 10 milioni di Euro con un´incidenza del 2,10% sull´avanzo di esercizio (3,32 % nel 2004) e dello 0,16% sul Pnc ( 0,14% nel 2004). Il patrimonio della Fondazione è investito per il 55% in fondi comuni di investimento (soprattutto Geo) e per il 45% in partecipazioni ed altre attività. Il fondo Geo, primo fondo comune mobiliare aperto multicomparto e multigestore di diritto italiano riservato ad operatori qualificati, è stato promosso nel 1998 dalla Fondazione Cariplo a beneficio di tutti gli investitori istituzionali italiani (in primis fondazioni, casse previdenziali e fondi pensione). Complessivamente la ripartizione per tipologie di investimento risulta essere la seguente: 19% investimenti monetari ed altre attività; 26% obbligazioni a breve senza rischio cambio; 47% investimenti azionari Euro; 8% investimenti azionari extra-Euro senza rischio cambio. .  
   
   
POSTE ITALIANE: PER LA PRIMA VOLTA DISTRIBUITI DIVIDENDI PER 117 MILIONI DI EURO APPROVATO IL BILANCIO 2005 REDATTO SECONDO I PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI (IFRS)  
 
Roma, 7 giugno 2006 m- L´assemblea degli Azionisti di Poste Italiane ha approvato il 5 giugno il bilancio dell´esercizio 2005 confermando così i dati comunicati dal consiglio di Amministrazione lo scorso 20 aprile. L´assemblea dei Soci ha inoltre deliberato la distribuzione del dividendo agli azionisti per 117,872 milioni di euro. Il Bilancio, che per la prima volta è stato redatto secondo i principi contabili internazionali (Ifrs), si è chiuso in positivo per il quarto anno consecutivo, registrando ricavi di Gruppo per oltre 16 miliardi di euro, in crescita del 13,6% rispetto all´anno precedente, risultato Operativo a 1. 012 milioni di euro, in aumento del 23,3%, risultato ante imposte a 974 milioni di euro (697 milioni di euro del 2004). L´utile netto dell´esercizio è stato di 349 milioni di euro ( + 19. 4% rispetto al 2004) influenzato come di consueto dall´elevato carico fiscale (625 milioni di euro) su cui incide il costo del lavoro, indeducibile ai fini del calcolo dell´Irap. Positivi anche i risultati conseguiti dalla Capogruppo che ha presentato ricavi totali per oltre 9 miliardi di euro ( + 4,2 % rispetto al 2004), un risultato operativo di 827 milioni di euro (+ 23,4% sul 2004) e un utile netto dell´esercizio di 248 milioni di euro (+ 7,2 %). "Il 2005 oltreché un anno caratterizzato da risultati straordinari è un anno di svolta per il Gruppo, per la prima volta nella sua storia, Poste Italiane distribuisce un dividendo - ha dichiarato l´Amministratore Delegato Massimo Sarmi a conferma del consolidamento dell´azienda, oggi in grado di generare utili anche grazie all´offerta di prodotti e servizi sempre più innovativi". .  
   
   
BOLZONI S.P.A.: SI È CHIUSA POSITIVAMENTE L´OFFERTA GLOBALE DI AZIONI CHE HA REGISTRATO UN "OVERSUBSCRIPION" DI CIRCA 2,8 VOLTE IL QUANTITATIVO OFFERTO. PERVENUTE RICHIESTE DA 48 INVESTITORI ISTITUZIONALI E DA 4.866 RISPARMIATORI.  
 
Milano, 7 giugno 2006 - Si è conclusa lo scorso 1 giugno con risultati positivi l´Offerta Globale delle azioni ordinarie di Bolzoni S. P. A. , società leader in Europa e secondo player a livello mondiale nella produzione di attrezzature per carrelli elevatori, nell´ambito della quale sono pervenute richieste per 24. 085. 000 azioni, pari a circa 2,8 volte il quantitativo oggetto del collocamento (8. 532. 147 azioni). Più in particolare: nell´ambito dell´Offerta Pubblica sono pervenute richieste per 7. 473. 000 azioni da parte di 4. 866 richiedenti, pari ad una "oversubscription" di oltre 3,5 volte il quantitativo minimo previsto (2. 133. 037 azioni); le richieste sono così ripartite: - 5. 213. 000 azioni da parte di 4. 479 richiedenti per adesioni al Lotto Minimo; - 2. 260. 000 azioni da parte di 387 richiedenti per adesioni al Lotto Minimo Maggiorato. Nell´ambito del Collocamento Istituzionale, sono pervenute richieste per 16. 612. 000 azioni da parte di 48 Investitori Istituzionali, pari ad una oversubscription di circa 2,6 volte rispetto all´ammontare massimo previsto (6. 399. 110 azioni); le richieste sono così ripartite: - 13. 345. 000 azioni da parte di 34 Investitori Professionali in Italia; - 3. 267. 000 azioni da parte di 14 Investitori Istituzionali all´estero. Nell´ambito dell´Offerta Pubblica sono state assegnate 2. 150. 000 azioni a 1. 634 risparmiatori, mentre nell´ambito del Collocamento Istituzionale sono state assegnate 7. 320. 684 azioni (incluse 938. 537 azioni relative all´Over-allotment Option) a 48 Investitori Istituzionali. Si ricorda che, sulla base del Prezzo d´Offerta (3,2 Euro per azione), la capitalizzazione indicativa di Borsa di Bolzoni S. P. A. Sarà pari a circa 81,7 milioni di Euro. L´inizio delle contrattazioni al Segmento Star del Mercato Telematico Azionario è stato fissato con provvedimento di Borsa Italiana per il giovedì 8 giugno 2006 e per lo stesso giorno è fissato il pagamento delle azioni. Bolzoni è il primo costruttore in Europa di attrezzature per carrelli elevatori e secondo a livello mondiale e sul mercato statunitense. In particolare, Bolzoni presidia, attraverso la progettazione, la produzione e la distribuzione di una vasta gamma di accessori, la nicchia delle attrezzature per carrelli elevatori e per la movimentazione industriale. .  
   
   
CONSEL SPA: NEL 2005 UTILI A QUOTA 2,51 MILIONI DI EURO (+26,5%)  
 
Torino, 6 giugno 2006 Chiude con un utile netto di 2,517 milioni di euro, con una crescita del 26,5% rispetto all’anno precedente, il bilancio 2005 di Consel Spa, società di credito al consumo del Gruppo Banca Sella. Il Roe si è attestato al 20,7% (18,9% nel 2004) e l’indice dei costi di struttura sul margine di intermediazione al 54,79%, contro il 58,32% dell’anno precedente. Nei dodici mesi di operatività la società torinese di credito al consumo ha liquidato 98. 577 pratiche (+23,3% rispetto al 2004), per un totale di 326,13 milioni di euro erogati (+24,5%). A fine dicembre 2005, inoltre, erano 21. 679 le carte di credito attive, con un totale di 157. 129 transazioni eseguite durante l’anno, per complessivi 16,56 milioni di euro. I crediti netti verso la clientela al 31 dicembre 2005 ammontavano a 446,19 milioni di euro (con un incremento del 35,2% rispetto all’anno precedente). Le rettifiche di valore corrispondevano a 11,4 milioni di euro, pari al 2,56% dei crediti netti, mentre l’ammontare delle sofferenze, al netto delle rettifiche, si è attestato su 2,63 milioni di euro, e sono pari allo 0,59% dei crediti netti. I dipendenti della Consel a fine 2005 sono 147, rispetto ai 120 di fine 2004. Le succursali dirette erano 15, con 8. 203 punti vendita convenzionati distribuiti nelle principali regioni italiane. La quota di mercato è passata dallo 0,69% di fine 2004 allo 0,72% del dicembre 2005. Tra le attività più significative sviluppate nel corso del 2005, da evidenziare lo sviluppo dell’area della fidelizzazione della clientela acquisita, mediante le attività di erogazione delle carte di credito revolving e dei prestiti personali, anche grazie all’apertura di tre nuove succursali. Inoltre, Consel ha acquistato in Torino un immobile che costituirà la nuova sede della Direzione Generale e di tutte le attività operative centralizzate. Nel 2006 Consel continuerà a consolidare i livelli di qualità raggiunti e la cultura del controllo inteso come generatore di sviluppo. Dal punto di vista degli obiettivi economici, Consel intende dare continuità e stabilità alla sua crescita sul mercato, potenziare il posizionamento competitivo in termini di innovazione e specializzazione, confermando il credito al consumo come importante strumento di redditività del Gruppo e avviando le nuove attività del leasing automobilistico e della cessione del quinto. “Nel mercato nazionale del credito al consumo, che è tornato a crescere e che sta cambiando rapidamente la propria identità – commenta l’Amministratore Delegato e Direttore Generale Antonio Povero – la nostra Società ha generato incremento dell’utile e solidità patrimoniale, congiunta alla qualità delle relazioni, del servizio, del credito e dei controlli. Siamo cresciuti e stiamo crescendo, continuando a fare leva sui valori più solidi e caratteristici del nostro Gruppo, a cominciare dalla trasparenza nei confronti dei nostri Clienti. Nostro impegno per il futuro è principalmente quello di mantenere alto il livello di qualità dei nostri servizi, adattando la nostra offerta ad un mercato che negli ultimi dieci anni ha cambiato volto, con una forte crescita delle attività di erogazione diretta dei finanziamenti, tramite carte di credito, prestiti personali, cessione del quinto”. .  
   
   
PARI OPPORTUNITÀ: IL CODICE DELLE PARI OPPORTUNITÀ TRA UOMO E DONNA IN VIGORE IL PROSSIMO 15 GIUGNO.  
 
