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GIOVEDI
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Notiziario Marketpress di
Giovedì 19 Giugno 2008 |
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ALL’ ICGEB DI TRIESTE SCOPERTE DELLE CELLULE IN GRADO DI RISOLVERE I PROBLEMI DERIVATI DALLA CARDIOPATIA ISCHEMICA. |
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Trieste, 19 giugno 2008- Secondo il profo Mauro Gianca dell Icgeb di Trieste, si tratta di un gruppo di cellule del midollo osseo in grado di percepire la situazione dei ischemica e in grado di migrare verso quell’ambito per risolvere i problemi. Le cellule, infatti sono in grado di rigenerare vasi sanguigni anche importanti. Sew inettate nel cuore queste cellule potrebbero apportare un beneficio terapeutico. . |
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DNA: DESTINAZIONE TERRA |
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Bruxelles, 19 giugno 2008 - Il meteorite Murchison contiene molecole che formano gli elementi costituenti del Dna e dell´Rna. Questa scoperta è stata fatta da una squadra di scienziati del Regno Unito, dei Paesi Bassi e degli Stati Uniti. Tra le molecole trovate ci sono l´uracile e la xantina, che sono conosciute come basi azotate e sono precursori delle molecole che formano il Dna e l´Rna. I risultati sono stati pubblicati in uno studio nella rivista Earth and Planetary Science Letters. Il meteorite si schiantò alla fine di settembre del 1969 appena fuori la città di Murchison, nello stato di Victoria (Australia). Scienziati hanno analizzato il meteorite Murchison fin da quando si è schiantato, facendone il meteorite più studiato nella sua categoria. La dott. Sa Zita Martins, del Department of Earth Science and Engineering all´Imperial College di Londra, è l´autore principale dell´articolo. Secondo lei, la loro ricerca può fornire ulteriori prove per spiegare l´evoluzione iniziale della vita. "Noi riteniamo che all´inizio la vita possa aver adottato delle basi azotate da frammenti meteoritici, da usare nella codificazione genetica, che ha permesso di trasmettere le migliori caratteristiche alle successive generazioni," ha aggiunto. Nel corso degli ultimi due secoli, sono stati raccolti meteoriti da circa 35 impatti osservati di "condriti carbonacee". Come il meteorite Murchison, questi meteoriti presentano alti livelli di acqua e composti organici. Essi contengono inoltre materiali fusi provenienti da nubi molecolari dense, coeve o anteriori alla formazione del sistema solare. Questi sono particolarmente interessanti per i ricercatori poiché, come la vita sulla Terra, contengono composti organici o basati sul carbonio. L´analisi del meteorite Murchison indica che le basi azotate contengono una forma pesante di carbonio che si può essere formata soltanto nello spazio. I materiali che si sono formati sulla Terra sono costituiti da una varietà più leggera di carbonio. Il meteorite è stato anche testato rigorosamente per determinare se le molecole provenivano dal sistema solare o erano il risultato di contaminazioni quando il meteorite si è schiantato sulla Terra. Il coautore dello studio, il prof. Mark Sephton, anche lui del Department of Earth Science and Engineering all´Imperial College, ritiene che questa ricerca rappresenti un passo avanti importante per la comprensione di come si possa essere evoluta all´inizio la vita. "Visto che i meteoriti rappresentano il materiale d´avanzo della formazione del sistema solare, i componenti principali per la vita (tra cui le basi azotate) potrebbero essere sparsi nell´universo," ha spiegato. "Poiché vengono scoperte sempre più materie prime della vita negli oggetti provenienti dallo spazio, la possibilità che la vita si sviluppi ovunque c´è la giusta chimica, diventa sempre più verosimile. " Per ulteriori informazioni, visitare: Imperial College Londra: http://www. Imperial. Ac. Uk Earth and Planetary Science Letters: http://www. Elsevier. Com/locate/epsl . |
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PARAGANGLIOMA, A TRENTO UN CONFRONTO INTERNAZIONALE SU UNA MALATTIA RARA VENERDÌ 20 E SABATO 21 GIUGNO ALL’AUDITORIUM DEL CENTRO SERVIZI SANITARI |
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Trento, 19 giugno 2008 - La Provincia autonoma di Trento organizza, domani, venerdì 20 (a partire dalle ore 15) e sabato 21 giugno 2008 (a partire dalle ore 8. 30 con l’intervento di Remo Andreolli, assessore alle politiche per la salute) un confronto internazionale sulla malattia rara denominata sindrome feocromocitoma / paraganglioma. “First Trento Paraganglioma Meeting” è in programma all’Auditorium del Centro Servizi Sanitari di viale Verona, a Trento. Il paraganglioma del collo e della testa o chemodectoma è un tumore molto raro che origina dal sistema parasimpatico, spesso localizzato alla biforcazione della carotide dove si manifesta con una tumefazione non dolente ai lati del collo. Nel 20-30 % dei casi può essere geneticamente trasmesso e sono stati recentemente individuati tre geni, chiamati Sdhb, Sdhc, Sdhd le cui mutazioni sono responsabili della comparsa e trasmissione ereditaria del tumore. Questa patologia tumorale, ancorché sia da considerarsi rara in assoluto, presenta un’incidenza del tutto rilevante per la popolazione di una specifica regione del Trentino (val di Cembra, altopiano di Pinè e val dei Mocheni). Il perché è stato indagato con un progetto di ricerca, di durata triennale, presentato dalla Provincia autonoma di Trento e finanziato nel 2005 dal Ministero della Salute nell’ambito del programma nazionale di ricerca sanitaria finalizzata. Il progetto, coordinato dal prof. Giuseppe Opocher, attuale direttore della Familial Cancer Clinic dell’Istituto Oncologico Veneto, è stato condotto dall’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento e il Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università degli Studi di Padova. Lo studio verrà analizzato dagli esperti internazionali e nazionali chiamati domani e sabato a tracciare le linee guida su questo argomento. Verranno infatti presentati e discussi tra professionisti ed esperti i risultati conseguiti dal progetto. Per conoscere quando, come e perché questa patologia si è sviluppata nel territorio trentino. . |
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RITORNA IL 28 GIUGNO 2008 LA GIORNATA NAZIONALE PER LA PREVENZIONE E LA CURA DELL’INCONTINENZA URINARIA PROMOSSA DAGLI STESSI PAZIENTI |
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Milano, 19 giugno 2008 - L’italia all’avanguardia nella lotta all’incontinenza urinaria e nell’attenzione verso i pazienti. Ritorna il 28 giugno 2008 la giornata nazionale per la prevenzione e la cura dell’incontinenza urinaria promossa dagli stessi pazienti – Federazione Italiana Incontinenti – Finco - e dal Ministero della Salute. Il 28 giugno 200 ospedali italiani aprono le porte ai cittadini per informare e diagnosticare gratuitamente il grave disturbo che colpisce nel nostro paese circa 8 milioni di persone uomini e donne anche in giovane età senza risparmiare i più piccoli- l’enuresi riguarda 1 bambino su 10 a 7 anni . Per le prenotazioni si può chiamare il Numero Verde Finco: 800. 050415 o i Centri indicati sul sito internet: www. Giornataincontinenza. Com “L´incontinenza urinaria”, spiega il professor Lucio Miano, Presidente Federazione Italiana Società Urologiche - Fisu Professore Ordinario Direttore Clinica Urologica Seconda Facoltà di Medicina e Chirurgia Università La Sapienza, Roma,, “ consiste nell´emissione involontaria di urina e si distingue in due forme : da sforzo ( Ius) - dove un colpo di tosse, una risata o il semplice sollevamento di una borsa causano fughe di urina - che interessa maggiormente le donne ed è causata da gravidanze, parti e menopausa e l’incontinenza da urgenza o sindrome della vescica iperattiva dovuta a contrazioni involontarie della vescica e caratterizzata dall´improvviso e irrefrenabile bisogno di urinare più volte durante il giorno e la notte che colpisce invece entrambi sessi senza distinzioni. Altra forma è l´incontinenza urinaria di origine neurogena ( legata a sclerosi multipla , parkinson , alzheimer , lesioni, midollari da trauma etc ). Nonostante la diffusione del problema che, con ansia, depressione e isolamento legati al timore di non riuscire a controllare la vescica, incide pesantemente sulla qualità della vita, i rapporti sociali la sessualità , solo una minoranza , vincendo imbarazzo e vergogna si rivolge al medico - circa il 25 % . La malattia può invece essere curata con successo con la rieducazione perineale, i farmaci, infiltrazioni locali di acido ialuronico, la nuova chirurgia mininvasiva ora estesa anche all’uomo , pace- maker vescicali e sfinteri artificiali. Per le forme neurogene, c’è la neuromodulazione sacrale che si avvale di un una sorta di ´pacemaker´ applicato sull´osso sacro´´. E sulla rimborsabilità dei farmaci anti – incontinenza ( i pannoloni sono rimborsati dal Sistema Sanitario Nazionale, la terapia farmacologica è a totale carico dei pazienti) e la riabilitazione perineale carente in Italia Francesco Diomede, Presidente Federazione Italiana Incontinenti Finco, Presidente World Federation of Incontinence Patients - Bari lancia un accorato appello al Ministro della Salute onorevole Maurizio Sacconi per la rivalutazione della patologia , per consentire a tutti i pazienti le terapie più adeguate che oltre a ridare dignità al paziente ridurrebbero i costi sociali Tra gli obbiettivi della Finco la tutela e la qualità dei dispositivi medici, vale a dire, sonde, cateteri e pannoloni ottenibili gratuitamente attualmente insufficienti per le reali esigenze del malato;. Questo comporta la necessità di dare un impulso all’innovazione tecnologica e alla qualità di questi prodotti che il Ssn è costretto, dovendo contrarre drasticamente i costi, a mantenere ad l’attivazione di centri specialistici per la prevenzione, cura e riabilitazione dell’incontinenza, il varo di apposite norme legislative