Roma, 7 giugno 2006 - Il 15 giugno 2006 entrerà in vigore il decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198 recante il "Codice delle pari opportunità tra uomo e donna, a norma dell´articolo 6 della legge 28 novembre 2005, n. 246". Il Codice contiene le disposizioni generali per la promozione delle pari opportunità tra uomo e donna, nei rapporti etico-sociali, nei rapporti economici e nei rapporti civili e politici. Il provvedimento riordina le disposizioni volte a combattere le discriminazioni e ad attuare pienamente ed effettivamente il principio di uguaglianza, oltre a quelle relative alle consigliere e ai consiglieri di parità nominati a livello nazionale, regionale e provinciale e a quelle concernenti le pari opportunità nel lavoro, nell´attività d´impresa e nell´accesso alle cariche elettive Gazzetta Ufficiale n. 125 del 31 maggio 2006 Suppl. Ordinario n. 133 .  
   
   
LE PARI OPPORTUNITÀ NELLA SCUOLA DELL´OBBLIGO E NELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE  
 
Torino, 7 giugno 2006 - Promozione delle pari opportunità nell’educazione culturale e nella formazione professionale: l’obiettivo è stato al centro di due importanti iniziative che inaugurano il nuovo mandato delle Consigliere di Parità della Provincia di Torino. Presentate ieri in Provincia riguardano la didattica, con il progetto realizzato nelle scuole elementari, e la formazione professionale, con la creazione della Rete delle Referenti di Parità nella formazione professionale. «La formazione professionale è un ambito di particolare interesse per le donne che si dimostrano più partecipi e costanti nella frequenza dei corsi rispetto ai maschi nonostante le maggiori difficoltà nella conciliazione della vita familiare. Non solo, è un’occasione importante per diffondere quella cultura dei diritti sul luogo di lavoro che deve accompagnare il percorso professionale di ciascuno/a al fine di prevenire, arginare, correggere le discriminazioni di genere». La Rete delle referenti di parità nasce dalla predisposizione e firma di un Protocollo d’intesa tra Consigliere di Parità ed agenzie formative per migliorare l’integrazione delle pari opportunità nei corsi di formazione, introdotta dall’Ue attraverso il meccanismo valutativo. «Ci sembrava fondamentale, come è già avvenuto in Provincia di Cuneo – spiegano le Consigliere di Parità Laura Cima ed Ivana Melli - rafforzare la sinergia e il confronto con le agenzie formative, attraverso un protocollo d’intesa volto a costituire la Rete delle referenti di parità e con il compito di creare spazi di condivisione di esperienze, di promozione e diffusione di buone prassi, di aggiornamento e formazione, di progettazione comune nella formazione professionale, ultimo anello prima dell’accesso al mercato del lavoro. La prima uscita pubblica dell’iniziativa ha confermato l’interesse delle referenti di parità per l’iniziativa che ha già coinvolto quasi tutti gli enti di formazione delle provincia. Per tre enti, inoltre, il protocollo d’intesa è già diventato documento allegato alla presentazione dei corsi presso la Regione». L’iniziativa ha sollecitato, inoltre, l’intervento della Consigliera di Parità della Regione Piemonte avv. Alida Vitale, che, presente all’incontro, ha preannunciato l’intenzione di estendere il Protocollo a livello regionale dove intende aprire un tavolo di confronto specifico. Tra gli interessi della neonata rete delle referenti di parità è emersa l’importanza di aprire un confronto su metodologie e contenuti, sullo scambio di buone prassi anche nell’ottica di un superamento del “modulo sulle pari opportunità” per integrare in modo trasversale l’attenzione al genere e alle pari opportunità nei corsi. Aspetto particolarmente importante in vista della nuova programmazione 2007-2013 dei fondi strutturali che non prevederanno più linee di intervento specifiche sulle pari opportunità, come è stato invece, per la precedente programmazione, richiedendo un maggior impegno e una miglior professionalità degli operatori. La Rete avrà una funzione importante anche per lo scambio di informazioni reciproca, l’avvio di analisi comuni sulle nuove leggi e la raccolta di dati qualitativi e quantitativi relativi alla presenza di donne e uomini nei corsi di formazione». Si allega copia del Protocollo d’intesa Progetto “Esercizi di parità per le scuole” - «Un’esperienza divertente che ci ha insegnato a conoscere gli altri, noi stessi e a riflettere sulle scelte professionali» così i bambini intervenuti con le loro insegnati alla presentazione del materiale didattico realizzato dal progetto "Esercizi di parità per le scuole" hanno commentato la loro recente coinvolgimento nella sperimentazione. Un riscontro positivo anche per le insegnati delle quattro classi elementari di Torino e provincia: la «Dewey» e la «Dal Piazza» di Torino, la «Nino Costa» di San Mauro e la «Gerbole» di Rivalta: «i moduli che abbiamo sperimentato si sono rivelati un utile strumento per sensibilizzare i bambini al tema delle differenze di genere e sono facilmente integrabili nella normale programmazione delle attività didattiche». I bambini delle classi Iii, Iv e V hanno lavorato sul tema delle differenze fra i generi, delle discriminazioni e della condivisione di responsabilità, utilizzando prevalentemente strumenti come le poesia, le fiabe, i disegni e i diari quotidiani. «Un risultato soddisfacente - spiegano le Consigliere di Parità Laura Cima ed Ivana Melli confermato - dalla richiesta di ampliare il percorso sperimentato nelle classi elementari anche ad altre fasi dell’esperienza educativa fino ad arrivare alla formazione professionale». Le Consigliere che hanno dialogato a lungo con insegnati e bambini per individuare eventuali linee di sviluppo dell’iniziativa. Il materiale elaborato dalla sperimentazione a cura della dott. Ssa Stefania Cammarata è stato organizzato in quattro moduli a disposizione degli insegnanti sul sito della Consigliera di Parità. Www. Consiglieraparitatorino. It/formazione .  
   
   
CONVEGNO "DONNE D´AFRICA, UN NUOVO INIZIO"  
 
Milano, 7 giugno 2006 - Mercoledì 14 giugno la Triennale di Milano ospita il convegno "Donne d´Africa, un nuovo inizio", realizzata da Cesvi, Vita non profit magazine, Cocis con il sostegno del Ministero Affari Esteri italiano Direzione Generale Coooperazione Sviluppo (Dgcs). Una tavola rotonda con interventi di donne africane e italiane di rilievo per parlare d´Africa in modo diverso e riflettere sui temi della cultura, della salute, dell´imprenditoria, dell´ integrazione nei due diversi paesi per capire differenze e problematiche costruendo un ponte Italia - Africa. Inoltre donne africane residenti in Italia, presenteranno le loro storie di integrazione e le modalità di aggregazione sociali, culturali ed imprenditoriali che sono riuscite a creare intorno a sè. Numerosi presenze di rilievo tra cui, solo per citarne alcune, Odile Sankara, sorella del presidente Thomas Sankara (Burkina Faso, 1949-1987), voce indimendicata della dignità dell´Africa, il premio Nobel Rita Levi Montalcini, Marya Ismail, leader della comunità somala in Italia e la neo vice ministro per la cooperazione Patrizia Sentinelli. Per Info E Accrediti: Vita tel. 02 552298. 1 Cesvi tel. 035 2058021 Milano, 14 giugno 2006, 9. 30 - 17 - Salone d’onore, Triennale (Viale Alemagna 6) .  
   
   
PROGETTO V.A.R.C.O.: A CHIUSURA DELLA SECONDA FASE DI LAVORO PRESENTATI I RISULTATI DI UNA RICERCA SULL’OCCUPAZIONE FINANZIATA DALLA REGIONE LAZIO EMERGONO UNA MAGGIORE CONSAPEVOLEZZA DEL MANAGEMENT CIRCA L’IMPORTANZA DELLA PRESENZA ROSA IN AZIENDA E IL DISAGIO DI DUE DELLE CATEGORIE PIÙ DEBOLI TRA QUELLE A RISCHIO DI DISCRIMINAZIONI SUL LAVORO: DISABILI E LAVORATORI A BASSA SCOLARITÀ  
 
Roma, 7 giugno 2006 - “Competenze per competere. Analisi dei bisogni professionali nelle imprese di servizio pubblico locale di Roma e del Lazio”. Questo il titolo della ricerca realizzata da Confservizi Lazio in collaborazione con l’Unione Italiana Lavoro (Uil) di Roma e del Lazio e con l’Associazione Onlus San Giuseppe Moscati, a chiusura della seconda fase del progetto V. A. R. C. O. (Valorizzazione Adeguamento Riconoscimento Competenze degli Occupati) finanziato dalla Regione Lazio con il contributo del Fondo Sociale Europeo. Lo studio, che ha indagato situazioni di marginalizzazione, discriminazione o disuguaglianza nel contesto lavorativo delle organizzazioni sia pubbliche che private e cercato di individuare le modalità atte a prevenirle, viene presentato, questa mattina alle 9:30 a Roma, presso la Sala Tevere della Regione Lazio (Via C. Colombo, 212) nel corso del convegno “Investire sulle persone. Il capitale umano, risorsa strategica nelle utilities”. All’odierna giornata di lavoro partecipano – insieme ad autorevoli rappresentanti delle maggiori aziende capitoline e a diversi esponenti del mondo delle politiche del lavoro – l’Assessore Regionale al Lavoro, alle Pari Opportunità e alle Politiche Giovanili, Alessandra Tibaldi, e l’Onorevole Mariella Gramaglia. Durante il convegno saranno illustrati i risultati emersi nel corso dell’indagine effettuata, attraverso metodologie conoscitive diverse, su un campione di oltre 30. 000 dipendenti impiegati presso aziende associate a Confservizi Lazio che operano nei servizi pubblici locali e si trovano a Roma o nella sua regione. Tanti i dati significativi messi in luce dalla ricerca. Tra questi, in particolare, la maggiore consapevolezza da parte dei vertici aziendali dell’importanza della presenza femminile nelle società, ma anche il disagio di disabili e di dipendenti a bassa scolarità, entrambi senza dubbio – stando a quanto emerso – le categorie più deboli tra i lavoratori a rischio di discriminazioni sul posto di lavoro. Nel corso del convegno sarà presentato anche il sito www. Progetto-varco. Net. Realizzato in conformità con la Legge Stanca, che garantisce agli utenti disabili l´accessibilità alle nuove tecnologie digitali e informatiche. Questo spazio web rappresenterà, a partire dalle prossime settimane, un ulteriore valido strumento attraverso il quale saranno diffusi l’esperienza e il modello progettuale di V. A. R. C. O. .  
   
   
I CALZATURIERI ITALIANI: TEMIAMO L´EUROPA PIU´ DELLA CINA ROSSANO SOLDINI, PRESIDENTE ANCI: "L´ATTEGGIAMENTO ONDIVAGO DI BRUXELLES RISCHIA DI PORTARE A UNA DESERTIFICAZIONE INDUSTRIALE IN EUROPA"  
 
Milano, 7 giugno 2006 - "Deindustrializzare il manifatturiero sembra essere diventato un obiettivo prioritario di Bruxelles, e il frutto diretto del cedimento alle pressioni e agli interessi delle potenti lobbies degli importatori e dei distributori dei Paesi del Nord Europa, che ormai dominano la politica commerciale della Ue. Cosa meglio del silenzio sull´origine consente il permanere di corposi interessi commerciali che passano attraverso omesse informazioni e quindi inganni al consumatore?" Queste considerazioni rappresentano la sintesi del monito lanciato dal presidente di Anci, Rossano Soldini, durante l´Assemblea dell´Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani. Soldini punta il dito anche sull´atteggiamento ondivago della Commissione, ed in particolare del Commissario Mandelson, in tema di antidumping: ad un esplicito riconoscimento che la concorrenza di Cina e Vietnam nel settore delle calzature è "sleale" (in quanto i mercati sono manovrati e vengono concesse sovvenzioni occulte), e alla conseguente decisione di introdurre dei dazi provvisori, sono seguiti giudizi negativi ed incomprensibili sullo strumento antidumping e annunci di riforma degli strumenti di difesa commerciale che li renderebbero di fatto inefficaci. A ciò si aggiungono le opportunistiche amnesie sulla proposta di etichettatura di origine come priorità della Commissione. "Se queste sono le premesse – afferma Rossano Soldini - la nostra azione di protesta continuerà. Ma non ci illudiamo, perché senza un´azione condivisa da parte di tutte le componenti istituzionali e senza un articolato complesso di iniziative governative non avremo l´incisività necessaria per controbilanciare le lobbies nord europee. Ben venga subito qualunque politica industriale di riduzione dell´Irap e costo del lavoro, ma i problemi del manifatturiero saranno risolti se verranno sciolti i nodi delle politiche commerciali. L´obbligatorietà dell´etichettatura di origine sui prodotti extra-Ue deve rappresentare il primo punto dell´agenda politica ed economica del nostro Paese". Del resto, i risultati economici del 2005 confermano in pieno i timori che Ano aveva manifestato già alla vigilia dello smantellamento delle quote sulle importazioni di calzature dalla Cina. Per il 5° anno consecutivo, sia i dati di produzione che di export sono stati decisamente negativi, delineando un quadro dove continuano a prevalere le tinte fosche. "La produzione nazionale – si legge in una nota dell´Ufficio Studi di Anci - ha evidenziato un calo non trascurabile (-11 % in quantità e -4,6% in valore) attestandosi a 250,2 milioni di paia (erano 281 nel 2004) per un valore di 6. 974 milioni di euro. L´export ha subito una ulteriore battuta di arresto (-10,8% in quantità), scendendo a 249 milioni di paia (30,3 milioni in meno rispetto ai livelli già bassi del 2004) per un valore di 6. 093 milioni di euro (-1,7%). Sono state particolarmente colpite le fasce di prodotto economico e medio, come testimonia anche il sensibile incremento dei prezzi medi, seppure appare inequivocabile che il calo è stato generalizzato coinvolgendo tutte le merceologie di prodotto". Sul fronte dei singoli mercati, sono significative le flessioni registrate nei principali paesi importatori di calzature made-in-Italy: al calo dell´11,2% in quantità per Germania e Francia si è aggiunto il forte ridimensionamento del mercato statunitense (-26,5%), anche a causa di un sfavorevole andamento del rapporto di cambio. Gli unici segni positivi si registrano per la Spagna (+3,3%) e la Russia (+19,9%) mentre sono risultate pressoché stabili le vendite in Giappone (-0,8%, in quantità e +1,9% in valore). Le importazioni (331,7 milioni di paia, +6,7%) hanno invece raggiunto l´ennesimo record. I flussi in arrivo dalla Cina, dopo il +81% del biennio 2002/2003 e il +27% del 2004 (pur in presenza di quote), nel 2005 sono saliti a 164,2 milioni di paia: 36,6 milioni in più rispetto all´anno precedente (+29%). Le calzature con tomaia in pelle importate dalla Cina sono cresciute nel complesso del +188%, con incrementi esorbitanti per alcune tipologie, pur in presenza di una domanda sul mercato interno da tempo stagnante (+0,3%). A parziale contrasto di questa invasione di calzature, lo scorso 6 aprile Anci ha ottenuto l´attuazione di dazi compensativi provvisori sulle importazioni di calzature in pelle da Cina e Vietnam. Sebbene non manchino riserve sul provvedimento, che prevede esclusioni incomprensibili e ingiustificate, le stime sul tasso di copertura delle misure indicano che i dazi interessano oltre il 60% delle scarpe in pelle in arrivo nella Ue25 dalla Cina e dal Vietnam. La decisione rappresenta un primo passo verso l´adozione di misure di riequilibrio della competizione, per comportamenti commerciali gravemente violativi delle regole. "l successi ottenuti sul fronte politico — commenta il presidente di Anci - possono solo parzialmente compensare l´amarezza di vedere disperso questo patrimonio industriale che frutta al nostro Paese un saldo attivo non trascurabile. Dopo i 3,6 miliardi di euro del 2004, nel 2005 il saldo in valore (seppure in calo dell´11,1 %) ha registrato un attivo di 3,2 miliardi di euro. In un´Italia che nel 2005 ha chiuso con un passivo della bilancia commerciale di oltre 10 miliardi di euro, il calzaturiero rappresenta da sempre una delle poche positive eccezioni". "Sul fronte dei controlli sanitari sulle calzature importate, avviati nei mesi scorsi dal Ministero della Sanità, anche in esecuzione di Direttive comunitarie — prosegue Rossano Soldini - dopo il 15 giugno verranno resi noti i risultati dei controlli a campione. Da indiscrezioni possiamo indicare che una forte percentuale delle calzature importate sinora analizzate contengono oltre i limiti sostanze altamente nocive, pericolose per la salute del consumatore. " Il presidente Anci ha tenuto a sottolineare non soltanto i successi sulla difesa commerciale, ma anche i risultati sul fronte promozionale. "Lo scorso aprile — afferma ancora Soldini — è stato aperto un negozio/showroom multimarca a Mosca in pieno centro con un gestore/partner russo, che vede il coinvolgimento di 15 aziende di 3 Regioni (Toscana, Marche e Puglia) e che rappresenta la prima di future iniziative, non solo in Russia. Si tratta del primo progetto associativo che consente a prodotti unbranded di aziende italiane associate di essere presenti direttamente sui mercati. Il negozio usa il nostro logo I Love Italian Shoes — già registrato in tutto il mondo — che utilizza e rafforza tutta l´attività pubblicitaria che abbiamo svolto fin dal 11° semestre del 2003 ad oggi, con grossi sforzi economici e organizzativi". Il successo dell´iniziativa ha suscitato l´interesse da parte di altri mercati (India, Sudafrica, Cina e alcuni paesi europei) sui quali future iniziative si concentreranno. A questo proposito, è stato costituito un gruppo di lavoro che gestirà tali progetti e che perseguirà lo scopo di garantire i partner della reale provenienza made-in-Italy dei prodotti. I partner interessati chiedono prevalentemente che Anci garantisca produttori e prodotto Made in Italy contro il rischio contraffazioni e false indicazioni di origine, che sono sempre più frequenti in assenza di leggi e controlli. "Anci da un anno e mezzo ha promosso l´utilizzo delle etichette I Love Italian Shoes — conclude il Presidente Anci - la cui diffusione ha raggiunto circa 12 milioni di etichette da apporre sulle calzature da parte delle aziende che hanno aderito e che producono in Italia. Attualmente i licenziatari sono un centinaio, ma ci attendiamo un aumento del numero già a breve termine. Dopo sole 4 stagioni di campagna pubblicitaria, nei negozi di calzature, i consumatori chiedono sempre più frequentemente prodotti made-in-Italy. Questi successi li abbiamo ottenuti con enormi sforzi — conclude Soldini - ma ci confermano che la strada imboccata è quella giusta". .  
   