che agevolino il reinserimento nel mondo del lavoro, garantire la mobilità nel Territorio grazie alla costruzione di bagni pubblici. Le cure per l’incontinenza urinaria . “La riabilitazione perineale”,dice il professor Lucio Miano, ”è indicata delle ultime linee-guida dell’International Continence Society come primo approccio terapeutico per l’ incontinenza urinaria a tutti i livelli e ,secondo i risultati di un recente studio italiano, raggiunge il 70 % di guarigione. La terapia farmacologica per la forma da urgenza o vescica iperattiva si basa su farmaci antimuscarinici (o anticolinergici) I più usati sono l’ossibutinina, il trospio la tolterodina ai quali si è aggiunta recentemente la solifenacina ,che ha mostrato una maggior efficacia e tollerabilità rispetto agli altri farmaci”. “Altre soluzioni per la forma da sforzo”, aggiunge il professor Diego Riva ,Presidente Associazione Italiana di Urologia Ginecologica e del Pavimento Pelvico – Aiug , Responsabile Ostetricia e Ginecologia, Ospedale Sant’anna di Como presidio di Cantù, “sono le Iniezioni intrauretrali a base di collagene, silicone , acido ialuronico, botulino con un’efficacia del 70-80% . “La nuova chirurgia mininvasiva”, continua il professor Miano “ora estesa anche all’uomo, prevede invece l´applicazione di sling - retine in prolene intorno all´uretra e risolve il disturbo nell´80-85%. Rispetto interventi invasivi del passato con anestesia generale, ricovero e convalescenza prolungati, i nuovi trattamenti, a totale carico del Ssn, si possono effettuare in day hospital, in anestesia locale con un ritorno alle normali attività entro una settimana. In particolare per l’incontinenza urinaria maschile conseguente all’ asportazione radicale della prostata per tumore prostatico (colpisce circa il 30% degli italiani ´over 50´- 21mila nuovi casi l´anno) si può ora risolvere in un giorno con una nuova tecnica – già disponibile in 12 ospedali italiani - di chirurgia mininvasiva che si chiama Advance e si avvale di una retina di polipropilene che posizionata sotto l’uretra ripristina la normale continenza”. Qualità della vita. “L’incontinenza urinaria”, dice il professor Riva , “incide pesantemente sulla qualità della vita con ansia , depressione , tendenza a isolarsi e a evitare i rapporti interpersonali per i timore di non riuscire a controllare la vescica, molte persone limitano i propri spostamenti quotidiani ai soli luoghi e percorsi in cui conoscono la collocazione dei servizi igienici ("mappatura delle toilette"), riducono l´assunzione di liquidi,. Svuotano preventivamente la vescica ogni volta che si puo´, col risultato che nel tempo quest´ultima impara a ´contenere´ sempre meno´´ ,indossano assorbenti ed evitano l´intimità sessuale. La mancanza di controllo della vescica con inadeguatezza fisica ed emotiva porta alla rinuncia della vita sessuale e addirittura a evitare una relazione sentimentale. Il disturbo abbatte il desiderio e l’attività sessuale della coppia lo dimostra una ricerca europea su 500 donne con vescica iperattiva svolta in Europa che ha evidenziato l’elevata influenza del problema sulla sessualità”. “L’enuresi notturna”,spiega il professor Miano “ più frequente nei maschi (3 a 1), nei bimbi con stipsi (70%) e in quelli col sonno profondo (90%), riguarda il 27% dei bambini di 4 anni, il 10- 15% a 5-7 anni, il 6-7% a 9-10 anni, il 3% a 12 anni e 1 - 2% a 18 anni. Il disturbo si risolve con la crescita mentre persiste nell’1 - 2% degli adolescenti e lo 0,5% degli adulti. La cura si basa su varie terapie comportamentale e farmaci specifici”. I costi - recenti stime indicano 300 milioni di euro l’anno per i pannoloni -l’85% a carico del Ssn- i farmaci anti- incontinenza sono invece a totale carico del paziente costretto a una spesa media annua di 500 euro. La Finco, grazie alla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 10 maggio 2006 ha stimolato la “Giornata nazionale per la prevenzione e la cura dell’incontinenza”, che ogni anno si svolge il 28 giugno; La “Giornata” si prefigge di aumentare a cittadini e Operatori socio-sanitari la consapevolezza delle cure perché ancora oggi l’ I. U non è correttamente diagnosticata e curata,sconfiggere il “non far sapere”; migliorare la qualità di vita garantendo l’accesso all’innovazione terapeutica a costi sostenibili; garantire percorsi diagnostico-terapeutici corretti; assicurare un adeguato livello qualitativo dei dispositivi medici elargiti dal Ssn. La Federazione fornisce: informazioni socio-sanitarie; consulenze di esperti informazioni su dispositivi medici; consulenza legislativa e burocratica; tutela dei diritti; organizza convegni e meeting; Notiziario associativo “Eureka”. Il decalogo anti-incontinenza : Alimenti . Evitare o limitare il consumo di : cioccolato, uova, frutta secca,pomodori e formaggi stagionati, caffè, tè, bibite gasate e alcoliche. Bere con intelligenza e smettere almeno un’ora prima di andare a letto. La riduzione di liquidi rischia di disidratare. Combattere la stitichezza che sforza le strutture pelviche regolarizzare le funzioni dell’intestino con una dieta ricca di fibre associata a una regolare attività fisica. Curare le infezioni respiratorie, gli starnuti e la tosse aggravano la situazione. Attività fisica: sì a passeggiate, bicicletta e nuoto,attenzione invece allo jogging. In palestra evitare esercizi che coinvolgono i muscoli addominali. Spesa,invece di caricarvi di sacchetti pieni, armatevi di un borsone con rotelle. Eseguire la Ginnastica perineale ,preventiva e curativa, che consiste nel contrarre rapidamente e intensamente i muscoli pelvici, abituatevi a praticarla a casa. Evitare il fumo, la nicotina ha un’azione irritante sulla vescica,inoltre i colpi di tosse di chi esagera favorisce fughe di urina. Controllare il peso un suo eccesso indebolisce il pavimento pelvico e crea una maggior pressione sulla vescica. Imparare il “doppio svuotamento” per “liberare” completamente la vescica. Dopo aver urinato riprovare dopo qualche minuto. Per evitare qualche perdita durante il rapporto sessuale urinare prima. Seguire le indicazioni dello specialista e compilare il diario minzionale per verificare se la terapia seguita è efficace. “L’incontinenza urinaria”, dice il professor Lucio Miano, Presidente Federazione Italiana Società Urologiche - Fisu Professore Ordinario Direttore Clinica Urologica Seconda Facoltà di Medicina e Chirurgia Università La Sapienza, Roma “ vista la sua diffusione dovrebbe essere riconosciuta come malattia sociale: circa 7 milioni di italiani - uomini e donne anche in giovane età e 200 milioni di persone nel mondo . La patologia si classifica in ´incontinenza urinaria da sforzo - Ius - e incontinenza urinaria da urgenza o sindrome della vescica iperattiva . Queste due forme rappresentano insieme quasi il 90% di tutti i casi. L´incontinenza urinaria da urgenza frequenza o sindrome della vescica iperattiva si manifesta invece con improvviso e irrefrenabile bisogno di urinare, diurno e notturno, con o senza fughe di urina. Secondo la definizione dell’International Continence Society, la sindrome è caratterizzata da urgenza minzionale, solitamente associata a frequenza e a nicturia, con o senza incontinenza urinaria, senza che siano presenti infezioni delle vie urinarie o altre patologie note . Il problema è emergente spesso superiore a patologie molto diffuse come asma e diabete e interessa nel nostro Paese oltre 3 milioni di persone uomini e donne - senza risparmiare i più giovani La sua prevalenza, simile nei due sessi, aumenta con l’età, ed è quindi destinata a crescere col progressivo invecchiamento della popolazione . La gravità e la natura dei sintomi sembrano differire nei due sessi. La diversa anatomia dell’apparato genitale, infatti, fa sì che la sindrome della vescica iperattiva si manifesti soprattutto come incontinenza da urgenza più nelle donne che negli uomini. I farmaci “Il trattamento della vescica iperattiva si basa” , continua Miano ,” su farmaci antimuscarinici (o anticolinergici). I più largamente usati sono l’ossibutinina, il trospio la tolterodina ai quali si è aggiunta recentemente la solifenacina che, in base a studi internazionali ha dimostrato una maggior efficacia e tollerabilità - l’ 80% dei pazienti rimane in terapia per più di un anno rispetto a alle terapie con altri farmaci. “Riabilitazione perineale , aiuta a inibire la contrazione della vescica contraendo i muscoli del pavimento pelvico e ridurre la necessità di urinare ogni 3-4 ore. La tecnica aiuta anche a imparare a sopprimere, o ad ignorare, il desiderio di urinare, aumentando gradualmente gli intervalli di tempo tra le minzioni. , pacemaker della vescica un piccolo elettrodo che eroga corrente elettrica viene inserito nel retto del paziente vicino al nervo che controlla la funzionalità vescicale. Chirurgia vescicale Viene usata nei casi in cui altri trattamenti sono falliti. L’approccio tradizionale, cui si fa sempre meno ricorso, è costituito dall’ampliamento della vescica con un tratto di intestino, aumentandone la capacità e riducendo la frequenza con cui i pazienti devono urinare. Botulino. L’ iniezione di tossina botulinica nella parete vescicale tramite un cistoscopio è una tecnica mininvasiva introdotta recentemente che inibisce le contrazioni della vescica”. ´L’incontinenza urinaria da sforzo “, prosegue , il Professor Diego Riva ,Presidente Associazione Italiana di Urologia Ginecologica e del Pavimento Pelvico – Aiug , Responsabile Ostetricia e Ginecologia, Ospedale Sant’anna di Como -presidio di Cantù ” si verifica con la perdita involontaria di urina in seguito ad un improvviso aumento della pressione intra addominale che si verifica in seguito a uno sforzo fisico anche minimo come tossire, ridere sollevare una borsa e riguarda in Italia oltre 3 milioni di donne dai 35 anni in su . La donna è maggiormente colpita rispetto all’uomo perché i tessuti e i muscoli del perineo coinvolti nella minzione possono subire dei traumi come per esempio quello causato dal parto e dalle