   
MACCHINE PER CERAMICA, IL FATTURATO CRESCE DELL’11,5% PRESENTATA LA XIV INDAGINE STATISTICA NAZIONALE  
 
 Modena, 7 giugno 2006 - I risultati targati 2005 del comparto macchine per ceramica confermano il trend positivo iniziato nel 2004. L’anno si è chiuso per il settore con un volume d’affari complessivo pari a 1. 777,4 milioni di euro (+11,5% sul 2004) con un incremento in valori assoluti di 184 milioni di euro. Continua il recupero del mercato italiano con un incremento del 2% (457,1 milioni), indice di investimenti in ricerca e sviluppo su macchinari e tecnologie. I valori delle esportazioni sono passati invece dai 1. 145,4 ai 1. 320,3 milioni di euro (+15,3%). L’incidenza dell’export sul fatturato totale del settore sale pertanto dal 71,9% al 74,3%. Continua a tirare il mercato medio orientale con un +3,3% e vendite per 289,5 milioni di euro, così come quello europeo con un +17,9% e vendite per 282,1 milioni euro e quello dell’Est Europa con un +32% e un valore di 198,1 milioni. Registrano inoltre un’impennata le vendite dell’Asia (esclusa la Cina) di +54,8%. E riprendono quota le esportazioni verso l’Africa con un +16,8% mentre Cina, Hong Kong e Taiwan registrano un calo del 33,7% dovuto essenzialmente all’accresciuta capacità di penetrazione dei prodotti made in China. È cresciuto infine l’export di quasi il 30% verso i Paesi del Centro e Sud America. Le imprese Le imprese italiane fornitrici di macchine per ceramica nel 2005 sono risultate 156, 19 unità in meno rispetto alle 175 dell’anno precedente (-10,9%). Il dato rappresenta il naturale processo di fusioni e accorpamenti di aziende, o di diversificazione dell’attività. Mercati Il Medio Oriente, che registra una crescita ininterrotta ormai dal 1999, continua anche nel 2005 ad avere il primato come prima area geografica per esportazione di tecnologia ceramica italiana e raggiunge vendite pari a 289,5 milioni di euro. L´iran e la Turchia rimangono i paesi in cui è più forte la domanda di macchine ed impianti italiani. L´unione Europea è passata da 239,3 a 282,1 milioni di euro (+17,9%) rappresentando una quota del fatturato estero totale pari al 21,4%. Questi risultati non sono però sufficienti a recuperare il primato come principale area di esportazione. La Ue, infatti, si colloca anche nel 2005 al secondo posto, seppur di poco, dietro il Medio Oriente. I paesi dell´Europa orientale rimangono il terzo mercato di esportazione e il trend positivo di crescita delle vendite raggiunge il valore, in termini assoluti, di 198,1 milioni di euro, che significano un +32% di crescita rispetto al 2004. Cina, Hong Kong e Taiwan continuano ad avere un calo del fatturato di - 33,7% passando dai 97,9 ai 64,9 milioni di euro. Il resto dell´Asia, al contrario registra un incremento del 54,8%. Il mercato africano è in netta ripresa, si è passati da 86,9 del 2004 a 101,5 milioni di euro nel 2005 con un incremento pari al 16,8%. L´area nordamericana, incluso il Messico, ha assorbito esportazioni pari a 103,6 milioni (+10,1%). In Centro e Sud America le esportazioni continuano a registrare una progressiva crescita pari al 29,9% pari a 121,2 milioni. Settori clienti Il 2005 conferma, senza particolari scostamenti, la ormai consolidata ripartizione delle vendite di macchine in riferimento alle sei diverse tipologie di industrie ceramiche clienti. I settori produttori di piastrelle rimane predominante sul fatturato totale del comparto con quasi l’80% a seguire i laterizi con il 9,3%, i sanitari con 5,2%, la stoviglieria con 3,3%, i refrattari con un 3,2% dell’intero fatturato, infine la ceramica varia mantiene la sua fetta di fatturato sullo 0,1%. Nello specifico, il valore delle vendite di impianti per la produzione di piastrelle è salito a 1. 403,3 milioni di euro (+6,3%). Princiaple responsabile è l’export che da solo si aggira su più di 1000 milioni di euro (+8,4%,). Più contenuto l´aumento delle vendite in Italia (+0,9%) che ha portato il fatturato a 365,1 milioni. Le macchine per laterizi registrano un fatturato di 165. 4 milioni di euro (un incremento di 33,8 milioni di euro rispetto al 2004). Le macchine per stoviglieria lasciano alle spalle la crisi del 2004 e riprendono quota con un fatturato di 58 mioni di euro (con un incremento di 26,8 milioni di euro). Le macchine per sanitari dopo il notevole incremento del 2004 si assestano su un valore di 92. 2 milioni di euro (con un incremento di +1,1 milioni di euro). Per quanto riguarda le altre tipologie di macchine per ceramica, un sensibile aumento hanno avuto le macchine per refrattari con un fatturato di 57,6 milioni. In particolare derivante dal fatturato estero. La vendita delle macchine destinate alla ceramica varia, invece, continua a scendere portandosi sul milione di euro. Tipologie di macchine Come nel 2004, l´incidenza delle singole tipologie di macchine sulla composizione del fatturato totale di settore non ha registrato scostamenti determinanti rispetto a quella storica. Incrementi di fatturato si sono registrati per tutte le famiglie di macchine con l’unica eccezione di quelle destinate alla finitura del prodotto. Le previsioni per il 2006 Il 2005 riflette una fase di ristrutturazione interna del settore. Gli ordini sono derivati prevalentemente dall’export ma anche l’Italia segna una ripresa. Permangono tuttavia le difficoltà strutturali note da tempo sul mercato interno, legate al fatto che l’industria ceramica italiana è ancora in difficoltà e non sta reagendo con determinazione al crescente consolidarsi di competitori internazionali. Il settore delle macchine per ceramica, per essere competitivo in un quadro internazionale non stabile, dovrà proseguire nell´offerta di proposte tecnologiche sempre più innovative e di conseguenza continuare ad investire nella ricerca. Dovrà inoltre, per questo motivo, continuare sulla strada del già avviato, seppur lentamente, processo di aggregazione, quale elemento vitale, per riuscire ad assorbire i costi crescenti della ricerca e del presidio dei mercati. Le previsioni macroeconomiche per il settore indicano un anno che difficilmente potrà ripetere gli andamenti produttivi di crescita degli ultimi due. Quindi, ci attendiamo un 2006 “riflessivo” e di stabilizzazione con alcuni mercati che hanno completamente fermato gli investimenti ed altre aree che stanno riorganizzando le loro poitiche di espansione commerciale. .  
   
   
NASCE L’ALLEANZA TRA FAVRETTO E MECCANODORA (MACCHINE RETTIFICATRICI)  
 
Torino, 7 giugno 2006 - E’ stato siglato l’accordo che dovrebbe portare, in pochi mesi, alla realizzazione della fusione tra Favretto Spa (Pino Torinese, Torino) e Meccanodora (Bosconero, Torino), società specializzate nella produzione di macchine rettificatrici. Le due società, entrambi piemontesi, compiono, così, il primo passo verso la creazione del primo gruppo italiano operante in uno dei sotto comparti del settore della macchina utensile robot e automazione: quello delle rettificatrici e delle macchine multitasking che combinano operazioni di rettifica, tornitura e fresatura. L’operazione, che vede coinvolte le due società torinesi, è un primo esempio di come le imprese italiane, per lo più di piccola e media dimensione, possano non soltanto fronteggiare ma vincere la sfida del mercato globale. La fusione tra due società leader di mercato, quali sono Favretto e Meccanodora, è la risposta alla necessità di presidiare al meglio i mercati, vicini e lontani, tradizionali e emergenti, aumentando la competitività dell’offerta proposta. Le due imprese, con la costituzione della newco, potranno godere delle sinergie derivanti non soltanto dalla comunanza della produzione quanto piuttosto dalle opportunità di penetrazione e controllo delle aree straniere di sbocco in modo più strutturato e capillare. Gli stabilimenti produttivi di Favretto e Meccanodora verranno entrambi mantenuti in attività per preservare e potenziare le professionalità specifiche presenti nelle due unità. Alcune funzioni saranno accentrate per realizzare quelle sinergie tecnico/produttive necessarie a ridurre i costi e aumentare la competitività dei prodotti. Obiettivo prioritario è comunque la crescita del gruppo e quindi dell’occupazione. Federico Favretto, presidente di Favretto Spa, ha così commentato: “la firma dell’accordo è soltanto un primo passo verso la realizzazione di progetto di più ampio respiro, che vede coinvolte, per il momento, Favretto E Meccanodora. Progetto che - ha continuato il presidente della società di Pino Torinese - auspichiamo possa proseguire e ampliarsi, fino al coinvolgimento di nuove e diverse realtà imprenditoriali del mondo della macchina utensile”. “In questo senso ha rilevato Maurizio Frari, amministratore delegato di Meccanodora, l’obiettivo dell’operazione, che ha inizio con questa firma, è quello di aggregare intorno a brand importanti, riconosciuti ovunque nel mondo, le principali eccellenze del made by Italians settoriale. Siamo convinti, infatti - ha concluso Frari - che questa sia la strada giusta per poter reggere il confronto con i competitors stranieri, da sempre più strutturati di noi”. Il processo di aggregazione che vede coinvolte le due società risponde alla filosofia di Ucimu-sistemi Per Produrre, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione cui Favretto e Meccanodora appartengono, di operare per la crescita dimensionale di impresa, oggi primo limite allo sviluppo delle singole realtà imprenditoriali e del settore nel suo complesso. A questo proposito, per incentivare il progredire dell’industria del comparto verso modelli più adeguati al contesto attuale, occorre, come più volte ha sottolineato l’associazione, rendere fiscalmente neutrali tutti i processi di aggregazione, dalle fusioni alle alleanze tra imprese aventi obiettivi comuni. .  
   