trasformazioni fisiologiche della menopausa. L´incontinenza urinaria da sforzo colpisce dal 23 al 50% delle gravide e nella maggior parte dei casi tende a risolversi spontaneamente dopo i primi mesi dal parto divenendo permanente in circa il 10- 20% dei casi, aumenta con la parità e, in primipare che partoriscono per via vaginale. In considerazione di ciò la necessità di attuare strategie di prevenzione e recupero delle complicazioni perineali del parto. ”Le cause” continua il professor Miano , “ sono : gravidanze e i parti, soprattutto se numerosi, menopausa , prolasso uro-genitale, esiti di interventi chirurgici uro-ginecologici. “Nell’uomo”, precisa il professor Miano si verifica a seguito di prostatectomia radicale per tumore alla prostata ( in Italia sono 43 mila i nuovi casi l’anno ). “I principali fattori di rischio nell’ incontinenza urinaria da sforzo”, aggiunge il professor Riva, “ sono l’età avanzata, predisposizione individuale, obesità, menopausa, numero di gravidanze ed eventuali problemi legati al parto Il sovrappeso (con un Bmi superiore a 25) aumenta di 2 volte e mezzo la probabilità di sviluppare il disturbo. Ma ad esserne colpite sono anche le donne giovani che si sottopongono a sforzi fisici intensi o svolgono lavori pesanti sottoponendo a veri e propri stress i muscoli del perineo. Nella maggior parte dei casi il disturbo è comunque conseguente a problemi legati al parto. Le pluripare o le donne che hanno avuto parti in cui si è reso necessario l´uso di forcipe o ventose, sono infatti le più colpite. Peso del bambino alla nascita superiore a 3,7 Kg Infine la carenza ormonale della menopausa, provoca oltre un´alterazione del trofismo della muscolatura perineale e uretrale, anche una diminuzione della vascolarizzazione che altera la funzione delle basse vie urinarie” La diagnosi . - “La diagnosi” prosegue il professor Miano “viene effettuata sulla base dei sintomi, dell’esame obiettivo, esame urine, diario minzionale, esame della funzionalità vescicale. ” Sintomi: urgenza con o senza incontinenza da urgenza normalmente accompagnata da pollachiuria ( frequenza ) e nicturia ( bisogno di urinare più volte durante la notte ). Esame obiettivo: l’ ispezione dei genitali esterni e la palpazione dell’addome, pelvi, genitali interni e retto permette di individuare segni di affezioni, come prolasso genitale stipsi, tumori, aumentato volume della prostata che possono causare o complicare l’incontinenza). Esame urine: consente di individuare eventuali infezioni delle vie urinarie, qualsiasi segno di sanguinamento nel tratto urinario, un elevato livello di glucosio eventualmente attribuibile al diabete. Diario minzionale: è utile per controllare la frequenza con cui le persone: bevono, svuotano la vescica (frequenza), registrano perdite involontarie di urina (incontinenza) hanno bisogno di alzarsi di notte per urinare (nicturia) e di misurare la quantità di urina eliminata nel corso delle 24 ore”. Test urodinamici , “sono indicati”, precisa Miano ” per valutare la funzionalità vescicale e potrebbero includere un esame per misurare: la quantità di liquido che la vescica può contenere (cistometria)e la velocità alla quale esce l’urina dalla vescica (uroflussometria) Questi esami possono contribuire ad escludere altre cause inerenti a problemi urinari . È importante escludere altre condizioni morbose che coinvolgono la vescica come, ad esempio, infezioni urinarie, calcoli urinari, malattie neurologiche e tumori”. Conseguenze sulla qualità della vita “L´incontinenza urinaria” dice il professor Miano “incide pesantemente sull’aspetto sociale, psicologico, professionale, domestico, fisico della vita di chi ne soffre. Interferisce con il sonno, il lavoro, i viaggi, l’attività sessuale, la vita di relazione e le interazioni sociali. Il timore del non del controllo della vescica modifica lo stile di vita gli incontinenti infatti adottano spesso meccanismi di adattamento preventivo : limitano i propri spostamenti quotidiani ai soli luoghi e percorsi in cui conoscono la collocazione dei servizi igienici (la cosiddetta "mappatura delle toilette") e comportamenti compensatori per ridurre i sintomi come bere di meno, limitare l’apporto di liquidi, soprattutto di tè e caffè , localizzare la toilette più vicina, svuotare la vescica preventivamente ogni volta si presenta la possibilità di andare in bagno con la conseguenza che nel tempo la vescica ‘impara’ a contenere una quantità sempre minore di urina. , evitano l´intimità sessuale e indossano assorbenti o pannoloni. Un impegno psicologicamente gravoso e difficile da sopportare. Tanto che al disturbo si associano stati depressivi (che regrediscono con la risoluzione del problema), perdita di autostima (legata alla rinuncia di attività gratificanti e all´aggravarsi del problema), apatia, senso di colpa e negazione che finiscono col cronicizzare il problema anziché favorirne la risoluzione. In realtà chi soffre di incontinenza urinaria si vergogna dei propri sintomi e impedisce a chiunque altro di occuparsene, Particolarmente critiche possono essere le conseguenze del disturbo sulla vita sessuale . Sessualità e capacità di controllo della vescica ( l´orgasmo si accompagna talvolta all´emissione di piccole quantità di urina) causano inadeguatezza fisica ed emotiva che possono portare può portare alla rinuncia della vita sessuale e addirittura a evitare una relazione sentimentale. L’aumento della frequenza minzionale, associato all’impellente e frequente bisogno di urinare, abbatte infatti il desiderio e l’attività sessuale della coppia come dimostra una ricerca su 400 donne affette da vescica iperattiva svolta in Germania, Italia, Spagna e Inghilterra che ha evidenziato l’elevata influenza del problema sulla sessualità”. Le Terapie Riabilitazione perineale - “Secondo le linee-guida dell’ l’International Continence Society”, spiega il professor Andrea Ceresoli Responsabile del modulo di diagnostica e terapia urodinamica Clinica Urologica Ii -Università di Milano - direttore Professor Andrea Guarneri Ospedale Classificato San Giuseppe, Milano,” la riabilitazione perineale è la prima misura terapeutica per la cura dell’ incontinenza urinaria a tutti i livelli. La ginnastica del perineo”, che è costituito da vulva, vagina e ano-retto e da diversi muscoli ( il più importante è l’elevatore dell’ano ) , e legamenti che servono da sostegno per gli organi uro genitali, è indicata per la prevenzione e/o trattamento dell’ incontinenza urinaria da sforzo, e da urgenza; ma anche prolasso genitale di grado lieve, incontinenza fecale;miglioramento della qualità della vita sessuale , dolore pelvico cronico. Le percentuale di successo ,secondo un recente studio italiano che ha coinvolto 400 donne sono del 70 % . I vantaggi della rieducazione perineale sono la semplicità, il basso costo , l’assenza di effetti collaterali (è quindi un’efficace soluzione per quelle pazienti in cui l’intervento chirurgico è sconsigliato o indesiderato) e il non pregiudicare ulteriori trattamenti terapeutici”. Il costo del trattamento (10 – 20 sedute ) che può essere richiesto più volte durante l’anno, è quello del ticket previsto dal Sistema Sanitario Nazionale. Le tecniche riabilitative sono rappresentate principalmente dalla Chinesiterapia Pelvi–perineale (Cpp) che utilizza semplici esercizi che coinvolgono il pavimento pelvico si basati sul fatto che la contrazione volontaria ripetuta di questi muscoli migliora il loro tono a riposo e la loro contrazione durante gli aumenti della pressione intra addominale, come in caso di tosse o sotto sforzo”. ”Soprattutto nelle donne”, sottolinea il professor Miano “la prima arma per combattere l´incontinenza urinaria, specie quella da sforzo, e´ la ginnastica ´ad hoc´. Rieducativa quando il problema e´ gia´ presente, e preventiva se praticata con . Semplici esercizi che andrebbero tramandati da madre a figlia e insegnati nelle scuole medie. Circa la meta´ delle donne che partoriscono per via naturale riporta danni ai muscoli pelvici che richiedono cure specifiche che in Italia non vengono attuate mentre in Francia ad esempio la riabilitazione post parto viene effettuata gratuitamente negli ospedali a tutte le neomamme “ . “Le altre tecniche riabilitative”, continua il professor Ceresoli, “sono : Biofeedback - attraverso delle sonde vaginali collegate ad apparecchi (monitor ) che, traducono la contrazione muscolare in segnali acustici, visivi o grafici, proporzionali all´intensità della contrazione stessa la donna ha la possibilità di verificare in modo continuo ed istantaneo e interagire quindi sugli esercizi di contrazione muscolare svolgendoli in modo corretto Stimolazione elettrica funzionale (Sef): sfrutta la depolarizzazione delle fibre nervose tramite corrente elettrica per determinare la contrazione della fibra muscolare striata (Sef indiretta) o la contrazione delle fibre muscolari per mezzo di corrente elettrica applicata direttamente sul muscolo (Sef diretta). Il sito di stimolazione nella donna è quello intravaginale (stimolazione diretta) poiché è indispensabile stimolare il nervo pudendo contemporaneamente al muscolo, Coni vaginali . Quasi sconosciuti in Italia, in Francia e in America sono molto usati . Nelle farmacie si trovano set da cinque coni di plastica tutti della stessa dimensione ma di peso progressivamente crescente (partono da 20 e arrivano a 70 grammi) . Si inizia con il più leggero per arrivare a quello più pesante . Dopo averlo collocato in vagina la donna deve trattenerlo contraendo i muscoli del pavimento pelvico. Questa pratica come abitudine quotidiana irrobustisce il piano muscolare che avvolge il canale uretrale”. “La terapia chirurgica”, spiega il professor Miano , “indicata solo per l’incontinenza urinaria da sforzo , si avvale oggi di tecniche chirurgiche mini-invasive -sling vaginale ,retropubica o transotturatoria a totale carico del Sistema Sanitario Nazionale che richiedono incisioni di piccole dimensioni e si effettuano in anestesia locale o locoregionale con degenze