   
BIC LAZIO: APERTO IL BANDO PER IMPRESE INNOVATIVE DA OSPITARE PRESSO L’INCUBATORE ITECH  
 
Roma, 7 giugno 2006 - E´ aperto il bando per la selezione delle iniziative imprenditoriali da insediare o associare ad Itech, il nuovo incubatore di Bic Lazio che sorge presso il Tecnopolo Tiburtino e che ha come finalità facilitare la nascita e lo sviluppo di iniziative imprenditoriali innovative e, in particolare, quelle finalizzate alla valorizzazione economica delle attività di ricerca (spin off da ricerca e spin off tecnologici). Il bando si rivolge ad aziende a maggiore contenuto innovativo in fase di avvio, costituite da non oltre 36 mesi e a piccole e medie imprese che intendono sviluppare programmi e progetti finalizzati a diversificare o ampliare la propria attività in settori technology based. Itech offre un sistema articolato e integrato di servizi: la pre incubazione (assistenza alla fase precompetitiva) e l’incubazione vera e propria, ovvero l’accompagnamento verso l’avvio operativo, in grado di trasformare le idee in nuova impresa. La struttura dispone di 22 laboratori per insediamento start up, 8 box per attività di business planning, 3 sale riunioni, 2 aule informatizzate, una sala conferenze e tre open space per la gestione e l’erogazione dei servizi su complessivi 3500 metri quadri cablati in fibra ottica. Tra i servizi offerti figurano la consulenza brevettale, quella tecnologica, gestionale e contrattualistica ma soprattutto la ricerca di partner, di fonti di finanziamento e l’assistenza finanziaria. Diversi sono i criteri di selezione: varrà data priorità ai progetti che introducono innovazione tecnologica; quelli che operano nei settori hi-tech d’interesse del Tecnopolo (elettronico-aerospaziale, Ict, multimediale e telecomunicazioni). Verranno poi valutate le prospettive di mercato del settore cui l’iniziativa si riferisce, la validità economica e finanziaria del progetto e l’affidabilità dell’impresa richiedente. Il bando con la relativa modulistica sono pubblicati sul sito internet di Bic Lazio www. Biclazio. It (nell´area del sito dedicata a Itech, e nell´area Bandi presente in home page). Le domande per la richiesta delle agevolazioni devono essere spedite con raccomandata A/r a Bic Lazio Spa – Selezione iniziative per incubatore Itech – Via Casilina 3/T – 00182 Roma. . .  
   
   
REGIONE LOMBARDIA: 42.000 POSTI DI LAVORO IN PIÙ NEL 2005 TASSO RECORD DI ATTIVITÀ FEMMINILE: 58%. GLI OCCUPATI CRESCONO DELL´1%  
 
Milano, 7 giugno 2006 - Quarantaduemila posti di lavoro in più nel 2005. Un aumento dell´1% degli occupati, che raggiungono la cifra di 4. 1494. 00. Un tasso di occupazione invariato al 65,5%, mentre a livello nazionale è del 57,5%. Questo il quadro, sostanzialmente positivo, che emerge dal Rapporto sulla condizione lavorativa in Lombardia nel 2005. Ma il dato forse più significativo riguarda il tasso di attività femminile che nel periodo 1993-2005 è passato dal 46% al58% in Lombardia mentre su scala nazionale è salito dal 42% al 50%. "Un avanzamento di 12 punti percentuali - commenta il presidente della Regione, Roberto Formigoni - è un risultato straordinario connesso certamente anche alle nostre politiche del lavoro e alle politiche femminili messe in campo dal ´95 a oggi. Un risultato tanto più significativo se si considera che l´obiettivo europeo fissato da Lisbona è il 60% di tasso di attività femminile entro il 2010. Obiettivo già quasi praticamente raggiunto". La partecipazione maschile al lavoro, nello stesso decennio, si è sempre mantenuta elevata: tra il 76% e il77% in Lombardia e tra il 73% e il 74% a livello nazionale. Fra il 2004 e il 2005 inoltre, sempre in Lombardia, è aumentata sia la popolazione femminile in età lavorativa (+0,7%) che la forza lavoro femminile (+0,5%). A trainare i livelli occupazionali sono stati i lavoratori dipendenti con un aumento del 3,3%. Il lavoro indipendente è invece calato in tutte le province lombarde tranne Milano (+0,3%) e Lodi (+8,6%). Il terziario ha ripreso il proprio ritmo di crescita registrando 17. 000 posti di lavoro in più. Aumentati i lavoratori dipendenti (+ 43. 000) e diminuiti quelli autonomi (-25 mila). La maggior parte dell´occupazione terziaria si concentra in provincia di Milano (48,2%). L´industria registra un saldo attivo di 27. 000 occupati. Anche in questo caso l´aumento è il risultato di una crescita degli occupati dipendenti (+56. 000) e una riduzione dei lavoratori autonomi (-30. 000 ). Il settore costruzioni ha registrato invece un aumento di 22. 000 occupati. La partecipazione al mercato del lavoro segnala un incremento delle forze di lavoro dell´1,1% nel confronto tra il 2004 e il 2005. Il dato è maggiore rispetto a quello nazionale che è dello 0,6%. Per la Lombardia, inoltre, l´incremento delle forze di lavoro (cioè le persone di età compresa tra i 15 e i 64 anni) è maggiore rispetto all´incremento della popolazione attiva che si è ringiovanita anche in seguito alle regolarizzazioni degli immigrati. Nella classe di età "65 anni e oltre" la crescita e quindi la permanenza sul mercato del lavoro di persone ultra sessantacinquenni significa sia maggiori opportunità offerte dal mercato sia una forte presenza di occupazione indipendente che porta in genere a prolungare la vita lavorativa. Il Tasso Di Occupazione Nel 2005 il tasso di occupazione per l´età lavorativa (15-64 anni) è stato del 65,5%, invariato rispetto al 2004. Le province lombarde che presentano i tassi di occupazione più alti sono Milano (66,7%) e Mantova (66%); i più bassi a Sondrio (61,1%), Cremona e Lodi (63%). Milano, con il 75,1% nel 2005, ha avuto anche il tasso di occupazione maschile più alto della Regione. Per quanto riguarda le altre province, si sono registrati queste percentuali: - Bergamo, 65,5% - Brescia, 63,9% - Como, 64,7%, - Lecco, 65,5% - Pavia, 64,9% - Varese, 65,3%. Quanto al tasso di occupazione femminile, Milano (58,2%), Pavia (55,3%) e Varese (56,1%) fanno registrare i livelli più elevati. Le altre province, nell´occupazione femminile hanno ottenuto questi dati: - Bergamo, 51,4% - Brescia, 51,7% - Como, 54,5% - Cremona, 50,6% - Lecco, 53,4% - Lodi, 50,2% - Mantova, 52,7% - Sondrio, 49,2%). L´occupazione maschile nelle altre province ha registrato queste percentuali: - Bergamo, 78,9% - Brescia, 75,4% - Como, 74,8% - Cremona, 74,9% - Lecco, 77,1% - Lodi, 75,2% - Mantova, 78,8%), - Pavia, 74,3% - Sondrio, 72,6%) - Varese, 74,5%). Il Tasso Di Disoccupazione Il tasso di disoccupazione nel 2005 è stato del 4,1%, con un 5,4% tra le donne e un 3,1% tra gli uomini. A livello nazionale è stato del 7,7% e a livello europeo del 9%. Le province con il tasso di disoccupazione più alto sono Varese (5,1%), Cremona (4,4%) e Pavia (4,3%). Il tasso più basso nelle province di Lecco e Bergamo (3,2%). I dati delle altre province sono: - Milano e Brescia, 4,2% - Como, 4,1% - Lodi, 3,5% - Mantova, 3,9% - Sondrio, 4%. La disoccupazione maschile nel 2005 ha registrato questi dati: - Bergamo e Lecco, 1,8% - Brescia e Cremona, 2,8% - Lodi, 2,5%, - Mantova, 2,6% - Pavia, 2,9% - Sondrio, 2,7%). La disoccupazione femminile ha invece registrato queste percentuali: - Milano, 5%, - >Bergamo, 5,3% - Brescia, 6,2% - Como, 4,3% - Cremona, 6,9% - Lecco, 5,3% - Lodi, 4,9% - Mantova e Sondrio, 5,9% - Pavia, 6,2%. Le Differenze Territoriali Il tasso di attività più elevato riguarda le province di Milano, Varese e Mantova. Cospicua, inoltre, la presenza di giovani sul mercato nelle province di Brescia (46,9%) e Bergamo (45,6%), anche se questo può significare un anticipo nell´ingresso del mondo del lavoro con bassi livelli di istruzione. .  
   