di uno, due giorni, e ritorno alle normali attività in brevissimo tempo (una settimana ) I vantaggi dice il professor rispetto ai “vecchi” interventi invasivi, come la colposospensione secondo Burch che richiede un accesso per via addominale, anestesia generale, ricovero in ospedale e circa un mese di convalescenza, sono la brevità dell’intervento e del recupero. Le Sling . ”Si tratta ”, spiega il professor Diego Riva , “ di un intervento mini-invasivo che prevede l’inserimento per via vaginale o dal forame otturatorio che si raggiunge con una piccola incisione nel solco inguino-femorale (e quindi su entrambe le radici delle cosce)di un nastro o benderella (sling) di propilene ( materiale sintetico biocompatibile) che viene posizionato come un’amaca sotto la porzione mediana l’uretra. In questo modo si sostiene l’uretra durante gli sforzi che causano un aumento della pressione addominale e si ripristina il suo fisiologico e normale funzionamento”. “Altre innovative tecniche aggiunge il professor Ceresoli , “si basano sulle iniezioni intrauretrali (nella parete dell’uretra, il canale che collega la vescica con l’esterno e permette la fuoriuscita dell’urina) di sostanze che hanno lo scopo di aumentare la resistenza all’emissione involontaria di urina. Le sostanze utilizzate sono collagene, silicone, acido ialuronico, le stesse impiegate anche in medicina estetica. Si tratta di interventi semplici, di breve durata, che si svolgono in regime ambulatoriale , in anestesia locale (con una pomata anestetica) e sono esenti da complicazioni, a fronte di percentuali di successo del 70-80%”. L’incontinenza urinaria nell’uomo - “L´incontinenza urinaria da sforzo ”, dice il professor Miano, “ da sempre appannaggio del sesso femminile per cause anatomiche fisiologiche come parti , gravidanze e menopausa colpisce ora sempre di più anche l’uomo . Conseguente a interventi di prostatectomia radicale per l’asportazione del tumore prostatico (colpisce nel nostro Paese circa il 30% degli ´over 50´- 21 con mila nuovi casi l´anno) e causata dall’ indebolimento dello sfintere (muscolo a forma di anello che funziona da "rubinetto ") che collega la vescica all´uretra (attraverso la contrazione dello sfintere la vescica si chiude affinché possa riempirsi e trattenere le urine). Si può risolvere in un giorno in day surgery con una nuova tecnica chirurgica mininvasiva giunta recentemente nel nostro Paese risolve e in anestesia peridurale. Advance Ams questo il nome dell’’innovativa metodica approvata dalla severissima Fda americana si avvale di una sling - una retina di polipropilene (particolare materiale biocompatibile) - che posizionata sotto l’uretra ripristina la normale continenza. Impiegata con successo negli States e in Europa su circa 2. 000 pazienti è già disponibile da pochi mesi in 12 centri ospedalieri italiani a totale carico del Ssn. La nuova tecnica è indicata per i casi di incontinenza moderata con parziale conservazione della funzione sfinterica. Le tecniche chirurgiche del passato invasive gravate da complicazioni e con risultati non sempre soddisfacenti hanno spinto la ricerca a trovare nuove soluzioni. Advance è una tecnica chirurgica mini-invasiva che utilizza anche nell’uomo sling in prolene - simile a quella collaudata da tempo con successo nella donna” . L’ intervento, della durata di 45 minuti si può effettuare in anestesia peridurale , prevede l’inserimento dal forame otturatorio di una sling - retina di polipropilene ( materiale biocompatibile) - che viene posizionata sotto la porzione mediana dell’uretra . Il suo posizionamento è garantito dalle caratteristiche stesse del materiale che fanno sì che rimanga nella posizione in cui viene posta ripristinando così il fisiologico e normale funzionamento dell´uretra in circa il 70 –80 % dei casi ( continenza totale) e nei rimanenti un netto miglioramento. Per i casi più gravi provocati da danni o lesioni a carico dello sfintere urinario a seguito dei quali non è più possibile chiudere l´uretra con conseguenti perdite di urina si ricorre - selezionando il paziente - alla sfintere artificiale Ams 800 . Si tratta un dispositivo ,che attraverso il posizionamento di una cuffia gonfiabile intorno all´uretra collegata ad un sistema idraulico che può essere azionato dall´esterno , ripristina la normale funzionalità dello sfintere e la continenza - aprendo e chiudendo l´uretra sotto il controllo del paziente e cioè al momento di svuotare la vescica” . Il trattamento, risultato della più avanzata tecnologia, - più di 100. 000 impianti nel mondo in 25 anni di continue innovazioni e modifiche ha dimostrato secondo numerosi studi con follow-up fino a 131 mesi (per un totale 2. 600 pazienti) sicurezza ed efficacia con un miglioramento della continenza superiore al 90%. 170. 000 pazienti trattati in 56 Paesi del mondo nel corso del 2005. L’enuresi “L’enuresi”, spiega il professor Miano, “consiste nell’emissione involontaria e incosciente di urina di notte ,durante il sonno, in bambini che dovrebbero già possedere un controllo della minzione e interessa circa il 27% dei bambini di 4 anni, il 10-15% a 5-7 anni, il 6-7% a 9-10 anni, il 3% a 12 anni e l’1% a 18 anni. Il disturbo presenta un’ importante componente genetica familiare ed ereditaria - se un genitore ne ha sofferto il rischio di “tramandarlo ” è del 43% percentuale che sale 77% se ha riguardato entrambi i genitori . L’enuresi può manifestarsi in modo saltuario o tutte le notti, è più frequente nei maschi rispetto alle femmine, in genere si risolve spontaneamente con la crescita mentre persiste nell’1 - 2% degli adolescenti e lo 0,5% degli adulti. In base a recenti studi le cause dell’enuresi non sono psicologiche, ma organiche o funzionali Solo 1 caso su 5 è infatti legato a problemi psicologici. Ansia, disagio e riduzione dell’autostima sono spesso quindi non cause ma conseguenze del disturbo stesso. L’enuresi si distingue in primaria e secondaria La prima di tipo genetico - familiare è legata a poliuria notturna causata da una maggior produzione di urina durante la notte e /o da una carenza notturna dell’ormone antidiuretico (Adh)) , alterazioni della funzionalità vescicale, disordini del risveglio. Le alterazioni della funzionalità della vescica sono invece legate a disturbi di riempimento o di svuotamento della vescica mentre i disordini del risveglio sono causati da un sonno più profondo che caratterizza questi bambini che sono più difficili da svegliare e non riescono a percepire le contrazioni vescicali che precedono la minzione . Quando la causa prevalente dell’enuresi è il sonno profondo il problema si può risolvere “insegnando” all’organismo del bambino a svegliarsi nel momento in cui la vescica inizia a svuotarsi, mediante sistemi di allarme acustici posti nel pigiama. L’enuresi secondaria è invece causata da fattori psicologici (insicurezze e traumi ) e richiede un adeguato supporto psicologico”. Le cure : terapie comportamentali basate su varie tecniche che offrono risultati superiori ai soli farmaci e con percentuali di successo dell’80%”. , nei casi con iperattività vescicale si associano farmaci anticolinergici o con azione miorilassante sulla vescica (ossibutinina, cloridrato, tolterodina), gli stessi usati anche nell’adulto, mentre in quelli con poliuria notturna si ricorre a farmaci analoghi dell’Adh che riducono la produzione di urina. ” Neuro-urologia - professor Miano La neuro- urologia è rivolta a pazienti con disfunzioni dell´apparato genito-urinario dovute a un alterato controllo neurologico vescico-sfinterico conseguente a lesione midollare, sclerosi multipla, ictus cerebrale, morbo di Parkinson, discopatie, neuropatie (diabetogene,iatrogene, idiopatiche). L’attività di neuro- urologia si caratterizzano per ricerche d’avanguardia sulla fisiopatologia e la neurofarmacologia dell’apparato urinario, con proposte terapeutiche quali l’uso della tossina botulinica per infiltrazioni vescicali e l’ elettrodiffusione per instillazioni di farmaci. La terapia riabilitativa è efficace per mantenere la funzionalità residua del basso apparato urinario durante le fasi di riempimento e di svuotamento e per prevenire possibili complicanze a carico dell´alto apparato urinario come il reflusso vescico ureterale e l´insufficienza renale. Gli scopi principali della terapia sono: preservare la funzionalità renale attraverso un ritmico e corretto svuotamento evitando ritenzioni di urina con conseguenti infezioni ed eventuali iperpressione intravescicale con possibili reflussi vescico-ureterali; migliorare la continenza prevenendo condizioni di iscuria paradossa o incontinenza per sovra distensione. Il trattamento riabilitativo in tale caso si ottiene con un cateterismo intermittente con cateteri autolubrificanti monouso e alcune accortezze che tengano conto della manovra di introduzione e dell´igiene. Detrusore scompensato post-ostruttivo: La principale tecnica riabilitativa è rappresentata anche in questo caso dal cateterismo intermittente e in particolare quello autogestito , visto che il paziente non ha problematiche neurologiche e viene effettuata riportando nella scheda minzionale la quantità di urina emessa spontaneamente e quella drenata attraverso il catetere. Con il passare del tempo, viene progressivamente recuperata la contrattilità detrusoriale e la quantità di urina residua si riduce limitando la frequenza dei cateterismi fino al totale ripristino di una minzione completa senza residuo , senza più ricorso al catetere. La neuromodulazione sacrale è una terapia efficace per risolvere incontinenza e ritenzione urinaria è poco invasiva, si esegue in anestesia locale, è totalmente reversibile e non preclude il ricorso a terapie concomitanti o future. Vi si ricorre quando le altre cure farmacologiche e riabilitative, non hanno avuto successo. Consiste nell´invio di piccoli impulsi elettrici al nervo sacrale che controlla la funzione di svuotamento e riempimento della vescica. In alcuni pazienti questa stimolazione è in grado di ridurre notevolmente e spesso eliminare totalmente i disturbi dello svuotamento e riempimento. Un elettrocatetere (cioè un filo sottile che termina con 4 piccoli elettrodi) viene collocato accanto al nervo sacrale e collegato a uno stimolatore impiantato in anestesia locale in una tasca sottocutanea nel gluteo o nel basso addome che invia piccoli impulsi elettrici ai nervi sacrali. Lo stimolatore può essere comandato dal paziente dall´esterno con un telecomando per aumentare e diminuire la stimolazione. La stimolazione elettrica continua è in grado di alleviare o eliminare il disturbo. Prima dell´impianto si effettua un periodo di stimolazione di prova, che può durare da circa una settimana a oltre un mese, per valutarne l’effetto sui sintomi e regolare i parametri in modo ottimale per ottenere il miglior risultato. A tale scopo, in anestesia locale si posiziona un sottile elettrodo temporaneo (sottile come un capello) vicino al nervo sacrale e si invia un debole impulso elettrico attraverso uno stimolatore esterno tascabile. Se il paziente ottiene buoni risultati, viene sottoposto all´intervento. Se il paziente risponda positivamente al periodo di prova verrà mantenuto l’elettrodo posizionato e impiantato lo stimolatore. La posizione dello stimolatore nella parte alta del gluteo rappresenta la più accettabile dal punto di vista estetico, la più comoda ed inoltre è facile da raggiungere. Solitamente non viene avvertito dal paziente, che spesso si scorda di averlo, e tutto il sistema risulta così assolutamente invisibile dall´esterno. Www. Giornataincontinenza. Com . |
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EPATITE B CRONICA: NUOVO ALLARME, NUOVE SOLUZIONI COLPISCE 500.000 ITALIANI MA L’ARRIVO NEL NOSTRO PAESE DI MOLTI IMMIGRATI PORTATORI DEL VIRUS RIPROPONE IL PROBLEMA |
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Milano, 19 Giugno 2008 - È un’inversione di rotta quella compiuta negli ultimi anni dall’epatite B nel nostro Paese. Dopo il progressivo calo osservato a partire dagli anni ‘80 sia dei nuovi casi, sia della prevalenza del virus nella popolazione (passata dal 3 allo 0,8%), l’infezione da Hbv sta oggi riproponendosi come problema. L’inversione di tendenza dipende essenzialmente dai flussi migratori, combinata con la mancata copertura vaccinale di una buona fetta di connazionali. “La popolazione dai 29 anni in su (cioè chi aveva più di 12 anni nel 1991, anno di introduzione della vaccinazione obbligatoria) non ha ricevuto protezione dall’epatite B”, sottolinea il professor Massimo Colombo, Direttore 1a Divisione di Gastroenterologia della Fondazione Irccs Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena, Università degli Studi di Milano; “molti milioni di italiani sono quindi formalmente esposti al rischio di contrarre l’infezione”. Un rischio cui sono esposti soprattutto attraverso la trasmissione sessuale e a cui contribuisce l’elevata prevalenza del virus nelle popolazioni immigrate. “Abbiamo importato centinaia di migliaia di nuovi cittadini che provengono da aree in cui l’epatite B è endemica – spiega l’epatologo –. Oltre all’Asia e all’Africa, vi sono i Paesi dell’Europa Orientale e gli Stati della vecchia Unione Sovietica, che costituiscono serbatoi importanti di epatite B. Un numero sempre maggiore di adulti non immunizzati viene a contatto sessuale con portatori dell’infezione e sviluppa un’epatite acuta che, in alcuni casi, cronicizza”. Questi nuovi casi vengono ad aggiungersi alla popolazione di circa 500. 000 portatori cronici dell’infezione che si calcola siano presenti in Italia, la metà dei quali ha una malattia del fegato, anche se spesso non lo sa. Non è raro, infatti, che un’epatite cronica non venga diagnosticata per molti anni. “Spesso il paziente con un’epatite cronica si rende conto della gravità della situazione solo quando è ormai vicino alla cirrosi o, comunque, quando l’epatite è florida e provoca sintomi – conferma Ivan Gardini, Presidente dell’Associazione Pazienti Epac –. Anche se il paziente può apparire in buone condizioni, la malattia ne compromette la qualità di vita. A fronte di ciò, si ha una latitanza delle Istituzioni, intesa come assenza di piani di prevenzione e di informazione ma anche di campagne di screening mirato, in gruppi particolarmente a rischio di avere contratto l´infezione”. Se non è trattata tempestivamente, l’epatite B cronica evolve in cirrosi e può dar luogo a serie complicanze a carico del fegato, fino allo sviluppo di tumori (epatocarcinomi), che incidono notevolmente sui costi socio-sanitari, oltre che sulla qualità di vita dei pazienti. Interrompere questa progressione è oggi possibile, in molti casi, grazie alle terapie disponibili che, pur non guarendo definitivamente dall’infezione, riescono ad abbattere la replicazione virale nella maggioranza dei pazienti, per un tempo indefinito. O almeno finché non insorgono resistenze, uno dei principali problemi della terapia antivirale. Su questo fronte, però, oggi disponiamo di un’arma in più, rispetto all’interferone e ai farmaci antivirali diretti, particolarmente efficace nel prevenire l’insorgenza di mutazioni del virus: l’Emea ha appena approvato tenofovir per il trattamento dell’epatite B cronica, a seguito delle evidenze positive emerse dagli studi clinici. Il farmaco, una compressa da assumere una sola volta al giorno, ha un effetto rapido, profondo e duraturo sulla soppressione della carica virale ed è caratterizzato da un buon profilo di tollerabilità, già largamente documentato dal suo impiego nei pazienti con infezione da Hiv. Queste caratteristiche lo rendono un´importante opzione di trattamento per molti adulti affetti da epatite B cronica, sia per i pazienti che iniziano la terapia (pazienti naïve), sia per coloro che hanno sviluppato resistenza a precedenti medicinali. L’efficacia di tenofovir nel trattamento dei pazienti con epatite B cronica è documentata da due studi clinici di fase Iii, condotti uno su 266 pazienti con epatite Hbeag positiva e l’altro su 375 pazienti con epatite Hbeag negativa (dovuta a una forma mutante del virus), randomizzati a ricevere tenofovir o adefovir, altro antivirale di provata efficacia nel trattamento dell’epatite B. Dopo che i primi risultati a 48 settimane avevano dimostrato la maggiore efficacia di tenofovir rispetto al farmaco di confronto, a tutti i pazienti eleggibili è stato offerto di proseguire il trattamento con tenofovir in monoterapia, nell’ambito di uno studio in aperto. Dopo 72 settimane, la grande maggioranza dei pazienti originariamente randomizzati a ricevere tenofovir ha mantenuto una risposta completa (91% nei pazienti con epatite Hbeag negativa e 79% in quelli con la forma Hbeag positiva). Nei pazienti inizialmente trattati con adefovir e che, al termine delle prime 48 settimane, avevano raggiunto una risposta virologica completa rispettivamente nel 63% (Hbeag negativi) e nel 13% dei casi (Hbeag positivi), il passaggio a tenofovir ha consentito di raggiungere percentuali di successo rispettivamente dell’88% e del 78%. “Sono dati eclatanti che si riflettono sulla riduzione di insorgenza di resistenze, data l’importanza che ha riuscire a costruire una curva di caduta rapida della viremia, nei primi 6 mesi – commenta il dottor Stefano Fagiuoli, Direttore U. S. C. Gastroenterologia degli Ospedali Riuniti di Bergamo -. Una lenta curva di caduta costituisce infatti la prima spia del fatto che il paziente è a rischio di sviluppare una resistenza nel futuro”. Se l’arrivo di farmaci sicuri ed efficaci offre una soluzione a chi l’infezione l’ha già contratta, il cardine rimane comunque la prevenzione. Particolare attenzione va fatta soprattutto nel periodo estivo, quando molti italiani programmano viaggi in Paesi a rischio. Accanto alla raccomandazione a vaccinarsi contro l’epatite A e B, esistono alcune semplici norme da seguire, raccolte in un decalogo dall’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato (Aisf). Le regole vanno dalle corrette abitudini igieniche (fare attenzione agli alimenti potenzialmente infetti - frutti di mare, verdure o acqua - e non usare forbici, aghi o rasoi in comune con altri) ai suggerimenti sullo stile di vita (seguire una dieta sana ed equilibrata, ridurre grassi e alcolici), dall’invito alla cautela per chi volesse fare piercing o tatuaggi alla raccomandazione di evitare rapporti sessuali non protetti, dal monito a non abusare di farmaci al consiglio – valido sempre – di effettuare con regolarità i controlli del sangue. . |
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SALUTE E AMBIENTE: DAL PROGETTO PROLIFE PRIMI DATI INCORAGGIANTI |