   
CONFERENZA REGIONALE A UDINE: GOVERNO LANCIA STATI GENERALI  
 
Udine, 7 giugno 2006 - Il Friuli Venezia Giulia ha stanziato 4,314 milioni di euro per la cooperazione allo sviluppo nel triennio 2004-06, sostenendo e realizzando complessivamente, tra le direzioni regionali alle Relazioni internazionali ed alla Pace, oltre 100 progetti distribuiti tra Europa centro-orientale, bacino sud Mediterraneo, Federazione russa, America latina, Africa e Medio Oriente. Il dato è stato illustrato dagli assessori regionali competenti nel corso della Conferenza regionale su cooperazione allo sviluppo e attività di partenariato internazionale, svoltasi ieri nella sede udinese della Regione alla presenza di rappresentanti istituzionali (tra questi il neosottosegretario agli Esteri con delega alla Cooperazione) e di esponenti locali di enti ed associazioni no profit. Sostegno allo sviluppo solidale, utilizzato anche come opportunità di crescita e riorientamento in Friuli Venezia Giulia, attraverso un azione collettiva del territorio, con le istituzioni a fianco del mondo economico. Questo è il percorso tracciato dal responsabile politico regionale delle Relazioni internazionali. Un forte accento sull´Italia fanalino di coda per le risorse stanziate a favore della cooperazione allo sviluppo è stato posto dall´assessore alla Pace del Friuli Venezia Giulia che, riproponendo l´obiettivo di destinare l´1 p. C. Del bilancio regionale alla cooperazione, ha accolto favorevolmente la dichiarata inversione di rotta del Governo annunciata dal sottosegretario. Negli ultimi tre anni sono progressivamente aumentati gli stanziamenti regionali per la cooperazione (250mila nel 2003, 574mila euro nel 2004, 1,1 mln nel 2005 e 1,5 mln nel 2006 a cui va aggiunto 1,140 mln investito dal Servizio rapporti internazionali), anche se non sarà possibile arrivare agli auspicati 40 milioni di euro in cinque anni. Nel lanciare la concertazione per le linee programmatiche 2007-09, l´assessore ha sottolineato che l´impegno deve e dovrà essere reale e non solo per lavare le coscienze, puntando chiaramente ad uscire da una globalizzazione forzata in favore di una società fondata sulla solidarietà e sugli scambi bidirezionali. Recependo richieste e suggerimenti esposti nei vari interventi, la Regione ha assicurato l´implementazione dei momenti di confronto generale, anche in funzione di un riconoscimento di un nuovo modo di fare cooperazione che garantisca il necessario supporto alle iniziative private. Dovrà esserci, come suggerito dal rappresentate dell´Ocse, maggiore interrelazione tra cooperazione e internazionalizzazione, evitando di distinguere i due piani che sono destinati a produrre un´unica ricaduta positiva. Fare sistema è quindi un "must" identificato anche dal Governo nazionale che, ha affermato il sottosegretario agli Esteri, promuoverà gli Stati generali della cooperazione, riunendo attorno ad un unico tavolo tutti i soggetti interessati, istituzionali e non, nell´ottica di un coordinamento propedeutico ad azioni sinergiche che esaltino e mettano a frutto le esperienze maturate. Al centro di tutto dovrà esserci l´attenzione per le persone, ecco perché andrà rivisto sotto vari aspetti il quadro normativo che, ad esempio, dovrà valorizzare meglio il volontariato e l´intera metodologia di lavoro, privandola di una pericolosa quanto inutile autoreferenzialità. .  
   
   
NASCE AG VENEZIA: I GIOVANI ARTIGIANI FANNO SISTEMA IN PROVINCIA I GIOVANI IMPRENDITORI SONO POCHI (6,1%, CONTRO IL 6,3% DELLA MEDIA REGIONALE). NEL 2005 -8,5% LE IMPRESE GUIDATE DA UNDER 30  
 
Marcon Ve – 7 giugno 2006 - Si aprono nuove frontiere per i piccoli imprenditori veneziani di domani. E per aiutare i giovani artigiani a crescere e a fare sistema nasce Ag Venezia, il gruppo giovani della Confartigianato Provinciale di Venezia, presentato oggi - martedì 6 giugno - nella sede di Marcon. Ag Venezia è un´articolazione organizzativa della Confartigianato provinciale, che nasce già con degli obiettivi precisi: incentivare lo sviluppo e il consolidamento dell´imprenditoria giovanile, stimolare la collaborazione in rete tra le imprese del territorio, diffondere la consapevolezza della funzione socio-politica dell´impresa artigiana e della piccola impresa, promuovere iniziative di carattere sociale. "Le forze giovani, con le loro idee e il loro dinamismo, rappresentano il futuro della nostra economia - sottolinea Giuseppe Molin, presidente della Confartigianato provinciale -. Il gruppo Ag è stato costituito per favorire l´integrazione e la capacità di fare squadra tra le imprese, perché la competizione sui mercati internazionali ci impone di guardare al nostro vicino non più come un concorrente, ma come un partner per affrontare sfide sempre più impegnative. Ecco allora che puntiamo ad una maggiore integrazione delle nuove generazioni di imprenditori nella vita associativa". Ag Venezia si propone come laboratorio di idee, come luogo di confronto e di crescita per l´imprenditoria giovanile che in provincia ha bisogno di una spinta. "I dati di Infocamere - osserva Molin - mostrano che nel veneziano l´incidenza dei giovani imprenditori sul totale è tra le più basse in Veneto (6,1%, contro il 6,3% della media regionale). A fine 2005 le imprese guidate da under 30 sono quasi 7. 100, ma facendo un raffronto con il 2004 la nostra provincia veste la maglia nera: si è registrata una flessione dell´8,5%, a fronte di un più contenuto -6,8% su scala regionale". Ag Venezia appartiene ai gruppi Ag regionale e nazionale. E per dare il benvenuto è intervenuto anche Andrea Rinaldi, presidente di Ag Veneto, che rappresenta oltre 20mila titolari e soci di imprese artigiane con meno di 40 anni. "Con la costituzione dei gruppi Ag a Vicenza prima e ora a Venezia si chiude il cerchio in Veneto - sottolinea -. Ora possiamo procedere ancora più forti nel lavoro intrapreso per creare cultura d´impresa, evolvendo la mentalità attraverso momenti di confronto. L´artigianato è una realtà giovane: in Veneto nel 2004 oltre 100mila imprenditori artigiani (il 55,1%) aveva meno di 44 anni e, tra i titolari di imprese artigiane, uno su cinque ha meno di 34 anni. Per questo, assieme ai giovani delle altre associazioni di categoria, abbiamo avviato un dialogo serrato con la Regione per sollecitare un sostegno più dinamico all´imprenditoria giovanile". In linea con questa filosofia si muoverà anche Ag Venezia. Le prime azioni sono già in cantiere, in particolare sul fronte della formazione e del confronto aperto. "Abbiamo programmato alcuni momenti di approfondimento e di dialogo con il mondo accademico su ambiti fondamentali con il marketing, il credito, l´internazionalizzazione - anticipa Giorgio Minighin, segretario della Confartigianato Provinciale -. E il primo è già stato fissato: venerdì 9 giugno 2006 (ore15), nell´auditorium del Centro Pastorale Cardinale Urbani di Zelarono, il tema sarà ´L´azienda artigiana protagonista di nuovo sviluppo´. Intervengono Alberto Marino docente di Marketing all´Università di Bergamo e alla Cattolica di Milano, Leo Salerno specialista in family business, il manager Sebastiano Zanolli. Al termine dei lavori uno spritz hour dedicato ai giovani". Www. Upa. Ve. Segreteria@intersoft. It .  
   
   
ENI AL VIA LA PRIMA EDIZIONE DI ENI TECHNOLOGY DAY SVILUPPO DI TECNOLOGIE INNOVATIVE PER L’OIL & GAS NUOVA TECNOLOGIA PER IL TRATTAMENTO DEL NON CONVENTIONAL OIL PARTNERSHIP TECNOLOGICA CON I PAESI PRODUTTORI INVESTIMENTI PER OLTRE 1 MLD DI EURO NEL PERIODO 2006-2009  
 