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Milano, 19 giugno 2008 - Il 1° novembre 2007 ha preso il via il progetto Prolife - Pollution and emergencies in Milan dell’Assessorato alla Salute su cinque sedi di Pronto soccorso della città. Oggi, da un’indagine retrospettiva sui primi tre mesi del 2007 volta a valutare le eventuali variazioni rispetto al medesimo periodo del 2008, è risultato che le ospedalizzazioni, in quattro delle cinque strutture monitorate, sono diminuite del 2,5%. I pazienti registrati nel 2008 sono stati 6026 contro i 6182 del 2007. “I dati di cui siamo in possesso – ha spiegato l’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna – non sono certo esaustivi, ma alla fine del 2008 avremo monitorato circa 40mila persone e allora avremo un quadro più completo e uno studio unico al mondo nel suo genere. Risulta evidente che c’è un legame tra inquinamento e aumento di casi ospedalieri. E i dati raccolti fino a oggi suggeriscono che aumentando i progetti per migliorare la qualità ambientale, diminuiscono anche i ricoveri per insorgenza di patologie cardiorespiratorie. I risultati sono ancora parziali – ha specificato l’assessore - ma incoraggianti. Abbiamo intrapreso un percorso importante, certamente lungo, ma che comincia a dare i primi risultati. La riduzione del 2,5% delle ospedalizzazioni per patologie conseguenti all’inquinamento atmosferico su un campione di oltre 16mila casi esaminati, è un primo risultato significativo”. Il progetto Prolife è coordinato dall’Ospedale San Carlo. I dati sull’inquinamento sono forniti dall’Agenzia Mobilità e Ambiente del Comune; gli inquinanti monitorati sono il Pm 2,5, il Pm 10, gli ossidi d’azoto (No, No2), il monossido di carbonio (Co), il biossido di zolfo (So2), l’ozono (O3) e il benzene (C6h6). Agli effetti della correlazione statistica, vengono registrate anche temperatura e umidità quotidiana. L’indagine tiene conto anche dei dati lombardi sull’epidemia influenzale e, a partire dal 1° febbraio, della conta dei pollini fornita dall’Asl Milano 1. La valutazione statistica, infine, è affidata all’Università Bicocca. Gli effetti nocivi dell’inquinamento sull’apparato respiratorio sono evidenti fin dai primi anni di vita. Pertanto, il miglioramento della qualità dell’ambiente e, in particolare, dell’aria sono impegni prioritari per l’Amministrazione comunale che ha istituito un Tavolo di studio su Inquinamento e Salute al quale collaborano in stretta sinergia l’Assessorato alla Salute, l’Assessorato alla Ricerca e Innovazione Capitale Umano e l’Assessorato Mobilità Trasporti e Ambiente. “Voglio essere cauto nel parlare della salute dei cittadini – ha concluso l’assessore Landi di Chiavenna -, ma il Piano mobilità, salute e ambiente varato da questa Amministrazione è organico, strategico ed esplicativo della volontà di salvaguardare il benessere dei milanesi. Non esiste del resto qualità dell’ambiente che non sia finalizzata alla salute”. . |
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PROSEGUE IN UMBRIA IL PROGETTO SPERIMENTALE PER AFFETTI DA CELIACHIA |
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Perugia, 19 giugno 2008 – Buone notizie per le persone affette da celiachia. Su proposta dell’assessore regionale alla sanità, Maurizio Rosi, la Giunta regionale ha stabilito di far proseguire fino al 31 dicembre 2008 il progetto sperimentale per la fornitura a carico del sistema sanitario regionale di prodotti dietetici senza glutine per celiaci. “Il progetto sperimentale – ha detto l’assessore Rosi – è stato avviato nel mese di luglio dello scorso anno ed ha coinvolto un unico punto vendita a Foligno. Si tratta della Coop presso il centro commerciale Agorà collegata al web service per l’erogazione dell’assistenza integrativa dell’Asl di territorio. Visto l’ottimo risultato della sperimentazione – ha aggiunto l’assessore – abbiamo deciso di estendere l’iniziativa a tutto il territorio dell’Asl 3 e, inoltre, l’erogazione di tali prodotti a carico del sistema sanitario regionale, purché inseriti nel registro nazionale, potrà essere effettuata anche da altri esercizi commerciali autorizzati alla vendita e che ne facciano richiesta all’Azienda sanitaria”. . |
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IL NUOVO ACCELERATORE LINEARE POTENZIA LA RADIOTERAPIA A PISA |
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Firenze, 19 giugno 2008 - L’unità operativa di Radioterapia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Pisa è stata dotata di un nuovo acceleratore lineare per radioterapia di ultima generazione sul quale si stanno attualmente completando i test dosimetrici e che potrà iniziare a trattare i primi pazienti nel mese di luglio. La nuova macchina, che sostituisce una apparecchiatura precedente di tecnologia inferiore, è dotata di uno speciale sistema di collimazione del fascio di radiazioni e può produrre immagini Tac della zona trattata, consentendo un controllo estremamente accurato della precisione del trattamento prima di ogni seduta. Queste caratteristiche renderanno possibile l’esecuzione presso l’Aoup di trattamenti per i quali era necessario finora l’invio ad altri centri, quali la radioterapia a intensità modulata (Imrt) e la radioterapia guid! ata dalle immagini (Igrt), ottimizzando l’utilizzazione ! delle al tre attrezzature recentemente acquisite quali la Tac dedicata alla radioterapia e i nuovi sistemi di planning radioterapico. La messa in funzione della nuova macchina ripristinerà la dotazione di tre acceleratori nell´Unità operativa di Radioterapia, creando le condizioni per una riduzione delle liste di attesa, che sono state mantenute entro limiti accettabili in questo periodo attraverso turni lavorativi aggiuntivi da parte del personale tecnico, medico e infermieristico. All’inizio di luglio è previsto l’ingresso di due nuove unità di personale tecnico a supporto della nuova apparecchiatura e ciò permetterà di ridurre ulteriormente le liste di attesa. «Sono grato a tutti gli operatori che si sono prodigati in questo periodo per far fronte alla richiesta di prestazioni», ha detto nel corso della sua visita inaugurale alla struttura l’assessore regionale per il diritto alla salute Enrico Ross! i. «Attraverso nuove e più sofisticate apparecchiature, l’intensificazione dei turni di lavoro e specifiche convenzioni il nostro programma di potenziamento di questo servizio, molto oneroso sotto il profilo finanziario e di lavoro ma fondamentale per la salute dei cittadini, sta andando avanti con risultati sempre più apprezzati». Entrando nei dettagli, entro il 2009 saliranno a 10 i nuovi acceleratori lineari di nuova generazione ad altissima tecnologia, acquistati dalle aziende sanitarie e ospedaliere dell’Area Vasta Nord-ovest, con un incremento della possibilità di accesso alla radioterapia per i pazienti di oltre il 50% rispetto a quella attuale. Oltre al terzo acceleratore lineare appena arrivato a Pisa, che possiede un’efficienza produttiva neppure paragonabile a quelli precedenti, l’azienda Usl 2 di Lucca sta infatti acquistando il secondo macchinario (è già pronto il bunker), che arriver&! agrave; entro l’anno; per l’azienda Usl 6 di Livor! no &egra ve; in fase avanzata di acquisto il terzo acceleratore lineare mentre all’azienda Usl 1 di Massa Carrara il secondo acceleratore lineare sarà pronto a inizio 2009. Il nuovo macchinario in funzione a Pisa è stato acquistato con i soldi di Pfizer Italia - 4 milioni di euro complessivi - derivanti dalla definizione bonaria di una controversia giudiziaria che ha opposto Regione e la multinazionale. L’atto ha segnato, a fine 2006, la conclusione della vicenda fino alla remissione della querela per diffamazione a suo tempo presentata da parte del presidente della Regione Claudio Martini e dell’assessore per il diritto alla salute Enrico Rossi, nei confronti dei dirigenti dell’azienda, in relazione a un ravvisato piano della multinazionale avverso alla politica sanitaria della Regione e, in particolare, alla politica del farmaco. Era stata quindi trattata la definizione bonaria della controversia. I 4 milioni di euro che ne sono il frutto! sono serviti ad acquistare, tramite l’Estav dell’Area Vasta Nord Ovest, due acceleratori lineari per radioterapia tipo Sinergy S, uno per l’Aou di Pisa e l’altro per l’Aou di Careggi. . |
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OTTAVA EDIZIONE DELL’EUREGIO TOUR PER IL TRAPIANTO (27 – 29 GIUGNO) |
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Bolzano, 19 giugno 2008 L’ottava edizione dell’Euregio Tour a favore della donazione di organi e dei trapianti può contare, come di consueto, sul sostegno dell’Assessorato provinciale alla sanità ed alle politiche sociali. L’ottava dell’”Euregio Tour per il trapianto” si svolgerà quest’anno dal 27 al 29 giugno. Dopo la partenza da Innsbruck raggiungerà il Passo del Rombo a 2509 m di quota e San Leonardo in Passiria. Il secondo giorno il giro toccherà il Lago di Caldaro ed il terzo Trento ed Arco. L’assessore provinciale alla sanità ed alle politiche sociali, Richard Theiner, pone l’accento sull’importanza di questa iniziativa che mira a sensibilizzare la popolazione sull’importanza della donazione di organi e dalle tecniche di trapianto in grado di assicurare una nuova vita a pazienti affetti da gravi patologie. La base di una medicina del trapianto di successo è un adeguato numero di donatori, che proprio nell’Euroregione Tirolo è particolarmente elevata. Grazie alla messa a disposizione di risorse pubbliche ed alla collaborazione interregionale è possibile valorizzare tale disponibilità a vantaggio dei pazienti delle tre regioni in attesa di trapianto. Grazie alla propria posizione geografia ed a specifici accordi l’Alto Adige è inserito nelle due reti di trapianti esistenti sia a livello nazionale che con il vicino Land del Tirolo del Nord. Ciò consente di avere in Alto Adige dei tempi di attesa inferiori a quelli delle altre regioni italiane. Per un trapianto di rene, ad esempio attualmente si attendono dai 10 ai 12 mesi, mentre per un intervento al polmone si attendono 8 mesi. L’assessore esprime infine il suo sentito ringraziamento ai donatori ed ai loro familiari per il nobile gesto ed ha aggiunto “Trovo significativo che questo appuntamento sportivo veda uniti i tre territori dell’Euregio – Trentino/alto Adige e Tirolo – che in questo modo possono rafforzare un comune impegno sul fronte medico e sociale”. Il presidente del “Transplant Sportclub” Alto Adige, Michael Prenner medaglia la valore sportivo della Provincia di Bolzano sottolinea che “Questo giro ciclistico, che si svolgerà tra il 27 al 29 di giugno, sta di anno in anno guadagnando sempre più attenzione a livello internazionale, come dimostra la partecipazione di trapiantati, professori, personale medico ed infermieristico proveniente da tutta l’Europa”. . |
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ATTIVATI 9 CORSI PER OPERATORE SOCIO-SANITARIO ISCRIZIONI ENTRO IL PRIMO AGOSTO I POSTI DISPONIBILI SONO 305, OTTIME LE POSSIBILITÀ D’IMPIEGO |
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Trento, 18 giugno 2008 – C’è tempo fino all’1 agosto per iscriversi ai corsi per operatore socio-sanitario (Oss) organizzati dagli Assessorati alle Politiche sociali e alle Politiche per la salute. I corsi attivati sono 9 e si svolgeranno presso le sedi formative di Trento (due), Rovereto, Levico Terme, Borgo Valsugana, Cles, Riva del Garda, Tione e Ziano. L’iscrizione è gratuita. Allo stato attuale vi sono ottime possibilità di impiego per gli operatori socio-sanitari. Sul mercato del lavoro, infatti, tali figure professionali qualificate non sono presenti in numero sufficiente a soddisfare la domanda di enti e servizi socio-assistenziali e sanitari pubblici, nonché del privato sociale. Si ricorda, per altro, che per gli Oss è inoltre possibile operare anche privatamente a domicilio. L’iter formativo ha una durata di 1400 ore teoriche e pratiche, di cui 700 dedicate a tirocinio presso le Case di soggiorno, servizi di assistenza domiciliare, strutture protette per minori e/o disabili e i servizi ospedalieri, e si concluderà con un esame finale di qualifica. Per iscriversi al corso è necessario essere in possesso del diploma di scuola media inferiore ed avere almeno 17 anni compiuti. La scuola è a numero chiuso e vi si accede mediante superamento di un esame di ammissione, che si svolgerà presso la sede del corso, qualora le richieste di iscrizioni siano superiori al numero di posti disponibili: 40 a Trento presso il Polo didattico dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari e 35 presso l’Istituto regionale di studi e ricerca sociale, 25 a Tione (Apss), 40 a Rovereto (Apss), 25 a Ziano (Apss), 35 a Cles, 35 a Levico (Opera Armida Barelli), 35 a Borgo Valsugana, 35 a Riva del Garda. Per i cittadini stranieri è richiesta la conoscenza della lingua italiana (livello B2) e il possesso di regolare permesso di soggiorno. Il superamento dell’esame di conoscenza della lingua italiana – per il quale sono organizzati degli incontri di preparazione - costituisce requisito per l’accesso al successivo eventuale esame di ammissione al corso previsto per tutti i candidati. Possono partecipare altresì in soprannumero al corso Oss organizzato presso il Polo didattico di Trento dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, i cittadini stranieri (extracomunitari o comunitari), residenti in provincia di Trento, che hanno svolto un corso professionale di infermiere in paesi extracomunitari e dell’Unione Europea la cui durata non è ritenuta sufficiente in Italia ai fini dell’esercizio dell’analoga professione. In tale caso il titolo di Oss si consegue frequentando 360 ore di formazione. Per informazioni rivolgersi alle singole sedi formative o presso il Servizio Politiche sociali e abitative (tel. 0461 493800, mail: serv. Politichesocialieabitative@provincia. Tn. It) ed il Servizio Organizzazione e qualità delle attività sanitarie (tel. 0461 494075, www. Trentinosalute. Net). . |
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DISABILI A VENEZIA. ASSESSORE REGIONALE VALDEGAMBERI: “ASSEGNATI AL COMUNE DI VENEZIA 475 MILA EURO PER SECONDO ANNO PROGETTO ‘ACCESSIBILITA’ A VENEZIA‘” |
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Venezia, 19 giugno 2008 - La Giunta veneta, su proposta dell’assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi, ha assegnato al Comune di Venezia il finanziamento di 475 mila euro per la prosecuzione, nell’anno 2008, delle attività relative al progetto denominato “accessibilità a Venezia”, finalizzato a risolvere problemi di trasporto e accessibilità alla città da parte di soggetti diversamente abili, secondo quanto previsto dalla legge regionale n. 2 del 2002. Ne dà notizia l’Assessore stesso il quale spiega che “il progetto si riferisce al triennio 2006-2008 e si propone di offrire ulteriori opportunità alle persone con disabilità residenti nella città e di rendere Venezia più accessibile anche ai cittadini che non vi risiedono e ai turisti con disabilità. Le azioni fino ad oggi attuate – afferma Valdegamberi – nell’ambito di questo progetto sono state rivolte principalmente agli utenti residenti nel comune di Venezia mediante servizi di trasporto ad orari programmati e a chiamata diretta nonché mediante servizi di accompagnamento e di trasporto su gomma per garantire la continuità nei collegamenti tra Venezia centro storico e la terraferma. Il progetto vede come coordinatore il Comune di Venezia e la relativa convenzione che regola i rapporti tra regione e Comune è stata firmata nel 2007”. Negli anni precedenti, biennio 2006-2007, il finanziamento assegnato dalla Regione al Comune è stato di 1 milione di euro di cui 500 mila euro nel 2006 e 500 mila nel 2007. . |
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LA GIORNATA MONDIALE DEL DONATORE DI SANGUE CELEBRA IL VALORE DELLA SOLIDARIETA’ E DELLA SUSSIDIARIETA |
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Venezia, 19 giugno 2008 - Si celebra domenica 22 giugno, anche nella nostra regione, la giornata mondiale del donatore di sangue. Le manifestazioni, che sono in programma per tutta la settimana, “sono la testimonianza - commenta l’assessore alle Politiche sociali, Stefano Valdegamberi - del grande valore che l’Avis e la donazione del sangue rappresentano nella storia e nella cultura del Veneto. ” Il sistema sangue veneto è considerato uno tra i migliori a livello nazionale e pure in ambito europeo perché sa coniugare efficienza, trasparenza, equità e appropriatezza. Un successo che è dovuto certamente anche al lavoro delle associazioni che sono state capaci di favorire la presa di coscienza da parte dei cittadini dell’importanza della donazione e di lavorare in rete sinergica con le istituzioni. Per l’assessore l’azione dell’Avis coniuga “solidarietà e sussidiarietà, efficienza e competenza” in un insieme di aspetti dei quali vanno messi in evidenza “la gratuità e le grandi cifre. ” Nelle province venete si contano attualmente 77 donazioni per mille abitanti, una percentuale doppia rispetto alle media nazionale che è di 36 donazioni e di molto superiore al limite ideale di 40 donazioni per mille stabilito dall’Organizzazione mondiale della sanità. “Il Veneto - ricorda Stefano Valdegamberi - da tempo vanta un primato per il numero di volontari e di associazioni che hanno sempre supportato con progettualità innovative e all´avanguardia il servizio sanitario regionale attribuendo agli uomini e alle donne, ma soprattutto ai giovani, un ruolo prezioso nella sanità veneta. Non per nulla il modello di integrazione socio sanitaria è stato di recente riconosciuto come uno dei migliori proprio dall´Organizzazione mondiale della sanità. Va detto, inoltre, che il Veneto è una delle prime regioni ad aver istituito il Fondo per le attività trasfusionali e la prima a aver messo in rete i centri trasfusionali provinciali con il centro regionale per la gestione della raccolta. ” “ Il mio auspicio - conclude l’assessore Valdegamberi – è che la giornata mondiale del donatore di sangue contribuisca a diffondere tra i cittadini veneti, e in particolare tra le nuove generazioni, la cultura della donazione come gesto spontaneo, gratuito e prezioso. ” . |
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SI APRE LA 15ª QUADRIENNALE D´ARTE DI ROMA: UN FERMO-IMMAGINE DELL´ARTE ITALIANA DAGLI ANNI NOVANTA A OGGI, CON UN OMAGGIO A LUCIANO FABRO |
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Roma, 19 giugno 2008 - Giunge alla sua quindicesima edizione la Quadriennale d´arte di Roma, il principale appuntamento istituzionale di arte contemporanea italiana. Torna nella sua sede storica, il Palazzo delle Esposizioni, dove sarà l´unica mostra in programma per tutta l´estate 2008 (19 giugno-14 settembre). Dal 1931, le Quadriennali hanno il compito di offrire una panoramica delle tendenze più significative nelle arti visive in Italia, ma ogni edizione adotta uno specifico angolo di visione. L´impianto critico della 15ª Quadriennale è stato affidato a una Commissione composta da cinque curatori e storici dell´arte, diversi per ambiti di interesse e percorsi professionali: Chiara Bertola, Lorenzo Canova, Bruno Corà, Daniela Lancioni, Claudio Spadoni. Se l´ultima edizione (2003-2005) estendeva lo sguardo fino ai maestri degli anni Sessanta-settanta ancora in attività, questa volta l´attenzione è circoscritta alle generazioni di artisti che hanno iniziato ad affermarsi in Italia negli ultimi vent´anni. La Commissione ha, inoltre, scelto di riservare un omaggio a Luciano Fabro (Torino, 20 novembre 1936-Milano, 22 giugno 2007), a un anno esatto dalla sua prematura scomparsa. A lui è dedicata l´apertura della mostra: la scultura Autunno, mai esposta in Italia e tra le ultime sue opere, è l´unico segno artistico che accoglie lo spettatore nella Sala della Rotonda. A lui è dedicata anche l´apertura del catalogo (Marsilio), con la pubblicazione di un suo vibrante intervento sull´etica dell´artista. L´omaggio vuole simbolicamente ricordare l´innovatività del linguaggio di Fabro e l´importante eredità teorico-critica del suo insegnamento. Alla 15ª Quadriennale partecipano novantanove artisti, ciascuno presente con un´opera molto recente, spesso realizzata appositamente, in molti casi in situ. L´allestimento, a cura di Lucio Turchetta, ha risposto alla necessità di una presentazione equilibrata di lavori molto eterogenei per formato, tecniche di realizzazione, esigenze espositive. Il percorso della mostra si articola in tutti i 3000 mq del Palazzo di via Nazionale, non senza qualche sorpresa anche negli spazi dei servizi aggiuntivi. L´obiettivo della mostra non è quello di compilare un "chi è chi" dell´arte contemporanea italiana, ma di registrare le diverse declinazioni del nostro fare artistico negli ultimi due decenni, tra un confronto con l´eredità del più vicino Novecento (arte concettuale, minimalismo, i diversi ritorni alla pittura) e la ricerca di nuove dimensioni creative. Si è voluto, così, provare a tracciare una mappatura di esperienze ritenute rappresentative dei principali esiti della ricerca artistica condotta nel nostro paese dalla fine degli anni Ottanta ad oggi. In questo ambito, si è scelto di dedicare una particolare attenzione agli artisti mid-career e giovani, portatori di linguaggi "in movimento" e indicativi di possibili evoluzioni nel prossimo futuro. L´età media degli