 Taranto, 7 giugno 2006 – Eni annuncia il primo Technology Day: la presentazione alla comunità finanziaria internazionale del suo piano di innovazione tecnologica nell’oil & gas. La realizzazione di questo piano consentirà lo sviluppo di tecnologie proprietarie avanzate in grado di massimizzare l’efficienza di Eni per meglio affrontare le sfide del mercato dell’energia mondiale. Gli investimenti previsti ammontano ad oltre 1 miliardo di euro nel periodo 2006-2009, con un aumento complessivo del 20% rispetto al quadriennio precedente. Eni intende sviluppare tecnologie proprietarie avanzate nei suoi principali settori di attività, facendo leva sulle proprie competenze e sul know-how interno, per incrementare l’efficienza delle proprie divisioni operative e affrontare al meglio le sfide del mercato energetico mondiale. Inoltre, l’innovazione tecnologica consentirà a Eni di creare e di consolidare partnership con i paesi produttori interessati allo sfruttamento delle proprie risorse di idrocarburi. La nuova strategia Eni prevede anche la ridefinizione organizzativa delle attività nel campo della ricerca e dell’innovazione tecnologica, con il passaggio da una struttura centralizzata verso un modello che prevede l’integrazione delle attività di ricerca e sviluppo all’interno delle divisioni. Ecco il piano in sintesi. Nell’upstream, le tecnologie come la perforazione avanzata, la prospezione geofisica ad alta risoluzione e la gestione dello zolfo consentiranno ad Eni di incrementare il fattore di recupero, di operare in condizioni estreme e di affermarsi come partner/fornitore tecnologico delle National Oil Companies. Inoltre le tecniche di lavorazione e di smaltimento dello zolfo saranno indispensabili per l’ottimale sfruttamento dei giacimenti nella zona del Mar Caspio. Per il midstream, la Società dedica particolare attenzione alla cosiddetta Est- Eni Slurry Technology, che rappresenta un significativo differenziale competitivo per l’esplorazione e lo sviluppo del petrolio non convenzionale. Importante tecnologia proprietaria, Est consente la conversione completa del petrolio pesante ed ultrapesante in semi-distillati. Eni inoltre sviluppa tecnologie finalizzate all’accelerazione economica dei tempi di trasporto del gas su lunghe distanze verso i mercati di sbocco: le condotte ad alta pressione (progetto Tap) e la tecnologia Gtl ( gas to liquid ). Per le attività downstream, infine, Eni potenzierà i programmi già esistenti sui carburanti puliti e la gestione dell’anidride solforosa e dei gas serra, per assicurare l’ottemperanza alle disposizioni ambientali più rigorose. Eni Slurry Technology (Est) La tecnologia Est fornirà a Eni un’importante leva competitiva per una migliore valorizzazione economica dei petroli di bassa qualità e non convenzionali, con un impatto ambientale ridotto. E’ un processo di idroconversione catalitica che consente la conversione completa dell’asfaltene (la componente dura degli oli pesanti) in prodotti leggeri, riducendo a zero la produzione di residui sia liquidi che solidi (carbone e gas ) che normalmente derivano dalla raffinazione del petrolio non-convenzionale. Si tratta di una tecnologia flessibile, adattabile a processi di conversione in contesti molto diversi. Tra i prodotti ad alta qualità (a basso contenuto di zolfo ed aromatico) troviamo nafta, cherosene, gasolio e benzina. La tecnologia Est offre un livello di conversione di oltre il 100%, risolvendo il problema dello smaltimento del coke. E’ frutto di un progetto di sviluppo avviato nel 2000 con la realizzazione di un impianto pilota nei laboratori di ricerca Eni, mentre l’impianto dimostrativo di Taranto è stato completato nella seconda metà del 2005, ed ha una capacità giornaliera di 1200 barili. Attivo da novembre 2005, l’impianto si è già dimostrato efficiente nella lavorazione del greggio pesante Ural, e sono in corso di sperimentazione i processi per il trattamento dei bitumi dell’Athabasca, provenienti dalle sabbie bituminose canadesi. Un grande impianto che utilizza la tecnologia Est è in costruzione presso la raffineria Eni di Sannazzaro. .  
   
   
QUALE ENERGIA PER L’EUROPA  
 
Milano, 7 giugno 2006 - E’ stata l’energia il tema centrale del convegno di lunedì 5 giugno alla Fast, Federazione delle associazioni scientifiche e tecniche: quale, da dove, con quali tecnologie, e a che costo! Ecco le questioni affrontate in una visione europea, anche per la presenza di Fabrizio Barbaso, direttore generale aggiunto della Commissione e per il contributo di qualificati esperti che lavorano nelle Piattaforme tecnologiche europee finalizzate all’energia. La visione della Fast è stata illustrata dal presidente Adolfo Colombo “Tutte le fonti e tutti i vettori devono essere presi in considerazione, indipendentemente dalle dimensioni del loro contributo alla fornitura globale di energia. In una situazione di continua criticità del settore anche gli apporti che possono sembrare marginali diventano rilevanti”. Oltre alla panoramica di Fabrizio Barbaso su orientamenti e strategie dell’Unione, presentati seguendo il libro verde pubblicato l’8 marzo scorso “Una strategia europea per un’energia sostenibile, competitiva, sicura”, il convegno è stato l’occasione per spiegare le Piattaforme tecnologiche europee riguardanti l’energia da parte dei tecnici dei gruppi di lavoro comunitari. Si tratta di grandi iniziative basate sull’attiva collaborazione tra istituzioni, imprese, centri di ricerca per definire le prospettive di medio e lungo termine del settore, indicare le risorse necessarie. “La Commissione europea può e deve fare di più per l’energia” ha sostenuto il segretario generale della Fast Alberto Pieri che chiede “una capillare azione informativa mirata; coordinamento tra le diverse iniziative; reale semplificazione delle regole; ma soprattutto un Programma energia unico che riunificando in un solo documento tutte le azioni, valorizzi le risorse e gli sforzi ripartiti tra troppe Direzioni generali ed enti”. .  
   
   
PREOCCUPAZIONI IN VISTA DELLA PROSSIMA STAGIONE INVERNALE GAS: LA MAPPA DELLA CAPACITÀ DI STOCCAGGIO DELL’ERGEG SEGNALA CRITICITÀ IN EUROPA ED IN ITALIA  
 
Milano, 7 giugno 2006 - Un allarme sulla situazione degli stoccaggi è stato lanciato dall’Ergeg (European Regulators Group for Electricity and Gas) di cui fa parte anche l’Autorità italiana. L’organo consultivo della Commissione Europea composto dai Regolatori dell’energia dei Paesi membri, ha fotografato la situazione degli stoccaggi di gas naturale in Europa e in Italia. Ne emerge una situazione europea e nazionale di criticità in termini di capacità di stoccaggio e di capacità disponibile per ciascun operatore. Il documento è disponibile sul sito www. Ergeg. Org La preoccupazione degli utenti europei La crisi del gas in Europa ed in Italia dello scorso inverno, rischia di ripetersi se non si prendono per tempo le misure adeguate. Ergeg mette in evidenza che esiste un problema strutturale, cioè di inadeguatezza delle infrastrutture di stoccaggio. I rappresentanti delle principali associazioni degli utenti del servizio di stoccaggio, proprio alla luce dei risultati presentati da Ergeg durante i lavori del recente Forum di Madrid (18-19 maggio), hanno lamentato i ritardi nell’applicazione delle “Linee guida” per l’accesso agli stoccaggi (Guidelines for Good third party access Practice for Storage System Operators) adottate nel marzo 2005 dal Joint Working Group delForum di Madrid al fine di garantire, in tema di accesso allo stoccaggio, una corretta implementazione della direttiva 2003/55/Ce e favorire così lo sviluppo del mercato interno del gas; più in generale hanno espresso preoccupazioni in vista della prossima stagione invernale. Tra le criticità più rilevanti, emergono l’inadeguata trasparenza delle informazioni e la scarsa disponibilità di capacità di stoccaggio. Oltre a rendere difficile l’accesso allo stoccaggio ai nuovi entranti, e quindi a limitare la concorrenza, tali criticità hanno seri impatti per tutto il settore anche in termini di prevedibilità dei prezzi futuri del gas e certezza per la copertura delle punte di domanda. I dati presentati da Ergeg a Madrid evidenziano anche forti congestioni sulle reti di trasporto continentali. Il caso italiano La normativa nazionale, tra le più avanzate in Europa, fa si che il livello di adempimento delle “Linee guida” appaia relativamente soddisfacente. Ma ciò non ha consentito di superare i problemi, ancora legati a ritardi e carenze circa gli investimenti necessari. Tali problemi, evidenziati dal monitoraggio europeo, sono stati segnalati dall’Autorità italiana al Parlamento e al Governo anche nell’agosto 2005, ribadendo la necessità di instaurare una vera e propria separazione proprietaria di Stogit dall’Eni. Ciò al fine di garantire una capacità adeguata di stoccaggio disponibile in modo neutrale e con pari opportunità anche per i concorrenti di Eni sul mercato. Il potenziamento degli stoccaggi per il gas naturale, oltre a rivestire un ruolo fondamentale per lo sviluppo della concorrenza, assume sempre più rilievo a fronte di un periodo caratterizzato da incertezze in tema di sicurezza degli approvvigionamenti europei. Il recente “Green paper”, pubblicato dalla Commissione europea, cita proprio il potenziamento degli stoccaggi tra le priorità di intervento dell’Unione Europea. Capacità tecniche e disponibili per ciascun operatore di stoccaggio europeo (monitoraggio Ergeg di marzo 2006) Definizioni: La capacità tecnica di un impianto di stoccaggio è la parte della capacità dell’impianto utilizzata, al netto della capacità necessaria compresi gli impianti Gnl utilizzati per lo stoccaggio, ad esclusione della parte di impianto per operazioni di produzione e trasporto. La capacità disponibile di un impianto di stoccaggio è la parte della capacità tecnica non già contrattata o detenuta da utenti; e quindi la capacità ancora a disposizione degli utenti per esigenze aggiuntive di servizi continui e interrompibili.
Paese Operatore di stoccaggio Capacità tecnica (in miliardi di metri cubi) Capacità disponibile (espressa come percentuale della capacità tecnica)
Austria Omv 2. 1 >20%
Austria Rag 0. 7 Nessuna, o meno di 5%
Belgio Fluxys 0. 7 Nessuna, o meno di 5%
Danimarca Dong 0. 8 Nessuna, o meno di 5%
Francia Gaz de France 8. 8 Nessuna, o meno di 5%
Francia Tigf 2. 3 Nessuna, o meno di 5%
Germania Eon Ruhrgas 5 Nessuna, o meno di 5%
Germania Wingas 4. 2 Nessuna, o meno di 5%
Germania Vng 2. 3 5-20%
Germania Rwe Dea 1. 9 Nessuna, o meno di 5%
Germania Beb 1. 7 Nessuna, o meno di 5%
Germania Ewe 1. 2 Nessuna, o meno di 5%
Germania Rwe Energy & Kst 0. 9 Nessuna, o meno di 5%
Germania Bayerngas 0. 3 Nessuna, o meno di 5%
Germania Eon Avacon 0. 09 >0
Germania Swb Netze 0. 09 Nessuna, o meno di 5%
Germania Gas Union 0. 08 Nessuna, o meno di 5%
Germania Eeg 0. 06 Nessuna, o meno di 5%
Germania Steag 0. 06 Nessuna, o meno di 5%
Germania Eon Tueringer 0. 05 Nessuna, o meno di 5%
Germania Eon Hanse 0. 05 >0
Italia Stogit 12. 9 Nessuna, o meno di 5%
Italia Edison 0. 3 Nessuna, o meno di 5%
Olanda Nam 4. 5 Nessuna, o meno di 5%
Olanda Bp 0. 6 >0
Regno Unito Csl 3. 2 >0
Regno Unito Sse 0. 3 Dato non fornito
Repubblica Ceca Rwe Transgas 2. 1 Nessuna, o meno di 5%
Slovachia Nafta 1. 7 Nessuna, o meno di 5%
Spagna Enagas 2. 3 >20%
Ungheria Mol 3. 4 Nessuna, o meno di 5%
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LA COMPAGNIE GÉNÉRALE DE GÉOPHYSIQUE AUMENTA LE SUE CAPACITÀ DI CALCOLO IN COLLABORAZIONE CON IBM  
 
Milano 7 giugno 2006 – Il supercomputer dedicato alla ricerca sismica più potente d´Europa è ieri presso Compagnie Générale de Géophysique (Cgg), società attiva nel mondo nei servizi geofisici. L’obiettivo di Cgg è ridurre, in modo significativo, i tempi di elaborazione, che vanno dal momento in cui vengono raccolti i dati geofisici fino a quando vengono tradotti in immagini sismiche. I nuovi cluster installati, che si basano su Ibm Bladecenter Js21 dual-core, permetteranno a Cgg di aumentare la capacità di calcolo fino ad un massimo di 113 teraflops (Rpeak) e ciò permetterà di soddisfare meglio e più tempestivamente le esigenze dell´industria petrolifera. La nuova installazione coinvolgerà le sedi della società a Massy (Francia), Londra, Kuala Lampur e Houston (Texas). Inizialmente Cgg ha espanso il proprio sistema informativo schierando più di 2800 nodi Js21: ogni nodo contiene l´ultimo processore dual-core Powerpc 970Mp, assieme ad oltre 200 chassis ad alta velocità Bladecenter H. Questa combinazione ha permesso a Cgg di ottenere una prestazione massima nel blade e consentirà presto il miglioramento globale delle prestazioni attraverso lo chassis. Con l´utilizzo del Geocluster, software applicativo di Cgg ottimizzato per il vettore di accelerazione Vmx in Js21, i nuovi cluster di Cgg ridurranno il tempo di elaborazione dei dati sismici, offrendo così una maggiore qualità delle immagini e un miglioramento significativo della prospezione geologica per le compagnie petrolifere. Con una prestazione fino a tre volte più veloce della precedente generazione, Ibm Bladecenter Js21 è il server blade migliore per applicazioni Unix a 64-bit e Linux. Js21 fornisce una innovativa soluzione a blocco per i cluster High Performance Computing. Ibm Bladecenter Js21 utilizza due processori single-core Ibm Powerpc 970Mp di 2,7 Ghz a 64-bit, oppure due processori dual-core di 2,5 Ghz con una cache 1Mb L2 per core. Lo chassis Ibm Bladecenter H aggiunge le prestazione di 4X Infiniband o applicazioni fabrics a 10 gigabit Ethernet ad una robusta soluzione termica, fatto che lo rende la piattaforma ideale per gestire i cluster di ultima generazione ad elevata prestazione. Progettato per gestire, contemporaneamente sistemi operativi multipli e architetture di processori, lo chassis Ibm Bladecenter H offre grande flessibilità e una protezione degli investimenti senza precedenti, permettendo così ai clienti di ridurre i costi attraverso la consolidazione del server e del network e semplificando, allo stesso tempo, la gestione complessiva del server. .  
   
   
APERTE AL PUBBLICO LE ISCRIZIONI PER IL CORSO TECNICO DEDICATO AL FOTOVOLTAICO FIRMATO APER  
 
Milano, 7 giugno 2006 – Appuntamento martedì 20 giugno 2006 per il seminario tecnico dedicato alla realizzazione e alla gestione di impianti fotovoltaici di grandi dimensioni (> 50 kWp) connessi alla rete di media tensione che Aper ha organizzato presso la nuova sede dell’Associazione in piazza Luigi di Savoia 24 a Milano. Della durata di una giornata, il seminario si propone di esaminare in maniera approfondita le tematiche legate sia agli aspetti finanziari di natura economica e gestionale (da una panoramica sulle iniziative degli istituti di credito che finanziano la realizzazione degli impianti alla Legge 488, dalle fideiussioni richieste per il conto energia alla cessione dell’energia prodotta), sia le problematiche prettamente tecniche come ad esempio soluzioni impiantistiche, schemi di connessione e misura dell’energia incentivata. Il seminario è aperto al pubblico e prevede un massimo di 25 partecipanti. Per la copertura dei costi organizzativi sono state fissate delle quote di partecipazione pari a 50 euro per gli Associati Aper (massimo 2 partecipanti per ogni Azienda) e 250 euro per i non Associati. .  
   
   
CERTIFICAZIONE AMBIENTALE EMAS PER LO STABILIMENTO DI DIECIMO DI CARTIERA LUCCHESE  
 
Porcari, 7 giugno 2006 - Dopo un iter di oltre un anno e mezzo, nel corso del mese di maggio Cartiera Lucchese ha ottenuto la registrazione Emas relativamente al proprio stabilimento di Diecimo. Il regolamento Emas – che significa “sistema di eco-gestione e audit” – è nato nel 1993 in seno alla Comunità Europea, e ha rappresentato una novità di grande portata per quanto riguarda l’impostazione dei controlli ambientali sulle attività produttive. L’obiettivo dell’Emas è quello del miglioramento continuo delle prestazioni ambientali attuato in maniera volontaria e indipendente dai limiti di legge validi nello specifico paese dell’Unione, che vengono assunti comunque come parametri minimi di riferimento. Cartiera Lucchese, con l’ottenimento di questa certificazione, va quindi ad aggiungersi alle oltre 470 aziende registrate Emas sul territorio nazionale. Per l’Azienda ciò significa garantire nel tempo le proprie prestazioni ambientali, predisporre un piano per ulteriori miglioramenti nell’eco-efficienza dei propri processi produttivi, essere in linea con le più avanzate metodologie di lavoro in termini di rispetto dell’ambiente, e infine dare al territorio una prova ulteriore della sostenibilità della propria produzione. Per il territorio, un’azienda certificata Emas è infatti sinonimo di garanzia. Le emissioni in atmosfera, gli scarichi nell’acqua, il consumo delle risorse naturali, il trasporto delle merci, la progettazione di nuovi prodotti e i comportamenti ambientali dei fornitori, sono tenuti sotto controllo, garantendo come requisito minimo il rispetto delle leggi ambientali, in maniera continuativa nel tempo. Inoltre, la pubblicazione della Dichiarazione ambientale, un documento pubblico che riassume tutti gli aspetti ambientali legati allo stabilimento di Diecimo, è un’ulteriore prova di trasparenza di Cartiera Lucchese nei confronti della comunità locale e dei propri clienti. “Per noi – afferma Massimo Pasquini, Amministratore Delegato di Cartiera Lucchese – l’ottenimento di questo riconoscimento è un ulteriore tassello nell’affermazione delle nostre politiche di rispetto e di tutela dell’ambiente. La registrazione Emas avviene poi in un momento molto importante per l’Azienda, in cui si è finalmente iniziato a discutere in maniera costruttiva del progetto della centrale a biomasse di Diecimo. Centrale a biomasse che, tra l’altro, è stata inserita come miglioramento ambientale nell’iter valutativo dell’Emas ed è stato riconosciuto come tale dagli organismi italiani ed europei che hanno rilasciato la registrazione Emas. Ci auguriamo che anche il territorio comprenda come l’impianto in progetto segua i criteri di sostenibilità ambientale che ci contraddistinguono”. L’ottenimento dell’Emas vuole essere, oltre che una garanzia di buone pratiche ambientali, un ulteriore momento per dialogare con le componenti del territorio più aperte e più disponibili, per discutere non solo della centrale ma anche della complessiva situazione ambientale della Media Valle del Serchio. “Riteniamo infatti – conclude Pasquini – che Cartiera Lucchese possieda il know-how e le conoscenze necessarie per stimolare una discussione più ampia sul miglioramento della qualità del territorio in cui tutti risiediamo, in modo da rendere compatibile uno sviluppo industriale sostenibile con la qualità della vita dei residenti e dei lavoratori”. .  
   
   
ATTEGGIAMENTI ETICI NEL COSTRUIRE E ABITARE  
 
Milano, 7 giugno 2006 - Presso l´Associazione Chiamamilano - Largo Corsia dei Servi (Corso Vitt. Emanuele) giovedì 8 giugno alle ore 18 si svolgerà un incontro sul tema. Atteggiamenti etici nel costruire e abitare Autocostruzione, casa biologica, sostenibilità nell´edilizia, progetti partecipati (interverrà Maddalena Ferraresi dell´associazione Archesis) La serata è proposta nell´ambito del progetto Questione di Stile, corsi di economia ecologia domestica, organizzati da Acea in partnership con Cast (Centro per un Appropriato Sviluppo Tecnologico), Fondo per la terra Onlus, Cooperativa Totem. Bando Promozione all´educazione ambientale, promosso da Fondazione Cariplo. Il prossimo incontro: giovedì 22 giugno: L´acqua: abuso, uso, riuso (a cura delle associazioni Finisterrae e Aqsystem). Gli incontri sono gratuiti e aperti a tutti www. Consumietici. It .