artisti invitati è compresa entro i quarantacinque anni. Un quarto è "under 35", uno su tre è donna. Si è cercato, inoltre, di identificare possibili specificità della situazione italiana nel sistema internazionale dell´arte. Si è tenuto, quindi, conto anche di particolari aggregazioni territoriali emerse nel nostro paese e cresciute nella condivisione di un clima culturale, a una relativa distanza da processi di omologazione. Non è certo semplice fissare criteri che consentano di documentare l´estrema diversificazione di modalità espressive che caratterizza oggi la scena artistica italiana. Si è così scelto di non attribuire agli artisti delle linee di appartenenza: preminente è la personalità del singolo autore, la sua qualità di vedere, capire, interpretare il nostro momento storico. E´ proprio a partire dai primi anni Novanta che diventa arduo definire il profilo di una generazione di artisti che agiscono "in solitario" e avvertono sempre più il bisogno di rimanere fedeli a una propria identità. E´ un dato che emerge via via più prepotentemente e che viene confermato anche da questa edizione della Quadriennale. Ogni tentativo di distinguere le opere in mostra a seconda delle pratiche artistiche appare limitativo, tanti sono i linguaggi per temi, tecniche, sensibilità e continui gli slittamenti tra diversi dispositivi formali. Per quanto riguarda le tecniche, in linea generale, si può comunque osservare come tra le opere in mostra vi sia una forte componente video. Mai come in questa edizione della Quadriennale, inoltre, si registra una elevata presenza di installazioni, in gran parte a dimensione ambiente. Meno frequente, in questa edizione, forse è la fotografia. Un nucleo significativo di artisti continua a prediligere come mezzi espressivi la pittura, la scultura, il disegno, spesso in dialogo tra loro, piuttosto che con riferimenti iconografici (come il cinema), letterari, musicali. Si possono egualmente anticipare alcuni dei principali campi di indagine che le opere riflettono. Alcune rimandano all´attualità, a tematiche come l´ambiente, gli armamenti, la sicurezza sul lavoro, il controllo sulla libertà personale. Molte, invece, hanno una dimensione privata e si interrogano su temi quali l´identità, la memoria, il fluire del tempo. Non poche si soffermano sulle interazioni tra l´individuo e lo spazio, dalla grande città ad ambienti chiusi, con una attenzione al suo impatto sui nostri comportamenti. Ci sono interventi che rivelano un interesse per i meccanismi comunicativi e le dinamiche interrelazionali. Altri si concentrano sulla genesi stessa dell´opera d´arte, sull´atto creativo. Sarà una Giuria internazionale ad assegnare i premi della 15ª Quadriennale, una scelta del Consiglio di Amministrazione della Fondazione dettata dalla volontà di favorire una occasione di concreta conoscenza degli artisti partecipanti da parte di tre personalità di alto profilo alla guida di importanti realtà espositive europee. La Giuria Premi è costituita, infatti, da Suzanne Pagé, Direttore della Fondation Louis Vuitton pour la création (dopo essere stata per diciassette anni alla guida del Museo d´Arte Moderna di Parigi), Gerald Matt, Direttore della Kunsthalle di Vienna, Vicente Todolí, Direttore della Tate Modern di Londra. Tre i premi in palio. Il Premio Quadriennale, di 20. 000 euro, il Premio alla giovane arte (under 35) di 10. 000 euro e una medaglia d´oro alla carriera. Dato il taglio generazionale della 15a Quadriennale, il premio alla carriera sarà assegnato extra mostra a un riconosciuto maestro dell´arte italiana. I premi saranno assegnati e resi noti nel corso di una cerimonia che avrà luogo venerdì 12 settembre. . |
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PERSONALE DI NICOLA DE MARIA PER LA PRIMA VOLTA, ESPOSTI I SUOI CICLI DI OPERE SU CARTA, PRODOTTI NEGLI ANNI OTTANTA DAL 12 LUGLIO AL 7 SETTEMBRE 2008 REPUBBLICA DI SAN MARINO |
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Repubblica di San Marino, 19 giugno 2008 - Un grande artista e il suo lavoro su carta sono gli ingredienti di uno degli appuntamenti artistici più suggestivi del panorama estivo italiano. Nella Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea della Repubblica di San Marino, infatti, dal 12 luglio al 7 settembre 2008 è in programma la personale di Nicola De Maria (Foglianise, Bn, 1954) dal titolo festa della atmosfera che brilla. La mostra, curata dallo stesso artista insieme a Zeno Birolli, presenterà per la prima volta un nucleo di quaranta opere su carta, realizzate negli anni Ottanta. Il percorso espositivo parte proprio da una serie di carte dipinte inedite, definite come Regno dei fiori, che risalgono agli anni 1984/85, realizzate in modo estemporaneo lungo gli itinerari, gli spostamenti, i soggiorni di lavoro di De Maria. Accanto a questi fogli, verranno presentate otto carte dipinte più recenti, di maggiore formato e di forte immediatezza nell’esecuzione, caratterizzati da una materia carica di luce. Queste opere su carta introducono a uno spazio in cui saranno esposti alcuni libri d’arte, considerati tra i momenti più alti del lavoro di Nicola De Maria, che riportano ad un passato di rara vivacità creativa. Infatti, proprio con la scrittura, De Maria ha spesso illustrato il contenuto delle sue metafore e impressioni dipinte. Ad affiancare il percorso creativo su carta di De Maria, verranno esposte cinque tele, appartenenti a diversi momenti del suo lavoro. In occasione di questa personale, verrà pubblicato un catalogo, con testi di Zeno Birolli. Note biografiche Nato a Foglianise (Benevento) il 6 dicembre 1954, Nicola De Maria vive fin da ragazzo a Torino, dove abita ancora oggi. Si iscrive alla Facoltà di Medicina proseguendo gli studi di specializzazione in Neurologia, professione che non eserciterà mai, preferendo dedicarsi all´arte. Dopo essere passato da una breve esperienza fotografica, dal 1975 inizia una prolifica produzione di disegni su pagine di quaderno, prima in matita e poi a pastello, olio e acquerello. Questi primi successi lo spingono a dipingere direttamente sulle pareti e a realizzare le prime piccole tele ad olio. Proprio nella pittura De Maria trova il linguaggio più appropriato per esprimersi, mescolandosi così alla vivacità artistica di quella città, Torino, che vedeva l´Arte Concettuale come protagonista ed elemento trascinante. Grazie all´influenza di questa corrente artistica, unita ad una vasta cultura classica e moderna, Nicola De Maria inizia a svelare quel suo caratteristico linguaggio altamente spirituale e lirico. Ogni sua opera dipinta è colore puro, è pensiero dell´anima, è poetica. Nel 1977 realizza il primo dipinto murale a Milano, al quale ne segue un altro per la Biennale di Parigi dello stesso anno. De Maria continua a trascendere dai confini della tela pervadendo lo spazio espositivo utilizzando le tecniche del colore proprie degli antichi maestri che affrescavano le chiese in Italia. Negli anni ´80, l´artista dipinge vari spazi espositivi e gli vengono dedicate alcune retrospettive sui suoi lavori ad olio. Per tutti questi anni, il lavoro di De Maria ha sempre un ruolo fondamentale in tutte le numerose mostre collettive organizzate da Achille Bonito Oliva sulla Transavanguardia. Il pittore, che viene inizialmente incluso in questo contesto, ben presto si separa sviluppando un corpo di lavori non figurativi e in piccola scala. La sua opera è astratta ma carica di segnali figurativi non solo poetici (Regno dei Fiori 1983/85), ma soprattutto spirituali (La Testa Allegra Di Un Angelo Bello 1986/87). Infatti l´artista sembra trasformare la poesia e la lirica in pittura, ogni sua opera è confine magico, paesaggio fiabesco nel quale è necessario concentrare lo sguardo per capire il suo stato d´animo. Emblematica a questo proposito la frase di Nicola De Maria che in un´intervista si definisce: "Uno che scrive poesie con le mani piene di colori". È proprio la spiritualità che lo porta nel corso degli anni ´90 a concentrare il suo lavoro sull´astrazione pura trasformando le opere in una sorta di preghiera che può essere raffigurata solo con un gesto pittorico intenso. Nel corso di questo periodo non vengono mai trascurati gli elementi fondamentali che hanno sempre caratterizzato il suo lavoro come, ad esempio, il brillante cromatismo. L´uso del colore di De Maria rispecchia l´attaccamento alla sua terra, alla "mediterraneità" che continuamente rappresenta con paesaggi popolati da personaggi coraggiosi, sapienti, splendenti di potere naturale. Ma questi soggetti vengono solo citati ed è proprio non raffigurandoli che obbliga l´osservatore ad immergersi in quel mondo fantastico, spirituale e poetico come il suo creatore. . |
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PITTURA: ALL´AQUILA GRANDE MOSTRA DI BEPPE FIDUCIA OLTRE 80 OPERE VERRANNO ESPOSTE AL CASTELLO CINQUECENTESCO |
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L´aquila, 19 giugno 2008 - Venerdì 27 giugno, alle 18. 30, al Castello Cinquecentesco dell´Aquila, s´inaugura una grande mostra del pittore Giuseppe Fiducia (nato ad Anversa degli Abruzzi, L´aquila, nel 1952), spesso segnalato dalla critica come uno dei più interessanti artisti italiani della sua generazione. La mostra, dal titolo "Giuseppe Fiducia: Albe disattese. Opere 1988-2008", comprenderà 80 opere, realizzate appunto tra il 1988 e il 2008, e sarà visitabile fino al 31 agosto 2008. L´evento è promosso dalla Presidenza della Giunta Regionale d´Abruzzo, con la collaborazione della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell´Abruzzo, della Sovrintendenza al Patrimonio storico, artistico ed etno-antropologico dell´Abruzzo, con il patrocinio della Provincia e del Comune dell´Aquila e la consulenza organizzativa dell´Associazione Culturale "Angelo Ribelle". Sarà documentato da un catalogo edito da Mazzotta, con testi di Ottaviano Del Turco, Anna Imponente, Enrico Crispolti e Silvia Pegoraro, curatrice della mostra. . |
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